2011-dialogo-giugno.pdf - Sacro Cuore Eboli

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Periodico di informazione della Comunità parrocchiale Sacro Cuore di Gesù e S. Berniero - Rione Pescara - Eboli (SA) Tel-fax 0828651755 - e-mail: [email protected] - Sito Web: www.sacrocuoreboli.it DIALOGO Parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Eboli Distribuzione Gratuita anno XXIV / n. 2 / giugno 2011 Supplemento del mensile “La Voce” ASSOCIAZIONEORATORIO ANSPI “DONANGELO VISCONTI” - ONLUS ASSOCIAZIONEORATORIO ANSPI “DONANGELO VISCONTI” - ONLUS ASSOCIAZIONEOPERA MARTA EMARIA COOPERATRICIPASTORALI ASSOCIAZIONEOPERA MARTAEMARIA COOPERATRICIPASTORALI (servizio a pag. 2) Don Giuseppe Landi nominato parroco a Montecorvino Pugliano e don Roberto Faccenda nominato vice parroco al Sacro Cuore Quindicesimo Festival di Sanberniero Vincono Mario Giordano e Ambra Di Giacomo E bbene sì, anche la quindi- cesima edizione del Festi- val di Sanberniero è an- data! Come ogni anno, dopo dure e faticose prove, la kermesse ca- nora che si svolge nella parrocchia del Sacro Cuore di Eboli si è rive- lata un vero e proprio successo di critica e di pubblico! Quest’anno i nostri autori, Antonio Di Cosmo aiutato da Amedeo Fine, hanno pensato bene di programmare due gare canore: la prima per la cate- goria “ARTISTI” e la seconda per la categoria “VECCHIE GLO- RIE”. Della categoria “ARTISTI” hanno fatto parte i ragazzi che fre- quentano i Gruppi di Formazione della nostra parrocchia: Francesca Lanzara, Maria Rosaria Petrosino, Alessandra Gallotta, Federica Ca- puto, Roberta Bufano, Giuseppe Buccella, Laura Pitetto, e il duo Mario Giordano eAmbra Di Gia- como. Per quanto riguarda la cate- goria “VECCHIE GLORIE”, han- no partecipato alla gara i genitori dei ragazzi che frequentano il Ca- techismo, ossia: Luigi D’Arco, Maria Rosaria Barrella, Loredana Caputo, Donato Petrosino e Iolan- da Persano. Oltre alle due gran belle gare canore, ad animare la serata sono stati sketch, balletti, e parodie di pubblicità e telenovele. Gli sketch comici sono stati realiz- zati da Luca Carbone, e Giuseppe e Francesco Giarletta nelle vesti del trio comico composto daAldo, Giovanni e Giacomo. Un altro “co- mico” che ha riscosso molto suc- cesso durante la serata è stato Gennaro Pierro, nei panni di “Gi- gino”, un simpatico personaggio che ha suscitato tanta ilarità. Il cor- po di ballo composto da Agnese Petraglia, Anna Maiorino, Silvia Cupo, RosariaAlbanese, Emanue- la Vivone e Roberta Gallotta, inve- ce, si è impegnato nella realizza- zione di diverse coreografie sotto l’attenta regia di Vito Re.Ariscuo- tere successo sono state anche la carrellata di pubblicità, realizzata dal Laboratorio Multimediale-Im- magine, e la parodia della teleno- vela “Beautiful” in tre puntate rea- lizzate dai “nostri attori”, ovvero i ragazzi della Comunità parrocchia- le. Dopo tante belle emozioni, a trionfare sono stati: per la catego- ria “VECCHIE GLORIE”, Lore- dana Caputo; per la categoria “AR- TISTI”, Mario Giordano eAmbra Di Giacomo. Questi ultimi che sono due giovani che frequentano il Gruppo Giovanissimi, inoltre, hanno vinto anche il premio della critica, ossia del pubblico presente in sala, che è rimasto molto com- piaciuto delle performance degli artisti che sono saliti sul palco del- l’auditorium “Vincenzo Favale”. Linda Scotese Con nomina del 1° giugno S. E. mons. Luigi Moretti, ha nominato don Giuseppe Landi parroco della parrocchia dei Santi Bernardino, Bartolomeo e Michele Arcangelo in Montecorvino Pugliano e don Roberto Faccenda vice parroco al Sacro Cuore D opo quattro anni don Giuseppe Landi lascia il Sacro Cuore con la no- mina a nuovo parroco in Monte- corvino Pugliano, nella parroc- chia dov’era parroco don Roberto Faccenda, che prende il suo po- sto nella parrocchia del rione Pescara dove è nata la sua vo- cazione sacerdotale. Don Giuseppe Landi è stato sa- lutato da tutta la comunità par- rocchiale domenica 29 maggio durante la Festa della Famiglia. Dal calendario parrocchiale leg- giamo che proprio quel giorno ci sarebbe stata la festa per il suo quarto anno al Sacro Cuore, in- vece, si ringrazia il giovane par- roco “In solidum” per il suo pre- zioso apporto che ha donato alla nostra comunità parrocchiale, specialmente tra i giovani. L’avvicendamento tra don Giu- seppe Landi e don Roberto Fac- cenda è stato voluto dal vescovo mons. Luigi Moretti per le ne- cessità pastorali delle due par- rocchie. Ricordiamo che don Roberto Faccenda è il responsa- bile della SezioneAmministrativa dell’Economato della Diocesi mentre don Giuseppe Guariglia è l’Economo. I due sacerdoti con questa nuova carica di don Ro- berto si possono alternare con più facilità nella guida della comu- nità parrocchiale del Sacro Cuo- re, e la parrocchia dei Santi Ber- nardino, Bartolomeo e Michele Arcangelo può avere un parroco più disponibile per il fatto che non ha gravosi impegni in curia. Don Giuseppe Landi in pieno spirito di obbedienza al proprio pastore ha accettato senza reti- cenze l’avvicendamento. Naturalmente quando la comu- nità di Eboli ha ricevuto la noti- zia da mons. Marcello De Maio durante la Santa Messa delle ore dieci è rimasta un po’ confusa. Le dovute spiegazioni sono arri- vate subito nel pomeriggio quan- do è stata convocata un’assem- blea parrocchiale straordinaria dove don Giuseppe Guariglia ha spiegato nei minimi dettagli tutti i motivi delle nuove nomine. Le numerose persone presenti nell’Auditorium “Vincenzo Fa- vale” dopo l’intervento del par- roco don Giuseppe Guariglia hanno subito fatto domande ben precise sulla nuova conduzione della parrocchia, che comunque anche con i nuovi incarichi, in L a nostra comunità, sempre attenta ai vari eventi del suo territorio, non poteva ignorare un anniversario di così grande importanza, il raggiungimento dei 100 anni della nonna Peppina Letteriello vedova Reppuccia. Abbiamo così voluto ricordare questo traguardo con un’inter- vista alla nonna della nostra parrocchia. I cento anni di nonna Peppina confronto agli anni passati, si tro- verà sempre in difficoltà per le numerose attività che vi si svol- gono. Paolo Sgroia (servizio a pag. 28) Sante Messe alla Madonna della Catena (servizio a pag. 10) di Sueva Mazzocchi di Raffaele Giordano Francesco Mottola ordinato presbitero di Paolo Sgroia C i ha pensato un po’ ma poi ha detto sì alla volontà di Dio. Stiamo parlando dello storico Francesco Mottola che è stato ordinato presbitero il 15 maggio di quest’anno nel- la cattedrale di Napoli. L a cappella dedicata alla Madonna della Cate- na, nell’omonima contrada, è stata riaperta ai fedeli, con l’ultimazione dei lavori di ristruttu- razione.

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Periodico di informazione della Comunità parrocchiale Sacro Cuore di Gesù e S. Berniero - Rione Pescara - Eboli (SA) Tel-fax 0828651755 - e-mail: [email protected] - Sito Web: www.sacrocuoreboli.it

DIALOGOParrocchia Sacro Cuore di Gesù di Eboli

Distribuzione Gratuita anno XXIV / n. 2 / giugno 2011Supplemento del mensile “La Voce”

ASSOCIAZIONE ORATORIOANSPI “DON ANGELOVISCONTI” - ONLUS

ASSOCIAZIONE ORATORIOANSPI “DON ANGELOVISCONTI” - ONLUS

ASSOCIAZIONE OPERAMARTA E MARIA

COOPERATRICI PASTORALI

ASSOCIAZIONE OPERAMARTA E MARIA

COOPERATRICI PASTORALI

(servizio a pag. 2)

Don Giuseppe Landi nominato parroco a Montecorvino Puglianoe don Roberto Faccenda nominato vice parroco al Sacro Cuore

Quindicesimo Festival di Sanberniero

Vincono Mario Giordanoe Ambra Di Giacomo

Ebbene sì, anche la quindi-cesima edizione del Festi-val di Sanberniero è an-

data! Come ogni anno, dopo duree faticose prove, la kermesse ca-nora che si svolge nella parrocchiadel Sacro Cuore di Eboli si è rive-lata un vero e proprio successo dicritica e di pubblico! Quest’anno inostri autori, Antonio Di Cosmoaiutato da Amedeo Fine, hannopensato bene di programmare duegare canore: la prima per la cate-goria “ARTISTI” e la seconda perla categoria “VECCHIE GLO-RIE”. Della categoria “ARTISTI”hanno fatto parte i ragazzi che fre-quentano i Gruppi di Formazionedella nostra parrocchia: FrancescaLanzara, Maria Rosaria Petrosino,Alessandra Gallotta, Federica Ca-puto, Roberta Bufano, GiuseppeBuccella, Laura Pitetto, e il duoMario Giordano e Ambra Di Gia-como. Per quanto riguarda la cate-goria “VECCHIE GLORIE”, han-no partecipato alla gara i genitoridei ragazzi che frequentano il Ca-techismo, ossia: Luigi D’Arco,Maria Rosaria Barrella, LoredanaCaputo, Donato Petrosino e Iolan-da Persano. Oltre alle due granbelle gare canore, ad animare laserata sono stati sketch, balletti, eparodie di pubblicità e telenovele.Gli sketch comici sono stati realiz-zati da Luca Carbone, e Giuseppe

e Francesco Giarletta nelle vestidel trio comico composto da Aldo,Giovanni e Giacomo. Un altro “co-mico” che ha riscosso molto suc-cesso durante la serata è statoGennaro Pierro, nei panni di “Gi-gino”, un simpatico personaggioche ha suscitato tanta ilarità. Il cor-po di ballo composto da AgnesePetraglia, Anna Maiorino, SilviaCupo, Rosaria Albanese, Emanue-la Vivone e Roberta Gallotta, inve-ce, si è impegnato nella realizza-zione di diverse coreografie sottol’attenta regia di Vito Re. A riscuo-tere successo sono state anche lacarrellata di pubblicità, realizzatadal Laboratorio Multimediale-Im-magine, e la parodia della teleno-vela “Beautiful” in tre puntate rea-lizzate dai “nostri attori”, ovvero iragazzi della Comunità parrocchia-le. Dopo tante belle emozioni, atrionfare sono stati: per la catego-ria “VECCHIE GLORIE”, Lore-dana Caputo; per la categoria “AR-TISTI”, Mario Giordano e AmbraDi Giacomo. Questi ultimi chesono due giovani che frequentanoil Gruppo Giovanissimi, inoltre,hanno vinto anche il premio dellacritica, ossia del pubblico presentein sala, che è rimasto molto com-piaciuto delle performance degliartisti che sono saliti sul palco del-l’auditorium “Vincenzo Favale”.

Linda Scotese

Con nomina del 1° giugno S. E. mons. Luigi Moretti, ha nominato don Giuseppe Landi parroco della parrocchia dei SantiBernardino, Bartolomeo e Michele Arcangelo in Montecorvino Pugliano e don Roberto Faccenda vice parroco al Sacro Cuore

Dopo quattro anni donGiuseppe Landi lascia ilSacro Cuore con la no-

mina a nuovo parroco in Monte-corvino Pugliano, nella parroc-chia dov’era parroco don RobertoFaccenda, che prende il suo po-sto nella parrocchia del rionePescara dove è nata la sua vo-cazione sacerdotale.Don Giuseppe Landi è stato sa-lutato da tutta la comunità par-rocchiale domenica 29 maggiodurante la Festa della Famiglia.Dal calendario parrocchiale leg-giamo che proprio quel giorno cisarebbe stata la festa per il suoquarto anno al Sacro Cuore, in-vece, si ringrazia il giovane par-roco “In solidum” per il suo pre-zioso apporto che ha donato allanostra comunità parrocchiale,specialmente tra i giovani.L’avvicendamento tra don Giu-seppe Landi e don Roberto Fac-cenda è stato voluto dal vescovomons. Luigi Moretti per le ne-cessità pastorali delle due par-rocchie. Ricordiamo che donRoberto Faccenda è il responsa-bile della Sezione Amministrativadell’Economato della Diocesimentre don Giuseppe Guarigliaè l’Economo. I due sacerdoti conquesta nuova carica di don Ro-berto si possono alternare con piùfacilità nella guida della comu-nità parrocchiale del Sacro Cuo-re, e la parrocchia dei Santi Ber-nardino, Bartolomeo e MicheleArcangelo può avere un parrocopiù disponibile per il fatto chenon ha gravosi impegni in curia.

Don Giuseppe Landi in pienospirito di obbedienza al propriopastore ha accettato senza reti-cenze l’avvicendamento.Naturalmente quando la comu-nità di Eboli ha ricevuto la noti-zia da mons. Marcello De Maiodurante la Santa Messa delle oredieci è rimasta un po’ confusa.Le dovute spiegazioni sono arri-vate subito nel pomeriggio quan-do è stata convocata un’assem-blea parrocchiale straordinariadove don Giuseppe Guariglia haspiegato nei minimi dettagli tuttii motivi delle nuove nomine.Le numerose persone presentinell’Auditorium “Vincenzo Fa-vale” dopo l’intervento del par-

roco don Giuseppe Guarigliahanno subito fatto domande benprecise sulla nuova conduzionedella parrocchia, che comunqueanche con i nuovi incarichi, in

La nostra comunità, sempre attenta ai vari eventi delsuo territorio, non poteva ignorare un anniversario dicosì grande importanza, il raggiungimento dei 100 anni

della nonna Peppina Letteriello vedova Reppuccia.Abbiamo così voluto ricordare questo traguardo con un’inter-vista alla nonna della nostra parrocchia.

I cento anni dinonna Peppina

confronto agli anni passati, si tro-verà sempre in difficoltà per lenumerose attività che vi si svol-gono.

Paolo Sgroia

(servizio a pag. 28)

Sante Messe allaMadonna della Catena

(servizio a pag. 10)

di Sueva Mazzocchi

di Raffaele Giordano

Francesco Mottolaordinato presbitero

di Paolo Sgroia

Ci ha pensato un po’ ma poi ha detto sì alla volontà di Dio.Stiamo parlando dello storico Francesco Mottola che èstato ordinato presbitero il 15 maggio di quest’anno nel-

la cattedrale di Napoli.

La cappella dedicata alla Madonna della Cate-na, nell’omonima contrada, è stata riaperta aifedeli, con l’ultimazione dei lavori di ristruttu-

razione.

Dialogo giugno 20112 VITA DI COMUNITÀ

“Dialogo”

Direttore ResponsabileCarmine Galdi

Direttore EditorialeGiuseppe Guariglia

Vice Direttore EditorialeRoberto Faccenda

Coordinatore EditorialePaolo Sgroia

SegreteriaMonica Tedesco

Comitato di Redazione:Sabato Bufano, Antonio DiCosmo, Raffaele Giordano,Biagio Tomada, VincenzoFaccenda, Elena Vecchio,Cosimina Pili, Amedeo Fine,Anna Maria Letteriello, Ma-ria Luisa Nardiello, LucaMontefusco, Linda Scotese.

Stampa:“Print” - Battipaglia (SA)

Supplemento delmensile “La Voce”

La nostra comunità, sempreattenta ai vari eventi delsuo territorio, non poteva

ignorare un anniversario di cosìgrande importanza, il raggiungi-mento dei 100 anni della nonnaPeppina Letteriello vedova Rep-puccia.Abbiamo così voluto ricordarequesto traguardo con un’intervistaalla nonna della nostra parrocchia,

I 100 anni di nonna Peppina

in cui lei ci racconta e rimembra ilsuo vissuto da giovane donna, mo-glie, madre e appunto nonna e bi-snonna esemplare.

Cosa ricorda della sua infan-zia? cosa le piaceva fare?Mi piaceva tanto la matematica,ero brava nel fare i calcoli, mentremio fratello no, e capitava che loaiutavo spesso. Gran parte dei miei

ricordi sono ambientati nella bot-tega di famiglia, dove vendevamodi tutto ed io ero molto abile e velo-ce nel conteggio.

Ed invece della sua fanciul-lezza?Venni assunta come contabile pres-so un’azienda ed ero anche lì mol-to precisa.Mi dicevano anche che ero unabella ragazza, ero molto ambita aimiei tempi. Fui promessa sposa a10 anni ad un baldo giovane di noveanni più grande di me e lo aspettaiper sette anni.

Il baldo giovane diventò poisuo marito?Ebbene sì, Benedetto Reppuccia,rimase orfano a 12 anni e per aiu-tare la sua famiglia partì con i suoifratelli per cercar lavoro a Boston.Ha fatto tanti sacrifici nella sua vita,fin da quando era bambino. Ed eraun bellissimo uomo, davvero, ri-cordo che anche mio padre lo di-ceva sempre.

Quando vi siete sposati poi?Il 25 novembre del 1929, dopo soli11 mesi dal suo ritorno in Italia.Ci siamo detti il fatidico sì nellachiesa di Zappino a Campagna emi accompagnò all’altare mio fra-tello Isaia. Avevo un abito bianco ecorto, era il primo abito di quel co-lore, le altre spose preferivano tut-te abiti più colorati a quei tempi.

E la sua vita matrimonialecome la ricorda?Ricordo i sacrifici per costruirciuna bellissima casa a Santa MariaLa Nova ma eravamo tanti feliciinsieme ai nostri cinque figli: Raf-faele, Carmine, Anna, Antoniettae Rosa.

Chiediamo anche ai figli cosapensano della madre Peppi-na:Nostra madre non si arrabbiavaquasi mai, mai che sia riuscita adarci neanche uno schiaffo. Ci fa-ceva lavorare e tanto ma stavamosempre insieme e soprattutto sen-

tivamo sempre la presenza di Dionella nostra vita, ci ha trasmessoda sempre una gran fede. Uno deiricordi più belli è quando la seratutti insieme ci raccoglievamo perrecitare il rosario, dopo una gior-nata di lavoro.

Ed ora Nonna Peppina cosasi aspetta dal futuro?Spero non manchi mai nella miafamiglia la salute e la serenità, eche soprattutto tutti si voglianobene, sia i grandi che i piccoli; cherimangano sempre uniti, cosìcome lo siamo stati noi.

Grazie nonna Peppina, dell’inter-vista che ci ha rilasciato, che è te-stimonianza vera e autentica di vitavissuta, esempio per le future ge-nerazioni.A nome mio, dei parroci e di tuttal’intera comunità del Sacro Cuore,le auguriamo un’infinità di auguriper questo suo straordinario tra-guardo .

Raffaele Giordano

Sabato 5 febbraio 2011, nel-la nostra comunità parrocchiale, si è tenuta una ve-

glia di preghiera in preparazionealla Giornata per la Vita. Il tema sucui la Chiesa ci ha chiesto di riflet-tere quest’anno è ”Educare allapienezza della vita”.Come ci dicono i vescovi nel loromessaggio “l’educazione è la sfi-da e il compito a cui tutti siamochiamati “, quindi dobbiamo im-pegnarci a far crescere una cultu-ra della vita che la accolga e lacustodisca dal concepimento al suotermine naturale.La veglia di preghiera è stata divi-sa in tre momenti: la recita dei pri-mi vespri della domenica, quindila lode al Signore e l’ascolto di al-cune testimonianze con la rifles-sione del celebrante.Dopo la recita dei vespri solenni,con commento ad ogni salmo ed il“magnificat” cantato, abbiamoascoltato la lettura di due testimo-nianze.La prima è stata quella straordina-ria del ginecologo Antonio Orien-te, abortista pentito, il quale crede-va di aiutare le persone che anda-vano nel suo studio chiedendoglidi abortire, in quanto riteneval’aborto una forma di assistenzaalle persone che avevano un “pro-blema”.Sua moglie, invece era una donnadi preghiera e per lei era una sof-ferenza non avere figli. La vita del

Dott. Oriente cambiò grazie ad unacoppia di suoi pazienti, che lui se-guiva da tempo, i quali lo invitaro-no ad un incontro di preghiera, per-ché secondo loro l’unica personache poteva veramente aiutarlo adare un senso alla sua vita era GesùCristo. All’inizio lui ebbe dei ten-tennamenti, ma una sera decise diprendere parte ad uno di quegli in-contri per dedicare qualche istantealla preghiera e fu in quel momen-to che la sua vita cambiò comple-

tamente. Una sera tornò a casa etrovò la moglie che stava pocobene, e dalle indagini scoprironoche stavano aspettando un bambi-no.Attualmente il Dott. Oriente hameno soldi, è meno famoso, ma èricco dei suoi familiari, e soprat-tutto ricco dell’amore di Dio.L’altra testimonianza aveva comeprotagonisti due ragazzi, Carlo di19 anni che abitava in Veneto eMaria Cristina di 16 che abitava a

Educare alla pienezza della VitaPreghiera in preparazione alla Giornata per la Vita

Milano. Si erano conosciuti unasera uscendo con amici comuni,ma Carlo capì subito che MariaCristina era una persona speciale,aveva uno sguardo allegro, ema-nava una luce raggiante, ma ave-va dentro di lei il desiderio di di-ventare la sposa di Dio.Un anno dopo da quell’incontro,Maria Cristina scoprì che il Signo-re aveva altri progetti per lei. Carloe Maria Cristina si innamoraronoe misero su una splendida fami-glia, con due figli ed il terzo in arri-vo, ma nei primi mesi di gravidan-za scoprono che Maria Cristinaaveva un tumore e che per curarsidoveva abortire, come le avevaconsigliato il medico.Da quel momento questa madrecoraggio visse l’amore con il dolo-re, anche perché Carlo non condi-videva quella scelta, che gli avreb-be portato via la moglie che ama-va.Il Signore, con il tempo ha guaritoil cuore di Carlo che ha scopertoun Dio misericordioso che ama luie tutti i suoi figli, e solo così è riu-scito a ritrovare la serenità.Dopo aver ascoltato queste bellis-sime testimonianze, c’è stata la ri-flessione del celebrante, il qualeha messo in evidenza che noi tuttisiamo “una matita nelle mani diDio”, e vivere in pienezza la vitasignifica avere fiducia in Lui e neisuoi progetti.

Lucia D’Ambrosio

Veglia per i malati di lebbra

Anche quest’anno, in oc-casione della 58ma gior-nata mondiale dei mala-

ti di lebbra, nella chiesa Sacro Cuo-re di Gesù si è tenuta una veglia dipreghiera: tutti i gruppi di forma-zione hanno partecipato a questaricorrenza.Durante la Veglia abbiamo ascol-tato delle letture intervallate dacanti: la prima lettura parlava delgiornalista e poeta francese RaoulFollereau "l’apostolo dei lebbrosi",che ha dedicato tutta la sua vita acombattere questa malattia; la se-conda lettura, tratta dal Testamen-to ai Giovani, era una sorta di innoa tutta la gioventù del mondo; la

terza lettura, tratta dalla lettera diS. Paolo ai Corinzi, parlava dei ca-rismi che Dio dà come doni per ilbene comune; infine, la quarta let-tura era una testimonianza di P.Bruno Orrù, missionario saveria-no in Indonesia, il quale ogni annocelebra il Natale tra i lebbrosi. Ilsenso di questa giornata, e dellaVeglia in particolare, consiste nelvoler combattere l’indifferenza,l’egoismo e l’ingiustizia nei con-fronti dei malati di lebbra: infattiquesta malattia, spesso, porta al-l’emarginazione che causa unamorte sociale prima ancora di quel-la fisica.

Linda Scotese

Una morte sociale

Dialogogiugno 2011 3CRESIME ADULTI

Il percorso di fede per lapreparazione al Sacra-mento della Conferma-

zione, per me e come pen-so anche per gli altri, è sta-ta un’esperienza nuova enello stesso tempo moltobella.In ogni appuntamento se-rale c’è stato modo di scam-biare diverse opinioni sulSacramento della Cresima,ed in particolar modo avvi-

Il 13 febbraio 2011 ho ri-cevuto con altre perso-ne il Sacramento della

Confermazione, dopo averseguito un interessantecorso di preparazione chemi è stato utile per appro-fondire le mie conoscenzein materia religiosa e quin-

Il mio pensiero dopoaver ricevuto la Cresima

cinarsi a Dio, nostro Signo-re.Il tutto insegnato in modoeccepibile dal gruppo di ca-techisti e dai parroci donGiuseppe Guariglia e donGiuseppe Landi.Inoltre sono rimasto im-pressionato da come unacomunità parrocchialecome quella del Sacro Cuo-re di Gesù sia così unita atal punto di aver creato tut-

to quello che è oggi: dai la-boratori, ai vari musical, alteatro, ecc., tutti uniti perun’unica cosa che “dovreb-be” accomunare un po’ tut-ti verso il cammino dellaFede.Infine voglio ringraziarenuovamente tutti coloro checi hanno seguiti e guidativerso questo cammino spi-rituale.

Cosimo Zottoli

di capire meglio il significa-to del Sacramento.Tale passo è una tappa im-portante e fondamentaledella vita di ogni credente,in quanto riceve il donodello Spirito Santo, che lofortifica facendolo testimo-ne della parola di Dio.

La Confermazione, insie-me con il Battesimo e l’Eu-carestia, costituisce uno deiSacramenti cardini dellavita cristiana.Con il Battesimo veniamoliberati dal peccato origina-le e incorporati nella Chie-sa; con il dono dell’Eucare-stia, ci sosteniamo duranteil nostro cammino e resipartecipi della Salvezza tra-mite il Sacrificio di Cristo; edinfine la Confermazionegrazie alla quale confer-miamo il nostro credo equindi la nostra apparte-nenza a Cristo e ci si impe-gna a seguire gli insegna-menti dettati dalla fede cri-stiana.Si può aggiungere, inoltre,che la Confermazione oCresima- quest’ultima paro-la deriva dal greco e signi-fica Unto- indica sia il ge-sto dell’unzione che vienefatto dal Vescovo, sia lasostanza con cui è compiu-ta, e cioè l’olio.Perciò si può dire che laCresima è l’Unzione del cri-stiano o conferma delle pro-messe battesimali fatta confede e maturità.

Alfredo Glielmi

Ho seguito con interesseil Corso di Preparazione

Sono stati cresimati:Buccella Assuntina, De Filippo Roberto, Del Giudice Antonella, Di Michele Angelo, Gargiulo Nunzia,

Glielmi Alfredo, Nitto Luana, Palmieri Antonino, Probo Luca, Solitro Antonio, Zottoli Cosimo.

Dialogo giugno 2011

Ritiro! Giornata in cui si riflette, cisi interroga sul significato dellasequela di Gesù per ogni cristia-

no. Nella nostra comunità, i Gruppi di For-mazione vivono una giornata di ritiro spiri-tuale, sia nel periodo di Avvento, sia nelperiodo di Quaresima. Quaresima: quaran-ta giorni di preparazione alla Pasqua, i qua-ranta giorni di Gesù nel deserto tentato daldiavolo. Questo periodo è formato da cin-que domeniche, nelle quali ogni gruppo diformazione, vive una giornata di ritiro.Nella prima domenica di Quaresima, ilgruppo dell’Apostolato della preghiera, in-sieme a Don Peppe Landi , ha meditatosul Vangelo della domenica: le Tentazio-ni. Il ritiro è iniziato alle ore nove con l’ac-coglienza, con la celebrazione delle lodi,e la partecipazione alla Santa Messa. Conl’aiuto di Don Peppe Landi, hanno riflettu-to sul significato delle tentazioni di Gesù,come esempio per noi. Infatti, lui mettevain evidenza il fatto che questo vangelo poneun interrogativo, come un Dio che si incar-na e si lasci tentare. Noi pensiamo che sipresentano le tentazioni, perche siamo fra-gili, invece quello della tentazione è un pe-riodo di correzione, di crescita, la tenta-zione viene a dire al nostro spirito: “forzaè il momento di crescere, di sperare”. Nellaseconda domenica di Quaresima, invece,si è svolto il ritiro dei Gruppi Famiglia. Ilprogramma della giornata è stato il seguen-te: ore nove accoglienza, 9.15 celebrazio-ne delle lodi, ore dieci Santa Messa, oreundici spunti di riflessione da parte del sa-cerdote. Il tema del ritiro è stato: La Spe-ranza. Hanno riflettuto, meditato su questo

tema a partire da un brano del Vangelo diGiovanni diviso in tre parti: “La speranzasa attendere. Ho ancora molte cose da dir-vi”. Secondo Gesù, la speranza si alimen-ta nella predisposizione a pensare che cisono ancora cose da sapere, come singolie come umanità. Il credente incomincia asperare, se crede davvero che Gesù me-diante il suo spirito, ci può dire e ci può farcapire qualcosa. Se vuoi vivere di speran-za, accetta che ci sono dei pesi che ancoranon sei in grado di portare: la complessitàdella vita , il dramma della morte, la delu-sione dell’arroganza e il dubbio della fede.La speranza è umile, ed è una sorella chesta sempre in preghiera”. La speranza co-nosce l’assenza: “Un poco e non mi ve-drete più”. La speranza, talvolta nella vitaè come un fiume carsico, prima è impe-tuosa e affascinante, poi improvvisamen-te scompare, è debole, sopraffatta dallafatica del quotidiano. Quando non c’e Gesùla speranza perde il suo respiro. “La spe-ranza vince il mondo. Avrete tribolazionima abbiate coraggio”. Se vogliamo viveredi speranza è assolutamente necessario eli-minare dalla nostra mente ogni forma dipresunzione; la presunzione di conoscereDio apertamente. Gesù ci avverte: se vo-lete vivere di speranza siate semplici eumili, perché non ai sapienti e agli intelli-genti di questo mondo, ma ai piccoli e aipoveri viene rivelato il mistero del Regno.Gesù lasciò quest’ultima parola a tutti noi:“Vi ho detto questo perché abbiate pace inme. Nel mondo avete tribolazioni, ma ab-biate coraggio: io ho vinto il mondo!”.

Lucia D’Ambrosio

Tutte le religioni per esprimere ecomunicare le realtà spirituali uti-lizzano un linguaggio metaforico

fatto di gesti e di parole che mediano l’in-contro con il divino. Abbiamo da poco cele-brato i riti della Settimana Santa che sonoparticolarmente ricchi di momenti dal pro-fondo contenuto simbolico.Questi giorni sono per noi i più importantidell anno, ci offrono l opportunità di immer-

gerci negli eventi centrali della Redenzio-ne, di rivivere il Mistero pasquale, il grandeMistero della fede. Nella Domenica dellePalme, che segna l’inizio della Settima San-ta, facciamo memoria dell’ingresso di Cri-sto in Gerusalemme per compiervi il suoMistero pasquale e nella liturgia di questogiorno rivivono e si rivelano i due aspettifondamentali della Pasqua: la realizzazio-ne delle profezie messianiche su Gesù e la

memoria della sua Passione, per questo bi-sogna dare il giusto rilievo alla processionein onore di Cristo Re, facendo attenzione anon dare valore soltanto al ramo d’ulivo,trascurando il vero significato della celebra-zione. Nei giorni conclusivi della Quaresi-ma (Lunedì santo, Martedì santo e Merco-ledì santo) sarebbe bene accostarsi al sa-cramento della riconciliazione per viverepiù coerentemente il mistero della Pasqua.Arriviamo così al Triduo pasquale dellaPassione e Resurrezione del Signore, ovve-ro il centro, il cuore, dell’anno liturgico per-ché in esso sono rivelate le due verità es-senziali della nostra fede: Gesù è risuscita-to, Dio è amore.Il Triduo che ha inizio con la Messa in“Coena Domini”, ha il suo fulcro nella Ve-glia pasquale e termina con i Vespri dellaDomenica di Resurrezione, celebra la real-tà della Pasqua in tre giorni: il venerdì cele-bra la morte, il sabato la sepoltura, la dome-nica la resurrezione. Ogni giorno del triduorichiama l’altro e si apre sull’altro. Il Giove-dì santo comprende due momenti: in matti-nata, in cattedrale, il Vescovo con tutti i sa-cerdoti della diocesi, celebra la Messa cri-smale durante la quale sono benedetti il Cri-sma (l’olio profumato utilizzato nel Battesi-mo, nella Cresima e nell’Ordine), l’Olio deicatecumeni, l’Olio degli infermi e i sacer-doti rinnovano le promesse fatte nel giornodella loro ordinazione presbiterale. La sera

si celebra poi la Messa in “Coena Domini”in cui si ricorda l’istituzione dell’Eucaristia,celebrando il memoriale dell’ultima cena.Questa messa ha un carattere festivo, unita-rio e comunitario. Il Vangelo parla della fi-gura di Cristo che, pur essendo Signore emaestro, si fa servo, lavando i piedi agli apo-stoli. In questo contesto va visto il rito della“lavanda dei piedi” che si può celebraredopo l’omelia e deve aiutare a comprende-re meglio il grande e fondamentale precettocristiano della carità fraterna.Al termine delle celebrazione della Messa,le ostie vengono processionalmente portatead un luogo debitamente preparato perchésiano esposte in un tabernacolo, adorate econservate per la comunione del Venerdìsanto. Tale luogo prende il nome di altaredella reposizione e “sepolcri“ come vienecomunemente ed erroneamente denomina-to. La Chiesa con il segno dell’adorazionevuole sottolineare anche la presenza per-manente di Cristo sotto le specie eucaristi-che. L’adorazione, che nella nostra parroc-chia dura tutta la notte, ha fino a mezzanotteil senso del ringraziamento, a quest’ora su-bentra poi il ricordo del tradimento, dellacattura, della passione e morte di Gesù. IlVenerdì santo non è un giorno di lutto e dipianto, ma un giorno di amorosa contem-plazione del sacrificio di Gesù. È giorno didigiuno, non si celebra la messa (l’altare èinteramente spoglio senza croce, senza can-

I Ritiri di Quaresima

La Settimana Santa: realizzazione delle profezie messianichedelieri e senza tovaglie), ma si celebraun’Azione Liturgica incentrata sulla letturadella passione, sulla presentazione e adora-zione della croce e sulla distribuzione delleostie consacrate durante la messa in “Coe-na Domini”. Il Sabato santo è il giorno in cuila Chiesa sosta presso il sepolcro del Signo-re, meditando la sua Passione e Morte, aste-nendosi dal celebrare la Messa: è un richia-mo ai credenti a “ritirarsi nel deserto” perrimanere soli davanti a Dio in una preghierasilenziosa, di puro ascolto.Giungiamo così alla veglia pasquale che ac-quista il valore simbolico dell’attesa dellavenuta del Signore. La ragione del caratterenotturno di questa celebrazione sta nel si-gnificato del passaggio dalle tenebre allaluce come passaggio di Israele dalla schia-vitù alla libertà, passaggio di Cristo dallamorte alla vita gloriosa, passaggio dei cre-denti in Cristo dalla morte del peccato allavita divina. È un rito molto suggestivo com-posto da quattro momenti principali: liturgiadella luce (il cero pasquale è simbolo di Cri-sto risorto, le candele che si accendono dalcero sono simbolo della vita nuova che ilSignore ci comunica mediante lo Spiritosanto nella sua Risurrezione), liturgia dellaparola, liturgia battesimale e liturgia eucari-stica. Ritroviamo qui tutto il mistero cristia-no, tutta la meraviglia dei sacramenti, tutto ilsenso del destino divino degli uomini.

Antonio Di Cosmo

VITA DI COMUNITÀ4

Se guardiamo nel settore liturgia del-la nostra parrocchia troviamo i mi-nistranti. A qualcuno può sorgere una

domanda spontanea: ma chi sono? I mini-stranti sono quei ragazzi dai 6 ai 30 annicirca che la domenica e nei giorni della set-timana servono all’altare. Ma i ministrantinon servono solo all’altare, sono parte vivadi tante altre celebrazioni liturgiche, come ibattesimi e funerali, siamo anche parte atti-va delle processioni cittadine. Dopo questabreve descrizione di chi è il ministrante po-treste pensare che siamo solo presenti tec-nicamente nella liturgia, questo è sicura-mente uno dei nostri ruoli fondamentali, per-ché cerchiamo di rendere la celebrazionemolto fluida e intensa, ma un ministranteche serve davvero Dio, lo serve prima nellavita quotidiana e poi sull’altare. Ogni mini-strante nella vita di tutti i giorni può essereun semplice studente o un semplice lavora-tore, ma in ogni azione che compie va fierodi stare a stretto contatto con Dio. Ognuno dinoi è chiamato da Dio a questo compito,può definirsi un prescelto. Il Gruppo Mini-stranti della nostra parrocchia è molto pre-parato e disponibile, infatti, garantisce il ser-vizio all’altare in tutte le Sante Messe dellanostra parrocchia, anche quelle settimanali,garantisce il servizio ai funerali e ai battesi-mi, tutto questo perché abbiamo rispostoconcretamente sì, e ci mettiamo al serviziodi Dio e della nostra Comunità. Di tanto intanto soprattutto con i più piccoli ci incon-triamo e cerchiamo di migliorare la nostra

Come e quando serviamo Dio

preparazione liturgica. I nostri incontri nonsono solo centrati sulla liturgia ma soprat-tutto quando ci incontriamo con i più grandifacciamo il punto sul nostro cammino difede, perché un buon ministrante fa sem-pre prima un buon cammino di fede. I mi-nistranti vivono tutti gli aspetti della Comu-nità parrocchiale: la preghiera, la forma-zione, il servizio e la convivialità, sì propriocosì anche noi di tanto in tanto ci incontria-mo e ci divertiamo giocando tutti insieme,e poi per terminare questo momento belloci fermiamo a mangiare la pizza, che ognivolta le nostre signore ci preparano con tan-to impegno. Prima di chiudere quest’annopastorale ci aspetta come sempre un altroimpegno: la giornata diocesana del mini-

strante. Tutti gli anni il nostro gruppo va a vive-re questa giornata di alto contenuto formativoal Seminario Metropolitano di Pontecagnano,è una giornata ricca di attività, preghiera econvivialità, preparata dai seminaristi della no-stra diocesi. A proposito di seminaristi un rin-graziamento come Gruppo Ministranti va fat-to sicuramente all’ormai ex seminarista e no-stro diacono don Davide Di Cosmo, una per-sona squisita, che è la guida insieme ai re-sponsabili di questo gruppo, perché ci indiriz-za sempre sulla strada giusta e non fa manca-re mai il suo sostegno con la preghiera. Dopoquesto appuntamento state tranquilli che nonci fermeremo, perché noi siamo servi di Dioper amore e per volontà sua.

Luca Montefusco

Gruppo Ministranti

Dialogogiugno 2011 5

Il giorno 1° aprile scorso alleore 20.30 si è svolto, pressol’auditorium “Vincenzo Fava-

le”, un incontro per riflettere sultema del paranormale, tenuto daDon Lorenzo Gallo, parroco dellaParrocchia S. Maria Regina Pacis,in Fuorni, nonché Padre Spiritualepresso il Seminario Metropolitanodi Pontecagnano Faiano.Don Lorenzo ci ha dato dei chiari-menti in merito a questioni di cui siè sempre parlato e discusso nelcorso dei tempi, di aspetti che dasempre hanno incuriosito e attrattol’attenzione dell’uomo, ovvero tuttociò che l’uomo non vede e non toc-ca materialmente, ma che esisteintorno a noi, come dimensioneinvisibile che agisce attraversopercezioni, indicazioni, tentazioni,problemi, magia, possessione, in-festazione….È un mondo che fa parte di noi,della creazione dell’universo, delcielo e della terra, di un cielo noninteso in senso stretto e materiale,ma del complesso di tutto ciò che

Conferenza su temi spirituali:il mondo del paranormale

Incontro con don Lorenzo Gallo

è spirituale.Don Giuseppe Landi ha fatto unapremessa per evitare dubbi o ma-lintesi, nel senso che l’incontro èstata un’occasione per parlare diDio anche attraverso tali argomen-ti, di Dio che è Bene Assoluto, incontrapposizione al male, che ètutto ciò che ostacola il bene, che ècontrario alle manifestazioni delBene.

Don Lorenzo ci ha spiegato chel’umanità nasce pagana, ma vaevangelizzata, ovvero aiutata dal-la Chiesa che ha gli strumenti utili(sacerdoti, psicologi, psicoterapeu-ti), per capire se realmente si veri-ficano manifestazioni del male,come possessioni, vessazioni, in-festazioni, ossessioni, le quali aloro volta si caratterizzano per di-verse gradazioni. Il maligno è la

VITA DI COMUNITÀ

“scimmia di Dio”, mette al con-trario tutto ciò che viene da Dio,ovvero lo vuole imitare a suo pia-cimento; inoltre i demoni hanno unnome, che non rivelano quando simanifestano nella realtà umana,altrimenti sarebbe individuato dal-le persone vittime delle sue perse-cuzioni. È la potestà della Chiesache costringe il demone a rivelar-si. Ogni demone ha proprie carat-teristiche, soprattutto nei modi dimanifestarsi, come orario, giorni,simboli, modalità. I presenti hannopartecipato attivamente all’incon-tro con domande e osservazioni,alle quali Don Lorenzo ha replica-to con chiarezza e gentilezza, e ciha promesso di continuare la di-scussione attraverso altri incontri,per cercare di approfondire tantiaspetti ma soprattutto tanti dubbi,forse causati da una scarsa cono-scenza di ciò che il Bene e di ciòche è il male, ovviamente affidan-dosi al Lui che tutto sa e conosce,che è Sommo Bene: Dio.

Anna Maria Letteriello

Venerdì 13 maggio alleore 20,30 presso l’audi-torium “Vincenzo Fava-

le” della nostra comunità parroc-chiale si è tenuta la conferenza daltitolo “ Eboli: Assimilazione o In-tegrazione delle famiglie Rom”.Tale focus tematico è stato solo ilprimo di altri incontri che si terran-no a Salerno e Siano.La conferenza è stata arricchita

Eboli: Assimilazione oIntegrazione delle famiglie Rom

Mostra e Conferenza nell’Auditorium “Vincenzo Favale”

dalla mostra “Fuori Campo”, pan-nelli raffiguranti le peculiarità del-la civiltà Rom tra le quali la musi-ca e l’allevamento . L’evento havisto la partecipazione del vice sin-daco di Eboli, Antonio Conte, maanche e soprattutto di elementi dispicco della Caritas diocesana trai quali: Don Marco Russo (diretto-re della Caritas diocesana); Ger-mano Veratto (coordinatore della

Caritas diocesana); Carmela Mol-lo (operatrice Caritas); hanno inol-tre preso parte attivamente al di-battito-discussione il prof. MarioMancinelli del Suor Orsola Benin-casa e il coordinatore dell’associa-zione “L’Astronave a pedali” il sig.Raffaele Leso.Il primo a prendere la parola è sta-to Don Marco Russo il quale haillustrato il progetto portato avanti

dalla Caritas diocesana di Salernonato nel 2009, teso ad un censi-mento dei gruppi in Eboli, Salernoe Siano, zone nelle quali si è sco-perto esserci la più popolosa pre-senza Rom ma anche finalizzatoad un incontro con loro e con chi lifrequenta per meglio conoscerequesto popolo sul quale molto spes-so vi sono solo falsi pregiudizi.Nella nostra città, Eboli, la loro pre-senza è stimata all’incirca da 50/60 anni . Purtroppo però nonostan-te siano tanti anni che vivono inEboli ancora adesso non sono to-talmente integrati nel tessuto so-ciale della nostra cittadina, infatti,molti di loro tendono a nasconderele loro origini per paura di essereetichettati ed emarginati, pertantohanno relazioni solo con altri Rom.Molto spesso ancora oggi loro nonvengono ben visti. Per questo stes-so motivo Don Marco Russo con isuoi collaboratori nel 2009 ha gira-to un po’ per la provincia salernita-na portando avanti questa indagi-ne. Subito a seguire l’intervento diDon Marco Russo è stata la voltadella dott.sa Mollo la quale ha ri-marcato l’importanza dei viveri per

poter almeno una volta al giornomettere qualcosa sotto i denti. L’in-contro è proseguito con il susse-guirsi da parte di tutti i relatori dianeddoti, storie, di piccole integra-zioni o di semplice confronto. Laconferenza si è presto trasformatain una sorta di raccolte di testimo-nianze a partire dai relatori. Il tuttoè stato molto interessante ancheperché alla luce di quello che stacolpendo Lampedusa non possia-mo permetterci il lusso di ignorarequella che ormai è una realtà sem-pre più viva e presente non solo adEboli, Siano e Salerno ma un po’in tutto il mondo. Non possiamo farfinta di ignorarla o disprezzarla, sitratta di esseri umani. Successiva-mente ha preso la parola il coordi-natore dell’ Associazione “L’astro-nave a pedali” il quale ha sottoli-neato la fondamentale importanzadell’istruzione che per molti Romè un lusso o è fonte di emargina-zione. Ognuno di loro ha portato

inoltre la sua piccola esperienza.Forte la presenza dei giovani e gio-vanissimi nonostante si pensi chesiano ancora troppo piccoli e pocointeressati a tali tematiche. Il tem-po è sembrato volare. È stato pre-sente in sala anche Liziero un gio-vane Rom che ha voluto prenderparte all’incontro.È stato per la Caritas un momentodi fondamentale importanza ancheperché loro dalla loro esperienzahanno compreso che molti Romsono restii ad integrarsi in contestiche non siano propri del mondoRom.Purtroppo il problema dell’integra-zione nonostante siano da parec-chi anni presenti sul territorio ebo-litano, salernitano e di Siano non èper niente risolto anzi rimane unadelle difficoltà che maggiormentesi percepisce nonostante parecchisiano cittadini ebolitani in quantonati nella nostra città.

Vincenzo Faccenda

Venerdì 30 aprile Don Lo-renzo Gallo ha tenutonella nostra Parrocchia

la sua seconda e ultima conferen-za su temi di spiritualità.Il tema della conferenza era “I vizi,e le divisioni che provocano in noie con gli altri”. Don Lorenzo è sta-to molto bravo e semplice ad af-frontare temi così difficili, e appe-na ha preso la parola ha puntualiz-zato che i vizi li possiamo chiama-re anche “demoni”, perché al con-trario delle virtù che sono abiti po-sitivi i vizi o demoni sono abiti ne-gativi.Noi conosciamo i sette vizi capita-li, ma Don Lorenzo Gallo ha pre-cisato che non esistono solo que-sti, ma ne esistono tanti altri. Connoi ha voluto analizzare i vizi chepiù ci accompagnano nella nostravita quotidiana. Il vizio della golanon è il vizio di chi ama fare gran-di pranzi o grandi cene ma è undemone che opera realizzando inostri bisogni primari, trovando unagiustificazione. Il vizio dell’avari-

I vizi e le divisioniche provocano

in noi e con gli altrizia, è un vizio ad onda lunga, per-ché gioca sul nostro bisogno di al-cune cose, che teniamo per noiproprio perché ne abbiamo biso-gno, l’avaro porta una divisione conl’altro, diventa un lontano.Il vizio della lussuria non agiscesulla mente, ma sul nostro statoemotivo, sui nostri ormoni, e il suoscopo non è quello di farci pecca-re ma è quello di non farci ricono-scere più: è il vizio che fa menodanni mentre noi pensiamo il con-trario. Il vizio della tristezza, na-sce da un diritto, quello di soffrire,la tristezza ammazza la speranzacioè Dio.Il vizio dell’accidia ci fa rimanda-re il rapporto con Dio, oppone l’ioa Dio e ci fa pensare che questotempo non è di Dio ma nostro.Questi sono i vizi analizzati da DonLorenzo che infine ci ha dato unconsiglio per combatterli, che è ilseguente: “Non pensare che il no-stro buon senso sia migliore di quel-lo degli altri”.

Luca Montefusco

Dialogo giugno 20116 FESTIVAL DI SANBERNIERO

E anche un altro Festival di Sanber-niero è passato. Sembra ieri quan-do insieme all’equipe testi comin-

ciammo a preparare lo spettacolo, eppureera la fine del mese di gennaio.Mesi passati a cercare una formula, unapozione magica che ci avrebbe garantitoquantomeno un risultato dignitoso. È ba-stato poco però per capire che la magia

La ricerca di un qualcosa di “nuovo”

non sarebbe servita a niente, avevamo bi-sogno solo di una cosa. Del nostro lavoro.E allora via con l’individuazione dei pre-sentatori, fulcri imprescindibili per un buonspettacolo, la scelta della parte comica delfestival, l’organizzazione della serata e laricerca di un qualcosa di “nuovo” cheavrebbe arricchito un qualcosa di già ap-prezzato anche prima di esser messo in

scena. E già, tanto il Sanberniero la suafama già ce l’ha, pensavamo, e di lì unaleggera paura di non esser in grado di por-tare a termine un così importante compito.Il tempo passava, e più passava più arriva-vano idee e più si delineava quello chesarebbe andato in scena quel sabato 7 mag-gio. La sera prima dello spettacolo, dopole prove generali, una volta tornato a casa

riflettevo su tutto il tempo che avevamotrascorso per preparare lo spettacolo.Non riflettevo solo sul tempo che io e ilmio gruppo avevamo speso. Riflettevo sultempo e sull’impegno che l’intera comu-nità aveva messo a disposizione per porta-re a termine ciò che a ogni gruppo di lavo-ro spettava. Pensare alla scenografia, ailaboratori, alla falegnameria e a tutti colo-ro che per quella unica serata avevano la-vorato duramente era qualcosa di piace-volmente dolce. Pensavo che anche se l’in-domani qualcosa sarebbe andato stortonessuno aveva niente da rimproverarsiperché si era fatto il massimo per quelleche erano le possibilità di ognuno. E que-sta è già a priori una grande vittoria. Arrivail sabato, è quasi ora di andare in scena.Devo ammettere che anche se sul palconon dovevo salirci io le mie vene eranoattraversate da un formicolio emotivo si-curamente identificabile agli strani effetti

dell’adrenalina per un qualcosa a cui sitiene molto. La sala si inizia a riempire.Ora non c’è più tempo per provare o ag-giustare qualcosa. “Speriamo che vadatutto liscio” pensavo. Potevo anche nonfarlo. Ciò a cui ho assistito è stato qualcosadi stupendo. E non sto parlando della bel-lezza dei copioni, delle canzoni dei comi-ci e di quant’altro. Sto parlando della sere-nità che vedevo sui volti dei protagonisti, ildivertimento e la passione che ci metteva-no. È stato emozionante. È stato un qual-cosa che mi ha profondamente arricchitoperché il senso del tempo che doniamoalla comunità è proprio il servizio.Un servizio che ci rende tutti una sola fa-miglia, unita anche solo per regalare unattimo di serenità in una tranquilla sera pri-maverile. Mi viene da dire solo una cosaalla comunità del Sacro Cuore di cui conorgoglio faccio parte: Ad maiora!!!

Amedeo FineA gran voce posso trarre conclusioni positive dalla quindi-cesima edizione del Festival

più atteso dell’anno: “Il Festival di San-berniero”. Un’esperienza nuova per menelle vesti di presentatore ma altrettantoentusiasmante; nel corso degli anni purimprovvisandomi prima cantante, poi co-mico ed infine presentatore ho riscontra-to in tutte le occasioni un unico comunedenominatore: “il servizio”. E sofferman-domi su questo concetto, credo che sia lacolonna portante di questa parrocchia perla realizzazione di quanto di bello si èfatto e si continuerà a fare.Noto con piacere che le nuove genera-zioni esprimono un impegno massimo intutte le attività in cui sono coinvolte e que-sto è un segnale importante di quanto dibuono è stato seminato in passato. In con-clusione vorrei ringraziare tutte le perso-ne della parrocchia che hanno lavoratodietro le quinte , dando un contributo es-senziale alla riuscita di questo spettaco-lo. Non mi resta che salutarvi con un ar-rivederci alla sedicesima edizione.

Emmanuel Pili

Un’esperienza nuovanelle vesti di presentatore

Federica Mazzella, Emmanuel Pili e Liberata Riviello

Dialogogiugno 2011 7FESTIVAL DI SANBERNIERO

Era il 23 gennaio,data a me moltocara, perché quel

giorno festeggio il comple-anno, quest’anno passavoil mio diciannovesimo com-pleanno, era un pomeriggiocome gli altri, ma nell’ariarespiravo qualcosa di stra-namente bello.Non mi sbagliavo, il miocellulare squillò era Ame-deo Fine responsabile in-sieme ad Antonio Di Cosmodel Sanberniero.Amedeo mi chiese di farparte attiva dell’organizza-zione del festival insieme aMaria Rosaria Faccenda,Gaetano Di Giacomo eAgnese Petraglia, forse erauno dei regali di complean-no più belli che abbia mairicevuto. Accettai subito, edè qui che è iniziato il nostroSanberniero. Era la primaesperienza organizzativaper tutti, ma la voglia di fare,la nostra passione per ilservizio ci ha spinti ad ac-cettare. Subito nell’equi-pe si è respirata un’aria difiducia reciproca, ancheperché ci conoscevamo tut-

Il festival diSanberniero dalconcepimentoalla realizzazione

ti da tempo, e tutti abbiamorapporti di amicizia e di sti-ma che vanno al di là diogni attività parrocchiale.La prima scelta fondamen-tale da fare erano i presen-tatori, non è stato facilescegliere tra tanti giovanidella nostra Parrocchia, maalla fine abbiamo cercato discegliere considerandoanche che tutti erano indi-spensabili per realizzare ungrande Sanberniero. Il no-stro intento era di rappre-sentare un qualcosa dinuovo, qualcosa che rap-presentasse il nostro idea-le di divertimento e di spet-tacolo. Le idee fin da subi-to non sono mancate, al-l’inizio però erano un po’confuse ma poi incontran-doci spesso, anche fuoridalle mura parrocchiali, lenostre idee si sono affina-te. Si proprio così anchefuori dalle mura parrocchia-li perché la nostra idea diservizio è universale e nonsi manifesta solo nell’ambi-to parrocchiale. Più si avvi-cinava il tempo e più la vo-glia che quella sera la gen-

te doveva andarsene sor-ridente e applaudendo au-mentava in noi, così di con-seguenza anche il nostroimpegno e la nostra dedi-zione alla causa aumenta-va. A inizio marzo già ave-vamo steso una prima boz-za di copione, ma il megliodi quello che abbiamo fattoè stato fatto ad aprile, que-st’anno è stato già un meseliturgicamente intenso acausa della Pasqua, quin-di, è stato ancora più diffi-cile trovare tempo ed ener-gie, ma tutti credevamo for-temente in quello che face-vamo, anche grazie al so-stegno della nostra comu-nità, non voglio citare nes-suno in particolare, ma al-cune persone che hannocollaborato con noi hannomostrato grande disponibi-lità, a queste va un ringra-ziamento particolare. Apri-le però non è stato solo ilmese decisivo per la buo-na riuscita del Sanbernie-ro, è stato anche il mese piùduro per preparare lo spet-tacolo, il mese in cui allafine di ogni giornata quan-

do ci guardavamo in facciadicevamo: ci manca poco,abbiamo fatto il massimoche potevamo fare? Il mesein cui sembrava che tutto ciandasse contro e che nonavremmo rappresentato ilgrande spettacolo pensato,io credo che in questi mo-menti di sconforto una cosaci ha accomunato e ci hafatto tener testa: “tenderetutti insieme alla volontà diDio”.Ci siamo confortati a vicen-da con sms, lunghe chiac-chierate e ogni volta chesuccedeva una cosa delgenere sentivamo la pre-senza del Signore che cisorreggeva perché tuttoquesto era qualcosa di

grande anche ai suoi occhi.Senza nemmeno aver rea-lizzato la cosa è passataanche la settimana di pro-ve generali, e devo direche il nostro impegno nonè mai diminuito semmai èaumentato, ma è aumenta-ta anche l’idea in noi cheavevamo dato il massimo eche comunque per tutta laComunità parrocchiale sa-rebbe stato un successo-ne. Gli attimi che ricordocon maggiore gioia sono leore prima della kermesse,quando ancora avevamovoglia di rendere lo spetta-colo il più bello possibile, etra noi nonostante la ten-sione aumentava vivevamodelle ore belle e serene.

Senza rendercene conto ilmomento è arrivato, e inostri sforzi non sono an-dati persi, abbiamo rag-giunto il nostro obiettivo ,far passare una serata inallegria e spensieratezza atante persone. Alla conclu-sione della serata quandoci siamo riuniti tutti i mem-bri dell’equipe ci è bastatoun sorriso vicendevole percomplimentarci l’uno conl’altro, ma soprattutto ave-vamo una consapevolezzache questo Sanbernieroera solo un punto di parten-za per poter creare in futu-ro, con tutta la Comunità,tantissime altre nuove e in-novative attività.

Luca Montefusco

La mia esperienzacome presentatrice

Il nostro intento era di rappresentareun qualcosa di nuovo, qualcosa cherappresentasse il nostro ideale didivertimento e di spettacolo.

Quest’anno per la primavolta ho avuto la possi-bilità di partecipare come

presentatrice alla XVI edizione delFestival di Sanberniero.A dire il vero quando ho ricevuto laproposta non credevo di essere al-l’altezza di un così importante com-pito ma man mano che facevo leprove iniziavo sempre più a crede-re in me stessa. Seguita costante-mente dagli organizzatori del Fe-stival (Amedeo, Maria Rosaria,Luca e Agnese), che ringrazio dicuore, sono riuscita a superare tut-te le mie insicurezze. Per me que-sta è stata un’esperienza specia-le, dalle prove allo spettacolo, daldietro le quinte al palcoscenico. Tut-to è stato allo stesso tempo emo-zionante e divertente. Un altro gra-zie lo devo anche ai miei compa-gni di palco, Emmanuel Pili e Libe-rata Riviello, che sono stati capacidi rendere ancora più piacevolequesta favolosa esperienza.

Federica Mazzella

Dialogo giugno 20118 FESTIVAL DI SANBERNIERO

Benvenuti alla 15ma edizio-ne del Festival di Sanber-niero. L’ansia aumenta e

quel momento che sembrava ora-mai non tanto lontano si avvici-nava a grandi passi; le giornateche fino a poco tempo fa aveva-mo trascorso a provare, in quelmomento diventavano passato;perché in fondo per noi così detti“protagonisti” il Sanberniero nonè altro che lo stare insieme du-rante la settimana che ci preparaal grande evento. L’atmosferache si respirava era come quelladelle grandi occasioni, di quelleche si vivono una sola volta nella

vita. Forse stiamo un po’ esage-rando ma quello che provavamoin quel piccolissimo momento,quello in cui venivamo presentatisul palco per esibire la nostracanzone, noi lo sentivamo così,come emozioni che non svanisco-no facilmente. In quel momentoc’era solo paura: paura di sba-gliare un semplice attacco, pau-ra di non ricordare più il testo;tutte queste paure però andava-no via via scemando facendosemplicemente ciò di cui aveva-mo veramente paura, ossia can-tare. Per cominciare possiamoraccontarvi l’ansia delle prove che

La parola ai vincitori

L’ansia delle prove che ci haaccompagnato per tutta la settimana

ci ha accompagnato per tutta lasettimana che precedeva il festi-val, iniziando dal fatidico lunedì,chiamato anche “prime prove sulpalco”. La nostra prima esibizio-ne su di esso non si può definireesaltante perché essendo la pri-ma volta che provavamo insiemenon riuscivamo ancora a coordi-nare tutti i movimenti necessariper la buona riuscita della nostracanzone. I commenti positivi sul-le nostre performance non man-cavano, ma dentro di noi sape-vamo che c’era sempre qualcosache non andava, ed anche un pic-colissimo errore riusciva a bloc-carci. Soltanto in quel “meraviglio-so” giovedì riuscimmo a trasmet-tere alle persone che ci ascolta-vano ciò che noi volevamo: sem-plicemente il meglio. Venerdì, leultime prove, dove tutti soddisfattie con l’ansia a mille aspettavamosolo il gran momento, quello disalire sul quel palco per dare ilmeglio di noi stessi. Il giorno tan-to atteso finalmente è arrivato! Inverità in parte eravamo contentiperché finalmente potevamo daresfoggio a tutto quello provato finoa quel momento, ma, nello stes-so tempo, eravamo un po’ tristi

perché sapevamo che per rivive-re tutte le emozioni vissute inquelle settimane dovevamoaspettare un altro anno; ma ne-anche questo riuscì a buttarci giùdata la buona riuscita del festivalda parte di tutto il gruppo. In con-clusione possiamo dire che è sta-ta una bella esperienza, che con-

siglio a chiunque vi voglia parte-cipare per le emozioni gigante-sche che essa vi propone. Ah di-menticavamo, siamo Ambra DiGiacomo e Mario Giordano i vin-citori della quindicesima edizionedel Festival di Sanberniero.

Ambra Di GiacomoMario Giordano

Il Festival di Sanberniero èl’evento che ogni anno uniscenoi ragazzi della comunità par-

rocchiale del Sacro Cuore in unaserata di spettacolo fatto di diver-

L’idea di impersonare ilmitico “Gigino Don Perignon”

timento misto a spensieratezza.Cantanti, comici, presentatori eballerini improvvisati si alternanosul palco dando sfoggio della loroallegria e del loro entusiasmo nel

sapersi mettere in gioco davantiad un pubblico che ha l’occasio-ne di passare una serata assolu-tamente piacevole.Quando mi è stato proposto difare uno sketch comico ho subitopensato che era una buona ideaper mostrare il lato più spensie-rato e inaspettato di me, a mag-gior ragione quando ho saputoche avrei interpretato niente dimeno che il mitico “Gigino DonPerignon”.Spassoso, volgare, arrogante edallo spiccato accento napoleta-no, Gigino rispecchia lo stereoti-po del cafone arricchito, che colsuo colorito modo di fare riesce acavarsela nelle varie situazioni divita che gli si presentano ognigiorno. Il suo look da tamarro, lavoce e la sua battuta tagliente lohanno reso un personaggio co-nosciutissimo nelle nostre zone.Forse è per questo che prima diquella sera avevo paura che ilpubblico potesse non apprezza-re la mia performance sul palco,il mio timore era quello di non riu-scire ad interpretare appieno la

personalità di Gigino e che lospettatore non ne rimanessecoinvolto.Fortunatamente però, il pubblicoha smentito totalmente le mie pre-visioni e devo dire che ne sonorimasto piacevolmente sorpreso.Sentire gli applausi e le continuerisate della gente alle mie battutemi ha dato sul palco una fortescarica di adrenalina che mi hapermesso nel susseguirsi deglisketch di sentirmi anche più a mioagio col personaggio.Anche nel dopo-festival i compli-menti mi hanno fatto immensa-

mente piacere ma mi hanno so-prattutto inorgoglito perché quan-do vedi che la gente apprezza iltuo operato significa che effetti-vamente hai assolto pienamenteil tuo compito, e questo ti dà unasoddisfazione personale inimma-ginabile nel descriverla a parole.Concludo ringraziando gli orga-nizzatori chi mi hanno dato l’op-portunità di esibirmi e spero cheun domani quando si parlerà diquest’edizione e qualcuno pense-rà alla mia esibizione spunti unsorriso.

Gennaro PierroGennaro Pierro impersonifica Gigino Don Perignon

I vincitori: Mario Giordano e Ambra Di Giacomo

Dialogogiugno 2011 9FESTIVAL DI SANBERNIERO

Un palco, una scenografiamozzafiato, due coreo-grafie, tre presentatori,

quattordici canzoni in gara, tantacomicità, una miriade di emozio-ni, tutto questo nell’evento piùatteso dell’anno tenutosi il giorno7 maggio presso l’auditorium “Vin-cenzo Favale” della parrocchiadel Sacro Cuore di Eboli.Come ogni anno lo spettacolo hapienamente soddisfatto le aspet-tative di tutti ma questo risultatogratificante è stato solo il frutto diun duro lavoro di preparazionedurato mesi.Noi, ad esempio, insieme a VitoRe, abbiamo curato la parte del-le coreografie in quanto respon-sabili del gruppo di ballo dellaparrocchia. Le due coreografie,pensate e articolate in manieradettagliata e attenta, erano en-trambe dei Medley: la prima for-mata dal mix delle canzoni Raiseyour glass di Pink e Hot ‘n cold di

Katy Perry rappresentava tuttal’energia e il divertimento che lamusica ci ha trasmesso nel corsodella sua creazione; la secondainvece formata dal mix di Grena-de di Bruno Mars, Spanish diCraig David e In my head di Ja-son Derulo riproduceva delle sce-ne di vita quotidiana attraversouna televisione, che Vito, in ve-ste di spettatore manovrava a suopiacimento.La realizzazione, seppur puòsembrare difficile, per noi è stataalquanto semplice, perché graziealla collaborazione e al diverti-mento messo anche nei passimeno impegnativi, rendeva il tut-to spontaneo.Inoltre ci siamo anche occupatedella scelta dei nostri abiti, insie-me alla responsabile della sarto-ria Elodia Fresa, per rendere piùverosimile ciò che rappresentava-mo, per far si che ci rispecchias-sero e in modo che la nostra idea

potesse andare a buon fine e cheil pubblico comprendesse il no-stro intento.A differenza degli altri anni, ab-biamo preso parte anche a deipiccoli sketch comici che introdu-cevano il nostro lavoro, trasfor-mandoci in due coreografe stra-niere famose in tutto il mondo.

Dietro a un granfinale serve sempreun bel teatro

“L’hai spento il microfo-no?”. “Sei stato bravis-simo”. “Ma adesso che

cosa prevede la scaletta”.“Non mi ricordo niente, mitremano le gambe, ho pa-ura”. “Suggerisci se dimen-tico qualcosa eh!”. “Comesto? Va bene il vestito?”.“Tranquilli andrà tuttobene”. “Sei pronta? Sononata pronta”. “Ragazzi 5minuti e si va in scena”. “3-2-1.. buonasera signorie....”.Ecco queste sono in asso-

Il festival di Sanberniero visto da dietro le quinteluto le frasi, che in manierapiù frequente, abbiamo ri-petuto ed ascoltato dietrole quinte del Festival diSanberniero, tenutosi sa-bato 7 maggio scorso nel-l’Auditorium “Vincenzo Fa-vale” della nostra Comuni-tà parrocchiale. Un tumul-to di varie emozioni accom-pagnava ogni piccolo gran-de artista prima di salire suquel palco tanto temuto maanche tanto atteso. Duran-te le prove settimanali c’erasì un po’ di tensione da par-

te di tutti ma il divertimentoe le risate la facevano dapadrone durante quelleserate in cui pur se dimen-ticavi una battuta, pur sesbagliavi l’attacco dellacanzone, pur se non anda-vi a ritmo con la musica, purse scoppiavi a ridere men-tre provavi sapevi che era-no pur sempre le prove enon c’era ancora il grandepubblico che ti osservava.Infatti già dalle ore 17.00del sabato pomeriggio l’at-mosfera è iniziata a cam-biare o meglio c’era quellasana tensione mista adadrenalina così tra truc-co, vestiti, capelli c’era chiin un angolo ripassava, chiaiutava gli altri a ricordarequei pezzi che proprio nonentravano nella testa, chicorreva avanti e dietrocome se nulla fosse, chi in-cominciava a ricapitolaretutte le cose che servivanoper vedere cosa mancavae diciamo che solo dopo latrentesima volta che avevacontrollato ... andava a ri-controllare, chi improvvisa-va balletti nei posti più di-sparati, chi faceva i chilo-metri con i tacchi nella spe-

ranza di evitare di inciam-pare proprio sul palco ecosì senza neanche accor-gercene siamo arrivati aquei fatidici due minuti pri-ma dell’apertura del sipa-rio, dove ognuno sembravivere in bilico, su una cor-da, dove le uniche paroleche ti fanno ritornare con ipiedi sulla terra sono: “Nonpreoccuparti andrà tuttobene” o “buona fortuna”, esono proprio queste le pa-role che ti danno la caricaper iniziare nella giusta

maniera. Ma la cosa piùbella, che voi del pubbliconon avete mai il piacere divivere, è il momento in cuiognuno finita la sua perfor-mance raggiunge gli altriche lo accolgono con uncaloroso applauso e tantima tanti abbracci e compli-menti. Ebbene sì, dopo tan-ta euforia, tensione edadrenalina tutto passaquando respiri quella sanaaria di allegria e serenitàche accompagna questamanifestazione che da or-

Si può ben comprendere, quindi,per la moltitudine di ruoli, che lanostra tensione era alle stelle!Appena salite sul palco, però, lapaura e l’ansia hanno lasciato ilposto al divertimento e alla sere-nità, grazie anche al calore tra-smessoci dal nostro pubblico.Quindi, che dire più, nonostante

siano passate ormai settimane, elo spettacolo abbia avuto unasplendida riuscita, continuiamo aringraziare tutti coloro che insie-me a noi lo hanno reso possibile.Perché, si sa: dietro a un gran fi-nale c’è sempre un bel teatro.

Agnese PetragliaRoberta Gallotta

mai 15 anni è attesa da granparte dei cittadini ebolitani.Noi ragazzi della parroc-chia del Sacro Cuore stia-mo imparando ad inventa-re quando non sappiamopiù sperare perché come ciha sempre ricordato qual-cuno durante le prove: “noinon siamo pronti ma siamonati pronti”. Pronti a contri-buire come possiamo allarealizzazione di tanti piccolisogni che la nostra parroc-chia ci propone.Maria Rosaria FaccendaLoredana Caputo, la vincitrice delle “Vecchie Glorie”

Lo sketch di Luca Carbone, e Francesco e Giuseppe Giarletta

Dialogo giugno 201110 VITA DI COMUNITÀ

Una particolare “Festa della Famiglia”Domenica 29 maggio

scorso anche un altroanno catechistico si è

concluso con un giorno di festaspettacolare dedicato alla fami-glia. Nell’occasione si dovevafesteggiare il quarto anno dell’ar-rivo di don Giuseppe Landi inparrocchia ed, invece, la comu-nità parrocchiale del Sacro Cuo-re lo ha dovuto salutare perché ilgiovane sacerdote ha ricevuto lanomina, da parte di S. E. mons.

Luigi Moretti, arcivescovo di Sa-lerno-Campagna-Acerno, a par-roco della parrocchia dei santiBernardino, Bartolomeo e Mi-chele Arcangelo in Montecorvi-no Pugliano. La giornata è ini-ziata con la partecipazione allaSanta Messa delle ore dieci daparte di bambini, catechisti e ani-matori. Questa Santa Messa èstata vissuta in modo particolarerispetto alle altre, in quanto è sta-ta l’ultima celebrazione di don

Giuseppe Landi nella nostra par-rocchia in veste di nostro parroco.Alla conclusione della celebra-zione i bambini sono stati ac-compagnati dai rispettivi anima-tori nelle postazioni di gioco: sta-dio, oratorio, parco giochi e lu-doteca. La mattinata quindi è tra-scorsa tra giochi con l’acqua, per-corsi, musica e tanto divertimen-to. Poi è arrivato il momento delpranzo e tutti abbiamo mangiatopasta, panini, pizza e frutta, il tut-to preparato dalle signore dellanostra comunità. Finalmente èarrivato il momento della sorpre-sa organizzata per il saluto, chenon è stato un addio ma un arri-vederci a don Giuseppe Landi.Noi ragazzi del Sacro Cuore gliabbiamo dedicato una lettera chegli è stata letta da una bambinadel catechismo; seguita poi da unballetto e da uno striscione consu scritto: “GRAZIE”. Infine un

grande applauso e un coro cheurlava: “Don Peppe Landi, unodi noi!!!”. Per quanto riguardapoi la festa dedicata ai bambini,

la giornata si è conclusa con l’ar-rivo dei genitori, ai quali è statoofferto caffè e gelato. E i bam-bini se ne sono andati con la gio-

ia nel cuore per aver trascorsouna domenica davvero speciale.

Linda e FedericaScotese

Le Sante Messe nella Cappelladella Madonna della Catena

La cappella dedicata allaMadonna della Catena,nell’omonima contrada, è

stata riaperta ai fedeli, con l’ulti-mazione dei lavori di ristrutturazio-

ne. Un primo momento di fede e diaccoglienza è stata l’apertura uf-ficiale nel mese di ottobre dell’an-no scorso.Dal primo maggio, un gruppo di

fedeli ha curato l’apertura dellapiccola chiesetta, e, ogni sera, si èdedicato alla recitazione del SS.Rosario in onore di Maria.Con la chiusura del mese dedicato

alla Madonna, il parroco, Don Giu-seppe Guariglia ha officiato la San-ta Messa, alle 20,30: la contrada siè animata, tutti fedeli si sono radu-nati per vivere insieme un momen-to di preghiera e di convivialità. Lapiccola chiesetta era gremita, sul-le scale si sono assiepate le perso-ne, per seguire la cerimonia reli-giosa. È stata una grande emozio-ne per tutti! Soprattutto per coloroche hanno vissuto sin dalla nasci-ta, con l’appartenenza al territorio,la significatività dell’evento, tor-nando indietro nel tempo, a tantianni fa, quando tra quei banchi se-devano i cari oggi scomparsi, ed èstato bello rivederli nei volti dei lorofigli, dei loro nipoti, in un bellissi-mo ed incorruttibile cammino cheporterà a rivivere sempre il mo-mento dell’appartenenza allo stes-

so culto e alla stessa umanità.Grazie alla solidarietà dei parteci-panti, la serata ha potuto prosegui-re con momenti conviviali e fuo-chi d’artificio, con scambi socialie vecchi ricordi: è stato un po’ unritrovarsi per tutti!Un ringraziamento a tutti gli abi-tanti della contrada Madonna del-la Catena e a quanti vicini hannopartecipato. In particolare, si au-gura alle famiglie che curano lacappellina di poter continuare a

condividere, nel rispetto e nellapace, ancora istanti di raccogli-mento e di preghiera. Un grazie vaa Don Giuseppe che ha sempreoperato affinché si potesse ripristi-nare il culto della Madonna dellaCatena, attivandosi nel restauro deldipinto originale della Madonna eper i lavori di ristrutturazione dellacappella.A tutti un arrivederci alle 8,30 delprimo venerdì di ogni mese!

Sueva Mazzocchi

Dialogogiugno 2011 11CRESIME GIOVANI

Bufano SimonaBusatti ElenaCaputo BenedettoCuocolo AntonioCuocolo FrancescoD’amato GiovanniD’angelo AndreaD’angelo LucaFine CarmineFragetta MilenaForte RaffaeleGaldi GiadaGallotta DavideGiglio RobertoGinetti LorenzoGiordano Mario

Sono stati cresimatiSono stati cresimatiSono stati cresimatiSono stati cresimatiSono stati cresimati

Il giorno 15 maggio scorso, io, con altriragazzi, ho ricevuto il sacramentodella Confermazione, o più comune-

mente chiamato Cresima.Questo per me è stato un giorno straordi-nario ed emozionante perché in quest’oc-casione su di me è disceso lo Spirito San-to. Questo è il terzo sacramento che rice-vo dopo il Battesimo con il quale sono en-trato a far parte della famiglia cristiana, el’Eucaristia in cui ho ricevuto per la primavolta il corpo di Cristo. La Santa Messa èstata celebrata dal Vicario Generale mon-signor Marcello di Maio. Io, con il miopadrino siamo arrivati in chiesa alle novee mezzo, alle dieci è iniziata la SantaMessa che come detto è stata presiedutadal Vicario della nostra Diocesi. Dopol’omelia tutti noi ragazzi ci siamo messi infila di fronte a mons. Marcello De Maioper poi ricevere il sacramento. Dopo diquesto la celebrazione è proceduta rego-larmente. Il cammino verso la Cresima è iniziato giàall’inizio dell’anno catechistico. Durantequest’anno noi, con l’aiuto delle nostre

catechiste, abbiamo conosciuto ancora piùa fondo Gesù e poi abbiamo conosciuto inmodo più approfondito i sette sacramentiche sono: Battesimo, Eucarestia o Comu-nione, Confermazione o Cresima, Ordine,Unzione degli infermi, Matrimonio e Con-fessione. Abbiamo conosciuto questi sa-cramenti anche dal punto di vista sociale,riportandoli alle nostre esperienze perso-nali. Questo è stato un modo per compren-dere ancora meglio il significato che que-sti sacramenti hanno. La sera stessa, dopoaver festeggiato con i nostri familiari, noicon i nostri padrini o madrine siamo ritor-nati in parrocchia per poter festeggiare coni nostri parroci e le nostre catechiste. Sia-mo giunti in parrocchia alle cinque del po-meriggio. Arrivati lì abbiamo giocato tuttiinsieme e dopo abbiamo mangiato la piz-za preparata dalle cuoche della comunitàparrocchiale. È stata una splendida occa-sione per stare tutti insieme divertendoci.Questo è stato l’ultimo avvenimento diquesta splendida giornata in cui noi abbia-mo ricevuto il sacramento della Cresima. .

Alessio Mirra

Ho ricevuto lo Spirito Santo

Gliemi CarmelaGrasso GianlucaIngenito DamianaIngenito EnricoIngenito MarioLandi FedericoMiceli AndreaMirra AlessioPaesano Rocco MariaPalladino CarminePierro GennaroSantoro GaiaSarro FedericoVisconti MarioZurlo Roberto

15 maggio 2011

Anche se un po’ insolito, ascrivere un articolo sullecresime dei ragazzi della

Comunità parrocchiale, sono ledue catechiste che, in questianni, li hanno guidati durante illoro percorso formativo.Eh sì, perché, come è tradizio-ne già da qualche anno, i ra-gazzi di terza media, hannoavuto la possibilità di ricevereil sacramento della Conferma-zione.E così domenica 15 maggioscorso a ben trentuno ragazziè stato conferito dal VicarioGenerale, mons. Marcello DeMaio, il sacramento della Cre-sima.Felicissime di aver accompa-gnato i nostri ragazzi ad un tra-guardo così importante, ci te-niamo a sottolineare l’impor-tanza che la formazione cate-chistica ha avuto per loro, so-prattutto nell’ultimo anno. Quel-lo trascorso, infatti, è stato unanno all’insegna della riflessio-ne sul significato e sul valorerivestito dai sacramenti, segnivisibili della presenza di Dionella vita di ciascuno. Dove,dunque, trovare Gesù Cristose non nella Chiesa, in gene-rale, e nella comunità parroc-chiale, in particolare? Forti diqueste convinzioni, abbiamo

fatto sperimentare ai ragazzil’importanza avere dei pilastrifondamentali alla base dellaloro vita di fede: la preghiera,la formazione, il servizio e laconvivialità.Pilastri che costituiscono anchele fondamenta della nostra Co-munità parrocchiale. Gli incon-tri di catechismo, le testimo-nianze, la preghiera e le festevissute dai ragazzi, hanno datoloro la possibilità di vivere già

Dopo la Cresima li attendeil Gruppo Giovanissimi Junior

quest’anno tutti orientati versoil futuro.Eh sì, perché ad attenderlidopo l’importante passo dellacresima, è il gruppo di forma-zione dei Giovanissimi Jr. Arric-chiti dunque da queste molte-plici esperienze, i nostri ragaz-zi, guidati dallo Spirito Santo sipreparano a vivere il periodoestivo con gioia ed entusiasmo.

CatechisteIII media

Dialogo giugno 2011

CREDITI al 31/12/2010TOTALE ENTRATE 120.541,30

TOTALE USCITE 92.914,86

DISPONIBILITA’ BANCAE POSTA AL 31/12/2010 27.626,44

ESPOSIZIONE DEBITORIA

Comune di Eboli: Incontro Pace 1.000,00Regione Campania: Estate Oratoriana 15.000,00Fondo Droga: Sostando Insieme 3.600,00Comune di Eboli: Comunic@lab 2009 5.000,00Perequazione Sociale 2008:Corresponsabilità 23.656,00Piano Sociali di Zona I annualità:Arcobaleno 10.000,00Comune di Eboli: Campi Scuola 2009 2.500,00

TOTALE CREDITI 60.756,00

Ass. Opera Marta e Maria 2009 115.000,00

Ass. Opera Marta e Maria 2010 22.252,88

TOTALE DEBITORIA 137.252,88

Associazione Sportiva Dilettantistica e di Promozione SocialeORATORIO ANSPI "DON ANGELO VISCONTI" - onlus

Conto Consuntivo Anno 2010

Dai Registr i Parrocchial iDai Registr i Parrocchial iDai Registr i Parrocchial iDai Registr i Parrocchial iDai Registr i Parrocchial i

Sono statiSono statiSono statiSono statiSono statibattezzatibattezzatibattezzatibattezzatibattezzati

REGISTRI PARROCCHIALI

25°Felice Anniversario di MatrimonioFelice Anniversario di MatrimonioFelice Anniversario di MatrimonioFelice Anniversario di MatrimonioFelice Anniversario di Matrimonio

50°

12

Bello AntoniaPaolino MartinaMazza GiuseppeMorrone LuciaMazza GiovannaTangredi SharonBuccella GiuliaSchiavo CarlaGaldi MarioAmato CosimoOrabona LuisaForlano Juan DomenicoPizzuti LorenzoCapuano SuamyMarcantuono GiorgiaQuaranta Arianna PiaNitti De Jan Vincent

Viscovo Luigi e Brancaccio CarmelaMazzella Antonio e Lamberti Filomena

Buccella Giuseppe e Reppuccia RosaMangano Cosimo e Nunziato Cosimina

Zurlo Lorenzo e Di Stefano LuisaBufano Egidio e Mirra Maria

Battesimo di Antonia BelloMatrimonio di Matteo Angeloro e Vivien Iervolino

Vecchio Andrea e Mazza VeronicaAngeloro Matteo e Iervolino Vivien

Reppuccia Vito e Landi Annapia

Felice MatrimonioFelice MatrimonioFelice MatrimonioFelice MatrimonioFelice Matrimonio

Di Stanio RiccardoCaputo GiuseppeVitale IlaryGuadagno FrancescoBello AntoniaBuccella Nicolo’Villani DiegoBarbetta RoccoBarbetta NaomiMirra ErnestoLa Ferrara GabrielDella Calce Iannone CosimoAltieri MatteoBoffa NiccolòD’Amato ElisaGreco DanieleMaiale Samira Anna

Per i rendiconti analatici consultare il sito web www.sacrocuoreboli.it

Dialogogiugno 2011 PROGETTO CORRESPONSABILITÀ 13

Continuano le confe-renze di approfon-dimento di temati-

che sociali nella comunitàparrocchiale del SacroCuore di Eboli.Il sociologo Angelo Viscon-ti ha affrontato quelle ine-renti i disagi dei bambininella famiglia di origine.La conferenza è stata intro-dotta dalla psicologa Con-cetta Sgroia che nel suo in-tervento ha sottolineatocome le violenze sui bam-bini non sono solo quelle fi-siche ma anche quelle psi-cologiche che riportano avolte danni irreversibili.Angelo Visconti nel suo in-tervento preceduto dai sa-luti del parroco don Giusep-

pe Guariglia ha svisceratocon l’aiuto di slide i rischiche corrono i bambini dioggi in famiglie cosiddettenormali, che non danno ab-bastanza spazio ai bambi-ni per farli crescere connormali esperienze di vita.Ed ecco che ha spiegatocome il bambino vive trop-po in casa con tutti i peri-coli che ci sono (elettrodo-mestici, detersivi, prese dicorrente), limitando i loromovimenti.I bambini di oggi, ha conti-nuato il sociologo, sonobambini maltrattati o spen-ti. In tutte le cose che fan-no c’è sempre una limita-zione, essi hanno bisognodi maggiore libertà.

Giovedì 31 marzo 2011è venuto a farci visitapresso l’auditorium

della nostra comunità parroc-chiale, il magistrato onorario deltribunale per i minorenni di Sa-lerno Francesco D’Amato, perun’amichevole chiacchieratacon tutti noi giovani e ragazzidella parrocchia.L’incontro si è basato sulle pro-blematiche giovanili, su comeesse nascono e su come potreb-bero essere risolte.

Bambini maltrattatiin famiglie distruggenti

Si è parlato anche dei par-chi giochi, tutti perfettamen-te uguali tranne nelle di-mensioni, insomma zerovariabilità. Terreni senza ir-regolarità con prati bellissi-mi che sembrano biliardi,senza buche, perché ibambini non si devonosporcare o sudare. I bam-bini in questo modo non sisforzano affatto all’inventi-va, alla varietà della vita,tutto è piatto. I parchi gio-chi sono gli unici spazi al-l’aperto che frequentano.Insomma i rischi che corro-no queste nuove genera-zioni sono enormi, si stan-no allevando bambini tal-pa, come i carcerati chehanno spazi limitati. Nelle

I compiti di sviluppo, tra i qualil’accettare il proprio corpo edusarlo in modo efficace, il pre-pararsi al matrimonio ed alla vitafamiliare, il desiderare ed acqui-sire un comportamento social-mente responsabile, devono es-sere considerati come momentiessenziali per la crescita di tuttigli adolescenti.Per far sì che ciò possa avveni-re, è necessario che ogni adole-scente abbia un contesto fami-liare sano dove crescere e che

ogni genitore svolga una funzio-ne protettiva per i suoi figli.Quando ciò non avviene, quan-do questi due elementi non han-no modo di esistere, si inizianoa porre le basi per una mal’ado-lescenza; il ragazzo diviene vit-tima dell’adulto e l’orientamen-to del suo comportamento è dif-ferente rispetto agli altri adole-scenti, quindi diviene un mala-dolescente.“In Campania siamo da tempoin piena emergenza delinquen-ziale minorile a causa del fattoche tale fenomeno da decenniviene ampiamente sottostimato,o del tutto ignorato, anche daparte di chi ha istituzionalmen-te il compito di conoscerlo econtrastarlo adeguatamente, sianella fase ante che post delic-tum” in aggiunta a quanto scrit-to dal giudice in un suo articolodel 2008 su “Il Mattino” noi sia-mo entrati anche a conoscenzadei dati riguardanti il maggiornumero di reati commessi daiminori: reati contro il patrimo-nio, quindi rapine e furti; reatidi natura sessuale ossia violen-ze; reati connessi all’uso di dro-ga e al suo spaccio. Dopo averrecepito tutte queste informa-zioni, è sorto spontaneo doman-darsi in che modo lo Stato agi-sce e come questi minori ven-gono puniti. All’interno del no-

stro Stato, si riscontrano delleambiguità sia da parte del siste-ma che da parte delle istituzio-ni poiché se da un lato il siste-ma proclama principi di tutelaper il minore, dall’altro però sistenta a rispettare gli stessi,mentre se da una parte le istitu-zioni dovrebbero tutelare i mi-nori disagiati, dall’altra si denotala loro incapacità nel proporreprogetti adatti a tale scopo.Ciò che manca al nostro paeseè proprio la presenza di un per-sonale che assista questi ragaz-zi e che intervenga al momentogiusto per attivare una loro rie-ducazione; il nostro purtropponon è un paese lungimirante ela cultura della rieducazione èsvanita ormai da tempo.Per ciò che riguarda le sanzioniinflitte ai minori abbiamo sco-perto, con enorme sorpresa , digran parte di noi, che il minoredi 14 anni è penalmente irre-sponsabile e che quindi nei suoiriguardi si applicano soltantomisure amministrative come adesempio le case famiglie; talefatto ha suscitato non poche po-lemiche fra noi giovani e ragaz-zi che non riuscivamo a com-prenderne il senso, in quantoc’era, ed in qualcuno c’è anco-ra un po’, il pensiero che contale normativa il minore si sen-te anche “autorizzato” a com-

Ogni adolescente deve avereun contesto familiare sano

piere determinati atti contro lalegge in quanto sa di non anda-re contro a qualsiasi tipo di san-zione ed è un po’ quello che ac-cade anche all’adulto che com-mette un reato. Oramai è diven-tato talmente semplice aggira-re la legge che non ci si preoc-cupa più delle conseguenze del-le proprie azioni, il nostro siste-ma giuridico ha perso di credi-bilità. Tutti questi nostri pensie-ri sono stati mitigati dalla ven-tata di sano ottimismo che tra-pelava dalle parole di questogiudice minorile che in ognigiorno della sua attività lavora-tiva ha avuto su di sé una gravetensione perché prima di pro-nunciarsi ha sempre considera-

to il migliore interesse del mi-nore per una sua rieducazione.Ecco,questo è ciò che tutti i ma-gistrati dovrebbero fare, tende-re alla rieducazione del colpe-vole soprattutto se minore poi-ché anche questi mal’adole-scenti sono il futuro del nostropaese!Se tutti i giudici capissero que-sto, forse un giorno tutti noi gio-vani potremmo davvero crede-re che nella vita basta impe-gnarsi e lavorare sodo per rea-lizzare i propri obbiettivi. Io,personalmente, continuerò adimpegnarmi credendo da oggi,un po’ di più all’effettiva realiz-zazione dei miei sogni.Maria Rosaria Faccenda

loro esperienze di crescitamanca il gioco, la curiosità,l’interazione con gli altribambini. Elementi fonda-mentali che vengono tra-scurati dagli educatori. Coni bambini bisogna essereveri, essi devono impararecose vere, autentiche. Nonbisogna parlare loro della

guerra in paesi lontani, mabisogna parlare della mor-te, una realtà loro vicina.Per poi non parlare delbambino medicalizzato cheogni cosa che fa è a rischio:obesità, denti cariati, aller-gie, depressione, tredicivaccinazioni, orecchie asventola, dieta, sport ec-

cessivo. E poi ci sono lerecite scolastiche dove i veriprotagonisti non sono loroma solo gli animatori chevogliono fare bella figuradavanti ai colleghi e ai ge-nitori, rendendo così unbambino irreale, senza sto-ria e senza speranza.

Paolo Sgroia

Incontro con Francesco D’Amato magistrato onorario del tribunale per i minorenni di Salerno

Il Giudice Francesco D’Amato con il sociologo Angelo Visconti

Angelo Visconti, don Giuseppe Guariglia e la psicologa Concetta Sgroia

Il dott. Francesco D’Amato

Dialogo giugno 2011ASSOCIAZIONE ORATORIO DON ANGELO VISCONTI

Il giorno 28 aprile all’in-terno degli spazi del-l’oratorio “don Angelo

Visconti” di Eboli si è svoltala giornata conclusiva delprogetto “Sostando insie-me”.Progetto che ha visto attra-verso la collaborazione di

“Siamo pronti a ripartire insiemeper continuare a crescere”

Gruppo Logos, Ass. Spes.Unica, e volontari dell’AN-SPI don A. Visconti coordi-nati dall’Associazione Co-munità Emmanuel, un lun-go percorso durato unanno, che ha visto la pro-mozione di un percorso diprevenzione da quelli che

14

Si è svolta nell’Ora-torio “Don AngeloVisconti” della no-

stra comunità parrocchia-le la giornata conclusiva

del progetto “Sostando In-sieme”, L. 45 fondo lottaalla droga es.fin 2002 Re-gione Campania, a cui han-no collaborato il Gruppo

Logos, l’AssociazioneSpes. Unica, e i volontaridell’ANSPI “Don Angelo Vi-sconti”, coordinati dal coun-selor Angelo Coscia, refe-rente unità di strada, scrit-tore e homo ludens dellaComunità Emmanuel.Il Progetto ha visto l’impe-gno delle associazioni so-pra citate avvicendarsi in unlungo percorso durato unintero anno, per promuove-re la prevenzione dei pro-blemi correlati alle dipen-denze, che ha portato ilcamper “Voci di strada” adincontrare tantissimi giova-ni nei comuni della nostraprovincia. Alla giornata con-clusiva hanno partecipatogli studenti di molte scuoledi varie realtà che hannoofferto spunti di riflessionisulla tematica dal titolo“Giunti a destinazione. E’

sono i problemi correlatialle dipendenze, che haportato il camper “voci distrada” a toccare numero-si comuni dell’intera provin-cia di Salerno portando adincontrare numerosissimigiovani. “Giunti a Destina-zione” questo il titolo del

Progetto “Sostando Insieme”

momento di riflessioni chesi è sviluppato nella matti-nata che ha visto parteci-pare i giovani provenientida diverse realtà scolasti-che e che fatto il punto sulpercorso del quale sonostati partecipi ed hanno of-ferto numerosi spunti suquelli che potrebbero esse-re i futuri interventi. Emo-zionante la testimonianza diGennaro che ha toccatol’animo di tutti, creandomomenti di suggestivo si-lenzio. Coinvolgente l’inter-vento di don Roberto Fac-cenda che con la sua cari-ca di simpatia ha offertouna riflessione attenta e iro-nica sull’animo del volonta-riato. Le attività si sono pro-lungate per l’intera giorna-ta con un momento convi-viale che ha visto i ragazzidella scuola media di Mon-tecorvino Rovella e i giova-ni dell’ITIS Mattei di Eboli

scambiarsi pensieri e bat-tute e concludere il tuttocon una partita di calcioestremamente divertente.Nel pomeriggio momenti dianimazione si sono alternatia momenti di informazionegrazie alla presenza delleassociazioni che hannodato vita al progetto.La sera il momento musica-

le che ha chiuso l’interagiornata con un clima digrande gioia ma anche digrande riflessione, lascian-do come frase di chiusura:“Siamo pronti a ripartire, in-sieme per continuare a cre-scere”. Grazie a tutti peraverci aiutato a renderereale un‘idea.

Angelo Coscia

Angelo Coscia della Comunità Emmanuel

intervenuto al convegnoanche il giovane sacerdo-te don Roberto Faccenda,che dal primo giugno è ri-tornato ad offrire il suo ser-vizio nella nostra comunitàparrocchiale dopo la splen-dida esperienza che ha vis-suto come parroco, per dueanni, nella parrocchia deisanti Bernardino, Bartolo-meo, e Michele Arcangeloin Montecorvino Pugliano.Dopo un momento di con-vivialità la giornata è conti-nuata con varie animazionie ha chiuso l’interessantegiornata un momento mu-sicale che ha visto impe-gnati nel parco giochi “IlSorriso” ben tre Band nate

proprio tra i ragazzi che fre-quentano il Catechismo e iGruppi di Formazione del-la comunità parrocchialedel rione Pescara.Ad aprire la serata è statala Band dei ragazzi dellescuole medie, composta daCosimo Ciao, Daniele eMarco Landi, Vincenzo eGianluca Di Lorenzo, Car-mine Pepe. Anche se pic-coli, i ragazzi hanno mo-strato di essere davverobravi. Dopo si sono esibiti iREASON e gli ALWAYS,due Band composte in par-te dai ragazzi dei Gruppi diFormazione della nostraparrocchia: nei REASON cisono Mario Giordano, can-

Una magnifica seratamusicale con le Banddei ragazzi dellanostra parrocchia

tante del gruppo, e Federi-co Landi; negli ALWAYS,invece, troviamo il cantan-te Gaetano Di Giacomo, eagli strumenti GiuseppeCossu, Dario Manzione e lagiovanissima BenedettaSquillante. Entrambi i grup-pi si sono esibiti con ap-prezzabili performance chehanno creato entusiasmo etanti applausi tra il pubbli-co che li ascoltava con mol-to interesse. I ragazzi delletre Band hanno coltivato laloro passione per la musi-ca grazie ad una comunitàparrocchiale che mette adisposizione apparecchia-ture e sale prove.

Paolo Sgroia

Dialogogiugno 2011 15ASSOCIAZIONE ORATORIO DON ANGELO VISCONTI

Il 28 aprile scorso nella nostraParrocchia si è tenuta la gior-nata conclusiva del progetto

“Sostando Insieme”. Dopo varieattività che si sono svolte durantela giornata, la serata è stata ani-mata da tre Band musicali, che sisono esibite nel Parco Giochi “IlSorriso”. Ad aprire la serata è sta-ta la Band dei ragazzi delle scuolemedie, composta da Cosimo Ciao,Daniele e Marco Landi, Vincenzoe Gianluca Di Lorenzo, Carmine

Due chitarre elettriche, unbasso, una batteria e uncantante: tutto ciò che

serve per realizzare una band mu-sicale. E’ quello che hanno fatto inostri amici della Parrocchia Sa-cro Cuore: Mario Giordano, Fede-rico Landi, Giuseppe Cossu e Ro-lando Manzione. Loro si chiama-no i “Reason” e suonano musicasoft-rock e pop- rock.Ora ve li presento attraverso un’in-tervista.

Serata conclusiva del progetto “Sostando Insieme”

Ben tre band sono nate tra i giovanidella Comunità parrocchiale

Pepe. Anche se piccoli, i ragazzihanno mostrato una gran bellaenergia e tanta voglia di trasmette-re emozioni al pubblico. Dopo averascoltato l’esibizione dei ragazzi,ecco che si sono esibiti i REASONe gli ALWAYS, due Band compo-ste dai ragazzi dei Gruppi Giova-nissimi della nostra Parrocchia: deiREASON fanno parte Mario Gior-dano, cantante del gruppo, Federi-co Landi, Giuseppe Cossu e Ro-lando Manzione; negli ALWAYS,

-Com’è nata l’idea di forma-re questa band?L’anno 2009 è stato decisivo per-chè spesso ci ritrovavamo a parla-re di musica, scoprendo così diavere gli stessi gusti musicali.Nacque così la prima canzone eda lì l’idea di mettere su una band.In seguito abbiamo trovato gli altricomponenti del gruppo.-Chi scrive i testi delle can-zoni? E cosa rispecchiano?I testi delle canzoni vengono scritti

da un nostro caro amico, FedericoIula, e parlano della realtà che cicirconda e dei nostri sogni.-Perchè avete scelto il nome“Reason”?Il nome “Reason” si ispira a unacanzone della band dei Sum41(Reason) che è anche il nostro grup-po preferito.-Da quanto tempo avete lapassione per la musica?Il periodo adolescenziale è statodeterminante perchè in noi è matu-rata questa passione che oggi con laband stiamo mettendo in pratica.-E’ un hobby o un eventua-le lavoro futuro?E’ un hobby, però pensare a un ipo-tetico successo delle nostre can-zoni ci gratificherebbe molto.-Quali sono i vostri progettiper il futuro?Non ci sono veri e propri progettiper il futuro, ma non è da esclude-re che il nostro sogno di vederci ungiorno sulle copertine dei giornalinon possa diventare realtà.Questi sono i “Reason” e mi per-metto di fare una mia riflessionedicendo che la caratteristica chedifferenzia questi ragazzi è l’umil-tà che hanno nel proporre le lorocanzoni.

Federica Scotese

invece, troviamo il cantante Gae-tano Di Giacomo, mentre agli stru-menti Giuseppe Cossu, DarioManzione e Benedetta Squillante.Entrambi i gruppi si sono esibiti condelle cover e degli inediti e le loroperformances sono state apprez-zate dal pubblico che li ascoltava,con tanti applausi e molto entusia-smo. La serata è stata davveromolto piacevole, soprattutto graziea loro!!!

Linda Scotese

Intervista ai “Reason”“Always, perché cantiamo

canzoni di sempre”. Questaè l’affermazione del bassi-

sta Peppe Cossu nel giorno in cuiper la prima volta, il 18 giugno2009, il gruppo ideato dalla voceGaetano Di Giacomo e Dario Man-zione si presentava ai microfoni diRadio MPA.Ma dietro a questo nome c’è qual-cosa di più. La parola Always chesignifica “sempre” sta ad indica-re l’amore che questi ragazzi han-no per la musica fin da quando era-no bambini.Il gruppo composto anche dalla chi-tarra di Dario Manzione e dallabatteria di Gianluigi Quaranta, ol-tre che alla voce femminile dellasublime Federica Caputo debuttasuonando la cover degli Afterhours“Dentro Marylin”.Ma la svolta avviene quando na-sce il progetto di un album di inedi-ti. Siamo all’inverno del 2009 quan-do si inizia a lavorare al singolo didebutto che qualche mese dopovedrà la sua realizzazione. Nasce“Ricorda” dalla penna di AmedeoFine, musicata dalla voce portan-te del gruppo Gaetano Di Giaco-mo. Ne esce un discreto lavoro cheporta Di Giacomo a confermare lacollaborazione con Fine, che di lì

in poi si occuperà della produzio-ne e della revisione dei testi del-l’intero album. Nel giro di pochimesi il gruppo lavora in manieraproficua in sala prove. Al terminedel 2010 si ha la produzione di ottobrani inediti che saranno presen-

Presentazione degli “Always”

tati al pubblico solo nel febbraio2011, quando il progetto arriva allasua prima conclusione, ossia l’esi-bizione in alcuni dei principali lo-cali cittadini e non. L’uscita uffi-ciale dell’album è prevista per laprossima estate.

La Band dei ragazzi delle scuole medie

La Band “Reason” La Band “Always”

Dialogo giugno 201116 DIALOGO DEI GIOVANISSIMI12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121

Secondo il dizionario italia-no il responsabile è coluiche deve rendere conto di

un’azione propria o altrui, un ruoloquindi un po’ bollente e da intra-prendere con la giusta diligenza esaggezza. Io vi voglio parlare deimiei responsabili, anzi voglio cheloro parlino del loro compito e inmodo particolare della formazio-ne che quest’anno hanno svolto conil loro gruppo.

Anche se entrambi siete duevolti noti della Parrocchiapresentate voi stessi, la vo-stra storia da responsabili.Prima d’ogni cosa vi ringraziamoper l’idea che avete avuto di fareun’intervista ai vostri responsabili,crediamo che sia la prima voltache capiti una cosa simile nellanostra comunità. Brevemente viraccontiamo la nostra storia. Sia-mo giunti nel lontano 1992 dopodue settimane che era giunto donGiuseppe Guariglia in parrocchia.Dall’incontro casuale con don Giu-seppe decidemmo d’iniziareun’esperienza in questa comunitàperché ci interessava molto unapastorale familiare. C’è da premet-tere che nel frattempo frequenta-vamo anche un gruppo spiritualein un’altra parrocchia ebolitana.Dopo quest’anno fatto d’incontri tracoppie per approfondire alcuniaspetti della vita coniugale deci-demmo di fare servizio in parroc-chia. Io divenni catechista di terzamedia e Cinzia affiancò il diaconoCarmine Paciello come responsa-bile del Gruppo Giovani. L’annodopo nel 1994 diventammo insie-me responsabili del Gruppo Gio-vani.

Cosa vi spinse anni fa aprendere questo compito cosìimportante?Questo bisogna chiederlo a donGiuseppe Guariglia, perché è ilparroco che decide chi deve fare ilresponsabile. Noi ne fummo ri-colmi di gioia e da allora è iniziatoun forte cammino di formazionepersonale, perché chi deve fare ilresponsabile oltre alla formazionecomunitaria deve anche fare quel-la personale basata su preghiera,lettura, direzione spirituale.

Intervista ai responsabili del Gruppo Giovanissimi: Paolo Sgroia e Cinzia Zurlo

Un anno molto intenso con ilGruppo Giovanissimi della Comunità

A distanza di anni invece cosavi spinge ancora a prendereogni anno questa scelta di fede?La formazione che una persona haricevuto è fondamentale nel cam-mino di fede. Noi ogni anno ci affi-diamo alla volontà del Signore, ese il parroco ci ritiene capaci diessere ancora dei responsabili chie-diamo sempre il fervore della fedee l’entusiasmo da trasmettere aigiovani della comunità. Natural-mente non basta solo la buona vo-lontà ma alla base ci deve esseresempre una solida formazione e laricerca di entrare nel mondo deiragazzi, capirli, avere tanta pazien-za come Dio ne ha nei nostri con-fronti. Insomma attendere la loromaturazione accompagnandolinella crescita civile e spirituale.

Parliamo di quest’anno chesiete responsabili di noi gio-vanissimi, ed è il primo annoche camminiamo insieme,com’ è stato l’impatto?Dopo 16 anni non siamo più re-sponsabili del Gruppo Giovani per-ché abbiamo scelto con il bene-placito di don Giuseppe Guarigliadi seguire il Gruppo Giovanissimi,ragazzi che frequentano il trienniodelle scuole superiori. Sembra stra-no, quando eravamo meno maturiabbiamo seguito i giovani di età dai19 anni in su. Adesso che invec-chiamo seguiamo i ragazzi di etàtra i 16 e 19 anni. Questo fa capirecome i piani del Signore sono di-versi dai nostri. Sicuramente lamaturità e l’esperienza giusta sonoalla base per seguire ragazzi diquesta età pieni di energie e conmentalità che cambiano con il pas-sare di una stagione. Insomma l’etàadolescenziale è la più difficile davivere e ci vuole tanta pazienza etempo a disposizione nel seguirel’evoluzione psichica di un giova-nissimo. L’impatto che abbiamoavuto è stato senz’altro positivo.Abbiamo avuto tantissimi giovaninei gruppi e quindi riusciamo acapire subito se c’è vero interessein loro oppure vogliono solo fareuna semplice esperienza di grup-po nel senso di amicizia e non dicammino spirituale. In molti di voiabbiamo notato tanto interesse esete di conoscenza.

Qual è il punto forte di que-sto gruppo?Come abbiamo già detto nella pic-cola verifica di metà anno pasto-rale noi siamo rimasti veramentecontenti di tutti voi, perché crede-vamo che foste meno maturi, in-vece, ci siamo resi conto che sieteragazzi che avete bisogno solo diessere seguiti da persone attentealla vostra crescita. Quindi ritenia-mo che avete già fatto un buon per-corso formativo insieme agli altriresponsabili che ci hanno prece-duto.

Qual è invece il tallone d’Achil-le su cui crescere insieme, ecome vi proponete di farlo?Il tallone d’Achille è solo la pre-ghiera. Bisogna avere più tempo adisposizione per pregare, natural-mente adatta alla vostra età. Ci vie-ne in mente il timore che avevateal primo ritiro che abbiamo fattoinsieme, avevate tanta paura dicambiare programma. Si crescenell’età e bisogna crescere anchenella vita spirituale. Ma alla fine diquella domenica d’Avvento ci ri-cordiamo ancora i vostri visi sorri-denti e gioiosi.

Su quali tematiche vi siete sof-fermati e come le avete gestite?Il programma di quest’anno è sta-to ricco di argomenti sociali, qualidroga, alcol, gioco d’azzardo, cri-minalità minorile e altre problema-tiche approfondite con conferenzee riflessioni di gruppo con l’ausiliodi figure specialistiche quali: Psi-cologi, Sociologi, Giudici, ecc. Nonsono mancate conferenze su tema-tiche spirituali e la visione di film.La gestione degli incontri è stataun po’ difficile all’inizio, ma poicapendo maggiormente il vostrocarattere abbiamo cercato di coin-volgervi di più perché a questa etàè difficile stare attenti, ci si distraefacilmente.

Quale esperienza vissuta in-sieme ai vostri ragazzi inquest’anno Pastorale vi hatoccato maggiormente?Certamente il Ritiro d’Avvento.Cercavamo il modo di farvi fareun ritiro diverso da quello che ave-vate fatto fino ad oggi. Dovevate

fare una svolta e sapevamo chesarebbe stato difficile. Quindi nonsolo voi ma anche noi eravamo ti-morosi del risultato, e, solo quandoè arrivata la sera abbiamo capitoche tutto era andato bene veden-dovi sereni e pronti a vivere unagioiosa serata di convivialità.

E invece quali esperienze nuo-ve avete intenzione di affron-tare con questo gruppo?Quest’anno ci sono stati pochimomenti di preghiera e incontri coni responsabili. Trascorrendo piùtempo insieme ci si conosce di piùe si capisce maggiormente di cosaavete bisogno. Naturalmente nonpossiamo parlare del programmadell’anno prossimo perché le cosesi decidono insieme ai parroci, macomunque ricordatevi che abbia-mo preso gli appunti sulle vostrenecessità.

Di solito alla fine di unachiacchierata del genere ci silascia sempre con un augu-rio, ma io credo sia moltopiù bello che voi lasciate levostre aspettative future suquesto gruppo.Ogni responsabile in cuor suo ha ilforte desiderio che i suoi ragazzipossano crescere nella formazio-

ne, e ci rimangono male quandoessi abbandonano il gruppo per varimotivi. Purtroppo c’è una selezio-ne naturale. Non bisogna darsi nes-suna colpa, perché non sempre iragazzi frequentano un gruppo par-rocchiale perché hanno voglia diformazione. Tante sono le motiva-zioni che li portano alla comunità,ma poi confrontandosi con un cam-mino di fede che non è sempliceecco che lasciano. Ma quelli cherimangono sono quelli che poi vi-vono la comunità attivamente emolti diventano anche responsabi-li di Gruppi di Formazione (vediMichele e Annalisa, Silvio e Fede-rica) e responsabili di OrganismiPastorali di Servizio. E la nostragioia si moltiplica quando vedia-mo che nascono vocazioni sacer-dotali, religiose, di speciale consa-crazione e matrimoniali. Noi pen-siamo che in mezzo a voi ci sonocuori generosi che donano al Si-gnore tanta gioia perché siete ra-gazzi in gamba, che cercate di

andare contro corrente, che non siadattano alla mentalità del mondo.“Non fatevi ingannare, siete moltomeglio di quello che vi vogliono farcredere (Giovanni Paolo II)”. Voisiete il top: siete quelli che amanosuonare in una band, siete quelli cheamano ballare e cantare, siete quel-li che praticano sport agonistici, cheamano partecipare ai grandi con-certi, e nello stesso tempo amano laComunità parrocchiale.Siete vivi, gioiosi, allegri, intelligen-ti, brillanti, sereni, e di tutto questonoi siamo veramente orgogliosi diessere i vostri responsabili.

Paolo e Cinzia vi ringrazio per que-st’intervista, e vi ringrazio a nomedi tutto il gruppo di formazione perquello che ci avete dato, ci date eci darete, sappiamo che il cammi-no è ancora lungo e faticoso, macon voi noi crediamo e speriamodi renderlo faticosamente formati-vo, bello e sereno.

Luca Montefusco

Il 3 marzo 2011 il gruppo “Gio-vanissimi junior” della Parroc-chia Sacro Cuore ha parteci-

pato all’incontro con la psicologaConcetta Sgroia sul tema “Le di-namiche di un gruppo”.Durante questo incontro abbiamoriflettuto sulle reazioni del gruppodi fronte all’inserimento di un nuo-vo elemento e sulla sintonia tra icomponenti del gruppo. Per quan-to riguarda il primo punto, su sug-gerimento della psicologa, abbia-mo simulato tre comportamenti.Nel primo caso mostrandoci ag-gressivi il ragazzo recepiva un sen-so di allontanamento dal gruppo,nel secondo adottando l’indifferen-za si evinceva l’esclusione totalesenza nemmeno avere un dialogo

e nel terzo comportamento con iltroppo entusiasmo il ragazzo sisarebbe sentito in imbarazzo. At-traverso queste simulazioni èemerso che questi comportamentinon sono giusti per accogliere unnuovo membro. Per quanto riguar-da il secondo punto, per eviden-ziare la sintonia tra di noi, doveva-

mo formare una lettera dell’alfa-beto con i nostri corpi senza parla-re. In questo modo se riuscivamoa ottenere ciò si evidenziava il no-stro grado di complicità. Questoincontro è stato molto positivo, pie-no di divertimento e allo stessotempo costruttivo.

Federica Scotese

Le dinamiche di un gruppoIncontro con la psicologa Concetta Sgroia

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I coniugi Paolo Sgroia e Cinzia Zurlo

Dialogogiugno 2011 17DIALOGO DEI GIOVANISSIMI123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121

Domenica 3 aprile si è svol-to nella nostra parrocchiail ritiro dei Gruppi Giova-

nissimi e Giovanissimi Junior.La giornata ha avuto inizio di buonmattino con la celebrazione delle lodial termine delle quali, Don PeppeLandi ha presentato il tema dal titolo“L’amore basta all’Amore”. Già daquesta frase si può capire che l’inte-ro ritiro era incentrato sulla riflessio-ne riguardante i sentimenti e le emo-zioni di tutti noi. Per comprendere almeglio ciò su cui il nostro parrocoaveva intenzione di farci meditare, èstata proposta la canzone dei BlackEyed Peas che si intitola “Where isthe love?”. Lo scopo del gruppo sta-tunitense era quello di sottolineare ilfatto che ormai nel mondo le perso-ne noi riescono più ad amarsi e ri-spettarsi ma soltanto a diffondere osti-lità, odio e soprattutto egoismo. Unaltro spunto di riflessione interessan-

Ritiro di Quaresima

“L’amore bastaall’Amore”

te propostoci è stata una poesia diKahlil Gibran che, non a caso, dalnome “Segui l’amore” incita a la-sciarsi catturare dall’amore e ad ar-rendersi allo stesso anche quando simostra complicato e duro da segui-re. Al termine di questo momento co-munitario è stato dato del tempo nelquale ognuno di noi potesse avere lapossibilità di interrogare se stesso ri-guardo al tema della giornata e ri-spondere ad alcune domande. Que-ste ultime consentivano di analizza-re il proprio modo di essere sia inte-riormente sia nei rapporti con gli altrie di riuscire a definirci come esseridi collera, di paura, di tristezza oppu-re di tenerezza. Di solito, coloro chesi ritengono esseri di collera credonodi essere migliori degli altri conside-rando il loro modo d’agire completa-mente errato; mentre i paurosi sonoportati spesso a sottovalutarsi di fron-te ai propri simili che invece appaio-

no ai loro occhi impeccabili; coloroche, invece, sono dominati da tristez-za vedono ogni cosa in maniera ne-gativa e pessimistica. Infine, le per-sone tenere accolgono nella propriavita l’amore verso se stessi, coloroche li circondano e soprattutto versoDio. Subito dopo è stata celebrata laSanta Messa alla quale noi tutti ab-biamo partecipato con attenzione einteresse. Prima del pranzo, divisi incoppie, ci è stato affidato il compitodi confrontarci riguardo ciò su cui ave-vamo appena meditato durante il de-serto. Questa attività ci ha permessodi comprendere il punto di vista del-l’altro e di ricercare gli aspetti in co-mune e quelli contrastanti rispetto allo

stesso. Dopo pranzo, un momento diadorazione eucaristica ci ha permes-so di avvicinarci di più a Dio, di sen-tirlo molto vicino a noi e di percepirlocome motivo di unione gli uni con glialtri. A conclusione di questa splendi-da giornata, si è svolto un ultimo mo-mento di verifica nel quale ognunoha esposto le proprie idee e le proprieopinioni riportando ciò che era venu-to fuori anche dai confronti con glialtri e dalle nostre riflessioni perso-nali. Infine ad allietare la nostra sera-ta è stata la convivialità e una cenacondivisa con tutti gli altri gruppi diformazione.

Sara SoldovieriCaterina Ceriale

“Educare alla pienezza dellavita” è il tema della XXXIIIgiornata per la vita in prepa-

razione alla quale si è svolta nellanostra parrocchia una veglia di pre-ghiera nella serata del 5 febbraio.Alla base di questa giornata vi èl’augurio di impegnarsi allo scopodi educare al rispetto della vita so-stenendo e facendo crescere, a par-tire dalle nuove generazioni unacultura della vita che la accolga ela custodisca dal concepimento alsuo termine naturale.La prima parte di questo momentodi preghiera era costituita dalla re-cita dei vespri come occasione perlodare il Signore, che sostiene noicristiani durante il difficile percor-so della vita umana.Dio, attraverso suo figlio che di-venta uomo, difende e preserva ilgrande dono che Lui stesso ha of-ferto all’umanità.E lo dimostra in tutte le occasioniin cui l’essere umano si mostracompletamente indifferente allostesso, gettando nell’oblio l’impor-tanza di ogni individuo, anche seancora racchiuso nel proprio grem-bo e incapace di decidere per sé.

A questo punto, durante la secon-da parte della veglia, sono statelette all’assemblea due testimo-nianze riguardanti questo temacosì ampio.La prima raccontava l’esperien-za di una ragazza che, essendotanto dedita alla vocazione reli-giosa e coltivando la propria fede,non riusciva ad accogliereun’eventuale esperienza di vitamatrimoniale.Fu proprio la scoperta di una gra-ve malattia ad unire la ragazzaad un giovane poco più grande dilei. Dopo cinque anni, la malattiasi ripresentò nel momento più fe-lice della vita di questa famiglia,quando la coppia era in attesa delterzo figlio.Purtroppo la donna morì, lascian-do un grande vuoto nell’animo delmarito che riuscì ad andare avan-ti soltanto grazie all’amore per ifigli e per Dio scaturito da questanegativa esperienza.Il protagonista della seconda te-stimonianza, invece, era un gine-cologo che ad un certo punto del-la propria brillante carriera si reseconto che praticare l’aborto, per

lui che non era riuscito ad averefigli, significava distruggere ognigiorno qualcosa che lui da sem-pre aveva desiderato.Così, smise di svolgere questa at-tività e quasi miracolosamente,dopo l’incontro con la parola diDio, la sua vita fu illuminata dallanascita di due meravigliosi bam-bini. La terza parte era riservata,invece, alla riflessione del sacer-dote che ha portato come spuntodi riflessione la celebre frase diMadre Teresa di Calcutta: “Sonouna piccola matita nelle mani diDio”. Ricordando la grande fededi questa donna ha paragonato lamatita alla nostra vita che può re-alizzare cose grandi aiutata daDio, così come il temperamatitee la gomma rinvigoriscono e mi-gliorano la resa di questo strumen-to rendendola capace di portare atermine meravigliosi progetti.Altra esortazione del celebranteè stata quella di educare la pro-pria vita in maniera tale da ren-derla dono prima di se stessi e poidi tutti gli altri.

Sara SoldovieriCaterina Ceriale

Educare al rispetto della vitaXXXIII giornata per la vita

Nell’Auditorium “Vincenzo Favale” della par-rocchia Sacro Cuore, venerdì 1° aprilealle ore 20.30 ha avuto luogo un incontro su

tema di spiritualità tenuto da Don Lorenzo Gallo, pa-dre spirituale in seminario e parroco di S. Maria Regi-na Pacis, in Fuorni.Il fulcro dell’incontro si è basato sul cercare di capirese esiste o meno una terza dimensione tra il bene e ilmale.

Dopo aver analizzato che la realtà di una terza di-mensione potrebbe essere individuabile nelle tenta-zioni quotidiane, si è giunti ad una conclusione: “ODio o il demonio, non esiste una terza strada”.Tra le tante domande rivolte a Don Lorenzo, quellache è risultata più coinvolgente è stata questa: “Chi èin grazia di Dio può incontrare il male?”.La risposta è chiara: se noi glielo permettiamo, ciòavviene. Per rendere bene l’idea, Don Lorenzo hafatto un esempio: immaginiamo che il male sia rin-chiuso in una gabbia; se noi gli tendiamo la mano, luici prenderà, ma se lo lasciamo lì dentro, è lì che reste-rà. Un altro punto che è stato trattato nel corso dell’in-contro riguarda la magia, che consiste nell’utilizzareun rito per sottomettere energie. Ma non si può muo-vere l’energia divina, perché Dio è libero.Purtroppo ancora oggi nella nostra cultura abbiamoparecchio paganesimo: infatti, spesso, si cade nellatentazione di utilizzare proverbi o oggetti scaramanti-ci per scacciare il male, come ad esempio il classico“cornetto”, simbolo di potenza e di purificazione.Ecco perché possiamo affermare che il cornetto nonpuò ritenersi un ornamento, poiché ha la sua oggetti-vità, ossia il simbolo di una forza malefica.Dunque, non solo i riti scaramantici, ma anche l’ido-latria nelle sue molteplici forme va contro il primocomandamento.Da questo incontro è emerso che, pur avendo parlatodi situazioni riguardanti il maligno, si è parlato soprat-tutto di Dio.

Linda Scotese

O Dio o il demonio non esiste una terza strada!

Don Lorenzo Gallo

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Quest’anno ho partecipato almio primo Ritiro di Qua-resima con il Gruppo Gio-

vanissimi Junior.Sono nuovo in questo gruppo e, al-l’inizio, l’esperienza propostaci dairesponsabili mi ha un po’ scoraggia-to. Infatti, ero abituato a un altro tipodi ritiro, che vede come protagonistail divertimento. Ma quest’anno le cosesono cambiate notevolmente. Il pro-tagonista non è il divertimento ma èla riflessione. Il tema del ritiro è statola “Tenerezza”, un tema molto vici-no a noi adolescenti. Con questo riti-ro ho compreso molte cose. Ad esem-pio, voi sapete cos’è il tenerume? Iltenerume, anche se simile alla tene-rezza, è un qualcosa di troppo ecces-sivo e sdolcinato. La persona teneraè colei che ama il prossimo. Non nelsenso di manifestare amore come inuna coppia ma affetto tra amici o fra-telli, quindi, la tenerezza va intesacome affezione a qualcuno. La mat-tina ci si riunisce in preghiera con leLodi, dopodiché si va a messa. Dopoci rechiamo all’interno del comples-

so parrocchiale per continuare il no-stro ritiro. La cosa che caratterizzaquesto tipo di ritiri è il momento diriflessione interiore, denominato de-serto, che per me è il momento piùatteso perché ho modo di riflettere intranquillità sulla mia persona. Altromomento interessante è stato il con-fronto di gruppo. Siamo stati divisi invari gruppi e ognuno di noi ha espo-sto il suo pensiero e, infine, abbiamounito le nostre riflessioni. Prima dellaverifica, però, abbiamo visto un filmstupendo, scelto dai responsabili (Sil-vio e Federica), che ci ha insegnato aessere affettuosi con tutti, anche sequesti non hanno le nostre usanze ecultura. Il film è stato soltanto un mo-mento transitorio che ci ha aiutato adapprofondire le nostre riflessioni. In-fine, il momento tanto atteso: la veri-fica. Ogni gruppo ha esposto le sueriflessioni sul tema e sul film.Questo momento ha coronato la no-stra giornata e ha rilasciato nei nostricuori degli indelebili ricordi della gior-nata.

Carmine De Luca

Indelebili ricordi

Dialogo giugno 201112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121

DIALOGO DEI GIOVANISSIMI18

Giovedì 31 marzo noi Gruppi Gio-vanissimi e Giovanissimi Junior,insieme al Gruppo Giovani, ab-

biamo discusso con l’ex giudice D’Amatoriguardo l’adolescenza, tematica già af-frontata il giovedì precedente con tutti igruppi.Egli ci ha spiegato che per vivere una sanaadolescenza dobbiamo apportare nellanostra formazione dei momenti di crescitachiamati “Compiti di sviluppo”, ovvero: in-staurare relazioni nuove e più mature concoetanei di entrambi i sessi; accettare ilproprio corpo ed usarlo in modo efficace,conseguire indipendenza emotiva dai ge-nitori e da altri adulti, acquisire un sistemadi valori e una coscienza etica come guidaal proprio comportamento. Quest’ultimopunto dipende dalle circostanze familiari,infatti, è proprio la famiglia che svolge unruolo importante per la nostra formazione,ed è proprio questa che va a dividere l’ado-lescenza in maladolescenza. Se un ragaz-zo ha delle circostanze familiari positive,egli vive a pieno la propria adolescenza;se invece al contrario ha situazioni negati-ve familiari accade che nella maggior partedei casi prende una cattiva strada. Il pro-blema principale quindi è quello di contra-stare questo tipo di deficit di varie fami-glie, garantendo così ai ragazzi un’adole-scenza migliore; età principale per la no-stra formazione. Le istituzioni dovrebbero

Adolescenza e Maladolescenza:incontro con l’ex giudice D’Amato

accompagnare queste famiglie nel risol-vere i loro problemi, ma o per incompe-tenze o per mancanza di fondi ciò non ac-cade. I ragazzi di queste famiglie, poichénon vivono una realtà positiva rischiano dicommettere dei reati rovinandosi l’adole-scenza. Se accade ciò e hanno meno di 18anni si applica la riduzione di 1/3 della penae vari attenuanti.I minori al di sotto dei 14 anni non sonopenalmente perseguibili. Queste normesono state messe in vigore poiché si ritieneche il ragazzo meno sta nell’area penale emeglio è, ovvero il giudice minorile devevalutare anche il futuro poiché un carcerepotrebbe peggiorare le condizioni del mi-nore. Per risolvere questo problema sono

state applicate delle versioni rieducative,cioè il ragazzo viene affidato ad una fami-glia o comunità per provvedere alla suarieducazione. Se nel ragazzo si vedono deimiglioramenti il processo può essere an-che annullato, al contrario invece si pren-dono altri provvedimenti. Oggi i reati mag-giormente commessi dai minori sono: ra-pine, furti, reati contro la persona, guidesenza patenti e spaccio ed uso di sostanzestupefacenti. Alla base di tutto questo lasoluzione potrebbe essere che: “Preveni-re è meglio che curare”; ovvero seguire lefamiglie e cercare di indirizzare i ragazziverso una retta via.

Giulia ContrastoMaria Rosaria Petrosino

Cresce il bisogno di unaiuto concreto per i ra-gazzi in difficoltà.

Durante la conferenza tenuta il4 febbraio scorso presso l’Audi-torium “Vincenzo Favale” dal so-ciologo Angelo Visconti, si è di-scusso dei vari problemi che col-piscono i giovani.Le giovani generazioni devonolottare contro tanti fattori chegiorno per giorno rendono sem-pre più difficili le loro condizioni.Alcuni si trovano ad affrontareproblemi economici, disgraziefamiliari … e tutto questo li spin-ge in un baratro dove gli amici,la scuola e la comunità stessadevono aiutarli a non cadere.Sette case famiglie sono nellaprovincia di Salerno, aiuti eco-nomici da parte delle associazio-ni. Guardandoci intorno potrem-mo avere l’impressione di averefatto molto per aiutare questi gio-vani.Ma quello che crediamo un aiu-to è solo un modo per allonta-nare sempre di più il problemada noi e lasciare questi ragazziallo sbaraglio. In queste case

Ragazzi in difficoltà:cosa bisogna fare?

famiglia ai ragazzi manca pro-prio l’immagine di quella chedovrebbe essere per loro unafamiglia, che è indispensabileper sostenere il ragazzo nellasua crescita personale.Delle donazioni che ricevonoogni giorno queste organizza-zioni nazionali ed internazionali,solo una piccolissima parte èdestinata a chi ne ha la neces-sità; mentre il restante è utiliz-zato per il mantenimento dellestrutture stesse. Una soluzionepotrebbe essere affiancare untutor a queste famiglie proble-matiche, perché aiuti gli stessigenitori, senza il bisogno di al-lontanare i ragazzi dal nucleofamiliare.Ma in fin dei conti basta soffer-marsi sul problema e tentare dicapirlo. Basta rimanere accan-to al ragazzo, perché: come di-ceva anche il cantautore Fabri-zio De Andrè in una sua canzo-ne: “I giovani sono anime puree devono essere difesi perchénon hanno voce, nessuno cheli spalleggia”.

Liberata Riviello

Incontro con il sociologo Angelo Visconti

Cresce sempre di più l’ap-proccio da parte dei gio-vani e anche dei bambi-

ni, nei confronti delle tecnologie, epiù in particolare la vicinanza el’utilizzo sfrenato di internet.Il web è considerato sicuramentela scoperta del millennio: navigarein internet permette di compiereazioni in poco tempo e velocemen-te, di comunicare con tutto il mon-do, di studiare ma anche di sva-garsi.In uno degli incontri di formazioneche teniamo in parrocchia, abbia-mo trattato con la psicoterapeutaFilomena Mirra, di internet e inparticolare delle conseguenze ne-gative che un utilizzo sbagliato diquesto strumento potrebbe com-portare; tra queste conseguenzerientra la dipendenza.La dipendenza da internet è consi-derata una vera e propria malattiacon sintomi specifici che si mani-festano nel tempo. Chi soffre didipendenza vive come in un mon-

do parallelo: il web-dipendentecostruisce il proprio mondo su in-ternet, eliminando tutte le paure ele difficoltà che s’incontrano nellavita vera, le quali gli creano disagie infelicità.In particolare con Filomena, sia-mo partiti dall’analisi di statistichee da studi specifici sull’argomentoper rapportare i dati esaminati allesituazioni più vicine a noi ragazzi,per cercare di aiutare color i qualici sono accanto nel migliore deimodi. Ovviamente siamo arrivatialla conclusione che la vita è trop-po bella per essere sprecata da-vanti a un computer, dietro ad unoschermo dove tutto è virtuale e ar-tificiale, privo di emozioni e senti-menti. La bellezza del mondo vavissuta pienamente accanto allepersone a noi care e, grazie al loroaiuto, bisogna affrontare le diffi-coltà che la vita ci pone davantisenza chiuderci in noi stessi o ap-punto, in un mondo virtuale.

Federica Pannetta

Internet e dintorni

Il Gruppo Giovanissimi Jr. ha avuto il pia-cere di partecipare ad un incontro di for-mazione con la psicologa Concetta Sgroia.

Durante l’incontro è stata affrontata una tema-tica molto importante e che oggigiorno, pur-troppo, è sempre più frequente tra i giovani : ladipendenza da internet! Sappiamo, infatti, cheil computer è ormai diventato un elemento in-dispensabile per la vita quotidiana non solo dinoi ragazzi, ma anche degli adulti, sappiamoanche, però, che l’uso scorretto di quest’ultimopuò portare appunto alla dipendenza. Per farcicomprendere meglio il senso dell’incontro eper dimostrarci con quanta facilità si può di-ventare dipendenti Concetta ci ha propostoun’attività : dividendoci in tre gruppi ci ha fattorispettivamente diventare gli inventori di face-book, msn e dei video games e, rispondendo adelle domande, dovevamo descrivere l’utilitàdi tali programmi, che sentimenti suscitavanoin noi e gli aspetti negativi ch’essi avevano.Alla fine dell’attività ha chiesto ad ognuno di

noi la descrizione del programma che ci erastato assegnato, per farci comprendere meglioquando questi programmi potessero essere undanno e quando invece potessero servirci percomunicare con amici o parenti e quali emo-zioni scaturivano in noi; il risultato è stato moltopositivo in quanto, per fortuna, è stato rilevatodalle nostre risposte che tali programmi nonerano essenziali per nessuno di noi e che avrem-mo potuto farne a meno senza problemi. Finital’attività ci sono stati proposti due video nei qualivenivano riportare scene di vita quotidiana diragazzini che, ormai dipendenti dal computernon avevano neanche più la voglia di vedere laluce del sole. Hikikomori, questo il termine giap-ponese che è stato affidato a questi ragazzi, untermine che significa stare da soli, isolarsi inquanto i ragazzi dipendenti dal computer, dopoun po’ di tempo iniziano a stare da soli, a nonfrequentare più i loro amici, non mangiano piùe, la maggior parte delle volte, non dormononeanche più. Vivono la loro vita in simbiosi con

il loro computer, rischiando, molto spesso, dicadere anche nella più totale depressione. Laserata si è conclusa con un breve dibattito dove,insieme a Concetta ci siamo confrontati, scam-biandoci idee ed opinioni e siamo giunti allaconclusione che il computer, come tutte le altrecose del resto, deve essere utilizzato nel modocorretto, senza abusarne e senza che diventi ilprimo pensiero della nostra vita. Meglio appro-fittare di una bella giornata per stare all’aria aper-ta con gli amici piuttosto che trascorrere un no-iosissimo pomeriggio davanti a una macchinada scrivere che non parla e non esprime emo-zioni!

Roberta Gallotta

Le cause delladipendenza da Internet

Incontro con la Psicologa Concetta Sgroia

La psicologa Concetta Sgroia

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L’ex giudice D’Amato con Angelo Visconti

Dialogogiugno 2011 19DIALOGO DEI GIOVANISSIMI12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121

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Parola ai giovanissimi. Sal-ve, sono Luca e faccio par-te dei Giovanissimi uno dei

gruppi di formazione più attivi del-la nostra Parrocchia.Volevo parlavi di un incontro di for-mazione che come gruppo abbia-mo vissuto nel mese di febbraio.Questo incontro rientra nell’ambi-to del progetto “Corresponsabilità”che la nostra Parrocchia ha intra-preso e terrà fino a settembre pros-simo.A tenere quest’incontro è stata pro-prio una dell’esperte chiamate incausa nel corso di questo progetto,la dottoressa Filomena Mirra. Fi-lomena è una psicoterapeuta mol-to preparata e molto disposta al dia-logo con noi ragazzi, il tema cheabbiamo trattato è stato: “Madriorientali, inflessibili e migliori”.La dottoressa ci ha proposto un ar-ticolo che trattava di una bambinacinese che secondo la culturaorientale viveva la sua infanziasotto una dura disciplina impostadalla madre. Ovviamente a questo

Madri orientali o madri occidentali?

punto il paragone con la nostra cul-tura è stato scontato e ovvio, que-sto paragone ha permesso un’am-pia discussione su quale fosse lacultura più giusta per la crescitaeducatica di un bambino. Dopoesserci confrontati è uscito fuoriche non vi è una cultura giusta euna sbagliata, ma che ci vuole equi-librio, perché un bambino ha biso-gno sì di regole, ma ha bisogno di

scegliere il proprio futuro sempresupportato dai genitori e dagli edu-catori che possono aiutare il bam-bino nel cammino, ma non comesi usa fare nel lontano Oriente im-ponendo delle scelte.Un’altra nota dolente trovata nellacultura educativa orientale è lamancanza di gesti di affetto neiconfronti dei bambini, che comeci ha suggerito la dottoressa nella

Durante l’incontro del-gruppo di formazione,noi ragazzi ci siamo

soffermati sulla visione del filmintitolato “Juno”. Protagonista delfilm, Juno, è un’adolescente chedopo aver avuto una relazione conBleeker, un ragazzo molto timi-do, scopre di essere incinta. Conl’aiuto della sua migliore amica,le due riescono dopo qualche ri-cerca, a trovare una coppia adattaper l’adozione. Con il passare deltempo la coppia “perfetta”, co-mincia a mostrare qualche crepa,ma Juno con la sua grande forza,riuscirà ad affrontare i propri pro-blemi a testa alta. Di solito la ra-gazza che rimane incinta, è unafigura di secondo piano, di cui si

viene a sapere che ha lasciato lascuola dopo il “fattaccio”. QuiJuno non solo non lascia la scuo-la, ma la sua involontaria gravi-danza diventa quasi una protestae una sfida alle convenzioni. In-fatti invece di diventare una ma-dre inadatta o di ricorrere all’abor-to, sceglie l’adozione. Secondome, la maggior parte dei ragazzidi questa generazione, non sareb-be stata in grado di affrontare unagravidanza e tutti i problemi cor-relati. Il messaggio del film checi vuole trasmettere la protagoni-sta, è quello di cercare sempre diaffrontare ogni situazione dalla piùsemplice alla più complessa, conestremo coraggio.

Federica Mazzella

Noi ragazzi del GruppoGiovanissimi Junior ab-biamo avuto il piacere di

vedere una parte di un grande film:Shutter-Island. Questo film avevalo scopo di far comprendere me-glio l’argomento trattato nell’incon-tro precedente: il rapporto con inostri genitori. Il film parlava di unagente federale e di sua moglie,una donna che aveva problemi psi-cologici. Proprio per questi proble-

mi un giorno uccise i loro tre figliaffogandoli nel lago vicino casa.Quando il marito tornò non trovan-do i figli, si avvicinò al lago e videi corpi dei tre bambini. Disperato epreso da un odio profondo per lamoglie, la uccise. Col tempo di-ventò pazzo anche lui, cominciòad avere allucinazioni e a fare so-gni strani e fu portato in manico-mio. Incapace di mantenere il con-tatto con la realtà, viveva in un suo

mondo immaginario e irreale ricre-ando storie appartenute al suo pas-sato, vivendo in un mondo dove ilsuo delitto non era mai stato com-piuto.Essendo assecondato dai medicinon si rendeva conto di tutto ciò.Finché un giorno messo davantialla realtà con la forza, decise diaiutarsi a tornare normale. Ma ilsuo destino era già stato segnato,infatti si avvicinò il giorno in cuiavrebbe dovuto subire una loboto-mia. In quel giorno decise quindidi andare incontro alla sua mortein totale serenità fingendo di nonessere riuscito a combattere la suamalattia e morendo così da uomoper bene. Grazie a questo film ab-biamo capito che delle volte chiu-dersi nelle proprie convinzioni ecrearsi delle proprie realtà per so-stenerle porta a distruggersi e di-struggere ciò che si ha intorno.Confrontandolo con il rapporto coni nostri genitori abbiamo capito chebisogna imparare ad abbatterequel muro di convinzioni che ab-biamo costruito che ci separa daldialogo.

Roberta Bufano

Giovedì 17 febbraio, noiragazzi del Gruppo Gio-vanissimi Junior ci sia-

mo incontrati con la dottoressa Fi-lomena Mirra che aveva prepara-to per noi un film che ci tocca mol-to da vicino.Infatti, il film “Come te nessunomai” diretto da Gabriele Muccinoparla di Silvio (Silvio Muccino) unliceale di Roma, un adolescenteche si trova a doversi confrontarecon l’occupazione scolastica, ildifficile rapporto con i suoi genito-ri che avendo lottato nel ‘68 percause ed ideali, considerano lemanifestazioni del figlio un inutilepretesto per non andare a scuola,le divisioni dei giovani in variemode, l’amicizia ed infine l’amo-re. Abbiamo avuto la possibilità diriflettere molto e di confrontare gliavvenimenti con le nostre vicendequotidiane! Infatti alla fine del filmabbiamo avuto un dibattito unendole nostre idee e i nostri pensieri.Ognuno si era rispecchiato nel pro-tagonista, specialmente nel rappor-to con i suoi genitori. Silvio infattinon aveva un bel rapporto per lamancanza di dialogo che portava

a scombussolare tutto l’equilibriofamiliare. Inoltre vedere suo fra-tello maggiore considerato maturoe sua sorella piccola considerataperfetta lo portava a chiudersi sem-pre di più in se stesso. E così spes-so capita a noi, di creare un muro edi abolire qualsiasi tipo di relazio-ne. Dopo aver ascoltato i consigli,e le considerazioni della dottores-sa, insieme al nostro responsabileabbiamo deciso di prendere un im-

Incontro con la psicoterapeuta Filomena Mirra

sua natura di fanciullo ha bisognodi determinati gesti, per non subireuna deviazione affettiva.In conclusione a nome del grupporingrazio la dottoressa per l’inte-ressante tematica, anche perchénoi un giorno saremo genitori e unincontro su queste tematiche puòsolo aiutarci nei nostri compiti fu-turi.

Luca Montefusco

Film - Dibattito in Parrocchia

Juno contro tutti

Un film per riflettere Come te nessuno mai

pegno, ovvero quello di cercarepian piano di abbattere questo muroe di lasciare la strada aperta al dia-logo. Questo film per noi è statodavvero uno spunto di riflessione,perché spesso presi dalla nostravita non ci accorgiamo di ciò checi accade intorno.Quindi ringraziamo la dottoressaFilomena Mirra per averci datoquesta opportunità.

Agnese Petraglia

Foto ricordo del Gruppo Giovanissimi insieme a Filomena Mirra

Dialogo giugno 2011

Responsabile:

P A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IMaria Luisa Nardiello

DIALOGO DEI RAGAZZI20

Il ritiro di quaresima di que-st’anno è stato un po’ partico-lare! Abbiamo incominciato

questa nostra avventura già il sa-bato pomeriggio quando ci hannodiviso in squadre.Ce n’era una gialla, una verde, unaazzurra, una blu, una arancione euna di cui ancora non sappiamocon sicurezza se era rosa, fucsia omagenta. La domenica mattina cisiamo ridivisi in squadre e siamoandati in chiesa dove don Peppeha celebrato la Santa Messa. Du-rante l’omelia ha pronunciato unafrase che ci ha un po’ accompa-gnato durante tutto il ritiro: il pas-sato è nel nostro cuore, il presentenelle nostre mani e il futuro nellanostra mente. Non potete ancoracapire bene il significato di questafrase per il nostro ritiro, ma per spie-garvelo inizio col dirvi il tema cheera: ama il tempo che vivi. Dopola messa è incominciato il nostroviaggio nel tempo attraverso unanavicella speciale. Siamo andatinella preistoria dove ci hanno fattofare degli esercizi fisici, scalzi! Poinel rinascimento dove, da Galileo

Il ritiro di questa Quaresima hafatto vivere a bambini, ragaz-zi, animatori e catechisti

un’avventura fantascientifica: ilpassaggio attraverso cinque epo-che diverse che vanno dalla prei-storia, al medioevo, all’illumini-smo, al presente fino ad arrivare alfuturo attraverso uno strano mez-zo di viaggio: una macchina deltempo, quella che stata messa apunto nelle cinque domeniche diQuaresima durante l’omelia dellaSanta Messa delle ore dieci.Sia i bambini delle elementari chei ragazzi delle medie hanno vissu-to lo stesso ritiro, infatti, le squadreerano composte da membri mistiper età, ed i ragazzi delle mediedovevano essere da sprone ai piùpiccolini, una bella sfida per tuttiquindi!Le tappe del passato e quella delpresente hanno riempito l’interamattinata, mentre il futuro ha oc-cupato il pomeriggio.Dai volti delle persone che ho vi-sto lavorare e divertirsi, allo stessotempo, quel giorno ho scorto

Il Ritiro dei bambinie ragazzi del Catechismo

l’espressione della gioia nel rivi-vere tutte le tappe del Cristianesi-mo, mentre i ragazzi e bambini siavvicinavano a Dio con i mezziche c’erano a disposizione nellevarie epoche storiche, tutti insie-me sono stati letteralmente cata-pultati nei vari periodi, ed hannoavuto l’opportunità di vivere unpezzettino della realtà del tempo,per toccare con mano le difficoltàtipiche del tempo, per scoprire chein ogni epoca gli uomini incontra-vano Dio semplicemente attraver-so gli strumenti che avevano a di-sposizione.In ciascuna tappa le squadre, dopoaver affrontato una prova, hannoconservato un cimelio appartenen-te a quel periodo storico, che sa-rebbe servito loro per la riflessioneconclusiva del ritiro.Spero con tutto il cuore che i nostriragazzi abbiano imparato che seviviamo bene il presente, abbiamola possibilità di portate il passatosempre con noi, con i simboli checi aiutano a tenere vivo il ricordodelle cose belle che ci hanno dato

degli insegnamenti; se viviamobene il presente abbiamo la possi-bilità di gettare le basi dei nostrisogni e vederli mentre prendonovita sotto i nostri stessi occhi.I catechisti, nell’ideare questo riti-ro e strutturarlo in siffatta maniera,hanno pensato che i ragazzi do-vessero fermarsi a riflettere per unattimo sulla loro vita, a pensare chebisogna vivere il presente con laconsapevolezza che c’è un Dioche ci accompagna in ogni mo-mento, soprattutto nel presente, siache lo viviamo in parrocchia chein qualsiasi altro ambito della no-stra vita, un presente fatto di com-plicità, condivisione, convivialitàvissuta con gli altri, nello sguardodei quali incontriamo il volto diCristo vivo.Vivere bene il presente però signi-fica anche guardare al futuro, ave-re dei sogni ed è per questo motivoche l’ultima prova ha avuto tantospazio nel ritiro, l’intera parte po-meridiana, in cui gli animatori ed icatechisti hanno aiutato i ragazzi adare libero sfogo alla loro fantasia,

a liberare i loro sogni, ad aiutarli aesprimere le loro potenzialità. Nelfuturo non saranno più bambini,saranno architetti, medici, inse-gnanti, operai, mariti, mogli, astro-nauti, scienziati e saranno in gradodi portare nel mondo, anzi nell’uni-verso la Parola di Dio, ma come?Con quali strumenti? Con qualimateriali? Con quale colorato emeraviglioso progetto? Anche secon queste caratteristiche, più cheprogetto sembra più corretto par-lare di sogno!

Al termine delle visite a tutte leepoche, i ragazzi sono ritornati nelpresente perché loro non possonoaspettare, l’oggi è più importate diqualsiasi affascinante era, oggi èquello che siamo, è quello che pos-siamo mettere subito in praticasenza aspettare e senza vivere conlo sguardo puntato indietro al pas-sato, il cuore è la memoria di quel-lo che è stato, conserva i ricordidelle esperienze passate; la mentedeve essere proiettata sempre ver-so il futuro, perché chi si ferma è

Un ritiro specialeGalilei abbiamo fatto un quiz ri-guardante l’universo. Il nostro viag-gio però non è finito qua! Siamopassati all’impero romano dove ab-biamo dovuto combattere per di-fendere la nostra bandiera e doveuna bellissima principessa haespresso il suo parere alzando oabbassando il proprio pollice. Dalpassato siamo arrivati al presente,eravamo nel campetto e lì abbia-mo fatto un gioco tipico dell’ago-sto oratoriano. Si era fatta ora dipranzo e la fame si faceva sentirecosì abbiamo deciso di rimandareil nostro viaggio a dopo e ci siamoprecipitati a tavola. Dopo il deli-zioso pranzo preparato dalle cuo-che, abbiamo ripreso la nostra stra-ordinaria navicella e siamo arriva-ti nel futuro. Il questa tappa ognu-no di noi ha dovuto esprimere ilproprio sogno per il futuro, le pro-prie aspettative. Dopo aver dise-gnato, ognuno un oggetto che rap-presentasse il proprio sogno, ab-biamo unito i nostri sogni in un edi-ficio di cartone. Ovviamente nonsarà stata un opera d’arte, ma ognu-no di noi era fiero di ciò che aveva

fatto perché in fondo rappresenta-va ciò che avrebbe voluto fare poiin futuro. Questa è stata l’ultimatappa del nostro ritiro che ormaivolgeva al termine. Ci siamo in-contrati in teatro dove abbiamoespresso cosa in realtà ci era ri-masto di ogni tappa. Dalla preisto-ria una tavoletta di argilla che sim-boleggiava i dieci comandamenti,leggi che dobbiamo seguire e vi-vere quotidianamente per avvici-narci a Dio. Nel medioevo ci erastato dato un cannocchiale che sim-boleggiava il poter vedere Dio piùvicino. La maglietta dell’agostooratoriano, dataci nel presente,simboleggiava il divertirsi insiemee quindi la felicità. E infine le“sculture” create da noi nel futurorappresentavano i nostri sogni.Ora credo abbiate capito il perchédi quella frase pronunciata da donPeppe. Questa giornata è stata spe-ciale, divertente ma allo stessotempo anche istruttiva e credo chetutto questo si deduca anche dallemie parole.

Simona BufanoIII media

Il Catechismo al Sacro Cuore

Ogni settimana, di sabato,noi ragazzi di tutte le etàci rechiamo in parroc-

chia per il catechismo.Oltre che a saperne qualcosa di piùsulla nostra religione, il catechismoè anche un modo per stare qual-che ora assieme, divertendoci, per-ché le nostre catechiste, Morena eCosimina, fanno di tutto per ren-derci la lezione meno noiosa pos-sibile.L’ orario di entrata nell’ Auditoriumè previsto nel pomeriggio, dove ciaspettano le nostre catechiste peraccompagnarci nella nostra aula,quest’ anno situata nel teatro. Se-condo me, questo è un compitodavvero molto difficile , perchécontrollare una cinquantina di ra-gazzi, fargli imparare qualcosa inpiù e soprattutto non lasciarli an-dare a casa con un viso alquantoannoiato, è un qualcosa che nontutti riescono a fare.Per fortuna, il catechismo non silimita esclusivamente all’oretta direligione: per quella, ci basta e ciavanza la scuola; ma il sabato nonè la stessa cosa perché finalmente

possiamo svagarci un po’ nei labo-ratori. Io personalmente ho sceltoil laboratorio “Comunicazioni So-ciali” e ogni sabato aspetto gioio-samente l’orario in cui usciamodalle nostre aule e ci rechiamo neirispettivi laboratori.Alle 17.30 usciamo dall’Audito-rium e ritorniamo a casa, oppure,

nella maggior parte dei casi, uscia-mo con gli amici. La sera ritornia-mo a casa felici e aspettiamo chevenga alla svelta il sabato succes-sivo per ritornare ad imparare qual-cosa di più sulla nostra religione edivertirsi nello stesso tempo.

Fortunata GaetaIII media

perduto, chi non ha futuro non vivecon la speranza di fare sempremeglio; le mani, invece, apparten-gono al presente, è solo oggi chepossiamo creare, grazie all’espe-rienza di ieri e grazie alla voglia disognare che ci spinge verso pro-getti ambiziosi, è solo l’oggi che ciappartiene veramente, è questo ilperiodo in cui vediamo con i nostriocchi, giorno dopo giorni, i sognidiventare una realtà.

Maria Luisa NardielloCatechista scuole medie

Dialogogiugno 2011 DIALOGO DEI RAGAZZI 21

Responsabile:

P A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IMaria Luisa Nardiello

Quest’anno, come gli anni precedenti, laparrocchia Sacro Cuore ha organizzatola festa di Carnevale, che si è tenuta l’8

marzo, che coincide con la festa della donna.Il Carnevale in genere, viene considerato come unafesta per divertirsi. Questa celebrazione è comun-que una ricorrenza pagana, con tutto il suo fardellodi contraddizioni.Nella nostra parrocchia il Carnevale è stato festeg-giato in una maniera molto particolare: noi ragazziabbiamo mangiato quasi a sbafo, e successivamen-te abbiamo ballato fino allo sfinimento, dietro la spintadegli animatori che hanno tentato l’impossibile perrallegrare il nostro pomeriggio.

I più piccoli si sono divertiti, svolgendo attività di-verse dalle nostre, ma altrettanto piene di svago.Alla fine della festa, sono arrivati anche i genitoridei ragazzi, per prendere un caffè e, dovendo es-sere sinceri, poco mancava al fatto che anche i piùgrandi si mettessero a giocare: vedere i propri figligiocare, divertirsi, ha suscitato in loro sentimenti,emozioni, gioie che non provavano dall’ultima vol-ta che si erano riuniti tutti in un unico luogo a gioca-re. In conclusione possiamo dire che ci siamo di-vertiti molto e vorremmo anche altre volte trascor-rere un pomeriggio così!

Fortunata GaetaMario Visconti

Quest’anno non potevamancare la festa di Car-nevale nella nostra par-

rocchia.Ci siamo divertiti molto, bambini,ragazzi e adulti compresi. All’ini-zio della festa abbiamo ballato efatto il karaoke, poi dopo circaun’oretta, sono arrivate le “cuoche”della parrocchia a portare torte,patatine e coca-cola. Dopo avermangiato, abbiamo continuato ilnostro “divertimento”.All’evento hanno partecipato mol-ti bambini, e a vederli, sembravache si divertivano molto.I genitori, vedendo i propri figli di-vertirsi, si sono sentiti rinascere, sisono sentiti come se avessero fat-to un passo all’indietro quando ave-vano la loro età.I più piccoli si sono divertiti svol-gendo attività animate da noi ra-gazzi delle scuole medie.Hanno fatto un gioco molto simpa-tico. I bambini che avevano lo stes-so costume di carnevale sono statiraggruppati e hanno formato dellesquadre.

Di sicuro non si poteva decidereun vincitore perché tutti i bambinisi sono impegnati per ricevere lavittoria, ma alla fine tutti sono statipremiati al meglio.Mi è rimasto un gioco impressonella mente, dove, i bambini si im-pegnavano e allo stesso tempo sidivertivano. Era un gioco dove siprendevano dei pezzi di giornale,si bucavano e a coppie di due per-sone si portava il giornale dalle due

Come molti ragazzi di ter-za media, ho scelto difare come laboratorio,

dopo il catechismo, l’animazioneai bambini delle elementari. Sonoun animatore in erba e il mio com-pito è quello di aiutare gli animato-ri più grandi a far giocare e diverti-re, in tutta sicurezza, i bambinidelle elementari.Quest’anno, come l’anno scorso,

L’animazione … è la mia passione!

sono stato scelto per aiutare gli ani-matori della quinta. Ho il compitodi rimettere a posto il materialeusato durante l’animazione oppu-re tenere in fila i bambini, e soprat-tutto osservo gli animatori espertiper poter diventare anche io, in fu-turo, un bravo animatore. Questolaboratorio mi piace tantissimo, perquesto ci metto tanta passione.Mi piace il rapporto che ho instau-

Il giorno 26 febbraio ci sonostate le pizze della nostra clas-se della prima media. Alle ore

15.30 siamo andati davanti allachiesa per partecipare all’ora dicatechismo. Subito dopo abbiamopartecipato al laboratorio di ballo,con Vito, Roberta e Agnese doveci siamo divertiti molto. Purtroppo,però, alle 17.30 era già finito, main parrocchia il divertimento nonfinisce mai. Infatti siamo andati inludoteca per dare inizio alla serata

Disco-pizza per noi delle mediedisco-pizza. Appena arrivati, glianimatori ci hanno fatto presenta-re, e poi abbiamo giocato a “Sara-banda”, che è il gioco in cui simette la base di una canzone e vin-ce chi ne indovina il titolo. Dopoquesto divertente gioco, gli anima-tori ci hanno fatto vedere un film incui il protagonista era John Tra-volta. Noi ragazzi abbiamo fattoun balletto con una canzone sceltatra le musiche del film. Ovviamen-te dopo un po’ eravamo affamati,

rato con i bambini, credo di esser-mi guadagnato il loro rispetto, in-fatti, ogni sabato mi diverto insie-me a loro.Suppongo di essere abbastanzabravo e spero di diventarlo sempredi più, e magari, domani, di essereio ad insegnare agli animatori inerba l’arte dell’animazione.

Rocco PaesanoIII media

così siamo andati a mangiare lapizza, che era squisita. Ma non èfinita, dopo la pizza siamo tornatiin ludoteca e ci siamo scatenati aballare, tanto che il tempo volava,infatti alle 21.30 stavamo conti-nuando a ballare e non volevamotornare a casa. L’evento delle “piz-ze” al catechismo è molto atteso edivertente, specialmente quello diquest’anno.

Paola GallottaAnna Chiara Citro

estremità, posizionando sopra unapallina e bisognava stare attenti anon farla precipitare nei buchi.Qui i bambini hanno sprigionatotutto il loro ingegno, e lo si notavavisibilmente.Alle 17.30 sono giunti i genitori egli è stato offerto il caffè. Verso le18.00 siamo andati tutti a casa, fe-lici e orgogliosi.

Giovanni D’AmatoIII media

La festa di Carnevalenella nostra Parrocchia

Emozioni incredibili

Dialogo giugno 2011

Responsabile:

P A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IMaria Luisa Nardiello

DIALOGO DEI RAGAZZI22

Ciao a tutti, mi chiamo CristianMarzano e frequento la II A me-dia del catechismo della Parroc-

chia del Sacro Cuore.Sabato 19 febbraio, insieme ai ragazzi delledue seconde medie, abbiamo mangiato lapizza in parrocchia.Terminata l’ora di catechismo e quellasuccessiva, in cui partecipiamo ai labora-tori, siamo scesi in ludoteca, per giocare a“Sarabanda”. Successivamente gli anima-tori hanno proiettato una scena del film “Lafebbre del sabato sera”, non a caso le piz-

Disco-Pizza che sballo!

Ciao a tutti, noi ragazzi delle scuole medie ed i bam-bini delle elementari, al-

l’inizio di ogni anno, nel giorno disabato, partecipiamo alla diverten-tissima serata “Disco Pizza” dellanostra parrocchia. Il 19 febbraio hapartecipato la II media, la nostraclasse, ed il programma è statopressappoco così articolato: 15:30catechismo; 16:30 animazione e la-boratori; 17:30 disco dance; 19:00pizza e coca; 19:30 karaoke; 20:30pizza a sorpresa; 21:30 conclusio-ne. Nella prima parte della serataabbiamo visto un video “La feb-bre del sabato sera” dove il prota-gonista era John Travolta, nella se-conda parte della serata abbiamoinvece mangiato le pizze prepa-rate dai nostri genitori. Erano dav-vero squisite, tanto da farci fare ilbis. Subito dopo aver mangiato, sia-mo tornati in ludoteca, dove gli ani-matori ci hanno divisi in due grup-pi. Ognuno di noi poteva scegliereuna canzone a proprio piacimento

e, sulle sue note, doveva prepara-re un balletto, ovviamente c’eranoi giudici di gara che sceglievano,secondo i loro gusti, quale era lasquadra più brava a ballare. Du-rante la serata ci siamo divertiti unmondo con i nostri amici ed abbia-mo ballato e cantato con gioia. Ilmomento più divertente, per noi, è

Sabato 26 febbraio c’è stata la piz-za della prima media. Il tema diquest’anno era la musica, infatti, si

chiamava “disco-pizza”. Dopo il catechi-smo ed i vari laboratori, gli animatori ci han-no fatto andare in ludoteca. Qui ci hanno piùo meno spiegato cosa avremmo fatto per ilresto della serata. Poi ci hanno fatto metterein fila per iniziare il primo gioco che si chia-mava Sarabanda. Questo consisteva nel can-tare a coppie un pezzetto di ritornello di una

canzone. Nessuno ha voluto farlo perchètutti avevano vergogna. Allora gli animatorihanno cambiato gioco. Questo consistevanell’indovinare una canzone sentendo solouna piccola parte del motivo. Per questo gio-co ci hanno diviso in tre squadre e la mia havinto. Dopo ci hanno fatto vedere una partedi un film di John Travolta e ci hanno dettoche avremmo dovuto fare un balletto condei passi simili ai suoi. Poi siamo andati amangiare la pizza. Era davvero buonissima

Anche il 2011, come ac-cade da diversi anni or-mai, è stato caratterizza-

to dai sabati della pizza al catechi-smo. Quest’anno il tema della se-rata è stato “DISCO PIZZA” .Noi ragazzi di terza media abbia-mo avuto la nostra avventura il 12febbraio. Dopo il catechismo el’animazione siamo rimasti in par-rocchia, a divertirci con gli anima-tori. Verso le 19.30 siamo andatinel salone e qui abbiamo dato ilvia alla grande abbuffata di trancidi pizze di vari gusti, preparatedalle gentili signore e “fornai” del-la parrocchia, io non so quanti neho mangiati, ma non mi volevoperdere nessun gusto. Dopo esser-ci ben rimpinzati siamo scesi inludoteca, e che stupore si era tra-sformata in una vera discoteca contanto di luci psichedeliche. I Dj Sil-vio e Amedeo, e noi ballerini ci sia-mo scatenati al ritmo delle canzo-ni più alla moda. Mi sono scatena-to e divertito come non mai a bal-

lare e a mimare le canzoni. Lasorpresa dei genitori, alla vista diquello spettacolo, è stata grande equalcuno di loro si è anche fattoprendere dal ritmo. Peccato peròche alle 21.30 la disco-ludoteca hachiuso e noi felici e un po’ stanchisiamo tornati a casa. Mi sono di-

ze di quest’anno sono chiamate “disco-pizza”.Dopo il filmato, ci siamo divisi in gruppi edabbiamo creato dei balletti, mentre gli ani-matori erano i giudici e decidevano qualesquadra aveva ballato meglio. La squadradella quale facevo parte io ha ballato Gre-ase ed io interpretavo John Travolta.Alle 19.00 ci hanno raggiunto i genitori permangiare la buonissima pizza della par-rocchia. E’ stato un bel sabato sera!

Cristian MarzanoII media

Ci siamo scatenati a ritmo di musica discoe, infatti, ne abbiamo mangiato tanta e perdigerirla abbiamo cominciato a preparare ilballetto. Dopo averlo provato e riprovato sia-mo andati in ludoteca e ognuna delle tresquadre ha presentato il suo. Erano tutti e tremolto belli. Dopo l’ultima esibizione ci sia-mo scatenati in un frenetico ballo a ritmo dimusica disco. Questa è stata secondo me laparte più divertente della serata!

Martina Del GiornoI media

La serata Disco-Pizzatutta un’altra musica

stato quello della disco dance, du-rante il quale si ballava nella ludo-teca che era stata trasformata, perl’occasione, in una vera discote-ca. Andare alla Disco Pizza è sta-to davvero “tutta un’altra musica”.

Alessio LandiGianluca Di Lorenzo

II media

La mia bellissima seratacon la “Disco-Pizza”

vertito veramente molto, tanto cheho accettato di fare l’animatoredelle quinte elementari per ripete-re questa fantastica esperienza.Devo dire che al Sacro Cuore nonne sbagliano una!

Rocco PaesanoIII media

Dialogogiugno 2011 DIALOGO DEI RAGAZZI 23

Responsabile:

P A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IP A G I N A D E I R A G A Z Z IMaria Luisa Nardiello

Noi ragazzi delle scuole me-die dopo l’ora di catechismopossiamo scegliere fra più

laboratori organizzati nella nostra par-rocchia. Io, come durante gli altri dueanni delle scuole medie, ho scelto illaboratorio delle Comunicazioni So-ciali e faccio parte del giornale dovepubblichiamo “Il Dialogo dei Ragaz-zi”. Al laboratorio non siamo tanti per-chè è un Laboratorio molto impegna-tivo, però, lo stesso ci divertiamo e pas-siamo dei bei momenti insieme. Inquesti tre lunghi anni c’è stato un viavai di gente, tra chi ha cambiato labo-ratorio e chi è andato al liceo, per que-st’anno siamo io e Alessio Mirra cheproveniamo dalla prima media e i nuoviarrivati Giovanni D’Amato, Mario Vi-sconti e Fortunata Gaeta, e abbiamoformato un bel gruppo unito. Quest’orala passiamo con Paolo Sgroia che ci“sopporta” e ci insegna a scrivere gliarticoli, a digitarli, a usare vari pro-grammi sul computer e a scattare lefoto che poi inseriamo sul giornale.Questa per me è una bella esperienzae anche se quest’anno finisco le me-die e andrò a far parte del Gruppo Gio-vanissimi, mi piacerebbe continuarea frequentare questo laboratorio.

Chiara Ulino

Ormai sono tre anni che frequento il Laboratorio Comunicazio-ni Sociali e l’ho scelto non per capriccio, come fanno alcunibambini, ma per imparare divertendomi con gli amici e con i

responsabili, tanto è vero che lo frequento anche il mercoledì, oltre alsabato. È un bellissimo laboratorio e lo consiglio a tutti quelli che stannoleggendo questo mio articolo, si imparano molte cose riguardo al com-puter ed ai suoi programmi, per esempio un giorno i nostri amici eanimatori Ivan e Mario, con l’aiuto di Cosimina, la nostra catechista,hanno “smontato” un computer e ci hanno spiegato a cosa serve ogniparte che lo compone. Lezione un po’ complicata, lo ammetto, ma chemi ha fatto imparare molto. A volte, durante le nostre lezioni, con Ivan eMario ne combiniamo di belle e di brutte e mi diverto un sacco, propriocome gli altri del gruppo!Insomma, questo laboratorio è interessantissimo e vi do’ un consiglio:non fatevi scappare questa occasione, nel Laboratorio ComunicazioniSociali potrete imparare divertendovi.

Milena FraggettaIII media

Ogni sabato pomeriggio,nella Parrocchia del Sa-cro Cuore di Gesù, dopo

il catechismo, cominciano i varilaboratori tra cui quello Multime-diale. In questi pochi mesi, i cate-chisti ci hanno insegnato moltecose. I primi sabati ci hanno spie-gato come usare la macchina fo-tografica e tutte le sue funzionicorrettamente. Successivamente,invece, ci hanno fatto vederecome si installa il cavalletto e ci simonta sopra la telecamera. Ini-zialmente sembrava difficile, macon pazienza i responsabili l’han-no rispiegato e ci hanno fatto pro-vare. Qualche sabato fa siamo sa-liti nell’auditorium “Vincenzo Fa-vale” e ci hanno mostrato il mixer,che è uno strumento per regola-re il suono degli amplificatori e deimicrofoni. In quella lezione hoimparato molte cose che non ave-vo mai visto. In questi ultimi incon-tri stiamo vedendo come si fa amontare un video con i vari pro-grammi. Io credo che un giorno,quando saremo grandi, a pensarcibene, tutte queste cose nuove sa-ranno utili per la nostra vita.

Magliano Vito

Il laboratorio di falegnameria è molto interessante perché si co-struiscono tanti oggetti dal nulla. Una delle cose più belle cheabbiamo fatto è una sagoma grandissima dell’Italia, abbiamo

usato la pasta di riso e l’abbiamo pitturata, inoltre abbiamo messo leluci in corrispondenza dei capoluoghi di provincia. Ora stiamo prepa-rando una lampada a forma di casa fatta di legno, con le finestre divetro. I nostri insegnanti sono Franco e Antonio, mentre noi ragazzisiamo diciassette, ci vogliamo molto bene e ci aiutiamo tra di noianche se a volte facciamo arrabbiare un po’ i nostri maestri, ma ilbello del laboratorio di falegnameria è anche questo!

Giuseppe GlielmiII media

Ciao a tutti, oggi voglio parlarviun po’ dei momenti che trascor-ro al catechismo. Nell’ora di ca-

techismo, ci sono due catechiste, che chia-mo “professoresse” e che sono persone mol-to diverse tra loro, però hanno in comunequattro cose: la gentilezza, la bravura, dico-no la verità e ci fanno affrontare con corag-gio i piccoli problemi di ogni giorno. Io ilsabato pomeriggio mi sento un’altra perso-na, sono più allegra del solito. Ad inizio annocatechistico, i responsabili, ci consegnanoun elenco di tutti i laboratori che possiamoscegliere di fare dopo l’ora di catechismo,

ed io ho scelto quello di scenografia, detto “La-boratorio Creatività”. Per me questo laborato-rio è molto importante, perché impariamo mol-te cose nuove, come la lavorazione della pa-sta di mais, con la quale abbiamo realizzatotante sculture. In questo laboratorio c’è la mia“ossessione” ovvero la responsabile Gina, chein realtà è una persona molto brava. Lei arrivaall’improvviso, nei momenti in cui sto pen-sando a qualcosa, quando sono distratta, ciguardiamo e ridiamo come matte. Mi divertomentre imparo, perciò non lo cambierei, perme è il laboratorio più bello di tutti.

Marika MirraIl sabato pomeriggio, dopo l’ora dicatechismo frequento il laboratorioArmonia, in cui si imparano i canti

della messa domenicale, segnati con illinguaggio LIS.Noi del laboratorio ci riuniamo tutte ledomeniche, e ci rechiamo in chiesa conPatrizia, che con la chitarra accompa-gna i nostri canti e mentre cantiamo ani-miamo, con i gesti, la messa dei bambi-ni, quella delle ore 10.00.Mi piace partecipare a questo laborato-rio, perché per me è un momento di ag-gregazione e allegria, inoltre è un modoper fare crescere la mia fede e quelladegli altri in particolare dei bambini che

Quest’anno facciamo laprima media e dopo ilcatechismo ci sono molti

laboratori.Io e Anna Chiara ci siamo volutecimentare nel laboratorio, secon-do noi, più divertente: quello di bal-lo.In questo laboratorio ci sono VitoRe, Roberta Gallotta (mia sorella)e Agnese Petraglia, che sono i re-sponsabili e sono molto simpatici.I balletti che inventano sono fanta-siosi, ma non facciamo solo bal-letti, bensì anche altre cose comeimparare a contare il tempo.Ogni sabato ognuna di noi deveportare un balletto inventato da sée i passi più belli vengono usati percreare altri balletti sempre più pie-ni di energia e di creatività, mapurtroppo alle 17.30 finisce il labo-ratorio.Ogni sabato ci andiamo molto vo-lentieri e con la voglia che cresceminuto dopo minuto ballando, an-che perché lì il divertimento nonmanca mai.

Paola GallottaAnna Chiara Citro

I media

Il laboratorio Creativitàè molto interessante!

Il nostro amato laboratorio di ballo

Il Multimediale

I lavori duri sono la mia passione

Il LaboratorioComunicazioni Sociali

Laboratorio Armonia che allegria

aspettano con gioia il momento dei gestila domenica.

Raffaella Caputo

“Dialogo”

Dialogo giugno 201124

Responsabili:P A G I N A D E I P I C C O L IP A G I N A D E I P I C C O L IP A G I N A D E I P I C C O L IP A G I N A D E I P I C C O L IP A G I N A D E I P I C C O L I

Elena Vecchio - Linda Scotese

DIALOGO DEI PICCOLI

Ciao sono Luca efrequento la par-rocchia del Sacro

Cuore di Gesù.Sabato 2 aprile le nostrecatechiste Caterina e Adaci hanno portato in chiesaper partecipare alla ViaCrucis insieme all’altraquinta e alle due quarteelementari.Con un video proiettore cihanno fatto vedere la pas-sione di Cristo attraverso

Domenica 10 aprileho partecipato alRitiro di Quaresima

dei ragazzi delle elementarie medie.Il primo appuntamento erala Santa Messa, dove era-vamo tantissimi e tutti mol-to attenti ad ascoltare la

Il Ritiro di Quaresimadei bambini del Catechismo

parola di Dio.Dopo la Santa Messa sia-mo andati a giocare, divisiin squadre: blu, celeste,arancione, verde, gialla erosa.Io stavo nella squadra ce-leste, in ogni squadrac’erano ragazzi di terza,

quarta e quinta elementa-re e ragazzi di prima, se-conda e terza media.Il tema del ritiro era: il pas-sato, il presente e il futuro.Quando siamo andati nelpassato, che era la Preisto-ria dovevamo cucire dei ve-stiti e lavorare l’argilla.

Poi siamo stati da “Cesarea Roma” dove abbiamocombattuto con un’altrasquadra e abbiamo perso.Andati nel presente abbia-mo fatto un gioco di squa-dra nel campo.A pranzo abbiamo mangia-to di tutto: pasta col sugo,pizza, frutta.Dopo pranzo dovevamoandare nel futuro, ci han-no portato in una stanzadove dovevamo disegnarei lavori che avremmo volu-to fare da grandi.Quando sono arrivati i ge-nitori siamo andati tutti nelteatro per vedere un filma-to.Dopo il filmato siamo andatitutti a casa, felici di aver tra-scorso una giornata con icompagni, ma soprattuttocon Gesù.

Anna Laura SianiV elementare

quattordici stazioni.Quando ascoltavo le let-ture mi sono emozionatoperché ho visto la soffe-renza di Gesù, morto pertutti noi senza mai arren-dersi, per darci la vita eter-na.Per me questo giorno èstato importante perché miha fatto crescere ancoradi più spiritualmente.

Luca ZurloV elementare

Ho partecipatoalla Via Crucis

L’animazione è un mo-mento molto impor-tante per noi bambi-

ni, perché ci fa fare nuoveconoscenze.La cosa più importante,però, è giocare perché cidivertiamo e impariamo at-traverso i giochi cose nuo-ve. Gli animatori sono mol-to bravi e simpatici, ci fan-

Il sabato pomeriggio dal-le 15.30 alle 16.30 c’è ilCatechismo per i bam-

bini delle elementari e me-die.Dopo il Catechismo per chivuole ci sono tante attività,per noi bambini delle ele-mentari c’è il canto e l’ani-mazione.Nell’ora di canto impariamoi gesti L.I.S. da fare la do-menica a Messa, mentre,nell’ora di animazione cisono tanti giochi divertentida fare insieme agli anima-tori.Se fuori piove gli animatorici fanno vedere un film nel-l’Auditorium “Vincenzo Fa-vale”, altrimenti ci portanonel campo grande.Io dopo l’ora di Catechismoho scelto di fare canto, per-ché impariamo tante cosenuove con Laura e Patrizia.Quando siamo in anticipopossiamo fare degli indovi-

nelli o scioglilingua e poicontinuiamo con i canti del-la Santa Messa della dome-

L’importanzadell’animazione

no divertire con tantissimigiochi e nello stesso tem-po si divertono anche loro.A volte ci fanno degli scher-zi e quando finisce l’ora dianimazione torniamo acasa contenti di aver pas-sato un pomeriggio fanta-stico.

Raffaele De VitaV elementare

Dopo il Catechismo per chi vuolein Parrocchia ci sono tante attività

nica.Mi piace molto quest’attivi-tà perché mi fa apprezzare

Dio e i doni che ci ha dato.Alessandra Giordano

IV elementare

Dialogogiugno 2011 25

Responsabili:P A G I N A D E I P I C C O L IP A G I N A D E I P I C C O L IP A G I N A D E I P I C C O L IP A G I N A D E I P I C C O L IP A G I N A D E I P I C C O L I

DIALOGO DEI PICCOLI

Elena Vecchio - Linda Scotese

Il giorno di Carnevale sono an-data in Parrocchia perchéc’era una bellissima festa di

Carnevale e appena sono entra-ta mi è sembrato di stare nel mon-do delle favole.Erano tutti felici, e tutti si diverti-vano.C’erano i bambini mascherati, glianimatori che ci facevano gioca-

Ciao, mi chiamo Anna Lau-ra e l’ 8 marzo ho festeg-giato la festa del Carne-

vale in parrocchia insieme ai mieicompagni di catechismo. Io erovestita da Biancaneve e abbiamofatto tantissimi giochi, anche incoppia. Stavo in coppia con Sarache era vestita da Teletubbies.Mi sono divertita un mondo.Dopo vari giochi ci siamo messiin cerchio e le catechiste e ani-matrici ci hanno offerto tantissimi

Sabato 12 marzo hopartecipato alla “Di-sco Pizza” della

quarta elementare.Dopo il catechismo e l’ani-mazione, sono andato in lu-doteca per formare le squa-dre della caccia al tesoro.Io sono capitato nellasquadra “Pop” e le altre dueerano quelle dei “Rock” edei “Jazz”.La prima prova era quella

di mimare i cartoni animatie di farli indovinare ai com-pagni di squadra; la secon-da prova era quella di in-dovinare le canzoni che glianimatori ci facevanoascoltare; la terza provaerano dei quiz e la quartaprova era quella del kara-oke. Poi finalmente ho man-giato la pizza con i mieiamici! Dopo siamo andati dinuovo in ludoteca per fare

Il 5 marzo scorso noidella quinta elementaresiamo andati al catechi-

smo e siamo rimasti fino alle21.30 perché abbiamo par-tecipato alla “Disco Pizza”.Dopo il catechismo, alle16.30 abbiamo fatto anima-zione guardando il film “Ifantastici viaggi di Gulliver”.Dopo la visione del film ibambini che non frequen-tavano la quinta elementa-re sono andati via mentrenoi altri siamo rimasti e ab-biamo visto il film fino allafine. Dopo gli animatori cihanno fatto giocare: il pri-mo gioco consisteva nelloscoppiare più palloncinidell’altra squadra, poi cihanno fatto vestire da per-sonaggi dei cartoni animatie io mi sono vestito da Ciu-chino, l’asino che aiutaShrek nelle sue avventure.L’altro gioco, invece, eraquello del pugno di ferroche consisteva nel toccareun bambino e correre in uncerchio e chi arrivava per

primo al posto vinceva. In-torno alle 19.00, dopo tan-to divertimento, siamo an-dati a cenare, hanno fattotre giri di pizza: margheri-ta, salsiccia con patate ebianca con il prosciutto. In-fine siamo andati in ludote-ca e abbiamo ballato come

Festa di Carnevale

Grande festa in parrocchia

re, le catechiste che servivanovassoi pieni di dolci e infine i ge-nitori che ci avevano accompa-gnato.Abbiamo portato coriandoli e stel-le filanti e quando mi guardavointorno non vedevo nessuna fac-cia triste, tutti sorridevano ed era-no felicissimi di stare lì in quelmomento.

Abbiamo fatto tantissimi giochi egli animatori erano molto buffi conle maschere.Alla fine è stata eletta anche lamaschera più bella, una bambi-na vestita da fiore e un bambinovestito da Gabibbo.Ci siamo divertiti tantissimo!

Sara GargiuloV elementare

Ero vestita da Biancanevedolci, al cioccolato, con la marmel-lata, chiacchiere, e tante bibite.Dopo l’abbuffata di chiacchiere edolci abbiamo fatto altri giochi ealla fine è stata eletta la masche-ra più bella. Per le femmine havinto la Regina dei Fiori e per imaschi il Gabibbo. Alla fine ognu-no è ritornato a casa propria conil sorriso sulle labbra perché èstata un’esperienza bellissima.

Anna Laura SianiV elementare

La “Disco Pizza” della IV elementare “Disco Pizza” quinta elementare

l’ultima prova che consiste-va nel trovare gli indizi peril tesoro. Infine il tesoro èstato trovato dalla squadradei “Jazz”.Alla fine della giornata ab-biamo ballato proprio comein una vera discoteca.È stata veramente unagiornata molto bella e diver-tente!!!

Mario CosciaIV elementare

nelle discoteche: poi sonoarrivati i nostri genitori ehanno mangiato anche loromentre noi ci divertivamoancora, e poi ce ne siamoandati tutti a casa stanchie felici.

Rosario Di FrancescoV elementare

Dialogo giugno 2011

Preghiamo in occasione del Trigesimoper i nostri cari defunti

SUFFRAGIO DEFUNTI26

Antonio Di Biase19.12.1935 - 02.09.2010

Antonia Martucci20.01.1929 - 03.12.2010

Vincenzo Di Lorenzo17.08.1947 - 16.12.2010

Rosa Busillo20.02.1926 - 31.12.2010

Raffaella Lupo24.10.1936 - 18.01.2011

Cosimo Coppola09.11.1960 - 18.01.2011

Gerardo Zullo01.02.1948 - 22.01.2011

Federico Linguiti22.06.1938 - 12.02.2011

Elvira Bardascino27.02.1926 - 17.02.2011

Vito Romeo11.02.1938 - 21.02.2011

Genovina Rufolo12.07.1928 - 28.03.2011

Carlo Scarpa02.03.1930 - 14.03.2011

Gerardo Gagliardi12.07.1928 - 31.03.2011

Fiorentino Maglio25.09.1926 - 02.04.2011

Antonia Buccella24.02.1928 - 04.04.2011

Rosaria Palladino09.04.1927 - 05.04.2011

Luigi Pastore02.06.1940 - 06.04.2011

Mafalda Ciaramella17.06.1934 - 10.04.2011

Si sono addormentati nel Signore

Lupo RaffaellaCoppola CosimoMarotta RosaZullo GerardoLinguiti FedericoRomeo Vito

Pagano AlfonsoRufolo GenovinaGagliardi GerardoMaglio FiorentinoBuccella AntoniaPalladino RosariaCiaramella MafaldaTurco AntoniettaIannarella MariaGaeta VincenzoBuccella GiovannaAngeloro LucreziaSilenzio Giuseppe

Dialogogiugno 2011 27

Anniversari dei Defunti della nostra ComunitàDurante le Sante Messe di questi mesi, nella ricorrenza del loro

anniversario di morte, abbiamo pregato in suffragio dei nostri fratelli

SUFFRAGIO DEFUNTI

APRILE

1 TARTAGLIA VINCENZO (1994)ALBANO SILVANO (2008)DI MURIA GIUSEPPA (2008)

2 IACOVINO CRESCENZA (1990)ELIA LUIGI SALVATORE (1995)D’AMBROSIO UMBERTO (1995)

3 LA TORRACA PASQUALE (1989)BOMBACE FRANCESCO (1990)MICIELI LUIGI (2005)SGROIA CRISTINA (2007)AVIGLIANO GIUSEPPE (2007)MARANO VITO (2010)

4 BRACIGLIANO FILOMENA (1994)REPPUCCIA GERARDO (2000)MAGLIO ANTONIO (2007)MAZZOCCHI MARIA FILOMENA (2007)

5 VECCHIO RAFFAELE (2008)IUORIO UMBERTO (2008)

6 RINALDI VINCENZO (1992)DI STEFANO GAETANO (2004)MACELLARO GIORGIO (2005)PISCIOTTA ANTONIA (2009)

7 PANNETTA FILOMENA (2007) 8 FRANCO VITO (1992)

AVALLONE ASSUNTA (1993)RICCA DONATO (1996)CIANCIO GIOVANNI (2007)MAGLIANO ANGELA (2009)DE STEFANO COSIMO (2009)

9 LETTIERI DAVIDE (1991)SOLITO VITO (2001)MAZZEO CATERINA (2004)

10 PAPA GAETANA (1999)11 PINDOZZI VITO (1991)

ANGELLARA GENNARO (1996)12 CHIARAZZO ADOLFO (1990); ARAGONA VIN-

CENZO (1994); DE LEO VINCENZO (2003);CICALESE PIERO (2003)LATORRACA FRANCESCO (2003)

13 IULA NICOLA (1990)DI FILIPPO RAFFAELA (1996)MAROTTA ARSENIO (1998)BOFFA PALMA (2008)

15 FORLENZA ANTONIO (1999)MARE MARIA MICHELE (2000)MOSCATO MARIO (2005)

16 PASTENA COSIMO (1995)CICCARELLI GIOVAN BATTISTA (2010)

17 CORRADO COSIMO (1998)DI NOVI ANNA (1998)FRANCO MARIA MADDALENA (2000)SOFIA CARMINA (2003)

18 RUFOLO EMANUELA (1992)GIRAULO GIUSEPPE (1993)

19 AMMUTINATO ADOLFO (2004)SPARANO ALFONSO (2008)

21 RAMUNNO TONINO (1999)CHIAVIELLO MARIA LUIGIA (2000)

22 SCARPA FRANCO (2010)23 MARSILIA COSIMO (1991)

CIAO GABRIELLA (1999)D’ANIELLO ALESSANDRO (2010)

24 MAZZA ANTONIO (1992)BELLIOTTI SALVATORE (1992)PACIFICO MARIA (1993)SPINGI VITO (1997)

25 POSTIGLIONE PALMA (2001)

26 PAOLINO TRIESTINO (2003)27 VELELLA ANGELA (2001)

STABILE GERARDO (2006)28 LA MATTINA MARGHERITA (2000)

MAGLIANO ALFONSO(2008)MARISEI LUIGI (2009)VIGNES ANNA (2010)

29 DI PALMA FRANCESCA (1988)LA MONICA GOVANNI (2000)ROMEO VINCENZO (2003)

30 DI GIUDITTA MARIA (1999)AURIEMMA VITTORIA (2010)

MAGGIO

1 GIOIA MARIA ANTONINA (1995)LA TORRACA VINCENZO (2010)

3 DI LUCIA FILOMENA (1995)CAPOZZA CARMINE (1999)MIRRA COSIMO (2003)

4 PANTULIANO VITA (1988)D’ANZILIO ERMINIA (1990)FERRISI GIUSEPPE (1995)

6 CASCINI CELESTE (1996) 7 D’ANGELO MARIA (1999) 8 SANTORO ANTONIO (1998)

SIANI GIUSEPPE (2000)CAMPAGNA DOMENICA (2004)

9 BALDI GENOVEFFA (1989)RIZZO ANTONIO (1997)MARTINIANO DOMENICO (2006)

10 FRESOLONE ANTONIO (1995)LELARIO ANTONIETTA (2008)

11 RINAURO MODESTO (2006)12 SCOTESE ANTONIO (1992)

VITOLO ANNA (1992); LUONGO DONATO (2001)CAMPITIELLO MARIANNA (2007)

13 DI CUNZOLO ANTONIO (1995)D’URSO LUCIA (2009)GIOVINE FRANCESCO (2010)

14 VITOLO ANNA (1992) CORRADO LUIGI (1995)

SANSONE GIOITA (1997)D’ARCA DONATO (1999)

15 AFFRNTI MICHELE (2010)16 LONGO ROSINA (2003)17 GALLOTTA DAMIANO (1996)

COPPOLA ANNA (2006)18 SIRICO ROSA (1995)

GIORDANO ASSUNTA (2000)REPPUCCIA MARIA GIUSEPPA (2005)

19 ZUNICA LUISA (2004)20 BARBETTA ANTONIO (1990)

GIUDICE ROSARIA (1991)PALLADINO VITO (2005)LATRONICO GIUSEPPE (2007)GARZILLO AGNESE (2008)DI POTO VINCENZO (2009)

22 MAROTTA ANGELICA (1988)SPROVIERI VITO (1990)MAZZEO CARMINE (1996)

24 FRESOLONE GIANCARLO (1999)SAPONARA MASSIMO (1999)PANZA VITO (2001)

25 VILLANI ANNA (1994)PUMPO GIOVANNA (1996)GALLOTTA GIANNI (2003)CIRILLO CARMELA (2007)ROMEO COSIMO (2010)

26 ACETO CASIMIRO (2005)27 CIAO VITA (1997)29 DI STANIO GENEROSO (1999)30 PACELLI MARIA DOROTEA (1993)31 BRANCACCIO GIOVANNA (2009)

GIUGNO

1 MAGLIO COSIMO (2002) 2 FACENDA MICHELE (1993)

MAUCIONE CARMINE (2006) 3 CAPOZZOLI ANTONIO (2005) 4 GIORLEO VINCENZO (2004) 5 CAMPAGNANO GENNARO (2007) 6 D’AMATO COSIMO (2008) 7 DE LUCA MARIA FRANCESCA (1998)

DI GERARDO PAOLO (1999)PIZZO ANNUNZIATA (1999)CIAO ROSA (2002)FERRARA GIUSEPPA (2007)

8 MAROTTA CARMELA (1990)PARISI FILOMENA (1996)

10 PANICO DANIELE (1994)GRECO LIBERA (1995)MASTRANGELO ANGELO RAFFAELE (1999)

11 VERDERAME CARMINE (1998)CORRADO CARMINE (1999)

12 IUORIO ARMANDO (2007)13 MIRRA LIBERATO (1996)

VALLO MARIA (2010)14 PALMA ANGELO (1992)

MASILLO GAETANO (1999)OPROMOLLA VINCENZA (2001)

16 MAGNA LUIGI (1991)PINTO ELISABETTA (2007)GAETA ALBERTO (2007)DELL’ORTO VINCENZA (2008)ONESTI CARMINA (2009)

18 MAGLIO MARIA (2001)ASTONE VINCENZO (2008)

19 ADELIZZI MARIANTONINA (1994)D’AMATO SONIA (2002)PIERRO VITO (2004)PETRONE LUCIANO (2009)

20 RICCA SALVATORE (1992)ROSATI VITO (2005)ZOTTOLI SILVANA (2009)

22 CAMPIONE DOMENICO (2001)PACIFICO CONCETTA (2004)

23 MEROLA CARMELA (1988)PAPACE GENNARO (1994)

24 VICINO DOMENICO (1993)CERRONE GIOVANNINA (2001)GIOIELLA ERNESTINA (2007)

26 CAPUOZZOLO FRANCESCO (1994)ALFINITO LUCIA (2003)MILIONE GIUSEPPE (2007)COSCIA MARGHERITA (2009)RISCINITI IRMA (2010)

27 PETRONE VINCENZA (1992)PASTORE VINCENZO (1992)VIVONE VITO (2001)GUIDA FRANCESCO (2003)VOZA COSIMO (2007)

28 PETRILLO VITO (2002)29 PACIFICO VITO (2003)

APICELLA GIUSEPPA (2007)30 CASTELLUCCI ORESTE (1997)

GALLOTTA VITO (2005)

Dialogo giugno 2011VOCAZIONI28

Lo storico Francesco Mottola ordinato presbitero

La testimonianza diun novello sacerdote

Don Giuseppe Guariglia e don Francesco Mottola

Don Francesco Mottola

Ci ha pensato un po’ ma poi ha det-to sì alla volontà di Dio. Stiamoparlando dello storico Francesco

Mottola che è stato ordinato presbitero il15 maggio di quest’anno nella cattedraledi Napoli dalle mani dell’arcivescovo me-tropolita il Card. Crescenzio Sepe. La suaè una vocazione matura. Nato nel 1951 efiglio di un noto notaio di Altavilla Silentina

che aveva lo studio anche a Eboli, donFrancesco dichiara che solo pochi anni fasi è accorto che era stato scelto dal Signo-re sin dalla giovane età ma senza che in luiquesto fosse molto chiaro. Dopo gli studiteologici e la guida di esperti sacerdoti edella diretta vicinanza dell’arcivescovo edel rettore del Seminario Maggiore di Na-poli finalmente si realizza la sua tanto at-

tesa vocazione sacerdotale. Don France-sco ha celebrato la sua prima Santa Mes-sa a Napoli, il giorno seguente a Colliano.In Eboli, dove ha tanti amici, ha celebratola prima volta nella parrocchia del SacroCuore domenica 29 maggio durante la“Festa della Famiglia”. Accanto a lui ilparroco don Giuseppe Guariglia, Econo-mo della Diocesi di Salerno, che lo ha pre-sentato alla Comunità parrocchiale. Dopola celebrazione liturgica il novello sacer-dote davanti al sacrato della chiesa ha sa-lutato i fedeli molto stupiti per questa suaincredibile scelta vocazionale. L’abbiamosalutato anche noi e subito ci ha parlatodegli amici in comune, in particolare delcompianto storico Carmine Giarla e dellasua conversione in tarda età, un po’ similealla sua. Ognuno, indipendentemente dal-l’altro, ha seguito un proprio percorso, dif-ferente.Prima un grande amore per la cultura, perla storia ed infine in tarda età ecco giunge-re l’amore più grande di tutti: la fede inDio. Ma la passione per la storia non muo-re, il suo amore per i libri non è scemato,espertissimo archivista e paleografo donFrancesco potrebbe aiutare molto le Dio-cesi di Napoli e Salerno nel recupero e lasalvaguardia di documenti antichissimi epreziosissimi che il tempo o mani vandali-che potrebbero distruggere per sempre. Ilsacerdote è molto noto negli ambienti cul-turali della zona per essere un affermatostorico e docente universitario. Ha laureein Giurisprudenza (Università di Napoli) ein Lettere Moderne (Università di Saler-no), allievo della Scuola Vaticana di Pale-ografia, Diplomatica ed Archivistica. Ri-cercatore universitario di «Storia Medie-vale» presso la Facoltà di Lettere e Filoso-

fia dell’Università “G. D’Annunzio” diChieti-Pescara, poi di «Paleografia latina».Professore a contratto di «Metodologia perl’edizione delle fonti documentarie medie-vali» presso la stessa Facoltà, professoreaffidatario di «Paleografia e Diplomatica»,poi di «Paleografia latina» e di «Archivi-stica»; di «Paleografia latina» presso laScuola di Specializzazione in Studi stori-co-religiosi della predetta Università e di«Diplomatica». Già professore di «Paleo-grafia e Diplomatica» presso la Scuola diSpecializzazione in Archeologia dell’Uni-versità della Basilicata, sede di Matera.Ora insegna «Paleografia» presso la SUN/Seconda Università di Napoli ove dirigepure il Laboratorio di Paleografia e Docu-mentazione.Citiamo solo alcune delle sue pubblicazio-ni che riguardano la nostra zona: Lupo Pro-tospata ed il Codice Diplomatico Vergi-niano: note e considerazioni, in «Clio», XVI(1980); I regesti delle pergamene dell’ab-bazia di S. Maria Nova di Calli (1098-1513),Roma 1981; Saggio di documenti campa-gnesi (1016-1232), Salerno 1982; Insedia-menti rupestri nel Salernitano. I regesti diS. Erasmo e S. Giacomo degli Eremiti,Salerno 1982; Indici analitici a Villaggi flu-viali nella pianura pestana del sec. VII. Lachiesa e la necropoli di S. Lorenzo di Alta-villa Silentina, Salerno 1984; Appendicedocumentaria (edizione di 21 documenti,anni 963-1188), in C. Carlone, MelchiorreGuerriero e la diocesi di Campagna, Sa-lerno 1984; Cronaca del convegno AlfanoI, Montecassino e Salerno, Convegno in-ternazionale di studio (Salerno, 9-11 aprile1987), in «Rassegna Storica Salernitana»;Nuovi documenti da S. Giorgio di Salerno,in «Rassegna Storica Salernitana», n.s., IV

(1987; Per la storia dell’ordine antonianode Vienne in Italia meridionale: la precet-toria di Campagna, in «Nuovi Annali dellaScuola Speciale per Archivisti e Bibliote-cari», I (1987); (cur., con C. Carlone) Ap-punti e documenti per la storia del territo-rio di Sicignano degli Alburni, Salerno1988; (cur., con G. Vitolo) Scrittura e pro-duzione documentaria nel Mezzogiornolongobardo, Atti del Convegno internazio-nale di studio (Badia di Cava dei Tirreni,3-5 ottobre 1990), Badia di Cava dei Tirre-ni 1991 (Acta Cavensia, 1); I frammenti inbeneventana e carolina nell’archivio diCorfinio, in Scrittura e produzione documen-taria nel Mezzogiorno longobardo, Atti delConvegno internazionale di studio (Badia diCava dei Tirreni, 3-5 ottobre 1990), Badia diCava dei Tirreni 1991 (Acta Cavensia, 1);(cur., con G. Vitolo) La Badia di Cava nellastoria e nella civiltà del Mezzogiorno me-dievale. Mostra di codici, pergamene, sigil-li, mappe e carte geografiche in occasionedel IX centenario della consacrazione dellabasilica abbaziale (1092 - settembre - 1992),Badia di Cava dei Tirreni 1991; Esempi discrittura latina raccolti e commentati, Sa-lerno 1991; La Diplomatica, in La Badia diCava nella storia e nella civiltà del Mezzo-giorno medievale. Mostra di codici, perga-mene, sigilli, mappe e carte geografiche inoccasione del IX centenario della consa-crazione della basilica abbaziale (1092 - set-tembre - 1992), Badia di Cava dei Tirreni1991; Per la storia della Chiesa medievaledi Salerno. Una nuova fonte in scrittura be-neventana (sec. XII/XIII), in «Quellen undForschungen aus italienischen Archiven undBibliotheken», 73 (1993), pp. 658-663 (incollaborazione con V. Brown).

Paolo Sgroia

È difficile condensare inpoche righe una esperien-za religiosa che, pur ini-

ziata con notevole ritardo, risaleindietro nel tempo.I miei 60 anni (il 6 giugno) dimo-strano innanzitutto che la chiama-ta del Signore non conosce tempio latitudini, avviene quando Luivuole sotto forma di misteriosa pre-dilezione d’amore. Molto probabil-mente sono stato scelto sin dallanotte dei tempi ma non me ne eromai accorto.Dotato di un particolare talento perla ricerca storica, da giovane erofortemente proteso solo verso la re-alizzazione professionale: sonooggi docente universitario. Nono-stante fossi inserito in una famigliadi antiche tradizioni, con la possi-bilità di avere una mia famiglia euna vita agiata, ero preso sin daragazzo da una vaga inquietudine

e da un generico disgusto al qualeavevo pure dato un nome: un sen-so di caducità delle umane cose.Non mi ponevo la domanda sul-l’origine di tale sensazione: essa“mi prendeva” e, come giungeva,così andava via senza che io fa-cessi niente. A ciò era anche colle-gato un bisogno di realtà più pro-fonde, direi un anelito di senso e dieternità. Ma all’epoca tutto ciò nonmi era chiaro come oggi.Contemporaneamente vari segna-li inviatimi dal Signore sin dalla miafanciullezza – me ne sono resoconto molto tempo dopo – mi chie-devano qualcosa ma io non sape-vo rispondere. A Lourdes, ventianni fa, una forte sensazione inte-riore… mi disse che la mia fedeera tiepida ma continuai a rincor-rere i miei sogni terreni senza cam-biare stile di vita.Dai primi anni duemila, a sèguito

di una banale chiacchierata con unmedico ginecologo, iniziai a chie-dermi quale fosse la “strada giu-sta” per il mondo e per me: notavoin parenti e amici atteggiamenti diauto-giustificazione i più diversi evariegati, morali numerose e con-traddittorie che portavano a sceltedi comodo. Più rincorrevo le“cose” del mondo e più restavoinsoddisfatto, anche quando rag-giungevo le mete professionaliagognate. Ma il mio cammino erainiziato e non si sarebbe più fer-mato. Cambiai modo di vivere, ri-tornai con assiduità ai sacramenti,mi feci seguire da direttori spiri-tuali. Dopo altri due anni scoprii,finalmente, quale era la strada tantocercata! una strada fatta di adesio-ne al disegno divino, di fraternità,di sostegno ai bisognosi, di progres-sivo distacco dai beni terreni e at-trazione verso i beni celesti. Mi ero

finalmente accorto che il Signoreera stato sempre accanto a me; Luimi aveva ormai travolto e stravol-to.L’idea del sacerdozio è venuta su-bito dopo: ero in una campagnatoscana e, all’improvviso, deluso,avvertii dentro di me una sensa-

zione profonda alla quale non sa-prei dare un nome preciso, … epensai subito al sacerdozio.Ho abbandonato l’amata ricercastorica; ho completato gli studi te-ologici; sono in attesa delle deci-sioni del cardinale Sepe circa lamia destinazione parrocchiale.

Francamente non so dove mi por-terà il Signore, non so ancora cosavuole esattamente da me, non socosa farò da ‘grande’ ma il Signo-re ha avuto fiducia in me, io mifido del Signore, … fidatevi anchevoi.

Don Francesco Mottola

Dialogogiugno 2011 VITA SOCIALE 29

Nel giorno della sua nascita e morte, il29 marzo, è stata celebrata la memo-ria di Matteo Ripa, famoso missiona-

rio che con i suoi viaggi in Cina avvicinò la cul-tura di due continenti. Egli al ritorno a Napolidopo lunghe peripezie fondò il Collegio dei Ci-nesi divenuto in seguito Istituto UniversitarioOrientale, che è il principale ateneo statale ita-liano specializzato nello studio delle realtà lin-guistico-culturali delle aree extra-europee. Mat-teo Ripa aveva lavorato dal 1711 al 1723 in qua-lità di pittore ed incisore su rame, alla corte del-

Sui quotidiani di quest’ulti-mi giorni è apparsa la noti-zia che il sindaco di Eboli,

Martino Melchionda, abbia dato l’or-dine di far rimuovere delle statuereligiose dal Centro Antico della cit-tà. Una notizia che colpisce nell’ani-mo i fedeli, i semplici credenti e lepersone devote. La notizia pare ave-re uno strascico politico. L’opinionepubblica sembra essersi divisa sulproblema di togliere oppure lascia-re che si installino statue in ogni spa-zio libero. Noi per approfondire ecapire maggiormente l’argomentoabbiamo chiesto al consigliere co-munale, Francesco Bello, di espor-ci la sua opinione.

Come si è giunti a questadelibera o denuncia, espostio semplice scelta del sinda-co, insomma qualche spiega-zione in più su questo episo-dio increscioso che corre ilrischio di essere letto consuperficialità.La situazione è più semplice di quel-lo che sembra. Non è stata fattanessuna ordinanza o delibera di ri-mozione di statue religiose. Per ilCentro Antico esiste un regolamen-to urbanistico, in vigore da alcunianni, che serve a tutelare il decoro

Buone notizie arrivano dalla Regione Campania perle scuole superiori di

Eboli.Già a partire dal prossimo annoscolastico gli istituti della città siarricchiranno di nuovi corsi di stu-di oltre a quelli già esistenti.La volontà della Regione Cam-pania è quella di condividere unapproccio alla politica dell’istru-zione fondata su scelte di qualità,anche con specifico riguardo almantenimento ed alla valorizza-zione delle realtà territoriali, agen-do sui parametri di calcolo delpersonale docente e della costitu-zione delle classi, in modo tale darenderli più rispondenti alle realiesigenze formative del territorio.Ed ecco che con la delibera n. 47del 14 febbraio scorso la GiuntaRegionale ha approvato la riorga-nizzazione della rete scolasticache coinvolge il Liceo Artistico“Carlo Levi”, l’Istituto Istruzione

Anche i santirispettano le regole

dei fabbricati e la tutela delle pree-sistenze: ad esempio sono vietati icondizionatori d’aria all’esterno de-gli appartamenti, oppure le parabo-le per le tv via satellite. In occasio-ne di controlli di routine la poliziamunicipale ha riscontrato l’occupa-zione di suolo pubblico, anche conrecinzione abusiva, e con la messain posa di statue a carattere religio-so. L’agente municipale ha solleci-tato verbalmente la rimozione (vi-sta la mancanza di autorizzazioni)e il ripristino dei luoghi, senza de-nuncia e senza nessuna ordinanzadel sindaco a monte. Pertanto l’epi-sodio è stato strumentalizzato a finipolitici e questo è molto triste.

Qual è la scelta del decorodegli spazi pubblici?Gli spazi pubblici appartengonoalla collettività e non possono es-sere privatizzati arbitrariamente.Tali spazi possono essere occupa-ti, anche temporaneamente, pre-via autorizzazione.

Una tua opinione di cattoli-co praticante su questo de-vozionalismo dilagante diinserire statue in qualsiasispazio pubblico della città.A volte sembra che l’abitudine di

rivolgersi ai santi piuttosto che di-rettamente a Dio porti ad un’assue-fazionenegativa. Lestatue sono rap-presentazioni fisiche che servono amantenere il ricordo, ma non santein quanto tali. Evitiamo di caderenell’idolatria come succede purtrop-po già molte volte col denaro, lacarriera, il sesso, lo sport, ecc.

Come vedi la proposta didon Enzo Caponigro, retto-re del Santuario dei SS. Co-sma e Damiano, di valoriz-zare e restaurare le edicolevotive, patrimonio cultura-le-artistico della città. Lagiunta ha qualche program-ma in merito?

Proposta molto interessante: recu-perare le edicole votive serve amantenere vivo il ricordo dei santiprotettori e nello stesso tempo sirecupera la memoria dei luoghi deinostri nonni e anche di più. Sicura-mente l’Amministrazione comu-nale studierà come poter metterein atto un progetto di recupero edio solleciterò i miei colleghi consi-glieri, di maggioranza e opposizio-ne, affinchè supportino una taleiniziativa.

Paolo Sgroia

L’Associazione “Amici di Vitina” onlus, natanell’aprile 2005 ad Eboli (SA), rappresentagenitori di bambini affetti da malattie rare e

meno rare, che necessitano di attenzione e cure par-ticolari. Le famiglie di questi bambini condividono lostesso disagio di chi deve raggiungere presidi ospeda-lieri lontani sopportando lunghi e disagevoli viaggi,costi importanti, ma soprattutto disagi per bambini giàtanto sofferenti.L’Associazione ha individuato un modo per esserevicini alle necessità di questi bambini e le loro fami-glie, fornendo ai presidi ospedalieri più vicini a casa,delle apparecchiature necessarie alla cura di questeparticolari patologie e non solo. Nei due primi anni diassociazione, con la prima raccolta fondi, abbiamocomprato cinque attrezzature, quasi tutte pediatriche,messe e disposizione di tutti, tra gli ospedali di Eboli eBattipaglia: Gastroscopio, Colonscopio, Broncosco-pio, PHmetro e Laser ad Argon Plasma.Nel 2009 abbiamo dato un piccolo contributo econo-mico al reparto di pediatria dell’Ospedale dell’Aqui-la, in occasione del terremoto del 6 aprile 2009 in

L’Associazione“Amici di Vitina”

Abruzzo, aiutati anche dal comitato “Lunedì dell’An-gelo” di Santa Maria la Nova.Nel 2010, grazie alla donazione della Cassa Rurale eArtigiana di Battipaglia, abbiamo donato altri piccolipresidi ad alcuni reparti tra gli ospedali di Eboli e Bat-tipaglia: carrello per il pronto soccorso, saturimetro,frigo e mobili per le mamme dei bambini in pediatria,eccetera ... Di recente abbiamo donato alla PoliziaMunicipale di Eboli un defibrillatore semi¬automaticoportatile che può essere utilizzato nel primo soccorsodi arresto cardiaco. Infine, ma non per ultimo, l’aiutomorale ed economico ad alcune famiglie di bambiniaffetti da gravi patologie, che oltre al disagio di unfiglio malato, hanno anche disagio economico. Nelnostro piccolo cerchiamo di portare un piccolo aiuto,soprattutto da quando la nostra associazione viene so-stenuta solo dal 5 per Mille (l’ultimo che ci è statoaccreditato è di 3.889 euro).Nella speranza di poter fare ancora di più, anche conil vostro aiuto, vi porgiamo i nostri calorosi e cordialiringraziamenti.

Anna Bufano

Celebrata la memoria di Matteo Ripal’imperatore mancese K’ang-hsi. In Cina, doveaveva preso il nome di Ma Kuo-hsien, padreRipa aveva svolto un’intensa attività come mis-sionario specie tra i giovani. A lui si deve l’intui-zione del «clero indigeno», ossia evangelizzarela Cina con gli stessi cinesi. Al suo ritorno aNapoli, avvenuto nel 1724, condusse con séquattro giovani cinesi insieme a un loro conna-zionale che era maestro di lingua e scritturamandarinica. Questo è il gruppo che costituì ilprimo nucleo della istituzione. Con breve del 7aprile 1732, papa Clemente XII riconobbe uffi-cialmente il Collegio dei Cinesi, che doveva for-mare alla vita religiosa e sacerdotale giovanicinesi destinati a diffondere il cattolicesimo nelloro paese. In principio il Collegio dei Cinesiaveva anche lo scopo di formare interpreti,esperti nelle lingue dell’India e della Cina perfavorire i rapporti commerciali tra i paesi del-l’Estremo Oriente e il vecchio continente.Alla cerimonia che si è tenuta nell’aula magnadell’Istituto Comprensivo dedicato proprio a Mat-teo Ripa hanno partecipato il Senatore AlfonsoAndria, il sindaco di Eboli Martino Melchion-da, gli assessori Antonio Conte e Remo Mastro-lia, e Assunta Nigro presidente dell’associazio-ne “Voci di Donne”. Gli onori di casa sono statitenuti dalla dirigente scolastico dott.ssa MiriamD’ambrosio che ha ringraziato gli ospiti per la

loro presenza davanti ad una platea compostaprincipalmente da docenti e studenti. Il Sen.Alfonso Andria nel suo intervento ha elogiatola manifestazione perché tiene viva la memo-ria di una figura religiosa molto importante checon la sua missione in Oriente ha cercato diavvicinare la cultura di due continenti così lon-tani. Poi è stata la volta del Sindaco MartinoMelchionda, che ha manifestato la volontà diproseguire nel sostenere iniziative di questogenere che servono a valorizzare le attività deinostri concittadini. Successivamente uno stu-dente ha ricordato la figura di Matteo Ripa e lastoria dei suoi viaggi in Cina e la fondazionedel Collegio dei Cinesi a Napoli.Durante la cerimonia è stata deposta una coro-na di alloro al busto bronzeo di Matteo Ripanella piazzetta antistante l’Istituto, opera delsalernitano Pasquale Avallone.È auspicabile che nelle prossime manifesta-zioni si possa approfondire anche il lato religio-so del missionario ebolitano che è morto in con-cetto di santità, tanto da essere dichiarato Ser-vo di Dio. Il cardinale di Napoli CrescenzioSepe ha annunciato una serie di iniziative «perrilanciare la conoscenza della geniale perso-nalità e dell’opera del Servo di Dio padre Mat-teo Ripa». Speriamo che anche Eboli sua cittànatia faccia lo stesso. (P. S. )

Superiore “Aldo Moro”, l’IstitutoTecnico Industriale “E. Mattei”,che così avranno la possibilità diampliare la loro offerta formati-va. I nuovi indirizzi scolastici ap-provati nella nuova riorganizza-zione della rete scolastica sono:“Servizi socio-sanitari” pressol’Istituto per il Commercio e il Tu-rismo “Aldo Moro”, “Architettu-ra e ambiente, con indirizzo De-sign” presso il Liceo Artistico, e“Costruzioni aeronautiche” pres-so l’I.T.I.S.Certamente soddisfatti i dirigentiscolastici, che così vedono am-pliare i corsi di studi dei loro isti-tuti, prevedendo anche un mag-giore numero di iscrizioni vistal’importanza e la valenza di ciòche offrono questi nuovi percorsiformativi. Molto vasta l’utenzache inizia dalla vicina Battipagliae si completa in tutta la piana delmedio e alto Sele.

Paolo Sgroia

Nuovi corsi di studinelle scuole superiori

Eboli

Regole di decoro comprese le statue religiose: intervista a Francesco Bello

Dialogo giugno 2011VITA SOCIALE30

Benedizione dellastatua di Padre Pioin località Casarsa

Eboli festeggia i 150 annidell’Unità d’Italia

Domenica 24 aprile, Pasqua di Re-surrezione del Signore, ore 09.00:un folto gruppo di residenti di Ca-

sarsa si è radunato davanti alla locale Scuo-la Elementare. L’occasione? La benedi-zione della statua di Padre Pio donata dal-la famiglia di Armando Catapano.Nei giorni precedenti un fitto lavorio, finoa notte fonda. Tanti coloro che hanno mes-so a disposizione tempo, competenze, im-pegno, passione. L’obiettivo era esserepronti per il giorno di Pasqua: questa ladata scelta per la benedizione. Ed abbia-mo visto, nel giro di pochissimo tempo,lavori in cemento, bonifica dell’angolodestinato alla statua, trasporto e messa inopera di terriccio da giardino, fiori piantati,impianti acqua e luce predisposti. Il risul-tato? Un angolo abbandonato del cortiledella scuola trasformato in un’aiuola fio-rente, faretti che illuminano l’area, PadrePio benedicente.Ed ecco il grande giorno!Presenti Don Giuseppe Guariglia, DonGiuseppe Giorgio, il sindaco di Eboli, Mar-tino Melchionda, il Presidente del Comita-to di quartiere “Casarsa”, Emilio Ruggia,ed una folla di residenti. Don GiuseppeGuariglia ha iniziato con un quadretto sim-patico, a cui già abbiamo assistito in altreoccasioni: ha detto di aver invitato DonGiuseppe Giorgio a presiedere la benedi-zione, ma che aveva rifiutato, per la suaormai nota discrezione e umiltà. Ed il no-stro parroco, simpaticamente, l’ha defini-to “capa tosta”. Il parroco ha ricordatoPadre Pio per due motivi fondamentali: haguarito le piaghe spirituali, impiegando lamaggior parte del suo tempo nella Confes-sione, ed ha curato le piaghe materiali, con

la realizzazione della “Casa Sollievo del-la Sofferenza”.Ed ha continuato auspicando che “tutticoloro che passeranno di qui ricordino in-nanzitutto il primato di Dio e cerchino laconsolazione spirituale e materiale dei fra-telli”. Ha poi ringraziato Emilio Ruggia, econ esso il Comitato di quartiere tutto, ed ilsindaco per la sua presenza, a testimonian-za della benevolenza dell’Amministrazio-ne comunale. Ha ricordato che l’obiettivodi tutti dev’essere rendere la nostra cittàpiù vivibile, e realizzazioni come questacontribuiscono a questo obiettivo.Ha poi preso la parola Emilio Ruggia. Haringraziato tutti per la partecipazione e perl’impegno profuso. Ha ringraziato il Par-roco perché intervenuto in “una giornataparticolare”, piena di impegni. Ha ringra-ziato il sindaco, che ancora una volta hatestimoniato la sua vicinanza alla comuni-tà. Per ultimo, ma non ultimo, ha ringra-ziato in modo particolare Armando Cata-pano, donatore della statua.Quindi l’intervento del sindaco. Ha ringra-ziato Emilio Ruggia, perché l’ha sollecita-to per il rapido espletamento delle praticheburocratiche e per averlo invitato. “Èun’epoca di cooperazione tra cittadini edistituzioni”, ha detto, “perché solo coope-rando si possono ottenere risultati ed obiet-tivi”. Si è detto contento perché ha potutoiniziare il giorno di Pasqua di quest’annocon i cittadini, e non solo nel privato dellafamiglia.La cerimonia si è conclusa con l’invito diDon Peppe ad andare alla S. Messa chestava per iniziare. Per ringraziare innanzi-tutto il Padrone di casa!

Sabato Bufano

Grande giornata di Sport a Eboliin uno stadio Dirceu pieno comeun uovo. Nel girone I del cam-

pionato di serie D, grande festa perl Ebolitana, che vince il campionato all’ul-tima giornata contro la seconda classifica-ta Forza&Coraggio regalando spettacoloe promozione ai circa diecimila spettatoriche affollavano gli spalti.Il match è finito 3-1 per l’Ebolitana al ter-mine di una gara ricca di emozioni. Infattila squadra sannita al 10’ del primo tempo èpassata in vantaggio con un goal di Torto-ra, ma successivamente i padroni di casahanno rimontato, pareggiando prima conAstarita al 44’ e poi passando in vantaggiocon Palumbo e Toscano, entrambi su cal-cio di rigore, che al 28’ e al 47’ della ripre-sa hanno messo fine ad ogni speranza del-la squadra avversaria e sono passati allastoria approdando per la prima volta in se-rie C.Niente da fare per la Forza&Coraggio, aEboli non si passa. La squadra del presi-dente Taddeo si è arresa alla capolistaEbolitana, che in questa circostanza è sta-ta capace, non solo di pareggiare ma an-che di ribaltare il risultato portandosi invantaggio, sebbene fosse con un uomo inmeno. Le reti di Astarita, Palumbo e To-scano, sono state decisive per la vittoria: laprima una rete da campioni, una botta cheha violato la porta avversaria da una di-stanza di oltre 25 metri; le altre due altret-tanto importanti e preziose, anche se giun-te dagli undici metri, hanno segnato la par-tita. Ai beneventani, dunque, non sono ba-stati gli 83 punti in classifica e la distanzadi soli tre punti dalla capolista, per centra-

L’Ebolitana conquista la Serie “C”

re la promozione in Seconda Divisione.Ma per Forza&Coraggio, anche se ha per-so il confronto diretto, non si sono del tuttoperse le speranze di una sua promozione,saranno i Play Off a segnare il suo destino.L’Ebolitana conquista la Serie “C” e pas-sa alla storia. Un sogno lungo 86 anni chesi è realizzato grazie al Team, ma graziesoprattutto al Presidente Armando Cicale-se, e a tutti i dirigenti che ci hanno credutoe grazie all’allenatore Pensabene e al DGAntonio Ciccarone e soprattutto ai nume-rosissimi tifosi, secondi per numero soloalla Salernitana.I tifosi, protagonisti assoluti che hanno sup-portato i bianco-celesti fin dalle prime par-tite, accompagnandoli di vittoria in vittoria

nelle sue trasferte, e credendo in questabellissima avventura. La Città tutta “bar-data” dei colori della propria squadra, haesultato, e da domani al lavoro per affron-tare da subito tutte le insidie e tutte le diffi-coltà che presenta il prossimo campiona-to. Già si parla di un nuovo assetto societa-rio che dovrebbe coinvolgere il Presidentedel Nuovo Elaion Cosimo De Vita, l’Am-ministratore del Campolongo HospitalGianfranco Camisa, così come sarà mag-giormente coinvolto l’Avvocato VitantonioMarchesano, ma indipendentemente datutto Cicalese e compagni ce la farannoancora, perché laddove arriva la passionenon ci arriva nessuno.

Massimo Del Mese

Giovedì 17 marzo abbiamo festeg-giato il 150mo anniversario del-l’Unità d’Italia. Il 17 marzo

1861, infatti, fu promulgata la legge n. 4671del Regno di Sardegna che viene conside-rata come la proclamazione ufficiale delRegno d’Italia e nel cui testo possiamo leg-gere: “Il Senato e la Camera dei Deputatihanno approvato; noi abbiamo sanzionatoe promulghiamo quanto segue: Articolounico: Il Re Vittorio Emanuele II assumeper sé e suoi Successori il titolo di Re d’Ita-lia. Ordiniamo che la presente, munita delSigillo dello Stato, sia inserita nella raccol-ta degli atti del Governo, mandando a chiun-que spetti di osservarla e di farla osservare

come legge dello Stato. Da Torino addì 17marzo 1861".Tutta l’Italia si è praticamente fermata percelebrare l’evento e anche il Comune diEboli ha voluto festeggiare la ricorrenzacon un fitto programma di manifestazionidistribuite durante tutto il corso dell’anno eche hanno avuto il momento più significa-tivo nei giorni 16 e 17 marzo.In questi due giorni si sono alternati in piaz-za della Repubblica momenti di spettaco-lo, animazione, gastronomia, musica. Inparticolare il 16 marzo la grande festa èiniziata nel pomeriggio alle 17.00 con ani-mazione di strada, il Teatro dei burattini,gli sbandieratori del Centro Nuovo Elaion,

la sfilata equestre dell’associazione “I ca-valieri del Mezzogiorno” che hanno rie-vocato l’arrivo di Garibaldi a Eboli il 6 set-tembre 1860, la degustazione di spiedinitricolore a base di rucola, mozzarella, po-modori preparati e distribuiti dagli allievidella Scuola per l’Enogastronomia el’Ospitalità di Capaccio. Alle ore 20.00 poigli ex sindaci di Eboli hanno tenuto un bre-vissimo discorso celebrativo, dopodichéhanno tagliato, tutti insieme, una torta tri-colore di 14 metri, con 150 candeline rea-lizzata dai maestri pasticcieri ebolitani. Laserata si è poi prolungata con la Notte Bian-ca, che prevedeva la chiusura delle attivi-tà commerciali a mezzanotte.Il secondo momento più solenne, si è tenu-to il giorno 17 marzo alle ore 17.00 quandoil Sindaco, assieme al Prefetto di Salerno,dott. Sabatino Marchione, hanno depostouna corona d’alloro al monumento ai ca-duti. Alla cerimonia hanno partecipato tut-te le Scuole di Eboli, la fanfara dei bersa-glieri “Piana del Sele – sez. EbolI”, e ilCoro del Centro Nuovo Elaion, che ha in-tonato l’Inno di Mameli.

Antonio Di Cosmo

Dialogogiugno 2011

Notizie dalla CittàRubrica a cura diSilvana Scocozza

CITTÀ&CITTÀ 31

giornalista delCorriere del Mezzogiorno

Prosegue, anche per il2011, il consueto appun-tamento che Dialogo ri-

serva alla Rubrica- Notizie dallaCittà.Una finestra sugli eventi e sulleiniziative che la Città di Eboli or-ganizza e ospita. Una “finestra”che, col tempo, ha accorciato ledistanze tra centro e periferia.Uno “strumento”, insomma, cheha permesso e permette ancoraoggi a tanti cittadini residenti delpopoloso quartiere Pescara, diconoscere ciò che accade nellanostra bella città.Augurandovi buona lettura, miauspico che continuiate a seguircicon interesse.

GENNAIO

Festa di Sant’Antuono. Bene-dizione degli animaliLunedì 17 gennaio, festa di San-t’Antuono abate, patrono deglianimali, sul sagrato della chiesadi Santa Maria ad Intra, nel Rio-ne Paterno, alle ore 17.00 il par-roco, don Andrea Arminio ha im-partito la tradizionale benedizio-ne agli animali da compagnia.Numerosi i bambini che hannopartecipato all’evento.C’è chi ha portato i pesciolini ros-si, chi il proprio gattino, qualcunola tartaruga e molte persone ilproprio cane.L’evento, di anno in anno, regi-stra un numero sempre maggio-re di partecipanti.

In Biblioteca si legge “Il Gat-topardo”Il primo appuntamento con “Libriinsieme/Liberi insieme” del 2011si è svolto il 19 gennaio 2011 alleore 16.00 nella Biblioteca Comu-nale “Simone Augelluzzi.In occasione dei 150 anni del-l’Unità d’Italia, il gruppo di letturaha discusso su “Il Gattopardo” diGiuseppe Tomasi di Lampedusa,e sulla novella “Libertà” di Gio-vanni Verga.Nel corso dell’anno, si rinnovanogli incontri con altrettanti momentiinteressanti. I prossimi appunta-menti: giovedì 26 maggio, MarcoTabucchi- Piazza d’Italia; giovedì23 giugno, Carlo Bernari- Quasiun secolo; giovedì 22 settembre,Ippolito Nievo- Le confessioni di

un italiano; giovedì 20 ottobre, DeCataldo- I traditori; giovedì 24novembre, Marcella Agnello Hor-nby- La zia marchesa.

Giornata della memoria. Pernon dimenticare.Il 27 gennaio anche la città diEboli ha celebrato la “Giornatadella memoria”, per ricordare losterminio del popolo ebraico, leleggi razziali, la persecuzione ita-liana dei cittadini ebrei, gli italianiche hanno subìto la deportazio-ne, la prigionia, la morte, nonchécoloro che, anche in campi eschieramenti diversi, si sono op-posti al progetto di sterminio, eda rischio della propria vita hannosalvato altre vite e protetto i per-seguitati.Una tragedia accaduta nel pienodell’Europa, poche decine di annifa.L’Amministrazione Comunaleebolitana, attraverso il sindacoMartino Melchionda, ha rinnova-to l’invito a tutti i cittadini affinchèognuno si faccia portatore delmessaggio di pace che con que-sta giornata si è voluto esaltare.

FEBBRAIO

GattART - XXI Giornata Inter-nazionale del GattoGiovedì 17 febbraio 2011, in oc-casione della XXI Giornata Inter-nazionale del gatto, si è svolta,nella sede dell’associazioneEbart, nel centro storico, la mani-festazione “GattART”.Una collettiva che ha raccolto di-pinti, sculture, libri, poesie, musi-ca, storia, sul tema del gatto e delsuo rapporto con l’uomo.All’evento, curato nei minimi det-tagli dal poliedrico artista ebolita-no Enrico Visconti, hanno parte-cipato trenta artisti. Inoltre, è sta-ta allestita anche una mostra conle foto più simpatiche e belle chesono state inviate all’evento vir-tuale (giunto già alla seconda edi-zione) sul gruppo facebook “Stel-lina e Gingomma- Cani di Quar-tiere”.

Giornata del pensieroOrganizzata dal Gruppo ScoutC.N.G.E.I. Eboli 1° in occasionedella ricorrenza della nascita diLord Baden Powel, fondatore

dello scoutismo, la “Giornata delpensiero”, (patrocinata dall’As-sessorato alla Cultura del Comu-ne di Eboli) si è svolta domenica27 febbraio nel Teatro “SalitaRipa” dalle ore 8.30 alle 16.30.All’incontro sul tema “Obiettivodel millennio stabilito dall’ONUn°3: Promuovere l’uguaglianza frai sessi e conferire potere e re-sponsabilità alle donne, elimina-re a tutti i livelli entro il 2015, ledisparità di genere nell’istruzioneelementare e secondaria”, han-no preso parte i Gruppi ScoutC.N.G.E.I. di Eboli (SA), Beneven-to e Mercogliano (AV).Decine di giovani animati dal-l’amore per il prossimo, si sonoconfrontati ed hanno gioito can-tando gli inni alla vita.

MARZO

Eugenio Bennato si è fermatoa EboliLo scorso 1° marzo, alle ore18.30, nell’Aula Magna dell’Istitu-to Comprensivo “Giacinto Roma-no” Eugenio Bennato, ha presen-tato il libro “Brigante se more –Viaggio nella musica del Sud”.La manifestazione, inserita all’in-terno del programma “Salernita-liani - Le comunità salernitane el’Unità d’Italia”, organizzato dalComitato Provinciale per l’orga-nizzazione delle celebrazioni del150° anniversario dell’Unità d’Ita-lia, ha calamitato l’attenzione diun pubblico delle grandi occasio-ni.Oltre all’autore, sono intervenutiRosario Coccaro, Presidente del-l’IC Giacinto Romano; AntonioConte, Vice Sindaco e Assesso-re alla Cultura del Comune diEboli; Martino Melchionda, Sinda-co di Eboli.I lavori sono stati coordinati daDora Liguori.

Le poesie di Alessandra Gal-lottaIl 5 marzo scorso, nella sala daConcerto San Lorenzo, nel cen-tro storico di Eboli, alle ore 19.00,si è svolta la manifestazione “Iluoghi – gli incontri – i sogni.Poesie di Alessandra Gallotta”;voci dei Cantori di San Lorenzo edi Educarteatrando, con la par-tecipazione delle Associazioni “Il

pane e le rose” e “Persano nelcuore”. Musica di Raffaela Sca-furi.L’evento è stato organizzato dal-le Associazioni “I Cantori di SanLorenzo” e “Educarteatrando”, epatrocinato dall’Assessorato allaCultura del Comune di Eboli.

Una torta tricolore di 14 metriper i 150 anni dell’Unità d’Ita-lia150 candeline su una torta trico-lore di 14 metri, realizzata daimaestri pasticcieri ebolitani Gen-naro Lembo, Giosuè Resta, An-gelo Grippa, Vito Rinauro, Miche-le Garofalo, Antonio Chiumientoe Rosario Moscato.La Notte Bianca per l’Unità d’Ita-lia, ha calamitato nel centro citta-dino l’attenzione di centinaia diebolitani e non solo.Una grande festa iniziata nel po-meriggio alle 17.00 con animazio-ne di strada, il Teatro dei burattinidei fratelli Paolino, gli sbandiera-tori del Centro Nuovo Elaion, lasfilata equestre dell’associazione“I cavalieri del Mezzogiorno” chehanno rievocato l’arrivo di Gari-baldi a Eboli il 6 settembre 1860,le danze dell’Associazione “Ami-ci per Santa Cecilia”; la degusta-zione di spiedini tricolore a basedi rucola, mozzarella, pomodoripreparati e distribuiti con elegan-za e professionalità dagli allievi

della Scuola per l’Enogastrono-mia e l’Ospitalità di Capaccio,hanno regalato a tanti visitatori unmomento di spensieratezza e difesta in occasione del 150esimocompleanno della nostra Italia.

APRILE

“Mobbing e stalking: azionipersecutorie”Sabato 16 aprile nell’aula magnadell’Istituto Comprensivo “Giacin-to Romano” si è tenuto un impor-tante convegno: “Mobbing estalking: azioni persecutorie”.Saluti: Avv. Martino Melchionda –Sindaco di Eboli; Prof. RosarioCoccaro – Preside dell’IstitutoComprensivo “G. Romano”; Avv.Enrico Tortolani – Consigliere Or-dine Avvocati di Salerno. Mode-ratore: avv. Pasquale Genovese– Presidente Associazione Foren-se Valle del Sele. Relatori: dott.Raffaele Felaco: Presidente Or-dine degli Psicologi Regione Cam-pania; Avv. Annamaria Lemba –Esecutivo Associazione 360 Eboli– Membro Associazione ForenseValle del Sele (AFVS). Conclusio-ni: on. Donato Pica – PresidenteIV Commissione Consiliare Spe-ciale di Prevenzione del fenome-no di mobbing sul lavoro e di ogniforma di discriminazione Sociale,Etnica e Culturale, della RegioneCampania.

Tanti auguri da parte di tutta la redazione allanostra collaboratrice Silvana ScocozzaSilvana ScocozzaSilvana ScocozzaSilvana ScocozzaSilvana Scocozza

per la nascita della bellissima MaritaMaritaMaritaMaritaMarita.

Dialogo giugno 2011ASSOCIAZIONE ORATORIO DON ANGELO VISCONTI32