Introduzione a Sante De Sanctis La Psicologia dei Sogni, Antigone, Torino, 2006
Introduzione all’archeologia dei paesaggi
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Workshop Documentare l’Archeologia 4.0: strumenti e metodi per la costruzione di banche dati territoriali
Introduzione all’archeologia dei paesaggi Franco Cambi (Università di Siena)
Lunedì 5 maggio 2014 ore 10.00-18.00 Aula Prodi Dipartimento di Storia Culture Civiltà (DiSCi) Università di Bologna Piazza S. Giovanni in Monte, 2 - 40124 Bologna
Non paesaggio come contesto bensì geografia fisica,
ambiente, territorio.
Determinismo geografico. Ambiente
determina modi di vita, scelte insediative,
economie, in relazione a tecnologia e società
Approccio più significativo di questa
fase è quello antropogeografico.
Studio di distribuzioni di insediamenti e manufatti, viste come conseguenze dell'ambiente fisico-geografico.
Paesaggio o ambiente geografico: basi stabili e determinanti per lo sviluppo culturale.
Storie - Prima fase. Fine Ottocento – anni ‘50/’60 del
secolo scorso.
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In Italia: dai
wandering di
Thomas Ashby alle
più strutturate
indagini di John
Ward-Perkins in
Etruria meridionale
(1950-1970)
In Germania: Siedlungarchäologie –
Archäologie Landesaufnahme – Altlandschaftsforschung –
Vorgeschichtliche Anthropogeographie –
Kulturlandschaftsarchäologie (anni ‘80)
Field archaeology - Geographical archaeology (Osbert Crawford , Cyril Fox). Landscape/survey archaeology - Regional archaeology
Storie PAROLE CHIAVE
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Storie Seconda fase. New Archaeology o Archeologia processuale, anni ‘60-’70
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Approcci ecologici ed economici: paesaggio
= spazio in cui si trovano materie prime
e si organizzano produzioni e scambi
Processi insediativi, della produzione e della vita seguono
regole di efficienza/ razionalità ecologica
ed economica
–new archaeology (USA)
-spatial archaeology (GB)
Due grandi scuole
sviluppano i propri
approcci nell'ambito
dell'archeologia del
paesaggio:
General system
theory and human
behaviour (Binford)
Spatial
archaeology:
locational
analysis, central
place theory, rank
size theory
(Clarke)
Analytical
archaeology
(Clarke)
Settlement archaeology
(Willey)
Space, Adaptation, System, Behaviour
(L. Binford, D. Clarke)
Storie Secondo
Periodo
Anni ‘60-’70
New
Archaeology
PAROLE CHIAVE
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Paesaggio = artefatto con ruolo attivo nelle trasformazioni culturali
Approcci precedenti : "che cosa ha fatto
l'uomo al paesaggio “ (per sfruttarlo per le sue
esigenze esistenziali)
Archeologie post-processuali : "che cosa è (significa) il paesaggio
per l’uomo"
Influenze di geografia-
antropologia-sociologia
“Scientismo“
abbandonato
Abolizione dei grandi sistemi e dei grandi paradigmi nelle
scienze sociali ed umane
Storie. Terza fase: dai primi anni ‘80 in poi
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Storie. Terzo periodo - Archeologie post-processuali Opposizioni
PAROLE CHIAVE
Ecofatti - Antropofatti
Simboli-Significati vs. Homo faber/economicus
Percezione vs. Instrumentum
Place vs. space
Strategy, social praxis, power, ideology, symbols vs. human behaviour
Ashmore and Knapp 1999:
-constructed landscapes
-conceptualized landscapes
Ideational landscapes
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Il pubblico e noi A. Quatremère de Quincy (1796): “l’universo archeologico è fatto, oltre che di oggetti e di monumenti anche “di luoghi, di siti, di montagne, di cave, di strade antiche, di posizioni rispettive delle città in rovina, di rapporti geografici, di relazioni di tutti gli oggetti fra loro, di memorie, di tradizioni locali, di usi ancora esistenti, di paralleli e di accostamenti che non possono farsi che nel paese medesimo”.
Il contesto
-Spazio geografico determinato, risultante da una lunga serie di complesse esperienze storiche, che, in maniera diversa, hanno caratterizzato i diversi ambiti regionali o i diversi spazi locali. Paesaggi diversi, ora urbani ora rurali, rappresentano ciascuno il risultato dinamico degli effetti prodotti da diverse storie su diverse geografie. E’ la stratificazione a produrre cambiamenti e a plasmare paesaggi nella vita di un contesto spaziale. Insiders e Outsiders. Le comunità locali.
Contesto e paesaggi
Il paesaggio incontra il contesto in una dialettica dinamica e complessa legata agli spazi, alle tipologie di fonti e alle metodologie impiegate. Specularità di archeologia dei paesaggi (rurali) e archeologia urbana (dei paesaggi urbani).
Soggetti individuali e collettivi/sociali
-costruirono muri, pavimenti e strade, accumularono rifiuti, fecero, cioè, le azioni che
l’archeologo-stratigrafo chiama
U(nità) S(tratigrafiche)
-recinsero campi, tracciarono divisioni agrarie, cambiarono il corso dei fiumi,
costruirono case, capanne, villaggi e città, fatti che l’archeologo dei paesaggi chiama
Siti, quando riesce a identificare i minimi comuni denominatori.
Metodologie, procedure, tecnologie
Archeologia dei paesaggi
Romanzo di formazione assai composito, più composito di quello che presiede alla nascita della archeologia di scavo, almeno in Italia. Di questa formazione sarebbe utile, prima o poi, tentare di scrivere la storia, in una prospettiva, ovviamente, più europea che italiana. In essa trovano spazio apporti di varia natura, di cui il prevalente e più influente è certamente il principio della stratificazione archeologica, intesa nella sua più ampia accezione, di mentalità e di cultura (stratigrafica), resistendo alla pericolosa deriva verso gli stagni angusti delle normative procedurali e delle applicazioni tecnologiche.
Metodologie, procedure, tecnologie
Archeologia dei paesaggi
Metodo: stratigrafico (esattamente come lo scavo).
Esaminare retrospettivo (anamnesi) delle diverse fonti.
In un contesto complesso, come di norma sono quelli mediterranei, possono esistere complesse stratificazioni di fonti.
Vi sono contesti caratterizzati, in diversa misura, da questa o da quella tipologia di fonti oppure da questo o da quel gruppo di tipi di fonti.
Telerilevamento
Fotografie aeree
Documenti d’archivio
Monete Iscrizioni antiche Letterature antiche
Geomorfologia
Cartografie antiche
Antropologia culturale
Letterature moderne
Iconografia
Toponomastica
METODOLOGIA - ARCHEOLOGIA DEI PAESAGGI
Le fonti Ricognizione
Scavo stratigrafico
Metodologie, procedure, tecnologie
Valorizzare gli indizi
Gli archeologi sono consapevoli del fatto che si tratta di individuare quali possano essere, di volta in volta, i percorsi per valorizzare indizi che, se indizi comunque resteranno, meritano in ogni caso di esprimere il loro potenziale informativo, piccolo o grande che sia.
Questo può essere considerato uno dei principi di base della ricerca archeologica moderna, imprescindibile quando ci si avventuri sul terreno difficile della archeologia dei paesaggi, più spesso indiziario che probatorio.
Due opinioni … illustri
M. BLOCH, Apologie de l’histoire… La conoscenza di tutti i fatti umani del passato ha come sua prima caratteristica quella di essere una conoscenza “per via di tracce”; e queste tracce, ora materiali ora testuali, si prestano a interpretazioni anche eccessive. Il rischio è che una congettura diventi un dato…
A. MOMIGLIANO, Le regole del gioco nello studio della storia antica, ASNS ser. III, IV, 1973, 1183-1192 …due delle più serie tentazioni per uno storico sono di interpretare frettolosamente i testi e di dedurne conseguenze che i testi non ammettono. Ma è egualmente pericoloso illudersi che quanto non è mai documentato non è mai esistito…
Archeologia dei Paesaggi
Ricognizione
Remote sensing
Analisi di documentazione storica
Diagnostica archeologica
Analisi geomorfologiche
Analisi di fonti antiche
Ricognizioni particolari
Scavi
Geofisica
Altre tecnologie
Aerofotointerpretazione
Immagini satellitari
Documenti di archivio
Cartografia storica
Toponomastica
Geographical Informative System
Tecniche di rilievo digitale
Analisi etnoarcheologiche
Metodologia Procedure Tecnologie
Metodologie, procedure, tecnologie
Un “minimo comune denominatore” anche per lo studio dei paesaggi del passato?
Ri-partiamo dalla coerenza culturale:
-metodologia dello studio dei paesaggi,(approcci stratigrafico e geografico;)
-procedure;
-tecnologie.
Spezzando l’unità disciplinare di questi aspetti e instaurando artificiosamente la dittatura di un tipo di approccio/procedura/tecnologia
oppure di una classe di fonti o di documenti, si uccide la ricerca.
I diversi approcci, una volta separati, possono servire a dimostrare che lo studioso ha seguito normative burocraticamente corrette, non che ha istruito un reale processo conoscitivo.
La valle del Biferno,
titolo dell’edizione italiana, pubblicata nel 2001,
del volume A Mediterranean Valley (edito nel
1995). Esso costituisce l’esito delle indagini
condotte in Molise dall’equipe di G. Barker, fra il
1974 e la prima metà degli anni ’80.
Ricerca metodologicamente e teoricamente
avanzata ma tecnologicamente ancora arretrata.
Alcune, non necessarie, riflessioni per il futuro, partendo da tre articoli, più o meno recenti
1. Cherry 2003 2. Witcher 2006 3. Pollini 2006
John Cherry, 2003 CHERRY J.F. (2003), Archaeology beyond the Site: regional
Survey and Its Future, in PAPADOPOULOS J.K., LEVENTHAL R.M. (edd.) (2003), Theory and Practice in Mediterranean Archaeology: Old World and New Perspectives, Cotsen Institute of Archaeology, Un. of California, Los Angeles. 137-160. 1966 – 1998. Recensione su 15 riviste di impatto internazionale Su 6441 articoli consultati solo 420 (7%) parlano di survey. Sensibile incremento dai tardi ’70, crollo nel corso dei ’90. Great Divide (Renfrew, Snodgrass), ovvero diffondersi della influenza della N.A., con enfasi su quantificazione – campionatura – raccolta sistematica dei dati – spuni ambientali – approcci regionali.
1. Governo degli ulteriori affinamenti tecnologici (dal GIS alle
meta-ricerche)
2. La rivoluzione del remote sensing
3. Demografia e archeologia
4. Percezione della
archeologia
5. Beni archeologici e identità locali, storiche e non
Alcuni punti per il futuro
2. R. WITCHER (2006), Broken pots and meaningless dots? Surveying the rural landscapes of Roman Italy,
in “Papers of the British School at Rome” 2006, 39-72.
ASPETTI POSITIVI ASPETTI NEGATIVI LACUNE
incremento delle conoscenze e delle edizioni scientifiche
impostazione text-driven, processualismo, approccio marxista
ideologia, fenomenologia
comprensione dei caratteri dell'insediamento
povertà degli schemi teorici e interpretativi
percezione
sviluppi nelle procedure e nelle acquisizioni dei fossili-guida
scarsità negli approcci storici, economici e ambientali
potere e resistenza alla acculturazione
campionatura e GIS eccessi metodologici Identità e comunità
I grandi temi della ricerca fra gli anni ’70 e gli ‘80
La romanizzazione I paesaggi coloniali Il paesaggio delle ville Le fisionomie economiche e produttive dei paesaggi Paesaggi quantitativi e statistici
Nuovi temi di ricerca fra gli anni ’80 e i ‘90
I paesaggi preromani Prima della viabilità, delle divisioni agrarie, di un paesaggio pensato in termini essenzialmente razionali I paesaggi delle ville (variamente centrali e variamente periferiche) Dopo Settefinestre e durante Piazza Armerina: la media età imperiale e la tarda antichità
3. A. POLLINI (2006), Bibliographical note on the study of the territory in Magna Graecia, in “Workshop di Archeologia
Classica” 3, 2006, 74-93.
Un punto di vista più equilibrato Fatto positivo: creazione di straordinari archivi multimediali che consentono l’integrazione di parametri geografici e di dati archeologici e di elaborare i dati in maniera complessiva e sistematica per descrivere le trasformazioni del paesaggio (New Geography). Fatto negativo: eccessiva tendenza a formalizzare i dati fino a omologarli e a normalizzarli. Il mainstream attuale (ancora post-processuale), punta soprattutto sulla descrizione degli aspetti socio-simbolici e degli elementi di rappresentazione dello spazio. Prioritaria una fase di umanizzazione del GIS, integrando il GIS con la percezione antica del paesaggio ma senza trascurare l’analisi letteraria dei testi e la documentazione iconografica.
Una ecologia della ricerca Punti di riferimento per una archeologia dei
paesaggi italiana
La Landscape Archaeology britannica La stratigrafia come base solida per tutte le metodologie L’anatomia della scimmia e l’analisi marxiana matura I frutti migliori della storiografia italiana: dalla Storia d’Italia alla Storia di Roma
Le aree di intervento. La tutela dei Beni Culturali
Corridoio Autostradale Tirrenico Civitavecchia-Rosignano Marittimo Valutazione impatto archeologico
Città etrusca di Doganella
La ricerca nella Valle
dell’Albegna (1978-1985) ha
generato tutela (2003-2004)
Oggi: verso il recupero delle variabilità e dei significati
I siti non sono semplici puntini neri o rossi su una carta di fase Periodi deboli - Luoghi di culto - Paesaggi trans-materiali Verso una globalità delle fonti e un approccio globale ai paesaggi antichi Il contributo degli studi sui paesaggi greci e greco-occidentali (R. Osborne, J. Carter, E. Greco…)
Oggi: verso il recupero delle variabilità e dei significati
Una rete di insediamenti etruschi e romani assume un significato particolare, se contestualizzata in uno spazio ampio e in un tempo lungo. Si può scoprire che la formazione di quei paesaggi è strettamente collegata ad un grande santuario montano
Sfide
Archeologia globale
dei paesaggi
Tutela-
Analisi
Ricerca-
Elaborazione
Didattica-
Sintesi-
Ricostruzione
ComunicazioneNarrazione
Capraria insula
Ilva insula
Bolgheri
Puntone
Donoratico
Bagnaccio
Podere il Bagno
Bagno del Morbo
Vecchienne
Caecina fl.
Sassofortino
Vetulonia
Alma
Prilis
lacus
Umbro
flumen
POPULONIA
Venaria insula
Scabris
Falesia
ager Volaterranus
ager Rusellanus
Narrare paesaggi antichi in un territorio complesso (metropolitano e insulare): Populonia
Populonia e il suo hinterland fra I secolo a.C. e I secolo d.C. (secondo Strabone e secondo le nostre ricerche)
thynnoskopeion
Oggi: Punta delle Tonnarelle
cetariae neosoikoi
Il manifesto territorialista
… Approccio territorialista. Questo approccio ha posto al centro dell’attenzione disciplinare il territorio come bene comune nella sua identità storica, culturale, sociale, ambientale, produttiva e il paesaggio in quanto sua manifestazione sensibile. Significato di “identità” si rimanda al punto 6 del paragrafo “I principi”. Il luogo e i valori patrimoniali che in esso abbiamo ricercato per costruire territorialità, progetto e governo del territorio, finalizzati alla qualità dell’abitare e al benessere sociale, ha costituito il riferimento unificante per studiosi "topofili" di diverse discipline: urbanisti, architetti, designers, ecologi, geografi, antropologi, sociologi, storici, economisti, scienziati
della terra, geofilosofi, agronomi, archeologi …
Il manifesto territorialista
Il contesto in cui nasce l’esigenza di una ricomposizione dei saperi intorno ad un approccio “territorialista”, vale a dire un approccio “umanistico” attento alla cultura dei luoghi, è caratterizzato da una molteplicità di fattori critici fra i quali: - crescente distacco dei fini della crescita economica dai fini relativi alla realizzazione del benessere sociale. -Incapacità di integrare organicamente le problematiche territoriali (ignoranza o rifiuto dell’idea di coevoluzione del processo produttivo e distributivo con l’evoluzione culturale). - … -gigantesco processo di rimozione, marginalizzazione, degrado e -decontestualizzazione dei luoghi, dei paesaggi, degli ambienti di vita delle popolazioni e delle relazioni conviviali di prossimità mediante la crescita esponenziale di una seconda natura artificiale, di sterminate urbanizzazioni posturbane, e la riduzione del territorio a mero supporto -delle attività economiche
Il manifesto territorialista
I principi A partire da questi elementi di contesto che motivano fortemente la necessità di una ricomposizione dei saperi, il confronto fra “territorialisti” assume alcuni postulati di fondo: 1. Il territorio, in quanto prodotto della cultura materiale, è esito di processi coevolutivi di lunga durata fra insediamento umano e ambiente …ogni volta trasformato da un progetto culturale di una civilizzazione, che può riprodurne o accrescerne (coevoluzione costruttiva) oppure deprimerne (dominio distruttivo) il valore patrimoniale. Il progetto territorialista …si occupa, nella società contemporanea fortemente deterritorializzante, di produrre valore aggiunto territoriale, con la finalità di aumentare il benessere individuale e sociale di coloro che lo abitano, vi lavorano o lo percorrono.
Il manifesto territorialista
2. …il territorio non … soltanto come “inerte supporto” di relazioni sociali (economiche, politiche, intersoggettive), né soltanto come una parte dell’ecosistema terrestre… ma anche … sistema vivente ad alta complessità che è prodotto dall’incontro fra eventi culturali e natura…composto da luoghi (o regioni) dotati di identità, storia, carattere, struttura di lungo periodo. In questa accezione occorre ribadire: a) inscindibilità di natura e cultura e legame interattivo delle società umane con la terra…Questo legame inscindibile richiede il definitivo superamento della divisione dicotomica del territorio in spazi naturali e spazi antropizzati; b) inscindibilità fra territorio e storia. Per definizione il territorio ha sempre e non può non avere una sua profondità storica che interviene attivamente nella nostra esistenza individuale e collettiva nei processi mentali, linguistici, percettivi, sensoriali…
Il manifesto territorialista
3. capitale o patrimonio immateriale; patrimonio che è un deposito di saperi, comprensivo di capitale sociale, saper fare contestuale, capitale cognitivo locale, atmosfere industriali, capacità imprenditoriale e istituzionale locale, sistemi locali riproduttivi, stili di vita, caratteri identitari del milieu…
4. Dopo la svolta ecologista della metà del secolo scorso e le sue ricadute deterministiche…necessario ricostruire i rapporti tra naturalità, ruralità e urbanità,… occorre portare l'attenzione sulla diversità bio-culturale che anima le dinamiche territoriali stimolandone i processi interattivi. Necessario spostamento d'attenzione dalla bio-diversità (oggetto delle attuali alla socio-diversità: diversità storicamente e culturalmente determinate in cui si situano le scelte della società contemporanea.
Il manifesto territorialista
5. La dimensione locale è fondamentale. 6. Il rapporto appropriato fra chiusura e apertura di un sistema locale fa si che l’identità non sia da intendersi come una costruzione immobile, una eredità da trasmettere invariata, ma come una realtà dinamica, di lungo periodo, proiettata nel futuro. L’identità locale è innanzi tutto una potenzialità, una chance, un progetto. L’identità locale che guarda al futuro è più importante di quella che guarda solo al passato. 7. Nella costruzione di un progetto identitario solidale e dinamico assumono un ruolo diretto e imprescindibile gli abitanti e i loro stili di vita.
Il manifesto territorialista
8. Lo sviluppo della società locale costituisce la declinazione antieconomicistica del termine “sviluppo” e non a caso la qualità del’ambiente naturale, sociale e del paesaggio vi assume importanza crescente. Ciò che deve decrescere: dominio delle relazioni economiche globali, il consumo di risorse e di suolo, di energia, di ambiente, di relazioni di prossimità Ciò che deve crescere: cittadinanza attiva, la coscienza di luogo, gli stili di vita peculiari, sistemi economici a base locale fondati sulla valorizzazione del patrimonio, i saperi contestuali per la cura del territorio e la riproduzione della vita, qualità dei paesaggi urbani e rurali contestualizzati, forme di sostegno reciproco degli abitanti…
Il manifesto territorialista
• http://www.societadeiterritorialisti.it/images/DOCUMENTI/SUMMER_SCHOOL/locandina_summ_school_a3_sito.pdf
http://www.societadeiterritorialisti.it/