Gerardo de Simone, La Roma di Sisto IV, in Encyclomedia – Il Medioevo, vol. IV – Il...

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Sisto IV della Rovere, papa dotto, ambizioso e nepotista, fa della Chiesa una monarchia assoluta, a tratti aggressiva, spesso in conflitto con gli altri Stati ita- liani, e trasforma Roma da borgo medievale in una grande capitale del Rina- scimento. L’Urbe è arricchita, specie in vista del Giubileo del 1475, da splendi- de architetture, come l’Ospedale di Santo Spirito, il Ponte Sisto, Santa Maria del Popolo. I migliori pittori italiani sono chiamati a decorare la Biblioteca Va- ticana (Melozzo da Forlì) e la Cappella Sistina (Perugino, Botticelli, Ghirlandaio, Signorelli). Sisto IV della Rovere, primo “papa-re” Il pontificato del francescano Francesco della Rovere (1414- 1484), asceso al soglio papale con il nome di Sisto IV il 9 agosto 1471, rappresenta un momento fondamentale nell’af- fermazione del papato come monarchia assoluta e nel rin- novamento umanistico-rinascimentale di Roma. Appena eletto, il pontefice “restituisce” al popolo romano alcune ce- lebri statue bronzee antiche, la Lupa, i tre frammenti del Co- losso di Costantino (testa, mano, globo), lo Spinario e il Ca- millo, definite “monumento dell’antica eccellenza e virtù”, spostandole dal Laterano al Campidoglio. L’atto, lontano pre- ludio alla nascita dei Musei Capitolini (1734), dietro l’omag- gio formale ratifica nella sostanza l’esautoramento da ogni potere reale delle magistrature comunali: la lupa di Romo- lo e Remo (i gemelli furono aggiunti alla fine del XV sec.) sostituisce il leone della Roma municipale, stabilendo un le- game simbolico tra la grandezza della Roma antica e la sua moderna rinascita sotto il segno dei papi. 354 La Roma di Sisto IV di Gerardo de Simone M12_Arte_5_protagonisti ok.qxd 28-04-2009 22:11 Pagina 354

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Sisto IV della Rovere, papa dotto, ambizioso e nepotista, fa della Chiesa unamonarchia assoluta, a tratti aggressiva, spesso in conflitto con gli altri Stati ita-liani, e trasforma Roma da borgo medievale in una grande capitale del Rina-scimento. L’Urbe è arricchita, specie in vista del Giubileo del 1475, da splendi-de architetture, come l’Ospedale di Santo Spirito, il Ponte Sisto, Santa Mariadel Popolo. I migliori pittori italiani sono chiamati a decorare la Biblioteca Va-ticana (Melozzo da Forlì) e la Cappella Sistina (Perugino, Botticelli, Ghirlandaio,Signorelli).

Sisto IV della Rovere, primo “papa-re”Il pontificato del francescano Francesco della Rovere (1414-1484), asceso al soglio papale con il nome di Sisto IV il 9agosto 1471, rappresenta un momento fondamentale nell’af-fermazione del papato come monarchia assoluta e nel rin-novamento umanistico-rinascimentale di Roma. Appenaeletto, il pontefice “restituisce” al popolo romano alcune ce-lebri statue bronzee antiche, la Lupa, i tre frammenti del Co-losso di Costantino (testa, mano, globo), lo Spinario e il Ca-millo, definite “monumento dell’antica eccellenza e virtù”,spostandole dal Laterano al Campidoglio. L’atto, lontano pre-ludio alla nascita dei Musei Capitolini (1734), dietro l’omag-gio formale ratifica nella sostanza l’esautoramento da ognipotere reale delle magistrature comunali: la lupa di Romo-lo e Remo (i gemelli furono aggiunti alla fine del XV sec.)sostituisce il leone della Roma municipale, stabilendo un le-game simbolico tra la grandezza della Roma antica e la suamoderna rinascita sotto il segno dei papi.

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Per rafforzare il proprio potere da autentico “papa-re”, Si-sto IV non esita a praticare il nepotismo su una scala senzaprecedenti, ponendo le basi di quel malcostume che tantecritiche attirerà ai papi del Rinascimento. L’instabile situa-zione politica italiana, i rapporti ora di alleanza ora di osti-lità con gli Stati più influenti della penisola come il Regnoaragonese di Napoli, la Firenze di Lorenzo il Magnifico(1449-1492), gran nemico di Sisto IV, la Repubblica di Ve-nezia e il Ducato sforzesco di Milano, rendono d’altro can-to urgente un controllo saldo dei propri domini territoria-li e la scelta di persone fidate nei posti-chiave. PurtroppoSisto e i nipoti non brillano sempre per saggezza politica: lesconsiderate ambizioni di Girolamo Riario (1443-1488),elevato alla signorìa di Imola, si risolvono nell’appoggio al-la congiura antimedicea dei Pazzi a Firenze nel 1478 e nelfallimentare tentativo di annettersi Ferrara nel 1482, men-

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La Lupacapitolina, V sec. a.C., Bronzo,Roma, MuseiCapitolini

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tre nel Lazio il sostegno agli Orsini rinfocola l’annosa faidacon i Colonna.Sul fronte esterno Sisto IV deve fronteggiare il pericolo del-l’espansionismo turco: ma gli appelli alla crociata rivolti aiprincipi italiani ed europei non producono che i limitati suc-cessi in Asia Minore nel 1472 del cardinale Oliviero Cara-fa (1430-1511) e la riconquista nel 1481 di Otranto.

Sisto IV “renovator Urbis”Sisto IV, raccogliendo idealmente il testimone del piano diammodernamento e abbellimento di Roma lasciato incom-piuto da papa Niccolò V (1397-1455, papa dal 1447) allametà del Quattrocento, modifica in modo radicale la fisio-nomia della città con cospicui interventi viari ed edilizi,preludendo alle ancor più imponenti realizzazioni di suoisuccessori come il nipote Giulio II (1443-1513, papa dal 1503)o l’emulo Sisto V (1520-1590, papa dal 1585).Nell’ampliare il nucleo dei palazzi vaticani, Niccolò V ave-va predisposto alcuni ambienti per ospitare una biblioteca,dotandola di centinaia di codici latini e greci. Da insigne teo-logo, Sisto IV, già generale del proprio Ordine e confessoredel dottissimo cardinale greco Bessarione (1403-1472), rive-la una spiccata sensibilità per la cultura sia umanistica chereligiosa. Riapre l’Accademia di Pomponio Leto (1428-1497)sul Quirinale, cuore del culto archeologico-letterario a Ro-ma, chiusa da Paolo II (1417-1471, papa dal 1464) dopo lacongiura antipapale del 1468. Inoltre incrementa notevolmen-te e rende pubblica la biblioteca di Niccolò V nel 1475.“Gubernator et custos” della biblioteca viene designato l’u-manista lombardo Bartolomeo Sacchi detto il Platina (1421-

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1481), autore del Liber de vita Ch-risti ac omnium pontificum: il te-sto, che raccoglie le biografie dei

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Melozzo da Forlì (Melozzo degli Ambrosi), Bartolomeo Platinarende omaggio a Sisto IV nell’inaugurazione della BibliotecaVaticana, 1477 ca., Affresco staccato, Roma, Pinacoteca Vaticana

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papi da san Pietro fino al pontefice regnante, viene presen-tato a Sisto IV nel 1474 in una pregevole copia manoscritta(Biblioteca Vaticana, Vat. Lat. 9044), ornata “all’antica” dalminiatore Gaspare da Padova (XV sec.) e dal calligrafo Bar-tolomeo Sanvito (1435-1518). L’inaugurazione della Biblioteca Vaticana è immortalata inun grande affresco, in origine posto nella Bibliotheca Lati-na – nella quale ancora si ammirano i Filosofi ed i Padri del-la Chiesa affrescati dai fratelli Domenico (1449-1494) e Da-vide (1452-1525) Ghirlandaio tra il 1475 e il 1477 –, e oggiconservato nella Pinacoteca Vaticana, realizzato nel 1477 dalpictor papalis Melozzo da Forlì (1438-1494). L’affresco, ve-ra summa del pontificato sistino, è uno straordinario ritrat-to di gruppo del papa e dei suoi familiares entro una gran-diosa architettura rinascimentale. In primo piano sulla de-stra Sisto IV, di fronte a lui il Platina in ginocchio che, conla mano destra, indica l’epigrafe, da lui stesso composta, ce-lebrante le opere architettoniche del pontefice. In secondopiano sono ritratti quattro nipoti del papa: a sinistra due lai-ci, il signore di Senigallia Giovanni della Rovere (1457-1501) e il già ricordato Girolamo Riario; a destra due eccle-siastici, il porporato Giuliano della Rovere (1443-1513), ilfuturo Giulio II, e, dietro il papa, Pietro Riario (1445-1474),– o, secondo altri, Raffaele Riario (1460-1521), creato car-dinale alla fine del 1477. Una celebrazione della grandeursistina sotto il segno del nepotismo, enfatizzata dalle nobi-li pose statuarie, dall’inquadratura dal basso e dalla prospet-tiva, elementi che Melozzo aveva appreso da Andrea Man-tegna (1431 ca. - 1506) e da Piero della Francesca (1415/1420-1492).

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A Roma il pittore forlivese aveva già realizzatotra il 1472 e il 1474 l’affresco absidale dei SantiApostoli raffigurante l’Ascensione di Cristo, di-

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Amedeo da Settignano, detto Meodel Caprina (attr.), Ospedale di SantoSpirito in Sassia, 1471-1478, Roma

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strutto nel Settecento ma di cui si conservano pregevoliframmenti. La decorazione fu commissionata dal cardinaltitolare della basilica, Pietro Riario, mecenate raffinato,amante delle arti e delle lettere nonché del lusso più smo-dato, la cui principesca dimora adiacente alla basilica fu ere-ditata alla sua morte dal cugino Giuliano della Rovere.

1475: l’anno del GiubileoIl 1475 è un anno cruciale del pontificato sistino: la ricor-renza del Giubileo dà infatti impulso a una serie di inizia-tive volte a rendere magnifico il volto della città e ad assi-curare accoglienza ai pellegrini. “IAM NUNC SIXTINA VO-CARI ROMA POTEST” proclama in quell’anno una delle

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Giovannino de’Dolci (attr.), Ponte Sisto, 1473-1474, Roma

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numerose epigrafi, redatte nella scrittura capitale tipica del-le iscrizioni imperiali, che rendono omaggio al grande pa-pa costruttore, definito renovator o restaurator Urbis. Una delle costruzioni più imponenti è l’Ospedale di SantoSpirito in Sassia, nei pressi del Vaticano, che unisce le fina-lità assistenziali all’esaltazione del committente. La CorsiaSistina, lunga 125 m, cinta da un porticato e contrassegna-ta al centro da un alto tiburio ottagonale, fu eretta tra il 1471e il 1478. All’interno vi si dispiega un ampio ciclo di affre-schi, corredato da didascalie latine, che illustra la Fondazio-ne dell’Ospedale a opera di Innocenzo III (1160-1216, pa-pa dal 1198) e la Vita di Sisto IV dalla nascita fino al suo in-gresso in Paradiso. All’interesse iconografico però

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corrisponde una qualità esecutiva modesta.Antoniazzo Romano (1430 ca. - 1510), l’artista predilettodalla committenza romana di matrice confraternale e devo-zionale, non sembra aver ricevuto incarichi di rilievo dal pa-pa della Rovere pur comparendo in vari documenti (ad

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Botticelli(AlessandroFilipepi), Mosé e le figlie di Jetro,Città del Vaticano,Cappella Sistina

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esempio in società conMelozzo). Il pittore spa-gnolo Pedro Berrugue-te (1450/1455-1504 ca.)esegue invece un ritrat-to del pontefice in tia-ra e piviale, oggi con-servato nel museo diCleveland, non moltodissimile da quello di-pinto dallo stesso Pe-dro per lo studiolo diFederico da Montefel-tro a Urbino (1422-1482).Altra celebratissimacreazione giubilare è ilPonte Sisto, il primoponte costruito sul Te-vere dopo l’età classi-ca, sulle rovine di unantico ponte: opera diardita ingegneria, intufo e travertino, a dor-so d’asino su quattro ar-

cate, ebbe un benefico impatto sul traffico viario, deconge-stionando il Ponte Sant’Angelo. Il progetto spetta probabil-mente al fiorentino Giovannino de’ Dolci (XV sec.),coadiuvato da Fioravante Martinelli (XV sec.).

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La Cappella SistinaGiovannino de’ Dolci è noto soprattutto come architetto del-la Cappella Sistina, la più splendida commissione del papadella Rovere, le cui dimensioni ricalcano quelle del biblicoTempio di Salomone a Gerusalemme (40 x 13 x 20 m ca.).Più ancora che per l’architettura, la Sistina è celebre per laricchissima decorazione pittorica, sviluppata lungo tre fa-sce orizzontali e affidata ai più alti esponenti della pitturatardoquattrocentesca umbro-toscana: Pietro Vannucci det-to il Perugino (1450 ca. - 1523), Piermatteo d’Amelia (fl. 1467-1502, autore del cielo stellato nella volta), i fiorentini Ales-sandro Botticelli (1445-1510), Domenico Ghirlandaio (1449-1494) e Cosimo Rosselli (1439-1507), e i loro collaboratoriPinturicchio (1454 ca. - 1513), Luca Signorelli (1445 ca. -1523), Bartolomeo della Gatta (1448-1502), Piero di Cosi-mo (1461-1521), Biagio d’Antonio (1445 ca. - 1510 ca.).In alto, inserite entro nicchie dipinte, sono le figure dei pri-mi 30 pontefici; in basso finti arazzi; al centro, accompagna-te da tituli in latino, le Storie di Cristo affrontate alle Storiedi Mosè, a comporre un doppio ciclo in cui si celebra, at-traverso il canonico parallelismo tra Vecchio e Nuovo Te-stamento, il primato papale. Così al sacramento veterosta-mentario della Circoncisione del figlio di Mosè di Botticellicorrisponde il sacramento cristiano non cruento del Batte-simo di Cristo del Perugino; alla botticelliana Punizione diCore, Datan e Abiron, che sancisce il primato politico di Mo-sè e quello religioso di Aronne tra gli ebrei, corrisponde laperuginesca Consegna delle chiavi, affresco centrale del ci-clo, che sancisce il primato sia temporale che spirituale diPietro e dei suoi successori. All’elaborazione del program-

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ma, oltre che il pontefice in persona, potrebbe aver colla-borato il dotto frate minorita Antonio da Pinerolo, menzio-nato in un documento del 1482.

La devozione mariana, l’architettura e la sculturaSisto IV nutrì una profonda devozione per la Madonna, di-mostrata da vari atti: dedica la Sistina all’Assunzione dellaVergine, soggetto dell’affresco d’altare del Perugino, poi

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Antonio delpollaiolo, Tombadi Sisto IV, 1484-1493, Roma,Museo del Tesorodi S. Pietro

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coperto dal Giudizio di Michelangelo (1475-1564); l’8 di-cembre 1479 consacra all’Immacolata Concezione, cultoapprovato dal pontefice nel 1477, la propria cappella fune-bre nella vecchia basilica di San Pietro, affrescata dallo sti-matissimo Perugino e andata distrutta nel 1609. Alla mor-te del papa il nipote Giuliano commissiona ad Antonio Pol-laiolo (1431 ca. - 1498) una monumentale tomba bronzea,già al centro della cappella funebre e oggi nel Museo del Te-soro di San Pietro: l’opera, dall’originale struttura a catafal-co, è un capolavoro della scultura del Rinascimento.La devozione mariana del papa si manifesta anche nell’edi-lizia ecclesiastica: in primis con l’agostiniana Santa Maria delPopolo, riedificata a partire dal 1472 da Giovannino de’ Dol-ci, prima grande chiesa rinascimentale nell’Urbe, influen-zata da Filippo Brunelleschi (1377-1446), Leon Battista Al-berti (1406-1472) e dal duomo di Pienza di Bernardo Ros-sellino (1409-1464). La chiesa inoltre ospita, nella cappelladi San Girolamo, la ricca decorazione del Pinturicchio(1477-1479), nella quale sono ravvisabili le prime tracce de-gli ornamenti a grottesche di recente scoperti nella DomusAurea di Nerone (37-68), e il monumentale sepolcro mar-moreo dei committenti, i cardinal nepoti Domenico della Ro-vere (1442-1501) e Cristoforo della Rovere (1434-1478),opera del lombardo Andrea Bregno (1418-1503) e del to-scano Mino da Fiesole (1430 ca. - 1484).Mino e Andrea sono, con Giovanni Dalmata (1440 ca. - po-st 1509), i protagonisti della scultura a Roma nel periodosistino. Mino, allievo di Desiderio da Settignano (1430 ca.- 1464), è un elegante esponente della scultura protorina-scimentale toscana, il Bregno è invece portatore di un clas-

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sicismo più maturo e archeologico, analogo a quello di cuiin architettura si fa portavoce il fiorentino Baccio Pontelli(1450 ca. - 1492).Quest’ultimo, giunto a Roma da Urbino nel 1482, segna, conle chiese di San Pietro in Montorio a Roma e di Sant’Aureaa Ostia, e, ormai oltre l’età sistina, con il palazzo di Raffae-le Riario, poi della Cancelleria, il massimo traguardo del clas-sicismo in Italia prima dell’avvento di Donato Bramante(1444–1514).

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��� Vedi anche Alto Medioevo, 1, Storia� Dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente a Carlo Magno - L’ascesa della Chiesa

di Roma; La Chiesa di Roma e il potere temporale dei papi

Basso Medioevo, 9,Arti visive� Temi e protagonisti - Le città dei papi: Roma e Avignone

Quattrocento, 10, Storia� L’economia - Le città� I Paesi - Lo Stato della Chiesa

Quattrocento, 11, Scienza e tecnica� Medicina - Il governo della salute nelle città italiane. Collegi e Deputazioni, quarantena,

farmacopee

Quattrocento, 11, Letteratura e teatro� Il secolo dell’Umanesimo - La scoperta dei testi antichi, il mito di Roma, l’umanesimo civile

Quattrocento, 11, Filosofia� Umanesimo e filosofia alle soglie del Rinascimento - La politica a corte e il sovrano ideale:

diverse visioni del potere prima di Machiavelli

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