Ugo ZANETTI, Costantino nei calendari e sinassari orientali, dans Costantino il Grande dall'...

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UMVERSITÀ DEGLI STUDI DI MÀCERÀTÀ puBBlrcazroNr DELL FAcoLTÀ Dr TJTTERE E FrLosoFr 67 ATTI DI CONVEGNI - 21 Uco ZeNsrrr COSTANTINO NEI CALENDARI E SINASSARI ORIENTALI fEstrattof MACERATA 1993

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UMVERSITÀ DEGLI STUDI DI MÀCERÀTÀpuBBlrcazroNr DELLÂ FAcoLTÀ Dr TJTTERE E FrLosoFrÂ

67

ATTI DI CONVEGNI - 21

Uco ZeNsrrr

COSTANTINO NEI CALENDARI E SINASSARI ORIENTALI

fEstrattof

MACERATA 1993

Uco ZeNBrrr

COSTANTINO NEI CALENDARI E SINASSARI ORIENTALI

L'imperatore Costantino, divenuto nella tradizione cristianala figura ideale del re cristiano, protettore della fede cristiana especialmente dei luoghi santi, viene commemorato, come vedremo,in quasi tutti i sinassari e calendari delle Chiese d'Oriente. Non ter-remo conto qui dei sinassari greci, di cui il Ltzzi ha già trattatocon molta competenza, ma guarderemo invece le fonti tipicamenteorientali, meno accessibili a chi non è pratico delle lingue.

Perô, prima di analizzare una per una le diverse tradizioni ec-clesiastiche, occorrerà soffermarci un momento sulla distinzione dastabilirsi tra calendari, lezionari e sinassari, anche se le due primeparole non creano difficoltà. Infatti, i calendari sono documenti li-turgici che ci fanno conoscere i giorni festivi, e certi tra di loro sonoantichissimi ; il lezionario, libro liturgico destinato a fare conoscerele letture per le funzioni ecclesiastiche, è pure inseparabilmente le-gato al calendario, dato che la funzione deve essere eseguita al giornoprevisto 1 ; il sinassario, invece, è come un compendio delle vite deisanti, destinato a pubblica lettura (durante una funzione che variaa seconda della tradizione liturgica) ; qui dobbiamo perô osservareche, contrariamente a quel che avviene nella Chiesa greca, le Chieseorientali - ad eccezione di quelle di tradizione siriaca, che non usanoaffatto il sinassario 2 - [2nn6 un sinassario con testi molto lunghi,

r Un lezionario puô sia contenere le letture integrali, sia darne sol-tanto l'indicazione. ma codesta differerrza qui non ci importa.

2 A dir il vero, Baumstark cita tre manoscritti in carsciuni (garSûni,ossia scritti in lingua araba, ma con caratteri siriaci) che contengono unaversione del sinassario copto (il quale è in lingua araba, come diremo) ad

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a volte vite complete ; e, d'altronde, questi sinassari (armeno, coptoed etiopico) sono stati redatti dopo il sinassario greco, dunque nelsecondo millennio. È proprio per questa ragione, al ûne di mante-nere una netta distin zione tra loro, che ne parleremo in paragrafiseparati.

I. Cer-nuoeRl E LEzToNARI

t. Il, cal,endario di Gerusal'ernme

In primo luogo dobbiamo rivolgerci naturalmente verso la cittàsanta di Gerusalemme, dove il Santo Sepolcro e la Basilica del-I'Anastasis, affollati da pellegrini di tutto il mondo cristiano, ri-cordano la gloria di Costantino e di sua madre Elena, il cui nome èinvincibilmente legato alla scoperta della Croce ed alla costruzionedei santuari.

La liturgia gerosolimitana è oggidi assai ben conosciuta, graziea diversi documenti che ce ne tramandano il calendario attraversoi secoli: iI lezionario armeno edito da don Renoux (Lect. arm.), illezionario georgiano pubblicato più di trent'anni fa dal P. Tarchni-Évlli (Lect. géorg.) ed il calendario palestinese in lingua georgianascoperto dal compianto Prof. G, Garitte (Ganrrm, Cal'endrier). In-fatti, ciô che ci rimane della narrazione scritta dalla celebre pelle-grina Egeria, che visitô Gerusalemme fra iI 3Br ed il 384, non ci fasapere niente di una festa dedicata a Costantino 3.

Il lezionario armeno ci fa conoscere le letture usate in Geru-salemme fra gli anni 417-439 a ; aIIa data del zz maggio, vi tro-viamo la <commemorazione dell'imperatore Costantino> (Lect. arm.,II, p. [rqg]) u ; in onore dell' imperatore, l 'assemblea viene fatta

uso dei Siri "giacobiti" : vedi A. Beulrsrer.x, Festbreu'ier und Kirokeniahrd.er syrischam Jahobiten (: Stwdien zur Gesoh'ichte wnd. Rwltwr d,es Altertums,II I , S-S), Paderborn, r9ro, pp. r6t-t62. Si tratta perô di un " impresti to"assai tardo ( i manoscrit t i sono r ispett ivamente del l 'anno 17o5, 1770 e r88o)ad una Chiesa con la quale i Siro-occidentali sono in comunione ecclesia-stica, e non vale la pena trattarne in questa sede.

8 Pierre Me,never-, Égérie. Jowrnal de uoyage (Itinéraire) (: Sourceschrétiennes, z96), Parigi r .g8z.

a Leat. arm., I , pp. ' r8r-r88.

5'Nei sol i manoscrit t i J (Jérusalem rzr) e E (Érevan 985), perché aquesto punto manca un fogl io a1 manoscrit to P (Paris arm,44),

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alla chiesa del Golgotha (<r Santo Martirio r) da lui construita, evengono fatte le stesse letture che si usano per l'imperatore Teo-dosio, cioè Salmo r3r, ra epistola a Timoteo 2,r-7, Salmo zo eLuca 7, r-ro, Ietture che evocano l'immagine di un buon monarca,protettore del cristianesimo. Questa festa viene mantenuta alla stessadata dal lezionario georgiano fu Mense maio XXII : in Catholicacommemoratio Constantini regis magni. Totus regum u) e dal calen-dario palestinese pubblicato dal Garitte (festa < Constantini regismagni rr) 6,

Un'altra festa viene dedicata all'imperatore, non più nel Lect.alln., ma bensi negli altri due testi, al z9 gennaio; nel Lect. géorg.viene commemorata la festa < Venerandae Crucis quae Constantinoregi apparuit u, per Ia quale sono prescritti il tropario Dei seraitoriregi ed un proh.eirne%on preso dal Salmo 85, ,r. 17 ; questa rubricaviene confermata dal calendario palestinese (festum < Crucis quaeapparuit de caelo Constantino regi super Danubium r) 7. Nel suocommento, il Garitte indica altri tre manoscritti georgiani con I'in-dicazione di questa festa alla stessa data ; invece Ia commemora-zione dell'apparizione della Croce sul Danubio viene ricordata al14 settembre, festa dell'Esaltazione della Croce, da un codice geor-giano del secolo decimo 8, e sarà menzionata, come Io diremo ulte-riormente, aI zr maggio in due sinassari armeni.

La commemorazione appena citata dell'apparizione della Crocesul Danubio sembra differire da quella del 7 maggio, a propositodella quale Costantino magno non viene mai citato nella tradizionedi Gerusalemme : la Croce apparsa sopra la città santa iI 7 maggio

35o vi è, con ragione, ricordata senza citare alcun nome di impera-tore e.

6 Lect. géorg., no 986 e Genrrrr. , Cal 'endràer, p.67 Qz maggio). La

Cathol ica era la chiesa construita da Costantino : vedi le r i ferenze nel com-

mento di Genrrte, Calendv' iev, p. 23o.1 Lect. géotg. , no r8z; G. lnrrre, Calendr i 'er , p, 47 e comm. p' r44.8 Michel veN EseeoBcx, Le plus anciens honoél ' ia ' ives géorgiens (: Pu-

bl icat ions de 1'Inst i tut Oriental iste de Louvain, ro), Louvain-la-Neuve,1975: codice Atkos, Ia i ,von, rr , omel ia A 57 e A S8, pp. 99-ror.

e Lect. arrn. I I , p. [r95]. Lect géorg., rLo 957-963, G.rnrrre, Calend'r iet,p. 65 e zt8.

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z. I calend.ari siriaci

Nelle Chiese di tradizione siriaca, troviamo dei calendari moltoantichi anche se distaccati dalla pratica liturgica. Infatti, fra diloro il culto dei santi, che viene espresso soprattutto negli inni poe-tici, è legato ad un anno liturgico "mobile", distribuito in g serie dialcune settimane ciascuna, di cui ognuna è dedicata ad un temaparticolare, come 10 è il tempo dell'Avvento nella Chiesa Latina. Isanti vengono dunque commemorati tale giorno di tale gruppo disettimane, ad esempio gli Evangelisti al terzo venerdi del tempodell'Epifania, e santo Stefano al quarto; anche se i calendari litur-gici li citano ad una data tssa, questa in genere non viene osservata(benché, in pratica, ci siano per ora molte differenze tra le diverseChiese di tradizione siriaca).

Dobbiamo, in primo luogo, citare il cosiddetto "martirologio si-riaco di Wright", contenuto in un manoscritto che fu copiato nel-l'anno 4rt - il quale, perô, non contiene nessuna menzione di Co-stantino; è da notarsi che quel calendario, tradotto dal greco, ri-specchia I'uso della città di Nicomedia 10. E nemmeno l'antichissimolezionario siriaco edito da Burkitt, che risale al sesto secolo, con-tiene alcuna allusione a Costantino, eccetto la menzione sbagliatadi quell'imperatore al 7 maggio, ( giorno in cui la Croce apparve aCostantino D 11 ; come si sa, Ia lettera di Cirillo di Gerusalemme èinfatti indirizzata all'imperatore Costanzo 12.

Assenza pure, ma dovuta ad una riforma assai recente, nell'usosiriaco orientale, come 1o ha mostrato il P. Fiey studiando un belgruppo di manoscritti liturgici trovati nell'Iraq : esso nota infattiche ci fu una commemorazione del < Re Costantino e sua madre

10 Vedi I 'edizione del DBr,BnevB in Acta Sanctorucm, Novembris t . I I ,pars prior, p. LII-LXIII (testo siriaco con retroversione greca e traduzioneIatina). Per interpretarne le date, occorre anche tener presente che un fo-glio deve esserê sparito dall'antigrafo di questo manoscritto, ciô che spiegail salto dal 5 giugno al 6 luglio (vedi P. DBvos, in Analecta Bolland,i,ana,r09, r99r, p. r69).

11 F. C. Bunxrrl, The Early Syriac Lect'ionary Systern, in < Proceedingsof the Brit ish Academy>, ro (r9zr-r923), pp. 3or-338 (per i I 7 maggio,vedi pp.3r3-314).

12 Vedi M. GBBn.tnp, Çl.aais Patrwrn Graeoorwm, no 3587 (t. I I : Turn-hout, r974).

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la regina Elena r al ro venerdi dopo la festa della Croce nei più an-tichi calendari liturgici, ma che ne spari, con molte altre feste disanti, al secolo decimo sesto, in seguito ad una riforma 13.

Se invece guardiamo gli altri calendari siriaci menzionati daNeu, Uzl rnartyrol,oge et douze rnénol'oges syriaqwes, vi troveremo di-verse feste ra, senza dubbio dovute alf influenza di Gerusalemme. Ècosi che nel celebre convento di penneèrin, sull'Eufrate - dovevisse Giacomo, detto di Edessa perché divenne più tardi vescovodi quella città - Costantino veniva commemorato il zz maggio,come nella città santa ; di qu.esto sono testimoni due codici origi-nari di quel convento, l'uno del secolo settimo e l'altro tra il nonoed il decimo secolo 15. Due altri calendari, più tardi 16, le stanno vi-cini, l'uno con la data del zr maggio, e l'altro col zo maggio. Questapresenza dell'imperatore Costantino al zz maggio viene confermatadai libri liturgici che contengono gli inni, come lo ha mostrato An-ton Baumstark 17.

Più interessante invece è la data del 26 marzo, portata perôda un solo manoscritto assai tardo, iI Vat. Syr. 69, copiato ad Alepponel 447 da una persona che aveva vissuto a Gerusalemme ; non sitrovano paralleli nei libri liturgici della città santa, ma devo no-tare che questa data è molto vicina a quella del zB Baramhât (24marzo) che il sinassario copto dà come quella della "morte di Co-stantino", di cui parleremo.

Finalmente, dobbiamo tornare a quel codice di QenneËrin chefini in Egitto e da li fu portato in Inghilterra, il Brit. Libr. Add.

ra 1. M. Frnv, Le sanctoral syr'i,en oriental d"après les éuangéliaives etbréuiaires dw XIe au XVIe sièale, in < L'Orient syrien rr, pp. 2r-54 (vedi ap. 42).

14 Per comodità, dô tutti i mesi col nome italiano, che corrisponde alnome tradizionaie presso i Sir i , dunque "novembre" per "Ti5rin I", "apri le"

per "Nîsân", ecc.15 Si tratta dei calendari II e III di N,q'u, cioè rispettivantente Br'it'

Libr. Add. rZr34 e r4504; quest 'ult imo codice venne poi portato in Egitto,

a,l convento chiamato "dei Siri" in Scete, dove gli Inglesi Io comperaronoaI secolo scorso.

16 Rispettivamente i numeri XI e XI (A) di Nw, Syriaques, cioèBv' i t . Libr. Add. t7z3z e Par. Syr. t46; i l pr imo è del rzro, i 'al tro è statocopiato in Aleppo nel secolo XVtrI.

17 A. Beuusttnx, Der ant ' iochenische Festhalender des frùhen sechsten

Jahrhwnderts, in < Jahrbuch f i i r Li turgiewissenschaft r, 5 Ggzù, pP. r23-

rz5 (vedi a p. rz9).

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r45o4, nel quale troviamo, in più della menzione al zz maggtro, an-che due commemorazioni originali : il ro agosto, dopo i santi Mac-cabei, vi leggiamo < ed i re pii Abgar e Costantino ed Elena sua ma-dre >; iI 3 novembre, dice << I 3rB Padri di Nicea e Costantino >.

Quest'ultima frase, anche se isolata, non desta difficoltà, dato cheCostantino è stato legato al Concilio di Nicea, festa più che proba-bilmente legata a quella copta del 9 Hator (5 novembre), di cuiparleremo fra poco ; devo dire che quell'altra mi lascia perplesso :si potrebbe forse pensare alf influenza di una festa della Croce, datoche, il primo agosto, la Chiesa Bizantina commemora pure la SantaCroce.

3. I calendari copti

La tradizione relativa ai calendari copti non è ancora statasufÊcientemente studiata ; in poche parole, si puô dirne che, in ognicaso essa non è identica col sinassario, il quale è un'opera lettera-ria 18. L'interesse di questi calendari viene dal fatto che essi hannouna genesi storicamente varia, e ci possono informare su usi e co-stumi locali ormai spariti da secoli ; infatti, per secoli questi calen-dari sono stati la norma secondo la quale venivano scelte le letturebibliche da eseguire durante la liturgia, in un tempo in cui non esi-stevano i lezionari, ed ogni chiesa si teneva la sua tradizione, omagari veniva a ricevere llinfluenza occasionale di un'altra vicina.In questo modo si puô spiegare come ben pochi calendari si asso-miglino ed anche, come vedremo subito, come certi abbiano subitoun'evidente influenza greca.

Messo fuori gioco il più antico calendario egizia.no le, che è sfor-tunatamente incompleto, dobbiamo notare che solo due testi egi-

18 La pubblicazione principale sull'argomento è quella di Neu, Copto-araQes.; un capitolo è pure consacrato a questo problema in LCA (vedicap. 5, pp. ro5-r17 : Sanatoral et rnënologes). Non potendo citare qui unoper uno tutti i manoscritti in merito, rimandiamo aITa Liste des nxa,-nuscy' i ts (cap. 13, pp. z8z13q) dI LCA, ed useremo qui del le stesse abbre-viazioni per i codici. Dobbiamo anche ricordare che il menologio di Abtl-Barakât ibn Kabar, autore copto morto in 1324, è stato trattato a parl.ein LCA: cap. ro, pp. zzt-248.

le H. Ds,r-BnavB, Le calend,r'ier d'Oxyrhynque pour I'année fi5-fi6,in < Analecta Bollandianatr, 42 (rSz+), pp. 83-99.

CALENDARI E SINASSARI ORIENTALI

ziani ricordano Costantino ad una data proisima aI zz maggio:.

infatti, Suu, un codice copiato nel r?,46 nel convento di San-Giovanni-

il-Nano, nel deserto di scete, e che contiene diverse feste di in-

fluenza greca, menziona al zo maggio IL re Costantino ed El'ena;

Io stesso è vero di w58, un calendario del secolo decimo ottavo che

riunisce i santi d.i quasi tutte le chiese cristiane, complesa la la-

tina 20 e, per questa ragione, è assai poco significativo'

Un'altra data che potrebbe essere interessante è quella dell'B

Hator (in etiopico B Uedâr), corrispondente al nostro 4 novembre :

Il segno cke apparae a costantino, ciô che ricorda la festa menzionata

per Gerusalemme aI zg gennaio da Lect. géorg. e da Ganrrru, Ca''

Lend,rier, Tale indicazione trovasi infatti nel "Menologio" dello scrit-

tore ed enciclopedista copto AbU l-Barakât ibn Kabar ed, ancora

una volta, in wu, (Apparizione a côstantino del,l,a croce nel ciel,o) ;essa deve dunque

"ottiid.t"tri come totalmente isolata alf interno

della tradizione copta, dato che in questo passo 'wu, deriva senza

alcun dubbio da AbU l-Barakât. D',altronde, è stato dimostrato

che, in genere, iI Menologio di AbU l-Barakât segUe il sinassario 21,

ma di questa visione il sinassario copto non parla. Perô, dato che

la "revisione" del sinassario etiopico, compiuta tra il 1559 e il r58r 22,

ci dice all'B di Hedar (: Hator dei Copti, 4 novembre) : "'ed in qwe'

sto giorno la croce apparae a Costantino 23, sembra che, ad un mo-

mento o I'altro, simile indicazione dovette esistere pure in altri do-

cumenti copti, ora spariti ; la data verrà probabilmente spiegata

dalla vicinanza del giorno uffrcialmente consacrato alla memoria

del concilio di Nicea (al quale costantino è associato, come già

detto), il 9 Hator.Non ci soffermeremo ora sulle altre menzioni presenti nei ca-

lendari, dato che si trovano pure nel sinassario; per ora, ci conten-

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20 Indica perf.no dei cattolici inglesi mattirizzati a Tyburn sotto la

regina El isabetta I in 1588 (vedi LCA, p. rrz) : per interessante che esso

sia, non puô venir considerato come un fido teste della tradizione copta !21 Anche se vi si trovano parecchie menzioni ancora misteriose, di cui

difficilmente si puô trovare segno altrove-: vedi LCA, pp' 234-248'22 G. Cor,rN, Le symaxaire éthiopien. État de Ia question, in < Analecta

Bollandianar, ro6 (1988\, pp.zZl-Sr7 (per Ia dat 'a, vedi a p' 3o8)'2s S,i ,n. éth., c|. ed. in Cor-rN, PO ++, 3, fasc. tgg, p. 273 : p' [4t] ' I l

fatto che si tratti della "revisione" è segnalato dagli uncinetti che rac

chiudono i l testo.

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tiamo di segnalare che, da una parte, il nome di Costantino nonviene citato dai calendari nei giorni in cui si festeggia il ritrova-mento della Santa Croce ; perô sua madre 1o è, almeno al ro delmese di Baramhât (6 marzo), giorno in cui, come diremo, la ChiesaCopta celebra il ritrovamento della Croce, ed in cui tutti i mano-scritti considerati portano : Inuenzione della Santa Croce da parte d.isant'Elena. D'altronde, la stessa regina viene pure citata, ma aparte, il 16 Tùt (r3 settembre), data per la quale molti calendaridanno, dopo la Consacrazione d.el,l,a chiesa del,l,a Riswrrezione (checorrisponde alla Ded,ica del,l,'Anastasis nella chiesa Greca), un sem-plice Elena 24. Altre menzioni sono quelle di Costantino il, Grandeal zB Baramhât (24 marzo) 25, giorno della "morte di Costantino"secondo il sinassario copto, l'editto di Costantino, o per dirlo con iCopti, La Cornrnernorazione del,la chiusura dei tempi e d.el,l'apertwradetrl,e chiese per opera d,i Costantino, al ro Ba'ûnah 2s, e I'Intronizza-zione d,ell,'imperatore Costantino, il rz Misrâ (5 agosto) 2?. Tutte que-ste commemorazioni, da mettere in rapporto col sinassario copto,dipendono non dalla tradizione del Cairo ma da quella di Scete,come si mostra dal fatto che solo pochi calendari le contengono.

IL I Srxessenr

Come già detto, i sinassari Ci cui parleremo ora sono molto piùprolissi del sinassario greco, il quale si accontenta in genere di po-che righe. Nella tradizione delle Chiese d'Egitto ed Etiopia da unaparte, dell'Armenia dall'altra, il sinassario appare come una rac-

2a Cosl Zr, Zr, Zr, Sru, Wrs, Pro, Yror, Hrn e Br.25 Come succede spesso, questa commemorazione, che è quel la del

sinassario, viene appoggiata soltanto da pochi test i : ol tre i l iezionarioufÊciale ("K"), anche S4s4, Vsr, Aru, e \Vu, (perô, come detto, da quest,ul-t imo c'è poco da r icavare) .

26 Solamente in Snro e Wse, ambedue tardi, prova sicura che questacommemorazione è stata influenzata dal sinassario.

2? Pure scarsamente attestata nei calendari : Snrn, Aros, Sroe e \\ 'ur,che sono tutt i sotto f inf luenza del sinassario ; viene perô sostenuta da,,K', ,iI Iezionario ufÊciale, e soprattutto da ciô che abbiamo chiamato il "Iezio-nario di Samuele", un lezionario diurno oramai sparito, ma che fu in usoper secol i nei conventi di Scete. In questo passo, i l " lezionario di Samuele,,viene rappresentato da due test i : 1o stesso codice copiato dal monaco Sa-

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colta di vite di santi, assai più vicino aI "menologio" dei Greciche non al "sinassario di Costantinopoli". puesto ci permetterà disviluppare un po' il contenuto dei testi, raccontandone gli episodipiù salienti - senza perô poter citare i testi agiogratci da cui sonotratti i diversi episodi, dato che questo mi porterebbe assai oltre itermini di una normale comunicazione 28.

x. I sinassari copto ed etiopico

Il sinassario copto, che è stato redatto nel corso del secolo de-cimo terzo, molto probabilmente da Michele, vescovo di Atrib eMali$2e, esiste pure in versione etiopica (ge'ez), ovviamente conmodifiche s0. Esso è, almeno all'origine, una composizione lettera-ria, fatta in base alle Vite di santi conosciute dall'autore, e vennepoi gradualmente aumentato. Rimane ancora aperta la questionedell'esatta provenienza del sinassario dell'Alto Egitto. Qui sotto ri-mandiamo alla data, con indicazione delle sole pagine dell'edizionedi Basset.

a) Costantino, Elena, e la Croce

Dato che l'anno liturgico incomincia il zg (o il 3o) agosto giu-liano, incontriamo quasi fin dall'inizio il nome dell'imperatore Costan-

muele, e Tu (un " indice di letture" che proviene dal convento di AmbaBiËoï, nel deserto di Scete).

28 Si puô trovare un comodo riassunto del le diverse leggende agio-grafiche sul la Croce in A. Fnolow, La ral i 'qwe de la Vva' ie Croix (: Arch' iuesd,e I 'Or ient chrét ien,7), Par is 196r, pp. r55-r58. D'al t ronde, è appena statopubblicato un ottimo articolo sulla leggenda di Protonikè (doppione di quelladi Elena, che racconta una prima scoperta della Croce sotto f imperatoreClaudio) : S. Hpro, Zwt, f tùhen Pvoton' ihe- und Kyriahoslegende, in < Ana-lecta Bol landiana rr , ro9 (r99r) , pp. 73-ro8.

2e G. Gner' , Geschichte d'er christ l ickem arabisckem Literatwv,II , 4t6-4zo(: Studi e Testi , r33) ; le edizioni sono r i fer i te nel le abbreviazioni sottoSin. copt. I l pi ir recente art icolo in merito è quel lo di CoputN, Le synaxaired,es Coptes.IJn nouveau témoin de la recension de I{aute Égypte, in < Ana-lecta Bollandiana rr, 96 (t978), pp. 35r-365. Per i l nostro proposito, la dif-lerenza tra le due tradizioni egi,ziane, una dell'Alto e l'altra del BassoEgitto, non ha importanza.

z0 Sin. éth. non è ancora completamente edito : G. Colin sta prose-guendo il lavoro incominciato, 85 anni fà, da I. Guidi ed altri. Per unostatus quaestionis, vedi l 'art icolo di Cor-rn citato qui sopra (nota zz).

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tino con la dedica della Basilica dell'Anastasis e llfnvenzione dellaSanta Croce, il 16 et 17 Tnt (etiop. Maskaram), equivalenti al 13 et14 settembre (p. 59-6o). A parte qualche dettaglio, il testo etiopicocorrisponde al copto, il quale ci racconta, aI 13 settembre, come laregina Elena, sostenuta dall'appoggio finanziario e militare del figiioCostantino, venne a Gerusalemme e vi scopri la Croce, poi vifece costruire le chiese. Infatti, il testo dice che Elena voleva co-struire tutto in oro ed in argento ma che un santo vescovo di Ge-rusalemme - del quale solo la tradizione etiopica da il nome, Ma-cario - le proletizzô che gli infedeli verrebbero un giorno a distrug-gere e portar via tutto, si che era meglio costruire degli editci nor-mali, di pietra, e dare ai poveri 1'oro e l'argento cosi risparmiati.Che poi, per la consacrazione delle chiese, fossero stati invitati Ata-nasio, patriarca di Alessandria, assieme al patriarca di Antiochia eda quello di Gerusalemme (il quale non portava allora quel titolo),è un dettaglio tipicamente "agiografico".

All'indomani, r4 settembre (p. 6o-62), ci viene narrata la fa-vola che spiega come gli Ebrei avevano fatto ricoprire il Golgotacon polvere e rifiuti domestici per mettere fine a quei miracoli chedavano loro tanto disturbo. La regina Elena li fece mettere in car-cere finché non le mostrarono il posto ; allora lei scavô, trovà laCroce e vi fece costruire una chiesa alla quale i cristiani venneroormai da pellegrini. Non manca nemmeno il miracolo, in questocaso quello di un samaritano di nome Isacco, il quale, essendosiunito ad un gruppo di pellegrini, si converti con tutta la sua fa-miglia quando vide l'acqua salmastra di an pozzo cambiata in acquadolce dalla preghiera di un santo sacerdote. I dettagli del ritrova-mento della santa Croce verranno ripetuti al9 Ba.Ëans (etiop. Genbot,

4 maggio, p. roog), festa di sant'Elena.La Chiesa alessandrina, tanto in Egitto quanto in Etiopia, ag-

giunge che il ritrovamento della Croce avvenne infatti il ro del mesedi Baramhât (Phamenoth in copto, Maggâbit in etiopico), cioè il 6marzo, giorno in cui questo ritrovamento viene festeggiato, ma senzasolennità per via della quaresima. <t Allora, aggiunge il sinassario,come non si poteva festeggiare nel digiuno, misero questa festa algiorno della consacrazione della chiesa u (p. 6S).

Infatti, troviamo al ro Baramhât la conferma di ciô che è statodetto (p. 855) : come la regina Elena andô a Gerusalemme con unpotente esercito, vi costrinse gli Ebrei a rivelarle il posto - qui,infatti, viene detto che essa "torturô un vecchio Ebreo con la fame

CALENDARI E' SINASSARI ORIENTÀLI 903

e la sete, e questo le mostrô il deposito di immondizie del Golgota",ma in realtà senza sapere ciô che chiedeva la regina. Allora ven-nero scoperte tre croci, di cui l'ultima fece risuscitare un morto.Dopo la venerazione, reliquie della Croce vennero spedite in diversiposti e, non senza malizia, il sinassario copto aggiunge che "certi

manoscritti dicono che essa spedi la vera Croce, e ritenne (a Geru-salemme) solo il tronco nel quale la Croce era stata messa" 3r ;tra l'altro, mandô il legno della Croce al tglio Costantino, con isacri chiodi. Poi ci viene narrato come la Croce fu portata via daiPersiani e ritrovata dall'imperatore Eraclio - pure un ro del mesedi Baramhât.

b\ Morte d,i Costantino

Questo awenimento viene commemorato nella Chiesa di tra-dizione alessandrina aI zB del mese di Baramhât (Maggâbit), che cor-risponde aI z4 Marzo (p. 9o6-9o9), data alla quale ci viene narratatutta la vita di Costantino, come nacque da Costanzo chiamato"Cloro", il quale "regnava sulla Britannia" ; costui, passando adEdessa, conobbe Elena, che era già cristiana; dopo Ia nascita diCostantino, ci dice il sinassario, Elena gli diede una buona educa-zione, "gli mise nel cuore la misericordia e Ia compassione verso icristiani, ma non ebbe il coraggio di battezzarlo, e non gli disse diessere cristiana". Diventato grande, Costantino, che era un ottimocavaliere, raggiunse da se stesso il padre il quale, felice di vederlocosi bravo e cosi saggio, lo incoronô come re. Cosi, alla morte delpadre, Costantino ebbe modo di fare del bene a tutti, governandol'impero con sapienza e giustizia. Chiamato in aiuto dal popolo diRoma che voleva essere liberato dal tiran noMassenzio (nome defor-mato in "Massimo" o "Massimiano"), Costantino rimase perplesso,non sapendo come fare per vincere il rivale ; mentre rifletteva, gliapparve in pieno giorno una croce luminosa nel cielo con scritto so-pra, in greco : vr.xQç xac'aitroù (letteralmente, in arabo : < nikâs kâ!â-

31 I l sinassario et iopico ha inteso (Buoco, I I I , p. 685, I . 5) che ciôche rimase a Gerusalemme era il tronco in cui Ia Croce era flssata comesu un piede. L'interpretazione di BlssBt, il quale traduce secondo 1o strettosenso delle parole arabe, Iascia intendere che questo tronco era come unreliquiario nel quale la Croce era stata avvolta dai cristiani - usanza con-forme a quella seguita, ancora oggi, nel1a chiesa Copta, dove i religuiari

sono fatti di tronchi d'albero svuotati.

904 IJGO ZANETTI

uton D, conservato da un manoscritto in lettere copte NIKACKA-TAYTQN, scritto come fosse una parola unica, e diventato < niko-sfâfon > in etiopico) ;.avvertito in sogno 32, egli fece mettere la crocesulle sue bandiere e sulle armi del suo esercito, e cosi vinse, tra l'al-tro perché Massenzio, volendo fuggire, passà sul ponte (non nomi-nato) "e Massenzio mori come il Faraone" davanti a Mosè. Costan-tino viene allora accolto dal popolo di Roma, che lo aspetta concandele accese e preceduto dai sacerdoti che portavano croci, e,dopo quattro anni, viene battezzato dal papa Silvestro con la mag-gior parte dei suoi soldati. Allora Costantino si mette a "regnareda cristiano", facendo onorare i cristiani, e "vietô pure di lavoraredurante la Settimana Santa e quella che ia segue, secondo le pre-scrizioni degli apostoli" 3s. Poi mandà sua madre, la regina Elena, aGerusalemme, per cercarvi il legno della Croce, "nel quale è la pro-sperità". Nel diciassettesimo anno del suo regno, adunô il conciliodi Nicea per sistemare nel modo migliore tutto ciô che riguarda ilcristianesimo. Si occupô allora della Britannia - nome qui eviden-temente posto per Bisanzio - e vi fece costruire una grande cittàchiamata Costantinopoli. La consacrô alla Madonna, l'ornô e vi ra-dunô il corpo di molti apostoli. "Avendo percorso questa buonavita e venuta l'ora della sua morte, si ammalô a Nicomedia e vimori". Portato a Costantinopoli con i massimi onori, vi fu sepoltonella chiesa degli Apostoli, avendo vissuto 65 o 75 anni 3a e re-

82 CosT in quel giorno;invece, al 5 Jùbah (et iop. Jer, 3r dicembre),festa di san Eusignio, viene detto che questo santo, che era in queltempo soldato nell'esercito, fu colui che spiegô a Costantino < che quelloera i I segno di Cristo Signore, dato che non c'era nel suo esercito nessunaltro che avesse il coraggio di menzionare il nome di Cristo I [ciô corrispondenel sinassario armeno aIl'apparizione della Croce sul Danubiol. - Cogliol'occasione per ricordare due articoli recentemente pubblicati, che trattanodi Eusignio e dei suoi rapport i con l ' imperatore Costantino : R.-G. Cogurnet E. Luccnnsr, Une vers'iom aopte de la Passiom de sa'int Ewsign,ios, e P.Dovos, Une recension mouuelle cle la Pass,ion grecque BIJG 639 d,e saintEwsign' ios, in < Analecta Bollandiana u, roo (1982), pp. r85-zo8 e zog-228.

sB Cfr. il Canone Apostolico 66 del Io libro, secondo 1a tradizione copta:J. PÉnrrn et A. PÉnrpx, Les tz7 canoms d,es Apôtres : PO 8, 4, fasc. 39(vedi a p. 649 : p. gg del l 'estratto). Questa parte dei canoni è fatta diestratti dall'Ottavo libro delie Cost'itwzion'i apostoliche. - Codesto dettaglioritroveremo nei sinassario armeno di Tserents.

Ba 75 anni secondo l'edizione di Basset, e 65 secondo diversi altri co-dici dati nell'edizione di Forget, come pure nel Si,n. éth. (qui accessibile

CALENDARI E SINÀSSARI ORIENÎALI 905

gnato 32, dato che il primo anno del suo regno fu I'anno 5834 delmondo 35.

c) Costantino corne imperatore

Sarebbe peccato ridurre la figura di Costantino a ciô che civiene narrato nei testi che lo riguardano direttamente. Infatti, inquanto modello dell'imperatore cristiano, Costantino viene citatospesso nel sinassario alessandrino per atti di beneficenza o di pietà -owiamente con poco rapporto ai fatti storici.

In primo luogo troviamo qualche allusione alf imperatore infatti che, di per sé, Io riguardano direttamente, come il concilioniceno al 9 Hator (5 Novembre, p. rg2; etiop, Hedâr), o la me-moria dell' inizio del suo regno, al rz Misrà (J Agosto, p. r25g;etiop. Nahasê). Quest'ultima notizia quasi ripete quella del zB Ba-ramhât, Morte di Costantino, che è appena stata letta 86 ; invece,la notizia del concilio niceno racconta come il santo imperatote,commosso di trovarsi in presenza dei Padri conciliari la cui mag-gioranza aveva tremendamente sofierto durante le persecuzioni,"piazzô il proprio trono più basso del 1oro", diede loro il proprioscettro, la sua spada ed il suo anello, rimettendo cosi ai Padri ognipotere nel suo impero, sicché essi poterono emanare i loro canoni ;e, per manifestare la propria venerazione a riguardo dei venerabiliconfessori, Costantino bacià le loro piaghe, in particolare quelle delvescovo Tommaso di Mar'aË, il quale era stato tremendamente mu-tilato dai carcerieri - dettaglio che viene fedelmente ricordato nelgiorno della festa di quest'ultimo vescovo : memoria di san Tom-maso di Mar'aÉ, il z4 Misrâ (r7 Agosto, p. r2go; etiop. Nairasë).D'altronde, il sinassario alessandrino ricorda pure che, il decimo

soio nel la traduzione di Budge). C'è una difÊcoltà: Forget segnala che isuoi codici B e D hanno "75", mentre Basset, che usa i codici corr ispon-

denti al le sigle B e G del Forget, non accenna a nessuna variazione; forse

Forget avrà scri t to "B e D" per "B e G".s5 Ciô che corr isponderebbe con l 'anto 326 A.D. secondo I 'era mon-

diale bizantir\a, e 342 A.D. secondo I 'era mondiale alessandrina. La corre-zione la piir semplice sarebbe di leggere " 5814" dell'era bizantina, equiva-Iente a 3o6 A.D., ma nessun manoscrit to dà quella cifra.

a0 Bui c'è da segnalare un errore nella traduzione francese del Basset,

dove si legge <En l 'an zr de son règnen (p. tz6o) invece di <rEn l 'an rr

cle son règne r. Tutti i manoscritti, ed anche il testo arabo del Basset,

hanno "rr" .

906 UGO ZANETTI

giorno del mese di Ba'iinah (4 Giugno, p. ro93; etiop. Sanë), il cre-dente imperatore Costantino mandô il suo editto "per chiudere itempi degli idoli e aprire le chiese" : ciô successe, pare, l'undice-simo anno del regno di Costantino 37, nel primo anno del pontifi-cato di Alessandro ad Alessandria.

Sempre a proposito di testi relativi a Costantino come personae come convertito, l'imperatore viene citato al 7'flbah (a Gennaio,p. 5rB; etiop. Jer) a proposito di san Silvestro. Perô, contraria-mente a quel che si trova in altre lingue, il sinassario alessandrinoè in questo punto molto discreto in merito all'imperatore, dicen-done solo che venne battezzato da Silvestro nell'undicesimo annodel suo regno, appena Silvestro era stato eletto papa, dopo la mortedi Milziade 38,

Di Costantino il sinassario alessandrino ricorda pure l'interesseper le reliquie degli apostoli; è cosi che si diede a radunare in Co-stantinopoli i corpi di Tito (rB Kyhâk : 14 Dicembre, p. 4o6;etiop. Tâ!Sâé), e di Timoteo (27 '[tbah: 22 Gennaio, p. 676;etiop. Jer), ambedue discepoli di san Paolo, e dell'apostolo Taddeo(29 Abtb : z3 L:uglio, p. r23Z; etiop. ïamlê).

Ma ciô che mi apparve come più interessante in merito alla fi-gura di Costantino nell'agiografia è iI posto occupato da quell'im-peratore, presentato come il modello del perfetto re cristiano, indiverse Vite di santi con i quali non ebbe mai nulla a che fare. VistaIa reputazione di Costantino come costruttore di chiese, a lui ven-gono attribuite pure altre due con le quali non ebbe rapporti sto-rici : la chiesa costruita in onore di san Giulio di Aqfa[iç - il santoche in vita sua, secondo la tradizione copta, è stato il "biografo deimartiri" prima di morire lui stesso come ma.rtire - al zJ Bâbah(zz Ottobre, p. r55 ; etiop. feqemt), e quella di san Vittorio, mar-tire celebratissimo in Egitto, al z7 Hator (23 Novembre, p. z69) Be.

37 Pure qui Basset ha sbadatamente scritto < treizième année r nellatraduzione, quando occorreva mettere < onzième r>, in accordo sia con imanoscritti arabi che con la versione etiopica.

ae Qui pure bisogna notare che i due manoscritti usati dal Bassetomettono una frase, presente nell'edizione di Forget : < quando sedette sultrono apostolico, il patriarca battezzô il re Costantino l, prima di conti-nuare "perché costui non venne battezzato prima che fossero passati undicianni al potere".

se Quest'ultima commemorazione è presente nel solo Paris. arab. 4869,i I quale tramanda la recenzione del l 'Alto Egitto ; manca nel l 'et iopico. Sem-

CALENDARI E SINÀSSARI ORIENTALI

Imperatore cristiano,'Costantino cercô di riparare rnoralmente

i disastri del paganesimo invitando in corte i più meritevoli tra i"confessori", cioè coloro che erano stati imprigionati e mattirizzatiper la fede, ma non erano morti sotto la tortura. Non potendo farli

venire tutti, ne chiamô, pàre, 72, fra i quali c'erano san Bamin(che dovrebbe essere in copto Apa Min : 9 Kyhâk : 5 Dicembre,p. 332; etiop. Ta[6âS) e san Nùb (detto Apa Noub in copto : z4

Ba'ûnah : rB Giugno, p. rr3r ; etiop. Sanë) ; quest'ultimo, do-vendo Iasciare iI deserto per rispondere alla convocazione in corte,venne preso da quattro vescovi e ordinato vescovo contro sua vo-lontà ; Costantino ricevette molto bene i confessori, volle dar loro

ricchi regali, ma essi accettarono solo vasi sacri per l'uso liturgico,poi se ne tornarono a casa.

Costantino, re credente, seppe anche credere ai più umili suoiservi e soldati. Non solo, come raccontato sopra, accettô che il sol-

dato semplice Eusignio gli spiegasse cos'era quella croce che egliaveva visto nel cielo, ma I'imperatore fece pure chiamare un altromilite, di nome Agapito - un santo monaco che era stato arruo-lato forzatamente dal governatore Licinio - per guarire il proprio

servo, posseduto dal demonio (24 Améir : rB Febbraio, p. Brz;

etiop. Yakkâtit). RiconoÈcente del beneficio, Costantino permise

ad Agapito di lasciare l'esercito per tornare nel deserto.Un episodio forse sconosciuto a qualche studioso del Costan-

tino storico è quello della non compiuta avventura che esso avrebbedovuto avere con santa Partenopeia (zr Jubah, p. 619 segg., chia-mata in arabo Bartânribâ a0), una bellissima vergine che si dedicô

bra, di nuovo, esserci uno sbaglio tipografico nell'edizione di Forget, che

presenta questo testo come contenuto nel solo < ms. C r, il quale dovrebbe

essere il Pav'is. arab. 4779, quando invece avrebbe dovuto scrivere < ms. G I :

Pavis arab. 4869, i l quale è i l < ms. B I di Basset (PO E, pag. 345 : p. lz69ldella pagina propria).

a0 Questa commemorazione è data soltanto dal Pavis. arab' 4869 (ms. B

di Basset, e G di Forget). Manca nell'etiopico. La Passione di santa Parteno-

peia è stata recentemente studiata da R.-G' Copurx, Le rotman nAP@E-

NOIIH lBartdnùbd. (rns. IFAO, Copte zz, f io rr-v zr), in trBul iet in de I ' Inst i-

tut Français d'Archéologie Orientale r, Supplément au no 8r (u < Bulletin

du Centenairer) , (Le Caire r98r) , pp. 343-358 ( f p l . XLII) ; inol t re, Th.

Hâgg ne ha studiato i rapporti con la letteratura antica (romanzo di Par-

teno) : Tn. HÀcc, The Pathenope Romance deoapitated l, in < Syrr4bolae

Osloenses r , 69 (1984), pp. 6r-92.

907

908 UGO ZANEÎÎ I

a Dio in convento, ma che per opera del diavoio fu desiderata daCostantino. Condotta in presenza delf imperatore, la vergine glichiese per prima la grazia di porgli una domanda; col suo assenso,ella gli domandô cosa l'imperatore farebbe a chi venisse a rubarela moglie di un altro e, Costantino avendo risposto : < Colui che sicomportasse in quel modo sta nell'errore, e non è cristiano u, Parte-nopeia gli chiese allora, con umiltà: ( Ed allora, mio signore, cosadirai al Signore del cielo e della terra quando le avrai portato viaIa sua serva e sposa, e l'avrai disonorata ? l. 11 sinassario continuadicendo che, sentendo queste parole, il nobile imperatore ordinà diricondurre la vergine al suo convento, intatta al.

Si sa che Costantino viene spesso confuso, soprattutto nei testiarabi, col figlio Costanzo; un caso assai originale è quello dellaVita Antonii - almeno nella versione che ne dà il sinassario ales-sandrino -, nella quale si parla di una lettera mandata dalf impe-ratore Costantino aI padre dei monaci (zz lf 'ba}r: 17 Gennaio,p. 6So; etiop. Jer). Infatti, Sozomeno, Storia ecclesiastica. II,3rparla di una corrispondenza tra sant'Antonio e l'imperatore (ov-viamente Costanzo, non solo per ragione cronologica, ma ancheperché si trattava di difendere sant'Atanasio, allontanato dallasede per via degli Ariani), e di queste lettere parlano pt;r.e Ia VitaAntonii, la Vita Pachomii e gli apoftegmi n,.

Peraltro, Costantino è cosi celebre da venir menzionato anchenel coro dei santi. Infatti, quando san Macario ii Grande (pure chia-mato I'Egiziano) venne ad assistere san Domezio e suo fratelloMassimo - i cosiddetti "figli dell'imperatore dei Romani", che pro-babilmente erano piuttosto dei giovani nobili venuti dalla Siria, edi quali hanno lasciato il loro nome al monastero di Baramtis in Scete,ancola vivo tutt'oggi - nei loro ultimi momenti, Macario vide"la turba dei santi, dei profeti, degli apostoli, san Giovanni Battista

al Tanto per levare la curiosità ai lettori, segnalo che, dopo questaprima avventura. Partenopeia ne ebbe una più tremencla, dato che fu rapitadal re dei ,Persiani il quale, pagano, non poteva venir commosso con glistessi argomenti del cristiano Costantino. Allora essa fece ricorso all'astu-zia nota in diverse leggende, e preferl perdere la vita piuttosto che la vergi-nità (in questo caso chiese di poter farsi il bagno prima di accompagnare ilre, e si buttô sul rogo destinato a scaldare l 'acqua).

f2 Vedi S. RueeNsoN, The Letteys of St. Antony... ( : Bibl iothecahistorico-ecclesiast ica Lundensis, z4), Lund r99o, p. r83 e nota 5.

CALENDARI E SINASSÀRI ORIENTAL] 909

et l'imperatore Costantino" venire incontro ed accogliere glorrosa-mente in cielo i due giovani santi : 17 Tùbah : rz Gennaio, p. 579;etiop. Jer).

z. I sinassari armeni

Del sinassario armeno esistono ben quattro recensioni, di cuitre soltanto sono edite : la prima sarebbe stata stesa da un certoTër-Israël (o ( Tër-Ilia > ?) verso rz4o A.D., ed è tutt'ora inedita;un certo l(irakos (Ciriaco) l'Orientale avrebbe rimaneggiato questosinassario in rz69 A.D., ed è questa seconda recensione che è statapubblicata con traduzione francese (e con I'attribuzione sbagliata aTer-Israel) nella PO (ragione per la quale essa viene comune-mente citata) ; invece, la terza e la quarta recensione, dovute I'unaa Gregorio di Anazarbo (t 13o6) e l'altra a Gregorio Tserents (sec.XV), sono rimaste finora accessibili soltanto nelle loro edizioni li-turgiche in lingua armena 43.

L'origine del sinassario armeno sembra doversi trovare nellatradizione greca, come viene indicato da un colofone del sacerdoteGiuseppe di Costantinopoli i l quale avrebbe, in 9gxl99z 4.D., tra-dotto dal greco in armeno un ( tonac'oyc' D * parola che significa"indicatore di feste" - contenente per ogni giorno due commemo-razioni di santi: una notizia ed una brevissima memoria di pocheparole; questo lavoro suo sarebbe dunque stato ripreso e svilup-pato, con addizione dei santi armeni, prima da <r Tër-Israêl >, poidagli altri aa.

Alle date armene equivalenti al 13 e 14 settembre (4 e 5 Hoii),troviamo natulalmente menzioni della consacrazione della basilicadell'Anasta.sis e dell'esaltazione della Croce ; perô solo l'edizioneliturgica di rB34 ci riporta gli avvenimenti conosciuti e già nar-rati, che altrove sono semplicemente citati a5 ; per di più, que-

13 Vedi le referenze nelle abbreviazioni, a S'in. a'/tm. - La recensione

dovuta a Gregorio di Anazarbo è stata edita (ma con molte deformazioni)nell'edizione liturgica di 1834, e estratti di codesta edizione sono stati tra'

dotti in francese da Bayan nella Patrol,ogi'a Orientalis sotto Ia sigla "B"'aa Vedi piir informazioni in merito in : U. Z.lxotrr, Apophtegrnes et

histoires noomastiqwes d,ans le symaxaire arrnénien, in < Analebta Bollandiana r,

ro5 (1987), pp. 167-199.45 Infatti, la più antica tradizione armena non sviluppava Ie notizie

per 1e grandi feste del Signore o della Madonna, e si accontentava di an-

910 UGO ZANETTI

st'ultima edizione aggiunge, al 15 settembre, una breve memoriadi Costantino e di sua madre Elena, e non si puà dire che ci porgadati originali a6.

Nei sinassari armeni, la morte di Costantino viene commemo-rata il 14 Mareri, giorno corrispondente al zr maggio, eccetto nellaredazione di Gregorio Tserents, ove si trova all'indomani, come nellezionario di Gerusalemme ; nello stesso tempo viene ricordata lafondazione di Costantinopoli con i celebri episodi della statua dibronzo con in mano la croce - qui chiamata &v{fu,oç perché oscu-rava il sole - accompagnata da un'iscrizione di dedica, ed ai piedidella quale fece mettere i cesti con gli avanzi dei pasti che avevaofferto ai poveri 4?' di Costantino viene pur ricordato in quellasede che "smezz6" il legno della Croce per darne una metà alla suacittà di Costantinopoli, lasciandone l'altra metà in Gerusalemme a8;

nel sinassario di Gregorio Tserents, viene pur detto che I'episodiodell'apparizione della Croce nel cielo avvenne sul Danubio, preci-sione omessa nelle altre recensioni armene.

Al z gennaio (o z5Kalotz), festa di san Silvestro papa di Roma,troviamo il segno degli Acta Sil,uestri: il testo edito nella PO rac-conta soltanto come il beato Silvestro guari la lebbra delf impera-tore, il quale aveva generosamente rinunciato a farsi purificare dalsangue dei neonati, e vi aggiunge Ie discussioni dei Cristiani controgli Ebrei, dapprima in presenza di Elena, poi davanti all'imperatorestesso ae. Invece, il sinassario di Gregolio Tserents propone assai piùdettagli, che ricorderô qui brevemente, dato che l'originale non èstato finora tradotto : Silvestro, ex-arcidiacono di Timoteo, pa-triarca di Roma, venne più tardi ordinato sacerdote dal successoredi quest'ultimo, Metrofano (deformato in < Mentiaton >), al qualeSilvestro stesso succederà. Come vescovo di Roma. Silvestro sta-

nunciarle solennemente: vedi ZeNetrr, ibi ,d., p. r74 (e nota r7) . Troviamodunque qui uno sviluppo più tardo, probabilmente ad imitazione dei Greci.

a6 Vedi i testi e le traduzioni francesi a pp. 244-27o di Sin. arm.a? Dodici cesti (7 nel la redazione di. ,Gregorio Tserents), r icordando

cosl gli avanzi della moltiplicazione dei pani (cf. Mt 15,20 e parall. per irz cesti , e Mt 15, 37 e paral l . per i 7 cesti) . Vi r iconosciamo, beninteso, duepassi della V'ita Constanti,ni, di Eusebio, un pô rivisti (I, 4o e 43 : cf. per es.PG XX, es3-es7).

as Vedi Sin. arvn. al zr maggio, pp. 15z6-153o.as Sin. anm. al. z gennaio, pp. 855-859.

CALENDARI E SINASSARI ORIENTALI 911

bilisce nove ranghi nel sacerdozio, per rispettare il parallelismo coni nove cori degli angeli, e cambia i nomi dei giorni della settimana,dando al "giorno del sole" il nome di dornenica (< kirakè D : xu-pwx$1), ed agli altri giorni della settimana (lunedi, martedi'..) quelloche essi hanno presso gli Armeni, cioè t erku5abat'i >, < erek'5abat'i D. . .,forme che corrispondono a "feria secunda", "feria tertia"... D'aI-tronde, Silvestro, con l'aiuto di san Pietro e l'invocazione del nomedi Gesù Cristo, riesce ad eliminare il mostro del Campidoglio econverte la gente. Segue poi, nel sinassario stesso, un titoletto chesignifica letteralmente <r Il credere in Cristo del re Costantino r,con un passo assente dalle altre recensioni e di cui, per questa ra-gione, dà qui sotto una traduzione 50:

' Come il re Costantino (t Costand'i'anos t) credette a Cr'isto'

Costantino, re di Roma, era pagano. Attratto da sua moglie Massi-

mina (< Maksimindi r), che era f igl ia del re Massimiano e nipote del l ' impe-

ratore Diocleziano, fece perseguitare i cristiani, e mise a morte mille uo-

mini del suo esercito che avevano creduto in Cristo e nella Sua Croce per

causa della visione (avuta dal) re, e che nel giorno della battaglia avevano

vinto i nemici al di 1à del ûume Danubio (< Danob >). Innumerevol i forze

armate si erano radunate e volevano combattere Costantino; lui era no-

vel lo come re, ed ancora giovane per I 'età. Vedendo Ia molt i tudine del l 'eser-

cito nemico, ebbe paura e si chiese come dare battaglia. Come egli stava in

questi pensieri, vide nell'alto dei cieli la forma della Croce fatta di luce, ed

attorno alla croce uno scritto brillante come una stella, il quale diceva:

< Per questo segno vincerai i tuoi nemici r. Vedendo questo, chiamô i suoi

dotti ed i suoi consiglieri, narrô loro la sua visione e chiese loro a quale

degli dèi appartenesse il segno della croce ; loro dissero : < Buesto segno è

del Galileo, di Gesîr Nazareno che i cristiani adorano come un dio l. Ed iI

re diede ordine a tutto i I suo esercito di fare Io stesso (segno), e tutt i lo

fecero : gli uni con tela, altri con legno, altri ancora ibn paglia o con gambi.

Cosl parati, entrarono in battaglia e vinsero i (nemici), trucidando gli uni

e mettendo in fuga gli altri, E con quel segno, pieni di gioia ritornano in

Roma e vi distruggono tutti gli idoli ed i altari degli dèi. E i sacerdoti e i

servi degli dèi si misero a gridare ed andarono a protestare alla corte del

re, (Iamentandosi di) che avevano buttato giù e fatto a pezzi gli idoli per

via del segno del Nazareno che era entrato nella città assieme all'esercito.

50 Ho cercato di presentare una traduzione "leggibile" anche se meno

letterale (ripetendo perô tra parentesi Ia forma originale dei nomi di per-

sona) ; ho dovuto a volte modiûcare la punteggiatura dell'originale. Il te-

sto armeno si trova nel l 'edizione di Costantinopoli t734, pp. z88b-299a.

912 UGO ZANETÎI

Allora la regina ordinô di trattare con disprezzo il segno della Croce di Cri-sto e di calpestarlo per terra ; ma molti soldati vi si opporsero e dissero :< Come potremmo trattare cort disprezzo e calpestare il nostro Datore divita, iI quale ci ha dato la forza di vincere le innumerevoh lorze del ne-mico ? r. cosl che la regina si arrabbiô e disse di passarli a fiI di spada; arnaz-zatorto in quel giorno mille persone, le quali ûnirono cost (il corso dellavita) neila fede in Cristo, e ci fu una grande persecuzione contro i cristiani,per via della quale san Silvestro prese i suoi discepoii e fuggi sulla mon-tagna dove si nascose.

Il seguito della storia corrisponde, eccetto qualche parola, a ciôche leggiamo nella recensione della PO (p. BSS*BS9) : l'imperatore,divenuto lebbroso, preferi rinunciare alla salute piuttosto che farsipurificare dal sangue dei neonati, gli apostoli Pietro e Paolo gliapparsero in sogno, invitandolo a farsi battezzare da san Silvestro;il re si fece dunque battezzare, poi diede ordini a favore del cristia-nesimo ; in seguito vengono le discussioni dapprima degli Ebrei conElena, poi quella dei vescovi e dotti Cristiani ed Ebrei presiedutidall'imperatore, ove vince Silvestro, anche risuscitando il toro ma-gicamente ucciso dallo stregone Zambri; infine, i sinassari armeniricordano il concilio di Nicea e cià che Costantino vi fece. In tuttiquesti dettagli, la recensione di Gregorio Tserents è conforme altesto tradotto nella PO.

Un ultimo dettaglio puô sorprendere nel sinassario armeno : lacronologia. Infatti, troviamo scritto alla tne della notizia del 14Mareri (zr maggio) che < dalla nascita di Cristo fino al regno diCostantino il Grande ed il concilio di Nicea (ci sono) z9B anni u(Sin. arrn., p. r53o). Questa data deve semplicemente venir capitain riferimento all'Ascensione di Cristo, come questo viene spiegatonella commemorazione del concilio Niceno, segnata al zz Mareri oz9 maggio, ma in fatti celebrata la domenica tra l'Ascensione e Pente-coste 51 : ( Ed infatti dall'Ascensione di Cristo fino al santo con-cilio di Nicea ci sono 2oB anni r.

51 Solo nella recensione di Gregorio di Anazarbo (tradotta in Sin.arrn.: vedi PO, p. 1553) viene notato l 'anno; nel l 'edizione l i turgica delsinassario di Gregorio Tserents, viene detto che questo concilio avvennela domenica che segue I'Ascensione, ma l'anno non viene specificato (alzr Mareri : 28 maggio, p. 59r).

CALENDARI E SINASSARI ORIENTALI 913

CoNcrusroNB

Nell'insieme, dunque, vediamo che la liturgia orientale ricordaCostantino, tanto nei calendari quanto nei sinassari, come colui chediede la libertà - e la potenza I - alla Chiesa, che seppe reggerel'impero secondo le leggi dapprima semplicemente umane (quandorinuncia a guarirsi dalla lebbra per non uccidere i neonati), e poicristiane, e che ha protetto i cristiani contro coloro che li assali-vano. Quest'immagine, senza dubbio, rispecchia la Vita Constan-tini di Eusebio ; essa rispecchia, soprattutto, il rimpianto dei cri-stiani d'Oriente, i quali da molti secoli hanno perso il potere e stannosotto Ia dominazione musulmana.

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Nl., Copto-avabes : Fr. Neu, Les rnénologes des l iuangéliaires copto-arabes,in PO, ro, 2, pp. 165-244.

PO : Patrologia Orientali,s.

Sin. arrn.: G. Benlu, Le synaxa'ive artnéni,en d,e Ter Isvael., in PO, 5, t.

3, fasc. z3 (Nauasard),6, z, fasc. z7 (Hori ' ) , 15, 3, fasc. 74 $ahrni ') ,16,r , fasc. 77 Qré), 18, r , fasc. 86 (Kalotz) , 19, r , fasc. gt (Aratz) , zt ,r à. 6, fasc. ror à ro6 (Méhéhi - Jours Auéleats). Per non molt ipl icare

SI4 uco zaNETTr

Ie riferenze, rimand.o sempre alla paginazione continua (da r a rg23,messa alf interno delle pagine, specificando perô sempre la datanel calendario armeno, con corrispondenza del calendario giuliano.Inoltre, ho usato le due altre recensioni edite in armeno, quella diGregorio di Anazarbo : ilutlurftutnll7tr, (Yaysmawourk'), pubpubti-

cata in Costantinopoli nell'anno 1834 a cura del dott. GregorioP'éStemaldean (poco fedele al manoscritto, ma non ne esiste altra;parti di essa sono riprodotte e tradotte da Bayan nell'edizione dellaPO sovraindicata) ; e quella di Gregorio Tserents : Su,lutfutntpçt(Yaysmawourk'), pubblicata in Costantinopoli nel l 'anno r734.

Sin. copt.: R. M. J. B.tssrr, Le symaxai,re arabe iacobi,te (rédacti ,on copte),in PO, t. r , 3, fasc. 3, (Tout et Babeh) 3, 3, fasc. 13 (Hatour et Kihah)rr, 5, fasc. 56 (Towbeh et Arnchir), r6, z, fasc. 78 (Bararnhat, Bayrnowdaket Baahons), 17, 3, fasc. 84 (Baownah, Abib, Mésoré et iouys oomplé-mentadres), e 20, 5, fasc. roo (Tables). La stessa opera viene consul-tata anche nell'edizione di J. FoneET, Synafral,i,um Alexandyi,mum,(: C.S,C.O., 4Z-49, con traduzione lat ina ai t . 78 e 90, : Series Ava-bioa, rt-r3), Beyruth e Lovanio, 19o5-19z6. Il Forget ha ttilizzato

9 manoscritti ed iI Basset soltanto due. Per non moltiplicare le rife-renze, rimando sempre aIIa paginazione continua (da r a r374, messaall'interno delle pagine, fra uncinetti) dell'edizione di Basset, specifi-cando perô sempre Ia data nei calendari copto ed etiopico, con corri-spondenza del calendario giul iano; è dunque faci le trovare i l passag-gio corrispondente nell'edizione Forget o nei testi etiopici.

Sin. éth. : Le synaxaire éthiopi .en, in Patrologia Oyiental is, t .$,3, fasc.rg5'. Mashararn (ed. G. Cor-rN, t986), t . 44, r, f .asc. rg7 : leqenot (ed.G. CoLrN, 1987), t . 44, 3, f .asc. rg9: f feddr (ed. G. Cor-rN, 1988), t . 15,

5, fasc. 76: Tahschach, re part ie (ed. S. GnÉslur, 19z6), t . 26, r, fasc.rz5 : Taksahaah, ze part ie (ed. S. GnÉeeur et G. Nor-r,er, ry45) ;fmesi da Jer a Genbot non ancora edit i ] ; t . r , 5, fasc. 5 : Sânê (ed.I . Guror, L. DBsNovBns et A. SrNor. ,c,s, r9o5), t .6,3, fasc. 33: Hamlê(ed. L Gulor, L. DBsr,TovBRs et A. SrNor.es, r9o8), t . g, 4, fasc. 44 :Nahasê et Paguêrnên (ed. I . Guror, L. Dn,sxovBns, A. SrNcr.es etS. GnÉelur, r9r3).Per i mesi da Jer a Genbot, cioè da Gennaio aMaggio, occorre ancora riferirsi alla traduzione di Budge, citata quisoPra.