Il Capitolo Vaticano e le “ecclesiae subiectae” nel Medioevo. I cataloghi dei secoli XIII-XIV,...

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MIRKO STOCCHI E D I Z I O N I C A P I T O L O V A T I C A N O ECV - 2010 IL CAPITOLO VATICANO E LE ECCLESIAE SUBIECTAENEL MEDIOEVO I cataloghi dei secoli XIII-XIV

Transcript of Il Capitolo Vaticano e le “ecclesiae subiectae” nel Medioevo. I cataloghi dei secoli XIII-XIV,...

MIRKO STOCCHI

EDIZIONI

CA

P I T O L O V A T I CA

NO

ECV - 2010

IL CAPITOLO VATICANO E LE “ECCLESIAE SUBIECTAE”

NEL MEDIOEVO

I cataloghi dei secoli XIII-XIV

Quaderno d’archivio

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Mirko Stocchi

Il Capitolo Vaticano e le “ecclesiae subiectae” nel medioevo

I cataloghi dei secoli XIII-XIV

EDIZIONI

CA

P I T O L O V A T I CA

NO

2010

Città del Vaticano

STUDI E DOCUMENTI SULLA STORIA DEL CAPITOLO VATICANO E DEL SUO CLERO

Collana diretta da Mons. Prof. Dario Rezza, canonico vaticano

ARCHIVUM SANCTI PETRI

FONDAZIONEpro Cultura et Caritate

Presentazione

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La storia delle chiese fi liali (ecclesiae fi liales o annexae), sulle quali il Capitolo vaticano ebbe possesso o giurisdizione, o nelle quali fornì servizio liturgico, ha origini molto antiche ed ha subìto notevoli trasformazioni attraverso i secoli. Con il presente “Quaderno d’Archivio” (il primo della serie così denominata) iniziamo la rassegna di tali “dipendenze ecclesiastiche”, presentando i documenti medioevali che le annoverano. Si tratta dell’età in cui tale prassi ebbe origine, ed è quindi argomento di particolare interesse. Ma l’istituto delle ecclesiae subiectae non scomparve certo con l’età di mezzo, al contrario proseguì anche ben oltre il Concilio di Trento (1564), sebbene con alcune rettifi che.

Sulle chiese soggette pleno iure, la giurisdizione del Capitolo si estendeva sino a comprendere il diritto alla visita, alla correzione delle persone, alla così detta collazione dei benefi ci. Nell’ambito del suo esercizio potevano essere accordate anche altre facoltà. Per esempio la facultas reducendi missas perpetuas, cioè la possibilità di ridurre il numero delle messe da offi ciarsi obbligatoriamente; oppure il privilegium super facultatem concedendi dimissorias, ossia la facoltà di emettere “lettere dimissoriali”, diritto solitamente spettante alla Curia vescovile, con le quali era riconosciuto al destinatario il privilegio di poter ricevere l’ordine sacro da persona diversa dal proprio ordinario. Da ciò si deduce che in diversi luoghi la giurisdizione del Capitolo sulla chiesa fi liale ebbe carattere pressoché episcopale. In altri luoghi invece, per esempio nel Regno di Napoli, tali prerogative erano limitate dall’istituto del così detto regio exequatur o recipiatur, che prevedeva l’obbligo di ottenere l’assenso dell’autorità regia per tutti i provvedimenti che interessavano persone o beni del territorio del Regno.

Le chiese extra Urbem pagavano un canone annuo al Capitolo, come consta dai libri censuali dell’archivio capitolare. In quelle invece in Urbe i canonici celebravano di norma la liturgia nel giorno festivo del santo titolare. In alcune chiese parrocchiali, come S. Lazzaro ad radices Montis Marii o S. Angelo ad fornaces, che erano di aiuto al Capitolo nella cura delle anime, un vicario riceveva dai canonici tale incombenza. Al riguardo, nel 1592, i canonici presentarono a Clemente VIII la seguente memoria: «Il Vicario perpetuo deputato in detta Chiesa ha dei Coadiutori, che lo servono in detto servizio, ed oltre quelli vi è un altro Cappellano del SS.mo Sagramento, il quale con li detti esercita le

Presentazione

IV

medesime funzioni di confessare, comunicare, et andare quando si porta il SS.mo Sagramento agli infermi».

Spettava, come detto, al Capitolo vaticano eff ettuare visite ordinarie nelle varie chiese fi liali. Resta memoria anche di visite straordinarie, eff ettuate nel periodo 1824-1881, per volontà di Leone XII, di Pio IX e di Leone XIII, e regolate da precise disposizioni da parte della Sacra Congregazione della Visita Apostolica. Con apposita circolare si indicarono, allora, le informazioni da acquisire: notizie storiche riguardanti l’origine di ciascuna chiesa; notizie sullo stato attuale della medesima; elenco delle cappellanie ivi esistenti e, se vacanti, per quali motivi; legati di messe; esistenza di confraternite o di opere pie; fondi originari e rendite annesse, e se queste erano gravate da ipoteche o da altre prescrizioni, e da chi amministrate, e con eventuali riduzioni perpetue o temporanee, e da chi autorizzate. Si consigliava di acquisire in copia tutta la documentazione esistente, lasciando gli originali nell’archivio proprio delle varie chiese. Coloro che si mostravano indolenti o restii ad accogliere i visitatori venivano multati (di 25 scudi nel 1852). Visitatore apostolico era allora il cardinale Arciprete della basilica vaticana, che delegò due canonici o due penitenzieri per le diverse chiese da visitare.

Oggi alcune chiese fi liali sono state demolite, in altre il Capitolo ha perso l’originaria giurisdizione, o questa viene regolata secondo il nuovo Codice di diritto canonico.. Tuttavia, l’Ordo Missae celebrandae della Basilica Vaticana del 2010 riporta, «ex recenti inspectione documentorum Archivii capitularis», un elenco di ben sedici chiese fi liali: S. Maria Vergine del Smo. Rosario e S. Francesco d’Assisi a Monte Mario, Ss. Lorenzo e Urbano a Prima Porta, S. Isidoro a Tragliata (diocesi di S. Rufi na); Ss. Michele Arcangelo e Magno Vescovo, S. Caterina della Rota, S. Giacomo Apostolo alla Lungara, S. Tommaso Apostolo al Celio, S. Pellegrino Vescovo e Martire e S. Stefano degli Abissini nella Città del Vaticano, S. Egidio Abate, S. Macuto Vescovo in via del Seminario, S. Balbina Vergine all’Aventino, S. Lazzaro, S. Salvatore in Ossibus, S. Domenico a Sora. In conseguenza di ciò, ancora oggi viene conferito dal Capitolo ad alcuni dei suoi canonici l’incarico di Visitatores ecclesiarum fi liarum, come del resto previsto ancora nei recenti Statuta Capituli del 1999.

Dando inizio, con questo primo numero, alla serie che abbiamo intitolato “Quaderni d’Archivio”, riteniamo opportuno segnalare ai lettori che in essa saranno ospitati alcuni dei contributi che, in base a quanto preannunciato in altra sede, avrebbero dovuto costituire il terzo volume della Storia del Capitolo vaticano e del suo clero, concernente «il profi lo liturgico, caritativo-assistenziale e culturale» del Capitolo medesimo. Nel corso delle ricerche sin qui compiute, infatti, sia per l’ampiezza del campo d’indagine sia per la specifi cità dei settori di cui esso si compone, è parso utile frazionare nel tempo la realizzazione del vasto programma editoriale.

Dario Rezza

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Lo studio dei rapporti tra il capitolo di S. Pietro in Vaticano e le sue chiese fi liali – o altrimenti a esso legate da un vincolo di carattere giuridico-istituzionale – rappresenta uno dei desiderata del progetto di ricerca nato due anni or sono con il nome di “Archivum Sancti Petri”1. Nell’ambito di una storia generale dell’ente capitolare, non poteva infatti mancare una trattazione fi nalizzata a ricostruire la fi tta rete di rapporti che, a partire dai secoli centrali del medio evo, si venne intessendo tra i canonici della basilica romana e altri numerosi istituti ecclesiastici dislocati in diverse aree geografi che, anche ben oltre il ristretto circuito segnato dalle vetuste mura dell’Urbe.

Sebbene recenti studi tendano giustamente a porre in rilievo la dimensione squisitamente cittadina del capitolo petrino – ossia la sua spiccata “Romanitas”2, altrettanto caratterizzanti ci appaiono la sua dimensione sovraregionale (italiana, con una marcata presenza, come vedremo, nelle regioni centrali della Penisola) e la vocazione universalistica a esso derivante dall’essere espressione istituzionale del luogo simbolo e del centro stesso della christianitas medioevale. I rapporti di cui ci occuperemo, che numerosi unirono il capitolo con altre realtà istituzionali per la maggior parte estranee alla città di Roma, mettono in risalto in modo evidente questa polivalenza e questa pluralità di campi d’azione in cui i canonici romani si trovarono a operare nel corso della loro storia, ormai quasi millenaria3.

Con la presente pubblicazione dei tre cataloghi medioevali fi nora conosciuti

Premessa

1. Cfr. REZZA – STOCCHI 2008, pp. XI-XIII.2. Cfr. CARPEGNA FALCONIERI 2006, pp. 209-210.3. A quella che abbiamo defi nito come “vocazione universalistica” del capitolo di S. Pietro non

corrisponde tuttavia, come forse sarebbe stato lecito attendersi, una dislocazione a livello continentale delle chiese a esso soggette. Eccezionali in tal senso – e per ciò tanto più meritevoli di essere sottolineate – ci sembrano le dipendenze del monastero di S. Maria di Fontevraud nella diocesi di Poitiers (cfr. qui documenti 2, nr. 100; 3, nr. 74); e della villa S. Floriani in diocesi di Passau (cfr. qui documenti 1, lett. g; 2, nr. 101; 3, nr. 127). Su S. Maria di Fontevraud, monastero femminile fondato sul principio del XII secolo da Roberto d’Arbrissell, vd. COTTINEAU, coll. 1185-1188.

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delle chiese soggette al capitolo di S. Pietro si compie una prima, signifi cativa tappa di quel percorso che, ci auguriamo, una volta giunto a compimento porterà a una maggiore e più esatta conoscenza di tali rapporti e dei termini reali in cui essi si vennero materializzando nel corso continuo e mutevole della storia4.

Ringrazio Tommaso di Carpegna Falconieri per i preziosi suggerimenti che ha voluto off rirmi durante la stesura del presente lavoro e per avermi dato la possibilità di consultare alcuni suoi studi al momento ancora in corso di stampa (vd. Bibliografi a). Per indicazioni altrettanto utili sono grato ad Alexis Gauvain, cui va la mia riconoscenza anche per la quotidiana, appassionata collaborazione.

Premessa

4. A questo primo Quaderno, destinato principalmente all’edizione delle fonti sopra menzionate, farà seguito un secondo, attualmente in preparazione, contente un Repertorio topo-bibliografi co delle chiese, dei monasteri e degli altri enti ecclesiastici soggetti alla basilica vaticana e al suo capitolo.

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L’ espressione “chiese soggette” (ecclesiae subiectae) fu utilizzata duran-te il medioevo per indicare l’insieme di quegli enti religiosi (chiese, monasteri, ospedali, cappelle, luoghi pii, ecc.), sui quali, per ragio-

ni diverse, una chiesa soprastante (ecclesia matrix o principalis) si trovò in diritto di esercitare talune prerogative giurisdizionali o anche patrimoniali. Tale fu, per l’appunto, la basilica di S. Pietro in Vaticano almeno a partire dal XI-XII secolo, epoca alla quale si può far verosimilmente risalire anche la costituzione presso di essa di un collegio canonicale (capitulum)1. Gradualmente investito dai papi di tutti i compiti inerenti al governo temporale e spirituale della basilica, il capitolo provvide anche alla conduzione dei multiformi rapporti che, sempre più numerosi con il trascorrere del tempo, si vennero istituendo tra S. Pietro e altri enti eccle-siastici, fi nendo col formare una rete sempre più vasta di “dipendenze” urbane ed extraurbane.

Lo studio di quelle che abbiamo defi nito come “reti di dipendenze” ha attirato già da tempo l’attenzione degli storici delle istituzioni ecclesiastiche. In sede storiografi ca la ricostruzione delle dipendenze di una istituzione – chiesa, monastero o hospitale che fosse – è stata concepita il più delle volte come un capitolo particolare della storia più generale del patrimonio dell’istituzione medesima. Va

Il Capitolo di S. Pietro in Vaticano e le chiese soggette (secc. XI-XIV):

origine, sviluppo, giurisdizione

1. Quanto alla nascita di un istituto capitolare in S. Pietro, per oltre un secolo ha prevalso tra gli storici il giudizio espresso nel 1902 da Luigi Schiaparelli il quale, sulla scorta di un sedicente privilegio di Leone IX datato 1 aprile 1053 e tramandato da una copia trecentesca dell’archivio capitolare, propose d’identifi care in esso l’atto di fondazione del Capitolo petrino, attuatasi «attraverso l’unione amministrativa completa», che avrebbe avuto luogo in quell’occasione, dei quattro monasteri basilicari vaticani. Cfr. SCHIAPARELLI, I, p. 397 e infra p. 8, nt. 15 e contesto. Questo assunto, tuttavia, è stato messo in discussione da Jochen Johrendt, nell’ambito di un recente contributo mirante a denunciare la presunta inautenticità del documento in questione (JOHRENDT 2009). Il punto della situazione sulla “data di nascita” del capitolo vaticano si deve da ultimo a Tommaso di Carpegna Falconieri: «L’analisi condotta da Johrendt sposta i termini cronologici e posticipa di alcuni decenni la vera e propria istituzione del capitolo vaticano, ma non altera le nostre nozioni di fondo riguardo alla riforma canonicale che fu attuata a Roma dalla metà circa del secolo XI e che perdurò fi no ai primi decenni del secolo successivo: anche il capitolo vaticano fu eretto durante la lunga fase di fi oritura delle canoniche secolari e regolari a Roma» (CARPEGNA FALCONIERI 2010).

da sé che oggetto prediletto di questo tipo di ricerche siano stati in passato i grandi istituti monastici, dotati spesso di una rete di pertinentiae2 estremamente estesa e variegata, tanto sotto l’aspetto della distribuzione geografi ca degli enti soggetti, quanto rispetto alla tipologia degli stessi3. Meno indagato è rimasto a lungo il fenomeno in relazione agli enti ecclesiastici secolari.

A partire dai primi decenni del XX secolo, la crescente attenzione suscitata dall’evoluzione storica dell’istituto parrocchiale e della cura d’anime4, ha contribuito al diff ondersi di un rinnovato interesse verso lo studio di queste dinamiche istituzionali tipicamente medioevali5, anche in rapporto agli enti ecclesiastici secolari: dapprima in ambito rurale, con i lavori dedicati in buon numero allo studio del complesso di gerarchie e di dipendenze alla base del sistema pievano dell’Italia centro-settentrionale6; e in seguito in ambito urbano, dove particolare interesse ha riscosso lo studio del mutevole rapporto tra parrochialis ecclesia e cappelle dipendenti7.

Per quanto riguarda nello specifi co la città di Roma, nuova attenzione a questo tema è stata suscitata negli anni Novanta del secolo scorso da alcuni lavori dedicati allo studio dei territori parrocchiali cittadini durante il medioevo centrale e nella prima età moderna8. Con essi sembrò dischiudersi una nuova stagione di studi – purtroppo, invece, precocemente interrottasi –, in grado di colmare le grandi lacune che infi ciavano, ancora a quel tempo, la conoscenza dell’organizzazione della vita ecclesiastica e della cura d’anime nella Roma dei secoli medioevali9.

2. Sotto questa voce, come è noto, si annoverano non solo chiese, monasteri e ospedali, ma anche beni immobili di diversa natura e, non di rado nel caso di istituzioni particolarmente prestigiose e potenti, interi centri demici, di maggiore o minore entità, con le rispettive popolazioni.

3. Vd., per es., lo studio, sotto più di un aspetto esemplare, compiuto da Herbert Bloch delle dipendenze di Montecassino (BLOCH 1986, II, pp. 629-940).

4. Vd. VASINA 1984.5. L’instaurarsi di questi rapporti di soggezione, che nel medioevo non conobbe confi ni geografi ci,

può considerarsi infatti per certi aspetti un rifl esso, nell’ambito delle istituzioni ecclesiastiche, dei legami di dipendenza feudo-vassallatici che informavano quasi ovunque la società laica del tempo. Cfr. infra p. 15, nt. 46.

6. Per la bibliografi a sull’argomento si rimanda, in primo luogo, alle ampie sillogi storico-bibliografi che di COSTE 1984 e di MASCANZONI 1988-1989. Una menzione particolare meritano gli studi di Cinzio Violante (VIOLANTE 1977 e 1982), poiché ritenuti generalmente – e a ragione – fondamentali, non solo per l’esemplarità del metodo d’indagine in essi adottato, ma anche perché hanno segnato le direttrici sulle quali si sono mosse le successive ricerche in tale ambito (vd. anche VIOLANTE 1984). Per un aggiornamento bibliografi co si vedano i contributi apparsi in Pievi e Parrocchie in Europa e in La parrocchia nel medio evo. Una serie di contributi recenti, dedicati in particolare allo studio delle reti monastiche e canonicali in Italia tra X e XII secolo, si possono trovare negli atti del convegno tenutosi su questo tema a Fonte Avellana nel 2006 (cfr. Dinamiche istituzionali).

7. Vd., per es., gli studi di Paolo Sambin per il caso di Padova (SAMBIN 1941 e 1953).8. PASSIGLI 1993 e 1998. Come tutti i lavori in qualche modo pionieristici, anche gli studi appena

citati sono andati incontro a qualche critica, vd. BARONE 1998, p. 305.9. Pochi anni prima, Jean Coste aveva avuto modo di lamentare la singolare assenza «de toute

Il Capitolo Vaticano e le “ecclesiae subiectae” nel medioevo

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Presentazione, di Dario Rezza ............................................................................................. III

Premessa ............................................................................................................... 1

Sigle e abbreviazioni ............................................................................................. 3

Il capitolo di S. Pietro in Vaticano e le chiese soggette (secc. XI-XIV): origine, sviluppo, giurisdizione .................................................. 5

1. Formazione e sviluppo delle dipendenze in Urbe .............................................. 8

2. Formazione e sviluppo di una rete di dipendenze extra Urbem .......................... 11

3. I signa subiectionis: dipendenze urbane ed extraurbane ......................................... 13

Annesso. Documenti pontifi ci (854-1205): tradizione, regesti, edizioni ................................................................................... 17

Documenti ............................................................................................................. 19

1. Introduzione ...................................................................................................... 23 Testo .................................................................................................................. 27

2. Introduzione ...................................................................................................... 37 Testo .................................................................................................................. 42

3. Introduzione ...................................................................................................... 55 Testo .................................................................................................................. 58

Tabelle ................................................................................................................... 77

Bibliografi a ........................................................................................................... 103

Indice

Bollettino d’archivio

Restauro e conservazione digitale dell’archivio del Capitolo di San Pietro in Vaticano,a cura di Mirko Stocchi, 2008, 32 pp., ill.

I Santi Apostoli Pietro e Paolo. Museo Storico Artistico del Tesoro di San Pietro,testi di Alessandro Tomei, Mirko Stocchi, Lorenza D’Alessandro, 2009, 25 pp., ill.ISBN 9788863390032

Ubi Petrus ibi Paulus. Itinerario paolino nella Basilica Vaticana,di Pietro Zander, 2009, 23 pp., ill.ISBN 9788863390049

La Crux Vaticana o Croce di Giustino II. Museo Storico Artistico del Tesoro di San Pietro,testi di Valentino Pace, Sante Guido, Paolo Radiciotti, 2009, 40 pp., ill.ISBN 9788863390056

Monumento di Sisto IV. Museo Storico Artistico del Tesoro di San Pietro,testi di Aldo Galli, Nazzareno Gabrielli, Sante Guido, Giuseppe Mantella, 2009, 48 pp., ill.ISBN 9788863390063

Le mani e il volto di Pietro nella pittura di Antonio Cavallucci. Museo Storico Artistico del Tesoro di San Pietro,testi di Luca Filippone, Stefano Ridolfi , Ilaria Carocci, 2009, 29 pp., ill.ISBN 9788863390070

Tabernacolo di Donatello. Museo Storico Artistico del Tesoro di San Pietro,testi di Carlo La Bella, Stefano Ridolfi , Ilaria Carocci, 2010, 19 pp., ill.ISBN 9788863390087

L’Aquila. 6 aprile 2009 - 6 aprile 2010. Studi off erti dal Capitolo di S. Pietro in Vaticano,testi di Mirko Stocchi, Sante Guido, 2010, 24 pp., ill.ISBN 9788863390094

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EDIZIONI CAPITOLO VATICANO(ECV)

Archivum Sancti Petri

D. REZZA, M. STOCCHI, Il Capitolo di San Pietro in Vaticano dalle origini al XX secolo, I, La storia e le persone, Città del Vaticano 2008, 531 pp., ill.ISBN 9788863390001

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Distribuzione:

Libreria già Nardecchia s.r.l.Via Pasquale Revoltella, 105/107 - 00152 Roma (Italy)Tel. (+39) 06.5373.901 / Fax (+39) [email protected][email protected]

Il Capitolo Vaticano e le “ecclesiae subiectae” nel medioevo.I cataloghi dei secoli XIII - XIV

Direttore di collana:Mons. Prof. Dario Rezza

Responsabile editoriale:Mons. Giuseppe Bordin

Testo di:Mirko Stocchi

Realizzazione editoriale:ATS Italia Editrice- Silvia Gagliardi (impaginazione e grafi ca)- Leandro Ricci (scansioni e correzioni cromatiche)- Flavio Zancla (coordinamento tecnico)

Coordinamento fotografi coAngela Giommi (ATS Italia Editrice)

Referenze fotografi cheBiblioteca Apostolica Vaticana, Archivio del Capitolo di S. Pietro

ISBN 978-88-6339-012-4

Stampa:Papergraf - Padova

Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, l’adattamento anche parziale o per estratti, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo eff ettuati, compresi la copia fotostatica, il microfi lm, la memorizzazione elettronica, ecc. senza la previa autorizzazione delle ECV®.Ogni abuso sarà perseguito a norma di legge.

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