Nimrud/Kalhu: l’industria litica in pietra levigata dalla prospezione di superficie e dall’area...

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2010 LE LETTERE FIRENZE UNIVERSITÀ DI TORINO XLV

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2010

LE LETTERE FIRENZE

UNIVERSITà DI TORINO

XlV

Rivista fondata da Giorgio Gullini.

Direttore: Antonio invernizzi

Redazione: GiorGio BuccellAti

StefAno de MArtino

cArlo lippoliS

roBertA venco ricciArdi

Proprietà letteraria riservata

Iscritta al Tribunale di Torino n. 1886 del 20/6/67.

Si prega di indirizzare la corrispondenza diretta alla Redazione e i manoscritti al dott. C. Lippolis, Re-dazione di Mesopotamia, Dipartimento di Scienze Antropologiche, Archeologiche e Storico-territoriali, Via Giolitti 21/E, 10123 Torino.

ISSN: 0076-6615

sommario

mesopotamia xlv 2010

sara Canullo, Funerary Customs in Central and Southern Mesopotamia during Early Dynastic I and II: A Study on Ritual Behaviour ........................................................................................ p. 1

rita DolCe, The Structure and Significance of the Topography of Cult Places in Early Syrian Ebla: An Examination of Urban and Ideological Routes in the Mega-City ........................................ » 13

marCo marizza, Le cariche di GAL DUB.SARMEŠ e GAL DUB.SAR.GIŠ nel regno ittita ............ » 31

miChele Cammarosano, Tanuḫepa: a Hittite Queen in Troubled Times ........................................ » 47

abbas al-hussayny, Some Cylinder Seals from the Iraqi Excavations at Marad ........................... » 65

FeDeriCo manuelli, Foreign Influences and local Tradition in the Iron Age Pottery Production from Arslantepe. Evidence from the new Excavations of the Neo-Hittite levels ....................... » 71

luCa bombarDieri, nimrud/Kalhu: l’industria litica su pietra levigata dalla prospezione di superficie e dall’area del Forte Salmanassar ............................................................................................. » 85

hermann GasChe, Les défenses avancées de Babylone à l’époque de Nabuchodonosor II ............ » 113

marCo moriGGi, Recent Studies in Hatran Aramaic Texts ........................................................... » 123

bahaa amer al-Jubouri, nouvelles inscriptions de Hatra .............................................................. » 133

Notiziario Bibliografico

s. polloCk, r. bernbeCk, k. abDi (a cura di), The 2003 Excavations at Tol-e Baši, Iran. Social Life in a Neolithic Village (Vito messina) ..................................................................... » 145

a.C. Cohen, Death Rituals, Ideology, and the Development of Early Mesopotamian Kingship: Toward a New Understanding of Iraq’s Royal Cemetery of Ur (Lorenzo Verderame) » 146

l. bombarDieri, Pietre da macina, macine per mulini. Definizione e sviluppo delle tecniche per la macinazione nell’area del Vicino Oriente e del Mediterraneo orientale antico (Niccolò manassero) » 158

N. Laneri, Biografia di un vaso (Cristina Baccarin) .................................................................... » 159

F.m. Fales, Guerre et paix en Assyrie. Religion et Impérialism. Les Conférences de l’École Pratique des Hautes Études (stefano de martino) ................................................................... » 160

a. invernizzi, Nisa Partica. Le sculture ellenistiche (susan B. Downey) ..................................... » 162

m.a. speiDel, h. lieb (eds.), Militärdiplome. Die Forschungsbeiträge der Berner Gespräche von 2004 (Edward Dąbrowa) ................................................................................................... » 164m. blömer, m. FaCella, e. Winter (Hg.), Lokale Identität im Römischen Nahen Osten. Kontexte und Perspektiven (marco moriggi) ............................................................................ » 166h. börm, Prokop und die Perser. Untersuchungen zu den römisch-sasanidischen Kontak ten in der ausgehenden Spätantike (laura mecella) ...................................................................... » 168

tavole

LuCa BombarDieri

NimruD/KALHU: L’iNDustria LitiCa su piEtra LEVigata DaLLa prospEZioNE Di supErFiCiE E DaLL’ arEa

DEL FortE saLmaNassar

La collezione presentata in questo studio1 raccoglie il lotto dei recipienti e lo strumentario in pietra levigata provenienti dalle indagini promosse dal Centro ricer-che archeologiche e scavi di torino a Nimrud.

i lavori condotti dalla missione italiana tra il 1987 ed il 1989 a Nimrud hanno realizzato il duplice obiet-tivo di un’indagine su larga scala, condotta attraverso una vasta prospezione di superficie nella città bassa, e di un’indagine puntuale, su scala ridotta, che ha previsto lo scavo sistematico di tre importanti aree del complesso del Forte salmanassar.

Lo scavo delle aree a1, a2 ed a3 ha infatti interes-sato l’ala sW ed il lato sE del Forte, in precedenza indagate soltanto parzialmente dagli scavi inglesi degli anni ’602.

il progetto di scavo italiano ha perciò consentito, da un lato, di chiarire la natura e la funzione di al-cuni importanti ambienti, il loro sviluppo architetto-nico attraverso la successione delle fasi di utilizzo e, dall’altro, ha permesso, grazie all’analisi del repertorio ceramico e dei materiali associati, di recuperare dati molto importanti relativi ai caratteri della sequenza di occupazione tra il periodo neoassiro ed il periodo post-assiro neobabilonese3.

Di particolare rilievo sono i risultati ottenuti dall’in-dagine dei due vani adiacenti a3 ed a1, quest’ultimo corrispondente all’ambiente sW 37 già individuato ed in parte indagato dagli scavi inglesi4. all’interno dell’ambiente a1 è stato possibile recuperare un de-posito ricchissimo di avori decorati, intarsi in pasta vitrea e conchiglia, oltre ad un consistente lotto di materiali di diversa natura (foglie d’oro destinate al rivestimento, elementi di armatura e armi in bronzo, vasellame in vetro e monili), che hanno suggerito un suo possibile utilizzo come atelier (oltre che come magazzino, funzione cui sembra invece unicamente legato l’ambiente a2) destinato all’assemblaggio e al restauro degli avori5.

Dai livelli indagati nelle aree a1-a3 e fra i materiali della prospezione di superficie, proviene un lotto di trentanove manufatti in pietra levigata. per chiarezza di esposizione si è anzitutto deciso di trattare sepa-ratamente i recipienti (ciotole o mixing-bowls) dagli strumenti per la macinazione, presentando questi ultimi a loro volta distinti sulla base del tipo di mulino6 cui erano destinati (mulino a macinello, mulino a maci-na semplice, mulino assiro a scanalatura, mulino a mortaio).

Mixing-bowls

La produzione dei diversi tipi recipienti in pietra, o mixing-bowls7, nota in mesopotamia settentrionale dalla fine del Bronzo Tardo e nel corso dell’Età del Ferro antico, aumenta sensibilmente, specializzandosi secondo caratteri peculiari, durante l’Età del Ferro ii e iii, nell’arco compreso fra il periodo assiro imperiale ed il periodo post-assiro neobabilonese8.

Questa produzione risulta attestata in un’ampia area che dall’area mesopotamica settentrionale comprende la mesopotamia meridionale, il Levante siro-palesti-nese, fino all’altipiano centrale anatolico9.

i tipi diffusi sono principalmente rappresentati da ciotole in basalto a vasca bassa, con basi semplici, ad anello o a disco rilevato, che si presentano a parete liscia o in molti casi caratterizzati da una serie di sol-cature e costolature, continue o interrotte, sulla parete esterna. i tipi tripodati, che pure non scompaiono in questo periodo, presentano nel complesso attestazioni di frequenza inferiori.

1 Desidero anzitutto ringraziare paolo Fiorina per avermi affidato lo studio dello strumentario e del repertorio dei reci-pienti in pietra levigata da Nimrud.

2 oates 1962.3 Fiorina 2004; Fiorina et alii 2005.4 oates 1962; oates, oates 2001, 2795 Fiorina 2001; 2004; Fiorina et alii 2005, 81-83; pappa-

larDo 2006, 66-67.6 L’adozione, all’interno dello strumentario per la macina-

zione, delle due categorie di “mulino” e “macina” e la loro preliminare definizione è resa necessaria anzitutto dal’approssi-mazione con cui vengono comunemente impiegati i due termini il cui significato spesso si estende fino a sovrapporsi, a coprirsi o addirittura a sostituirsi a vicenda. A titolo di definizione è bene chiarire dunque in quale rapporto si possano distinguere i due “oggetti”. il mulino è uno strumento inteso alla riduzione, fran-tumazione o macinazione, costituito in ogni caso da due macine di cui l’una, inferiore, è giacente e l’altra, superiore, è attiva. La necessità di arrivare ad un sistema di oggetti definiti, sgombran-do il campo da equivoci e sovrapposizioni, è già avanzata da r.J. Forbes e L.a. moritz (moritz 1958; Forbes 1965, 88-91); sull’argomento si veda più in dettaglio bombarDieri 2010.

7 Secondo una definizione molto efficace introdotta in ambito classico da L.a. moritz (moritz 1958, 22-23) e con la quale si suggerisce l’impiego di simili recipienti per scopi vari legati alla preparazione dei cibi, ed in particolare alla lavorazione di piccole quantità di ingredienti.

8 bombarDieri 2003, 72-73.9 bombarDieri 2008b, 490.

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un lotto rilevante di mixing-bowls a Nimrud pro-viene dalla survey e dai sondaggi a1-a3.

La possibilità di recuperare materiali provenienti da un vasta prospezione di superficie nell’area urbana e dallo scavo di livelli databili ad un limitato arco crono-logico permette osservazioni interessanti in merito alla produzione e alla distribuzione di questa produzione caratteristica a Nimrud.

La collezione delle mixing-bowls comprende un lotto di ventidue recipienti (tab. 1), realizzati in grande maggioranza in pietra basaltica a struttura compatta o minimamente vacuolare. sei sono gli esempi integri o a profilo continuo di cui è può dirsi certa l’attribuzione tipologica, degli altri si conserva l’orlo e parte della parete o, in altri casi, la sola base, elementi questi che tuttavia permettono comunque di associarli ad alcuni tipi generici.

Nel complesso a Nimrud è documentata un’am-pia varietà di tipi di mixing-bowls a vasca bassa. Fra questi due esempi del tipo a base semplice e parete liscia (89 p63, 89 p69), uno del tipo a parete liscia e solcatura sull’orlo (89 pC3); uno del tipo a base semplice e cordonatura interrotta (89 p74), tre sono invece le ciotole con base a disco rilevato e pieno, di cui sono documentate le varianti a parete liscia (89 p101), con solcatura al di sotto dell’orlo (89 p35), con cordonatura interrotta al di sotto dell’orlo (89 p105) (Fig. 1).

oltre a questi si trovano tre frammenti relativi a basi ad anello rilevato (89 p68, 89 p75, 89 p102) (Fig. 2).

Fra queste ultime è particolare il caso dell’89 p75, che proviene dalla superficie a Nord dell’Area A3 (Fig. 2). si tratta di un frammento di ciotola a vasca bassa, in pietra basaltica a struttura sensibilmente vacuolare; il frammento conservato è pertinente a circa la metà della base ed un porzione minima della parete infe-riore del recipiente; sulla base all’interno dell’anello rilevato si trova una rosetta realizzata a rilievo con tecnica piuttosto accurata, per quanto la pietra lo po-tesse consentire.

il centro della rosetta è reso con un cerchio, la cui circonferenza è incisa e circondata da un anello a ri-lievo basso, i petali sono di ampiezza differente e non si appoggiano direttamente all’anello centrale. Consi-derando la porzione di base conservata è plausibile si trattasse originariamente di una rosetta a 12 petali.

Questo particolare consente un confronto assai stretto con uno dei due esempi di ciotole in pietra basaltica che provengono da tell Halaf10 e che, come abbiamo visto, presentano due varianti, una a otto ed una a dodici petali, del medesimo motivo a rosetta presente sull’esempio da Nimrud.

oltre a questo caso particolare sono documentati otto ciotole che, per quanto frammentarie, si possono ricondurre ai tipi ben noti con cordonatura a rilievo sotto l’orlo (Fig. 3). Fra questi sono attestate le va-rianti con cordonatura continua al di sotto dell’orlo

(89 p59, 89 p60, 89 p73, 89 p90, 89 p99, 89 p104, 89 p106)11; in un caso soltanto è possibile rilevare una cordonatura interrotta sotto l’orlo (89 p62).

all’interno del lotto si segnalano infine quattro esempi, tre dei quali purtroppo assai frammentari, che presentano caratteristiche difformi dai tipi standard sopra descritti. Le quattro ciotole differiscono in primo luogo per la pietra utilizzata: non basalto ma calcare a toni cromatici differenti, calcare rosato o biancastro o biancastro tendente al verde, calcare beige screziato. i tre frammenti (89 p26, 89 p64, 89 p100) si possono descrivere come recipienti a vasca verisimilmente pro-fonda e a parete liscia, con orlo semplice o a fascetta. Diverso è il caso del piatto integro in pietra calcarea a struttura ben compatta beige screziata (89 p42). il piatto a vasca molto bassa, presenta apertura ovale as-sai allungata con orlo appiattito, corpo a profilo curvo e base a disco leggermente rilevato. in corrispondenza di una delle estremità si trova una presa a corpo sfilato ed appiattita al bordo, che presenta sul corpo quattro solcature longitudinali sovrapposte. potrebbe trattarsi in realtà di una presa configurata.

Questi esempi, e l’ultimo in modo particolare, non appartengono alla nota produzione delle mixing-bowls dell’Età del Ferro ii-iii, di cui sono chiari i carat-teri e che abbiamo visto documentata ampliamente a Nimrud. si deve ritenere piuttosto, per la materia prima differente ma soprattutto per la difformità nella tipologia, che si tratti di produzioni più tarde.

Particolare interesse sollevano infine i dati relativi alla distribuzione e ai contesti di provenienza di questo lotto di mixing-bowls. La maggioranza delle ciotole in basalto che abbiamo sin qui descritto proviene dalla raccolta di superficie ma –e questo pare di particolare rilievo- quasi esclusivamente da un’area limitata dispo-sta in corrispondenza della prossimità nordoccidentale dell’area urbana12.

i dati percentuali della distribuzione risultano molto evidenti: il 72% delle ciotole in basalto provengono dalla prospezione di superficie, il 67% dalla prossimità nordoccidentale della area interessata dalla survey.

il restante 23% del lotto è stato raccolto, come si è detto, fra i materiali provenienti dallo scavo dell’area del Forte salmanassar (a1 ed a3). Dall’area a3 pro-viene un esempio frammentario del tipo con cordona-

10 hrouDa 1962, taf. 52: 96.11 L’apparente preponderanza degli esempi con cordonatura

continua rispetto agli esempi con cordonatura interrotta a Ni-mrud è in parte falsata dallo stato di conservazione dei recipienti. Nel caso in cui si conservi infatti un frammento minimo della parete con cordonatura è ovviamente impossibile stabilire se la cordonatura fosse originariamente continua o interrotta. i casi del genere, considerati qui per convenzione a cordone continuo, sono naturalmente di difficile attribuzione tipologica.

12 Le aree limitrofe E ed F della prospezione di superifi-cie. Da F.2a-12D in particolare provengono 13 delle ciotole in basalto.

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tura continua sotto l’orlo; nei livelli superiori dell’area A1 è stato rinvenuto un esempio a profilo continuo con base a disco rilevato e parete liscia oltre ad un esempio a profilo completo con base a disco rilevato e solcatura sotto l’orlo, un frammento di ciotola in basalto ed il piatto in pietra calcarea con presa, di cui abbiamo detto.

Dal complesso dei dati a nostra disposizione si pos-sono avanzare alcune osservazioni generali in merito a questa produzione a Nimrud.

in primo luogo sembra possibile individuare una zona delimitata a Nord-ovest della città bassa che, sulla base della ricognizione, potrebbe presentarsi co-me un’area destinata alla produzione di vasellame in pietra levigata ed in particolare destinata ad ospitare un atelier specializzato nella manifattura dei recipienti dei tipi sopra descritti; un’ipotesi del genere sembra prospettata non soltanto dalla quantità ma anche dalla varietà dei recipienti di questo tipo rinvenuti in su-perficie, che testimoniano di un repertorio pressoché completo di questa produzione. gli esempi che pro-vengono dallo scavo delle aree a1, a3 e dal Forte salmanassar, pur inferiori in quantità, sono tuttavia particolarmente utili al fine di ricostruire il contesto cronologico di questa produzione. tutti gli esempi infatti provengono da livelli contemporanei delle tre aree databili, sulla base della ceramica e dei materiali associati, al periodo neoassiro finale o al periodo post-assiro neobabilonese.

in conclusione dunque ci sono elementi validi per ipotizzare che a Nimrud esistesse almeno un atelier, probabilmente da localizzare nell’area nordoccidentale della città bassa, specializzato nella produzione delle diverse e caratteristiche varianti mixing-bowls in ba-salto13, molto attivo fra la fine dell’VIII e la fine del Vi secolo a.C..

Quanto ai paralleli, questa produzione, come ab-biamo anticipato, risulta ben documentata in assiria. tre esempi di ciotole in pietra basaltica assimilabili alle mixing-bowls da Nimrud provengono da Khirbet Qasrij, nella regione di Eski mosul. Lo scavo, come è noto, è stato condotto da J. Curtis e D. Collon14, e ha permesso di portare alla luce un modesto insediamento, indagato soltanto parzialmente, il cui rilievo risiede tuttavia nell’aver fornito dati importanti sulla produ-zione materiale del periodo tardo assiro e post-assiro, contribuendo così inizialmente al chiarimento delle produzioni di un periodo altrimenti poco indagato15.

Delle tre mixing-bowls provenienti da Khirbet Qasrij, due si presentano a vasca bassa ed entrambe presumi-bilmente a base semplice16. La KQ 35, di cui in realtà la base è mancante, si presenta a parete liscia, la KQ 31 è invece conservata in due frammenti che ne ricostrui-scono il profilo continuo, e si presenta a base semplice appiattita, con una scanalatura sotto l’orlo. La terza cio-tola che proviene da Khirbet Qasrij è invece tripodata, originariamente a vasca media, con tre piedi impostati esternamente a sezione di trapezio isoscele.

molto interessante per ricchezza e varietà è il lot-to delle mixing-bowls in basalto che provengono dai livelli di epoca neoassira di assur. Questa collezione, che è stata in tempi recenti pubblicata esaustivamente da p. miglus17, raccoglie esempi che documentano la maggior parte delle varianti note nella produzione di ciotole in basalto dell’Età del Ferro ii-iii.

si potrebbe dire che ad assur si ha a disposizione l’intero repertorio caratteristico di questa importan-te produzione che, come abbiamo anticipato, risul-ta ampliamente documentata oltre la mesopotamia settentrionale.

ad assur un numero rilevante di mixing-bowls pro-viene dal quartiere presso la fortificazione occidentale18, e soprattutto dal quartiere settentrionale di assur, dove sono state rinvenute sedici ciotole in pietra basaltica19. un altro esempio proviene dal quartiere domestico all’interno dell’area sacra del tempio di ishtar, dai livelli riferibili al Schichthorizont iii B datati all’epoca di salmanassar iii e sin-šar-iškum20.

altri sono documentati dai contesti meno sicuri da-tati ad epoca neoassira e post-assira, ed in particolare ai livelli riferibili allo Schichthorizonten ii-iii, della Stadtmitte21 e, in misura minore, della Südstadt22.

Nel complesso dunque questa produzione risulta ben attestata ad assur almeno dall’inizio dell’Viii se-colo a.C. e per tutto il periodo neoassiro imperiale e post-assiro neobabilonese, entro un arco cronologico analogo a quello documentato a Nimrud.

per quanto riguarda la tipologia delle forme, ovvero le varianti documentate di questa produzione, ad assur sono attestati tipi a vasca bassa, base semplice e parete liscia23 o con solcatura sotto l’orlo24.

maggiori varianti presentano i tipi a vasca bassa con base ad anello rilevato, di cui sono documentati le varianti a parete liscia25, con solcatura sulla parete26,

13 È interessante notare che i quattro recipienti in calcare che abbiamo visto attribuibili ad una produzione più recente (89 p26, p64, p100, p42) provengono dalla stessa area della città bassa. È dunque possibile che si tratti di un’area in cui con continuità sarebbero rimasti attivi laboratori legati a questo tipo di attività artigianale.

14 Curtis 1989.15 sulla questione si veda più diffusamente Fiorina et al.

2005.16 Curtis 1989, fig. 22: KQ 31, 35.17 miGlus 1996, taf. 58-60.18 Ibidem, taf. 58: ass. 10448; taf. 60: ass. 11169.19 Ibidem, 87-89; taf. 58: ass. 7663, 7610; taf. 59: ass 7630;

taf. 60: ass. 7609.20 Ibidem, taf. 59: ass. 13510.21 Ibidem, taf. 59: ass. 20515, ass. 21993, ass. 21635, ass.

14359, ass. 13881, ass. 13877, ass. 14793, ass. 14676.22 Ibidem, taf. 59: ass. 20698.23 Ibidem, taf. 58: ass. 10448.24 Ibidem, taf 58: ass. 7951.25 Ibidem, taf. 59: ass. 10410.26 Ibidem, taf. 59: ass. 8152 b.

88 luCa bombarDieri

con cordonatura continua sotto l’orlo27, con cordo-natura continua sotto l’orlo e solcature sulla parete28, con solcatura sotto l’orlo29.

stessa varietà presentano i tipi a vasca bassa e base ad anello rilevato e pieno, di cui sono documentate le varianti semplici a parete liscia30, ma anche le varianti con cordonatura continua sotto l’orlo, molto frequen-ti31, con cordonatura continua sotto l’orlo e solcature sulla parete32 e con solcatura sotto l’orlo33.

oltre a questa ampia e varia produzione sono do-cumentati ad assur, da contesti non sempre sicuri datati ad epoca neoassira, alcuni recipienti tripodati che si possono assimilare alle mixing-bowls. Due sono realizzati, come di norma, in pietra basaltica, gli altri due sono invece in pietra gessosa grigia34.

Nel complesso gli esempi di ciotole tripodate di Assur presentano evidenti affinità con le più comuni ciotole delle classi a base semplice, ad anello e a disco rilevato; soprattutto la presenza di solcature o cordo-nature sotto l’orlo35 segnalano una contiguità con la produzione delle altre mixing-bowls.

in mesopotamia settentrionale questa produzione è ben nota a tell ahmar, fra i materiali che provengono dallo scavo degli edifici C1 e C2 nella città bassa36. I due grandi edifici si trovano nell’area occidentale della città bassa, ad ovest dell’acropoli di til Barsip, all’interno di un quartiere abitativo la cui costruzione si fa risalire ad un momento compreso fra il Vii secolo ed une époque mal définie qui l’a suivie37.

Nella classificazione tipologica proposta da M. Tro-kay infatti, all’interno della serie dei mortiers ronds, è isolato un gruppo di mortiers ronds communs, rea-lizzati in pietra basaltica a struttura compatta, i cui caratteri morfologici sono affini a quelli delle nostre mixing-bowls. Al di là della definizione, infatti, si tratta di recipienti di medie dimensioni (il diametro è sempre di circa 20 cm. e l’altezza compresa fra i 6 gli 8 cm.) a parete sottile di cui sono documentati 4 tipi (à fond plat, à fond annelé, à fond discoide, à décor cordé)38.

il tipo à decor cordé è presente in due varianti a cordone continuo o interrotto (un cordon en relief interrompu), seppure non è dato di sapere se la costo-latura sia associata ad una variante specifica di base o sia piuttosto presente con basi diverse. L’esempio riportato, e così il disegno indicativo, presentano il tipo à decor cordé associato a ciotole con base ad anello rilevato, anche se questo non esclude naturalmente casi differenti di associazione39.

Nel complesso quindi a tell ahmar sono documen-tati e ben diffusi esempi riferibili a mixing-bowls, ed in particolare ciotole a vasca bassa, con base semplice e parete liscia40, con base a disco rilevato e parete liscia41, e tipi con base ad anello che presentano parete liscia42 o cordonatura continua o interrotta al di sotto dell’or-lo43. Esempi analoghi sono stati recuperati durante la ricognizione condotta da a. green e a. Hausleiter, nell’area della città bassa di tell ahmar44.

Un lotto di ciotole in pietra affini agli esempi da

Nimrud, proviene anche dai livelli dell’Età del Ferro di ‘ain Dara, nell’alta valle dell’afrin. in questo caso le mixing-bowls sono state recuperate durante la pro-spezione di superficie e il piccolo sondaggio nell’area della città bassa45.

Dai livelli più recenti del sondaggio che corrispon-dono alle Phases iii-i datate all’inizio del Ferro iii, ovvero al Vii secolo iniziale, provengono due ciotole in pietra basaltica compatta. La prima è a profilo continuo e si presenta con vasca bassa e base a disco rilevato e pieno, ed è caratterizzata dalla nota decorazione a cordonatura interrotta sotto l’orlo46, la seconda è invece frammentaria e si conserva soltanto una porzione della base ad anello rilevato47.

Esempi del tutto analoghi provengono da sultantepe e sono stati recuperati dallo scavo turco- britannico diretto da gökçe e seton Lloyd nei primi anni ’50. un lotto di dodici ciotole in pietra basaltica sono state qui rinvenute all’interno dello stesso vano, il piccolo ambiente C2 all’interno del maggiore complesso C messo in luce sull’acropoli48.

all’interno di questo lotto sono documentati i tipi con base ad anello rilevato, a parete liscia49 e numerose varianti del tipo con base a disco rilevato e pieno, a parete liscia e con cordonatura continua o interrotta sotto l’orlo50, che trovano confronti diretti fra i nostri materiali da Nimrud.

27 Ibidem, taf. 59: ass. 10525, ass. 10522, ass. 11067.28 Ibidem, taf. 59: ass. 8457, ass. 8807, ass. 9888, ass.

8471, ass. 11116.29 Ibidem, taf. 59: ass. 6956.30 Ibidem, taf. 58: ass. 6784.31 Ibidem, taf. 58: ass. 10540, ass. 10525, ass. 10533, ass.

10552, ass. 7678, ass. 10489.32 Le solcature si trovano sulla parte bassa della parete ed in

genere si tratta di due solcature concentriche, come nel caso di Ibidem, taf. 58: ass. 7663, ass. 10571, ass. 7663.

33 Ibidem, taf. 58: ass. 8824.34 Ibidem, taf. 60: ass. 11169, ass. 7609.35 Ibidem, taf. 60: ass. 10620, ass. 7609.36 bunnens 1997, 18-22; trokay 2000, 1665-1673.37 trokay 2000, 1665. Per la datazione degli edifici C1 e C2

si veda più in particolare Jamieson 2000, 259-264.38 Ibidem, 1669.39 Ibidem, fig. 1: 2.1.1.2d; fig. 7.40 Ibidem, fig. 1: 2.1.1.2a.41 Ibidem, fig. 1: 2.1.1.2c.42 Ibidem, fig. 1: 2.1.1.2b.43 Ibidem, fig. 1: 2.1.1.2d; fig. 7.44 Green, hausleiter 2001, 105, fig. 4.45 stone, zimansky 1999.46 Ibidem, 84, fig. 90: 10.47 Ibidem, 103.48 lloyD, Gökçe 1953, 32-33; fig. 3; pl. I: 1.49 Ibidem, fig. 7: 42.50 Ibidem, fig. 7: 42, 43. In realtà nel disegno non è resa

la cordonatura, che è pensabile possa essere, come di norma, continua o interrotta. in un caso almeno la base è costituita da un alto piede, che rende questo esempio simile al gruppo à piédestal (ad apertura circolare) di tell ahmar (trokay 2000, fig. 1: 2.1.1.3a, 2.1.1.2a; fig. 8),

89nimruD/kalhu: l’inDustria litiCa su pietra leviGata

Esempi simili di mixing-bowls provengono inoltre dalla ricognizione condotta nei primi anni ’90 nell’am-bito del progetto West Jazireh Survey che ha interessato l’area compresa fra il corso del Balikh ed il corso su-periore dell’Eufrate. in particolare dall’area circostante tell Karus, a Nord Est di tell ahmar51, provengono due esempi frammentari, che presentano in un caso cordonatura continua52 ed in un altro cordonatura interrotta53.

un lotto consistente di mixing-bowls è documenta-to anche da tell Halaf e corrisponde principalmente al primo gruppo degli Steingefässe, classificati da B. Hrouda54.

sono qui attestate ciotole in pietra basaltica a strut-tura compatta o minimamente vacuolare, che presen-tano i diversi caratteri morfologici già notati fra le mixing-bowls di Nimrud. sono infatti diffusi tipi a vasca bassa che possono presentare base semplice e parete liscia55. altri esempi di recipienti in pietra ba-saltica sono rappresentati dalle ciotole a vasca bassa, base semplice, caratterizzate dalla presenza della nota cordonatura continua, associata in questo caso ad una o due solcature longitudinali sulla parete56. Ciotole analoghe presentano costolatura interrotta al di sotto dell’orlo57. sono inoltre documentati casi di ciotole a vasca bassa e con base a disco rilevato e pieno, carat-terizzate dalla presenza della medesima decorazione cordonata, a cordone continuo in questo caso58, o con solcatura sull’orlo59. accanto a questi tipi standard si segnalano tuttavia alcuni esempi con piede a profilo troncoconico60, analoghi ai mortiers ronds à piédestal di tell ahmar.

altri casi sono invece caratterizzati da una decora-zione più complessa, che può presentarsi come una serie di solcature verticali sulla parete realizzate in modo da formare un motivo a linguette, o un Zu-gngenornament, che trova confronti soprattutto nella contemporanea produzione di recipienti in metallo61.

in altri due singoli casi la decorazione è riservata alla base, che si presenta ad anello rilevato ed ospita al centro dell’anello un motivo a rosetta ad 8 o 12 petali, realizzati ad incisione o a rilevo62. un caso del tutto analogo proviene, come abbiamo visto, dalla raccolta di superficie nella città bassa di Nimrud.

Nell’area del Habur, in particolare, la produzione di mixing-bowls e fra queste dei tipi in basalto a vasca bassa, nelle comuni varianti caratterizzate dalla pre-senza di cordonatura continua o interrotta sotto l’orlo e solcature sulla parete, è documentata a tell sheikh Hamad, in particolare fra i materiali provenienti dalla Red House di epoca post-assira63.

un lotto consistente di ciotole in pietra basaltica proviene anche da tell Barri, dai livelli neoassiri e postassiri dell’area g, sul pendio sudorientale del tell, e dell’area J in corrispondenza dell’area ad occidente del monticolo occupata originariamente dal palazzo attribuito al sovrano tukulti-Ninurta ii64.

si tratta nel complesso di un lotto di ventiquattro

ciotole, frammentarie o a profilo completo, di norma in pietra basaltica a struttura compatta o minimamente vacuolare e a toni grigio-nerastri. per quanto riguarda la tipologia delle forme, a tell Barri sono documentati numerose varianti dei tipi standard di ciotole a vasca bassa, attestate a Nimrud e all’interno dei maggiori repertori di tell ahmar e tell Halaf65.

in particolare quattro ciotole a vasca bassa, base semplice e parete liscia, due esempi con cordonatura continua sotto l’orlo, un esempio con cordonatura sotto l’orlo e solcature sulla parete, un esempio con cordonatura interrotta sotto l’orlo, tre esempi con solcatura sull’orlo ed un esempio con solcatura sotto l’orlo. un numero analogo di ciotole presenta invece vasca bassa, base ad anello rilevato. Fra queste sono documentati tipi semplici con parete liscia, tipi con cordonatura continua al di sotto dell’orlo e solcature sulla parete e tipi con cordonatura interrotta sotto l’orlo e solcature sulla parete.

meno frequenti sono le ciotole a vasca bassa della classe con base a disco rilevato e pieno, di cui sono stati rinvenuti soltanto due esempi entrambi molto frammentari e del tipo con parete liscia.

a fronte di questa ampia e ben documentata pro-duzione di ciotole a base semplice, ad anello e disco rilevato, dagli stessi livelli proviene soltanto un esempio di ciotola tripodata, di cui si conserva un piede e parte della vasca, che pur provenendo da un contesto databile alla fine dell’VIII secolo, potrebbe essere risalire ad un periodo precedente66.

51 einWaG 2000, 317, abb. 9.52 Ibidem, 317, abb. 9: 1.53 Ibidem, 317, abb. 9: 3.54 hrouDa 1962: 66-67.55 Ibidem, taf. 51: 4. in un caso un tipo del genere presen-

ta un foro passante praticato (secondariamente) sulla parete (Ibidem, 67; taf. 51: 7).

56 Ibidem, taf. 51: 36.57 Ibidem, taf. 51: 3.58 Ibidem, taf. 51: 2.59 Ibidem, taf. 52: 34.60 Ibidem, taf. 52: 78.61 Ibidem, 67; taf. 51: 1, 28, 29.62 Ibidem, taf. 52: 96, 97.63 ringrazio Janosha Kreppner, che mi ha segnalato alcuni

casi analoghi, ancora inediti, da tell sheikh Hamad. si veda più diffusamente Bombardieri 2010. sulla Red House ed i problemi connessi alla sequenza del periodo tardo assiro e neobabilonese a tell sheikh Hamad e nell’area del Habur, si veda invece in parti-colare kreppner 2006; 2008; kühne 2002; peCorella 2006.

64 su questo periodo della sequenza di occupazione a tell Barri si veda in particolare peCorella 1996; 1997; 1998: 17; pe-Corella, pierobon benoit 2004: 79-101; Fiorina et alii 2005.

65 bombarDieri 2010.66 La produzione di ciotole tripodate in pietra basaltica è

ben documentata a tell Barri soprattutto nei livelli del Bronzo tardo, relativi all’insediamento di periodo mitannico (bombar-Dieri 2010).

90 luCa bombarDieri

al di fuori della mesopotamia settentrionale la pro-duzione di mixing-bowls è documenta largamente in tutta l’area siro-palestinese e nel Levante meridionale. Esempi provengono da megiddo67 e in misura mag-giore da Hazor.

il lotto delle mixing-bowls di Hazor proviene dai livelli del Ferro messi in luce nelle aree a e B dell’inse-diamento, comprende ciotole prevalentemente in pietra basaltica, ed in alcuni casi in calcare, descritte per i loro caratteri standard bowls ridged below the rim, equipped with bar-handles or ridges68.

all’interno di questa produzione ritroviamo i ca-ratteristici tipi a vasca bassa, base semplice appiattita e parete liscia, di cui un esempio proviene dai livelli dell’area a, strato Vi, datati alla prima metà del se-colo Viii a.C.69 ed altri due dai livelli poco più recenti dell’area B, strato Va, datati alla seconda metà del secolo Viii a.C.70.

accanto a questi sono attestati i corrispettivi tipi semplici a vasca bassa, con base ad anello rilevato e parete liscia, di cui è noto almeno un esempio a profilo completo che proviene dai livelli dell’inizio del secolo Viii dell’area a, strato Viii a.C.71; di altri due esempi provenienti dai livelli della seconda metà del secolo Viii dell’area B, strato Va, si conserva la sola base72.

più rari sono i tipi con cordonatura, di cui tuttavia almeno un esempio con base a disco rilevato e cordo-natura interrotta proviene dai livelli della seconda metà del secolo Viii dell’area B, strato Va73. un altro esempio del tipo con cordone continuo è documentato dai livelli della fine del IX secolo dell’Area B, strato iii74.

Esempi di mixing-bowls provengono anche da Ha-ma, dai livelli di Hama F e soprattutto di Hama E. in particolare dallo scavo dei Bâtiments del Quartiere reale della Place Centrale, e dal Batiment V sul fianco occidentale75. Dai livelli della Place Centrale della fine dell’Viii secolo, relativi alla distruzione ad opera di sargon ii (couche de la destruction de 720) e dai con-temporanei livelli del Batiment V sono stati recuperate 8 ciotole in basalto ed in pietra calcarea.

Fra queste sono in maggioranza le ciotole in basalto a vasca media, su tre piedi76. si contano tuttavia an-che una ciotola in basalto a vasca bassa, con base ad anello, del tipo con cordonatura continua sotto l’orlo e solcature sulla parete77 ed una ciotola in calcare, a vasca bassa e base semplice78.

un esempio particolarmente interessante di mixing-bowl proviene inoltre da tell mardikh. si tratta di una ciotola in pietra basaltica, descritta come basalto polito79, rinvenuta nel corso dello scavo del settore E, condotto fra il 1965 ed il 1966 nell’area del pen-dio settentrionale dell’acropoli di Ebla. Questa ciotola proviene da uno strato di superficie nella prossimità settentrionale dell’area80. Non è pertanto possibile sta-bilire alcuna datazione sulla base del contesto, anche se i caratteri morfologici indicano un tipo ben noto di mixing-bowl per il quale è possibile una datazione sicura sulla base dei confronti. si tratta infatti, secondo

la descrizione che ne fa lo scavatore stesso, di una coppa fornita di piede ad anello e di un listello non continuo sotto il bordo81 e dunque di una ciotola affine al nostro tipo con vasca bassa, base ad anello rilevato e parete caratterizzata da costolatura interrotta sotto l’orlo, attestata a Nimrud, che trova i confronti più prossimi fra i materiali di Hama E, e più in generale risente della produzione dell’area mesopotamica set-tentrionale fra la fine del secolo VIII ed il VI a.C.

oltre agli esempi sin qui descritti, si devono segnala-re alcuni casi sporadici ma molto significativi dell’ampia diffusione di alcuni tipi di mixing-bowls. almeno due esempi, affini alla produzione documentata a Nimrud, provengono dalla mesopotamia meridionale.

il primo da ur82 ed il secondo da Nippur, dalla rac-colta di superficie nell’area dell’Edificio Cassita WC-1. si tratta di una ciotola in basalto with flattened rim with ledge below on outside83, affine al tipo con base a disco rilevato e cordonatura continua sotto l’orlo.

Questa produzione di ciotole in basalto è docu-mentata, seppure sporadicamente, anche in anatolia centrale da dove provengono due esempi analoghi, entrambi da Boğazköy84.

Si tratta di due ciotole a profilo completo a vasca bassa, una con base ad anello rilevato e cordonatura interrotta sotto l’orlo, la seconda con base a disco rile-vato e pieno, cordonatura continua sotto l’orlo e bassa solcatura sulla parete85. Entrambe provengono infatti dai livelli frigi di Büyükkale, ed uno in particolare dall’area

67 lamon 1939, pl. 113: 2, 4, 14; louD 1948: pl. 263: 21.

68 yaDin et alii 1958, 5169 yaDin et alii 1960, pl. LXXVii: 14.70 Ibidem, pl. CiV: 3, 9.71 Ibidem, pl. LXXVii: 9.72 Ibidem, pl. CiV: 2, 7.73 yaDin et alii 1961, pl. CCXXXiii: 12.74 yaDin et alii 1958, Pl. LXXVI: 23. Il profilo generalmen-

te più chiuso, le dimensioni ridotte ed il diametro inferiore dell’apertura, oltre alla precoce datazione rendono anomalo questo esempio, che probabilmente non si deve accostare ai tipi, pur morfologicamente affini, più recenti e comunemente diffusi.

75 riis, buhl 1990.76 Ibidem, 71, Fig. 35: 76-84.77 Ibidem, 69, Fig. 34: 75.78 Ibidem, 69, Fig. 34: 64.79 Fronzaroli 1967, 102.80 Ibidem, fig. 19: 1.81 Ibidem, 10282 Woolley 1963, pl. 35.83 zettler 1993, 137.84 bossert 2000, taf. 93: 103, 104.85 in verità non è possibile stabilire se in quest’ultimo caso si

tratti di un recipiente a cordone continuo, come sembrerebbe di dover intendere dalla prima pubblicazione (boehmer 1972, 214, taf. 83: 2190), o piuttosto a cordone interrotto, come tuttavia sembra più evidentemente dalla recente ripubblicazione all’in-terno del repertorio della ceramica dei livelli frigi di Boğazköy (bossert 2000, 130; taf. 93: 103).

91nimruD/kalhu: l’inDustria litiCa su pietra leviGata

del palazzo della fase BK ia-ib. Queste due ciotole da Boğazköy presentano una datazione in linea con quella degli esempi di area mesopotamica settentrionale. sulla base della recente revisione della sequenza ceramica relativa ai livelli frigi di Büyükkale, si fa infatti risalire la datazione di questa fase ad un periodo compreso fra il 650 e la conquista di Creso del 54786.

in conclusione i dati provenienti da Nimrud confer-mano l’aumento di produzione di mixing-bowls durante l’Età del Ferro ed in particolare durante i secoli finali del periodo neoassiro e durante la successiva fase post-assira neobabilonese.

Questa crescita della produzione si accompagna ad una specializzazione che porta a standardizzare alcuni tipi specifici che presentano caratteri morfolo-gici affini (e comuni anche alla produzione ceramica contemporanea). si tratta quindi di una produzione dai caratteri ben riconoscibili che presenta un’area di diffusione assai ampia a fronte di un periodo di produzione relativamente ridotto.

gli esempi da Nimrud, così come i confronti per questa produzione, provengono da contesti datati al periodo compreso fra il secolo Viii e la prima metà del Vi secolo a.C.87. si è propensi ad immaginare la mesopotamia settentrionale di tradizione assira quale centro primario di diffusione.

I confini effettivi di questa area di produzione so-no tuttavia assai più ampi e, oltre a tutta l’area tra il bacino del Balikh e l’Eufrate, da tell Halaf, tell ahmar, sultantepe, l’area del Habur da tell Barri e tell sheikh Hamad, e dell’assiria centrale, da Khirbet Qasrij, Nimrud, assur; comprendono, il Levante siro-palestinese e meridionale, con i casi di Hama, megiddo ed Hazor; a sud la mesopotamia meridionale, da dove provengono esempi da Nippur e Ur; ed infine, a Nord, e l’area anatolica interna fino a Boğazköy.

Mulini a macinello

un interessante lotto di mulini a macinello88 pro-viene dalla ricognizione di superficie, ma soprattutto dallo scavo delle aree a1 ed a3, da livelli databili ad un periodo compreso fra l’ultima fase neoassira ed il periodo neobabilonese, fra il VII e la fine del VI secolo a.C89.

si tratta nel complesso di sette macinelli realizzati in maggioranza in pietra calcarea a struttura molto compatta a differenti toni cromatici (calcare bianco-giallastro, rosato, grigio scuro), due sono invece gli esempi realizzati in basalto, entrambi da basalti a strut-tura sensibilmente vacuolare (tab. 2; Fig. 4).

per quanto riguarda la tipologia dello strumentario il lotto di Nimrud presenta una notevole varietà di tipi riferibili al macinello subglobulare; sono infatti docu-mentati due esempi di macinelli a corpo subglobulare e ad una faccia piana (89 p97, 89 p76), un esempio del tipo a due facce piane opposte (89 p107) e quattro

esempi del tipo con depressioni laterali (89 p70, 89 p71, 89 p96, 89 p109).

Quest’ultima variante, caratteristica per la presenza di differenti depressioni sul corpo destinate probabil-mente a migliorare la presa dello strumento, risulta particolarmente diffuso all’interno del lotto di Nimrud, con una frequenza che non si riscontra altrove90.

Due esempi del genere sono infatti stati recuperati durante i lavori condotti dalla missione congiunta si-riana ed americana nei primi anni ’80, nella città bassa di ‘ain Dara nella valle dell’afrin. Dai livelli del Ferro ii provengono due macinelli, di cui uno certamente in pietra basaltica e l’altro verisimilmente realizzato con un ciottolo di fiume91. Da quanto è possibile dedurre sembra plausibile si tratti in entrambi i casi di maci-nelli a corpo sub-globulare con depressioni circolari opposte, simili ai nostri esempi da Nimrud.

La diffusione del mulino a macinello risulta ben do-cumentata nella fase più recente del Ferro ii e poi per tutto il Ferro iii, durante l’epoca neoassira ed in segui-to nel periodo post-assiro fino all’Età achemenide.

Esempi interessanti provengono dall’area dell’alto Eufrate siriano e sono documentati dallo scavo di tell ahmar. si tratta in questo caso di un piccolo lotto che proviene dallo scavo degli edifici C1 e C2 della città bassa. L’attestazione di mulini a macinello si deve qui considerare poco significativa, soprattutto in rapporto alla maggiore diffusione dei mulini a macina semplice

86 bossert 2000, 168.87 una datazione più alta, al iX-Viii secolo, è poco convin-

cente e si baserebbe sui i soli documenti di Hazor (bombarDieri 2003, 72).

88 il mulino a macinello rappresenta il primo tipo di mulino in pietra in area mediterranea e vicino-orientale (bombarDieri 2010). il più antico per attestazione e naturalmente il meno evoluto per ciò che riguarda l’assetto funzionale che lo carat-terizza. si tratta di un mulino a mano caratterizzato anzitutto dalle ridotte dimensioni generali sia della macina superiore attiva che della relativa giacente; questo aspetto dunque indica una produttività relativamente scarsa del mulino nel suo complesso. La macina superiore attiva è infatti un macinello che può pre-sentarsi a corpo variamente subglobulare o subcubico, in cui si possono individuare una o più facce piane che ne costituiscono la superficie operativa. La macina giacente è costituita da una lastra di dimensioni ridotte e che può presentarsi a pianta di-versa. La scelta della pietra per le macine destinate ai mulini a macinello è piuttosto varia. in generale tuttavia per le macine giacenti si prediligono i basalti a struttura compatta o minima-mente vacuolare; i macinelli si presentano invece in basalto, in calcare o sono più semplicemente ciottoli di fiume.

89 Fiorina et al. 2005, 94-95.90 Questo tipo è attestato già dalla prima Età del Bronzo, per

quanto in ogni caso con percentuali di diffusione piuttosto basse. Così ad esempio dai livelli del Bronzo antico di melebiya (Ciavarini azzi 1993, pl. 206: 6, 16, 17); da tell Barri dai livelli del Bronzo medio ii del periodo paleobabilonese (bombarDieri 2010).

91 Di entrambi i macinelli non è data alcuna foto o disegno. per la determinazione è possibile riferirsi unicamente alla de-scrizione rapida dall’elenco dei piccoli oggetti (stone, zimansky 1999, 101, 105).

92 luCa bombarDieri

e dei mulini a mortaio, di cui vi è ampia testimonianza e di cui sono note numerose varianti.

Ciononostante nella serie dei pilons è documentato un tipo a corpo cilindrico92 le cui dimensioni variano fra i 5 ed i 10 cm in altezza93 e che si può assimilare ad una variante di macinelli a corpo subcubico non attestata a Nimrud.

Nell’area del Habur si segnala in misura particolare il caso di tell Barri. un lotto interessante di macine per mulini a macinello proviene infatti dai livelli del Ferro ii e iii, relativi all’insediamento dell’epoca neoassira e poi post-assira neobabilonese ed achemenide dell’area g, sul pendio sud-orientale del monticolo, e dai contem-poranei livelli dell’area J sulla prossimità occidentale.

Nel complesso si tratta di 5 fra macinatoi e ma-cine giacenti, che provengono dai livelli più antichi del Ferro ii, corrispondenti agli strati 21-2994 della sequenza dell’area g, e relativi alla fase dell’occu-pazione di epoca neoassira imperiale, fra il iX e la prima metà del Vii secolo a.C. un lotto di 4 macine costituisce il complesso più recente proveniente dai livelli del Ferro iii, corrispondenti agli strati 15-20 della sequenza dell’area g e ai contemporanei strati 9-14a della sequenza dell’area J, relativi al periodo che vede il passaggio di tell Barri sotto amministrazione neobabilonese caldea e poi achemenide95.

Fra i macinatoi del lotto più antico dei livelli neoas-siri del Ferro ii si rileva la presenza di tipi subcubici e subglobulari a due facce piane opposte, analoghi agli esempi da Nimrud. La condizione è analoga all’interno del lotto più recente che proviene dai livelli post-assiri del Ferro iii, dove si registra tuttavia l’aumento dei tipi globulari e subglobulari ad una faccia piana, accanto ai tipi con due facce piane96.

L’analisi dei mulini a macinello a Nimrud durante l’Età del Ferro rivela anche alcuni dati interessanti relativi alla scelta della pietra da impiegare per il supporto.

in mesopotamia settentrionale è infatti possibile rilevare una generale distinzione fra il Ferro ii ed il Ferro iii sul piano della pietra utilizzata per le maci-ne e soprattutto per i macinatoi destinati ai mulini a macinello. se infatti dai livelli di periodo neoassiro ci sono documentati soltanto esempi realizzati in pietra basaltica (con variazioni relative unicamente alla mag-giore o minore vacuolarità del basalto selezionato), dai livelli del Ferro iii relativi al periodo post-assiro neobabilonese e poi achemenide provengono in preva-lenza esempi realizzati in calcare. Questo mutamento nella pietra selezionata non si ripercuote sul piano della tipologia dei macinelli che, come abbiamo visto, rimane sostanzialmente analoga attraverso le due fasi successive, ma sembra investire unicamente la scelta della materia del supporto. Questo sviluppo risulta di particolare evidenza nella sequenza di tell Barr, dove la frequenza nell’impiego dei basalti e dei calcari risulta invertita completamente a favore dei calcari, entro un arco di appena due secoli.

sulle ragioni effettive di questo mutamento nella

scelta della pietra di supporto non è facile alcuna va-lutazione, anche per la scarsità dei dati di conforto97. tuttavia, se accettiamo questa ipotesi, la maggiore diffusione di macinelli in calcare nel lotto di Nimrud potrebbe essere un dato di ulteriore conferma per una datazione al periodo tardo-assiro e post-assiro dei livelli indagati nei sondaggi a1 ed a3.

Mulini a macina semplice

La diffusione dei diversi tipi di mulini a macina semplice98 risulta largamente documentata per tutto il

92 trokay 2000, 1671.93 Ibidem, fig. 1: 2.2.2.94 La sequenza stratigrafica dell’Età del Ferro si riferisce allo

scavo dei settori settentrionali a-D 7-10 dell’area g, che sono stati correlati alla sequenza messa già in luce dallo scavo dei settori a valle. per l’analisi di queste corrispondenze si veda in particolare pecorella 1998.

95 bombarDieri, Forasassi 2008, 331.96 bombarDieri 2010.97 alcune interessanti osservazioni sul mutamento nell’impie-

go della pietra nella produzione di mixing-bowls ed altri mortai teriomorfi sono state avanzate da Moorey a proposito dei due lotti delle necropoli di Deve Höyük i e ii (moorey 1980).

98 il mulino a macina semplice rappresenta in assoluto il più comune e diffuso modello di mulino noto nell’area del Vicino oriente e del bacino mediterraneo orientale antico (Bombar-dieri 2010). si tratta in termini generali di un modello evoluto di mulino a mano costituito da una macina superiore attiva a pianta ellissoidale. La faccia principale operativa può presentare differente profilo secondo gli assi principali (sono documentati tipi a profilo retto-retto, a profilo convesso-retto, e a profilo convesso-convesso). La macina inferiore giacente presenta la faccia principale a profilo tendenzialmente concavo secondo gli assi principali. si possono distinguere tre tipi di mulini a macina semplice, sulla base del differente rapporto fra la superficie operativa della macina superiore ed inferiore.

tipo a. si tratta del mulino a macina semplice costituito da una macina superiore con superficie operativa a doppia con-vessità e macina giacente a doppia concavità. La pietra scelta per le macine di questo tipo è in generale un basalto a strut-tura compatta. Nel complesso dunque questo tipo di mulino presenta una ampia superficie di frizione, che lo rende adatto alla produzione di farine molto fini.

tipo B. Questo tipo di mulino a macina semplice è costi-tuito da una macina superiore con superficie operativa a profilo convesso-retto e da una macina giacente che si presenta con superficie operativa a profilo retto-convesso. La pietra scelta per le macine di questo tipo può variare ed è in generale un basalto a struttura vacuolare. si tratta in questo caso i un tipo che si può intendere come un tipo intermedio di mulino a macina semplice con superficie di frizione è inferiore al precedente tipo a, e dunque adatto alla produzione di farine a grana media.

tipo C. si tratta in questo caso di un mulino a macina semplice costituito da una macina superiore ed una inferiore entrambe con superficie operativa retta-retta. La pietra selezio-nata per le macine di questo tipo di mulino a macina semplice è in maggioranza una varietà di basalto a struttura vacuolare Nel complesso dunque questo tipo presenta una complemen-tarietà meno accentuata che, insieme alla varietà vacuolare del basalto impiegato, può indicare un tipo di mulino adatto per la produzione di farine a grana grossolana.

93nimruD/kalhu: l’inDustria litiCa su pietra leviGata

periodo del Ferro ii e iii, nonostante l’introduzione e progressiva affermazione del nuovo ad avanzato mulino assiro a scanalatura.

tanto in siria che in mesopotamia settentrionale questo mulino risulta ben attestato già dal iX secolo a.C., nel corso dei secoli centrali del periodo neoas-siro e poi con continuità durante la fase successiva che corrisponde al passaggio sotto amministrazione neobabilonese caldea e poi achemenide.

soltanto pochi esempi riferibili a mulini a macina semplice sono tuttavia documentati a Nimrud. Dallo scavo italiano in particolare provengono due macine per mulino a macina semplice (tab. 3; Fig. 5). En-trambe le macine provengono dall’area a1, da livelli relativi all’ultima fase del periodo neoassiro e al suc-cessivo periodo dell’ occupazione di epoca post-assira neobabilonese, fra il Vii ed il Vi secolo a.C.

si tratta di due macine in pietra basaltica a strut-tura vacuolare, in un caso (89 p79) il basalto utiliz-zato presenta vacuoli assai frequenti e profondi, di dimensioni anche cospicue, nel secondo (89 p81) è invece utilizzato un basalto a struttura mediamente vacuolare.

Quanto alla morfologia, gli esempi da Nimrud si possono riferire a macine inferiori giacenti impiegate per due differenti tipi di mulini a macina semplice.

L’89 p79 è infatti una macina giacente con faccia principale piana, a profilo retto secondo entrambi gli assi principali e a pianta rettangolare ad angoli arro-tondati. È dunque la macina giacente di un mulino a macina semplice del tipo C, con macina attiva e giacente a faccia principale piana.

L’89 p81 si presenta invece con faccia principale a doppia concavità e a pianta probabilmente ellissoidale allungata, per quanto se ne conservi un frammento non sufficiente a determinarne con certezza il pro-filo. In questo caso dunque si tratta di una macina semplice relativa ad un diverso mulino, del tipo con macina attiva superiore a doppia convessità e macina inferiore giacente a doppia concavità, del tipo a che abbiamo descritto.

Quest’ultimo esempio presenta al centro di entrambe le facce una coppella poco profonda, realizzata secon-dariamente sulla macina. potrebbe trattarsi di un foro passante mai portato a termine, per quanto l’apertura della coppella, in questo caso stranamente quadrata, non sembra deporre a favore di questa ipotesi. un foro passante, realizzato per utilizzare secondariamente come contrappeso o peso un frammento di macina si presenta generalmente ad apertura circolare. in questo caso potrebbe piuttosto essere intesa come una base per l’alloggio (forse di un paletto o simili).

il piccolo lotto di macine per mulini a macina sem-plice da Nimrud trova interessanti confronti contempo-ranei da assur99 e da Zincirli100. Nel lotto di Zincirli si distinguono due categorie principali di macine, Mutter e Kind, definizioni con le quali in modo assai efficace e con un certo anticipo sulla diffusione dei concetti di

macina attiva e giacente, si indicano rispettivamente le macine inferiori e le macine superiori per mulino a macina semplice.

sono qui nel complesso documentate 14 macine riferibili a questo tipo di mulino, tutte in pietra basaltica a diversa struttura vacuolare. Le macine giacenti si presentano a pianta rettangolare a spigoli arrotondati o tendenzialmente ellissoidale allungata101, in modo ana-logo ai tipi attestati a Nimrud. Fra le macine superiori da Zincirli sono documentati tipi a pianta ellissoidale o ellissoidale allungata, con faccia secondaria a calotta o a sezione triangolare102.

un solo esempio di mulino a macina semplice è stato recuperato invece durante i lavori condotti nei primi anni ’80 dalla missione congiunta siriana ed americana, nella città bassa di ‘ain Dara,

Dai livelli del Ferro ii del piccolo sondaggio rea-lizzato nella città bassa proviene una macina supe-riore di mulino a macina semplice, in pietra basaltica a struttura vacuolare accentuata103. si tratta di una macina con faccia principale verisimilmente rettilinea e a pianta ellissoidale allungata relativa dunque ad un mulino a macina semplice del tipo con macina superiore ed inferiore entrambe con faccia operativa rettilinea (tipo C).

un lotto molto interessante di mulini a macina semplice proviene invece dai recenti scavi australiani condotti nella città bassa di tell ahmar, ed in parti-colare dallo scavo dei due edifici C1 e C2. La pietra con cui sono realizzati questi mulini a macina semplice è in tutti i casi un basalto vacuolare, in due varianti grossiere o fine. Non è tuttavia specificata alcuna diretta associazione fra tipi e varietà differenti di basalto104.

La classificazione proposta dalla Trokay per il lotto di tell ahmar, prevede nel caso di questi mulini la di-stinzione fra meules e molettes, già adottata nella tipo-logia relativa ai repertori di melebiya e Emar, seppure in questo caso circostanziata con maggior dettaglio. La trokay distingue infatti dapprima due tipi principali di artefacts, con ciò definendo due distinte macchine costituite da due elementi distinti, l’uno attivo e l’altro giacente105. il concetto di artefact della trokay corri-sponde dunque al nostro concetto di mulino. i due tipi

99 miGlus 1996, 301-302.100 anDrae, von lusChan 1943, 18.101 Ibidem, abb. 7, 8.102 Il profilo della faccia principale operativa non è ricostruibi-

le dalla foto pubblicata (anDrae, von lusChan 1943, abb. 8).103 stone, zimansky 1999, 84, Fig. 90: 1.104 si propone un’associazione basata sul criterio della “tex-

ture” e della “dureté”, indicando la corrispondenza secondo la quale le “meules” e i “mortiers” sarebbero realizzati in una pietra più dura e dunque in definitiva a struttura più com-patta, per sostenere l’azione rispettivamente delle “molettes” e dei “pilons” al contrario realizzate in pietra a struttura meno compatta (trokay 2000, 1666-1667).

105 Ibidem, 1665.

94 luCa bombarDieri

così isolati sono costituiti rispettivamente dalla coppia meules e molettes (che corrisponde al nostro mulino a macina semplice) e dalla coppia mortiers e pilons (che corrisponde invece al nostro mulino a mortaio).

Le molettes di tell ahmar si presentano a corpo allungato e a sezione piano convessa. La superficie operativa è appiattita o d’une certe convexité106.

Le meules, di dimensioni maggiori rispetto alle mo-lettes, sono descritte morfologicamente come strumenti a base convessa ed a fondo appiattito per mantenersi stabile sul terreno e faccia operativa superiore piana o leggermente concava. Le dimensioni medie delle meules di tell ahmar sono comprese fra i 70 cm della dimensione maggiore ed i 30-35 cm della dimensione minore107. Questo permette di escludere in linea di massima la presenza di strumenti affini alle varianti “minori” dei tipi con faccia principale operativa con-cava. Da ciò si dovrebbe dedurre la effettiva rarità di mulini a macinello in questi livelli della città bassa di tell ahmar108.

Nel complesso del lotto di tell ahmar sono docu-mentate una macina superiore attiva ed una inferiore giacente relative a mulini a macina semplice. La prima presenta faccia principale operativa a profilo convesso-convesso e pianta ellittica allungata109, la seconda, in-feriore giacente, presenta faccia principale operativa a profilo concavo-retto e pianta ellissoidale allungata110, analoga al nostro esempio da Nimrud (89 p81).

Nell’area del Habur si segnala il caso di tell Bar-ri. un lotto cospicuo di macine per mulini a macina semplice proviene infatti dai livelli del Età del Ferro ii e iii, relativi all’insediamento dell’epoca neoassira e poi post-assira neobabilonese ed achemenide (aree g, J).

Nel complesso si tratta di 22 macine, superiori e giacenti, tutte in pietra basaltica che provengono dai livelli più antichi del Ferro ii; un numero analogo, 23 macine, costituisce il lotto più recente proveniente dai livelli del Ferro iii.

per ciò che riguarda la tipologia delle macine per mulini a macina semplice diffuse all’interno di questi lotti, si può rilevare, fra le macine superiori, la presenza di tipi con faccia secondaria a calotta o irregolarmente convessa in percentuali all’incirca analoghe. La tenden-za generale è quella verso macine superiori a pianta ellissoidale, meno frequenti i tipi a pianta ellissoidale allungata e rettangolare a spigoli arrotondati, che pure sono presenti all’interno del lotto111.

Fra le macine giacenti si può notare la maggiore presenza degli esempi con faccia secondaria a profilo convesso irregolare e a pianta rettangolare ad angoli arrotondati, un tipo che abbiamo visto attestato anche a Nimrud (89 p 79).

Confronti interessanti per i mulini a macina semplice da Nimrud provengono anche da lotti contemporanei nell’area della siria occidentale e del Levante costiero siro-palestinese, a testimonianza della larga affermazio-ne di questo tipo di mulino in tutto il Vicino oriente nell’arco del i millennio.

un esempio di mulino a macina semplice proviene ad esempio dai livelli di Hama E, che corrispondono alla sequenza centrale dell’Età del Ferro di Hama.

Dal livello di distruzione del Batiment II proviene una macina inferiore in pietra basaltica riferibile ad un mulino a macina semplice del tipo a. si tratta di una macina con faccia principale a doppia concavità e a pianta ellissoidale allungata112, analoga al già discusso esempio da Nimrud (89 p 81).

più a meridione si possono citare due casi che val-gono a titolo di esempio per definire la diffusione del mulino a macina semplice nel Levante meridio-nale durante il Ferro ii e iii, corrispondenti alla fase dell’espansione assira e poi del passaggio della regione sotto il controllo neobabilonese ed achemenide.

Mulini assiri a scanalatura

L’introduzione del mulino assiro a scanalatura113 si deve collocare verisimilmente attorno al iX secolo a.C.

106 trokay 2000, 1674, fig. 1: 1.2.1; fig. 3. La Trokay mette in relazione – a nostro parere in modo erroneo – la convessità del profilo della faccia principale col processo di degrado e di usura della superficie operativa (trokay 2000, 1667).

107 Ibidem, 1667.108 seppure l’esclusione non deve essere totale. La trokay

afferma elles sont le plus souvent de grandes dimensions (trokay 2000, 1667). E del resto almeno in un caso illustrato (Ibidem, 1675, fig. 2) è plausibile l’eccezione di una macina a profilo concavo di ridotte dimensioni, e dunque relativa ad un mulino a macinello. oltre a questo esistono a tell ahmar due tipi differenti di macinelli, troncoconiques e cylindriques, di cui il secondo, come abbiamo visto, è destinato a mulini a macinello.

109 trokay 2000, fig. 1: 1.2.1; fig. 3.110 Ibidem, fig. 1: 1.1.111 bombarDieri 2010.112 riis, buhl 1990, 77, fig. 37: 111.113 il mulino assiro a scanalatura rappresenta infatti il più an-

tico mulino a leva introdotto nell’area mediterranea e del Vicino oriente (bombarDieri 2008b; bombarDieri 2010). È ca rat terizza-to da un tipo di macina superiore attiva a pianta ten denzialmente rettangolare con spigoli arrotondati o a pianta el lissoidale. La caratteristica più rilevante è la presenza di una scanalatura rego-lare ricavata sulla faccia superiore in modo da risultare paral lela ai lati maggiori della macina, impiegata per alloggiarvi una leva. Le macine di questo mulino sono infatti in tutti i casi ottenute a partire da una pietra basaltica a struttura porfirica massiccia, fine granulazione e durezza elevata. Si possono distinguere due tipi principali di mulino assiro a scanalatura.

tipo a. si tratta del mulino assiro a scanalatura maggiore, che rappresenta il tipo standard ed il più diffuso. È costituito da una macina superiore a pianta rettangolare con spigoli ar-rotondati, di dimensioni rilevanti (fino a 40 cm di lunghezza e 30 cm di larghezza), la cui faccia principale operativa si presenta retta, La macina giacente si presenta, a pianta rettan-golare allungata. in particolare si può stabilire, soprattutto sulla base degli esempi rinvenuti in situ, che la macina superiore a scanalatura presenta la dimensione piana maggiore all’incirca uguale o di poco inferiore rispetto alla dimensione minore della relativa macina giacente.

95nimruD/kalhu: l’inDustria litiCa su pietra leviGata

Questo mulino è in uso almeno fino al V-IV secolo a.C. e la sua diffusione rimane limitata essenzialmente alla mesopotamia e al Levante siriano, ovvero, in termini generali, all’area originariamente di diretta influenza assira.

Due esempi di mulini assiri a scanalatura proven-gono dallo scavo italiano nell’area del Forte salma-nassar114. si tratta di due macine superiori, una fram-mentaria e l’altra integra, relative a due mulini assiri del tipo a scanalatura (tab. 4; Fig. 5).

La prima (89 p94) proviene dallo scavo dell’area a1, E56, dai livelli superiori datati al periodo post-assiro neobabilonese115.

La 89 p94 è una macina attiva a scanalatura fram-mentaria, a sezione pianoconvessa, grossolanamente arrotondata in corrispondenza di uno dei due lati brevi, con scanalatura poco profonda parallela ai lati mag-giori, con faccia principale a profilo convesso-retto e a pianta tendenzialmente ellittica. È realizzata in pietra basaltica a struttura porfirica massiccia dai toni grigio nerastri, di una variante comunemente diffusa per questi strumenti.

La seconda (89 p72) proviene invece dall’ambiente a1 messo in luce dall’ampliamento sW del complesso del Forte salmanassar. si tratta in questo caso una macina superiore integra con faccia principale a profilo convesso-retto e a pianta ellissoidale allungata, del tutto analoga alla precedente.

Le dimensioni generali, che sono sensibilmente in-feriori allo standard attestato inizialmente a tell Ha-laf116 e largamente diffuso in tutta l’area di influenza assira117, ed insieme il profilo arrotondato del fronte minore avvicinano le due macine assire a scanalatura da Nimrud piuttosto alla produzione delle molettes à rainure da tell ahmar118.

Questa produzione è caratterizzata da macine a pianta più o meno quadrangolare con dimensioni vi-cine a quelle delle altre molettes a mano impiegate per i mulini a macina semplice, caratterizzate da una scanalatura poco profonda parallela ai lati maggiori, dont le fond est souvent imprégné de bitume119.

un caso analogo a quelli citati da Nimrud e tell ahmar, e dunque corrispondente alla variante minore del mulino assiro a scanalatura, è attestato a tell Barri. si tratta di una macina superiore a sezione pianocon-vessa, con scanalatura poco profonda parallela ai lati maggiori, faccia principale a profilo convesso-retto e a pianta tendenzialmente ellittica. Questa macina in tutto simile alla 89 p 94 da Nimrud, costituisce l’esempio più antico del lotto e proviene dall’area g, da un livello databile al periodo neoassiro finale120.

altri esempi provengono da Zincirli121, dove sono documentati entrambi i tipi principali di macine su-periori per mulino assiro a scanalatura, ovvero sia il tipo di dimensioni inferiori, analogo ai nostri esempi da Nimrud, a pianta tendenzialmente ellissoidale122 con faccia principale a profilo retto-retto, che il tipo standard, di dimensioni maggiori, con pianta rettan-

golare e faccia principale a profilo retto-retto123.Come si è detto, lo standard più diffuso è tuttavia

rappresentato da macine per mulini assiri a scanalatura di dimensioni maggiori.

a tell Barri, all’interno del lotto che comprende 21 macine attive a scanalatura e 8 macine giacenti piane, si registra un solo caso della variante minore124.

altri esempi dello stesso tipo standard di macine per mulini assiri a scanalatura provengono da sultantepe125 e, come anticipato, da tell Halaf, dove rappresentano, per la pubblicazione stessa del lotto, un caso di par-ticolare interesse. al Hrouda infatti si deve la prima definizione di “pietre da macina con scanalatura”126.

si tratta in questo caso di un complesso di undici macine superiori per mulino assiro a scanalatura, in tutti i casi in pietra basaltica a struttura variamente compatta o minimamente vacuolare127. per quel che riguarda la morfologia si tratta in maggioranza, come abbiamo detto, di macine standard di dimensioni ri-levanti, anche se in generale si può notare una certa variabilità nelle dimensioni generali delle macine, con la presenza di esempi che presentano dimensioni infe-riori. Questi ultimi hanno tuttavia pianta rettangolare ad angoli arrotondati, elemento questo che le avvicina decisamente al tipo standard (di cui saranno varianti) piuttosto che al tipo minore documentato a Nimrud, tell Barri e tell ahmar, che, come abbiamo visto, si presenta a pianta ellissoidale, più simile nei caratteri morfologici generali alle comuni macine superiori per mulini a macina semplice.

tipo B. si tratta del mulino assiro a scanalatura minore, costituito da una macina superiore a pianta ellissoidale, con faccia principale operativa retta secondo entrambi gli assi prin-cipali. La scanalatura si trova in questo caso in posizione ten-denzialmente centrale sulla faccia superiore e non in posizione decentrata come nei tipo maggiore. Nel complesso dunque le macine superiori di questo tipo di mulino assiro a scanalatura presentano maggiori affinità con le macine attive dei precedenti mulini a macina semplice.

114 bombarDieri 2005, 160.115 Fiorina et alii 2005, 81-82.116 hrouDa 1962, 51; pl. 38: c.117 bombarDieri 2005, 167-171; 2008b.118 trokay 2000, 1668; 1674, fig. 1.2.2; 1676, fig. 4.119 Ibidem, 1668.120 bombarDieri 2005, 159-161.121 anDrae, von lusChan 1943, abb. 8.122 Ibidem, taf. 7: m123 Ibidem, abb. 8.124 i mulini assiri a scanalatura fanno la loro comparsa a tell

Barri nei livelli neoassiri datati almeno alla fine dell’VIII secolo a.C e rimangono in uso durante i successivi periodi neobabi-lonese ed achemenide. Non se ne trovano in livelli più recenti. per tutto il periodo indicato tuttavia risultano senza dubbio il sistema di macinazione più diffuso a tell Barri, arrivando a rappresentare il 40% dell’intero strumentario per la macinazione (bombarDieri 2005, 165-167).

125 lloyD e Gökçe 1953, 31; pl. i: 1.126 hrouDa 1962,51.127 Ibidem, taf. 38: c.

96 luCa bombarDieri

si segnala inoltre un piccolo ma interessante lotto di tre macine per mulino assiro a scanalatura da tell Hazna128.

gli scavi russi nell’importante sito calcolitico di Hazna, nel distretto di Hassake, hanno recentemente recuperato fra i materiali di una bassa fossa dell’Età del Ferro che taglia la cinta difensiva esterna del periodo Ninivite 5, due macine a scanalatura, di cui una inte-gra e l’altra frammentaria. un’altra macina di questo tipo è stata rinvenuta durante la ricognizione condotta sulla città bassa e proviene dall’area immediatamente adiacente alle pendici settentrionali del monticolo di Hazna 1.

interessante è anche il caso di una probabile maci-na superiore attiva di un mulino assiro a scanalatura messa in luce dallo scavo dell’Hellenistic Building del Field A sull’acropoli di tell Beydar129. Dall’interno del cono del tannur 1435 appartenente alla seconda fase dell’edificio, proviene una macina frammentaria dalla quale è secondariamente ricavata una bassa coppella, sulla faccia principale130.

sulla faccia convessa secondaria si trova una sca-nalatura longitudinale ben evidente, che sembrerebbe indicare la possibilità si sia originariamente trattato di una macina attiva di un mulino assiro. Dato il con-testo di rinvenimento e la condizione secondaria del reimpiego è probabile che in questo caso si possa far risalire la datazione della macina a scanalatura ed il suo utilizzo primario al periodo neoassiro finale e post-assiro, nel quale questo tipo di mulino risulta diffusamente documentato131.Lo stato frammentario di conservazione ed il contesto non sicuro non con-sentono tuttavia conclusioni certe.

al di fuori dell’area mesopotamica settentrionale132, un interessante esempio di mulino assiro a scanalatura proviene da tell mardikh.

si tratta di una macina superiore attiva a scana-latura in pietra basaltica a struttura evidentemente compatta e a toni grigio-nerastri intensi, morfologica-mente affine al tipo standard a pianta tendenzialmente rettangolare con faccia principale operativa a profilo retto-retto133.

Questa macina proviene dallo scavo dei livelli re-lativi all’insediamento persiano ed ellenistico del set-tore E sud sull’acropoli di Ebla ed è stata rinvenuta direttamente sul pavimento del livello intermedio del locus b134. sulla base dei materiali associati, e della ceramica in modo particolare, è dunque probabile che la datazione di questa fase sia da fissare alla prima età achemenide.

Nell’area del Levante meridionale la diffusione del mulino assiro a scanalatura è più scarsamente do-cumentata. Questo mulino è tuttavia conosciuto in questa vasta regione e se ne possono riportare almeno tre casi, due dei quali recentemente pubblicati da r. Frankel135.

un esempio era già noto dallo scavo di tell Qasile, nell’alta galilea. si tratta in questo caso di una macina

superiore per mulino assiro del tipo maggiore, che abbiamo sopra indicato come mulino assiro a scana-latura a136. Certamente meglio documentati sono i due esempi di tell tannim. si tratta in entrambi i casi di macine superiori in pietra basaltica, relative tuttavia ai due tipi differenti di mulino assiro a scanalatura. La prima macina infatti è di dimensioni maggiori, misura 44x31x8 cm. ed è dunque analoga i tipi standard che abbiamo visto diffusi soprattutto in tutta la regione mesopotamica settentrionale, ma anche in siria oc-cidentale. La seconda macina è invece di dimensioni ridotte, misura 24 cm in lunghezza, e questo elemento insieme al profilo tendenzialmente arrotondato, per quanto purtroppo non si conservino le due estremità della macina, permettono di accostare questo esempio ai casi minori, ovvero alle macine per mulini assiri di dimensioni più contenute, analoghe alle nostre da Nimrud.

i dati relativi alla provenienza dei due esempi di tell tannim non permettono conclusioni certe in merito alla datazione di questi mulini assiri. il primo caso che abbiamo qui citato proviene infatti da un contesto di periodo romano, mentre il secondo proviene dal-la raccolta di superficie. In entrambi i casi tuttavia, ed anche considerando che il sito è stato frequentato stabilmente già dal Neolitico e, attraverso numerose fasi di occupazione, fino ad epoca Islamica, gli sca-vatori sono propensi a ritenere entrambe le macine provenienti da livelli relativi all’insediamento dell’Età del Ferro137.

128 Devo un ringraziamento particolare al shahmardan amirov con il quale ho avuto modo di discutere a Hazna il ritrovamento di questo lotto di macine a scanalatura ancora inedito e al quale devo le notizie che ho qui riportato.

129 martin Galan, al-othman 2003.130 Ibidem, fig. 6.131 una frequentazione del sito durante il periodo post-assiro,

per quanto labile, è tuttavia ben documentata a tell Beydar dallo scavo del Feld J, che ha permesso di mettere in luce un insediamento di scarso rilievo che tuttavia sulla base della ce-ramica è possibile datare al Vii-Vi secolo a.C. (bretsChneiDer 1997, 209-230; bombarDieri, Forasassi 2008, 330).

132 un esempio di mulino assiro a scanalatura proviene an-che dall’area di artaxata ellenistica, in armenia (khaChatrian 1998, 222, fig. 29); purtroppo non ci sono, a mia conoscenza, molti dati in merito al carattere del rinvenimento, che possano rendere ragione della datazione o del contesto di giacitura, né in merito alla associazione con altri mulini. Questo esempio è tuttavia importante di per sé per misurare l’ampia diffusione di questo modello al di fuori dell’area assira.

133 Fronzaroli 1967, fig. 9; tav. XXXIV: 1; XXXV: 1.134 Ibidem, 109.135 Frankel et alii 2004.136 Questa macina non viene citata nei rapporti preliminari e

nei resoconti finali dagli scavatori, ma soltanto in seguito viene pubblicata da s. avitsur nel suo Atlas of Tools and Workshops in the Holy land (avitsur 1976, fig. 208); quest’ultimo sostiene che la macina debba datarsi alla fine dell’XI o al X secolo a.C., non è dato tuttavia di accertare il contesto del rinvenimento.

137 Frankel et alii 2004, 265.

97nimruD/kalhu: l’inDustria litiCa su pietra leviGata

Mulini a mortaio

La diffusione di diversi tipi di mulini a mortaio risul-ta ampliamente documentata fra i mulini in pietra co-munemente attestati in numerosi dei siti che presentano una sequenza di occupazione per i periodi del Ferro ii e iii, durante l’Età neoassira e post-assira138.

il lotto dei mulini a mortaio da Nimrud proviene dallo scavo da livelli databili fra il VII e la fine del VI secolo, nelle aree a1 ed a3 (tab. 5; Fig. 6).

Si tratta di tre mortai, due dei quali a profilo con-tinuo ed il terzo frammentario, realizzati in pietra basaltica a struttura particolarmente vacuolare ed in due casi caratterizzata dalla presenza di frequenti in-clusioni calcaree.

per ciò che riguarda l’aspetto morfologico, i due mortai a profilo continuo sono del tipo a vasca bassa e tripodati, entrambi con piedi impostati internamente a sezione semiellittica. il primo (89 p80) ha orlo sem-plice arrotondato; il secondo (89 p83) presenta invece una serie di 5 insellature sull’orlo che si potrebbero a ragione considerare alla stregua di versatoi. Quest’ul-timo esempio rappresenta un eccezione per questo carattere particolare, che non trova confronti stringenti altrove. anche l’interpretazione delle insellature come versatoi non può dirsi certa. sono documentati esempi di mortai dotati di versatoi disposti sull’orlo, se ne possono distinguere almeno due tipi.

il primo è costituito dai mortai a vasca profonda a base semplice appiattita con insellatura sull’orlo. un esempio del genere proviene da tell Barri ed è stato rinvenuto nei livelli del Bronzo medio ii, relativi all’in-sediamento dell’epoca paleobabilonese dell’area g139.

il secondo tipo è invece costituito dai recipienti di dimensioni ancora inferiori, generalmente caratterizzati dalla presenza di protomi di toro o leone ma in alcuni casi anche non configurati140, che presentano una sorta di versatoio, più o meno evidente, sull’orlo. Esempi del genere provengono in larga parte dalla regione di Jerablus, in particolare dalla necropoli di Deve Höyük i141, ma anche da ‘ain Dara142 e tell Halaf143.

Entrambi i tipi sono tuttavia differenti morfologi-camente e non possono costituire un parallelo per l’esempio di Nimrud. il primo è a vasca profonda, di dimensioni inferiori rispetto al nostro ed inoltre non risulta attestato durante l’Età del Ferro; i recipienti configurati o meno dei tipi sopra descritti sono invece ben diffusi in questo periodo, ma presentano caratteri morfologici (il versatoio nell’esempio di tell Halaf è un vero e proprio spout estroflesso, nei casi di Deve Höyük ed ‘ain Dara la presenza delle protomi animali costituisce un elemento distintivo) che alo stesso modo li allontanano dal nostro esempio da Nimrud.

ai due mortai tripodi (89 p80, 89 p83) si deve aggiungere, come abbiamo anticipato, un mortaio in pietra basaltica frammentario (89 p77), di cui è per-duta la base e parte della parete, riconducibile al tipo a vasca profonda e corpo a profilo troncoconico.

oltre ai mortai sono documentati due pestelli ed un macinello riferibili a differenti tipi di mulini a mortaio (Fig. 6). si tratta di un macinello (89 p48) realizzato con un ciottolo non lavorato, a corpo tendenzialmente troncoconico e due pestelli (89 p78, 89 p79) rea-lizzati invece in pietra calcarea molto compatta e a toni grigio intensi, del tipo con corpo tendenzialmente cilindrico.

Uno dei due pestelli (89 P78) presenta la superficie laterale in parte appiattita e lisciata a seguito dell’uso; è quindi possibile che sia stato secondariamente im-piegato come cote o affilatoio, o più probabilmente come strumento composito da utilizzare allo stesso tempo come pestello e affilatoio.

Nel complesso dunque il lotto di Nimrud ci con-sente di stabilire la presenza a Nimrud fra il Vii ed il Vi secolo di almeno tre tipi distinti di mulini a mor-taio: i mulini a mortaio con mortaio a vasca media o profonda ed il mulino a mortaio con mortaio a vasca bassa tripode.

138 bombarDieri 2010.139 Esempi del genere possono essere considerati altrimenti

come crogioli (peCorella 1997, 61; bombarDieri 2010).140 bombarDieri 2008a.141 moorey 1980, fig. 8: 133-135.142 stone, zimansky 1999, 73, fig. 87: 1.143 hrouDa 1962, taf. 53: 121.

98 luCa bombarDieri

tabella 1 - Nimrud - Mixing-bowls

PROVENIENZA DIMENSIONI (in cm.) DEScRIZIONE DimENsioNi piaNE CaVitÀ /

Foro

No. arEa d.maxØ d.min h. Ø h. piEtra tipo muLiNo

01 - 89 p69 prospezione Nimrud. Fernanda 7D

25 2,2 BasaLto compatto

CiotoLa a base sempliceparete liscia

miXiNg BoWL

02 -89 p63 prospezione Nimrud. Fernanda 1a

24 4,7 2,5 BasaLto compatto

CiotoLa a base sempliceparete liscia

miXiNg BoWL

03 - 89 p74 prospezione Nimrud. Fernanda 2a

29 5,5 r. 2,4 BasaLto compatto

CiotoLa a base semplicecordonatura interrotta

miXiNg BoWL

04 -89 p68 prospezione Nimrud. Fernanda 1D

13 3,0 r. BasaLto compatto

CiotoLa base ad anello rilevatoparete liscia

miXiNg BoWL

05 -89 p102

prospezione Nimrud. Fernanda 6D

13 8,9 r. BasaLto semi-vacuolare

CiotoLa base ad anello rilevatoparete liscia

miXiNg BoWL

06 -89 p75 prospezione Nimrud. Superficie a N di Ada 3

13 2,3 BasaLto compatto

CiotoLa base ad anello rilevatodecorazione incisa sulla base

miXiNg BoWL

07 -89 p101 ada 1.15. E60

34,5 9,3 4,4 BasaLto compatto

CiotoLa base a disco rilevato miXiNg BoWL

08 -89 p35 Forte salmanassar. 1. 18.

12 3 BasaLto semi-vacuolare

CiotoLa base ad anello rilevatosolcatura sotto l’orlo

miXiNg BoWL

09 -89 p105 prospezione Nimrud. Fernanda 11D

15 5,2 3,1 BasaLto compatto

CiotoLa base ad anello rilevatocordonatura interrotta

miXiNg BoWL

10 - 89 p60 prospezione Nimrud. Elsa 4D

23 4,9 r. 1,9 BasaLto compatto

CiotoLa cordonatura continua

miXiNg BoWL

11- 89 p59 prospezione Nimrud. Elsa 4D

21 1,9 r. 1,3 sErpENtiNo CiotoLa cordonatura continua

miXiNg BoWL

12 - 89 p73 ada 3.3. 28

27 1,9 BasaLto semi-vacuolare

CiotoLa cordonatura continua

miXiNg BoWL

13 -89 p90 prospezione Nimrud. Fernanda 2D

19 4,0 r. 1,4 BasaLto compatto

CiotoLa cordonatura continua

miXiNg BoWL

14 -89 p104 prospezione Nimrud. Fernanda 11D

18 4,1 r. 2,2 BasaLto compatto

CiotoLa cordonatura continua

miXiNg BoWL

15 -89 p106 prospezione Nimrud. Fernanda 1C

16 3,7 r. 1,6 BasaLto compatto

CiotoLa cordonatura continua

miXiNg BoWL

16 -89 p99 prospezione Nimrud. Fernanda 12D

22 3,7 r. 1,5 BasaLto compatto

CiotoLa cordonatura continua

miXiNg BoWL

17 -89 p62 prospezione Nimrud. Fernanda 12D

29 5,5 r. 2,4 BasaLto compatto

CiotoLa cordonatura interrotta

miXiNg BoWL

18 - 89 pC3 prospezione Nimrud. Dolores 9 C

25 BasaLto semi-vacuolare

CiotoLa solcatura sull’orlo

miXiNg BoWL

19 -89 p42 Forte salmanassar. 1. 18

20 1,0 CaLCarEbeige

piatto

20 -89 p64 prospezione Nimrud. Fernanda 1a

8 3,5 r. 1,8 CaLCarEbianco

CiotoLa a base semplice

21 -89 p100 prospezione Nimrud. Fernanda 5D

22 2,9 r. 1,8 CaLCarErossastro

CiotoLa

22 -89 p26 Forte salmanassar. 1. 18

20 1,0 CaLCarEbianco

CiotoLa a base semplice (?)cordonatura continua

99nimruD/kalhu: l’inDustria litiCa su pietra leviGata

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Fig. 1 - Nimrud/Kalhu. Mixing-bowls in basalto dalla prospezione di superficie e dall’area del Forte Salmanassar.

100 luCa bombarDieri

tabella 2 - Nimrud - Mulini a macinello

PROVENIENZA DIMENSIONI (in cm.) DEScRIZIONE DimENsioNi

piaNE CaVitÀ /

Foro

No. arEa d.max d.min h. Ø h. piEtra tipo muLiNo

01 -89 p107 ada 1. 15. 61

6,6 5,0 6,6 CaLCarEbiancastro

maCiNELLo corpo subglob.a due facce piane opposte

muLiNo a maCiNELLo

02 -89 p109 prospezione Nimrud.Fernanda 8 D

8,6 7,8 5 CaLCarE maCiNELLo corpo subglob.con presa laterale

muLiNo a maCiNELLo

03 -89 p70 prospezione Nimrud.Fernanda 8 D

5,0 3,7 CaLCarEmarrone

maCiNELLo corpo subglob.con presa laterale

muLiNo a maCiNELLo

04 -89 p96 ada 1. 61. E53, zona NE

7,4 7,4 5,4 CaLCarErosato

maCiNELLo corpo subglob.con presa laterale

muLiNo a maCiNELLo

05 -89 p71 prospezione Nimrud.Fernanda 8 D

7,8 5,4 QuarZitEgrigia

maCiNELLo corpo subglob.con presa laterale

muLiNo a maCiNELLo

06 -89 p97 ada 1. 61. E53, zona NE

5,0 4,8 4,0 BasaLtocompatto

maCiNELLo corpo subglob.a una faccia piana

muLiNo a maCiNELLo

07-89 p76 ada 3. 8. 22

8,8 7,9 4,9 BasaLtocompatto

maCiNELLo corpo subglob.a una faccia piana

muLiNo a maCiNELLo

101nimruD/kalhu: l’inDustria litiCa su pietra leviGata

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Fig. 2 - Nimrud/Kalhu. Mixing-bowls in basalto dalla prospezione di superficie e dall’area del Forte Salmanassar.

102 luCa bombarDieri

tabella 3 - Nimrud - Mulini a macina semplice

PROVENIENZA DIMENSIONI (in cm.) DEScRIZIONE DimENsioNi piaNE CaVitÀ /

Foro

No. arEa d.max d.min h. Ø h. piEtra tipo muLiNo

01 - 89 p79 ada 1. 6. 44 23,0 r. 15, 3 r. 2,8 BasaLto vacuolare

maCiNa sEmpLiCE giacente a maCiNa sEmpLiCE

02 - 89 p81 ada 1. 1. 39 25,0 r. 19,5 r. 10 6,0 1,2 BasaLto semi-vacuolare

maCiNa sEmpLiCE giacentecavità secondaria

a maCiNa sEmpLiCE

103nimruD/kalhu: l’inDustria litiCa su pietra leviGata

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Fig. 3 - Nimrud/Kalhu. Mixing-bowls in basalto dalla prospezione di superficie e dall’area del Forte Salmanassar.

104 luCa bombarDieri

tabella 4 - Nimrud - Mulini assiri a scanalatura

PROVENIENZA DIMENSIONI (in cm.) DEScRIZIONE DimENsioNi

piaNE CaVitÀ /

Foro

No. arEa d.max d.min h. Ø h. piEtra tipo muLiNo

01 - 89 p94 ada1. svuotamento E56 19,0 r. 17,8 4,7 BasaLto compatto

maCiNa sCaNaLata attiva

assiro a sCaNaLatura

02 - 89 p72 ada1. 26,0 14,2 5,3 BasaLto compatto

maCiNa sCaNaLata attiva

assiro a sCaNaLatura

105nimruD/kalhu: l’inDustria litiCa su pietra leviGata

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Fig. 4 - Nimrud/Kalhu. Macinelli in calcare dalla prospezione di superficie e dall’area del Forte Salmanassar.

106 luCa bombarDieri

tabella 5 - Nimrud - Mulini a mortaio

PROVENIENZA DIMENSIONI (in cm.) DEScRIZIONE DimENsioNi piaNE CaVitÀ /

Foro

No. arEa d.maxØ d.min h. Ø h. piEtra tipo muLiNo

01 -89 p77 ada 3. 3. 52

35 17 BasaLtovacuolare

mortaio. vasca profondabase semplice, profilo troncoconico

muLiNo a mortaio

02 -89 p80 ada 1. 1. 39

12 6 BasaLtovacuolare

mortaio. vasca bassatripode, orlo semplice

muLiNo a mortaio

03 -89 p83 ada 3.superficie

40 18 BasaLtovacuolare

mortaio. vasca bassatripode, insellature sull’orlo

muLiNo a mortaio

04 -89 p78 ada 3. 1. 17

8,2 17,5 CaLCarEgrigio scuro

pEstELLo semplicea corpo cilindrico

muLiNo a mortaio

05 -89 p79 ada 3. 6. 34

5,6 10,4 CaLCarEgrigio chiaro

pEstELLo semplicea corpo cilindrico

muLiNo a mortaio

06 -89 p48 ada 3. 4,5 8,7 CiottoLo maCiNELLo a corpo tronoconico

muLiNo a mortaio

107nimruD/kalhu: l’inDustria litiCa su pietra leviGata

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Fig. 5 - Nimrud/Kalhu. macine per mulini a macina semplice e per mulini assiri a scanalaturadall’area del Forte salmanassar (scala 1:4).

108 luCa bombarDieri

Fig. 6 - Nimrud/Kalhu. Mulini a mortaio dalla prospezione di superficie e dall’area del Forte Salmanassar (scala 1:4).

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