Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C., in PPEAtti IX

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PPE.Atti IX PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA L’alba dell’Etruria Fenomeni di continuità e trasformazione nei seco li XII-VIII a.C. Ricerche e scavi PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA ATTI DEL NONO INCONTRO DI STUDI CENTRO STUDI DI PREISTORIA E ARCHEOLOGIA Milano

Transcript of Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C., in PPEAtti IX

PPE.Atti IX

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA

L’alba dell’EtruriaFenomeni di continuità e trasformazione

nei secoli XII-VIII a.C.

Ricerche e scavi

Da molti anni gli studiosi di Protostoria e gli Etruscologi focalizzano la loro attenzionesulle vicende e sulle trasformazioni avvenute in Etruria tra i secoli XII e VIII a.C.,un’epoca cruciale in cui si forma quella che nei secoli successivi sarà la Civiltà etruscaormai completamente sviluppata. Lo scopo del convegno è stato quello di indagare queste trasformazioni, i processi che le sottendono, e la spiegazione delle loro cause, sia dal punto di vista del territorio,sia da quello dello sviluppo sociale, culturale, ideologico.I dati archeologici ora a nostra disposizione, frutto di scavi e studi recenti permettono di rivisitare gli eventi di questo lungo periodo e di ricostruirli e leggerli in modo critico.Si sono prese in esame le continuità e le trasformazioni che avvengono nel tempo in situazioni particolarmente indicative: quali l’uso del territorio; gli insediamenti, le singole strutture abitative o di servizio, la programmazione degli spazi interni; la formazione di villaggi rurali e artigianali; i luoghi del culto, la concezione del sacro e l’ideologia funeraria; gli oggetti del quotidiano; l’organizzazione sociale e i corrispondenti indicatori; la concezione del potere e i simboli di status; la mentalità.Come sempre il tema ha riguardato l’Etruria in senso lato, ma per i necessari confronti sono stati accettati anche interventi relativi ad aree diverse, purché conproblematiche collegate. In qualche caso, strettamente legato all’Etruria, è stato anchepossibile analizzare elementi di epoca più recente, come esiti di situazioni protostoriche. La seconda sezione ha raccolto gli interventi relativi agli studi e alle scoperte pre e protostoriche effettuate in Etruria durante gli ultimi anni.

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CENTRO STUDI DI PREISTORIA E ARCHEOLOGIAMilano

vol. I

llee eeddiizziioonnii ddeell CCSSPP Centro Studi di Preistoria e Archeologia

Atti del Nono Incontro di StudiValentano (Vt) – Pitigliano (Gr), 12-14 Settembre 2008

L’alba dell’EtruriaFenomeni di continuità e trasformazione nei secoli XII-VIII a.C.

Ricerche e scavi

a cura di Nuccia Negroni Catacchio

In copertinaL’alba dell’Etruria, disegno di Ercole Negroni

Questo volume è stato stampato con il contributo dell’Università degli Studi di Milano

È vietata la riproduzione anche parziale a uso interno o didattico,con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia non autorizzata.

ISBN 978-88-639-9038-6

© 2010 by Centro Studi di Preistoria e Archeologia – Onlusvia Fiori Chiari 8, 20121 Milanowww.preistoria.it

Nono Incontro di StudiValentano (Vt) – Pitigliano (Gr), 12-14 Settembre 2008

Direzione scientificaNuccia Negroni Catacchio

Coordinamento scientificoMassimo Cardosa, Laura Guidetti, Enrico Pellegrini

SegreteriaChiara Fizzotti, Maria Teresa Peragine, Centro Studi di Preistoria e Archeologia

Enti PromotoriUniversità degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze dell’Antichità,Sezione di ArcheologiaCentro Studi di Preistoria e Archeologia – Onlus, MilanoComune di Pitigliano (Gr) – Museo Civico Archeologico della Civiltà EtruscaComune di Valentano (Vt) – Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese

Enti di patrocinioMinistero per i Beni e le Attività Culturali: Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaSoprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria MeridionaleIstituto Italiano di Preistoria e ProtostoriaRegione Toscana – Assessorato alla CulturaRegione Lazio – Assessorato alla CulturaProvincia di Grosseto – Assessorato alla CulturaProvincia di Viterbo – Assessorato alla Cultura

Contributi diCentro Studi di Preistoria e Archeologia – Onlus, MilanoFondazione Carivit, ViterboProvincia di Viterbo – Assessorato alla CulturaComune di Pitigliano Comune di ValentanoBanca di Credito Cooperativo di Pitigliano

PresidenzeFilippo Delpino, CNR. Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo AnticoMaurizio Harari, Università degli Studi di PaviaFulvia Lo Schiavo, Soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana,FirenzeLuigi Malnati, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’EmiliaRomagna, BolognaAnna Maria Moretti Sgubini, Soprintendente per i Beni Archeologicidell’Etruria Meridionale, RomaEnrico Pellegrini, Musei Civici di Pitigliano Anna Maria Sestieri, Presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria

Atti del Nono Incontro di StudiCoordinamento, redazione e impaginazioneLaura Guidetti

Preistoria e Protostoria in Etruria

I più che trentennali scavi condotti dall’Università degli Studi diMilano nell’insediamento del Bronzo Finale di Sorgenti della Nova(Farnese, Vt) hanno portato in luce un centro costituito da diversi ti-pi di abitazioni, tra i quali quello a pianta ellittica appare di partico-lare interesse per i confronti che è possibile effettuare1.

L’esigenza di meglio comprendere tali strutture ci ha spinto ad af-frontare lo studio di questa tipologia abitativa2, inquadrandola nel-l’ambito più ampio dell’Etruria tra l’età del bronzo e la prima età delferro. Il tipo è comunque il più diffuso dall’Eneolitico al Primo Fer-ro soprattutto nell’Italia centro meridionale; in questa sede ci si limi-ta a confrontare le abitazioni di Sorgenti della Nova con quelle rin-venute nell’Etruria tra la fine dell’età del bronzo e il Primo Ferro3. Inalcuni casi, quando particolarmente significativi, vengono effettuaticonfronti con il territorio Falisco e il Latium vetus.

Le abitazioni a pianta ellittica di Sorgenti della NovaFinora a Sorgenti della Nova sono state rinvenute sei abitazioni di

questo tipo (fig. 1), simili nella struttura, ma in parte differenti per mi-sure e particolari costruttivi, distribuite nei settori III e IX sul versanesettentrionale e Vc in quello meridionale. In generale queste abitazio-ni si dispongono sui fianchi terrazzati artificialmente della rupe: alleloro spalle si aprono grotte artificiali, destinate ad abitazioni e a luo-ghi di culto e numerosi piccoli ambienti semi-ipogei, con funzione distrutture di servizio, in molti casi adibiti a luogo di cottura. Sono an-che presenti forni a cupola in cotto, sempre per la cottura di cibi.

Molte abitazioni a pianta ellittica sono andate probabilmente di-strutte a causa dei lavori di cava, che hanno in più casi tagliato i pia-nori antistanti le grotte; quelle conservate, lo sono solo parzialmente,in quanto la parte verso valle prospiciente il pendio è generalmentecrollata, lasciando quindi solo la metà a monte delle abitazioni.

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* Università degli Studi di Milano, Cen-tro Studi di Preistoria e Archeologia,Milano.** Centro Studi di Preistoria e Archeo-logia, Milano.1 La bibliografia su Sorgenti della Novaè troppo complessa per essere riportatain questa sede. Per i caratteri generali sivedano Sorgenti Nova 1981, 1995, GuidaNova 2007 e nei lavori citati più avanti.2 Questa ricerca fa parte di uno studio piùampio sulle abitazioni a pianta ellitticarinvenute in Italia dal Bronzo Antico alPrimo Ferro, oggetto della tesi di laureadi Matilde Gaiaschi, discussa presso l’U-niversità degli Studi di Milano. Il testo

qui presentato è frutto di un lavoro co-mune degli autori. In particolare NucciaNegroni ha curato l’impostazione genera-le e l’indirizzo della ricerca, mentre è ope-ra di Matilde Gaiaschi la ricerca e l’elabo-razione dei dati. Molto importante percomprendere questo tipo di abitazioni è ilconfronto con le urne a capanna (Barto-loni et alii 1987) e in particolare lo studioanalitico dei loro elementi costitutivi ef-fettuato da Alessandra Massari e BarbaraSetti (Massari 1996; Massari, Setti 2000).3 Con la fase orientalizzante e arcaica, l’a-bitazione rettangolare allungata sostitui-sce quella ovale. Il fenomeno è partico-larmente visibile a Sovana (Sovana 2009).

Nuccia Negroni Catacchio*Matilde Kori Gaiaschi**

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1. Abitazioni a pianta ellittica diSorgenti della Nova: Abitazioni 1e 2 del settore III (rielaborato da Dolfini 2002), Abitazione 3 del settore Vc (rielaborato daSorgenti Nova 1995), Abitazioni4, 5 e 6 del settore IX.

2. Pianta dell’Abitazione 1 del settore III (rielaborato §daDolfini 2002).

3. Pianta dell’Abitazione 2 del settore III (rielaborato da Dolfini 2002).

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Infine la lettura è resa ancora più complicata dai successivi rifaci-menti di queste strutture, le cui tracce sulla roccia di base non sem-pre sono stratigraficamente e cronologicamente distinguibili.

Sulla base dei dati di scavo, si è cercato negli anni passati e ancheattualmente, di ricostruire graficamente le piante e gli alzati in uno opiù momenti della loro vita. Naturalmente come spesso accade, sitratta di ipotesi e non di certezze (Sorgenti Nova 1995, Dolfini 2002).

Si dà qui di seguito una breve descrizione delle abitazioni rinve-nute a Sorgenti della Nova in cui si illustrano gli elementi tipologicipiù significativi per i quali è possibile istituire confronti con le altreabitazioni simili del Bronzo Finale e del Primo Ferro in Etruria.

Abitazione 1L’abitazione 1, (fig. 2)4 è posta nel settore III; è stata rinvenuta in

pessimo stato di conservazione, tanto che ne restano le tracce di fon-dazione conservate solo nella parte occidentale a monte, mentre ver-so valle e a est risulta completamente erosa. Non è possibile stabilirese fosse in origine a una o più navate, mentre, sulla base dei confron-ti con le altre abitazioni, probabilmente era suddivisa all’interno in al-meno tre ambienti.

Sulla base della porzione restante è possibile ipotizzare che lastruttura, orientata in senso NE-SW, presentasse in origine una lun-ghezza di circa 9,8 m, una larghezza di 5 m e un’area di 42 mq. Il pe-rimetro era indicato da una canaletta, conservatasi per una lunghez-za totale di 9 m. È possibile anche supporre la presenza di un ingres-so posto a SW, sul lato corto, che. sulla base dei confronti, doveva es-sere di tipo semplice e chiuso da un pannello mobile.

Internamente era presente una canaletta trasversale, conservatasiper un tratto di 1,5 m che probabilmente in origine era più lunga edivideva la struttura in due ambienti, uno più piccolo a ovest e unopiù grande a est5. Questa tagliava perpendicolarmente un’altra cana-letta, lunga circa 5,4 m, distante circa 0,4-0,9 m da quella perimetra-le, con cui si congiungeva nei pressi dell’ingresso. Lo spazio compre-so tra le due canalette perimetrali formava un terzo ambiente, che po-teva essere destinato a ospitare giacigli per la notte, oppure una sor-ta di banchina adibita a sostenere oggetti.

Abitazione 2L’Abitazione 2 (fig. 3), posta nel settore III, si è conservata solo

nella parte a monte, mentre verso valle risulta completamente erosa.È stato possibile tuttavia identificare quattro buchi di palo portanti,

4 Per le abitazioni 1 e 2 si veda Dolfini2002 e in generale le opere sopra citate.5 È anche probabile che una parete, dicui sono ora scomparse le tracce, chiu-

desse l’area verso est, creando un am-biente “buio” in analogia con le altreabitazioni (Negroni Catacchio-Domani-co 2001).

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che con ogni probabilità in origine si disponevano su due file com-poste da tre buchi ciascuna, suddividendo quindi lo spazio interno intre navate. Sulla base dei dati rimasti e della ricostruzione, si può an-che ipotizzare che in origine fosse suddivisa in tre ambienti, uno cen-trale, più grande, comprendente l’ingresso, uno verso l’abside poste-riore6 e uno perimetrale alla parete lunga verso monte7, probabil-mente destinato alla zona notte, per la presenza di buchi di palo chepotevano sostenere l’impalcatura di letti in legno8.

La struttura, orientata in senso NE-SW, aveva in origine una pian-ta lunga 11 m, larga circa 8 m per una superficie complessiva di 70 mq.

Il perimetro era indicato da una canaletta conservatasi per 13 m e dauna serie di cinque buchi di palo posti lungo una linea curva che for-mava il lato corto occidentale, probabilmente in corrispondenza del-l’ingresso. La canaletta perimetrale esterna ne tagliava un’altra più anti-ca, terminante in un’appendice semicircolare che occupava uno spaziodi circa 1 × 1,1 m contenente due buchi di palo9. La struttura per i suoirapporti stratigrafici con le canalette perimetrali dell’abitazione, la for-ma circolare e le piccole dimensioni, appare di difficile interpretazione.

L’ingresso, con molta probabilità posto a SW, sul lato corto, era ditipo semplice e chiuso da un pannello mobile.

All’interno della abitazione una canaletta trasversale conservatasiper 3 m circa divideva la struttura in due ambienti: uno più grande asud-ovest e uno più piccolo a nord-est.

A circa 1 m dalla canaletta perimetrale, ne era presente una secondalunga 11,5 m, che si congiungeva a questa presso la parete di fondo. Nel-la sua parte centrale si sdoppiava in due canalette10, entrambe tagliate daquattro buchi di palo. Una terza canaletta correva quasi parallela alleprime due perimetrali, ed era tagliata da un buco di palo al centro.

Tra le la seconda e la terza canaletta erano presenti sette buchi dipalo, di cui uno riferibile a un palo portante, e una canaletta trasver-sale, con un grande buco al centro di forma ovoidale.

La canaletta più interna potrebbe riferirsi invece a una strutturaprecedente o a una parete divisoria interna, ma non è possibile orachiarirne la funzione.

È stato individuato un piano pavimentale compatto, costituito da ter-reno a matrice sabbiosa di colore bruno-giallastro, con minuscoli fram-menti di tufo e pomice, ricco di materiale ceramico; era di spessore esi-guo e posto a diretto contatto del piano di roccia in modo da livellarlo.

6 In realtà si nota la presenza di due am-bienti di misure diverse, certamente rela-tivi a una ristrutturazione dell’abitazione.7 A causa del pessimo stato di conserva-zione, non è possibile sapere se fossepresente anche un ambiente lungo laparete a valle.

8 In questo e in altri casi in alternativa sipotrebbe pensare non a letti, ma a ripia-ni per appoggiarvi oggetti.9 In questa sede non è stata presa in con-siderazione in quanto sicuramente pre-cedente.10 Frutto di un probabile rifacimento.

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Nell’insieme le tracce inducono a ipotizzare uno o più rifacimenti,che ora non è possibile individuare con chiarezza. Una ipotesi di rico-struzione della pianta e dell’alzato, riferita al momento di vita più com-prensibile, è stata pubblicata in Sorgenti Nova 1995 e in Dolfini 2002.

Abitazione 3Rinvenuta nel settore Vc (fig. 4), si è conservata, come le altre, so-

lo nella parte a monte; era presumibilmente a due navate e suddivisain almeno tre ambienti. La struttura era orientata in senso NW-SE;sulla base della ricostruzione della pianta le misure appaiono le se-guenti: lunghezza di 15,4 m, larghezza di 6,8 m e area di 90,8 mq.

Il perimetro era delineato da una canaletta conservatasi per 12,6m, al suo interno sono stati individuati numerosi piccoli buchi cheprobabilmente ospitavano i pali che reggevano la parete esterna. Ver-so ovest la canaletta era sostituita da sei buchi di palo, che sorregge-vano il lato corto absidato.

Sono stati rinvenuti anche due buchi di pali portanti posti lungola linea mediana e relativi a una probabile fila collocata al centro. Acausa del pessimo stato di conservazione, è difficile risalire al un nu-mero esatto. L’ingresso era posto nell’area SW sul lato corto absida-to e leggermente spostato verso valle rispetto alla linea mediana del-la abitazione; era di tipo semplice chiuso presumibilmente da un pan-nello mobile.

4. Pianta dell’Abitazione 3 del settore Vc (rielaborato da Sorgenti Nova 1995).

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Internamente la struttura appariva divisa da una canaletta trasver-sale e da alcuni buchi di palo in due ambienti principali, uno più pic-colo a sud-ovest probabilmente pertinente all’ingresso e uno piùgrande a NE.

Sempre all’interno era presente un tratto di canaletta lungo 6,6 mcon andamento quasi parallelo a quella perimetrale. Le due struttureerano “collegate” da quattro canalette trasversali, che costituivano labase di divisori. La medesima funzione doveva essere assolta da unaserie di buchi di palo allineati, che definivano in tal modo alcuni pic-coli ambienti, forse destinati al riposo notturno.

All’esterno della struttura davanti all’ingresso sono stati indivi-duati alcuni buchi di palo; a nord del lato lungo sono numerosissimialtri piccoli buchi di palo, tutti forse con funzione di rinforzo o distrutture accessorie esterne. Alche per l’ipotesi di ricostruzione diquesta abitazione si può vedere in Sorgenti Nova 1995.

Abitazione 4L’abitazione 4 è stata rinvenuta nel settore IX (fig. 5) conservata

solo parzialmente nell’area a monte: infatti la zona verso valle è statatagliata da un’abitazione successiva (Ab. 6), posta a un livello infe-riore, mentre su parte del perimetro a monte si è sovrapposta la ca-naletta perimetrale di una terza abitazione (Ab. 5), in parte cancel-landolo e in parte riutilizzandolo11.

Questa era presumibilmente a tre navate e suddivisa in tre ambienti. La struttura, orientata in senso NE-SW si sviluppava per una lun-

ghezza di 17,4 m, una larghezza di circa 9 m per un’area di 134 mq. Il perimetro della struttura era indicato da una canaletta conser-

vatasi per una lunghezza di 12,6 m; cinque buchi di palo proseguiva-no l’andamento della canaletta nel punto in cui questa si interrompe-va, forse per permettere l’apertura di un ingresso laterale. Altri buchisi sostituivano alla canaletta in prossimità delle pareti trasversali chedividevano la struttura in più ambienti, probabilmente con funzionedi rinforzo in un punto nevralgico del suo sistema statico.

Sono stati individuati inoltre quattro buchi di palo, probabilmen-te inerenti al sistema portante del tetto, ipoteticamente composto dadue file di tre buchi di palo.

L’ingresso non si è conservato, ma con molta probabilità si apriva sullato corto a SW ed era di tipo semplice chiuso da un pannello mobile.

Lungo la canaletta perimetrale all’interno della struttura erano posi-zionati sei buchi di palo, forse relativi a un rinforzo interno della parete.

11 Le abitazioni 4, 5 e 6 sono sostanzial-mente inedite e la loro ricostruzione inpianta e in alzato è attualmente allo stu-dio. Per una prima descrizione si vedain Guida Nova 2007.

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La struttura internamente appariva divisa in tre ambienti da duecanalette trasversali, che isolavano l’abside di ingresso e quella poste-riore, creando due piccoli ambienti a semicerchio sui lati minori e ungrande spazio centrale di forma sub-rettangolare.

Abitazione 5L’Abitazione 5 del settore IX (fig. 6) si è conservata solo in parte,

infatti, come la precedente, alla quale si sovrappone, la zona verso val-le è stata tagliata dall’abitazione 6, posta a un livello inferiore. Era pre-sumibilmente a tre navate e probabilmente a cinque ambienti12.

La struttura è orientata in senso NE-SW; la ricostruzione dellapianta ha permesso di ipotizzare le seguenti notevoli dimensioni ori-ginarie: lunghezza circa 22 m, larghezza 11,5 m, area 208 mq. Il peri-metro era evidenziato da una canaletta che sul fondo della costruzio-ne era tagliata da un buco di palo cui corrispondeva all’esterno un se-condo buco. Inoltre era tagliata anche da altri due buchi di palo incorrispondenza di due canalette trasversali che dovevano sostenere al-trettante pareti divisorie. La parete absidata verso l’ingresso era com-posta da una serie di cinque buchi di palo. La canaletta perimetrale equella trasversale di fondo erano interessate da un riempimento in cui

5. Pianta dell’Abitazione 4 del settore IX.

12 Una canaletta poco profonda e pocoleggibile che segue l’andamento diquella perimetrale a monte potrebbeindicare, come in precedenza, un am-

biente stretto e lungo destinato a unabanchina per l’appoggio e la conserva-zione di oggetti e contenitori o di giaci-gli per la notte.

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risultavano tagliati alcuni buchi di palo. Il riempimento, con funzionedi sostegno delle pareti, era composto di terra di matrice sabbiosa dicolore marrone chiaro con un’alta concentrazione di blocchetti di tufodi dimensioni variabili (0,02-0,2 m). In alcuni punti i blocchi più gran-di si trovavano sul fondo, come ad esempio all’interno della canalettatrasversale, in altri costituivano l’intero riempimento.

Si sono conservati quattro buchi riferibili al sistema portante del tet-to, che doveva disporsi su due file di quattro pali ognuna, e dividere lospazio interno in tre navate. L’ingresso era collocato sul lato corto a SWed era probabilmente di tipo semplice chiuso da un pannello mobile. Lastruttura era articolata al suo interno in tre ambienti principali di cui duepiù piccoli a semicerchio, presso le absidi, e uno più grande centrale,sub-rettangolare. Nell’ambiente di fondo si collocava un ulteriore pic-colo ambiente composto da una canaletta curvilinea terminante in unbuco di palo, che forse faceva parte del sistema di chiusura. Anche nellocale centrale era presente un piccolo vano, aperto su un lato, di formaquadrangolare individuato da due canalette unite ad angolo retto .

All’interno era presente un forno a cupola in cotto, collocato su al-cuni strati preparatori e appoggiato alla parete lunga a monte13, che

13 All’esterno, quasi in corrispondenzadi questo, sono presenti altri due forni

simili, ma è ancora incerta la loro rela-zione cronologica.

6. Pianta dell’Abitazione 5 del settore IX.

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sulla base dei frammenti di incannicciato rinvenuti, doveva essere in-tonacata, anche per difenderla dall’eccessivo calore del forno.

Abitazione 6L’abitazione 614, sita nel settore IX (fig. 7) è stata costruita investendo

e parzialmente distruggendo l’abitazione 5 e quanto restava della abita-zione 4; come tutte le altre si è conservata solo nella parte a monte; erapresumibilmente a tre navate e suddivisa in tre ambienti maggiori.Orientata in senso NE-SW, era lunga 17,3, larga 8,8 e con un’area di133 mq. Il perimetro era indicato da una canaletta lunga 18 m, ta-gliata nei pressi della parete trasversale di fondo da un buco di palo,cui se ne affiancavano altri due, interpretabili come sostegno di paliper un sistema di rinforzi in un punto vulnerabile della struttura. Ver-so l’ingresso il perimetro era indicato da alcuni buchi di palo.

La differenza sostanziale tra questa struttura e le due precedenti ècostituita dalle pareti lunghe che si sviluppavano con un andamentomaggiormente rettilineo.

14 L’abitazione è sostanzialmente inedi-ta, una prima descrizione si può leggerein Guida Nova 2007.

7. Pianta dell’Abitazione 6 del settore IX.

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Sono stati individuati quattro buchi che dovevano far parte di duefila di quattro pali portanti.

L’ingresso si apriva a SW sul lato corto ed era probabilmente di ti-po semplice chiuso da un pannello mobile.

L’interno della struttura era diviso da due canalette trasversali, indue ambienti più piccoli presso le absidi e in uno più grande al centro.

Nell’ambiente di fondo è stato identificato un piccolo vano sub-circolare, definito da una serie di buchi di palo. Anche nell’ambientecentrale era collocato un vano accessorio quadrangolare, definito dauna canaletta posta a squadra.

Lungo la parete lunga a monte era collocato su focolare, alla cui ba-se è stato rinvenuto un piano di concotto di forma rettangolare, que-sto a sua volta era sistemato su uno strato preparatorio a matrice sab-biosa. Un piccolo buco di palo poteva essere pertinente a una struttu-ra accessoria dell’area di cottura. Alcuni buchi di palo collocati all’in-terno della canaletta perimetrale sono stati individuati grazie alle trac-ce lasciate nel riempimento, formato da terreno sabbioso bruno scuromolto ricco di pietre di medie e grosse dimensioni, a volte fortementeconnesse tra di loro, povero di elementi di origine antropica.

Su tutta l’area dell’abitazione è stato individuato un piano pavimen-tale costituito da un sottile livello di pomice sbriciolata e compattata.

All’esterno della parete lunga a monte è stato rinvenuto una sortadi canale che la costeggiava e si approfondiva man mano che si diri-geva verso valle, dove si interrompeva bruscamente, senza sfociaresul pendio. Questa struttura, che non scarica l’acqua a valle, sembrada interpretare piuttosto come un bacino di raccolta delle acque piùche come sistema di drenaggio vero e proprio.

Le strutture di Sorgenti della Nova nel quadro della abitazioni a pianta ellittica dell’Etruria meridionale tra Bronzo Finale e Primo Ferro

Pur essendo molto simili tra loro, queste abitazioni differiscono inalcuni particolari, che a loro volta le accomunano e le differenzianodalle altre numerose abitazioni simili dell’Etruria meridionale alla fi-ne della protostoria.

Per maggiore chiarezza i principali caratteri tipologici verranno in-dicati in modo schematico:

Tipologie della pianteLe abitazioni di SdN sono a pianta ellittica, con l’asse maggiore pa-

rallelo al terrazzamento della rupe e al suo andamento generale: quin-di sono tutte orientate NE SO. Rispetto alle altre, l’Ab. 6, che certa-mente è stratigraficamente posteriore alla 4 e alla 5, in quanto le tagliaentrambe, presenta il lato lungo superstite quasi rettilineo, venendoquindi ad assomigliare a una abitazione rettangolare biabsidata.

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Nello stesso periodo e nella successiva età del ferro iniziale, ac-canto a quelle a pianta ellittica, sono presenti in Etruria, abitazionisu canaletta a pianta rettangolare, quadrangolare e rettangolare, chein questa sede non vengono prese in considerazione15.

Tipologia delle fondazioniA SdN la totalità delle fondazioni è su canaletta perimetrale; in cor-

rispondenza dell’abside volta a SO, dove è collocato l’ingresso, la ca-naletta si interrompe per lasciare posto a una serie di buchi di palo,che delineano comunque il lato corto absidato. Nelle Ab.1 e 4, que-sta caratteristica non sembra presente, ma occorre tener conto dellaloro conservazione molto parziale.

In alcuni casi, buchi di palo erano inseriti nella canaletta perime-trale o all’esterno di questa, con funzione di probabile rinforzo dellepareti. Un altro esempio di questa tipologia di fondazione è costitui-to dalle abitazioni di Tarquinia (Linington 1982).

In altri siti dell’Etruria meridionale, la canaletta perimetrale è ac-compagnata da muretti di pietre a secco con funzione di sostegno del-le pareti, come ad esempio nel caso di San Giovenale (Bengt 1984)(fig. 8).

Le fondazioni possono essere costituite anche dai soli buchi di pa-lo perimetrali, come avviene nelle abitazioni del BF di Sovana (Sova-na 2009) (fig. 9) e ancora di San Giovenale (fig. 10) o da muretti pe-rimetrali di pietre a secco, presenti ancora a San Giovenale (Hannel1962), a Luni sul Mignone (Östenberg 1967) e al Torrionaccio (Cas-sano, Manfredini 1978) (fig. 11).

Il muretto di pietre a secco può, a sua volta, poggiare direttamentesul terreno di base, come nei casi sopra citati, oppure essere contenu-to in una trincea di fondazione, come a Narce (Potter 1976) (fig. 12).

A San Giovenale, si ha anche il caso di una fondazione a tecnica mistacon muretto di pietre a secco e canaletta scavata nella roccia con parte del-la struttura costruita su un terrazzamento (Pohl 1977) (figg. 13-14).

15 Questo intervento ha lo scopo dicomprendere meglio le abitazioni apianta ellittica di SdN confrontandole

con le altre del territorio. In altra sede sistudierà la tipologia generale di tutte leabitazioni su canaletta.

8. Pianta dell’Abitazione I o Ddel settore D di San Giovenalecon fondazioni su canaletta e muretto a secco esterno aessa. Presenza della banchinanella sua prima fase d’uso(rielaborato da Bengt 1984).

9. Pianta dell’Abitazione 1,settore Ia, di Sovana-Cattedralecon fondazioni su buchi di palo(rielaborato da Sovana 2009).

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Un ulteriore tipo di fondazione presenta una base parzialmente in-cassata, come a Campassini nei pressi di Monteriggioni (Monteriggio-ni-Campassini 2004) e ancora una tecnica mista con base parzialmen-te scavata nella roccia su un lato e muretto di pietre a secco sul lato op-posto, riscontrata a Veio (Bartoloni 2006) (figg. 15-16). A Campassi-ni era presente un’altra combinazione; base leggermente incassata ebuchi di palo16 (Monteriggioni-Campassini 2004) (fig. 17).

Se nel Bronzo Finale, come nelle età precedenti, i diversi tipi co-struttivi risultano impiegati indifferentemente, nella prima età delferro invece si nota una predominanza delle abitazioni su canaletta.

Concludendo, la tipologia delle fondazioni si articola in due grup-pi, che tra loro possono mescolarsi nei vari modi sopra descritti:

Base piana: il piano della abitazione è a livello del suolo e le strut-ture di fondazioni possono essere costituite da:

- canalette- buchi di sostegno dei pali- muretti a secco sempre per sostenere i pali.Base leggermente incassata17: il piano della abitazione è ribassato di

poco rispetto al suolo esterno; le strutture di fondazione sono anco-ra costituire da buchi di palo e muretti a secco, all’interno della areapavimentale. È possibile anche la presenza di canalette perimetrali,sempre interne.

Le dimensioniLe abitazioni di Sorgenti della Nova si differenziano tra loro per le

dimensioni. L’Ab. 1 supera di poco i 40 mq, la 2 raggiunge gli 80, la3 i 90, le Ab. 4 e 6 superano abbondantemente i 100 mq, mentre la 5raggiunge i 208 mq, queste ultime sono quelle di maggiori dimensio-ni durante il BF nel territorio in esame (fig. 1).

16 Come nella capanna del Sett. Ve diSorgenti della Nova, questa tuttavia abase quadrangolare.17 Si tratta di abitazioni contenute inuna leggera depressione. Diverse sono

invece le abitazioni a base molto incas-sata (per esempio la capanna 1 del Sett.1 di Sorgenti della Nova, che raggiun-ge una notevole profondità (Massari2003).

10. Pianta dell’Abitazione V o Bdel settore D di San Giovenalecon fondazioni su buchi di palo(rielaborato da Hanell 1964).

11. Pianta dell’Abitazione Y di Torrionaccio con pianopavimentale e fondazioni su muretto a secco (rielaboratoda Cassano, Manfredini 1978).

Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

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12. Pianta dell’Abitazione 2 con piano pavimentale efocolare di Narce con fondazionisu muretto a secco contenuto da una trincea di fondazione(rielaborato da Potter 1976).

13. Pianta della Abitazione I del settore E di San Giovenalecon piano pavimentale, in partecon fondazioni su canaletta e in parte su muretto a secco. La struttura era metà sullaroccia e metà su unterrazzamento (rielaborato da Pohl 1977).

14. Sezione della Abitazione Idel settore E di San Giovenale in cui è ben visibile la parteterrazzata (rielaborato da Pohl1977).

15-16. Pianta e sezione dellaStruttura A di Isola Farnese conbase incassata su un lato efondazioni su muretto a seccosull’altro (rielaborato daBartoloni 2006).

17. Pianta della Capanna B di Monteriggioni-Campassininella prima fase di occupazionecon base poco incassata e fondazioni su buchi di palo (rielaborato da Monteriggioni-Campassini 2004).

Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

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In generale, a eccezione dei casi indicati di SdN, le strutture delBronzo Finale restano in linea con quelle delle prime fasi dell’età delbronzo, con aree fino a 50 oppure fino a 100 mq18 (fig. 18).

Anche nel Primo Ferro le dimensioni restano comprese tra pocomeno di 50 e 100 mq e non fa eccezione la capanna più grande sulPalatino Cermalo19. In questo periodo è invece eccezionale la struttu-ra individuata a Cerveteri, che superava i 500 mq (fig. 19) (Cerasuo-lo 2001).

I sistemi di coperturaDi diverse tipologie erano anche i sistemi di copertura. A SdN il

tetto poteva essere sorretto da una unica fila di pali centrali, come nel-la Ab.3: in questo caso l’interno risultava diviso in due navate (fig. 4).All’esterno il tetto appariva completamente chiuso, infatti la coper-tura delle absidi veniva creata mediante l’appoggio di travetti posti araggiera tra la parete curva e il fronte della trave di colmo.

Il tetto era costituito da coppie di travetti posti in posizione obli-qua, che si incrociavano sulla sommità della struttura.

Una seconda tipologia era costituita dal tetto a capriata poggiantesu due file di pali portanti e in questo caso la struttura risultava divi-sa in tre navate, come nelle abitazioni 4, 5, 6 (figg. 5-6-7). Il sistemadi copertura era composto da una prima serie di travetti laterali pog-gianti sulla parete perimetrale e su un sistema di travi orizzontali so-stenuto dalle due fila di pali portanti, il cui elemento di base è deno-minato “catena.”

Al centro della catena era sistemato un “monaco”, cioè un cortopalo verticale che reggeva a sua volta la trave di colmo (fig. 20) Or-ganizzati in una seconda fila più alta, altri travetti obliqui partivanodal sistema di travi orizzontali e si congiungevano incrociandosi al disopra della trave di colmo, formando il tal modo l’ossatura del tetto.

Questa seconda fila di travetti obliqui lasciava sulla parete fronta-le e su quella di fondo uno spazio triangolare, che il più delle volte re-stava aperto con funzione di lucernario. Come si vede nelle urne a ca-

18. Grafico di confronto dellearee delle abitazioni a piantaellittica del Bronzo Finale. St:Struttura; Ab: Abitazione; Cap:Capanna; C.L.: Casa-laboratorio.

19. Grafico di confronto dellearee delle abitazioni a piantaellittica della prima età del ferro.Ab: Abitazione; Cap: Capanna.

18 Come si è sopra detto, questo lavorofa parte di una più ampia ricerca anco-ra in corso, che prende in esame tuttele abitazioni a pianta ellittica rinvenutein Italia dal Bronzo Antico al PrimoFerro.

19 Questa abitazione presenta una lun-ghezza di 12 m per una larghezza di 8,dimensioni quindi quasi identiche al-l’Ab. 2 di SdN, una delle più piccoledell’insediamento (Brocato 2000, Cara-fa 2000).

Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

283

panna, il lucernario (fig. 22) poteva mantenere la forma triangolare,oppure assumere quella circolare o quadrangolare. Le aperture a vol-te venivano chiuse da un pannello mobile.

Come si è detto, in alcuni casi i travetti potevano proseguire oltreil colmo del tetto e sporgere venendo a costituire anche un elementodecorativo (fig. 22).

In altri casi i travetti si arrestavano alla trave di colmo.Il fenomeno continua nell’architettura spontanea (fig. 21).Più raramente e solo per le abitazioni di minori dimensioni, non

erano previsti pali interni portanti: in questo caso l’abitazione era for-mata da una sola navata e le pareti reggevano tutta la copertura. A Sor-genti ella Nova nessuna abitazione a pianta ellittica presenta questotipo di copertura, anche se l’abitazione 1 del Sett. III, in cui non è sta-to riconosciuto alcun buco di palo portante, è troppo poco conser-vata per poter fornire dati20.

In questo caso il tetto, completamente chiuso, veniva sorretto gra-zie al mutuo soccorso dei travetti obliqui che si appoggiavano alle pa-reti e si incrociavano alla sommità. Nel caso di dimensioni non mol-to elevate non erano necessari particolari accorgimenti, tranne a vol-te il posizionamento di un cannello al di sopra dell’incrocio dei tra-vetti, in modo da tenerli uniti.

Gli ingressiL’ingresso alla abitazioni di Sorgenti della Nova è sempre sul lato

corto absidato rivolto a sud-ovest, qualunque sia il versante della ru-pe occupato.

La tipologia di ingresso maggiormente riscontrata nel Bronzo Fi-nale e nel Primo Ferro è quella semplice, cioè senza l’impiego di par-ticolari strutture. In molti casi è tuttavia attestato un portichetto cheprecede la porta di accesso.

A SdN le abitazioni a pianta ellittica su canaletta non presentanoalcun portichetto all’ingresso. Tuttavia questa struttura è testimoniata

20 In questa tipologia rientrano invece lecapanne a base infossata del Sett. I, diforma sub ellittica e subcircolari, che

non presentano alcun palo centrale.(Sorgenti Nova 1981 e 1995, Dolfini2002, Massari 2003).

20. Particolare di una abitazioneriportata sul trono di Verucchio.Sono visibili gli elementicostruttivi del sistema di copertura e in particolare la capriata, formata dalla“catena” orizzontale, dal“monaco” verticale che regge la trave di colmo del tetto e dalle serie di travetti obliqui,che si intrecciano sul colmo e sporgono dal tetto, formandoun motivo ornamentale, oppurecon valore scaramanticoaccostato a quelli delle scimmiee dell’uccello acquatico (da Von Eles 2002).

21. Abitazione di pastori tosco-laziali in cui i travetti del tetto di arrestano all’interno delcolmo (da Maffei 1986).

Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

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in alcune capanne a base incassata, in particolare la Cap. 1 del settoreI21 e la capanna del settore Ve22. E inoltre in alcune urne a capanna.

L’apertura sul lato lungo preceduta da un piccolo portico caratte-rizza invece l’abitazione 1 a pianta ellittica di Sovana (fig. 9) (Sovana2009, p. 139, fig. 71).

Nelle abitazioni databili fino al Bronzo Finale l’accesso era collo-cato indifferentemente sul lato absidato o su quello lungo, solo a par-tire dal Primo Ferro si riscontra una preferenza per l’accesso collo-cato sull’abside. Rarissima, in tutti i periodi, è l’esistenza di più in-gressi collocati su diversi lati della struttura.

La chiusura, come di regola nei periodi precedenti, era costituitada un pannello mobile, formato da una intelaiatura lignea; in alcunicasi il portello poteva essere dotato di un anello per ospitare un palet-to che lo ancorava alle pareti (fig. 22), come riprodotto sulle urne a ca-panna23. Nel Bronzo Finale e nel Primo Ferro a questo tipo di chiusu-ra si aggiunse anche una porta che ruotava su un unico cardine.

21 Massari 2003, Sorgenti Nova 1995,Guida Nova 2007.22 Cardosa-Passoni 2004, Sorgenti Nova1995, Guida Nova 2007.23 La presenza di una chiusura formatada con portello mobile e bastone di si-curezza si riscontra a SdN, nella capan-na 1 del settore I, a base incassata, testi-

moniata da due buchi nelle pareti diroccia che costituivano l’ingresso (Sor-genti Nova 1995, fig. 28B. In qualchecaso questo sistema è presente anchenelle tombe a camera del Bronzo Anti-co/Medio, per esempio nella necropolidi Roccoia (Farnese, Vt), di recente rin-venimento.

22. Urna a capanna,ritrovamento sporadico traAlbano e Genzana con travettiche proseguono oltre la trave di colmo. Sono visibili il portellocon il bastone di sicurezza,trattenuto da un anello, il lucernario triangolare allabase del tetto e i travetti chesporgono dal colmo, rivestiti da elementi ornamentali-apotropaici (da Bartoloni et alii 1987).

Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

285

Le suddivisioni interneLe abitazioni a pianta ellittica di Sorgenti della Nova erano al lo-

ro interno ripartite in più vani per mezzo di pareti in materiale de-peribile, che poggiavano su buchi di palo o canalette di fondazio-ne scavate nella roccia, ancora in molti casi ben leggibili24. Pur-troppo la loro conservazione solo parziale impedisce di compren-dere se tutte le abitazioni fossero al loro interno suddivise in mo-do simile.

Nelle abitazioni 1, 2, 3 si può ipotizzare la presenza di un vanolungo una delle pareti maggiori. Lo spazio così ottenuto veniva a suavolta suddiviso in parti più piccole. Poiché non è possibile rico-struire l’altezza delle pareti, non sappiamo se venissero costruitipiccoli vani chiusi da adibire al riposo notturno, o a magazzini, op-pure si trattasse di una serie di ripiani su cui appoggiare oggetti estrumenti.

Come sopra si è detto, di tutte le abitazioni resta solo la metà amonte, ma poiché erano certamente simmetriche, è possibile rico-struirne i caratteri generali. Tuttavia non è dato sapere se il vano ri-scontrato lungo una delle pareti, fosse presente anche lungo l’altra.L’Ab. 3 permette di ipotizzare una risposta positiva a questa doman-da: infatti, a differenza di tutte le altre, costruite sul versante setten-trionale, si colloca nel settore Vc, posto sul versante meridionale del-la rupe. L’apertura è collocata sempre verso SO, come negli altri ca-si, ma il lato conservato verso monte è quello a NE, speculare a quel-lo conservato nelle altre abitazioni. Il fatto che lungo questo lato siapresente il vano allungato, fa supporre che esso si addossasse a en-trambe le pareti lunghe25.

Nelle altre tre questo vano non appare, forse a eccezione di unasuddivisione all’interno della Ab. 5, indicata da una canaletta pocoprofonda e di non sicura interpretazione26.

Le abitazioni 2, 4, 5, 6 e probabilmente 1, presentano tutte una pa-rete divisoria che isola l’abside in cui si apre l’ingresso dall’ambentecentrale e una seconda parete che separa quest’ultimo dall’abside difondo. Tutti questi ambienti, compresi i vani laterali, avevano funzio-ni diverse ed erano destinati al riposo notturno, o alla dispensa (l’am-biente absidato buio in fondo), alla vita in comune e al lavoro fem-

24 Naturalmente nelle porzioni di abita-zioni conservate. Simili elementi eranopresenti anche nelle altre strutture abita-tive e di servizio di SdN: le capanne a ba-se incassata e le grotte artificiali (SorgentiNova 1981, 1995, Guida Nova 2007). 25 La capanna a base leggermente incassa-ta del Sett. Ve, a pianta rettangolare, pre-senta due vani stretti e lunghi addossatialle due pareti maggiori. In questo caso

la duplice presenza è accertata; sono sta-ti interpretati uno come suddiviso in pic-cole stanze adibite al riposo notturno, el’altro come spazio aperto ospitante unaserie di ripiani. (Sorgenti Nova 1995, fig.120). L’ipotesi è stata poi in parte modi-ficata in Cardosa-Passoni 2004. 26 Non è nemmeno del tutto certo sequesta canaletta sia pertinente all’Ab. 4o all’Ab. 5.

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minile (quello centrale)27. Solo a Sorgenti della Nova nelle abitazioni5 e 6, quasi identiche nella loro pianta, se non proprio nelle dimen-sioni, si riscontra la presenza anche di due ulteriori piccoli vani posi-zionati nell’ambiente centrale e in quello di fondo. A parte la loroprobabile funzione di magazzini, potevano anche ospitare una scalache portava a un possibile soppalco o ambiente superiore, del tipodocumentato nel Bronzo Antico a Nola28 (Albore Livadie 1980).

Nell’area considerata si identificano anche altri tipi di partizione in-terna. Le struttura potevano essere divise in due ambienti di dimensio-ni simili attraverso una parete trasversale come l’Abitazione 2 di Sova-na (Sovana 2009), oppure presentare l’isolamento di una sola delle ab-sidi, quella di fondo come a Tarquinia (Linington 1982) o quella di in-gresso come a San Giovenale (Bengt 1984). Le abitazioni nella mag-gioranza dei casi erano però caratterizzate da un unico ambiente.

Gli arredi interniTra gli elementi di arredo interni sono state individuate banchine,

disposte lungo i lati, che potevano essere realizzate mediante mate-riale ligneo collocato in buchi di palo e canalette come a Sorgentidella Nova. Sulla base di raffronti con quelle utilizzate fino agli an-ni ottanta del Novecento nelle abitazioni dei pastori tosco-lazialipossono essere interpretate, almeno in parte, come aree di riposocomposte da rudimentali letti o giacigli. Le banchine potevano an-che essere composte di materiale lapideo. A questo proposito è in-teressante notare come su quella realizzata all’interno della Tombadella Capanna di Cerveteri (Torelli 1997; Bianchi Bandinelli-Torelli1976) al momento della scoperta erano posizionati alcuni vasi, men-tre il defunto era probabilmente posto nell’ambiente di fondo, nellospazio lasciato vuoto dai ciottoli pavimentali, su un letto di strame;questa disposizione sembra coincidere con quanto riscontrato in Ca-labria (Pipino 1987); qui, nell’ambiente di fondo di una struttura apianta ellittica di pastori contemporanei, era ospitata la camera daletto. In alcuni casi dunque, viste le ridotte dimensioni delle banchi-ne, si può ipotizzare che fossero usate per appoggiare il materialedomestico.

I focolari e i forni individuati, destinati alla cottura dei cibi, sonorelativi solo al Bronzo Finale. Questi, realizzati sempre con tecnichedifferenti, erano generalmente collocati al centro della struttura. So-lo a Sorgenti della Nova vengono posizionati a diretto contatto con laparete interna, la quale, per ovviare al problema degli incendi, era in-tonacata con materiale argilloso.

27 Per gli studi più approfonditi sull’ar-gomento si vedano Negroni Catacchio-Domanico 2001 e Dolfini 2002.28 Qui, come è noto, le ceneri vulcaniche

hanno conservato l’impronta dell’alza-to, degli arredi interni e le suppellettilidi una grande abitazione a pianta ellitti-ca, risalente al Bronzo Antico.

Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

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Dunque pur essendo le divisioni interne simili tra loro, i vari am-bienti potevano assumere funzione differente. Infatti a Sorgenti dellaNova si suppone che l’ambiente absidato di fondo fosse destinato al-la conservazione delle derrate alimentari e delle suppellettili, mentrel’ambiente centrale doveva essere il luogo in cui si svolgeva la vita quo-tidiana (Negroni Catacchio-Domanico 2001, Dolfini 2002). In altri ca-si l’ambiente di fondo poteva assumere la funzione di thalamos, men-tre le suppellettili venivano conservate nell’ambiente centrale o nellebanchine laterali.

ConclusioniIn questa sede ci siamo proposte di effettuare una analisi detta-

gliata dei dati emersi dallo scavo e una loro prima classificazione chepossa facilitare lo studio dei modelli abitativi dell’Etruria protostori-ca e del Latium vetus, le tecnologie usate per costruire le case, le so-luzioni trovate per i problemi di staticità e durata che queste grandiabitazioni certamente ponevano. Unendo poi i dati architettonici espaziali allo studio dei materiali e della loro funzione e distribuzioneall’interno delle strutture abitative, sarà possibile ricostruire con piùprecisione anche l’uso e la destinazione degli spazi del vivere quoti-diano e il valore a essi attribuito, secondo un progetto già iniziato glianni passati (Negroni Catacchio-Domanico 2001, Dolfini 2002) eche si intende continuare con le abitazioni e le grotte recentementerinvenute.

Gli stessi dati dovranno contribuire a risolvere gli interrogativi so-ciali ancora aperti: Si tratta di abitazioni destinate a nuclei familiariallargati? oppure a specifici ceti sociali o ancora sono grandi case la-boratorio? E infine cosa distingue gli abitanti delle case ovali, daquelli delle capanne incassate e delle grotte che coesistono nello stes-so abitato e sulla medesima rupe?

Alcuni di questi argomenti sono stati in parte affrontati, e, come siè detto si riprenderanno in seguito, sulla base dei dati che stiamo pa-zientemente raccogliendo e analizzando e senza i quali ogni ricostru-zione sarebbe priva di fondamento

Qui possiamo per ora osservare, a conclusione di questa analitica di-samina delle abitazioni a pianta ellittica riferibili al Bronzo Finale e al-la prima età del ferro finora ritrovate in Etruria, nel territorio Falisco enel Latium vetus, che a Sorgenti della Nova si concentrano le abita-zioni che presentano dimensioni maggiori, una articolazione spazialeinterna più complessa, e, contemporaneamente, le uniche che rivelanouna disposizione regolare e ripetuta nelle varie aree dell’abitato.

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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

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Si analizzano le abitazioni a pianta ellittica scoperte a Sorgenti della Nova sui ter-razzi artificiali ricavati nei fianchi della rupe. Queste strutture di cui rimangono so-lo le canalette e i buchi di palo che ne costituivano le fondamenta, erano caratte-rizzate da una suddivisione interna in ambienti principali, definiti da pareti che iso-lavano le aree delle absidi, e ambienti secondari. Vengono proposte alcune consi-derazioni in merito alle tipologie delle fondazioni, alle dimensioni delle strutture,ai sistemi di copertura, agli ingressi, alle suddivisioni e agli arredi interni, operan-do anche confronti con strutture che presentano pianta simile appartenenti all’E-truria, al territorio Falisco e al Latium vetus. Si operano anche confronti di tipo et-nografico per meglio comprendere l’aspetto funzionale dei vari ambienti.

The paper analyzes the elliptical-plan huts brought to light at Sorgenti della Nova(Farnese, Viterbo) and built on artificial terracing on the sides of a tuff crag. Gul-lies and postholes, i.e. the foundations, are all what is left of these houses that werecharacterized by internal division: the apses and the secondary rooms were separat-ed by partitions of perishable materials. We here suggest some considerations aboutthe kinds of foundations, the size of the structures, the roof system, the entrance,the internal subdivision and the furniture, also examining some dwellings withsimilar plan belonging to settlements of Etruria, the Faliscan territory and Latiumvetus. We also examine ethnographic comparisons to better understand the func-tional aspects of the different internal areas.

Riassunto / Abstract

23

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49

51

61

79

93

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Indice generale

Volume I

Prima sezioneL’alba dell’Etruria

Fenomeni di continuità e trasformazione nei secoli XII-VIII a.C.Nuccia Negroni Catacchio

La questione delle origini etrusche: dati archeologici e linguisticia confronto con i risultati di una recentissima indagine geneticaMaurizio Harari

Discussione

Astronomia e misura del tempo nella pre e protostoria d’EtruriaAdriano Gaspani

Comunità e territori nel Villanoviano evoluto dell’Etruria meridionaleCristiano Iaia - Alessandro Mandolesi

Breve contributo relativo ai processi di sviluppo verso l’urbanizzazione in ambiente mediotirrenicoGian Luigi Carancini

Etruria e Lazio

Processi di protourbanizzazione in aree interne alla sinistra del Tevere. Il caso dell’area ternanaRita Paola Guerzoni

Metallurgia e produzione ceramica al Trebbio (Sansepolcro, Arezzo) Nuovi dati archeometrici preliminari sulle attività produttive dell’alta Valtiberina durante l’età del ferroAndrea Ciacci - Adriana Moroni - Elisabetta Gliozzo - Isabella Memmi Turbanti - Azzurra Cherubini - Alberto Comini - Andrea Masi

L’area chiusina fra la fine del mondo terramaricolo e i nuovi assetti medio-tirrenici. Lo scavo di BagnoloCristina Balducci - Fulvia Lo Schiavo - Alessandro Zanini

Nuovi dati dallo scavo di Duna Feniglia (Orbetello, Gr)Laura Benedetti - Paola Capuzzo - Luca Fontana - Fabio Rossi

Corredi funerari femminili di rango a Vulci nella prima età del ferro: il caso della Tomba dei Bronzetti sardiLetizia Arancio - Anna Maria Moretti Sgubini - Enrico Pellegrini

Motivi decorativi e loro relazioni con le forme ceramiche del Bronzo Finale nella valle del fiume FioraMassimo Cardosa - Christian Metta

Recenti rinvenimenti del Bronzo Finale da Farnese (Vt)Nuccia Negroni Catacchio - Chiara Fizzotti

Condizioni di vita e stato di salute a Tarquinia (Vt) nella fase iniziale della prima età del ferro Rita Vargiu - Domenico Mancinelli - Robert R. Paine - Flavia Trucco

Continuità e trasformazione nel paesaggio protostorico cerite. Alcuni nuovi datiOrlando Cerasuolo

Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

Discussione

Alcuni dati sull’uso del territorio tra preistoria e protostoria nella media valle del torrente Arrone (Tuscania, Viterbo)Lucio Giuseppe Perego

La bassa valle del Tevere nel Primo FerroFormazione degli abitati e avvicendamento di assetti territorialiFrancesco di Gennaro - Angelo Amoroso

Il processo storico nel Lazio antico tra la tarda età del bronzo e la prima età del ferro: i protagonistiAnna De Santis - Olimpia Colacicchi - Maria Rita Giuliani - Barbara Santoro

Località Le Vignole, Maccarese (Fiumicino, Roma): risultati preliminari dello scavo protostoricoDaria Ruggeri - Monica Gala - Alessandra Facciolo - Maria Cristina Grossi - Cinzia Morelli - Maria Lucrezia Rinaldi - Sandra Sivilli - Elisa Carrisi - Daniela Citro- Francesca Romana De Castro

Nuovi rinvenimenti dalle “terre di Marino”Sepolture e aree funerarie del Bronzo FinaleMicaela Angle - Pamela Cerino - Agnese Livia Fischetti

Discussione

Per una revisione del popolamento in Romagna nell’età del bronzo finaleMaurizio Cattani - Vittorio Cavani - Bernardo Rondelli

Il sito di Monte Battaglia e il ruolo dei passi appenninici alla fine dell’età del bronzoMonica Miari

Dinamiche insediative nella tarda età del bronzo nell’Appennino bolognese. Nuove acquisizioniVittorio Cavani - Vanessa Poli

Nuove acquisizioni sul Villanoviano bolognese a quasi cento anni dalla scoperta della necropoli di San Vitale da parte di Gherardo Ghirardini Luigi Malnati - Caterina Cornelio - Davide Mengoli

Il lago Trasimeno tra Bronzo Medio e Primo Ferro: proposta per un’analisi dell’insediamentoMaria Cristina De Angelis

Nuovi rinvenimenti del Bronzo Finale sul colle Sant’Elia a SpoletoNicola Bruni

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Volume II

Aree di confronto

L’organizzazione del territorio in Polesine tra Bronzo Recente e prima età del ferro iniziale (XIII-IX sec. a.C.)Luciano Salzani - †Cecilia Colonna

L’Italia centrale adriatica tra il Bronzo Finale e la prima età del ferroMarco Ritrecina

L’occupazione della Campania meridionale nella tarda età del bronzo: fenomeni di continuità e discontinuità insediativaPaola Aurino

Le genti delle dune e del mare, le tribù delle colline: egemonia dei centri etruschi e ristrutturazione del mondo indigeno in Campania nella seconda metà dell’VIII secolo a.C.Alessandra Gobbi - †Gianni Bailo Modesti

Il cavaliere e la morte? Tombe con morsi di cavallo nella Campania protostoricaMarco Minoja

Aggiornamenti sulla fase IB di Capua. Elementi di continuità e trasformazione culturale desumibili da contesti funerari inediti in località CappucciniGian Luca Melandri

Le strutture abitative e di servizio dell’insediamento dell’età del ferro di Longola (Poggiomarino, Na)Claude Albore Livadie - Emilio Castaldo - Nicola Castaldo - Barbara Cesarano - Daniela Citro - Adriana d’Avella - Matteo delle Donne - Maria Teresa Pappalardo -Natascia Pizzano - Roberto Vannata

Il XII secolo a.C. nella Puglia settentrionale e in Molise: fenomeni di continuità e trasformazioneAlberto Cazzella - Cristiana Ruggini

Discussione

I Sardi nell’Italia tirrenica nel Bronzo Finale - Primo Ferro (riassunto)Anna Depalmas

Discussione

La céramique du Bronze Final dans le Sud de la Corse (XIIe-IXe siècle av. J.-C.)?:les assemblages récurrents de type «?Apazzu-Castidetta-Cucuruzzu?»Kewin Pêche-Quilichini

Seconda sezioneRicerche e scavi

Aggiornamenti e riflessioni sul problema del sale nella preistoria e nella protostoriaTomaso Di Fraia

Le armille tipo Zerba: un riesame della questioneSilvia Paltineri - Francesco Rubat Borel

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L’area di Gonfienti compresa tra il fiume Bisenzio e il torrente Marinella (Prato e Firenze): prime considerazioni sugli insediamenti dell’età del bronzo media e recente Paola Perazzi - Pasquino Pallecchi - Gabriella Poggesi - Lucia Pagnini - Cecilia Martini

L’applicazione della Tomografia Computerizzata (TC) al microscavo dei cinerari: il caso della necropoli villanoviana di PisaEmanuela Paribeni - Jasmine Bagnoli - Valentina Giuffra - Davide Giustini - Simona Minozzi - Davide Caramella - Gino Fornaciari

Nuove ricerche alla Grotta dei Santi (Monte Argentario, Grosseto) Adriana Moroni Lanfredini - Margherita Freguglia - Federico Bernardini - Giovanni Boschian - Carlo Cavanna - Jacopo Crezzini - Pamela Gambogi - Laura Longo - Lucio Milani - Fabio Parenti - Stefano Ricci

Discussione

Alcuni interventi di chirurgia cranica rinvenuti sui reperti ossei di recente recupero dalla grotta dello Scoglietto (Alberese, Gr)Filiberto Chilleri - Elsa Pacciani

Discussione

Pianetti di Sovana, Sorano (Grosseto): nuovi dati per la media età del bronzo nella valle del FioraGabriella Barbieri - Valentina Faudino - Enrico Di Nola - Anna Ferrarese Lupi - Fabrizio Diciotti - Luca Mario Nejrotti - Lara Arcangeli

Aspetti cronologici e primo inquadramento del villaggio sommerso di Sposetta nel lago di BraccianoIsabella Damiani - Patrizia Petitti - Flavia Trucco

Discussione

Alcuni corredi di età orientalizzante da Avella (Av)Elena Acampa

Elenco dei partecipanti

Elenco delle abbreviazioni

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PPE.Atti IX

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA

L’alba dell’EtruriaFenomeni di continuità e trasformazione

nei secoli XII-VIII a.C.

Ricerche e scavi

Da molti anni gli studiosi di Protostoria e gli Etruscologi focalizzano la loro attenzionesulle vicende e sulle trasformazioni avvenute in Etruria tra i secoli XII e VIII a.C.,un’epoca cruciale in cui si forma quella che nei secoli successivi sarà la Civiltà etruscaormai completamente sviluppata. Lo scopo del convegno è stato quello di indagare queste trasformazioni, i processi che le sottendono, e la spiegazione delle loro cause, sia dal punto di vista del territorio,sia da quello dello sviluppo sociale, culturale, ideologico.I dati archeologici ora a nostra disposizione, frutto di scavi e studi recenti permettono di rivisitare gli eventi di questo lungo periodo e di ricostruirli e leggerli in modo critico.Si sono prese in esame le continuità e le trasformazioni che avvengono nel tempo in situazioni particolarmente indicative: quali l’uso del territorio; gli insediamenti, le singole strutture abitative o di servizio, la programmazione degli spazi interni; la formazione di villaggi rurali e artigianali; i luoghi del culto, la concezione del sacro e l’ideologia funeraria; gli oggetti del quotidiano; l’organizzazione sociale e i corrispondenti indicatori; la concezione del potere e i simboli di status; la mentalità.Come sempre il tema ha riguardato l’Etruria in senso lato, ma per i necessari confronti sono stati accettati anche interventi relativi ad aree diverse, purché conproblematiche collegate. In qualche caso, strettamente legato all’Etruria, è stato anchepossibile analizzare elementi di epoca più recente, come esiti di situazioni protostoriche. La seconda sezione ha raccolto gli interventi relativi agli studi e alle scoperte pre e protostoriche effettuate in Etruria durante gli ultimi anni.

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volume I

CENTRO STUDI DI PREISTORIA E ARCHEOLOGIAMilano

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