Il tardo Umanesimo nella Roma di Sisto V (e del Tasso)

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2008Y. Loskoutoff, Sixte-Quint ou la poire de bon-chrétien: l’héraldique et la grottesca: le décor

de la Bibliotèque Vaticane, in “Journal des Savants”, 2008, 1, pp. 123-175

Cavazzini: C’è il Professor Mauro Sarnelli. Mauro Sarnelli è professore associato diletteratura italiana all’Università degli Studi di Sassari, nella Facoltà di Lettere e Filosofia, edè socio corrispondente dell’Accademia dell’Arcadia. Mi è difficile riassumervi i suoi moltepliciinteressi, che spaziano da Boccaccio, a Petrarca, a Pasolini; direi senza l’esclusione di alcunsecolo, passando per Torquato Tasso, Giordano Bruno, ed altri. Ha curato edizioni critiche divari autori, tra cui Emanuele Tesauro, Giovanni Delfino e Guido Gozzano. I rapporti dellaletteratura italiana cinque e seicentesca, in latino, e in volgare, con quella latina e greca, e, inparticolare, con le varie forme teatrali, costituiscono, forse, il fulcro dei suoi interessi. Viricordo il suo volume Col discreto pennel d’alta eloquenza: meraviglioso e classico nellatragedia e tragicommedia italiana del Cinque-Seicento, pubblicato nel 1999, e quello da luicurato nel 2003 Biografia: genesi e strutture. Il suo intervento si intitola “Il tardo umanesimonella Roma di Sisto V (e del Tasso)”. Diamo il benvenuto al Professor Sarnelli.

Mauro Sarnelli,Università degli Studi di Sassari

Il tardo umanesimo nella Roma di Sisto V (e del Tasso)

“Gruppo di familiares sotto un obelisco”: parafrasando il celeberrimo titolo delpenultimo film di Luchino Visconti, si potrebbe con una certa audacia riferirlo ad un recueil disette opuscoli di vari autori italiani ed europei, raccolti ed introdotti da Pietro Galesini, checelebrano in latino ed in volgare l’innalzamento dell’obelisco vaticano1, ovvero il primo dei

1 Galesini 1587a: il frontespizio della raccolta indica tale anno, ma quelli dei singoli opuscoli ilprecedente (si ricordi che l’evento si svolge da mercoledì 10 a venerdì 26 settembre 1586: in più fontiperò quest’ultimo giorno è riportato come 27), anche se i colophon delle due parti nelle quali è articolatoil terzo di essi (P. Angelii Bargaei Commentarius de Obelisco […]; e Sequuntur carmina a variisAuctoribus in Obeliscum conscripta […]) datano entrambi al 1587. L’esemplare consultato della raccoltaè custodito a Roma, Biblioteca Angelica, alla segnatura KK.12.26, e proviene dalla biblioteca delcardinale Domenico Passionei: colgo qui l’occasione per ringraziare sinceramente la Dott.ssa NicolettaMuratore, che ha resa agevole la consultazione del prezioso volume. Una sua puntuale descrizione èfornita da Serrai 1993, pp. 158-160, al quale si devono fra l’altro sintetiche indicazioni biografiche sugliautori (da integrare con quelle all’inizio di p. 127); in esso è però da considerare un’aggiunta l’ultimoopuscolo (Catena 1587), che è relativo all’obelisco ritrovato nel Circo Massimo il 15 febbraio 1587, fattoerigere e consacrato dal pontefice il 10 agosto dell’anno successivo accanto alla Basilica di San Giovanni

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quattro spettacolari eventi di risemantizzazione in chiave tridentina, posti in atto da papaPeretti, di quelle che con sintagma petrarchesco il Tasso definisce «memorie antiche»2.

Ed il “format” adottato in tale occasione, attraverso il quale «di barbarica mole in suollatino / alzan le maraviglie or prose, or carmi» (sono ancora, non a caso, parole del Tasso3),viene replicato altre due volte, sia pure in veste ridotta, dal medesimo Galesini4, contornato daalcuni fedelissimi dell’entourage pontificio (costanti le presenze di Silvio Antoniano, GirolamoBadesi, Giovan Francesco Bordini, Guillaume Blanc jr. ed Angelo Rocca): alla fine del 1587,per l’«imposizione» della statua di San Pietro al di sopra della Colonna Traiana (sabato 28novembre)5; ed all’inizio dell’anno successivo, per la traslazione della salma di Pio V Ghislieridalla Basilica Vaticana alla Cappella del Presepe in Santa Maria Maggiore (venerdì 8gennaio)6, Cappella tenacemente voluta da Sisto V7, l’esaltazione della quale dà luogo ad unavariante non prosimetrica, bensì poematico – lirica, dello stesso “format”, ad opera del giàmenzionato Badesi, circondato per l’occasione da un più ampio manipolo di laudatores8.

Ancorché floridissima, la produzione encomiastica latina non monopolizza l’attivitàletteraria del quinquennium Sixti, sia nel settore volgare che in quello umanistico, e lodimostrano con dovizia, per quanto concerne il primo, non solo ovviamente il Tasso, conl’organico ciclo di rime sistine (nonché con le altre indirizzate al pontefice ed ai membri della

in Laterano. Nell’ampia bibliografia sull’argomento, si trascelgono tre contributi: due contemporanei atali eventi, ossia i celeberrimi Mercati 1589-1590 e Fontana 1590; l’altro moderno, Cipriani 1993 (inparticolare, il cap. I, L’età di Sisto V, pp. 9-75). Per indicazioni sul pontificato di Sisto V, si rinvia aGiordano 2000; mentre per una vasta panoramica sulla “sua” Roma, importante punto di riferimentorimane Madonna 1993. Un’interessante panoramica dell’editoria sistina sub specie araldica è stata fornitadi recente da Loskoutoff 2008a e b. Nelle citazioni da stampe cinque – secentesche e per l’uso dei segnidiacritici, si sono adottati i criteri indicati in Sarnelli 2007, p. 16, nota 1.

2 Tasso, Rime, 1323, sonetto A la piramide in cima a la quale erano le ceneri di Cesare, trasportatacol segno de la Croce, v. 6 (in Tasso 1994, t. II, pp. 1398-1399: p. 1399); il rinvio è, naturalmente, aPetrarca, TF, III, 15.

3 Tasso, Rime, 1388, stanze Alla santità di papa Sisto V, vv. 307-308 (in Tasso 1994, t. II, pp. 1489-1510: p. 1505). Contrariamente al sonetto menzionato alla nota precedente, il «poemetto» (così definitoin Solerti 1895, vol. I, La Vita, p. 590 e nota 2), intitolato A Sua Santità, appare in Costantini 1611, pp.129-145. Sul versante encomiastico – pontificio dell’attività poetica tassiana, mi limito a ricordarel’imprescindibile Getto 1979; Sole 2004; e Piatti 2010, pp. 190-199.

4 Altre due imprese sistine celebrate da questo letterato sono l’annumeratio di San Bonaventura fra iDottori della Chiesa (lunedì 14 marzo 1588), e la canonizzazione di San Diego d’Alcalà (sabato 2 lugliodel medesimo anno): Galesini 1588b e c. In altra sede si cercherà di delineare l’apporto di umanisti quinon trattati – quali ad esempio Giuseppe Castiglione, Aurelio Orsi, Giovanni Pinadello, VincenzoRobardo e Pompeo Ugonio – alla laudatio delle iniziative del pontefice.

5 Galesini 1587b.6 Galesini 1588a.7 Cfr. Gamrath 1987, pp. 62-63 e 152-155.8 Badesi 1588.

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sua famiglia), il dialogo egittologico – impresistico Il Conte, la Risposta di Roma a Plutarco9, elo speciale rilievo conferito alla figura del primo imperatore cristiano, Costantino10; ma altresì i«famosi Poeti» chiamati a raccolta da Antonio Costantini, fra i quali andranno menzionatialmeno il Grillo, il Guarini, il Chiabrera e la Andreini11; o un letterato ed erudito “minore”, maniente affatto trascurabile, quale Muzio Pansa12, che condivide insieme al già ricordato AngeloRocca l’onore di storiografo di una delle più faraoniche imprese del pontefice, ossianaturalmente la nuova sede della Biblioteca Vaticana13.

Ma nell’età sistina quella che si è definita risemantizzazione tridentina dell’anticoinveste tutto l’orizzonte dei «sistemi semiotici interdipendenti» – per utilizzare l’espressione diJurij Lotman – , estendendosi dalla sfera monumentale, artistica ed urbanistica, alle letteratureclassiche, e ponendo in tal modo le basi per quella rifondazione cattolica del sapere checostituirà una delle principali finalità della politica culturale della Compagnia di Gesù, il cui«sincretismo irenico […] fagocita tutto quanto gli è estraneo e, assimilandolo, lo rendeinnocuo»14.

La prima forma di fagocitazione – assimilazione è il travestimento, o meglio losmontaggio dei testi appartenenti alla tradizione classica, con tanto di expurgatio degli elementinon reimpiegabili, e la ricomposizione delle tessere ottenute da tale operazione secondo lenuove esigenze spirituali, e l’esempio preclaro di tale riconversione (anzi conversione toutcourt, in senso specificamente moralistico – religioso) è rappresentato dalla pratica centonaria,che viene a siglare il periodo sistino, con l’edizione complessiva dei Centones ex Virgilio didue dei cinque letterati della famiglia Capilupi, appartenenti a generazioni affatto distanti,ovvero Lelio e Giulio15.

Né risultano casuali le circostanze per cui in tali opera omnia la lettera dedicatoria deidiciannove centoni del primo rimanga quella che Antonio Possevino aveva indirizzatanell’ormai lontano 1555 a Joachim Du Bellay16; il quale Possevino inoltre, sin dalla primaedizione della sua fortunatissima e «strategica»17 Bibliotheca Selecta – senza alcuna variazionenelle successive – , porrà a modello del «rectus Virgilij usus» proprio tre composizioni di

9 Cfr., nel primo caso, Tasso, Rime, 1386-1394, nonché 1291, il già cit. 1323, 1324, 1424-1425,1427-1429 e 1677 (in Tasso 1994, t. II, rispettivamente pp. 1487-1535, 1356-1357, 1399-1400, 1565-1567, 1569-1572 e 1926-1932; per quelle al cardinal Montalto ed a Flavia Peretti Orsini, mi permetto dirinviare nuovamente a Sarnelli 2007); nel secondo caso, Tasso 1993 (si ricordi che un esemplare diMercati 1589 appare «largamente postillato e segnato» dall’autore: cfr. Carini 1962, p. 101, n. 17);infine, Tasso 2007.

10 Cfr. Residori 2004, pp. 132-144.11 Costantini 1611, nell’ordine pp. 5-12 e 150-151, 28-29, 151-154 e 75-76.12 Pansa 1588 e 1590.13 Si veda, in questi stessi Atti, l’importante contributo di V. Prosperi.14 Battistini – Raimondi 1990, p. 146.15 Capilupi 1590, rispettivamente pp. 153-248 e 293-387.16 Ivi, pp. 155-157. Sul clima storico – culturale in cui tale dedica era nata, si vedano le indicazioni

fornite da Tucker 2007.17 Cfr. Quondam 2004, pp. 491-492.

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Giulio Capilupi, istituendo un parallelo tra le due rifunzionalizzazioni qui trattate: «repetendumest, ut eadem opera constet, qua ratione Poetarum Ethnicorum Latinae, sicut olim Aegyptiorumopes in populi Christiani rectissimum usum, et Dei cultum transferri possint»18.

Ed è ancora attraverso uno degli artefici dell’edizione dei Capiluporum Carmina,Giulio Roscio «Hortino»19, che possiamo gettare un ulteriore sguardo sul tardo Umanesimoromano, in larga parte cresciuto alla scuola di colui che aveva dato l’avvio alla «secondaRinascita “ciceroniana”»20, ossia Marc-Antoine Muret.

Precocemente apprezzato da quest’ultimo come poeta neolatino21, il Roscio si mantienefedele al rifiuto della lingua moderna in tutta la sua multiforme attività letteraria, che si esprimealtresì nei campi della biografia, religiosa e militare, della teologia, dell’oratoria ecclesiastica,partecipando al rinnovato interesse per l’iconizzazione delle tematiche sacre22, e collaborandocon un editore della rinomanza di Aldo Manuzio jr., a cui è indirizzata una lettera relativaall’edizione del centone virgiliano di Proba Falconia23, antenato di questo generesignificativamente “organico” all’età di Sisto V. Il quale, pur non essendo «gran fatto amico dipoesia» – giusta l’affermazione “tassocentrica” del Manso – 24, si trova a vivere una stagione icui snodi costituiscono tappe imprescindibili per comprendere le aetates litteratae di due papi –poeti dell’interesse di Urbano VIII Barberini e di Alessandro VII Chigi.

BIBLIOGRAFIA1585-1586Icones operum misericordiae cum Iulii Rosci Hortini sententiis et explicationibus, Romae 1585

[colophon della Pars posterior]-1586, Pt.s 2

1587I. Hieronymi Catenae De magno Obelisco Circensi Circo[.]q. Maximo Epistola et Carmen,

Romae 1587Obeliscus Vaticanus Sixti V Pont. Opt. Max. pietate invictissimae cruci sacer, ope divina

stabilis ad perpetuitatem, praeclaris eruditorum virorum litteris laudatus egregie,Romae 1587a

18 Possevino 1593, P. II, pp. 283-288: p. 283.19 Oltre ai numerosi epigrammi disseminati in Capilupi 1590 (c. VIv non num., e pp. 157, 256, 292,

298, 302, 307, 313 e 387-388), di particolare interesse è il discorso conclusivo, rivolto Camillo acProspero Capilupis clariss. adolescentibus, pp. 389-394.

20 Fumaroli 2002, pp. 173-189.21 Si vedano le due lettere a lui indirizzate nel 1570 (quando il Roscio era ventenne) in Muret 1888,

pp. 57-58 e 59-60.22 Cfr. Roscio 1585-1586 e 1587, Vita 1587, e Roscio 1589.23 Massa 1588, c. IIIr non num.; l’ed. del centone, che presenta un proprio frontespizio, è alle pp. 49r-

62v.24 Manso 1995, p. 162.

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Dedicatio Columnae Cochilidis Traiani Caes. Augusti ad honorem Sancti Petri […]. Cuius reiCommentarium P. Gal<alesinius>. Prot. Apostolicus scripsit, Romae <1587>b

Triumphus Martyrum in Templo D. Stephani Caelii Montis expressus […]. Iulio RoscioHortino autore, Romae 1587; 15892

Vita et miracula D. Bernardi Clarevalensis Abbatis, Romae 1587; ristampa anastatica, a cura diG. Viti, con saggio storico-artistico di L. Dal Prà, Firenze 1987

1588De Sacello Sixti V Pont. Max. in Exquiliis ad Praesepe Domini extructo. Hieronymi Badesii

Romani Carmen tribus libris distinctum, Romae 1588Translatio corporis Pii Papae Quinti […]. Cuius actionis, sempiterna memoria dignae,

Commentarium P. Galesinius Prot. Apostolicus confecit, Romae 1588a

S. Bonaventurae […] eximii Ecclesiae Doctoris Vita ad Sixtum V Pont. Opt. Max. scripta aPetro Gal<esinio>. Prot. Apost., Romae 1588b

Sancti Didaci Complutensis Canonizatio […]. A Pet. Galesinio Prot. Apostolico descripta,distinctaq. partibus tribus, Romae 1588c

A. Massae […] De origine et rebus Faliscorum liber, «R. P. F. Damiani Granae […] opera inlucem edita», Romae 1588

M. Pansa, Delle Glorie di Sisto Quinto, Roma 1588

1589Emblemata sacra S. Stephani Caelii Montis intercolumniis affixa […]. Studio et opera Iulii

Roscii Hortini, Romae 1589

1589-1590M. Mercati, De gli Obelischi di Roma, Roma 1589; ed. moderna, a cura di G. Cantelli, Bologna

1981Idem, Considerationi […] sopra gli avvertimenti del Sig. Latino Latini intorno ad alcune cose

scritte nel libro de gli Obelischi di Roma. Insieme con alcuni sopplimenti al medesimolibro, Roma 1590

1590Capiluporum Carmina, Romae 1590 [colophon]D. Fontana, Della trasportatione dell’Obelisco Vaticano et delle fabriche di Nostro Signore

Papa Sisto V […] Libro Primo, Roma 1590; ristampa anastatica, unitamente al LibroSecondo [Napoli 1604], a cura di A. Carugo, con una introduzione di P. Portoghesi,Milano 1978 [ma nel colophon: «1979»]

M. Pansa, Della Libraria Vaticana, Roma 1590

1593A. Possevino, Bibliotheca Selecta qua agitur de ratione studiorum, Romae 1593, Pt.s 2

1611A. Costantini, Rime […] in lode del Gloriosissimo Papa Sisto Quinto, et altre da lui raccolte di

diversi famosi Poeti de l’età nostra, Mantova 1611

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1888M. A. Mureti Scripta selecta, <Edidit J. Frey>, Lipsiae 1886-1888, Vol.a 2, II, Epistolae.

Variae lectiones, 1888

1895A. Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino – Roma 1895, voll. 3

1962A. M. Carini, I postillati ‘Barberi<ni>ani’ del Tasso, in “Studi Tassiani”, n. 12, 1962, pp. 97-

110 (corredato di sette tavole)

1979G. Getto, Poesia religiosa, in Idem, Malinconia di Torquato Tasso, Napoli 19793 [19511, con il

titolo Interpretazione del Tasso], pp. 291-312

1987H. Gamrath, Roma Sancta Renovata. Studi sull’urbanistica di Roma nella seconda metà del

sec. XVI con particolare riferimento al pontificato di Sisto V (1585-1590), Roma 1987

1990A. Battistini – E. Raimondi, Le figure della retorica. Una storia letteraria italiana [19841, con

il titolo Retoriche e poetiche dominanti], Torino 1990

1993G. Cipriani, Gli obelischi egizi. Politica e cultura nella Roma barocca, Firenze 1993Roma di Sisto V. Le arti e la cultura, a cura di M. L. Madonna, Roma 1993A. Serrai, Bibliotheca Vaticana [1991], in Idem, Storia della Bibliografia, Roma 1988-2001,

voll. 11, V, Trattatistica Biblioteconomica, A cura di M. Palumbo, 1993 [ma «Finito distampare nel mese di gennaio 1994»], pp. 121-186

T. Tasso, Il Conte overo de l’imprese, A cura di B. Basile, Roma 1993

1994T. Tasso, Le Rime, A cura di B. Basile, Roma 1994, tt. 2

1995G. B. Manso, Vita di Torquato Tasso, a cura di B. Basile, Roma 1995

2000S. Giordano, voce Sisto V, in Enciclopedia dei Papi, Roma 2000, voll. 3, III, pp. 202-222

2002M. Fumaroli, L’età dell’eloquenza. Retorica e “res literaria” dal Rinascimento alle soglie

dell’epoca classica, Milano 2002 [ed. originale: Genève 1980; 20093]

2004A. Quondam, Il metronomo classicista, in I Gesuiti e la Ratio Studiorum, <Atti del Convegno

internazionale di Studi The Jesuits and the Education of the Western World, 16th –

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17th Centuries (Fiesole, 21-22 giugno 2002)>, a cura di M. Hinz, R. Righi, D. Zardin,Roma 2004, pp. 379-507

M. Residori, L’idea del poema. Studio sulla Gerusalemme conquistata di Torquato Tasso, Pisa2004

A. Sole, Le “Rime sacre” e i soggiorni romani del Tasso, in Tasso a Roma, Atti della Giornatadi Studi (Roma, Biblioteca Casanatense, 24 novembre 1999), a cura di G. Baldassarri,Modena 2004, pp. 67-83

2007M. Sarnelli, Fra i “cigni del Tevere” accanto al Tasso: Antonio Decio da Orte, Fabio e

Virginio II Orsini (con documenti inediti), in Luca Marenzio e il madrigale romano,Atti del convegno internazionale di studi (Roma, 9-10 settembre 2005), a cura di F.Piperno, Roma 2007, pp. 15-38

T. Tasso, Risposta di Roma a Plutarco, Testo a cura di E. Russo, Commento a cura di C.Gigante ed E. Russo, Torino 2007

G. H. Tucker, Roma instaurata en dialogue avec Roma prisca: la représentation néo-latine deRome sous Jules III 1553-1555, chez Janus Vitalis, Joachim Du Bellay et LelioCapilupi (de l’ekphrasis à la prosopopée), in “Camenae”, n. 2, juin 2007, pp. 1-34(http://www.paris-sorbonne.fr/fr/IMG/pdf/G._Tucker.pdf)

2008Y. Loskoutoff, Les frontispices héraldiques du pape Sixte-Quint, in “Bulletin du bibliophile”,

n. 2, 2008, pp. 243-268 (a)Idem, L’héraldique du pape Sixte-Quint dans l’ornement gravé pour le livre, in “La

Bibliofilìa”, anno CX, n. 3, 2008 [ma «Gennaio 2009»], pp. 255-289 (b)

2010A. A. Piatti, «Su nel sereno de’ lucenti giri». Le Rime sacre di Torquato Tasso, Alessandria

2010.

Cavazzini: Torniamo ora al tema della Biblioteca Vaticana tramite l’intervento di ValentinaProsperi, che si intitola “Gli affreschi del Salone Sistino tra tradizione classica eControriforma”. Valentina Prosperi è professore associato di Filologia Classica all’Universitàdi Sassari. Ha vinto borse di studio alla Normale di Pisa, e al Center for Reinassance Studiesdi Harvard, a Villa I Tatti, ed ha insegnato al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Universitàdi Warwick. Si è occupata a lungo della fortuna di Lucrezio durante il Rinascimento e laControriforma. Ha studiato l’influenza di Plutarco e Virgilio sull’opera di John Dryden All forLove, che narra la vicenda di Antonio e Cleopatra. Diamo il benvenuto a Valentina Prosperi.

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M. Berti, V. Costa, La biblioteca di Alessandria: storia di un paradiso perduto, Tivoli (Roma)2010.

2011Y. Loskoutoff, Un art de la réforme catholique – La symbolique du pape Sixte-Quint et des

Peretti-Montalto, Paris 2011.

Cavazzini: Ringraziamo i relatori e abbiamo dieci minuti per la discussione. Chi vuoleintervenire?

Barbieri: Volevo chiedere agli ultimi relatori che si sono occupati della risignificazionetematica degli obelischi – che è uno degli interventi più visibili nella Roma sistina – del temadell’obelisco in relazione alla magia negativa e ai valori, appunto, pagani che vengonorisistemati e riconsiderati con Sisto V. Questo, poi, è un tema molto interessante, anche, sulpiano iconografico. È stato dibattuto e discusso come l’obelisco rappresenti diversi signficati.Questo è molto interessante per gli iconologi, non so se lo è altrettanto per gli storici dellaletteratura. Per noi iconologi, interessa moltissimo perché può voler dire divinità e può volerdire paganesimo più negativo, più nefasto.

Sarnelli: Soltanto un’idea, anzi due. Intanto, l’obelisco non appartiene precisamente allatradizione classica latina, ma è, come dice Tasso, “barbarica mole”, cioè, è portato da altreterre e, quindi, ha già subito un intervento di risemantizzazione. Quando lo troviamo a Roma,c’è già stato uno stravolgimento del significato primario dell’obelisco.

Barbieri: Per esempio, alla base dell’obelisco del Vaticano c’è scritto “vincit leo de tribuiuda”. Questo è un famosissimo blasone, un simbolo araldico, un’impresa di Sisto V, in cui èevidente l’identificazione. Il leone della tribù di Giuda è Gesù, ma il leone è, anche, il simboloaraldico di Felice Peretti. È chiara l’evidenza che su tutto, comunque, vince Cristo e vinceSisto V. Quindi, la risemantizzazione passa attraverso la celebrazione da un lato del mandatoalla Chiesa Cattolica conferito da Cristo ai pontefici; dall’altro, però, dallo stesso Sisto V chesi indentifica in toto proprio nel Cristo, in sintesi, per esempio, anche nella Cappella Sistina, oin Santa Maria Maggiore, dove fa collocare il suo luogo di sepoltura sopra alla Cappella delpresepe; quindi, con una evidente continuità, richiamo, appunto alla figura di Cristo. E, poi, iriti – che pure Pastor elenca – di vera e propria esorcizzazione, che venivano fatti intorno agliobelischi quando venivano eretti. Formule esorcistiche che vengono incise ad imperituramemoria alla base degli obelischi. Quindi, più di questa risemantizzazione è difficileimmaginare. Il tutto poi, corredato da opere letterarie che accompagnavano in volgare, inlatino, in qualsiasi forma possibile di comunicazione verbale, visiva, queste imprese. In questosenso, Sisto V è stato, sicuramente, il pontefice che maggiormente ha operato dall’interno lacultura antica.

Cavazzini: Grazie. Altre domande?

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From the floor: In tutta questa produzione letteraria, viene mai accennato al fatto che ilprogramma di Sisto V è sì ideologico ma anche incredibilmente pragmatico: gli obelischidanno la struttura urbanistica di Roma oggi?

Sarnelli: Si, proprio la renovatio urbis, proprio tutta la celebrazione dell’Acqua Felice,dell’Acquedotto Felice che ancora oggi noi abbiamo, e dall’altra parte la celebrazione deglieventi del pontificato, la numeratio di San Bonaventura, c’è tutta una serie di eventi, unamultimedialità nel pontificato di Sisto V.

Cavazzini: Ringrazio tutti. Vi invito a prendere un caffè.

11:30 am - 1:00 pm

Istituto Storico Italiano per il Medioevo

Diplomacy and DiplomatsChair: Thomas V. Cohen,

York University

“Diplomacy and diplomats.” Abbiamo tre interventi. Mi è stato detto che questi interventisaranno un poco più lunghi ma non molto, spero. Si comincia con Massimo Miglio. Che devodire? Massimo Miglio che ha lavorato su Roma da sempre, parlerà oggi de “I legati ponteficinel XV secolo: ruolo diplomatico e strategie politiche”. Grazie, Massimo.

Massimo Miglio,Istituto Storico Italiano per il Medioevo/Università degli Studi della Tuscia

I legati pontifici nel XV secolo: ruolo diplomatico e strategie politiche

Il cristianesimo nasce proiettato sul mondo intero, ecumenico; nei secoli spande questasua dimensione profonda e totalizzante su aspetti che non sono solo religiosi, senza mairinunciare a essere religione.

Primi gli apostoli a portare nel mondo la parola di Cristo, ad annunziare il suo verbo.Tanto da permettere a un autore del Cinquecento di presentarli come legati di Cristo, in un suolibro dedicato alla dignità cardinalizia e alle funzioni dei cardinali: