Georges De Canino. Paesaggi romani. Le case dell'arte/la città dell'arte
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GEORGES DE CANINO
paesaggi romani le case dellartela cittagrave dellarte
AAM COOP ARCHITETTURA ARTE MODERNA ROMA
()uesta mostra egrave dedicata a Edmond Jabi~
Biografia
GEORGES DE CANINO nato a Tunisi nel 1952 vive c opera a Roma La sua vita e attivitagrave artistica sono costantemiddot mente marcate di incontri fondamentali con almiddot cuni protagonisti dei suoi due mondi la pittura e la poesia Aldo Palazzeschi Arnaldo Ginna Francesco Cangiullo Primo Conti Ferruccio Ferrazzi Giorgio De Chirico Sandro Penna Philippe Soupault Giorgio Vigolo Altri incontri ideali al di lagrave del tempo realizmiddot zati nella ricerca poetica e nella raffigurazione vis iva da Giacomo Balla a Reneacute Crevel da Laushytreacuteamont a Rimbaud rapportano la sua stor ia in altre c tan te s torie lungo un itinerario idea le di riscopena del segno del mi to su lla linea roshymantica e visionaria per una tota litagrave c prospetmiddot tiva totalizzante dei vari linguaggi dellarte Sono state organizzate esposizioni monografimiddot che a Charleville nell974 e a Beit Lohamei Hamiddot ghetaot nel 1977 Una pane della sua produzione graficomiddot pillorica fusa a documenti e reliquie di depormiddot talionc e di guerra continua permanentemente ad essere esposta in manifestazioni per la pace La Comunitagrave Israelitica di Roma ha presentamiddot lo in a lcune esposizioni (1983198511986) le opemiddot re di dc Canino ispirate ai temi della Bibbia e della trad izione ebraica
Bibliografia
La morte e la vita 1980 Hommagc agrave Rimbaud 1982 Odyssee de la couleur 1982 Gcorges de Canino 1984 Anagrammi del corpo 1985 La monorah della pace 1986
Roma l febbraio27 febbraio 1988 Le fotografie delle opere sono di Mario Gerardi
Francesco Moschini La piuura come memoriaLa pillura come incontro
Ho conosciuto Georges de Canino a ll inizio dcmiddot gli anni 70 proprio grazie ad una mostra che egli stesso aveva curato in una galleria che con molto coraggio si era inventato in un quartiere davvero impensabile anche per me che allora ancora non conoscevo bene Roma e che solo piugrave tardi avrei imparato a conoscere e ad amashyre li quartiere era quello di Monte Sacro con il suo sopravvissuto decoro piccolo borghese mcshyscolato a l vigoroso eclettismo delle architellumiddot re di G Giovannoni con le sue patetiche a llushysioni al lidea di cittagrave giardino di tradizione anmiddot glosassonc ma giagrave assediato dalle mefitiche comiddot nurbazioni dei primi anni 60 da quei laquoSaldashymenti raquo archite llonici che avrebbero soffocato anche le bull isoleraquo di piugrave felice espansione della cillagrave Eppure la sua condizione di nuova fronshytiera urbana lo collocava in una dimensione di limite estremo ancora riconoscibile da cui partire allavventura per quelle bullincursionibull che dietro suggestioni leuerarie avrei iniziato a compiere nei vicini quartieri del Tufello o di Val Melaina desolati nel loro abbandono ma fieri ne lla loro amara poeticitagrave La galleria che G de Canino vi aveva aperto si chiamava laquoBashyteau lvreraquo cd il c lima che vi s i respirava e ra quello di una morbosa voglia di poes ia diffusa davvero insolita per quegli anni ed in una conshydizione cosl defilata rispetto allufficialitagrave quando tutti pensavamo asorrosianamcnte che ai poeti si sarebbero dovute bullgelare le parole in boccaraquo Anche la prima mostra che vidi in quelshylo spazio espositivo dedicata ad un comune amico e compagno di universitagrave era una sorta di viaggio ossessivo nei meandri della visionashyrietagrave e della s imbolicitagrave A quel solitario artis ta che era Rodolfo Alidori di cui avrei imparato piugrave ta rdi ad apprezzare i lunghi s ilenzi che rashysentavano lafasia G de Canino credo avesse proprio s trappato quella mostra costringendomiddot lo lui cosi schivo ad uscire allo scoperto amoshysumiddotarc anche lindicibile s ino a mettere ordine a lla sconncssione dei suoi pensie ri delle sue rishyflessioni forzando io un solida impalcatura teorica e visiva c iograve che Alidori voleva mantencmiddot re destruuurato frammentario e disseminato Ed egrave proprio a partire da quella prima nostra occasione di incontro che mi si egrave chiarito il senshyso del lavoro di G de Canino la sua vocazione rabdomantica quella sua voglia di calarsi vi tamiddot listicamente nel privato delle cose delle persomiddot ne e delle s ituazioni piugrave diverse costringendo anche gli amici ad entrare in tutti quei suoi unimiddot versi che egli s i andava costruendo a partire dai suoi sodalizi con personaggi eli cui egli s i s forzava eli ricreare una bullstoria infinitaraquo enshytrando nella loro quotidianeitagrave e facendo loro intravvedere una sorta di continuitagrave proprio attraverso se stesso il suo lavoro e la sua preshy
murosa abncgaziune Ora che molti di quei personaggi con cui aveva costruito un sodalizio sul piano umano oltremiddot cheacute cu lturale sono scomparsi non egrave un caso che G de Canino abbia voluto cimentarsi con un tema cosl estraneo al suo itineralio artistimiddot co almeno fino ad oggi come quello dei paeshysaggi urbani partendo proprio da una ricognishyzione su Roma che egli ci res tituisce per framshymenti Roma come insieme di luoghi delle sue private memorie ma soprattullo come serie di fotogramm i e come sequenza filmica di scenari delle storie intcssute da quanti hanno trovato in ques ta cittagrave il luogo ideale delle loro avvenshyture culturali delle loro sedimentazioni storimiddot che e socia li infine delle loro attese e delle loshyro speranze Ma la novitagrave dellattuale ricerca di G de Canino non egrave tanto da individuarsi nel prorompere allinterno del suo lavoro di una esasperata figurazione dopo anni di scompagishynamenti visivi di gestualitagrave dissacratorie di puii segni che dovevano trasmutarsi in poesia visiva se non in testimonianze di sola musica limiddot Lagrave Del resto giagrave figurativi erano s tati i suoi esordi pittorici almeno fino ai primi anni 70 ma allora le sue predilezioni andavano acl una consolatoria visione classicheggiante del mon shydo declinata su estenuanti registri di memoria ellenistica Quelle sue idealizzate figurazioni affioravano come frammenti archeologici da improbabili paesaggi resi troppo astratti per poterle accogliere e _quasi inospitali nei loro aciduli impasti cromatici per cui esse erano costrette a presentarsi nello spazio fin troppo costretto della ribalta vis iva con lesibita proshytervia della lobullmiddoto sensualitagrave ma nello s tesso tempo con la consapevolezza della loro evanemiddot scenza del loro essere soltanto delle comparse delle fugaci apparizioni delle proiezioni di pumiddot re mitologie dellinconscio Se pure per un aLLimiddot m o erano s tate trattenute e fissate da una ma shyno sapiente che le aveva rese fin troppo reali nella loro insis tita terrena veritagrave la loro levigamiddot tezza la loro compiutezza formale e quel vuoto incolmabilc che lasciavano presagire attorno a seacute sembravano soltanto indicare la loro inatmiddot tualitagrave se non la loro distanza dal mondo Propdo per questo negli s tessi anni G de Camiddot nino affidava al solo disegno quanto gli semshybrava Iimanere inespresso nella pittura quella sua voglia c ioegrave di misurarsi con il quotidiano che solo nell immediatezza di un segno veloce e pieno di umori potesse restituire dignitagrave ad un gesto o nobiltagrave a lle cose fissate ed enfatizzate con uno sguardo ravvicinato che annullava le distanze faceva perdere loro ogni parvenza di totalitagrave ma le collocava in una dimensione di narrazione con tinua di una discorsivitagrave in cui anche il banale riusciva a trovare un proprio
urutn iru111cu ~e non una propria lgglltimashyzionc Certo le suggestioni culturali di quegli anni per un giovane artista che iniziamiddota allora il proprio apprendistato sembravano dOersi indiriaare su ben altri fronti ptmiddotoprio per il conccuualismo dilagante come nuovo ordine raliocinante dopo gli estremismi dellinformashyle freddo e dellarte povera o su un altro fronshyte per lestenuante riduzionjsmo della pittura che tautologicameme rifletteva su se stessa sui suoi modi d i costituirsi Eppure allora coshymc anche oggi G de Canino in una condizione lthl tutto la terale volutamente fuori dai circuishyti delle mode correnti spiazzava la propria rishycerca coltivando e costruendosi universi assoshylutamente inusuali popolati di personaggi che solo la sua caparbia acribia gli faceva scovare costringendoli amorevolmente a vivere nuoe c imprcistc stagioni a prolungare gli effelli delshyle loro pur lontane battaglie l suoi riferimcti culturali potevano spaziare dalla superba vishysionarietagrave di O Redon per recuperarne il simshybolismo piuuosto che il gusto per le stranezze di sapore prc-surrealista ai baglio-i matcrici di G Morcau sfrondati del loro delirante mis t ishycismo allo spcrimenta lismo d i fde Pisis r inshytraccia to piugrave nel pacato intimismo dci suoi dishysegni di figura che non nelle sue accensioni di una matcricitagrave fatta deflagrare Ma quelle sue fissazioni figurative potevano altresl fluuuare tra le lcltcrarietagrave delle sue predilezioni poetishyche da Rimbaud a Lautreacuteamont in un intrecshycio di storie diverse con il coraggio dcllalzarshydo e della contaminazione dei linguaggi in noshyme di una perseguita ricerca di unitagrave di tulle le ani E proprio in questa chjave va letta quella lunga stagione in cui G de Canino con una sorta di furono iconoclasta ha rinunciato allimmagine nel suo lavoro per ridur re a puro segno a gesto corros ivo il suo universo figurativo quasi si trattasse di cancellare la sua memoria per -ishypartire da un grado zero della pittura che solo un radicale capovolgimento poteva permcllcrc in vista di una rifondazione del senso del suo continuare a dipingere Solo a partirt da queshysta tabula rasa era possibile recuperare credishybilitagrave alla sua ostinazione pittorica che restishytuisse valore civile alla sua militanza artistica Ed egrave proprio questa la grande conquista del lashyvoro piugrave recente di G de Canino laver saputo uscire dalle ristrettezze dellinfinito intrattcnishymento in nome dellesclusivo piaccrmiddote del testo per imprimere alla propria ricerca una spin ta etica fondata sulla r iscoperta coscienza della propria memoria storica civile c polit ica E se la memoria come egli sembra indicare passa auravtrso la ricordanza anche piugrave privata non saragrave certo per nostalgia che lo sguardo egrave stato rivolto allindietro ma per ridare senso c valoshyre a cose dimenticate o archiviate troppo in fretta o peggio forzate in interprctationi di comodo c devianti al punto di far smarrire il senso stesso di un percorso Se tutto ciograve preshysupporragrave labbandono dei livelli di confronto piugrave alto per scivolare nellintimismo di segnali sempre piugrave parziali da decifrare solo apparenshytemente piugrave inessenziali ancora una volta anshydragrave letta come operazione coraggiosa ques ta voglia di confrontarsi d i rovesciars i di negarshysi per poi riconoscersi in una sotterranea conshytinuitagrave allinterno di una storia infinita da coshystruirsi proprio attraverso tante piccole storie
amhc le piu minute lt piugrave abili da dtdfrar le piugrave inutili alle bullmagnifiche sorti e progressishyve dellumanitagravebull Egrave significativo allora che la nuomiddota stagione creativa di G de Canino operi questo restringimento di campo concentrandoshysi su due soli temi quello del paesaggio e quelshylo del ritratto-omaggio entrambi tesi alla indishyviduazione non certo di nuove strade da intrashyprendere allinterno di due generi giagrave cosigrave conshysolidati ma alla resti tuzione come in uno specshychio di una iden titagrave cultura le e sociale che ponshyga come necessitagrave indifferibile una bullcillagrave dell arteraquo come insieme di bullcase dellarte senshyza propensioni idealistiche e senza attese di una palingencsi fina le ma come superstite forshyma di sopravvivenza riposta su poche cose preshycise riconoscibili c confrontabili Egrave a partire da queste dalla loro precisa identishytagrave che si puograve prefigurare ogni possibile mutashymento dalla loro forza persuasiva dal loro reshyciproco rafforzamento Per questo la serie dei paesaggi romani puograve leggersi come unitario ritratto-omaggio alla cittagrave ridotta come si preshysenta a pochi luoghi precisi ripresi come variashyzion i sul tema nella fissi tagrave e nell immobilitagrave che li cara tterizza nonostan te il ven to che semshybra agi tarli c nonostante che la bullripresaraquo avshyvenga lungo il corso del Tevere o che il taglio della veduta parta sempre dallacqua del fiushyme Quegli angeli o quei demoni che fanno la loshyro comparsa tra quei paesaggi familiari per il Iom peso nella tradizione figurativa eppure cosigrave diversi per la loro nuova violenza caricatushyrale cosigrave come le piugrave rare comparse simbolishyche o le scritte ebraiche riconducono questi rishytralfi urbani a programma privi di qualsiasi caduta nelledulcorato sentimentalismo vedutishysta Questo almeno sembrano indicare la loro evidenziata scrialitagrave la loro deformante visioshynarietagrave che fa sembrare quei d iversi luoghi un unico luogo il teatro intimo in c ui s i consumashyno le piccole storie come le grandi avventure dci personaggi cui lartista ha dedicato un omaggio-ritratto Questi ultimi come giagrave avveshyniva per i paesaggi urbani possono leggersi nel loro reciproco quei volti quelle figure e quelle caricature si trasmutano sino a diventare essi stessi paesaggi agitati anchessi dalle diverlgte presenze simboliche dagli stravolgimenti della rmiddotipresa ravvicinata dalla memoria smarrita della loro determinazione iniziale dagli eccessi di annotazioni che li accompagnano per radicashyre ogni personaggio ad un luogo particolare che egrave della mente ma egrave anche una particolare memoria urbana Non saragrave allora come nei rishytratti di consolidata tradizione la verosimishyglianza tra il soggetto c la sua raffigurazione a far decidere della corretta restituzione di ciograve che si richiede ad un ritratto pur trattandosi in questo caso di un omaggio in libertagrave ma laderenza a ciograve che ci piace ricordare di quei nomi cui abbiamo legato storie e memorie E lo spirito del tempo in cui si collocano quei persoshynaggi ed i loro privati universi di cui G de Cashynino ci rende testimonianza a restituirei il senshyso del loro essere stati c del nostro essere nel mondo Quei fragili appunti allora che come tracce e segnali di un passaggio accompagnano come testimon ianzltl d iretta la resa della loro immagine-paesaggio non potragrave che darsi come segno di sottolineata d istanza temporale che come prova di fil i interrotti da riannodare di sentieri intcrrolli da riprendere
La nolte e la piramjde 1986 tecnica mista su cartone
Lungolevere 1986 1987 tecnica mista su cartone
Castel SantAngelo 19861987 tecnica mista su cartone
Tevere 1987 tecnica mista su cartone
Lungotevcre 1987 tecnica mista su cartone
Ponte Milvio 1987 tecnica mista su cartone
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Isola TiberinaFelice donola vita mia Sandro Penna 1987 tecnica mista su cartone
Isola TiberinaCirce (Giorgio Vigolo) 1987 tecnica mista su cartone
LIsola Ti 1986 1987bentna e lAngelo Ebecmca mist reoa su cartone
La casa dellopera Giacomo Balla 1987 olio su te la
Mario Verdone e il pittore futurista Pcruzzi 1980
Luce cd Elica Balla e Jeanne Fori Sevcrini 1979
La casa del tempo Primo Conti 1987 olio su tela
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Un ricordo della Prima Guerra Mondiale Prmiddotimo Conti e Georges de Canino
La casa della vita Ferruccio Ferrazzi
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Lettera di F F middot eJ razzi a Georges de Canino 1977
La casa del sogno Edita Broglio 1987 olio su te la
Edi ta Broglio e Antonello Trombadori foto di Sergio Ceccotti 1973
La casa del lartista La casa degli amici Giorgio De Chirico 1987 Francesco Cangiullo 1987 olio su tela olio su tela
GIORGIO DE CHIRICO bull cu~ di G de CANINO
LORA INOUIET ANTE VALO RI PLASTICI
Per i novantanni di De Chirico
LIVORNO ---- Hotel PIIIUO - middotmiddot 111 ~ t
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Cartolina di Cangiullo a Georges de Canino 1975 1987
La casa della musica Il Tempio del cielo Goffredo Petrassi 1987 Elio Toaff 1987 olio su tela olio su tela
Goffredo Petrassi e Il Prof Elio Toaff Giulio Carlo Argan 1986 Rabbino Capo di Roma 1985
La casa della notte Sergio Ceccotti 1987 olio su tela
Ed ita Broglio e Sergio Ceccotti
La casa dellamore Orfeo 1987 olio su tela
PHILIPPE SOUPAULT
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aux-fones dc GEORGES de CANINO
SERGIO CECCOITI
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Edizione per RomaSoupault 1983 1973
()uesta mostra egrave dedicata a Edmond Jabi~
Biografia
GEORGES DE CANINO nato a Tunisi nel 1952 vive c opera a Roma La sua vita e attivitagrave artistica sono costantemiddot mente marcate di incontri fondamentali con almiddot cuni protagonisti dei suoi due mondi la pittura e la poesia Aldo Palazzeschi Arnaldo Ginna Francesco Cangiullo Primo Conti Ferruccio Ferrazzi Giorgio De Chirico Sandro Penna Philippe Soupault Giorgio Vigolo Altri incontri ideali al di lagrave del tempo realizmiddot zati nella ricerca poetica e nella raffigurazione vis iva da Giacomo Balla a Reneacute Crevel da Laushytreacuteamont a Rimbaud rapportano la sua stor ia in altre c tan te s torie lungo un itinerario idea le di riscopena del segno del mi to su lla linea roshymantica e visionaria per una tota litagrave c prospetmiddot tiva totalizzante dei vari linguaggi dellarte Sono state organizzate esposizioni monografimiddot che a Charleville nell974 e a Beit Lohamei Hamiddot ghetaot nel 1977 Una pane della sua produzione graficomiddot pillorica fusa a documenti e reliquie di depormiddot talionc e di guerra continua permanentemente ad essere esposta in manifestazioni per la pace La Comunitagrave Israelitica di Roma ha presentamiddot lo in a lcune esposizioni (1983198511986) le opemiddot re di dc Canino ispirate ai temi della Bibbia e della trad izione ebraica
Bibliografia
La morte e la vita 1980 Hommagc agrave Rimbaud 1982 Odyssee de la couleur 1982 Gcorges de Canino 1984 Anagrammi del corpo 1985 La monorah della pace 1986
Roma l febbraio27 febbraio 1988 Le fotografie delle opere sono di Mario Gerardi
Francesco Moschini La piuura come memoriaLa pillura come incontro
Ho conosciuto Georges de Canino a ll inizio dcmiddot gli anni 70 proprio grazie ad una mostra che egli stesso aveva curato in una galleria che con molto coraggio si era inventato in un quartiere davvero impensabile anche per me che allora ancora non conoscevo bene Roma e che solo piugrave tardi avrei imparato a conoscere e ad amashyre li quartiere era quello di Monte Sacro con il suo sopravvissuto decoro piccolo borghese mcshyscolato a l vigoroso eclettismo delle architellumiddot re di G Giovannoni con le sue patetiche a llushysioni al lidea di cittagrave giardino di tradizione anmiddot glosassonc ma giagrave assediato dalle mefitiche comiddot nurbazioni dei primi anni 60 da quei laquoSaldashymenti raquo archite llonici che avrebbero soffocato anche le bull isoleraquo di piugrave felice espansione della cillagrave Eppure la sua condizione di nuova fronshytiera urbana lo collocava in una dimensione di limite estremo ancora riconoscibile da cui partire allavventura per quelle bullincursionibull che dietro suggestioni leuerarie avrei iniziato a compiere nei vicini quartieri del Tufello o di Val Melaina desolati nel loro abbandono ma fieri ne lla loro amara poeticitagrave La galleria che G de Canino vi aveva aperto si chiamava laquoBashyteau lvreraquo cd il c lima che vi s i respirava e ra quello di una morbosa voglia di poes ia diffusa davvero insolita per quegli anni ed in una conshydizione cosl defilata rispetto allufficialitagrave quando tutti pensavamo asorrosianamcnte che ai poeti si sarebbero dovute bullgelare le parole in boccaraquo Anche la prima mostra che vidi in quelshylo spazio espositivo dedicata ad un comune amico e compagno di universitagrave era una sorta di viaggio ossessivo nei meandri della visionashyrietagrave e della s imbolicitagrave A quel solitario artis ta che era Rodolfo Alidori di cui avrei imparato piugrave ta rdi ad apprezzare i lunghi s ilenzi che rashysentavano lafasia G de Canino credo avesse proprio s trappato quella mostra costringendomiddot lo lui cosi schivo ad uscire allo scoperto amoshysumiddotarc anche lindicibile s ino a mettere ordine a lla sconncssione dei suoi pensie ri delle sue rishyflessioni forzando io un solida impalcatura teorica e visiva c iograve che Alidori voleva mantencmiddot re destruuurato frammentario e disseminato Ed egrave proprio a partire da quella prima nostra occasione di incontro che mi si egrave chiarito il senshyso del lavoro di G de Canino la sua vocazione rabdomantica quella sua voglia di calarsi vi tamiddot listicamente nel privato delle cose delle persomiddot ne e delle s ituazioni piugrave diverse costringendo anche gli amici ad entrare in tutti quei suoi unimiddot versi che egli s i andava costruendo a partire dai suoi sodalizi con personaggi eli cui egli s i s forzava eli ricreare una bullstoria infinitaraquo enshytrando nella loro quotidianeitagrave e facendo loro intravvedere una sorta di continuitagrave proprio attraverso se stesso il suo lavoro e la sua preshy
murosa abncgaziune Ora che molti di quei personaggi con cui aveva costruito un sodalizio sul piano umano oltremiddot cheacute cu lturale sono scomparsi non egrave un caso che G de Canino abbia voluto cimentarsi con un tema cosl estraneo al suo itineralio artistimiddot co almeno fino ad oggi come quello dei paeshysaggi urbani partendo proprio da una ricognishyzione su Roma che egli ci res tituisce per framshymenti Roma come insieme di luoghi delle sue private memorie ma soprattullo come serie di fotogramm i e come sequenza filmica di scenari delle storie intcssute da quanti hanno trovato in ques ta cittagrave il luogo ideale delle loro avvenshyture culturali delle loro sedimentazioni storimiddot che e socia li infine delle loro attese e delle loshyro speranze Ma la novitagrave dellattuale ricerca di G de Canino non egrave tanto da individuarsi nel prorompere allinterno del suo lavoro di una esasperata figurazione dopo anni di scompagishynamenti visivi di gestualitagrave dissacratorie di puii segni che dovevano trasmutarsi in poesia visiva se non in testimonianze di sola musica limiddot Lagrave Del resto giagrave figurativi erano s tati i suoi esordi pittorici almeno fino ai primi anni 70 ma allora le sue predilezioni andavano acl una consolatoria visione classicheggiante del mon shydo declinata su estenuanti registri di memoria ellenistica Quelle sue idealizzate figurazioni affioravano come frammenti archeologici da improbabili paesaggi resi troppo astratti per poterle accogliere e _quasi inospitali nei loro aciduli impasti cromatici per cui esse erano costrette a presentarsi nello spazio fin troppo costretto della ribalta vis iva con lesibita proshytervia della lobullmiddoto sensualitagrave ma nello s tesso tempo con la consapevolezza della loro evanemiddot scenza del loro essere soltanto delle comparse delle fugaci apparizioni delle proiezioni di pumiddot re mitologie dellinconscio Se pure per un aLLimiddot m o erano s tate trattenute e fissate da una ma shyno sapiente che le aveva rese fin troppo reali nella loro insis tita terrena veritagrave la loro levigamiddot tezza la loro compiutezza formale e quel vuoto incolmabilc che lasciavano presagire attorno a seacute sembravano soltanto indicare la loro inatmiddot tualitagrave se non la loro distanza dal mondo Propdo per questo negli s tessi anni G de Camiddot nino affidava al solo disegno quanto gli semshybrava Iimanere inespresso nella pittura quella sua voglia c ioegrave di misurarsi con il quotidiano che solo nell immediatezza di un segno veloce e pieno di umori potesse restituire dignitagrave ad un gesto o nobiltagrave a lle cose fissate ed enfatizzate con uno sguardo ravvicinato che annullava le distanze faceva perdere loro ogni parvenza di totalitagrave ma le collocava in una dimensione di narrazione con tinua di una discorsivitagrave in cui anche il banale riusciva a trovare un proprio
urutn iru111cu ~e non una propria lgglltimashyzionc Certo le suggestioni culturali di quegli anni per un giovane artista che iniziamiddota allora il proprio apprendistato sembravano dOersi indiriaare su ben altri fronti ptmiddotoprio per il conccuualismo dilagante come nuovo ordine raliocinante dopo gli estremismi dellinformashyle freddo e dellarte povera o su un altro fronshyte per lestenuante riduzionjsmo della pittura che tautologicameme rifletteva su se stessa sui suoi modi d i costituirsi Eppure allora coshymc anche oggi G de Canino in una condizione lthl tutto la terale volutamente fuori dai circuishyti delle mode correnti spiazzava la propria rishycerca coltivando e costruendosi universi assoshylutamente inusuali popolati di personaggi che solo la sua caparbia acribia gli faceva scovare costringendoli amorevolmente a vivere nuoe c imprcistc stagioni a prolungare gli effelli delshyle loro pur lontane battaglie l suoi riferimcti culturali potevano spaziare dalla superba vishysionarietagrave di O Redon per recuperarne il simshybolismo piuuosto che il gusto per le stranezze di sapore prc-surrealista ai baglio-i matcrici di G Morcau sfrondati del loro delirante mis t ishycismo allo spcrimenta lismo d i fde Pisis r inshytraccia to piugrave nel pacato intimismo dci suoi dishysegni di figura che non nelle sue accensioni di una matcricitagrave fatta deflagrare Ma quelle sue fissazioni figurative potevano altresl fluuuare tra le lcltcrarietagrave delle sue predilezioni poetishyche da Rimbaud a Lautreacuteamont in un intrecshycio di storie diverse con il coraggio dcllalzarshydo e della contaminazione dei linguaggi in noshyme di una perseguita ricerca di unitagrave di tulle le ani E proprio in questa chjave va letta quella lunga stagione in cui G de Canino con una sorta di furono iconoclasta ha rinunciato allimmagine nel suo lavoro per ridur re a puro segno a gesto corros ivo il suo universo figurativo quasi si trattasse di cancellare la sua memoria per -ishypartire da un grado zero della pittura che solo un radicale capovolgimento poteva permcllcrc in vista di una rifondazione del senso del suo continuare a dipingere Solo a partirt da queshysta tabula rasa era possibile recuperare credishybilitagrave alla sua ostinazione pittorica che restishytuisse valore civile alla sua militanza artistica Ed egrave proprio questa la grande conquista del lashyvoro piugrave recente di G de Canino laver saputo uscire dalle ristrettezze dellinfinito intrattcnishymento in nome dellesclusivo piaccrmiddote del testo per imprimere alla propria ricerca una spin ta etica fondata sulla r iscoperta coscienza della propria memoria storica civile c polit ica E se la memoria come egli sembra indicare passa auravtrso la ricordanza anche piugrave privata non saragrave certo per nostalgia che lo sguardo egrave stato rivolto allindietro ma per ridare senso c valoshyre a cose dimenticate o archiviate troppo in fretta o peggio forzate in interprctationi di comodo c devianti al punto di far smarrire il senso stesso di un percorso Se tutto ciograve preshysupporragrave labbandono dei livelli di confronto piugrave alto per scivolare nellintimismo di segnali sempre piugrave parziali da decifrare solo apparenshytemente piugrave inessenziali ancora una volta anshydragrave letta come operazione coraggiosa ques ta voglia di confrontarsi d i rovesciars i di negarshysi per poi riconoscersi in una sotterranea conshytinuitagrave allinterno di una storia infinita da coshystruirsi proprio attraverso tante piccole storie
amhc le piu minute lt piugrave abili da dtdfrar le piugrave inutili alle bullmagnifiche sorti e progressishyve dellumanitagravebull Egrave significativo allora che la nuomiddota stagione creativa di G de Canino operi questo restringimento di campo concentrandoshysi su due soli temi quello del paesaggio e quelshylo del ritratto-omaggio entrambi tesi alla indishyviduazione non certo di nuove strade da intrashyprendere allinterno di due generi giagrave cosigrave conshysolidati ma alla resti tuzione come in uno specshychio di una iden titagrave cultura le e sociale che ponshyga come necessitagrave indifferibile una bullcillagrave dell arteraquo come insieme di bullcase dellarte senshyza propensioni idealistiche e senza attese di una palingencsi fina le ma come superstite forshyma di sopravvivenza riposta su poche cose preshycise riconoscibili c confrontabili Egrave a partire da queste dalla loro precisa identishytagrave che si puograve prefigurare ogni possibile mutashymento dalla loro forza persuasiva dal loro reshyciproco rafforzamento Per questo la serie dei paesaggi romani puograve leggersi come unitario ritratto-omaggio alla cittagrave ridotta come si preshysenta a pochi luoghi precisi ripresi come variashyzion i sul tema nella fissi tagrave e nell immobilitagrave che li cara tterizza nonostan te il ven to che semshybra agi tarli c nonostante che la bullripresaraquo avshyvenga lungo il corso del Tevere o che il taglio della veduta parta sempre dallacqua del fiushyme Quegli angeli o quei demoni che fanno la loshyro comparsa tra quei paesaggi familiari per il Iom peso nella tradizione figurativa eppure cosigrave diversi per la loro nuova violenza caricatushyrale cosigrave come le piugrave rare comparse simbolishyche o le scritte ebraiche riconducono questi rishytralfi urbani a programma privi di qualsiasi caduta nelledulcorato sentimentalismo vedutishysta Questo almeno sembrano indicare la loro evidenziata scrialitagrave la loro deformante visioshynarietagrave che fa sembrare quei d iversi luoghi un unico luogo il teatro intimo in c ui s i consumashyno le piccole storie come le grandi avventure dci personaggi cui lartista ha dedicato un omaggio-ritratto Questi ultimi come giagrave avveshyniva per i paesaggi urbani possono leggersi nel loro reciproco quei volti quelle figure e quelle caricature si trasmutano sino a diventare essi stessi paesaggi agitati anchessi dalle diverlgte presenze simboliche dagli stravolgimenti della rmiddotipresa ravvicinata dalla memoria smarrita della loro determinazione iniziale dagli eccessi di annotazioni che li accompagnano per radicashyre ogni personaggio ad un luogo particolare che egrave della mente ma egrave anche una particolare memoria urbana Non saragrave allora come nei rishytratti di consolidata tradizione la verosimishyglianza tra il soggetto c la sua raffigurazione a far decidere della corretta restituzione di ciograve che si richiede ad un ritratto pur trattandosi in questo caso di un omaggio in libertagrave ma laderenza a ciograve che ci piace ricordare di quei nomi cui abbiamo legato storie e memorie E lo spirito del tempo in cui si collocano quei persoshynaggi ed i loro privati universi di cui G de Cashynino ci rende testimonianza a restituirei il senshyso del loro essere stati c del nostro essere nel mondo Quei fragili appunti allora che come tracce e segnali di un passaggio accompagnano come testimon ianzltl d iretta la resa della loro immagine-paesaggio non potragrave che darsi come segno di sottolineata d istanza temporale che come prova di fil i interrotti da riannodare di sentieri intcrrolli da riprendere
La nolte e la piramjde 1986 tecnica mista su cartone
Lungolevere 1986 1987 tecnica mista su cartone
Castel SantAngelo 19861987 tecnica mista su cartone
Tevere 1987 tecnica mista su cartone
Lungotevcre 1987 tecnica mista su cartone
Ponte Milvio 1987 tecnica mista su cartone
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Isola TiberinaFelice donola vita mia Sandro Penna 1987 tecnica mista su cartone
Isola TiberinaCirce (Giorgio Vigolo) 1987 tecnica mista su cartone
LIsola Ti 1986 1987bentna e lAngelo Ebecmca mist reoa su cartone
La casa dellopera Giacomo Balla 1987 olio su te la
Mario Verdone e il pittore futurista Pcruzzi 1980
Luce cd Elica Balla e Jeanne Fori Sevcrini 1979
La casa del tempo Primo Conti 1987 olio su tela
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Un ricordo della Prima Guerra Mondiale Prmiddotimo Conti e Georges de Canino
La casa della vita Ferruccio Ferrazzi
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Lettera di F F middot eJ razzi a Georges de Canino 1977
La casa del sogno Edita Broglio 1987 olio su te la
Edi ta Broglio e Antonello Trombadori foto di Sergio Ceccotti 1973
La casa del lartista La casa degli amici Giorgio De Chirico 1987 Francesco Cangiullo 1987 olio su tela olio su tela
GIORGIO DE CHIRICO bull cu~ di G de CANINO
LORA INOUIET ANTE VALO RI PLASTICI
Per i novantanni di De Chirico
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Cartolina di Cangiullo a Georges de Canino 1975 1987
La casa della musica Il Tempio del cielo Goffredo Petrassi 1987 Elio Toaff 1987 olio su tela olio su tela
Goffredo Petrassi e Il Prof Elio Toaff Giulio Carlo Argan 1986 Rabbino Capo di Roma 1985
La casa della notte Sergio Ceccotti 1987 olio su tela
Ed ita Broglio e Sergio Ceccotti
La casa dellamore Orfeo 1987 olio su tela
PHILIPPE SOUPAULT
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aux-fones dc GEORGES de CANINO
SERGIO CECCOITI
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Edizione per RomaSoupault 1983 1973
Francesco Moschini La piuura come memoriaLa pillura come incontro
Ho conosciuto Georges de Canino a ll inizio dcmiddot gli anni 70 proprio grazie ad una mostra che egli stesso aveva curato in una galleria che con molto coraggio si era inventato in un quartiere davvero impensabile anche per me che allora ancora non conoscevo bene Roma e che solo piugrave tardi avrei imparato a conoscere e ad amashyre li quartiere era quello di Monte Sacro con il suo sopravvissuto decoro piccolo borghese mcshyscolato a l vigoroso eclettismo delle architellumiddot re di G Giovannoni con le sue patetiche a llushysioni al lidea di cittagrave giardino di tradizione anmiddot glosassonc ma giagrave assediato dalle mefitiche comiddot nurbazioni dei primi anni 60 da quei laquoSaldashymenti raquo archite llonici che avrebbero soffocato anche le bull isoleraquo di piugrave felice espansione della cillagrave Eppure la sua condizione di nuova fronshytiera urbana lo collocava in una dimensione di limite estremo ancora riconoscibile da cui partire allavventura per quelle bullincursionibull che dietro suggestioni leuerarie avrei iniziato a compiere nei vicini quartieri del Tufello o di Val Melaina desolati nel loro abbandono ma fieri ne lla loro amara poeticitagrave La galleria che G de Canino vi aveva aperto si chiamava laquoBashyteau lvreraquo cd il c lima che vi s i respirava e ra quello di una morbosa voglia di poes ia diffusa davvero insolita per quegli anni ed in una conshydizione cosl defilata rispetto allufficialitagrave quando tutti pensavamo asorrosianamcnte che ai poeti si sarebbero dovute bullgelare le parole in boccaraquo Anche la prima mostra che vidi in quelshylo spazio espositivo dedicata ad un comune amico e compagno di universitagrave era una sorta di viaggio ossessivo nei meandri della visionashyrietagrave e della s imbolicitagrave A quel solitario artis ta che era Rodolfo Alidori di cui avrei imparato piugrave ta rdi ad apprezzare i lunghi s ilenzi che rashysentavano lafasia G de Canino credo avesse proprio s trappato quella mostra costringendomiddot lo lui cosi schivo ad uscire allo scoperto amoshysumiddotarc anche lindicibile s ino a mettere ordine a lla sconncssione dei suoi pensie ri delle sue rishyflessioni forzando io un solida impalcatura teorica e visiva c iograve che Alidori voleva mantencmiddot re destruuurato frammentario e disseminato Ed egrave proprio a partire da quella prima nostra occasione di incontro che mi si egrave chiarito il senshyso del lavoro di G de Canino la sua vocazione rabdomantica quella sua voglia di calarsi vi tamiddot listicamente nel privato delle cose delle persomiddot ne e delle s ituazioni piugrave diverse costringendo anche gli amici ad entrare in tutti quei suoi unimiddot versi che egli s i andava costruendo a partire dai suoi sodalizi con personaggi eli cui egli s i s forzava eli ricreare una bullstoria infinitaraquo enshytrando nella loro quotidianeitagrave e facendo loro intravvedere una sorta di continuitagrave proprio attraverso se stesso il suo lavoro e la sua preshy
murosa abncgaziune Ora che molti di quei personaggi con cui aveva costruito un sodalizio sul piano umano oltremiddot cheacute cu lturale sono scomparsi non egrave un caso che G de Canino abbia voluto cimentarsi con un tema cosl estraneo al suo itineralio artistimiddot co almeno fino ad oggi come quello dei paeshysaggi urbani partendo proprio da una ricognishyzione su Roma che egli ci res tituisce per framshymenti Roma come insieme di luoghi delle sue private memorie ma soprattullo come serie di fotogramm i e come sequenza filmica di scenari delle storie intcssute da quanti hanno trovato in ques ta cittagrave il luogo ideale delle loro avvenshyture culturali delle loro sedimentazioni storimiddot che e socia li infine delle loro attese e delle loshyro speranze Ma la novitagrave dellattuale ricerca di G de Canino non egrave tanto da individuarsi nel prorompere allinterno del suo lavoro di una esasperata figurazione dopo anni di scompagishynamenti visivi di gestualitagrave dissacratorie di puii segni che dovevano trasmutarsi in poesia visiva se non in testimonianze di sola musica limiddot Lagrave Del resto giagrave figurativi erano s tati i suoi esordi pittorici almeno fino ai primi anni 70 ma allora le sue predilezioni andavano acl una consolatoria visione classicheggiante del mon shydo declinata su estenuanti registri di memoria ellenistica Quelle sue idealizzate figurazioni affioravano come frammenti archeologici da improbabili paesaggi resi troppo astratti per poterle accogliere e _quasi inospitali nei loro aciduli impasti cromatici per cui esse erano costrette a presentarsi nello spazio fin troppo costretto della ribalta vis iva con lesibita proshytervia della lobullmiddoto sensualitagrave ma nello s tesso tempo con la consapevolezza della loro evanemiddot scenza del loro essere soltanto delle comparse delle fugaci apparizioni delle proiezioni di pumiddot re mitologie dellinconscio Se pure per un aLLimiddot m o erano s tate trattenute e fissate da una ma shyno sapiente che le aveva rese fin troppo reali nella loro insis tita terrena veritagrave la loro levigamiddot tezza la loro compiutezza formale e quel vuoto incolmabilc che lasciavano presagire attorno a seacute sembravano soltanto indicare la loro inatmiddot tualitagrave se non la loro distanza dal mondo Propdo per questo negli s tessi anni G de Camiddot nino affidava al solo disegno quanto gli semshybrava Iimanere inespresso nella pittura quella sua voglia c ioegrave di misurarsi con il quotidiano che solo nell immediatezza di un segno veloce e pieno di umori potesse restituire dignitagrave ad un gesto o nobiltagrave a lle cose fissate ed enfatizzate con uno sguardo ravvicinato che annullava le distanze faceva perdere loro ogni parvenza di totalitagrave ma le collocava in una dimensione di narrazione con tinua di una discorsivitagrave in cui anche il banale riusciva a trovare un proprio
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La nolte e la piramjde 1986 tecnica mista su cartone
Lungolevere 1986 1987 tecnica mista su cartone
Castel SantAngelo 19861987 tecnica mista su cartone
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Isola TiberinaCirce (Giorgio Vigolo) 1987 tecnica mista su cartone
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La casa dellopera Giacomo Balla 1987 olio su te la
Mario Verdone e il pittore futurista Pcruzzi 1980
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La casa del tempo Primo Conti 1987 olio su tela
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Un ricordo della Prima Guerra Mondiale Prmiddotimo Conti e Georges de Canino
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La casa del sogno Edita Broglio 1987 olio su te la
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La casa del lartista La casa degli amici Giorgio De Chirico 1987 Francesco Cangiullo 1987 olio su tela olio su tela
GIORGIO DE CHIRICO bull cu~ di G de CANINO
LORA INOUIET ANTE VALO RI PLASTICI
Per i novantanni di De Chirico
LIVORNO ---- Hotel PIIIUO - middotmiddot 111 ~ t
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Cartolina di Cangiullo a Georges de Canino 1975 1987
La casa della musica Il Tempio del cielo Goffredo Petrassi 1987 Elio Toaff 1987 olio su tela olio su tela
Goffredo Petrassi e Il Prof Elio Toaff Giulio Carlo Argan 1986 Rabbino Capo di Roma 1985
La casa della notte Sergio Ceccotti 1987 olio su tela
Ed ita Broglio e Sergio Ceccotti
La casa dellamore Orfeo 1987 olio su tela
PHILIPPE SOUPAULT
OdeagraveRome
avcc un rexte de ]BiN UlYMARIB
aux-fones dc GEORGES de CANINO
SERGIO CECCOITI
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H MATARASSO NICI 1tl
Edizione per RomaSoupault 1983 1973
urutn iru111cu ~e non una propria lgglltimashyzionc Certo le suggestioni culturali di quegli anni per un giovane artista che iniziamiddota allora il proprio apprendistato sembravano dOersi indiriaare su ben altri fronti ptmiddotoprio per il conccuualismo dilagante come nuovo ordine raliocinante dopo gli estremismi dellinformashyle freddo e dellarte povera o su un altro fronshyte per lestenuante riduzionjsmo della pittura che tautologicameme rifletteva su se stessa sui suoi modi d i costituirsi Eppure allora coshymc anche oggi G de Canino in una condizione lthl tutto la terale volutamente fuori dai circuishyti delle mode correnti spiazzava la propria rishycerca coltivando e costruendosi universi assoshylutamente inusuali popolati di personaggi che solo la sua caparbia acribia gli faceva scovare costringendoli amorevolmente a vivere nuoe c imprcistc stagioni a prolungare gli effelli delshyle loro pur lontane battaglie l suoi riferimcti culturali potevano spaziare dalla superba vishysionarietagrave di O Redon per recuperarne il simshybolismo piuuosto che il gusto per le stranezze di sapore prc-surrealista ai baglio-i matcrici di G Morcau sfrondati del loro delirante mis t ishycismo allo spcrimenta lismo d i fde Pisis r inshytraccia to piugrave nel pacato intimismo dci suoi dishysegni di figura che non nelle sue accensioni di una matcricitagrave fatta deflagrare Ma quelle sue fissazioni figurative potevano altresl fluuuare tra le lcltcrarietagrave delle sue predilezioni poetishyche da Rimbaud a Lautreacuteamont in un intrecshycio di storie diverse con il coraggio dcllalzarshydo e della contaminazione dei linguaggi in noshyme di una perseguita ricerca di unitagrave di tulle le ani E proprio in questa chjave va letta quella lunga stagione in cui G de Canino con una sorta di furono iconoclasta ha rinunciato allimmagine nel suo lavoro per ridur re a puro segno a gesto corros ivo il suo universo figurativo quasi si trattasse di cancellare la sua memoria per -ishypartire da un grado zero della pittura che solo un radicale capovolgimento poteva permcllcrc in vista di una rifondazione del senso del suo continuare a dipingere Solo a partirt da queshysta tabula rasa era possibile recuperare credishybilitagrave alla sua ostinazione pittorica che restishytuisse valore civile alla sua militanza artistica Ed egrave proprio questa la grande conquista del lashyvoro piugrave recente di G de Canino laver saputo uscire dalle ristrettezze dellinfinito intrattcnishymento in nome dellesclusivo piaccrmiddote del testo per imprimere alla propria ricerca una spin ta etica fondata sulla r iscoperta coscienza della propria memoria storica civile c polit ica E se la memoria come egli sembra indicare passa auravtrso la ricordanza anche piugrave privata non saragrave certo per nostalgia che lo sguardo egrave stato rivolto allindietro ma per ridare senso c valoshyre a cose dimenticate o archiviate troppo in fretta o peggio forzate in interprctationi di comodo c devianti al punto di far smarrire il senso stesso di un percorso Se tutto ciograve preshysupporragrave labbandono dei livelli di confronto piugrave alto per scivolare nellintimismo di segnali sempre piugrave parziali da decifrare solo apparenshytemente piugrave inessenziali ancora una volta anshydragrave letta come operazione coraggiosa ques ta voglia di confrontarsi d i rovesciars i di negarshysi per poi riconoscersi in una sotterranea conshytinuitagrave allinterno di una storia infinita da coshystruirsi proprio attraverso tante piccole storie
amhc le piu minute lt piugrave abili da dtdfrar le piugrave inutili alle bullmagnifiche sorti e progressishyve dellumanitagravebull Egrave significativo allora che la nuomiddota stagione creativa di G de Canino operi questo restringimento di campo concentrandoshysi su due soli temi quello del paesaggio e quelshylo del ritratto-omaggio entrambi tesi alla indishyviduazione non certo di nuove strade da intrashyprendere allinterno di due generi giagrave cosigrave conshysolidati ma alla resti tuzione come in uno specshychio di una iden titagrave cultura le e sociale che ponshyga come necessitagrave indifferibile una bullcillagrave dell arteraquo come insieme di bullcase dellarte senshyza propensioni idealistiche e senza attese di una palingencsi fina le ma come superstite forshyma di sopravvivenza riposta su poche cose preshycise riconoscibili c confrontabili Egrave a partire da queste dalla loro precisa identishytagrave che si puograve prefigurare ogni possibile mutashymento dalla loro forza persuasiva dal loro reshyciproco rafforzamento Per questo la serie dei paesaggi romani puograve leggersi come unitario ritratto-omaggio alla cittagrave ridotta come si preshysenta a pochi luoghi precisi ripresi come variashyzion i sul tema nella fissi tagrave e nell immobilitagrave che li cara tterizza nonostan te il ven to che semshybra agi tarli c nonostante che la bullripresaraquo avshyvenga lungo il corso del Tevere o che il taglio della veduta parta sempre dallacqua del fiushyme Quegli angeli o quei demoni che fanno la loshyro comparsa tra quei paesaggi familiari per il Iom peso nella tradizione figurativa eppure cosigrave diversi per la loro nuova violenza caricatushyrale cosigrave come le piugrave rare comparse simbolishyche o le scritte ebraiche riconducono questi rishytralfi urbani a programma privi di qualsiasi caduta nelledulcorato sentimentalismo vedutishysta Questo almeno sembrano indicare la loro evidenziata scrialitagrave la loro deformante visioshynarietagrave che fa sembrare quei d iversi luoghi un unico luogo il teatro intimo in c ui s i consumashyno le piccole storie come le grandi avventure dci personaggi cui lartista ha dedicato un omaggio-ritratto Questi ultimi come giagrave avveshyniva per i paesaggi urbani possono leggersi nel loro reciproco quei volti quelle figure e quelle caricature si trasmutano sino a diventare essi stessi paesaggi agitati anchessi dalle diverlgte presenze simboliche dagli stravolgimenti della rmiddotipresa ravvicinata dalla memoria smarrita della loro determinazione iniziale dagli eccessi di annotazioni che li accompagnano per radicashyre ogni personaggio ad un luogo particolare che egrave della mente ma egrave anche una particolare memoria urbana Non saragrave allora come nei rishytratti di consolidata tradizione la verosimishyglianza tra il soggetto c la sua raffigurazione a far decidere della corretta restituzione di ciograve che si richiede ad un ritratto pur trattandosi in questo caso di un omaggio in libertagrave ma laderenza a ciograve che ci piace ricordare di quei nomi cui abbiamo legato storie e memorie E lo spirito del tempo in cui si collocano quei persoshynaggi ed i loro privati universi di cui G de Cashynino ci rende testimonianza a restituirei il senshyso del loro essere stati c del nostro essere nel mondo Quei fragili appunti allora che come tracce e segnali di un passaggio accompagnano come testimon ianzltl d iretta la resa della loro immagine-paesaggio non potragrave che darsi come segno di sottolineata d istanza temporale che come prova di fil i interrotti da riannodare di sentieri intcrrolli da riprendere
La nolte e la piramjde 1986 tecnica mista su cartone
Lungolevere 1986 1987 tecnica mista su cartone
Castel SantAngelo 19861987 tecnica mista su cartone
Tevere 1987 tecnica mista su cartone
Lungotevcre 1987 tecnica mista su cartone
Ponte Milvio 1987 tecnica mista su cartone
middot l
l-~ 7n f f
Isola TiberinaFelice donola vita mia Sandro Penna 1987 tecnica mista su cartone
Isola TiberinaCirce (Giorgio Vigolo) 1987 tecnica mista su cartone
LIsola Ti 1986 1987bentna e lAngelo Ebecmca mist reoa su cartone
La casa dellopera Giacomo Balla 1987 olio su te la
Mario Verdone e il pittore futurista Pcruzzi 1980
Luce cd Elica Balla e Jeanne Fori Sevcrini 1979
La casa del tempo Primo Conti 1987 olio su tela
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Un ricordo della Prima Guerra Mondiale Prmiddotimo Conti e Georges de Canino
La casa della vita Ferruccio Ferrazzi
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Lettera di F F middot eJ razzi a Georges de Canino 1977
La casa del sogno Edita Broglio 1987 olio su te la
Edi ta Broglio e Antonello Trombadori foto di Sergio Ceccotti 1973
La casa del lartista La casa degli amici Giorgio De Chirico 1987 Francesco Cangiullo 1987 olio su tela olio su tela
GIORGIO DE CHIRICO bull cu~ di G de CANINO
LORA INOUIET ANTE VALO RI PLASTICI
Per i novantanni di De Chirico
LIVORNO ---- Hotel PIIIUO - middotmiddot 111 ~ t
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Cartolina di Cangiullo a Georges de Canino 1975 1987
La casa della musica Il Tempio del cielo Goffredo Petrassi 1987 Elio Toaff 1987 olio su tela olio su tela
Goffredo Petrassi e Il Prof Elio Toaff Giulio Carlo Argan 1986 Rabbino Capo di Roma 1985
La casa della notte Sergio Ceccotti 1987 olio su tela
Ed ita Broglio e Sergio Ceccotti
La casa dellamore Orfeo 1987 olio su tela
PHILIPPE SOUPAULT
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SERGIO CECCOITI
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Edizione per RomaSoupault 1983 1973
La nolte e la piramjde 1986 tecnica mista su cartone
Lungolevere 1986 1987 tecnica mista su cartone
Castel SantAngelo 19861987 tecnica mista su cartone
Tevere 1987 tecnica mista su cartone
Lungotevcre 1987 tecnica mista su cartone
Ponte Milvio 1987 tecnica mista su cartone
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Isola TiberinaFelice donola vita mia Sandro Penna 1987 tecnica mista su cartone
Isola TiberinaCirce (Giorgio Vigolo) 1987 tecnica mista su cartone
LIsola Ti 1986 1987bentna e lAngelo Ebecmca mist reoa su cartone
La casa dellopera Giacomo Balla 1987 olio su te la
Mario Verdone e il pittore futurista Pcruzzi 1980
Luce cd Elica Balla e Jeanne Fori Sevcrini 1979
La casa del tempo Primo Conti 1987 olio su tela
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Un ricordo della Prima Guerra Mondiale Prmiddotimo Conti e Georges de Canino
La casa della vita Ferruccio Ferrazzi
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Lettera di F F middot eJ razzi a Georges de Canino 1977
La casa del sogno Edita Broglio 1987 olio su te la
Edi ta Broglio e Antonello Trombadori foto di Sergio Ceccotti 1973
La casa del lartista La casa degli amici Giorgio De Chirico 1987 Francesco Cangiullo 1987 olio su tela olio su tela
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Cartolina di Cangiullo a Georges de Canino 1975 1987
La casa della musica Il Tempio del cielo Goffredo Petrassi 1987 Elio Toaff 1987 olio su tela olio su tela
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La casa della notte Sergio Ceccotti 1987 olio su tela
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Castel SantAngelo 19861987 tecnica mista su cartone
Tevere 1987 tecnica mista su cartone
Lungotevcre 1987 tecnica mista su cartone
Ponte Milvio 1987 tecnica mista su cartone
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Isola TiberinaFelice donola vita mia Sandro Penna 1987 tecnica mista su cartone
Isola TiberinaCirce (Giorgio Vigolo) 1987 tecnica mista su cartone
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La casa dellopera Giacomo Balla 1987 olio su te la
Mario Verdone e il pittore futurista Pcruzzi 1980
Luce cd Elica Balla e Jeanne Fori Sevcrini 1979
La casa del tempo Primo Conti 1987 olio su tela
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Isola TiberinaFelice donola vita mia Sandro Penna 1987 tecnica mista su cartone
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La casa dellopera Giacomo Balla 1987 olio su te la
Mario Verdone e il pittore futurista Pcruzzi 1980
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La casa del tempo Primo Conti 1987 olio su tela
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