L'ospedale di S. Maria della Scala di S. Gimignano nel Quattrocento. Contributo alla storia...

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200 L,oSPEDALE DI S. MARIÀ DELLA SCALA DI S. GIMIGNANO nove pecore e cinque capre, per un totale & 40 fiotini e L0 soldi' Fra gli « incarichi>> 20 fiorini e un moggio di granb avuti in << pfestanza >> d, *o.ou caterina di Bartolomeo detto Mezzetta, & cui lavorano un podere e un debito con ser Andrea di Luca Topi, di L2 frot'lni. Nurnero- -rirri-u la f.amiglia composta da dodici persone e cioè Antonio di qua- fantacinque anni con 1a moglie, monna Ndargherita di ttentacinque, Piero, il fratello di quaranta con monna Battolomea, sua donna di ventotto' monna Bartola, forse la madre, di novantadue anni e sette figli, fra quel- li di Antonio e quel1i di Piero, dai sedici a un anno di età 3e. << Monna Margherita, dorrt à di Antonio di Francesco, che sta a Torre, in sul po- d"r. di Giovanni del Mezzetta»>, efa stata 6a |e balie dell'ospedale ne1 1425 stno all,agosto del 1428 per 3 lire al mese, di Margherita veronica, che era stata resa morta all'ospedale 40. Biagio di Donato, ptoprietario di una casa <( con masserizie per suo uso, posta nella tena di San Gimignano, luogo detto Casa Rimessa >>, e di << ufi pezzo di terra nella villa di Casole >>, che rende << anno per anno)> 20 staia & grano e mezzo,2}barILi di vino e 3 orci d'olio sem- pre <( per lo mezzo >>, è iscritto sul catasto per 80,6 fiorini' Suo debitore I p1ippo di Bartoluccio per 2 frorini mentre tra gli << incatichi )> com- pur. ,r, suo debito di 8 fiorini da àarc a Torello di Dore, spedaliere di -Santa Fina e 2 fiorini ad un certo Bartolo di Biagio. Biagio di Donato che dichiara di pagare 1,2 soldi << d'imposta ogni mese »>, 18 soldi << di stimo >>, più venti libbre di sale l'anno e mezza staio di grano di decima annuale, 'manda avanti una tamiglia di quattro persone, composta da lui di cinquant,anni, da monna Checca di trentotto, sua moglie e da due figli piccoli, Llsa di tre anni e mezzo e Maddalena di quattfo mesi 41. << Mon- na Checca, donna di Biagio di Donato, che sta a Casole >>, ne1 1419, otto anni prima, aveva allattaro per 3 lite al mese, dal 20 luglio a1 19 agosto di quell,anno, Albiera Maddalena che, però, aveva dovuto rendere in tutta frctta per via di una sua improwisa malattiaa2. Michele di Cambio, « de1la villa di Santa Lucia )>, con una casa a suo << uso nella detta villa >>, un << casolare »>, anche questo a suo <( u5o >>, una casa nella contrada di Berignano, afittata per quattro lire l'anno a Luca di Panetata, <<un pezzo di terra con una casetta alla Pagfia )>, « un 3e A.S.F., Catasto, 266, cc- 64-65. & Balie'e banbiii segn. B (L4L3-L454), 14, c' 1B. 4l A.S.F., Catasto, 266, cc. 702-103. q Babe'e barnbiii se!.n. B (7413-1454), 14, c. 10'

Transcript of L'ospedale di S. Maria della Scala di S. Gimignano nel Quattrocento. Contributo alla storia...

200 L,oSPEDALE DI S. MARIÀ DELLA SCALA DI S. GIMIGNANO

nove pecore e cinque capre, per un totale & 40 fiotini e L0 soldi' Fra

gli « incarichi>> 20 fiorini e un moggio di granb avuti in << pfestanza >>

d, *o.ou caterina di Bartolomeo detto Mezzetta, & cui lavorano un

podere e un debito con ser Andrea di Luca Topi, di L2 frot'lni. Nurnero--rirri-u

la f.amiglia composta da dodici persone e cioè Antonio di qua-

fantacinque anni con 1a moglie, monna Ndargherita di ttentacinque, Piero,

il fratello di quaranta con monna Battolomea, sua donna di ventotto'

monna Bartola, forse la madre, di novantadue anni e sette figli, fra quel-

li di Antonio e quel1i di Piero, dai sedici a un anno di età 3e. << Monna

Margherita, dorrt à di Antonio di Francesco, che sta a Torre, in sul po-

d"r. di Giovanni del Mezzetta»>, efa stata 6a |e balie dell'ospedale ne1

1425 stno all,agosto del 1428 per 3 lire al mese, di Margherita veronica,

che era stata resa morta all'ospedale 40.

Biagio di Donato, ptoprietario di una casa <( con masserizie per

suo uso, posta nella tena di San Gimignano, luogo detto Casa Rimessa >>,

e di << ufi pezzo di terra nella villa di Casole >>, che rende << anno per

anno)> 20 staia & grano e mezzo,2}barILi di vino e 3 orci d'olio sem-

pre <( per lo mezzo >>, è iscritto sul catasto per 80,6 fiorini' Suo debitore

I p1ippo di Bartoluccio per 2 frorini mentre tra gli << incatichi )> com-

pur. ,r, suo debito di 8 fiorini da àarc a Torello di Dore, spedaliere di-Santa

Fina e 2 fiorini ad un certo Bartolo di Biagio. Biagio di Donato

che dichiara di pagare 1,2 soldi << d'imposta ogni mese »>, 18 soldi << di

stimo >>, più venti libbre di sale l'anno e mezza staio di grano di decima

annuale, 'manda

avanti una tamiglia di quattro persone, composta da lui

di cinquant,anni, da monna Checca di trentotto, sua moglie e da due figli

piccoli, Llsa di tre anni e mezzo e Maddalena di quattfo mesi 41. << Mon-

na Checca, donna di Biagio di Donato, che sta a Casole >>, ne1 1419, otto

anni prima, aveva allattaro per 3 lite al mese, dal 20 luglio a1 19 agosto

di quell,anno, Albiera Maddalena che, però, aveva dovuto rendere in

tutta frctta per via di una sua improwisa malattiaa2.

Michele di Cambio, « de1la villa di Santa Lucia )>, con una casa a

suo << uso nella detta villa >>, un << casolare »>, anche questo a suo <( u5o >>,

una casa nella contrada di Berignano, afittata per quattro lire l'anno a

Luca di Panetata, <<un pezzo di terra con una casetta alla Pagfia )>, « un

3e A.S.F., Catasto, 266, cc- 64-65.& Balie'e banbiii segn. B (L4L3-L454), 14, c' 1B.4l A.S.F., Catasto, 266, cc. 702-103.q Babe'e barnbiii se!.n. B (7413-1454), 14, c. 10'

APPENDICE

altro pezzo di terra, posto nella detta villa )>, <{ un pezzo di terra sodo >>

e ancora << un altro pezzo di terra soda e bosco >>, compare ne1 catasto

con u.n imponibile di 173,13 fiorini. Michele, che lavora personalmente1a sua tera, che g1i rende i'anno J8 staia di grano, 18 di spelta, 8 dipanico, 5 d'orzo, 8 barili di vino e 2 orci d'olio, è anche mezzadro su

un podere di Antonio di Santino, << i1 quale Antonio 1o tiene a fitto dallemonache di Santa Caterina >> a Sovesffe. Fra le sue sostanze compaionoanche un asino, un paio di buoi, << una moia e più porcellini ». Fra isuoi debiti uno di 7 fiorini al << giudeo >>. Sei sono Ie << bocche »> a suo

carico: Michele medesimo di trentasei anni, monna Lucia, « donna fudi Mone >>, d'anrii sessanta, monna Caterina « di Michele >> d'anni ven-tisei, Polionia, << di Michele >>, di quattro, Andrea un altro suo figliolodi un anno e Cesa d'Antonio <( sta meco >>, di sette aonia3. Ormai ve-dova, nel 1438, e certamente in miseria, << Caterina donna fu di Mi-chele di Cambio )> compare piri volte ra le stacciatrici di farina e come

balia in quell'anno di Benedetto, che tiene svezzato per tre anni a rrenti-cinque e poi irenta soldi il mese, sino al ft"rglio del 1"441 4.

Checco di Gdllo da Castelvecchio, con un sovrabbondante di 1.45,19

fiorini, si dichiara proprietario di due case di cui una << con chiostto e

orticello », un << casolare )>, e un <( casottino >> in Castelvecchio e fi unpodete << diviso in più ptezzuoli di terra lavoraiia, albotato, vignato e

boscato e in maggior parte sodo »>, che gii rende l'anno 4 moggia digra$o, 12 balili di vino, L orcio d'olio, 10 staia tra atzo e tave, mezza

libbra di zafrerano, 5 staia di noci e 3 moggia di lino. Checco, tieneinoltre da monna Mira, << donna fu dt Paolozza da San Gimignano »,<< a mezzo pro e danno >>, un paio di buoi, un paio di giovenchi e trentacapre mentre ventisette porci li ha << in soccio >> da Micheie di France-sco. Le sue sostanze terminano con due << asini vecchi )> e un credito di4,9 fiorini nei confronti di un certo Meo. Fra gli << incarichi »>, 9 fiorinida darc a monna À{ira di PaoTozzo e 1 fiorino e tr\ezzo a Stefano di Gio-vanni speziale. Cinque << bocche >>, que11a di Checco, ofmai sessantenne,della moglie, monna Piera, di quaranticinque anni e di tre figli e cioè diMatteo, nostro ftituro baiio nel 1450, e ora ventenne, di Tonio, di quin-dici e di Margherita di otto, compongono Ia {amigliaos. Nel 1450, << Àdat-

teo di Checco di Grillo e la sua donna, abitanti a Castelvecchio, cortedi San Girnignano >>, prendono a balia Maria Agostina, per 3 lire al

43 A.SiF., Catasto, 266, c. 457.a Balie e bambini segn. B (L413-1454), 14, c. 32.45 A.S.F., Catasto, 266, cc. L99-200.

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202 L,0SPEDALE DI S. MARIA DEILA SCALA DI S. GIMIGNANO

mese, dal 7 agosto a1 2 novembre di quell'anno, sino a quando Matteo

la riporta << assai male in punto con tutti i suoi panni »> all'ospedale ft.

Michele di Bartolo del popolo di San Michele, iscritto oJ catasto

per 197 ,2 fiorini, proprietario di << una casa con masserizie a suo uso econ un orto >> di quattro staiora << di terta a seme, Tavotatia e vignata>>,

che gli rende ogni anno 12 staia di grano e 4 barilt di vino, lavora << a

sue mani >> alffi sei << pezzi di terra soda e boscata in parte Tavotatia >>

e un <{ campatelio alborato )> per un totale di cinquanta staiota, che glirendono l'anno ancora 62 staia di grano e 22 bafili di vino, senza con-

tare la proprietà di un bosco di venti staiora a1 poggio Feliceto. Le sue

sostanze terminano con un paio di buoi, un'asina, sei porci e cinquanta

ffa capte e pecore. Michele che è anche mezzadro di Niccolò Gualtieri,ha con lui un debito di Z0 fiorini. Undici sono le << bocche >> in famiglia

e cioè di Michele di sessantuno anni, di monna Giovanna, sua donna, diquarantacinque, di Marchionne, suo fig1iuolo di ventisei, della moglie dilui, L{argherita, di venti, di Giovanni, loro figliolo di due anni, di una

vecchia zia, monna Dovizia, di settantadue e di alti cinque figli di Mi-chele di ventidue, sedici, dodici, dieci e sei anni 47.

<< Monna Glovanna,

donna di N{ichele di Bartolo, detto Mico, dalla villa, contado di San

Gimignano >>, era stata balia nel 1425, dt Tommaso, un trovatello avuto

dall'ospedale ad allattare per 3 lire al mese, dal 9 maggio all'8 settem-

bre di quell'anno, giorno della morte del fanciullo 4.

Stefano di Coppo da Villa Casteilo, ismitto pet 274,1L fiotini disovrabL,ondante, dichiara la proprietà di un podere « a più pezzi, vignato,alborato, con case e capanne e con masserizie per suo uso e della sua

famiglia >>, che gli rende l'anno 4 moggia e L2 staia di grano, staia 20

d'orzo,30 di spelta, 4 di fave, 12 di saggina e panico, 40 libbre di vino,1 libbra di zafreruno, 40 barili di vino << tra bianco e vermiglio >> e, 7

staia di fichi. Fra le sostanze di Stefano, che lavora << a sua mano >> lapropria terra, compaiono anche un paio di buoi, << una troia con treporcellini >>, << sedici pecore con otto agnellini »>, 6 fiorini da avere da

Nanrri di Lazzaro da Casaglia e altri 5 da Papello di Niccolò. Fra gli« incarichi >>, 38 lire da dare a Piero di Nofrio << perché lavora un suo

podere >>, L0 fiorini da dare a Santo di Bartolo, << detto Mala Notte >>,

altri 2 a Mone di Tingo, Fabbro e 6 a Taddeo e Agnolo di set Giovanni.

4 Balie e barubini segn. B (L41.3-L454), 14, c. 5Q.47 A.S.F., Catasto, 266, c. 465.4 Balie e bantbini segn. B (14L3-1454), 14, c. L7.

APPENDICE 203

Undici .. bocche )> sono tutta la {amiglia di Stefano, ora cinquan-

renne e cioè 1a moglie, monna Tessa di quarantasei, la madre, monna

Lucia di ottantadue, Cristofano, suo figliolo di ventisei con sua moglie,

monna Cosa di ventiquattro e tre loro fi.gli fua i quali una coppia digemelli di un anno, Antonio e Chimento, e Sandro di cinque, più altritre fig1i di Stefano di quattotdici, dodici e sei anni ae. Monna Tessa, mo-giie di Stefano, proprio in quell'anno, il L427 aveva preso a balia per lo« spoppato >>, Santa, a trefita soldi ii mese il 27 di gennaio che terràsino al 7 luglio del 1429, giorno in cui verrà resa all'ospedale s0.

tello Andrea a Cortennano, presente nel catasto con 148,6 fiorini divalsenie è l'ultimo dei nostri bali rintracciati tta i dichiaranti. Meo,proprietario con Andrea e Niccolò suoi fratelli (quest'ultimo abita nelTa

villa di Ranza) di << un podere con casa, capafina e fornace, posto nellavilla di Casoie >>, lavorato da un cefto Santino del Castagna, dichiara diricavarne l'anno << a mezzo >> 2 moggia di grano, 1 moggio di biada, 15

barili di vino e 3 orci e mezzo d'olio. In più i me fratelli dicono di avere

nelia villa di Remignolle << la metà per non diviso >>, << con Santi di ser

Giovanni di detta vil1a » di una casa e di due pezzi dr terta che lavo-

Mti da un certo Michele di Cecco, rendono << a mezzo >> I'anno, 8 barilidi vino, e ùt pezzo di terra nella corte di Poggibonsi, lavorato da Pierodi Berdni, che rende loto << a rnezzo )> ancora 8 staia di gtano. Fra i« debitori >>, Santino del Castagna, loro lavoratore, per 4 fiorini e Piero

Bertini, anche lui lavoratote dei fratelli per 7 fiorini, più altri per untotale di ancora 9 fiorini. Le << sostanze » della famiglia comprendonoanche un paio di buoi, due porci, << ventotto bestie pecorine >>, << dician-nove bestie caprine >> e un asino. Pochi g1i « incarichi >> ma tante Ie

., L,ocche »> in numero di diciannove e relative a Meo, Niccolò e Andreadi cinquantaquattro, quarantotto e quaranta anni, alle loro mogli, monnaAgnola, monna Nanna e monna Lotenza di ventotto, quuanta e ancora

ventotto anni e a tre figli di Meo, sei di Niccolò e quattro di Andrea s1.

Nel 1424, monna Agnola, donna di Meo di Biagio, il più anziano, << che

stanno ne' poderi de' Fosci >>, ayeva preso a balia Tommaso, per 3 lireal mese <{ per la poppa >> dal 26 dicembre al 9 maggio 1,425 e fu leiche non volle essere pagata per undici giorni in più che l'aveva tenuto,che Lasciò al rettore << per l'amore di Dio »>

s2.

4e A.S.F., Cotasto, 266, c. 667.50 Balie e banzbini segn. B (L4L3-1.454), 14, c. 21.sl A.S.F., Catasto, 266, c. 443.il Balie e bambini segn. B (L41.3-1454), 14, c. 17.

r'oSPEDALE DI S. MARIA DELLÀ SCALÀ DI S. GIMIGNANO

2) La destinazione del salario àelle balie nel bilanci.o familiare

Pagate in natura o in soldi ad ogni modo, erano quasi sempre imariti, i suoceri e in alcuni casi anche i figli, che si recavano di tanto intanto, rna senza scadenze fisse, all'ospedale a riscuotere la paga delle

balie e se si riesce facilmente ad intuire che i pagamenti in natura sef-

vissero, principalmente, ad integrare le magre riserve alimentari di que-

ste famigiie contadine, che sappiamo giovani e numerose, specie quelle

dei mezzadri, i pagamenti in soldi riteniamo siano, invece, una spia più

eloquente per i1 ruolo svolto nell'ambito familiare dal salario della balia.

Tasse, piccoli debiti contratti con calzolai, barbieri, speziali, fabbri,

merciai, bastieri, erano le motivazioni più frequentemente riferite al ret-

tore per la riscossione e, non di rado, si pregava il frate, col riferirglif importo de1 debito, di soddis{aflo per loro conto con la parte di salario

che ancora si doveva avere. Nel L4L4, Giovanni di Lindo, abitante vicino

alla porta a Vico a Poggibonsi, marito di monna Lucia, balia di Leo'

nardo, gli fece dare sei grossi d'argento, pari a ttenta soidi a Nanni di

Checco, calzolaio di San Gimignano 53. Nel 1420, Ciullo, marito di monna

Agnola, balia & Pollonia, abitante a Paterno, 1o pregò che consegnasse

50 soldi a Guaspi di Pasquino, camarlingo del comune di San Gimi-gnano sa. Nel L422, il suocero di Margherita, balia di Isotta, che stava

a San Martino << di sopra a Poggibonsi, in su la strada », volle che pa-

gasse per lui Nanni di Giunta, fabbro a Poggibonsi s5' Nel L423, montaAgnese, donna di Nanni di Pepo Birocci, balia di Simone, incaricò il ret-

tore di dare 20 soldi a Nanni di Salvi, bastiere s. Ne1 1428, Fina, donna

di Piero di Nanni di Castagna, fece dare 4 lire e 16 soldi al merciaio

<< Piero del Gonga da Vico, per un paiuolo nuovo, che compelò Piero,

s << E per lei a Nanni di Checco calzolaio, che sta irl San Gimignano. in cel1o-

lese e così ài di$e Giovanni soptaddetto, marito di monna Lucia ch'io gli desse »

(Balie e bambiù segn. B (.7413-L454), L4, c. 6).' 54 << Anne urrrlo a di 25 di seiiembre, lire dieci, soldi dieci, de' quagli eb'be

Ciullo in sua mano lire otto e per ]ui diedi a Guaspi di Pasquino, camarlingo, soldicinquanta, sono pef tutto lire dieci, a uscita detto ttate a c^tta 20 >> (Balie e bam-

bini sesn. B (1.413-1.454), 14, c. 11).55 << Anne avuto a dì 7 di sette7'di settembre, Iire cinque e per lei a Nanni di Giunta,55 << Anne avuto a dì 7 d1 settembre, ltte onque e per Ie1 a ]\arrrrr t]l \t'lullta)

{abbro di Poggibonsi, per detto di Pieto'detto di 1opra,-m991i..a uscita deffo flatee detto libro-à cata' i5 >> (Balie e banzbini sela. B (L413-1,454)' 14, c. l5).fabbro di Poggibonsi, per detto dl Plero detto cll loPra' m9!!1_.a usclra flerre detto libro-à cata' i5 >> (Balie e banzbini segu. B (L413-1,454)' 14, c. l5).

tr « Anne avuto a dì à di giugno, lire dué e per lei a Nanni', bastlere da Pog-

si per detto di Nanni di Pépo-, suo marito, Àessi a uscita detto frate segnatogibonsi per detto di Nanni di Pépò, siro marito, messi a uscita derto frare segnato

É, ^

,uitu 15 >> (Balie e banbini iegn. B (14$'1'454), 14, c. 13\.

APPENDICE 245

suo marirc,r57. Nel 1453, Lotì di Matteo, marito di Lisa, abitante a

Bagnano, u ne11a corte di Certaldo >>, balio di Roberto, indicò al frate,quale destinatario della paga, Catlo, barbiere a Poggì.bonsi s8.

Nla se si ricorreva a|la paga delle baiie particolarmente per acqui-sti da lungo tempo rimandati o per estinguere i conti sempre apefti colbarblere, il fabbro e i1 bastiere, cui continuamente ci si rivolgeva per lecure personali, gli attrezzi di casa da far riparate o da ricomprare e peri ferri da rimettere alle bestie, non sono meno rare, però, le spese peri notai. ie piccoie somme richieste per essere restituite ai prestatori e

quelle domandate per pagarc conventi, preti, pievani, << spedaiieri »>, chemettono in luce tutta una frtta rete di rapporti, i plù vari, che facevanocapo alle famiglie dei nostri bali. Nel L422, 11 retrore dette tre lire alpievano di San Gersolè, << per detto » di Nanni di Piero Birocci, baliodi Simone Taddeo, abitaote neila << detta >> pieve se. Nel 1430, furonodate 4 lire ai {rati del convento di San Francesco di San Gimignano, suindicazione cli Giuliano, marito di Lisa, balia ài Vermigiia, abitante aSignano s. lJel 1417, Santino di Nencio di Sancasciano, fece dare partedel saiario della mogiie, ad Antonio, << spedaliere » all'ospedale di SanGiacomo di Poggibonsi 61. Nel 1425, Nastasio, genero di Fina, balia del-l'ospedaie, {u incaricato dal suocero di lei, Nanni del Castagna, di riscuo-tere parre del salario di Fina, << per ricogiiere pegnora, ch'erano al giu-deo del detto Nanni >>, p€r un valore di I lire e 10 soldi a. Nel 1427,Giacomo d'Andrea, mezzadro deI1a casa, marito di monna Margherita,balia di Simone Domenico, fu cosrretto a lasciare ben 17 lire e 10 soldidel salario della moglie al rettore, che glieli scontò << dai denari dovevadare allo spedale »>

63. Infine, ma abbiamo portato solo alcuni esempi,Antonia, balia di Maddalena, fece dare 22 soldi a << ser Oddo di ser Am-

-'7 .< Arne avuto a dì 4 di marzo, anno 7428, lire quattro, soldi sedici e per1ei a Piero del Gonga da Vico, per uno paiuolo nuovo- che comperò Piero, suomarito, messi a uscita detto frate, detto libro, a ca*a L6 >> (Balie e banzbini segn. B(1,4D-1454), 1.4, c. 20).

58 Balie e barnbini segn. B (1413-1454), 74, c. 52.5e << Anne avuto a dì 2 di gennaio, lire tre e per lei al pievano Ci San Ger-

solè, pre_sso Petrognano e per lui a Giuliano, oggi lavoratore di messer Neri, pret.-Ci San Gimignano, messi a uscita detto {rate e detto libro a carta L), per detio diNanni sopraddetto>> (Balie e bambini segn. B (141,3-1454), 14, c. D).n Balie e bambini segn. B (7413-1454), 74, c. 24.

61 Balie e bambini segn. B (1413-1454), 14, c. 43.62 << Anne àuto a dì 25 di gennaio, lire ne, soldi dieci e per 1ei a Nastasio,

suo genero per detto di Nanni sopraddetto, <lisse che voleva ricogliere pegnotach'erano ai giudeio del detto Nanni>> (Balie e barnbini segn. B (7413 1454),74,c.19).

63 ., Anne àuto Giacomo, marito del1a detta monna lvlargherita, diciassettelire, soicii dieci e quagli scontai con lui nei denari doveva a1lo spedale >> (Balie ebambini seyn. B (1413-1454), 14, c. 22).

206 L,oSPEDALE DI S. MARIA DELLA SCALA DI S. GIMIGNANO

brogio >>, << notaio di messer lo vescovo, per una lettera ebbe da sol-

vigione »> e.

Tutti dunque in famigtria trovavano temporaneo rimedio alla eso-

sità di debiti promattisi a lungo col salario della balia, che, non di rado,

e forse a scapito dei propri figli, pare spinta all'allattamento degli espo-

sti dell'ospedale, unicamente per sollevare la famiglia da irnpellenti ne-

cessità finanziarie. Così ci pare di capire per alcune e, non a caso sono tuttedonne che allattano, quelle cioè che dal baliatico raevano il maggior profittoeconomico, che tennero a balia i bambini solo il tempo necessario a ri-mettere insieme piccole somme sufficienti a pagarc dei conti che la fami-glia aveva in sospeso. Cosl fece, nel 1436, Lucia, moglie di Antonio diSarchiello, mugnaio, che allattò Benedetto per tre soli mesi, sino al rag-

giungimento cioè della somma di 9 lire, equivalenti appunto all'ammon-

tare del debito che Ia famiglia aveVa con Marchionne, pizzicagnolo diSan Gimignano e così ci sembra nel L44t, per Antonia, moglie di Checco

di Gallo, mezzadro di ser Agnolo dei Becci, che si afitettò a rendere

Basilio, il bambino avuto ad allattare, non appena ebbe raggiunta 1a

somma di 8 lire e 15 soldi, di cui era creditore un certo Agnolo diRavenna 6s.

3) Accenni all'opera p'lestata nell'ospedale dai rnedici e dai barbieri

Una mernoria del XIV secolo, ritrovata nel Libro di diaerse rnaterie,

c'informa che nel 1335 l'ospedale si era assicurata la continuità delleprestazioni di Bartolo e di Ambrogio di Muzzo da San Gimignano, << bar-

bieri >>, per il compenso di 50 soldi l'anno cotrisposti loro << per radi-

tura al frate, a7 chierico e al Castaldo, al pellegriniere e all'altra lamiglradi casa »> e anche per << trarre sangue, quando bisognasse o altro servigio

di loro arte >> 6.

& << Anne àuto, a dì l0 di {nàrzo, anno l4$, so\di ventidue e per 1ei a serOddo di ser Ambrogio, oggi notaio di messer 1o vescovo, per una lettera ebbe dasolvigione per rnonna Antonia detta, messi a uscita detto frate e detto libro a

carta 18 »> (Balie e barnbini segn. B (14L3-1.454), L4, c. )5).6s Balie e bambini segn. B (1413'1454), L4, c. 37; Balie e bambini segn. B

(L41.3-1454), L4, c. 35.' 66 <<Bartolo e Ambrogio di Muzzo da San Gimignano, nosui barbieri devonoavete l'anno per raditura a7 fuate, al prete, al chierico e al Castaldo, al pellegri-niere e all'altia famigTia di casa e trarre sangue quando bisognasse o aitro servigiodi loro arte e debbono avere l'anno cinquanta soldi in calende gennaio e cominciala prima paga in calende gennaio >> (Libro di d.iaerse rnaterie (1394-1490), 10,,c. 4).Secòndo j. Iunrnr, Les liopitaux cit., p. 138, * sino al XIV secolo non sembra vifossero medici o chirurgi dimoranti negli ospedali >>, che venivano chiamati solo incaso di bisogno e i primi servizi regolari si ebbero a favote dei soli chirurghi obarbieri, poi verranno i medici.

ÀPPENDICE 207

È ai barbieri più che ai medici inf.atti che l'ospedale usava rimet-tersi per Ia cura degli « infermi di casa >> anche se col tempo e parti-colarmente nel periodo che ci compete, ii XV secolo, non si ebbe piùun regolare servizio, come ci testirnonia ii salario stanziato per loro nelsecoio precedente, ma si preferì chiamarli all'occorenza e pagarli divolta in volta o per lo meno distinguere ii compenso dovuto per le rasa-

iute, che poteva anche essere suscettibile per la ricorrenza delle scaden-

ze, di una unica liquidazione, da quello dovuto per altri specifici servigi,quali le medicature e le cavature di sangue, che vedevano i barbieri co-

munemente richiesti e apprezzati'T. Anzi si può forse supporre, e 1e

fonti paiono accreditarci, che si fosse finito col distinguere non solo idue servizi ma, forse, sulla base de1le capacità individuali, anche Ie per-sone, nel senso che I'ospedale ricorreva, probabilmente, ota, ad un bar-biere per radere e ad un altro per curare.

Dal 74tI aL L426, anni molto ben documentati per Ia ùcchezza deiMeruoriali e dei iibri di Entrata e uscita, Antonio e Gregorio, {ratellie agiati barbieri sangimignanesi, vennero unicamente pagati pff Ie cureefietiuate al capezzaTe degli ammalati di casa*. Nel 14Lt, troviamo, in-fatti, Antonio, creditore di 4 grossi d'argento, per aver scemato sangue

e medi.cato più volte, l'allora rettore, frate Checco d'Agostino @. IL 75aprile del 741,6, Antonio, ebbe un grosso d'argento << perché tassesangue »>, << venne a visitarlo più volte e a porgli coppette >>, ad un certoMartino da Corneto, ricoverato ne1 pellegrinaio e, innumerevoli, sonoi pagamenti che vennero {.atti ai due fratelli dal 1420 al t422, gli annidella << motia >>, per 1e meciicature ai « fanciulli di casa >>, le meglio retri-buite (ma la loro assistenza era più che scrupolosa e non di rado si spin-geva oltre il dovere professionale) credibilmente, per 1a pericolosità delcontagio?0. Il 2Iuglio del 742A, Antonio ebbe 6 grossi d'argento, paria I lira e 1l soldi << perché >>, si scrisse, <( venne una settimana ogni dì

67 M. S. Mtzzt, Salute e società cit., p. 29, dice che è ai barbieri che << com-petevano i salassi, 1e estrazioni dentarie, I'incisione di ascessi, l'applicazione de1lemignatte, la cura delle ferite più semplici e così via, e che moho spesso rappresen-tavano i1 medico de1la povera gente o dei piccoii villaggi di contado ».

53 Antonio e Gregorio di Cristoforo di Giovanni, barbieri sangimignanesi, com-paiono infatti, secondo le indicazioni di E. Frur,rr, Storia econornica cit., p. 179,catastati nel L428 per 882,5 fiorini.

6e « Ad Antonio di Cristoforo, barbiere, che mi scemò sangue dalla scapola,grossi quattro d'argento e venne pirì volte a medicarme »> (Menzoriale segn. D(L411-1,4L4), 41, c. 8).

70 « Ad antonio, barbiere, detto dì, uno grosso d'argento, perché trasse san-gue al detto Martino e venne a visitarlo più volte e a porgli coppette, soldi cinquee sei denari >> (Meruoriale di spese minute segn. G e H (1.415-1420), 43, c. 51).

)

208 L,0STEDAI-E DI S. i\{ARIA DÉLIA SCALA DI S. GIMIGNANO

due volte >>, a medicare i << nostri fanciulli )> ?1. Ma il dafrare in quel-

l'estate dovette essere dawefo tanto se Gregorio, l'altro fratello, fu co-

stfetto ad alternarsi nelle cure ai piccoli amm1Jat| dei quali gli furono

afidati caterino e checco, per 1e cui << medicature >> riscosse il 25 ago'

sto un primo fiorino <( nuovo », pari a 4 lire e 5 soldi, << per parte di

pagamento »> delle cure prestate a Caterino << quando ebbe l'anguinaia e tin-

.o." ,, e poi un aluo, de1 medesimo valore, 1'8 dicembre di quello stesso an-

no, << per compiemento di pagamento >> della medicatura di checco 72. Quat-

t.o gÀrsi d,argento, {urono sempre dati ad Antonio nel1'aprile del 1422,

o p"r m.di.rtura di Leonarda, fanciulla »>, << dell'enfiato che ebbe ne1la go-

1a-,, ed è a Gregorio che si ricorse il 21 agosto del 7424, pagandolo con 10

grossi d'argento, <( pel la medicatuta d'uno forestiere, che stette in pellegri

naio ammalato con l'anguinaia, 6e settimane >> ". Nel 1,436, è ancora ad un

barbiere, Agostino, che probabilmente efa subentlato ai due fratelli, che si

ricorse il 7 e i1 27 agosto, per la << medicatura di Vittoria >>, <.l {anciulla

di casa », pagando ogni volta 4 gtossi d'argento e, ne1 1460, infine,

sappiamo di Giustino, altro barbiere sangimignanese, << chiamato Ar-

nia >>, che ébbe il 28 matzo di quell'anno, 3 soldi per medicare Gerino,

anche lui un << fanciullo di casa >> 74. Cinque lire << per parte >> della sola

« raditura dell'anno >>, {urono date, invece, a Lodovico, anche lui barbiere

di san Gimignano, nel t456, tenuto, come si volle specificare, a << servire la

casa, come appare ai libro giallo a catta 20 >>; 5 soldi e 4 denari, furono

7r « Ad Antonio, barbiere da san Gimignano, a dì ]6 di.luglio, per medica-

tura ai nostri fanciulli, ché venne una settimana ogni-dì dyt.-'.o1tr.ebbe gtossr set,

;; lit;;;,-'.Éiii.ai.i >> (Entrata e uscita segn' I.e K (r.420'1422), 68,.c' 15)'72 << A Gregorio, barbiere da San Gimignano, ?. q 16.di febbraio,"fior1nl uno

nuouo, f.. p;;;;-ài'prf;ento della medic"arura'di Carerino._ nostro fanciullo di;;;;"4fià.'.tÀ.1'riÀii"aia e tin-cone, valse lire quat6o, s91di. s.ei, ebbe in sua

;;;";-(E;;rrta e usciii segn. I e K (1420'1422),69,.c 16): Probalilmente si tat-;;;;-d.il così detta op.iÈ ir.gri.rale», che si'manifestava con bubboni (tincone)

;iir;;d; J.tt" ÉÀlr"aa! inguini6, cfr. L. La6erur13t»_, H.istoit'e cit, vol. III, p.21;il-òG;t;,-u7iui.r. d; il; Gimig'a.,o,._a di B di dicembre, fiorini uno,_valse

ù; q;;#;-;àlJi ii"q"., p.i co*pie-"e,to- di p_agamento del1a medicatura di Checco,

;;;,ili;;;i.xio (ti*hà e usciia segn. I e R 1t4zo't+22),68, c- 16)'"""'-;r^ì, Àa a"t,ì"iq rrrti.ii àà sri Gimignano, a d\ 27 d'aprile, per medicatura

di Lionarààl tanciullà, de11'enfiato che ebbe- nel1a gola, cTSS: qu-al..t.o ì'argento »>

(Entrata e uscita ,ren. f'r-'i{-(lqzoiczz), es, c' Zz\i oA Grggorio, batbiere da

#"éi;i"r;;;.i"àì zr-ale*tà, J-rri dieci é'argenLo, per [rcdicar"ura d'uno {ore-

il;t;-;#-;;;;i.-rÀ-riuoo "con i'àguinaia tre seitimane>> (Entrata e uscita segn'

I e K (1420'1422), 69, c. 20)'- - -ìn'"'A egorii"o, barbiere, abita a 52rl Qimignano, .a..dì ,27 d'agosro, grossi

oratlro d'arsen"to. per medicatura di virroria, nostic {anciulla di casa ,> (Entrata e

)iii*"ai f,r"riu'rrii. o ltcli;"cls), 135, c. 14);. "A Giustino, barbiere da san

e#;r;;": ;hi;.àr1"4."ià, i al zs"a, marro, soldi tre per fare medjca"i Gerino'

"o,11iiu"É"ffo di casa rr-(fui*ii;nt, di spese àinute sesn. B (1459-L460),51, c.72).

APPENDICE 209

c:ri a i:rancesco da Vinci, barbiere, anche a lui solo <( per due volte >>

che o rase " ìl frate e i << fanciuili di casa »> 7s.

]Ia i barbieri non erano i soli empirici chiamati dall'ospedale alcapezza,e degli ammalati. Nel L423, <<A riconciare due costole rotte a

molrna Chiara, nostra di casa >>, fu {atta venire monna Caterina da VicoFiorenrino, « che riconcia l'ossa rotte )>, che ebbe per i1 suo disturbo, 6grossi .l'argento, pari ad 1 lka e 13 soldi e anche uno speziale, Placitodi francesco di Brogio, compare meditore di 2 hre e 19 soldi nel marzodel 1436, per << medicine e confetri >> e <{ per sua {atica ché venne a

clirare un infermo {orestiere, che stette ammalato in pellegrinaio circaa tre seitimane»>76.

Se l'opera di un barbiere, c1:e qui a San Gimignano pare sostituireia figura del medico chirurgo, pcteva essere sufficiente a curare un in-fermo, nsn era così per i veri e propri medici ancir'essi chiamati, ma piùdi rado, al letto degli ainmalati, che sempre necessitavano per via dellecure dell'epoca, a base di salassi, dell'ausilio del barbiere. Nel 1416,infatti, alle visite del << maestro Polito, medico a San Gimignano >> fattea Mardno da Corneto, << iniermo nel peliegrinaio >>, si affiancarono quelledl Antanio, il barbiere, che, come sappiaino, si recò più volte a tratglisangue r.

L'intervento dei medici, però, al capezzaie dei pellegrini e dei tro-vateili era piuttosto faro e, a giudicare dal compenso richiesto da << mae-stro F*lito >>, che per « più volte » che si recò a quello di Martino nel14i6 ebi:e solo 2 grossi d'argento e da << maestro Giacomo »>, che tro-

75 « A Lodovico, barbiere da San Ginignano, ite cinque, a dì 2g di ottobre,soÈo per parte di raditura deli'anno, pos;o che c{ebba senire la casa, colre àppareal libro gr.al1o, a foglio 20, le quali lire cinque ebbe per ne da ser Giacomò diNanni, prete >> (Entrata e uscita .regn. A 1145/r-1,457), 73, c. 66); <<A Francesco daVinci, barbiere, per insino a dì detto, soldi cinque, denari quattro, per due volteche mi rase me e i fanciulii di casa »> (Entrata e tscita di ricolte segn. C (7460-1464),'!.26, c. 150).

76 <r À monna Caterina da Vico Fiorentino, che riconcia i'ossa rotte, a dì I dinovembre, ché venne a riconciare due costole a rlionna Chiara, nostra di casa, ebbesei grcssi d'argento, sono lire una, soldi tredici r> (Entro.ta e ttscita segn. I e K$42A-L422), 69, c. 16); « A Piacito di Fiaacesco di tsrogio, speziale, a di 27 dtmarzo, per medicine e confetti e pef sua {atica, venne a curare un infermo fore-sriere, che stette ammalato in pellegrinaio, circa a tre settimane, ebbe lire due,solCi diciannove, come appare per 1o suo liblo segn. H, a cart^ 1A4 >> (Entrata euscita di gyasce segn. O (1434-1439), 135, c. t6).7 << A maestro Polito, medico a San Gimignano, detto dì, due grossi d'ar-gento, perché venne a visitare Martino da Corneto, in{ermo ne1 peliegrinaio, piùvolte, ebbe inÉno a dì 14 di rnarzo, soldi 11 >> (A,[emoriale ài spese ruinute segn. Ge Il (L4L5-142A), 43, c. 51). Per quanto riguarda l'appellativo di « maestro », A.Cnrarrrrr.t, Studi suil'esercizio dello" medicina cit., pp. 4-70, dice che era comune-mente dato ai medici, mentie per i chirurghi, si specificava la materia della loro arte.

2r0 L,oSPEDAIE DI S, MARIA DELLA SCALA DI S. GIMIGNANO

viamo nel 1.45L a medicare i {anciulli di casa in piena epidemia per 2sole lire era, forse, più un'occasione di carità che di guadagno 78. Ma non

fu così tutte le altre volte che i medici si recarono al letto del rettore o

a quello delle donne di casa, poiché in tali occasioni iI loro consulto fupagato profumatamente 7e. Un fiorino d'oro fu infatti l'onorario richie-

sto da << maestro Taddeo del maestro Zanobi>>, il 23 agosto del 1411

per una sola medicatura fatta a {rate Checco, il rettore, e 2 fiorini d'oro<< in due volte »> ebbe << maestro Piero d'Arezzo >>, medico, il 26 agosto

successivo, << per più e più dì >>, << che venne a medicare monna Chiata >>,

quando <( stette in caso di morte >> s. Ma si trattava forse di medici di

fiducia che godevano di un certo prestigio e che i soli oblati potevanopermettersi di chiamare seppure anche loro per gtavi necessità. Così

dovette essere, nel 1480, pet la malattia di frate Domenico: il 28 maruo

si dettero 5 lire e 14 soldi e il giorno successivo aocora 7 l:r.e, ad uncefto <( maestfo Iacopo >>, medico, << per una scatola di marzapane e per

un pane di zucchero >> che, ptobabilmente, egli stesso aveva ordinatoalf infermo. Quello stesso giorno, il 29, non si esitò, forse per le preoc-

cupanti condizioni del frate, a mandate un tal Menico del Giola a farvedere << il segno »>, Ie otine, come crediamo, ad un << medico in Siena >>,

che ebbe per il disturbo altre 5 lire e 14 soldi << contanti >> e << a dì 30

detto mese >>, cioè il giorno dopo, << a maestro Giovanni d'Atezzo, me-

dico deIl'ospedale di Siena >>, sicuramente chiamato apposta, gli furonodate ben 23 lire e 8 soldi << per sua fatica, quando venne a visitale dettofrate Domenico »>, che, nonostante Ia sollecitudine del medico e le altre

78 << Al maesro Giacomo, medico, per medicatura ai faaciuiii, lire due » (Ez-trat6 e uscita segn. A (L448-7453),7L, c. 1,31; nel libro di Entrata e uscita segn. A(L449-L450), 70, c. 71,9, infatti si legge: << alle in{ermità dei nosti fanciuiii di casa,che c'era la moria grande, trentaquattro polli fra pollasue e capponi >>.

7e Secondo A. Csrepprr-r4 Studi sull'esercizio della medicina cit., pp. 4-70,le reffibuzioni ai medici variavano secondo il loro vaiore e comunque bi".og*ava cheli distinguessero dagii ernpirici con i quali concorrevano nella cura degl-i infermi.L'onorario dei medièi poi, come è comprensibiie, era rnaggiote se venivano da fuoridelia città, chiamati per un consulto. In genere, infine, appartenevano alle migliorifamiglie cittadine, requisito questo, comunemente, richiesto. Per i medici, si vedaanche M. S. Mrzzr, Salwte e società cit., pp.27,35,90-98.

&<< A maestro Taddeo del maesto Zanobi, medico, a d\ 23 d'agosto, quandomi medicò, fiorini uno »> (Mernoriale segn. D (1.411.-7474), 41., c. 8); <r AL maesuoPiero d'Arezzo, medico, a dl 26 d'agosto, pet più dì che venne a medicare monnaChiara, nostra cofi[nessa, che stette in caso di morte, fiorini due d'oro in due volte »(Memoriale segn. D (14LL-1"4L4), 41, c. 9). Taddeo del maesuo Zanabi, medico,sappiamo da E. Frur"tr, Storia economica cit., p. 178, che nel 1428 eru iscritto nelcaiàsto con un sovrabbondante di 642,4 frorini mentre << maestro Polito » di serNiccolò Abbracciabeni, che toviamo a curare gii infermi del pellegrinaio nel 1416era iscritto per 474,6 frolini.

APPENDICE 2Lt

Grre preststegli, come sappiamo dalle spese f.atte << per la colffe da met-

tere sulla baru e per il doppio delle campane )>, morì pochi giorni dopo,

oa & 2 d'aprile»8i.

Iitr

81 << A maesao lacopo, medico, a dl 28 di marzo, lire- cinque, soldi quattor-dici, e a dì 29 lire sette, soldi uno, sono per una scato-la di rDatT?pate--e per.ulpuoé di zucchero >> (Memoriale di spese rninute segn. B (1470-149t\, 52, c.-.47);i A M.ni.o del Giola, a dì detto,

-lire cinque, soldi quattordici contanti, diè 11

medico in Siena quando portò il suo segno >> (Memoriale di spese minute se-gn.-.B

(1.470-1.491), 52, c: 4n. Sòcondo M. S. Mezzr, Salule e società cit.,-p..3}, <<Ia dia-àostica si'basava su scarsi elementi {ondamentali che costituivano il rituale di ogniiisita medica: l'aspetto del malato, l'esame del polso, delle orine, del sangue, dellosDuto )>. Può darsi- che frate Domenico nutrisse particolare fiducia nel medico senese

tànto da inviare a lui il suo <( segno » (le orine, come immaginiamo) da esaminare e

comunque è interessante sapete che sll'ospedale seflese eÌa evidentemente già in usoun serùzio medico, come intendiamo dall'annotazione che segue: << A qraesro Gio-vanni d'Arezzo, médico dello spedale di Siena, a dl 30, detto mese, lire ventitre,soldi otto, sono per sua faticà quando venne a visitate detto frate Domenico >>

(Menori.alb di spàse tzinate segn.-B (1470-L491), 52, c. 47); <<A ser Ftancesco Sa-

iucci, a dì 2 dàprile, lire tre per Ia coltre da metlere su1la bara e per il.doppiodelle campane >> (Mernoriale di. spese minute segn. B (L470-L49L), 52, c. 47).

)

FONTI

Nell,Archivio d,.I,9r,:dale degli Innocenti di Firenze, fondo del_Ì'ospedare di santa r4aria dera s.rfl-'ai san Gimignano, sono srati uti_Iizzati i seguenri volumi:

Libro delle possessio.ni segn. D (1453-1"602), 1,.Perpetui {L453-t609), 2.

lr.eat segn. A (1.479_1,539), 3.Limosire (t438_L45O), 7.Finigioni (1404), 8.Contuaili (1496-151.t), g.Libro d.i dioerse rnaterie (1394_L490), 10.Libro d.i dioerse t

afitti (1,374 r\{iii,"r{'ouo d'altogagioni di passessioni di case e

*i!,:a delle altogagioni (t389_1433), t2.

:i::, , ,b::bjni segn. B (t41,3_7454), t4.

1,,?* o,:.,.ba[i-segn. L (14i6_1465), t: .Ltoro dt bambini e

.!a/,;e segn. E (j.4g7_lill2), 16.fuIernoriale segn. D (1,41.1,_l;1q, O\'.'"'Memoriale di spese minute ,reo. À'GqB-1415), 42.Meruoriale di spese minate ,$o. G )'i'ttq$_t420), 43, 44.Memoriale di spese mi.nute ,r"go. K-(t-izz_t+Z», qS.Memoriate di spese mi.nute ,";r i ìii1o_rorol, or.Merruoriale di spese minute ,rio. o irilo-rlsrl, q,.A,Iemoriale di spese mi.nute ,rio. a iioir_r+rrl, qr..d,femoilale di spese minute segn. A (1.4j3), 49.ArL"emoriale di spese minute segn. A (145g), 50.Memoriale di spese minute ,rio. B irori_rqeol, ,r.Memoriate di spese minute ,rio. B iiilo_r+rtl, :r.Ar[eruoriale di spese *_i!!r, ,r"go. n iiiri-rqs5), 53.jfrruat_e segn. B (1.4:1,_14fi): 56,

Giornale segn. A (tqee_tqlO,i, Sl.

2L4 L,oSPEDALE DI S. MARIA DELLA SCATA DI S. GIMIGNANO

Giornale segn. I (1489-1490), 58.

Entrata e uscita segn. I et K (1420-t422), 68, 69'

Entrata e uscita segn. A (L449'1450), 70.

Entrata e usci.ta segn. A (L448'L453)' 7L'

Er.trata e usci.ta segn. L (1.450), 72.

Entrata 4 ascita segrt. A (1456-1.457)' 73.

Entrata e uscita segrt. A (7457-1458),74.

Entrata e uscita segn. B (L460-7462), 75'

Entrata e uscita segru. B (L468),76.

Entrata e uscita segn. C (1483), 77.

Entrata e uscita segn. K (1.490), 78.

Entrata e uscita di grasce segn. O (1434-1439), L35'

Entrata e ascita di ricolte segn. C (1460-1464), L36'

Quadernuccio di spese (1'439'1.44)' L)7 .

Bastardello (1480-1482), L39.

Debitori e creditori segn. A (1492), L4t.

Debitori e ueditori segn. C (7454-L532), 142.

Laooratori segn. B (L455-t49L), L75.

Quadernuccio' del filato (1460-1485), 251'

Del fondo dell,ospedale di san Gallo, nel medesimo Archivio, è

stato esclusivamente ttihzzato il libro di Balie e bambini. (L394'L401), 6;

del fondo dell'ospedale degli Innocenti è stato consultato invece il libro

delle Piante ed effetti. detto Spedale degli Innocenti (1618)'

Sono stati ttllizzati all'Archivio di Stato di Firenze:

Catasto (1.428), 233.

Carasto (L427), 266.

Catasto (t427), 285.Catasto (1478), 1,83.

Catasto (1.478), 991.Reggenza (1768), 429.

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:' SifrX:;:"{r-de.i barubini in retàzione Zito"iopp,bssioi', ìrui-iuot, negti ospizi,

;,T{i{;ii:'i,hli!,11i#:ffi#4:;{{:;a#e:ir#Bari,1e681vr. DAI.usTINt. I medici e l_a med.icina in Volt,-, Gti ,p,àiÌi'aiii;iitica d.ioceii'd.i vài,r,*',',{!,:rr:,^"l;y*"rino, te23.G. Brrr.uccr. (Jn caoitoto .di;;irri;si""iài:iir" Gli amuteti, perugja, 1908._, fr*,1t,i:i

" ::,,f:: *f :i!: u t,,, o w, àp o, à i i ii fr eugt a, t » 12.

w: wli/il;j{ii f[:T',j**-,rj,,!,kfi1:?;,ffi,;:,f,;,i;:!:lf:;,,,ft ,n;:Wà",".

u"ùrii;;, H,f,,,X,:* y, a, eti

"-biiii " ii;,:;Z, o* co nsìst io i.n e di À_i ì Bauo de sti,,ù"ì;,ài,iiii'i,iV*rf :;1i:j:::,,/:r,;:,t; ^1a

oriìiii ; ';;;,,i,1'cii,1gti"",i1909. , qr,,,Luc,ru..u ael sao msegfiamento, vol. I, Ca"tania,F' Borcnssr' Antonio di Leonailo-Rustichi e re sue ricordan-ze (1412-1436), tesi

- ^ $1,#*:': il'lfVergi;.:;-1i"e'it iri"i'r.,,... e mosona ieruniversiià di

_ ^({iìrf.' sa tépressiott, o Revue rriJ".iq".'ar droit franqais--"i"!Lu,rg..r, :o

:':wtì;":;i,,':!."{.;,#;,:x:!!iuf6s t'taria degt'rnnocenti e di motti attri pii" ",.;;i;;:'i.'r,i!,tr',"i,!,i.,,tff::^I"i6o(esti Innocenti di Firenze datta sua fon.T, *,aNb_tuto det. regio spedale di Santa Aiaria

^ ' ,iiy,yiii"rllif"rq 'tog;oìi't'- àii';;:;'i:tf; i:'r:";::;,,:'TTì; )lJ);,, ,- ^

Boloena, 1,97i. - al 1800' in Demografa storica, a *.n ài

-Èttore sori,

: :^è'r,',Ì'rf'É ^f'6:rtr#:,:,'?.rgi:", in rrna farmacia preinetustriate in vatdetsa,

,: §"J'J:r:,L§'i1;\{f.tt'ospedate di santa Maria detta scata di siena. oEcono.

" tHà'r?, L'asststenza'all'int'anzia e il regio spedale degl,Innocenti di Firenze,

". t\,ìi1ijlj;jirl:#",,,#f!:i, borghesi. Ricercbe suila società itatiana det Basso

---

/

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'T51,:'l*1,,,{i'f'(iu,{;!!"i i,;"à,i"s';f,t,i\i, ,, sieni,-oB;ir;;;;'senese cri

^' 'HfrtXr:: URLANDTNI' Ricerche statisticlte del Granducato di roscana, voil. 4,

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INDICE

Prelazione

Aaaertenza

Introduzione

Le fonti

Cep. I - Origini, proprietà e redditi dell,ospedale

Cep. II - Il personale fisso

Cep. III - Un'attività minore dell,ospedale: il pellegrinaio

Cep. IV - GIi espostia) Legittimi e illegittirni: prooenieruza. e caase

dell'abbandonob) Le modalità dell'abbandonoc) Il sesso, l,età e le cond,iziorui fisiclte d.egli espo_

sti al loro ingresso iru ospedale

Cep. V - Il baliatico degli esposti: le balie e i salad lorocorrisposti

Cap. VI -.La sorre degli espostia) I decessi e le loro causeb) Le restituzionic) Il laaoro, le aocazioni religiose e i matrimoni

Appendice

l) Le t'anziglie di alcune batie2) La destinazione d.el salario delle balie

bilancio familiare3) Acceruni all'opera prestota rcell,ospedale

rnedici e dai barbieri

Bibliografia

Di,lzionari,

Prg.

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DIZIONARI

A. Mnncetr - A. Prr-zen, Di'zionario .ecclesiastico',Torino' 1955'

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;, et i- a,i dd ià i, i d ett a c t u s c a, Firen ze' 1 884'