E. Biancifiori, C. Mottolese, “Il Riparo 2”, in AAVV, Cucucirpula, Serra-di-Scopamena/Sorbollano...

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Cuciurpula, Serra-di-Scopamena/Sorbollano (Corse-du-Sud) 43 daggio di un 1 m 2 , effettuato, nel corso della campagna 2008, a ridosso di uno degli accessi S della cavità, la cui superficie interna è stimabile in circa 10 m? per un altezza massima di circa 1 m (Fig. 35). L’ingresso, non interessato dal sondaggio, era bloccato da un muro di età moderna fondato su alcuni livella- menti di pietre e terra. Una fossa di palo di piccole dimensioni (US 205), posta ad una quota superficiale, è anch’essa attribuibile alla fase di frequentazione moderna. Le US individuate nella limitata area di saggio (Fig. 36) sono inter- pretabili come strati formatisi per dilavamento causato dalla marcata pendenza in direzione S del riparo. Sul lato N, si apre infatti un ulteriore ingresso alla ca- vità posto ad una quota sensibilmente superiore: per tale motivo è possibile che parte dei materiali recuperati, provengano dall’unità stratigrafica trovata a contatto con il substrato (US 207). 2.7.1. I materiali Tra i pochi frammenti ceramici recuperati, si segnala un’ansa a bastoncello (Fig. 37.1), attribuibile ad un orizzonte molto antico dell’età del Ferro. L’unico frammento, pertinente ad un’olla (Fig. 37.2), per il quale sia possibile istituire confronti stringenti, appartiene ad un tipo di lunga durata attestato in tutte le fasi della Capanna 1 e nelle Fasi 1-3 della Capanna 6 (ad es. Fig. 26.7); il fram- mento reca, quali probabili indizi di un intervento di riparazione, un foro in prossimità della frattura e residui di colla di betulla; quest’ultima è spesso uti- lizzata a tale scopo nei contesti insulari di VIII-VII secolo, come segnalato pe- raltro da numerosi rinvenimenti di Cuciurpula. Considerando la limitatezza dell’area di saggio e dei materiali recuperati, ci si deve per ora limitare ad ipotizzare per la cavità una generica frequentazione nell’ambito della prima età del Ferro. THIBAULT LACHENAL 2.8. Il Riparo 2 (Fig. 38) Il Riparo 2 è situato sul versante meridionale di Punta di Cuciurpula, a circa 1020 m s.l.m.; la cavità è caratterizzata da un’ampia imboccatura rivolta verso S e da una superficie interna di circa 50 m 2 , dalla forma molto irregolare. La volta è costituita da un enorme masso, sorretto ai lati da pareti rocciose e gran- di pietre di granito; in corrispondenza dell’ingresso, l’altezza del riparo rag- giunge circa 1.8 m per poi ridursi progressivamente in direzione del recesso della grotta, dove il masso di copertura arriva a impiantarsi direttamente sul banco geologico. Nel settore centrale del riparo è stato realizzato un saggio stratigrafico di circa 3 m in senso E/O per 5 m in direzione N/S: nella zona

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Cuciurpula, Serra-di-Scopamena/Sorbollano (Corse-du-Sud) 43

daggio di un 1 m2, effettuato, nel corso della campagna 2008, a ridosso di unodegli accessi S della cavità, la cui superficie interna è stimabile in circa 10 m?per un altezza massima di circa 1 m (Fig. 35). L’ingresso, non interessato dalsondaggio, era bloccato da un muro di età moderna fondato su alcuni livella-menti di pietre e terra. Una fossa di palo di piccole dimensioni (US 205), postaad una quota superficiale, è anch’essa attribuibile alla fase di frequentazionemoderna. Le US individuate nella limitata area di saggio (Fig. 36) sono inter-pretabili come strati formatisi per dilavamento causato dalla marcata pendenzain direzione S del riparo. Sul lato N, si apre infatti un ulteriore ingresso alla ca-vità posto ad una quota sensibilmente superiore: per tale motivo è possibileche parte dei materiali recuperati, provengano dall’unità stratigrafica trovata acontatto con il substrato (US 207).

2.7.1. I materialiTra i pochi frammenti ceramici recuperati, si segnala un’ansa a bastoncello

(Fig. 37.1), attribuibile ad un orizzonte molto antico dell’età del Ferro. L’unicoframmento, pertinente ad un’olla (Fig. 37.2), per il quale sia possibile istituireconfronti stringenti, appartiene ad un tipo di lunga durata attestato in tutte lefasi della Capanna 1 e nelle Fasi 1-3 della Capanna 6 (ad es. Fig. 26.7); il fram-mento reca, quali probabili indizi di un intervento di riparazione, un foro inprossimità della frattura e residui di colla di betulla; quest’ultima è spesso uti-lizzata a tale scopo nei contesti insulari di VIII-VII secolo, come segnalato pe-raltro da numerosi rinvenimenti di Cuciurpula.

Considerando la limitatezza dell’area di saggio e dei materiali recuperati, cisi deve per ora limitare ad ipotizzare per la cavità una generica frequentazionenell’ambito della prima età del Ferro.

THIBAULT LACHENAL

2.8. Il Riparo 2 (Fig. 38)

Il Riparo 2 è situato sul versante meridionale di Punta di Cuciurpula, a circa1020 m s.l.m.; la cavità è caratterizzata da un’ampia imboccatura rivolta versoS e da una superficie interna di circa 50 m2, dalla forma molto irregolare. Lavolta è costituita da un enorme masso, sorretto ai lati da pareti rocciose e gran-di pietre di granito; in corrispondenza dell’ingresso, l’altezza del riparo rag-giunge circa 1.8 m per poi ridursi progressivamente in direzione del recessodella grotta, dove il masso di copertura arriva a impiantarsi direttamente sulbanco geologico. Nel settore centrale del riparo è stato realizzato un saggiostratigrafico di circa 3 m in senso E/O per 5 m in direzione N/S: nella zona

44 M. Milletti, K. Pêche-Quilichini et al.

Fig. 35 - Riparo 1, localizzazione del saggio (elaborazione grafica T. Lachenal).

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Fig. 36 - Riparo 1, matrix (elaborazione grafica T.Lachenal).

Fig. 37 - Riparo 1, ceramica (elaborazione grafica T. Lachenal).

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centro-settentrionale, il deposito stratigrafico è stato completamente esaurito,mentre nella porzione meridionale non sono ancora stati indagati gli stratid’imposta di alcune strutture murarie (USM 517, Att. 44; USM 529, Att. 45;USM 547, Att. 46), in via preliminare ascritti alla Fase 1. L’analisi della sequen-za stratigrafica (Fig. 39) ha consentito di individuare quattro fasi di frequenta-zione, che coprono un lungo arco cronologico, esteso probabilmente dal Bron-zo Finale sino all’età moderna.

Alla più antica occupazione della grotta (Fase 1a, Fig. 40) sembrano ascrivi-bili apprestamenti murari del tipo a secco, realizzati con blocchi di pietre gra-nitiche giustapposte senza l’uso di leganti o malte: da un punto di vista struttu-rale, i massi più consistenti, collocati alla base dei muri, fungono da fondamen-ta per filari costituiti da pietre di medie dimensioni, sommariamente lavorate econsolidate mediante l’inserimento di piccole pietre di rincalzo a garanzia diuna maggiore stabilità della struttura. Come visibile nella planimetria , ai latidell’ingresso è possibile individuare due “vani”, posti in posizione apparente-mente speculare, caratterizzati da una pianta circolare delimitata da muretti asecco, impostati direttamente su due macigni presenti all’interno del riparo, asostegno della volta. Il primo ambiente è costituito dall’USM 518 (Att. 44), che

Fig. 38 - Riparo 2 (foto M. Milletti).

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Fig. 39 - Riparo 2, matrix di attività (elaborazione grafica E. Biancifiori).

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sembra proseguire l’andamento curvilineo del grande macigno posto aSud/Est dell’apertura e caratterizzato da un profilo marcatamente concavo do-vuto all’azione erosiva degli agenti atmosferici: tale sistema dà origine a unasorta di nicchia, probabilmente soggetta a interventi di regolarizzazione comesembrano attestare le tracce dal profilo dentellato, poste in posizione pressap-poco speculare ai lati dell’ambiente e interpretabili come segni di lavorazioneantropica. Al di sotto della nicchia è presente una cavità, chiusa sulla fronteproprio dall’USM 518 (Att. 44) e sigillata alla sommità da una lastra di granitoposta di piatto (US 552, Att. 33), che conferisce continuità al piano di calpe-stio della nicchia: allo stato attuale delle ricerche, l’incavo non è stato ancoraindagato e risulta dunque difficile precisare natura e destinazione d’uso di tale

Fig. 40 - Riparo 2, Fase 1a (elaborazione grafica E. Biancifiori).

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evidenza. Il secondo ambiente, solo parzialmente indagato, si colloca aSud/Ovest dell’entrata ed è delimitato dall’USM 529 (Att. 45), da considerarein probabile relazione strutturale con il macigno che funge da pilastro più in-terno alla copertura della grotta. Tali evidenze attestano una suddivisione in-tenzionale dello spazio interno che risulta caratterizzato dalla presenza di “nic-chie” e cavità, non ancora completamente investigate in maniera estensiva edunque di difficile interpretazione e comprensione. Dopo un periodo di ab-bandono (Fase 1b, Fig. 41), in coincidenza del quale le strutture vengono rasa-te (Att. 41, 42, 43), nella Fase 2 (Fig. 42) il riparo è interessato da una nuovaoccupazione, caratterizzata da interventi di restauro per i muri a secco (USM526, Att. 25) e azioni di livellamento (Att. 28; 29, 30, 31; 34, 35) finalizzate alla

Fig. 41 - Riparo 2, Fase 1b (elaborazione grafica E. Biancifiori).

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regolarizzazione del piano di calpestio (Att. 40), soggetto a continui disfaci-menti a causa della notevole pendenza del banco geologico verso Sud. Ben piùconsistente è la risistemazione che il riparo subisce nella Fase 3a (Fig. 43),quando l’area centrale della grotta subisce un massiccio intervento di livella-mento (Att. 22), che costituisce anche il piano di calpestio e d’imposta deiconsolidamenti delle strutture interne (USM 544, Att. 19; USM 542, Att. 20;USM 538, Att. 21). La tecnica muraria del tipo a secco comporta una scarsacapacità di tenuta degli apprestamenti, i che necessitano dunque di costanti in-terventi di manutenzione: tali restauri consistono nella semplice integrazionee/o sostituzione dei blocchi laddove sono presenti cedimenti strutturali. Nelleattività 16, 17, 18 sono facilmente identificabili strati di livellamento di minore

Fig. 42 - Riparo 2, Fase 2 (elaborazione grafica E. Biancifiori).

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consistenza, approntati al fine di ripristinare l’originaria continuità del pianodi calpestio. Tali unità stratigrafiche hanno restituito una notevole quantità direperti ceramici che consentono di datare la Fase 3 alla prima età del Ferrocorsa: fondamentale il rinvenimento di frammenti decorati con la tecnica dettaa “grano di riso”, fossile-guida della prima età del Ferro e caratteristica pecu-liare della facies di Nuciaresa-Cumpulaghja (vedi infra). A partire dalla Fase 3b(Fig. 44) si assiste al progressivo abbandono della cavità, come evidenziato dastrati costituiti esclusivamente da pietre di varie dimensioni (Att. 8 e 9), distri-buite in maniera incoerente su tutta la superficie interna della grotta ed inter-pretabili o come crolli di strutture interne oppure come risultato di un’azioneintenzionale conseguente alla dismissione della struttura. Una lunga cesura

Fig. 43 - Riparo 2, Fase 3a (elaborazione grafica E. Biancifiori).

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segue apparentemente l’abbandono durante la prima età del Ferro: la Fase 4(Fig. 45) segna infatti una frequentazione di epoca moderna, quando la strut-tura è riutilizzata come riparo temporaneo o ricovero per il bestiame: l’imboc-catura viene esternamente delimitata da un circolo di pietre (USM 507, Att. 2)e nello spazio interno sono alloggiate pietre granitiche di grandi dimensioni,poste a rincalzo della parete rocciosa (USM 505, Att. 1 e USM 506, Att. 4).Una situazione analoga è stata riscontrata anche nel Riparo 1 di Cuciurpula,localizzato a circa 250 m ad E del Riparo 2 (vedi pp.000). D’altra parte è possi-bile che il circolo moderno si imposti su un più antico muretto a secco, come èdocumentato nel riparo di Cime-Saint Florent nel Nebbio, dove l’imboccaturarisulta chiusa da una piccola struttura muraria realizzata con pietre a secco,

Fig. 44 - Riparo 2, Fase 3b (elaborazione grafica E. Biancifiori).

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rinvenute parzialmente crollate, ma apparentemente sottoposta a continui rifa-cimenti nel corso dei secoli (DAVID 2001, pp. 71-76 con bibl. di rif.).

Sulla base dei dati finora raccolti, non sembrano sussistere elementi decisiviper chiarire la natura della frequentazione antropica del riparo. Pur consideran-do l’acidità del suolo, l’assenza di reperti osteologici sembrerebbe confutarel’interpretazione della cavità quale area funeraria; tuttavia, l’estensione dell’in-dagine stratigrafica alle cavità e alle nicchie presenti all’interno del riparo e nonancora esplorate (vedi supra) potrebbe confutare tale ipotesi. A tale riguardo sisegnala il rinvenimento di un bracciale a fascia inornato di bronzo (Fig. 46), US520, att. 10; Fase 3), appartenente ad una foggia che trova confronto sull’isolain contesti sepolcrali, genericamente databili alla prima età del Ferro, come la

Fig. 45 - Riparo 2, Fase 4 (elaborazione grafica E. Biancifiori).

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cista di Caleca o la sepoltura di Cucuruzzu (LANFRANCHI, WEISS 1975, p. 83,figg. 28.3 e 29.1-2), e di almeno due vaghi in pasta vitrea, attualmente in corsodi analisi ma che sembrerebbero provenire dal comparto occidentale del Medi-terraneo. Allo stato attuale delle ricerche, la grande quantità di materiali cera-mici rinvenuti nel deposito stratigrafico attesta comunque una frequentazioneantropica prolungata nel tempo, ma forse dal carattere occasionale: il riparopotrebbe aver svolto la funzione di struttura di servizio, destinata alla conserva-zione di derrate alimentari e/o al ricovero temporaneo durante attività di tipostagionale. Tale frequentazione sembrerebbe iniziata nel corso dell’avanzatoBronzo Finale: la presenza, in posizione residuale, di un consistente numero direperti ceramici databili a questo periodo, rappresentato sul sito dalla Fase 0della Capanna 1 e dalle Fasi 1-3 della Capanna 6, potrebbe suggerire una data-zione analoga per le strutture pertinenti al primo impianto (Fase 1a). Per quan-to concerne le successive fasi di vita (Fasi 2, 3) e di abbandono della cavità (Fa-se 4), si propone invece una datazione analoga al primo impianto della Capan-

Fig. 46 - Riparo 2, bracciale inbronzo (disegno E. Biancifiori).

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na 1 (Fase 1, metà VII-primo quarto VI secolo), non potendo ulteriormenteprecisarne, allo stato attuale delle nostre conoscenze sulla ceramica della faciesNuciaresa-Cumpulaghja, una scansione cronologica più precisa.

ELISA BIANCIFIORI, CHIARA MOTTOLESE

2.8.1. I materialiLe campagne di scavo 2010-2011 hanno restituito un consistente numero di

frammenti ceramici, attribuibili a produzioni d’impasto e pertinenti sia a formeaperte che chiuse. Negli strati databili alla prima età del Ferro è stata riscontratauna forte residualità di materiale riconducibile al Bronzo Finale; in particolaresono stati rinvenuti numerosi frammenti di biconici, bene esemplificati da unesemplare con labbro leggermente estroflesso ed orlo arrotondato (Fig. 47.1, US528, Att. 13, Fase 3b), appartenenti ad una foggia comune in contesti della finedell’età del Bronzo in Alta Rocca (PÊCHE-QUILICHINI cdsd). Una cronologia leg-germente più recente sembrerebbe avere un’olla (Fig. 47.2, US 500, Att. 4, Fase4) con decorazione plastica a cordone a impressione digitale, che trova confron-to proprio tra i materiali della Fase 0 della Capanna 1 (Fig. 14.12) e a Caleca (DE

LANFRANCHI, WEISS 1975, p. 101, Fig. 38.6). L’assenza dell’orlo e del fondo nonpermette di risalire alle dimensioni originarie, che tuttavia ipotizziamo notevoli,dato lo spessore considerevole della parete. Non conserva parti significative talida consentire di ricostruirne le dimensioni anche un altro reperto (Fig. 47.3, US500, Att. 4, Fase 4), forse attribuibile ad un’olla ovoide con ansa a bastoncello,simile ad un frammento da Cucuruzzu (DE LANFRANCHI, WEISS 1997, p. 408,Fig. 441). Si segnalano, infine, due fondi di tegame (Fig. 47.3-4, US 532, Att. 14,Fase 3b), realizzati utilizzando come supporto un coperchio (?) in fibra vegetale,dei quali recano impressa sulla superficie esterna la trama; mentre il primo fram-mento, caratterizzato da piccoli fori, non trova confronti puntuali, il secondosembra appartenere ad una foggia segnalata in vari siti dell’Alta Rocca e di Por-to-Vecchio (PÊCHE-QUILICHINI 2009, pp. 569-580, Figg. 2-3-4-5).

LAURA SAGRIPANTI

I materiali delle Fasi 2 e 3 sono attribuibili invece alla prima età del Ferro etrovano numerosi confronti proprio con i reperti ceramici delle Fasi 1-2 dellaCapanna 1. Tra le forme chiuse, la più attestata è quella delle olle. Tra di esseprevalgono quelle con orlo arrotondato e labbro a colletto (Fig. 47.6, US 557,Att. 40, Fase 2), che trovano confronti sia a Cuciurpula (Capanna 1, Fig. 16.3)