Autobomba nel cuore di Roma - l'Unità - Archivio storico

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TUaiità ANNO 70. -N. 1 1 4 sMO.mikut.POtT.om.if7t>: OlORNÀLCiFONOATOlMA

Giornale^ _l]brp I capolavori del teatro

••ENRICO IV» di Luigi Pirandello

IIIV1"^!! UNIBON-

Dall'Emilia con sapore

- SABATO isMAOotoi«oa

Esplosione dopo le 21.30 vicino al teatro Parioli da cui il conduttore, rimasto illeso, era appena uscito. Semidistrutto un palazzo In mattinata era stato il presidente del Consiglio Ciampi a lanciare l'allarme: «Cosa Nostra ci sta portando fuori dall'Europa»

Autobomba nel cuore di Roma Maurizio Costanzo l'obiettivo? Decine di feriti Attentato nel cuore della capitale. Alle 21.•IO una macchina carica di tritolo e esplosa in via Fauro, dietro il Teatro Parioli. Un attentato a Maurizio Co­stanzo, che lì registrava il suo «show»? La polizia non fa ancora ipotesi certe. Decine i feriti. Nel palazzo, sventrato dall'esplosione, abitano anche due magi­strati. In mattinata il presidente del Consiglio Ciampi aveva lanciato un accorato allarme sulla criminalità.

ENRICO FIERRO CARLO FIORINI

• • ROMA Un'autobomb.i imbottita eli tritolo e scoppiata alle 21 .'IO nel cuore di uno dei più ricchi quartieri romani, in via Kauro 62, dietro al Teatro Parioli LI aveva appena finito di registrare il suo -show- Mau­rizio Costanzo. Il giornalista e passato li solo pochi attimi pri­ma dello scoppio1 e rimasto il­leso per un soffio. Un intero stabile è stato sventrato dall'e­splosione, decine le auto di­strutte. Non ci sono morti, ma i feriti sono almeno una decina, uno grave. Sul luogo e accorso il capo della polizia Parisi: «E un attentato terroristico che vuol produrre effetti destabiliz­

zanti e eversivi. Dobbiamo rea­gire- Per gli inquirenti non so­no esagerati I paragoni con gli attentati di Capaci e di via D'A­melio a Palermo. Kra Costanzo l'obiettivo7 Gli inquirenti non l'escludono, ma non escludo­no neanche che possa trattarsi di un attentato contro due ma­gistrati che abitano II- Olga Ca­passe, che si occupa di crimi­nalità organizzata, e Claudio Santamaria, collaboratore del direttore degli istituti di pena Nicolò Amato. Proprio ieri mattina il presidente del Con­siglio Ciampi aveva dato l'al­larme sulle nuove strategie del­la criminalità

I SERVIZI ALLE PAGINE 3 e 4 Le auto sventrate dall'esplosione nel quartiere Parioli di Roma

La scelta dì Ingrao: oggi l'addio al Pds? Occhetto: «Rimani»

STEFANO BOCCON ETTI ALBERTO LEISS

i B Anche I tentativi dell'ulti­ma ora '.embra non siano ser­viti a tarlo desistere. Ed ormai è certo che stamane Ingrao an­nuncerà l.i sua intenzione di lasciare il Pds Con lui. dovreb­bero lasciare anche alcuni diri­genti da sempre vicini al leader comunista. K proprio riferen­dosi a Ingrao, ieri Occhetto parlando a Pescara ha dftto: •Ritengo che non si possa lavo­rare per una sinistra più unita se prima non si riesce a stare uniti denlro un partito». K poi. "Nell'ottica di una visione più ampia della funzione della si­nistra, tutti i nostri militanti possono svolgere un ruolo

nuovo che dobbiamo insieme ricercare e progettare all'inter­no del Pds Per questo ho senti­to l'esigenza di chiedere ad In­grao di restare»

Ingrao, ma non solo In que­sto line settimana difficile per la Quercia, c'è anche un altro problema. Quello di «Alleanza democratica». Che sempre per slamane, ha organizzato un •faccia a faccia-eoi rappresen-lanti del Pds con Occhetto, Veltroni e Macaluso II segreta­rio Pds: -Se Alleanza vuole di­ventare un nuovo partito noi del Pds diciamo chiaramente: no, grazie».

A PAGINA 5

L'uomo ha rilasciato la maestra che poi ha deciso di tornare dai suoi piccoli

Per i sei bimbi un'altra notte di terrore Il sequestro tiene la Francia sotto choc

L'infanzia svalutata SANDRA PETRIGNANI

M iliardi contro bambi­ni. La vita di sei bam­bini di tre anni di­

pende da 2? miliardi richiesti dal sequestratore di Parigi al­le forze di polizia. L'uomo non e un pazzo, viene anzi descritto da chi l'ha avvicina­to «molto intelligente, calmo e determinato». Non nascon­de il .suo atto scellerato dietro motivi ideologici. Vuole i sol­di, desidera soltanto diventa­re ricco e non esita per que­sto a minacciare la sanità mentale e perfino la vita dei sei piccoli. Non e. nemmeno un negro, probabilmente, come era stato rivelato con grande rilievo all'inizio. Fos­se stato negro e pazzo, alme­no potevamo appellarci alla malattia, alla disperazione del disadattato. Per darci ra­gione di un gesto inaccetta­bile, per continuare a spinge­re la barbarie fuori dai nostri confini. Per nascondere, sot­to l'intramontabile razzismo, quanto degradato sia ormai l'Occidente, quanto stempe­rati i valori su cui si fondava la "Civiltà».

Per esempio, il valore del­l'infanzia. Ma quale rispetto può avere per l'infanzia un singolo depravato quando il mondo intero tollera che masse di bambini vengano quotidianamente affamate, dilaniate, sfruttate senza che questo diventi la preoccupa­zione prima e costante delle moderne società? Anzi, sarà che stiamo raccogliendo i frutti dei-leggerissimi anni 80, di tanto cinismo profuso a piene mani, dei valori pres­soché unici del denaro e del successo, della realtà .stravol­ta nello spettacolo non-stop dove anche la tragedia è in­trattenimento, ma mai come oggi la violenza e il disprezzo vèrso donne e bambini era­no stati più sfrenati e appa­rentemente inarginabilì.

Cosa è successo alle co­scienze? Si prova nostalgia per l'orroie che sapevamo sentire verso le piccole vit'i-me del Biafra, per le marce contro la guerra in Vietnam, per il moralismo di sinistra

che portava a condannare ogni giorno gli orrori del ca­pitalismo in ogni piccolo so­pruso, a gridarlo instancabili nelle piazze. Era tutto un de­nunciare, un gridare, un mi­nacciare contro le contraddi­zioni di società che certo non sono nel frattempo diventate migliori. Le giovani operaie, quasi delle bambine, morte­ne! rogo di Bangkok, dentro una fabbrica di bambole, do­ve lavoravano senza nessuna protezione mutualistica o sindacale, con ì loro figli ac­canto, sarebbero morte ieri come oggi, ma ieri il mondo si sarebbe sollevato a dare una voce al loro martirio. Og­gi restiamo attoniti a guarda­re le foto degli ospedali bo­sniaci, ci incantiamo muti su­gli occhi disperati di tutti quei bambini che guerre sempre pia insensate rendono orfani e fanno a pezzi, Sappiamo della compravendita di bam­bini sudamericani che ven­gono uccisi per essere deru­bati degli organi, di bambini mandati a uccidere altri bambini in lotte fratricide o resi schiavi di adulti senza scrupoli. Lo sappiamo per­chè esistono cifre spavento­se, dossier, documentazioni. Ma siamo muti, inerti.

Questi sono dunque gli an­ni 90, quel Duemila in cui •tutto cambierà» come canta­va una canzone ottimista. L'asilo-bene di Parigi, occu­pato da un uomo che vuole soltanto partecipare al ban­chetto dei miliardari, far par­te dello spettacolo opulento, ci dice che nessuno 0 in sal­vo. Il male non e relegato nelle zone depresse del pia­neta, i bambini minacciati sono tutti, anche quelli belli e pasciuti della pubblicità, non soltanto i denutriti figli di nessuno di qualche landa lontana del mondo, Ma non possiamo più illuderci che i responsabili sono gli altri: i capitalisti, i comunisti, i ne­gri, gli ebrei, gli americani. I responsabili sono, e chiaro, tutti quelli che hanno elabo­rato una capacità davvero colpevole di tollerare l'intol­lerabile.

Sei bambini sono ancora in mano all'uomo «sen­za volto» che giovedì mattina ha sequestrato una classe dell'asilo infantile di Ncuilly, elegante sob­borgo di Parigi. Alle 20 davanti alla scuola e giun­ta una «Renault Espace» con i 100 milioni di fran­chi chiesti al governo francese dal sequestratore, che ha minacciato di usare i bimbi come scudo umano se la polizia ostacolerà la sua fuga.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

GIANNI MARSILLI

questi due giorni di incubo e nuscila ad alleviare l'angoscia e il panico dei suoi piccoli alunni. Ma lei ha chiesto e otte­nuto di poter tornare accanto ai suoi piccoli.Intorno alle 20, nei pressi dell'asilo e arrivata la Renault voluta dal sequestrato­re per allontanarsi dalla scuo­la. L'uomo ha chiesto anche altre due macchine, una per la polizia ed una per i giornalisti che dovrebbero 'accompa­gnarlo nella prima parte della fuga, ed ha precisato che non esiterebbe a servirsi come scu­do umano dei bambini che porterà con sé, nel caso in cui

• • PAKICI Nell'asilo di Ncuil­ly, alla periferia di Parigi, oltre alla maestra, sono rimasti sei dei venti bambini che un uo­mo armato e col volto coperto aveva preso in ostaggio giove­dì mattina. Il sequestratore ha chiesto alla polizia una «Re­nault Espace» per fuggire, as­sieme ai suoi ostaggi e con il ri­scatto di cento milioni eli fran­chi (circa 2" miliardi di lire) chiesti e, a quanto sembra, ot­tenuti dal governo francese. Trentaquattr'ore di febbrili ne-* goziati hanno portato alla libe­razione di 11 bambini. Per ulti­mo, l'uomo ha fatto uscire dal­l'edificio Laurence Dreyfus, la ventisettenne maestra che in

la polizia cercasse di ostaco­larlo. Li Francia e sotto choc e col fiato sospeso in queste ore decisive, segnate da un conti­nuo alternarsi di speranza e pessimismo. La tensione si era attenuata ieri pomeriggio, quando nel cortile della scuola è arrivato un furgoncino bian­co a bordo del quale, secondo quanto riferito da fonti attendi­bili, dovreblx- trovarsi il denaro del riscatto Ci si domanda se questo t>ossa essere il segno di una risoluzione imminente, in­sieme con il (atto che la polizia ha chiuso al traffico in serata la me de Bagutelle, la lunga stra­da che da Ncuilly entra nel Bois de Boulogne e sulla quale l'asilo ha un'uscita secondaria. Infine, attorno alle 19.30, il fur­goncino bianco che aveva por­tato i soldi del riscatto è stato visto ripartire dal cortile della scuola con una scorta di auto della polizia. Soltanto poco prima del telegiornale delle 20 si e sapulo che l'uomo non era un nero, come alcuni giornali francesi avevano ipotizzato

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POSSA CONVIVERE cor* tu Pfcs ?

Zero in pagella a Michele Santoro, che l'altra sera ha con­sentito a un azzimato cialtrone, collegalo da una pia/za ve­neta, di affermare che «la Liberazione è stata una bugia, e gli unici morti sono stati quelli ammazzati dai partigiani rossi». Le opinioni sono tutte legittime, anche quelle di un perfetto imbecille. U- balle no. soprattutto se pronunciate davanti a qualche milione di persone

Santoro (che ha molli meriti, dunque molte responsabili­tà) aveva il dovere, di fronte ai telespettatori, di dire a quel poveruomo che era liberissimo di considerare la guerra par­tigiana come una grande porcheria, ma non di negarne l'e­sistenza. Che questo, anzi, è vietato. Vietatissimo. Ed equiva­le a dire, come qualcuno dice, che l'olocausto è solo propa­ganda degli ebrei. L'unico principio che deve sottendere ógni discussione - tanto più in un momento di animosa confusione come questo - è il rispetto ngoroso della realtà storica. (Ci sono tante verità, ma una sola realtà). Altnmen-ti. cartellino rosso. Fuori, espulso. Rinunciare a questo, an­che per un solo attimo, significa rinunciare alla cultura. E ri­nunciare alla cultura significa sputare sulla dignità di tutti.

MICHELESERRA

ROMEO BASSOLI A P A G I N A 1 3 Un padre stringe il suo figlioletto appena rilasciato dal folle sequestratole dell'asilo nido

Denuncia Sgarbi: «Voleva violentarmi mi ha picchiata» Dalle male parole alla violenza fisica. Vittorio Sgar­bi, fresco della performance in Parlamento, è stato denunciato da una giovane scrittrice colpevole di non aver accettato le sue avances. L'episodio è ac­caduto ieri notte, nella stanza dell'albergo romano dove il critico vive. Aimonetta Corrado ha un brac­cio fratturato e una contusione alla testa. Lui nega e contrattacca: «È lei ad avermi molestato».

ANNA TARQU INI

• i KOMA Una giovane scrit­trice ha querelato Vittorio Sgarbi accusandolo di averla picchiata per un rifiuto. L'epi­sodio sarebbe avvenuto la scorsa notte nella stanza del­l'albergo romano dove il criti­co d'arte vive. Un'ultima per­formance consumata poche ore dopo essere slato cacciato dalla Camera per aver dato dell'assassino all'ex partigiano Arrigo Boldnni. Aimonetta Corrado, 30 anni, era arrivata da San Casciano apposta per conoscere Sgarbi e consegnar­li un suo libro. -Mi ha sbattuta per terra più di una volta, poi, infuriato mi ha scaraventata

fuori della porta». Sgarbi natu­ralmente nega e porta a testi­moni Milli D'Abbraccio e Bar­bara Alberti. «È lei che mi ha sedotto - voleva toccarmi i ge­nitali e c'è anche riuscita». La ragazza ha un braccio frattura­to e una tenta alla testa per la quale i dottori non hanno volu­to sciogliere la prognosi. Intan­to, per l'insulto ad Arrigo Bol-dnni. il presidente della Came­ra Napolitano ha chiesto di prendere in considerazione anche «fatti e comportamenti che sollecitano un esame an­che al di fuori delle ipotesi spe­cificatamente sanzionate dal regolamento».

SILVIA BIONDI A PAGINA 9

Più culture nel polo progressista, ma tutte di governo M L'articolo di Michele Salvati, apparso su questo giornale il 5 maggio scorso, e un'eccellente piattaforma per capire e annodare per il verso giusto i tanti fili che ab­biamo oggi davanti e che dobbiamo ricomporre in un sistema politico funzionante e dotato, finalmente, di una sinistra di governo capace nel suo insieme di governare. Non sono interamente d'ac­cordo con lui, o meglio ho le idee meno chiare delle sue su alcuni punti, in primis sul­la possibile dislocazione del cosiddetto mondo cattolico e sul ruolo che potrà avere ri­spetto a esso la Democrazia cristiana o il partito che ne sarà l'erede.

Mi convince appieno, co­munque, il metodo che pro­pone - che e quello di guar­dare oltre la legge elettorale, pensando sin d'ora a costrui­re non la piattaforma politica della sua approvazione, ma quella del futuro che in base ad essa dovrà prendere for­ma; e di badare nel far ciò al­la cultura politica che dovrà

animare il nascituro schiera­mento progressista e distin­guerlo dagli altri,

È stato detto sino alla noia che la vigente legge elettora­le va cambiata pcrchó, quali che siano stati (e ce ne sono stati) i suoi meriti nella fase (ondante della nostra demo­crazia, oggi può solo concor­rere a corroderla ulterior­mente, grazie alle ulteriori frammentazioni che favori­rebbe, con tutte le conse­guenze di instabilità e. forse, di ingovernabilità. E sono in molti ad aver sostenuto su questa base i referendum elettorali e a propugnare og­gi le necessarie riforme. Ma stare insieme nel comune giudizio negativo sulla pro­porzionale e nel comune im­pegno per i referendum e per la riforma non precostituiscc uno schieramento politico per il futuro. Può generare al­leanze più che legittime e an­che fortemente sentite, Ma se quello è - com'ò giusto che sia - il loro vero e non dissi­mulato cemento, sono per

necessità alleanze di breve periodo, destinate a discio­gliersi quando si passerà dal­la lotta per nuove regole del gioco al gioco vero e proprio. A quel punto non potranno non emergere, o riemergere, affinità e divergenze fondate sul radicamento sociale, sui diversi mix di valori e di fini, e destinale a ripercuotersi sulle scelte di politica economica, di politica sociale, fiscale, ambientale, penale e quan-t'altro. La storia del resto ha già conosciuto traiettorie di questo genere, e ha visto quindi nascere con grande forza partiti trasversali del cambiamento, che hanno ceduto poco dopo il posto a invincibili dialettiche fra par­titi (o schieramenti) conser­vatori o moderati e partiti (o schieramenti) progressisti.

È dunque a questo dopo che e bene guardare ed ò quello che giustamente fa Michele Salvati, prefigurando per il d o p o uno schieramen-

GIULIANO AMATO

to progressista che mi trova totalmente d'accordo. Co­minciano infatti ad accen­dersi al riguardo dispute e contrapposizioni che non servono e non hanno del re­sto alcun senso. Non serve e non ha senso, rispetto al fu­turo nel quale entreremo, prenotare spazi liberal socia­listi, o liberal democratici o ancor più vagamente demo­cratici, isolati e distinti da quelli di altre forze progressi­ste a vocazione di governo. Né serve o ha senso che si . faccia l'inverso, rinverdendo magari - per non darlo a ve­dere - l'antica e desueta dot­trina dei compagni di strada.

Due sono infatti le bussole da cui occorre farsi guidare. La prima ò quella della muta­zione, che sarà sperabilmen­te forte e profonda, degli schieramenti conscguenti a un nuovo e, mi auguro, diri­mente sistema elettorale: non più i partiti di oggi, nò lo­ro sommatorie parziali, ma nuovi agglomerati, più vasti,

più autenticamente radicati nella società (il che significa radicati non con le loro strut­ture periferiche di oggi, ma attraverso il collegamento che sapranno instaurare con le molteplici «società inter­medie» in cui gli italiani si ri­conoscono ormai assai più che nei partiti) e dotati di una testa in cui intervenga una sintesi effettiva delle cul­ture politiche contigue e con­vergenti con le quali filtrare in modo coerente le doman­de sociali, costruire scelte e indirizzi aggreganti, promuo­vere i necessari consensi. Se il sistema elettorale sarà dav­vero dirimente (ed è possibi­le che il maggioritario a un turno sia per questo più effi­cace ) , prenotarsi gli spazi a fettine ò soltanto suicida.

La seconda bussola ò quella che investe le culture che dovranno coagularsi nel­lo schieramento progressista. Se saranno davvero culture di governo, saranno loro a fa­

re da confine. E di sicuro ci sarà un confine per isolare la sinistra di irriducibile opposi­zione, che probabilmente permarrà e che dovrà essere e restare un'altra cosa, senza più condizionare ne tenere congelate parti rilevanti della sinistra di governo. È per al­cuni un vecchio principio che salta - il principio che non voleva nemici a sinistra -ma ò un grande spazio che si apre per una sinistra che tro­vi, non nella conservazione, ma nell'innovazione pro­gressista la propria ragion d'essere e il proprio ruolo di governo: allargando la base dell 'economia reale attraver­so l'eliminazione dei posti di lavoro falsi e la creazione di lavoro vero, ristrutturando i servizi sociali senza temere di connettere la solidarietà verso chi non ha con la re­sponsabilità su se stesso di chi ha, dando all'istruzione e alla formazione il compito di prima e prioritaria difesa, sul mercato del lavoro, della for­za contrattuale dei lavoratori.

È qui che bisogna scavare, trovare le ragioni dei consen­si (e l'Italia di oggi su questo terreno ne offre più di quanto si pensi) e trovare la forza per contrastare i dissensi. Ed e da qui che bisogna partire per capire, c o m e dicevo all'i­nizio, la cosa che a me è me­no chiara che a Salvati, il ruo­lo cioò della Democrazia cri­stiana o dei suoi eredi. Ci sa­rà ancora la De? Quella che Martinazzoli sta riplasmando è o sarà una De conservatri­ce? Non sarà la Lega il partito moderalo? (forse al Nord, mi si può dire, non certo al Sud) .

In politica c'è certo biso­gno di un avversario e l'av­versario dello schieramento progressista, a parte i residui oppositori che avrà a sinistra, sarà di sicuro lo schieramen­to conservatore. Ma confesso che ancora non ho capito chi, su scala nazionale, as­solverà a questo ruolo né quanti, fra i protagonisti di oggi, si trovano veramente assegnato il ruolo che avran­no domani.

(i.imiiii 2 Intervistc&Commenti Uno scrittore ricorda

gli anni della sua giovinezza di contestatore all'università: «È passato un quarto di secolo e siamo cambiati molto. Per fortuna...»

Il '68, roba della preistoria Ì M (lui d.i parve e Ino Ilo ab

baiidoiiato l illusioni' di i ol i

siderarv Ir i^esla memora'-nli

<lr| nunzio hS e un i r un bla

sour di iimcetiiu r utnlita K

stato ur i '">>. quando n u i t u i

sione d r l decennale dur de­

liziose studentesse di i ronia

lisnto \enar ro a casa tuia per

interMstartm Dispiegai le mie

misere piume e fec i la ruota

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ingenuo desiderio di lari-col

pò Le une due seduttrn i pur

mostrandosi t urti'semente

attente e e redo i utnuuse-

randomi un pochino non

sembravano per nulla sedot­

te Quasi subito i ma urinai

troppo tardi ) nate)instai la lu­

cidità e il senso del ritiic olo. e

suspesi la < rotine a delle ime

ree elsi imprese nella pili L»IU-

rios.» siamone i l i tutti i tempi

per doni.iridare alle due in­

tervistatrici quanti anni ave­

vano in quella nosti.i pinna-

vera ormai sfiorita Otto mia

sette i appena compiuti i I al­

tra Ah, pensai (unswnnui

tutu est Si eoncjed a rollo sul»!

to dopo ringraziando e dan

domi un casto hacetto

Insomma, sono libilo del

Mawjvjio ma noti pratico da

quintile i atuu \ e ho voglia di

unirmi alla variopinta provar

me di eroi loquaci che erano

e ontempoianeamerite a Ker-

kelev Madrid e l'anqi seti/a

tralasciare quale he capatiti.!

.1 Merlino e l'raya II maia lo

del l.S ha più (IL;II ilk'iìiltirm

di .Spartaco Ma non preten­

di > . ile suino tutti v >Mop* >s'i

.ili.) macchin.i dellaventa sa­

rebbe un e fistino troppo or­

rendo

l'anto per cornine lare in

quel tauioso anno e i sono

stati molti »(iiaHLìi» e non uno

solo 11 Muntilo denli studenti

di Madrid e Barcellona i si

cantava «non ci siuuoveiaii

no» t ( .Tendo allegramente

contro iì\\ sbirri franchisti i

non era uguale a quello delle

barricate .il Quartiere Latino,

delle luminate eli Rudi Put­

sch ke a Berlino delle eoiain

niose sommosse antu ouuiti i-

ste a Varsavia o di quelle ali

e ora più tragiche della l'Ia/a

de las Tres C'ulturas in Messi­

co Anche se si condivideva

tu» certi tinti e un certo stili1

storico, l'urtien/a delle meri­

die a/umi e la reazione re

|)ressiv.i erano completa

mente diverse K in ognuno di

questi scenari, diverse e con­

trapposte erano le posizioni

perché nli attendamenti più

tipicamente sessantottini t in­

dividualismo libertarismo

edonismo, importanza del

quotidiano e del momento

presente, ritinto delle buro­

crazie rivoluzionane o reazio­

narie ) ine appagano in nuovi

dogmatismi e nuovi t ollettivi-

siili si scontravano con e hi

voleva let tere i|| avvenimen­

ti del presente alla luce delle

teorie della Vulgata ortodos­

sa oppure si proponevano

come nuovi amministratori

F E R N A N D O SAVATER

leninisti i u peisino mu< usti

della grande contusione do

minante Di più in e iase uno

ili noi si mesi olavario la lotta

contro tutto e loche impediva

di allargare e approtondne le

liberta democ rata he con

un ostila.i verso e ut e he le

rendeva possibili u poteva

contribuire a renderle possi­

bili Il tempo e le sue meta­

morfosi si s.irebbero iman

c i t i poi di chiarirci le idee un

poco odtcontu i ide ic i dett i t i

to

Davvero sarebbe stalo me

nlio non cambiare cosi tanto

restare tutti inaliti er'ou a

mente e orine!.iti in un Manl io

eterno ' Quale he n^^no la in

occasione del testival di K.il

unni i Barcellona i si e torna­

ti siili argomento e alcuni

con malizia o SUR eia nostal-

nia hanno tatto notare quan­

ta distanza separa lo ieri dal

I unni quanto e i onte siamo

e ambiali rispetto ai discorsi

e !ie si Licevano a Kaimon un

quarto di sec olo fa .Si sono

levati sospiri imbarazzati e ti

linde si use e ale uni eoli pa

Ielle a e onvmzioiie hanno .il

Irruiato di essere rimasti n'i

stessi l inei e noli ho sentito

dire i\,\ nessuni \ e erto e he

siamo i ambiati e meno male

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niorm avevano i oiso lenale

assiiidita sinistie e peni olo

se i ome il pronetlo nuevari

sta di seminare uno e enio

mille Vietnam ni Amene a La

tuia o la bealitic azione' della

ut udizione fit'Hìutnetu*' di

Mao. o I esali,izioue della

nue'mnlfii urbana e ome siste­

ma di indie ale nneiieiaziolir

delle si >c leta sviluppate u la

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un.1 se i-Ita sensata K li» stesso

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e untesi,il.iriu a ultr.uiz.i n'i

ideali possono .ine In i oiivin

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In,ilio unqiovdiic colpito da un noii/iotto <i Citta del Messico

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nella u Ianni"" palle dei p ni l'i deve e si può e* indurre a tet 1 non -ire i -ssunanienti * • • mine Palo i he si aw ic mano

munisti i un av.mnuatdia il le*'lezi.mi - e .un he se non si

luminal i col l imila le liste i d .iv\ re m.issi io - sarà lume n-

. mai ni u.i i |M t sol ninni s ' " * 'mia u il e oiisn'Jin ili Binili

cu ...h si aiptt IN nonie di 11 i SA hit d a poh'u a deve i ssrfe

tieni in'»ni«i di Ila putì / / a lealista la pollile .1 .leve esse-

delie essenzi I quotidi un - i le idralisla due pnne ipi e he

i anali radii iti I* v isiv i i he sono veri quando si e uniple

ball i lo se air i iati » ut, pi il l'i ri. » lai lo ' lisi quando sono sepa

p. t 1 insellili nli i di l i,i'/i MI ta'i

Delle lisi.-del l'sot MMl- 'pie,, . i .yMi ' l iMI l ' \N

Non è tempo per nuove rotture ed io mi iscrivo al Pds

CARMINEPOTIA

L^ l-.Il I.S ! Ih Sili ' ( , I I . • . ' • ! • • ' Il l< III I

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i l , - , M i l l e . I l i s, . i l l l l l , . .UH, . 1.1M li l ' I l i , l ' i I l ' . i I, '• I I , ,1 i l I | i' I i I I-, i l - • I- I .1 . l l ' l l n i , i l i M i n U n \ s i . t K n . l s i l i 1 ' , . /(, , - l i I MM s' -, | uh , 1 , , I I I , I I , l i . - I l S I I I , l ^ l ' i n i i l e I Ulti 'Ms l , , , l l l l i SI, I, I l ' i l i .' s , , | s, , ,., | | ' \ Ml.llleill v i s Il I i|ll 1 i 1 , I . , l „ . ' n •' I . ''i . I 'i - I \ , I, I l ni(i ln,i\, i l.i su i usi l i I i l ' i l , , , ,s . . i ' i in |,| i . . ,, ,i .

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I .11111-111,1 I H l n. H li I-1 i l i 1 I l e in , i si | n pi in ' ' n i , ' ' ' i > - i i i i l 1 ' I i li essen il [H II l i , i l i i in i s, l i i i n l i n uh . I . i ( i l i i ' .1 ' ' l i • i ' ' ' . . m i i li I • S I I IMt lM i i l t u - i i 111' i s sii n i i i l | i . ili t. ' i i ' i , |, ' i i i' i i ' • , i i l

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d m i l , un \1. i | m i l i t i l i pe i i | iu s in m u n , i n , , I t , - ' i| i l i • I e s n I u n i , i , , .i

II l e n i , i/ | i il II i l i h i 11 l i u t i e \ v n l I V I I S I S u s i , • i I , u i / li i , , l ' i i | 1 II - , '

UH l i te ( un- , UH i l l l l III u n ]n t s u , l ( ' n | , . i , i l i 11in si i s' , lu ; i, ' | i,

tu . i l i I M i . i n u n i i u n ,1 ' I 7n il il l'v i s isti un i ' , ,si „ t i j ' i i - ni ,u li I i i . s i m i , t , ' m

s i l l n - t n l i i i' M l u , i ! l i n g r e s s i ' i lu i Un ' n u n ' / m i ' ! . , , / , / / l u e l i v in i l . i v i i - u h

i n , q u i i i i i l lus t r i d i ' l ' ds s, s u ' , , i in in | - ni | u n , u . i i, s-,, • , ', ' i 's vi , i i 11 i n u,

neh u n H i l l , in- h e ,n . l i ,n .., , , , , ' , , i , ' i i I h - il i i 1.1, >n

/ l u t i un i il n te i In i u n . i n \ , il n i • ' , ' ' • ' , I , ' i " ' ' i h m • , in ', u

si '11/ i i i-I q i h IH'Un N ii si i l ' I n i , - i- il i . i , ' i' i , iu in i i l - , i il I n i i , 's i II u l i i . i l l i i

si e l l e n n n l e s t e i tu | n i i| il u ! i , ,'n i i l . ! ni i-n n i i i l i ' i i , . n i • i l il m I • i n '

i l e n l l n . i l u t t i ' i us l l l ' i u u l i i l e i u Li u l u h ., Il • • , 1 M I ' I i l , ' l i i | i i i i / m i

h'.i v r . iM. in . i ' i i l i i , i - ' i i v I ' . ' - i v I i u n u n i i

i,li l.n iti i . i l l . i l i li il i\ i /n il li i l i i i < i 'n ' . ' - i ' l ' . i ' i i i .' in i i i ' i i , l i , un n i l in il. i il -

ni i e [ i n i 11 (I.i , I I 4 ^ I U M I ; I ri .- j l i u l i i u i i si i " • < i 'i . I , ' , , ' i n 1 t ,i . / , m n l i i

M i l l l u I r u l l ì i su / i' / ( / / , ; i l e I s 111 ine n I i l ' i ' i l i i . . n I ' 'U s| i i li i s, i - , - 111,1

i i ss . i t ln l l ' l . l l ' - l , l ! l \ . i s l . i h l l / z . i ' i n n i i ' i , i i n ' i I • '. ' i u - . ' • 'i I i n . i i lei i

i l l i i n l u | i e t u il | i , i s s , i nn iu n n i l i i\ l , iss, I ' , 1 , i n - ' i ', , n • n l i ' - ' i- , ' i s . I " I , M

l1 s e n s u ; n u t u l l . l i d e l Mu . het I i u n , -,t u i u n i • ,, i , - - i s i ' . i ' n 'i 'i ' ' Is

vi r ln i ,1.1 | i i r l e i l e ' l 'ds le i n i u u n u l u n . • i , , i s - ' • i i in i i i - . . • i j .i

( u s t t e l t u ,i V'ellln . I l e i ' l i l i n e ' s s l u n , , i n n i , i . , 1, i , , . t | i s ,1 . i ' ' il 1 i ' il ,

le V (UH) /IUI11 h i l l l l i i s s i l l l / i u li i l lU "1 l ' i ' v ' e i ' i v ' , m | 'i | i | | , i u l ' l n • !

s|,uns,ih'liln ' i l i -

Con Ingrao, ma non fuori dal Pds

L VALERIO CALZOLAIO SALVATORE VOZZA

* al L;O\ enio i amp i siat * i i • M , , un ixit. < «M- n i ' 1 rote I e olil i unti | ih HM unii il . sin str i l i n . i n i d n M * a • l,i i ontp' isiziuni t i pt 1,111 r i di 1 i' l ' i I/IM!« ii'i i IMIM il lini I\I i L;I A* ino mnVi mu i > " i u n '• '• i ' -i >\< »

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U H M li • •:. . .. t i •' i d i ! i i . l i i 111 a n a *'* Il i sui s ' i , il U n i

" . ' , „ l l p N , d u s i I . si i l i s . ss ! . . p i 1 . H/a d* , l'i l l , n ' . . d . I.ii I >u l ' i ti M u ' ss.

i l i a c i * 11.il.ili i h f u r i e t i . i i l m e Ine U l . i i ^ K n a l l / i d i i , U , i d l l | l ' I l i - si j t i ' Il to su l la |.i il ÌK a ee i M li UH i • > s. K I I I I, '. I ' . e n Lisi, . l i ' i i u n a / i u n * i p u m a un i i • li il issi ' ' ^nazione ilei i a li m i n 'ia t \ d* 11/ al< • l'i \>u ^ l'ds i rn MI un eile/z. .uni urini 1 m I un i ih • ilei le pusiZH Mll 1 s plessi e \ 1, i di • • Mr< '*< Z/ 1 ' j e uìleUlulll.l sul metodo | l'ds si . »i<.\ >ti • n(

un i .Mio punto di latin in un i;oo inu u< , ' , 1 s\ulta IH istltUZ'i man s. n/a disi nli ibi il ; nessun 1 .umanismi 1 I e\ idi uh • il 1* ni ,'ie 1 > 1 'urinate un IIIIOM m In p. ilitn 1 1 <•• 1 1 , 1 aie le 1 lassi dlt denti I' l'ds 1 si li a d . ss, n

tiash iriiitsuu 1 - n 1 misi K 1 nu s" , si 1 / ] (

l)|i 111 aie un uln rn MI di', isimn i s i i s h \ • sai tu npposlo i ini I I M | I I iiih 1 H- 1 11. 1 1 1 1 s s,,i io aiu he in \ is!a d< Ila u!i Min 1 1 e*im i't ^ " .. ( t | l ]M , '

I e spinte versi > un indisin' 1 si « 1 ihbi ti'* e t 1 , , H

un ,uul>iLlua pu jitk .unenti' ali* uv 1 d- n u ,. n l _, i\ì ,, 1 , / , ( l p i l ) t , (

1 talli a in Mi soni, idi Lltlalal 111 l Ti 1 ubi 1 ist, I'I , 1 - , , ( i h I - M , n d 1 • h in •• un . 1 ai . dal i;ill| tn> diligi Ut'' 11. 1 I 'ds 1 ippi. //1 uni. 4 , 1 , | ,),« .1 1, • 1 1 1 1 • , * 1 . ' [in', n. , ,

lUU'i 1, il di '* nini-ntu suMi s. • Un l 1 1 In ' pi 1 1 , >n n d 1 ' |s 1 . • 11 s i, 1 , u u* 1 1 depili ali ' h 11 >rr* un 1 Inani! • ' u > ti spi 1 1 1 , , , , , u , |, „ , , , , ,,,, „ , ,i , , , , , 1M

1 |U.ili 1 lasi III in pn^ sa w li'u m u\ ( . . u . n ,i- . . ' 1 niu , 1 1 , < • i > , M >h 1 i n i s| < milita I !a | i . K o senso paitei ip in ad « IL, il 1 1 u , « • m t ; > ' 1 m s'i , in 1 - '. 1 . MI I ns sniulel '*.]s dopi, alti de. s,\ 11 I « - • s. lud MI.. , , ,,i • 1 1 1. 1 •• , I' (s n | . . i,,.i n i ' . ' , ' M I n li s\ nolano I '11 ina di le F *uss n 1, uri*» un dm < e* I ' .N S, n 1 h n 1 u m m./n ni « un el. zumi e un u s« nza li uni i\- n i'u|e / / / (/s 1 , s- un, , . 1 iiu M u , 1* 1

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m f ^ ^ . fn? Certitkato

n. 2281 del 17/12/1992

Din-tlure M'.illet Veliti >MI

(.'undirelture IV-ru Sinsonelti

Vki'clirelU iN'Uv -irin tìtilsep|)el',il(l.irul.i

\ H t-clirettori I Ì I . I IK urki Unsi-iii ,\i iloti io /n l l u

Ui-ilntture. ,i|n iv elllr.ile \1.irv u lìi-ni.tn u

[-".tlitric.- -,p.i ] 1 nit.t

['residente Autunni Ki -n.irili

t. OIISIL;IIU d Ainiii inisti.i/iune

l it, in.it i loArest.i AiituMioHi-l lonli io \ntotiioBern.irdi

!'.lis.il)ett,il)il'ns.o Am.ito M.itln, \1.uio I ' . I M I K I * In

Oneho IV,itulini ì-'lio (Juen ioli l.ih.tn.i K.tni|H-llo

[venuto Strnd.i I.IK nino V'i-tittir,i

Direlliin.-nenerule Ai11.1l.• M.illi.i

liiri/nnH- ri-il.i/ione .iininittislr i/tuni IIIIIS7l<iilll.l w.ii lei Dui'NUi-lli-M I (

li lei, un i|i.,ss,,iite uii n'i'l'it.I li le\ 1 I ', li 1 I . IMII I 1,7S ('".' Ji>l J 1 Mil.in.. v i . i l . lui-I iis.iti <J ti I ri. .n j 1,77.'1

(.111 li.iiii.ili-IIMs

R0111.1 I >in-t*i ire ruspi ins.ihili- ti,usi-ii|n- ! Meiinell.i l-*ri/ ,tl 11 J t i ili-I ri-«istni st.iitip.i ili-I itili di Kuin.i is-vinili- i-iurnuli- Miur.ile nel n-yistni ilei ttihill- ili ili Kultni li 1"

Mil,ino 'liri-111ire ruspiins.ihili-,Silvio Iri'Ms.nn

[ Ki r i/ ,111111 I ,,H e .""•'.il ilei n-uistru sl.mip.i .1. 'uh 1I1M1I.1 I ist t i / volti,'^ii.m.ile mit'.ilt-nel tei-is it i- l ini, d iM l.iin, li , ,

Gialappa's, un faro nella notte catodica M M - , ' I ' • '. • » 11 • • ho iesislitu.il In v.nuli.1 ,h p.irl.itM i un .inni i

di Irnsiiiissiuni-, levisivedi p,v no .il ni,, mitiv i - \spnll.i pili MI mi , - emittenti pells.illdo .illu troppo ili p.iiHÌi.u.l e slnl.i In loro ii'IutAissiiuu diilusione • t, , , n | mnn- i i l e s o n llnpossllillll.i pei lu 111,111 pt.itlultu .usi SIInp.ilH.I l l l l

ENRICO VAIME

llll II l e n i i i II' si l in i , \

li JJe li K M H.ll.n 1 « In lini, 'li

pir ' i / iol i in 1.1 visione di IMI I -Il K,-leoni v Ile ptes, ni , llll

t.lll.l televisivi, u'i.linellll l i n i li.lUllnilo p i l i ollssiinu i olii „,

un unii ilnn l'i s! ' i , i .'li i ulistul.il.ile I ti,, p,,tle ilei lu ilu Mi, I luel lu, kso] i . • in pu

I.i l,n -.pò \o lp i Iv'oli i In p li-se li , in unni,unni i i stue d . i . i l | . n tu ' i l i ,i I / H H I i!lntnn/.i, i l , vent.iuu i io iti Inrseli.i inerii.il i. suln pei ,|in l iiulupp., s l,,un I i! unii p,, ,1 ini. Iti , up.-ili Ilusinle di l,-i>i.i i II llli.i Klv midi uliln .

m i M i l - l l ' i l l I lu .Sin Illu un slnl. i selnl.iH i|ll,isi vnniplel.i , u | t , „ , , | , | |u | t idn vii, pili d i . | i l e l l , ,1 .-,, i n l l u l l d l 1,1 i ul i in i II iseni nuli, nuli i I

Uioio.iss.n nsltetto v,-lieti,IMO , | , l m . H l h | t,,,,,,,- In i etln uv. n, lo , „ ev m n „ , | , „ „ , i.unn , , ,s, ui.inuiuti k,„ spien.,,,, I , ti, Ito pi, , W

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leniniMlu „ [ „ „ „ . , Amers., so M „ „ l,n|, u-óst, non s, pule ., , I , Ues.ls, . iKulmlu ,1, Iv uni., del sul di L, di polet imitare sul latto i he , , , . ' , . , . . i iunsl tul t lnvelesennitulev, , , ^ ' ' \ - . I » ' u I»' - " I « T M . Il, „ „ , , , , l „ , d „ , , , „ s , , - , ihieilusu , ispile , , „ , , u„ . ,s,l. In i- Li SII.I I I I I I I IMI I I I , ' iiKln-.i " , " r;i«'"ti.,in.-|,|,, IIIIJ.IUI,,,! „ , , „• , s,u,p. , , „ „ , in ili^n In In, del v t e d u , l e s . e W . „ , „ . n i , , , , , , - « ln" l"M'V n putt.t, , ,pn, , „ , I ,,, l.n un,, spul , ' , , , , , l i p p u ' . m i e s,n„u„/, I , ,. il vuneiJui.iMielitn d.i slud.udl l " "du dlulellli , . l 'ur l i , . , , '., , ul i l ., Il ,11 I., nulli , ,'ud . ., , e l lpul lu l . i l l l . i i l ls , iM/ni Mliettu l',e\ll.n, III.I l poi-l.i l 111.I del i ululi-Ilo , Si Ins i l i l i, t i i lv ulli.il '.i i li tu In, di II,, i n i i 1 nuluppu s I, uni i prnsntnn i in'e.islu' i n l i i u ' e nu ,UH he u Ki'Hillu l ululiti.i I tv lnl.il - dui] i pnl itili, I'.I , dm I n , i d e i , pinpitu il p.iuutupi. spnrtnu, In si nuoti più uni,, 1 " " ' e dell,, i opp.t All' I e, i ni, IH . un pu ullus,, , | , h , " i vii s, I M / H , d, I i|iiuli ,UH In-mn In , |,i Hisv unii i In- in i|uestu in,lleln '."IIIV.I du LiraIute nelle v lentlsinu ln|i|m lini Inn i nlv II.I si i , Mllos, si liei-i l , inst . i - i / , ,uve\ . i . l l l i III- I.I i lo ' ' , M S| sltuiellen, , ol i l ln il In,, I ns, lui „ 1 ,, , / „ , , ,;, , | , n u i l iu lill/i./ui'l ' I , I1, lo mutui.idiessotep,i!iin.,usee inuiu 11, I I i.m.ili d ni i us„ ,m i,,. l. ipp, i i i l n i n in i , i s u i pn iv il K ni piti , I susli il , l. mu p.iinuniuiiui ulne , nu l l i viene l ' i usi i sui 11 ssu dull.i i u] i t u I,,i,ititi,i i I I I I n pi ii Ini v o i ,1 pinsuhili s p i , (Indire pu di Ill.U.lle ull.l ( upp.l di II In III llu p ilesini d, K n Ini sul! I UH Itisi In llll niellili (I

L i S(|ll,ldr., i l , NeMU V.l l . l l lippe il pussu e st,ltu lifeve i l'upi il.in sul]., uli-uul'i ,su , I , le / lu l l l il . Illiule di Si l ld-, le di lìullutln Holiuimu Di lui.ile I s e i un Ipn Ilo i |ili sii, V I I I unti Inni i in ', l .] i \ 1 , , | il, leni le , un I llll Islr.i/li mi t lu.ir.i Minnt ' i i MU i iluni lu li neinellunntu inni uni spi ntivi, i t ,s inni.un , i inlinui.uiii i , di ili pusi/ uni sessunl - i n n i

h \i i l i-nn i .1 uinli.it i l i , i i I I I I Vis, I.I 1', nul l i In pu si ntu i ii ir v ii,nini i su i i nn i , lussi tiotmnli I I ilidunellli, u Imi liulletinu di pioli iln e

,IS( I 11 II 11/,1 l l l l i . l , l i , - vi os i ! U

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Autobomba a Roma

L'attentato vicino al teatro del «Maurizio Costanzo show» dal quale il conduttore si era appena allontanato Era lui l'obiettivo? Il capo della Polizia, Parisi: «Vogliono seminare il terrore» Occhetto: «Un rigurgito della strategia della tensione»

Due immagini del palazzo sventralo dalla micidiale esplosione

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Un boato, scene dì guerra ai Partali L'esplosione sventra un palazzo, poteva essere una strage Attentato nel cuore della capitale. Alle 21.40 una macchina carica di tritolo è esplosa in via Ruggero Fauro, dietro al Teatro Parioli dove Maurizio Costan­zo registra il suo show. Decine i feriti. Un intero sta­bile sventrato. Nessuna rivendicazione. Una delle ipotesi è che l'obiettivo dei terroristi fosse il celebre conduttore, ma nella zona abitano anche due magi­strati. Parisi: «Un attentato gravissimo».

CARLO FIORINI ANNATARQUINI

• i Un boato tremendo, poi le fiamme si alzano violentissi­me, mentre la strada si illumi­na di un bagliore accecante. Sono le 21 e 40. Un'autobom-ba carica di tritolo scoppia nel cuore del quartiere romano dei Parioli, in via Ruggero Fau­ro 62, dietro il teatro dove Mau­rizio Costanzo registra ogni se­ra il suo .show. E un intero quartiere si sveglia nel panico. Scende per strada, urla, pian­ge, mentre da lontano si sento­no già le sirene delle ambulan­ze e quelle dei vigili del fuoco ' che accorrono nella zona. L'impressione è fortissima. È impossibile non ricordare la • strage di Capaci, l'attentato in cui perse la vita Giovanni Fal­cone. O quello di Paolo Borsel­

lino in via D'Amelio a Palermo. È come se qualcuno abbia vo­luto avvertire: «Possiamo anco­ra colpire, anche a Roma e possibile». I feriti vengono tra­sportati in barella: non se ne conosce il numero esatto. For­se dieci, forse di più, alcuni di loro sono in gravi condizioni e vengono trasportati negli ospe­dali più vicini. Lo spettacolo 6 agghiacciante: una voragine di circa due metri ha sventrato l'asfalto, mentre il palazzo al civico 62 ha la facciata com­pletamente distrutta dall'e­splosione. Balconi, facciata, pezzi di cornicione sono venu­ti giù di schianto, dalla strada si vedono quadri, mobili, sup­pellettili. Un pezzo di lamiera: ecco quello che resta dell'au­

tomobile carica di esplosivo, in bilico sopra un albero.

Una sfida. Questo pensano gli uomini della Dia, gli esperti di antiterrorismo, i poliziotti che accorrono sul posto. -Una sfida di mafia» dicono sottovo­ce mentre per la strada sfrec­ciano le ambulanze, le volanti gli automezzi dei vigili del fuo­co. C e il capo della polizia Pa­risi che commenta: «Per ora si può solo dire che e un attenta­to terroristico, di rilevantissima portata...far esplodere un'auto in un quartiere centrale della citta è un atto fortemente inti­midatorio. Eravamo gii in al­larme». Proprio ieri anche Si-clari aveva avvertito: «La malia può tornare a colpire». Lo noti­zie sono frammentarie. Si fa una ridda di ipotesi. Difficile capire quale possa essere l'o­biettivo. Una delle più accredi­tate ù che l'obiettivo potesse essere Maurizio Costanzo. Al momento dell'esplosione la sua «Mercedes 500» stava tran­sitando per via Ruggero Fauro, una strada obbligata, un senso unico che il conduttore televi­sivo percorre ogni sera dopo aver registralo lo show al Tea­tro Parioli. Era a venti metri cir­ca dall'autobomba quando il

telecomando azionato a di­stanza ha dalo il via. Ma di ipo­tesi ce ne sono anche altre, non meno attendibili. In via Ruggero Fauro abiterebbero infatti due magistrati impegna­ti sul fronte della criminalità. Una di queste e Olga Capasse il giudice e attualmente in Sar­degna, ma vive nell'attico al ci­vico 62, proprio dove ù stata piazzata la bomba. L'altro e il giudice Claudio Santamaria, stretto collaboratore di Niccolò Amuto, ultimamente più volte minacciato dalla Falange Ar­mata. E Nella serata una riven­dicazione della Falange arma­ta ù arrivata anche a L'Unità. Un uomo che ha fornito il co­dice di riconoscimento: «Que­sto è l'inizio di quanto aveva­mo promesso», ha detto una voce con accento meridionale.

Un'allra ipotesi che e circo­lata subito dopo rallentato è che nel palazzo abiti in inco­gnita un pentito di mafia: «Lo escludo categoricamente», ha affermalo il capo della polizia Parisi, che ha però insistito molto sulla gravità dell'«atto terroristico rilevantissimo». La pista indicata dagli investigato­ri dell'attentato a Maurizio Co­stanzo lascia alcuni dubbi. L'auto del presentatore infatti

non è stata investila in pieno, anzi ha avuto il tempo di svol­tare. «Ilo visto una luce im­mensa, la macchina si è solle­vata», ha raccontato un uomo della scorta privata di Costan­zo, Aldo Re. ricoverato in ospedale per lievi ferite. «Se ù vero che l'auloobomba era azionata da un telecomando sembra difficile che gli attenta­tori possano aver .sbaglialo»,

ha subito commentato uno de­gli investigatori che ha fatto notare che in quella stradina non è neanche posibilc anda­re ad una velocità sostenuta.

I a «Lancia Della» usata per l'attentato era stata imbottita con almeno 10 chili di esplosi­vo, forse adirittura 20, del tipo denominato «T-4». Tutte le au­tomobili parcheggiate su via Fauro sono andate distrutte.

Il conduttore in passato aveva ricevuto minacce di stampo mafioso

Maurizio Costanzo: «Io l'obiettivo? Non credo, ma non mi fermeranno»

solo quella di Costanzo e riu­scita a cavarsela con quelche vetro in frantumi. L'impressio­ne è quella di un attentato sen­za un obiettivo preciso: solo per seminare paura tra la gen­te, uomini e donne vittime inermi.

Il ministro dell'interno Man­cino, che ha tenuto informato Ciampi per tutta la notte sul­l'andamento delle indagini, ha convocato per oggi il comitato per la sicurezza e l'ordine pub­blico. Tra le prime reazioni quella del segretario del Pds Achille Occhetto. «Non vor­remmo che ancora una volta in un momento delicato di passaggio della storia della Re­pubblica riprendesse la parola quel convitato di pietra che an­che in altre fasi della nostra

."-«storia 6 intervenuto percondi-zionare con la violenza terrori­stica il corso della politica», ha

• detto il segretario della Quer­cia.

Nella zona dell'attentato, ol­tre alle 18 famiglie evacuate dal civico 62 di via Fauro, an­che gli inquilini di altri cinque palazzi hanno dovuto lasciare le loro case, per permettere a vigili del fuoco di verificare la stabilità dei palazzi.

Maurizio Costanzo e, sotto, un'ambulanza sul luogo dell'attentato

«Ho sentito il boato. I vetri della macchina mi sono piovuti addosso. Quando sono sceso ho visto la co­lonna di fumo e ho capito che era una cosa grave, mi hanno portato via...»: Maurizio Costanzo è fra­stornato e incredulo. L'esplosione è avvenuta pochi secondi dopo il passaggio della sua auto da via Fau­ro: «Non credo di essere così importante da essere un obittivo per la mafia».

SILVIA QARAMBOIS

• i ROMA. La macchina stava percorrendo via Fauro, proprio dietro il teatro. Lo stesso per­corso di ogni sera, la stessa ora, poco dopo le 9 e trenta. Maurizio Costanzo e la sua compagne, Maria De Filippi, hanno sentito il boato, il rumo­re dei vetri che si spaccavano... «Mi sono accorto di quanto e

accaduto dai vetri della mac­china che mi piovevano ad­dosso e dalla forte esplosione - ha raccontato Maurizio Co­stanzo al Tg5 - . L'espolosione e avvenuta dieci secondi dopo il mio passaggio, sarò stato a venti, trenta metri di distanza. Sono sceso dalla macchina, vedevo molto fumo, insieme

all'autista che era graffiato alla fronte. La scorta privata che mi segue mi 6 venuta incontro. Il primo pensiero è stato a un in­cidente, all'esplosione di una caldaia. Solo vedendo il fumo ho capito che era una cosa più grave. Sono stato portato via, ho raggiunto a piedi viale Pa­rioli lasciandomi alle spalle quella colonna di fumo. Poi una macchina privata, cortese­mente, mi ha accompagnato a casa».

Al teatro Parioli il portiere non si 6 reso conto di quanto stava succedendo. Anche lui ha sentito il boato, ha sentito tremare il pavimento sotto i piedi, ma la registrazione or­mai era finita, la genie che ave­va seguito il Costanzo sliow sfollata, Il intomo tutto sem­brava tranquillo. La voce che immediatamente si stava dif­

fondendo, prima ancora di contare i feriti, di capire i dan­ni, era quella di un attentato al­la macchina del giornalista: unochc in tvha sempre affron­tato temi sociali, ha fatto cam­pagne contro la mafia, contro la droga. Ma, a casa, Costanzo era incredulo, come i suoi col­laboratori: «Non voglio fare ipotesi per evitare il rischio di dire sciocchezze». Invece pro­prio quella voce, col passar delle ore. ha preso sempre più consistenza, e alla casa del giornalista sono arrivali poli­ziotti e magistrati. È arrivato il capo della polizia Parisi, che gli ha detto che un paragone con l'attentato di via D'Amelio, con quello di Capaci, dove so­no morti Falcone e Borsellino, non era fuori posto...

Anche ieri sera Costanzo aveva incominciato la trasmis­

sione parlando di problemi d'attualità, della Serbia: «Il mi­nistro degli Esteri Andreatta ha detto ai serbi: basta con le mi­nacce, sapremo rispondere. Un brivido ci ha scosso: vuoi vedere che ci troviamo in guer­ra con Belgrado senza nem­meno esserci resi conio che la situazione stava precipitan­do?». E poi. ancora una volta, ha accennato a fatti di mafia, ha parlato di Totò Runa, dei suo stupore di fronte ai pentiti.

E per l'attentato di stanotte gli inquirenti pensano proprio alla mafia. Alberto Silvestri, uno dei più stretti collaboratori del giornalista, ha raccontato che di fronte a questa ipotesi Costanzo Ila aperto le braccia. «Non riesco a pensare che ral­lentato fosse rivolto a me. Non credo eli essere cosi importan­te da rappresentare un obietti­

vo da colpire per la mafia». Sul­la mafia Costanzo da anni tor­na a parlare in tv, ha invitato nel suo salotto per primi il fi­glio del giudice Costa, Carmi­ne Mancuso, figlio dell'agente assassinato dalla mafia insie­me al giudice Terranova, Nan­do Dalla Chiesa, e poi via via vittime ed «croi quotidiani» di questa lolla. Una sera ha la­sciato solo davanti alle teleca­mere per 105 minuti il magi­strato Franco Di Maggio, ma anche Ferdinando Imposima-to da questa trasmissione ha messo sotto accusa gli appalti illeciti. Nel '91 Costan/.o ha prodotto anche uno spot, che ha mandato in onda, sera do­po sera, e che tutte le volte ve­niva accolto dall'applauso del pubblico in sala. E ancora quell'anno, sfidando le pole­miche roventi, insieme a Mi­

chele Santoro e a Samarcanda ha realizzato una staffetta tele­visiva Rai-Fininvest per una no-stop sulla mafia in diretta. Una iniziativa a cui era stato impe­dito un seguito: «Troppi rifiuti eccellenti al mio invito», aveva spiegato allora il giornalista...

«Sono frastornato, non rie­sco a fare un'analisi lucida di quello che e successo - rac­contava ormai a notte Costan­zo al Tgl - : ho provalo una sensazione orribile. Minacce ne abbiamo ricevute molte, te­lefonate, lettere, annunci di bombe in teatro. Ma negli ulti­mi tempi, nell'ultimo mese, no... St, certo, io ho parlato molto di mafia in tv, sono stato a Palermo a ricordare Falcone, sono andato a capaci 18 ore dopo l'attentato a Borsellino. E inlendo continuare...»

«Ero a teatro, poi...» Il racconto di Chicco Testa • • ROMA. «Ero seduto nella platea del teatro Parioli. e al­l'improvviso ho sentito un bolto. Ci siamo guardali, po­teva anch'essere una trovata prevista dallo spettacolo... Ma poi abbiamo sentito le prime grida, lo spettacolo s'è inter­rotto, ci siamo alzati All'in­gresso del teatro trovo una ve­trata in frantumi... Che ora era? mah, credo le 21.30...».

«Siamo usciti a piedi, c'era buio... ho voltato a destra, poi a sinistra Ma giù prima del­l'angolo c'era un bagliore, e poi nell'aria l'odore di brucia­to era forte. La prima cosa che vedo è un rogo, un rogo gran­de, quasi al centro della stra­da, e solo dopo ho capilo che si trattava di un'auto.. Le fiamme sono abbastanza alte, e cominciano ad aggredire un angolo di palazzo Inlanto ve­do finestre in frantumi, altre macchine che cominciano a prendere fuoco, da un garage sgomma via una jeep carica di gente, una famiglia terroriz­zata in fuga. Mi passano ac­canto persone sconvolte, c'è una ragazza che piange, un'allra si tiene il fazzoletto sul viso. Chiedo se ci sono fe­riti, ma nessuno mi risponde. La gente scappa, torna indie­tro, grida. Arrivano le prime volanti, sirene, alcuni agenti cercano di isolare la strada, lo mi volto e decido di tornare ,u teatro, per dare la notizia al-\" Unità:

«Nel teatro trovo Alberto Sil­vestri, il coautore del Costan­zo show... Gli chiedo cos'è successo, e lui. "Un attentato. è chiaramente un attenta­to...". Mi dice che Maun/.io sta

bene, è vivo, è a casa. Ma la sua guardia del corpo e il suo autista sono feriti, già in ospe­dale. Silvestri mi spiega che dovrebbe trattarsi di un'auto-bomba, e secondo lui dovreb­be essere scoppiata subito dopo il passaggio della prima aulo. quella su cui viaggiano Costanzo e l'autista.. 1-a se­conda, quella della guardia del corpo, potrebbe essere stata investita in pieno. Ac­canto a me c'è. casualmente, la fidanzata della guardia del corpo. Piange, è sconvolta, non capisce cosa può essere accaduto. Ma cos'è accadu­to me lo ripete Silvestri- "Rice­viamo troppe minacce.. No, io non ci credo alla casualità, a un allentalo destinato ad al­tri Era per noi, per Mauri­zio "».

«Quando torno sul posto dell'esplosione, trovo il primo sbarramento della polizia. Chiedo ancora se ci sono (en­ti, e non dovreblxro esserce­ne, di gravi, Ma ora. dopo il panico dei primi momenti, ar­riva la paura. Sento uno che dice: "Ecco, bastardi., ora ri­cominciano con le autobom-be". La luce è andata via. mol­te finestre al buio. Decine di persone sono scese in stra­da... tutti chiedono, s'interro­gano. Vorrei capire Costanzo dov'è, se è realmente a casa, ma non ci sono notizie preci­se Tanto più che la /T ia e stata perfettamente isolata, e avvicinarsi ormai è impossibi­le»

«Dall'esplosione dell'auto-bomba è trascorsa poco me­no di un'ora. Non riesco a ve­dere, a sapere altro. .»

Il drammatico racconto dei feriti. Diciotto persone ricoverate in ospedale. Il più grave rischia di perdere un occhio

«Una luce immensa, la macchina in aria, le schegge» Almeno diciotto i feriti dell'esplosione. La prognosi più grave è di trenta giorni. Al Policlinico Umberto I Roberto Betti rischia di perdere l'occhio sinistro, col­pito da una scheggia. Gli altri hanno tutti lesioni causate dai frammenti dell'autobomba. Dieci per­sone sono ricoverate al Policlinico, due al San Gia­como, tre al Sandro Pertini e tre al Santo Spirito. E in tanti cercano parenti persi tra la folla.

ALESSANDRA BADUEL MARISTELLA IERVASI

M ROMA Almeno diciotto i feriti dell'esplosione in via Ruggeri Fauro a Roma. Al Poli­clinico Umberto I, la prima ambulanza è arrivata venticin­que minuti dopo l'esplosione, alle dicci e cinque minuti. Poi ' gli arrivi si sono susseguiti (in

dopo l'una di notte. In tutto dieci. Nessuno è gravissimo, secondo i medici di guardia. Tutti sono stati colpiti da schegge ed hanno ferite lace­ro-contuse. In tre sono stati ri­coverati al reparto di chirurgia. Le prognosi sono tra i 15 e i 6

giorni, tranne una, riservata, di un mese. All'ospedale Sandro Pertini ci sono 3 forili con pro­gnosi di 6 giorni. Al Santo Spiri­to altri 3, che guariranno in 8 giorni. E 2 al San Giacomo, con prognosi di 5 giorni.

Tra i primi nomi, quelli degli abitanti di un palazzo di via Fauro. Massimo Franciosa, 69 anni, Elena Sant'Antonio, Ma­ria Teresa Crippa, Anna Rober­ti e Roberto Betti. Betti è stalo colpito da una scheggia all'oc­chio sinistro e rischia di per­derlo. È stato sottoposto ad una Tac. Feriti anche un colla­boratore di Maurizio Costanzo, Domenico De Palo, e l'autista del giornalista, Aldo Re. «I lo vi­sto una luce immensa, la mac­china si è sollevata per lo spo­stamento d'aria e i vetri si sono

rotti», ha raccontato. Re ha feri­te ad una mano e in fronte e graffi dappertutto. Domenico De Palo invece a mezzanotte era sotto i ferri. Ha venti giorni di prognosi.

Nella confusione delle am­bulanze che continuavano ad arrivare, i medici Massimo Co­letti e Fabio Benedetti hanno dato le prime notizie sui feriti. Dopo aver spiegato che nessu­no stava rischiando la vita, so­no tornati al lavoro. Al pronto soccorso, intanto, oltre alle ambulanze continuava ad arri­vare gente del quartiere dove e esplosa l'autobomba. Chiede­vano notizie di parenti persi tra la folla, temendo che fossero feriti. Chi diceva di provare al­l'ospedale San Giacomo, chi al Sandro Pertini di Pictralata.

Anche in quegli ospedali, se­condo le prime notizie, do­vrebbero esserci altri feriti. Dal posto di polizia, gli agenti tele­fonavano ovunque per con­trollare se i dispersi erano in al­tri ospedali, ma all'una di notte c'era ancora un sacco di gente sparita, con i parenti che cer­cavano invano di avere notizie. Tra i tanti, una signora che non trovava l'anziana madre, Lu­ciana Bellai. «Dopo il botto -spiegava la donna - siamo scese insieme in strada. Mia madre era sotto choc e l'ho persa, non so che fine abbia fatto...». Al telefono a gettoni, strappandosi la Cornelia a vi­cenda Claudio e Francesco tranqullizzavano i parenti sulle condizioni di Elena Sant'Anto­nio. «Sta bene, sta bene. Non vi

preoccupate. Ha fatto i raggi, di a zia di stare calma che va tutto bene. Il balcone di Elcna però non c'è più. Non c'è più melile. Dalla strada si vedeva­no solo i quadri».

Serenella Guerrieri, 50 anni, dopo l'antitetanica e i punti sulle gambe e sulle braccia, racconta: «Stavo vedendo "Renzo e Lucia" in televisione; ero sola a casa con i miei gatti ' Titti e Chicco, Ho sentilo un gran bollo, urla, non ho capito più niente. Ma come è finita in tv? Era l'ultima puntata.,.In­somma, c'ù sialo l'inferno. Un boato fortissimo, ho vislo lf fiamme e il palazzo, sembrava che fosse spazzato via. Mi è ar­rivalo un vento addosso. Casa mia, al quarto piano, non c'è più. Sono rimasta bloccata 11

ad aspettare i vigili del fuoco: le scale erano pericolanti e l'a­scensore era crollalo. Quando mi hanno portata giù, ho chia­mato mia figlia e mi ha portalo lei in ospedale. Mi sono salvata per miracolo». E la figlia Alice aggiunge: «In quel palazzo abi­tano due giudici, i nomi però non li so».

Quel boato l'ha sentilo, co­me altre centinaia di persone, anche il titolare della trattona che dà su via Ruggero Fauro: «Erano le nove e quaranta - ha detto - e stavo servendo i clienti quando ho sentilo un boato spaventoso ed ho visto subito la fiammata. I vetri ci so­no caduti addosso e i clienti sono scappati terrorizzati. Non ho mai sentito niente di più forte e impressionante».

Così governa la camorra campana

Molti ricorrono alla «tradizione» o alla droga per spiegare l'evoluzione impressionate di un fenomeno criminale come quello della camorra. Ma è una spiegazione che da sola non regge. L'errore che si commette è quello di separare l'analisi della Cam­pania contemporanea dalla presenza criminale. Non sono due cose distinte o almeno non lo sono più. Si deve prendere atto che, in una società a de­bole base produttiva e industriale, in una economia quasi esclusivamente dominata dalla politica e dalle istituzioni, quando l'immissione di fondi per tenere alti i consumi è l'unico intervento dello Stato, la cri­minalità camorristica ne diventa uno degli strumenti di regolazione e di distribuzione. «Cosa Nostra Na­poletana, rapporto 1992 sulla camorra», a cura di Vi­to Faenza, edito dalla Publiprint (142 pagine lire 20.000) da questa settimana in libreria, analizza l'e­voluzione del fenomeno criminale in Campania e la sua progressiva «mafizzazione», sviluppatasi attra­verso un processo di «modernizzazione» che si fon­da anche su numerosi ed importanti contatti con le altre organizzazioni criminali, non solo italiane.

LUCIANO VIOLANTE

I LÌI camorra vive una vita propria nel pa-

• norama della gran­de criminalità. Cosa Nostra si impone sulle scene di tut­to il mondo per la sua fero­cia, per le sue radici stori­che, per il suo atavico rap­porto di convivenza con il potere. La 'ndrangheta fati­ca a sottrarsi al suo destino di marginalità violenta e su­balterna rispetto al vicino si­ciliano. La sacra corona ha trovato nella Puglia meridio­nale una propria area di ve­getazione e di sviluppo dalla quale allunga qualche ma­no su altn territori, la costa romagnola, ad esempio, ma sempre rispettosa nei con­fronti delle consorelle con più quarti di nobiltà. •-• -

Mentre accade tutto que­sto la camorra spadroneggia silenziosa e feroce su ammi­nistrazioni comunali e seggi elettorali. I suoi capi hanno ville bunker da tutti cono­sciute. Riescono ad affittare al Banco di Napoli i locali per un'agenzia. Costruisco­no un intero villaggio sporti­vo su terreno di proprietà comunale. In un comune il figlio de! comandante dei vi­gili urbani fa l'autista all'a­mica del boss della zona. Nei seggi di Marcianise, mi • disse un vecchio sacerdote della zona, succedono «co- , se da Sant'Uffizio»; aveva sollevato le palme delle ma­ni e gli occhi celesti al cielo mentre il vento gli sbatteva ' la tonaca tra le gambe. Sem­brava una raffigurazione ba­rocca, di quelle fuori del tempo, che a Roma costella­no le facciate delle chiese del centro. Invece era solo un vecchio onesto sacerdo­te: quel richiamo all'Inquisi­zione gli era sembrato ! uni­ca comparazione possibile.

2 Nei rapporti fra ma­fia e politica la ca-

• morra occupa un pasto di prim'ordine perché ha colto immediatamente che l'ente locale 6 l'industria che tira di più nel Mezzo­giorno. Ha perciò sistemati­camente messo le mani sul­le amministrazioni svuotan­dole, non sempre, ma in molti casi, di ogni rappre­sentatività democratica. E la • camorra che in alcuni co­muni riesce a convocare a casa del boss la giunta co­munale o gli assessori inte­ressati o ilsindaco perché ascoltino gli ordini dei veri capi.

La provincia di Caserta é forse lo specchio delle dege­nerazioni, ma anche delle possibilità di lotta, f comuni sono 104: 12 sciolti per ca­morra, più del 10%; 23 so­spesi e poi sciolti per varie ir­regolarità amministrative; sospesi più di 30 ammini­stratori. Solo 51 comuni so­no provvisti degli strumenti urbanistici. Un preletto e un questore capaci e coraggiosi lavorano sodo con risultati positivi. Convincono perso­nalmente le ditte riottose ad abbattere le costruzioni abusive. Vigilano diretta­mente sulle operazioni elet­torali nei comuni più inqui­nati per evitare che si ripe­tesse quello che era già ac­caduto a un importante uo­mo politico, riuscito ad otte­nere in un seggio • un numero di voti di preferenza personale superiore a quelli presi dal proprio partito nel- ' lo stesso seggio. Lo zelo dei suoi fans era andato oltre il segno.

Non manca in Campania la ' reazione alla camorra. Marce, sfilate, scuole che si battono. Presidi e insegnanti che insegnano nelle scuole, anche nelle medie inferiori, come bisogna resistere, ci­vilmente, alle profferte della camorra; come bisogna co­struirsi una coscienza civile, una dignità, una fierezza. La società civile ha una sua for­za detcrminata dalla cultura trasgressiva che ò propria dell educazione di gran par­te della Campania. . ,

3 Ma tutto questo non riesce ancora a di-

• ventare fatto nazio­nale. La Campania vive di una sua aristocratica sepa­ratezza, frutto anche di una cintura di sicurezza che hanno costruito le tradizio­nali classi dirigenti per man­tenere nelle proprie mani i

(ili del rapporto con Roma, con la spesa pubblica, con i potentati nazionali che spesso, poi, sono stati cam­pani. L'intellettuale campa­no riesce a dialogare più fa­cilmente con Parigi, con Londra o con Berlino che con il resto del paese. Napo­li, che domina incontrastata, nel male e nel bene, la sua regione, si sente città medi­terranea ed europea prima ancora che città italiana. Ci sono debiti profondi che lo Stato ha nei confronti di questa regione e delle sue città. Forse anche per que­sto riesce difficile costruire rapporti permanenti con il resto del paese. E se si tenes­se a Milano un convegno sulla camorra non avrebbe lo stesso esito di un'iniziati­va su Cosa Nostra.

La camorra ingrassa den­tro questa separatezza. Lei s! che si espande. Ma fino a quando la vicenda campa­na non diventerà una que­stione italiana potrà stare tranquilla: sarà folklore; as­senza di omicidi eccellenti di uomini dello Stato: nes­sun Falcone ucciso a Napo­li; nessun Scopelliti. Il potere della camorra, le sue pene­trazioni, il suo intrecciarsi al­le strutture che contano non rende neanche necessari, si­nora, questi omicidi.

4 È ritenuta, con grave errore, un fenome-

• no regionale e quin­di marginale nspetto alle proiezioni, ben più preoccu­panti, di Cosa Nostra. Ma al­cuni suoi capi non apparte­nevano proprio a Cosa No­stra? E Riina non venne per un certo periodo di tempo a rifugiarsi in Campania? E Mutolo non fu fatto uomo d'onore proprio in Campa­nia? E la vicenda Cutolo-Ci-nllo non vide in primo piano un intreccio Ira camorra, settori dei servizi segreti e del mondo politico troppo stretto e ben oleato per esse­re occasionale? Perché nel maggio del 1981, come ha scritto Vito Faenza, la ca­morra fece stampare ad Acerra e trasportare rapida­mente a Milano manifesti in sostegno del presidente del­l'Ambrosiano Roberto Calvi, appena arrestato? Perché Vincenzo Casillo era a Lon­dra quando fu ucciso il ban­chiere e perché lo stesso Ca­sillo ha in tasca un docu­mento rilasciato dai servizi di sicurezza quando salta in aria con la sua Colf a Roma il 29 gennaio 1983?

Non di perifericità, allora si tratta: ma di astuzia pro­fonda, capacità di operare senza apparire. Forse in Campania il rapporto tra ca­morra e politica e tra camor­ra e istituzioni é diventato più stretto e più inquietante che in qualsiasi altra regione proprio per la capacità di mimetizzarsi che hanno le organizzazioni camorristi­che.

È certamente vero che il cuore del sistema mafioso 6 Cosa Nostra di Palermo. Ma la camorra sta assumendo una sua autonomia organiz­zativa, logistica e finanziaria che può consentirle di pro­sperare anche nei momenti difficili di Cosa Nostra. Ad esempio, dopo i colpi re­centemente subiti, che han­no portato alla cattura di molti dei capi più prestigio­si, le organizzazioni camor-

. ristiche si sono frantumate e ciascun frammento si è più saldamente insediato nel temtorio di uno o più comu­ni adattandosi alla fase sfa­vorevole senza per questo' perdere peso criminale e ca­pacità di condizionamento.

5 Perciò ò importante lanciare l'allarme e,

• insieme, indicare strade concrete per agire. Le questioni priontarie sono due. Vigilare sulle ammini­strazioni pubbliche, sulla re­gione, sulle province e sui comuni, sulla spesa pubbli­ca e sugli istituti di credito. Sostenere l'azione delle scuole e delle associazioni che si battono per una nuo­va coscienza civile: sostene­re l'azione del volontariato religioso e laico.

Anche in Campania la strada non è quella delle n-sposte eccezionali. Serve so­lo una straordinaria ordina-rietà. Ma non è poco.

Forum sull'economia criminale presentato da Luciano Violante Un business di 26mila miliardi Fanno che dà lavoro a 170mila persone

Mercato finanziario, industria e appalti: questi i settori di intervento Rischiamo di essere banditi dall'Europa Amato: «Vani i certificati antimafia»

Ciampi: strozzati dai capitali sporchi Allarme Italia. Il nostro Paese rischia di essere stroz­zato dall'economia criminale. «È la prima emergen­za - ha detto il presidente del Consiglio Ciampi - se non l'affronteremo rischieremo di essere fuori dal consesso dei paesi sviluppati». Un giro d'affari di 26mila miliardi, 170mila addetti: questi i dati emersi nel corso del forum sul'economia criminale pro­mosso dalla Commissione antimafia.

ENRICO FIERRO

• • ROMA. Mafia, camorra e 'ndrangheta sono un ingom­brante convitato di pietra, ri­schiano di farci espellere dal tavolo dei paesi svi'uppati. «La presenza diffusa della crimina­lità organizzata mina la com­ponente di fiducia su cui si ba­sano le transazioni economi­che, mina la liducia dell'intero sistema Italia nei suoi rapporti estemi». L'allarme, accorato, drammatico, lo ha lanciato ieri il presidente de! Consiglio Car­lo Azeglio Ciampi nel corso del forum che la Commissione an­

timafia ha dedicato ai rapporti tra economia e criminalità.

Con un giro di affari di 26mi-la miliardi (ma i dati sono rife­riti al 1990). e con un numero di addetti che supera le nomi­la persone, Cosa Nostra e car­telli criminali collegati sono una potenza economica. Una holding criminale che ormai si colloca al quinto posto tra le grandi imprese italiane. Insie­me a colossi come Fiat, Olivetti e Berlusconi, Ma in quali setto­ri investe la criminalità italia­na? Il 60 per cento degli inve­

stimenti legali della mafia si orienta verso i mercati finan­ziari; il 17 punta alle specula­zioni immobiliari; l'I 1 guarda al comparto commerciale; il '1 percento all'industria È in gio­co, ha detto Ciampi, «la libertà di iniziativa delle imprese e dei mercati. Un bene prezioso che appartiene alla collettività e che è tutelato dalla Costituzio­ne» Non si può più perdere tempo, questo problema, ha aggiunto il presidente del Con­siglio, «si iscrive tra le questioni di fondo che il nostro paese è chiamato a risolvere al più pre­sto per recuperare la necessa­ria credibilità, per mirare ad uno sviluppo economico sano, e soprattutto scevro da com­promessi con l'area dell'illeci­to». Da ex governatore della Banca D'Italia, Ciampi ha lan­ciato un monito agli istituti di credito italiani: «Le banche de­vono selezionare la clientela». Un appello raccolto dal suo successore Antonio Fazio che ha ricordato i protocolli di inte­

sa tra Bankitalia e ufficio italia­no dei cambi. Ben vengano, quindi, nuove regole, la strada e quella delle recenti normati­ve antinciclaggio e sulla tra­sparenza. «Le regole - ha detto Ciampi - devono avere (orza giuridica, non essere sentite come corpi estranei alla vita dei mercati. Le regole non mortificano, ma esaltano la natura dell'impresa».

Anche se, sul fronte della lotta all'economia criminale, non sempre le regole sono chiare. Giuliano Amato, ha proposto l'abolizione del certi­ficato antimafia: «Non serve a nulla. Con le decine di miliardi spesi ogni anno perquelle car­te inutili, si potrebbero assu­mere più uomini da impegna­re nella lotta alla criminalità». È d'accordo Luciano Violante presidente dell'Antimafia, che ha sottolineato come «obietti­vo del forum e proprio quello di individuare criteri per difen­dere le imprese senza oppri­merle». Iginio obiettivo, quindi.

è quello di puntare «alla ridu­zione delle regole pubbliche». Spesso farraginose, inutili co­me il certificato antimafia, fa­cilmente aggirabili come la normativa sugli appalti. Il co­lonnello Mario Mori dei Reparti operativi speciali dei caraqbi-nieri, uno dei migliori speciali­sti in tema di contrasto alla cri­minalità economica, disegna il quadro dell'ingresso di mafia, camorra e 'ndrangheta nel si­stema degli appalti. «Gruppi operativi di specialisti - dice -si dedicano esclusivamente al-l'acquisizione degli appalti. Le imprese criminali giocano sui ribassi, e spesso impongono alla pubblica amministrazione il tipo di opera pubblica da fa­re, E per le imprese legali l'al­ternativa è secca: abbandona­re il mercato oppure farsi coo­ptare nel sistema illegale». Al­lora, dice Giuliano Amato, «si studi una disciplina che non consenta puiù la lievitazione dei costi, in modo tale da ren­dere le opere pubbliched me­

no appetibili». I.a potenza economica della

criminalità cresce «parallela­mente - dice il professor Gui­do Rey, ex presidente dell'lstat - alla diminuzione della cre­scita della delittuosità». Insom­ma, meno delitti e più affari: cosi Cosa Nostra e soci diven­tano impresa. E stiamo attenti, avverte il dottor Alessandro Pansa. 007 anliriciclaggio del Servizio centrale operativo del­la Polizia, «ci sono reati che non destano particolare allar­me sociale, come la truffa, sui quali sta puntando la crimina­lità organizzata». Contraffazio­ne dei titoli e produzione in grande stile delle videocasset­te false, sono il nuovo busi­ness. I.a Walt Disney, una delle case cinematografiche più col­pite dal mercato del falso, ha citato l'Italia per danni: solo per la vendita de!l<i talsa cas­setta di «Biancaneve», gli eredi del padre di Topolino ci chie­dono 270milioni di dollari. Ma i cartelli criminali investono anche in titoli di stato e si stan­

no già jttrczzjndo, avverte Pansa. per entrare nel settore dell'informatica. Cosa Nostra ricicla le sue ricchezze in tutta una sene di sluti compiacenti, «sempre gli stessi da vent'an-ni», avvertono gli esperti. Oc­corre, quindi, una normativa intemazionale che permetta di isolare e colpire ì capitali spor­chi. Ma cruciale, dice il profes­sor Rey. «è la nominatività del­le diverse forme di ncchezza. Perché e evidente che la forma più semplice, ed oggi anche molto redditizia, di detenere ricchezza in forma anonima e quella di investire in titoli di de­bito pubblico». Rey, sia pure in termini problematio, si e chie­sto se non sia n caso di pensa­re a forme che portino alla in­dividuazione dei possessori di titoli dittato.

Il forum, che ha visto la par­tecipazione di specialisti di al­tri paesi europei, si chiude q uesta mattina con l'intervei ito del presidente della Repubbli­ca Oscar Luigi Scalfaro

N oi Originari d'Italia e la grande iniziativa che la Coop promuove nei suoi super­mercati dal 13 al 29 maggi": è l'invito u

riscoprire un'identità nazionale nel rispetto e nella comprensione dei profondi legami che ci uniscono ad essa ed alle culture altrui. A "Noi Originari d'Italia" sono legaci significativi eventi. Nei supermercati Coop troverete 2 preziosi volumi raccolti in un cofanetto, dal titolo "Vita quotidiana nell'Italia antica": un'opera unica, sugli usi e costumi in famiglia e società in voga dal VI scc. u.c. al V set. d.C. Per favorire la comprensione dei forti legami clic uniscono culture diverse, la Coop bandisce inol­tre 10 Borse di Studio, del valore di I.. 10 milio­ni l'ima, sul tema: "Tra Oriente e Occidente, colture ed insediamenti rurali nel Mediterraneo

antico". Informazioni dettagliate sono fornite presso le principali Università d'Italia. E sopra t tu t to . N o i Originar i d ' I ta l ia è un grande concorso che mette in palio, ad estra­zione, 67 collier e 653 spille d'oro, riprodu­zioni d'epoca romana , e oltre 500 milioni in premi immediati: 10.395 bracciali d 'argento e 100.000 morbidi Fido. Pe r vincere, basta effettuare u n a spesa di a lmeno L. 25.000, dal 13 al 29 maggio, nei supermercati Coop che espongono il simbo­lo del "Buon Augurio". Verri inoltre consegnato in omaggio a tutti i clienti il ricettario Coop "Le radici della cucina italiana", per scoprire come e cosa si mangiava nell'Italia antica. Dal 13 al 29 maggio, vieni e vinci alla Coop.

ooqp LA COOP SEI • TU.

" Simbolo di p.KC, feliciti e prosperiti

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Sanalo Limarlo 199,1 Politica 5 TU

Il leader dei comunisti democratici In contemporanea si terrà il confronto ha preparato sette cartelle per motivare su alleanza democratica con Occhietto la sua decisione: quasi certamente In tanti si schierano: sì alle aggregazioni sarà l'abbandono «individuale» della Quercia ma il partito «non si scioglie»

Ingrao e Pds, è il giorno dell'addio? Oggi annuncia la sua scelta. Molti appelli: non dividiamoci Fine settimana cruciale per il Pds Sono sul tappeto i dilemmi che riguardano la collocazione del partito e le sue alleanze A Frattocchie si riuniscono i co­munisti democratici e qui Ingrao - ormai i dubbi sembrano pochi - annuncerà l'intenzione di lascia­re la Quercia AU'Eur, confronto «Alleanza democra-tica»-Pds, con Occhetto, Veltroni e Macaluso E si at­tende un chiarimento dopo l'ultima sortita di Segni

S T E F A N O B O C C O N E T T I

• • ROMA h n e settimana estremamente impegnativo per il Pds II p i imo appunta­mento ( in ordine cronotopi co ) è otjgi alle nove alle trat­tocene, nella villetta che una volta ospitava la "scuola qua dn» del Pei si riunisce la coni ponente comunista della Quercia E qui Pietro Intjrao renderà pubblica la sua deci Mone se restare o meno ne! partito Scioglierà la «riserva» Anche se ormai i margini di dubbio sono pochissimi (leda­ti a contatti dell ul t imerà) e tutto fa capire che I anziano leader comunista lascerà il parti lo democrat ico della sini­stra A qualche chi lometro d i distanza ali Eur nel quartiere •razionalista» tutto marmi ed edici bianchi I altro appunta mento Indetto stavolta dal-1 «Alleanza democratica» Me­glio dai dirigenti pidiessmi un Degnati nell «Alleanza» che hanno organizzato «un faccia a faccia» coi rappresentanti della Quercia Ci sarà Occhet­

to accompagnato da Walter Veltroni e dall esponente nfor mista Macaluso Clima più di­steso fra chi lavora alla riuscita di questo appuntamento Sicu ramente più disteso di quello che si respira fra dirigenti del la ex seconda mozione Ma pure per 1 assemblea ali Eur-Piera tanti problemi forse non Willer Bordon - uno dei fonda tori di «Alleanza» che anzi ora giura di non «aver mai propo sto nulla di simile» - ma qual e un altro del movimento tra sversale pensa forse allo «scio gl imento del Pds in questa al leanza

Due spinte diverse Per molti versi contrapposte Ma sicura mente a Botteghe Oscure guar dano con più apprensione alle hraltocchie Dove un «pezzo» cit i partito discute se valga la pena ancora restare Di Pietro Ingrao s é dello Si dice che anche Mavsimo D Alema I al­tro giorno abbia provato a far lo desistere discutendo con lui un intero pomeriggio D'Ale

ma ci ha provato e le «voci di cono di altri tentativi latti da leader ancora più in . i l io nella gerarchia del p mito Ma a tutti anche agli appelli pubblici co me quel lo della Bcbee lar. in telli I anziano dirigente comu­nista avrebbe risposto di aver «ormai maturato la propria scelUii Lascia L e o n i n i sem­bra alcuni dirigenti che gli so no stati pai vicini in questi an ni Si dice dell attuale coordi natore dell area Ciiancarlo Aresta si dice di Mario Santo stasi E forse qualche altro An che se e e da dire che Ingrao proprio in quei tentativi dell ul t imora avrebbe spiegato che non avrebbbe intenzione di promuovere una scissione Sa rebbe una «scelta individuale insomma

Se ne va dunque Anche se la «maggioranza della mino ranza> non sembra d accordo Avari di comment i abbattona-ti coi cronisti (I ulvia Bandoli «Mi dispiace ma non ho prò pno nulla d i dire ai giorn ili

sti ) dai dirigenti dell area si viene a sapere che sta\olla In grao avrebbe diviso a nube gli •irigrai ini> A Roma peresem pio in un assemblea improwi sala non appena sisonocapi te le intenzioni del leader su una quarantina di militanti solo .il cuni di loro avrebbe deciso di lasciale il Pds I os l t ssoeavu* mito a Bologna Ma a Lìottcght Oscure non si sentono ugual niente tranquilli Molti al tele fono rispondono cl ic prima \og l iono sentire cosa ha (.Ui di re Ingrao Una curiosità che sarà soddisfatta stamane verso le undici quando appun 'o e previsto l intervento più impor tante dell assemblea di I r it tocchie Un intervento dico no comunque 1 bene informati

che v i ra breve Scttt cartelle in tutto d eci minuti p t x o più Per d i r e - ma a questo puntosi va per deduzione le «voci non scendono cosi nel dett iqho che non se la sente più di re­stare dirigente o anche un s( mplice militante in un parti

toc he non ha voluto opporsi al .qowrno dell e \ governatore di Binkitaha Dissenso che VK ne d i lontano come sanno tutti divent.ito «inconcil iabile*dopo il referendum Quando I j p pcllo di Ingr 10 a mantenere in vita 1 "comitat idel no» (ki molti fu interpretalo come il .canale del definitivo distai co

S ira lui stesso 1 spiegare 1 motivi dell use it.i Pe r andare dove ' Allei e in questo ' aso si può rispondere se lo per sup posi / ioni Non in un altre) parti lo questo sembra certo torse m ciucilo sp tzio dove la smi str.i di opposizione deve ter eare 1 nessi che la uniscono per usare le parole i l i Bc rtmot ti che ha anticipato* Ingrao di qualche giorno Cosa sia que sto «spazio pero ancora non e defunto Si può solo agginn nere che a questo spazio are 1 o t o m e si vuol chiamare seni brano interessati anche alcuni «pezzi di Rifonda/ione

Da Ingrao .ìel «Alleanza de moer ìtica lut to un altro ne

S **t

II segretario della Quercia a Pescara difende il ruolo e l'immagine del partito «Noi non abbiamo fatto parte del sistema delle tangenti» La telefonata a Ingrao

nere di d i lemmi per il Pds Che Willer Bordon sdramm itizza Cosa si prefiggt 1 issembl ta '

Di fare in mudo che quando 1 Alleanza tlcinocr itic 1 s ira costituita il Pds 11 s i i San un passo av Diti 111 quella dirc/10 ne Problemi pero che forse 1 giudi* are d.i altre dichiara

zioni si mbrano un pei più compiessi Visto che prono I) Ale ina ieri id un issemblc 1 i l i universitari ti 1 detto ne I me» elo più chiare) possibile la de mocrazia che ha in mente il Pds (lucila Ione! il 1 siili alter iianz 1 pone 111 pn ino piano il proble in 1 della sinistra V l i tui pe re IR e IO non poss 1 coni por t ire un allt inza con lenze di centro Ma perche I alleanza |M 1 essere tale comporta il ri costituirsi di un saunetto Smi -.tra altrimenti non s nebbt un alle m/a 111 i il confluire di un celo po l i t i lo f se possi hi le poco do|K) e stale, ancora piu espil i ilo Noi dobbi une) contrastare un rischio del se unente tipo d i un 1 parte I 1 dcologismo estremista e dal I altra un opzione di s( uno li hi- r il dcmcK r inco I atta tutta tUi un ceto politico che cere i I 1 pole position nella riorna mzzazione m iggiontuna Poi per chiosare I il Pds senza ile un 1 iati inza di partito che

eleve assumere I inizi itiva di promuovere un processe; di al icanz 1 dellej forze democrati clic per il governo del paese sulla base di una costituente di sinistra di una tiscoperta di una [unzione nazionale delta

Occhetto: caro Pietro, ti chiedo di restare «Pds centrale per il polo progressista» «Le inchieste devono proseguire Ma la politica e l'informazione non possono mettere tutte le re­sponsabilità sullo stesso piano» Parlando a Pe­scara, Occhetto ha difeso con nettezza l'immagi­ne del Pds E ne ha rilanciato il ruolo centrale per la naggregazionc della sinistra, aprendo di fatto la campagna elettorale per il 6 giugno Un'ultima te­lefonata a Pietro Ingrao

DAL NOSTRO INVIATO

A L B E R T O L E I S S

mm PESCARA "Se sono pessi­mista ' No Non lo so Non vo-ilio dir lo » C un Occhetto preoccupato quello che verso le 16 si infila nella macchina blindata che lo porterà a Pe­scara per un comizio in piaz­za -Perchè poi a Pescara che nemmeno si vota7» «Achille -gli r icordano - è una manife­stazione regionale Ci saranno de leqa / io i i d i 70 comuni in cui si \o ta il G aprile» Ha fretta d i buttarsi nella c a m p a l a elettorale il segretario del Pds Sa che le prossime saranno settimane decisive per capire se il progetto della svolta - si il progetto aperto quasi quattro anni (a anni densissimi e in­sieme rapidissimi alla Bolo-gnina - reggerà alla prova di questa tempestosa crisi italia­na «Abbiamo tenuto duro su Amato abbiamo vinto il refe­rendum abbiamo fatto bene con Ciampi e ora » R ora la Quercia e al pavsaggio forse più difficile Oggi Pietro Ingrao annuncerà con ogni probabi­lità la sua uscita da l partito Occhetto parlerà al con.egno di Alleanza democratica F spiegherà che la ricerca più aperta di convergenze a smi stra tutto può mettere nel con­to tranne un autoscioglimento del Pds Eventi pubblici che con ogni probabil ità oscure­ranno un altro fatto interno della vita della Quercia a cui viene attribuito un rilevante va­lore concreto e simbolico la costituzione sempre oggi del Consiglio nazionale delle lavo ratnci e dei lavoratori "Non abbiamo certo dimenticato di

essere un partito della demo crazia e del lavoro - dira Oc chetto in un passaggio del suo discorso - e e un valore polit i­co più generale non solo di partito nella nascita di questo nostro nuovo organismo»

Ma I insidia più minacciosa per la barca dei democratici di sinistra varata tanto faticosa mente due anni fa a Rnnim viene dalla tempesta di "Mani pulite» Occhetto ha ancora negli occhi i dat i d i quel mini sondaggio fatto I altra sera al •Rovso e il nero» il 70 percen to pensa che anche il Pds e coinvolto in 1 angentopoli A Ingrao il leader della Quercia ha rivolto un ult imo appello diretto e personale Una telefo nata a meta mattina "Caro Pie tro guarda che non e e nulla di formale nelle parole che ti ho rivolto pubblicamente Te lo chiedo anche in nome dei no stri rapporti personali » "Caro Achille I nostri rapporti non sono in discussione ma ormai una decisione 1 ho presa » Dirà davvero oggi che lascerà la Querc ia ' Che pensa più uti le per dar voce ai tanti interes si bisogni diritti negati da que­sta società da questa politica non stare in un partito7 Che e perduto ormai quel legame tra vita e polit ica che la sinistra ha inseguito sognato praticato lungo un secolo7 - ' lante do mande giuste - riflette tra so Occhetto - ma il p ioblema della sinistra oggi in tutta l'u ropa e d i tenerle insieme alla ricerca di una Capacita d i go verno Se separiamo le due co­se può sembrare più facile

Ma allora non e ò proprio la politica

Ma che cos ò oggi la politi ca> Che cosa si aspetta dalla politica la gente e ile aspetta Achil le Occhetto in piazza' Quello di ieri e stalo un piccolo test importante 1-a prima gran de manilestazione dopo le no tizie dell arresto di Pollini Do pò I servizi della tv i titoli grida li del giornali Negli sguardi di militanti e cittadini ci sarà I ombra del dubbio d i quel 70 per cen to ' A I R he voi siete co me gli altri7 L i macchina bini data fa una piccola sosta a Pe sema prima d i arrivare a Pesca ra Un paese in cui si vota do ve il Pds e forte con tanti gio vani Piove e è un vero nubi (ragio Ma un sacco di gente con poco utili ombrel l i acco glie il segretario del Pds Ci si accalca in un salone tutu più o meno inzuppati Occhetto stringe la mano ai candidati ri ceve un lungo insistito ap plauso Un modo pei ripeter gli come ha latto qualcuno già sotto la pioggia «dai Achil le tieni duro» «Campagna f letto ra lebagnata-scherza 0< chet

lo un pò rinfrancalo campa glia tortunata

Qualcosa di simile - l a gente e molla d i più e per fortuna non piove - si ripete la sera a Pescara in piazza Salotto L i sua fortuna - sembra volerdire Occhetto - il Pds e deli r imila lo a conquistarsela II leader della Quercia ripete gli argo menti che ha già consegnato ali intervista ri lasciali ali U r i 1,1 e alla lettera apert i ai nuli tanti della sinistra I passaggi più applaudit i sono proprio quelli dedicati ali unita il n io lo e alla difesa del Pds Un par tito che non vuole rulline lare a se stesso e nemmeno alla sii da di unire la sinistra di parte cipare a più larghe alleanze progressiste "Il l'si discute di cambiare nome e simbolo ho st( s\o problema si pone la De il mondo cattolico ricorda Occhetto nel suo insieme cerca altre strade !.a Chiesa stessa da segni di una rillcssiu ne in movimento L sull i que stione dell unita dei cattolic i 11 voce di Giovanni Paolo II si e levata parlando con I IUOM ac

centi dell inevi'abile rapporto tra unita e diversità della ne cessila di salvaguardare insie­me I unita e il pluralismo Pro pno per eiuesto - insiste il se gretano del Pds ripetendo un concetto che gli e c a r o - riten go che noi stessi non dubbia ino cristallizzare le posizioni V non dobbiamo cadere in giù dizi unii iterali e affrettati

Nessuna remora dunque \erso il formarsi di centri prò pulson di più vaste unita car telli federazioni alleanze Ima lizzate ili entrare in lizza in rapporto alle nuove islituzioni del l al leni itiv i De I resto que sto Occhetto lo elice salutando il latto che in gran parte dei 70 e ornimi abruzzesi sono nate le pici ricche e variegate [orme di illcanza a sinistra rompendo

in molte situazioni i vecchi schierunenti consociativ con la De «Li formazione di cartel li e lettor ili i più ampi |>crù -ragiona il leader della Quercia già pensandoaquc l loc l i c elira oggi i Alleanza democralic a -non può in nessun caso saliare il passaggio di una ricerca prò gc duale e programmatica i si

La Sinistra giovanile: noi crediamo in questo partito

M ROMA Sono 15 000 i g iovani c h e in tre mesi h a n n o ader i to al la c a m p a g n a d i tesseramento <ad hoc» per la Sinistra 1410 \ a n i l e nel Pds Questo il da to reso no to in un c o m u n i c a t o da Nico la Xingarett i c o o r cimatore naz iona le de i Rovan i de l Pds •Cont inua il nostro i m p e g n o per la costru­z ione de l Pds Cond i v i d i amo e r i t en iamo i r r imandab i l c - ha det to il coo rd ina to re del la Sinistra g iovani le - mettere in c a m ­p o un processo per dare vita ad al leanze c l i c p u n t i n o ad una reale nagg iegaz ione del la sinistra

Il 40 per cen to del le ades ion i e relat ivo a nuov i iscritti «Ragazzi e r<.\$<ì//v - ha sol

to l ineato Zingarel t i - c h e ora si s tanno iscr ivendo . i l Pds c h e s c o m m e t t o n o su questo proget to po l i t i co per 1 al ternat iva d i sinistra nel nostro Paese che cost i tu i ­scono un pa t r imon io al servizio del l in tero Pds» «Non c o n d i v i d i a m o - ha agg iun to / m g a r c t t i - 1 ton i d i leggerezza e d i a m b i guita che ha assunto il d iba t t i to ant he da parte d i a lcun i d i r igent i de l part i to Cont i n u i a m o ad esserci a c redere in questo par t i to r i fo rmato c a m b i a t o r innovato Solo questa e la cond iz ione da l la qua le pai t i re per cost runc a l leanze e s i j n c i a lucut i che permet tano al la sinistra d i v in­cere e d i governare

ministra Dunque no i qua l s i i si ipotesi di scioglimento de! Pds [ che qiK sto UN 1.1 si 1 IH 1 Li I'sta di qualcuno lo rivela no illre presi' di posizione (fuci la di Giovanni Melandri t l n pure e Ira le prumotrici di Alleanza C he che e Non e

ali ordine de I giorno Io se logli un nW> del Pel. al contrario si t r i l la di mettere in e un pò la e iillur 1 politica la e ap le ita di e rbo raz ione e le risorse del Pds 111 un prot esso di aggrega zionc O ancora le p irò le di l ' ino Sonerò Dobbiamo vaio nzz ire il meglio I ui tonomi i ed 1 e iratten eie! Ptis per co struire convergenze non episo die he ne slninienlal i l i 1 eiiver se component i polit iche cui turali nella sinistra e fra le forze di proglircsso» () infine tome le p i ro le secche di Giuseppe Chi irante «Considero inleres sante 1 iniziativa di Alleanza deuiocratie 1 a fini eli un 1 ri slruttur izitine* t r icomposti! zinne dell ire 1 die entro Con que si are a il Pds può senza dubbio tic v ire punti di convei gt nz J ma litui mi se mbr i < he abbia ik un senso se non negativo la proposta cl ic il Pds confluisca o iddintlura sisciol g 1 in Alleanza San bbe solo uno spostamento al centro su posizione subalterne Ancora più IH Ito Gavino Anguis Non sarò ce rio 10 a costruire Al le u v a democratica 10 lavo ro pe r la costruzione del Pds e per la creazione di una nuova sinistr 1 che si candidi al gover no del paese

Achille Occhetto Sopra Pietro Ingrao

1 isira f 1 l imimelo in prati t a di un 1 iniziativa che la Quercia intende dispiegare nei prossimi giorni gii i rdando s u ille torze riformiste alla sua destra» t h e a quelle di oppo

siziont alla sua «sinistr..-I il Pds e anche determ nato

a difendere la su 1 immagine Ixi magistr itura - ripete ()c

e he t t t ) - ntm può e he proe e de re nelle inchieste sia che si tiatti tli l ingenti di decine di miliardi che di ipotesi di reato mol lo meno rilevanti 1 non si dovrebbe tinnì ni e irt troppo facilmente v he noi abbi uno sempre soste nulo 1 giudici che ibbi uno pt r primi assunto

nette posizioni sull immunità sulle autorizzazioni 1 prot ede re Non vali aitto e 10 pe r un giudizio polit ico') Ma una di stinzieme sulla storia concreta e sulle effettive responsabilità delle v ine forzt polit iche non può t ssere disinvolti unente az

ze r ila Un ton to e la magi str.itura un e ol i to 1 1 stanip 1 e la politica che non possone* mettere lutti sullo stesso pia no Ntm e*1 vero non e d imo strati» e non può essere i e t t i t ito quindi t h e il Pds ve nga ìe eusalodi iu*r fatto parie come gli i l 'n elei sistem 1 delle tan genti C tisi come none giusto giudit ire il io stesse» modo le resposnabilit 1 di un L i M illa o tli un C rasi A o n tic unric 10 complott i - insiste il leader della Qut rei 1 ma e * un uso politico della \ K encla dellt in e Ineste ci 1 parte di ». hi vorreb be te>glie rei di n ezzo Ch i ' 1-a l/.ga p< r esempio che non (oliera I 1 t o n i orrt n/ 1 tli un 1 forz 1 nuova a sinistra O q u 11 Hi vorrebbero riorganizzart la si mstra vede l ido ni 1 Pds solo un se rhatoio e lettorali da utilizza rt sotto una direzione modera t 1

Alleanza democratica Vertice con Mario Segni decisi tempi rapidi per il comitato promotore • • ROMA Si accel le-rano i tempi per il «orni-tato costi­tuente d i A l ­leanza cie-moc ratica Ieri si e svol­to a Largo del Nazare­no un in cont ro fra Mano Se­gni insieme ad Ar turo Pari­si per 1 Popolar i e Ferdi­nando Adorna to Wi l ler Bordon e Augusto Barbera per il comi ta to p romoto re

Verso I al leanza democra tica> I par tec ipami si sa­rebbero trovati sulla neces­sita di irnvare ent ro una decina d i sjiorni al varo del comi ta to cosl iuente che dovrà preparare la nascila del la vera e propr ia Al lean­za democrat ica 11 29 ed il

iU m u t a l o i Roma il

c o n n t i l o p romotore d i Verso 1 al leanza democrat i e a terra la sua co l i l e renza lui z ionale pro­grammati! , u nella quale presenterà

il propel lo per I. Malia di cu i ha bisogno I Italia ed alla quale parteciperà ar\ che Mano Sedili II leader dei popolar i dal canto suo i la convocato per ve nerdi prossimo a Roma il p r imo incontro nazionale Ira i c i rcol i local i dei Po­polar i per la r i forma e per I u l t ima decade d i qiuqno la conferenza n iz ionale proqrammat ica

Lama smentisce L'Espresso «Non ho mai detto che Greganti ha dato i soldi al partito» M ROMA Smentite e

conferme tra Luciano L ima e I E spresso per un intervista al Mcepresi dente del Senato che compare nel prossimo ] *

numero del *"*" settimanale Nell intervista anticipata dal giornale l-ama esorta il Pds a raccontare tutto ciò che v i ai magistrali ' Y, a propo sito di C.reg inh tgt'iunge 1 soldi li ha dati al partito Non so come non so a chi An < he se lui nega Afferma/io ni rettificate subito dall ex segretario della Cgil «Poiché tengo pe rce r toche id ingen li del partilo dicano la venta - sostiene Lama - nego di aver mai pensato e* detto che

draganti ab bla ractol to e consegni to langui t i .ti centro de I partito 1 mia le mi i convinzione che i fatti sui qu ili sono aperte inda

Jt gnu da parie della magi stratura in

alcune località abbiano ca ratiere del tutto periferico e quindi non coinvolgono 1 amministrazione centrale d**l p irtilt ( Ì I K st i I i s n v n lita di l.*iin ì L I hsftresso ìe plica confermando la prò pria versione dei fatti ed ìf lerma che le affermazioni del vicepresidente del Sena to sono «state riportate con assoluta fedeltà» comensu l ta «dalla registrazione su n.i slro del col loquio

Polemica nel Pri La segreteria: su Ayala sbaglia Castagnetta H R O M A Polemiche nel Pn

tra Gugl ie lmo Caslu^netti e Avala da una parte e Ira la se Veler ia del l Fdera e Casta­gneti! dal l altra A o n credo che si possa riconoscere al I on Avala nessuna autorità nel prospettare e anticipare il ruolo e il destino del Pn» ave-va detto nel pomensjnio il ca posjruppo repubbl icano alla Camera Dopo aver rammen­talo che Avala e un mdipen riente> Cuslaimetti ha ironi7-zato sul «suo formidabi le atti­v ismo finalizzato alla costitu­zione di una nuova fo rma/ io ne polit ica qual e Alleanza democrat ica ' Secca la repli e a della segreteria del Pn che definisce «aspra e slupefacen te> la dichiarazione di Casta-ine t t i »!, assenso di un uomo come Ayala a divenire depu­tato a Palenno nella lista del Pn - si afferma in un comuni ­cato - e stato uno del sesjru piti significativi del nuovo cor­so che la coras>nioru polit ica repubbl icana ha dato al parti lo

Verdi Critiche a Ciampi: «Parte male» I H ROMA Non e pi.te iuta al Verd i la par ten7d de l nover­i lo C iamp i in mater ia ani b ienta lc Secondo il por ta­voce Car lo Ripa Di Vicarici il p r o g r a m m a esposto da l pre siderite de l cons ig l io n o n ha un adeguata a u d i z i o n e alla d imens ione ambienta le •Con t ravagl io in terno - so­stiene Ripa Di Mcana - 1 Ver d i sono stali d i spon ib i l i per un dt tcqqic imento non p-e giudiz ia le e questo e il senso de l vo to d astensione pero il p iede c o n cu i e par t i to non e que l lo cjiuslo' A C iamp i i Verd i f anno r ichieste preci se fra tutte in p r i m o luoi ;o il seguito conc re to de l le mez­ze frasi de l min is t ro in mate ria d i r i fo rma sanitar ia I Verd i c h i e d o n o chiarezza su Monta l to d i Castro («luoi>o predi le t to d i Tangentopo l i ) n o n c h é m o d e l l e in mate ria d i a l i e n a / i o n e de i beni amb ien ta l i e in mater ia d i edi l iz ia urbanist ica

I poeti g|| In edicola " i l "

STVES italiani da Dante a Pasolini Lunedì 17 maggio

Campana l'Unità + libro lire 2 000

* •

ro„, e ; '""" Politica Il responsabile del governo Ciampi per le riforme

non esclude il doppio turno e una quota proporzionale per la Camera più alta di quella uscita il 18 aprile dal voto referendario «Contesto la proposta di Cossiga. non funziona nel nostro paese»

Elia: «Dico no al presidenzialismo» Il ministro: non è tempo di pregiudiziali sulla legge elettorale

^ i l ,

«Un re^init* presidenziale non è funzionale alla si­tuazione italiana Lasciamo operare ti maggioritario con un sistema neoparlamentare» Leopoldo Rlm prende le distanze da Cossiga e da quanti, nella De e nel PM, ridanno fiato al presidenzialismo K la lev­igo elettorale' Il ministro invita ad abbandonare po­sizioni preconcette Ma riconosce che il doppio tur­no dà maggior legittimazione all'eletto,

FABIO INWINKL

• • NOMA ' l o v c u .) L e o p o l d o Kl ia s o v n n t e n d o r e al i .) fuse e me i. i le d e l l a r i f o r n i t i e l e t t o r a ­le I . t 'X p r e s i d e n t e d e l l a C o r t e e u s t i t u z i o u n l e i I n u m a l o u fa i [ i u r te d e l R i v e r ì i o C i a m p i , fu i l p u n t o i n q u e s t a i n t e r v i s t a su i p r o b l e m i a p e r t i d o p o il v o t o r e f e r e n d a r i o \1,t i n t e r v i e n e a n ­c h e su l n o d o d e l p r e s i d e n z i a l i ­s m o n i .un . l u to d a l r e c e n t e i n ­t e r v e n t o d i Coss iga . i l S e n a t o e r i p r o p o s t o eia u l e u m se t to r i della IH ede l l ' s i

A l l o r a , p ro fessore , c 'è chi Ia\or<t a d u n po lo cara t te r i z ­za to d a l l ' o p z i o n e p e r un re­g i m e p r e s i d e n t i ali,sta. D o v e si vuo le a r r i v a r e ?

l o r i l e vo s t i l o c h e i n i p u r e

q u a i i t o m i n o s t r a n o t o l l e r a r e

. i l i a d o z i o n e d e l s i s t e m a m a g

g i u n t a n o u n a t e n d e n z a a l p r e

s r d o n z i a l i s u i u N o n d i l u e n t i " . tua i n o e h e il m a i s o n tu r i o in i l l ese e o n v i \ e c o n la t o r m a p i l i a n t i c a d i c l e n u x r . i / i . i p a r l a ­m e n t a r e es i s ten te i n t ' .u rop. i Sia c l n u r o n o n d e m o n i z z o u n r e d i n e p r e s i d e n z i a l e M u l o c o n s i d e r o d i s f i m z i o u a l e ne l l . t s i t u a z i o n e i t a l i a n a

P e r q u a l i rag ion i? N o i s t i a m o a d o p p i a n d o u n a l e g g e e l e t t o r a l e m a g g i o r i t a r i a ael u n s i s t ema i i e o p u r l u m e n t . i re c a r a t t e r i z z a t o eia u n t o n t e s l u a t e r u t l o r z u i n c n t o d e l l ese­c u t i v o ( r u t i l o d e l p r e m i e r p ò le re d i r e v o c a d e i m i n i s t r i I K lo s<. t i e n i l i d i f o r m a i l i g o v e r n o c h e si v i e n e d e l i n c a n d o ne i la v o n d e l l a t i i c a m e r u l e Ivsso va s p e r i m e n t a t o t e n e n d o t o n t o c h e p r e s e n t a i v a n t a t i c i d e l si s te rna f r a n c e s e s e n z a s u b i r n e

g l i s v a n t a g g i l..i disi , u s t i o n e su l la f o r m a d i g o v e r n i > i n s o i n m u va so t t ta t ta a v a l u t a z i o n i e a t a s t r o l n h e s i i l i . i t r a n s i z i o n e e h e la K e p u b b h e u si u v u u u v i ve re

Cont ras to net to , d u n q u e , conCosstRa . . .

l ' n a d i f f e r e n z a i l i o p i n i o n i m a t u r a t a I K ' L ; I I u l t i m i a n n i t h e n o n f i o r a g i o n i pe r i a m b i a r e a d e s s o

V e d i a m o , a l l o r a , la riforma e l e t t o r a l e , i m p e g n o p r io r i ­t a r i o d e l g o v e r n o d i cui fa par te , C o m e v i muovere te?

\ b b i a n i o a v u t o u n i n c o n t r o , l ' a o l o l i u r n e i ' io e u n i p res i * l eu t i d e l l e C a m e r e e u n a l d o ne t e n e i n o tra q u a l i he g i o r n o N o n e s o l o u n a q u e s t i o n e d i l o o r d i n a i n e n t o |,e s o l u z i o n i pe r C a m e n i t .Senato n o n p o s s o n i i esse re d i v e r g e n t i o p e g g i o i m o i n p u l i b i l i l i m i l e le l i n e assen t i i l e o m u l i t e n g o n o gl i a t t u a l i p o t e r i La C o s t i t u e n t e

e p e i essa ! )osso ' t i t I o g h u l t i - v e n n e u n us . i tu d i a w r e r i a to u n d o p p i o n " M a s t o r n a m e n t e ne i lr> a n n i i he a b b u ­i n o v i ssu to d a u l l o i a q u e s t a sce l ta n o n d i v a n i a n t e e s ta la b e n e f k a

M a sul le quest ion i a n c o r a a p e r t e - c o m e uno o d u e tur­n i - i n t e r v e r r e t e con u n a vo­

stra proposta?

Il L|OVI r n o si u n i i »vera si i lo in s i i o n d a b a t t u t a se dt ivesse m a n i a r e m i a u g u r i n h c n o n sia t o s i - l in tesa I l a l g r u p p i p a r l a m e n t a r i n e l l e e o m u u s s n i n i e I n a n i , i t e .1 d e f i n i t e la n i n i i na Ter riusi, i re i l i ' b b i a i n o Iu re t u l l i u n o s f o r z o per p i est. i n d e re d u l i e o p i n i o n i e s p r e s s e i n

p a s s a t o 1. o l i l e s t u d i o s i o 1 o r i l e osserva t i in d i 1 ose p i • ]nK I H I-p o ' e \ i t i , u n o d i 1 a n i . i re < ign i si epa d i e 011 s e e i l e n z e oc 1 essi Ve

In che senso?

M o l l e 1 ose a l i d i . i n m > v r i l n a 'e I 1 o m p o r t a l i K M i l i d o g l i e le t to r i d e i i a m l i d a d d e i p a t t i t i d i i r o n i e .11*11 e ' t e i t i d i u n a 1 u m i l i n a z i o n e senza p r e i e d e n t i in l ' .uropa I ra m a g g i o n t a r i o e u n i n o m i n a l i ' Ni >u s a p p i . n i n > t i n a i e l i a m m e t i t a z i o n e p o t r e i ) be d e t c r m i n a t e u n t u r n o u n i i o senza il i l i >ppio v o t o

K quaJ e il suo p a r e r e sul d o p p i o turno?

I n d u b b i a m e n t e d a l p i l l i l o i h v is ta s is le i i iK o 1 o n l e r i s i e u n a m a g g i o r l e g i t t i m a z i o n e a 1 In est e v i n i i t o re p e r c h e e t e n u t o a d o t t e n e r e p i ù v o l i i l i q u e l l i l i e i e s s a n in u n t u r n o u n n o M a a v a n z o u n • n t e r r o g u t i v o I. i m p e g n o e I in te resse de t 1 it f a d m i si ( . o l i i e n f i a n o p i ù in

u n o 0111 d u e l u m i ' I A I o u n 111 I o r n i l a d u 111 t e u e i e o n l o

Per la quota d i c o r r e / i o n e p r o p o r z i o n a l e , ritiene inevi­tab i le il t r as fe r imento a l la C a m e r a de l la p recen tua le -25 p e r cento - f issata da l quesi to r e f e r e n d a r i o p e r il Senato?

II p l e s l d e l l l e C i a m p i n e l l e sue d u h ia r . i z i i ' in in P a r l a m e n t o ha p a r l a ! . , d i a n a l o g a n o n iden t i t a d i m e n s i o n e I * s p t i SSK i ne n< ni e t a s u a l e l't t I e l e z i o n e d e i d e p u t a t i i l v i l l i o lo r e f e r e n d a r i o e m e n o s t re t to I, i m p o r t a r n e c i he | e l i c i l o d i I m a g g i o r i a m o in t e r n u n i d i g o v e r u a h i l i t u n o n vt 1114,1 1011 t rae lde tu . d . , u n a ' a s i la pr< 1 p o r z i o u . i l i ' t r o p p o a l ta

Nel la c o m m i s s i o n e A f f a r i

costituzionali della Camera

sono state avanzate, in que­

sti Riorni, proposte di eleva­

re ad un tervo la percentuale

da riservare alla proporzio­

nale. Come le pare?

\ me sta bt Hi­

l l governo porrà, come si

chiede da qualche parte, la

questione di f iducia sulla

legge elettorale?

K questo uno sduuienlo usato

t r o p p o spesso ne l ree e n ' e p u s

s.it» i l ' c t u n 1 in m a t e n a d i m a

un e . I \ M n u l i 1

M.11111111 li » s p f t ì

M 'a legge He ,1, q u e

ahzz i un in m i u l u l e 1 •

i u g u l o v l n

T l ' ipotesi di r i c o r r e r e al de­creto l e g g e ?

i p e r l e | . ' L ' g l o | e ! | o<u l i

Ci sarà tempo, in questa le­gislatura, per vedere al tra­guardo qualcuna delle rifor­me istituzionali?

,i l ìn a l i l i r i l i d e \ t pr< H i - l i e te 1 I su. i l avor i i Mi tugu r i 1 e he k u n i I' u i p i | H .ss m i > essere i h n i ' i i t i l o • e I un e r tezza I l la d i n ita d i q u i s lo l 'a i l . t i o n i o

La posizione della Quercia: preferenza per il ballottaggio tra i due più votati

Il Pds rilancia la riforma con il doppio turno Ancora scontri nel Psi, Amato con Panne-Ila IL Pds mette nero su bianco la sua scelta sulla ritor­ma elettorale: si impegna per una legye entro luglio, maggioritaria con correzione proporzionale e a due turni. La Quercia preferirebbe il ballottaggio tra i due candidati più votati. Il tema riforma continua a dividere il Psi: Benvenuto, pur smussando gli angoli, ribadisce la preferenza per il doppio turno, Giuliano Amato fa sapere di preferire il turno unico.

M Kt >VA Cria nuova leggo elettorale entro luglio, d i e sia coerente col risiili.ito del refe­rendum e a doppio turno, pre-tei ibilmente con b a l l o t t a l o tra 1 candidati più votati al pri­mo turno Messa nero su bian­co, con un comunicato della segreteria, è questa la richiesi.! ufficiale d i Botteghe Oscure sul problema della riforma eletto­rale che si appresta <a.l entrare nella fase decisiva La posizio­ne era nota, mu il Pds intende ribadirla in una vigilia di d i ­

scussione sulla riforma in cui molte acque sono agitate e molte posizioni non del tutto delineate Lnu fetta consisten­te delle forze parlamentari vuote infatti orientarsi per il turno un i to e lo stesso ! \ i . ini-z.iulmetite favorevole al doppio turno, appare diviso sul pro­blema

Occhetto e la segreteria. nonché D'Alema. Cluarante e Salvi, coordinatore per le rifor­me istituzionali, ne hanno par-luto ieri ai una riunione riba­

dendo 1 he !u scelta del doppio turni- è perfettamente coeren­te con lo spirito de] voto refe rendano e u n i I obiettivo della derrux raziu dell'alternanza l*t segreteria del Pds-ribadiste l ' impegno a concorrere ali ap prova/ione di una riforma coe­rente con la scelta operata il l.S aprile dalla stragrande mag­gioranza degli elettori per un sistema maggioritario unino-mina leco i i correzione propor­zionale»

«In questo quadro - dice «in­cora il Pds - confermiamo la scelta per un sistema a due- tur­ni come il più indicato u con sentire agli elettori di scegliere la maggioranza di governo fra chiare alternative politico-pro-grummutiche" Neil ambi lo dei sistemi a due turni la (Juerc la esprime preferenza per it bal­lottaggio tra 1 primi due candi­dati più voluti al pr imo turno» ma non esclude altre ipotesi II Pds si dice "disponibile al con­fronto su altre soluzioni che siano tali ^U\ favorire I aggrega-

lluanzu fin i\,\\ pruno comuni proposte d

z ioneo l'< turno su governo"

Lobiett ivo complessivo del l.i riforma delincala (.\^\ Botte gfie Oscure e sempre lo stesso ha von re la democrazia del

I alternanza dove 1 cittadini possano scegliere per il go\er no del paese Ira progressisti e conservatori lv questa la pro­spettiva per la quale 1! Pds in tende agire sui piano del prò granulia e del progetto politico per unire l.i sinistra e le forze di progresso verso un'alleanza più largii per il governo del paese"

Kd ecco il Psi Lal t ro giorno la segreteria socialismi .iveva espresso preferenza per il dop­pio turno, ma moll i deputati noni, he il direttivo de! gruppo, uvevuno espresso preferenza per il turno unico, secondo lu linea Punncllu I lnu divisione (che secondo Paolo lìubbmt L l 'mia uvrebbe enfatizzato ) e che tuttavia sembra legata non solo a problemi di prospettiva

politica ma alle he a questioni

interne Ieri Benvenuto hu det-

t od i non voler correre dietro <n

pettegolezzi che lo vogliono

nel mirino degli inquisiti, e ha

smussatogli angoli «Non e 0 -

ha detto - una dee isione d'*l

direttivo del gruppo, andrò

martedì n discutere con 1 e0111-

pugni' Tuttavia lìenvennlo ha

e oi i fermuto ». he -I ipotesi di

partenza e quella di ui\ doppio

turno alla francese con e 01 re

zione proporzionale» "Lnu

sceltu che iuvorisce aggrega­

zioni ampie 111.1 sulla quale

occorre uni fare tutto le venti

e he necessarie»

Mano Kaìlaelli 1 he nella se

gretena si oc e upa proprio di ri

toime elettorali, ribadisc e e he

'il problema e approfondire la

disc ussione arie he dal punto

di vista tecnico e dimostrare

Il ministro per le ritorme" Leopoldo Elia

gli se lucrami uh alte z i o n 11.itivi

•Mie U si d e l l a seg re te r i a l u i t.tv la si opp« i r r e b h e a n i he 111 pers i m u g g i i » e o i n e l ì i u h a l K

\111uto M i m m o q u e s t o r i su l te t e b h c eia u n e o l l o q u i o tra li s tesso A m a t o e u n d e p u t a l i

S I R la l is ta ( a l l o [) A m a l o a \ v e r n i l o ier i a ' i u C a m e r a V

c h e n o n e v e r o c h e u n d o p p i o c o n i l o I ) \ n t a l o I e \ c a p o d e l a i ta l u n z i o u e m o r a l e . ' e u l t i t u r n o e h e n o n sia a l l a f r a n c e s e g o v e r n o a w e b b e a n i h e n e g a le. N a p o l i t a n o l u i i nv i t a i ' t o g h e p o t e r e e o n t r a t t u a l c il t u c h e la f o r m a z i o n i d i u n o g u a r d a r e i ritte u n i e r u e m. i -p i l l i l o e se si v u o l e o I H » u n a rt se h i e r u m » * u l o p rog ress i s ta za p r e g i u d i z i a l irav ag i l i 1

t o r m a c h e fac i l i t i le a g g i o g a possa esc I n d o l e il Pds q u e s t a l eg i s la tu ra

Su l l e t i h u m e i s t M u / i o n u h e i i i1er \enu l< 1 ier i .me he il p res i d e u l e d e l l 1 l a l l i e t a \ i p o l i t u n o un o i i t r a u d o il i o i i s i g l i o e o n n i n a l e d i B o l l i m i » N a p o l i t a l l o si e d e t t o 1 o u v i t l l o e h o por 1 p a r l i t i ' t o r n a r e e n t r o il li n u l e l o n 1 a s s e g n a t o d a l l a C o s t i t u z i o n e n o n e u n i m p o v e r ì m e l i l o m a u n rit i i m o a l la l o r o

Scandaloso programma dei «lumbard» a Mantova «Vogliamo ridare vigore alla famiglia e favorire la moralità»

La ricetta della Lega per il lavoro «Donne, tornate a casa e fate più figli» Lo slogan della Lega sarà ora «donne go home»? In spregio a decenni di lotte per la parità i «lumbard» mantovani nel loro programma provinciale rie­cheggiano le campagne demografiche del Venten­nio e propongono di incentivare «il disimpegno delie donne dal mondo del lavoro» per liberare po­sti, -ridare vigore al nucleo famigliare, favorire una ripresa del saldo demografico ': della moralità >

PAOLA RIZZI

• M MILANO A Milano vorreb­

bero smuntellure 1 e entri di .ic •

coglieuzu per gli l ' i iuugiutl A

Mantova imoco gradirebbero

rim.melare le donne ai tornelli,

per liberare c'osi posti di lavo­

ro utili per i capifamiglia e per

favorire la nascita di tanti

bambini Le intenzioni dei

- lumbard" nella bassa padana

sono ctuare il loro program­

ma per le " lezioni provinciali

del b giugno riporta nel capi­

tolo sul lavoro un brano into­

nato alle campagne demogra­

fiche del Centennio Si legge

•Lungi dal \o le i essere un di-

su-iso muse lalista e 1 ptopo-

i i ianio ci' me utivare econo

inicameiite il disimpegno df I

la donna dal inondo del lavo­

ro, disimpegno che non deve

avere alcun carattere di coer

uz ione, bensì deve essere una

libeia sceltu, (Me ) in modo

che ogni capotumighu sia in

grado venendo ad oc t upure 1

posti liberatisi di assicurare a

se e alla famiglia \.Wi esistenza

libera *• dignitosa» 1 art Ah del

la Costituzione) "<• A parte la

precisazione sul carattere non

coercitivo dellu proposta, che

almeno per ora parrebbe su­

perflua la preoccupazione di

liberare posti di lavoro, all 'ori­

gine del testo sembra torse

e sug* mia nella provine la

manto.al ia 1 he ha lu lortunu

d i U M o s c e r e u m a l a p e n a il si-

gnif ic a l o d e l l a p a r o l a d isocc u-

p a z i o n e e < f i o e t ra Io poc h e a

v a n t a r e al le he in q u e s t o pen< >-

d o d i r e c e s s i o n e , s e g u a l i d i ri

p r e s a i n d u s t r i a l e M u in rea l ta

n o n e q u e l l o i l p u n t o 'Pos i t iv i

e f fe t t i c o l l a t e r a l i s a r e b b e r o la

r i d u z i o n e d e ! e o s t o elei l a v o r o

per le a z i e n d e 1 bas t i p e n s a r e

a l l a " l a t e t n i l a 1 h u > i z i o n e

d i I U O . I pos t i eli l , i , . .K> p> 1 1

g i o v a n i d i s o n u p a t i e a l u n g o

t e r m i n e u n a n p r e s a elei s a l i l o

d e m o g r a f i c o , c o n e 011 . e g u e i i

te r e u n p i e g o d e l p e r s o n a l e le­

g a t o . i l m o n d o s c o l a s t i c o

I n o l t r e n e f a n d o v i g o r e a l n u -

t l e o f a m i l i a r e M p o t r a n n o r i ­

p o r t a r e n e l l a s o c i e t à m o r a l i t à

e r i s p e t t o d e l l a t r a d i z i o n e » Se

ne d e d u c e c h e se la d o n n a sta

a c a s a n o n l avo ra e tu t i g l i , la

m o r a l i t à e sa lva e la t r a d i z i o n e

a p o s t o a l t r i m e n t i va t u t t o a

r o t o l i

«Cl ie e 'e d i m a l e .1 v o l e r e

u n a f a m i g l i a c o n tan t i f i g l i ' '

c h i e d e s i n c e r o D a v i d e B o n i ,

c a n d i i Jd lo p r e s i d e n t e d e l l a

P r o v i n c i a d e i l u m b a r d - m o l t e s c i n t o , m a g a l i c o n u n v e i o e g r a m n i a si p a r l a s o l o d i d o n

d o n n e s o n o c o s t r e t t e a l u v o r u - p r o p r i o s t i p e n d i o 11 p u n t o e' ne sa res te favore-vol i .ìt\ u n o

re p e r c h e la v i l a 0 c u r a e u n o c h e u n o elei g e n i t o r i d e v o os s l i p i ' i i d i o po'- 1 « c a s a l i n g h i '

s t i p e n d i o n o n bas i i \ m uve' s o i e r c t n b u i l o 1: m o d o es i t t o R isa la k l i n o n so a l I nu l t e .

C i ' v o i r e m i n o i l u i! l o t o | i v o pet i , h e | a l l r o l es t i a 1 a sa 1 a h 1. i m m a g i n e eli q u e s t o eser

l o d o m e s t i e o ven i sse r i e n n o b l u c u r a elei f i g l i * Ne l pre» e i to d i d o n n e ' >c o s t i o l l e a l a

Una manifestazione leghista

v o l a t e por l . rare lu 1 a r i e t t a q i

in >u e d e l t u l l i 1 e 1 m d i v i s o \,Ì tu s

K< u i i u n e l l o l o s p o n s a b i l i ' l o b i

n a z i o n a l e d e l l a e o n s u l t a l e m e ip.

m i n i l e ' t i c I L i Lega \ o u i l e sa *o 1

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m a s o n o u n p ò p e r p l e s s a 0 M a

V e d i o d i a p p i * l ' o n d i l e ì l i l i n e a I o l i !

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I o r r i s p o n d e n l i a e iu a ì m i

l i o n e d i l o i u i c l l a l e d i u z o l o

II t. o n s u i i i ' ' ( n o n 1.1 p e i d i

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t o n n e l l a t e eli a z o t o l'ere he

s t r a p a z z a r e s e m p r e I ag r i

e o l l u r a ' l 'or la e r o n . u a I 1 t i a s l o i n i u z i o n e d e i m i r a l i i l i a z o t o e l e m e n t a r e ' e h i ' si h b o r a no l i a l n i u s l e r u i- u n i In u n n o r m a l e p n n esso n . i i i i t a l e c h e a v v i e n e r e g o l a i m e n t i noMo niee Ine . i n a e n > bi t he d e l te r re i 10

Prof. P;ioloSequi D i i e M o r e d , Il M i l n l o

spe t i i nen ta l i

pe i la i iu t i i zn me d e l l f pian!»

Rifondazione Comunista e la «Costituente della strada» •

1 • • ( a r o d i r c t l o r c

J ti se t i vo a p n ' pos i l i 1 d i 1

S C I M Z I d e I l m i a s i m a * t ' o s l i

t u e n t e d e l l a s i rad . i 1 h e si -•

avv ia ta I Se il ' ' m a g g i o a Ko­

in.1 1 Io p a l l e ip.it* 1 a l a v o u

d e l ! a s s e m b l e a si 1 per m i e

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t e m p o e e o u t t n u o t u l l o i a a

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Il modello 740 e i sacrifici di un ex dipendente statale militare

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C i r m i n o Napol i tano ( n p i i M e . I r n a .

Volontari per campi di lavoro estivi

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c o g n o m e , i n d i r i z z o e re­

c a p i t o t e l e f o n i c o . Ch i de­

s ide ra che in ca lce n o n

c o m p a i a i l p r o p r i o n o m e

lo p r e c i s i . Le l e t te re n o n

f i r m a t e , s ig la te o recan t i

f i r m a i l l e g g i b i l e o la so la

i n d i c a / i o n e «un g r u p p o

d i . . . • n o n v e r r a n n o pub­

b l i ca le . l*t r edaz i one si

r i se rva d i a c c o r c i a r e g l i

sc r i t t i pe r venu t i

Sabato ir>ma««io 1993 Politica IMHin.3 7ru

Il presidente dei vescovi ha cercato ieri di riportare le aperture di Giovanni Paolo II nel vecchio alveo della battaglia contro il pluralismo politico dei credenti

Il giornale del Vaticano sottolinea invece l'approccio nuovo alla realtà italiana Il cardinale nega la spaccatura tra i prelati «Solo uno contro la mia impostazione»

Ruini insiste: cattolici uniti nella De Il Papa la pensa come me». Ma l'Osservatore punta sulle novità «

Il card Ruini, giuocando abilmente sui due discorsi del Papa ai vescovi, quello scritto e quello improvvi­sato, ha cercato di negare che sta stata smentito il suo appello all'unità dei cattolici Per L'Osservatore Romano, invece, I esortazione pontificia ha solleci­tato un approccio nuovo della Chiesa con la diversi­ficata realtà italiana Un problema rimasto aperto ma che non potrà essere eluso

ALCESTE SANTINI

• CITTA DEL VATICANO 11 cardinale Camillo Ruini facen­do appello a tutte le sue risorse dialettiche ha negato ieri di essere stato smentito dal Papa circa il modo di intendere oggi I unita politica dei cattolici ri spondendo non senza diffi­coltà ma abilmente alle nu merose domande dei giornali sii Ha sostenuto che con il di scorso improvvisato il Papa si è preoccupato essenzialmente dell Italia che rischia di essere •una Torre di Babele» per la confusione delle lingue e per

le troppe divisioni Mentre con il discorso scritto in quanto ha sollecitato i cattolici ad un «rin­novato slancio» con una «ten­sione unitiva» per «confrontarsi con le concrete circostanze storiche ma per il bene del Paese» non ha negato il suo ri badilo appello ali unita della loro presenza politica

Insomma giuocando sui due discorsi del Papa il presi dente della Cei ha cercato di affermare di non essere stato smentito nel riproporre I op­portunità di una «rinnovata

presenza politica cristiana» che pur facendo ammenda degli errori passati ma senza rinnegare il suo patrimonio storico si conlronti con i prò blemi del cambiamento

Certo - ha detto nsponden do ad una nostra domanda -con il singolare ma sign ficati-vo richiamo a quanto soleva dirgli il presidente Pertini - ha affermato il card Rumi - «il Pa pa si è fatto carico delle re sponsabilita che gravano sulla Chiesa a fare di più nell inte­resse del Paese nel momento in cui esso vive una preoccu­pante crisi economica sociale politico istituzionale e mora le» 11 Papa quindi «ha voluto ricordare ai vescovi che la Chiesa come forza sociale ha un ruolo nel favorire I unita na zionale nel rispetto della plura lita delle posizioni contnbuen do ad evitare che si accentuino le divisioni e si disperdano le energie»

Quanto ali unita dei cattoh ci ha osservato che il discoso

del Papa sul pluralismo «non può essere interpretato come un avallo ad una diversità di scelte da parte dei cattolici

Ma L Osservatore Romano commentando ieri proprio il discorso improvvisalo ai ve scovi di Giovanni Paolo II fa notare che «I esortazione del Papa è chiarissima» nel senso che «muove dal nconoscimen lo della crisi italiana che nchie de impegno innovativo straor dinario e coraggioso e pavsa dall accoglienza della plunfor mila della nostra natura affel tuosamente espressa ali indo mani della visita in Sicilia» Na turalmente - aggiunge 1 orga no vaticano - «si tratt.i di vede re come 1 unica comunità ec clcsia'e possa ed anzi debba partecipare ad una realtà gè nerale che resta vana ed arti colata per collocazioni geo grafiche per interessi econo mici anche divergenti per im postazioni culturali dilformi per scelte ideologiche diverse»

Perciò il problema che il Pa

pa ha posto ai vescovi è di un rinnovalo approccio della Chiesa con una realtà italiana che è mutata per cui le vecchie formule non valgono più an che se non è facile trovarne di nuove Ecco perchè il proble ma e rimasto aperto e 1 assem blea episcopale non ha avuto il tempo di fare la riflessione necessaria

Ed ir mancanza per il mo mento di una risposta nuova il presidente della Cei ha prefe rito «condividere totalmente le motivazioni» già espresse dal card Saldarmi il quale aveva detto mercoledì scorso che senza una De rinnovata la pre senza organizzata dei cattolici scompanrebbe in Italia come e già accaduto in Francia e in Spagna Invece - ha rilevato Ruini - «una rinnovata presen JLÙ politica dei cattolici orga nizzati ha motivazioni non cer to minori che per il passato» perchè - ha precisalo - «è in atto nella società italiana un confronto con altre forze poli

Dal 24 al 27 giugno la conferenza di programma. Lo scetticismo di De Mita

Costituente de, invitati Segni e Cossiga Martinazzoli tormentato: potrei lasciare A fine giugno ci sarà una conferenza programmati­ca, a ottobre il congresso la De decide di cambiare pelle, apre la «costituente» e si trasforma in Partito popolare Obiettivo ncostruire un polo «centrista» per la Seconda repubblica Ieri la Direzione, aperta con l'ennesima minaccia di dimissioni di Martinaz­zoli, ha dato al segretano un «ampio mandato» Alla «costituente» sono invitati anche Cossiga e Segni

FABRIZIO RONDOLINO

• • ROMA Di 'ronte ad una Direzione ben più mansueta della tempestosa assemblea dei gruppi parlamentari Mino Martinazzoli ha ottenuto len i pieni poteri e un «ampio man­dato» per dar vita alla «costi tuenle» che trasformerà la De nel Partito popolare europeo I tempi sono relativamente stret ti dal 24 al 27 giugno si riunirà a Roma una conferenza pro­grammatica dedicata oltreché al programma al codice etico e alla forma-partito dopodi­ché fra la fine di ottobre e 1 ini zio di novembre sempre a Ro­ma si celebrerà il congresso Sempreché naturalmente non ci siano le elezioni Ma a questa ipotesi per la verità nessuno crede a piazza del Gesù per Bianco «questo go­verno deve durare» e il docu­mento approvato al termine dei lavori contiene significati­vamente I impegno ad affron­tare dopo la legge elettorale «anche il nodo delle riforme istituzionali»

«Ma che cos è questa costi­tuente'» andava chiedendosi Remo Gaspari l'altra sera sor mone e diffidente Una nspo-sta per la verità ancora non e è sebbene Martinazzoli vo­glia «tesi preparatone non va ghe e non generiche» Alla «co­stituente» saranno invitati un

pò tutti i cattolici democratici inclusi Mario Segni e France­sco Cossiga Ma il regista resta Martinazzoli Cinaco De Mita I unico del «gruppo storico» a frequentare ancora le riunioni di piazza de! Gesù ieri ha chie­sto qualche chianmento ha storto il naso di Ironie alla pa rola scelta da Martinazzoli «costituente» appunto che proprio non gli piace Ma nel la sostanza s è detto d'accor do e più che soddisfatto «Ci riaco ha capito che non può più avere un ruolo di pnmissi mo piano - racconta Sergio Matlarella - ma si tiene molto informato» Proprio Mattarella sul Popolo di oggi scrive che la scelta della costituente è «un gesto di straordinaria poten­zialità» E avverte «Si deve met­tere nel conto che la costituen le possa diventare per qualcu­no I occasione per registrare distanze incolmabili» Come a dire non tutta la De troverà po­sto nel nuovo partito

Costretti al silenzio emargi­nati di fatto forse delusi e spevso inquieti i generali e i colonnelli della «vecchia De» assistono agli eventi Per ora almeno La sortita presidenzia-lista di D Onofrio e Gargani non incontra troppi sostenitori ieri in Direzione ne hanno tutti parlato molto male E Marti-

Francesco Cossiga A destra Mino Martinazzoli

nazzoli' Si sforza in pubblico di cavarsela con una battuta «La differenza fra presidenzia listi e non è la stessa fra chi porta le cravatte verdi rosse o gialle I de non sono clonali parlano pensano e discutono Comunque - precisa il segreta­rio con una punta di stizza - le decisioni sono quelle che si prendono negli organi del par­tito»

Aprendo i lavori della Dire­zione Martinazzoli aveva inve ce giudicato «sbalorditiva e pindarica la fantasia dei prota gonisti di vane sfide propomo nalistiche che oggi sognano il presidenzialismo» Ma Gerardo Bianco che ha parlato spesso con Cossiga negli ultimi giorni e che è attento più di altri agli umori della «vecchia Do ha invitato a «non demonizzar*.' il problema visto ch t alcune ra­gioni in favore del presidenzia lismo hanno fondamento» In­somma il dibattito n o n e chiu-

Anche la proposta di «regio nalizzazione» della De lanciata da Maslella per tutelare il parti to «in tutte le realtà in cui e an cora radicato cioè pnncipal mente al sud non e piaciuta a Martinazzoli «Sono opinioni estremamente rischiose - ha spiegato il segretario - che sol tintendono in venta la tenta zione di una dissoluzione «È un idea molto miope - coni menta Mattarella - pensare di salvarsi da soli il trend elet

torale della De 6 uniforme ed e negativo dappertutto»

f-ra inquietudini sogni di ri vincita diaspore promesse o minacciate Martinazzoli dun que ricomincia la navigazione Come sempre più spesso ac cade di questi tempi il segreta no ha aperto la Direzione tor nando a ventilare la possibilità di andarsene «Se non mi date una mano - avrebbe detto -sarò costretto a lasciare !,a

mia impresa non può essere solitaria ne contro qualcuno F la nostra stona che voglio salvare ma se resto solo que sto non ha senso Se anziché mettere assieme che 6 I unica fatica di un segretario dovessi dividere allora è meglio che vi cerchiale un altro Quando una fatica è inutile uno chiude e se ne va questo dev essere ben chiaro» Parole gravi seb bene un pò inflazionate che Martinazzoli però ha corretto nella replica

Sul cambio del nome nessu na decisione è slata presa Martinazzoli e Mattarella vor rebbero tornare al Partito pò polare Bodrato invita alla massima cautela molli ancora tacciono Nel corpo del p, rti to intanto si moltiplicano le spinte centrifughe che sono probabilmente la spia più inte­ressante della reale posta in gioco Che è la collocazione della De nella Seconda repub

tiehe e culturali su fondamen tali problemi elici e antropolo gici che entrano sempre più in gioco nelle scelte politiche e sociali» Di qui 1 opportun ta di scommettere ancora sulla De purché si faccia leva s j -una progettualità sociale e politica organica che abbia come pun to di riferimento la dottrina della Chiesa senza la quale il rinnovamento non avrebbe fu turo

Riferendosi poi alle inler prelazioni in \enta unanimi degli orgmi di informazione che hanno parlalo di «spacca tura nella Cei» siili unita del cattolici il card Ruini ha nega to che ciò sia avvenuto A suo parere «solo un vescovo su 201 partecipanti ha espresso il dubbio se confermare I indica zione dell unita dei cattolici in politica» E siccome e stato fai to osservare che sarebbero sta te diverse le voci a sostegno di un diverso modo di vedere I impegno dei cattolici in poli tica il presidente della Cei ha

ammesso che da parte di alcu ni vescovi ci sono state «sensi bihta ed accentuazioni diverse sulla misura dell indicazione da dare e cioè se sia meglio che siano i laici a giungere au tonom ìmente alle loro con clusioni

Vale a dire che ci sono stati vescovi - si parla di un terzo del totale - i quali vedrebbero volentieri un approccio nuovo della Chiesa con I impegno politico dei cattolici Anche perche il Papa sia nel famoso intervento in Brasile di un anno fa che rivolgendosi di recente ai vescovi polacchi ha affer mato che «la Chiesa non deve identificarsi con nevsun parti to» proprio nella linea del Concilio che lo stesso Ruini non ha potuto ieri negare In somma anche per la Chiesa si e aperta una fase nuova ed il Papa nell intuirne tutta la drammalicila I ha invitata a pregare e riflettere» perchè ri

definisca il suo ruolo nell i mu­tata realta dell Italia

blica Pierferdmando Casini pupillo di Horlani preannun eia per giugno un convegno Tema «La De dev essere il punto di riferimento dello schieramento moderato» Rosy Bindi s aggrappa invece a Stur-zo e De Gasperi per proporre una De che guarda a sinistra aggregando «parti importanti del mondo laico su un prò gramma avanzato

Ma la novità politica della Direzione di ieri su cui quasi tutti si sono trovati d accordo e invece il rilancio in gnnde stile della-centralità democri stiana E sarà questo il noccio lo politico vero della «costi tuentei Sul Popolo di ieri Bo drato ha argomentato con un certo rigore la scelta del nuovo gmppo dirigente di piazza del Gesù I asse politico del nnno vamento possibile «l.a società contemporanea - scrive Bo drato - e cresciuta soprattutto al centro I mutamenti sociali

hanno ridotto la rilevanza ideologica dello schema clas sico destra/sinistra» Neconse gue che «vince chi conquista il centro» e che «sia i conserva tori sia i progressisti si ma scherano da moderati Sorge qui per Bodrato (e per Marti nazzoli) una domanda sem plice ma decisiva» «Per quale ragione I area eentrale della società deve concorrere divi dendosi alla vittoria del cen tro destra o del centro sini stra '• Perché invece prosegue Bodrato non dev essere il cen tro ad «aggregare sul proprio progetto le correnti progressi sto o conservatrici'» Sta qui la «continuità» fra popolarismo sturziano e centrismo dega spinano e sta qui per il verti ce di piazza del Gesù il senso del cammino inverso che dalla De dovrebbe portare al nuovo Partito popolare depurato del le tante scorie accumulate in mezzo secolo di potere

Antonio Pappalardo

Viceministri inquisiti ora scoppia il caso Pappalardo • 1 ROMA È furibondo I on Antonio Pappalardo deputa to del Psdì e quando ancora era un tenente colonnello dei carabinieri leader del Cocer I organismo parasindacale dei militari «Mi aspettavo dal governo stima e solidarietà -protesta - Invece ne ricevo una pugnalata alla schiena II presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi lo ha «formai mente invitato» a dimettersi dalla carica di sottosegretario alle Finanze Motivo Pappa lardo è slato recentemente condannato ad 8 mesi perdif famazione pluriaggravata nei confronti dell ex comandante dell Arma Antonio V.esti La condanna é stala emessa da un tribunale militare in pnmo grado Ciampi ha incontrato il sottosegretario e gli ha chie sto di abbandonare la poltro­na

È lo stesso Pappalardo a raccontare I origine della sua disavventura giudiziaria «Nel 1991 - spiega - un brigadiere dei carabinieri fu ucciso da poliziotti a Padova pererrore io dissi che la responsabilità dell uccisione non andava addebitata ai poliziotti ma ai vertici della sicurezza pubbli ea per il mancato coordina­mento delle attività delle vane forze Fui punito Successiva mente per protesta abban­donai il comando del mio Gruppo a Roma II Comando generale dei carabinieri rispo se con un comunicato in cui mi si accusava d aver lasciato

non per protesta ma per mo tivazioni elettoralistiche per che di II a poco mi sarei can didato nel Psdì Fu allora che replicai dicendo che le opi moni politiche di Viesti erano opposte alle mie e che era giunto i, momento di smetter­la con i Comandanti generali scelti dal partiti» Pappalardo sembra intenzionato a tenere duro sostiene che la sua è stata «una battaglia di liberta e democrazia» e c h e a s u o t e m pò sbagliò la Camera a con cedere 1 autorizzazione a prò cedere Ha consegnato una lettera a Ciampi ed entrambi si sono concessi «una pausa di nflevsione» Ma secondo quanto si è appreso in am bienti govemauvi oltre che dalla condanna 1 invito di Ciampi alle dimissioni sareb be giustificato da un altra ra gione prima del giuramento dei sottosegretari Ciampi in una riunione a porte chiuse invitò gli stessi a fare un esa me di coscienza esortandoli a non giurare qualora avesse ro problemi con la giustizia Ora Pappalardo annuncia una conferenza stampa an che per replicare a que lo che giudica «I attacco di un emen to fascista e mascalzone una interrogazione del senatore leghista Borghezio che chie de di sapere se la moglie del colonnello sia o no un agente del Sismi «Mia moglie lavora da T anni a Palazzo Chigi -spiega 1 onorevole ufficiale -Ha vinto regolare concorso E le sue attivila sono fatti suoi»

L'ex capo dello Stato sul Pds «Per rifondare la Repubblica necessaria la sua tradizione»

• i ROMA Per rifondare la Repubblica e ricreare piena li ducia nelle istituzioni non si può prescindere dalle grandi correnti ideali della nostra sto ria civile e politica il sociali smo con la componente della tradizione comunista italiana il liberalismo la democrazia radicale e nazionale e il catto hcesimo politico» Lo afferma in un intervista al Messaggero il senatore a vita Francesco Cossiga offrendo la sua ncetta per una «ricostruzione nel cambiamento» Fra le altre co se Cossiga si dilunga sullo sforzo di cambiamento intra preso dal Pei Pds in sostanza contestando al gruppo dirigen­te di non aver ncompreso nella «svolta» il meglio della tradizio ne comunista a partire dalle scelte togliattiane sul partilo nuovo e lì Concordato e dagli «strippi» berlmguenani con 1 Est «Mi nesce impossibile ca pire - afferma Cossiga - per

che an simile patrimonio poli tico e culturale non lo si sia svi luppato criticamente fino a n confluire nel grande fiume del la sinistra europea che è il so cialismo e si sia invece andati a cercare un ancoraggio a in venzioni di carattere elitario quasi che gli operai di Sesto San Giovanni i coltivatori del I Emilia i braccianti calabn o i pastori della Sardegna possa no trasformarsi n eleganti libe ral americani innamorati di Clinton e Hillary Nell intervi sta 1 ex presidente si soffenna anche sui suoi rapporti con Scalfaro • Siamo due persone s ch i e t t e -d i ce - che non han no mai inquinato i rapporti personali Ma anche ora che ho parlato bere della sua scel ta coraggiosa per il govemoc è chi manipola le mie parole I-orse per timore che i nostri buoni rapporti personali di ventino anche buoni rapporti politici

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W^*V Ot* A Critiche alle scelte di Segni verso il polo progressista

«Vai troppo a sinistra, torna a casa» È quasi divorzio tra Mariotto e Montanelli Siamo al preludio del divorzio tra Segni e «Il Giorna­le» di Montanelli, uno dei più schierati nella battaglia referendaria e per l'introduzione del maggioritario7

«Torna a casa Mario», é il titolo dt un fondo, pubblica­to giovedì, dove la «casa» sta per il polo liberal demo­cratico di centro destra II leader referendario ha an­nunciato una risposta, intanto con Alleanza demo­cratica punta ad un polo di centro sinistra

LUCIANA DI MAURO

M ROMA Siamo al divorzio tra Mano Segni e // Giornale di Montanelli tra i quotidiani che più decisamente hanno appoggiato Segni e ì referen­dum elettorali' Oppure è solo una guerra per la conquista dell elettorato di centro ' «Tor­na a casa Mario» senza «fare pasticci» É1 invito che // Gior­

nale ha rivolto a Mario Segni con un fondo pubblicato gio­vedì a firma del condirettore Federico Orlando E il giorno dopo sempre // Giornale riser­va un servizio con la penna in­tinta nell acido ali imprimatur che il leader dei popolari é andato a dare a Tonno a Va­lentino Castellani candidato

sindaco di Pds Verdi del Sole che ride Alleanza democrati­ca e popolari

La «casa» alla quale Orlan­do richiama Segni ovviamen­te non sta per la De ma per il polo centrista-moderato sul modello francese dove L U mone di centro di Giscard in sieme alla destra gollista di Chirac costituisce lo schiera mento di centro destra II «pa­sticcio» invece starebbe nell i dea di Segni di dare vita a quella che lo stesso leader re­ferendario ha definito «una grande forza moderna e pro­gressista con cattolici laici e sinistra democratica»

L Alleanza democratica vi­sta dal «Giornale» richiama Segni agli intenti originari quelli della ricostruzione qu-rantotto anni dopo del centro

degapsenano «distrutto da partitocrazia e corruzione Un alleanza che nunisea co me scrive Orlando «quel che di vivo e è nelle culture laiche-democratiche e cattoliche li berali» La leadership spelte r tbbe a Segni che dovrebbe riunire liberaldemocratici e cattolici liberali oggi dispersi e che dovrebbe attrarre anche la destra democratica alla Chirac

Ma do\ e questa destra in Italia e chi sarebbe lo Chirac italiano' Federico Orlando spiega meglio il senso del suo pezzo rispondendoci «C e qualcuno che concepisce il polo centrista come moderato conservatore fino a compren dere Fini Non è il mio caso Chirac é Cossiga I uomo delle istituzioni forti di tipo gollista

Dall altra parte in piena lo giea di scomposizione futuro logica si prefigura uno schie ramento che andrebbe dalla Quercia alla neoformazione laico socialista di Giuliano Amato fino a quella neocat tolica di Martinazzoli Questa logica che richiama Mario Se­gni a tornare a casa» in no me del suo passalo da «destra pulita ali interno delia De e lascia dall altra parte il popò larismo democristiano merita qualche spiegazione Rosi Bindi punta avanzata del nn novamento scudocraciato si pone sulla scia di Sturzo e De Gaspen che hanno sempre ri­fiutato I identificazione dei cattolici con il blocco liberal conservatore F in nome del «socialismo bianco» alla Dos selti attento ai problemi so- Mano Segni

eiali e dell equità si scaglia contro il progetto del «cartello persidenzialista e consevatore che mira a trasformare la De in un partito di destra» Seeon do Rosi Bindi la posizione di Martinazzoli riportata guarda caso proprio in un intervista al Giornale in base alla quale la De si e sempre contraddistinta per «un ispirazione moderata della politica anti radicale» non e sinonimo di moderati smo» Siamo proprio in tema di quel popolansmo de che non può piacere i un polo moderalo di centro destra che ha il suo contrassegno fonda mentale nel liberismo e in una concezione dell autonomia del mercato che non tollera regole

Tutto C ancora confuso sol to il cielo dei futuri schiera menli soprattutto se si consi dera il fallo che la legge elet torale di tipo maggioritario non garantisce che venga pro­dotta automaticamente una maggioranza Segni ha prò messo una risposta a breve al I invito del Giornale e non é detto che si tagli tutti ponti al centro La posta in gioco è proprio la conquista dell elet torato di centro s e d a d e s t i a o da sinistra La parabola del

leader refendano non é detta­ta dal suo inizio ali interno della De con la sua prima voi ta da deputato nel 76 nel gruppo degli «hiltonian » allo ra definiti tecnocratici e mo dermsti C e questo ma soprat tutto e é la parabola referen dana

Sul fronte dell ni ' io\a/ione con 1 esponente de ali inizio e è soprattutto la sinistra L ec cezionee/ZCiomo/eschifrato in partenza con la battaglia re ferendana in piena logica maggionlana Nelle foto di fa miglia ben esposte nella pie cola sai i del Nazzareno roe caforte del Corel ci sono Se gm e Occhetto insieme alla vittoria del 9 di giugno Segni e Pannella Segni e La Malfa Nella foto di gruppo spiccano esponenti della sinstra cattoh ca non democristiana aclisti pidiessim e radicali

La partita e aperta per ora il pendolo oscilla verso un eentro sinistra alla conquista del suggello elettorale da par te del 60 percento dell eletto rato Per questo Segni ha biso gno del Pds e della squadra martinazzoliana per eoinvol gere gran parte dell elettorato de

r U pagina 8 _

Questione morale

^tó^r^ L4i<À in Italia

Milano, due nuovi arresti per i lavori di restauro al museo di Firenze, alla reggia di Caserta, alle mura di Lucca «Antonio Altobelli non ha detto d'aver incontrato Pollini » Stefanini, tesoriere del Pds: «Sono pronto a testimoniare»

Tangenti, Nobili va via dalPIri E i giudici ora scoprono le mazzette archeologiche A Milano sono spuntate anche le «tangenti archeo­logiche». Due arrestati a causa di appalti per il mu­seo archeologico di Firenze, le mura di Lucca, il centro storico di Benevento, la reggia di Caserta, al­cune scuole e una strada. Si dimette, dopo l'arresto, il presidente dell'Iri Franco Nobili, che ha respinto ogni accusa. Il tesoriere del Pds Marcello Stefanini comunica di essere a disposizione come teste.

MARCO BRANDO

• • MILANO. Dopo i guai per Franco Nobili, presidente del­l'Ili in cella da mercoledì e di­missionario da ieri, il cilindro della Fiat ha fatto spuntare pu­re le «tangenti archeologiche». E due persone sono finite in cella. Beco mazzette frutto di interventi di restauro e conser­vazione dedicati al museo ar­cheologico di Firenze, alle mu­ra di Lucca, alla reggia di Ca­serta, al centro storico di Bene­vento. Poi stecche più «banali». per strade e scuole. I magistrati hanno aperto questa nuova pi­sta anche grazie al memoriale di Cesare Romiti, amministra­tore delegato della Fiat, e alle dichiarazioni di altri manager di corso Marconi, dopo l'armi­stizio tra gruppo Agnelli e pro­

cura di Milano. Le persone arrestate sono

l'ex provveditore alle Opere Pubbliche di Milano. Ciriaco D'Alessio, attualmente in servi­zio a Perugia, e l'architetto-im-prenditore napoletano Anto­nio Gallitclli. Sono accusati di corruzione aggravata e viola­zione della legge sul finanzia­mento dei partiti per somme ri­cevute dalla Fiat Engineering, dalla Cogefar-lmpresit (grup­po Fiat) e da allre imprese. Ci­riaco D'Alessio, 44 anni, origi­nario di Bonito (Avellino). se­condo gli inquirenti ha ottenu­to dalla Cogefar-lmpresit 400 milioni per appalti nella co­struzione della strada «Sorren­tina 2». Antonio Gallitclli, 53 anni, di Napoli, democristiano.

e invece sospettato di aver ri­cevuto quasi due miliardi: 600 milioni da Fiat Engineering, Borini e Guerrinl per interventi fatti alla reggia di Caserta, al Museo Archeologico di Firen­ze e a Lucca; 300 milioni da Fiat Engineering e Borini per il restauro del centro storico di Benevento; un miliardo dalla Cogefar-lmpresit per la realiz­zazione di 30 complessi scola­stici nel Napoletano.

La Cogefar-lmpresit preoc­cupa anche il deputato Clau­dio Signorile (Psi), ex ministro dei Trasporti. Ha chiesto alla Procura di Milano di essere ascoltato «al più presto» sui suoi rapporti con la Cogcfar Impresit. Ma chi è stato vera­mente inguaiato dalla Cogefar, per quel che riguarda la sua gestione prima che venisse ac­quisita dalla Fiat nel 1989. è Franco Nobili, ormai ex presi­dente dell'Iri. Nobili è stato ar­restato mercoledì scorso per corruzione e finanziamento il­lecito dei partiti, accuse che si riferiscono al periodo in cui è stato presidente della Cogefar (controllata prima da Bastogi poi da Acqua Marcia) e, in parte, al penodo in cui è stalo, dal novembre 1989, presidente

Iri. Ieri si sono appresi alcuni passaggi dell'interrogatorio re­so da Nobili mercoledì, in oc­casione della convalida del suo arresto. «Prendo atto delle contestazioni - ha detto - ed intendo rispondere dichiaran­domi estraneo ai fatti contesta­timi». Per quel riguarda le tan­genti legate alla centrale Enel di Montalto di Castro ha detto: «Nessuno mi chiese nulla ne

normativa comunitaria

come Cogcfar ne come presi­dente del consorzio (di impre­se, ndr). Nessuno mi disse che si doveva essere grati nò a par­titi nò a uomini politici. Io nulla ho dato. Nessuna richiesta mi venne fatta neppure per ammi-nistraton Enel». Tangenti per la centrale Enel di Brindisi: «Quando assunsi la presidenza dell'Iri, Tomich (manager lri. ndr), non mi parlò mai di ri-

Parlano i dirigenti Coop: «Le nostre imprese sono state sempre discriminate e il Pei non ci ha mai aiutato» «Ma c'è stato anche qualcuno che è sceso a patti con il «sistema» e, forse, non abbiamo reagito a sufficienza»

Le cooperative: «Pochi appalti e niente tangenti» Coop e tangenti: un binomio tutt'altro che scontato. I dirigenti delle imprese cooperative protestano anzi per la «discriminazione» subita nei grandi appalti: «non ce mai stata una fetta di appalti garantita dal Pei, a cui non abbiamo mai pagato tangenti». Ma ne­gli anni Ottanta qualcosa s'è incrinato: «C'è chi è sceso a patti col mercato distorto». «Non abbiamo reagito a sufficienza contro le degenerazioni».

DALLA NOSTRA REDAZIONE

WALTER OONDI

Wm BOLOGNA. «No, guardi, la storia delle cooperative è tut­t'altro che una storia di appalti facili». Cesare Rinaldi fi da mol­ti anni al vertice di una delle maggiori coop di costruzioni della Lega, la Cmb di Carpi. Una di quelle chiamate in cau­sa da Giulio Caporali e che si sarebbero aggiudicate il famo­so 20% di lavori delle Fs in «quota Pei» e che per questo avrebbero versato tangenti a Botteghe Oscure. «Ho giò avu­to modo di spiegare che noi dal 1976 non abbiamo mai avuto un appalto dalle ferro­vie. Ma oggi dico di più: nel piano delle Fs dall'83 all'88 so­no stati fatti investimenti per 29 mila miliardi. Ebbene, in que­gli anni, tutte le coop della Le­ga hanno acquisito lavori per 700 miliardi, cioè 100 l'anno. Altro che 20%! Il fatto è che ci sono imprese private, di di-rrensioni simili alla Cmb, cia­scuna delle quali ha avuto 5/600 miliardi, cioè i 2/3 o i 3/4 di tutto ciò che hanno avu­

to insieme centinaia di coope­rative. E perchè non si parla delle migliaia di miliardi dal­l'Anas. gestione Prandini, affi­dati a trattativa privata?». Per Rinaldi è indiscutibile la «di­scriminazione» operata ai dan­ni delle cooperative. Polemica non di oggi, che richiama alla mente battaglie storiche della sinistra per l'applicazione del­l'articolo 45 della Costituzione che impegna alla tutela e alla promozione della cooperazio­ne.- Silvio Miana, che è stato presidente nazionale della Le­ga dal 1 965 al '74 e successiva­mente parlamentare del Pei ri­corda «il muro che le coopera­tive si trovavano davanti, an­che quando per capacità im­prenditoriale erano del tutto in grado di competere con le im­prese private e pubbliche». Di •esclusione sistematica delle cooperative dai grandi lavori pubblici» parla anche Enea Mazzoli, presidente di Unipol assicurazioni, socialista, da quarantanni in responsabilità

di direzione nel movimento cooperativo. Dunque, tutt'altra Immagine di quella che in que­ste settimane si è cercato di ac­creditare. Anzi, semmai uno come Rinaldi (ma non è il so­lo) contesta il Pci-Pds e !e for­ze della sinistra per non avere combattuto a sufficienza que­sta discriminazione e non es­sere stati capaci di rimuoverla.

Ecco allora una chiave di lettura dei rapporti tra Pei e si­nistra e cooperative, che ribal­ta la tesi, o teorema, corrente che vuole le coop come brac­cio economico del partito. Di­ce Mario Viviani, studioso e ri­cercatore di Smaer, una socie­tà di consulenza: «Dalla fine degli anni Settanta i rapporti tra la Lega, le cooperative e Pei si sono fatti sempre più critici e freddi. Entrambi risentono del consociativismo politico che si era andato instaurando. Si tro­vano stranieri in un meccani­smo a cui partecipano senza riuscire a trovare, insieme, il modo di reagire. Anche per­chè nessuno si riconosce più nell'altro, non dialogano più». Ma una situazione di questo genere è in grado di spiegare la nascita di un rapporto tan-gentizio tra la Lega, le coope­rative e il Pei? «No - replica Vi-viani - lo scambio economico inteso come corruzione non c'è mai stato. C'è invece un fe­nomeno storico di vicinanza, di scambio di uomini, tra i par­titi di sinistra e la cooperazio­ne, ma che ha impressalo an­che il sindacato. Può esserci

stato poco confine, una dialet­tica debole tra partito e coope­razione, ma nulla di assimila­bile alla corruzione».

L'idea di una contiguità meri che lecita è respinta anche da Mazzoli. «Intanto, la Lega in quanto tale non può avere pa­gato perchè i soldi non li ha e ha sempre stentato a fare il proprio di bilanci. In secondo iuogo, si può parlare di con­vergenze politiche, di affinità stonco-politica tra sinistra e cooperative. Del resto, negli anni Cinquanta la cooperazio­ne era considerata un reparto ausiliario della lotta di classe. No, le tangenti non apparten­gono alla storia dei rapporti tra sinistra e cooperative. A meno che - dice - partecipare alle feste de l'Unità o dell' Avanti!, fare pubblicità su un giornale di partito non diventi un reato». Mazzoli fa riferimento anche alla situazione europea: «Co­nosco un'importante coopera­tiva europea che per regola­mento interno destina a una parte dei suoi utili di gestione a opere di solidarietà e a soste­gno del Partito socialista di quel paese».

Dunque, se sembra assoda­to il rapporto tradizionale tra cooperazione di Lega e sini­stra (ma non è un mistero che in Italia esistono altrrc due centrali cooperative che han­no lo stesso tipo di legami, una con la De e mondo «bianco» e l'altra con socialdemocratici e repubblicani), forse vale la pe­na di cercare di capire cosa

può essere accaduto negli ulti­mi dieci-quindici anni. Quelli, per dirla con Viviani, del con­sociativismo che ha coinvolto sia le cooperative che il Pei. Cosa fi accaduto dunque nei rampanti anni Ottanta? Qual­che mese fa un gruppo di diri­genti della Lega scrisse un do­cumento in cui chiedeva un deciso cambio di rotta rispetto all'affermarsi di logiche «affari­stiche» e alle «degenerazioni» che avevano colpito una parte della cooperazione. Pier Luigi Stefanini, giovane presidente della Lega di Bologna fi stato uno dei primi a denunciare «l'allentarsi della tensione ideale e sociale» all'interno del movimento. Spiega che nel de­cennio passato le cooperative hanno lavorato per «accresce­re la propria presenza nel mer­cato attraverso un salto im­prenditoriale. Questo fatto, di per sé positivo, ha avuto anche conseguenze negative. In alcu­ni casi ha prevalso un adegua­mento ai valori e alla cultura dominanti che lasciavano ben pochi spazi alla socialità e alla solidarietà». E c'è addirittura chi, come Walter Guiduzzi, uno delle nuova generazione di dirigenti cooperativi, presi­dente della Edilcoop di Creval-core, parla di «due anime della cooperazione». Dice: «Anche tra di noi c'era chi diceva che non si poteva fare altrimenti, che "il mondo va cosi" e tanto valeva adattarsi alle logiche di un mercato distorto». Si ritene­va che «il prezzo da pagare fos­

se alto ma non si poteva mori­re con la bandierina in mano». Certo, rileva ancora Stefanini, «c'è stata una insufficiente rea­zione delle cooperative alle storture del mercato, un mer­cato che peraltro ci discrimi­nava abbondantemente». In­somma, di fronte al dilemma: «o paghi o non lavori» c'è chi ha scelto la strada di pagare per difendere la cooperative e l'occupazione dei soci. Perchè non si è fatta una battaglia al­lora contro questo sistema? «Non è neppure vero che non ci abbiamo provato - rileva Guiduzzi - ma la possibilità di incidere era pressoché nulla. Non dimentichiamo che quel sistema era stato costruito pro­prio contro di noi, per esclu­derci. Fino a poco tempo fa chi ha provato a opporsi è sempre stato bloccato, giudici com­presi». Ma questo «adattamen­to» è giunto fino a coinvolgere il Pci-Pds. Funzionava o no il «do ut des»? Qui la risposta è un «no» univoco. Lo pronuncia Mazzoli per il quale «anche i dirigenti socialisti sapevano che al Pei non andavano i soldi delle cooperative». Nega Gui­duzzi che fa riferimento al ca­so di quella cooperativa di Reggio i cui amministratori hanno ammesso di avere pa­galo Psi e De, ma non il Pei. E Rinaldi: «Non abbiamo mai pa­gato il Pei. Per il semplice moti­vo che. come ho spiegato, le cooperative non hanno mai avuto una "fetta" di appalti ga­rantita».

Saltalo inailo 1993

Il giudice Di Pietro

y festeggiato alla '-•Arf-^<«,", 'està della

'" "" *~ Polizia Sotto il presidente dimissionano dell'In Franco Nobili. Nella foto piccola Giancarlo Pasquini

chieste dallo stesso avute co­me amministratore delegato di Italimpianti e poi di in-Tecna, in relazione a somme che lo slesso doveva versare o aveva concordato di versare». Nobili ha affermato di essere del tutto estraneo anche ad eventuali fattacci consumatisi all'ombra del consorzio lntermetro (me­trò di Roma). Insomma, non ha mai sapulo niente di niente.

Anzi, per quel che riguarda la Cogefar, ha affermato: «Alla gestione finanziaria della Co­gefar era preposto il do». Paro­la, che era anche espressione dell'azionista di controllo». Il dottor Parola non può dire la sua perchè è morto.

Sul fronte dell'indagine che riguarda il Pei, si è appreso che Renato Pollini, ex tesoriere del partito arrestato martedì scor­so, non ha ancora ricevuto la visita dei periti che dovrebbero accertare, su richiesta della di­fesa, se le sue condizioni di sa­lute sono compatibili con la detenzione. L'avvocato Marco De Luca, difensore dell'ammi­nistratore delegato della Sasib (gruppo De Benedetti) Anto­nio Altobelli, ha smentito che il suo cliente, al contrario di quanto hanno riportato alcuni organi d'informazione, abbia detto di essersi incontrato con Pollini all'epoca dei fatti conte­stati. Intanto Marcello Stefani­ni, senatore ed attuale tesorie­re del Pds, ha fatto sapere alla procura che può presentarsi come testimone. Avrebbe po­tuto farlo già una ventina di giorni la ma dovette rinunciar­vi per gravi motivi di salute. Ora sta meglio.

Vizzini e il padre sotto inchiesta Tre miliardi Asst mt MII.ANO «Unii volta tanto non devo fare dichiarazioni a voi ma di giudici» Cosi ieri l'ex segretario del Psdì Carlo Vizzi-ni, ministro delle Poste e Tele-comunica/ione dal 1991 al 1992. h,i affrontato i cronisti di Tangentopoli. Poco dopo le 13 è arrivato nell'ulficio del pub­blico ministero milanese Anto­nio Di Pietro, all'unisono con la notizia che aveva ricevuto un avviso di garanzia. Le accu­se ricettazione e violazione della legge sul finanziamento dei partiti.

L'originalità della situazione in cui si trova Vizzini sta nel fat­to che, con lui, fi finito sotto in­chiesta il padre Casimiro: as­sieme, tra il 1991 e il 1992, avrebbero ricevuto tre miliardi e mezzo da Giuseppe Parcella. ex direttore generale della Azienda di Stato per i Servizi Telefonici (che dipendeva dal ministero delle Poste). Questi, arrestato nei giorni scorsi, è so­spettato di aver distribuito •IO miliardi di mazzette ai partiti di governo, attraverso un sistema di fondi neri simile a quello dell'Eni, e anche di essersi te­

nuto un bel po' di soldi (gli so­no st.iti sequestrati tre conti bancari). Parcella a sua volta avrebbe ricevuto il denaro da imprenditori interessati a otte­nere commesse perla ristruttu­razione della rete telefonica dell'Assi Per altro si fi appreso che anche l'ex ministro de Paolo Cirino Pomicino, rag­giunto ieri da un avviso per n-cettazionc e finanziamento il­lecito dei partiti, è sospettato di aver ricevuto 1 miliardo da Par-rella A quest'ultimo Pomicino avrebbe detto di dare un altri miliardo a! finanziere Giusep­pe Ciarcapico. che sa'l interro­gato m carcere questa mattina.

Carlo Vizzini ieri ha lasciato in silenzio e in tutta fretta il pm Di Pietro verso le 15,30, attra-\cr\o una scala secondaria. Poi ha diffuso un comunicato-stampa: «Trovo assolutamente corretto che... gli inquirenti in­daghino per l'accertamento della venta senza guardare in laccia nessuno. ..Voglio riba­dire piena fiducia nell'operato della magistratura... Ho conse­gnato ai magistrati tutta la do­cumentazione personale e pa­trimoniale che mi riguarda».

M MODENA II presidente Giancarlo Pasquini attacca cosi: «c'è la volontà di colpire la struttu­ra associativa in quanto tale». Ribadisce fiducia nei giudici, respinge quel che chiama «il gran­de polverone», se la prende con la «grande sproporzione fra l'entità dei fatti e il risalto che ne è stato dato», e ai duecento cooperatori riu­niti a Modena per l'assemblea provinciale dice: «rispondiamo rinsaldando la nostra unità». Sì, ma in attesa che la polvere si deponga e le in­chieste facciano il loro corso, restano i dubbi sul grado di "pulizia" delle coop-rosse... «Intan­to vorrei ricordare che si parla di dieci quindici casi su 11 mila aziende - nbatte Pasquini - Cer­tamente non siamo fuori da certi fenomeni, ma noi non facevamo parte del sistema di tangenti imposto da chi ha dominato a lungo il mercato e su quel terreno ci sfidava a confrontarci. Dob­biamo manifestare solidarietà ai dirigenti che hanno agito in un contesto ostile che per tanti anni discriminato le nostre imprese». La solida­rietà va estesa anche a quanti, per cosi dire, hanno sbagliato? «Bisogna distinguere le re­sponsabilità. Presto definiremo un codice di comportamento che definirà meglio ideali, va­lori, regole, e prevederà sanzioni anche pesan­ti, a partire dal licenziamento. Per i dirigenti rin­viati a giudizio bisognerà prevedere una diver­sa collocazione all'interno delle aziende in modo da evitare che queste vengano escluse dall'albo dei costruttori. Questo, detto per inci­so, sarà il destino del presidente della coopera-

Presidente della Lega «Chi sbaglia, rischia

licenziamento» tiva costruttori d: Argenta, Domgaglia, accusato di turbativa d'asta e finanziamento illecito ai partiti. Quanto al passato nbadisco: dobbiamo essere solidali con quei gruppi di dirigenti che

' hanno agito in un sistema del quale, sia chiaro, noi ci sentiamo vittime».

Dunque non ritenete di avere nulla di cui rimproverarvi? «Niente alfatto, c'è un'autocriti­ca obbligata da fare: avere ignorato che negli anni in cui si escludevano le cooperative dai la­vori pubblici non pesavano solo i motivi ideo­logici ma anche elementi di corruttela. Non possiamo dire di essere fuori perche- abbiamo visto e non abbiamo capito, insomma abbia­mo avvertito troppo in ritardo la situazione sen­za condurre le necessarie battaglie: in altri tem­pi si sarebbero portati i cooperaton in piazza... C'è stata una ccrtaaccondiscendenza». Mica male come ripensamento.

A cosa va attribuito il coinvolgimento, per quanto marginale e in parte da dimostrare, di talune aziende associate alla Lega delle coope­rative, in meccanismi illegali?

Al fatto che per molti anni volevamo scim­miottare l'immagine di una holding senza es­serlo. La slida a concorrere nel cosidetto libero mercato ha fatto si che la cooperazione atte­nuasse qualche suo valore. Non avendo ncevu-to indirizzi chiari su come comportarsi in fran­genti come quelli che emergono oggi si fi aper­to il varco agli erron».

Il ministro Valdo Spini e l'ex ministro Claudio Vitalone si difendono, mentre la procura ridimensiona il loro ruolo L'inchiesta di Stato a Tirana coinvolge l'ex presidente della Repubblica e il capo del locale partito socialista

Aiuti all'Albania, arrivano smentite e precisazioni Ridimensionato il ruolo di Spini nell'affare Albania. Quanto alla «Levant Co», è a capitale italo-serbo-montenegrino. A Tirana c'è già un'inchiesta dello Stato: sotto accusa l'ex presidente della Repubblica e il capo del locale partito socialista. Comunicati al­l'Italia il coinvolgimento della «Levant Co» e dell'al-lora ambasciatore Cardilli. Nell'inchiesta terzo avvi­so di garanzia a Lenoci.

ALESSANDRA BAOUEL

• I ROMA II giorno dopo l'e­splosione dell'affare Albania, fioccano smentite e precisa­zioni, mentre dalla procura di Roma emergono un ridimen­sionamento , della posizione del ministro > dell'Ambiente Valdo Spini, marginale rispetto ' a quelle dell'ex ministro degli • Esteri De Michelis e dell'ex sot­

tosegretario Claudio Vitalone, ed un particolare sul capitale della «Levant Co», che è italo-serbo-montenegrino. Ed in Al­bania, per la vicenda aiuti, la commissione di controllo ha da tempo accusato, oltre all'ex presidente della Repubblica, anche l'allora- ambasciatore italiano a Tirana Torquato Car­

dilli. Nell'ambito del filone principale dell'inchiesta sulla cooperazione, il socialista Claudio Lenoci, ex sottosegre­tario al ministero degli Esteri, è stato raggiunto da un terzo av­viso di garanzia, per corruzio­ne aggravata e violazione della legge sul finanziamento dei partiti. Il provvedimento chie­sto dal pm Vittorio Paraggio fa­rebbe rifenmento ad agevola­zioni concesse alla «Cogefar» per appalti di opere pubbliche nel Terzo mondo. Lenoci ha smentito ed annuncia che an­drà dal pm nei prossimi giorni per chiarire la sua posizione: «Non avevo la delega per la cooperazione, non potevo dunque aiutare la Cogefar al­l'estero».

Quando Spini prese rincari- > co di sottosegretario alla FaM-nesina, il contratto per gli aiuti •'

all'Albania con la «Levant Co» era stato firmato da tempo. La precisazione proviene sia dal palazzo di giustizia che dallo stesso Spini. «Sono diventato sottosegretario agli Esteri solo il primo luglio del '92 - ha spiegato il ministro - Tutto quello che precede tale data non mi riguarda». Mettendosi a disposizione dell'autorità giu­diziaria, Spini ha poi ipotizzato che «a postenori» una pratica già completata gli sia stata sot­toposta da firmare. Su Spini, Chicco Testa, pds, ha detto che la natura del reato conte­stato non gli sembra tale da ri­chiedere le sue dimissioni, mentre il portavoce dei verdi, Carlo Ripa di Meana, si è detto certo che Spini saprà provare la sua «completa estraneità ai •fatti» ed ha poi rilevato che Amato non faceva resistenza

se gli inquisiti se ne andavano, mentre Ciampi sembra avere un'altra linea, su cui i verdi si riservano di esprimersi. Quan­to all'ex ministro del Commer­cio estero Claudio Vitalone, ha mostrato ai giornalisti la comu­nicazione della trasmissione degli atti al tribunale dei Mini­stri, in cui si ipotizza il reato di concorso in abuso d'ufficio commesso fino al 25 maggio 1992. Ora Vitalone chiederà al tribunale dei Ministri di essere sentito il prima possibile ed in­tende anche sollecitare da par­te del Csm la sospensione da stipendio e (unzioni dell'inca­rico di presidente di sezione della Cassazione che ora rico­pre. «Lo ritengo deontologica­mente doveroso», ha spiegato. Ha poi detto di non aver mai avuto contatti con la «Levant Co» e di essere intervenuto per

i soccorsi alla popolazione al­banese nell'agosto del '91. Infi­ne, ha negato di aver mai avu­to notizie di irregolarità e sotto­lineato che gli interventi erano sottoposti al controllo di «un organismo estemo al ministero degli Esteri», mentre «le stesse autorità di quel paese ringra­ziarono il governo italiano per la sua efficacia».

In Albania, però, c'è attual­mente una commissione di controllo dello Stato che per la vicenda aiuti ha messo sotto inchiesta l'ex presidente della Repubblica Ramiz Alia e il se­gretario del Partito socialista locale. Sotto accusa, da parte degli albanesi, sono anche la «Levant Co» e l'allora amba­sciatore italiano a Tirana Tor­quato Cardilli. Tutti insieme, avrebbero guadagnato più di 8 ' miliardi. E delle loro indagini

gli albanesi hanno riferito da tempo alle autontà italiane. Ma l'inchiesta romana è parti­ta, la scorsa estate, da un espo­sto di un cittadino: aveva letto sui giornali che dietro agli aiuti poteva esserci una speculazio­ne ed ha preso carta e penna per rivolgersi alla magistratura. Quanto all'accusa di abuso d'ufficio, sembrerebbe che si riferisca non solo alla scelta della «Levant Co», ma anche ai prezzi pagati per cibo e medi­cine, che sarebbero stati ac­quistati sia in Italia che in altri paesi europei. I pagamenti sa­rebbero avvenuti solo in base alle fatture presentate, senza i necessari controlli. E sarebbe­ro stati anche riscontrati fatti da cui emergerebbe, per alcu­ni degli indagati, l'ipotesi di peculato.

Per l'indagine dei Nebrodi il Pds precisa «Merito nostro»

• • MESSINA. In mento all'in­chiesta sulla «Tangentopoli dei Nebrodi», Angela Bonari, della segreteria regionale del Pds. ha precisato: «Confermo di avere ricevuto, assieme al­l'intero consiglio comunale di Milazzo, un'avviso di garanzia in cui si ipotizza il reato di abuso d'ufficio. L'indagine ri­guarderebbe una delibera vo­tata all'unanimità. Ritengo di avere compiuto un'atto am­ministrativo corretta, legitti­mo, trasparente e nell'interes­se della comunità.». E il segre­tario del Pds siciliano Angelo Capodicasa: «Siamo tranquil­lissimi. Fra l'altro, quest'ulti­ma fase di indagini prende le mosse dall'azione di denun­cia del Pds dei Nebrodi».

Patriarca inquisito anche per camorra

•*•• NATOLI Inquisito per ca­morra l'ex senatore della De Francesco Patriarca, già in car­cere per le inchieste sulla Usi di Castellammare. L'avviso di garanzia sarebbe stato notifi­cato a Patriarca tre giorni fa nel carcere di Poggioreale dal so­stituto procuratore Giovanni Mehllo, il pm che indaga oltre che sulla Usi stabiese anche sui rapporti fra politica e ca­morra, nell'inchiesta che è è partila con le dichiarazioni di Pasquale Galasso. L'interroga­torio dell'ex parlamentare sa­rebbe stato infruttuoso, anche se gli episodi di cui parlerebbe il «superpentito» sono molti: i rapporti fra malavita e politici in occasione delle elezioni, il caso Cinllo, i rapporti con i clan Alfieri e Galasso.

Saltalo 15 mastio 1993 in Italia pa«in, ,9ru

Aimonetta Corrado, 30 anni Lei ha 7 giorni di prognosi ha denunciato il deputato Lui nega tutto e ripete: « Mi è saltato addosso «Veramente era la ragazza dopo una cena con amici » che mi toccava i genitali... »

«Mi ha picchiato e molestato» Ma Sgarbi dice: «Tutto falso» Una giovane scrittrice ha querelato Sgarbi accusandolo di averla picchiata ripetutamente. Ieri notte, nella stan­za di un albergo romano, il critico d'arte avrebbe aggre­dito Aimonetta Corrado. 30 anni, arrivata fino a Roma per conoscerlo e dargli un suo libro. Lui nega, ma il re­ferto medico stilato a Roma è inequivocabile: la ragaz­za ha un braccio fratturato e una ferita alla testa per cui i medici non hanno voluto sciogliere la prognosi.

ANNATARQUINI

• • ROMA. Dalle male parole alla violenza fisica. L'ultima performance. Vittorio Sgarbi l'ha consumata l'altra notte verso le tre, ne! chiuso della sua stanza d'albergo. Appena poche ore dopo essere stato cacciato dalla Camera per ave­re dato dell'«assassino» ad Arri­go Boldrini, il critico d'arte avrebbe aggredito una ragazza di 30 anni, Aimonetta Corrado: •Mi ha afferrato per i polsi cer­cando di sbattermi fuori dalla stanza - ha raccontato lei, do­po avere presentato una que­rela alla polizia - . Poi mi ha sbattutocontroilmuro»

Un secondo caso Scarparo-Marramao? Questa volta non si tratta della parola di una aspi­rante scrittrice contro quella di un filosofo. Co un referto, stila­to dai medici del pronto soc­corso all'ospedale San Giaco­mo, che parla di «contusioni . alla regione occipitale, sacro cocclgea e al polso sinistro». Aimonetta Corrado ha un braccio fratturato e una pro­gnosi di 24 ore per la ferita alla testa. Sgarbi nega e si difende: «Il molestato sono io: ha cerca­to per tutta la serata di toccar­mi i genitali e c'è anche riusci­ta. Per di più continuava a leg­gere le pagine del suo libro or­rendo». Non e la prima volta che il critico sostiene questa tesi. In altre occasioni ha ripe- . tuto che «la molestia sessuale non esiste e che sono gli uomi­ni ad essere spesso vittime di avances». • » ; . • ' .

Una vicenda pesante. Con un epilogo grave. Da un lato c'è il mondo di Sgarbi, la corte di persone delle quali si cir­conda e che proprio ieri sera, il giorno dell'insulto a un vec­chio partigiano, avevano orga­nizzato un festeggiamento sul­

la terrazza dell'hotel Majestic. Dall'altro, una giovane donna bruna, una delle tante fan ri­maste colpite dal fascino del critico d'arte che spera di in­trodursi in quel mondo dorato. Aimonetta c'e riuscita, per una sera. Dalle dieci di sera alle quattro CJ mattino è stata in compagnia di Sgarbi del suo segretario, della sua fidanzata, la pornostar Milli D'Abbraccio, e di un'amica, Barbara Alberti. A cena prima, nella stanza del critico poi. Ed 0 qui, che im­provvisamente, a notte inoltra­ta, e avvenuta la violenza.

Questi i fatti. Aimonetta si era presentata alle otto nell'al­bergo di via Veneto dove il cri­tico d'arte ha preso la sua resi­denza. Voleva, semplicemen­te, mostrargli il suo libro. L'ap­puntamento era stato concor­dalo una settimana prima, da San Casciano dove fa ragazza, separata dal marito, vive con i genitori, proprietari di un al­bergo a quattro stelle, e la fi­glia, una bambina di dieci an­ni.

Ma quando la ragazza arri­va, il critico non c'e. Si fa vivo .solo dopo due ore, alle dieci. Insieme a lui, una corte di cir­ca quindìu persone riunite per una cena sulla terrazza. Simo­netta vi partecipa: poi Sbarbi si apparta nella sua stanza con pochi intimi e, naturalmente, con Aimonetta che paziente­mente aspetta di poter mo­strargli il suo libro. Aspetta fino alle quattro del mattino. Una volta rimasta sola con Sgarbi, accade il peggio, Ma qui le ver­sioni diventano diversissime.

«Mi si è buttato addosso per provarci - ha raccontato la ra­gazza alla polizia - . Quando ho detto di no, mi ha gettato a

terra, poi ha aperto la porta della stanza e mi tia scaraven­talo contro il muro». «È stata lei a cercare di sedurmi - dice in­vece Sgarbi - . Continuava a toccarmi tra le cosce, tra le gambe, e come se non bastas­se continuava a leggere le pa­gine del suo libro noiosissi­mo». Testimoni Barbara Alberti e Milli D'Abbnccio. «Per tutta la sera quella ragazza ha guar­dato tutti con odio - conferma la Alberti - . Voleva stare da sola con Vittorio. Lo ha ripetu­to più volle. In camera, erava­mo tutti sul divano, lei leggeva il suo libro. Ho visto che faceva strane manovre: gli toccava il sesso. Allora sono andata via». Stessa versione dallA pornostar

Milli D'Abbraccio. «Milli se n'e andata - conti­

nua Sgarbi - e io ho invitato Si­monetta a restare, a patto che smettesse di leggere il suo li­bro. Lei mi ha insultato, ha mi­nacciato di denunciarmi e io l'ho cacciata fuori». Secondo la versione di Sgarbi, una volta fuori dalla stanza, la ragazza avrebbe continuato a bussare forsennatamente contro la porta. È così che si sarebbe procurata le lesioni al polso. Pochi minuti dopo Sgarbi, scende nella hall dell'albergo e telefona al 113. «Guardate che ho litigato con una signo­ra. Molto probabilmente verrà da voi». Sono le 4.40. Dieci mi­nuti dopo i centralinisti del

pronto intervento ricevono un'altra telefonata. Quella di Simonetta.

Una volante la raccoglie nel­l'albergo dove aveva preso al­loggio e la porta al pronto soc­corso del San Giacomo. 1 me­dici riscontrano le lesioni. Scatta la denuncia.

Ieri pomeriggio, mentre Si­monetta era sul treno che la ri­portava a casa, contro Sgarbi e stata presentata un'altra de­nuncia. È stata firmata dalla Camera del Lavoro di Milano, dall'Anpi. l'associazione parti­giani, e dall'istituto lombardo di storia del Movimento di libe­razione, per vilipendio alle for­ze armate dello Stalo e di quel­le della liberazione.

Una raffica di sgarberie M ROMA. Irrefrenabile, spa­valdo, provocatore, il cntico d'arte Vittorio Sgarbi finisce sui giornali un giorno si e uno no. Dagli insulti in Tv alle risse in Parlamento, dagli apprezza­menti (poco graditi) sul gene­re femminile alle gaffe sulle opere d'arte. Ecco una brevis­sima e incompleta cronologia delle sue ultime «imprese».

13-4-1992 La lava minaccia il paese di Zafferana. ai piedi dell'Etna. Arriva Vittorio Sgarbi e sentenzia: «Spero di vedere la lava distruggere quelle ca­se, .quelle brutture che stanno di fronte alla colata andrebbe­ro cancellate dalla faccia della terra». Gli abitanti del paese, in pena per le loro case, non gra­discono e lo circondano furen­ti. La rissa viene evitata per un soffio.

1-2-1993 Dopo il senatore Luciano Benetton anche l'ono­revole Sgarbi appare nudo sul­la copertina dell'Espresso.

25-4-1993 Inizia il processo al cittadino Vittorio Sgarbi ac­cusato di essersi assentato, con la scusa di inesistenti ma­lattie, per ben sette mesi dal suo posto di lavoro alla Sovrin­tendenza dei beni artistici di

Venezia. L'accusa e di falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato.

30-4-1993 II critico d'arte se la prende Agostino Cordova, giudice della procura di Palmi, impegnato in delicate inchie­ste sulla camorra. «Un grande attore - dichiara Sgarbi all'Eu­ropeo -, un grande comico, uno dei personaggi più diver­tenti degli ultimi tempi è il giu­dice Cordova. Potrebbe recita­re qualunque parte, la parte del poliziotto, la parte del giu­dice, potrebbe fare anche la parte del mafioso».

6-5-1993 Durante la sua tra­smissione. Sgorbi quotidiani, l'onorevole boccia i prodotti Barilla. E il colosso alimentare minaccia di rompere i contratti pubblicitari con la Pininvest (13 miliardi di lire). Alla fine lutto si risolve con una scusa formale, via video.

13-5-1993 Palazzo Mada­ma. Sgarbi inveisce contro Car­mine Mancuso, senatore della Rete: «Stai zitto bastardo». E poi insulta pesantemente il se­natore Arrigo Boldrini, meda­glia d'oro al valor militare: «Zit­to, assassino».

Il drammatico racconto di Aimonetta Corrado: «Si è subito tolto i pantaloni e le mutande. Diceva che non dovevo parlare del libro» La ragazza ora è a casa, nella sua splendida villa di S. Casciano. Ha un braccio ingessato e trauma cranico

« Mi ha sbattuta contro un muro, credevo di morire» «Si è tirato giù pantaloni e mutande, mi ha aggredita alle spalle, insultandomi. Poi mi ha picchiata, sbat­tendomi in terra e scaraventandomi fuori dal suo uf­ficio». Voleva far leggere il suo romanzo al critico d'arte ed, invece, è finita in ospedale . Aimonetta Corrado con un braccio ingessato e un bernoccolo dietro la testa racconta: «Credevo di morire, pensa­vo c h e non avrebbe mai smesso di picchiarmi».

DALLA NOSTRA REDAZIONE

SILVIA BIONDI

• • KIRKNXi:. Annona, la figlia di 10 anni e mezzo, piange. Graziella, la madre, la supplica di riattaccare il telefono. Lei. Aimonetta Corrado, prima chiede come sia stato possibi­le che la notizia sia già arrivata ai giornali, poi supplica di chiamare domani (oggi, ndr). Sono le 20.30 di una giornata incredibilmente lunga, iniziata alle quattro del mattino al pronto soccorso dell'ospedale San Giacomo di Roma e finita all'ospedale traumatologico toscano di Firenze. Aimonetta

è tornata a casa, nella splendi­da «Villa Poggio ai grilli» di San Casciano, un albergo di elite nel verde delle campagne to­scane, con un braccio ingessa­to ed un trauma cranico su cui i medici si pronunceranno de­finitivamente solo tra 48 ore. «Volevano ricoverarmr a tutti i costi - racconta con un filo di voce al telefono - ho dovuto firmare pervenire via. Per favo­re, non parliamone, sono trop­po sconvolta». Ma Vittorio Sgarbi, da lei accusato di mo­lestie sessuali e di aggressione.

ha parlato. E le ha rivoltato l'accusa contro, l'ha accusata di essere stata lei a molestarlo affinché lui leggesse il suo ro­manzo. Profilo di nuvola.

«Però all'ospedale ci sono fi­nita io - replica Aimonetta, con una ritrovata grinta - Cre­devo di morire. Mi ha picchiata con violenza, ripetute volte. Mi ha preso per il braccio e mi ha fatto letteralmente volare fuori dal suo ufficio, all'hotel Maje­stic. Sono andata a sbattere con la testa contro la parete, poi sono caduta». Tanta vio­lenza perché «voleva lare del sesso e io no. lo ero andata per fargli leggere il mio libro, lui in­vece voleva portarmi a letto».

Il racconto della ragazza parte dalle 21 di giovedì, quan­do e arrivata all'hotel Majestic di Roma, piena di speranze. È bruna, alta, una tipica bellezza italiana. È giovane e ricca, am-mmistratrice della villa-albergo a quattro stelle di proprietà del padre a San Casciano. Una vil­la dove i Corrado vivono da 20 anni e che hanno poi trasfor­

mato in hotel di lusso, con pi­scina e cucina tipica toscana, riservata ad una clientela che cerca il meglio e non ha pro­blemi a spendere. I la 30 anni, Aimonetta. Sposata a dician­nove con un romano, madre a venti. Del suo matrimonio so­no rimaste le ultime due udienze prima del divorzio. In­sieme a sua figlia e all'albergo, in questi anni, ha tiralo su il suo sogno. Un romanzo eclet­tico, con dentro di tutto. Scritto con calma, su fogli spessi. «È diventato una specie di enci­clopedia Treccani», spiega or­goglioso il padre Luciano. Un sogno che, invece di stare chiuso in un cassetto, trova ri­poso in una valigia. Un libro che Aimonetta tratta con la cu­ra che riserverebbe alla sua se­conda figlia, se l'avesse. Per quel romanzo voleva . uno sponsor capace di trasformare la sua fatica in successo. Per raggiungerlo si 6 affidata alla madre Graziella, che, a detta del padre Luciano Corrado, «vanta conoscenze altolocate

a Roma». Quelle stesse cono­scenze che gli hanno permes­so, tempo fa, di telefonare a Vittorio Sgarbi e di ottenere un appuntamento con il vulcani­co ed irascibile critico d'arte.

Giovedì, finalmente, il gran­de giorno e arrivato. Aimonet­ta carica sulla sua Vol"o grigia metalizzata la preziosa valigia, la madre e la figlia e parte alla volta di Roma. Lascia madre e figlia all'hotel Panama e. all'o­ra stabilita, raggiunge il Maje­stic in Uxi. Sgarbi e gentile e in compagnia di amici. L'invita a cena e lei accetta. Dopo cena. tutti insieme, salgono nell'ap-partamento-studio che il enti-co d'arte ha nell'albergo. Par­lano, scherzano, ridono. Fin quando, ormai sul tardi, la compagnia si scioglie. Aimo-netta Corrado e Vittorio Sgarbi restano soli. «Ho preso i fogli dalla valigia, pensavo che fos­se venuto il momento di leg­gerli - ricorda Aimonetta - Ma lui si e subito tolto i pantaloni e le mutande. Gli ho chiesto se

era scemo, gli ho detto che io ero 11 per il libro non per fare il sesso. Lui mi e venuto alle spalle, io cercavo di evitarlo raccogliendo i miei fogli per andarmene. Gli parlavo di "Profilo di nuvola" e lui ha co­minciato ad insultarmi. Diceva che non dovevo parlare del li­bro, che non gli tirava. Che ero cretina e demente e che se lui prima non fa quello, non legge niente, lo ho continuato a dire di no, che non scopavo. Allora ha cominciato a picchiarmi. Mi ha buttata a terra, poi rialza­ta, poi nuovamente buttata a terra. Avevo paura di morire. Sentivo dolore ovunque, tenta­vo di ribellarmi. Poi mi ha pre­so per un braccio, mi ha (atto girare su me stessa e mi ha sca­raventato fuori dal suo ufficio. È così che ho picchiato la testa nella parete». Il resto e la cro­naca della corsa al pronto soc­corso dell'ospedale San Gia­como, la denuncia alla polizia e il ritorno a Firenze.

Un viaggio di ritomo che Ai­monetta ha fatto semisvenuta

sul sedile dell'auto, con la ma­dre che si fermava ai motel dell'autostrada per rifornire di ghiaccio l'asciugamano da bi­dè che si è fatta dare dall'hotel Panama prima di partire. Ad ottanta chilometri da Firenze, la madre ha telefonato al man­to pregandolo di raggiungerle al traumatologico per portare ' a casa la bambina. «Avevo un gran dolore all'avambraccio ed ero molto preoccupata per la botta alla testa - racconta Aimonetta -1 medici mi hanno tenuta sotto controllo lutto il pomeriggio, facendomi tutte le lastre. Poi ho firmato, perché volevo tornare a casa da mia fi­glia». Luciano Corrado ascolta. E tutto il pomeriggio che, insie­me alla nipotina, attende il ri­torno della figlia e della mo­glie. «Quello Sgarbi è un essere putrido - dice - con mia figlia si ò comportato da criminale. L'ha aggredita violentemente solo perché lei non ha soddi­sfatto le sue bramosie di ma­schio».

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Quei pomoshow a Montecitorio È possibile che le accuse dell'aspirante scrittrice Ai­monetta Corrado contro l'onorevole Vittorio Sgarbi vengano valutate, nei prossimi giorni, dall'Ufficio di Presidenza della Camera. Al quale, il presidente Napo­litano si era già rivolto giovedì, dopo le ingiurie del cri­tico d'arte al senatore Boldrini, e considerando anche certi altri suoi atteggiamenti: gli insulti ai magistrati, e gli show a Montecitorio in compagnia di pornostar.

• • ROMA. Raccontano che, giovedì pomeriggio, nei sa­loni del Parlamento di que­sto Paese, l'onorevole Sgarbi cercava di sbollire la tensio­ne accumulata nelle disgu­stose » ore precedenti, in compagnia di una delle sue amiche celebri per le vertigi- . nose minigonne e gli altissi­mi tacchi a spillo. • .••!••-'

C'erano stati momenti di notevole « tensione. Prima, con lo show offerto al Sena­to - nel pieno del dibattito sull'autorizzazione a proce­dere nei confronti di Giulio, Andreotti - per insultare Ar­rigo Boldrini, senatore del -Pds, medaglia d'oro al valor militare, capo partigiano; al ; quale aveva gridato: «Stai zit­to tu, assassino! SI, tu sei un • assassinooooo!». E poi, alla Camera, dove aveva tentato un bis. intervenendo nel di­battito che ha preceduto il voto per l'abolizione dell'im­munità, e che invece lui. Sgarbi, aveva difeso, argo­mentando forte del tradizio­nale, feroce sbraitare. • . ,

Insomma, un giovedì par­lamentare di ; straordinari tacchi a spillo e terribili in­sulti, con mille provocazioni e accanto il solito paio di tet­te al vento dell'amica di tur­no esibita a Montecitorio,

per poi finire in via Veneto, all'hotel Majestic, nella cele­bre suite da un milione a notte, la sua «casa» romana ormai da più di due anni, su al secondo piano, dove l'a­spirante scrittrice Aimonetta Corrado racconta di essere stata molestata sessualmen­te, e picchiata.

Un giovedì di cui però si continuerà a parlare: sicuro. Le accuse di Aimonetta Cor­rado rischiano infatti di ave­re un peso importante an­che nella discussione che il presidente della Camera, Giorgio Napolitano, ha chie­sto di avviare all'Ufficio di presidenza della Camera, subito dopo gli insulti che Sgarbi aveva rivolto, dalla tri-bunetta del Senato, ad Arri­go Boldrini.

Giorgio Napolitano, nella lettera inviata a Vittorio Sgarbi, oltre a esprimere la sua «vivissima deplorazio­ne», per «un comportarnento incompatibile con elemen­tari doveri di correttezza che ogni deputato deve sentirsi obbligato a osservare», an­nuncia di aver invitato l'Uffi­cio di Presidenza a prendere in considerazione anche «fatti e comportamenti che sollecitano un esame che va al di fuori delle ipotesi speci­ficatamente sanzionate dal

Il deputato liberale Vittorio Sgarbi; sotto, il critico invitato da un commesso del Senato a lasciare l'aula dopo gli insulti

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regolamento». Napolitano, appare suffi­

cientemente chiaro, si riferi­sce ai comportamenti, sem­pre prossimi all'esagerazio­ne, per i quali Vittorio Sgarbi è diventato famoso. Come le rituali e indiscriminate dosi di insulti rivolte ai colleglli parlamentari e ai magistrati dallo schermo televisivo, e con particolare frequenza da quello di Canale 5, nel corso della sua trasmissione: «Sgarbi quotidiani».

E tuttavia probabile che, nel calderone dei comporta­menti non adeguati a un de­putato, finiscano, adesso, anche queste accuse pesan­ti di molestie sessuali.

L'impressione che l'ono­revole e critico d'arte Vitto­rio Sgarbi abbia superato ogni limite è, a questo pun­

to, piuttosto diffusa. Certo, le complicate vicende politi­che delle ultime settimane non lasciano al professore eccessivo spazio, attenzio­ne; perchè più gravi e impel­lenti paiono giustamente al­tri problemi. Ma intanto il deputato del Pds Valerio Calzolaio spera che «Vittorio Sgarbi trovi il coraggio di di­mettersi». E non solo: «Spero ' pure che i consiglieri comu­nali di San Severino Marche, la cittadina di cui il critico d'arte è sindaco, votino la sfiducia nei suoi confronti e promuovano rapidamente elezioni anticipate».

Il senatore della Rete, Car­mine Mancuso - uno dei se­natori rimasti coinvolti nella «rissa» dialettica scatenata giovedì - è invece molto più sintetico: «Basta con questi

istrioni che a suon di miliar­di guadagnati facilmente, fanno i giullari del regime...».

Poi una certa indignazio­ne generale, un senso di nausea per quel «modo arro­gante e insolente» di fare po­litica, di imbrattare la politi­ca. E per quei tacchi a spillo. Che finora ha però respinto, con composta durezza, solo il deputato del Pds Chicco Testa.

Accadde alcune settima­ne fa, e fu una scena assai spiacevole. Con la pornostar Milly D'Abbraccio che cer­cava di avventarsi addosso a Chicco Testa per cingerlo con una poderosa stretta, e lui, il deputato, che l'allonta­nava prima allibito, e poi stizzito. «Ma chi è lei?... Ma vada via, s'allontani, la pre­go......

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FU „i„aÌO in Italia Sabato mawjio 1993

«Giallo» sui prossimi esami di Stato Il ministero ha scordato una materia In compenso ha previsto docenti diversi per storia e letteratura italiana

Sotto accusa il calcolatore centrale Il ministero ipotizza rimedi d'emergenza Cgil: «E vorrebbero organizzare la riforma?» I presidi: «Non spariamo sui cadaveri... »

Maturità, pasticcio nei licei scientifici «Dimenticati» i commissari di scienze. Colpa del computer? «Giallo» sugli esami di maturità nei licei scientifici: il ministero ha scordato di prevedere i commissari per scienze naturali (materia degli orali). In compenso, per storia e italiano ci saranno due docenti diversi. Errore «umano»? Forse. Ma l'ipotesi più accredita è quella del «tilt»: si sarebbe, cioè, sbagliato il compu­ter. Il ministero conferma tutto ed è in difficoltà. Cgil e Associazione presidi sul piede di guerra.

CLAUDIA ARLETTI

• i ROMA. Al ministero del­la Pubblica istruzione i vulca­ni non devono piacere, né forse son gradite costellazio­ni e fasi lunari: sì, perché gli uffici di Roma, per i prossimi esami di maturità, hanno «di­menticato» di prevedere i commissari di scienze natu­rali. I licci scientifici, perciò, in questo momento si trova­no con un docente di meno: hanno quelli di stona, italia-

"no, matematica e lingua stra­niera; ma per scienze natura­li, niente.

Negligenza? Infortunio? O, sotto sotto, un motivo logico c'è? Pare, in realtà, che si trat­ti di un errore dell'elaborato­re centrale, sorta di elefante elettronico, vecchiotto e un

po' scombinato, che di tanto in tanto dà forfait.

L'ipotesi del tilt non è pe­regrina; e la suffraga un'altra stranezza. Accade che fra le materie d'esame sia compre­sa anche storia. Nulla d'inso­lito, in questo: è successo mille altre volte. Però, qual­cosa non va. Il professore d'i­taliano (presente comun­que) . generalmente, interro­ga gli studenti anche in sto­ria. Un solo docente, perciò, «copre» le due materie. È sempre stato cosi. Ma que­st'anno, no. Tutto cambiato. Inspiegabilmente, dal mini­stero è arrivato l'ordine che un docente si occupi di storia e un altro di italiano.

Una commissione d'esami di maturità

A questo punto, se di erro­re elettronico si tratta, biso­gna dare atto al calcolatore di avere cercato in tutti i mo­di un rimedio: avendo previ­sto un docente di troppo, per fare quadrare i conti ha tolto di mezzo una materia.

Ufficialmente, però, non c'è niente di certo, Nella sede del ministero, ieri, si respira­va lo smarrimento. Tanti «for­se», molti «chissà» e, infine, la conclusione. «A pensarci be­ne, la commissione è ugual­mente perfetta, basterà ricor­

rere al membro aggregato...». Basterà, cioè, che i presi­

denti di ciascuna commissio­ne d'esame nominino di per­sona (scavalcando gli uffici romani), un professore abili­tato per interrogare gli stu­denti in scienze naturali.

Soluzione estrema, que­sta, che farebbe del liceo scientifico un caso unico; sa­rebbe il solo ordine di studi ad avere sei commissari, in­vece dei cinque regolamen­tari. E c'è un altro problema. All'espediente del «membro aggregato', si ricorre in rari casi: quando un docente, du­rante gli esami, si ammala: o magari quando la classe è bi­lingue...

Insomma, è un salvagente per le emergenze. Ora, inve­ce, bisogna rimediare a un vuoto generalizzato, che ri­guarda tutta Italia, dal Pie­monte alla Sicilia: sono inte­ressati circa 6-10 licei, ovvero migliaia di studenti. Doman­da: 6 logico applicare una «toppa» a un pasticcio di que­ste proporzioni?

La Cgil e l'Associazione nazionale presidi sono già sul piede di guerra. E lancia­no un appello a Rosa Russo Jervolino, responsabile della Pubblica istruzione, perché dia l'ordine di rifare l'elenco dei commissari. Giorgio Rembado, presidente del-l'Anp, ha detto: «Non vorrei sparare sui cadaveri, cioè sul

ministero, ma questo è pro­prio troppo. Ora, comunque, bisogna rimediare. E, poiché la maturità è ancora lontana, mi pare ci sia il tempo per ri­mettere mano all'elenco. De­vono essere revocati dei commissari e nominati quelli di scienze naturali. Anche perché l'ipotesi del "membro aggregato" comporta dei co­sti aggiuntivi. In uno Stato che si rispetti, pagherebbero i responsabili dell'errore. Poi­ché in Italia ciò non accade, che almeno si evitino nuovi danni all'erario...».

E il segretario della Cgil-scuola, Emanuele Barbieri: «Che roba. E questo sarebbe il ministero che vuole rifor­mare la maturità? Ogni com­mento mi pare superfluo. Pensiamo, invece, a cosa si deve fare per trovare una so­luzione. Le commissioni, pri­ma degli esami, devono es­sere al completo. Non si pos­sono combinare pasticci su queste cose. E c'è anche un interrogativo: nessuno ha considerato che scienze na­turali, nel liceo scientifico, è una materia importantissi­ma?».

Camion-manifesto leghista sequestrato Viola; il codice

DAL NOSTRO INVIATO MICHELESARTORI

• • VERONA Fino all'altro giorno, se giravate per la bassa veronese, era quasi inevitabile incappare nel furgone del si­gnor Aio, impegnato a traspor­tare latte dalle stalle alla cen­trale. Impossibile confonderlo. Più che un camioncino pareva un comizio a quattro ruote. Scritte cubitali sul muso, sulle fiancate, sul retro. «La Lega ce l'ha duro» «Repubblica del Nord». «Paga e tasi. mona». •Comune demaliosizzato». «Lega Nord». «La Lega ce l'ha duro». Un supplizio, stargli die­tro in colonna nelle stradine attorno a Bovolone. Dall'altra mattina il Carroccio diesel è malinconicamente spento e parcheggiato in un deposito. Sequestrato dai carabinieri, che promettono: «Finché quel­le scritte non spariscono, in strada non toma». Ma Antonio Roberto Aio, il padroncino tra­volto da un'attrazione fatale per Bossi, ne fa una questione di principio: «Mai. Piuttosto sto senza lavorare». E si è rivolto ai legali della Lega. Ce l'ha duro o no? «Boh. Vediamo un pòchi ce l'ha più duro», scrolla le spalle il maresciallo che co­manda la stazione carabinieri del paesotto. È un romano dde Roma. Aio si è lascialo scappa­re, con un giornalista: «Stavolta i carabinien si sono comportati da terroni». Il maresciallo sor­vola: «A me personalmente non l'ha mai detto. Mica mi of­fenderei. Mio fratello, carabi­niere pure lui, ha una moglie bosniaca». Come dire, fatta la media... «Ad ogni modo la po­litica non c'entra. Avesse scril-to ABCDE sarebbe lo stesso. Questo è un problema di sicu­

rezza stradale». Insomma, quel furgone-manifesto nschia di distrarre gli automobilisti, ma­gari di provocare incidenti. Lo scontro va avanti da un anno. Racconlo del carabiniere: «Ha comincialo a scriverci Lega Nord, poi ha aumentato le scritte. Il nuovo codice della strada parla chiaro. Articolo 23: scritte, insegne luminose o rifrangenti sono consentite "purché sia escluso ogni ri­schio di abbagliamento o di­strazione dall'attenzione nella guida per i conducenti di altri veicoli". L'ho avvisato più volte di toglierle». Lui, invece, ne ag­giungeva di nuove, ritagliando lelteroni di carta adesiva bian­ca. Qualche giorno fa la prima multa: mezzo milione. L'enne­simo battibecco- «Ed ora le to­gli?». «No. E non pago». Ovvio, non ò «mona». Denuncia alla procura della pretura. Diffida scritta del giudice Mariella Fi­no, in base all'articolo 650, «inosservanza di provvedimen­ti dell'autorità». Ma Aio, niente. «È una questione di principio. Qui è in ballo la libertà di pen­siero, di espressione, di opi­nione». «Togline almeno qual­cuna», ha provato a contrattare il maresciallo, «hai solo quel furgone per lavorare, guarda che rischi il sequestro». Figu­rarsi. Insomma, l'altra mattina il cannoncino è finito in prigio­ne. «Se Aio viene qui ed elimi­na le scritte, glielo dissequestro subito, appena ha finito. Se in­siste rischia la confisca». Il le­ghista però è un duro. Già si era fatto sequestrare l'u'iUno-bile dai carabinieri nel 19S5: l'aveva avvolta in un bandiero-ne del Verona Calcio.

La gita da Ravenna a Firenze con la sua classe è stata un incubo. Intervengono i giudici?

Non c'è posto in treno per Diletta Quindicenne disabile umiliata e offesa Arroganza e umiliazione sul treno. Per una ragazzi­na disabile di 15 anni di Ravenna, la gita a Firenze con la sua classe, si è trasformata in una sequenza di disagi e offese gratuite. Nonostante la madre avesse svolto tutte le pratiche per avere il vagone per disabili. Diletta non ha trovato nemmeno un posto a sedere. Al compartimento di Firenze prendono tem­po ma potrebbe intervenire la magistratura.

DALLA NOSTRA REDAZIONE GIULIA BALDI

M FIRENZE. Un intercity pie­no zeppo. Tanta gente è stipa­ta nei vagoni, troppa. Non ci sono più posti, nemmeno in piedi sul predellino. Non c'è posto neanche per Diletta. E nemmeno per la gentilezza e la cortesia. Anche se sarebbe un gesto dovuto. Diletta è una ragazzina di Ravenna venuta a Firenze il 1 maggio scorso, per un giorno soltanto, in gita con la sua classe. Diletta è giovane, ha 15 anni, potrebbe benissi mo stare in piedi, Ma è anche disabile, cammina malissimo.

Costretta su una sedia a rotelle è seguita passo passo dalla sua mamma, Manuela Minguzzi. La donna ha premura di svol­gere tutte le formalità necessa­rie per permettere alla figlia di viaggiare in treno comoda­mente: fare i biglietti, spedire i telegrammi per avvertire per tempo le Ferrovie dello Stato di prevedere carrozze per disabili e per far si che nelle stazioni di arrivo e di partenza ci sia il per­sonale per aiutare la figlia a sa­lire e scendere dal treno.

Diletta ha diritto a tutte que­

ste cose. Ma a Firenze non le ha trovate. E quando la madre, insieme ai suoi professori, le ha chieste al macchinista e al capotreno, è stata trattata in malo modo. Cosi il viaggio da Firenze a Bologna, iniziato alle 18.14 del 4 maggio, si è Irasfor-mato in un incubo umiliante di pieno di offese e sgarbatezze. Arrivata a Ravenna, la donna ha sporto reclamo alla Polfer. Poi ha scritto una lettera di protesta in cui racconta l'incre­dibile vicenda ai direttori com­partimentali delle Ferrovie di Firenze e di Bologna. La storia ha dell'incredibile. All'arrivo a Firenze la donna si era accer­tata che tutto fosse in regola per il rientro. E le è stato garan­tito che tutto era a posto, ba­stava che si fosse presentata un mezz'oretta prima della partenza del treno.

Alle 17.30 la mamma di Di­letta si presenta alla stazione dove le indicano il binario do­ve l'intercity 536, con i 33 posti

prenotati per l'intera scolare­sca, sarebbe partito per Bolo­gna, e da II a Ravenna. 1 facchi­ni sollevano madre e figlia in­sieme perchè la carrozzina era più larga della passerella. In­fatti quel vagone non era adibi­to al trasporto degli invalidi. Non solo: non c'era un posto a sedere nemmeno a pagarlo oro. Né per Diletta né per i suoi compagni (eppure avevano prenotato i posti). La gente era stipata dappertutto, anche nel corridoio. La donna viene la­sciata in cima alle scalette, con la figlia di 70 chili da sorregge­re insieme ad un insegnante e la sedia a rotelle piegata. Im­possibile aprirla in quella cal­ca. Si avvicina l'ora della par-lenza e comincia la caccia a un posto a sedere, qualunque esso sia, per Diletta. Un inse­gnante scende dal treno per cercarlo in altri vagoni. Ma è seguito dal macchinista che, si legge nella lettera, lo sollecita a salire e poi segnala al capo

treno che si può partire. «Le la­scio immaginare - scrive la donna - sperando lo vorrà fa­re, in quali condizioni ero quando, messosi in movimen­to il treno, sono stala costretta a reggere il peso di mia figlia». Di questo particolare, proba­bilmente si occuperà ma magi­stratura. Comunque racconta ancora la donna, poco dopo l'uomo torna indietro e, veden­dola molto adirata, trova un posto per Diletta.

A questo punto la donna va a cercare i due ferrovieri cam­pioni di cortesia. A tutti e due chiede nome e spiegazioni ma ottiene risposte arroganti e del­le generalità nemmeno a par-lame. Cosi ha deciso di scrive­re la lettera. Al compartimento di Firenze nessuno si vuole sbi­lanciare: dicono di aver ricevu­to la lamentela da mezz'ora appena. Che faranno gli accer­tamenti necessari per capire quanto è accaduto e chi sono i ferrovieri. «Ma ci vuole un po' di tempo», dicono.

A- ?&v- •., -*, "" :KTS; : ^ >fi. f>H Caglian. Un pensionato ucciso, la condanna del nipote Poi una confessione e un nuovo «colpevole». Ma ha un alibi di ferro. Il caso Costa è riaperto

Due «innocenti» per un delitto Un pensionato viene ucciso per rapina. Viene arre­stato e condannato il nipote. Poi spunta fuori un tos­sicodipendente che si autoaccusa dell'omicidio, e consente la scarcerazione del condannato. Ma la confessione è falsa, il caso è riaperto. Da un colpo di scena all'altro, l'omicidio di Emanuele Costa, è sempre più un giallo. E adesso il primo accusato, Pi­no Costa, potrebbe tornare in carcere.

DALLA NOSTRA REDAZIONE PAOLO BRANCA

• • CAGLIARI. La prova decisi­va, un biglietto di nave. Linea Cagliari-Civitavecchia, data 31 gennaio 1990. Quel giorno, in un piccolo appartamento dej quartiere San Benedetto, veni­va commesso un omicidio: un anziano pensionato, Emanue­le Costa, ucciso con un pugno durante un tentativo di rapina. Il biglietto di nave è appunto la prova che scagiona il presunto assassino, Massimo Tolu, 27 anni, ex tossicodipendente in «recupero» in una comunità della provincia. Anzi, la prova che lo incastra. Perchè di quel delitto il giovane si è accusato spontaneamente, dopo che la

• giustizia aveva già trovato e condannato il (presunte) re­sponsabile, Pino Costa, '12 an­ni, nipote della vittima. E ora il

«non reo»-confesso, è in carce­re con l'accusa di «autocalun­nia e calunnia» (aveva chia-

• malo in causa infatti un com­plice come mandante della ra­pina), mentre l'altro rischia di tornarci per scontare la con­danna a 12 anni per omicidio preterintenzionale.

Il caso Costa cosi torna in al­lo mare. Uno strano giallo, con un innocente di troppo. O for­se no: perchè non è detto che l'uscita di scena del tossicodi­pendente richiami automati-camnetc in causa il primo col­pevole. Pino Costa. Potrebbe esserci, insomma - come ipo­tizza il difensore di Costa, l'av­vocato Leonardo Filippi - un terzo uomo, forse il vero bene­ficiario della falsa confessione. Ma per quale motivo? Soldi, af­

fetti? Nel primo interrogatorio nel carcere di Buoncammino, Massimo Tolu non ha sciolto gli interrogativi: anzi avrebbe ripetuto al sostituto procurato­re Mariano Fadda. l'iniziale versione dei fatti, cioè che è lui l'assassino (involontario) del pensionato.

Un piccolo passo indietro, fine dicembre '92. Pino Costa è già due mesi nel carcere-lager (secondo la sua definizione) di Buoncammino, dove dovrà scontare una condanna (defi­nitiva) a 12 anni. Ce l'hanno mandato tre sentenze di fila e (soprattutto), la testimonian­za di una studentessa universi­taria che sostiene di averlo vi­sto nel palazzo del pensionato la sera del delitto. E lui, dopo essersi proclamato sempre in­nocente, è ormai rassegnato a scontare una pena ingiusta. Ma una sera, nello studio del suo legale, l'avvocato Filippi, si presenta un giovane, Omero Etzi, che dice di conoscere il vero assassino: si tratta di un suo amico, Massimo Tolu ex tossicodipendente, ospite di una comunità religiosa a Mor-gongion. provincia di Cagliari. L'avvocato informa subito la Procura, che mette a punto la

«trappola» per il presunto kil­ler. Attraverso un microfono-spia, applicato ai jeans di Etzi. viene registrata una conversa­zione tra i due amici, proprio sull'omicidio del pensionato. Tolu ripete all'amico il raccon­lo del delitto. Un caso di mito-mania? Diversi elementi lanno pensare di no: tra l'altro il rife­rimento ad una radio dalla for­ma insolita (a pistola) che il giovane avrebbe portato via in tutta fretta, dopo aver colpito con un pugno il pensionato sull'uscio dell'appartamento. Incastrato, e - cosi dice - in preda ad una crisi di coscien­za, Massimo Tolu, accetta di ri­petere la sua confessione da­vanti agli inquirenti. E poi per­sino davanti alle telecamere tv, in una spettacolare conferenza stampa-confessione, nello stu­dio del suo avvocato Ariuccio Carta, ex ministro de.

Ma tutto questo non basta a far uscire di galera Pino Costa. Perchè la confessione del «ve­ro» colpevole sia considerata nuova prova ai fini della revi­sione del processo Costa, oc­corre che anche la nuova con­danna passi in giudicato: cosi argomenta la Procura generale di Cagliari, E in tanti insorgo­no: avvocati, giuristi, giornali­

sti, parlamentari. Probabil­mente anche di Ironte alla pressione dell'opinione pub­blica, la Corte d'appello di Ca­gliari decide qualche giorno più tardi - siamo allo scorso 12 marzo - di sospendere l'esecu­zione della pena e quindi di scarcerare Costa. Ma non sulla base della confessione di Tolu: la nuova «prova» ammessa dai giudici per l'eventuale proces­so di revisione è una testimo­nianza, mai resa prima, della madre dell'imputato, che so­stiene che il figlio era con lei nelle ore del delitto.

E adesso? A rigore di legge, per Costa non cambia nulla: «La sua posizione - ripete l'av­vocato Filippi - è formalmente indipendente da quella di Mas­simo Tolu». Ma è evidente, che il ricorso della Procura genera­le contro la sua scarcerazione adesso sarà esaminato sotto una nuova luce. La Corte di Cassazione deciderà Ira tre settimane, il 9 giugno. E non è più cosi scontato che si faccia il processo di revisione. Pino Costa, l'innocente finito in ga­lera e sulle pagine di tutti i gior­nali, ammette di avere paura: «Questo fatto nuovo mi ha sconvolto, mi sento un perse­guitato...».

Fermato al Foro Italico con una valigia piena di coltelli

Lo hanno bloccato all'esterno dello Stadio del tennis al Foro Italico, mentre erano in corso gli Internazionali d'Italia. Her­bert Uebele, tedesco, si era fat­to notare per il suo abbiglia­mento eccentrico e l'atteggia­mento «stravagante». Agli agenti del servizio d'ordine,

l'uomo ha risposto di chiamarsi James Bond. Era senza docu menti, con frasi sconnesse ha cercato di spiegare dove era allog­giato, e rintracciato l'albergo, nella sua stanza sono stati scoperti una valigelta che conteneva dei coltelli, una parrucca, una foto della tennista argentina Sabatini e due biglietti di prima fila per domani. La vigilanza è stata notevolmente ralforzata, dopo l'ag­gressione a Monica Seles ad Amburgo ( nella foto).

Il regista annuncia querele

Salvatores furibondo «Non ho mai chiesto soldi per andare nelle scuole» • • ROMA. «Quattro milioni per un seminario in una scuola? Neanche per sogno, ho partecipato a tanti dibattiti recentemente, ma per parla­re non chiedo una lira, non la considero una prestazione». Gabriele Salvatores nega di aver chiesto agli studenti del liceo romano «Orazio» quat­tro milioni di lire per parteci­pare a un seminario, e an­nuncia di aver chiesto un ri­sarcimento danni a «La Stam­pa» «per l'uso che ha fatto di questa "notizia"».

Contro la parola del regi­sta, che ha vinto l'Oscar con Mediterraneo, c'è quella di un ragazzo del liceo «Orazio», Gabriele Paolini, che con un comunicato stampa ricostrui­sce la vicenda. «Lo scorso an­no incontrai il regista Gabrie­le Salvatores e gli domandai di partecipare ad un incontro nella scuola - spiega lo stu­dente -. Mi rispose che non c'erano problemi, ma perve­nire a scuola voleva <1 milio­ni».

Il ragazzo, che è un appas­sionalo di cinema e organiz­za ogni anno seminari e in­contri con i registi, ha raccon­talo l'episodio ad una giorna­lista del quotidiano «La Stam­

pa» in occasione di un semi­nario con Nino Manfredi che si è tenuto nel liceo il 5 mag­gio e il giorno dopo Gabriele Salvatores ha potuto leggere sul giornale quanto sostene­va il ragazzo. «Non volevo as­solutamente offuscare l'im­magine di un regista come Salvatores - spiega il ragazzo -. La mia voleva essere una semplice dichiarazione (alta ad una giornalista di mia co­noscenza perché mi ero me­ravigliato di come dei giovani autori italiani non avessero il desiderio di partecipare a in­contri con gli studenti».

Gabriele Salvatores co­munque nega, e si dice disgu­stato poiché «il fatto è gravis­simo, soprattutto in un mo­mento in cui è fondamentale distinguere tra chi sbaglia e chi cerca più o meno latico-samente di comportarsi in maniera corretta». Il regista afferma poi che ha intenzio­ne di devolvere il risarcimen­to danni ai centri sociali auto­gestiti. «I ragazzi del Leonca-vallo, del Conchetta, del Fa­ro, del Forte Prenestino e del­l'Officina 99 preparino un bell'elenco di cose che gli servono...», ironizza Salvato­res.

Un pregiudicato a Salerno Per vendicarsi violenta il convivente dell'ex moglie

M SALERNO Ha sequestralo e violentalo il convivente della sua ex moglie. Gerardo Pa-gnotli, un pregiudicalo di Sia­no, è stato arrestato dai carabi­nieri di Mercato San Severino e Castel San Giorgio, con l'accu­sa di violenza carnale, minac­ce e detenzione abusiva di ar­ma da fuoco. Le cose sarebbe­ro andate cosi; giovedì sera a Salerno, verso le 22, Pagnotti ha avvicinato il giovane M.R., di 23 anni, di Pisciotta, che convive con la moglie del pre­

giudicato Antonietta De Maio. Lo ha costretto a seguirlo ir.

- macchina e. raggiunta una collinetta nei pressi del Trivio di Castel San Giorgio, ha co­stretto minacciandolo con la pistola.M.R. a subire violenza. A questo punto, non si sa bene come, il ragazzo è riuscito a fuggire, quindi, terrorizzalo e dolorante è andato alla caser­ma dei carabinieri dove ha de­nuncialo Gerardo Pagnotti. Il violentatore è ora nel carcere di Fuorini.

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Dramma Bosnia

~ ~ ".~~~,. T7 nel Mondo """"7" Il presidente aveva convocato un'assemblea interparlamentare per cercare di ottenere un sostegno al piano di pace Vance-Owen Il leader ultra Seselj abbandona l'aula con i suoi per protesta Riprendono i combattimenti con i musulmani a Brcko

I fratelli serbi snobbano Milosevic Fallisce il summit di Belgrado, oggi referendum di Karadzic A Belgrado i deputati serbi e montenegrini approva­no una risoluzione favorevole al piano Vance-Owen per la Bosnia. Prima del voto gli ultranazionalisti di Seselj abbandonano l'aula per protesta. Oggi il pia­no Vance-Owen sarà sottoposto al giudizio degli elettori nel referendum voluto da Karadzic per otte­nere l'avallo popolare al no pronunciato dal Parla­mento di Pale. Combattimenti a MostareBrcko.

ma BELGRADO I serbi di Bo­snia votano oggi e domani nel referendum indetto sul piano Vance-Owen dal loro Parla­mento. Il quale punta su que­sto pronunciamento popola­re per ottenere una sorta di sanzione al proprio no, pro­nuncialo una settimana fa nella drammatica riunione a Pale. In quella seduta esplose il contrasto con Belgrado, i cui leader tentarono invano di indurre i serbo-bosniaci ad un atteggiamento di maggio­re realismo.

Quella frattura si è ripercos­so ieri nella profonda divisio­ne emersa fra i dirigenti politi­ci di Serbia. Il partito radicale, cioè la formazione politica ul-tranazionalista di Voislav Se-

sel|. si 0 clamorosamente dis­sociato dal sostegno che la maggioranza dei parlamenta­ri della piccola Jugoslavia (Serbia e Montenegro) ha espresso verso il piano Van­ce-Owen per la Bosnia.

Seselj ed i suoi hanno ab­bandonato l'aula al momento in cui è stata messa ai voti una dichiarazione che definiva quel piano «la sola soluzione proposta dalla comunità in­ternazionale per mettere fine ai combattimenti». «Esso -si affermava nel documento-co-stituisce una buona base per regolare con dei negoziati tut­ti i contrasti».

A quel punto, usciti tutti i deputati radicali, la dichiara­zione e stata approvata «all'u-

II presidente serbo Milosevic, il presidente della Federazione Cosic e quello del Montenegro Bulatovic

nanìmità», informa l'agenzia Taniug. Magra soddisfazione per il presidente serbo Milo­sevic, il suo omologo monte­negrino Bulatovic. ed il capo di Stato federale Cosic. La lo­ro iniziativa nell'insieme si e dimostrata fallimentare.

E non solo per la «diserzio­ne» di Seselj. In ongine, se­

condo la proposta fatta da Mi­losevic, la riunione avrebbe dovuto essere estesa anche al parlamenti serbi di Bosnia e di Croazia. Ma il primo ha ri­fiutato di partecipare, il se­condo si ò limitato ad inviare cinque osservatori.

Inoltre a Belgrado ieri era­no attesi settecento deputati.

tanti quanti fanno parte dei tre parlamenti (serbo, monte­negrino, federale), e si sono presentati solo 370.

Infine, i promotori della riu­nione avrebbero preferito va­rare una risoluzione che non si limitasse ad approvare il piano Vance-Owen, ma esor­tasse i serbi di Bosnia a fare

altrettanto. E invece nel testo alla fine adottato, l'incitamen­to a questi ultimi non compa­re affatto Ad ogni modo in serata i capi dei serbi di Bo­snia hanno duramente criti­cato la dichiarazione appro­vata dall'assemblea svoltasi a Belgrado: «Questa assemblea non ha portato alcun impor­tante contributo. Specialmen­te se si considera che un con­sistente gnippo di deputati ha abbandonalo la riunione». Cosi ha detto il presidente dell'autoproclamato parla­mento dei serbi di Bosnia, Momcilo Krajisnik alludendo al plateale gesto compiuto dai nazionalisti radicali gui­dali da Seselj. La dichiarazio­ne inoltre, ha aggiunto Krajisi-nik, non e stata nemmeno di­battuta.

La consultazione di questo fine- settimana nei territori bosniaci controllati dai serbi è molto attesa, benché offra poche garanzie di legalità- sia per i combattimenti in corso, sia perche nemmeno si sa quanti siano gli elettori.

Le previsioni generali sono per una vittoria del no al pia­no di pace. Ma non lutti dan­no per scontalo un esito del

genere Ad esempio il primo ministro greco, Conslantm Mitsotakis. che ha inviato un messaggio ai serbi di Bosnia, invitando l'elettorato ad ac­cettare il piano di pace

Il referendum si svolge mentre la guerra riesplode in tutta la sua virulenza. Radio Sarajevo ha riferito ieri che a Mostar proseguivano i com­battimenti tra musulmani e croati. Un incontro, avvenuto nella Erzegovina occidentale, tra i comandanti delle due parti contrapposte, il musul­mano Sefer Halilovic e il bo­smaco-croato Milivoje Pelko-vic. non è servito a pervenire a un accordo di cessazione del fuoco. Le stesse forze combattono anche nella Bo­snia centrale, mentre, per la prima volta da domenica scorsa, i serbo-bosniaci han­no preso a bombardare Brc­ko. La località si trova nel punto più stretto (circa cin­que chilometri) del «corri­doio della Sava», che collega la Serbia con le regioni serbe della Croazia e della Bosnia. I serbo- bosniaci hanno le loro posizioni nel mezzo dell'area, a nord vi sono i croati e a sud i musulmani.

«Nessuno Scud in Serbia»

Il ministro Fabbri teme più l'insidia del terrorismo «Sarebbero atti di guerra» M MODKNA Guardali dagli all.irmi.smi e dalle sottovaluta­zioni Questa la filosofia enun­ciata ieri dal ministro Fabbn, di fresca nomina alla dilesa che, di fronte all'insistenza delle vo­ci che attribuiscono alla Ki-de-razione serbo-montenegnna un piccolo arsenale missilisti­co di media gittata ha chiesto ai servizi italiani e alleati un supplemento di indagine. L'u­nico missile di cui e accertala la presenza nell'area ex jugo­slava è il Frog, con gittata di 90 chilometri, Il ministro della Di­fesa italiano Fabio Fabbri rassi­cura ancora una volta, questa volta utilizzando la tribuna del­l'accademia militare di Mode­na. Il ministro e, invece, più preoccupato dai «nschi legati ad atti di terrorismo», minaccia più realistica e insidiosa, aveva detto giovedì alla Camera, e af­ferma che «azioni terroristiche rappresenterebbero azioni di guerra e come tali non potreb­bero restare senza nsposta». Il ministero degli Interni ha rad­doppiato, per far fronte a que­sta eventualità, la vigilanza.

Non ci sono, dunque ordigni capaci di raggiungere il nostro territorio insiste ti ministro an­che se da più lonti si insiste a parlare di Scud o SS-20 in do­tazione dell'arsenale serbo. Ma, per ogni evenienza, «tenia­mo pronti tutti i mezzi di neu­tralizzazione di cui disponia­mo». Inoltre, ha detto il mini­stro, «la vigilanza sarà conti­nua, anche per non escludere che domani possa essere ac­quisito ciò che non c'è oggi» Sempre dal ministro è venuta

la smentita a notizie diìfuw dal Tgl secondo cui lo stato mag­giore serbo sarebbe in posses-so di SS-20. «Ap|)are del lutto sorprendente e irreale, contra­ria a tutti gli accertamenti - ha detto - la notizia secondo cui l'esercito serbo-montenegrino sarebbe in possesso di quelle testate». Insomma le intimida­zioni e le notizie vanamente diffuse sarebbero parte di una sorta di controffensiva psicolo­gica volta a suscitare paura. Di questa opinione anche opinio­ni anonime emerse dal diparti­mento di Stato americano che considerano le minacce parti­le dalla Serbia «poco credibili tanto più che non vengono dai dingenti serbi ma da frange estremiste» Dal dipartimento di Stato Usa arriva anchela conferma di quanto dicela Di­fesa italiana. «Non abbiamo nessuna prova credibile per pensare che la Serbia o i ser­bo-bosniaci abbiano Scud o altri missili a media gittata».

Tranquillizza anche, secon­do l'opinione di Fabbri, il fatto che nell'Adnatico vi sia uno spiegamento di mezzi senza precedenti che, «se necessa­rio», concorrerebbe alla difesa delle nostre coste di fronte al­l'eventuale minaccia costituita dai missili ss-2 installati sul na­viglio serbo. Alla Camera, gio­vedì. Fabbri aveva definito i cri­teri ispiratori del ministero del­la Difesa come improntati «alla prudenza, lealtà verso gli allea­li, responsabilità». Il contrano. aveva sostenuto Fabbri, del-l'«interventismo che qualcuno sulla stampa ci artnbuisce».

Il presidente americano si dice disposto ad autorizzarli solo nel quadro di una strategia per riarmare i musulmani È prevalsa la preoccupazione di vedersi trascinare dopo eventuali bombardamenti in un'altra serie di azioni «non desiderabili»

Clinton lascia cadere l'ipotesi di raid aerei «Inutile bombardare se manca una strategia per rie­quilibrare le forze in campo». Frustrato dalla «fluidi­tà» della crisi nell'ex Jugoslavia, e dai no europei, Clinton si dice pronto a considerare opzioni «meno estreme» rispetto a quelle che avrebbe preferito. Ma obtorlo collo, senza molta convinzione. Rilancian­do in sostanza la proposta di puntare al riarmo dei musulmani, già bocciata dagli alleati.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE SIEGMUND QINZBERQ

• • NEW YORJC Contrordine. Niente bombardamenti Usa in Bosnia se non si inseriscono in una più vasta strategia per rie-quilibrarc le disparità militari sul campo, dar tempo ai mu­sulmani bosniaci di riarmarsi. Alla domanda se ritiene di po­ter raggiungere l'obiettivo del ^equilibrio con i blitz aerei da soli se continua ad avere le mani legate dal veto europeo sulla fine dell'embargo per le armi, la risposta di Clinton è un secco no: «lo penso che il mi­glior uso della (orza acrea sia

quello che ho delineato, e non sono in questo momento in fa­vore di altre opzioni». No per­chè l'esperienza, anche quella della guerra nel Golfo, ha mo­strato che i bombardamenti da soli servono a poco. «La mag­gior parte della gente che ha tanto fede (nei bombardieri Usa) non risiede negli Stati uniti», ha osservato en passant. No perché se i blitz aerei non fanno parte di una «strategia integrata», si rischia che i bom­bardamenti «trascinino ad una serie di altre opzioni che non

vogliamo». Insomma, o bom­bardamenti e armi ai musul­mani, o niente dell'una e del­l'altra cosa. Prendere o lascia­re.

Clinton ha affrontato ieri quello che definisce «il più in­tricato problema di politica estera che abbiamo avuto da fronteggiare da mol'o, mollo tempo a questa parte», nella terza conferenza stampa alla Casa Bianca da quando è pre­sidente e in un'ampia intervi­sta al «Washington Post». Non nascondendo la frustrazione: «Vorrei risolverlo..., ma ad un certo livello (questo è un con­flitto) che è andato avanti per secoli, ad un altro livello è an­dato avanti per un bel pezzo. Non è detto che riusciamo a ri­solverlo cosi rapidamente, ma vorrei, spero che riusciremo a concordare sul procedere ag­gressivamente».

Nel più articolato sforzo si-nora fatto per spiegare quelli che appaiono come indecisio­

ni, ordini e contrordini, tira e molla sulla crisi nei Balcani, Clinton ha in sostanza rilancia­to la sua proposta originaria, già bocciata con perdite du­rante le frenetiche consultazio­ni del suo segretario di Stato Christopher in Europa. «Riten­go che dobbiamo continuare ad esercitare pressione e, co­me sapete, la mia posizione è che il modo migliore di farlo sarebbe togliere l'embargo sul­le armi, con un'autorizzazione all'uso della forza aerea nell'e­vento che la situazione attuale venga interrotta dall'uso del­l'artiglieria da parte dei serbi bosniaci. Questa posizione ù ancora sul tavolo, non è stata rigettata tout court. Anzi alcuni degli europei hanno concor­dato con essa mentre altri non sono ancora pronti ad accet­tarla. Ma dobbiamo continua­re ad esercitare pressione», ha detto. Nel frattempo il presi­dente Usa non dice di no alle altre proposte sul tappeto e in

discussione all'Onu, si dice aperto a vedere se funzionano quelle che definisce «opzioni meno estreme». Ma senza trop­pa convinzione, con riserve che suonano «ni» anziché «si» Gli va bene che si metta alla prova la novità di Milosevic che prende le distanze dai ser­bi estremisti bosniaci, che si in-vnno - come si appresta a de­cidere il Consiglio di sicurezza - truppe Onu alla frontiera tra Serbia e Bosnia a venficare che effettivamente si chiudano le linee di rifornimento da Bel­grado ai serbi bosniaci. Ma non mostra di crederci molto, lo fa, ha spiegalo esplicita­mente, solo perchè hanno in-sitito gli europei. E comunque ci tiene a precisare che non gli è stato chiesto di contribuire con truppe americane a que­sta specifica missione. Non di­ce no a un contributo di caschi blu Usa in Macedonia e nel Kossovo. Non esclude più cosi categoricamente nemmeno di

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In crisi l'alleanza del leader ultranazionalista con il presidente Milosevic

Seselj resta solo col suo fanatismo L'uomo che minaccia di scagliare missili contro l'I­talia, Voislav Seselj, è il capo dei «cetnici», gli ultra­nazionalisti che combattono apertamente per il progetto della Grande Serbia. In Bosnia alcune ban­de armate fanno capo a lui. Nella piccola Jugoslavia (Serbia e Montenegro) il suo Partito radicale è la se­conda forza politica in Parlamento. Ma la rottura con Milosevic potrebbe giocare a suo danno.

GABRIEL BERTINETTO

UU II «rosso» Seselj. Rosso di pelo, rosso di furore in volto quando si scaglia come un fiu­me in piena contro i «traditori», un vocabolo che affiora di fre­quente alle sue labbra, buono per ogni invettiva e contro qua­lunque avversario. Non rosso certo di idee, anche se la sua militanza politica iniziò da gio­vane nei ranghi della Lega dei ' comunisti (ma già nel 1977, quando la Jugoslavia di Tito era ancora viva e vegeta fu im­prigionato sotto l'accusa di «nazionalismo»).

Non gli manca il coraggio a Voislav Seselj, un coraggio fisi­co quasi temerario, tempratosi negli anni della prigionia. Non gli manca la coerenza delle sue idee, al limite del fanati­smo e probabilmente oltre. E a fare da cemento tra il piglio ar- ' dimentoso e il rigore cieco del '

suo nazionalismo pan-serbo, un carattere iroso ed irriflessi­vo, che prorompe di quando in quando in clamorosi exploit. Come quando aggredì i taxisti in sciopero lo scorso giugno a Belgrado, prima a parole, poi a spintoni, poi a colpi di pistola (in aria). O quando, più re­centemente, insultò e minac­ciò i caschi blu al confine tra Serbia e Bosnia, intimando lo­ro di sgombrare la strada e la­sciarlo passare, altrimenti avrebbe fatto fuoco su di loro (il che avvenne pochi minuti dopo, ad opera di una delle sue guardie del corpo).

Nel Partito radicale serbo e più che un leader un dittatore. La sua automa all'interno del gruppo dirigente è indiscussa, li partito fa quello che lui vuo­le. La svolta che ha segnato la sua fortuna politica è stata

l'appoggio a Milosevic, che do­dici mesi fa portò i radicali cla­morosamente alla ribalta, quando le elezioni legislative (disertate dall'opposizione) ne sancirono il ruolo di secon­da formazione politica del paese. Una posizione confer­mata successivamente nella consultazione dello scorso di­cembre.

La rottura di quell'alleanza,

che ieri si e manifestata nel­l'abbandono in massa dell'au­la da parte dei deputati radica­li quando i parlamenti serbo, montenegrino e federale han­no votato a favore del piano Vance-Owen per la Bosnia, potrebbe provocare per Seseli l'inizio della parabola discen­dente. Finora ha vissuto a ri­morchio del nazionalismo di Milosevic, atteggiandosi a pun­ta avanzata dello schieramen­

to. Oggi si ritrova isolato politi­camente, mentre l'opinione pubblica sembra convinta dal realismo di «Slobo» sull'atteg­giamento da tenere verso i ser­bi di Bosnia.

Il programma di Seselj si riassume in un solo punto: uni­re tutti i serbi della ex-Jugosla­via sotto un'unica bandiera, In sostanza i confini attuali della mini-Jugoslavia (Serbia e

mandare truppe di terra Usa a difendere le cnclaves musul­mane dichiarato zone protette dall'Onu. Ma con una sene di distinguo e riserve che equival­gono a un non sequitur, avver­tendo che non ha ancora deci­so («non ci siamo ancora, stando a come il progetto e slato descritto »), perché «non credo che sarebbe saggio, a meno che non abbiamo un'i­dea di come questo possa por­tare ad una soluzione politica comprensiva».

Tutto questo potrà anche andare bene ma non risolve il problema a lungo termine, in­siste. E anticipa che ritornerà invece alla carica sulla sua proposta originaria di riarmare i musulmani non appena sia levalo di mezzo il diversivo di­latorio del referendum di do­mani tra i serbo-bosniaci sul piano di pace Onu firmato ad Atene dal loro presidente e re­spinto dal loro Parlamento. •Avremo con gli europei molle

altre discussioni quando sarà passato questo referendum, e allora vedremo cosa si può fa­re», dice

Non poteva premere di più anche prima, se é cosi convin. to che finiranno per dirgli di si? «Sarebbe un errore madornale pensare che Clinton possa fare la voce più forte con i governi europei, traballanti come so­no», la chiosa di uno dei suoi più stretti collaboraton.

L'unico punto fermo: che gli Usa non agiranno da soli e al di fuori dell'Onu. Quindi siamo intrappolati dal multilaterali-sino?, gli hanno chiesto nell'in­tervista al «Washington Post». «Non direi che siamo intrappo­lati, ma in questo caso dobbia­mo tenere bene in mente che qualsiasi cosa, compreso (il por line all') embargo sulle ar­mi è un'iniziativa che spelta al­le Nazioni unite. Certo che sia­mo intrappolati dal multilate-ralismo, a meno che non si vo­glia violare un risoluzione del­l'Onu...». ha risposto.

Vopslav Seselj, accanto i suoi fedelissimi cetnici

Montenegro) dovrebbero al­largarsi sino a comprendere in un unico Stato le due autopro-clamale Repubbliche serbe di Croazia e di Bosnia e la stessa Macedonia. Appunto la Gran­de Serbia. Il progetto cosi fre­quentemente attribuito a Milo­sevic, e da questi mai aperta­mente enunciato, echeggia tuttora in tutta la sua dogmati­ca assolutezza nelle parole d'ordine dei radicali. Un mito a tulio tondo. E a prova di ogni ragionamento.

Si dice che vadano cercati fra i «cetnici», i miliziani orga­nizzati e foraggiati dal partilo radicale, i responsabili di mol­te efferatezze nella guerra civi­le bosniaca. A cominciare da quel capitan Dragan, intrepido e spietato capo-banda dal mi­sterioso passato, che tanto ha

affascinato i mass-media. Cet­nici: un nome che evoca me­morie tragiche della guerra ci­vile jugoslava negli anni del­l'occupazione nazista. Cetnici erano i combattenti di Draza Mihajlovic. difensori della reli­gione ortodossa, tradizionali­sti, filo-monarchici, anti-tede-schi ma talvolta con i tedeschi alleati per contrastare i parti­giani di Tito. Rivitalizzando quel passato, quei simboli, quelle idee-forza, Seselj ed i suoi, mentre la Jugoslavia so­cialista si frantumava hanno cercato di dare al popolo ser­bo frastornato da cambiamen­ti cosi repentini nuovi punti di riferimento, nuovi o per meglio dire vecchi valori in cui ritrova­re una propria identità. In alcu­ni strati sociali quel messaggio ha avuto presa.

Offensiva croata a Mostar

La Germania a Tudjman «Zagabria rischia sanzioni se non cessa l'attacco» •H ZAGABRIA. Parole dure, ie­ri, del ministro degli Esteri te­desco Klaus Kinkel contro gli attacchi delle formazioni croa­te a Mostar. Kinkel e volato a Zagabria, per una visita di ven­tiquattro ore, per dire a Tudj­man che la -«Croazia è corre­sponsabile delle azioni di fron­te alla comunità intemaziona­le delle azioni compiute dai croati di Bosnia» Una nsposta diretta alla lettera inviata da Tudjman al presidente di turno della Cee, il danese Petersen, di assoluzione dell'operato del suo governo: «La Croazia non può in alcun modo essere rite­nuta responsabile di atti com­messi su territon stranieri da persone che non sono cittadini croati». Non è questa l'opinio­ne dei dodici e tanto più pe­sante risulta l'avvertimento n-petuto da Kinkel uis ù vis con la dirigenza croata: «La comu­nità europea potrebbe votare delle sanzioni contro la Croa­zia se a Mostar e nella zona cir­costante non sarà ristabilito l'ordine», in quanto la Croazia si sente sotto l'ala protettrice tedesca da quando Kobl ne ri­conobbe, bruciando tutte le tappe, l'indipendenza.

KinkH ha reso pubbliche le sue dichiarazioni al presidente Tudjman e al ministro degli Esteri Zdenko Skrabalo, smen­tendo in una conferenza stam­pa l'aspettativa prospettata dai giornali croati secondo i quali la visita aveva lo scopo «di n-mediare al freddo nelle rela­zioni fra Bonn e Zagabria ge­nerate dal conflitto bosniaco». Anche se il ministro tedesco ha tenuto a ribadire «l'amicizia della Germania per la Croazia» e come «amichevole consiglio» deve essere considerato l'av­vertimento circa la possibilità delle sanzioni: «La Germania non sostiene coloro che chie­

dono le sanzioni contro la Croazia». Franio Tudjman ha promesso al capo della diplo­mazia ledesca «di andare sul luogo dei combattimenti per tentare di porre fine al conflit­to». Kinkel ha replicato che «il governo e il presidente non possono essere ovunque ma esiste una responsabilità politi­ca e la comunità internaziona­le si aspetta da lui un impegno a porre fine al conflitto». L'in­contro fra Tudjman e il presi­dente serbo Izetbegovic do­vrebbe tenersi la settimana prossima alla presenza dei ne­goziatori Owen eStoltenberg.

A Mostar i combattimenti fra croati e musulmani sono con­tinuati nella notte fino a len mattina per cedere poi (se­condo alcune fonti) a una cer­ta calma forse legata all'attesa per rincontro fra Izetbegovic e Tudjman. Dal colloquio po­trebbe denvare un nuovo ces­sate il fuoco dopo quello, vio­lato, dei giorni scorsi. Radio Sarajevo, invece, parla di com­battimenti corpo a corpo per il controllo della nva destra della Neretva. Sul fiume sono dislo­cati ì caschi blu dell'Unprofor che dovrebbero cercare di far rispettare il cessate il fuoco fir­mato mercled!

In parallelo a quella tede­sca, a nome della comuntà eu­ropea, si svolge in Croazia la missione del vicemimstro degli Esten RISSO Ciurkin che. marte­dì prossimo farà incontrare a Topusko (nella Crazia control­lata dai serbi) responsabili croati e responsabili serbi del­la Krajina. Ciurkin è convinto che si tratterà di un incontro «molto difficile» che tuttavia «potrebbe apnre la via alla nor­malizzazione dei rapporti fra Knin (la capitale autoprocla­mata dei serbi di Croazia) e Zagabna».

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Solo il 45 per cento degli americani approva la linea della Casa Bianca «Ho errato, serve almeno un mese per varare il mio piano economico»

È il peggior esordio eccetto Ford Reagan: «Torneremo presto noi» Il fratellastro aggredisce un tifoso «Ha insultato il presidente»

Il «mea culpa» dì Clinton ex superata? Conclusi in affanno i suoi primi cento giorni da pre­sidente, Glint ip è oggi nel pieno d'una nuova con­troffensiva propagandistica E ieri, nel corso di una conferenza stampa, s'è bravamente difeso dagli at­tacchi di una stampa ostile Ma i sondaggi d'opinio­ne lo condannano: solo il '15 percento degli ameri­cani, ormai, approva il suo lavoro. Il suo è il peggior debutto presidenziale degli ultimi quarant'anni.

DAL NOSTRO INVIATO

M A S S I M O C A V A L L I N I

M NI V. ' IOKIS Wil l iam Jeffer­son Clinton i|uarantaduesimo presidente denli Siati Uniti non ha fin qui per i orso che uno dodicesima porte del suo quadriennale commino Via l>er lui nia e prepotentemente si o leato I ora della pruno ali tocritica E questo e I "er ror i " ct i i-tjli ho ieri pubbl icamente confessato in una lumia inter­vista ol Washington /Visf trop pò trotta Ovvero troppa voglio (Il tare e troppo poca lapaci ta i l i selezionare il fattibile trop pa fona rifonuatrii-e e troppa riluttanza nel sottoporre tonto fervore alle tiranniche lenni del tempo e dei rapporti di forza • Dopo il discorso sullo stato dell Unione lo scorso 17 feb­b r a i o - ha detto Clinton ai nior liutisti del / - W - abbiamo avu­to una settimana di strategia per venderlo ( i l programma economico n ci r ) Avevamo in risiila bisogno di almeno quattro settimane Questa io credo, e stala la mia colpa- L' u n nel primaverile scenario

del Kose Garden - dove ho te liuto lo suo terza conferenza stampa little iole - I O S I il presi dente ha cercato eli ne ollocare il p iopno lavoro in uno m o n o si ib i le prospettiva storie a >lt r 10 anni - ha sottolineato - la

vita del paese e stato manata dalle esigenze dello lotta, i l co munisino e dalla convinzione che la prosperità americana fosse un dato se cullato (inni questi due pilastri sono caduti Lei il nostro compi to e quello di garantire lo conijx-tit iviLi combattere il deficit federale creare lavoro ridare funziona­lità al sistema polit ico A que­sto punta il mio programma b questo programma intendo oij i j i r iproporre al popolo ame m a n o

Chiusi i suoi pr imi lui) giorni in ritirata su quasi tutti i fronti dunque Bill Clinton si e ora lancialo in una nuovo eontrof tensivo nene-ralc L lo ho (otto previ clibilmi'i ite riprescntan do al pai si ed ,-i medio lo più lo l loudoto ed eff icaie immani

I presidente americano Bill Clinton

ne di se slesso riprendendo tra ('leve loncì Chicago New York San Diego e l ue \ugi Ics

o battere le strodc e he ovivo no visto I suoi Inol i l i i l i campa glia I lo riallaccialo quei rap porti con i medio Ir idizionali e h i d.i lui t ioppo i lungo Ira siurol i gli sono ili questi uns i volsi un evitabile surplus di

Bill cita Machiavelli «Tanti nemici ha chi muta vecchi ordini»

1 B M.iU .i sentiri qiH'Mu li,ick-Uu Clinton ai f io r i i i lMi del \\aduniti'>n / J OS/UIL* si appresta wmo id •!«. t u t u lata rsi dopo I iute rvista in L U I t r i tu awi la "Ui'tura permanente di ostacolo at cambiamento eli una Washington «troppo do minata ila quel che succede ai pol i t i t i .indiche da quello che sue e e de alla cjuite e ha tirato Inori un focil i Ito N o n i e osa più diftit ile i trat­tare ni piti dubbia a mise ire ne più pericolosa a mane'Ljieiuire t h e farsi capo a introdurre nuovi ordini l'ere tu lo introduttore ha per ninne i tutti quelli e he elelli ordini \ecchi fauno bene et ha tiepidi difensori tutti quelli che delli ordini nuo\ i farebbero bene L i quale t iepide/za nasce par te per paura delli »\M isani che hanno le le i ^ i dal canto loro parte dalla incredulità, clelli uo mini li quali non e r i dono in veni t le cose imo w st non IH v e d o n o naia una (erma espenen A I Machiavelli ( l l p n i u i p e 1 ÌJ M)

Per la prima volta missione militare fuori dalla Nato

Gira pagina la Germania Ha 50 soldati in Somalia Erano una cinquantina, non di più Ma i soldati della Bundeswehr che ieri sera, quasi a mezzanotte, si so­no imbarcati su un Boeing 707 all'aeroporto di Co­lonia-Bonn pe rdbu t i , hanno cambiato una politica durata quasi mezzo secolo È la prima stolta che i soldati tedeschi si impegnano in una missione mili­tare fuori dalla Nato ed è la prima volta che reparti tedeschi si troveranno in zona di guerra

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

P A O L O S O L D I N I

M BLKl I V ) Per la prima vol­ta dalla fine della seconda tjuerra mondiale soldati tede­schi partono per una mivsione militare fuori dalla Nato pron­ti se necessario a sparare per difendersi Qualche preceden* t»\ a voler essere pignoli in realta e era stato av.aton tede­schi parteciparono alle m i s s i ­ni desili Awacs durante la i^uer ra del Golfo (anche se in Cier mania all 'epoca la cosa fu te­nuta nascosta) piloti eli elicot­teri hanno preso parte alle operazioni di difesa dei curdi nell trak settentrionale e me­dici militari sono in servizio agli ordini dell Onu in Oambo-itia Senza contare i soliti equi­paggi degli Avsacs che si teli gemo pronti a contribuire alle eventuali operazioni per far ri­spettare ai serbi la «no flv zo

ne- sullaBtjsnia In questo caso pero e di ver

so i 1 (ìOO militari che a se a glioni raggiugeranno la regio ne del Belet Uen $1)0 chi lome tri a Nord di Mogadiscio nella Somalia centrale dove si met teranno a costruire strade e ri parare ponti sotto il comando del generale Georg Bernhardt rappresentano davvero il pn ino contingente che la derma ma invia in una zona di guerra con la prospettiva che venga impegnato in operazioni l'ro pno in considera/ ione di que sta tutt altro remota possibilità gli uomini pur essendo in grande maggioranza soldati del genio sono accompagnati da 160 soldati di fanteria ar mali d i tutto punto pronti a d i ­fenderli nel caso t h e le bande di irregolari che si aggirano

nella zona si prenseutiuo con qualche cattiva intenzione Co me e> successo negli ultimi tempi coinvolgendo i soldati canadesi e in i tedeschi adesso daranno i lcambio

La regione del Beici Uen m fatti è" tutt altro che pacifica ta> a differenza di c|uelle d<i

serticlie del Nord della Soma Ila dove in un pr imo tempo si era detto che il contingente della [iundeswelir sarebbe sta tu schierato 11 mutamento eli obiettivo che ha rafforzato il e ai altere «militare^ della mis sione ha contribuito a r in fo to lare le polemic he sulla sua t>p portumi t !.. opposizione so ciaklemocratica pur non es sendo contraria m linea eli principio a un intervc nlo urna intano in Somalia ha sollevati) seri dubbi sulla legittimila co stituzioualedcll invio di truppe armati in una regione che a tutti gli effetti va considerata z o n i di guerra Secondo gli esperti della Spcl clic hanno presentato immediato ricorso alla Corte costituzionale 1 in­tervento in Somalia nella for ma in e in s sta svolgendo Ira valica gli scopi puramente umanitari e configura un opc razione mil i tari ' in quanto tale non consentita dalla legge fondamentale della ^epubbl i e a lede rate

ostilità Ld ha infine cominci l i to a r.izion ilizz ire in una scontata ed assai parziale .un missione eh colpa gli insut ce ssi di chiesta tumultuosa lu u. id i miele la mia politica ha detto in sostanza e giusta So lo il metodo * si i lo lm qui in parte sbaglialo Date mi il te in pò per umetti n a Hioto i miei

obiettivi ed il «cambiarne nlo che vi ho promesso diventerà presto una realtà

Il problema per Clinton e che il frenetico ed arruffalo an i laniento del suo debutto seni bra aver molt ipl icalo con preoccupante rapidità (ed in termini non facilmente re versi bil i) lo scetticismo che lo t i r

e onda I. ult imo sondaggio Gallup commissionalo da l SA It)da\ edal la Cun eollcx a I in dici di approvazione1 del suo lavoro prt sidenziale al 1r> per cento appena un punto al eli sopra eli c|uel!o di disapprov t / ione ben d i e punti a l d i sol lo dr i livelli eli popolarità che lo gratificavano appena tre set tini ine orsouo Ed ancor più inpielosi sullo alla luce di questa flessione I risultati eli un inalisi storica comp irata Clinton in effetti si rivela il più unpopolaie neo presidente degli ult imi 10 inni superato soltanto da quel Gerald Porci e l ie giunto alla C a sa Bianca in seguilo ali unpfaclimt'tU di Ri-ch.ud N I \ ( J I I subito brucio la propria immagine nel sacriti-e io d un intempestivo ed inde eoroso perdono del predeces suri

Possibil i 'che tanto negativi usultati siano come afferma t hntoii il se mplice prodotto di qualche «errore di metodo u di qual i he giovanile eccesso di buona volontà ' Possibile e he - come il presidente ha so stentilo nella conferenza stani p.i di ieri - tutto e io sia solo il riflesso del duro lavoro di i . imbuire le c o s e ' Difficile e rederlo Td assai più verosi u n i t e al contrario t h e il neo presidente stia pagando il fio eli e olpe ben più organa .une u te presenti nella sua politica t i meglio e assai probabile che proprio molte delle sue ne ono

st inte virtù di propagandola abbuino finito per traelursi nel iiiome nlo della verifica politi ca nella zavorr . di riconose i bili vizn Venduti come ino menti c'i -svoli ì epocale e so vraccaricali di simbologie i suoi programmi si sono troppe» spesso rivelali alla prova dei fatti eclettici e fragili tentativi di concil iare gli opposti

Ora Clinton sta raccoglie n tlo i pezzi sparsi della sua prò posta politica • si propone di riprese ntarli questavoltu in or­dine nconoscibile ali opimo ne pubb l i c i imene aita Al pn mo punto la riduzione del de fie il ( ieri approvala dalla coni missione del Senato) Ma dal lato opposto del Ironie già giunge come un sinistro ani monimento l e t o dei canti di vittoria repubblicani C linlon - ha ironizzalo Ron ild Keagan - sta prc parando l i ' e ondizioni per 2P) anni di presidenza re pubbhiana La meteora Cini tori passera presto uiche un tifoso ieri lo lui gril lalo ni l.ie eia ai fr.itellaslio di Bill che as sislev i alla partita di basket eiei Knicks Ira tre anni Bill sarà fuori II tuo quarto d ora di ce lebnta e' quasi finito ha inveì lo Devili Arkinson al Medison Square Garden facendo anda re su tu'to le fune Koger Clin­ton Ì7 anni e \ space latore di droga e aspirante musicista rock Ha afferrato per l i gola I agente di borsa e solo 1 m'i r vi nto della sua gu ìrdia eli*! l o i p o e m i s c ito.» lerm.irlu

Il «Times» raccoglie la tesi che scagiona gli agenti dei servizi segreti

Deputati conservatori accusano «È Diana la talpa degli scandali» È Didtid la «talpa» È lei che ha registrato tutto e poi ha fdtto pervenire il materiale ai giornali Questa è la tesi di un gruppo di deputati conservatori a proposi­to della nuova ondata di indiscrezioni scandalisti­che che s; è riversata sui tabloid londinesi II gover­no saprebbe tutto ma sarebbe preda di un «imba­razzo istituzionale» 1 servizi segreti, in questa ipote­si, sarebbero del tutto innocenti

NOSTRO SERVIZIO

• i l ! A l ) K / \ I servizi senrcli non e f i l t r ano Non e stato I MI5 a registrare prima e a far pervenire poi ,n tabloid popò i.in londinesi la trascrizioni- di i onversazioii i Ira membr i del la laminila reale La- ta lpa va cena ta altrove probabi lmen­te nella l e rc lna (lei pai slrelti con f lu i r l i della reijina Quasi sicuramente si tratta della stessa moglie del principe ereditano la franile ma perii da Diana t' questa la tesi pubbl icamente espressa ieri da un nruppo di deputati con serbatori e r ice olla con buon rilievo dal l aulorevole quol i d iano londinesi ! heT imes

La (una di not i / le viene di retlaniente da Buckmnhcim Palaci' questo e certo sostie­ne 1 accusa L curiosa infatti si arnome-ita le clivernen/u

nelle interpreta/ ioni ufficiali da parte della famiglia reale e del noveri lo La prima cont i nua a sostenere che le reni strazioni sono un falso il se concio ha invece riconosciuto che non i servizi secreti ma certamenle qualcun altro sta contro l lando effettivamente pr incipi e principesse La spie-nazione secondo i parla mentari conservatori, starei) be nel latto che i ministri di lohn Major hanno in realta prove precise ma mol lo un barazzanh conoscerebbero 1 identità della «talpa- ma sa rebbero per evidenti ranioni nell impossibil i ta di rivelarla

I onorevole leddv Tavlor annull ine un ulteriore arno mel i lo Perche si chiede alle sedi del Sun- e del «Dailv Mir ror i niornali e he hanno pub

bl icalo le trascrizioni non e siala mandala la polizia in modo che si potesse svolnere un indaninc e torse anche ri salire anli autori delle registra / i on i La risposta e implicita ma ovaia perche si sapeva in ant ic ipo che cosa si sarebbe trovato e si voleva evitare di trovarlo

La principessa Diana e per la ver Li solo 1 indiziata nume­ro uno Nessuno si azzarda ad indie ari.i apertamente con io l.i sicura autrice del comp lo l 10 L analisi dei latti induce a puntare sunli inqui l in i dei pa lazzi reali e tra questi per ra nioui che peraltro non venno no chiaramente espresse la consorte di Carlo viene rito nula in e ima alla lista dei so spetti»

Qualche dubb io la sortila dei deputati conservatori per la venta lo solleva La lesi elic­ac i reditano ha la conscnuen /.i di stornare i sospetti danli ambient i dei servizi secreti e he da più parti cont inuano a esseri denunciat i come nli unici autori dell operazione 11 nunisl io i lenl i Interni Ken nelh Clarki insiste nel definì re tutta la (accenda una stu­pida montatura d i due n i o r

nali e di un uomo che ha il

problema di vendere un suo l ibro- .Se si confermasse 1 ipo lesi che propr io I V115 sta die­tro la ricspiosione di quesli scandali renali il caso assu merebbe un rilievo pol i t ico di pr imo piano che andrebbe ben ol ire I inevitabile attuale imbarazzo istituzionale D al tra parte non -i può neppure escludere che le nuove ipote­si messe in circolazione siano lo strumento attraverso il qua le i responsabili novi mutivi fanno conoscere in modo non compromettente quanto effettivamente sono venuti a sapere

Sul fronte delle rivelazioni anche ieri le novità non sono mancale Chiuso il capi to lo Carlo Diana si e dato spazio a quel lo Andrea bara Sem prc il .Sun ha pubbl icalo uno stralcio di una eoiivesazione lelefonica avvenuta tra I due nel 149(1 Niente di slraordi nano Sar i si lamenta del do veri che nli impone il suo ruo lo d i membro della (.ninnila reale Andrea c e n a di confor tarla Nessuno scoop e la moroso ma una via per tene re comunque desta 1 atlenzio ne del lettori in attesa delle al Ire punit i le che il niornule so­stiene di avere n'-1 nel casse! lo

Il presidente russo Boris Eltsm

Vice di Khasbulatov passa con Eltsin sulla Costituzione Nella battaglia per la nuova Costituzione della Rus­sia qualcosa si muove sul fronte delle alleanze Una clamorosa defezione tra le file di Khasbulatov il suo vice al Soviet supremo, Nikolaj Rvabov. si schiera con Eltsin e sostiene I iniziativa dell'assemblea del 5 giugno II Parlamento denuncia la mossa del presi­dente alla Corte costituzionale Nove paesi della Csi firmano una dichiarazione per l'unione economica.

DALNOSTROCORRISPONDENTC

S E R G I O S E R G I

• • MOM. A Che farà adesso Kuslau khasbulatov 'Griderà al tradimen'o o e anibiera la prò pria l a t i n a ' Per il presidente del Sowet supremo e arrivata ieri proprio inallesa la notizia di una delezione clamorosa dal pro| jno campo Lo ha ab­bandonato in piena aula del pai lamento riunito tic-resami ilare 1 in len/ lone di Ivltsin di eonvexarc un assemblea costi ti izionale ì lsuovice il de pula lo Nikola) Rvabov considerato sino ali altro le ri quale unti dei più puri e di l l i della squadra Ld invece Pvaboc ha (alto dietrofront ed e passato armi e banani' dalla parte di Boris Ut sin Come un lulmine a cic-1 se le no I la preso la parola nel corso della seiiuta delle Came­re e- ha sosleiiuto la decisione del presidente di convocare per il ri ninnilo una riunione" dei rappresentami renionali due pei ciascuna tea!*a una sor*.! di assemblea eostituzio naie e he sii nda definil ivati ien le il lesto della nuova lenn*' loudami-nlale de Ila Russia Rvabov ha detto L a i r e i z i o n c di una tale assemblea e più che niuslidcata come un mez zo per il ranniunqimcnto di un accordo N tratta d i un proble­ma che riguarda il futuro della Russia il futuro del nostro par lamento

Khasbuldloe i> sembrato es ser stato 10II0 di sorpresa d i l discorso del suo collaboratore uno del due vice del parla mento ( Nikolai Voronin e I al Irò primo vicepresidente I Lo li i più volle inle-rrotto per so­stenere il pericolo che corri il p ìr lumento se verrà trascinalo ne Ila creazione di strutture an ticoslituziouuli ma Rvabov ha tiralo avanti invitando i elepu tali a considerare nello stesso interesse de! parlamento a ln i ni elementi del pronelto di Co soluzione preparato dal presi dente Lltsiu Addirittura in so slenno di Rvabov e sopran niunto un altro deputato Ve-nvamin Sokolov aneli enli del Ironie ali l i u ls in per invitare Mlasbulatoe a noli e scrutare pressioni sui parlaineiVari-eejn le sue mie rruzioui E anco ra alle he il capo di uno dei ra un del parlamento Ramazan Abilulatipov presielenle della Camera delle nazionalità ha sottolineato la necessita di un d iu lonoda avviare i o l i la parte presidenziale lutt i senni ejue sii che dimoslre reblK-ro lesi slenza di un tentativo di con latto per un l.tsoro e o i i iune si

come ha ipotizzato il vicepre-mier Sernhei Shakhrai, si vorrà ev itare uno sbejcco v ìolcnlo

Il Soviet supremo tuttavia a nrande mannioranza ieri ha sposato la via del muro contro muro a proposito della deci­sione- di Ellsin di svolnere il 5 vninno la riunione dei «soggetti delle federazione» che, in una seconda fase si vorrebbe tra-s'ormare in quel -Cons i l i o di I e-derazione- che nella nuova Costituzione altro non sarebbe che uno dei due rami del par­lamento (insieme alla Duma la Camera bassa) 1 deputati ' ia l ino posto davanti alia Corte t ostili,zionale presieduta da Valeri) Zorkin il problema del­la leniltimita da parte del pre­sidente di convocare la riunio­ne di niunno Ma Eltsin è deler Ululato a svolnere quell incon­tro preso e om e a capitalizza re il risultato del leferendum del 25 aprile Secondo alcune (onu il presidente potrebbe

ii iehe ae i c Ilare di far valutare il proprio pronetto di Costilu zioi ie dal -Connrevso dei de­putali» ma solo allo scopo d i provocare uno scontato pro­nunciamento negativo del va­sto consesso promuovere le dimissioni d i una consistente (ella di deputati - c i r ca 3 5 0 - in modo da far mancare il quo­rum ed automaticamente av­viare lo scionlimento del mas­simo ornanismo legislativo Da i|ui a nuove elezioni per un parlamento del tutto diverso sarebbe un passo del tul io scontato e nei essano Ma quanto pacil ico potrebbe es­sere questo percorso' Sliakh n i Ila definito semplicemente i (lille- variante - fantastica • 1 ap-provaziouc della Costituzione da parte del «nc-mno» Con-nresso Più realistica nli sembra un approvazione da parie di un assemblea costituzionale, ancor di più e he per mezzo di un referendum Eltsin ancora non avrebbe deciso tutte le mosse di questa nuova lase della battaglia politica per la nuova Russia Ieri il presidente, nel Iral lempo ha niocato una tar la p e n o s i dire internazio naie esaltando la firma di una

dichiarazione» tra nove paesi della Csi che si impennano a e re-are una unione economica K una svolta - ha detto - nella

vita de'la Comunità» Ma l'u­craino Mav ì mk unode i li-ma-tan ha smorzato n'i entusia smi M tratta solo d i una di-c hiarazione Non e e ancora ile una unione-

CHE TEMPO FA

NEVE MAREMOSSO

IL TEMPO IN ITALIA: I Italia e il bacino del Medi­terraneo sono ancora compresi entro un area di bassa pressione in seno alla quale affluiscono masse d aria umide ed instabili di origine atlanti­ca Tuttavia la pressione atmoslenca tende ad aumentare e noi prossimi giorni potrebbe dare al corso del tempo un aspètto più primaverile Per il momento tutte le regioni italiane sono com­prese entro i limiti della variabilità mentre la temperatura rimane allineata con i valori norma­li del periodo stagionale che stiamo attraversan­do Non dimentichiamo però che spesso la pri­mavera alle nostre latitudini si presenta come una stagione bizarra con lenomeni che talvolta hanno poco di primaverile TEMPO PREVISTO: su tutte le regioni della peni­sola e sulle isole maggiori la giornata trascorre­rà con formazioni nuvolose molto irregolari a tratti accentuate a tratti alternate a schiarite L attività nuvolosa sarà più frequente nel pome­riggio e non e da escludere che dia luogo a qual­che piovasco o qualche temporale specie in prossimità dei rilievi Durante le ore notturne e quelle della prima mattina causa il notevole contenuto di umidità nelle masse d aria in circo­lazione si avranno foschie dense sulle località pianeggianti e lungo i litorali VENTI: deboli provenienti dai quadranti occiden­tali MARI poco mossi i bacini di ponente calmi gli altri man DOMANI: il tempo se. tutte le regioni italiane r i ­marrà contenuto entro i limiti della variabilità ma con minoro attività nuvolosa e maggiore persi-sten?a di schiarite

T E M P E R A T U R E IN ITALIA

Genova Bologna Firenze

12 23 "Ti 22

Ancona Perugia Pescara

T E M P E R A T U R E ALL'ESTERO

Amsterdam

Bruxelles 1J Copenaghen 1? 23 Ginevra 11 19

L A q u i l a

R o m a U r b e

R o m a F i u m i c

C a m p o b a s s o

Ba r i

Napo l i

Po tenza

S M L e u c a

R e g g i o C

M o s s i n a

P a l e r m o

C a t a n i a

A l g h e r o

C a g l i a r i

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S t o c c o l m a

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ItaliaRadio

Oggi vi segnaliamo Ore 6 30 Buongiorno Italia Ore 7 10 Rassegna stampa Ore 7 55 Da Cannes La sveglia di Alberto

Crespi Ore 8 15 Dentro i latti. Con Luciano Violan'e Ore 8 30 Ulllmora Ore 9 10 Voltapaglna loeMobyDickconVi l

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folo Tel 06/6791412-6796539 Ore 11 10 Cronache Italiane P Bassetti G

Borghini Ore 12 30 Otto ore. Settimanale di informazio­

ne sindacale Ore 13 10 Consumando ambiente Ore 14 30 Week End Sport Ore 15 30 lo e il Pei Intervista ad Alessandro

Natia Ore 16 10 II villaggio del sabato Con Enrico

Palando e Ferdinand Braudel Ore I M O Libri da scrivere e libri da leggere.

Con R Cotroneo Ore 18 15 Sabato Rock

Nel corso della giornata collega­menti interviste e commenti dalla Fiera di Roma per I incontro Pds-AI-lednza democratica e da Frattoc-chie per I Assemblea dei comunisti d einac.Ldjjcj .

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Drammatica tensione a Neuilly La Banca di Francia in una notte L'uomo è rimasto con sei ostaggi ha messo insieme il riscatto dopo aver cacciato l'insegnante in banconote di piccolo taglio In cortile pronta una Renault Espace «Voglio la tv quando scapperò »

«Fuggirò con lo scudo dei bimbi» D sequestratore di Parigi ottiene i soldi e l'auto L'incubo di Neuilly continuava ieri mentre scendeva la notte. L'uomo armato di pistola ed esplosivo te­neva prigionieri nel loro asilo ancora sei bambini tra i due e i quattro anni. Intorno, tutto sembrava pron­to per la fuga: la macchina chiesta dal sequestrato­re, i soldi, l'atteggiamento della polizia. Il Roverno ha dato una sola indicazione: che i bambini escano incolumi da questa orribile storia.

• • - '•DAL NOSTRO CORRISPONDENTE • GIANNI MARSILLI

• • l'AKiCI. È stato appena qualche minuto dopo le 17.30 che qualcosa ha cominciato a '' muoversi intorno alla scuola '• •Commandant - Charcot» - a -Neuilly sur Seme. Un corteo di, macchine e entrato nel cortile. ' fermandosi a poca distanza ' dall'edificio in cui sei bambini . erano ancora prigionieri, dopo più di trenta ore, di un forsen- ' nato armato di pistola e di esplosivo. In testa un furgonci­no bianco, che portava tre cas­se color blu smalto. Al loro in­temo c'erano almeno 40 dei • cento milioni di franchi rlchìe- ' sti in cambio della liberazione • dei piccoli. Dietro il lurgonci- -no, in una Renault 21 della pò- . lizia con targa civile, una cop­pia dall'atteggiamento strano: non orano genitori, si copriva­no il volto, la donna piangeva cercando di evitare l'occhio • delle telecamere. Probabil- ; mente qualcuno della famiglia -del sequestratore, di cui la pò- ' lizia ieri sera non aveva ancora •• fornito le generalità. I due sono scomparsi all'interno del com- -plesso scolastico, (orse . per -parlamentare. Poi • ancora macchine ufficiali, con il sin­daco di Neuilly Nicolas Sarko- . zy, che è anche ministro del Bi­

lancio nel governo Balladur, e ' altri responsabili del ministero ' dell'Interno e della polizia. Quindi un'ambulanza blinda­ta, la stessa che è talvolta al se­guilo di Francois Mitterrand. E verso le sette una Renault Espace, come l'uomo miste­rioso aveva chiesto per potervi imbarcare i suol piccoli ostaggi e farsene scudo. Da quel mo­mento il black-out più assoluto e secso sulla vicenda, dai ne­goziatori non si e saputo più nulla, mentre i gendarmi bloc­cavano le strade di accesso in­torno alla scuola. •

Fino al tardo pomeriggio la giornata era trascorsa in una interminabile, insostenibile at­tesa. Fino a notte fonda l'uo­mo aveva liberato quindici

1 bambini con il contagocce, •uno stillicidio crudele che ave-• va tutta l'aria di essere preme-: dilato. L'ultimo dei piccoli era i partito poco dopo l'una. avvol­go in una coperta nelle braccia

•• di suo padre. A quel punto ne erano rimasti sei, più la mae­stra Laurence Dreyfus. Il se­questratore ha • interrotto le trattative, non ha voluto più ve­dere nessuno. Secondo il pre­fetto Marcel Ledere, capo di gabinetto del ministro degli In­

terni Charles Pasqua, ha preso probabilmente il tempo di as­sopirsi un po', dopo aver chie­sto e ottenuto grandi quantità di caffo. Il negoziato è ripreso in mattinata, sulla base dei do­cumenti che l'uomo aveva in­dirizzato già giovedì a Pasqua. Scritti con un computer, con perfetta padronanza del fran­cese, i fogli contenevano detta­gliate richieste: la Renault Éspacc per partire con sei bambini, una macchina della polizia dietro come scorta, se­guita a sua volta da una mac­china della televisione che ri­prenda tutta la scena. Dentro l'asilo, intanto, Laurence Drey­fus ricominciava a giocare con i bimbi. Si riusciva a sapere che l'uomo appariva sempre calmo e detcrminato: «È molto intelligente, colto ed estrema­mente pericoloso», diceva un poliziotto. A mezzogiorno via libera ad un po' di cibo: pollo, puree di patate, creme cara-mei. Poi un'altra interruzione del dialogo. Ieri sera correva voce che l'uomo, poco prima dell'arrivo del furgoncino con i soldi, avesse cacciato la mae­stra dall'aula e che fosse rima­sto solo con i sei bambini. Im­possibile averne conferma, im­possibile penetrare nel com­plesso scolastico dove erano in attesa i genitori e tutto il gruppo dei diversi negoziatori.

I documenti che l'uomo ha invialo a Charles Pasqua han­no offerto una labilissima pista agli inquirenti. Li ha infatti fir­mali con la sigla «HB», la stessa apparsa sabato 8 maggio sul -luogo di un attentato. Era ac­caduto proprio a Neuilly, in un garage sotterraneo. Un ordi­gno esplosivo aveva provocato pochi danni, ma molta per-

Laurence Dreyfus, 27 anni, ha un piccolo di 20 mesi

Tenerezza e nervi saldi il miracolo della maestra Si chiama Laurence Dreyfus, ha ventisette anni, un bimbo di venti mesi. Sulla maestra della scuola ma­terna di Neuilly si appuntano per due giorni le spe­ranze e la fiducia dei genitori angosciati. Salvo bre­vissime pause non ha mai lasciato i bambini presi in ostaggio, li ha fatti giocare, li ha tranquillizzati. «È un. gioco, presto finirà». Nessuna dichiarazione ai gior­nalisti. La sua forza «tenerezza nervi saldi».

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

M PARICI. E stata lei la chia- -ve di volta psicologica di questi * due giorni d'incubo. Lei a ga- , rantire che per i bimbi non ci fosse trauma, rottura di equili­brio, che non s'installasse nel­la loro memoria il segno della violenza implicita del seque­stro. Lei a impedire i pianti di­rotti che avrebbero potuto in­

nervosire quell'uomo incap­pucciato. Lei a far sperare ai

; genitori angosciati che le cose. 11 dentro, procedessero senza scosse devastanti. - -,

Laurence Dreyfus, 27 anni, maestra, madre di un bebé di venti mesi, non ha lasciato la sua nidiata di ostaggi che nel corso della notte per una man­

ciata di minuti, per prendere una boccata d'aria e dare un'occhiata al suo bambino a casa, prima che il sequestrato­re l'allontanasse.

Un casco di capelli biondi, l'aria decisa, la maestra lavora alla scuola «Commandant Charcot» da un anno appena. Il suo preside non può che tes­serne le lodi: -È una ragazza solida, equilibrata, attenta, ri­gorosa. Tutti le referenze che abbiamo avuto su di lei depon­gono in questo senso, sono tut­te convergenti. Del resto lo sta dimostrando in condizioni straordinarie, sta dando il me­glio di sé».

Il «meglio di sé» consiste nel­la sua tranquilla abnegazione. Si è ritrovata rinchiusa con il sequestratore fin dal primo

plcssità, Gli inquirenti avevano trovato dei volantini di rivenda-zione: con tono minaccioso, il misterioso «HB» prometteva gesti tali da «far tremare il go­verno» e da costringere alle di­missioni ministro degli Interni e presidente della Repubblica. Il contenuto era alquanto sconnesso e incoerente, ma il linguaggio era senza errori. La polizia aveva fatto una retata negli ambienti dell'estrema si­nistra vicini ad «Action direc-le», la formazione terrorista at­tiva negli anni '80. Ma non era andata al di là di qualche fer­mo, in assenza di riscontri seri. La risposta è forse venuta gio­vedì mattina, con l'irruzione dell'uomo incappucciato nel­l'asilo. Ma gli inquirenti sono prudentissimi anche su questa

pista: se l'attentato nel garage aveva un vago sapore politico, il folle sequestro dei bambini, a detta del suo stesso autore, ha fini unicamente finanzian. Quale sarebbe dunque il filo che lega i due episodi?

La Francia intera è con il fia­to sospeso. Il governo ha scel­to una sola linea: fare di tutto perché ì bambini ne escano senza un graffio. L'ha deciso lo stesso Edouard Balladur, in un rapido vertice nella notte tra giovedì e venerdì. È la prima volta in Francia che si chiede un riscatto allo Stato. E lo Sta­to, davanti alla sacralità dei bambini, ha ceduto. Anche Francois Mitterrand, che ieri era ad Atene in visita ufficiale, viene tenuto al corrente ora per ora di quanto avviene a

Neuilly. Gli inquirenti sembra­no colpiti dalla calma e dalla freddezza dell'uomo. Da una parte se ne rallegrano, meglio cosi - dicono - che un esagita­to con il dito sul grilletto. Ma da un'altra parte lo trovano in­quietante, come la calma di una lucida follia capace di an­dare fino in fondo. Appare cer­to ormai che l'uomo abbia preparato tutto con cura: il po­sto, il momento, la lunghezza delle trattative, le richieste. Ieri sera qualcuno dei poliziotti che lo sorvegliano (i tetti for­micolano di tiratori scelti) di­ceva che appariva finalmente stanco, provato. La tensione era al massimo, mentre la not­te avvolgeva Neuilly. Tutti era­no pronti, ma niente, dispera­tamente niente, accadeva an­cora.

Una madre stringe il suo piccolo dopo il rilascio. Sotto l'attesa ansiosa di un'altra donna che '

aspetta la liberazione di suo tiglio

momento, e mai ha voluto la­sciare i bambini né farsi sosti­tuire. L'uomo l'ha lasciata fare, convinto dalla sua calma e, probabilmente, dall'opportu­nità di avere un tramite con i • suoi difficili e imprevedibili ostaggi. Lei è entrata e uscita più volte, ha pensato a nutrirli, farli giocare, cantare, addor­mentarli. La notte scorsa si é allontanata per un'oretta, poi, prima dell'alba, ò rientrata nel­la trappola infernale. Nessun contatto con i giornalisti che stazionano 11 davanti, nessuna dichiarazione. Soltanto la sua missione, Incoraggiata e soste­nuta dai responsabili presenti, Anche gli esperti ne apprezza­no la generosità e il sangue freddo. Secondo lo psichiatra Gerard Lucas i piccoli, anche

se al momento non risentono traumi, potrebbero veder rie­mergere lo choc più tardi, se una situazione, anche banale, un adulto agitato, un litigio tra genitori ricreassero improvvi­samente il clima di ostilità che non può essere estraneo ad un sequestro di persona. Per que­sto il ruolo di Laurence Dreyfus è stato estremamente impor­tante: perché il trauma sia atte­nuato, raddolcito, in modo che sia riassorbibile, cicatriz-zabile rapidamente. • .

È stata lei ancora a collabo­rare con un medico venuto a visitare i bambini e a sommini­strare loro un calmante, a spie­gare ai piccoli che si trattava di un gioco e che presto sarebbe­ro tornati a casa. Perchè al se­condo giorno il problema era

questo: che i bimbi, tra i due e i quattro anni, cominciavano a chiedere di mamma e papà. Laurence ha dunque raddop­piato gli sforzi per sostituirsi ad essi, per rappresentare piena­mente l'adulto rassicurante di cui i bambini hanno bisogno. Jean Pierre Benichou, uno dei, docenti del corso di specializ­zazione che Laurence Dreyfus ha terminato appena da un anno, racconta anch'egli che la donna ha i nervi saldi e mol­ta sicurezza di sé. E ricorda che comunque «nulla e nessu­no avrebbero potuto preparar­la ad affrontare un dramma ; come questo». La maestra, in quarantott'ore, ', è diventata un'eroina. Radio e tv ne sottoli­neano il ruolo, i genitori ringra­

ziano commossi e ammirati. Sono aiutati anch'essi dalla calma dimostrata da Lauren­ce: «Hanno un comportamen­to esemplare - ha testimoniato un responsabile delle forze dell'ordine - si fidano della maestra, e ciò li aiuta a fidarsi di noi, di quello che stiamo fa­cendo». È come se i nervi saldi e il coraggio di Laurence si fos­sero comunicati agli altri intor­no, innanzitutto ai genitori. Certo lei non aveva mai pensa­to che, facendo la maestra, si sarebbe trovata un giorno a confrontarsi con un forsennato armato di bomba e pistola. Pa­re proprio che ci abbia messo poco ad adeguarsi alla situa­zione. E tutti gliene rendono merito. • C. M.

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«Non sarà facile ridare serenità a quei bambini»

ROMEO BASSOLI

M «Il problema è il tem­po: se passano più di 3-4 giorni in quelle condizioni, i danni possono essere irre­versibili».

Ilaria De Agostini, psicolo­ga infantile milanese, é ov­viamente molto preoccupata per quel che sta accadendo nell'asilo parigino.

Dottoressa De Agostini, quale è, assieme al tempo, il problema più grave per quei bambini?

La loro età. Paradossalmen­te, sarebbe meglio se fossero più picco'i, due. tre anni. O,

'più grandicelli:'"otto, "nove inni. Più piccoli, avrebbero ina percCKioffcfliÉflrtr'tTrtfW *

re del pericolo. Più grandi, sarebbero già in grado di ela­borare difese psicologiche contro la paura, di raziona­lizzarla. A tre, quattro anni invece sono allo stesso tem­po consapevoli del rischio ma incapaci di difendersi, quindi più soggetti al panico. Questa è l'età del panico, de­gli incubi, delle grandi paure.

Sembra che U sequestrato­re stia rispettando in qual­che modo i ritmi dei bam­bini, permettendo alla lo­ro maestra e ad un medico

. di intervenire su di loro, mantenendo i cicli di son­no, gioco, pasti. Che può significare?

Questo può significare che i bambini tengono i contatti con presenze adulte ma so­prattutto amiche, come la maestra e il medico. Quindi possono essere meno terro­rizzati. Nella mente del bam­bino c'è una separazione netta tra bene e male e quin­di la prsesenza di maestra e

medico li aiuta ad «allearsi» con gli «adulti buoni» che spiegano loro le cose. Il ri­schio infatti è che i bambini siano . lasciati in balla del «cattivo», solo. Il pompiere che parlava ad Alfredino Rampi calando nel pozzo un microfono aiutò moltissimo ii bambino in quel momento terribile.

Nonostante questo, però, se l'esperienza si prolun­gasse a lungo e avesse del­le svolte drammatiche, quali sono i danni che pos­sono subire questi bambi-

l„) siili istori*- ri» "'".-"isc-'-i r ..paura crvÉMuatuarnei le ferite profondissime ciie difficilmente possono essere rimarginate, li danno può es­sere irreversibile e situazioni come queste danno solo una possibilità di npresa: che du­ri poco. Quali danni, lei mi chiede. Panico, incubi, pau­ra delle persone, difficoltà di relazione.

Dottoressa De Agostini, secondo lei, quando i bambini usciranno da questa terribile avventura, quale terapia psicologica può essere più adatta per uscire da quel panico, da quegli incubi, da quelle difficoltà di relazione?

Probabilmente, una terapia che, lavorando sul gruppo permetta di rielaborare il vis­suto. Occorrerà che i bambi­ni siano seguiti da terapeuti che riescano a far metaboliz­zare l'angoscia. Poi • ogni bambino dovrà essere segui­to con molta attenzione dal­la famiglia, sperando che il tempo e l'affetto li restituisca ad una vita normale.

Quarto omicidio di un ragazzo nero nel famoso quartiere londinese, Stephen è stato accoltellato mentre aspettava l'autobus L'assassinio ha suscitato aspre polemiche. Scontri con la polizia davanti alla sede di un partitino nazista che copre la gang

A Greenwich batte l'ora del delitto razzista La morte del ragazzo nero Stephen Lawrence, ac­coltellato da una gang di bianchi mentre aspettava l'autobus, sta suscitando, a Londra, un moto di sde­gno. É il quarto omicidio razzista nello stesso quar­tiere londinese vicino a Greenwich. Scontri con la polizia, numerosi arresti e feriti davanti alla sede del British National Party che si presume stia coprendo la gang di assassini.. ' " ' ' , ' v '

ALFIO BERNABE!

; • • LONDRA. ' li brutale assas­sinio di un ragazzo nero di di-ciott'anni, accoltellato da una gang di bianchi nello stesso •* quartiere dove altri tre omicidi '• razzisti sono stati commessi ', negli ultimi due anni, ha dato

j; luogo ad lina serie di manife- .' stazioni di protesta che hanno •

; causato scontri con la polizia, . • numerosi feriti ed arresti. Il ra-

•ji gazzo. Stephen Lawrence, sta- -" ir| va aspettando un autobus per •' ; tornare a casa dopo aver fatto -*; visita ad una zia quando .la ». : gang di sci giovani bianchi lo

Ita accoltellato recidendogli le ,'• '.' arterie del collo. L'attacco è '

avvenuto in un quartiere nel sud-est della capitale, vicino all'osservatorio di Greenwich * che marca il famoso meridia­no del tempo. E la preoccupa­zione sale parallelamente all' incremento nel numero di at­tacchi contro i neri. Secondo un portavoce del Greenwich Action Committee Against Ra-cial - Attacks (Comitato di Greenwich contro gli attacchi razziali) quattro neri sono stati uccisi in simili circostanze in questa zona di Londra dal 1991 e durante lo scorso anno sono stati registrati 241 attac­chi razzisti di vario tipo fra cui

accoltellamenti, percosse, ten­tativi di incendiare case abitate da neri e abusi d'altro genere fra cui l'introduzione di escre­menti nelle buche delle lettere. 11 portavoce ha detto: «Il fatto che nei primi quattro mesi di quest'anno gli attacchi già de- ' nunciati sono 194 non lascia dubbi che la situazione si sta facendo sempre più grave».

L'assassinio di Lawrence si è imposto all'attenzione dell' in­tero paese quando i suoi geni­tori di origine giamaicana e re­sidenti nel quartiere da oltre vent'anni invece di chiudersi nel loro dolore hanno parteci­pato a numerosi programmi radio-televisivi per denunciare la presenza della gang di kil­ler» che ritengono associata al­la sede, a poca distanza da do­ve abitano, del British National Party, (partito nazionale bri­tannico) di estrema destra. La madre di Lawrence ha criticato la polizia: «Sono sicura che che conosce i membri della gang. Perchè vengono lasciati in pace? Gli assassini cammi­nano, mangiano e bevono mentre mio figlio è steso su

una lastra di marmo». Ha criti­cato anche il primo ministro John Major per_non aver man­dato neppure le condoglianze. Ha rivelato poi che il giorno dopo l'uccisione di suo figlio si è lei stessa trovata minacciata da una donna bianca che brandiva un mattone. D'altro canto perù ci sono state nume­rose testimonianze di solida-. rietà verso i Lawrence e gli alunni del college dove il ra­gazzo studiava per diventare architetto hanno tenuto una vi­gilia davanti alla sua casa e de­posto fiori alla fermata dell'au- -tobus dove è stato ucciso. E di­versi gruppi antirazzisti hanno organizzato manifestazioni di protesta in vari punti della ca­pitale per denunciare il British National Party e condannare l'aumento del razzismo in Gran Bretagna.

Una delle manifestazioni è . avvenuta nei dintorni della sta­zione Vittoria dove la polizia si è presentata a cavallo ed In as­setto antiguerriglia per tenere separati i militanti antirazzisti dai membri del Bnp che con le

loro insegne nazi-fascisle han­no poi marciato lungo Victoria Street in direzione del parla­mento di Westminster. Un'al­tra manifestazione organizzata da Youth Against Racism in Europe (Gioventù contro il razzismo in Europa) e dalla Panther U.K. è sfociata in vio­lenza quando pietre e spran­ghe di ferro sono state lanciate contro una libreria di estrema destra e gli uffici del Bnp. Ci so­no stati diversi arresti e feriti quando la polizia è intervenuta per disperdere i dimostranti. I Panther hanno distribuito vo­lantini in cui si legge fra l'altro: •Dobbiamo organizzare la di­fesa delle comunità nere ed asiatiche e combattere il razzi­smo secondo l'insegnamento di Malcolm X». La lettera «X» si sta imponendo come elemen­to decorativo e segno di mili­tanza sui berretti e giubbotti di molti giovani neri londinesi. Un altro organismo antirazzi­sta, l'Anti-racisl Alliance che gode del sostegno del partito laburista e dei sindacati ha in­detto una dimostrazione a lu­me di candela presso la ferma­

ta dell'autobus dove Lawrence è stato accoltellato ed ha orga­nizzato una manifestazione per oggi alla quale partecipe­ranno diversi deputati ed i ge­nitori del ragazzo.

Il Bnp é costituito da appena 3.500 iscritti a livello naziona­le, ma sta cercando di rafforza­re le sue fila approfittando del­l'eco suscitata da manifesta­zioni razziste in altri paesi eu­ropei. La decisione di aprire degli uffici nel quartiere di Welling. nel sud est della capi­tale,, sembra sia stata presa con l'intenzione di reclutare giovani bianchi in un'area ad altissimo livello di disoccupa­zione e forte tensione sociale. Nel quartiere dove vive la 'ami­glia Lawrence la disoccupazio­ne raggiunge vette del 60%. Ri­chard Edmonds. uno dei lea-ders del Bnp, appartenente al­la «scuola» di coloro che nega­no che ci sia stato lo sterminio degli ebrei, chiede il rimpatrio della popolazione di colore e, come ha dichiarato l'altro ien nel programma della Bbc The Moral Maze, fa tesoro di una famosa frase della signora

Thatcher nella quale l'ex pre­mier disse che la Gran Breta­gna non poteva correre il ri­schio di ntrovarsi «impantana­ta». Secondo i membri di un'in­chiesta parlamentare il Bnp è collegalo a simili gruppi in Eu­ropa ed in America. Il mese scorso è stata notata la presen­za di un altro organismo neo­nazista inglese chiamato Com­bat 18 (l'I sta al posto della prima lettera dell'alfabeto (A) , e l'8 rappresenta l'ottava (H), cioè le iniziali di Adolf Hitler). Considerevole scalpore ha poi suscitato la notizia che in que­sti ultimi mesi lettere e volanti­ni di natura razzista o anti se­mita sono giunti per posta in migliaia di case inglesi. -Lo scorso gennaio un giornale ri­velò che dietro una campagna razzista molto simile a questa c'era la signora Genke Young, vedova dell'ex • vicedirettore dei servizi segreti ' britannici George Kennedy Young, noto fra l'altro per la sua attività nel controspionaggio inglese in Italia verso la fine della secon­da guerra mondiale.

I due bambini accusati negano «Non uccidemmo il piccolo James»

I due bambini di 10 anni accu­sati di aver rapito e ucciso il piccolo lames Bulger, di due anni, il 12 febbraio scorso, a Bootle, un sobborgo di l'vcr-pool, si .sono ieri dichiarati in­nocenti davanti al tribunale. I!

^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ giudice hd stabilito che il pro-^^^^^^^^^^^™""™"" ,"— cesso a carico dei due bambi­ni avrà inizio il primo novembre a Preston. 1 due imputati hanno anche respinto l'accusa di aver tentato di rapire, lo stesso Riorno, un altro bambino di due anni. Nell'udienza di ieri il giudice ha per la prima volta presentato formalmente ai dur- bambini le tre imputazioni a loro carico, il delitto del piccolo James sconvolse non solo la Gran Bretagna ma anche l'opinione pubblica intema­zionale. Quel giorno James si era allontanato per qualche minu­to dalla madre che stava effettuando acquisti in un negozio di • Boolle. La scena fu ripresa da due telecamere a circuito chiuso e ciò permise alla polizia di identificare i rapitori ed arrestarli. Ieri ì giornali inglesi hanno dato con grande risalto la notizia che la madre della piccola vittima attende un altro figlio per Natale.

FINANZA E IMPRESA

• PARMAIAT. Massiccio aumento di capitale della Parmalat finanziaria società quotata in Borsa Lo ha deciso nel pomeriggio il consiglio di ammini­strazione che ha proposto agli azioni­sti di versare alm 427 miliardi nelle casse della società (più altri 142 nel prossimo tnennio) per consentirle di puntare su nuove acquisizioni Calisto Tarai azionista di controllo del grup­po (con il 50.2% del capitale) non tire­rà fuon di tasca neppure una lira La prima acquisizione della linanziana ri­guarderà il 21 42% della Parmalat Spa ancora non in portafoglio E di chi è questa quota' Di Tanzi ovviamente (oltre che per l ' I * della famiglia Lari-ni) Il finanziere parmense otterrà cosi i mezzi (230 - 240 miliardi) per conti­nuare a garantirsi la maggioranza del­la finanziaria grazie ai soldi della stes­sa società L'n autentico capolavoro che consentirà a Tanzi di prepararsi alla imminente spartizione dell indu­stria alimentare pubblica

• SAI. La Sai compagnia di assicu­

razione del gruppo Ligresti ha chiuso il 92 con un piccolo incremento del 1 utile netto, salito del 2% a 75 1 miluir di 11 consiglio di amministrazione del­la società, convocando 1 assemblea dei soci per il 28 giugno prossimo ha annunciato che proporrà in quella se­de un dividendo invariato di 160 lire per le azioni ordinane e di 200 per quelle di nsparmio Un altro pò di os sigeno per le finanze di Ligresti impe gnato nell arduo tentativo di conserva re il controllo del gruppo nonostante 1 alto Irvellodei debiti • JOBS. Inaugurato nel Piacentino il nuovo stabilimento della Jobs la pic­cola società italiana che in pochi anni ha conquistato la leadership mondiale nella produzione di sistemi di automa­zione industnale Con 35 miliardi di fatturato annuo la Jobs controlla il 70% del mercato mondiale 11 nuovo stabilimento copre una superficie di 80mila metn quadrati e ospita anche una scuola per la qualificazione prò fessionale

La Borsa con il segno meno chiude il ciclo di maggio • • MILANO La Borsa ha chiuso il ciclo di maqgio con cedenze diffuse con un Mib che dopo essere rimasto in­variato nella prima fase della seduta dedicata come e no­to ai riporti risultati a tassi decrescenti ha poi imbocca to la strada in discesa della flessione sia pure in termini contenuti (verso la fincdel li­stino il Mib segnava -0 3/u) Gli scambi sono apparsi so­stenuti Uniche stelle solitane nel ciclo dei ribassi le Stet ( i 3 71 oì e le Sip (+ 2 59" 0 che anche ieri hanno continuato la loro corsa al rial/o grazie anche a compero dal estero Ma il fatto nuovo i rave e inquie­tante 6 la scoperta che alme­

no il titolo di una finanziaria da tempo decotto balzato allo cronache borsistiche per lo sue escursioni sia in basso che in alto le Ferrovie Nord Torino risulta in possesso di un clan camorristico e mafio­so Titolo che imperterrito e stato trattato anche ieri con un rialzo del 5% Forse la Consob non legge le crona che della criminalità organiz zata7

Sotto i rifletton anche le Mondadori dopo I annuncio della operazione Sbc I titoli d inparmionc sono stati so­spesi dal gruppo di interven­to dopo aver toccato nel du­rante le 8300 lire contro le 6905 della seduta di merco­ledì (giovedì erano state so­

spese per t u f i la seduti) Impennata anche dclk ordì nane pur trattate regolar mente Un titolo in forte CJ duta risulta quello delle Assi talia (INA) dopo la not i /u del probabile mancato divi derido E uno dei pnvali/za bili Le Fiat wevano chiuso invariate ma sopno poi perg gioratc Le Gone-ali in flcs sione dell 1 39^ si sono poi riprese Notevoli perdite han no subito Colide( 3 46 ) Olivetti (-3 76 u) e Ifi privile­giate i 2 82 ) Sul telemati­co Le Cir sono calate del 3 20-6 mentre flessioni supe non al 2% hanno registrato Credit Fcrfin Fiat privilegia te kalcemcnti e Pirellone

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COMUNICAZIONI A L I T A L I A C A

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A L I T A L R N C

A U S I L I A R E

A U T O S T R P R I

A U T O T O M I

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C O S T A R N C

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1 0 8

ELBTTROTECMICHI A N S A L D O

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G E W I S S

S A E S G E T T E R

2 9 3 0

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1 1 5 6 0

5 6 0 0

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0 0 0

• 1 7 0

- 2 6 1

FINANZIAR» A V I R F I N A N Z

B A S T O Q I S P A

B O N S I R P C V

B O N S I E L E

B O N S I E L E R

B R I O S C H I

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2 6 5

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- 6 3 4

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- 1 2 2

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CONVERTIBILI

CENTROB-BAQM»58 5 %

CENTROB-SAF968 7 5 %

C E N T n o e - S A F R M 8 7 5 K

C E N T R O B - V A I T » 4 1 0 %

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M E 0 I 0 B - I T A L G 9 5 C V 6 %

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1 6 7

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1 2 7

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M E C C A N I C H E

A U T O M O B I L I S T I C H E

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F A E M A S P A

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1 0 2 0

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0 8 1

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- 0 8 9

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1 3 6

1 5 6

• 0 2 6

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• 0 5 4

0 0 0

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3 7 6

- 1 9 4

- 0 3 5

0 8 5

0 9 7

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0 0 2

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1 5 2

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MEOIOB-SIC95CV EXW5%

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4 8 0 0

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2 9 3 0

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0 6 0

2 8 3

2 7 4

7 8 4

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5 2 5

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3 4 5

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4 6 2 0

2 6 0 0

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3 0 2

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C E N T E N A R I

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1 0 0 0 0

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2 9 1 0 0 0

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- 0 7 7

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1 0 1

0 2 4

TELEMATICO A L L E A N Z A A S S 1 6 4 0 2

A L L E A N Z A A S S R N C 1 2 6 2 0

B C A C O M I T A L R N C

B C A C O M M L E IT

B C A T O S C A N A

8 C O N A P O L I

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B R E D A F I N

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1 0 3 6

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2 8 8 5

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6 0 0 , 6

3 3 3 3

3 5 0 6

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G O T T A R D O R U F F O N I 1 1 9 9

I M M M E T A N O P O L I

I T A L C E M E N T I

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1 0 2 9 5

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1 4 2 8

P I R E L L I S P A R I S P N C 9 8 6

R A S F R A Z

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S I P R I S P P O R T

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S O N D E L S P A

S O R I N B I O M E D I C A

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0 , 3 1

0 , 4 9

2 . 5 9

1 8 4

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0 , 1 5

0 , 7 9

Titolo

ENTE r S 85-95 2- IN0

fcNTEFS 87/93 2-IND

ENTE F S 90 /9813%

ENEL 857951A INO

CNEI66/2001 INO

ENEL 87/94 2>

ENEL 8 9 / 9 5 1 ' IND

ENEL907981AIND

MEDI0B 69/9913 5 %

IRI86/95 INO

IRI88/95 2A INO

EFIM 86/95 INO

ENI 91/95

ieri

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109 30

107 45

10650

104 65

10310

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99 40

99 50

97 80

9 9 0 0

prec

107 50

100 30

10140

11000

107 50

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10460

103 00

104 00

99 45

9 9 6 0

97 80

9 6 9 5

T i t o l o

C C T E C U 3 0 A G 9 4 9 6 5 %

C C T E C U 8 5 / 9 3 9 %

C C T E C U 8 5 / 9 3 8 7 5 %

C C T E C U 8 6 / 9 4 6 9 %

C C T E C U 8 6 / 9 4 8 7 5 %

C C T E C U 8 7 / 9 4 7 7 5 %

C C T E C U 8 8 / 9 3 8 5 %

C C T E C U 8 8 / 9 3 8 6 5 %

C C T E C U 8 6 / 9 3 8 7 5 %

C C T E C U 8 9 / 9 4 9 9 %

C C T E C U 8 9 / 9 4 9 6 5 %

C C T E C U 8 9 / 9 4 1 0 1 5 %

C C T E C U 8 9 / 9 5 9 9 %

C C T E C U 9 0 / 9 5 1 2 %

C C T E C U 9 0 / 9 5 1 1 1 5 %

C C T E C U 9 0 / 9 5 1 1 5 5 %

C C T E C U 9 1 / 9 6 1 1 %

C C T E C U 9 1 / 9 6 1 0 8 %

C C T E C U 9 2 / 9 7 1 0 2 %

C C T E C U 9 2 / 9 7 1 0 5 %

C C T E C U 9 3 O C 8 7 5 %

C C T E C U 9 3 S T 8 7 5 %

C C T 6 C U N V 9 4 1 0 7 %

C C T E C U 9 0 / 9 5 1 1 9 %

C C T - 1 5 M Z 9 4 I N D

C C T - 1 7 L G 9 3 C V I N D

C C T - 1 8 F B 9 7 I N O

C C T 1 8 G N 9 3 C V I N D

C C T 1 8 N V 9 3 C V I N D

C C T 1 8 S T 9 3 C V I N D

C C T 1 9 A G 9 3 C V I N D

C C T - 1 9 D C 9 3 C V I N D

C C T 2 0 O T 9 3 C V I N D

C C T A G 9 3 I N D

C C T A G 9 5 I N D

C C T A G 9 6 I N O

C C T - A P 9 9 4 I N D

C C T - A P 9 5 I N D

C C T - A P 9 6 I N D

C C T - A P 9 7 I N O

C C T O C 9 5 I N D

C C T - O C 9 5 E M 9 0 I N D

C C T D C 9 6 I N O

C C T - F B 9 4 I N D

C C T F 8 9 5 I N D

C C T F B 9 6 I N D

C C T - F B 9 6 E M 9 1 I N D

C C T - F B 9 7 I N D

C C T G E S 4 I N D

C C T G E 9 5 I N D

C C T G E 9 6 I N D

C C T G E 9 6 C V I N D

C C T - G E 9 6 E M 9 1 I N D

C C T - G E 9 7 I N D

C C T - G N 9 3 I N D

C C T - G N 9 5 I N D

C C T G N 9 6 I N O

C C T G N 9 7 I N D

C C T - L G 9 3 I N D

C C T - L G 9 5 I N O

C C T - L G 9 5 E M 9 0 I N D

C C T L G 9 6 I N D

C C T L G 9 7 I N D

C C T M G 9 5 I N D

C C T M G 9 5 E M 9 0 I N D

C C T M G 9 6 I N O

C C T M G 9 7 I N O

C C T M Z 9 4 I N D

C C T M Z 9 5 I N D

C C T M Z 9 5 E M 9 0 I N D

C C T M Z 9 6 I N O

C C T M Z 9 7 I N O

C C T - N V 9 3 I N D

C C T N V 9 4 I N O

C C T N V 9 5 I N O

C C T N V 9 5 E M 9 0 I N D

C C T N V 9 6 I N D

p r e z z o

102 9

99

9 8 5

9 8

9 8

9 / 3

9 8 5

9 8 6

100

103

1 0 0 5

103 8

103 6

107 4

104 1

105 3

101 5

104 1

105 8

108

9 8 2

9 8 6

103 5

104 0 5

1 0 0 4 5

100 1

9 9 9 5

9 9 9 5

101 3 5

100 5

1 0 0 1 5

103

100 7

1 0 0 5

9 8 9

9 7 6

1 0 0 2 5

9 9 1

9 8 7 5

9 8

1 0 0 5

1 0 0 0 5

100 6

1 0 0 4

101 2

100 15

9 9 9 5

1 0 0 0 5

1 0 0 3

1 0 0

1 0 0 15

1 0 1 9

1 0 0

1 0 0 2 5

9 9 9 5

9 9 2 5

9 8 8 5

9 8 4

1O0 2 5

9 9 2

9 9 9 5

9 8 2

9 7 7 6

9 9 3

9 9 9 5

9 8 8 5

9 8 0 5

1 0 0 3 5

9 9 9 5

9 9 9 5

9 9 9 5

9 9

1 0 0 2 5

100

9 9 75

9 9 9 5

9 9 4

v a r %

0 0 0

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-0 0 5

0 51

0 2 0

0 1 5

1 50

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0 5 0

2 4 9

0 10

0 6 7

0 0 0

0 0 9

0 0 0

0 0 0

- 0 78

1 84

0 6 6

0 0 9

0 0 0

0 0 0

0 0 0

0 8?

0 0 0

0 1 5

- 0 10

0 0 0

0 0 0

0 0 0

- 0 1 0 ~

0 4 3

0 15

0 0 0

0 10

0 2 1

0 0 5

0 1 5

0 4 1

0 2 0

0 0 5

0 0 5

0 2 0

0 0 5

0 10

0 0 0

0 0 5

0 2 0

• 0 3 0

0 0 0

0 0 5

0 0 0

0 0 0

0 0 0

0 10

0 0 5

0 3 6

0 10

0 15

0 0 5

- 0 0 5

0 2 6

0 3 6

0 0 0

0 0 0

0 5 6

0 2 0

- 0 0 5

0 0 5

0 0 0

- 0 10

ooo 0 2 0

0 0 5

0 0 5

0 0 5

0 0 0

C C T O O T T 9 3 I N O

C C T O T 9 4 I N D

C C T O T 9 5 I N D

C C T - O T 9 5 E M O T 9 0 I N D

C C T O T 9 0 I N D

C C T S T 9 3 I N D

C C T S T 9 4 I N D

C C T S T 9 5 I N D

C C T S T 9 5 E M S T 9 0 I N D

C C T S T 9 6 I N D

B T P 1 7 N V 9 3 12 5 %

B T P 1 A G 9 3 1 2 5 %

B T P 1 F B 9 4 17 5 %

B T P 1 G E 9 4 1 2 5 %

B T P 1 G E 9 4 E M 9 0 1 2 " / .

B T P 1 G N 9 4 12 5 %

B T P 1 L G 9 3 1 2 5 %

B T P 1 L G 9 4 12 5 %

B T P 1 M G 9 4 E M 9 0 1 2 6 %

B T P 1 M Z 9 4 12 5 %

B T P 1 N V 9 3 1 2 5 %

B T P 1 N V 9 3 E M 8 9 12 5 %

B T P 1 0 T 9 3 1 2 5 %

B T P 1 S T 9 3 1 2 6 %

B T P 1 S T 9 4 12 5 %

C A S S A D P C P 9 7 1 0 %

C C T 1 7 L G 9 3 8 7 5 %

C C T 1 8 G N 9 3 8 7 5 %

C C T 1 8 S T 9 3 8 5 %

C C T 1 9 A G 9 3 8 5 %

C C T 8 3 / 9 3 T R 2 5 % „

C C T A G 9 7 I N D

C C T A G 9 8 I N D

C C T A G 9 9 I N D

C C T A P 9 8 I N D

C C T A P 9 9 I N D

C C T D C 9 8 I N D

C C T F B 9 9 I N D

C C T G E 9 4 B H 1 3 9 5 %

C C T C C 9 4 U S L 1 3 9 5 %

C C T G E 9 9 I N D

C C T G N 9 8 I N D

C C T G N 9 9 I N D

C C T L G 9 4 A U 7 0 9 5 %

C C T L G 9 8 I N D

C C T M G 9 8 I N D

C C T M G 9 9 I N O

C C T M Z 9 8 I N D

C C T M Z 9 9 I N D

C C T N V 9 8 I N D

C C T N V 9 9 I N D

C C T O T 9 8 I N D

C C T S T 9 7 I N D

C C T S T 9 8 I N D

C T O 1 5 G N 9 6 1 2 5 %

C T O 1 6 A G 9 5 1 2 5 %

C T O 1 6 M G 9 6 1 ? 5 %

C T O 1 7 A P 9 7 12 5 %

C T O 1 8 D C 9 5 12 5 %

C T O 1 8 G E 9 7 12 5 %

C T O 1 8 L G 9 5 1 2 5 %

C T O 1 9 F E 9 6 1 2 5 %

C T O 1 9 G N 9 5 1 2 b %

C T O 1 9 G N 9 7 1 2 %

C T O 1 9 M G 9 8 1 2 %

C T O 1 9 S T 9 6 12 5 %

C T O 1 9 S T 9 7 1 2 %

C T O 2 0 G E 9 8 1 2 %

C T O 2 0 N V 9 5 1 2 5 %

C T O 2 0 N V 9 6 12 5 %

C T O 2 0 S T 9 5 1 2 5 %

C T O D C 9 6 1 0 2 5 %

C T O G N 9 5 1 2 5 %

C T S 1 8 M Z 9 4 I N D

C T S 2 1 A F 9 4 I N D

R E D I M I B I L E 1 9 8 0 1 2 %

R E N D I T A 3 5 5 %

1 0 0 2

1 0 0 4

9 9 15

9 9 8 5

9 8 6 5

100 3 5

100 0 5

9 8 8

9 9 9 5

97 7

1 0 0 3 5

9 9 9

1 0 0 0 5

1 0 0 1 5

100 0 5

1 0 0 4

9 9 9 5

1 0 0 4

100 3 5

100 0 5

1 0 0 2

100 1

9 9 9 5

9 9 9 5

1 0 0 4 5

9 7 1

9 9 6

9 9 5

9 9 9

101

„ 102 8 ,

9 7 7

9 7 7 5

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9 7 8

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9 7 5

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101 1

97 8

9 8

97 8

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9 8 1

9 7 5 5

9 7 9 5

97 5

97 7

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97 85

9 8 2

9 7 9

1 0 0 5

1 0 0 4 5

100 5

101 5

1 0 0 5

101 15

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100 3

100 5

1 0 0 6

1 0 0 8 5

1 0 0 6

1 0 0 0

1 0 0 9

1 0 1 3 5

100 7

1 0 0 4

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100 5

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9 4 2 5

104 7 5

5 8 5

0 10

0 10

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0 0 5

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0 0 5

0 10

0 0 5

0 0 0

0 0 5

0 0 0

0 0 5

0 10

0 10

0 0 5

0 0 5

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0 0 0

0 0 5

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0 0 0

0 10

0 0 0

OOO

- 0 10

OOO

0 0 0

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0 21

0 31

0 2 6

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0 2 1

0 2 6

0 2 1

OOO

0 15

0 2 6

0 2 6

0 3 6

0 0 0

0 4 8

0 31

0 2 6

0 10

0 21

0 10

0 3 6

0 21

0 5 6

0 4 6

0 15

- 0 10

0 0 0

0 0 0

- 0 4 0

0 10

0 10

- 0 3 0

0 20

0 15

0 0 0

0 0 0

0 0 0

0 10

- 0 3 0

- 0 10

0 2 0

0 0 0

0 16

0 0 6

0 1 1

0 2 4

0 0 0

llllìllllllll OBBLIGAZIONI TERZO MERCATO INDICI MIB ORO E MONETE

( P r e z z i I n f o r m a t i / l )

SAN PAOLO BRESCIA

C R BOLOGNA 1/1/93

S A I

INA BANCA

S G E M S A N P f l O S P

B NAZ.C0MUN

N0R0ITALIA

FINCOMID

IFITAUA

W ALITALIA

W S IPRIS

W GAICRIS

2270

23500

13000

1650

124000

1860/1900

310

2000/2050

1570

15

445

85

INDICE MIB

ALIMENTARI

ASSICURAT

BANCARIE

CART EDIT

CEMENTI

CHIMICHE

COMMERCIO

C0MUNICAZ

ELETTR0TEC

FINANZIARIE

IMMOBILIARI

MECCANICHE

MINERARIE

TESSILI

DIVERSE

1199

947

1266

103»

1315

1712

I M I

1129

1334

1148

1172

993

1411

1124

1785

916

193

944

12B0

1040

1260

1723

1067

1135

1306

1148

1171

999

1418

1123

1276

930

•034

032

109

•0 58

4 37

090

244

•053

198

000

009

-060

•0 49

009

0 71

151

denaro/lattora

ORO FINO (PER GR)

ARGENTO (PER KG|

STERLINA V C

STERLINA NC (A 74)

STERLINA NC(P 74|

KRUGERRANDD

20 DOLLARI LIBERTY

50 PESOS MESSICANI

MARENGO SVIZZERO

MARENGO ITALIANO

MARENGO BELGA

17500/17700

2168O0/2326O0

126000/136000

127OO0/137000

126000/136000

538000/570000

560000/695000

648000/685000

100000/113000

103000/118000

100000/113000

MARENGO FRANCESE 100000/113000

MARENGO AUSTR

20 DOLLARI S T C A U

10 DOLLARI LIBERTY

10 DOLLARI INDIANI

70 D MARCK

4 DUCATI AUSTRIACI

100000/113000

5OO000/695000

265000/350000

450000/570000

125000/140000

740000/280000

le r

A D R I A T I C A M E R I O F

A D H I A T I C E U R O P C F

A D R I A T I C F A R E A S T

A D R I A T I C G L O B A L F

A M E R I C A 7 0 0 0

A U R F O G L O B A L

A Z I M U T B O R S E INT

A Z I M U T T R E N D

B A I G E S T A Z

B N M O N D I A L F O N D O

C A P I T / L G E S T I N T

C A R I F O N D O A R I E T E

C A R I F O N D O A T L A N T E

C E N T R A L E A M E L I R E

C F N T R A L E A M E D L R

C F N T R A L E E O R L I H

C E N T R A L E E O R Y E N

C E N T R A L F T U R L I R E

C E N T R A L E E U R E C U

E P T A I N T E R N A T I O N A L

E U R O P A 2 0 0 0

F I D E U R A M A 7 I O N F

F O N D E R S E L A M

F O N D E R S E L E U

F O N D E R 5 E L O R

F O N D I C R I I N T

O E N E R C O M I T F U R G E N E R C O M I T I N T

G E N E R C O M I T N O R

G E O D C

G E S T I C R E D I T A Z

G E S T I C R F D I T E U R O

G E S T I C L L E I G E S T I E L L E S

G E S T I F O N D I A Z INT

I M I b A S T

I M I E U R O P E I M I W F S T

I N V E S T I M E S E

I N V E S T I R E A M E R I C A

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I N V E S T I R E I N T

I N V E S T I R E P A C I F I C , L A G E S T A Z I N T E R N

M A G E L L A N O M F D I C F O A Z

O R I E N T E 2 0 0 0

P E R F O R M A N C E A Z

P E R S O N A L E A Z

P H A R M A C H E M

P R I M E M A M E R I C A

P R I M E M E U R O P A

P R I M E M P A C I F I C O P R I M E G L O B A L

P R I M E M E D I T E R R

S P A O L O H A M B I E N T

S P A O L O M F I N A N C E

S P A O L O H I N D U S T R

S P A O L O H I N T E R N

S O G E S F I T B L C H I P S

S V I L U P P O E O U I T Y

S V I L U P P O I N D I C E

T R I A N G O L O A

T R I A N G O L O C

T R I A N G O L O S

Z E T A S T O C K

Z E T A S W I S S A R C A A Z IT

A R C A V E N T I S E T T E

A U R E O P R E V I D E N Z A

A Z I M U T G L O B C R E S O

C A P I T A L G E S T A Z

C A P I T A L R A S

C A R I F O N D O O E L T A

C E N T R A L E C A P I T A L

C I S A L P I N O A 7

C O O P I N V E S T

E U R O A L D E B A R A N

E U R O J U N I O R F U R O M O B R I S K F

F P R O F E S S I O N G E S

F P R O F E S S I O N A L E F I N A N Z A R O M A G E S T

F I O R I N O

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G E S T I C R f c D I T B O R S

G E S T I E L L E A

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I M I N D U S T R I A

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I N D U S T R I A R O M A G E S

I N T E R B A Z I O N A R I O

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L A G E S T A Z I O N A R I O

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P H E N I X F U N D T O P

P R I M E C A P I T A L

P R I M E C L U B A Z

P R I M E I T A L Y

Q U A D R I F O G L I O A Z

R I S P I T A L I A A Z

1 5 2 / 9

14 171

17 3G0

15 181

1 7 6 1 3

10 2 3 9

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Dopo una resistenza di due giorni ieri l'ex presidente ha inviato le dimissioni prima di essere interrogato dai giudici Lasciano anche i vertici Saipem e Pignone

Giornata di febbrili riunioni e consultazioni ma nessuna comunicazione ufficiale Se l'economista bolognese non accetterà probabile soluzione-ponte con Glisenti

Per Fin il governo punta su Prodi Le dimissioni di Nobili aprono la strada ad un clamoroso ritomo Dopo due giorni di tergiversazioni, Franco Nobili si è dimesso dalla presidenza dell'In. Per la sostituzio­ne il governo punta sul clamoroso ritorno di Roma­no Prodi che però sembra aver già opposto molte ri­serve. In caso di rifiuto potrebbe toccare a Giuseppe Glisenti. L'annuncio della designazione atteso per oggi. Dopo il vertice Snam, dimissionari anche i consigli di Saipem e Nuovo Pignone.

GILDO CAMPESATO

• I ROMA. Alla fine Nobili ha ceduto alle pressioni e si e di­messo da presidente dcll'lri. Il manager andrcottiano avreb­be preferito rimanere al suo posto nonostante il mandato di cattura dei giudici di Mani Pulite, ma le pressioni arrivate direttamente da Palazzo Chigi lo hanno alla fine convinto a lasciar libera la sua poltrona. Una ulteriore resistenza sareb­be stata interpretata non come una rivendicazione di inno­cenza, ma come una pervica­ce ostinazione dai gravissimi ridessi per l'immagine e la sta­

bilità gestionale dell'In. Nobili ha firmato la lettera di dimis­sioni ieri, prima di affrontare l'interrogatorio dei magistrati che lo accusano di aver pagato tangenti a De e Psi, non solo quando era alla guida della Cogefar ma anche dopo esser­si installato alla testa dcll'lri.

Già oggi si dovrebbe cono­scere il nome del successore. La lunga lista di candidati af­facciatasi nei giorni scorsi e- or­mai ridotta a due soli nomi: l'e­conomista Romano Prodi - si tratterebbe di un clamoroso ri­

torno - e Giuseppe Glisenti, l'anziano ex presidente di Fin-meccanica Per quanto sor­prendente possa apparire, ù proprio Romano l'rodi l'uomo che il governo sembra aver scelto per l'In. Due sere fa il ministro del Tesoro Piero Ba-rucci, azionista unico dell'In, era stato visto aggirarsi al vil­laggio Vip degli Internazionali di tennis di Roma. Un tianquil-lo relax prima di una decisione non certo facile. La legge sul riassetto delle Partecipazioni Statali prevede che la desi-gnanzionc venga decisa di co­mune accordo dai ministri del Tesoro, del Bilancio e dell'In­dustria. E proprio con Luigi Spaventa e Paolo Savona Ba-rucci ha messo a punto il pro­getto che punta al ritorno di Prodi nel vecchio ufficio di Via Veneto. Ovviamente con l'as­senso del presidente del Con­siglio Carlo Azeglio Ciampi, preoccupato di dare una guida forti" ad un ente che prima di annaspare nella bufera di Tan­gentopoli era finito nei marosi

del dissesto finanziano La telefonata del governo ha

raggiunto Prodi ieri, sembra a Piacenza dove l'economista democristiano si era recato per l'inaugurazione del nuovo sta­bilimento della Jobs. La rispo­sta sarebbe stata gentile ma non cosi positiva come ci si aspettava a palazzo Chigi. Li situazione finanziaria dcll'lri è drammatica, quella produttiva non e certo migliore, non si tratta certo di uno scenario esaltante per uno come Prodi che già una volta, dal 1982 al 1989, ha provalo a risolvere i problemi dcll'lri r che. nem­meno un mese fa, era candida­lo per la poltrona di presidente del consiglio. L'interessato, co­munque, ha glissato le doman­de dei giornalisti limitandosi ad un laconico «nocomment».

Il nome del .successore di Nobili era atteso già ieri sera, soprattutto dopo la convoca­zione di un vertice a palazzo Chigi tra Ciampi, Banicci, Spa­venta e Savona. Ma le attese

sono siate deluse Segno di complicazioni dell'ultimo mo­mento'' K probabile Del icslo, sempre che decida di tornare, è diflicile che Prodi accetti la presidenza dell'In senza una nconsiderazione delle deleghe che oggi vedono il potere con­centrato nelle mani dell'ammi­nistratore delegato Michele

Tedeschi. Il quale, a sua volta, non potrebbe accettare di es­sere ridimensionato dall'arrivo di Prodi. L'innesto dell'econo­mista bolognese avrebbe dun­que come inevitabile conse­guenza un terremoto sull'inte­ro vertice dell'In.

Meno traumatica, invece, sarebbe la soluzione Glisenti.

Settantatreenne, democristia­no, sarebbe il classico candi­dato di transizione, giusto il tempo di rinviare all'assem­blea di bilancio di giugno la decisione sul team che dovrà guidare l'In nella fase più diffi­cile della sua storia. Infine, do­po la Snam si sono dimessi an­che i vertici di Saipem e Nuovo Pignone.

Per l'Istat, attività produttiva in frenata del 2,1 per cento

La crisi dell'industria continua Anche in marzo meno produzione

ROBERTO GIOVANNINI

• 1 ROMA. Tanto evocata, la ripresa economica ancora non si sente nel nostro paese. An­cora una volta i dati Istat sul­l'andamento della produzione industriale invece confermano la «gelata» del nostro sistema produttivo, che invece conti­nua a perdere colpi. Nel mar/.o 1993, rispetto al marzo del 1992, il volume della produzio­ne ha segnato un nuovo calo del 2.1%, nonostante una gior­nata lavorativa in più. Il perdu­rare della fase stagnante e con­fermato dall'andamento della produzione media giornaliera, che ha registrato una diminu­zione del 5,8% tra i due mesi a confronto. E nei primi tre mesi del 1993. la frenata e stata del

5.7% rispetto allo stesso perio­do del '92, a parità di giornate lavorative (63).

L'andamento dell'attività in­dustriale di marzo nel confron­to col mese precedente, dice l'Istat, ha visto peggioramenti produttivi nei settori dei mezzi di trasporto, macchine per uffi­cio ed elaborazione dati, fibre artificiali e sintetiche, strumen­ti di precisione, prodotti in me­tallo, produzione e prima tra­sformazione dei metalli, calza­ture e abbigliamento. In con­trotendenza invece carta e stampa, alimentari, petrolifere, macchine e materiale mecca­nico. Nei primi tre mesi del '93, si sono registrate diminuzioni nelle industrie dei mezzi di tra­

sporto (-19,6"',), minerali e prodotti non metallici (-12,6%), minerali ferrosi e non ferrosi (-9,2%). Sempre nel primo trimestre del '93, mentre più o meno limitano i danni i comparti che producono beni di consumo (-2,4"'., con risul­tati peggiori per i beni durevo­li), va malissimo per il settore che produce beni di investi­mento (-9,5%, con punte dav­vero drammatiche per i mezzi di trasporto (-21.6%) e delle macchine e apparecchi (-8%).

Insomma, non solo non c'è ripresa, ma si annunciano tempi ancora più duri, visto che i comparti produttivi più in difficoltà sono proprio quelli dei beni d'investimento, che dovrebbero teoricamente anti­cipare un futuribile fase di con­

giuntura positiva. D'altro can­to, e pur vero che con questo elevatissimo costo del denaro chi ha intenzione di investire forse attende un ribasso dei tassi d'interesse.

Una conferma del brutto stato di salute dell'economia italiana - visto che non si può certo parlare di un improvviso drastico miglioramento dell'ef­ficienza energetica - viene an­che dai dati sui consumi petro­liferi nel nostro paese, che in aprile per il settimo mese con­secutivo mostrano una flessio­ne. Secondo l'Unione Petroli­fera, la domanda di petrolio è caduta, con 7,4 milioni di ton­nellate, del 3% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso La richiesta petrolifera nei pri­mi quattro mesi del '93 ha regi-

Romano Prodi, l'economista ex presidente dell'In acuì Ciampi ha chiesto di tornare a ricoprire la carica

strato così una flessione del 13.7" (con 32,3 milioni di ton­nellate consumate) rispetto al periodo gennaio-aprile del­l'anno scorso. Sempre nei pri­mi quattro mesi dell'anno, solo i consumi di benzina hanno registralo un incremento del 2,6'ì. rispetto allo stesso perio­do del '92. mentre prevale il se­

gno meno per il gasolio duto (-8,4%), il gasolio riscaldamento (.-10,1%), e l'olio combustibile (.•9,3%).

E se l'industria va male, l'a-gucoltura non «ride». Ieri l'I-smi'a (l'istituto che controlla l'andamento del settore) ha diffuso i dati sull'andamento della produzione lorda vendi­

bile nel 1992: 59.696 miliardi di lire, con un calo del 2,7 per cento rispetto al 1991. Si regi­stra un crollo per le produzioni delll'olivicoltura (-44%); in ca­duta anche gli ortaggi (-4%). e i cereali (-3%). mentre c'è sta­la und crescita del 3% per la /ootncnia e del 4,5% per la frutticoltura.

La Ig-Metall costringe gli industriali dei Lànder orientali a rimangiarsi la denuncia unilaterale dell'intesa sugli aumenti salariali La parità (teorica) di retribuzione tra lavoratori dell'Est e dell'Ovest verrà raggiunta gradualmente entro il 1996

È vittoria per i metalmeccanici tedeschi Si conclude con una vittoria dei sindacati il primo grande scontro sociale nei Lànder orientali della Germania. Dopo due settimane di scioperi, gli indu­striali metalmeccanici tedeschi si sono rimangiati la denuncia unilaterale dell'accordo sugli aumenti sa­lariali che aveva innescato la vertenza. L'intesa vale solo per la Sassonia, ma quasi sicuramente verrà estesa a tutti i lavoratori della Germania orientale.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PAOLO SOLDINI

• 1 BERLINO. La prima grande battaglia sociale nell'Est della Germania si è conclusa con una vittoria dei sindacati. Do­po due settimane di scioperi e 21 ore ininterrotte di negozia­lo, l'organizzazione degli indu­striali metalmeccanici si e ri­mangiata la denuncia unilate­rale dell'accordo sugli aumenti salariali che aveva innescato la vertenza, la prima, di questa dimensione, che si sia verifica­ta nella Germania orientale da oltre 60 anni.

Proprio questa rinuncia, ac­compagnata da una specie di promessa a «non farlo più», ù l'elemento più importante del­l'intesa che i rappresentanti della Ig-Metall, il sindacato dei metalmeccanici, sono riusciti a strappare nel negoziato a ol­tranza che si è svolto, a Dre-. sda, con la mediazione del ca­po del governo della Sassonia Kurt Biedenkopf (Cdu). Si trat­ta, per ora, di un accordo di

massima, che dovrà essere ra­tificato dalle assemblee dei la­voratori (nelle quali per essere accettato dovrà superare il 25% dei voti) e che riguarda in teo­ria, solo le aziende della Sas­sonia. Ma non c'è dubbio che se, come è quasi scontato, sarà ratificato dai lavoratori, servirà da modello per tutti i Lànder dell'Est. .

Vediamo nel dettaglio che cosa prevede lo schema d'in­tesa, che il negoziatore sinda­cale Hasso Duvel ha definito «un buon risultato, da accetta­re», mentre secondo il rappre­sentante della Gesamtmetall, l'organizzazione degli indu­striali, Hans Peter Mùnter è «un doloroso compromesso». In­tanto, come si è detto, i datori di lavoro ritirano la denuncia unilaterale dell'ultimo accor­do, quello che, siglato due an­ni fa, prevedeva a partire dal 1 ° aprile scorso aumenti salariali del 26%. I.a Gesamtmetall si Un particolare di uno degli scioperi degli operai tedeschi nell'ultimo mese

impegna anche a riconoscere che le denunce unilaterali di intese già raggiunte non sono «uno strumento adeguato» al confronto sindacale. E il punto di principio che più stava a cuore ai sindacati, preoccupa­li, e giustamente, che con la sua disdetta (lu prima verifica­tasi dal lontano 1928) l'orga­nizzazione degli industriali vo­lasse soprattutto creare un pre-c edentc.

Li Ig-Metall, in cambio, ac­cetta uno scaglionamento de­gli aumenti salariali che dilui­sce nel tempo l'obicttivo es­senziale del sindacato, che re­sta quello di ottenere la parità di salario dei lavoratori dell'Est con quelli dell'Ovest, l o sche­ma d'intesa prevede, infatti, che i circa 170mila metalmec­canici della Sassonia (quelli degli altri Lànder dovrebbero poi seguirli a ruota) raggiun­gano il 100% del salario dei lo­ro colleghi occidentali il 1" lu­glio del 1996 (con la possibili­tà di un ulteriore breve dilazio­ne se la situazione economica a quella data continuerà ad es­sere drammaticamente diffici­le), anziché, come era stato previsto, il 1" aprile del '94. Nell'arco di questi tre anni ci sarà un'avvicinamento pro­gressivo: da qui al 1" giugno prossimo varranno gli aumenti del 9% che erano stati autono­mamente offerti dalla Gesamt­metall insieme con la rescis­sione dell'accordo come «ulti­

ma offerta»; dal 1" giugno il sa­lano dei metalmeccanici orientali sarà aumentato al 75% di quello medio dell'O­vest; dal 1" settembre salirà al 78% e dal 1° dicembre all'80%. Al 1" luglio dei prossimi tre an­ni gli aumenti porteranno le re­tribuzioni orientili rispettiva­mente all'87%. al 94% e infine al 100",', di quelli occidentali.

Gli aumenti, come si vede, sono molto graduali, e c'è da aggiungere che anche nel '96 l'equiparazione ai salari occi­dentali sarà più teorica che reale, tenuto conto degli aspet­ti integrativi (per esempio le retribuzioni delle ferie e la tre­dicesima) e quelli relativi all'o­rano di lavoro, che per i metal­meccanici dell'Est si assesterà sulle 38 ore settimanali, men­tre all'Ovest è di 35. Ma nella situazione drammatica in cui versa l'industria dell'Est in ma­teria di competitività il sinda­cato ha ottenuto davvero il massimo che poteva realistica­mente sperare senza assestare un colpo troppo duro alla tra­ballante economia dei Lànder orientali. La Ig-Metall ha dato prova di realismo e di buona volontà accettando anche, ed è la prima volta che un sinda­cato tedesco lo fa, un principio di flessibilità salanale che pre­vede, in casi del tutto eccezio­nali e in aziende che davvero rischiano altrimenti la chiusu­ra, anche retribuzioni inferiori a quelle del contratto.

In recupero Marco a 922

DOLLARO

In frenata In Italia 1484 lire

Cgil: «Caro d'Antoni pensi ad un futuro fatto di scissioni»

BRUNO UGOLINI

i B ROMA II sindacato che di­venta Stato con la proposta di legge di iniziativa popolare proposta dalla Cgil9 L'accusa era stata mossa da Sergio D'Antoni in una intervista al­l'Unità. E Altiero Grandi, segre­tario Cgil replica: «Forse è la reazione nervosa da parte di chi si è chiuso in difesa di una posizione indifendibile...Predi­cano l'unità sindacale e danno per scontate le scissioni» L'eco delle polemiche fra le tre cen­trali sindacali entra di prepo­tenza nell'incontro dibattilo promosso dalla Cgil, con giuri­sti ed esponenti politici. È pre­vista anche la presenza del mi­nistro del Lavoro Gino Giugni, ma all'ultimo momento di­chiara forfait. Eppure qui e molto elogiato, proprio per le sue dichiarate intenzioni di fa-vonre una soluzione legislativa dei problemi della rappresen­tanza sindacale. E quei toni aspn visti nell'intervista di D'Antoni vengono giudicati, da Alfiero Grandi, come un at­tacco non tanto alla Cgil. quanto allo stesso ministro del Lavoro. Il quale avrebbe perciò preferito disertare il confronto in casa Cgil. Ma intanto qual­cosa si muove anche nella Cisl. Raffaele Morose, segretano ge­nerale aggiunto, fa sapere di una disponibilità a formare un comitato di sindacalisti e intel­lettuali «che definisca entro un breve lasso di tempo un pro­getto, che non è un pape-e­chio, né una banale mediazio­ne». Una apertura, anche se in ntardo. La Cgil, ricorda Gu­glielmo Epifani, aveva propo­sto a Cisl e Uil, prima di pre­sentare la propria proposta di legge, di compiere una opera­zione simile a quella prospet­tata oggi.

Ma vediamo quel che emer­ge da questo confronto, bril­lantemente guidato da Giovan­ni Naccan. il responsabile del­la «consulta giundica». E fa ca­polino un altra discussa inizia­tiva, quella della raccolta di fir­me (promotori un gruppo di consigli) per l'abrogazione dell'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori. Marida Bologne­si, deputata di Rifondazione Comunista, propone di unifi­care le due iniziative, quella dei Consigli e quella della Cgil. Una proposta che. però, non troverà accettazione Quel re­ferendum, appoggiato dal Pds, fa notare Angius (responsabi­le dell'area «lavoro» del Pds). ha avuto una funzione di sti­molo, ha già ottenuto dei risul­tati, ha in qualche modo co­stretto i sindacati ad accelerare la discussione interna. Oggi bi­sogna passare alla fase positi­va: la legge. E l'opposizione di D'Antoni? Sembra non coglie­re, osserva Angius, uno stato di

sofferenza presente nel rap­porto tra lavoratori e sindacati E a prospettare una chiusura dentro l'associazionismo l«i rinuncia, in sostanza, a svolge-re un ruolo generale. I tempi stringono, ammonisce il diri­gente del Pds E meno male che c'è la dichiarata volontà di Giugni di accompagnare la ri­presa della trattativa tra snida cali, governo e imprenditori al­la definizione di una legge Tempi brevi. 6 7 settimane fa notare Guglielmo Epifani, neo-segretario generale aggiunto della Cgil. anche perchè in­combono le scadenze contrat­tuali per molte categorie 11 ri­schio è di andare a queste se­conde trattative senza le regole risultanti dal maxi-negoziato a palazzo Chigi Li Cunlindu-stna infatti mantiene posizioni negative proprio sui poteri del­le rappresentanze sindacali aziendali e sui criteri della loro elezione (da parte di iscritti e non iscritti). Un perno del pro­getto di democrazia sindacale. E allora potrebbe anche salta­re il tavolo della maxi-trattati­va. Ma come rispondere alla Cisl7 Epifani invita alla serenità e all'apertura Sono da difen­dere con i denti aspetti della legge Cgil. come quelli relativi alle rappresentanze aziendali (tutti elettori e tutti eleggibili; e quelli relativi o alla richiesta di un «mandato vincolante» o alla richiesta di un appi ovazio­ne di tutti ì lavoratori nel mo­mento finale di una tutlativa. Ma Epifani è aperto alla defini­zione dei diversi strumenti atti a ottenere questi risultati. E po­lemizza con D'Antoni per il suo rifiuto relativo al diritto di lutti i lavoratori a poter decide­re Ma prende in considerazio­ne la preoccupazione di co­niugare democrazia con soli­darietà: «Nuove regole posso­no anche dar luogo-a una frammentazione • ppirticolan-sta». Alfiero Grandi, però: -non crede che questa sia là preoc­cupazione della Cisl. Essa espone una concezione asso­lutista del sindacato associa­zione, dando per scontata la nascita di altri sindacati, pro­motori di altri accordi. È una contraddizione. Il sindacato di D'Antoni addita l'obietttivo dell'unità sindacale e poi pro­pone un futuro fatto di separa­zioni E Grandi propone anche una sorta di «forum giuridico» con i diversi esponenti di parti­ti auton di proposte di riforma sindacale (Pds. Psi, ^fonda­zione, Lega e altri) Perchè i temili urgono E quel referen­dum abrogativo dell'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, e nnsidorato ^Ui Grandi un erro­re avrà luogo, se k- cose slatina ferme, nella primavera dui 19ÌM E sarà «una macchina in iemale»

La Pirelli ancora in rosso

Diminuito l'indebitamento e migliorata la gestione ma persi altri 92 miliardi • 1 MILANO Migliorano sensi­bilmente i conti del gruppo Pi­relli, sottoposto alla energica cura dimagrante ordinata dal vicepresidente esecutivo Mar­co tronchetti Provera. Ma no­nostante i tagli del personale, le cessioni delle attività diversi­ficale e l'uscita dalla Continen­tal i conti finali restano desola­tamente in rosso

La Pirelli e C, l'accomandita per azioni che è al vertice della catena di controllo, per la pri­ma volta presenta un bilancio consolidalo di gruppo con la Société Internationale Pirelli e la Pirelli Spa, evidenziando 95,7 miliardi di perdite nette.

Ciononostante al quartier generale della Bicocca si mo­strano soddisfatti per i nsultati raggiunti in un anno - si fa no­tare - tra i più difficili per la congiuntura economica inter­nazionale (con particolare ri­guardo per l'auto e i veicoli commerciali, ai quali si indiriz­zano i pneumatici del grup­po) .

Il rapporto tra debiti e patri­monio netto, per esempio, si è drasticamente invertito.

I debiti del gruppo alla fine del '91 ammontavano a 3.201 miliardi, contro un patrimonio di 2.314. Al 31 dicembre del '92 i debiti erano scesi a 2.632 e il patrimonio netto ha supe­rato per la prima volta i 3.000

miliardi (3,005 per la precisio­ne) . Con le cessioni realizzate nella prima parte di quest'an­no, inoltre, l'indebitamento complessivo è sceso a poco più di 2.100 miliardi

1 dipendenti sono siati ridotti di altre 6 000 unita, e ugual­mente, notano alla Bicocca, la capacità produttiva degli im­pianti è rimasta inalterata, tan­to che il fatturato globale si è mantenuto sostanzialmente sui livelli dell'anno preceden­te, e cioè attorno agli S 250 mi­liardi.

Ma soprattutto è la gestione industriale a mostrare signifi­cativi segni di ripresa. In altre parole, la Pirelli torna a fare soldi con il suo mestiere tradi­zionale, con i cavi e i pneuma­tici. L'utile lordo sale da 178 o 278 miliardi e il margine ope-rauvo lordo aumenta del 35%, a 809 miliardi.

Sono segnali incoraggianti, dicono fonti del gruppo, ma ugualmente a breve e medio termine le previsioni di redditi­vità nmangono quanto mai in­certe: «Per quanto concerne l'esercizio '93, si afferma, non vi sono prospettive di migliora­mento del quadro economi­co». La ripresa si fa attendere e i conti del gruppo ne risenti­ranno.

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ru«.n»i6 Economia&Lavoro S;ili;iin

Il ministro della Funzione pubblica Cassese Nei primi tre mesi dell'anno la stretta di ammette che è allo studio un provvedimento Amato produce un forte incremento di Irpef di ulteriore rinvio di aumenti salariali Irpeg e Ilor. Ma il governo deve far fronte nelle buste paga dei dipendenti dello Stato a nuovi sfondamenti della spesa pubblica

Salari bloccati nel pubblico impiego? Aumentano le entrate, ma per sanità e statali c'è un buco nero Anche nel '94 statali sotto torchio? Il ministro Casse-se accenna ad un possibile blocco degli stipendi, ed è subito polemica. Ma secondo i calcoli dei tecnici che stanno predisponendo la legge finanziaria per il prossimo anno, proprio il pubblico impiego - insie­me alla sanità - è il settore in cui la spesa corre di più. Meglio del previsto le entrate tributarie, ma la crisi riduce al lumicino il gettito Iva.

RICCARDO LICUORI

M ROMA Manovra, docu­mento di programmazione, legge finanziaria. Un blocco di questioni strettamente intrec­ciate e ormai sull'agenda dei ministri economici di Ciampi. Tredicimila miliardi da trovare subito, per tamponare la (alla che si ù aperta in questi mesi nei conti pubblici. La "mano-vrma" sta per arrivare, nono­stante i molti dubbi espressi sulla sua opportunità. Poi, a lu­glio, sarà il turno di un'altra manovra. Questa volta ben più corposa.

Il punto di partenza 6 la ma­xi-stangata da 93mila miliardi varata alla fine del '92.

Ogni ipotesi di lavoro sulla "manovnna" e sulla prossima Finanziaria non può infalti pre­scindere da una valutazione degli effetti delle misure intro­dotte da Amato. Le entrate fi­

scali dei primi tre mesi del '93 - diffuse ieri dalle Finanze -rappresentano la radiografia della stangata dello scorso an­no; grazie alla stretta liscale vo­lano Irpef ( + 12'V, rispetto allo stesso periodo del '92). Irpeg ( + 51,5'.',',) c-llor ( + 12,8V).e altrettanto fanno le imposte di consumo, le concessioni go­vernative e le imposte dì regi­stro. Ma allo stesso tempo, gra­zie alla recessione, si apie un buco non piccolo in una delle maggiori voci di entrata dello Stato. l'Iva. Il gettito ò in flessio­ne del 9.4X. E questo può esse­re solo in parte spiegato con il cambio di regime introdotto nella Cee all'inizio dell'anno.

Complessivamente, nel pri­mo trimestre le entrate am­montano a 88.365 miliardi, YH,7% m più dell'anno passato. Un po' meglio - sostengono

alle Finanze - delle previsioni contenuti' nell'ultima relazio­ne di cassa.

Ma se dal fisco arnv.i un po' d'ossigeno, non altrettanto si può dire per altri settori della pubblica amministrazione. So­no soprattutto i conti della sa­nità e del pubblico impiego a preoccupare. In questi giorni sono stati sottoposti ad un vero e proprio monitoraggio. Sulla sanità si prospetta una voragi­ne da lOmila miliardi, nono­stante l'introduzione di ticket e bollini, stando alle stime dei centri di ricerca e delle regioni.

Ma anche per il pubblico impiego sono allo studio misu­re di contenimento della spe­sa. La Finanziaria per il prossi­mo anno, che verrà anticipata a luglio, prcvcderà una corre­zione nell'ordine dei 50mila miliardi. Di questi, all'inarca 20mila dovranno essere repe­nti attraverso il fisco, il resto grazie a risparmi e tagli alla spesa pubblica. E buona parte di questi tagli si potrebbero ab­battere proprio sugli statali, per i quali si prefigura anche nel prossimo anno un blocco degli stipendi.

Che qualcosa su questo fronte si stia muovendo, e che si tratti di più di un normale "studio tecnico" lo conferma-

E dai sindacati un coro di «no» • • KOMA I sindacati respingono l'ipotesi di mantenere an­che nel '94 il blocco di contratti e salari dei dipendenti pubbli­ci. Una proroga del blocco, per il segretario generale aggiun­to della Funzione pubblica Cgil, Paolo Nerozzi, sarebbe «gra­vissima» e renderebbe «inevitabile il ricorso a forme di agita­zione dei lavoratori». Per Nerozzi, l'impegno di Ciampi a ono­rare l'intesa già raggiunta con il Governo va mantenuto assie­me alla copertura del potere di acquisto delle retribuzioni per il '92 e '93, «anni - ha osservato - nei quali il tasso di inflazio­ne è stato sensibilmente superiore alla crescita dei salari dei pubblici dipendenti». «Se fos­sero confermate le voci cir­colate - ha detto il segretario confederale della Uil Anto­nio Foccillo - si tratterebbe per questo governo di un brutto esordio nella gestione delle relazioni sindacali. At­tendiamo con fiducia - ha aggiunto - la ripresa della trattativa triangolare». L'ipo­tesi di proroga, per Foccillo, «e impraticabile». Per Raffae­le Morese (Cisl) quanto pro­spettato dal ministro Cassese «ò incomprensibile. Ciampi farebbe bene a far ripartire la trattativa sul costo del lavoro im|>edendo ai ministri di par­lare ognuno per sé».

no le parole del ministro della funzione pubblica, Sabino Cassese «È un argomento mol­to seno, e le ipotesi si debbono valutare attentamente», ha di­chiarato ieri.

È bastato questo per scate­nare le reazioni inferocite dei sindacati. Gli statali sono del resto una delle categorie più sotto tiro, da un po' di tempo a questa parte. Finiti gli anni del­le vacche grasse, già nell'esta­te del '92 ù arrivata la Vuelta, calcolala in poco meiìo di IOrnila miliardi. Una tornata contrattuale praticamente sal­tata a pie' pari con la sospen-

Un progetto di legge dopo la privatizzazione del pubblico impiego

Così il Pds propone di pagare e far lavorare i docenti universitari Il P d s in «po le pos i t i on» n e l l a c o r s a a l la l e g g e su l l a lema e Franco Bassanini du- in stipendio base (comprer d o c e n z a un ive r s i t a r i a , p e r ev i t a re c h e a d e s s a si ranle il vivace dibattito fra mol- vo della scala mobile) e trai Il Pds in «pole position» nella corsa alla legge sulla docenza universitaria, per evitare che ad essa si estenda la privatizzazione del pubblico impiego. Ri­serva di legge per i principi dell'attività negli atenei dotati di grande autonomia, e per la struttura della retribuzione. Sullo stipendio base decide il governo, su quello accessorio l'università. Facoltativa l'Agen­zia per le relazioni sindacali, malvista dai prof.

RAULWITTENBERG

M ROMA. Manca poco più di un anno alla privatizzazione dei docenti universitari - c o m e è avvenuto per il resto del pub­blico impiego - in assenza di una apposita legge, e il Pds si e affrettato a presentarne una. Si tratta di un progetto sottoposto a una sorta di referendum tra i docenti (sotloogniarticoloc'ò una casella per indicare il si, il no o il dubbio), e si prevede la stesura del disegno di legge per settembre-ottobre. Un di­

segno di legge strettamente le­gato a quello sull'autonomia delle Università che la Quercia ha già depositato. Il tutto e og­getto di una conferenza del Pds e di Aurora, organismo che accoglie anche docenti non pidiessini, iniziata ieri con una relazione di Giovanni Ra-gone che annuncia un piano per immettere nel sistema uni­versitario italiano 20.000 nuovi ricercatori nei prossimi 5 anni: e il contributo di Massimo D'A-

lema e Franco Bassanini du­rante il vivace dibattito fra mol­ti prof.

In sostanza il progetto pre­vede una contrattuaiizzazione del rapporto di lavoro molto parziale e «facoltativa», con i docenti che passano alle di­pendenze degli atenei invece che del ministero dell'Universi­tà com'è adesso. Si sopprime l'aggancio delle progressioni normative e retributive a quelle della dirigenza statale, e si uni­ficano nella figura dei «docenti di ruolo» gli ordinari, gli fisso-ciati e i ricercatori riguardo allo stato giuridico. Allaìegge sono riservati la disciplina della li­bertà d'insegnamento e del­l'autonomia professionale, i li­velli standard delle prestazio­ni, i principi organizzativi, le incompatibilità, l'organico complessivo, le norme per l'accesso, la mobilità e le col­laborazioni; e «i principi sulla struttura della retribuzione». Retribuzione che viene distinta

in stipendio base (comprensi­vo della scala mobile) e tratta­mento accessorio. Il primo vie­ne determinato dal governo, con un decreto del Presidente della Repubblica su delibera del Consiglio dei ministri. Il se­condo, non pensionabile e di­viso in quattro indennità (pro­duttività scientifica, maggiori oneri didattici, responsabilità di gestione, passaggio in sedi meno qualificate), viene inve­ce determinato - non meno del 30% dello stipendio base -dai singoli atenei a fronte di «prestazioni effettivamente re­se».

Ma come si arriva alla defini­zione del trattamento econo­mico? Le Conferenze dei retto­ri degli atenei possono chiede­re la costituzione di una Agen­zia per le relazioni sindacale ad immagine e simiglianza di quella istituita per il pubblico impiego, e sede per l'esercizio della contrattazione nazionale e decentrata nella quale inter­

vengono i sindacati che rap­presentino almeno il 10°'» dei docenti. Se le Università rinun­ciano all'Agenzia, allora deci­de il governo. In questo senso la «contrattuaiizzazione» ò fa­coltativa, riservata all'autono­ma decisione degli atenei. Franco Bassanini ha definito questa soluzione della spino­sissima questione dello stato giuridico un realistico «mix» fra disciplina legislativa, autono­mia universitaria e autonomia

contrattuale, che «garantisce dall'invadenza partitica più di una disciplina totalmente legi­slativa». Al prof. Alessandro Fi­ga Talamanca, che aveva du­ramente attaccato in blocco la delegificazione anche nel pub­blico impiego («l'ultimo attac­co dei partili alla Pubblica am­ministrazione per distrugger­la») , Bassanini ha fatto notare che leggi e leggine son fatte dal Parlamento, «sono un atto di volontà del potere politico»

sione lino al dicembre di que-sl'anno. la limitazione del turn over, il blocco dei compensi e delle indennità accessorie (misura in parte rimasta sulla cartai, la sospensione degli ef-Ictti economici delle promo­zioni, il blocco degli automati­smi salariali per dirigenti e in­segnanti. Senza contare l'abo­lizione della scala mobile, solo in parte compensala dall'au­mento di 20mila lire scattato nel '93, e la stretta fiscale (tas­se, contributi, sanità) piomba­le su tutu i lavoratori dipenden­ti con le stangale di Amalo. L'erosione del potere d'acqui­sto ò stata torte nel '92 e sarà forte anche nel '93: le retribu­zioni degli statali aumenteran­no dell'1%, contro un'inflazio­ne che corre tra il A e il 5%. Pro­prio la restituzione del potere d'acquisto perduto e- uno degli obiettivi delle trattative sul nuovo contratto del pubblico impiego. È verosimile immagi­nare uno scambio: niente blocco degli stipendi nel '91 in cambio di una rinuncia alla re­stituzione? Certo e che una proposta del genere trovereb­be orecchie attente anche in qualche parie del movimento sindacale. Magari in cambio di una «sistemazione dei precari», cui ha accennato sempre ieri lo stesso ministro Cassese.

L'interno di un archivio in un ufficio dello Stato

Da parte sua il segretario della Cgil Alfiero Grandi, uno dei protagonisti della riforma del pubblico impiego, si domanda se alla fine la competenza per le vertenze di lavoro sarà del far o del giudice ordinario, e annuncia un progetto della sua confederazione.

Una grande novità nella pro­posta Pds e la valutazione del­l'attività didattica e di ricerca dei docenti - finora fuori da ogni controllo - disciplinata dal Regolamento di ateneo, e a stanare i fannulloni concor­reranno anche gli studenti. Si e molto parlato della «mortalità lenta» della popolazione stu­dentesca, solo il 30% giunge al­la laurea (contro il 60-70% di Gran Briegna e Francia), e del­l'affollamento nei primi anni di corso. La proposta è quella di un tetto di 250 studenti percor­so, ma 0 stata criticata da tutti, a cominciare dal prof. Carlo Bernardini: 100 sarebbero già troppi.

Dopo l'annuncio dell'azienda, ieri corteo e blocco dell'autostrada

Snia-Bpd (Fiat) di Colleferro È rivolta contino 600 espulsioni Un maxi-corteo e tanta rabbia tra gli operai della Snia Bpd difesa-spazio di Colleferro, dopo l'annun­cio di 600 licenziamenti. Tutto il paese ha aderito, ieri mattina, alla protesta indetta da Cgil-Cisl e Uil in sostegno dei lavoratori Bpd, una pietra miliare nella storia della zona. Se il provvedimento viene attuato si rischia lo smantellamento. «Sarebbe un colpo gra­vissimo» dice la Cgil, e annuncia lotta dura.

BIANCA DI GIOVANNI

M ROMA. Gli operai si sono incatenati ai cancelli e più di 3mila persone hanno manife­stato per quattro ore. È stata la risposta di Colleferro all'an­nuncio di circa 600 licenzia­menti da parte della Snia Bpd difesa-spazio. L'intera cittadi­na della provincia Sud di Ro­ma ha aderito allo sciopero ge­nerale indetto da Cgil-Cisl e Uil territoriali in sostegno dei di­pendenti della fabbrica bellica più importante della zona, og­gi di proprietà Fiat. Un corteo di lavoratori, studenti, com­mercianti e gente comune, guidati da nove gonfaloni dei comuni del comprensorio, ha attraversato le strade del pae­se, praticamente paralizzato: saracinesche abbassate e uffici

pubblici in assemblea. Poi i la­voratori si sono diretti verso l'autostrada Roma-Napoli e hanno bloccato per più di due ore il tratto tra Valmontone e Anagni. Un'atmosfera di rab­bia incontenibile, «esplosiva» tanto quanto le polveri che la stessa Bpd produce, o almeno, ha prodotto fino a ieri. I 600 destinati a scomparire, infatti, appartengono tutti al settore munizionamento, mentre re­sterebbe intatto quello dello spazio, con altrettanti dipen­denti.

La Snia Bpd rischia, cosi, di essere «dimezzata» dopo i nu­merosi tagli di occupazione già effettuati negli ultimi tempi. Dall'87 a oggi la fabbrica e passata da 4mila dipendenti

agli attuali 1.250. Oggi c'è chi teme che l'intero stabilimento venga smantellato. «Sarebbe un colpo gravissimo all'econo­mia di un territorio già provato da un processo continuo di deindustrializzazione», dice Walter Schiavella, segretario generale della Camera del la­voro di Pomezia, Castelli e Col-lelerro. Per questo i sindacati bocciano decisamente il prov­vedimento, preso unilateral­mente dall'azienda. «Ecco le nostre richieste - spiega Stefa­no D'Alterio, segretario gene­rale della Filcea laziale - Pri­mo: certezza che l'azienda ac­quisisca la commessa del vet­tore Scout, il missile prodotto dall'Agenzia spaziale italiana. Secondo: non siamo favorevoli alla chiusura totale del settore munizionamento, che potreb­be trovare nuove commesse nell'ambito della sicurezza ci­vile. Terzo: chiediamo un pro­getto concreto per la riconver­sione della fabbrica nella pro­duzione automobilistica, co­me la Fiat Ita già promesso da tempo, ma soltanto a parole». Le segreterie territoriali hanno indetto un'assemblea aperta per martedì mattina, a cui par­teciperanno anche i sindaci della zona, per mettere a pun­

to una strategia di lotta. Nel (rattempo 0 già stato fissato un incontro tra delegati sindacali e dirigenti aziendali al Ministe­ro del lavoro, che si terrà entro una decina di giorni. «Abbia­mo chiesto il coinvolgimento del ministero della Difesa e dell'Industria - prosegue D'Al­leno - e vogliamo l'intervento della presidenza del Consiglio, a cui fa capo l'Agenzia spazia­le italiana, una committente della Bpd».

Gli esponenti Cgil dicono a chiare lettere che di licenzia­menti non vogliono neanche sentir parlare. «Questa decisio­ne - afferma un sindacalista -tradisce in pieno l'ultimo ac­cordo firmato nel '91, che ave­va già messo in mobilità 600 persone, tra cui le ultime 150 sono uscite a dicembre '92». AII'e]X>ca l'azienda aveva assi­curato un anno di stabilità nel '93 e addirittura una ripresa nel '94. Invece ancora espul­sioni. Una situazione insoste­nibile, attorno a cui si è stretto tutto il paese, che continua a vedere nella Bpd la «sua» fab­brica, un'immensa distesa di padiglioni (1000 ettari) che da 70 anni segna la storia di Colle­ferro.

L'indagine riguarda il tentativo di scalata alla Bna

Bancarotta, nuovo arresto per il finanziere Gennari

DALLA NOSTRA REDAZIONE

GIORGIO SGHERRI

tm FIRENZE. Il finanziere sar­do-toscano Giuseppe Genna­ri, amministratore unico del gruppo Fidifin, 0 stato arresta­to ieri a Milano dalla Guardia di Finanza per ordine del giu­dice delle indagini preliminari di Firenze Eva Celotti con le accuse di bancarotta fraudo­lenta e falso in bilancio. Con il finanziere, che era già stato ar­restato il 15 luglio scorso su or­dine del Gip di Bologna con le accuse di associazione a delin­quere, truffa e falso, è finito in carcere anche un commercia­lista milanese. Mario Vizzotto, presidente del collegio sinda­cale della Fidifin. Il debutto di Giuseppe Gennari nel mondo della finanza risale a quindici anni fa, quando rile­vò la Finanziaria Centro Nord. Da allora iniziò una rapida e brillante carriera centrata su ardite operazioni finanziarie spesso legate al settore agroa-limcntare. Legato ad ambienti democristiani, grande amico di Carlo Magnoni (genero di Sindona), un solido rapporto con il gruppo Monte dei Paschi di Siena, il finanziere trapian­tato a Firenze ha goduto di un decenniodi splendore Fu proprio Gennari, nel 1989, a

guidare il salvataggio della Par-malat di Calisto Tanzi. Una manovra spericolata, condotta raccogliendo parte dei fondi proprio tramite la sua Fidifin, stipulando contratti di riporto staccato con la clientela della commissionaria. Un metodo che attirò l'attenzione della magistratura. Poi Gennari pun­tò più in alto: la Banca nazio­nale dell'Agricoltura controlla­ta dal conte Giovanni Auletta Armenise mediante la Bonifi­che Siele. Il tinanziere chiese ingenti finanziamenti al Monte dei Paschi tramile la Parfina srl. cassaforte del suo gruppo. Contestualmente, tramite la re­te della stessa Fidifin e di altre controllate, iniziò a raccogliere fondi presso i risparmiatori che, a fronte di contratti di ri­porto su titoli mai consegnati, gli affidarono circa 415 miliar­di di lire. Gennari continuava a rastrellare azioni sul mercato e la quotazione di Bonifiche Sie­le saliva incessantemente, fin­che annunciò di averne acqui­stato la maggioranza dallo stesso conte Àuletta Armenise, notizia immediatamente

smentita dal diretto interessa­to. La Consob apri un inchie­sta, mentre il titolo Bonifiche

Siele precipitava in Borsa. La Fidifin, schiacciata da una montagna di debiti, non riuscì più a far fronte ai suoi impegni verso i clienti-finanziatori che all'inizio di marzo '92 non rice­vettero gli interessi sui contratti di riporto stipulati. Immediata­mente il quadro fu chiaro: Gennari aveva bluflato con Bna, e la Fidifin stava per crol­lare lasciando a mani vuote i suoi creditori. Gennari e Vizzotto riuscirono a limitare momentaneamente i danni, presentando una pro­posta di concordato per evita­re il fallimento. I sostituti pro­curatori fiorentini Ferrucci e Singlitico poco convinti avvia­rono una indagine approfon­dita sulla Fidifin, che sarebbe stala utilizzata per attività di in­termediazione mobiliare ille­gale e violazione della legge sull'«insider trading». Ieri l'ordi­ne di custudia cautelare, Ma i guai di Gennari non finiscono qui: la magistratura fiorentina ha ricevuto dalla Procura di Siena un fascicolo sul tinanzic re. raggiunto in gennaio da un avviso di garanzia in cui sì ipo­tizza il reato di tentata truffa pluriaggravata ai danni di un industriale senese. Una vicen­da che nei prossimi giorni po­trebbe avere clamorosi svilup­pi.

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MARIO MASSIRONI C'aleni].i ki-noldi u n i il luglio l'I,in­d io , la n u o r a r la UI|K,I,> In r icorda n o ne l ?." d n n m - r s . i n u Urll.i scoi l i |>.irs,i So t tosc r ivono JUT l'I mia Milano. 15 m a i a l o l ' i ' l ' i

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FERRUCCIO TEGLIA

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Gruppo Pds - Informazioni parlamentari I senatori del gruppo Pds sono tenuti ad essere presenti senza eccezione alla seduta antimeridiana di martedì 18 e SENZA ECCEZIONE ALCUNA ad iniziare dalla seduta antimeridiana di mercoledì 19 (conversione decreti)

Le deputate e i deputati del gruppo Pds sono tenuti ad essere pre­senti SENZA ECCEZIONE ALCUNA alla seduta pomeridiana (ore 18) di mertedi 18 maggio, a quelle antimeridiana e pomeridiana di mercoledì 19, a quella antimeridiana di giovedì 20. Avranno luogo votazioni su: decreti, ritornici Cda Rai, modifiche al Regolamento.

CONSULTA NAZIONALE SULLA CASA

introduce Gianni Melitta

conclude Fulvia Bandoli

Martedì, 18 maggio 1993 - ore 10 Direzione del Pds

via delle Botteghe Oscure, 4

PRIMA RIUNIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE

DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

"Iniziative di lotta dei Pds per i diritti dei lavoratori"

introduce

Gavino Angius della segreteria del Pds

sabato 15 maggio ore 9.30 presso la Direzione Nazionale del Pds

Roma, via delle Botteghe Oscure, 4

mercoledì 19 maggio

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Cultura È morto a Roma il pittore Enzo Brunori

B I mor t i la Noma la u l ta d o u s i e r i tras'i r u o l i m in ia il pittore I n/u Brunori Nato a l ' i -nii i i. i m i J 1 , I M \a parl i u p , ito .illa Biennale di Veni zia nel r>li e a qu i Ila successiva I. impe­lino in II i d i i la ' l i ia risale 1I14I1 anni Sessanta con 11 dir i /-ioni ik-L'li isiituli d arti i l i C ortina i C I M laveichia e poi i o n i e insetjnrtnle <illc Accadi­mi ! d i l l e Belli Arti d i II Aquila e d i Roma

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I rapporti segreti tra letteratura «gialla», eros e gastronomia sono al centro di un convegno. Critici, sociologi e scrittori riuniti a Piombino si sono trasformati in detective per svelare insieme che i legami non sono poi così casuali come sembra a prima vista.,

Sesso, delitti e gourmet • I Cros e parola talmente usala e abusata da consentire a chiunque di inventare una def inì / ione e trovarla confer­mata da qualche parte II imo tema poi non C-1 eros ma I e-ros nel «tiiallo- e nel c ibo e pertanto mi sarà perdonalo se non i n d u c o in una analisi sto neo-critica del termine D altro canto non posso procedere se non definisco in qualche mo­do la problematica alla qualc­un riferisco usando il termine-eros Cercherò di individuare una traccia consolidala dal t e m p o c c h e pur essendo i las sica non manca di arbitrarie­tà [.a traccia e costituita da due mcli/.i il mito platonico raccontato da Pausarna nel Simposio e una [rase di Uio vanni nel Diario del sociu(tort­eli Kierkegaard Per quanto ri­guarda il mito mi l imilo alla premessa e alla conclusione L u o m o originano aveva quat tro quinbe e quattro braccia su un busto rotante, una testa con due volti e si distinmieva in tre SCSM il maschio la femmina I androgino l'er la sua super bla e, in qualche modo per 1 invidia d i Giove fu p u n i l o e d i viso da Giove, in due Da allo­ra otjni meta cerca I altra sua meta e ciò spicca le diverse in­cl inazioni sessuali e tale ricer­ca infinita ò I eros «I. essenza della donna - dice Giovanni -

0 un abbandono la cui forma 0 resistenza- l i i frase di Giovan­ni non e su eros ma sull essen / . i della donna cioè sull ot-qetto erotico poiché per Gio­vanni la passion predominan­te e la giovili principiante Le-ros e- qui la tensione infinita tra 1 intelligenza erotica del sedut­tore e I e labora/ ione riflessa della naturale femminil i tà Le-lomento comune di questi due indizi 01 identificazione di cros nei movimenti dell infinitezza, in quella terra dove si confon­dono poesia e realta venta e invenzione nella tensione as soluta tra i due poli del movi mento Se ora a questi indizi ne aggiungiamo un terzo che prendiamo dalla cultura del Novecento possiamo rischiare una definizione

Tale indizio e la considera zionc d i Freud che la civil la de­ve necessariamente deviare spostare dalla meta la potenza delle pulsioni aggrevsivc- del-1 uomo e che l 'amore e la su­bl imazione delle pulsioni ero­tiche La definizione che pro­pongo e la seguente se assu­miamo che I «imore e la subli­mazione delle pulsioni eroti

che si può affermare che l erotismo e la riconversione pulsionale della sublimazione degli istinti di aggressività Eros sarebbe dunque il doppio mo­vimento tra «ordo amoris- e di­sordine erotico I. inferenza che traggo da questa definizio­ne òche nello spazio di eros e n d l infinitezza del suo movi­mento I esercizio della sc-s sualita e il godimento sono as solutamente inessenziali La te-si che intendo sostenere e che la scrittura del «giallo- ò es­senzialmente erotica È gene­ralmente condiviso che la cui tura «grilla- ha la sua preistoria intorno alla meta del XIX seco­lo negli Stali Uniti con la figu ra del detett ive Dupin creato da Poe nel 1811 in t'Ite Mur ders tu lite Rue Morette e in In­ghilterra ce>n il romanzo poli­ziesco eli Wilkie Collins 'Pie Moonstorte OXGH)

Ui t lomanda che viene spontanea ò perche- la se riltura «gialla nasce soltanto nella modernità Le risposte posso­no essere molte ma a mio av­viso si riassumono in due d i ­verse ma convergenti ragioni La prima ce l l e la liberta indivi­duale, cosi come la conoscia­mo ora e un effetto strutturale della società industriale e del mercato e questo ce lo ha in­segnato Mar-e e ricordato Sim-mel Li seconda e la nasuta della grande citta moderna ed aneli essa e figlia cicli -aceti mutazione originaria- Solo I e sistenza concreta di individui liberi sciolti dai v in to l i istilu zionali della società tradizio naie poteva consentire di im­maginare la figura del detecti­ve e solo la grande citta mo clerna poteva essere il suo spa zio esistenziale (C capitato di scrivere «gialli» ambientati nel-I antica Grecia ma solo una coscienza moderna poteva pensarne I intrigo)

La prima tappa della mia ar­gomentazione e che nella ino dcrnita il pendolo di eros tra amore e erotismo si sposta de usamente verso I erotismo che pertanto assume una enorme rilevanza sociale l*i seconda e-- che il «giallo» scrii tura moderna per eccellenza anche nel senso che non va mai oltre- la modernità e per tale rag one resta sempre an­che nei suoi moment i più alti una letteratura minore espri­me nel modo più immediato la tensione erotica e i temi della modernità Neil avviare tale ra gionamento seguirò una trac

Delitti, pistole, investigatori e ricette Oqgi a Piombino un convegno organizzato dalla Coop Toscana La/.io riunisce esperti e scrittori per indagare ì rapporti pro­fondi che legano il sesso e il cibo al «giallo».Una trama comune, come sostiene Baldissera Di Mauro sociolo­go all'Università di Perugia di cui anticipiamo la rela­zione al convegno, perno fondamentale di un genere letterario diventato sinonimo di modernità

BALDISSERA DI MAURO

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Lo scrittore Montatane a fianco un dipinto di Boterò In alto Sherlock Holmes in un disegno

eia simmc'Iiana L atteggia­mento blasé che Simmel con­sidera peculiare della persona Illa metropolitana 0 1 effetto d i difesa dal l eccesso di stimola­zione nervosa metropolitana, e si presenta in un impasto di uniformità e stravaganza L in­dividuo metropolitano per proteggersi dall e-ccesso di sti­molazioni deve reagire con I intelletto piuttosto che con il cuore (E solo un caso che Sherlock Ht>lmes e> stato pen­

sato come intelletto puro7) «Questo stato d animo - scrive Sunni t i - e il fedele riflesso soggettivo eli una completa in tenorizzazione del l 'economia del denaro -

Puntualità calcolo esattez­za sono determinazioni impo ste dalla complessità della me­tropoli e cosi pure il processo di «spiritualizzazione» poicho la vicinanza fisica e la spaziali­tà ridotta rendono evidente la disianza spirituale Si e avuta

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con la modernità una dilata r ione dello «spinto oggettivo» poichC le scienze specialisti che procedono con un passo diverso dal sapere del singolo individuo e pertanto a l landu zionc della cultura individual i corrisponde un enorme au mento di quella collettiva Noi usiamo una quantità enorme eli tecnologia che non cono sciamo L u o m o moderno fa molta più fatica dell uomo pn mitivo per superare le distanze

Ira lui e gli oggetti del suo vole­re ma egli avvicina i si- una quantità infinitamente maggio re di cose idealmente* con il desiderio i realmente con il sacnlicio lavorativo Per I uo ino moderno e ne>rmu!e il tlif lorimepto del piacere e il vaio re delle cose e determinato dalla misura del differimento Nella società moderna la leu sione erode ti riduce progressi v iinenle il calori un t i l o dell i i I.

ni .lume ni i ,a disiai , . i soggetto e ugge Uo t. ne-1 diffe­rimento del piacere determina la relazione Ira desiderio e va lori- In conclusione il proces so di modernizzazione e an che un processo di erotizza-zione-sociale

Proviamo ora ad elencare I titoli delle argomentazioni fin qui svolte tensione erotica al leggiamento blasé (disincan lo) iritellctluulizzuzione delle percezioni calcolo differì menlo del piacere Sono allo stesso lempo temi della mo

domita modalità dell erotismo selciale Henienti strultu-ali come vedremo della scrittura «gialla» L i tensione erotica Ira tletective e assassino sostiene sempre il ritmo narrativo e non consente alla scrittura -gialla-parentesi contemplative I ale-specificità della scrittura da un lato evita il calligrafismo ma d.i un altro lalo impedisce I in-diiRio letterario 11 romanzo «giallo propone continua meli le il gioco erotico del na-scondimenlo-svclamcnlo elic­ne- costituisce una componen te strutturale L atteggiamento bl.ise il dismcantamenlo co stiluisce la peculiarità pstcolo gica universale del deleclive che e individuo sempre libero da- pregiudizi e dai condizio namcnti sociali convenzionali e proprio per questo e quasi sempre vittima di manie rilutili ossessivi che ne definiscono la personalità (Wolfc Pepe Cirvalho Sherlock Holmes Marlowe eie 1 L intellettualiz­zazione delle percezioni trova in Sherlock I lolmes la sua massima espressione ma eo stituisce il presupposto del ri separamento che opera il de­tective nel commercio di sen­timenti approdati in un emg ina tragico II calcolo uniforma il detective ali assassino nella scommessa che costituisce- la posta di un romanzo II differi­mento del piacere e nel «gial lo» il differimento della solu 7ioneet l e I espediente narr i l i vo fondamentale In moll i ro manzi si arriva al virtuosismo del differimento attraverso It false soluzioni che si inseguo no fino alla conclusione impo sia dtill economia del raccon­to La tecnica del differenzia inculo ci conduce id un lenit i estraneo anzi opposto rispei lo ali erotismo persuasivo del la scrittura «gialla e cioè allo sgravio finale alla soluzione dell enigma La soluzione e chiaramente il presupposto dell i narrazione ma lo i i l io

rio n in

sino sociale L i soluzione si presenta sempre soltanto co me un presupposto il presup posto di una nuovti indugine cosi come I ordine sociale ( in qualsiasi modo si configuri) si presenta sempre e soliamo co me presupposto della vitti Poi viene 1 eros Quanto ho cerca Io di sostenere finora e che-erotismo modernità e «giallo-ibi lano una trama comune e

elle in qualche modo il «gial lo ' ti una metafora della ino-dernit.i

Un convegno del Goethe Institut sul filosofo tedesco riletto come capostipite del «moderno»

Hegel profeta e critico dell'individualismo Hegel, filosofo dello stato organico è stato anche un teorico della «nascita" dell'individuo e delle sue molteplici implica/iioni moderne. Questo il tema di fondo di un convegno del Goethe e del dipartimen­to di Filosofia «La Sapienza», a cui hanno partecipa­to tra gli altri studiosi come Chiereghm, Bourgeois, P5ggelcr, Cesa, Sandkuhuler, Lcgros, Verrà, Vinci, Valentin), Sichirollo

B R U N O G R A V A G N U O L O

I H K O M A Vi fu un periodo recente in cui «dividersi» su I le gel era davvero un affare capi­tale Parliamo degli anni 00-70 quell i del dibattito M.irx-I legel da una parte i seguaci di Galvano della Volpe aristo­telici e kantiani dall altra gli hegelo-mari ist i dialettici e storicisti Era Li riedizione elei Io scontro di fine secolo tra neokantiani e neoidealisnio nascente, ma questa volta sot­to il segno di una diversa co-stcllazionecuItLirale la rinasci­ta del marxismo oce identale Qual era la posta in pal io in quel lo scontro ' Era il significa to stesso dell opera d i Marx, la sua «scientificità» il rapporto in essa fra tradizione e rivoluzio ne Essere «hegeliani • significa /a far leva sulla complessità lei movimento storico e sulla

.-"•"«sita evolutiva della me­

diazione politica Ira sialo e so­cietà civile Essere «anti» inve­ce valorizzare 11 «rottura» con I economia politica borghese e le sue istituzioni giuridiche

Non che tutti questi proble­mi abbiano smarrito intera­mente il loro significato teori­co Ma certamente la perdita di centralità de] marxismo come-integrale concezione e meto­d o storico ha trascinato con se-anche il d i lemma «Hegel si Hegel no> Ed e stata quesiti "sdrammutizz.aztone' eli foni lo la nota d avvio d i un convegno t o m e quello organizzalo a Ko­ma dal Goethe Institut e dal d i ­partimento d i Studi filosofici dell Università «Li Sapienza» Individuo e comunità Hate/fra ti suo e ;/ nostro tewpo( 12/14-5-19'M) Proprio il titolo con il r ichiamo oli «individuo» dava il se nso di uriti nuova e ben

precisa «costellazione- di inte­ressi entro i ui rileggere oggi il filosofo tedesco I csplosione tlellt i «soggettività» dell indivi dual ismo di massa oltre le «appartenenze • nella società occidentale E vice-versa I c-splosione delle «appartenen ze- comunitarie, delle differen­ze- etniche rivendicate oltre I egemonia del grandi siati na zione I legel come «classilo» ele-llu modernità al pari di Marx diviene allora nella nuo­va prospettiva un arsenale di concetti anticipatori da sczio nare con occhio crit ico e non apologetuo Cominciamo

dunque dal «sincretismo» poli­t ico sociale dello slato hegelia­no che I I t ins l lo lz dell Univer­sità d i Groningen ha tentato di illustrare nella siiti circolarità solo apparentemente risolta DA una parte e e in esso I eco nonna politica di Smith e Ri­t a r d o dall altro 1 antindividua-lismo corporativo che risuc­chia i singoli nell eticità pub­blica Giustamente chiedeva ali inizio Roberto Fmelli dell l>-niversita d i Roma «come si conci l iano i due aspetti»? Pro­babilmente non si conci l iano alfatto o meglio come ha so­stenuto I rancesco '1 micia si conci l iano solo al prezzo di fa­re dell individuo I involucro puntiforme della totalità so c ioeconomi ia creatura di

quel «regno animale dello spi­nto che si svolgerà a a stato E allora se le cose stanno cosi che ne e dell individuo? Due relazioni ci aiutavano a nspon dcrc quella di Robert Lcgros e eh Marcella I) Abbiero Nella prima veniva del incalo 1 irrom­pere della «soggettivila» co­sciente come valore elico «convincimento morale» che deve accompagnare ogni azio­ne pubblica o privata Nella se­conda la soggettivila era il punto d approdo di un labo noso e secolare superamento dell-autorità- separata I auto­rità del «padrone» elaborala e •inlroietlatti- dal «servo» attra­verso il «lavoro- ehe nel «mo­derno» e fonie di riconosci mento reciproco (e di lolla evolutiva) Quale potrebbe es sere 1 utopia di un hegelismo di sinistra' Nient alt-o che I u lopia di Alexandre Koieve ( lo ricordava Ol io Pòggeler), rilet la peraltro in modo un pò su pcrf iuale dal liberale fukuvu ma tii nostri giorni il «ricono­scimento» universale di ciascu no con 1 «altro- il cosmopol i t i smo di una u l tadinanza uni­versale ben piantata sulle varie nazionalità Obbiettivo a dire il vero a cui il l iberalismo appare inadeguato Visio che un assel to equil ibrato delle risorse pre­supporrebbe forti polit iche re golatrici a scala mondiale Ma

torniamo ali individuo l legt I ne scopre il ruolo entro la mo derna divisione elei lavoro i ne segue I affacciarsi fin dalla dissoluzione della comuni lu antica e de! feudalesimo Solo che .ili.) fine la «singolarità di viene una «disposizione e t i c i un assenso «motivali)' .ilio Sia to che a sua volta e insieme moderno e premoderno nella celebre Filosofia del Omto Per un verso gli individui possono coltivare il proprio destino so na ie entrando ed uscendo dalla «corporazione- Per I .il tro de-vono a l i e n a r e d i «farsi sialo • lasciandosi «rappreseli Lire- dai «funzionari' da una camera «alla» nobiliare e d.i una camera bassa eletta dal l i corporazioni RimanDono fuori l.i -plebe-' minacciosa riversa bile nelle imprese colonial i e Iti sovranità popolare hcgelia namentc l a o l n a per il suo «atomismo» irrisolto e instabi le

E ad intendere bene que st ult imo punto era utile dawe ro la relazione di Francesco Valentini distesa Ini avventura storica del l I l luminismo in Eli ropa e «terrore" rivoluzionano in Francia I termini del rappor lo sono tutti nella Feiiotneno/o tifa dello Spinto testo cript ico di cui Vtilc-ntini stuthoso elcllu filosofiti francese e da tanti .in ni sottile cscgcla L Il lumini

smo «produce lerron ovvero un agire della sovranità popò lare tompa l to e massilicato Comeide eoli I astrazione sles S.1 cicli.! «ragione utilila mani polaliVtie indise umil iala L -fe­de nella ragione e ho dalla su perslizione della l i d i - re-ligio s.i laicizzata e sconfitta eredi la un iltcggiamenlei volontari st.i i intransige lite come-quello eli Robespiert hdue i.ino dell «Usseri supremo L i so vruiiita politica e una euinipo tenti e nessuno può esscrne i on certe-zzu il vero interprete Ecco quindi -le fazioni» i so spelli la ghigliottina rozza macchina filosofica della veri t.i discesa in terra Ma in sotlo fondo operano 11 «società eivi li • gli interessi i quali funseo no col rovesciare il l i rrore e col metter capo al « lermido ro L i nazione e si ila forgiala attraverso il terrore e ormai di esso sopravvive solo I idea gè nerale della totalità nazionale articolata però nel si Iton del suo pluralismo vitali ( fami gli i corpoi. iz ioin opinione-pubblica islituzioin) In Ger mania I c r i di l. i della rivoluzio­ne francese arriva con la lezio ne intransigente di Kant e di l'i l i l l e olire che con Li nuova economia incluslrale incor.ig gialli dalle campagne di Napo leone («Il gran professore di diritto pubblu o e he siedi- a Pa

rigi» secondo una famosa defi nizione hegeliana) Certo non si può fare a meno di nettare ehe tutta la critica n o v e l l i n e scu dell I l luminismo l ipua dei Irunc ofortesi e di I leidegger sia gi.i «dentro» quelle- pagine he­geliane E inoltre non si può non osservare come il filosofo cere hi a modo suo eli far qua tirare i conti Ira logica spei u Itiliva ed eventi i o n i ri li Quel che sl.i a l u o r e al pensatore e dimostrare che lo «spirilo» i un tulio» in mov imi nlo dolalo di

bussola razionale da non -spezzare» o mettere a rischio con una democrazia i n t u ì tulli siano eguali nel deliberare Pe­nti la regressione totalitaria o I an.irclna Ancora un osserva zione un secolo mezzo dopo 1 legel lutla que sia problemali e a tonier.i in vano modo nella critica alla Democrazia totali lana» di lacob 1 al inol i e nella «Critica della rivoluzione frali c i ' sc di Francois Kuret Noi cercheremo di non farci traviti re dal fatalismo incantatore di I legel Sappiamo infalli e he la democrazia come «universale p rob lcmu l i i o ' ccn l ra lo sui sin goli può senz allro (anela a sopravvivere Senza «supplì-melili» autoritari Ma la - ino

Jenni.i di un autore a parie le le sue ricclle non si t .incile-I H Ila qualità di certe sue m qnie!unti prt mon iz ion i '

La Fondazione Burri a Citta di Castello e al centro I artista al lavoro

Ronchey toglie i fondi al suo museo

Salvate Burri, «adottatelo»! Quattrocento opere di Alberto Burri e il capitale della Fondazione di Città di Castello che raccoglie i lavori del grande artista italiano Ora questa Fonda­zione rischia di «annegare» visto che il ministero dei Beni culturali ha tagliato i fondi La denuncia parte ÓÓ Salvagente, e il problema non vale solo per que­sta Fondazione Bisogna trovare una risposta e se i privati «adottassero» queste strutture^

ENRICO CRISPOLTI I M llSoh ui*enk'\\\ t ditole! in que sii giorni lun i n un j lLirnu.' sul futuro delti). ! ond i i / iono Uurn di C Ht.i d i C\isk Ilo \m sit-dul i dd Nei.io Sarto.UHM \ c l l i i cosidden.i idlx' l ld «Amai f i U n o d e l l e isl i lu/ ium t u l l u r j l i Lhe t;odono di sov\en/ iom lis s.i annuale, da pdrk del mini siero dei Beni Culturali la I un d. i / ione i imbr.i e stata infatti d e p e n i u U Al di la dell mimo d ala reazione dovuta dll mop portunita del prov\ed inKnlo I episodio pone ultenoimenle in lue e» una piultoslo irrisolta questione relativi alle fonti di f inan/ iumento non da reddito p itnmoniaJe (eiot di ujtofi

due l l o ; delle une nlo honda/iont culturali

Nella loro n.Uura più ti pica que sie infatti sono ist i lu/ ioniehe godono di una dota / in ne patrinm male che non soltanto ne costituisce I o t t e t t o spe tifice) (pe-r esemplo ope

spazio d alli Mia (edifK i loeali) ma rapprese nl.i alle he una rendita di au lonomo so slentaniente) Cosi per esempiu fra le altre e sia I i strutturata a suo tempo la honda/ io-ne Corrente a Milano per in i /Mt i \a di Lrnesto I re e e «ini O lo e 'a Fonda/ ione Magnani Ro eea a Corte di Vidimano presso Panna I ne Ila cui si de e ora presenzia l a c u l k / i o ne Barilla) esistono tu t t i ua anche altre I onda/ ion i delle qu ili .il eli la della eonsisle n/a patrimoniale e dell.i dispenuhi i i 'aei una sede il soslcnt nnen to non eeeMinesso ad una prò pria re udita p tlrimoniale ma MÌ an i en i i l r i lx i / ione annuale d i p irle di i^ ' i tu/iom pubbl i ehe che abbiano concorso nella eosl i tu/ ione de Ila Honda /ione stessa o ehe comunque' contribuiscano a sostenere la sua attività V ne e parlato an che a pre>pe>sitode I progetto eli tr islorma/ionc in I ond.i/ ione per la Biennale di Venezia I d e ee'rto il taso de Ila I onda/ io ne Bruno ( t i n t i .1 Fiesole ( u me appunto della I onda/10 ne Bum a Citta di C istello il cui p i tnmonio risulta costituì toda lk opere (tire 1 100) prò prie donate d^ Mberlo Bum in tu i re la sede e il B i l a / / o M b i / / i n i (uve la r ice olla e stat i aperta al pubblico ne I l ' M ) ottenuto in comodato per '*<) anni da parte della Cassa di Ri spanino di W rui^ia t lo sono anel l i 14I1 t \ essìte iteti del ta bacco acquistali ne 1 10HM dala t o n d i / i o n e medesima Ma il e ui soste ni imenlo e affidalo al contr ibuto fisso di I ( oinune di ( ilta di Casti ||o ( r> mil ioni ) i della Regione Umbria ( 10 mi l ioni) nonché al l on tnbu to ora dissalo de) ministero elei Beni Culturali (00 mi ' 0111) Ui m i iK. tn / . i de I quale ult imo in troito erta appunto o r i i^ravi difficoltà per la s o p r a v u u n / 1 d i Ila I onda/ ione lv>u il i os 1 del Lje ni re rise hi i d i I ri slo di

accadere alla 1 onda/ione Conti a I u sole alla quale e sfato e inceli i to 1! contr ibuto annuale di uno de Qli enti loe a li

A Firenze si sta premendo alfine he non si \enn 1 m i no ad un impegno e osUuhu i Qu in to alla I onda/ ione Bum // V;/ ( udenti' propone un fac simile di app i Ilo al ministro Ronthos affinchè intervenga per scon giurare la chiusura dell istilli / ione II certo 'a 1 onda/ ione ( onti rappiesenta 0 ^ 1 un punto di riferimento archivisti co doeunic ntano fondami u tale per 14I1 studi sulla cultura jrMs* .a d ivun^Udidia 11 pai

ticolare d**lla prima meta de! nosjro se colo Mentre la I onda/10 ne Bum e un esempio ini portanti di im/ialiv 1 niu stale rei iliva ali opera di p robab i l i s ta dell avan guardia arti stica della se conda meta del M i m o l^i n t i h e / z di dite uni i Ut dell una e di opere dell al tra si offrono in provMtien-/ la l i fun/10 ne vie.1111 ri spello ali 1 parallela si . i rsi . / /a do t umt maria quanto patri moniak i l i pubbliche istituzioni a tornine lari dall 1 Liallen 1 nazionale d arte motU-r n,i roni ma Dovi an th i ciò t h e u n i s.ilme n l i ' vi e conservalo non sempre risiili 1 ictes

si bile (t il taso ora d*. Il archi vio Mi ra i t i \ o n e possibili niltavia immaginare di a. 1 olla r i I oneri n i a i ^ i oT del so\ \< n/ ion. imento delle ! onci 1 / i on i e ult imil i allo Stato 1 al concorso pubbl ico locale 1) altra parie queslo va inqua dralo in un piano incan i to ri lalivo al si Itore culturale di Iterili 1111/ i ad 1 vita re sprechi spi reqi ia/ ioni i ut nìiijt n/e offrendo inve i i i t i l e / / e pui si limitai* ( omunqui il con 1 orso non polr 11 he esse i ean 1 hi in lari; 1 p irle pma lo

< kcor re istituire i l lomo alle I orni i / ioni a tutti 1 livelli for mi issitc lalrvt di volontariato nel ione orso e i o n o n u i o 1 au / i t u l t o i Hual tos 1 di più dr i l l i saltuarietà d e l L sponson/Ai / i o n i Un 1 sorta di i i foziom da parte di soe let.i o un con torso associativo i l i parie di persone singoli L i realtà e «JH la consistenza d i I nostro patr imonio cu l lu r i le cun 'em poraneo risulta ormai una pn si n/a t l u pon i seri p iob l i mi di to i iserva/ iont 1 valori/za / i on i Si tratta di mi/ iat ivi al Inali 111 p i r l i tolare in inni re t i liti c o m i di molle t l u ' ' in no ma'ur.mdo Rispetto ilk quali oc corre una stral icia pò litica di va ìon / /a / ione i d in tentiv i / ione di ione orse» \ o n sovvenzioni a piotala dun que ma iniziative di supporto e he offrano 1 ertezze stimolali i lo sia la r tal izzazioln sia la v ilonzz i / ioi i t Nell i p i r t u r i al e o l i i orso issociativodi 1 pn v ito 1 di I volontariato

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Una società farmaceutica Usa: ecco il vaccino per l'epatite C

Una società farmaceutica degli Siati Uniti ha annunciato di aver realizzato un vaccino contro l'epatite di tipo C. Presen­tando una relazione al Convegno di cpatologia virale in cor­so in questi giorni a Urayasu, vicino a Tokyo. Michael Hou-ghton, ricercatore capo della Chiron Corporation, ha preci­sato che il prototipo del vaccino ha già dato risultati positivi su un gruppo di scimpanzè , e che la fase di sperimentazio­ne clinica dovrebbe cominciare 1' anno prossimo.,Houghton ha anticipato che se la sperimentazione clinica procederà secondo le previsioni, il vaccino potrà essere messo in com­mercio entro il 1997. La maggiore difficoltà legata alla crea­zione di un vaccino • ha ricordato Houghton - sta nell' estre­ma variabilità del virus responsabile dell' epatite C, malattia cronica del fegato che spesso evolve in cirrosi o tumore. Il prototipo del vaccino usato nei primi esperimenti e riuscito a immunizzare contro l'epatite C cinque scimpanzè su sette. Houghton ha detto che dovrà dunque essere rielaborato pri­ma di procedere alla sperimentazione clinica.

Accordo con la Tecnagro per il recupero del lago Arai

Una delegazione del gover­no del Kazakhstan ha firma­to un accordo di coopera­zione tecnico-scientifica con Tecnagro per il recupero ambientale dell' area e del bacino del lago Arai. L' asso-

—"•^™"^^™"^^™^~™ dazione di ricerca, costituita da Confagricoltura, Enichem agricoltura, Tecnimont e Fiat, e stata designata dal Ministero degli Affari Esteri a curare i rapporti con 1' ex repubblica sovietica in vista della defini­zione del protocollo di collaborazione tra stati che verrà si­glato nel prossimo giugno dal presidente del Kazako Nazcr-baev. La rappresentanza kazaka guidata dal vice presidente Karamanovc composta da ministri ed esperti dell' agncoltu-ra, dell' ambiente, dell' idrometeorologia e di problemi sani­tari, ha avuto nel corso della missione italiana una serie di incontri con i soci di Tecnagro e aziende agroalimentari per avviare prossime intese economiche e industriali. Massimo Bartorelli, amministratore delegato di Tecnagro ha precisato che l'accordo non si limiterà a risolvere i problemi del lago Arai (un bacino idrico soggetto a grave desertilicazione e in­dispensabile per cinque stati) ma 6 l'inizio di un program­ma di coopcrazione di più larga scala economica. Karama-nov ha annunciato, tra I' altro, l'inizio di un piano di priva­tizzazioni che potrà coinvolgere le principali industrie italia­ne.

Ruffini esonerato per la seconda volta dal comitato scientifico Asì

Il prolcssor Remo Ruffini è stato esonerato dal comitato scientifico dell'Asi. l'Agenzìa spaziale italiana, che non veniva convocato da circa sei mesi dallo stesso Ruflini, che ne era presidente. L'al-

^™""™^^™™^^"™^^ tro ieri il comitato è stato convocato dal presidente dell'Agenzia, Luciano Guerriero, e subito dopo la seduta è stata chiusa da Remo Ruflini che l'ha considerata illegittima come riunione e come ordine del giorno, Rulfini ha quindi abbandonato la seduta. Guerriero ha chiesto al prof. Ugo Ponzi, decano del comitato, di riapri­re la seduta, ma Ponzi si è rifiutato in base a interpretazioni giuridiche ed ha abbandonato la riunione. Ha invece accet­tato il più vecchio dei presenti, il prof. Rodolfo Monti. Ha poi abbandonato la seduta il prof. Giorgio Fiocco ritenendola anch'eglì illegittima. Un altro componente del comitato, il prof. Salvatore Monaco ha detto di non condividere le even­tuali decisioni. Gli otto rimanenti hanno revocato la fiducia a Ruffini e nominato presidente il prof. Sigfrido Leschiutta, del Politecnico di Torino. Ora questa situazione dovrà essere esaminata dal consiglio di amministrazione. In una lettera a Guerriero, Ruffini afferma di aver ricevuto (insieme alla fa­miglia) «alcune minacce, di tipico stampo mafioso» per far­lo desistere dal denunciare uno «stato dì cose scandaloso».

Una nuova strategìa dell'Oms contro l'Aids

Si prepara una svolta nella lotta mondiale contro I' Aids: l'esame di una nuova strategia, dove non solo I' Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ma an-che altre agenzie specializ-

^™™™™™•"^™"',^—"" zale delle Nazioni Unite uni­scano i loro sforzi per combattere la propagazione del virus Hiv, è infatti richiesta da una risoluzione pesentata a Ginevra davanti all' Assemblea mondiale della sanità . «Il testo - ha affermato il Direttore del Programa di lotta contro l'Aids dell' Oms, Michael Mcrson - chiede che venga svolto uno studio per determinare come le numerose organizzazioni membri della famiglia dell' Onu potrebbero collaborare per sconfig­gere 1' epidemia. Firmata da più di 30 paesi di tutti i conti­nenti, la risoluzione dovrebbe essere adottata senza modifi­che ed entro nove mesi le conclusioni dello studio dovreb­bero essere note». All' inzio del 1993,1' Oms aveva ufficial­mente registrato un totale di 611.500 casi di Aids, ma le sti­me valutano a più di 2 milioni e mezzo il numero effettivo di malati nel mondo. Inoltre, dall' inìzio della pandemia circa 13 milioni di persone hanno contratto il virus.

MARIO PETRONCINI

Scoperto a Tokyo ominide antico 500.000 anni •f i TOKYO. Archeologi giapponesi hanno scoperto a nord di Tokyo alcuni stru­menti di pietra che dimostra­no che un homo abilis, un antenato dell'uomo moder­no, è vissuto in Giappone ol­tre 500 mila anni fa. Questo ominide sarebbe contempo­raneo del più famoso Homo pekinensis, e • gli studiosi giapponesi non escludono che si tratti dello stesso ante­nato cinese emigrato verso est quando l'arcipelago giap­ponese nella età della pietra era ancora unito al continen­te asiatico.

Gli archeologi, dando la clamorosa notizia, hanno calcolato che, a piedi, l'uo­mo di Pechino non dovrebbe aver impiegato più di 100 giorni per raggiungere l'at­tuale Tokyo. La scoperta, compiuta a Takamori nella provincia di Aomori, è desti­nata a far riscrive la storia del

Giappone poiché finora si poneva in data molto più re­cente la comparsa dell'uomo in Giappone.

Gli strumenti scoperti dagli archeologi del «Tohoku hi-story museum» sarebbero stati usati da una comunità di uomini appartenenti all'ho­mo erectus (300-500 mila anni avanti Cristo), il succes­sore dell'australopithecus apparso in africa circa 4 mi­lioni di anni fa e poi emigrato verso l'Asia e l'Europa. L'an­tropologo Bin Yamaguchi, del National science mu­seum di Tokyo, non crede che gli attuali giapponesi di­scendano da questi uomini primitivi, e sostiene invece che provengono da tribù asiatiche venute fra il 300 avanti Cristo e il 300 dopo Cristo con le quali i giappo­nesi di oggi hanno in comu­ne il Dna.

.Freud e la creazione di una bioantropologia, il tradimento di Lacan, la cosmologia di Bateson Parla il sociologo e filosofo francese Edgar Morin

Lo shuttle dell'inconscio • I Possiamo ben dire che oggi Edgar Morin, in Italia, e uno dei filosofi-sociologi più seguiti. Alcuni temi su cui si 6 soffermato sono diventati ormai parole d'ordine in lar­ga parte deH'intellighentzja italiana; basti pensare alle sue riflessioni sui problemi della complessità.

Assieme a Niklas Luh-mann, Francisco Varela, Henri Atlan, Paul Watzla-wick, llya Prygogine, Isabelle Stengers, possiamo conside­rare Morin come uno dei massimi esponenti del filone cosiddetto sistemico. Un ap­proccio che non ha limiti di­sciplinari: virtualmente si oc­cupa dì tutto, investe tutlo, dalla fisica all'economia alla letteratura. Cosi anche la psi­coanalisi è entrata nella sfe­ra di interessi di Edgar Morin e, in questa intervista, il so­ciologo francese la integra con il suo sistema di pensie­ro. Tra l'altro, Morin vive in un paese, la Francia, dove per decenni la cultura freu­diana è stata assolutamente dominante.

Gregory Bateson, l'autore di «Verso un'ecologia del­la mente», disse che Freud è rimasto vittima di una vi­sione Individualistica del­la psicologia. È vero che r:r Freud il soggetto non

un'unità ma un crogiuo­lo di istanze e di conflitti: pur tuttavia il soggetto freudiano è un soggetto isolato, tagliato fuori dalla dialettica intersoggettiva. Lei trova valide queste cri­tiche di Bateson?

Personalmente sono molto ambivalente nei confronti di Freud. Quello di Freud e un pensiero molto potente che, un po' come quello di Bate­son, si è messo a cavallo tra il biologico, l'antropologico, e forse l'epistemologico. Freud ha una concezione complessa del soggetto: per lui l'Io non è un'entità pura, è il risultato di una sorta di dialettica, di dialogica come la chiamo io, tra das Es, il Su­per-Io e l'Io. In lui queste so­no tre entità inseparabili. Ma benché in Freud ci siano molte cose buone, devo dire che il Freud che non mi inte­ressa è il Freud terapeuta, il Freud che ha dominato nella tradizione francese attraver­so Lacan. Lacan e la sua Scuola si sono fondati so­prattutto sui concelti del Freud terapeuta.

Questa sua idea suonerà certamente strana in Ita­lia, perché di solito molti pslcoanallsti italiani al contrario rimproverano a Lacan di aver tradito la tradizione puramente te­rapeutica della psicoana­lisi. Gli rimproverano di aver transustanzlato un pensiero clinico in un si­stema teorico complesso, addirittura filosofico.

Non so se per altri versi La­can abbia tradito Freud. Fat­

to sta che Lcican parici a par-lire dalla propria esperienza, che in fondo e terapeutica. Essendo analista. è partito proprio dal concetto di tran­sfert, e da tutti quei concetti che hanno a che fare con la relazione terapeutica. Da questa relazione poi e risali­to alla teoria strutturale ge­nerale. A me invece interes­sa piuttosto il Freud diretta­mente antropologo, vale a dire il Freud che cerca di pensare la società a partire dal concetto di Super-Io; il Freud del Disagio nella Civil­tà. È interessante anche il Freud di Totem e tabù, e così il Freud di Mos6 e il monotei­smo. Questo Freud antropo­logico e un pensatore impor­tante, secondo me,

Certe idee di Freud vanno sprovincializzate e reintegra­te. La distorsione di Lacan consiste proprio ncll'aver detto che l'inconscio è strut­turato come un linguaggio. Per me invece l'inconscio e multiplo -c i sono molti, mil­le inconsci. Questo va det'o anche contro Freud stesso. C'è l'inconscio del fatto che noi siamo una repubblica di sessanta miliardi di cellule, e queste cellule sono del tutto inconsce del (atto che io so­no un soggetto che parla. Ma io che sono un soggetto che parla sono completamente inconscio di essere una re­pubblica di sessanta miliardi di cellule. Non sono solo in­conscio di quel che succede nel mio fegato, o negli altri organi, sono anche incon­scio dei processi cerebrali che fanno sì che io vi parli ora in questo istante, che fanno s! che io scelga dei fo­nemi e che scelga il mio mo­do di parlare.

La mia simpatia va insom­ma a chi sa benissimo che la coscienza non è solo qual­cosa dì fragile, che non e so­lo l'emergenza ultima di tut­to ciò che e pensiero e cono­scenza umane, ma che que­sta coscienza ha bisogno dell'inconscio per poter esi­stere come coscienza. Forse bisogna rifare una bio-antro­pologia della coscienza. E quello di Freud è un tentati­vo di bio-antropologia. Ma simpatizzo anche con il ten­tativo di Bateson: egli ag­giunge un punto di vista bio-antropo-cosmologico. Men­tre in Freud il cosmico è mol­to apparente. Certo, ci sono alcuni punti, come alla fine del Disagio nella civiltà, in cui dice che e venuto il mo­mento che Eros cosmico di­spieghi contro il suo nemico non meno eterno, Thanatos, la sua forza... Non è questo ad essere veramente cosmo­logico.

Dirò comunque che Freud, come del resto anche Marx, non va rigettato fuori della scienza, come fanno oggi molti al seguito di Karl Popper. Ma Freud e Marx non vanno nemmeno inte­grati nella pura scientificità: sono a cavallo tra scienza e

«L'originalità di Freud? Aver mostralo che il soggetto è un formicolio com­plesso. Che la personalità dell'indivi­duo è un via vai permanente tra Es e Super-Io. Freud è un pensatore del soggetto, ed è un errore eliminare il re­ferente biologico», li sociologo france­se Edgar Morin affronta i temi della

psicoanalisi e li integra con il suo siste­ma di pensiero «della complessità». E dichiara la sua simpatia per il Freud anlropologo più che per quello tera­peuta. Per il suo tentativo di costruire una bio-antropologia. Un tentativo che alcuni dei suoi successori, Lacan per primo, hanno dimenticato.

SERGIO BENVENUTO

una sene di elucidazioni a partire dalle nozioni di spo­stamento, di metafora, di metonimia, ecc., da tutto ciò che fa legame. Ma per me non e questa la parte vera­mente importante di Freud.

Per me Freud e importante perche e stato il primo a fare una teoria del soggetto, an­che se lui non ha usato la pa­rola «soggetto». Egli ha preso

l'uomo non solo come individuo, :na anche come sog­getto - e co­me un sog­getto che è anche un es­sere vivente. Per questo sono contra­rio alla frat­tura che La­can ha ope­rato - sul filo

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Disegno di Mitra Divshali

dellj buona tradizione strut­turalista - di eliminare la parte biologica dicendo che l'importante era il linguag­gio.

I primi traduttori francesi di Freud, come Jankéléviloh o Marine Robert, traduceva-no i! termine freudiano Trieb con instincl. istinto Lacan ha detto invece che non era «istinto», ma «pulsione», «de­siderio». Per Lacan soppri­mere «istinto» equivaleva ad elininare l'animalità, la bio­logia. Per me, JI contrai io, l'originalità di Freud non d, certo, ncll'aver unificalo ri-duttivamente lo psichico e il biologico, ma ncll'aver mo­strato che il soggetto è un formicolio complesso a par­tire dall'Es e dal Super-Io. Che la personalità dell'indi­viduo è un via vai permanen­te, uno shuttle, un fare la spola tra Es e Supci-lo. Per me Freud è un pensatore del soggetto, ed è un errore eli­minare il referente biologico

Per quel che riguarda l'e­nergia: la cibernetica ha inaugurato l'idea veramente interessante per cui l'enei già non e la cosa più essenziale. Anche nel campo psichico l'errore consiste nel parlare sempre in termini di energia - qui forse i lacanìam hanno ragione. Mentre l'idea ciber­netica secondo cui l'infor­mazione controlla l'energia è un idea giusta. Ma a condi­zione di non reificare il ter­mine «informazione» così co­me si e reificato il termine «energia».

non-scienza. Non c'è mai una frontiera chiara tra scienza e non-scienza.

Sempre Bateson ha detto che l'importanza di Freud consiste nell'aver intro­dotto il concetto di ener­gia nella psichiatria. Bate­son pensava che la dimen­sione dell'informazione nel campo psicologico fosse stata introdotta da lui stesso. Al contrario, e soprattutto in Francia, at­traverso la scuola di La­can, si tende a pensare che l'importanza di Freud non consista nell'introdu­zione di concetti energeti­ci - questi sarebbero solo la superficie «naturalisti­

ca» della psicoanalisi - ma al contrario nell'impor­tanza data al linguaggio e alla parola. È un modo di vedere in sostanza più «er­meneutico», in senso lato; non a caso Lacan, e la scuola francese in genera­le, non parla di «comuni­cazione» e di «informazio­ne», ma di linguaggio e di parola. Ora, lei vede Freud secondo l'ottica di Bateson, o piuttosto se­condo l'ottica lacaniana?

A mio parere Lacan ha irrigi­dito Freud quando ha detto che l'inconscio è strutturato come un linguaggio. Certo, dai sogni e dalle fantasie è ben possibile tirar fuori tutta

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Esistono tecnologie affidabili per l'uso ecologico di questo combustibile fossile. Estrarlo in Sardegna non è antieconomico Costa di più se ai 400 miliardi usati dall'Enel per acquistarlo all'estero si aggiungono le elevate spese sociali

Quel carbone sprecato nelle miniere del Sulcis Utilizzare il carbone delle miniere sarde del Sulcis è possibile. Sia ecologicamente, perchè vi sono ormai tecnologie affidabili che ne consentono l'impiego pulito in grandi impianti di combustio­ne. Sia economicamente, visto che ai 400 miliardi annui spesi dall'Enel per l'acquisto di carbone al­l'estero si aggiungono gli oneri sociali della disoc­cupazione in Sardegna.

GIORGIO NEBBIA

• I Quando in Italia si deci­se, sia pure lentamente, di utilizzare il carbone nelle centrali termoelettriche, in­vece di pensare e riaprire le miniere sarde, adottando nuove tecnologie avanzate di combustione e trasformazio­ne delle ligniti, l'Enel ricorse a massicce importazioni di carbone, ancora oggi di circa 8 milioni di tonnellate all'an­no, per le sole centrali ter­moelettriche.

E intanto il carbone del Sulcis continua a riposare sotto terra. Solo agli inizi de­gli anni Ottanta si torna a parlare dell'uso del carbone Sulcis, come tale o previa gassificazione. Ma quando "non si vuole fare una cosa si trovano sempre esperti di­sposti a dichiarare che le te-niche di gassificazione, o di combustione non inquinante non sono economiche, de­vono ancora essere perfezio­

nate. E si arriva così alla cancel­

lazione dei pur modesti inve­stimenti per avviare qualche sperimentazione, l'ennesim-no inganno, e alla giusta pro­testa della popolazione sar­da. La principale obiezione all'uso del carbone Sulcis è che costa troppo. Immagi­niamo anche che sia vero che, a parità di contenuto energetico, il carbone sardo costi di più di quello ameri­cano o sudafricano che ali­menta oggi le centrali Enel.

Rovesciamo però il ragio­namento: il valore del carbo­ne acquistato dall'Enel per le sue centrali attualmente si può slimare inlorno a <100 miliardi di lire all'anno, pa­gati dai cittadini attraverso le tariffe elettriche. Se conside­riamo i costi, che ricadono sulla collettività, del non-la­voro in Sardegna, della cassa

integrazione, della disoccu­pazione, dell'impoverimento di decine di migliaia di citta­dini sardi, si vede bene che sarebbe mollo più conve­niente avviare con convinzio­ne, lungimiranza e coraggio le riaperture delle miniere di lignite, l'applicazione di nuo­ve tecniche di estrazione e di trasformazione e investire sul futuro del Sulcis.

I nuovi processi per usare in maniera ecologicamente accettabile il carbone Sulcis, pur con il suo contenuto in ceneri e zolfo, ci sono e sono noli e applicati in varie parti del mondo. Trattando il car­bone con vapore acqueo ad alta temperatura è possibile trasformare il carbone in una miscela di geo combustibili -ossido di carbonio e idroge­no - dai quali possono esse­re separati i composti conte­nenti zolfo che possono ad­dirittura essere trasformati in

zolfo o composti chimici co­me acido solforico.

Le ceneri restano nel reat­tore e possono essere sepa­rate senza che inquinino l'at­mosfera.

I gas ottenuti dal carbone potrebbero essere impiegati per alimentare la centrale di Porto Vesme o potrebbero essere immessi in reti di di­stribuzione, simili ai metano­dotti, trasportati in altre loca­lità dell'isola e utilizzati even­tualmente nelle altre centrali termoelettriche, o come fonti di riscaldamento, o addirittu­ra come materia prima per sintesi chimiche.

Secondo altre tecniche il carbone può essere trattato, sempre alla bocca della mi­niera, con idrogeno e trasfor­mato in idrocarburi liquidi e gassosi più pregiati utilizza­bili anch'essi come combu­stibili o come materie prime

per altre sintesi chimiche. Importanti prospettive po­

trebbero essere offerte dalla gassificazione sotterranea del carbone: attraverso pozzi verticali l'aria ad alta tempe­ratura viene immessa negli strali carboniferi; l'ossigeno trasforma una parte del car­bone, in profondità, in una miscela di gas combustibili che tornano in superficie at­traverso altri pozzi verticali. Questa tecnica potrebbe es­sere applicata nelle condi­zioni geologiche del bacino del Sulcis?

lo penso che occorrereb­be una mobilitazione non so­lo delle coraggiose e compe­tenti forze del mondo scienti­fico sardo, ma delle compe­tenze di ricerca, applicazio­ne e tecnologia dell'intero paese. Si spendono enormi cifre di denaro per ricerche spesso irrilevanti; una frazio­

ne di tali spese, investita in Sardegna e finalizzata alla valorizzazione delle risorse naturali dell'isola, risolvereb­be problemi umani che ri­guardano l'intera collettività italiana.

Ad esempio si potrebbe pensare a un centro di inizia­tiva e documentazione sulle tecniche di utilizzazione del­le ligniti povere, da insediare proprio nel Sulcis. col contri­buto degli studiosi di geolo­gìa, merceologia, ingegneria, chimica di lulìa Italia. Sareb­be una maniera per dimo­strare ai lavoratori della Sar­degna che ci sentiamo coin­volti tutti nel loro futuro. Un futuro che potrebbe vedere la Sardegna trasformata in polo tecnico-scientifico ed energetico in grjdo di espor­tare elettricità al continente grazie al lavoro dt'lla sua gente e alle sue risorse natu­rali interne.

Violente polemiche per l'opera di Tognazzi accusato da «Le nouvel observateur» di speculare sulle vittime delle stragi mafiose La replica: «Il vero sciacallaggio è il silenzio»

«La scorta? Film da Primo film italiano a Cannes '93: ieri sera è toccato a Lascortadi Ricky Tognazzi. Tiepide le reazioni fran­cesi, almeno alla proiezione della critica. Intanto la corrispondente italiana di Le nouvel observateur, Marcelle Padovani, stronca il film in anticipo parlan­do di sciacallaggio. Le rispondono gli autori in un'a­nimata conferenza stampa: «Inutile il nostro film? No, inutili commenti come il suo».

I

«La scorta» il film di Ricky Togna/zi presentato ieri in concorso A centro pagina due scene rispettivamente di «Snappers» e «Naked»

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MICHELE ANSELMI

• f i CANNES. Magliette-gadget per tutti e parecchi posti vuoti alla conferenza stampa delle 13 per lascotta. Il film di Ricky Tognazzi, che in Italia si avvia a superare i sei miliardi di in­casso, e stato accolto tiepida­mente dai giornalisti, special­mente i francesi: né fischi nò applausi. Leggeremo oggi le recensioni dei maggiori quoti­diani locali, ma un anticipo eloquente l'ha fornito un ri­quadrato pubblicato ieri dal­l'autorevole Le Nouvel Obser­vateur. Ventisette righe siglale in cui la corrispondente da Ro­ma Marcelle Padovani iscrive La scoria alla categoria dei •film sciacalli», liquidandolo con parole di fuoco, dopo es­sersela presa anche con // lun­go silenzio di Margarethe von Trotta: «Le corse folli, i corpo a corpo, le macchine che salta­no, gli sguardi braccati, i corpi straziati che ci offre questo ci­nema appiattito sulla cronaca non servono a niente. La realtà questa volta supera largamen­te la finzione».

Una stroncatura bella e buo­na (si parla anche di storia po­co «credibile di una scorta che conduce l'inchiesta insieme al giudice che deve proteggere») alla quale il trentottenne To­gnazzi risponde pacatamente dal tavolo della conferenza stampa. «Il nostro film non ca­valca gli avvenimenti recenti, non parla né di Falcone né di Borsellino. La signora Padova­ni giudica inutile questo cine­ma? lo mi permetto di giudica­re inutili commenti come il suo. Continuo a credere che il cinema debba confrontarsi con la realtà. Il vero sciacallag­gio è il silenzio».

Accanto al regista ci sono i quattro protagonisti Claudio Amendola, Enrico Lo Verso, Ricky Memphis, Tony Speran-deo, gli sceneggiatori Simona Izzo e Graziano Diana, il distri­butore Beppe Attene, il produt­tore Claudio Bonivcnto. Sedu­to in platea c'è anche il giudice Francesco Taunsano, il magi­strato a cui si ispira il film, tut-t'altro che liberamente. Il cli­ma è amichevole, anche se quasi tutte le domande vengo­no dai cronisti stranieri.

Sciacallaggio. «Ognuno è libero di scrivere ciò che vuole, ma forse è il caso di ricordare che la signora Padovani è la stessa che ha scritto il libro-in­tervista su Falcone uscito subi­to dopo la strage di Capaci. Ha preso i suoi bravi diritti d'auto­

re, eppure nessuno l'ha accu­sata di sciacallaggio in Italia. Se lei è pentita, noi non lo sia­mo», esplode Bonivento gua­dagnandosi un applauso inat­teso. • Il film, «io scorta parla di uomini di buona volonlà che lottano non solo contro la ma­fia ma anche contro il marcio delle istituzioni», puntualizza Simona Izzo. Aggiunge To­gnazzi: «Il film racconta la sto­na di una scorta, di quegli uo­mini che arrivano sulle prime pagine dei giornali solo quan­do muoiono. E questa è una scelta politica. Come è politica la scelta di denunciare le di­sfunzioni dei Palazzi di giusti­zia siciliani. Il lato investigativo 6 un aspelto laterale, ci serviva per mettere a fuoco il passag­gio dalla passività iniziale all'i­niziativa operativa».

La mafia. «No, nessun pro­blema a girare a Trapani. La mafia ama vedersi rappresen­tata al cinema, c'è chi dice che sia intervenuta direttamente nella produzione di certi film». ammette Tognazzi. Per lui la mafia «non si tira indietro di fronte a niente», ma è positivo il rapporto di identificazione, di solidarietà, che si instaura al cinema tra il pubblico più gio­vane i quattro personaggi della scorta. «In ogni caso è lo Sialo il vero nemico del cinema ita­liano», protesta il regista. E fa l'esempio di Andreolti: «Ieri, al­l'epoca nel neorealismo, se la prendeva con Ladri di biciclet­te, oggi per fortuna i suoi panni sporchi li laviamo in pubbli­co».

I personaggi. «La cosa più difficile è stato restituire il cli­ma di paura, di angoscia quoti­diana nel quale vivono questi ragazzi», rivela Claudio Amen­dola. «Sono morti nove uomini e una donna in questi ultimi anni. Ma nessuno ncorda i loro nomi, è una vergogna», prote­sta Tony Sperandeo. Enrico Lo Verso è invece rimasto affasci­nato dal gioco psicologico: «Mi piaceva l'idea di quattro perso­ne costrette ad essere alfiatate anche se si odiano, perché da quell'affiatamento dipende la loro sorte». L'ultima parola toc­ca a Ricky Memphis, il ragazzi­no della Scoria «Ho provato a immaginare cosa vuol dire es­sere spedito a Trapani e diven­tare bersaglio», mormora in ro­manesco. E nel sentirlo parlare si capisce perché nessun sotto­titolo potrà mai restituire il ga­gliardo pessimismo della sua voce.

In concorso l'opera di Mike Leigh

Povero Johnny nudo all'inferno

«The snappers», commedia europea per l'autore di «Eroe per caso»

Gente di Dublino Frears approda afla Quinzaine Interessante accoppiata britannica sugli schermi del 46" Festival. In concorso Naked di Mike Leigh, ritrat­to di giovani sbandati in un'Inghilterra da incubo. Alla Quinzaine, TheSnappersegna il ritorno alle Iso­le Britanniche di Stephen Frears Relazioni perico­lose, Eroe per caso'). Una divertente, «laicissima» sto­ria irlandese scritta da Roddy Doyle, già autore del famoso TheCommitments diretto da Alan Parker... '

ENRICO LIVRAGHI

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

• • CANNES -Nahedù un ten­tativo di osservare la condizio­ne umana di questa fine seco­lo. È una ricerca ambivalente. Un racconto filosofico sulla di­mensione animale che ritro­viamo ogni volta che siamo messi a nudo». Mike Leigh, cin­quantenne inglese con barba bianca e voce soave, presenta cosi il suo nuovo film: il primo, in tanti anni di tv e cinema, preso in concorso a Cannes. Il nome (orse non dice molto al pubblico italiano, anche se qualche anno fa il suo Belle speranze usci nelle sale dopo l'anteprima veneziana. Anar­chico, antt-thatcheriano, ateo. Leigh fa un cinema politico che rovista impietosamente, con accenti sarcastici, nella sofferenza metropolitana della sua Inghilterra. Ma se i due amanti squattrinati di [ielle speranze alla fine andavano a rendere visita alla tomba di Karl Marx, al cimitero di High-gate, il protagonista di Naked non può che scappare da tutto e tutti rubando i quattrini di un riccone vizioso

«Antieroe per eccellenza de­gli anni Novanta, cinico, fred­do, amorale e per questo ca­pace di un'incredibile umani­

tà» (parole del regista), John­ny fugge da Manchester per sottrarsi ad un pestaggio e si installa nella casa londinese di una ex fiamma clic voleva di­menticarlo. Brutale e ironico in egual misura, l'uomo porta il caos nell'appartamentino squallido, dal quale si allonta­na dopo essersi goduto l'infer­miera sciroccata che abita con la sua amica.

Naked resoconta la Passio­ne di questo Cristo ributtante-seducente che si lascia guidare dal caso nell'esplorazione di una Londra infelice e tumefat­ta, piena di tardone intristite pronte a fare sesso pur di sfug­gire alla solitudine, di guardia­ni-guardoni che si arrovellano sulle profezie di Noslradamus. di cameriere stordite che sem­brano uscire dalle pagine di Emily Bronté, di scozzesi im­pazziti che vagano per le stra­de urlando il nome delle loro donne. A tutti Johnny offre ascolto, momentanea amici­zia, calore: ma anche in lui c'è qualcosa di malato, di minac­cioso, specialmente quando si accanisce sui corpi femminili che gli capitano a tiro. Immer­so in una Londra livida, quasi monocromatica, nella quale il rito rassicurante della tazza di

tè suona quasi grottesco se confrontato alle piccole atroci­tà che passano sullo schenno. Naked è un film insolito e spiazzante che ambisce a es­sere universale. Ma non c'è niente da fare: il sapore acre dell'Inghilterra odierna, anche se temperato da un humour eccentrico, ha il sopravvento sulle singole parti, componen­do un quadro impessionante di disagio sociale.

Mike Leigh nega ogni con­notazione autobiografica al

personaggio di Johnny, inter­pretalo dallo stupefacente Da­vid Chewlis; eppure deve es­sersi realizzata una segreta complicità tra il regista e que­sto strano «pensatore» che cita Jane Austen e conquista con la sua parlantina da profeta. Ap­plausi moderati alla proiezio­ne mattutina per i critici, ma Naked non è roba da Ilio: sgra­devole come i suoi ambienti, ricorda che non esistono facili risposte agli imperativi dell'esi­stenza. - • D Mi.An

«Madadayo», la rivincita di un sognatore DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

ALBERTO CRESPI

• 1 CANNES. Il grande vec­chio si diverte. Si ride moltissi­mo nel film di Akira Kurosawa // compleanno, ma solo sullo schermo. In platea, qualche ri­sata sparsa, forse di giappone­si: ai giornalisti occidentali l'u­morismo nipponico arriva in modo assai indiretto. Si coglie, invece, il calore umano che il grande vecchio vuole comuni­carci. Rimane lo sconcerto di fronte a un film che spedisce grandi messaggi attraverso il racconto di una quotidianità apparentemente insignifican­te. Ma Kurosawa ha deciso co­si: da Sogni in poi deve aver sentito l'urgenza e la voglia di fare cinema in modo «impuni­to», senza chiedere giustifica­zioni né permessi a nessuno. Questi sono i miei sogni e i

miei incubi di ottantenne, se vi piacciono bene, altrimenti ar­rangiatevi. Chi potrebbe conte­starlo? Nessuno, fra noi nani, ha il diritto di fare le pulci a un gigante.

Akira Kurosawa è un artista che sembra venire da un pia­neta ormai scomparso. Negli anni '50, quando voleva, era a suo modo un regista «d'azio­ne». / sette samurai o La fortez­za nascosta avevano una cari­ca spettacolare straordinaria. Oggi che Hollywood ha smes­so di saccheggiarlo, e ha co­minciato invece a produrgli i film (onore a Coppola, Lucas e Scorsese per Kagemusha, Ran, Sogni), lui ntorna ai toni intimisti di Vivere, altro gioiello (ma non in costume) degli

anni '50.1 ritratti di uomini an­ziani lo affascinavano già allo­ra, e oggi acquistano un tono intensamente, spudoratamen­te autobiografico, Non a caso il titolo originale del film, Mada­dayo, è una specie di scongiu­ro rituale che significa «non an­cora» e che il protagonista Uchida ripete ad ogni com­pleanno, come a ribadire di non essere pronto ad abban­donare questa valle di lacrime. Ma nel finale Uchida si rivede bambino, mentre gioca a na­scondino fra i covoni di grano, e strilla «madadayo» ai compa­gni di gioco che gli chiedono se possono cominciare a cer­carlo.

Hyakken Uchida è un perso­naggio reale. Uno scrittore (1889-1971) estremamente appartato, davvero autore di un racconto. Noraya, dedicato

al suo gatto scomparso. L'epi­sodio dello smarrimento del micio occupa la seconda parte del film e dà la misura di come Kurosawa intenda relegare la Storia sullo sfondo, lasciando­cela intuire attraverso storie piccolissime, minime. Nel film, il professor Uchida insegna ini­zialmente tedesco (siamo nel 1943, il Giappone è alleato del­la Germania di I litlcr), poi si ri­tira dalla scuola per scrivere e per assistere al crollo del suo paese, e della sua casa, sotto le bombe americane. Conti­nua ad avere un rapporto stret­tissimo con alcuni ex allievi, che lo venerano. E certo Uchi­da ha qualcosa dei maestri Zen. che comunicano verità profonde senza mai avere l'a­ria di insegnare alcunché. Quando il suo gallo fugge, Uchida piange e si dispera co­

me un bambino, non mangia più. non dorme più. L'arrivo di un altro micio randagio, nel suo giardinetto, lo consola so­lo in parte. Quando anche il secondo micio morirà, Uchida e sua moglie erigeranno nel giardino due piccoli tumuli, per i due gatti della loro vita Intanto arriva il compleanno numero 77. Uchida è festeg­giato dagli allievi e dai loro figli e nipotini. Durante i brindisi, lo coglie un piccolo malore, ma forse non è niente di serio. \ja mettono a dormire mentre si beve sakè alla sua salute. Il so­gno, ricordo di un'infanzia campestre che nel Giappone ipermoderno di oggi è forse impossibile, lo coglie sereno, tranquillo.

// compleanno è una storia di piccoli sentimenti che parla, molto evidentemente, d'altro

È un seguito «privato», ironico e minimale di Rapsodia in ago­sto: entrambi i film recupera­no, forse anche con un certo orgoglio, un passato che il Giappone ha rimosso (la sem­plice vita di campagna, le lente della guerra) e spendono pa­role dure sull'oggi americaniz­zato e consumista. Anche l'ul­timo episodio di Sogni lo dice­va chiaramente: Kurosawa ri­vendica il diritto all'idillio e alla nostalgia. In Rapsodia in ago­sto lo spunto era la memoria di Hiroshima, qui è la scomparsa di un gallo, ma i lilm sono ge­melli. Piccole rivincite di un maestro che il Giappone' ha lungamente odiato, e che oggi fa cinema ni assoluta libertà. Solo per questo merita rispet­to. Anche se // compleanno non è certo il suo film più bel­lo, né il più importante.

•V CANNES. Voleva fare un film a basso costo in Europa, dopo l'incursione a Holly­wood. E cosi, lasciatosi alle spalle Relazioni pericolose, Ri­schiose abitudini ed Eroe per taso. Stephen Frears ha girato The snappers, il film che ha aperto la «Quinzaine des Reali-zateurs» a Cannes '93. Un ro­manzo dello scrittore irlandese Roddy Doyle. inviatogli in let­tura dalla produttrice Lynda Myles (la slessa di 77?e Coni-milments) e subito amalo con entusiasmo. Un ritorno brillan­te, questo di Frears, con una commedia dai risvolti spesso esilaranti, ambientata in una famiglia operaia di Dublino, in un contesto piuttosto distante dalle solile icone dell'Irlanda intrisa di spirito religioso, che, anzi, non appare neppure re­legato sullo sfondo. Tanto da aver già suscitato un certo nu­mero di polemiche.

Il programma della «Quin­zaine» quest'anno si presenta piuttosto attraente, almeno sulla carta. Manoel De Olivei-ra, Victor Nuncz, Mario Ca­mus, oltre a Frears, natural­mente: tanto per anticipare qualche nome tra i più noti. Otto prime visioni mondiali e, come al solito, un panorama allargato al cinema internazio­nale (dalia Francia agli Usa, dalla Spagna al Messico, dal Canada all'Ungheria. Assente invece l'Italia).

L'inizio intanto è decisa­mente promette: un tocco di divertimento giocato su una sceneggiatura frizzante (dello stesso Roddy Doyle) e condot­to con abilità registica consu­mata. Partono i titoli di testa

sulle note di / cari 't help lalling in love with you, vecchio suc­cesso di Elvis Presley (qui però cantata da un coretto), e sem­bra un approccio da anni Ses­santa, quasi un ammiccamen­to ironico. Ma non siamo dalle parti della «swinging London», siamo nell'Irlanda del '93, e non ci si può stupire se un'a­dolescente rimane incinta. Le ragazze di Dublino, tra l'altro, oggi frequentano i pub e si in­gozzano di birra manco fosse­ro omaccioni rubizzi, e non le­sinano battute salaci per lo più a.sfondo sessuale.

Sharon, venl'anni, comuni­ca il suo stato ai genitori. Scon­certo, come è ovvio, soprattut­to da parte del padre Dessie, Chi è stato? La ragazza si rifiuta di dirlo. Che diranno i vicini? Cosa sarà del bambino7 Trat­tandosi di una famiglia fiera­mente numerosa (sette figli) l'idea di abortire non viene nemmeno presa in considera­zione; e cosi Dcssie si fa presto una ragione, anzi esce subito a farsi una birra trascinandosi la figlia. Nel pub Sharon racconta lutto alle amiche. Il padre fa lo stesso con gli amici. In breve tutto il quartiere viene a cono­scenza della cosa.

Col passare dei giorni la fa­miglia viene quasi travolta. Il fratello maggiore, tornato dal servizio militare, vorrebbe fra­cassare le ossa all'autore del misfatto, che però continua a rimanere sconosciuto. In real­tà si tratta di un attempato vici­no di casa, che una notte, fuori da una discoteca, si è approfit­tato di Sharon ubriaca di birra. In preda al rimorso il vecchio

Wm Accoppiala «giovane» nel concorso di oggi: L'hornme sur les quuis di Raoul Peck (Haiti) e l'atteso Body Snat-chers (terzo remake tSc\VInva­sione degli ultracorpi) dell'a­mericano Abel Ferrara. Nella sezione «Un certain régard» scendono in campo Giappone

-e Spagna: il primo con Sond­ile di Takeshi Kitano. la secon­da con Et pajaro de la felicidad della cineasta Pilar Miro. Nel­l'ambito della selezione uffi­ciale inizia anche la retrospet­tiva dedicata a Dino Risi, con la proiezione speciale (16 15, Sala Lumière) di Profumo di donna. Per la «Quinzaine» in programma E'pericoloso spor-gersiài NicolaeCaranfil (il tito­lo è in italiano, ma il film è tar­gato Romania) e Padma Nadir Majhi di Goutam Ghose (In­dia). Per la -Semaine de la cri-tique» tocca al Canada franco­fono con Requiem pour un beau sans couer dell'esordien­te RoberrMonn.

Il regista inglese Stephen Frears

racconta tutto ' alla moglie. Apnti cielo. Il quartiere sparla senza ritegno. Sharon nega. Si inventa una improbabile stona con un marinaio spagnolo, ma nessuno la prende sul seno. In­tanto, più passa il tempo e più la pancia della ragazza cresce. Dessie entra in fibrillazione. Volano pugni nel pub. Sharon decide di partire, ma il padre la prende male. Scoppia a piangere di fronte alla figlia Lei si commuove e resta. Battu­te fulminanti. Dessie «Non piangevo da quando ero bam­bino». Sharon: «Ah si7 E duran­te i monduli?.».

Finalmente si arriva al mo­mento del parto, non prima che Debbie abbia divorato un libro sulla maternità. All'ospe­dale, fuori della sala parto, fu­ma nervoso, manco fosse la sua piima esperienza. In realtà lo è Lui era assente quando gli nascevano i figli, era al lavoro, o al pub, oppure alla partita. Insomma, The Snappers è un film denso di humor, venato di laica ironia e non privo di qual­che notazione graffiarne. La Dublino popolare e proletaria colta con un occhio distaccato e al tempo stesso partecipe Attori di grande bravura: non solo la giovane Tina Kellegher nella parte di Sharon, ma an­che e soprattutto Colm Mea-ney (visto anche in 77j" Com-milments di Alan Parker e in The Dead di John Huston) in quella di Dessie. Un tocco di cinema delizioso, costruito pe­raltro con quattro soldi. Come-se Stephen Frears avesse volu­to respirare aria fresca dopo i fasti di Hollvwood,

Una scena di «Madadayo - Il compleanno» di Akira Kurosawa

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ÈRaitre la più votata agli Oscar della tv E U ROMA Trentatre nomina­tion alla Rai, nove alla Finin-vcst due a Tclcmontccar lo una alle emittenti locali italia­ne che trasmettono Zona Iran-cod i Gianfranco Funan Saran­no fra questi i quindic i vincitori degli Oscar della tv della 33» edizione del Premio regia tele­visiva la manifestazione idea­ta da Daniele Piombi, che si svolgerà dal 20 al 23 maggio a Naxos, in Sicilia II 27, suKaiu-no andrà in onda il gala del la consegna dei premi -Gli Oscar della tv - ha detto oggi Piombi - sono assegnati ai protagoni­sti della stagione in base a un referendum condotto tra cento giornalisti specializzati II pre­mio avrà un con tomo d i rico­noscimenti paralleli convegni e gala tv»

In questa fase d i candidatu­re, Raitre fa la parte del leone con diciannove nominat ions I mattaton sono Gad Lcrner, Paolo Rossi e Chiambretti Tre categorie, poi sono propno appannaggio della rete d i Gu­glielmi quella del personaggio del l 'anno, del programma del-l a n n o e del programma più innovativo Ramno, con sei no­minat ion, punta soprattutto su f i lm tv e programmi per ragaz­zi Per Raiduc, le nominat ion sono c inque, per Canale 5 solo tre Quattro quelle d i Italia 1, con Fiorello in lizza come rive­lazione Telemontecarlo, infi­ne, e in gara con La più bella sei tu e con Tv donna

Quest'anno il Premio regia accentuerà il ruolo d i contral­tare dei Telegatti La manife­stazione d i Piombi sarà infatti arricchita da un premio del settimanale della Rai Tu Radio-corriere al personaggio, al pro­gramma e alla rivelazione tele­v is iva Anche per la radio è previsto un premio per la tra­smissione del l 'anno Tutti con­tenti tramite referendum tra i letton della rivista

Spettacoli SdlWlO

] " ni.i«t!io 1993

Enrica Bonaccorti, Paolo Villaggio e Simona Marchtni, era la prima puntata di «Seratissima»

Canale 5 «riciclerà» cast e scene in un nuovo varietà

Tonfo della Bonaccorti Annullate le «Seratissime» EMI Seratissima è stata un tonfo il varietà del martedì se­ra d i Canale 5 che doveva rin­verdire i fasti delle Serale do nore della Rai dedicate alle star della tv non si fa più LaFi-ninvest però non ha stracciato il contratto con Enrica Bonac corti nò gettato le scenografie e tempo d i economie perciò a giugno con il sole dell estate cast ospit i e strutture verranno riciclati in un nuovo varietà per il venerdì sera che a Canale 5 annunciano «svecchiato nspet to a Seratissima. con più musi­ca e per un pubbl ico più gio\ a ne»

Il varietà della Bonaccorti era nato con molte ambizioni voleva recuperare il successo delle serate da Montecatini

della Rai appuntamento tradì zionalc di mezza primavera che la tv pubblica quest anno non aveva in cantiere Sull on da d i quel successo sarebbero stati ospiti grandi personaggi del lo spettacolo a partire da Paolo Villaggio Ma la prima puntata era slata una delusio ne poco più d i 3 mi l ioni e i n e z / o d ascolto ( i l W d i s h a re) nonostante della trasmis sione si fosse parlato mol to so­prattutto per le intemperanze dell on Sgarbi che aveva mes­so in difficoltà i rapporti indù striali tra Berlusconi e Banlla II secondo appuntamento con Pippo Baudo asso nella mani ca delle tv non era andato me­glio 3 mil ioni e 700mila tele­spettatori ( i l 15 7TX di share)

L interruzione per la serata dei relegata e la «resa» della cop pia Cuccanni-Columbro (atte si per stasera) che ha dato for­fait pr ima di dover affrontare in compagnia d e l l j Bonaccorti un nuovo tonlo del program ma hanno permesso a Canale 5 il taglio quasi indolore «Qua­si» perché il programma rag­giungeva poco pubblico ma molto interessante per i pub­blicitari (e quindi per la Finin vest) secondo le indagini campione sulla trasmissione infatti aveva un alto gradimen­to soprattutto tra le donne del nord che «gradivano» queste Seratissime E le donne del nord sono il pubblico più ap­petito dai venditori di fustini e di surgelati

Per l'anniversario della strage di Capaci, una serata in diretta dall'aula bunker del tribunale di Palermo

Raiuno, per non dimenticare Falcone ELEONORA MARTELLI

• 1 ROMA Sabato 23 maggio 1992 ore 20 40 Raiuno man dava in onda il consueto varie­tà del sabato sera, mentre solo poche ore prima si era com­piuta una del le più terribili stragi d i mafia degli ult imi an­ni A Capaci monvano il giudi­ce Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomi­ni della scorta Domenica 23 maggio 1993, ore 20 40 ad un anno d i distanza. Raiuno tra­smetterà Falcone anno uno una serata speciale In diretta dall 'aula bunker del tribunale d i Palermo «Un programma mol to complesso - dice Albi­no Longhi direttore del Tg l -

che è divenuto realizzabile ci tengo a dir lo anche grazie alla col laborazione dei dirigenti della pr ima rete» Parole che suonano come una sorta d i r i ­conoscimento d i avvenuta ri­parazione per quella terribile gaffe A\ Raiuno che allora scoi se di far prevalere la filosoha del lo show must go on Una scelta che scandalizzò il pae se e che oggi soltanto a d i stanza d i un anno, non sareb­be piùpossibilc

Ora molte cose sono cam biatc soprattutto nella co scienza della gente La serata in diretta da Palermo condotta

da Piero Badaloni si propone proprio il compi to d i misurare la distanza che separa noi tutti da allora e la portata dei cam­biamenti avvenuti E di verifi­care cosa ne è stato del l eredi­tà che ci ha lasciato Falcone «Non un programma di rievo­cazione né un momento di in­vestigazione - ha spiegato Ba­daloni - ma un punto su quan to 6 stato fatto fino ad oggi sul fronte antimafia dalle attività investigative, dalle istituzioni e dalla coscienza civile» Un bi­lancio insomma ad un anno dalla strage di Capaci e da quella che vide morire c in-quantasette giorni dopo il giu­dice Paolo Borsellino

«Noi ci proponiamo - ha detto ancora Alb ino Longhi -di veder come è cresciuto 1 al­bero Falcone" ci chiederemo se i provvedimenti da lui voluti hanno dato risultati concreti e a che punto è il lavoro della magistratura Le sole doman­de che faremo saranno le stes­se domande che pose Falco­ne» Ed i curatori (fra cui Fran­co Porcarelli ed i giornalisti Lu­cio Galluzzo e Paolo Graldi) tornano a sottolineare che cosi sarà un pò come se fosse lui il giudice Falcone a condurre la serata

Nella famosa aula bunker che fu teatro de! maxiproces­so saranno presenti una venti­

na di ospiti Ciascuno con una «buona» ragione (d i ruolo isti­tuzionale o di testimonianza) per essere presente Saranno esclusi tutti i polit ici in quanto tali perché non sarà un dibat­tito o un confronto delle opi ­nioni Fra gli ospiti tutti i g u d i -ci di Palermo Per la prima vol­ta in tv da quando ricopre questo incarico anche il pro­curatore della Repubblica d i Palermo Giancarlo Caselli E ancora Alfonso Giordano e Giuseppe Ayala rispettiva mente presidente e pm nel maxiprocesso il presidente della commissione Ant ima ' a Luciano Violante il ministro della Giustizia Giovanni Con-

so e quello dell Interno Nicola Mancino Liliana Ferrara che ha sostituito Falcone al suo po­sto d i direttore degli Affari pe nali al ministero di Giustizia padre Sorge Pino Arlacchi il colonnel lo Mon e tant ia l tn

Un ruolo fondamentale sarà anche quello della società civi­le in un cont inuo collegamen to diretto con via Notarbartolo presso 1 albero d i Falcone do­ve la sera convergeranno quat­tro cortei cittadini Schede te­stimonianze e servizi (esclusa ogni immagine d i repertorio) saranno il filo informativo In chiusura cinque minut i d i un omaggio a Palermo firmati da Giuseppe Tomatore e musicati da Ennio Momcone

240RE GUIDA

RADIO & TV

ITALIA ISTRUZIONI PER L 'USO (Ramno II r,0) Secon do «speculo di Emanuela Falcetti sulla compi lazione del model lo 740 per la dichiarazione dei redditi Ne p a ' lano in studio esperti e addetti ai lavori

PRISMA (Ramno 1100) Obbiettivo puntato sul festival di Cannes nel settimanale di spettacolo a cura d i Gianni Ra-viele e Giuseppe Sicari Vincenzo Mollica coordina i ser VIZI sui film italiani in concorso In scaletta anche intervi­ste a Michael Douglas e 1 in i Turner

ROXY BAR (Videomusic 20 30) Chiacchiere e musica in compagnia di Red Ronnie che oggi ci propone un dibat­tito sulla difesa degli animali alla presenza di rappresen­tanti di associazioni ammaliste Tra gli ospiti anche Raf che presenta il suo ult imo album Cannibali

PROSTITUZIONE (Raitre 22 45) Al via stasera il pr imo dei tre documentari girati dalla giornalista francese Mi-reille Dumas Sono stone personali di prostituzione fem­minile maschile e transessuale la Dumas cerca d i capi­re al di la degli ovvi motivi economici cosa spinga un uomo o una donna a scegliere questo t ipo di vita La pn ma puntata e dedicata ai tra\estiti

FUORI ORARIO (Raitre I IO) Da qualche tempo un nuo­vo genere imperversa sugli schermi i f i lm sui sena! killer in auge grazie soprattutto ali Oscar del Silenzio degli in nocenti Ma in realta il serial killer percorre la stona del cinema fino dai tempi del «muto» con i fi lm tratti dal Dr Jeckill di Stevenson Cosi stanotte Fuori orario propone un tuffo nel passato alla scoperta del genere con M il mostro di Dusseldorf d i Fnz Lang Monsieur Verdouxdt Charl ieChaplin La iena<.on BorisKarloff

SE UN U O M O M O R D E UN CANE (Radiodue 10 30) Il d i ­rettore come confermano i redatton del Times è «quasi un dio»' A questo tema ò dedicata la puntata dell inchie­sta di Pier Francesco Listn Intervengono Indro Montanel­li e Alberto Cavallari che racconta la sua esperienza al Corriere della sera Giuseppe Turani parla di Eugenio Scalfari La repubblica) e Paolo Mieli Corriere della se­ra) mentre Gabhele Cane si sofferma sui direttori qua­rantenni sulla «Nouvelle vague> del giornalismo italiano

DEDALO PERCORSI D'ARTE (Radiodue 11 00) Un nuo­vo programma di Pier Silveno Pozzi ( in onda anche la domenica alle 12 25) per far conoscere e «salvare» I im­menso patr imonio artistico italiano «Un contenitore -spiega 1 autore - per valorizzare i nostri beni culturali un patr imonio che spesso non é neanche messo in condi­zione di essere frullo dal pubbl ico

('Ioni De Pascale)

C RAIUNO COP DOPPIA COPPIA. Varietà

7 X 6 OIALLOACBBTA. Film 9.0» I X PENISOLA DEL TESORO

10.06 VEDRAL Anticipazioni e notizie 10.35 SAGRA DEL MANDORLO IN

HOMI 11.15 MUNDO NUEVO. Da Città del

Vaticano servizio sulla mostra 11.50 SPECIALE ITALIA ISTRUZIONI

PER L'USO 12.20 CHECK UP. Prima parte

12.80 TELEGIORNALE UNO 12.35 CHECK-UP. Conduce Annalisa

Manduca Seconda parte 13.25 ESTRAZIONI DEL LOTTO 13.30 TELEOIORHALEUNO 13.65 TO UNO-TRE MINUTI D l -14.00 PRISMA. Settimanale di spetta-

colo a cura di G Raviele 14.30 TENNIS. Internazionali d Italia

maschili Da Roma 1 6 X 0 7 OIORNI AL PARLAMENTO 16.60 DISNEY CLUB 18.00 TELEOIOBNALEUNO 16.10 ESTRAZIONI DEL LOTTO 18.18 PIÙ SANI PIO BEILI. 10X6 PAROLE EVITA 10.60 CHETEMPOFA 20,00 TELEGIORNALE UNO 20.30 TO UNO SPORT 20w40 LUNA DI MIELI. Varietà con

Gabriella Carlucci Glanlranco D Angelo

23.00 TELEOIORNALEUNO 23.09 38* GRAN PREMIO EUROVI­

SIONE DELLA CANZONE 1093. Commento di Ettore An-denna Nel corso della trasmis-slonealle105 TGUNO

2 X 0 APPUNTAMENTOALCINEMA 2.28 IO SONO UN AUTARCHICO.

Film di Nanni Moretti 4 X 0 TOUNO. Replica 4.08 MILLEUREALME8E. Film 6 4 8 DIVERTIMENTI

(JjEKK 9.00 QUALITÀ IH ITALIA

10.49 BATMAN. Teletllm

11.45 LE ISOLE PERDUTE. Telefilm

12.16 CRONO. Tempodimotori

13.00 SPORT SHOW

18Xd CALCIO. Arsenal-Shelfleld Fi-

naleCoppad Inghilterra

18.00 NBA ACTION •

1 8 X 0 TMCMETEO-TMCNEWS

19.00 INTRESULLUCKVLADV. Film di Stanley Donen, con Gene Hack-man, LizaMInnelli

21.18 L'APPUNTAMENTO. Alain El-kann intervista Giandomenico Picco

22.00 TMCNEW8. Telegiornale

2 2 X 0 BOXE. Riunione Internazionale

Collegamento da Glasgow

0.30 TURNO DI NOTTE. Varietà con

Umberto Smalla

1.40 NBAACTMN. Replica

2.10 CNN. Collegamento In diretta

RAIDUE 6.56 MATTINA 2. Varietà

10.00 TO 2 FLASH

10.06 OIORNI D'EUROPA

10.39 OOOOIEHOWSEB. Teletllm

11.00 TUA BELLEZZA E DINTORNI.

Con Viviana Antonini

12.05 MEDICO ALLE HAWAII

13.00 T 0 2 Telegiornale

13.20 T02 DRIBBLINO-METEO 2

14X0 SECRETI PER VOL Rubrica

condotta da Antonella Clerici

14.10 QUANDO SI AMA. Serie Tv

14X6 SANTABARBARA. Serie Tv

1 6 X 0 VEDRAI. Anticipazioni e notizie

sui programmi televisivi della

prossima sellimara

15.50 ESTRAZIONI DEL LOTTO

15.68 CALCIO. Shetfield-Arsenal

17.55 MIAMI VICE. Telefilm

1 9 X 5 TO 2 TELEGIORNALE

2 0 X 6 CALCIO. Parma-Juventus

2 2 X 8 TEXASVILLE. Film di Peter Bog-

danovich, con Jet! Bridges Du­

rante IUIImalle23 45 TG2N0TTE

0 X 5 TGS NOTTE SPORT. Atletica

leggera Meeting Pallanuoto

Campionato Italiano Baseball

Campionato Italiano

2 X 8 FABER L'INVESTIGATORE

3 X 0 UN DURO PER LA LEGGE. Film

5.50 VIDEOCOMIC

•/«•OMUSie

10.00 RADIO LAB. Con Monti e Loren-Zini Prima parte

12.30 SOTTERRANEI ITALIANI

13.30 RADIOLAB. Seconda parte

14.30 VM GIORNALE FLASH. Altri ap­

puntamenti alle 15 30 16 30

17 30 18 30

15.35 LfTFIBA. Special

16.00 VIDEO NOVITÀ

17X0 TEBBNCETRENTD'ARBY

17X6 VIDEOWEEKEND 1 8 X 0 INDIES. Rubrica dedicata alle

nuove tendenze musicali che coinvolgono II pubblico più «alter-nativo-

18X6 DANIEL LANOIS

19.30 VM GIORNALE

20.00 ROXY VIDEO

2 0 X 0 ROXY BAR. Con Red Ronme ogni sabato un argomento per parlare In compagnia di tanti ami-ci Ospite della serata Rat

23.30 VM GIORNALE

RAITRE 6.28 TQ3. Oggi in edicola ieri In TV

6.45 TOR. Agricoltura Regioni

0.00 T03 Oggi In edicola Ieri in tv

9.20 NEONEWS. Replica

9.35 VEDRAI. Con M Mirabella

10.05 I CONCERTI DI RAI 3

10X5 UN COMODO POSTO IN BAN­CA. Film di Eddie Cline conW C Flelds

11.45 SCHEGGE

12.00 T03 ORE DODICI

12.16 NOSFERATU. Film di Friedrich Wilhelm Murnau con Max Sche-

reck

13.20 20 ANNI PRIMA

14.00 TELEGIORNALI REGIONALI

14.20 T03 POMERIGGIO

14.50 TOR AMBIENTE ITALIA

15.15 AUTOMOBILISMO. Da Magione

15.45 ATLETICA LEOOERA

18.20 TENNIS. Int d Italia

18.10 TGS SCUSATE L'ANTICIPO

19.00 T03 Telegiornale

19X0 TELEOIONALI REGIONALI

19.80 INSIEME. Il volontariato

20.16 LO DICO ALTO 3

2 0 X 0 UNA NUOVA CASA PER LAS-SIE. Film di Don Chaltey con

John Relly

2 2 X 0 T03VENTIDUE ETRENTA

22.45 PROSTITUZIONE. Travestiti

23.45 MAGAZINE 3 II meglio di Rai3 Di Massimo De Marchis Regia di Sergio Dulchin

0.46 T03. Nuovo giorno Edicola 1.18 FUORI ORARIO. Nel corso della

notte «M Il mostro di Dusseldorf» di Frltz Lang e «Monsieur Ver doux-diC Chaplin

ODEOII 14.30 WEEKENDCIHEMA 18.45 EMOZIONI NEL BLU 16.45 SOGNAND013 17.15 L'ALBERO DELLA SALUTE. De-

dicatoalla salute 18.00 SENORA. Telenovela 19.00 NOTIZIARI REGIONALI 1 9 X 0 HE MAN. Cartoni 20.00 ICARTONISSIMI 20.30 DOSSIER ODESSA. Film di Ro-

naldNeame con Jon Volghi LEGITTIMA DIFESA. Film di Serge Leroy con Claude Bras-seur

19.00 TELEGIORNALI REGIONALI 20.00 SPECIALE MOTOMONDIALE 20.30 FOLLIE DELL'ANNO. Film 22.30 TELEOIORNALI REGIONALI 23.00 QUELLA SPORCA DOZZINA

Varietà 23.30 SQUADRA SPECIALE. Telelllm 24.00 IL •DRITTO. 01 HOLLYWOOD.

Film di David Butler

6.30 PRIMA PAGINA. Attualità

8.39 UNDOTTOREPERTUTTI

9.05 SABATO 5. Attualità

10.30 HONSOLOMODA. Telefilm

11.00 ANTEPRIMA. Rubrica

11.30 ORE 12. con Jerry Scotti

13.00 TQ5 Telegiornale

13.25 SGABBI QUOTIDIANI. Rubrica

13.35 FORUM GIOVANI. Rubrica

14.30 AMICI. Rubrica

16.00 CARTONI ANIMATI

17.56 TO 5 FLASH

18.00 OK IL PREZZO È GIUSTO. Quiz conlvaZanlcchi

19.00 LA RUOTA DELLA FORTUNA.

QuIz con Mike Bongiorno

20.00 T05 Telegiornale

20.26 STRISCIA LA NOTIZIA Varietà

20.40 LA CORRIDA. Varietà condotto da Corrado

23.00 ROD STEWARD IN CONCERTO. Registrazione del concerto di Los Angeles Neil intervallo alle 24 TG5 NOTTE

1.10

1.40

2.00

2.30

3.00

3.30

4.00

4.30

5.00

MASH. TeleMlm

STRISCIA LA NOTIZIA. Varietà

TGS EDICOLA

L'ARCA DI NOÈ. Rubrica

TG5 EDICOLA

PARLAMENTO IN. Replica

TG8 EDICOLA

REPORTAGE. Rubrica

TGS EDICOLA

5.30 L'ARCA DI NOÈ. Rubrica

&

14X0 VALERIA. Telenovela 15.15 PROGRAMMAZIONE LOCALE 17.30 SETTE IN ALLEGRIA 18.10 CARTONI ANIMATI 18.25 USATODAYOAMES 18.30 CARTONI ANIMATI 18.50 7 IN ALLEGRIA DAL MONDO 19.00 BROTHERS. Teletllm 19.30 HEARTBEAT. Teletllm 20.30 DELITTI E PROFUMI. Film di V

Desisti conGerryCala 22.25 AOENTESEORETO Teletllm 23.28 L'EREDE DI ROBIN HOOD. Film

diG Sherman

.inumili

14.30 POMERIGGIO INSIEME. 17.00 OULLIVEH Norvegia i a 0 0 ITALIACINQUESTELLE 10.30 INFORMAZIONEREOIONALE 2 0 X 0 CASA BUTTERFIELD. Film di

Richard Michaels con Fred Leti*

2 2 X 0 INFORMAZIONEREOIONALE

6 X 0 CARTONI ANIMATI

9.15 IMIEIDUEPAPA Teletllm

9 X 5 SUPERVICKY. Telefilm

10.15 LA FAMIGLIA HOOAN

10.45 PROFESSIONE PERICOLOL

Telefilm «Rapina alle Olimpiadi»

11.45 A-TEAM. Telef Im

1 2 X 6 STUDIOAPERTO. Notiziario

13.05 CARTONI ANIMATI

13.45 DIECI SONO POCHI. Telefilm «Primi turbamenti»

14.15 NON È LA RAI. Varietà II meglio

della settimana

16.00 UNOMANIA. Varietà

16.06 TOP VENTI. Con E Folliero

17.00 ATUTTOVOLUME. Rubrica

17.30 MITICO!. Varietà

18.05 BAYWOTCH. Telefilm «Il furgo-ne blindato»

19.00 TARZAN. Telefilm -Un killer nel-la giungla» con Woll Larson

19.30 MA MI FACCIA IL PIACERE. Varietà con Gigi e Andrea

20.00 KARAOKE. Varietà con Fiorello

2 0 X 0 ASHANTI. Film di Richard Floi-scher con Michael Carne Peter Ustinov

23.00 SUL FILO DEL RASOIO. Film di Warren Clark con Michael Mad-seti

1.00 STUDIOAPERTO

1.10 RASSEGNA STAMPA

1.20 STUDIO SPORT

1.40 IL CUOCO, IL LADRO, SUA MO-OLIE E L'AMANTE. Film

3.30 GIOCHI NELL'ACQUA. Film

6.00 DIECI SONO POCHI

6 X 0 MITICO!. Replica

6.50 RASSEON A STAMPA

#7' Programmi codificati

18.30 PROVA DI FORZA. Film

2 0 X 0 CARA MAMMA, MI SPOSO. Film con John Candy

2 2 X 0 SOTTO MASSIMA SORVE-OLIANZA. Film con RitgerHauer

0.15 L'AMANTE SCONOSCIUTA. Film con Barbara Sukowa

TEIE

14.00 IL RITORNO DI ULISSE IN PA-TRIA. Opera lirica

2 0 X 0 VIAGGI E SCOPERTE. (D|

Qg." 20.00 NEON-LUCI E SUONI 20.30 PASSIONE E POTERE. Teleno-

vela con Plana Brache 21.16 LA TANA DEI LUPI. Telenovela

S8 6 X 5 LA FAMIGLIA ADDAMS

6.50 LA FAMIGLIA BRADFORD

7 X 0 I JEFFERSON. Tele! Im

8.10 GENERAL HOSPITAL Teletllm

8 X 0 MARILENA. Telenovela

9 X 0 TQ4 Telegiornale

9.55 INES, UNA SEGRETARIA DA AMARE. Telenovela

10X0 LA STORIA DI AMANDA. Tele-novela

11X6 IL PRANZO È SERVITO. Gioco

quiz con D Mengaco

12X5 CELESTE. Telenovela

13X0 TG4 Telegiornale

13.65 BUON POMERIGGIO. Varietà

<-onP Rossetti

14.00 SENTIERI. Teleromanzo

15.05 NATURALMENTE BELLA

16.00 ANCHE I RICCHI PIANGONO.

Tslenovela

17.00 IO, TU E MAMMA Qui;

17.30 TG4 FLASH

17.35 TRA MOGLIE E MARITO. Quiz

18X0 IL NUOVO GIOCO DELLE COP-

PIE. Gioco a quiz

19.00 TG4 Telegiornale

19.30 LA SIGNORA IN ROSA

2 0 X 0 MICAELA. Telenovela 2 2 X 0 FLASHDANCE. Film di Adrian

Lyne con Jennifer Beals Michael Nouri Neil intervallo del tilm alle 23 15TG4NOTTE

0.30 MUSICALE. Concerti dell Or-cheslra Filarmonica della Scala

1.50 AVVOCATI A LOS ANGELES. Teletllm

2.50 I TOPI DEL DESERTO. Film

4.20 MOBTACCI. Film di S Cittì

6.0O STREGA PER AMORE

RADIO

RADIOGIORNALI. GR1 6,7,8,10.12, 13,14,15,17,19, 23. GR2 6 30, 7 30, 8 30; 9 30. 11 30, 12 30; 13 30, 15 30. 16 30,17.30.1810,19 30,22 30 GR3 645 84S 1145 1345 1545 18 45 20 45 23 15 RAOIOUNO. Onda verde 6 08 6 56 7 56 9 56 11 57 12 56. 14 57 16 57 18 56 22 57 8.40 Chi sogna chi chi sogna che 9 00 Week-end 10.15 Black out 11 45 Cineteatro 14 30 Stasera (e domani) dove 15.33 Habi­tat 18 Ribalta 22.22 Una notte con Giordano Bruno 22 52 Bolmare RADIOOUE Onda verde 6 27 7 26 826 926 1023 1127 1326 15 27 16 27 17 27 18 15 19 26 2127 22 37 8 46 Verranno a te sull aure 9 56 Settimanaha 11 03 Dedalo Per­corsi d arte 1415 Appassuliatella 15 00 Richard Wagner 15 53 Dedalo 19 55 Radiodue sera jazz 21 Concer­to sinfonico RADIOTRE. Onda verde 6 42 8 42 1142 18 42 6 00 Preludio 7.30 Pri­ma pagina 8 30 Alfabeti sonori 14.05 Persone naturali e strafottenti 16.00 Documentari di Radlotre 18.12 Il senso e il suono 20 Stagione lirica Der Schatzgraeber RADIOVEROERAI. 12 50-24 musica e informazioni sul traffico in MF

SCEGLI IL TUO FILM 1 2 . 1 5 NOSFERATU

Regia d i Friedrich Wilhelm Murnau, com Max Sch-reck, Gustav von Wangenhelm, Greta Schròder Ger­mania (1922) 87 minut i . Resta per molti versi insuperabile il capostipite dei Dracula cinematografici ispirato al romanzo di Bram Stoker o girato da Murnau in puro sti le espressioni­sta Hutter giovane agente Immobil iare viene inviato in Transi lvama per concludere un affare col conte Or-lok il quale si invaghisce di sua moglie Ellen veden­dola ritratta in un medaglione che il marito porta ai col lo li vampiro giunge a B'ema navigando su una chiatta per sedurla ma sarà la donna a vincerlo con la purezza del suo sacrif icio RAITRE

1 9 . 0 0 INTRESULLUCKYLADY Regia di Stanley Donen, con Gene Hackman, Llza Mlnnelll, Buri Reynolds. Usa (1976). 120 minut i . Scanzonata commedia ambientata negli anni Trenta in barba alla Depressione Liza Minnell i disinibita cantante di varietà in compagnia dei suoi due amanti trasporta alcol di contrabbando su un battello Grazie al proibizionismo gii affari vanno benissimo tinche la malavita non si accorge del terzetto TELEMONTECARLO

2O.30 ASHANTI Regia di Richard Flelseher, con Michael Calne, Peter Ustinov, William Holden, Rex Harrison Usa (1978) 114 minut i Non e è che dire un bel cast soprattutto dal punto di vista delle spettatrici (e è anche I ex Sandokan Kabir Bedi) Per il resto i l f i lm non è certo memorabi le non discostandosi di un mil l imetro dai cliché del genere esotico-avventuroso Nonostante le ansie antischiavi-stiche del copione tratto da un romanzo coloniale di Alberto Vazquez Figuoroa ITALIA 1

2 2 . 2 5 TEXASVILLE Regia di Peter Bogdanovich, con Jetl Bridges, Cybill Shepherd, Annie Potts Usa (1989). 118 minut i Ritorno ad Anareno Texas Sonny è diventato sinda­co il petrol iere Duane e sommerso di debiti Jacy star tall ita del B-movle 6 distrutta dal la morte del t i ­glio Bogdanovich tenta un -seque l - nostalgico e au­tocelebrativo dell «Ultimo spettacolo» purtroppo con­vince fino a un certo punto RAIDUE

2 2 . 3 0 FLASHDANCE Regia di Adrian Lyne, con Jennifer Beals, Michael Nouri, Belinda Bauer Usa (1983) 89 minuti. Adrian Lyne prima del la scoperta dell erot ismo che fa cassetta racconta un operala molto dotata per la danza che sogna il successo sul palcoscenico e ce la mette tutta al lenandosi dopo il lavoro Proprio come in una favola r iuscirà a ottenere quello che vuole e anche a conquistare il cuore del padrone RETEQUATTRO

IL CUOCO. IL LADRO, SUA MOGLIE E L'AMANTE Regia di Peter Greenaway, con Richard Bohringer, Helen Mlrren. Gran Bretagna (1989) 120 minut i Serata Greenaway su Italia mentre Cannes rende omaggio al più controverso degli autori europei pre­sentando fuori concorso il suo ultimo f i lm -The baby of Macon» Si parte con questa pell icola elegantissi­ma e disgustosa allo stesso tempo che qualcuno ha voluto leggere come una metafora erotico-gastronc-mica dell Inghilterra thatcherlana Segue al le 2 50 -Giochi nell acqua» dell anno precedente tre assas­sine ossessionate dai numeri e dagli annegamenti sempre in atmosfere cerebral i e persecutorie ma visi­vamente impeccabil i e commentate dalle musiche splendide di Nyman e soci ITALIA 1

IO SONO UN AUTARCHICO Rogla d! Nanni Moretti, con Nanni Moretti, Luciano Agatl, Fabio Traversa Italia (1977). 90 minut i Senz altro il super-otto più celebre del la stona del c i ­nema (Italiano) rivelo un talento registico personalis­s imo Girando con pochi soldi e la col laborazione di amici ed ex compagni di scuola Moretti riusciva a darci un ritratto/autoritratto cinico disperato e narci­sista della generazione del Sessantotto RAIUNO

Sabato 15 maggio 1993 1 |)a;:in;i 2i rù Umberto Orsini protagonista di «Affabulazione» che debutta lunedi diretto da Luca Ronconi

«Uccido mio figlio, parola di Pasolini» Fine di stagione tutto italiano per il nostro teatro. Lu­nedì debutta allo Stabile di Torino Affabulazione di Pasolini, diretto da Luca Ronconi e interpretato da Umberto Orsini, per nulla spaventato, racconta, dal confronto con Gassman. E martedì al Nazionale di Roma, Giuseppe Patroni Griffi rivisita Napoli milio­naria! di Eduardo, «commedia amara e attualissi­ma», con la coppia Isa Danieli-Carlo Giuffrè.

MARIA GRAZIA QREQORI

• 1 TORINO. L'Ombra di Sofo­cle (Carlo Montagna) appari­rà da una porticina sulla destra del palcoscenico e camminerà lungo il proscenio. Sulla scena, in pendenza, ci sarà erba vera raccolta ogni mattina. Dal sot­topalco apparirà, nell'episodio della stazione, un vagone fer­roviario: ci sarà un girevole sul quale la Negromante (Marisa Fabbri^ dirà i suoi vaticini sen­za mai fermarsi; il Padre gio­cherà a palla con il Figlio... Umberto Orsini racconta e rac­conta con entusiasmo come sarà Affabulazione di.Pier Pao­lo Pasolini, regia di Luca Ron­coni, in scena il 17 maggio in anteprima nazionale al Cari-gnano, primo spettacolo di una triade dedicata dallo Sta­bile torinese al teatro di PPP, prossimi appuntamenti il 31 maggio e l'I giugno con Calde-rón e Pilade. al Museo d i Rivoli, con i giovani della Scuola di teatro diretta dallo stesso Luca Ronconi.

Orsini ci parla anche del tea­tro che dirige a Roma, l'Eliseo,

partner dello Stabile di Torino per Affabulazione, della sua lotta per (ormare un pubblico selezionato e competente: «Cerco sempre di giocare alto - spiega - con proposte non scontate come // nipote di Witt­genstein di Thomas Bernhard. Ma quando Ronconi chiama sono sempre pronto a lavorare con luì,

In «Affabulazione» lei sarà 11 Padre, personaggio inter­pretato per la prima volta da Vittorio Gassman: come vive questo confronto?

È una sfida che in realtà non mi spaventa. Ho un grandissi­mo rispetto per Gassman atto­re, anche se il video che ho vi­sto, ispirato allo spettacolo teatrale, non mi ha convinto. Ma quando, come me, si ha la fortuna di essere diretti da Ronconi, beh, allora, e con lui che avviene la sfida. Nel pro­pormi questo personaggio Lu­ca mi ha chiesto di essere mol­to concreto nell'usare le paro­le. E cosi io senza riproporre una parlata -milanese», cerco

Patroni Griffi regista di una trilogia

«fl mio Eduardo senza memoria»

STEFANIA CHINZARI

• • ROMA. »Ha da passa 'a nuttata». Per molti Napoli mi­lionaria! è questa battuta, pro­nunciata.alia fine della com­media da Gennaro lovine-Eduardo De Filippo, nell'attesa che la figlia Rituccia guarisca grazie alla penicillina. Una fra­se che nel 1945, anno del de­butto, voleva dire speranza, il­lusione, incertezza del futuro e che nel corso del tempo anche Eduardo ha impregnato di altri significati. «Per me è una battu­ta amara, come del resto e tut­ta la commedia. Una frase so­spesa e ambigua che vuole colpire anche il superficiale fa­talismo di noi napoletani». Par­

la Giuseppe Patroni Griffi, il re­gista che ha resuscitato Napoli milionaria,', commedia ambi-

.•• tissima e attesa, per riproporla ' da martedì prossimo al Teatro

Nazionale di Roma, primo spettacolo di una trilogia eduardiana che nel corso di un trienno porterà in scena an­che Sabato, domenica e lunedi e Eduardo al Kursaal, un colla­ge di esilaranti sketch dei fra­telli De Filippo.

Sotto il segno di Eduardo, l'incontro stampa di ieri a Ro­ma ha festeggiato anche l'in­contro di tre importanti artisti partenopei, per la prima volta

di togliere qualsiasi ampollosi­tà al discorso, di ancorare la recitazione alla realtà. Credo anche che Luca mi abbia scel­to come protagonista di questa lotta epica e mitica fra Padre e Figlio che si conclude con l'as­sassinio di quest'ultimo perché non sono un «papà» ma posso essere un padre. Cosi ho fatto piazza pulita del gonfio, dei possibili pirandcllismi e cerco dì usare la lingua come uno spartito secondo una scelta di realismo non naturalistico, fa­cendo sentire cadenze e scatti.

Della sua esperienza di uo­mo e di attore che cosa è possibile ritrovare in questo personaggio?

C e una situazione chiave, per me, in questo testo. Il Padre ve­de il figlio come un suo coeta­neo, lo poi sono un attore e ve­do il giovane che interpreta il Figlio (Alberto Mussap) come un antagonista scenico: evito allora il tono paterno e sono quasi competitivo con lui. Per mia fortuna, in anni lontani, sono stato un attore giovane e so che cosa significa. Come in tutti gli adulti c'è dentro di me il ragazzo che sono stato e co-me tutti gli attori maturi con­servo dentro di me l'attore gio­vane che ero.

«Affabulazione» è stato scrit­to da Pasolini In anni - la fi­ne del Sessanta - In cui lo scontro generazionale era molto forte. Come rappre­sentare oggi tutto questo?

Credo che quanto dicesse allo­ra Pasolini su di un futuro che

armava la mano del Padre contro il Figlio sia attuale an­cora oggi, anello se questo scontro sembra essersi sopito. Oggi i giovani ini sembrano come i morti di una guerra. So­no morti per la droga, morti perchó vanno in 1 Smila ai con­certi, morti perche vestono tut­ti uguali, perche vedono tutti Beverly Hills. Non vorrei che si rassegnassero a un'ottusa vita di branco».

È da tempi lontanissimi che lei, di tanto in tanto, lavora con Ronconi. Cosa significa questa collaborazione per il suo lavoro?

È il regista al quale mi affido più volentieri, mi fido della sua intelligenza e sono sempre d'accordo con lui, non per ti­midezza nò per piaggeria, ma perché siamo in sintonia. Ci bastano poche parole per ca­pirci. Con Luca io sento di per­correre una strada che non e mai finita, dove mi si possono aprire, all'improvviso, altri oriz­zonti. Mi sento orfano quando lo spettacolo va in scena e lui se ne va.

Progetti per 11 futuro? Affabulazione a Roma l'anno prossimo. E poi Un marito di Svcvo per l'Eliseo con la regia di Massimo Castri. Parteciperò anche alla Compagnia del tea­tro italiano e sarò neWAgamen-none di Alfieri con Rossella Falk e Monica Gucrritorc che Lavia metterà in scena all'Ar­gentina. Ho anche un sogno: fare Conciano di Shakespeare diretto da Ronconi.

I protagonisti di «Affabulazione» da lunedi in scena a Torino, regia di Ronconi. In basso Patroni Griffi, Isa Da­nieli e Carlo Giulfrè, regista e protagonisti di -Napoli milionaria»

insieme. Patroni Grilfi, appun­to, forse il meno eduardiano dei registi napoletani, Carlo Giuffrù, che invece a lungo si e confrontato con i personaggi e la recitazione del grande atto­re-autore, e Isa Danieli, attrice versatile e coraggiosa, pronta a sdoppiarsi tra sperimentazio­ne e classici. Giuffrè e Danieli saranno dunque Gennaro e

Amalia lovinc, ritratti nel «bas­so» che la scena di Aldo Terliz-zi vuole rivisitalo rispetto alla tradizione, pronto a suggerire il senso schiacciante della po­vertà e della guerra.

«Questo spettacolo ò una ri-lettura critica, stilistica e filolo­gica, se volete, della Napoli mi­lionaria! che conosciamo at­

traverso l'interpretazione e la regia di Eduardo», Ira esordito Patroni Griffi, affrontando subi­to l'eterna questione del «dopo Eduardo». «I.a prima sorpresa» ha detto «e arrivata subito, leg­gendo il testo pubblicato, io stesso mi sono stupito della bellezza, della straordinaria forza di questo lavoro, scritto

in un napoletano forte, anche stretto a volle, pieno di sonori­tà struggenti. La vera lingua del popolo rappresentato sulla scena, gergale, con tanto di strafalcioni. Un aspetto che ho voluto sottolineare, questo del­la crudeltà e dell'amarezza, della severità, direi, per supe­rare il tono bonario, addolcilo persino, crealo da Eduardo sul palcoscenico, quando l'attore e il capocomico prendeva il sopravvento sull'autore e su­bentrava la voglia di farsi capi­re, di catturare il pubblico, di "iraliunizzarc", come racco- ' mandava ai suoi attori». La se­conda sorpresa, racconta an­cora il regista, è l'estrema at­tualità del testo. «Un'attualità sconcertante, oggi più che un paio di anni fa. Pensile a Gen­naro, che torna da una guerra devastante e parla di bambini uccisi, di morti strazianti. E a casa sua trova miseria e corru­zione dappertutto».

Partecipi di questa lettura anche i due protagonisti, in scena affiancati da quindici at­tori per restituire della comme­dia la versione integrale. Cast

nutrito, con buona pace del produttore Paolo Donai Cattin, già da ora impensierito e dub­bioso, visti i chiari di luna delle sovvenzioni ministeriali, sul­l'effettiva possibilità di realiz­zare l'intero progetto. «Grazie a Patroni Griffi», ha confessato Carlo Giuffrè «ho trovalo la for­za di abbandonare le memorie visive e foniche che mi legava­no alla versione di Eduardo. E ora in sconti mi vengono i bri­vidi quando devo dire che "la guerra nun e fernuta"». Genna­ro e Amalia diventano per Pa­troni Griffi il simbolo di due mondi diversi e inconciliabili, entrambi pieni di buone ragio­ni, dove il reduce Gennaro in­carna la morale altissima e Amalia le ragioni della soprav­vivenza, la cattiveria della po­vertà. «Ilo detto subito si al progetto», ammette Isa Danieli -pur non avendo mai conside­rato Amalia uno dei mici so­gni. Mi accorgo solo adesso, grazie a questa nuova edizio­ne, che è una vera coprotago-nista, una donna forte, forse ci­nica, costretta a lavorare dalla mattina alla sera».

DISCO DI PLATINO PER RAMAZZOTTI. Ad appena die­ci giorni dalla sua uscita, il nuovo album di Eros Ramaz-zotti, Tutte storie, è già entrato nell'hit parade di sei paesi europei vendendo oltre un milione di copie; ha ottenuto il disco di platino in Italia e Spagna, e quello d'oro in Svizzera e Germania.

BERLUSCONI CELEBRA MONTEVERDI. Occasione in solila per Silvio Berlusconi; oggi il presidente della Finin-vest sarà a Cremona per assistere in compagnia del sin­daco, Alfeo Garini, nel Duomo della città, al concerto che inaugura le celebrazioni per il 350esimo anniversa­rio della morte di Monleverdi. La Finivest ha infatli un ac­cordo di coproduzione con il comune di Cremona per la realizzazione delle celebrazioni, che si chiuderanno il 17 giugno.

CD PIRATA: LE MAJOR CONTRO LA IBM. Tre delle più forti multinazionali discografiche, ovvero la Sony, la War­ner e la Mca. si sono alleale per opporsi al progetto del gigante dei computer, la lbm, che vuole realizzare assie­me alla Blockbuster Entertainment un sofisticato sistema per duplicare in pochi secondi i compact disc. Un'inven­zione che le «major» temono possa tornare utile soprat­tutto alla pirateria discografica; e siccome sono le case a detenere i copyright dei compact, senza il loro assenso il progetto non potrebbe nemmeno decollare.

CINEMA CONTRO IL RAZZISMO. Èquesto il temadcll'ol-• tava edizione del festival «Cinema e video per la pace, so­

lidarietà e lo sviluppo» che si svolgerà a Geiiazzano (Ro­ma) , dal 14 al 25 luglio. La rassegna è patrocinata, oltre che dal comune di Genazzano, anche dal comitato ita­liano Unicef.

CHICO BUARQUE CANTA CON ISABELLE ADJANI. Duetto inedito tra Chico Buarque de Hoilanda, uno dei più grandi autori della musica brasiliana, e l'attrice fran­cese Isabelle Adjani. In giugno Buarque si recherà in Francia.per.registrare un disco a Cui prenderà parte an­che la Adjani: insieme duetteranno in vari brani, tra cui la celebre Eute amo.

TEATRO: SALTA IL CONCORSO «ZANZARA D'ORO». Nelle sue scorse otto edizioni aveva scoperto e lanciato comici come Gene Gnocchi. Antonio Albanese, Daniele Luttazzi. Ma quest'anno il concorso teatrale per comici «Zanzara d'oro», che si svolge solitamente a Bologna, non si terrà. È saltato per decisione dei suoi stessi orga­nizzatori, che hanno ritenuto insoddisfacenti gli aspiranti nuovi comici di quest'anno. Appuntamento al '94

(AlbaSolaro)

Alessandra Ferri con la Deutsche Oper di Berlino

Una «Giselle» fiamminga tra boschi e contadini Grande successo al Teatro Regio di Torino per il Balletto della Deutsche Oper di Berlino e soprattutto per Alessandra Ferri in Giselle. È la seconda volta che la danzatrice interpreta il balletto in Italia. Suo partner è il danese Peter Schaufuss, revisore della coreografia, oltre che nuovo direttore della compa­gnia tedesca. Il gruppo è ricco di validi danzatori, ma suscita perplessità l'impostazione tutta nordica.

MARINELLA QUATTERINI

• 1 TORINO. Nella storia della danza del passato poche ope­re possono vantarsi di posse­dere la limpida struttura di Gi­selle. Il balletto comparve al­l'Opera di Parigi nel 1841 e su­bito lo si considerò non solo un capolavoro romantico, ma anche il più armonioso risulta­to estetico dell'incontro tra due scuole di danza che per secoli si erano fatte la guerra: la scuola francese e quella Ita­liana. - . •

Grazie ad un'esemplare im­postazione drammaturgica, il balletto si presentò diviso in due parti nettamente distinte. La prima: un solare affresco di stilizzate danze contadine e di pantomima, culminante nella pazzia e nella morte della pro­tagonista. La seconda: un in­canto notturno di un lirismo non genericamente romanti­co, bensì intriso di nobili am­basce cristiane. Infatti la prota­gonista muore per amore di un principe fedifrago, ma poi per- • dona il tradimento nel mondo extra-terrestre, popolato di fantasmi, le Villi, in cui e anda- ' ta ad abitare.'• . . . ^

Ci siamo concessi questa in­troduzione • per i avvertire • lo spettatore diretto al Regio di Torino. In scena non vedrà la Oselle che abbiamo breve­mente descritto, ma un'altra : Giselle. brumosa dall'inizio al­la fine, affollata di villici e so­

stenuta da un'ansia descrittiva che tende ad annullare le di­stinzioni tra la prima e la se­conda parte del balletto, pena­lizzando la fisionomia dei pro­tagonisti principali.

Senza manipolare altro che pochi numeri della partitura di Adolphc Adam e poche parti di danza, il danese Peter Schaufuss e cosi riuscito nel suo intento: riadattare il ballet­to secondo il gusto e lo stile della danza danese di metà Ottocento. Un genere sulle punte e sulle mezzepuntc, quasi pre-espressionista, bruli­cante di movimento, allegro, ma privo di sfondi idealistici o spirituali, adatto ad un raman-ticismo fiammingo, dai colori rubizzi e dai toni popolar-bor-ghesi.

Giselle e tutfaltra cosa. Ciò non toglie che Peter Schaufuss sia in grado di guidare le lila della sua compagnia, di far danzare bene soprattutto gli uomini e di offrire al pubblico uno spettacolo che si lascia guardare, nonostante la noia incombente nel secondo atto: privo della giusta, severa, ma­gia e ancora una volta ingom­brato di villici che vanno e ven­gono con le lanterne e di regali fidanzate che cercano di strap­pare i principi ai loro penti­menti. Dicevamo che chi soffre maggiormente in questa bru­mosa traduzione di Giselle so­no i protagonisti. Probabil­

mente Peter Schaufuss, che a 46 anni e ancora un principe dalla tecnica sicura, si trova a suo agio nella parte dell'aristo­cratico nordico. Egli visibil­mente non ama, non tradisce, nò si pente. Ma Alessandra Ferri soffre della sua apatia e del contorno danese che non le si addice. Nel primo atto la splendida ballerina non ha an­cora imparato a sciogliere la tecnica in una necessaria sem­plicità di tratto. È freschissima, ma manierata. Muore molto bene, commuovendo tutti, ma la sua pazzia è come un respi­ro asmatico, ancora privo di chiarezza drammaturgica.

Vi si intrawede un vizio d'impostazione che non di­pende dalle doti dell'eccezio­nale ballerina. Ma da come, da chi e da quanta pazienza ha speso, sino ad oggi, nell'ap­prendimento di questo ruolo: uno dei più difficili nel reperto­rio accademico. Il secondo at­to di Alessandra Ferri inizia pe­rò in modo superbo. Veloce e drammatica la danzatrice al­lunga finalmente le linee della sua danza: nel tutù bianco del­le promesse-spose morte anzi­tempo (le Villi) dimostra di aver compreso i ritmi, lo slan­cio, l'intensità dell'azione

Le fa da schermo, purtroppo opaco, l'interpretazione cor­retta, ma priva di guizzi espres­sivi di Schauluss. mentre la re­gina delle Villi,, la spagnola Aranlxa Arguellcs, si distingue per la leggiadria del suo segno di danza. Ancora una volta il responsabile della trasforma­zione di quest'algida regina in vezzoso spiritello dei boschi e però il coreografo, Tra le luci della Giselledi Schaufuss ricor­diamo tuttavia e ancora l'at­tendibilità del Balletto dell'O­pera di Berlino, sorretto, con ri­gidità teutonica, dall'orchestra del Regio e dal suo direttore, Michael Heise.

Una scena della «Giselle» al Regio di Torino

Dal Covent Garden al Mediterraneo Torino danza il mondo M TORINO. Torna in Italia il Royal Ballet, dopo oltre un de­cennio di assenza. Il prestigio­so complesso del londinese Covent Garden sarà a Torino dal 7 al 10 luglio per presenta­re sul palcoscenico del Teatro Regio due produzioni: Mayer-ling e // lago dei cigni. I due spettacoli inaugurano la 7" edizione di «Torino Danza» (7-22 luglio). Novità degna di no­ta: la manifestazione, voluta nell'87 dall'assessore alla Cul­tura Marziano Marzano, da quest'anno si svolgerà al Tea­tro Regio, referente organizza­tivo dell'intero Festival, sempre in collaborazione con l'asses­sorato.

Il riccocartcllone proseguirà con la Campagnia Virgilio Sio­ni Danza, che al Piccolo Regio presenterà: Re Lear-Danza del­la tempesta e Folk Dances (maggio a Cajkovskij). Segui­ranno: la canadese «Li la la

Human Steps» che presenta una coreografia di Edouard Look intitolala Infante-Cesi de-slroy, sorta di spettacolo multi­mediale -(Lock affianca alla danza contemporanea il rock, il video e il cinema). Il Balletto di Toscana, seconda compa­gnia italiana del programma, si esibirà in Mediterranea, con coreografia di Mauro Bigonzet-ti, scene e costumi di Tirelli. Sarà quindi la volta del gruppo israeliano «Moshe Efrati Kold-mana Dance Company» con Cantina y torna, storia danzata e musicata degli ebrei sefardili spagnoli.

Le ultime due serate del Fe­stival sono dedicate al revival dei Balletti Russi di Diaghilev, eseguiti dalla compagnia «Le Ballets de Montecarlo», che proporranno la versione inte­grale i\^W Uccello di fuoco di Stravinskij con coreografia di Michel Fokine. IZN. F

Cultura e spettacolo: un nuovo Ministero

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L'Istituto rende noto che è stata esperita la seguente licitazione privata: - lavori: opere necessarie per il recupero edilizio a completamento del fabbricato ad uso civile abitazione composto da n. 3 corpi scala/ascensore per complessivi n. 46 alloggi, con relative pertinenze, spazi di servizio e sistemazioni esterne, nonché locali da adibirsi ad uso commerciale e vano comune, sito in Bologna, via Libia ciw. nn. 11,13 e 15. Lotti 924/R e 923/I. • - Modalità di gara: art. 1, lettera a) della Legge 2/2/1973 n. 14 con ammissione di offerte solo in ribasso e con l'applicazione delle disposizioni contenute nell'art. 2/bis, commi 2 e 3 della Legge 26/4/1989 n. 155 per la identificazione delle -offerte anomale- in ribasso; - Imprese invitate: 1) Comil Spa di Catania; 2) Iter Soc. Coop. a r i. di Ravenna; 3) Guerrino Pivato Spa di One di Fonte (Tv); 4) Consorzio Emiliano Romagnolo tra le Cooperative di Produzione e Lavoro di Bologna; 5) Cooperativa Edil-Strade Imolese Cesi Soc. Coop a r.l. di Imola (Bo): 6) Consorzio Nazionale Coop.vo di Produzione e Lavoro «Ciro Menotti» Ccm di Bologna; 7) Tor di Valle Costruzioni Spa di Roma: 8) Acea Costruzioni Spa di Mirandola (Mo); 9) Binda & C. Spa di Milano; 10) Società Cooperativa Edile di Predappio a r.l. di Predappio (Fo); 11) Cooperativa Lavoratori Edili ed Affini Clea di Campolongo Maggiore (Ve); 12) Cooperativa Lavoratori Edili Sdenta - Cles Soc. Coop. a r.l. di Stienta (Ro); 13) Associazione temporanea fra Imprese Falcone Michele e Domus Snc • ambedue di Sannicandro Garganico (Fg); 14) Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna; 15) Associazione Cooperativa Muratori ed Affini Ravenna Acmar di Ravenna; 16) Gianvito Putignano Costruzioni Spa di Noci (Ba); 17) Itinera Costruzioni Generali Spa di Tortona (Al); 18) Zamprogno Aldo Sas di Montebelluna (Tv); 19) Edilter Soc. Coop. a r.l. di Bologna; 20) Ceci Spa di Medesano (Pr); 21) Associazione temporanea tra A.Ce.Sa. Sri e Icem Sri entrambe di Napoli; 22) Associazione temporanea tra Ing. Giovanni Battista Capece Minutolo Del Sasso, Ing. Antonio Pompa e Sieme tutte di Napoli; 23) C.Ar.E.A. Soc. Coop. a r.l. di Bologna; 24) Barresi Dr. Gaetano Massimo di Palermo; 25) Società fra Operai Muratori del Comune di Cesena Sri di Cesena (Fo); 26) Cooperativa Costruzioni Soc. Coop. a r.l. di Bologna; 27) Ripa Costruzioni Spa di Roma; 28) Consorzio Ed.Ar.Co. di Città di Castello (Pg); 29) Caterino Costruzioni Snc di Foggia.

Imprese partecipanti: lo imprese di cui ai punti nn. 2). 4), 5), 6) .8), 9), 12), 14), 15), 16). 17), 18), 19), 22), 23). 26). 27). 28) e 29). dell'elenco riportato; • Impresa aggiudicataria: Ripa Costruzioni Spa di Roma con il ribasso del 12,355% (lire dodici e millesimi trecentocinquantacinque ogni cento lire) sull'importo a base di gara di lire 4.906.000.000 di cui lire 4.686.000.000 a blocco forfait e lire 220.000.000 a misura e quindi per l'importo netto di lire 4.299.863.700 (lire quattromiliardirJuecentonovantanovemilioniottocentosessantatremilasetl ecento) Iva esclusa, . di cui lire 4.107.044.700 (lire quattrocentomiliardicentosettemilioniquarantaquattromilasettecento) a blocco . (orlati e lire 192.819.000 (lire centonovantaduemilioniottocentodiciannovemila) a misura.

IL PRESIDENTE Dr. Arch. Gian Paolo Mazzucato

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SalaCorbucci Amore per sempre ('5 45-18-20 22I

Sala De Sica Passenger 57 terrore ad alla quota (15 45-18 20 22) Sala Sergio Leone Teste rasateli5 45 18-20-22) SalaRossellini Fiorile (15 45-18-20-72) SalaTognazzi Proposta indecente

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AZZURRO MELIES SALA DEL GRAN CAFFÉ FilmdlGeor-Via Faa Di Bruno 8 Tel 3721840 gè Melies (20) Aurora (20 30! Noslera-

tu II vampiro (22 30) SALFTTA DELLE RASSEGNF Film di George Melies (70) Proiezioni (il qua­dri di pittori moderni con musica d'a scolto (20 30) Nosteratu il vampiro (22 30!

La fredda luce del giorno di Louise Fhiona(18 30 2?30)

SALA A Slngles di Cameron Crow e |17-'8 30-70 40-7? 301 SALA B La Ironlera d R La-ram 117 30-20 7? 301

SALA DUE Gli occhi del delitto (1b 1810 20 20 22 30)

SALA TRE Slngles l'amore e un gioco (16 1810-20 20 72 30)

Accerchiato (16 18 10 20 20 77 301

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AL BORGO Via dei Pemien / i en 11/c Tel 68619?6) Martedì alle 21 Noie, paranoie, piccole mante 'osto e regia di Ca mil l . i Migl ior i con S Bosi A Ser rano A Scarafmo M Napoli

ANFITRIONE [Via S SaDa 2A Tel S750827) Al lo 17 e alle 20 4ù Giorgio Wa­shington ha dormito qui di K.tut m a n e H a r t c o n G Franchi A Rie ci L Buwonot t i C Nusiner C Cervel l i Regia di Giovanni Fran chi

ARGENTINA - TEATRO DI ROMA Uargo Argentina o2 Tel 68804601 2) Al le 17 e al le 21 II Campiel lo di Carlo Goldoni Reqi.i d> Giorgio Streheler

ARGOT (Via Natale del Grande 21 Tel 58981 H I Al le 21 Ultimi Freaks di Ribcr lo CiVan regia di Tabio Sartor co s tumid i Massimo B a r n Amndei

ARGOT STUDIO (Via Na'ale del Grande ?< Tel 5898111) Al le ?1 Socrate Una quest ione morale con Cesare Apomo Mas smio De Loren /o Francesca Giordani Regia di Cesare Apoli lo

ATENEO (Viale del le Sciente 3 Tel 4455332» A l e 20 30 Annto' i j Vasil ev pre 1 r ritti Ciascuno a suo modo di 1 Pirandel lo Prove aperte ri ,ervat i agh t ipbona'i

BELLI (P id / / d S Apollonia 11 A Te 5804875) Al e 21 L uomo, la bestia, la Tv di Mano Scaie'ta con Maria Libt r i R t m u d o Alessandro Sp idorcut Sergio ?ecca

CENTRALE 'Via CeKa 6 Tel 67972/0 b785879) A le 21 *5 Viva la mucr te di Fer riandò Arrab i l regia di C BoccdC Cini con F Apolloni M Greco PBrog i S Broq

COLOSSEO V t a C i p o d A l n r a 5 A Te /C0193?) Alle ?1 La morte del principe A d i W Sh i k t sp r tire regi i Guido D A vino

COLOSSEO RIDOTTO (via Capo d Africa b/A Tel 700>'93? baia A Alle 21 Luna dt miele Ci Robe rto CavoM con Ar n j M tri i l o i v i Sermo PiLf l'tint R( g . e' r or no Pu e baia ì All i ?.. Tra strumenti e canti i t g i a di I v i n o De MdMeo con l lan. i Drago e Iv tno De Ma tco

DEI COCCI (Via Galvani 6<J Te 5783502) Alle 21 15 Una notte, un bombino e due renne In doppia fi la di Co stan/o RICCI < on Ange lica A'essi Michel i Bina Silvi t O o r o m s Rie Ctirdo Graziosi Pdolo Maddonn regia di Antonello Aval lone

DEI SATIRI (Piazza di GrottapinM 19 Tel 687163Q) Martedì al e 21 Sulle labbra, so potessi con Michaoi A^pinal l Karen Chnstenfeld

DEI SATIRI LO STANZIONE (P.az/a d iGrot lapinta 19 Tr i 08-103^) Alle 18 e al le 21 30 Zuppa di pi­sell i scritto e dire' to da Cidudio Gnomus con Pes jcane Gnomus Marco Di Buono K.Via 6 i / / a i , t i a

DELLA COMETA (Via Teatro Mar celio 4 Tel 6/84380) Alle 2 ' Et mot et moi di Maria Pacone con V i l e n a Valeri Z et •ra B I S P ' I I Maroco Boigones rt già Fri noCol to r l i

DELLE ARTI (Via Sicil ia 59 Tel 1743564 4818598) Alle 21 Diar io di un pazzo di Ma no More ' l i da Gogol Regia di f-ldvio Bucci

DELLE MUSE ( V I I Forlì 43 Tel 41231300 844074P) A lu 18 e ai le 21 15 II gruppo tea ' ra le Lavori in corso presenta Agenzia cuor i smarr i t i di Castina Regia di Umberto Carra

DEL PRADO (Via Sora 28 Tel 9171060) Alle 21 15 Napoli pro lumi d i donna con Antonella Borgia e Da nield Airoldi Coordina'ore ar ' is i i LO An 'omo Ferrante

DEI DOCUMENTI (Via Nicola Zaba gl ia 4? Tel 5/80480 5//2479I Al le ?1 30 Blanc de zmc scr ivo e diretto da Andrea Giulio c o n V i l l v C i imer e Natalia Picchi

DUE (Vicolo Due Mace li 3< ' ( 6788259) Alle 21 Parole scritte In cartol ina di Gianni Guardigl i con Gabne la Borr i Mascia MuSy e Viviana Po do Regiad i Fil ippo Ottoni

EUCLIDE (Piazza Fucl idc 34 a Tel 8082511) Alle 21 SI ppero 'ol l ie in ciue a'ti di Vito Boltoh con la Compaqnid S'abito 'Teat ro Gruppo Regia di VttoBottol i

FLA IANOIV 'dS S 'e tanode iCacco 15 Tel 67964961 Alle 21 Zot di Duccio Camerm con Angel i l tò Attil i Inqrassia Nosehose

FURIO CAMILLO (Via Can Ha 41

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Tel 788 >?' 102691^1 Alle 21 La (orza del l abitudine di T h o m j j Bernhard con Bruni Pa lucci Stillo

GHIONE IV I . I del le l -orn ic i V Tel 63 '229*) Mercoledì Hle21 PRIMA Gli a l ib i del cuore con A t h i m Cene Delia Bar 'olucci P.i'r ck Rossi Castal di Anna Casaline I oren?o Gioiell i Regia di Mdrco Mdttol ini b e r e e costumi di Paolo Bernar di

IL PUFF (Via G 7ana? /o 4 Tel 5810721 5800989) Aite 22 30 Onesti Incorrutt lbi-l i prat icamente ladroni d i M Amendold S Lonqo C Na'i l i Con l a n d ò Fionni Giusy Valeri Tommaso f avo la A m a Gri l lo Regia di Landa Fiorini

INSTABILE DELL HUMOUR (Via Ta ro 14 Tel 8416057 8M8950) Alle 2 1 Riso alla francese di George Courtelme con Daliela Gr tna'a B indoToscan Massimo Cimaql id Alessandra Russo Re già di Si lvio Giordani

LA CAMERA ROSSA (t i r q o Tabac­chi 104 Tel 6555^361 Laboratorio tea'ra lu Antonio Ar t iwd per all ievi at 'ori Corso di dizione eor io 'on ia

LA CHANSON (Larqo Brancaccio 82'A Tel 487J164) Al le 19 .ÌO e rtHe 22 30 Aumm ca baret m due tempi di Claudio Tor torà e la Comp I a Rotonda

LA COMUNITÀ i V i a G / m . i i V o Tel 58W 113) Alle 21 Una scimmia al l 'accade­mia d i un taccon'o di Kdtka con Hobt r*o H< r l cka req d Jean Paul Deni, o i

L'ARCILIUTO (Tc.itro Musica P / / i M o n i e v e c c i o 5 Tel 6879419) Alle 2* Soldi regia A Fabr i ' i con Fuimmett \ Caren i Pietro Iona Antonio M t r o n e

LE SALETTE (Vicolo del C impani le 14 Tf I 683386^) Alle 21 '5 Contrasti di Leonardo Giusi ni inrt e Bi lora di Ru/7an'e con M F ir ion i M AdonsiO H M O S L i A Mosca F S i l a Reg a di A Duse

META TEATRO IV i Marne i 5 Tel 58^550' ! Alle 21 Michc lange locon la Com paqnid l ) Fani glia delle Orti che

NAZIONALE IV i de ; t~un i le j l Tel 48S49BI Alle 1u ') Napoli mi l ionar ia dt bDu lieo df Fil ippo con Car o GiutW l« i D miel i Regia di Giù seppe pa'ror i GriMi

OLIMPICO P i a v i G da Tabridno 1 Tel 3^34890 3234936) Al 'e 21 Nostalgie spettacolo di s jont mus enee canti popolan

ORIONE |V ti i < r t i n t Tel

A e -M t. nttesa d R imond i < U H p o r o s i c o i i Bal let t i B Cavi gli.» D Di f l o r i d i M Gnqo L ^uolo

OROLOGIO (Via dt Fil ippini 11U\ Tel 68308/J5) SAI A CAFrE Alle 21 30 L'alba del terzo mi l lemo di Pietro De Sii va con P De bilVti e P Fosso SALAGPANDC A le 21 Eclissi di Fr incosro Ven imigi ia con A Cuinr i N D [ r i n o M Grossi G Mt inan regia di T Ventini glia P Barbier i SAI A ORFFO Alle ^1 15 e al le 22 30 Framment i di Gianni Dal M (so on G Hf n d il Mi«su Cri s t n i P u ' i g ino [ j g e m o M S i n •ovito Isabella Sottovia h h ò S o ' i Kari

PARIOLI ( V n O i O ' u e B o r s i 20 Tel 8083523) A Ie21 30 E h ^ d i Y v c s L e B r e ' o n

PICCOLO ELISEO I V U I Nazionale 183 Tel 1885095) Alle 20 45 Donne in amore con Ombretta Co t R i g u di Giorgio GaPer

QUIRINO (Via Minqhe«i 1 Tel 6791585) Alle 20 45 Cafe Chantant di Tato Russo da E Scnrpe'ta Regia Tato Russo

ROSSINI (Pi«à/7dS Chiara 14 Tel 68802//0) AMt ' ** j L 21 Mia ' ig l la baro­nessa di G gqi Spaducct adatta mento di Alt iero Alf ieri In 'erpre 'a lo e diretto da Alt iero Alt ier i

SALONE MARGHERITA (Via Due Macell i 75 Tel 6791439) Alle 19 J 0 o d i l e 2 2 30 Tangent in­stine! d C a t e n a c c i e Pmgitore con Ores'e t lonello e Mar 'u le l lo Regia di P Pmgi iore

SNARK THLATRE PLACE (Via Del Consolato 10 Tel 66804551) Alle 21 Vìttime di katia Ippaso con T i / iana Bergamaschi Regia di Dorrenico Polidoro

SISTINA V , Si .Ima 1?9 Tel 482C841)

Alle 21 My Fair Lady con Sandro Massimmi Annalisa CuccMiara Fttore Conti

STABILE DEL GIALLO (Via Cassia 871 Tel 303110/8 3031110/) Alle 21 30 II mest iere del l 'ornic i-d io di Richard Harris con Nino D Agata Riccardo B i r b e r a Anna Masullo Regia di Marco Boloc chi

TEATROTENDA CLODIO (P le Ciò dio Te 5<i15521) Al le 21 Rodoito l agana presenta Non solo gonne

TORDINONA (Via deqli Acquaspar 1a 16 l e i 68805890) Alle 20 30 Mai l ing H.3tory di Brian f-riei con A Catlaway D Conwav J Hun'er C M i c k B Mar-in C Smi't i Regia Brian Brady

VASCELLO (Via Giacinto Canni 72/78 Tel 5809389) Alle 2* Il laboratorio de! Teatro Vascel lo presenta Escabeche d i J D Alessandro e V Catte con T Sorrent ino E Crea A L0II1 P Tagl iol in i Hartmann A Man / i ni regia Walter D Elia

VITTORIA (Piazza S Maria l ibera trice 8 Tel 5/40598 5740170) A l le21 I Mummenschdnz inPara-de

• RAGAZZI • • • • • • ANFITRIONE (via S Saba 24 tei

5^60827) SpeMacoli per le scuole Cappuc­cetto rosso di Leo Surya conGu i do Pa'ernesi Daniela Tosco Rita l'alia Luisa lacurti Regia di Patri zia Parisi

ENGLISH PUPPET THEATRE CLUB (Via G'O'tapin'a 2 Tel 687%70 58%201) T u f o le domeni rhe alle 17 Ceci­no alla r icerca del le uova d 'oro MYt ina 'e per le scuole in versio ne inglese

GRAUCO (Via Perugia 34 Tel /822311 /0300199) Oggi e domani alle 16 30 La tem­pesta di Shakespeare diseqni jn i nia' i

IPPODROMO DELLE CAPANNEL-LE-PARCO GIOCHI (Via Appia Nuova 1245 Tel 2005892 2005268) Tu'te lo domeniche alle 14 Le av­venture del le bol l ic ine spettacolo di bura't ini

TEATRO DEL CLOWN TATA DI OVADA i V n Glasqow 32 Tel 9919116 LddispolU Tutte le domeniche alle 11 11 c lownde l l emerav lg l i ed i G Tallo ne Spettacoli per Se scuole M gio­vedì al e 18 su prenotazione

TEATRO S PAOLO (Via S Paolo 12 Tel 5817004 5814042)

Spettacoli per le scuole su preno (azione Shish Mahal II Castel lo del la pronpenta ' f s ' n e reqia di Ti nn-3 l L-cattini con I 1 Compa qma Ruo'a l ibe ' 1

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GHIONE (Via d i Me Fornaci 3 ' Tel 6372294) Al e 10 Concerto del pianista Lu i * De Moura Castro Mas'erclass per qiovani piams' i protessionis ' i

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Lo rivela un sondaggio «Politicamente inaffidabile» fatto dalTUir in collaborazione Le imprese «consegnano» con il Cirm, il centro la palma per l'attrazione internazionale di ricerca a Parigi-Londra-Bruxelles

Capitale, ma non vitale Gli industriali europei bocciano Roma Una capitale a basso indice di gradimento per gli in­dustriali e le imprese europee. Roma esce a pezzi da un sondaggio dell'Uir, realizzato con la collabo­razione del Centro internazionale delle ricerche di mercato. La città eterna è inaffidabile politicamen­te, non ha leggi che agevolano l'apertura di nuove aziende ed ha una rete ferroviaria che lascia a desi­derare. Insomma, ha perso seduzione e vitalità.

MARISTELLA IKRVASI

• 1 Roma non ha il lascino della seduzione, parola di im­prenditori europei. È (iacea e poco affidabile per quanto ri­guarda la politica: non favori­sce l'apertura di nuove azien­de e ha un fragile apparato fer­roviario. Capitale senza vitali­tà: è questo il risultato di un sondaggio dell'Unione indu­striali, effettuato con la colla­borazione dell'Istituto Cirm - il Centro internazionale per le ri­cerche di mercato. Lo scopo della ricerca? Verificare, in via sperimentale, il grado di attra­zione di alcune tra le pricipali capitali d'Europa. Come dire: . •saggiare» i possibili insedia­menti imprenditoriali, in vista ' del V convegno dell'Opce -l'Associazione delle organiz­zazioni imprenditoriali tra le capitali europee - in program­ma dall'8 al 12 giugno prossi­mo. ••-.'• •—' •• • . - -

Una Roma vista da lontano." da un immaginario collettivo ridotto, composto d a l l i indù- . striali Le interviste sono state fatte nelle aziende di Parigi, Londra, Oslo, Bruxelles, Ma­drid, Budapest e Roma. In un secondo momento sono stati raccolti anche pareri a Berlino e Lisbona. Quindici sono i -campi di valutazione «esami­nati» dalla ricerca condotta ' dall'Unione industriali: stato accogliente, • leggi. favorevoli, -aerei, ferrovie, strade, clima politico, clima sociale, facilità di assunzione, sgravi fiscali sui '-lavoratori assunti e sulla nuova ,' impresa, facilità di reperire di- * rigenti, di trovare quadri e ope- "s-rai specializzati, buona acce- . glienza degli enti pubblici e della popolazione. -,,

La «mappa delle capitali» si • snoda su due assi cosi definiti: seduzione-non seduzione, vi-talità-non vitalità. Nell'area del nord-ovest emergono le me-..

tropoli privilegiate dagli im­prenditori: Bruxelles, Londra e Parigi. A sud-est le capitali da evitare: Roma e Budapest. La città etema esce a pezzi dall'indagine dell'Uri. «Un du­ro monito per i nostri gover­nanti, che dovrebbero riflettere e correre ai ripari per rilanciare l'immagine intemazionale di Roma» - ha detto ieri Nicola Picpoli, direttore dell'lstituo Cirm. E Alberto Tripi, dell'U­nione industriali, ha aggiunto: •La capitale, dal punto di vista imprenditoriale, funziona a corrente alternata. Potrebbe produrre molto di più. Ahimè! La situazione non decolla per via delle pastoie burocratiche e del clima politico inaffidabi­le».

Parigi. È al primo posto as­soluto sia in fatto di aerei che di ferrovie e strade. Usufruisce di un buon clima politico-so­ciale e non presenta particolari difficoltà nell'assunzione del personale. Ha facilità ha repe­rire quadri. Punti deboli: non è particolarmente attraente né in fatto di leggi che agevolano l'apertura delle aziende né quanto riguarda gli sgravi fi­scali sulle nuove imprese e sui lavoratori assunti. Ha difficoltà a trovare dirigenti, non brilla per «buona accoglienza della popolazione». >

Roma. Ha scarsa attrattiva fiscale e ha difficoltà nel repe­rire dirigenti. I problemi della capitale sono per lo più con­nessi al rapporto col potere pubblico (posizione critica per l'apertura di nuove azien­de) e all'attuale clima politico inaffidabile. In termini di reti dì comunicazione, primeggia su­gli aerei e ha un buon posizio­namento per le strade. Tende, invece, a lasciar desiderare sulle ferrovie. Buona l'acco­glienza sociale.

In alto un angolo di Parigi. Sotto il Campidoglio. A sinistra la famosissima stazione di Londra «Victoria station»

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Budapest

HOH SEDUZIONE

Londra. Primeggia sui mez­zi di comunicazione, ma an­che sul grado di cultura del ter­ritorio, fc. la metropoli in cui in assoluto e più facile reperire quadri.

Oslo. Elevata immagine in termini di leggi che agevolano l'apertura di aziende. Gode di un buon clima sociale ma non e uno stato particolarmente accogliente. Ha uno scarso ap­parato ferroviario e stradale. Principale punto di debolezza: rigidità in fallo di sgravi fiscali.

Bruxelles. Un luogo acco­gliente con leggi favorevoli per gli imprenditon. Al top per quanto riguarda i mezzi di co­

municazione e il clima sociale del territorio. La capitale belga è prima in assoluto anche per il grado di collaborazione de­gli enti pubblici. In difficolta solo nel reperire dirigenti, ope­rai qualificati.

Madrid. È lo stato più ac­cogliente in assoluto. La capi­tale e al primo posto assoluto quanto a leggi attuali che age­volano l'aperturra delle azien­de. Mentre ha uno scarso ap­parato ferroviario e stradale.

Budapest. Il mercato del­l'Est e un mercato nuovo per gli industriali. Punti di debolez­za: le leggi attuali che tedono ad ostacolare l'apertura di

nuove imprese I mezzi di co­municazione perché sono in assoluto i più scadenti. Dopo Roma, questa capitale è quella in cui il grado di collaborazio­ne degli enti pubblici ù meno favorevole.

Berlino: Al penultimo po­sto nella graduatoria per lo «stato accogliente» e la facilità a reperire quadri. In coda per l'accoglienza della popolazio­ne e il clima sociale. Al 1" po­sto per la buona accoglienza degli enti pubblici.

Lisbona. È in testa alla classifica delle «leggi favorevo­li» e degli sgravi fiscali. Ultima per la rete stradale.

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A rettore del primo Ateneo ieri per due ore dal giudice

Bufera Sapienza, interrogato Tecce «Da anni denuncio le irregolarità» Giorgio Tecce ascoltato dai magistrati che indagano sulle tangenti all'università. Il rettore della Sapienza ha consegnato i documenti relativi ad alcuni appalti sui quali egli stesso aveva sollevato perplessità. «Non ero io il rettore quando furono scelte quelle ditte». Intanto ieri sono stati scarcerati imprenditori e funzionari che hanno confessato. Dalle loro depo­sizioni si attendono ulteriori sviluppi dell'inchiesta.

MARIA PRINCI

• i ' Più di due ore di fronte ai ;, magistrati, per raccontare ciò ' che sa della ristrutturazione di laboratori e edifici dell'ateneo. ; Ieri mattina Giorgio Tecce, ret­tore della Sapienza, è stato ,' ascoltato come testimone dai '-magistrati Diana De Martino e • Adelchi 0'lppolito che hanno , scoperchiato la Tangentopoli ' universitaria. E intanto, dopo ' aver ammesso le proprie re­sponsabilità, sono stati scarce- • rati alcuni degli imprenditori e dei funzionari arrestati « nei giorni scorsi, tra i quali Aldo Ri­vela, il dirigente regionale le­gato alla de che per hanni ha ricoperto cariche importanti '• nell'ateneo, e Luigi Caruso, di­rettore generale della Faune-Ericsson, una delle aziende più importanti insieme Italpost del gruppo Iri ad essere coin­volta nell'inchiesta. Ed è pro­prio dalle confessioni degli im­prenditori che gli investigatori ' potrebbero ottenere altri ele­menti importanti per allargare

l'inchiesta. E uno dei docenti arrestati, Italo Antonozzi, avrebbe confermato di aver in­cassato tangenti destinate al Psi.

A mezzogiorno, prima di la­sciare piazzale Godio, frastor­nato dai flash dei fotografi e dall'assedio dei cronisti, il ret­tore ha risposto a qualche do­manda. «Abbiamo parlato di questi fatti, abbiamo analizza­to la situazione - ha detto Tec­ce -. Io ho portato alcuni do­cumenti che contengono mie prese di posizioni su alcuni de­gli episodi al centro delle inda­gini e mi sono riservato di in­viarne altri». Gli appalti al cen­tro dell'inchiesta, che nei gior­ni scorsi ha portato all'emissio­ne di 24 ordini di custodia, se­condo Tecce sarebbero antecedenti al suo rettorato. Sulla società Italpost, del grup­po Iri, che lavora nell'ateneo, Giorgio Tecce dice di non sa­pere nulla. «La scelta delle dit­te concessionarie è anlece-

II rettore della Sapienza Giorgio Tecce

dente al mio insediamento», ha spiegato.

È comunque dagli interroga­tori degli imprenditori arrestati che sarebbero emersi elementi nuovi e importanti. Sarebbero state fatte ammissioni che con­fermano il giro di tangenti nel­l'ateneo romano, cosi come ri­velato dal memoriale di Rober­to Caramanica, maggior azio­nista della «Due Erre spa», il quale ha raccontato in un esposto quali fossero gli ingra­naggi attraverso i quali si acce­deva agli appalti alla Sapienza.

Ammissioni importanti sa­rebbero stale fatte dal profes­sore Italo Antonozzi, il cui no­me compariva nel memoriale

di Caramanica. Antonozzi, avrebbe fatto sapere agli im­prenditori, è scritto nel memo­riale «che se avessero voluto continuare ad occuparsi della manutenzione e di altri lavori avrebbero dovuto cominciare a versare una somma pari 40-50 milioni destinata al Psi».

Oltre a Aldo Rivela e Luigi Caruso ieri sono stali scarcerati Romeo Lancia, Maurizio Bigel­li, Paolo Guzzo, Claudio Cristo-fori, Franco Bruno, Claudio Navarra e Orlando Mosca. So­no invece ancora latitanti Eu­genio Pulcini e Palo Mazza mentre è ancora ricoverato in una clinica Edoardo Cozzoli-no.

Domani l'operazione «Bosco pulito» promossa dal Wwf

Castel Fusano alla prova di spazzini ambientalisti Alla caccia di immondizia nei boschi del Lazio (ma anche del resto d'Italia). Domani mattina, provetti spazzini chiamati a raccolta dal Wwf, daranno vita all'iniziativa «Bosco Pulito». L'appuntamento princi­pale è nella pineta di Castel Fusano alle 9,30. Baste­rà portare un paio di guanti, od un bastone appunti­to, ed un paio di panini. Alla fine della giornata re­gali per tutti, comprese le scolaresche.

LILIANA ROSI

1B 11 Parco di Castel Fusano domani mattina verrà preso d'assalto da un esercito di vo­lontari molto agguerriti. Le loro armi saranno guanti, scarpon-cini e pranzo al sacco. Al grido di «guerra alla sporcizia» da­ranno la caccia a lattine, botti­glie, cartacce, copertoni e bi­det, frigoriferi e imballaggi e quant'altro la maleducazione della gente abbandona sui prati. A chiamare migliaia di volontari, comprese le scolare­sche, all'appello e il Wwl che olire alla pineta di Ostia vuol «ripulire» 211 boschi in tutt'lta-lia.

«Con questa operazione non ci vogliamo sostituire alle am-minislrazioni pubbliche - ha dichiaralo Grazia Franccscato, presidente del Wwf Italia -"Bosco pulito" costituisce piut­tosto un monito sia peri comu­ni che hanno il dovere di tene­re puliti i boschi, sia per i citta­dini incivili che invece di vivere

in armonia con la natura, spor­cano imbrattano e deturpano. Lu nostra operazione di volon­tariato, oltre a non costare nul­la alla collettività, possiede un indubbio valore educativo per chi vi partecipa ma, soprattut­to, per chi vi assiste: sarà l'oc­casione per una riflessione sul­l'urgenza di cambiare rotta an­che nei nostri stili di vita». La manifestazione 6 patrocinata dai ministeri dell'Ambiente e dell'Agricoltura ed e realizzata con il contributo del Gruppo ZurigoediEcol.

Oltre alla pineta di Castel Fusano, sono altri tredici gli obicttivi di «Bosco pulito», fra gli altri il bosco di Toffia, i bo­schi della Certosa di Trisulti. il bosco lungo il fiume a Prosino­ne, il bosco del Polverino. 1 vo­lontari «spazzini» potranno an­che firmare una petizione di­retta a tutte le regioni d'Italia con la quale si richiede l'ag­giornamento dei regolamenti

forestali. Domenica mattina basterà portare guanti da giar­diniere o un bastone appuntito e qualche panino. Gli organiz­zatori forniranno tutte le istru­zioni su come ripulire il bosco rispettando allo stesso tempo la preziosissima fauna e flora. A tutti i partecipanti il Wwf re­galerà un adesivo dell'opera­zione e un depliant sui boschi italiani mentre alle scuole ver­ranno donate delle mostre a pannelli sui parchi nazionali italiani ed un set di quaderni educativi sul bosco.

Non ò la prima volta che il Wwf organizza simili manife­stazioni. Già nel 1991 lanciò l'i­niziativa «Costa toscana» nella quale 8.000 volontari «spazza­rono» via dal litorale (100 chi­lometri) oltre 500 tonnellate di rifiuti. L'esperimento di doma­ni prevede, su scala nazionale, la partecipazione di 60.000 vo­lontari. «È la prima volta che si realizza un'iniziativa del gene­re in Italia - ha detto ancora Grazia Francescato - migliaia di cittadini avranno l'occasio­ne di essere, almeno per un giorno, volontari per l'ambien­te. Non speriamo certo di risol­vere il problema dei boschi e dei rifiuti in 24 ore, ma ci augu­riamo che i cittadini e le ammi­nistrazioni faranno di tutto per mantenere i loro boschi nelle condizioni in cui li lasceranno i nostri volontari».

Via Poma, il giudice violò il segreto? Avviate indagini Tante le novità di ieri sul caso di via Poma: una testi­mone che rivela ad un settimanale che i Valle le chiesero di mentire, la biopsia del braccio di Federi­co fissata per il 19 ma rifiutata dalla difesa, un'inda­gine per violazione del segreto istruttorio a carico di Catalani a Perugia, alla cui archiviazione si oppon­gono i Valle. E poi, tre testimoni sentiti dal pm, che avrebbe anche intenzione di ascoltare Vanacore.

ALESSANDRA BADUEL

M Giornata frenetica, ieri, per le indagini sul delitto di via Poma. Iniziata con le dichiara­zioni di una testimone apparse su un settimanale scandalisti­co, e proseguita con il rifiuto della difesa di fare mercoledì 19 maggio lo biopsia al brac­cio di Federico Valle chiesta dal pm ed il conseguente pos­sibile slittamento della chiusu­ra dell'inchiesta, la notizia di un'indagine della procura di Perugia per violazione del se­greto istruttorio a carico dello stesso pm Catalani e quella di una sua probabile archiviazio­ne. Nei pomeriggio il pm senti­va per ore tre testimoni su quel 9 agosto del '90 in cui Federico sarebbe andato a Tagliacozzo e tutti l'avrebbero visto senza fasciature al braccio. In strada, la madre del ragazzo giurava, «lo quella signora non l'ho mai vista». Infine, sembra che lune­di prossimo Catalani abbia in­tenzione di sentire anche il portiere Pietnno Vanacore.

Con vicino le due sorelle e Raniero Valle, Giuliana Ferrara sta parlando delle rivelazioni apparse sul settimanale e su un quotidiano. Tra virgolette, c'è la deposizione di Rosana de Familiis, una signora sicilia­na con due boutiques, a Roma e a Fregene. Dichiarandosi ' amica della madre di Feden-co, la donna spiega che Giulia­na Ferrara le ha chiesto di mentire e di andare dal giudi­ce a dire che quel 7 agosto del '90, quando in via Poma Simo­netta Cesaroni veniva uccisa a coltellate, Federico era a casa. Una testimonianza che se con­fermata potrebbe far sospetta­re pesantemente di tutte le al­tre a discarico del ragazzo. Ci­tati poi anche un professioni­sta che vive all'Olgiata e la sua assistente. Tutti e due avrebbe­ro detto al pm che quell'agosto Federico aveva il braccio fa­sciato. La madre di Federico ri­pete: «Non la conosco proprio, quella donna».

Ogni giorno tra oggi ed il 20 maggio potrebbe essere come ieri, ormai. Sia Catalani che la difesa sanno di avere poco tempo. Ora, il rifiuto della dife­sa di fare la biopsia potrebbe

portare ad uno slittamento. Il pm ha depositato le bobine con le intercettazioni telefoni­che fatte durante le indagini. Ovvero, gli accertamene sono praticamente conclusi. E Cata­lani si appresterebbe a chiede­re il rinvio a giudizio di Federi­co Valle ed anche, forse, di Pietrino Vanacore. Ma potreb­be anche chiedere una breve proroga. Aveva infatti convo­cato Valle per la biopsia al braccio mercoledì matuna, ad un giorno dalla fine della pro­roga. Ma l'avvocato Michele Fi-gus Diaz, della difesa, ha detto che ha altri impegni. Ed i Valle hanno detto ieri che chiede­ranno l'esame al momento di un eventuale rinvio a giudizio. Lo vorrebbero fare in sede di incidente probatorio e con i penti del tribunale, ma l'atto è ripetibile e non sono necessari SO giorni per svolgerlo: il pm ha tutti gli elemenu per respin­gere la nchiesta.

Sarà invece 1116 giugno l'u­dienza davanti al gip di Peru­gia, che deve esaminare una richiesta di archiviazione della posizione di Catalani, indaga­to per una denuncia di viola­zione del segreto istruttorio, ed un'istanza di opposizione al­l'archiviazione presentata da Figus Diaz. 11 procedimento è iniziato con una denuncia contro ignoti presentata l'anno scorso dall'avvocato dei Valle per le anticipazioni sull'esito del test del Dna a cui Federico venne sottoposto per stabilire se il suo sangue fosse compati­bile con quello trovato sulla porta della stanza in cui avven­ne l'omicidio. E quell'esame lo escluse. Al pm di Perugia, Ca­talani avrebbe inviato una let­tera in cui spiegava che secon­do lui non c'era violazione del segreto, dato che i consulenti di Valle erano presemi all'esa­me e quindi il ragazzo sarebbe stato informato da loro.

Infine, ieri pomeriggio Cata­lani ha sentito la zia di Federi­co Anna Maria Ferrara, suo fi­glio Alessandro Taglienti e la fidanzata Norma. Sono tre del­le cinque persone che dicono di aver visto Federico a Taglia-cozzo il 9 agosto senza segni di ferite.

Viale Marconi

Protesta di ex inquilini Sara Da un anno aspettano il mutuo Cer per pagare casa • i «Mutuo Cer: Tangento­poli pure qui?». I condomini del civico 19 di viale Marconi ieri hanno bloccato il traffico della Colombo. Poi, guidati dal presidente del consiglio della XV Circoscrizione, Claudio Catania (pds), han­no manifestato sotto le fine­stre del Campidoglio. 11 loro scopo: sollecitare il sub com­missario alla casa, Canale, a firmare la delibera per l'aper­tura della graduatoria del mutuo Cer. Cioè, il credito di edilizia residenziale per le vendite frazionate. È una battaglia, questa, che i condomini di viale Marconi portano avanti già da un an­no. Vale a dire, da quando la società assicuratrice «Sara» dell'Automobil club Italia ha dato ai suoi 288 inquilini un ultimatum: «Se non compra­te casa entro un mese vi sfrat­to». Racconta Umberto Cilia, pre­sidente del comitato dei con­domini: «La Sara ci ha preso per la gola. E noi abbiamo comprato, grazie al mutuo agevolato della Banca di Ro­ma. Ma la maggior parte de­gli appartamenti è abitata da gente pensionata e da lavo­ratori a basso reddito. Abbia­mo enormi difficoltà a paga­re la seconda rata del mutuo, prevista per il mese di giu­gno».

Gli abitanti del civico 19 han­no immediatamente chiesto aiuto al Sunia. E cosi, attra­verso gli avvocati del sinda­cato alla casa, hanno ottenu­to una riduzione del 5 per cento sul prezzo di vendita e anche la ristrutturazione del­l'edificio di via Marconi. Ora, il pagamento della se­conda rata si avvicina. Ma i condomini non hanno i soldi per saldare il mutuo. Cosi, ie­ri, al limite dell'esasperazio­ne, gli abitanti sono scesi in piazza, bloccando il traffico di via Cristoforo Colombo. Poi, i lavoratori e i pensionati hanno fatto la voce grossa sotto le finestre del Campido­glio, chiedendo la riunione della commissione per l'a­pertura del mutuo Cer. In serata, il comitato di via Marconi è stato ascoltato dal capo di gabinetto. E succes­sivamente, una delegazione di condomini, è stata ricevu­ta dal sub commissario alla casa, Canale. «Al sub com­missario capitolino - ha sot­tolineato Umberto Celia -abbiamo spiegato le nostre ragioni. Lui ci ha ascoltato. Poi ha firmato la delibera per l'avvio della graduatoria del credito di edilizia residenzia­le. Ci ha anche assicurato -ha concluso Celia - che la commissione si riunirà al più presto: il 22 di questo mese».

Lo stop alla crescita edilizia il tema principale della campagna elettorale. Per il primo cittadino favorito il pidiessino Leonardo Buono, sostenuto da Pds, Pri e da «Alleanza riformista». In corsa quattro ex comunisti

Albano, contesa sull'ambiente Nove liste in gara e sette candidati a sindaco Sette aspiranti sindaci e nove liste in gara Albano il 6 giugno cerca un primo cittadino in grado di ferma­re l'aggressione della vicina metropoli, che con I im­migrazione e il cemento rischia di mandare in tilt i servizi e di cancellare il verde Favoriti per il ballot­taggio finale il pidiessino Leonardo Buono, sostenu­to da Quercia, Pn, Psi e Psdì, e l'attuale sindaco de­mocristiano Maurizio Sannibale

CARLO FIORINI

M ALBANO L Appia che due volte al giorno si copre di lamiere e esala smog la po­polazione che cresce a un nt mo troppo veloce, un piano regolatore da ritare Le sfide per il prossimo sindaco di Al­bano sono queste, e a con­tendersi la guida della cittadi­na a 25 chilometri da Roma sono scesi in campo sette candidati, sostenuti da 9 liste Ma la gara vera fin dal primo turno del 6 giugno prossimo è tra il sindaco uscente il de­mocristiano Mauruio Sanni-baie, e il pidiessino Leonardo Buono, sostenuto oltre che dalla Querc.a dai repubblica ni e dalla lista «Alleanza rifor­mista» una formazione che raccoglie socialisti e socialde­mocratici È quasi certamente trai due che alla fine, gli elet­tori di Albano dovranno sce­gliere la persona cui affidare il futurodellacittadinache con i suoi trentaduemila abitanti sta vivendo una fase di forte incremento demografico Una crescita del 3% annuo dovuta in gran parte al flusso migralono dei romani che stanchi oi caos metropolitano imboccano la vja. Appia ver- i so i Castelli, in cerca di un pò

di quiete di verde di una di mensione più umana Ma ba sta percorrerli i 25 chilometri di via Appia per capire quali siano i rischi di questo flusso di questo sviluppo Sullo sfon do dopo I acquedotto com pare una striscia di cemento solo a tratti interrotta case di recente costruzione edificate a nielli capannoni industriali e depositi di mattoni che si mescolano con belle ville iso late, (ilari d uva superstiti Poi 1 Appia sale dritta diventa il corso di Albano pieno di ne goz.i boutique e tante tantis­sime agenzie immobiliari Nella cittadina sono più di venti Una presenza che indi­ca un rischio di metamorfosi comune a tutti i centri dei Ca stelli in tanti casi già avanza­to da satelliti del vino e del verde a meteore schiacciate su Roma fino a diventarne periferiche propaggini

«C e una crescita forte della domanda di case - spiega un impiegata dell Immobilia re Spivel - Su dieci richieste parlo sulla base della mia esperienza sei sono di roma ni che vengono qui in cerca di tranquillità di un ambiente

Una veduta di Albano

più vivibile» I prezzi che nel I ultimo periodo hanno subito un calo si sono attestati sui 2 milioni e mezzo a metro qua drato per le case da nstrultu rare e 1 milioni per quelle nuove o già sistemate

Ed e l urbanistica infalti uno dei punti più importanti nei programmi dei candidati in gara «Dobbiamo fare il nuovo piano regolatore fer mando le previsioni di cresci ta a •lOmila abitanti' dice Leonardo Buono professione veterinario pidiessino candi­dato a sindaco «Una crescita senza limiti rischia altrimenti

di mettere in crisi i servizi la vivibilità stessa della citta spiega I aspirante sindaco Nel suo programma e e un chela proposta di udimensio nare il faraonico progelto del 1 Appia bis La strada su pilo ni di cemento che dovrebbe aggirare i centri abitati da Al banoaGenzano viene consi derata dagli ambientalisti un mostro »b necessaria una so luzione diversa - dice Buono - Una strada a raso una semplice circonvallazione può rappresentare un alter nativa valida*

Ad Albano si voterà con il

sistema proporzionale a dop pio turno Dal numero delle liste presentale sembra prò pno che il nuovo metodo non abbia granchi lavorilo la di minuzione del numero dei partiti in lizza Basti pensare che concorrono alla poltrona di sindaco quattro ex comu insti Oltre a I eonardo Buono e e infatti il candidalo di Ri fondazione comunista Mauri zio Pavan Ada Scalchi che fu sindaca comunista Ira I 88 e il 90 a capo di una giunta Pei

De e che ora in polemici con il Pds guida una lista denomi nata Impegno cittadino C e

poi un altro candidato Vin cenzoPicragostini alle ultime comunali indipendente nelle liste del Pei ora candidalo dalla lista civica 'Vivere Alba­no E molto probabile che al secondo turno i voti di queste lislc di sinistra convergano su Leonardo Buono E la de che presenta in splendida solitu­dine il proprio candidato in cosa può sperare7 «lo credo in ciò che ho realizzato in questi anni - dice il sindaco De Maurizio Sannibale - Nel secondo turno inoltre potrò contare sull appoggio della li­sta 'Progresso e rinnovamen­to una formazione compo­sta da transfughi socialisti e guidata da un ex assessore psi Maunz o bementilli C e infine il Movimento sociale con Umberto Becchilli a gio­care la partita per la poltrona di sindaco

Naturalmente i pronostici sono quasi impossibili e il confronto con le ultime co munali che si sono tenute nell88 è davvero un azzardo Ma Mano Antonacci che è stato il sindac i comunista di Albano dal 71 ali 86 e che ora e capogruppo del Pds è convinto che la sinistra ce la farà Abbiamo un candidato che è molto apprezzato a si­nistra anche dall elettorato di altre formazioni come po­tranno alla fine perdere I oc­casione di rimandare la de al-I opposizione»7 Un preceden­te in realta e è nel <16 come ricorda lo stesso Antonacci quando si votava col maggio ritano Pei e Psi si presentaro­no divisi e la De ottenne la maggioranza

Vittorio Sbardella Per lo Squalo De il mate si fa sempre

; | | piu agitato

Accusa di associazione a delinquere per una storia di licenze a Formello

Da «Mani pulite» quinto avviso a Squalo-Sbardeìla

GIULIANO CESARATTO

M E cinque Anche per lo Squalo al secolo Vittorio Sbar-dclla si fa calda la classifica degli «avvisi di garanzia» an che se per alcuni e ancora •corta' rispetto al calibro e al curriculum del personaggio Ieri il parlamentare de è stalo raggiunto da due plichi bollati uno spedito dai giudici di Mila no per una vicenda legata agli appalti della Cogefar Impresi! 1 altro dal pm romano Pietro Giordano nel quadro dell in chiesta su licenze e abusi edili­zi a Formello Da «mani pulite» si avverte Sbardclla che Enzo Papi amministratore di quel-I impresa edile targata Fiat lo avrebbe chiamato in causa in più di un caso Dalla procura della capitale si ipotizza 1 asso dazione a delinquere «fmaliz zata alla commissione di reali contro la pubblica amministra zione e per la violazione del li nanziamento pubblico dei partiti»

È la storia relativa a tutta una

sene di licenze edilizie rilascia te a Formello dagli ammini slraton locali sei dei quali so­no stali arrestati il sindaco de Alessandro Porta in testa nel febbraio scorso insieme a quattro dipendenti della Usi Rm2i In particolare nel caso del sindaco e di un consigliere comunale di quel comune sul la Cassia le indagini dei milita ri avevano accertalo il paga­mento di svariati milioni da parte di un costruttore in cam Ino del rilascio di una conces­sione edilizia per una villa nel I esclusiva località Le Rughe Dal canto loro il coordinatore i vigili sanitari e il responsabile del servizio di igiene della Usi avrebbero preteso decine di milioni dal direttore di un cen trodi accoglienza perii rilascio di autorizzazioni sanitarie ne cessane ali attività di ristora zione Insomma a Formello a fronte di una vasta sene di vin­coli ambientali e edili, tutto era possibile in barba ai piani re

golaton in spregio dell impat lo paesaggistico delle cubatu re costruttive

Vittorio Sbardella che rag giunto marzo scorso da un al tro avviso di garanzia ncll am bito dell inchiesta sulla com pra vendita di immobili da parte di enti pubblici che ha portato ali arresto di Marco Bu carelli leader del movimento popolare si e detto «assoluta mente estraneo» a qucsl ulti mo avviso di garanzia ricevuto «Sono stato raggiunto da un avviso di garanzia in ordine ad una vicenda avvenuta nel co mune di Formello emavsodal procuratore <JI roma sostituto procuratore dottor Piero Gior dano per una vicenda a me lo talmente sconosciuta per la quale il mio avvocato ha già provveduto a presentare istan /a di archiviazione per I asso­luta inesistenza di una qualsia si circostanza che abbia un qualche possibile collegamen tocon la mia persona

I la concluso Sbardella re spingendo anche le insinua­zioni di essere stato il «grande referente» di quegli «atlan» tra ia via Cassia e la via Flaminia «Attc-ndo con totale tranquillità di conoscere gli atti del proce dimenio e ' e questi come del resto e assolutamente certo conformeranno la mia assolu ta estraneità ai fa'ti e I assoluta calunniosa malafade alla base dell atto darò mandato al mio legale perché sporga denuncia contro tutti gli eventuali re sponsabili Chiederò anche che venga verificato che non vi sia slata da parte degl inqui renti qualche violaz one d leg gè»

La risposta dell'associazione dopo la serrata dei commercianti

Il Comitato Esquìlino: «Il mercato da piazza Vittorio deve sparire» M A colpi di comunicali e di raccolte firme la vicenda del mercato di piazza Vittorio pro­mette di allungarsi Di irrigidirsi anche in un braccio di ferro tra chi vuole ridimensionare il mercato • Il Comitato Esquìlino e il comune di Roma che ha già approvato delibere in que­sto senso - e chi invece vorreb­be conservarlo cosi com e o trasferirlo «in blocco» nelle tre caserme adiacenti alla ex Cen­trale del latte - l'Unione resi­denti Esquìlino e ovviamente i 364 banchisti della piazza Stona vecchia e nella quale si confondono servizi cornine'-ciali abusi logistici, degrado ambientale e proteste di chi vuole investire nel quartiere torna prepotentemente d at­tualità grazie al decisionismo promesso dal commissario Voci

Ieri due giorni dopo la ser rata che ha fermato la piazza e il traffico la risposta del Comi­tato Esquìlino che invicrà al commissario diecimila firme a favore della «soppressione del mercato e l'allontanamento dei banchi» cosi come stabili­vano due delibere comunali Firme che saranno accompa­gnate dai promotori del comi­tato nato dalla fusione con l'Assona/ione Acquario e dal­le loro argomentazioni sul

mercato e sull intero quartiere «sempre più travolto dal degra­do» e he in piazza Vittorio trova alimento di giorno con «uno spettacolo indegno e condi­zioni igieniche inaccettabili» di notte fornendo «copertura a attivila che violano la legge e offendono la morale»

In sostanza il comitato Esquìlino • professionisti gior­nalisti albergatori commer­cianti chiede soluzioni mime diate 100 banchi del settore alimentare subito ncll area dell ex Centrale del latte tra­sferimento degli altri I «ban­chisti» invece riuniti nel Comi­tato rivenditori del mercato e forti del sostegno dell Unione residenti e di quello dell Asso­ciazione risanamento Csquili no chiedono il trasferimento «lutti insieme» (250 secondo altri calcoli ma dal comitato Esquìlino un avvocato avverte «non giochiamo coi numeri) nelle ex caserme anche per impedire che quegli spazi ca­dano nella mani «di ben noti e individuati speculatori» E aldi l i delle illazioni su un engen do centro commerciale targato Berlusconi argomentano sot­tolineando I importanza di •non disperdere il carattere es­senziale di calmiere dei prezzi per le categorie a basso reddi lo dell Esquìlino e della citta»

r OC

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ItaliaRadio

MERCOLEDÌ 19 MAGGIO

Ore 18.30

La sinistra nell'attuale fase politica

Interviene:

MASSIMO D'ALEMA ««STA

Pds - Sezione Trastevere Roma - Via S Cnsogono, 45

Segni Pensionato ucciso per rapina • i l.o luinno trovato sul pia nerottolo il corpo bocconi massacrato dalle coltellate' al I addome e al petto Giovanni Scaramastra 6G anni e slato ucciso ieri mattina nella sua abitazione nel centro storico di Segni (orse dopo essersi op posto a un tentativo di rapili i I uomo secondo i earabinu ri potrebbe aver reagito ali ag gressorc il quale lo ha colpito con ale une coltellate poi e fug­gito Il fatto secondo le prime testimonianze raccolte d igli investigatori dovrebbe esscc avvenuto tra le 12 30 e le 12 40 Verso quell ora infatti dalla casa del pensionalo tra via del I l lune Via Garibaldi Ostatovi sto uscire un ragazzo clic poi si e allontanato in Iretta I carabi meri dopo la segnalazione hanno fatto posti di blocco in tutte le strade e nell agro di Se gin nella speranza che I orni eida si sia nascosto in uno dei tanti capanni e fienili della zo na La vittima vedovo con due figli si era risposato una deci na di anni fa con una donna aneli essa vedova con quattro figli Secondo alcuni ti stiinoni negli ultimi tempi il rapporto tra I due coniugi si era guasta to e le liti erano ali ordine del giorno Al momento dell orni cielio il pensionato era solo in casa Gli inquirenti stanno ce r cando di nuntracciare il figlio della prima moglie della vitti ma per cercare di ricostruire i suoi ultimi movimenti

Beni culturali

Villa Blanc andrà allo Stato • • Palazzo Barberini che ospita attualmente il ciré olo uf­ficiali della Difesa potrebbe essere in breve tempo a com­pleta disposizione della Galle­ria d arte antica permettendo di esporre 1 300 opere invece delle attuali 300 Lo ha ribadito il ministro per i Beni culturali Alberto Ronchey inlervenen do alla commissione Cultura della Cimerà che ieri ha ap provato in sede referente il de creto legge sul diritto di prela zione per 1 acquisto da parte dello Stato di Villa Blanc gioiello dell architettura liberty eli Rom i destinata a ospitare il cncolo ufficiali «E un attesa che perdur ì dal 1949 - ha det­to Ronchev mi auguro che possa essere finalmente soddi­sfatta Il ministro ha sottoli­neato che il decreto già ap­provato al Senato e stato adot­talo «per superare le eccezioni in ordine contabile sollevate dalla Corte dei Conti Secon do la Corte infatti la spesa per 1 acquisto di Villa Blanc pan a 27 miliardi e 727 milioni do­vrebbe essere stanziata dal mi­nistero dei Beni culturali men­tre il decreto Ronchey prevede clic tale spesa debba essere di competenza del ministero del le finanze Ronchey dopo aver sottolineato che «sono or inai trascorsi sette mesi dal! e-sercizio del diritto di prelazio ne e in questo periodo il mini siero della Difesa non ha potu to iniziare il restauro di Villa Blanc ha auspicato la rapida conversione in legge del de­creto

ASSOCIAZIONE CULTURALE

"LA CITTÀ DEL SOLE" Piazza del Quarticciolo 1 -00171 Roma-Tel 2598742

(presso Sez Pds Quarticciolo)

presenta

MOSTRA COLLETTIVA D'ARTE In esposizione opere di

Rita BALESTRI - Anna CRUCIANI Gino D'AGUANNO - Luciano MANDATO

Mario MOSSI - Emilio NAPOLEONI - Moreno PEZZOLA

La mostra resterà aperta dall'8 maggio al 16 maggio 1993 con i seguenti orari

Lunedi/Venerdì 17 00-20 00 Sabato/Domenica 10 00-12 00 /17 00-20 00

La domenica specialmente mattinate di cinema italiano un f i lm un autore Ingresso libero

Cinema Mignon La domenica mattina alle 10

Proiezione e incontro con l'autore

16 maggio Il d iavolo in corpo Marco Bellocchio

Al cinema con l'Unità

^ ili.ilu 1". MI l ib i l i l'I") Roma 2:1111

'....* Parla il docente di Estetica alla «Sapienza» «L'amore è un di più, qui invece manca l'essenziale» Il centro e la periferia attraverso il tempo e le immagini «Il luogo dell'amoralità e del moralismo»

«Ciò che dì Roma detesto...» Garroni racconta la città senza più cultura

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sotto .1 ' n i imnid^ti '

_ Ul JU.'/rl l'I'' „ Popolo 1

• i f ' l I i ; M I u;un i ' • l 'sn i i 'n i I DUllt ' l

Metterò in evidenzili io e he detesto ,u»n ciò che .imo I,amore e un di più e a Roma mania in\eie I essen­ziale' Emilio Garroni docente di tLstetna parla di questa citta in cui uve e a cui dediti) netjli anni 50 un racconto intitolato / tasmaniani L i Roma di allora una borghesia che forse non e mai esistita• la vita at­tuale in una citta che e • !' 10140 della promiscuità e della (rammenta/ione della amoralità e del moralismo •

LAURA DETTI

• • Si si,iva (ulti insirnit-( c m i K stempri' i k l res ' i i l ut II ambra dt' l l . i s. i l i ' iU |nu intoni.1 spri>lij|i i l il i in pnl l ru n i ' 1 «III ini di r ivo 1 velluto tr.i t lisi I uni rtx i x o UMi l la id ì i l . i teatro di p rov im i 1 quadr i intornial i e i i rusi^tMitev. hi t.irfulk appuntat i ' u n i t*ll spil li e mai ib r r t ia inbo lmi ' so spi se 11 st t r in i ' t te 11 ri 1 co un fi ti in l< ninui in 1 1 n anon imo e ift«> d i piazza d i I

Popolo d o u ni t"li . inni ril) un gruppo d i tjiov.ini intL lkt tu. i l i romani si meoutr iva I a de scr i / io r icd i cinti la -sali tta (e lai-ili1 in ro t!t 1 intuir i i juak ' sia il lix , ik i l u in si parla j ap p i r t i f i i i » / titviiawarn un Mei o l i lo chi 1 nul lo d a m m i scrisse i ' putthlk o in solo 1 "0 copie ni I l(H>$ DiKcnte th hsletK.i alla lacolta di Kiloso Ila de I a Sapienza Clamiti. v i \e eia sempre a Koma LXili.i scrutimi eli quel rat i o n i o che si svolgeva in un immaginar ia piazza del Popolo in rovina dove le cupo le d i l l e cinese «omelie v i n o si. i so l i t i l u n a iddosso ali altra d a m m i si 1

soffermalo a parlare di questa u l t a solo in alcune interv iste a ' inoticl iaui

È possibile ancora rintrac-clan; tra la gent* sentimen­ti di «appartenenza-, lega­mi con un luogo e con un ambiente particolari della città? O gli ambienti sociali ora sono meno catalogabi­l i , il tessuto sociale più omogeneo?

Premetto che le mie risposte rif letteranno un punto di vista sotjqeltivo e non amabile Non sono 11 1 semoloso un po l i t i l o e i n d o neppure un osservatore attento del l o s l u mi 1 ari lo meno un amatore e lonserva ton di r icordi Mette rò in evidenza n ò che (lete sto non n ò che amo e che e susiett ibi le i l i giudizi positivi L amore e un d i piti e a Roma m a n i a invece I essenziale r-le d i ro subito 1 he senza dub bio un sent imento di apparte­

nenza ai luoghi e sempre ili qual i l i t misura inevitabile a m i l i alle condiz ion i pai proibitive per poter sopruwi ve re d o v e i hi sia Ma i|ui <>t 141 e ru lo l lu a livelli m in imi e un appartenenza topografie .1 e logistica che non lemipor ta ik un connotato cul turale In •li uni easi 1 e he' so ' il quur

lit ri Mazzini o i \ \ i nt ino o pi r l'tru M rso San 1 ore'nzo) 1 re statei un [ratto i n l t u i u l e di classe Ma parlare anche in ques tuas i d i cultura sarei) bt impropr io Koma non tali lo paradossalmente e' una citta senza cultura Anche una volta del resto e perf ino ue'i w ee hi abitanti del e entro 1 r e d o l i l i si pokss i parlare di un senl imenlo d apparto nenza istintivo pragn ia tuo e i n l o r m i un in isu i i j l io di cui tura paesana senza paese e di 1 ultura cit tadina senza u l t a

Che fine ha fatto quella «certa piccola borghesia romana», che -ha le sue asprezze ma anche le sue tenerezze», di cui parlava con Mario Luzi nel '62 quando pubblicò i racconti della «Macchia gialla»?

Ma esist i una borihesia a Ku r n . i ' K si non esiste una bor­ghesia si può parlare ili seri so propr io d i 'p icco la boriche-sia ? lo al lora, nu eluhiaravo di estrazione p ic io lo-bor i the se' non solo per oppormi alla lumini la d i provenienza s i i t i ra a torto d i essere una (ami itila socialmente invid iabi l i ma anche perche un riusciva impossibi le chiamar la sen z altro borghesia La cosidetta borghesia romana era ed è un miscuglio d i attività e profes sioni dominate) da un esercì to inipotie'i ite d i funzionari e impiegati la cu i provenienza e il cui statuto sociale erano e l i romene! in partenza e il cui denominatore comune era la rista ttezza d i veduti" È un luoHu 1 «mun ì e una bugia ogni tal l io ripetuta 1 Ile Roma sarebbe Lina citta cosmopol i tu a che ha vissuto in tutta la

sua ampiezza una stona uni lemma e che niente può più sorprendere Lo scetticismo i lcl la e itta viene da e|uella ri slreltezza non eia quell ani piezza Ogni la situazione non è mol to cambiata sole) t h e alla ristrettezza di vedute si e aggiunlu I arroganza di un b i nessere prima impensab i l i r-quoslo riguarda un pò tulio le 1 lassi e 1 suoi str iti lo non so no un i r i d i o a u aiuto della eeisidetla omologazione» Sl­

anciasse in altra elircziono s 1 rebbi" un fal lo positivo non un difetto I 1 incettivi l o u t r o I omologazione cenile ngeino c|unsi sempre oltre elle s ìgge preoccupazioni mediocr i ri sentimenti i lassisti Solo i l i o e un omologaz ion i n i 1 se uso d i I deter ioramento non delia maturazione u v u a Crei lo spero e he le e lassi più giovani daranno ili lu luro una migl io re immag in i della a t ta alme no se debbe) giudu a r i ekigli

studenti i o n e i l i liei a i l ie lari Potrebbe parlare in modo più specifico di quel ceto sociale legato spesso a zo­ne del centro della citta0 Di quegli intellettuali, ad esempio, che frequentava­no il caffè «pacchiano e borghese» di piazza del Po­polo in cui e ambientato il suo racionto, «I tasmania­ni»?

I bb i ne 111 1 e olile sto d i e ui

p imi 1 parlavo gli lille ile Itti ili inni " u d ì pi izz i d i I Popolo 1

e II e ili» t o In Ji e ututo pò e 'iissimi per i iti r ili i ipu gii 1 iz 1 cr ino un 1 p u n i i 1 si liti r 1 di obiet lon eu l tu r i l i i m i lutti u l i l . iti e l i u r i n i t i gli obiettori di prole sslone. spre giudu ale'zz 1 e nosl tigli p ita dos-all e osuiopol i l ismo e pro\ ine lallsmo idol i ggl i

mi nlo eli un 1 ultura inglo s issimi sosl nizi l imi liti l u m i it ) e uun m i l'In» uk 1 ili lu al 1 i l luminismo usliatto an tuon un usino libertarismo verba l i 1 i n s i n u i ! elomestiei i soprattutto mol to mol to hu niour perseguito u n i . i n a n i un nlo i n i I n in assenz 1 di humour Non maneav,ino t 1 Inni ingegni nolevoli Ma era deprime nle la siluaziejiie l in­eila Non mi doinaneli pt ro e In l ossno in persona Li ho l i m o s i n i t i p o n i Ma e f i l i l o sfogliando gì in i ili 1 sell ini 1 nuli non ri Invi di a l l o r i indi v ulnare se non I identità d i 1 singoli a lmeno le e aratk risii 1 h i f k - l l a i i legona

Sembrano passati anni luce dall'atmosfera di quella piazza del Popolo anni 50. Oggi si ha la sensazione che quel luogo, dove i suoi personaggi si incontrava­no, trascorrevano la sera, tra Immagini e colon, sia divenuto un luogo come un altro per chi lo attraversa. È cosi?

Il raie nlo resici 10 di un ro

in 11 /' < ai 11 1 nipiul i > lo e u 1 IS , Il [) « in iltti 11 ' in

* S' l l l l | '. I l i 1 I 11 si lupi 111 n i 11 1 ili Ma » 1 1

s' ito si riho ni il 1 | p iù 1 un la di gli inni ili 1 nl lel l i quegli i m i 1 blu n> i l ism mi mi di

1 111 si pati 11 1 io pi r un vi rso 1 1 u in i iz 011 li 11 uni i uh in un uto di I disi u imi nlo 1 doli 1 i|. LM III IZIl IH soi ! l'i d< Hai HI 1 inv isa d ili 1 lot i si 1 vi unni ui lu l l 1 1 1 n in 1 ospii mi. . slr mi 1 I il 1 1 , ul ti r i Pi 1 li 11. vi iso prupru . in quanto torsi 1 soprnwis SII ' I d i un 1 lui 1 1 d. un 11 ullu r 1 1 slml 1 e r ino I 1 su 1 1 011 Impart i i 1 non inquinala non v 1 UH 1 non me si luna eo l i brail l i rili inst usali pratuat i pi to 1 011 ostinazione 1 se n i ta I I l l un i pi r i ] i inn lor igunr d 1 il pr i l l i l i ispe i lo o la pi iz z 1 d i I Popolo e esali ime nle 1 onie I ho de si ruta lo a m i l i se- non 1 e Irai e !a di toresla ve-rgiiu Si può appena ini magniate 1 ho 1 osa losst una volta q u i Ila piazza splendida Imito di set ol i di stratifu izio ni ni Ila su 1 riorganizzazioni Ini ili solo in p irle- ì t t i i lnnln li i' \ il idu r ( io e he allora e r<i ini ora in qual i In misura possibi l i i on ie il mio rat 1 o l i to suggeriste po ran t i f r IS I Pi r quanto ognuni i il steein di aspi Ilo te ino L ] n non sia piti possibil i ni a m i l o il so gno i l i una 1 imt iopnrt i l 1 Ma nifi si ivo prima la mia d i lu i ta ut Ut t lassi più giov mi K una fu'ui 1.1 mischi ita inevitabil

11 lite Dspt I S O

do \ r ir 1 , I itit in p • risati in fisi 1 11II111 l imi ni

ogl 1 p. i ren hi.

fisu imo! it I 11 ili 11 to ' lar

ti t i l t k generazioni p re te denti h inno loro I ist iato 111 1 ri dit 1 St in 1111 riust iranno

\ cavallo tra gli anni 50 e 60, Pasolini, invece, scrive­va delle borgate di perife­ria Descriveva e amava un mondo, quel «centro del mondo», oggi difficile da individuare e caratterizza­re in qualche modo. 1 quar­tieri romani sono ora meno identificabili, misti nel tes­suto sociale. Ma. nonostan­te questo, a Roma si fa una vita che «separa», e (Uffici-leincontrarsi. O forse come dice lei nei suol «Racconti morali»: «Si sta disperata­mente soli e si viene feroce­mente perseguitati come se si stesse tutti insieme».

I erte) Aue he qu i Ila peritemi già al lo ia un pn m i t i i a non isisle più La i l laz ione t i l t i l i ila la l 'o tla un .l itro t ino ra i 1 nu lo r e t i n t e vuol dire Ira 1 i l trn propr io questo ehi- a Koniu non esisti socie la e In-provtda ut Ilo sl isso tempo omogenei ! i t iv i le e disianza spin'Lialt Non e e ne I una ut 1 altra t i solo un m is iu gtio rozzo dt Ilo stare insiemi fisit a inenle e t j t i i isolamento nei possesso privalo delle i o se Poma e il lutigl i dt Ila prò uusiui ta 1 della Irammenta zinne in pe rseine famig ln e

i t i igi-n I i d i

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grupp de l ' . I.o, In 1 • k' 1 il 1 1 sin 1 ,1 111 igo di II ) s. ,1 I' \ dell individu. i l i ! i k H e Ina de'lla ioli* ranza tu r ta i della si ni I 1

Quali sono le immagini <• 1 tratti della Roma attuale che più la colpiscano? (• scriverebbe ancora un rac conto su questa citta?

Kom i sart bbe pot- i ' 1 d . u lari una sii 1 .-lini in 1 ,11 . moderna ,u r < nza i s v . sfigurata li-i suo 11 ul to siori i o e ne ik suo parti a l l 'u tu hit ullur 1 e s p i , i l lazioni 10 solo 1 hanno t i istni l la in i t i nalmenle ma hanno anel i , impedi to t In poss i 11,1 di ventarlo Per rttrov >r 1 sui t aspetti già alti i l i tu ,ogn i .n mai de i r i t ia r l . i ionie- u 1 m s saggio sega lo e un pò lost o se ritto ut 1 luigi! ìg^i . di­lu ì m inan t i u dei I l la l iv i losl Ma non i n d o the st riverii 111,11 più st 1011 i)b' iqu.. int 11 le qu i l lusa su Kom i i b i - e diventata pt r me 1! luogo ino n in i ' 1 dove s imp t i t e tn i i l i .lo \ i esisto! o luognl e m a affezionato f si un 1 ipi ia di lornaro in un luogo dovi e t qua l iosa i h i l i t i p i r t i t o L r

m e n t i amato t he - o ? 11 ti m p ie t tod i Br imanl i piaz ' 1 ut I Campidogl io il San 1 a r l i nod i Borromi in o piazz 1 s Ign .zio isolo uutomuttt a nenie l o g getto d imen i l i inde) lo sion do

Associazione Culturale «Pier Paolo Pasolini» (ARCI-Nova)

ACLI «Le Muse» Dopolavoro Ferroviario «Casilino 23»

con il Patrocinio della Provincia di Roma

ORGANIZZANO IL 15 E 16 MAGGIO presso il Centro Culturale Casale Garibaldi

(Via R Balzani 87 - Castlmo 23 - Bus 558 - 412 - 105)

UN CONVEGNO CITTADINO SU:

Associazioni & Cultura Progetto per una nuova gestione degli spazi culturali in periferia

P R O G R A M M A

Sabato 15 maggio ore 17:

- Relazione dt Renzo Cardia, assessore alla Cultura della Provincia di Roma 1987-1990 sul tema -La Periferia ha tatto Centro7 Bilancio di un'esperienza-

- Relazione dell'avvocato Pino Lomastro -Spazi culturali e nuova legislazione • Legge 142 e Statuto del Comune di Roma-

A seguire gli interventi che continueranno anche domenica 16 alle ore 10 Sono stati invitati ad intervenire Achille RICCI, asses alla Cultura della Provincia di Roma, Lucio Barbera, asses alla Cultura uscente del Comune di Roma Antonio Quattroc­chi, presidente della VI Circoscnzione, Franco Passuello, vicepresidente naz ACLI, Giuseppe Romano, segretario naz ARCI-Nova, Romano Ioni presidente naz Dopolavoro Ferroviario Roberta Pinto. UISP Amendola, Verdi, Lucia­no di Pietrantonio, De Maria Coscia, Pds, Sandro Del Fattore, Rit comunista, Renato Nicolini E le associazioni La Maggiolina, Circolo Mano Mieli, Scuola di Musica Popo­lare di Testacelo, Scuola di Musica di Villa Gordiani Coro Città di Roma, Villaggio Globale, Brancaleone, Forte Prene-stino, Corto Circuito, Biblioteche Centro-Culturale VI Circo­scrizione Arca di Noe Teatro Expenence di Pistoia

Gli atti del convegno saranno pubblicati Per informazioni ed adesioni rivolgersi alla Segreteria orga­nizzativa del convegno in viale delle Provincie, 27 Telefono e fax 420129 dal lunedi al venerdì (9-13 e 15-18 30) Ass. Cult. «P.P. Pasolini» - ACLI «Le Muse» - 0LF «Casilino 23»

de de r T J n i t à

Potete richiedere alla redazione romana deTOni&à via Due Macelli 23* Roma Tel. 06/69996390

I piaceri delle terme,

Nella quiete dei monasteri,

Le dolci terre del v ino,

Avventure nei parchi,

Sulle orme degli etruschi,

II mondo dell 'acqua,

Il tour delle vi l le,

I paradisi della montagna

SOTTOSCRIZIONE Si e svolta la decima Festa del l g Maggio presso la Coop Cobragor (Monte Mario) con un grande succes­so politico od economico Le sezioni del Pds di Monte Mano Ottavia. Primavalle, ringraziano i compagni e cittadini che hanno contribui­to alla riuscita della Festa e sottoscrivono 3 000 000 per la campagna nazionale II Pds lo faccio io , «.^

Pds Monte Mario M R W Ottavia - Pnmavalle -+&ìv

LUNEDI 17 MAGGIO - ORE 18 presso l'Unità di Base

Sez. FA. Moranino Sez Antonio Gramsci

Sez Casalbertone

a Piazza Balsamo Crivelli si svolgerà l'incontro tra

Walter Veltroni direttore de l'Unità

e i cittadini

«Il nuovo non si ferma, il Pds si batte

per la ricostruzione del Paese»

Federazione Romana Pds Sinistra Giovanile - Gruppo Nazionale

Cultura e Fomazione - Sezione Manzini Sezione studenti universitari «Paolo Spriano»

SEMINARIO DI FORMAZIONE POLITICA LUNEDI 17 MAGGIO - Ore 18.30

A conclusione della prima parte del Seminano DIBATTITO SUL TEMA

Quali scenari dopo il bipolarismo?

Partecipano

GIULIETTO CHIESA - ANTONIO GAMBINO IGOR MAN

CASA DELLA C U L T U R A Largo Arenula , 26

r ò ^ -

Pcr i lettori de ranità CONCERTO DI

PAOLO PIETRANGEL!

'CANTI CONTESSE & CONTI"

I Teatro Panoli | Via G. Borsi, 20 • Tel. 8083523

i Serata unica | domenica 16 maggio 1993 «ore 21.30 i

ì Coupon valido per una riduzione ' sul prezzo del biglietto da L. 26.000 a L. 15.000

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La settimana dell'Unità

Lunedì I poeti italiani da Campana a Pasolini

Lunedì 17 maggio Dino Campana

Lunedì 24 maggio Umberto Saba

Lunedì 31 maggio Giuseppe Ungaretti

Lunedì 7 giugno Eugenio Montale

Lunedì 14 giugno Giorgio Caproni

Lunedì 21 giugno Pier Paolo Pasolini

Giornale + libro lire 2.000

Giovedì Storie di mare Giovedì 13 maggio Moby Dick 1 Herman Melville

Giovedì 20 maggio Moby Dick 2 Herman Melville

Giovedì 27 maggio Moby Dick 3 Herman Melville

Giovedì 3 giugno L'isola del tesoro Robert Louis.Stevenson

Giovedì 10 giugno Billy Budd Herman Melville

Giovedì 17 giugno Tifone Joseph Conrad

Giovedì 24 giugno Capitani coraggiosi Joseph Rudyard Kipling

Sabato I capolavori di Pirandello Sabato 15 maggio Enrico IV

Sabato 22 maggio Il piacere dell'onestà

Sabato 29 maggio Il berretto a sonagli La giara

Sabato 5 giugno Liolà

Sabato 12 giugno La favola del figlio cambiato I giganti della montagna

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Sanalo J 5 maggio 1993 ., pagina 27 YG

.! '-•" ' " ",, Intervista a Marco Bellocchio, regista «fagioliano» Il suo film dell'86 in visione domani mattina al Mignon «Quando uscì ebbe critiche negative ma ora recupera peso» Tra anni di piombo, trasgressione e desiderio di normalità

Il diavolo in sala Il regista Marco Bellocchio è di nuovo alla moviola, sta finendo di montare il suo ultimo film, realizzato ancora con la collaborazione dello psicanalista Massimo Fagioli. Accetta però volentieri di parlare di Diavolo in corpo, la sua prima opera fagioliana, che torna in sala domani al Mignon nella rassegna «La domenica al cinema con l'Unità», dopo una ri­scoperta in tv e in video da parte del pubblico.

RACHELE GONNELLI M Nel suo studio di Prati Marco Bellocchio, 54 anni, pia­centino trapiantato a Roma, sta curando il montaggio dei suo ultimo [ilm. Ma accetta vo-

11- lentieri di parlare di Diavolo in I ly- corpo; e contento che questa

pellicola di otto anni fa stia vi­vendo una riscoperta da parte del pubblico, prima in tv, no­nostante i tagli della censura, e poi nella versione integrale in cassetta. Il ritorno in una sala e ora l'occasione per un con­fronto con il regista.

Il «Diavolo In corpo» è am­bientato a Roma. La dna pe­rò è assente. 0 sembra una

! •"' centro di provincia. Perché? Effettivamente i luoghi celebri

J di Roma non sono presenti, potrebbe essere anche Parigi o una qualunque altra citta. An­che se il film tempo fa è stato inserito in una rassegna su Ro­ma. Ho solo rievocato l'aula bunker del Foro italico, rico­struita in una palestra. Poi ci sono i tetti di Roma, che però

rappresentano una dimensio­ne metaforica, legata all'in­conscio e al desiderio.

Già, Il «Diavolo In corpo» nacque dalla collaborazione con lo psicanalista romano Massimo Fagioli. Con lui ora sta realizzando «Il Sogno della farfalla». C'è chi pensa che questa collaborazione abbia Impoverito e reso più schematico U suo cinema.

Il "Diavolo in corpo- dimostra esattamente il contrario. Con gli anni non ha perso nulla, an­zi e creduto, lo concepisco il cinema come ricerca. Esaurita una certa autobiografia, per un artista si tratta di vivere il nuo­vo, per non ripetere sempre lo stesso film. Condivido il discor­so fagioliano che rivendica una modificabilità degli esseri umani e crede nel recupero di una bellezza della carica ses­suale originaria non perversa, diversamente da Freud. E mi sento arricchito dalla collabo­razione con la psicanalisi di

Marco Bellocchio con Maruschka Detmers e Federico Pitzalis durante le riprese di «Diavolo in corpo»; in bas­so a sinistra Pierre Boulez; a destra una scena di "Eclissi»

Fagioli, al di là che i miei film possano essere considerali belli o bruiti.

Nell'86 il film fece scandalo, soprattutto per la scena di sesso più scabrosa, quella della fellatio. Oggi, secondo lei, susciterà lo stesso scal­pore?

Direi di no. Il rapporto tra sen­so del pudore e costume si e molto modificalo. I.c pruderie

clic potevano essere evocale da quella scena sono cadute e oggi rimane ciò per cui e stala concepita, la gioia e la discre­zione del proìagonista. Quan­do il film uscì prevalsero le cri­tiche negative, poi con gli anni, essendosi dissolti pettegolezzi, scandali e anche i pregiudizi ideologici, il giudizio ha avuto una rimonta ed ora credo che sia considerato con un suo pe­so, più di altri che vennero

osannati come capolavori. Il ragazzo in quella scena parla di Lenin. Sembra vera­mente superfluo. La girereb­be ancora così?

Forse ricostruirei lo stesso rap­porto scherzoso in modo di­verso, Allora era ancora pro­fonda l'ideologizzazionc di un ceto culturale del quale fanno parte anche i personaggi del film. Ma non voleva esserci

nessuna relazione. Chiesi solo all'attore, che impersonava un ragazzo alle prese con gli esa­mi di maturila, figlio di un uo­mo mollo collo, di improvvisa­re su quel tema. All'epoca al­cuni spettatori tendevano a considerare fondamentale il senso di quello che lui diceva in quella .scena. In realtà non è cosi.

Il protagonista è un diciot­tenne senza ideali ma affa­scinante per questo, in con­flitto con il padre ma solo su un terreno individuale: uno scontro genitori-figli molto diverso da quello di «I pugni in tasca». Se dovesse ancora descrivere un diciottenne di oggi come lo farebbe?

Mio tiglio ha 19 anni. I ragazzi di oggi hanno una maggiore considerazione dell'impianto familiare e maggiore difficolta a separarsi dai genitori. Sono più realisti, in senso negativo, come se le difficoltà oggettive li consigliassero ad un certo ti­po di mediocrità. Andrea nel film rappresenta una capacità sentimentale profonda che sconvolge l'indifferenza e le corazze di Giulia con la sua in-. genua capacità di dichiararsi a lei. Non e la rappresentazione di una terapia, ma di una svol­ta, di uno slacco dalla dispera­zione e dalla rassegnazione al­la mediocrità del fidanzato di lei. il terrorista pentito che non fa i conti con il suo passato ma si rifugia in un misticismo equi­voco e nei valori tradizionali della Chiesa, con la sua logica del perdono.

Il personaggio del pentito fi­nisce per essere grottesco. Traspare una maggiore sim­patia verso gli irriducibili.

Sì. per i dissociati. I pentiti è come se avessero un atteggia­mento di calcolo. Riconoscen­do il fallimento della loro stra­tegia politica, accettano lo sla­to delle cose con rassegnazio­ne, e considerano immodifica­bile la società una volta accet­tate le regole del gioco. L'ex terrorisla pentito è una figura patetica e grottesca, che dette fastidio a quel ceto culturale abituato a considerare chi fa­ceva la lotta armata, anche se in negativo e non condividen­do la scelta, in modo eroico.

Percorso articolato nelle musiche, nei ritmi e nei colori del Sud

DANIELA AMENTA

I H Nostalgia. Una parola dalla forte risonanza emotiva che evoca luoghi, volti, sorrisi, anni lasciali alle spalle e che talvolta si riaffacciano alla me­moria e mordicchiano il cuore lentamente, senza far troppo male, ma provocando un'in­quietudine sottile, dal retrogu­sto amaro. «Nostalgia»è il titolo della lunga kermesse che si terrà stasera al teatro Olimpico (piazza Gentile da Fabriano), dedicata a «suoni, gesti, imma­gini dalle tradizioni di Calabria e Sicilia». L'iniziativa, organiz­zata dalle associazioni «La Ri­sonanza» e «L'Approdo», è un omaggio alla cultura folklorica del Sud.

Leggende, racconti, canti, proverbi per comprendere og­gi come allora le esigenze, i linguaggi, le sofferenze e le speranza di una terra «sotto le cui fronde - come ha scritto Dacia Maraini - h a n n o cammi­nato i fenici, Sotto quelle fron­de hanno camminalo anche i greci e i latini. E infine gli arabi dal piede leggero e le vesti lun­ghe, di coione ricamato».

La musica etnica proprio nel Mezzogiorno ha radici profon dissime, conservate miracolo­samente attraverso gesti quoti­diani che si ripetono di padre in figlio e sopravvivono quasi inalterale al trascorrere del tempo. Chi e nato nel Sud lo sa, porta scritte nel proprio co­dice genetico certe usanze, certe iradizioni. Quello di sta­sera all'Olimpico e un viaggio, intelligente e articolato, nelle musiche, nei ritmi, nelle paro­le, nei colori del meridione.

\JO spettacolo sarà aperto da Davide Marzi e Francesco Meoni che, come due aedi, rie­vocheranno attraverso scritti di autori calabresi e siciliani •at­mosfere e sensazioni rimaste

Antonello Ricci

sopite». Sarà poi la volta dei «Moti i pare», un gruppo prove­niente da Lungro, paese di lin­gua albanese in provincia di Cosenza che proporrà strofe d'amore improvvisate, cantate a serenata, con l'accompagna­mento della «surdulina», una piccola zampogna. Spetterà ai «Cantori di Montedoro» (minu­scolo paese a pochi chilometri da Caltanisetta) interpretare una delle tredici parti dei «la­

menti» che si eseguono duran­te la processione serale del ve­nerdì santo. Tra i nomi più ce­lebri di questa lunga serata al­l'Olimpico c'è, sicuramente, quello di Otello Profazio. Un disco d'oro all'attivo,(ovvero un milione di copie vendute), e uno dei foìtainger più amati e seguiti dai nostri connazio­nali all'estero. Profazio accom­pagnandosi con la propria sei corde canterà, tra le altre, «Il ri­scatto della bella». Elena Cali­vi e Daniele Conversa, lei una delle voci più potenti e dram­matiche della Sicilia, lui chitar­rista, realizzeranno una delica­ta serenata dedicata all'amata che dorme. Molto interessarne e particolare l'intervento di Al­fio Antico che proporrà una delle torme più arcaiche del canto isolano, quello che si ac­compagna con un grande tam­buro a cornice.

Riprendendo le dinamiche narrative de -L'opera dei pupi». Mimmo Cuticchio - professio­ne cantastorie - con la propria compagnia di pupari eseguirà •L'assedio di Rodomonte a Pa­rigi» e l'epico «Gran duello di Orlando e Rinaldo per amore d'Angelica». Tra gli ospiti del secondo atto di «Nostalgie» spetta un posto d'onore ad An­tonello Ricci e alla sua chitarra battente, uno strumento antico (.veniva usata in Calabria per accompagnare le questue pa­squali), dal suono caldo e pro­fondo. Ricci, con Alessandro Cercato e Arnaldo Vacca, in­terpreterà una tarantella rivisi-lata in chiave moderna. Lo spettacolo sarà chiuso da una coreografia di danza contem­poranea ispirata alla pesca del tonno, eseguita sulle voci regi­strate dal vivo dei pescatori e su un canto sacro in dialetto si­ciliano.

i ì Splendido concerto italiano diretto all'Olimpico da Pierre Boulez

E Stravinski se la cantò in napoletano ERASMO VALENTE

• 1 Astuzia sottile dell'Ac­cademia filarmonica che ha concluso la sua bella stagione alTeatro Olimpico con un bel concerto di grande marca francese: Pierre Boulez alla te­sta dell'Ensemble Intercon-temporain. «per avere però, praticamente un bel concerto italiano. Abbiamo ascoltato, infatti, e nella migliore esecu­zione possibile, musiche di noslri compositori o - è il ca­so di Stravinski che ha preso sottobraccio Pergolesi - ispi­rale a nostri musicisti. Il Tea­tro Olimpico era gremito, pre­so d'assalto anche da tantissi­mi giovani che, lasciata la moto in piazza, sono entrati in sala con il casco, prenden­do posto anche scavalcando la spalliera delle poltroncine.

Chi bazzica un poco con la musica, sa quale lezione, quali fermenti, quale illumi­nazione possano derivare dal toccare con mano il levarsi del suono sbalzato da uno scavo, da una ispirazione mai abbastanza dedicata alla mu­sica oggi. Anche sotto il profi­lo della realizzazione, il con­certo di Boulez è stato una meraviglia. Ed ecco gli italia­ni

Il concerto si è avviato con un brano di Franco Donaloni, commissionato al nostro mu­sicista proprio dall'Ensemble InterContemporain. Si intitola «Tema», e risale al 1981. È un brano che viene da preceden­ti pagine di Donatoni, ispirata da poesie di Pessoa. Donato­ni sembra qui giocare persino nel titolo, unendo il «Tema» alla «Tema» (timore) e agli anagrammi in «Meta» (il pre­fisso della metamorfosi) e nella «Meta»che indica il pun­to d'arrivo. Donatoni si dedi­cò a questo brano come se fosse alle prese con la sua ul­tima composizione, la «meta» finale, partita da un «tema-iniziale. Si avvicendano spa-modici fremiti vitali, scatenati dagli «archi» e accolti da im­perturbabili dolcezze filate dai «fiati». Il «tema» che diven­ta «meta» come avvio di meta­morfosi, si manifesta in certe trasformazioni del suono che adombrano situazioni del «Sacre du printemps»stravins-kiano.

L'idea di un «iter» dei suoni ha poi coinvolto il brano «Chemins IV», di Luciano Be­no, per oboe e archi, nel qua­le si verifica la situazione op­posta Loboe solista (lo

splendido Didier Pateau) si scatena spiritato in mezzo ad «archi» propensi alla quiete, al silenzio che sopraggiunge sulle ultime vibrazioni della viola.

Questo concerto «italiano» degli illustri musicisti francesi ha avuto un vertice con l'in­tensissima interpretazione delle «Beatitudines» di Goffre­do Petrassi, per voce (il basso David Wilson-Johnson), cla­rinetto, tromba, viola, con­trabbasso e timpani. È - risale al 1968-la «testimonianza» di Petrassi per Martin Luther King, e delinea, nelle sue sot­tigliezze timbriche, il percor­so d'una tragedia. Per la rare­fatta essenzialità del suono e la straordinaria interpretazio­ne, questo brano di Petrassi. applaudiss imo, e stato il più emozionante della serata.

«Italiano», infine, anche l'attesissimo Stravinski di «Pul­cinella» (1920): un balletto ri­cavato da musiche di Pergole-si e altri compositori del tem­po. È una felicissima partitura che fece subito lanciare con­tro Stravinski l'accusa di neo­classicismo. Ma nulla in que­sto «pulcinella» sa di meccani­co «gioco» col Settecento. Stravinski è un demonio, e fi­nisce col far scaturire dal cli­

ma sornionamenle «napole­tano» quello manifestamente russo. Pulcinella e Petniska si danno la mano. Mezzosopra­no (Suzanne Mentzer), teno­re (Stanford Olsen) e il basso già citato cantano, in italiano e napoletano antico, serena­te, lamenti e bisticci d'amore ( «Una te fa l'anzemprcce ed e

malezcosa... e bo' lo maritiel-lo...»), ma le «fiammetle d'a­more» bruciano soprattutto con Petruska resuscitato più che con Pulcinella, l'uno e l'altro brillantissimi nel tirare la vila della propria parte e poi l'entusiasmo del pubblico dalla parte di Boulez e dei suoi stupendi musicisti.

8 In viaggio con un amico molto speciale I Alice nelle città. Persone, incontri, palazzi, vie, vi­lle: realtà che è surrealtà, gioco di specchi, irruzione & del meraviglioso, della fantasia, ribollente imrnagi-'; nario. La città-Io, la città-gli altri, la città amica e ne-| mica, distillato filogenetico della Storia, delle storie, ; dell'homo sapiens. Narrate, lettori, la vostra città. E 4 inviate i vostri testi (60 righe, non di più) a Cronaca ì Unità, via dei Due Macelli 13/23,00187 Roma.

RAFFAELLO Q ATTO

? M Ero inquieto nell'attesa avevo i minuti contati prima

f della partenza del treno. Inol-<: tre non era un'attesa piacevo- le, stare fermo, solo, per stra-; da, senza alcun riparo per di­ffondermi dal sole bollente di

quel giugno inoltrato. D'un tratto lo vidi arrivare, il

•• mio caro amico, a passo spc-S dito, baldanzoso e aitante nel-M'incedere, splendente e caldo j'nell'accogliermi, come se do-i resse ripagarsi dell'immanca­

bile ritardo con cui s'era pre­sentato. Non sapeva che ormai alla sua puntualità avevo ri­nunciato definitivamente. Ma questo non scalfiva il nostro rapporto, fatto di reciproca uti­lità, forse - e nessuno di noi l'aveva mai dichiarato aperta­mente - , ma comunque dure­vole e consolidato nel tempo. Uscire con lui. prima che un obligo, lo consideravo un pia­cevole diversivo, per via delle sorprese che solo quando ero

in sua compagnia riuscivo a vi­vere. E per questo, nonostante i presupposti e la necessita di giungere in orario, avevo scel­to proprio lui per accompa­gnarmi alla stazione. Avrem­mo percorso insieme quel paio di chilometri e poi ciascu­no di noi avrebbe proseguito per il suo cammino. Lui non avrebbe mai potuto seguirmi nei miei viaggi di lavoro in giro per l'Italia.

Come era solilo fare, portò con se altre persone, gente che comunque non mi inieressava, una compagnia forzata, che uscendo con lui non potevo evitare. Era variegata la com­briccola di cui si circondava, ma gli riconoscevo il fatto che, senza gli altri, non avrebbe tro­vato ragione di esistere, lo mai. e ripeto mai, mi ero interessato a intrattenermi con qualcuno di questi. Voi direte: per diffe­renza, o per egoismo, oppure per superbia. No. signori, l'uni­co motivo era al massimo la

gelosia, quel sentire la presen­za degli altri sul suo corpo, che credevo mia personale prero­gativa poter stringere e abbrac­ciare. Però mi divertivo a vede­re alcune di queste persone scambiarsi opinioni, discutere del più e del meno, mostrando con ciò un'intesa maturata nelle lunghe ore trascorse as­sieme; la maggior parte, come me. preferiva invece restare in silenzio, ognuna assorta nel proprio destino, seppur stretta a questo grande amico comu­ne. Perdi più. trovavo piacevo­le cullarmi in uno stato simile all'abbandono, restando ad ascoltare gli altri, i minori che mi circondano, ed estasiando­mi a rimirare il familiare pano­rama della mia città che stavo per lasciare, mentre il nostro amico comune seguitava a condurci, con la sua inconfon­dibile andatura ciondolante, per le strade del centro, Anche per questo mi parve di impie­

gare soltanto una manciata di minuti per arrivare a destina­zione. Difatti la stazione era II, la intravedevo poco più avanti a noi.

Era giunto, quindi, il mo­mento di congedarmi da que­sto caro, intimo amico: mi sen­tivo di dover rendere l'ennesi­mo doveroso omaggio al com­pagno di mille momenti passa­ti assieme. Sapevo che lui, tan­to, non sarebbe mai stalo in grado di prendere l'iniziativa, cosi avanzai un poco, facen­domi largo tra le altre persone. Presi fiato per smozzicare una qualche parola di commiato, ma l'unica frase che mi uscì a mezza bocca fu per uno degli altri compagni di tragitto. Scar­na, chiara, efficace: «Scusi, scende alla prossima ferma­ta?».

Con lui, il mio caro Autobus, sarei tornato a vivere strava­ganti momenti comuni 11 a qualche giorno.

Sette attori per un'eclissi

AGENDA

ROSSELLA BATTISTI

Eclissi Rapsodìa di voci, sax e un pia­neta senza ombrello di France­sco Vcntimiglia. Interpreti: An­na Cianca, Nicola D'Eramo, Mario Grossi, Galliano Marini, Mirella Mazzeranghe Mafalda Valle, Caterina Venturini. AI sax Fiorella D'Elia. Regia di Francesco Vcntimiglia e Patri­zia Barbieri. Teatro dell'Orologio Incontri Itorder line, dialoghi che diventano monologhi pa­ralleli, stralunate vicende: la logica dello zapping funziona anche in questo spettacolo, nella giustapposizione di (ram­menti fino a costituire un lesto unico. Verrebbe voglia di pen­sare a un microbo, responsabi­le della fibrillazione nella qua­le entrano la maggioranza dei lavori teatrali in cerca di nuova comicità e che disintegra il lin­guaggio, scardina le conven­zioni sintattiche e fa inoltrare nel delirio.

Solo che perit/iss/il sospet­to d'«infezione» dura poco, lo spazio di quel preambolo er­metico che parte con Quasi­modo e fagocita al suo intemo una filastrocca di rime baciale. Poi, l'intento del regista si de­nuncia subito in quell'infilare piccole storie che svaporano l'una nell'altra, secondo un percorso ragionato e fin trop­po lucido. Nello spazio di po­che battute si corrugano storie d'amore, si esauriscono matri­moni e si compiono parabole di vita. L'autore si diverte a os­servare quasi con una lente da entomologo i comportamenti di questi piccoli umani, così

uguali, cosi banali, da ripetere all'infinito le stesse battute per vite diverse. Il segreto per ribal­tarne la monotonia è sempli­cissimo, basta cambiare qual­che virgola, accelerare il tem­po dell'azione o invertire l'or­dine degli eventi. Il risultato, a differenza delle operazioni matematiche, cambia ecco­me. Ecco allora che l'amore fra un uomo e una donna si compie nell'immaginazione e abortisce nella realtà. «Mi ami? E quanto mi ami?», a metà fra Laing e la pubblicità della Sip, le conversazioni degli innamo­rati si scardinano dall'impian­to tradizionale e deragliano verso sentieri estemi. Definiti­vamente «straniati», come la coppia di sposi che trovano la loro identità solo nell'immagi­ne riflessa allo specchio.

Ironico dal retrogusto ama­ro, spesso asetticamente cere­brale, il testo di Francesco Venlimiglia diventa la metafo­ra di un vivere caotico, dove tutto quel che si dice è già slato sentito e per tornare originale deve deformarsi, annientarsi nei contenuti per essere ascol­tato. Tante piccole eclissi a for­mare quella che le racchiude tutte. L'invenzione riesce, an­che perche i tasselli sono co­struiti con cura meticolosa e ri­portati dalle impeccabili dizio­ni-interpretazioni dei sette at­tori. Raccordati dagli interventi al sax di Fiorella D'Elia che punteggia questa Eclissi con ironia. Fino alla conclusione, quando la parabola si spenge per mancanza di personaggi, «ringiovaniti» al punto di non essere mai nati...

Ieri minima 11

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O o o i il sole sorge alle 5,50 v - ' & & 1 e tramonta alle 20,23

I TACCUINO I Sette sottane. Un'autobiografia involontaria. Monica Vitti firmerà le copie di questo suo nuovo libro (Sperling & Kup-fcr Editori) : domani, dalle 11 alle 12.30. presso la libreria Re­mo Croce di Corso Vittorio Emanuele 156. Pirandello, U disagio del teatro. Il libro di Claudio Vicen­tini (Marsilio Editori), sarà presentato lunedi, ore 18, al Tea­tro Argentina (Largo di Torre Argentina). Interverranno -presenti autore coedi tore - Nino Borsellino, Alessandro D'Amico, Achille Mango e Mario Missiroli. Gare di ballo. Domani, ore 10. al palazzetto del Centro sportivo di Anguillara Sabazia, I" Trofeo della città. Competi­zione open con nulla osta della Fids. Categorie per tutte le discipline (liscio, danze standard eccì . «Artisti ai Castelli». Si inaugura oggi, ore 17, presso Palaz­zo Lavelli di Albano Laziale, la mostra d'arte curata da Ma­riano Apa e coordinata da Massimo Fioravanti e Barbara Vinciguerra. All'esposizione, aperta fino al 30 maggio, in vi­sione opere di venti artisti. Mercatino di solidarietà. E organizzalo da lilla Tenen-baum dell'Associazione Italia Nicaragua in via Sebvino 43a (Piazza Verbano): oggi e domani dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 15 alle 20, e tuli i mercoledì dalle 16 alle 19. Vi si trova­no libri, quadri, vestiario, giocattoli e molta bigiotteria. Con il ricavato delle vendite si aiuterà un gruppo di donne a fonda­re una cooperativa per l'allevcamento di pollame. Parco naturale Insugnerata. Un bene dei nostri quartieri da conoscere per difenderlo, per usufruirne. Oggi, visita gui­data al Parco: appuntamento ore 15 in piazza Balduina, ore 15.30 Casale Mostarda. Per adesioni rivolgersi a «Cittadini e Territorio). Via Braida 41. tei. 342.02.49.

MOSTREl Suite Vollard, cento disegni di Picasso. Accadem ia spa­gnola, piazza San Pietro in Montorio 3, ore 10-13 e 16-20, lu­nedi chiuso. Ingresso libero, fino al 1 giugno. Moda e ritratto: fotografie di Helmut Newton. Cento cultu­rale francese, piazza Navona 62, ore 16-20 (sabato e dome­nica 10-20) e Villa Medici, Viale Trinità dei Monti 1, ore 10-13 e 15-19 (lunedi chiuso). Fino a! ! 3 giugno.

NEL PARTITO l FEDERAZIONE ROMANA

Sez. Donna Olimpia: ore 17.30 congresso di sezione (A. Ottavi) il congresso proseguirà anche domani dalle ore 10. Giovedi 20 maggio ore 17.30 c /o Federazione riunione del gruppo di lavoro associazionismo e volontariato sulla Festa cittadina de l'Unità (Nocifora). Audiolesi Si è costituito presso la Federazione romana un coordinamento politico di cittadini audiolesi. Chiunque vo­glia prendere contatti o partecipare alle iniziative del gruppo (audiolesi, operatori, insegnanti) può chiamare la coordi­natrice KatiaBuldrini al numero221807853. Tesseramento: i risultati sinora raggiunti per il '93 sono complessivamente molto positivi, ma occorre un ulteriore impegno delle Unioni circoscrizionali a seguire l'iniziativa delle sezioni in previsione del prossimo rilevamento fissato per il 24 maggio. La sezione organizzazione della Federazio­ne è a disposizione per qualsiasi problema si dovesse mani­festare. Avviso: Lunedi ore 17 c /o V piano Direzione (via Botteghe Oscure, 4) riunione della Direzione federale. Odg: «Situazio­ne politica - Festa de l'Unità».

UNIONE REGIONALE Federazione Castelli: Pomezia ore 21 Sangria Party festa Sinistra giovanile c /o locali della sezione Pds di Pomezia; Colonna ore 18 assemblea sul Referendum Sanità; Collefer-r o c / o P.za Italia ore 19 comizio apertura campagna eletto­rale (Minichelli - Zeppa); Albano ore 18 uscita volantinag­gio campagna elettorale. Federazione Prosinone: S. Andrea ore 20 Congresso (Mi-gliorelli); Fumonec/o«ll Nido d'Aquila» ore 20 presentazio­ne lista (Alveti); in Federazione ore 16 assemblea provin­ciale Sinistra giovanile (D'Amico). Federazione Tivoli: Ponzano ore 20.30 presentazione del­la lista Alternativo Democratica per Ponzano; Subiaco ore 18 presentazione lista Uniti per Subiaco (Fredda); Fiano ore 18 incontro con gli anziani.

Sport Atalanta Fiorentina si giocherà a Bergamo

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Calcio e cocaina Positivo un calciatore del Sora (C2)

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Stasera al Tardini l'anticipo della 31a giornata di campionato con il colombiano ancora polemico dopo l'esclusione di Wembley

Il giocatore è furioso «Oggi sono io a non voler giocare» Ma il club tenta di ammorbidire l'intransigenza e vuole schierarlo

Asprilla fiele e miele Il Parma e Sprilla !>ono sempre ai ferri corti Ancora ieri il giocatore colombiano, che ha avuto un collo­quio con il patron Tarui. ha manifestato la voglia di andarvia. Un capriccio, dicono in società Ma intan­to la polemica continua a guastare la festa della vit­toria di Coppa Comunque, stasera contro la Juvc nell'anticipo di campionato Faustino ci sarà, anche-se lui dice con tono lapidano «No»

F R A N C E S C O D R A D I

tm PARMA II dilemma di Fau­stino Aspnlla e ancora lontano dalla soluzione II colombiano anche ieri 0 andato giù duro «Ilo parlato con Tanzi alla presenza del mio procuratore Il Parma vuole che io rimanga perchè e e un contrailo che mi lega fino al 96» Ma sei contento di rimanere9

•Non molto- risponde Asprilla che è lapidano anche sulla do­manda successiva Ci sarai contro la Juventus9

.No» Il direttore sportivo Giambatti-sia Pastorello gli risponde per le rime >Si tratta di una bambi­nata di un ragazzo che fa i ca­pricci Tuttavia la società non prenderà alcun provvedimen­to a suo carico lo capisco il suo rammarico e lo giustifico Tino ci teneva a giocare la fi­nale visto che questa Coppa delle Coppe e anche mento suo Non bisogna dimenticare che quattro got dogli otto se­gnati dal Parma durante il cammino europeo sono suoi» Pastorello tiene anche a smor­zare il caso «Vi dico, comun­que che non sono preoccupa­lo Il lempo cancellerà ogni co­sa Sarà sufficiente che Tino

torni a giocare ed a segnare pcrchò si appiani ogni cosa e poi. vedrete ci chiederà di prolungare il contratto capirà che il Parma e una società se ria» Poco prima il vicepresidente Stefano lanzi MCVO sottoli neato anche come il procura tore di Aspnlla Mascardi pur prendendo le parti del giocato re aveva compreso le scelte tattiche di Scala che si era tro vato alle prese con la sostiti! zione di due infortunati e non poteva-voleva rischiare di ri­manere in dieci uomini se si fosse verificata una ricaduta immediata delle condizioni di Aspnlla È probabile nono stante che il colombiano sia in campo dal primo minuto quo sta sera contro la luvenuis La vigilia della gi.ra e stata al quanto insolita A parte la que­stione Aspnlla tutti quanti pre­ferivano pensare alla Coppa vinta mercoledì Un centinaio di tifosi hanno atteso I allena mento della squadra tra i più festeggiati e era Alessandro Molli «Questo 0 il mio periodo mi­gliore mai sono stato cosi in forma Adesso potrei tentare di

(Raiduo ore 20.30)

Ballotta 1 Peru^zi Benarrivo 2 Correrà Dichiara 3 Torricelli

Minotti 4 D Baggio Apolloni 5 Kohler

Grun 6 Julio Cesar Melli 7 Conte

Pm 8 Platt Aspnlla 9 Vialli Cuofihi 10 R Baggio

B r o l i n H Di Canio

Arbitro Bettindi Padova

Ferrari 12 Rompulla Matrocano 13 De Marchi

Pulga 1 4 Galia PIZZI 15 Marocchi OSÌO 16 Ravanelli

battere il mio record di segna­ture in campionato che e di I3 reti e risale a due anni fa Ora sono a quota 11 Vorrei batter 10 anche perche significhereb­be segn ire gol pesanti che ci consentirebbero di ottenere una buona posizione ili classi liei» 11 Parma punta al terzo posto Per (arlo deve scalzare la Ju­ventus impresa non facile «Ce rchcrenio di sfruttare il no­stro momento - dice Alberto Di Guata i se la Juve pensasse mollo alla finale non e detto che non si possa fare un buon risultato Proprio Di ( luar 11 uno dei pa pabili hi.incoili ri per I anno prossimo •.Sincerami lite la Juventus non mi ha mai contattato Certo che se vi fosse una richiesta da I orino beh non potrebbe

Milan Inter Juventus Parma Lazio Sampdona Tonno Cagliari Atalanta Napoli Roma Foggia Fiorentina Genoa Udinese Brescia Ancona Pescara

passare inosservata nò da par te mia ne da parte della socie­tà Se dovesse succedere mi dispiacerebbe lasciare Parma dal punto di vista scntimcnta le Meno da quello professio naie Intanto il fardini si prepara ad accogliere il tutto esaurito Ri­mangono ancora in vendita i tagliandi di tribuna I «Boys» hanno preparato un grande striscione di ringraziamento mentre il Parma stabilirà un piccolo record in otto giorni per tre volte le sue partite sono andate in diretta tv Scala intanto cerca di mante­nere- i suoi sulla corda Ieri ha riunito i suoi negli spogliatoi per oltre un ora Per quanto ri guarda la formazione con Co­rallo sc)uahficato dovrebbero giocare i vincitori di Coppa con l inserimento di Aspnlla a scapito di Oslo

Un anno di fischietti. Bilancio delle nuove regole: ottimismo e dubbi

Casarin promuove l'arbitro flipper ma il fuorigioco lo fa soffrire Un Paolo Casarin torrenziale ha tenuto banco nella conferenza stampa di consuntivo della stagione ar­bitrale, svoltasi nelle sede Figc «In pochi anni siamo riusciti a cambiare molte cose», ha dichiarato il dest-gnatore di serie A e B I punti cardine della riforma diminuzione dell'età e del numero delle giacchette nere, guardalinee «specializzati» e professionismo «Il fuorigioco è sempre più un problema»

M A R C O V E N T I M I C L I A

• • ROMA «Un arbitro nasce "triangolo' e potrebbe finire "palla ', noi cerchiamo di evi­tarlo» Una frase che descrive una straordinaria mutazione almeno per i «retrograd.> che ancora si stupiscono di fronte ad un politico integerrimo che si trasforma in un volgare la­dro Quello enunciato ieri da Paolo Casarin designatore ar­bitrale di sene A e B, e stato un concetto di portata epocale, una metamorfosi che avrebbe costretto anche l'immortale Kafka a rimetter mano al suo capolavoro Seduto accanto al presidente dell'Aia Lombardo, il direttore delle giacchette ne­re non ha meglio spiegato al­l'attonito uditorio il suo geo­metrico esempio Ma ai molti giornalisti presenti convocati presso la sede romana della Figc per un rituale consuntivo dell'attività arbitrale, è parso di capire che Casarin alludesse al rischio di deterioramento qua­litativo della categoria 11 «fi­schietto», insomma, invec­chiando peggiora

Conferenza stampa ecume­nica, quella del vulcanico desi-gnatore, tutta indirizzata ad av­valorare due assunti ben preci­si l ) Con I impulso delle nuo­ve regole non cambia solo il gioco ma anche la figura del-I arbitro (Casarin lo ha ripetu­to più volte), 2) Il merito di questa trasformazione e anche mio (non lo ha detto ma lo avrebbe capito anche un ubriaco) E per rafforzare la sua tesi, l'uomo ha formio una sene impressionante di dati, una valanga di numeri in cui si è destreggiato sicuramente meglio del vostro cronista II punto di partenza e statu l'ana­lisi del deludente spetticolo

calcistico offerto dagli ultimi Mondiali «Italia 90 - ha affer­mato Casarin - ci ha mostrato partite con pochi gol piene di perdite di tempo con risultali difficilmente rovesciabili dopo che una squadra era passata in vantaggio (troppi passaggi .il portiere) Gli arbitri si sono mostrati in difficolta di fronte alla velocizzazione del gioco colpa della loro età troppo ele­vata e di una preparazione tisi­ca modesta In più gli arbitri impiegati come guardalinee sono stali disastrosi» Diamine' - ha commentato qualcuno -ma questa e una estrema un zione a tutta la categoria Nien­te paura da buon taumaturgo ali impietosa diagnosi il desi* gnatore ha fatto subito seguire la descrizione della cura mira colosa «La Fifa ha introdotto delle nuove regole volte a spet tacolanzzare il gioco I espul sionc del giocatore che com­mette un fallo sull attaccante lanciato a rete la modifica del­la regola del luongioco la nor ma più restrittiva sul retropas saggio al portiere E poi ci so­no state con I Italia a fare- d.i apripista le innovazioni nel settore arbitrale età massima di<!5anni guardalinee specia­lizzati introduzione del profes sionismo Misure che hanno innescato .I cambiamento»

Equi e iniziato lo show stati­stico di Casarin una sorta di vi-deogioco con proiezione di grafici e diagrammi Sono stati messi a confronto gli ultimi cinque campionati in relazio ne a tempo effettivo di gioco falli, fuorigioco corner ani monizior.. ed espulsioni Una montagna di comparazioni che ha partorito il classico to polino b e m e r s o - udite udite

- che con I introduzione delle nuovi- regole le- partite si sono prolungate di un paio di minu ti i tiri in porta sono legger mente aumentati si 0 segnato un pizzico di pm Un pò poco9

Ed allora eccovi il pezzo forte dell analisi le rimesse laterali sono aumentate- vertiginosa mente1 «Messi in difficolta dalle nuove norme - ha spiegato Casarin -1 difensori cercano di mandare la palla fuori dal l ampo

Lsaunla la predicazioni nu menci Casarin ha immanca­bilmente sottolineato I accre scinto rendimento delle giac­chette nere nazionali (con un capitolo a parte dedicato alla preparazione atletica) Poi si e finalmente concesso qual che interessante divagazione •Il vero problema dell arbitrag­gio del Duemila sarà il fuori gioco Già adesso certe trian­golazioni fra i giocatori sono troppo veloci per I occhio del guardalinee' Infine una bat­tuta velenosa rivolta «ilio spa­gnolo Navarrele il fischietto di Svizzera Italia contcstatissimo per I espulsione eli Dino Bag gio «C uno di quelli convinti che le partite si arbitrano usan do i cartellini lo credo invece in chi dirige le partite muoven­dosi molto E Navarrete sarà un caso 0 uno di quelli che corredi meno»

• 1 Quanti corner sono stati battuti nel torneo 90- 9191 falli fischiati nell 88- 89 sono stati più o meno di diecimila9 Do­mande morbose che ieri han­no trovato una risposta Merito di Paolo Casarin e dei grafici eleborati dall Associazione ita­liana arbitri Una scric di dati relativi agli ultimi cinque cam­pionati «fermi» alla 23'giorna ta per consentire il paragone con la stagione in corso Co­minciamo dal numero dei falli commessi la tendenza e in di­scesa dai 10 197 dell 88-89 siamo passati ai 9 216 dell ulti­mo torneo Diminuisce anche il numero dei rigori da 70 a (VI Interessante il dato relativo ai gol Dopo un quadriennio di sostanziale stabilita intorno ai "150 in questa stagione e è sta­ta una brusca impennata con 579 realizzazioni «Ma e un in­cremento - ha precisato Casa­rin - che si e verificato tutto nelle prime 10 giornate a cau sa del disagio dei difensori per I introduzione delle nuove re­gole» In salita verticale animo nizioni ed espulsioni nell 88-89 i cartellini gialli erano stati 646 contro gli attuali 790 addi­rittura 81 gli espulsi di questo campionato quasi il doppio dei 45 di cinque anni fa Asce­sa nella anche dei casi di fuori­gioco passati da 980 a I 372 Discorso analogo per i calci d angolo che dall 88- 89 (1961 corner) sono lievitati fi no a 2 312 Infine il dato relati­vo al tempo effettivo di gioco dai 55 minuti ai 39 secondi di partenza si e arrivati a 56 40 Nel 91-92. però si giocò addi­rittura con una media di 59 00 «In questa stagione - e slata la spiegazione - la limitazione del retropassaggio al portiere ha comportato una perdita di oltre due minuti di gioco effet­tivo Si trattava però di un tempo di gioco morto che non contribuiva certo alla spet­tacolo»

Il Trap con la testa al Borussia inventa la staffetta Vialli-Baggio

• TORINO Stimolante ma indie ingombrante la trasferta della Juventus a Parma impegna la squadra su due obiettivi tenere testa alla brillante avversaria lieo vincitnic della Cop­pa delle- Coppe e al tempo stesso non sprecare troppe ener­gie in vista dell altra finale ili mercoledì in cui i bianconeri possono ripetere le gesta ilei loro rivali A questo proposito 1 rapattoni oltre a rimine lare a Min ller, ancora sofferente al I inguine annuncia la staffetta Vialli Roberto H iggio un tem pò a testa A riposo anche O lite e vi i libera i K nane III e Di Canio Rientra anche Platt che potrebbe finire proprio al Par­ma I anno prossimo I ra le scelte scaramantiche in vista della finale Uefa quella di Roberto Buggio che ha deciso di non fa re dieluarazioNi sino a quella data Lo slesso 1 lapaltoni ani mette che la luve sta già pensando al Borussia . indie se ha I obbligo di lare bella figura e conquistare punti nella citta emiliana 1 bianconeri comunque grazie anche alla vittoria del Parma in Coppa delle Coppe e he lascia libero un posto in Coppa Uefa hanno praticamente già m tasca il passaporto europeo per l'anno prossimo

Mi i'j piacere saliere che in tempi di internazionalizza zione (soprattutto di II im­presa economica) e e alleo ri iln erede- ai inincoli di provincia Vl lo spi'cilico sportivamente incarna'1 dal Pimi i e ilcio Non i e stato infatti commentatore chi al I indolii ini della vmona della squadra di Scala in Coppa delle coppe non abbia tessu to I elogio del «piccolo e bel lo» della rovincia che- non stressa i campioni dell ocu­latezza urbana contrapposta allo scialo melropo'itano I immagine e commovente ed edificante Peccato che comspond i solo parzial nienle.il vero

Ora non sarò io a negarc­ene Parma sia citta civile An­che nello sport Però vorrei dire che quesi i civiltà che si esprime appunto in un rap porto non ansioso con la squadra della citta e con i campioni che vi militano e anche il fruito di una cultura sportiva diffusa fatta non so lo di tifo ma soprattutto di pratica attiva di esercizio at-ielieo abituale Possibile per chC nella citta di Verdi - co­me nel resto dell Emilia Ro magli i - la dotazione di pa li stri piscine e lampi poli sportivi e fra le più alle in Cu ropa I miracoli dunque e entrano poco

Comunque di fronte al-I eccitazione sciovinist i prossima alla commozione di Bevilacqua I altra sera su Kaiuno vien da dire giusto per gusto ili contraddizione o per non farsi avvolgere dalla

La retorica del miracolo? No grazie

G I O R G I O T R I A N I

glassa che il primato che alla citta ducale» e slato assegna­

to dai Sole J1 Ore non spiega per niente il successo del Par ina caino cosi come della Maxicono nella pallavolo II benessere economico tuttai più spiegherà I allo tasso di praticanti sportivi (anche in discipline distintive come lo sci il tennis I i-quitazione) ma non i successi di squadra nello sport professionistico

Bisogna infatti considerare le re alta economiche e orga nizzative che sostengono il calcio e pure la pallavolo a Parma Due gruppi industriali di prima grandezza ( luno solo sponsor I Italgel ma si diramente tutto meno che povero» come si e scritto e

detto paragonando il Maxi-cono alle «ricchissime» squa­dre di Milano e Ravenna) per i quali lo sport spettacolo de­ve essere gestito come un im presa economica - •

l-u Parmalat appunto allo sgangheralo inondo calcisi] co oltre che mezzi ha portato anche uomini e strategie Do

qui sto punto di v Ma il Parma ili lanzi e mollo 'inule (ali d i e se le sint rgie muovono da prodotti dive-rsi e hanno fi ni diversi) al Milan di Berla si oni Amlx'dui (nellimpor re un modello sportivo mar ketmg onented) apparten goiici già al post-calcio Quel lo elle non ha più nulla da spartire ne eoi modello pa lernalistico alla Agnelli ne ioli quelli da «nielli e scemi»

Ldin impresa calcistica si g'iifica prc'grammazione compi tjzione basata sull elfi eienza stile aziendale Inserì ri il discorso del calcio ali in terno delle strategie cominer culi e pubblicitarie della Par mala! per cui si acquista un giocatore (ieri 1 aliarci oggi Aspnlla) considerando ali che gli interessi che il gruppo li i in Sudamenca Ma in 'ulto ciò (che ad esempio per un Ceci hi Gon e sciupili l'menle inimmaginabile) ì «miracoli» e la «provincia' e entrano po­co o nulla Anche perche og gì le tradizionali categorie sulle quali si e lo"Jala la di stmzione fra «grandi» e «pic­coli» club non sono più vere I essere una squadra blaso nata oppure di una metropoli ha ormai di per se poca un portanza (i ni avri sempre meno nell era della televisio ne) Come dimostra appunto il fatto che oggi nello sport di alto livello vince non chi ha una stona o un pubblico pò te-nziale enorme Vince ehi come il Parma ha mezzi eco nomici e organizzazione so cietana d i e pochissime altre squadre hanno

Roma Vendesi. Ore decisive per la cessione del club. La fumata bianca lunedì?

Matarrese firma la liquidazione ma la cordata è ad un passo dalla vetta

i

• 1 Ui corsa a ostacoli della Roma continua Ieri il presidente della f-edercalcio AntonioMa larrese ha firmato la proposta di messa m liqui dazione del club giallorosso richiesta mercoledì scorso dalla Covisoc (Commissione vigilanza società di calcio) per le gravi irregolarità animi nistrativc riscontrale nei bilanci La documenta­zione e stata già trasmessa ali uffiuo legale del la federazione che entro la fine della prossima settimana preparerà il ricorso da presentare al tribunale civile Intanto e mentre 1 associazione italiana Roma club ha diffuso un comunicato per annunciare la prossima presentazione di un progetto finanziario a sostegno del sodalizio giallorosso proseguono le trattative per il pas saggio di consegne Ciarrapico lo ricordiamo ha affidato ali avvocato Pietro Guerra il manda to «a vendere Bene come confermano anche in federazione la trattativa con la cordata roma na e ad un passo dalla conclusione La firma e

prevista per lunedi o al massimo martedì Ileo sto udì operazione sarebbe di 80 miliardari 21) dei quali finirebbero nelle tasche di Ciarrapico *\ proposito del quale va detto che la sua ho! ding 1 «Itallin 80 ha chiesto ieri I amministra zione controllata Ma la vicenda non riguarda comunque la Roma «scorporata dal cigolante impero del Ciarra appena giovedì proprio per consentirne la libi ra vendita Siamo dunque al la svolta anche (lerchc se dovesse verificarsi 1 ennesimo «intoppo» la Roma oscillerebbe dav vero il fallimento Do qui a lunedi tappa decisi­va ecco le possibilità di vittoria nella volata fina­le Al 90 ' successo della lamosa cordata con Ralfaele Ranucci presidente ali 9 al fotofini sh grande rimonta di Casillo ali 1 vittoria del la «faiila-candidatura'di Bernard lapie patron del Marsiglia prossimo avversano del Mllan nel la finale di Coppa Campioni

Raffaele Ranucci presidente del settore tecnico della Federcalcio

S T E F A N O B O L D R I N I

Ranucci e un dubbio Mazzone o Radice?

• • Raffaele Ranucci presidente Pietro Mczzaro-ma 54 anni costruttore (titol in della «Mezzaroma Spa> e della «Italappalti ) e I ranco Sensi bn anni proprietario di numerosi alberghi e immobili («Coni pagnia fondiaria immolili are- ) petrolieri (Cornpa gnia Inlcrpetroli) ed editore (-(omeri AdriatiiO'di Ancona) vicepresidenti questo lo staff della cordata romana partita con sette uomini i ora ridotta a due «big» più un manager del palloni t resi luto a pane* e calcio Offrono 80 miliardi Ranni e i VTanni i I attua le presidente del settore tecnico dill i Pcderealcio Considerato il «delfino di Matarrese e il numero due del Palazzo Ma la Roma i> una sirena alla quale per lui, e difficile resistere Tu prima ili sbarcare nel 90 in federazione il braccio destro de I presidente gialloros so Dino Viola Economicameiiti «solido e titolare-delia «Sedim» società che controlla alberghi e mimo bili II pruno obbiettivo dei «rolli ini» s ira il ris ina mento d( 1 bilanci dopo gli sconquassi dell era Ciarra pico Cambiera I allenatore (favorito e Mazzone ma non e da escludere un ritorno di Radice) mentre sul fronte giocatori saranno confermati due stranieri su tre (Haessler e Aldair) saranno mei diluii Garzya Piacentini Rizzitelli e Muzzi da v rifilare le posi ziom di Carnevale e Giannini

Rifondazione zonista con Casillo e Zeman

I H Acclamalo da una frangia di tifosi nella turbo lenta cornice del consiglio di amministrazione gì ilio rosso di giovedì scorso Pasquale Casillo ex presi dente del l-oggia patron di una holding con duemila miliardi di fatturalo annuo e interevsi vari (cerali co­struzioni editoria e paste alimentari) strizza I occhio alla Roma da otto mesi [.e prime voci risalgono ali ol tobre 1912 II progetto iniziale del gruppo Casillo era ciucilo di rilevare la Roma a febbrno poi però le liti uni Ciarrapico e gli ostacoli politici hanno costretto I c \ patron foggiano a tirarsi indietro Casillo e tornalo alla e inea ad aprile offre lido 70 miliardi punlual mente rifiutati Di fronte ai veti dei saloni politici e di una parte di opinionisti Casillo ha annunciato di riti­rare la candidatura Ma don Pasquale è uomo di lun­ghe attese e rimane 1 unico vero avversano della «cor data II suo eventuale arrivo comporterebbe un au­tentica rivoluzione Lo staff dirigenziale attuale sareb­be azzeralo (con I unica probabile eccezione di Aldo Pasquali) Giuseoppe Pavone sarebbe il nuovo diret­tore generale Zdenck Zeman il tecnico h. quanto al giocatori I epurazione risparmerebbe solo Haes­sler Aldair Piacentini Garzya Rizzitelli Muzzi e [orse Bonacina

Mister Marsiglia scorbutico intruso

• 1 Bernard Tapie presidi nte del Marsiglia soci.ili sta e il nome l'clie ultime ore entrato a sorpresa nelle vicende romaniste II patron dell OKmpique e stato contaltato dal figlio di Ciarrapico lullio poche ore prima de! seconoo arresto del padre (giovedì matti no) alla disperala ricerca di un partner da coinvolge ri nell iwentura giallorosso lapie non ha smentito Ha dichiarato «Ritengo la Roma uno dei primi cinque club italiani se potessi dare una mano jx-r salvarla non mi tirerei indietro» Ma la carta lapie che ha il vi zio di smentire quanto affermato il giorno prima e strana potabile essere uno dei trucchi del Ciarra per far rialzare il prezzo della Roma Uno sbarco a Roma del patron del Marsiglia sembra francamente remolo Il suo impero finanziano e in difficolta 1 «Adidas» du ranle il suo breve regno ò passata dal primo al terzo posto mondiale Ira le aziende del settore dell abbi giumento sportivo ha perso la scommessa televisiva con «Ui Cinq- il crollo del partito socialista gli ha sot­tratto la cane i di ministro delle- citta Uno scenario di emergenza che rende incomprensibile come possa investire quaranta miliardi nella Roma Anche per chC dopo il «mandato a vendere» che Ciarrapico ha affidato ali avvocato Guerra Tapie dovrebbe fai e tut loda solo

Satiniti IT) iiiaatin l!)!K-> Sport pagina 29 ru Tennis Becker dice addio a Roma e dà uno schiaffo Internazionali all'ambiente dorato: «Qui non sopportano d'Italia chi parla senza conformismo. Amo Barbara

ma devo fare i conti anche col razzismo»

Parole come smash

I I. I f

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Boris Becker a ruota libera. Un addio a Roma a suon di interviste. Il razzismo, il Muro, la Germa­nia, la politica, la sua ragazza, le foto su Sterri, il suo gioco e dunque se stesso in tante risposte. Un ragazzo ricco e famoso che teme più di altro l'o­mologazione e la banalità, e le considera l'aspet­to più pericoloso del tennis moderno. «È un mon­do che sopporta poco chi parla».

DANIELE AZZOLINI

M ROMA. «Sono uno che vuole farsi una opinione del­le cose». Boris Becker prende il largo, lo fa con le parole e con un gesto, perfino con una smorfia che mette in mo­to un brulichio di lentiggini sul viso bianco come un for­maggio dietetico. Prende il largo dal tennis dei ragazzoni tutti walk-man e racchetta, che girano il mondo senza degnarlo di uno sguardo e se gli fai una domanda che non tiri in ballo set, game e swasii ti guardano stuporosi. Becker è diverso, e lo dice subito, perché se c'è una cosa che sopporta poco ò l'omologa­zione che fa da sottofondo ad uno sport dove in troppi cercano di essere uguali agli altri; nel gioco soprattutto, che 0 uno specchio di se stessi, visto che con le parole basta poco, l'importante è at­tenersi ai fondamentali prin­

cipi della banalità professio­nale: il mio avversario è stalo molto bravo, io di meno, lui è un very good plaver, c 'è sem­pre qualcosa da imparare dagli altri, e cosi via, all'infini­to.

C'è la troupe di Tgl Sette, con Boris. Becker risponde a tutto campo. Il razzismo ad esempio: "Nasce dalla rabbia di chi non ha un lavoro né certezze. Voglio dire: non so quanti siano davvero razzisti, cioè avversari di chi ha una pelle e una nascita diversa. Credo che molti usino il raz­zismo per sfogo. Invece di prendersela con chi li gover­na se la rifanno con chi è più debole e in quasi tutta l'Euro­pa, oggi, i più deboli sono gli stranieri. È un problema che è sempre esistito, che forse esisterà sempre, ma si tratte­rebbe di un fenomeno ridot­to se le tensioni sociali fosse-

M >Io sono abituato a fa­re una cosa alla volta. Ri­solta la questione dell'O­limpico, d a domani pense­rò alle elezioni del Coni». Le pa'role 'so'rio 'dT'A'tflgb Gallai. Il presidente del Co­ni le ha pronunciate giove­dì, dentro l'aula «Vittorio OCCOINÌO» della procura di Roma. Il medesimo luogo dove il gip Vincenzo Ruo­talo ha respinto la richiesta di rinvio a giudizio nei con­fronti dei vertici del Coni per la ristrutturazione dello stadio Olimpico. Con il pronunciamento del giudi­ce penale è ufficialmente cominciata la corsa alla prima poltrona dello sport italiano. E le affermazioni di Gattai sono suonate co­me una dichiarazione di guerra. I destinatari? Colo­ro che in questi mesi han­no cominciato a prendere in considerazione la possi­bilità di estrometterlo dalla leadership del Comitato olimpico nazionale. Eppu­re, il presidente in carica non avrebbe nulla di cui preoccuparsi: finora ò lui l'unico candidato per le elezioni del 30 giugno.

Ma al di là dell'ufficialità la situazione e ben diversa. In questo momento Gattai si trova ad inseguire un av­versario ombra, il segreta­rio generale del Coni, Ma-

Elezioni Coni Dal tribunale corsa a due per la poltrona

MARCO VENTIMIGLIA

ro maggiormente sfumate». E poi, il Muro, «La Germania è cambiata, ora è unita ma ha enormi problemi, problemi che prima quasi non cono­sceva. La disoccupazione su tutti, specialmente nell'Est. Ci sono anche molti scioperi, un po' come succede in Ita­lia». Becker ride. Riprende: «Il problema è uguale rispetto all'Italia anche per quanto ri­guarda i politici. I tedeschi hanno bisogno di credere in qualcosa, come tutu del re­sto, e i nostri politici non rap­presentano davvero un buon esempio. Sono corrotti. Men­tono, sono stali sorpresi a ru­bare. Prima o poi i giovani si ribelleranno.

Barbara, le foto su Sterri, lo scandalo. Presto il matrimo­nio, per una nuova ondata di foto, di commenti e di ostilità da parie dei perbenisti. Bar­bara è tedesca ed è nera. La foto su Sterri li ritraeva nudi e abbracciati. «Visto che siamo famosi abbiamo voluto sfrut­tare questa nostra popolari­tà. In modo positivo. Quasi per fare il punto della situa­zione. Volevamo dire alla gente che c'è chi non pensa al colore della pelle, e a quel­li che non ci pensano che è venuto il momento di farlo sapere, e di entrare nel gio­co». Continua: «Barbara è im­portante per me, come lo so-

Arngo Gattai

rio Pescante. Costui racco­glie la maggioranza dei consensi fra i presidenti fe­derali che designeranno il nuovo leader del Foro Itali­co. O meglio. Pescante ca­talizza i molti dissensi che in questi anni ha suscitato la gestione autoritaria e de­cisionistica di Gattai. Inol­tre, il segretario ha un al­leato molto potente nell'ex s indaco di Roma. Franco Carrara, tuttora membro della Giunta Coni. Ma fra Pescante e l'ambita poltro­na c 'è un ostacolo non da poco, l'ufficializzazione della sua candidatura. Per capire provate ad immagi­nare questa scena, Il segre­tario bussa alla porta di Gattai e gli comunica: «Ca­ro presidente mi dimetto dall'incarico perché ho de­ciso di prendere il tuo po­sto». A quel punto l'avvoca­to milanese potrebbe ri­spondergli: «Caro Mario mi complimento con te, so­prattutto per il tuo corag­gio. Hai avuto del fegato a candidarti pur sapendo che perdendo rimarresti senza lavoro». Ma no, dire­te voi, Gattai non repliche­rebbe mai in un modo tan­to crudele. Forse, ma resta la sostanza dei fatti: per Pe­scante il sogno della presi­denza confina con l'incu­bo della disoccupazione..,

no tutte le persone cui si vuo­le bene e ci si affida».

Fatto sta, il rapporto con la stampa del suo paese si è fat­to difficile negli ultimi tempi «Non riesco a entrare in sin­tonia con una parte della stampa, quella che pensa che siccome gioco a tennis e vinco, e guadagno molto be­ne, allora tutto della mia vita deve essere esagerato, fuori dal normale. Chissà perché dietro di me dovrebbero es­serci sempre storie incredibi­li. Trovo la situazione molto radicale, estrema Se vinco, per una settimana mi esalta­no con titoloni grandi come case. Se perdo, giù cattiverie. Mah...».

Già, ma allora come do­vrebbe essere un tennista che muove ovunque interessi con molti zen, partecipa/Jo­ne, tifo, contratti? -Probabil­mente la risposta è che do­vrebbe essere soprattutto un tennista, lo lo sono. Voglio dire: mi piace quello che fac­cio, mi piace la competizio­ne, non ci sto a perdere. Ma esiste un pericolo nell'essere soltanto dei tennisti, quello della spersonalizzazione, lo ho le mie idee e -non sono cosi stupido da pensa:e che avrò sempre quelle idee L. che non cadrò mai in con­traddizione con me stesso. È probabile che tra qualche

.inno avrò idee diverse dalle attuali, magari simili, ma non le stesse di oggi. Credo che sia normale. Come in fondo è normale giocare a tennis.

Gli chiedono di Chesno-kov, di Roma, della sua nuo­va sconfitta sulla terra rossa. «Ci tenevo ad andare avanti, perché quest 'anno sono an­dato maluccio sulla terra. Ma Chesnokov è in gran (orma, io ancora così così Dovrò la­vorare». C'era anche Cascol­ano a tare il tifo per lui. «Ah sì? Bene. li chi sarebbe que­sto Gascoigne?». Jean Paul Uith, tecnico della federazio­ne francese, ha sostenuto in tivù che lei perde sul rosso perché attacca poco, «Ha detto così? Beh, io credo di aver allaccilo, per il possibi­le almeno. Eppoi. chi sareb­be questo Lotti'».

G. Ivanisevic (Croazia n.4)-M. Filippini (Uruguay) 7-fi (7-•1).G-1, j . Couner (Usa n.2)-S Bniguera (Spagna n.7) G-3.fi-1 .Sampnis (Usa n i ) - 0. Pe-nv KcIdan i .rg ) 6-0,6-2; Ulwng i Usa i •«.'hi'snokov 6-3, ."-7. 7-5. IA' semifinali in pro­gramma oggi1 Sampras-lvani-sevic: Courier-Chang.

Basket azzurro Morandotti a casa per il cuore pazzo • • MILANO Messina come Ciampi? Il paragone può suo­nare irrispettoso, ma nella Na­zionale di basket nata ieri un pizzico di governo istituzionale c'è lutto. Messe fuori le vecchie facce il successore di Gamba ha infatti varato, sulla strada che porta agli Europei di Ger­mania, un manipolo di «tecni­ci». Scelti non in virtù di baro-nati e antichi titoli, ma in base alle risultanze ultime del cam­pionato.

Sono cosi usciti dal giro Bru-ruinionti (per scelta), Dell'A­gnello, Riva e Costa. Gente che aveva fatto molto per l'azzurro. Ma invctabilnienle destma'a -in caso di chiamata - a essere lasciata tra le quinte. E non so­no entrati nei 16 neanche Ma­gnifico e Morandotti. Entrambi per le condizioni fisiche ap­prossimative, anche se quella dell'ala bolognese è la solita storia abbastanza complessa.

Morandotti aveva chiuso il campionato in (orma strepito­sa, logica avrebbe voluto clic fosse chiamato tra squilli eli trombe. Ma un colloquio tra il ncocitl, il giocatore e il profes­sor Cani (il cardiologo che due anni fa, al termine della nota querelle, aveva firmalo l'i­doneità di Ricky) ha sconsi­

gliato la convocazione. Anche perché l'eventuale chiamata avrebbe avuto bisogno dell'im­primatur di un altro medico: quel professor Pastorello che a suo tempo si era schierato per uno stop definitivo e oggi ò consulente federale.

Messina porterà la squadra in ritiro a Folgana dal 23 al 29 maggio, e al primo rompete le righe già renderà nota la lista dei 12 prescelti. «Perché-dice - voglio affrontare con un gruppo definito le prime ami­chevoli e perché voglio dare alla squadra e a me qualche certezza in più». Ovviamente infortuni e scadimenti di forma potrebbero portare a ribaltoni dell'ultima ora. Ossia alla chia­mata di una delle riserve a ca­sa: Binelli, Ave nia e Bullara.

I convocati: Gentile (Pho-nola), Rossini (Clear), Col-debclla (Knorr), Iacopini (Benetton), Myers (Scavoli-ni), Mccolal (Roma), Boni (Bialclti), Pittis (Philips). Moretti (Knorr), Rosa (Clear), Tonut (Clcar), Via-nini (Bcmctton), Carerà (Knorr), Rusconi (Benet­ton), Cantarello (Stefanel), Frosini (Glaxo).

C1M.B.

E Courier si pente «Roma, I love you» e schianta Bruguera M ROMA Jirn il rosso sco­pre Roma, l'Europa e con un filo di voce, mentre si avvia negli spogliatoi dopo aver si­stemato Bruguera, confessa la sua semiconversione. «Ci sono cose in Europa che pos­sono essere migliori che negli Usa. Forse perché in genere non sono molto coraggioso, non ho spirilo d'avventura, quand'ero un ragazzino di­ciottenne arrivavo qui preve­nuto, carico di pregiudizi, de­sideroso soltanto di ritornare al più presto negli States. Poi mi si sono aperti gli occhi: è l'effetto del viaggiare. Tutto è diverso, l'architettura, lo stile di vita. A Barcellona, per esempio, alle dieci di sera de­vi ancora cenare. Negli Usa alle dieci si spengono le luci e la gente va a dormire. Sono differenze che sto comincian­do ad apprezzare. Oggi sono ben contento di venire a Ro­

ma» Ma il richiamo della ma­drepatria, soprattutto dello sport di casa, è lolle per .lim Couner. che appena esce dal campo vuole essere informa­lo dei risultali dei plav-off del­la Nba e che attende solo che parta il campionato di base­ball- «il mio sport preferito», informa. Il cOlO privalo di .lini il rosso diventa una pietanza prelibata nell'assenza di emozioni e sussulti agonistici. Il bombardiere della Florida ha appena superato il quarto di finale- due set appena con­tro lo spagnolo Bruguera, suo pallido doppione sul piano del gioco, troppo doppione e troppo pallido per potergli creare grattacapi. Così la nota più divertente di una partila dall'elevato lasso atletico e dalla totale assenza di spunti di classe, è la sonora fischiala clic Jirn il rosso si becca dal pubblico per un errore ma­

croscopico, una Volée spara­ta con rabbia per chiudere il punlo, col campo del tutto li­bero, ma finita dritta dritta nella rete.

Non è un finisseur Jirn il rosso; ma non lo è nessuno Ira gli uomini rimasti nei quarti di finale Goran Ivani-sevic va avanti con dei servizi micidiali, che superano i 190 chilometri orari; conlro Mar­celo Filippini, tennista uru-guagio, ha qualche difficoltà, deve rimontare un pericoloso 1-3 al tie-break, ma poi va avanti tranquillo e in due sei chiude la partita. Il compas-

Trentino, Fondriest già in forma Ciro Lite con Chiappucci • i ARCO (Trento) E ormai I' uomo da battere. Neil' ultima tappa del Giro del Tremino. Fondriest chiude a braccia al­zate davanti ad uno sconsolato e rabbuiato Chiappucci. Co­glie il decimo successo stagio­nale, la vittoria finale nella cor­sa a tappe e si propone come uno dei protagonisti del Giro d' Italia. In volala il trentino batte Chiappucci dopo venti chilo­metri di fuga. Un allungo ini­ziato sulle rampe dell'ultimo gran premio della montagna, poi vinto da Chiappucci che indossa la speciale maglia. Il terzo posto di tappa va al russo Konishev che regola il gruppo, mentre in generale è il vene­zuelano Sierra, vittorioso due anni fa. a salire sul podio. Per Chiappucci quello odierno è il sesto piazzamento stagionale, il secondo in gara a tappe do­po il Romandia. Nel dopo cor­sa l'ambiente si anima. Chiap­pucci si avvicina a Fondriest, lo fissa negli occhi e si allontana. La tappa di ieri deve avere la­scialo qualche strascico. Il Irenlino, interrogalo, getta ac­qua sul fuoco: «Non abbiamo litigato, ma discusso». Ma ap­pare chiaro che nel finale di corsa i due devono essersi chiariti le idee sul concitalo fi­nale di giovedì e sulla condotta

della Carrera di ieri. Fondriest è esplicito: «Quando mi sono fermato per fare pipì a Ponle Arche la Carrera ha lanciato I' attacco e allora nel finale mi sono detto 'tiro per vincere. È arrabbiato? C" è poco da arrab­biarsi - prosegue Fondriest- io non amo fare polemiche, ma è sempre Chiappucci a iniziarle. Sulla salita dell' ultimo gran premio della montagna tenta­va di scattare, pensava di stac­carmi ma gli sono rimasto a ruota. Potevo anche rimanere tranquillo e invece nell'ultimo chilometro mi sono messo a ti­rare. Poi abbiano proseguito verso il Iraguardo e a quattro chilometri dall'arrivo si è fer­malo. Martinelli gli ha detto di proseguire. Fosse stato corret­to lo avrei lasciato vincere, ma dopo quello che era avvenuto nei giorni scorsi ho tiralo per vincere».

Arrivo. 1) Fondriest in 1 ore M'09" alla media di km 39,662, 2ì Chiappucci a l". 3)Konyshev a 11", A) Calca-terra s'.t., 5) Molinari s.t.. 6) Rbcllin s.t., 7) Casugrande s t., S) Ghiroltos.t.,22) Bugno. Classifica. I ) Fondriest un 18 ore 1.T36" alla media di km 37,802. 2) Chiappucci a 11", 3) Sierra a 38", A ) Belli a 50". 5) Pantani a 54". 21 ) Bugno a 3'03".

salo Pele Sampras. che il la bellone pilola alla finale con Courier, sulla terra si trova co­me un oesce fuor d'acqua, ma riesce sempre a imporre le ragioni del suo gioco Mi­chael Chang. uscito indenne dalle bordale scagliategli contro da Andrea Gaudenzi. continua sulla sua strada di imperturbato regolarista, ma ha di fronte Andrei Chesno­kov, non meno regolarista di lui, che, al momento, appare il più in lorma dei concorren­ti, quello che potrebbe rega­lare una sorpresa al pubblico degli Internazionali

Operato Pagliuca. L'intervento è stato effettuato ieri dallo stali del prof. Chiappuz/o, medico sociale della Sampdona. Con­fermati i tempi di recupero. 40 giorni. 11 portiere potrà ripren­dere l'attività il !'J luglio giorno del raduno precampionato.

Bulgari dopati. Nikolai Raev e Daniel Ivanov, enlrambe meda­glie di bronzo ai mondiali indoor di atletica di Toronto, sono risultali positivi all'antidoping.

Play off rugby. Oggi a Treviso si gioca la semifinale di ritorno tra la Benetton Treviso e il Panto San Dona. I,a partila d'andata è stata vinta dai trevigiani per 27-28

Venables silurato. Terry Venables, direttore generale del Toite-nham HoLspur. uno dei club più gloriosi d'Inghilterra, pcrdis-sapon con il presidente Sugar.

Vuelta. IXJ svizzero Toni Rominger. leader della classifica, ha vinto la diciannovesima tappa, precedendo Cubino giunto a 34" e Zu Ile a-1-1", che è secondo in classifica a l'I 7".

Motomondiale. ftnne prove ufficiali a Salisburgo. Nelle 500cc il miglior tempo lo ha fallo segnare Doohan su Honda, per Ca-daìora fa fatto segnare il settimo tempo. Nelle 250cc il più ve­loce è stato Bradi davanti Romboni e Capirossi

Atalanta-Fiorentina Foqqia-San-iDdoria Genoa-Inter Lazio-Ancona Milan-Roma Pescara-Napoli Torino-Caqliari Udinese-Brescia Cosenza-Ascoli F. Andria-Venezia Monza-Piacenza Triestina-Empoli Acireale-Peruqia

1 X 1 2

2

1

1X

X

1

1

X 1 2

X

1

X 1

X 2 1

Primacorsa 22 1 X

Seconda corsa 22X 122

Terza corsa XX 12

Quarta corsa 2 2 1 X

Quinta corsa X1 12

Sesta corsa 1 X X 1 12

14* FESTA DE L'UNITA IN MONTAGNA NELLO STUPENDO SCENARIO DEL MONTE ROSA

3 - 1 1 LUGLIO 1993 VALLE DI GRESSONEY

G A B Y - P I N E T A CI.OOO m)

Si tiene dal 3 all'11 luglio 1993 la 14" Edizione della Festa de l'Unità in montagna, ed inserita nel circuito nazionale delle Feste.

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31244007 I versamenti vanno intestati a: Direzione del Pds, via delle Botteghe Oscure 4, Roma.

Un trionfo al Festival di Cannes

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