Paesaggi d’acqua e strutture dell’età del bronzo da Monte Vetrano (Salerno),

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PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA ATTI DEL DECIMO INCONTRO DI STUDI L’Etruria dal Paleolitico al Primo Ferro Lo stato delle ricerche volume I Centro Studi di Preistoria e Archeologia Milano

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PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA

ATTI DEL DECIMO INCONTRO DI STUDI

L’Etruria dal Paleolitico al Primo FerroLo stato delle ricerche

volume I

Centro Studi di Preistoria e ArcheologiaMilano

In copertina disegno di Ercole Negroni

Questo volume è stato stampato con il contributo dell’Università degli Studi di Milano

È vietata la riproduzione anche parziale a uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia non autorizzata.

ISBN 978-88-639-9083-6

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lo, Area del Termovalorizzatore di Saler-no: le indagini di archeologia preventiva e i risultati dello scavo archeologi-co, in Archeologia preventiva. Esperien-ze a confronto, Atti dell’Incontro di Studio, Salerno, 3 luglio 2010, a cura di M.L. Nava, in corso di stampa.

Paesaggi d’acqua e strutture dell’età del bronzo da Monte Vetrano (Salerno)1

* Dipartimento di Beni Culturali, Università degli Studi di Salerno.** Laboratorio CIRCE - Innova - Di-partimento di Scienze Ambientali del-la II Università di Napoli.1 Il testo e le immagini sono rielaborate da L. Cerchiai, A. Rossi, A. Santoriel-

A est del territorio di Salerno, al confine con i comuni di San Ci-priano Picentino e Giffoni Valle Piana, nel 2009 il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Salerno ha eseguito, sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, indagini archeologiche preventive alla costruzione del Termovalorizzatore. L’area, gravitante sulla riva destra del fiume Picentino, è racchiusa a ovest da Monte Ve-trano e a est dalle colline di Sardone.

Gli scavi hanno permesso di recuperare indizi su un insedia-mento dell’età del bronzo che occupa due terrazzi prospicienti il fiume Picentino, in particolare nella parte nord del terrazzo infe-riore, nel luogo è stato messo in luce un eccezionale apprestamen-to monumentale.

Il complesso, situato su un terrazzo lambito dal paleoalveo del fiume Picentino, occupa l’alveo di un modesto corso d’acqua che discendeva da sud verso l’alveo fluviale: al passaggio tra Bronzo Antico e Medio, esso è allargato e regolarizzato artificialmente per predisporre una sorta di canale che drena le acque provenienti da monte. Il canale, indagato per una lunghezza di m 28 e una lar-ghezza di m 4, raggiunge la profondità di m -2,50 rispetto alla sponda occidentale e borda con la sponda occidentale il terrazzo composto dal banco di tufo grigio.

Lo scavo ha consentito di distinguere le fasi d’uso del canale e i successivi riempimenti dovuti al passaggio d’acqua e al disfaci-mento delle pareti che hanno, in parte, colmato l’invaso, condizio-nando il deflusso delle acque.

Su questi strati, nel tratto meridionale del canale, sono state messe in luce alcune stele infisse lungo i bordi e lungo la parte mediana del corso d’acqua: esse presentano una forma tronco-pi-ramidale (in media cm 30 × 40 × 60) e sono realizzate sia in tufo grigio sia in un impasto di polvere di tufo integrata con argilla e piroclastiti. Il letto del canale, a sua volta, è obliterato da un crollo di blocchi di tufo, pertinente sia al banco di tufo sia probabilmen-te a strutture ubicate sul terrazzo sovrastante la sponda ovest. Su

Amedeo Rossi*Maria Grazia Barone* Nadia Villani* Carmine Lubritto**

Amedeo Rossi - Maria Grazia Barone - Nadia Villani - Carmine Lubritto

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Paesaggi d’acqua e strutture dell’età del bronzo da Monte Vetrano (Salerno)

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1. Salerno. Monte Vetrano. Trincea 17. A. Crollo dei blocchi visto da est; B. Il canale visto da nord con il crollo blocchi di tufo; C. Saggio nel canale visto da sud. Area delle stele. D. Vista da nord delle stele; E. Particolare di una stele. Selezione di alcuni materiali dal crollo dei blocchi. F. Tazza, US 296. QC3; G. Macina in pietra lavica, US 349; H. Sostegno a clessidra, US298. QC3; I. Tazza, US 311b.2 QC3; L. Tazza, Q.C3.

2 Le misure sono state effettuate me-diante tecnica AMS presso il labora-torio CIRCE - Innova - Dipartimento di Scienze Ambientali della II Univer-sità di Napoli.

di essa sono state riconosciute, infatti, le tracce di due strutture circolari: una consiste in una cavità ipogeica, con all’interno due pozzetti destinati a contenere acqua o a conservare derrate; l’altra è segnalata da intagli semicircolari nel banco tufaceo, che potreb-bero essere interpretati come cavo di fondazione. Sulla base di questa interpretazione è ipotizzabile che tali strutture potevano presentare un alzato in blocchi di forma tronco-conica: in seguito all’abbandono del canale e dell’area monumentale, l’acqua avreb-be eroso le sponde, provocandone il crollo all’interno dell’invaso. Sulla parte superiore dei crolli e sul fondo del canale sono stati recuperati frammenti di tazze carenate, di olle cordonate, di in-cannucciata riferibile a intonaci parietali e una macina in pietra lavica, che collocano tra l’età del bronzo antico (facies di Palma Campania) e medio I la fase di vita del complesso. Sebbene sia difficile precisarne la destinazione d’uso, è evidente che la prossi-mità del canale e, quindi, il ruolo svolto dall’acqua assumono un’importante funzione rispetto sia alla deposizione delle stele sia alle strutture circolari, che potrebbero configurarsi come abitazio-ni o apprestamenti destinati a un culto funerario o legato all’ac-qua. Negli ultimi giorni di scavo è stato rinvenuto, alla base del crollo dei blocchi e associato a una olla di impasto, il cranio di un individuo adulto non in giacitura primaria con altri resti ossei umani. Su di essi sono state effettuate misure al radiocarbonio che hanno proposto una data coerente con le evidenze archeologiche2. L’evidenza monumentale di Monte Vetrano, ancora da indagare nella sua complessità, rappresenta la traccia di un importante in-sediamento collocato sulla sponda occidentale del Picentino, nel punto in cui il letto del fiume si amplia e la morfologia sembra favorire la presenza di un approdo fluviale.

Amedeo Rossi - Maria Grazia Barone - Nadia Villani - Carmine Lubritto

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In via preliminare alla realizzazione del Termovalorizzatore nel comune di Sa-lerno, sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sa-lerno, Avellino, Benevento e Caserta e ai sensi di una convenzione stipulata con l’Amministrazione Comunale di Salerno, è stata condotta dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Salerno una campagna di scavo archeologico in un’area compresa tra le località Boscariello e Cupa di Siglia racchiuse a ovest dal monte Vetrano e a est dalle colline di Sardone. Gli scavi hanno permesso di recuperare indizi su un insediamento dell’età del bronzo che occupa due ter-razzi prospicienti il fiume Picentino. È stato individuato l’alveo di un modesto corso d’acqua che tra Bronzo Antico e Medio è stato allargato e regolarizzato artificialmente. Il canale è stato indagato per m 28 × 4 e raggiunge la profondi-tà di m -2,50 rispetto alla sponda occidentale. Lo scavo ha consentito di distin-guere le fasi d’uso del canale e i successivi riempimenti dovuti al passaggio d’acqua e al disfacimento delle pareti che hanno, in parte, colmato l’invaso, condizionando il deflusso delle acque. Su questi strati, nel tratto meridionale del canale, sono state messe in luce alcune stele in tufo grigio. Il letto del canale è obliterato da un crollo di blocchi di tufo, pertinente sia al banco di tufo sia a strutture ubicate sul terrazzo sovrastante la sponda ovest. Su di essa sono state riconosciute, infatti, le tracce di due strutture circolari. In seguito all’abbando-no del canale e dell’area monumentale, l’acqua avrebbe eroso le sponde, provo-candone il crollo all’interno dell’invaso. Il materiale rinvenuto colloca il com-plesso tra l’età del bronzo antico (facies di Palma Campania) e medio I. La presenza del canale e, quindi, il ruolo svolto dall’acqua assumono un’importan-te funzione e le strutture circolari potrebbero configurarsi come abitazioni o apprestamenti destinati a un culto funerario o legato all’acqua.

Before the realization of the Incinerator of the town of Salerno, it is carried out an archeological excavation by the Dipartimento dei Beni Culturali of Salerno University. The Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta watched over on it on the ground of an agreement with the Municipal Administration of Salerno. The archeological excavation lays in an area between Boscariello and Cupa di Siglia, surrounded on the West by Monte Vetrano and on the East by the Sardone hills. The excavations allowed evidence of a Bronze Age settlement, which occupies two terraces overlooking the river Picentino. It was found the bed of a small watercourse between the Early and Middle Bronze Age artificially enlarged and regularized. The canal has been in-vestigated for 4 × 28 m and reaches a depth of -2.50 m, so distinguishing the phases of use and the subsequent fillings of the canal due to the passage of water and to the disintegration of the walls which, in part, filled it conditioning the flow of water. Inside these couches, in the southern section of the channel, were some steles in gray tuff. The bed of the canal is obliterated by a collapse of blocks of tuff, related e both to the tuff bank both to the structures located on the terrace overlooking the west side. Here, in fact, traces of two circular structures were preserved. After the abandonment of the canal and of the monumental struc-tures, the water eroded the banks, causing the structure collapsing inside. The finds date the complex between the Early (facies of Palma Campania) and the Middle Bronze Age. The canal and, therefore, the role played by water take an important function and circular structures might be interpreted as functional for a funerary or connected with water cult.

Riassunto / Abstract