La didattica dell'italiano a distanza: un case study
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La didattica dell’italiano a distanza: un case study Paolo Matteucci
248 REVISTA ITALIANO UERJ – ISSN 2236-4064 – Vol. 12, n.º 1 – 2021
La didattica dell’italiano a distanza: un case study
Paolo Matteucci Dalhousie University
ABSTRACT: Questo saggio si propone il fine di misurare l’impatto della transizione dalla didattica in aula a quella a distanza nel contesto dei corsi di italiano per principianti offerti, nel semestre autunnale 2020, dal Programma di Italiano dell’università canadese Dalhousie. Prendendo simultaneamente in considerazione i risultati del feedback formale e informale fornito dagli allievi, i dati raccolti tramite la ricerca-azione e l’osservazione dei corsi da parte di specialisti esterni, e una molteplicità di parametri valutativi, il presente intervento mira a delineare alcuni vantaggi e svantaggi dell’insegnamento a distanza dell’italiano come lingua straniera. Parole-chiave: Didattica dell’italiano. Glottotecnologie. Ricerca-azione. RESUMO: Este artigo analisa o impacto da transição das aulas presenciais ao formato virtual, especificamente no contexto das três seções do curso “Italiano para Iniciantes” oferecido no segundo semestre de 2020 pelo Programa de Italiano da Universidade de Dalhousie, Canadá. Justapondo os feedbacks formais e informais dos alunos, os dados recebidos da observação de terceiros através de pesquisa-ação e as avaliações de diversos indicadores de sucesso, este artigo visa delinear algumas vantagens, bem como os principais desafios, do ensino a distância do italiano enquanto idioma estrangeiro. Palavras-chave: Didática do italiano. Glototecnologias. Pesquisa-ação. ABSTRACT: This paper scrutinizes the impact of the transition from face-to-face teaching to online instruction, in the context of the Italian for Beginners courses offered in the fall semester 2020 by the Italian Program at Dalhousie University, Canada. By juxtaposing the student’s formal and informal feedback, the input received from third-party observation via action-research, and the assessment of a variety of indicators of success, this paper aims at outlining some advantages, as well as the main challenges, inscribed into at-distance teaching of Italian as a foreign language. Key words: Teaching Italian as a foreign language. At-distance instruction. Action-research.
La didattica dell’italiano a distanza: un case study Paolo Matteucci
249 REVISTA ITALIANO UERJ – ISSN 2236-4064 – Vol. 12, n.º 1 – 2021
1. Introduzione
Nel contesto di emergenza sanitaria sviluppatasi, su scala mondiale, nel
corso dell’anno 2020, la pratica dell’insegnamento dell’italiano per via
telematica ha registrato un significativo incremento quantitativo e qualitativo
che ha interessato, in vare parti del globo, un grande numero di istituzioni
formative di diverso ordine e grado. A distanza di alcuni mesi dalla messa in
atto di alcune misure di profilassi sanitaria quali la chiusura quasi totale dei
campus e delle aule di molte università italiane e internazionali, il presente
saggio mira a tracciare un bilancio degli effetti apportati dalla transizione da
una pratica d’insegnamento svolta di persona a una modalità didattica
interamente effettuata a distanza nel contesto dei corsi di lingua italiana offerti
nel semestre autunnale dell’anno accademico 2020/21 dal Programma di
Italiano dell’Università Dalhousie, in Canada.
A partire dal case study oggetto di discussione, questo intervento propone
di mettere a confronto le metodologie di insegnamento-apprendimento
adottate in aula ed online, di misurare gli effetti della didattica a distanza sulle
strategie e sulle pratiche adottate a lezione e, soprattutto, di enucleare alcune
specificità tipiche dell’insegnamento della lingua italiana a distanza a partire
dalla valutazione e dalla autovalutazione del processo di insegnamento-
apprendimento dal punto di vista sia del personale docente sia degli studenti.
Nell’identificare una serie di caratteristiche e di problematiche
specificamente appartenenti ai corsi di italiano cui è dedicata, la presente
indagine mira a fornire una serie di indicazioni di ordine generale e a delineare
una possibile serie di strumenti euristici e di potenziali punti di partenza per
un ulteriore e più approfondito dibattito sui benefici e sulle difficoltà
pertinenti all’insegnamento della lingua italiana, nel contesto dell’istruzione
superiore, per via telematica.
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2. Metodologia e strumenti
Nel quadro teorico sviluppato da John Biggs (1996, 2003 e 2012), la
valutazione del successo di un processo di insegnamento non può essere
disgiunta da una considerazione olistica della didattica quale sistema
complesso di relazioni intercorrenti tra allievi, docenti, contenuti, attività di
classe, pratiche valutative e apprendimento nel suo insieme. In un’ottica
epistemologica prettamente costruttivista, infatti, per Biggs il successo di un
determinato percorso formativo è misurabile nel raggiungimento, o meno, di
un allineamento (“alignment”) tra processo cognitivo, pratica didattica e
raggiungimento degli obiettivi formativi.
Al fine di misurare tale allineamento in un contesto specifico, ovvero i
corsi di lingua italiana dell’autunno 2020 l’Università Dalhousie, il presente
studio si avvale della misurazione sistematica e periodica di alcuni indicatori
che vertono, principalmente, sulla percezione del successo didattico da parte
degli allievi. Tale misurazione, ai fini del presente studio, è stata effettuata
attraverso il prelievo e la comparazione di dati statistici raccolti a intervalli
regolari nel tempo; la periodica somministrazione agli allievi dei corsi di
italiano di questionari e sondaggi e la valutazione del conseguimento, da parte
degli allievi, delle capacità comunicative che costituiscono il fondamento di un
corso di italiano come lingua straniera a livello universitario.
Sulla falsariga del lavoro sviluppato nei primi anni ’90 da Ramsden
(1991), una molteplicità di studi ha nel corso del tempo evidenziato
l’importanza insita nel costante monitoraggio della percezione, da parte degli
studenti, dei risultati ottenuti nelle diverse fasi del processo di apprendimento-
insegnamento. La raccolta e lo scrutinio del feedback degli allievi costituiscono
in particolare, come è stato suggerito tra gli altri da Wiliam (2011), uno
strumento efficace per la valutazione e l’autovalutazione delle traiettorie
sviluppate da tutti i partecipanti al percorso didattico. Per le suddette ragioni,
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il presente studio è largamente basato sull’input valutativo ed autovalutativo
fornito, nel corso del semestre, dagli iscritti ai corsi. Tale input, è importante
sottolineare in chiave preliminare, è stato raccolto in maniera distaccata ed
indipendente dalla misurazione aritmetica del successo degli studenti
(esprimibile, ad esempio, attraverso i voti conseguiti dagli allievi), in ossequio
alle indicazioni fornite dai diversi studi—tra cui, in particolare, Black & Wiliam
(1998) e Gibbs & Simpson (2004)—che hanno sottolineato l’importanza di
separare chiaramente, al momento della somministrazione e della
interpretazione del feedback degli allievi, la sfera cognitiva e partecipativa da
quella docimologica.
Per la presente ricerca sono stati utilizzati:
- dati statistici e quantitativi relativi al numero di iscritti ai corsi, al tasso
di successo degli studenti ed al numero percentuale di abbandoni;
- feedback degli studenti raccolto tramite sondaggi a risposta semplice, a
risposta aperta, a riposta affermativa/negativa e a risposta per parole-chiave;
- feedback degli studenti raccolto tramite questionari formativi (in
progress) e sommativi (finali), contenenti domande a risposta multipla,
domande a risposta aperta e quesiti di classificazione di concetti, idee e valori
per ordine di importanza;
- feedback informale raccolto a voce (in classe e nelle ore di ricevimento)
e per via epistolare;
- moduli di autovalutazione dell’operato del personale docente;
- feedback, osservazioni e commenti da parte di osservatori esterni;
- raccolta ed elaborazione di informazioni e di dati emersi nel corso di
gruppi di lavoro, riunioni e incontri a tema con i colleghi.
3. Triangolazione e ricerca-azione
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Nell’ambito della glottodidattica moderna (Pozzo 1993 e 2003; Tripp
2005) la ricerca-azione costituisce una efficace pratica di indagine conoscitiva
finalizzata all’affinamento delle strategie e delle metologie didattiche adottate
all’interno di una specifica classe o comunità di apprendimento. Più
specificatamente, nella ricerca-azione il feedback che viene scambiato tra
docenti e allievi viene messo a confronto con i risultati dell’osservazione delle
dinamiche di classe da parte di osservatori esterni che, in un vero e proprio
percorso di triangolazione di prospettive e di punti di vista, presenziano alle
lezioni al fine di misurare la riuscita degli obiettivi didattici e formativi stabiliti,
prima dell’osservazione dei corsi, con il docente.
Nel contesto della presente indagine, ai corsi di lingua italiana è stata
invitata in qualità di osservatrice esterna la dott.ssa Kate Crane, specialista di
teorie e pratiche pedagogiche del Dalhousie University Centre for Learning
and Teaching ([email protected]). La sua partecipazione alle lezioni si è svolta su base
volontaria, su invito del docente e, per motivi logistici, soltanto in un numero
limitato di occasioni. La collaborazione con la dott.ssa Crane si è articolata in
tre fasi principali, rispettivamente consistenti nella discussione preventiva
delle problematiche e delle difficoltà organizzative legate all’utilizzo della
piattaforma online adottata per i corsi di italiano, nell’osservazione strutturata
delle dinamiche di classe nel corso delle lezioni e nella rielaborazione, a
posteriori, delle informazioni raccolte nel corso del monitoraggio sia delle
lezioni che dei materiali didattici messi a disposizione degli studenti.
Al termine del nostro breve percorso di ricerca-azione sono state
raggiunte alcune conclusioni di ordine specifico, principalmente legate
all’utilizzo delle risorse tecnologiche, e alcune considerazioni di ordine
generale, principalmente vertenti sull’importanza di una accorta lettura dei
tempi di partizione delle lezioni e sulle potenzialità insite in uno stile didattico
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incentrato su modalità accattivanti e stimolanti di presentazione, agli studenti,
del materiale multimediale.
Dall’esperienza di triangolazione effettuata nei nostri corsi di lingua
italiana è inoltre emerso che, per quanto riguarda la ricerca-azione, nell’ambito
della didattica a distanza il tradizionale utilizzo di supporti tecnici come
registratori vocali e apparecchiatura fotografica viene reso obsoleto dalla
strumentazione attualmente disponibile. Il fatto che, per via telematica,
l’osservazione possa essere sviluppata in maniera remota e invisibile sembra
superare i limiti di ogni convenzionale distinzione tra osservazione emica ed
osservazione etica (Harris 1983). Nel contesto della didattica a distanza,
inoltre, l’invisibilità dell’osservatore esterno permette di eludere alcuni
importanti paradossi dell’osservazione che si verificano nella ricerca-azione
tradizionale (Bruschi & Matteucci 2003).
4. Dialogo e autoaggiornamento
Nel corso delle conversazioni formali e informali tra colleghi, così come
nel contesto di molteplici riunioni e gruppi di lavoro, sono emersi alcuni
comuni punti di interesse, relativi all’insegnamento per via telematica, che si
dipanano in maniera trasversale tra il corpo docente, indipendentemente dal
tipo e dal livello dei corsi offerti e dal loro ambito disciplinare. Tra i punti
focali emersi con maggiore frequenza nelle discussioni collegiali si
annoverano:
- l’inopportunità e l’impossibilità, in un contesto telematico, di riprodurre
pedissequamente il contenuto e le pratiche d’insegnamento adottate di
persona;
- l’urgenza per ogni docente di intraprendere percorsi, individuali e
collaborativi, di continuo aggiornamento ed autoformazione;
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- la necessità di sviluppare una attenta riflessione relativa alla scelta e
all’uso delle piattaforme telematiche utilizzate per l’insegnamento online;
- l’importanza di architettare una efficace e accorta organizzazione dei
materiali didattici messi a disposizione degli studenti sui siti internet dei corsi;
- l’inderogabile necessità di sviluppare pratiche docimologiche, di tipo sia
formativo che sommativo, appropriate per un contesto di apprendimento
svolto esclusivamente a distanza;
- l’opportunità di sviluppare pratiche valutative obiettive, e trasparenti,
rispondenti ai diversi stili di apprendimento degli allievi, in un contesto
didattico radicalmente diverso da quello che si sviluppa in aula.
5. Sincronicità e asincronicità: verso un formato ibrido
Le modalità di realizzazione di un corso universitario a distanza possono
essere suddivise in due categorie principali. Nella modalità asincrona, ogni
studente accede individualmente ai materiali che sono disponibili in linea e che
vengono aggiornati, di solito, su base settimanale o infrasettimanale. Nella
cornice asincrona, le lezioni non si svolgono mai nella forma di riunione di
classe plenaria. Ciascun allievo completa individualmente le attività disponibili
disponibili sul sito del corso, studia separatamente dagli altri studenti e
completa autonomamente gli esercizi e i compiti.
Nel formato sincrono, invece, un corso si sviluppa attraverso uno o più
incontri plenari settimanali a cui tutti gli studenti devono partecipare, così
come avverrebe per le lezioni in aula. Nell’intervallo temporale compreso tra
una sessione sincrona e la successiva, ciascun allievo consulta autonomamente
i materiali affissi sul sito del corso e completa in maniera asincrona le attività,
gli esercizi e i compiti disponibili in linea.
Ciascuno dei due formati presenta notevoli vantaggi ed evidenti
svantaggi. Nel semestre autunnale 2020, a Dalhousie sono stati offerti corsi di
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italiano a distanza di formato ibrido, comprendenti un incontro plenario
sincrono (online) settimanale, di 80 minuti e con frequenza e partecipazione
obbligatorie, e una lezione asincrona, anch’essa settimanale, il cui
completamento comporta l’impiego di circa ulteriori 80 minuti. A queste due
scadenze settimanali vanno aggiunti i compiti e le prove di valutazione, il cui
completamento può essere effettuato in qualsiasi momento della settimana
purché antecedentemente all’inizio della lezione sincrona plenaria.
Dal feedback degli studenti è emerso che:
- la stragrande maggioranza degli studenti preferirebbe, se possibile,
svolgere le lezioni di persona e in aula;
- più del 60% degli studenti trova il formato ibrido produttivo, in quanto
la componente sincrona permette di mantenere un contatto diretto con gli altri
allievi e con il docente ed agevola l’organizzazione e la pianificazione
settimanale dell’apprendimento, mentre la componente asincrona permette di
rielaborare i contenuti della sessione sincrona in maniera autonoma e senza
stringenti vincoli temporali;
- circa il 10% degli allievi preferisce il formato completamente asincrono,
spesso per motivi di impegni personali, familiari o lavorativi;
- quasi il 20% degli studenti non ha preferenze in merito alla suddivisione
del corso in componenti sincrone o asincrone.
5.1 Componenti sincrone
Le componenti sincrone dei corsi di italiano contribuiscono, secondo il
feedback degli studenti, a rafforzare il senso di appartenenza alla classe, a
cadenzare il ritmo dell’apprendimento con andamento settimanale e
infrasettimanale, a stabilire un punto di contatto e di socialità tra i membri del
corso ed a valorizzare le pratiche di apprendimento centrate sull’interazione,
sull’aiuto reciproco e sulla collaborazione. Alcuni allievi sottolineano in
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particolare l’importanza di poter, nelle sessioni sincrone, dialogare e porre
domande ai compagni ed al docente, l’importanza di ricevere tempestivamente
assistenza e aiuto nel corso delle attività di classe (siano esse plenarie, a gruppi
o a coppie) e sottolinea l’impossibilità di interagire proficuamente con i propri
pari in un contesto puramente asincrono.
Dal punto di vista del docente, è emerso che nella pianificazione e nella
realizzazione delle attività sincrone è importante prendere accortamente in
considerazione i limiti tecnici e strutturali della piattaforma telematica che
viene utilizzata. Molte delle principali piattaforme di collaborazione in linea
attualmente disponibili, infatti, limitano la quantità e la qualità della
condivisione di dati in tempo reale, spesso per motivi legati al design della
piattaforma stessa oppure per ragioni di sicurezza e vincoli di privacy (nel
nostro caso, stabiliti trasversalmente dall’Università per tutti i suoi corsi).
Alcuni importanti fattori tecnici da prendere attentamente in
considerazione sono inoltte il tipo di lavagna elettronica offerto dalla
piattaforma utilizzata, la gamma di funzionalità effettivamente disponibili per
la condivisione di materiali multimediali, la possibilità di suddividere lo
schermo in molteplici settori e la facilità di utilizzare i diversi strumenti di
collaborazione, scritta e orale, da parte di tutti i partecipanti alle lezioni. È
importante sottolineare, inoltre, che molte piattaforme telematiche
stabiliscono limiti, anche significativi, sulla grandezza, sul formato e
sull’estensione dei file condivisibili con la classe in tempo reale.
Le sessioni didattiche sincrone, analogamente alle lezioni in aula, si
presentano a tutti i partecipanti nelle fattezze di un’esperienza multisensoriale,
in cui le diverse capacità espressive (a cominciare dai 4 skills principali, ovvero
ascolto, lettura e produzione orale e scritta in lingua straniera) possono essere
stimolate ed attivate attraverso la rotazione e la diversificazione dei materiali
multimediali utilizzati. Nel contesto dell’esposione di contenuti grammaticali
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congiuntamente all’uso di realia, ad esempio, lo strumento telematico si è
rivelato un valido dispositivo per la condivisione di documenti e immagini in
maniera rapida e capillare. Il fatto che il materiale sia reso accessibile, in tempo
reale e senza perdite di tempo, direttamente sull’apparecchiatura utlizzata da
ciascuno studente sembra tradursi, in particolare, in una articolata ed efficace
stimolazione della partecipazione individuale.
Nelle fasi delle lezioni dedicate alla discussione e all’elicitazione collettiva
delle strutture linguistiche e grammaticali prese in considerazione durante
l’esposizione, è emersa per gli allievi l’importanza di potersi esprimere, a
seconda dei diversi stili di apprendimento, in forma sia orale sia scritta e, in
alcuni casi, anche simultaneamente, ad esempio digitando parole e frasi nella
chat di classe e al contempo intervenendo a viva voce. Nella didattica sincrona
a distanza, tuttavia, è emersa anche l’impossibilità da parte degli studenti di
fornire, per motivi prettamente tecnici, risposte orali corali (di classe o di
gruppo), contrariamente a quanto avviene in aula.
Nelle fasi sincrone dedicate all’applicazione pratica dei contenuti di
ciascuna lezione, la presenza del docente e la possibilità di porre domande e
richiedere chiarificazioni in tempo reale sono di importanza assoluta per la
maggioranza degli studenti. Infine, per quanto riguarda la produzione aperta
di contenuti nel corso delle sessioni sincrone, molti allievi criticano la lentezza
ed i limiti delle piattaforme telematiche e delle loro modalità di organizzazione,
suddivisione e gestione dei gruppi di lavoro a distanza. Dal momento che il
docente può essere presente in un solo gruppo di lavoro alla volta, inoltre,
contrariamente a quanto avviene in aula questi non sempre riesce a
monitorare, anche per la relativa lentezza dei tempi tecnici di connessione,
l’operato di tutti i partecipanti.
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5.2 Componenti asiconrone
Nella presentazione asincrona del materiale didattico è di fondamentale
importanza ordinare le diverse tappe dell’apprendimento in maniera chiara,
lineare e, quando possibile, intuitivamente comprensibile. Particolarmente
utile si è rivelato, a questo proposito, l’uso di check-lists di completamento
congiuntamente all’adozione di tabelle riassuntive indicanti i contenuti di
ciascuna lezione e modulo didattico. A una percentuale signficativa di studenti
risulta molto gradita un’accorta indicizzazione degli handouts e dei realia
utilizzati, così come l’inclusione di organigrammi indicanti la collocazione del
materiale oggetto di studio all’interno della più ampia suddivisione mensile e
semestrale dei contenuti del corso.
In virtù della versatilità dello strumento telematico, ed anche ai fini di
avvantaggiare i diversi stili cogntivi e di sollecitare codici diversificati di
apprendimento (Torresan 2016), si è rivelato di grande utilità variare, in
maniera programmatica e costante, il formato e la tipologia delle attività
asincrone del corso. La possibilità di inserire links e collegamenti a materiale
multimediale di varia natura (ad esempio riviste e giornali in linea, blog, siti
internet, videoclip musicali, estratti da film e sceneggiati, documenti
audiovisivi liberamente consultabili online, ecc.) è in generale percepita
positivamente o molto positivamente dagli studenti, così come la possibilità di
prendere in considerazione più volte, anche consecutivamente, un medesimo
documento multimediale una volta che questo venga reso permanentemente
disponibile sul sito del corso.
Particolarmente apprezzato dagli studenti è l’utilizzo di documenti reali,
e attuali, di breve o di brevissima lunghezza. Presentati congiuntamente al
materiale di studio, questi realia paiono dimostrarsi particolarmente efficaci
nello stimolare l’attenzione degli allievi fornendo loro, oltre all’opportunità di
esercitare in vario modo le proprie competenze linguistiche e cognitive, la
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possibilità di entrare a contatto con alcuni aspetti e tematiche appartenenti alla
cultura italiana e italofona del passato e del presente.
Nei corsi di italiano per principianti del semestre autunnale 2020 a
Dalhousie, a titolo di esempio, sono stati utilizzati tra l’altro: videoclip musicali
di Carl Brave e Elodie (Parli parli, 2020, per la descrizione di persone e azioni),
Fedez (Prima di ogni cosa, 2019, per aggettivi possessivi e termini di parentela)
e Audio2 (Sono le venti, 1995, l’ora); brevi articoli e biografie di persone famose
(chiecosa.it, per attività di lettura rapida e ricerca di informazioni); fotogrammi
da film e sceneggiati (per la descrizione di luoghi e di persone); brevi estratti
da registrazioni video di performance musicali (Vivaldi, Le quattro stagioni, per
il vocabolario); realia provenienti da quotidiani e riviste in italiano (repubblica.it,
vogue.it ed altri); altri documenti d’archivio, come sigle iniziali e titoli di
telegiornali e brevi estratti da programmi televisivi tra cui, sempre a titolo di
esempio, Che tempo fa con Edmondo Bernacca (Rai, 1979).
6. Verifiche e valutazione
Le peculiarità e le caratteristiche intrinseche all’insegnamento per via
telematica richiedono, nelle fasi di progettazione e di preparazione dei corsi,
un’attenta riflessione preventiva relativa alle modalità di valutazione del
processo di apprendimento degli allievi e, congiuntamente, dell’operato del
docente. In questa cornice, pratiche valutative di tipo formativo (da
svilupparsi, ad esempio, su base settimanale) sono sicuramente preferibili alla
somministrazione di verifiche puramente sommative, specialmente se
presentate a larghi intervalli di tempo. La misurazione del progresso di
ciascuno studente si è svolta, nel nostro caso, su base settimanale, tramite
l’assegnazione di compiti (valutati con formula numerica, ovvero con veri e
propri voti) comprendenti una varietà di brevi esercizi “allineati” (per
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utilizzare nuovamente il quadro teorico di Biggs 2003) ai contenuti del corso
e, soprattutto, alle attività comunicative svolte in sede sincrona e asincrona.
L’utilizzo di una piattaforma telematica efficiente e versatile risulta essere
un prerequisito essenziale anche per quanto riguarda la somministrazione di
compiti e di verifiche formative, diversificate e multimediali, rispettose dei
diversi stili di apprendimento e centrate sull’aquisizione di capacità
comunicative contestualizzate ed effettuali. Il feedback degli studenti
suggerisce in particolare che l’attivazione delle capacità di lettura, scrittura,
ascolto e produzione orale in un contensto diversificato, soprattutto se
connesso all’utilizzo di documenti reali e attuali, è preferibile agli esercizi
mnemonici e alla produzione di contenuti (o alla mera applicazione di regole)
sganciata o separata da un utilizzo realistico della lingua straniera oggetto di
studio.
Anche in virtù delle preferenze espresse dagli allievi, i compiti settimanali
sono stati suddivisi in un numero variabile di sezioni, diverse tra di loro in
termini sia di contenuto che di modalità di completamento. Più
specificatamente, sono stati proposti esercizi di ascolto e di lettura di brevi
brani accompagnati da domande a risposta semplice, a risposta multipla e a
risposta aperta; esercizi di produzione orale, spesso in forma di domande e
dialoghi in prima e in seconda persona; esercizi di coniugazione e di utilizzo
di strutture-chiave connesse ai contenuti delle sessioni sincrone e asincrone;
produzione di brevi brani, scritti e orali, su temi legati all’esperienza personale
di ciascun allievo oppure ai realia oggetto di studio.
L’opportunità e la possibilità di creare e condividere rapidamente
documenti e materiali multimediali è percepita positivamente o molto
positivamente dalla maggioranza degli studenti. Per oltre la metà degli
intervistati, infatti, la possibilità di ricevere correzioni e suggerimenti
personalizzati in forma non soltanto scritta ma anche orale (ad esempio
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tramite file audio e video) contribuisce in maniera sostanziale non solo
all’apprendimento ma anche ad una positiva percezione dell’utilità del corso
nel suo insieme. L’opportunità di poter creare, condividere e scambiare file in
tempo reale corrisponde inoltre, per circa un terzo allievi, a un fattore
qualificante dei corsi, in quanto permette di monitorare efficacemente il
proprio apprendimento e di ricevere agevolmente correzioni e suggerimenti
personalizzati. Per il docente, infine, la possibilità di fornire a ciascun allievo
un feedback dettagliato e capillare, nonché rispettoso dei diversi stili di
apprendimento, presenta il vantaggio di permettere la tempestiva circolazione
di informazioni, suggerimenti e correzioni.
7. Dati statistici
Dalhousie è un’università pubblica il cui corpo studentesco consta di
circa 15000 allievi, a cui si aggiungono circa 4500 studenti di master e di
dottorato. L’università è sita nella città di Halifax, capoluogo della provincia
canadese e angolofona della Nuova Scozia, e proprio da questa provincia
proviene il 18% circa degli studenti iscritti, nel 2020, ai corsi. Circa il 60% degli
studenti proviene dalle altre provincie del Canada; il rimanente 22% è di
estrazione internazionale.
Ogni semestre accademico, il Programma di Italiano propone un minimo
di due e un massimo di tre corsi di lingua italiana per principianti. Ciascun
corso ha una capienza di 30 studenti. Nel decennio 2010-2020, i corsi di
italiano sono sempre iniziati a capienza massima raggiunta. A distanza di tre
settimane dal primo giorno di lezione, tuttavia, in tutti i semestri accademici
antecedenti il 2020 si è sempre registrato un aumento di circa il 10% nel
numero di studenti iscritti alle lezioni di lingua italiana, principalmente a causa
della promozione dei corsi di italiano spontaneamente effettuata, tramite
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passaparola, nel corso delle prime settimane di lezione da parte degli studenti
già iscritti.
7.1 Iscrizioni
Nell’autunno 2020, a Dalhousie sono stati offerti tre corsi di italiano per
principianti. All’inizio del semestre, a ciascun corso erano iscritti trenta
studenti, per un totale complessivo corrispondente al raggiungimento della
capienza massima in tutti e tre i corsi. Se messe a confronto con i dati raccolti
nel decennio precedente, queste cifre sembrano indicare la neutralità, se non
la sostanziale mancanza di effetti immediatamente tangibili, della transizione
dalla didattica di persona a quella a distanza sul numero totale di iscritti ai
corsi. A tre settimane dall’inizio delle lezioni, tuttavia, nell’autunno 2020 non
si è registrato alcun aumento nel numero delle iscrizioni. Contrariamente a
quanto avveniva in passato, il passaparola tra studenti non si è verificato e
questo, congiuntamente alla mancata possibilità di presenziare ad una o più
lezioni prima di decidere se iscriversi o meno ai corsi, ha influito
negativamente sul numero totale di allievi causando una diminuzione netta di
circa il 10% degli effettivi.
7.2 Abbandoni
Nel corso di ogni semestre accademico si verificano, per una grande
varietà di cause spesso connesse al vissuto personale di ciascuno studente, una
serie di abbandoni. Il tasso semestrale di abbandono dei corsi di italiano, che
per molti allievi coincide con l’abbandono dei corsi universitari tout court e che
nel periodo 2010-20 ha interessato su base annuale circa lo 0,6 % degli iscritti,
è rimasto nell’autunno 2020 pressoché invariato. Un numero significativo di
allievi, tuttavia, ha progressivamente smesso di partecipare alle attività di classe
(sia nelle loro componenti sincrone, ovvero l’incontro plenario settimanale di
La didattica dell’italiano a distanza: un case study Paolo Matteucci
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classe, sia nelle componenti asincrone, ovvero la consultazione di materiali
online) non giungendo a fine semestre al raggiungimento degli obiettivi
minimi, linguistici e formativi, del corso. Di fronte ad un tasso di insuccesso a
fine semestre attestatosi intorno ad un massimo dell’1,8% negli anni
accademici compresi tra il 2010 ed il 2020, nell’autunno 2020 il 6,3% degli
studenti non ha ricevuto crediti formativi per i corsi di italiano.
Le ragioni di tale significativo incremento vanno ricercate non tanto nelle
pratiche didattiche adottate nei corsi di lingua italiana, quanto in una più
generale perdita di interesse nei confronti dell’insegnamento universitario a
distanza. A questo proposito è altamente indicativa, nelle risposte aperte degli
allievi a quesiti relativi alla didattica online, la ricorrente presenza di parole
chiave quali “malessere” e “disagio”, spesso congiuntamente ad espliciti
riferimenti alla difficoltà di organizzare in maniera “autonoma” le tempistiche
ed il ritmo dell’apprendimento. Per un numero maggioritario di studenti, una
delle cause principali del senso di “sfiducia” e di “disaffezione” sviluppatosi
nei confronti degli studi universitari è da ricercarsi nell’impossibilità di
incontrare “di persona” i docenti e gli altri allievi. Particolarmente
significativo, a questo proposito, è l’uso da parte quasi un terzo degli
intervistati di termini e concetti strettamente connessi al tema dell’interazione
interpersonale quali “appartenenza”, “comunità (community)”, “dialogo” e
“fattore umano”.
Il sintomatico utilizzo, da parte di molti degli studenti intervistati, delle
categorie interpretative sopraccitate non sembra essere connesso alle
specificità, al contenuto né alle attività didattiche dei corsi di italiano. Un simile
e più generale senso di “frustrazione” e di “insoddisfazione” emerge infatti, in
percentuali anche drammatiche, dai sondaggi che sono stati effettuati a metà
semestre, per conto della Facoltà di Arti e Scienze Sociali di cui il Programma
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di Italiano fa parte, relativi alla percezione, da parte del corpo studentesco,
della didattica a distanza nel suo insieme.
8. Conclusioni
Dall’osservazione dei diversi parametri ed indicatori di successo della
didattica a distanza nell’ambito dei corsi offerti dal Programma di Italiano
dell’Università Dalhousie nell’autunno 2020, emergono risultati ambivalenti.
Se, da un lato, l’insegnamento-apprendimento per via telematica presenta per
il docente alcuni significativi vantaggi, quali l’opportunità di sviluppare un
monitoraggio costante e individualizzato del progresso di ciascun allievo
(anche in virtù della strumentazione tecnica, che permette di fornire un
feedback preciso, accurato, personalizzato e multimediale) e la possibilità di
includere nel materiale didattico realia e altri documenti multimediali
difficilmente utilizzabili in aula, dall’altro lato l’insegnamento a distanza
sembra privare il processo di insegnamento-apprendimento di alcune pratiche
collaborative, sviluppabili esclusivamente di persona e dalla dimensione
squisitamente umana, quali l’interazione di classe e il lavoro, in gruppi e a
coppie, di persona.
L’insegnamento a distanza si traduce in un processo dalle valenze
contradditorie anche nella percezione degli studenti. Come si evince dalle
risposte ai questionari periodicamente somministrati agli iscritti ai corsi, infatti,
l’insegnamento per via telematica presenta alcuni significativi punti di forza,
come la possibilità per gli allievi di avvicinare il materiale didattico asincrono
in qualsiasi momento della giornata e della settimana, ma anche notevoli limiti,
come la mancanza di una routine stabile e costante che aiuti ad organizzare in
maniera accorta e bilanciata il ritmo dello studio giornaliero e settimanale. Le
difficoltà legate all’organizzazione in proprio delle tempistiche di
apprendimento si traducono, per una percentuale significativa di allievi, in un
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elevato tasso di abbandoni. Così come avviene per l’insegnamento di persona,
il costante monitoraggio del feedback degli iscritti ai corsi costituisce un
efficace strumento diagnostico e fornisce un potenziale antidoto
all’abbandono degli studi universitari da parte di una percentuale minoritaria,
ma non per questo meno importante, di allievi.
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