Essere professore, o professoressa, oggi…una difficile professione
Professione formatore in didattica delle scienze - tirocinio
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~ 1 ~
MASTER IN
"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
Relazione TIROCINIO
Dirigenti: Candidato: Giuseppina Princi Laura Giovanna Giovine Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” Francesca Fedele Istituto Comprensivo “Nosside – Pythagoras”
Reggio di Calabria
Anno Accademico 2014/2015
~ 2 ~
MASTER IN
"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
INDICE
Relazione
Micro-tirocinio………………………………………………pagina 3
Tirocinio di formazione………………..……………………........... 6
Allegati
All.1 programmazione prime classi……………………………… 10
All.2 metodologie (Jessica Lanzo, gruppo di lavoro)…………... 14
All. 3 i Minerali e la Luce (progetto didattico Laura Giovine).... 18
All. 4 Questionario docenti (Laura Giovine)……………………. 21
All. 5 i Terremoti (progetto didattico Laura Giovine).................. 23
All. 6 il Coordinatore di classe/interclasse (Laura Giovine)…... 27
~ 3 ~
MASTER IN
"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
Prof.ssa Laura Giovanna Giovine Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” rcps010001 – a.a. 2014/2015
Relazione micro-tirocinio
Premessa
Dalle pubblicazioni sul sito del MIUR e su riviste dell’istruzione si evidenzia un
elevato tasso di dispersione scolastica nel primo biennio della scuola superiore in
tutta Italia, 12,9% senza istituti professionali, 14,8% tutti i tipi d’istituto, una
percentuale elevata si registra anche nei Licei scientifici 10,3%. In particolare la
Calabria si trova al di sotto della media nazionale 6,3% senza istituti professionali,
8,2% in tutti i tipi d’istituto. Si rileva che un ostacolo è il passaggio dalla scuola
secondaria di primo grado alla scuola secondaria di secondo grado. Gli studenti
vanno in crisi in quanto si trovano davanti a nuovi metodi di insegnamento e a nuove
richieste cui non sono abituati o di cui non capiscono obiettivi e fini; in tali situazioni
all’impegno profuso non corrispondono risultati proporzionati e attesi e si assiste a un
apparente crollo delle capacità intellettive, in realtà è il crollo della motivazione e la
caduta dell’autostima.
Dalle osservazioni descritte si decide di attivare l’esperienza in un Liceo e si
visionano i verbali delle assemblee di classe del primo biennio e i risultati di
apprendimento raggiunti dell’anno scolastico precedente. Si rileva che le principali
motivazioni addotte dagli studenti del primo biennio per spiegare il loro successo o
insuccesso sono l’abilità, l’impegno, la difficoltà del compito,la stanchezza,
l’atteggiamento dell’insegnante. Sulla base di questo si attiva nell’anno in corso in
otto prime classi il tirocinio adottando metodologie didattiche proposte dal Master.
Introduzione
Il primo mese di lezione di otto prime classi del Liceo Scientifico si è avviata
l’attività didattica con un metodo di lavoro didattico tradizionale. Il metodo è stato
costituito adottando la programmazione dipartimentale e uguagliando le richieste
del dipartimento sulla tipologia di valutazione (all. 1).
Fase uno attuata:
1. accoglienza della classe attraverso un colloquio con tutti gli allievi per sapere
- la scuola di provenienza, il domicilio e il mezzo di trasporto che viene utilizzato per
l’arrivo a scuola, i programmi di scienze svolti nella scuola secondaria di primo
grado, il voto dell’esame del primo ciclo nella disciplina scientifica (Matematica e
scienze)
- test di ingresso uguale per tutte le prime svolto lo stesso identico giorno alla stessa
ora in tutto l’istituto non in presenza del docente di Scienze
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MASTER IN
"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
- visita dei laboratori accompagnati e presentati da allievi del triennio
- presentazione della programmazione dipartimentale e indicazione sul libro di testo
dei capitoli che verranno svolti e i tempi di svolgimento dei programmi.
2. attività didattica
- la prima attività laboratoriale è il comportamento in laboratorio, norme di sicurezza,
la relazione di una esperienza, presentazione delle attrezzature, come si realizzano
i cartelloni e i PPT sulle esperienze,
- lezioni teoriche in classe metodo tradizionale di ascolto passivo e assegnazione di
compiti da svolgere a casa autonomamente utilizzando il libro di testo, eventuale
lettura in classe di brani del libro di testo.
- l’ultima settimana di ottobre, dopo un mese di lezioni (dal 22 settembre al 24
ottobre) con due ore settimanali si realizza una esercitazione in classe utilizzando
le verifiche di fine capitolo del libro di testo e si svolge il compito in classe con le
domande poste on-line dall’e-book in adozione a cui possono accedere solo i
docenti.
Risultati ottenuti:
CLASSE LIVELLI DI PARTENZA %
completi adeguati inadeguati
1 + 0 12% 88%
1 - 0 19% 81%
1 ++ 0 30% 70%
1 + 0 16% 84%
1 - 0 36% 64%
1 + 0 35% 65%
1 ++ 0 14% 86%
1 + 0 4% 96%
Riflessioni
I risultati ottenuti con una didattica tradizionale sono insoddisfacenti, si decide di
attivare una metodologia didattica di apprendimento fondata sulla personalizzazione
del processo di insegnamento apprendimento, azione didattica per situazioni-
problema, approccio operativo ai processi tecnologici. Si procede con una didattica
laboratoriale (all. 2) secondo lo schema • Integrità delle discipline e unitarietà dei saperi umanistici e scientifici
• processo di hands-on e bottom-up (complessità)
• Valorizzazione della logica (pensiero critico)
• Rete dell’apprendimento (metacognizione, cooperative learning, peer learning)
L’azione didattica laboratoriale si protrae per un mese di lezione (seconda settimana
di novembre, seconda settimana di dicembre) durante il quale si rinsaldano i
contenuti già spiegati con la didattica tradizionale e si presentano nuovi contenuti,
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MASTER IN
"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
si percorre così tutta la programmazione che andava svolta in un intero
quadrimestre (vedi all. 1), a cui si aggiunge il contenuto “i minerali”.
L’azione didattica interattiva laboratoriale viene realizzata solo in sei classi, per avere
la prova sperimentale che il miglioramento degli allievi è avvenuto grazie alla
metodologia innovativa, in due classi (1 -, 1 -) viene utilizzata la metodologia
tradizionale, anche con l’uso tradizionale della LIM.
Fase due interattiva
Attuata in condivisione con i docenti di Fisica, Disegno geometrico, Italiano/Latino,
Geostoria:
1. Introduzione: la storia racconta le scienze, le risorse utili dal punto di vista
pratico.
2. Gruppi di discussione con test iniziale e “questioning”
3. Attività laboratoriale in classe o in laboratorio ambientale della scuola o in
laboratorio sul territorio in gruppi di lavoro.
4. Lezioni teoriche attive con uso della LIM per la visualizzazione di videolab e
l’utilizzo di internet
5. Esperimenti in laboratorio della scuola
6. Verifica finale scritta e orale.
Risultati ottenuti:
CLASSE LIVELLI DI PARTENZA % LIVELLO DEL 1° QUADRIMESTRE % MIGLIORAMENTO LIVELLI
completi adeguati inadeguati completi adeguati inadeguati variazione
1 + 0 12% 88% 4% 63% 33% 55%
1 - 0 19% 81% 9% 50% 41% 40%
1 + 0 30% 70% 4% 70% 26% 44%
1 + 0 16% 84% 12% 52% 36% 48%
1 – con 1
BES 0 36% 64% 0% 68% 32% 32%
1 + 0 35% 65% 0% 88% 12% 53%
1 ++ con 1 BES 0 14% 86% 5% 72% 23% 63%
1 ++ con 1
disabile 0 4% 96% 0% 65% 35% 61%
Dalla tabella si osserva che le classi nelle quali si è attivata una metodologia
innovativa (all. 3) hanno avuto un netto ed elevato miglioramento, le due classi
con metodologia trasmissiva tradizionale non hanno avuto un significativo
miglioramento.
Si evidenzia che due classi hanno ottenuto il miglioramento più elevato, entrambe
presentano una allieva con bisogni educativi speciali e in una nel Consiglio di
Classe è presente una docente di sostegno.
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"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
Relazione tirocinio di formazione
Premessa
Dai risultati ottenuti durante le azioni dei micro-tirocini, in seguito alla condivisione e
concertazione di metodologie didattiche innovative con la tutor durante gli incontri di
tirocinio di formazione tutor-corsisti, si è proposto di avviare una azione progettuale
finalizzata a combattere attivamente la dispersione scolastica, già evidenziata in
premessa nella relazione micro – tirocini, al fine di:
- intraprendere una decisa azione di contrasto contro le bocciature nel primo anno
di scuola secondaria superiore mediante piani di studio più flessibili e
personalizzati,
- rendere più efficace l’orientamento nella scuola secondaria attraverso una
azione di continuità didattico - metodologica nel passaggio dal primo al secondo
grado,
- rafforzare il collegamento tra scuola e mondo del lavoro, tra scuola e terzo
grado di istruzione.
Si decide di attivare gli incontri di formazione con i docenti di Scienze in una scuola
secondaria di primo grado e in una scuola secondaria di secondo grado. La scuola
secondaria di secondo grado è il Liceo dove è stato effettuato il micro – tirocinio, la
scuola secondaria di primo grado è un Istituto comprensivo. Si concorda con le
dirigenti gli incontri di formazione e di adottare metodologie innovative di
formazione docenti proposte dal Master e dalla tutor (all. 2).
Introduzione
Nel secondo quadrimestre si avviano gli incontri preliminari con i docenti di Scienze,
presso il Liceo uno in occasione di una riunione del Dipartimento di Scienze e il
secondo incontro del Dipartimento Assi culturali, il terzo presso l’Istituto
comprensivo in occasione della riunione del Dipartimento di Matematica-Scienze.
durante gli incontri si comunica a tutti i docenti di Scienze le finalità del Master,
l’attività di tirocinio che è stata svolta nella prima fase dell’anno scolastico in corso e
i risultati ottenuti. Viene loro consegnato il materiale didattico prodotto e si invitano i
docenti interessati ad un ulteriore incontro. Si avvia quindi la fase uno di accoglienza
e la fase due di formazione tra pari in classe. Si opera una azione di confronto e di
consultazione con i docenti dell’università, con il mondo del lavoro tramite la Camera
di Commercio di Reggio Calabria, con i NEET (Not in Education, Employment or
Training), ossia giovani adulti diplomati non occupati (disoccupati o inoccupati) e
usciti da corsi di formazione e istruzione (il 26% in Italia nel 2015).
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"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
Fase uno accoglienza:
1. Accoglienza
Una docente di Scienze del Liceo e quattro docenti di Matematica e Scienze
dell’Istituto comprensivo, sono accolti con un colloquio per conoscere e condividere
con tutti i presenti:
- la formazione universitaria di ognuno, l’esperienza professionale nella scuola e in
altri contesti lavorativi,
- le programmazioni dipartimentale nella scuola secondaria di secondo grado, di
primo grado e nella scuola elementare, i libri di testo adottati e i capitoli che
vengono svolti e i tempi di svolgimento dei programmi.
- i punti di forza e di criticità nelle attività di insegnamento - apprendimento delle
Scienze, eventuali osservazioni di contesto e proposte migliorative.
Viene proposto un questionario sulle attività svolte in classe una o più volte al mese e
le metodologie utilizzate nel primo quadrimestre.
2. attività didattica
Si presentano ai docenti i materiali che erano stati loro consegnati durante il primo
incontro: relazione del micro-tirocinio, le presentazioni “Dalla struttura atomica
alla struttura molecolare”, “I MINERALI E LA LUCE”, “librodigeo I
MINERALI”, il file completo “ LIBRO DIGEO MINERALOGIA”, le immagini
“Trona e nahcolite” e il video “Trona”.
Da una partecipata discussione si condivide di attivare la seconda fase nelle classi in
cui hanno riscontrato maggiori difficoltà di insegnamento. Si visionano i risultati di
apprendimento raggiunti nel primo quadrimestre e si evidenziano le classi che
presentano maggiori difficoltà di apprendimento e/o di comportamento.
Riflessioni
La formazione dei docenti coinvolti è:
la docente tirocinante è laureata in Scienze Naturali, la docente del Liceo è laureata in
Scienze Biologiche, nell’Istituto comprensivo una è laureata in Scienze Naturali, una
in Scienze Biologiche, due docenti del istituto comprensivo sono laureate in
Matematica, nessuna ha mai svolto altra attività professionale, una delle docenti è
precaria.
Si rileva che le principali motivazioni addotte dai docenti per spiegare il successo o
l’insuccesso degli studenti sono:
- nel livello scolastico precedente non sono state acquisite le conoscenze e abilità
adeguate a causa dello scarso impegno per lo svolgimento dei “compiti a casa” e il
metodo di studio superficiale,
- studiano le discipline settorialmente mediante un apprendimento meccanico per
ricezione,
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MASTER IN
"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
- in aula assumono un atteggiamento poco corretto e superficiale per la mancanza di
condivisione educativa e istruttiva da parte della famiglia,
- trascurano lo studio di più discipline e concentrano la loro attenzione su due o tre
discipline, nelle scuole secondarie di primo grado Italiano e Matematica, nel Liceo
Matematica, Inglese e una terza disciplina scelta in base all’atteggiamento
dell’insegnante o la richiesta del genitore.
Dal questionario docenti (all. 4) risulta che prevale l’insegnamento trasmissivo, di
ricezione, l’oggettivismo, il razionalismo, solo 1 docente su cinque utilizza il
costruttivismo e l’apprendimento per scoperta nella scuola secondaria di primo grado.
Dall’Università si rileva che il 30% degli studenti iscritti alle lauree scientifiche alla
fine del primo anno non hanno dato esami, il 40% degli iscritti non concludono la
triennale nei tempi previsti e il 18% abbandonano gli studi universitari.
I docenti universitari motivano l’insuccesso o il successo degli studenti
- nel livello scolastico precedente non sono state acquisite le conoscenze e abilità
adeguate per affrontare gli studi universitari
- in aula assumono un atteggiamento di disinteresse
- non hanno una logica sequenziale nell’esposizione degli argomenti e adottano un
apprendimento meccanico gli studenti provenienti dai licei
- hanno una buona logica sequenziale e argomentativa gli studenti provenienti dagli
istituti tecnici
- si riscontrano studenti preparatissimi con studenti molto deboli, che spesso
abbandonano completamente gli studi.
Si attiva la fase due finalizzata ad una azione di continuità scuola media – scuola
superiore – università/mondo del lavoro / ITS o altro, attraverso la condivisione di
obiettivi, metodologie, valutazione dei risultati. Si utilizzano i materiali già presentati
e si realizza in condivisione un nuovo materiale didattico (all.5).
Fase due interattiva
Attraverso una azione di tutoraggio in classe si attiva:
- la pianificazione di una didattica laboratoriale nell’ottica del costruttivismo,
l’organizzazione e il coordinamento dell’attività di insegnamento delle Scienze,
- il lavoro in team con il Consiglio di classe e/o con il Dipartimento,
- la comunicazione e la relazione con i colleghi, le famiglie, gli allievi, la
negoziazione per il raggiungimento delle finalità conclusive e degli obiettivi a breve
termine,
- la verifica e il controllo dei risultati (vedi all.6).
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"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
Risultati ottenuti:
CLASSE LIVELLO DEL 1° QUADRIMESTRE % LIVELLO DEL 2° QUADRIMESTRE % MIGLIORAMENTO LIVELLI
LICEO completi adeguati inadeguati completi adeguati inadeguati variazione
3I
3?
MEDIA
1 + con 1 disabile 11% 56% 33% 11% 83% 6% 27%
2+ con 1
disabile 0% 89% 11% 21% 79% 0% 11%
3++ 4% 32% 64% 9% 86% 5% 59%
3 - 33% 67% 0% 45% 55% 0% 0%
3+ con 1
disabile 7% 57% 36% 28% 72% 0% 36%
Dalla tabella si osserva che le classi nelle quali i docenti di Scienze hanno messo in
atto la formazione ricevuta secondo la metodologia didattica innovativa indicata
dalla tirocinante (all. 3) hanno avuto un miglioramento, le due classi con
metodologia trasmissiva tradizionale non hanno avuto un significativo
miglioramento.
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"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
ALLEGATO 1
Nuclei
fondanti
Prerequisiti
OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
Attività di
laboratorio
Tempi
COMPETENZE
ABILITA’
CONOSCENZE
1
Conoscenze
chimiche e
fisiche di
base per le
Scienze
della Terra
-Possedere
concetti
aritmetici,
fisici e
algebrici di
base.
- Leggere
dati e
interpretare
grafici
– Saper
utilizzare
modelli
appropriati per
interpretare i
fenomeni
- Utilizzare le
metodologie
acquisite per
porsi con
atteggiamento
scientifico di
fronte alla
realtà
- Partecipare in
modo
costruttivo alla
vita sociale
-Comprendere dati
espressi sotto forma di
rapporti, proporzioni,
frazioni e grafici
– Utilizzare la notazione
esponenziale
– Associare a ciascuna
grandezza l’unità di
misura appropriata
– Ragionare con gli
ordini di grandezza
– Leggere la tavola
periodica degli
elementi
– Le unità di misura nel
Sistema Internazionale
– Le grandezze fisiche
– La struttura di atomi e
molecole
– La tavola periodica
degli elementi
– I legami chimici
– Gli stati di aggregazione
della materia
– Le trasformazioni
chimiche e fisiche
- Le sostanze semplici e i
composti
- Miscugli omogenei ed
eterogenei
- Le proprietà fisiche e
chimiche dell'acqua
-Attrezzatura di
laboratorio. Norme
di sicurezza
-Struttura di una
relazione di una
esperienza di
laboratorio
-Strumenti di misura
di grandezze fisiche
e loro precisione
-Semplici misure
dirette di
temperatura, massa,
peso, volume,
densità (lavoro di
gruppo)
-Passaggi di stato:
sublimazione,
fusione ed
ebollizione
- Semplici esperienze
sui miscugli
omogenei ed
eterogenei
-Esperimenti sulle
proprietà dell'acqua
Ottobre-
Novembre
Nuclei
fondan
ti
Prerequisiti
OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
Attività di laboratorio
Tempi COMPETENZE ABILITA’ CONOSCENZE
2
Il
Sistema
solare
-Saper leggere
un testo
scientifico
usando
grafici,
tabelle e
illustrazioni
per
ricavarne
informazion
i.
-Conoscere le
unità di
misura per
confrontare
distanze e
tempi
-Saper fare
riferimento
alla propria
esperienza
-Saper
osservare e
analizzare
fenomeni
naturali
complessi
-Saper
utilizzare
modelli
appropriati per
interpretare i
fenomeni
-Collocare le
scoperte
scientifiche
nella loro
dimensione
storica
-Comunicare
utilizzando un
lessico
- Calcolare il valore della
forza di attrazione
gravitazionale tra due
corpi
- Ricondurre le
caratteristiche dei
pianeti alla tipologia a
cui appartengono
- I corpi del sistema solare
-Il sole
- I pianeti e le loro
caratteristiche
(approfondimento)
-Il moto dei pianeti: leggi di
Keplero e legge della
gravitazione universale
I corpi minori del sistema
solare
-L’evoluzione del Sistema
solare
Utilizzo della
strumentazione
astronomica in
possesso del
laboratorio
Dicembre-
Gennaio
~ 11 ~
MASTER IN
"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
3
Il
sistema
Terra-
Luna
per
individuare
le
connessioni
con i temi
trattati
specifico
-Individuare la posizione
di un oggetto sulla
superficie terrestre
attraverso le sue
coordinate geografiche
-Individuare le zone
astronomiche su un
planisfero
-Scegliere la carta
geografica più adatta
per un determinato
scopo
-Leggere i segni
convenzionali di una carta
geografica
- La forma e le dimensioni
della Terra
– Le coordinate geografiche
– Il moto di rotazione
– Il moto di rivoluzione
– Le stagioni
– I moti millenari della
Terra
- La Luna
- L'orientamento e la misura
del tempo
(approfondimento)
Utilizzo della
strumentazione
astronomica in
possesso del
laboratorio
Gennaio-
Febbraio
~ 12 ~
MASTER IN
"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
GRIGLIA DI VALUTAZIONE DELLA PROVA SCRITTA DI SCIENZE NATURALI
A. S. 2014/15 PROVA MISTA
N° 20 QUESITI A SCELTA MULTIPLA + 4 PROBLEMI E/O DOMANDE A RISPOSTA APERTA E/O COMPRENSIONE DI TESTO
Quesiti a scelta multipla: Per ogni quesito esatto punti 0,3 (max 6 punti)
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Tot(A)
(Risposta errata 0 punti; risposta omessa 0 punti )
Risoluzione di problemi / Domanda a risposta aperta / Comprensione di testo (max 4 punti)
INDICATORI DESCRITTORI
(RELATIVI PUNTEGGI)
PUNTI ASSEGNATI
PER QUESITO
1 2 3 4
CO
MP
ETEN
ZE
Comprensione, analisi, sintesi,
interpretazione e rielaborazione
dei contenuti.
Applicazioni di principi e regole
risolutive
Nulle o molto scarse (0,3)
Lacunose (0,5) – Incerte e meccaniche (0,8)
Di base (1,2) – Efficaci ed organizzate (1.5)
- Sicure ed appropriate (2)
Uso corretto del linguaggio
scientifico, capacità di
collegamento e di
sperimentazione
Nulle o molto scarse (0,15)
Lacunose (0,25) – Imprecise (0,4)
Di base (0,6) – Adeguate e
complete ( 0,75)
Complete e approfondite (1)
CO
NO
SCEN
ZE
Conoscenze di fatti, principi e
tecniche procedurali
Nulle o molto scarse (0,15)
Lacunose (0,25) – Imprecise (0,4)
Di base (0,6) – Adeguate e
complete ( 0,75)
Complete e approfondite (1)
PUNTEGGIO per quesito max 4 punti
MEDIA dei punteggi ottenuti nei quattro quesiti (B):
VOTO FINALE (A+B) …………………../10 ALUNNO……………………………………………………..classe……….sez…………data……………………
FIRMA DEL DOCENTE……………………………………………………….
~ 13 ~
MASTER IN
"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
Griglia per la VALUTAZIONE della PROVA ORALE
INDICATORI DI
PREPARAZION
E
Voto
(10)
Conoscenze Abilità Competenze
GRAVEMENTE
INSUFFICIENTE
2 Nessuna – Rifiuta la
verifica
Nessuna – Rifiuta la verifica Nessuna – Rifiuta la verifica
3 Conoscenze gravemente
errate e lacunose;
espressione sconnessa
Non riesce ad analizzare; non
risponde alle richieste
Non riesce ad applicare le
minime conoscenze, anche se
guidato
INSUFFICIENTE 4 Conoscenze
frammentarie, con errori
Compie analisi lacunose e
sintesi incoerenti
Applica le conoscenze minime
solo se guidato, ma con errori
5 Conoscenze mediocri ed
espressione difficoltosa
Compie qualche errore; analisi
e sintesi parziali
Applica le conoscenze minime,
ma con errori lievi
SUFFICIENTE 6 Conoscenze di base;
esposizione semplice, ma
corretta
Compie analisi
complessivamente corrette e
riesce a gestire semplici
situazioni
Applica autonomamente le
conoscenze minime
DICRETO 7 Conoscenze pertinenti;
esposizione corretta
Sa interpretare il testo e
ridefinire un concetto, gestendo
autonomamente situazioni
nuove
Applica autonomamente le
conoscenze anche a problemi
più complessi, ma con
imperfezioni
BUONA
8
Conoscenze complete,
con approfondimenti
autonomi; esposizione
corretta con proprietà
linguistica
Coglie le implicazioni; individua
autonomamente correlazioni;
rielabora correttamente e in
modo personale
Applica autonomamente le
conoscenze, anche a problemi
più complessi, in modo corretto
OTTIMA
9
Conoscenze complete con
approfondimenti
autonomi; esposizione
fluida con utilizzo del
linguaggio specifico
Coglie le implicazioni; compie
correlazioni esatte e analisi
approfondite; rielabora
correttamente in modo
completo, autonomo e critico
Applica e mette in relazione le
conoscenze in modo autonomo
e corretto, anche a problemi
nuovi e complessi.
10
Conoscenze complete,
ampie ed approfondite;
esposizione fluida con
utilizzo di un lessico ricco
ed appropriato
Sa rielaborare correttamente e
approfondire in modo critico ed
originale.
Argomenta le conoscenze in
modo autonomo e corretto per
risolvere problemi nuovi e
complessi; trova da solo
soluzioni originali ed efficaci.
~ 14 ~
MASTER IN
"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
ALLEGATO 2
Laboratorio: metodologia d’apprendimento
Nell’ambito delle conclusioni del Consiglio Europeo, del 12 maggio 2009, su un quadro strategico
per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione (ET 2020) quattro
risultano essere gli obiettivi strategici:
fare in modo che l'apprendimento permanente e la mobilità divengano una realtà
migliorare la qualità e l'efficacia dell'istruzione e della formazione
promuovere l'equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva
incoraggiare la creatività e l'innovazione, inclusa l'imprenditorialità, a tutti i livelli
dell'istruzione e della formazione
Per poter raggiungere tali obiettivi sono stati individuati indicatori e parametri di riferimento che
aiutano a seguire i miglioramenti. Essi comprendono indicatori fondamentali, di carattere generale,
e indicatori contestuali che consentono di ottenere una maggiore precisione.
Gli indicatori e i parametri di riferimento sono basati su otto settori principali di intervento previsti
dalla strategia «Istruzione e formazione 2010». Tali settori sono i seguenti:
migliorare l'equità nell'istruzione e nella formazione;
promuovere l'efficienza nell'istruzione e nella formazione;
fare dell’istruzione e della formazione permanente una realtà;
competenze chiave per i giovani;
modernizzare l'insegnamento scolastico;
modernizzare l'insegnamento e la formazione professionali (processo di Copenhagen);
modernizzare l'insegnamento superiore (processo di Bologna);
«impiegabilità».
E’ evidente che in quest’ottica la crescita economica dell’Europa si poggia sulla centralità del
sapere e di conseguenza sull’investimento nella scuola. La consapevolezza dell’importanza che la
scienza ha in questo scenario obbliga a riconsiderare il ruolo che il “sapere” ha per la crescita di un
paese così come la “creatività” come elemento indispensabile per l’innovazione.
In un recente documento redatto dal Comitato per lo sviluppo della Cultura scientifica e tecnologica
dal titolo “Experimenta, pensare e fare scienza”, gli autori sottolineano l’importanza epistemologica
di superare il rigido confine delle materie e di utilizzare la “laboratorialità” come “luogo” in cui
sviluppare “la capacità d’analisi, l’indizio giusto” per poi saper applicare la strategia adeguata per
rispondere o saper risolvere un problema. Laboratorialità dunque come luogo dell’osservazione ma
anche della tecnologia, della metodologia attiva che sia in grado di aprirsi alla realtà e alla sua
“complessità”, che sappia valorizzare la logica aprendo al “pensiero critico”, che crei una rete
dell’apprendimento attraverso la didattica metacognitiva, il “cooperative learning” e il “peer
learning”.
Proposta di un curricula verticale
Facendo leva sulla laboratorialità noi docenti siamo interessati a sviluppare un percorso didattico
che a partire dalla struttura atomica, introduca le basi fisicamente fondate delle proprietà periodiche
degli atomi, per poi passare alle molecole attraverso una descrizione corretta del legame chimico
basata sulle interazioni elettroniche. Un percorso che dal macro arrivi al micro e dal micro ritorni al
macro. Un percorso storico perché riteniamo sia corretto che gli studenti conoscano le difficoltà e le
perplessità incontrate dagli scienziati protagonisti di questo settore della scienza ma focalizzando
l’attenzione su quei fenomeni che hanno avuto il merito di introdurre concetti nuovi e fondamentali
per lo sviluppo della comprensione atomica e molecolare. Un percorso che consenta di offrire agli
studenti una comprensione adeguata dei concetti scientifici in modo tale che possano “seguire e
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"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
interiorizzare lo sviluppo di un numero piccolo di idee scientifiche, presentate in quantità tale e con
un ritmo tale da permettere una conoscenza di tipo operativo e non solo dichiarativo…”.
Dunque la nostra intenzione è di proporre un tipo d’insegnamento che sia in grado di:
• limitare i temi e gli argomenti da affrontare e prediligere l’approfondimento, che consente
l’assimilazione delle esperienze che altrimenti restano in superficie e non lasciano tracce;
• garantire l’organizzazione nella strutturazione interna delle nozioni disciplinari e nei
collegamenti interdisciplinari per creare un sistema di conoscenze di tipo concettuale e
reticolare;
• creare collegamenti con l’esperienza extrascolastica, perché non si costruiscono nuove
conoscenze durature se non a partire dall’organizzazione cognitiva preesistente
La Valutazione e il monitoraggio
La problematica della valutazione delle competenze scientifiche impone innanzitutto un lunga
riflessione sull’insegnamento scientifico. Per essere significativi i saperi, oltre che essenziali
(fondamentali e generativi), dovrebbero essere adeguati alle strutture cognitive e motivazionali
degli studenti. Per elaborare ipotesi appropriate di curricolo verticale in ambito scientifico le
conoscenze disciplinari rappresentano indubbiamente un prerequisito indispensabile. Poi vi è la
questione metodologica e in ultima analisi quella relativa alle competenze, dove è indispensabile far
uso di una serie di indicatori che siano in grado di valutare la:
• dimensione sociale
• dimensione pratica
• dimensione relazionale
• dimensione cognitiva
• dimensione metacognitiva
La valutazione pertanto
• precede, accompagna e segue i percorsi curricolari;
• attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate;
• promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine;
• assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi formativi
e di stimolo al miglioramento continuo;
• è un’operazione essenziale non solo per controllare gli apprendimenti ma per riflettere
sulle modalità d’insegnamento e sulla validità dei materiali proposti.
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La valutazione è un processo strategico in qualsiasi processo sociale e in particolare nei processi
educativi. Essa infatti:
• assicura un contributo essenziale nel leggere la complessità delle situazioni, delle reti di
relazione, delle dinamiche, dei processi;
• aiuta le persone a imparare a “vedersi ”, a riflettere su potenzialità e limiti di ciò che
fanno e dei modi in cui lo fanno, a vedere gli effetti del proprio lavoro, ciò che esse
producono;
• dà sostegno all’agire, sia nel senso di sviluppare un’attività conoscitiva di supporto ed
orientamento all’azione, sia nel senso di sostenere la disponibilità e la voglia di azione
delle persone.
Alla valutazione deve sempre seguire un processo di monitoraggio. In particolare, il monitoraggio
mira a portare alla luce il trend dei cambiamenti indotti dalla diversa strategia didattica rispetto ai
seguenti ambiti:
• pratica consapevole della didattica laboratoriale nell’insegnamento delle discipline
scientifiche sperimentali;
• recupero della dimensione ‘storica’ dei contenuti;
• valorizzazione dello spessore epistemologico delle discipline scientifiche;
• consapevolezza delle principali implicazioni del rapporto scienze/discipline nella
mediazione didattica.
Formazione formatori: proposta metodologica
Teorie pedagogiche necessarie per attivare un progetto di formazione dei docenti.
Secondo il Costruttivismo, che fonda le sue radici nell'opera di Piaget, la conoscenza è costruita
dall'individuo via via che questi cerca di ordinare le proprie esperienze . Un ramo del costruttivismo
è il cosiddetto "costruttivismo sociale”, secondo cui l'intersoggetività tra attori è il prerequisito e il
"luogo" per imparare ad elaborare strumenti di comprensione della realtà. Questa nuova concezione,
che vede lo studente attivamente coinvolto nella costruzione della conoscenza, ha sostituito la
visione del "comportamentismo" che considerava l'apprendimento centrato sulla struttura stimolo-
risposta. Il modello costruttivistico può essere sintetizzato in una singola frase: “La conoscenza è
costruita nella mente di colui che impara”.
⁻ Secondo Vygotsky, lo sviluppo cognitivo è un processo sociale e la capacità di ragionare
aumenta nell'interazione con i propri pari e con persone maggiormente esperte.
⁻ McKeachie sostiene che, interagendo con i propri pari, lo studente opera una maggiore
elaborazione cognitiva e può ammettere e chiarire la propria confusione.
⁻ Lavorare in gruppo accresce così le capacità di ragionamento critico.
Cooperative learning è un metodo didattico-educativo di apprendimento costituito dalla
cooperazione fra gli studenti, ciascuno dei quali mette a disposizione del gruppo il suo sapere e le
sue competenze. Apprendere in gruppo si rivela molto efficace non solo sul piano cognitivo, ma
anche per quanto riguarda l’attivazione dei positivi processi socio-relazionali.
Brainstorming è dato un problema da affrontare, ciascuno dei partecipanti, entro prefissati limiti di
tempo, è libero di esprimere la propria idea senza che l’insegnante esprima giudizi sulle idee
emerse. Alla fine tutte le idee sono raccolte ed opportunamente analizzate per giungere alla
soluzione del problema.
Debriefing consiste in una riflessione autocritica di ciò che si è appreso relativamente ad un
determinato argomento. Si rivolgono agli alunni le seguenti domande:
Cosa hai imparato? Come hai imparato? Quando hai imparato? Che voto daresti a questa attività?
Circle time è considerata una delle metodologie più efficaci nell’ educazione socio-affettiva. I
partecipanti si dispongono in cerchio con un conduttore che ha il ruolo di sollecitare e coordinare il
dibattito entro un termine temporale prefissato. La successione degli interventi secondo l’ ordine del
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DIDATTICA DELLE SCIENZE"
cerchio va rigorosamente rispettata. Il conduttore assume il ruolo di interlocutore privilegiato nel
porre domande o nel fornire risposte.
Documentazione è l’ insieme dei materiali che testimoniano un determinato percorso di
apprendimento sia a scopo di verifica e valutazione degli esiti finali, sia per consentire ad altri di
attingere ogni utile elemento per l’elaborazione di sempre nuovi progetti educativi. Dal lato dell’
alunno, la sua capacità di documentare le attività svolte e di documentarsi garantisce la piena
acquisizione dei contenuti appresi.
Individualizzazione consiste nel garantire a tutti gli alunni, attraverso strategie didattiche mirate, il
raggiungimento delle competenze fondamentali del curricolo attraverso la diversificazione degli
itinerari di apprendimento. Gli obiettivi restano fermi per tutti, mentre si diversificano i percorsi, la
gradualità dei contenuti e le modalità di apprendimento.
Interdisciplinarietà è una metodologia didattica che consiste nell’esaminare la realtà nelle
interrelazioni di tutti i suoi elementi, superando in tal modo la tradizionale visione settorializzata
delle discipline.
Lavoro di gruppo è una metodologia organizzativa fondamentale per la crescita umana e la
socializzazione degli alunni. A seconda dell’attività da svolgere, il docente può formare lui stesso i
gruppi che potranno essere di livello, di compito, elettivi, misti, oppure lasciare liberi i ragazzi di
unirsi liberamente in gruppo.
Problem con la denominazione complessiva di problem si definiscono alcuni strumenti e tecniche
finalizzati a lavorare per problemi, vale a dire a guidare gli alunni sulla strada della ricerca,
ponendosi nei confronti di ciò che si fa a scuola con la mentalità del ricercatore che coopera con
altri ricercatori, con la chiarezza degli scopi che si intendono raggiungere in termini di dichiarate
competenze.
- Problem posing si attua quando, dopo aver specificato la priorità di un oggetto, si procede a
negarle una alla volta, utilizzando: “e se che cosa succederebbe?” attraverso la negazione di un
dato certo si instaura un processo di rielaborazione creativa di soluzione a problemi.
- Problem setting ci permette di far fronte a una situazione problematica confusa, di definire qual
è il problema da affrontare, rispondendo alla domanda : Che cosa mi si chiede di fare? Le fasi di
questa analisi sono: 1. identificazione di tutti i problemi; 2. raccolta di informazioni sui
problemi; 3. scelta del problema.
- Problem solving intende l’apprendimento come il risultato di un attività di scoperta e per
soluzione di problemi. Le fasi dell’analisi sono: 1. definizione del problema; 2. raccolta delle
informazioni; 3. identificazione delle cause più probabili; 4. formulazioni di cause possibili; 5.
sviluppo operativo dell’analisi; 6.
controllo dei risultati.
Ricerca-azione è un metodo per costruire la conoscenza partendo da un problema. La caratteristica
della R/A sta nel fatto che tutti sono in ricerca, ossia i docenti ed i discenti. Il sapere nasce dalla
ricerca, non c’è prima un sapere e poi una sua applicazione, ma si agisce, si riflette sull’azione e si
formalizza. Le fasi della ricerca-azione sono: 1. condizioni (azzeramento delle difficoltà di
contenuto, formulazione della consegna, non inquinamento della prova); 2. socializzazione; 3.
organizzazione della conoscenza ( grafici e tabelle); 4. sistemazione delle conoscenze (tabelle); 5.
costruzione delle conoscenze (testo scritto).
Didattica laboratoriale si concretizza in cinque operazioni:
⁻ data una situazione problematica, riconoscere il problema e definirlo;
⁻ individuare gli strumenti formativi per l’analisi e la sistemazione dei dati;
⁻ applicare correttamente gli strumenti di socializzazione più funzionali;
⁻ scegliere uno strumento logico per la costruzione consapevole della conoscenza;
⁻ proporre il debriefing per la metacognizione e l'autovalutazione.
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ALLEGATO 3
Progetto didattico
I MINERALI E LA LUCE
Introduzione
Al fine di raggiungere le finalità e gli obiettivi il modello partirà dal riconoscimento e la
classificazione dei minerali e attraverso il rapporto solidi-legami arriverà alla struttura delle
particelle atomiche. Il tema-chiave proposto - I minerali e la luce- pone una domanda-sfida “serve
fare della Mineralogia?”. Il percorso di lavoro inizia con una attività laboratoriale e interattiva
introduttiva per insegnare agli allievi a formare un gruppo di lavoro coeso che “sappia fare”
l’esperimento proposto dall’insegnante. Gli incontri successivi si svolgeranno in aula dove verranno
proposte letture di articoli su quotidiani e riviste scientifiche divulgative e letture di testi risalenti
alla prima guerra mondiale e al primo dopoguerra per recuperare il contesto storico-sociale ed
economico delle risorse utilizzate nella realtà quotidiana. L’attività si articolerà su “questioning”
provenienti dagli allievi, video-lab, software e non sulla presentazione asincrona da parte del
docente di argomenti. L’incontro finale si svolgerà in laboratorio dove ogni gruppo, ormai coeso,
presenterà a tutti un lavoro esperienziale conclusivo che ha autonomamente realizzato, portando una
soluzione ad un problema quotidiano che gli verrà richiesto dal docente.
SPECIFICHE INFORMAZIONI RELATIVE ALL’UNITÀ DI APPRENDIMENTO
Le attività sono quelle descritte nella programmazione del Dipartimento di Scienze e del
Dipartimento Assi Culturali accolte dal Consiglio della Classe di attuazione per l'anno in corso e
comunque quelle presenti nelle compensazioni ed integrazioni curricolari tra le discipline di studio.
Durante la realizzazione saranno messe in atto modelli di attività finalizzati alla promozione della
motivazione ad adottare diverse e innovative metodologie di apprendimento in un progetto organico
che sappia stimolare le capacità propositive del mondo della scuola oltre ad impostare una politica
di promozione alla logica, in sé e per sé, che superi gli ambiti specifici delle discipline coinvolte nel
percorso e miri a favorire il potenziamento e l’acquisizione di capacità, tali da mettere in grado il
docente di saper gestire autonomamente e consapevolmente il proprio rapporto con gli allievi e le
famiglie e con le proprie aspirazioni culturali.
Inoltre saranno messi in atto modelli di attività finalizzati alla promozione della motivazione allo
studio nell'ottica del Life Long Learning in un progetto organico che sappia stimolare le capacità
propositive del mondo della scuola che aiuti il discente a migliorare le sue capacità nell'ambito
lavorativo.
Sarà attivato
- Il metodo dei progetti che pone al centro dell’attività un piano di lavoro scelto liberamente dagli
studenti, organizzato in modo da superare l’impegno individuale e da realizzare la collaborazione di
gruppi di allievi.
- La metodologia della ricerca per promuovere l’apprendimento basato all’esplorazione personale
dell’ambiente fisico e sociale.
- un modulo di tipo esplorativo che metta in relazione, in “rete”, i contenuti, in modo da unificare
settori scientifico-disciplinari diversi: chimica, geologia, biologia, fisica, storia, italiano,
matematica, e altre discipline dell’indirizzo scolastico in cui viene attivato, per mirare
all’apprendimento cognitivo di mettere in relazione tali contenuti e alla capacità di adottare criteri di
ragionevolezza nella propria condotta soddisfacendo le proprie esperienze più profonde.
DESTINATARI
Confrontando i bisogni formativi di docenti e allievi rilevati attraverso i test di ingresso degli allievi
e un colloquio nel Consiglio di Classe di riferimento si rilevano i bisogni formativi della classe
scelta e le maggiori priorità richieste da docenti e allievi. Una riflessione anche sugli obiettivi
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dell'Europa e sugli obiettivi dell’Italia da raggiungere nel breve periodo i destinatari della azione
sono gli allievi e i docenti di una classe campione per ogni scuola compartecipe, con preferenza di
classi dove si registra una maggiore dispersione scolastica e una maggiore difficoltà alla
integrazione nella vita dell'Istituto e dove vi è la presenza di allievi/e straniere di seconda
generazione e portatori di disabilità.
OBIETTIVI
Incentivare i processi di integrazione tra campi del sapere scientifico e umanistico, linguistico
Promuovere l’educazione scientifica attraverso l’investigazione
Incrementare e promuovere l’insegnamento e l’apprendimento delle scienze
Sviluppare l’autostima
Sapersi relazionare con gli altri
Sviluppare l’attitudine ad analizzare e risolvere problemi.
Sviluppare le capacità organizzative
Sviluppare la capacità di progettare per avere risultati
Imparare ad imparare
Migliorare i propri livelli di competenze nelle TIC
Migliorare i metodi di insegnamento
Saper assumersi responsabilità
Migliorare le proprie capacità comunicative utilizzando diversi linguaggi
Saper lavorare in gruppo
Sapere che la decodificazione dei diversi linguaggi migliora le nostre capacità e competenze
Migliorare la creatività nell'insegnamento.
Saper migliorare negli allievi le competenze comunicative e di comprensione, di produzione orale e
scritta
Sviluppare sensibilità e abilità nell'approccio ai diversi testi
Insegnare ad essere cittadini
Sapere come la tecnologia cambia il nostro modo di essere individui
METODOLOGIE
L’Unità didattica prevede l’utilizzo di materiale multimediale. Il materiale digitale riassumerà i
diversi argomenti trattati e conterrà esercitazioni e/o casi concreti recuperato on-line o realizzato
innovativamente. Verranno somministrati agli allievi test di ingresso e di verifica, esercitazioni
pratiche, schede di lavoro tutti in formato digitale. La filosofia generale e i metodi di formazione
adottati nell’unità sono quelli tradizionali delle Business School
- didattica laboratoriale
- Discussioni di casi
- esercitazioni pratiche
- approccio inquiry based alle attività sperimentali.
A questi metodi sono affiancati altri che privilegiano la didattica attiva sotto la guida del docente e
il problem solving e la pratica laboratoriale e l'uso delle LIM, della didattica orientativa saranno le
metodologie principe attivate. Le fasi del processo formativo comportano una progressiva
immersione nella realtà dell'insegnamento-apprendimento e mirano a sviluppare la capacità a
decidere in autonomia. I percorsi saranno flessibili, cioè modificabili e perfettamente adattabili alle
esigenze e agli interessi personali degli allievi. Le variazioni saranno fatte dai docenti del Consiglio.
Il learning set prevede una struttura modulare per cui ogni modulo di apprendimento avrà un senso
compiuto e potrà essere controllato e validato secondo le necessità. L’impostazione metodologica
tende a privilegiare una continua alternanza tra momenti di formazione in laboratorio multimediale,
analisi dei casi attraverso esercitazioni e pratiche di laboratorio. Per la costruzione dell’Unità
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Modulare, si è fatto riferimento –utilizzando il modello MAGER - al processo lavorativo piuttosto
che a categorie di apprendimento, in modo che l’U.D. rappresenti l’apprendimento di un compito
che l’allievo non era in grado di svolgere precedentemente. Si privilegeranno attività in cui verrà
stimolata la creatività degli allievi in tutte le discipline e la capacità di interrelazione per
l'insegnamento delle discipline. Le metodologie e gli strumenti didattici utilizzati saranno innovativi
e diversificati in relazione alle tematiche sviluppate e al contesto specifico, con lo scopo di
coinvolgere in termini interattivi i corsisti. L’approccio metodologico innovativo è connotato da:
richiami a livello internazionale in termini sia di ricerche sia di esperienze realizzate mediante
informazioni sulla normativa e sulle raccomandazioni ufficiali, presentare così una mappa
dell’organizzazione dell’insegnamento delle scienze nelle scuole in Europa;
attenzione alla costruzione di conoscenza;
riconoscimento del ruolo dell’esperienza concreta nelle situazioni strutturate e non: in laboratorio,
in classe, nell’ambiente e nella tecnologia;
uso appropriato dei diversi linguaggi nella sua organizzazione progressiva;
raccordi significativi con le radici dell’esperienza e della conoscenza quotidiana;
acquisizione della consapevolezza che la conoscenza cresce attraverso la costruzione di modelli.
Verranno utilizzate le risorse tecnologiche che ha la scuola e nel caso in cui tali risorse sono povere
si attiveranno azioni laboratoriali in aula con materiale povero e con risorse che metterà a
disposizione una delle scuole coinvolte o eventualmente l’Università.
RISULTATI ATTESI
- La riduzione del disagio nelle scelte culturali previene il fenomeno di scelte disinteressate che
favoriscono la demotivazione con conseguente dispersione dell’interesse nell’arco della carriera
scolastica.
- l'acquisizione di competenze che migliorino il livello di insegnamento e abbia una ricaduta
positiva sui risultati scolastici di tutti gli alunni indipendentemente dal contesto culturale ed
economico di provenienza
- una ricaduta sugli alunni che raggiungano il successo scolastico
- l'orientamento nelle scelte di nuove metodologie di insegnamento
- la solidarietà verso l'altro e un migliore dialogo docente-genitore
- la lotta contro il bullismo
- La riduzione degli atti vandalici verso l'istituzione e le sue strutture
- migliorare il senso di appartenenza
- La raccolta di dati importanti sugli alunni, individuando le caratteristiche socio-affettive, le loro
potenzialità o i limiti e le difficoltà che potrebbero emergere in soggetti sottoposti a pressioni di
ordine familiare, sociale, culturale, o a condizionamenti tipici dell’età adolescenziale, creando una
griglia di interessi e di stimolazioni al sapere.
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DIDATTICA DELLE SCIENZE"
ALLEGATO 4
QQUUEESSTTIIOONNAARRIIOO DDOOCCEENNTTEE PPEERR OOGGNNII DDOOMMAANNDDAA BBAARRRRAARREE LLAA CCAASSEELLLLAA PPEERR IINNDDIICCAARREE UUNN VVAALLOORREE CCOOMMPPRREESSOO TTRRAA 11 EE 55
1 = per niente 2 = raramente 3 = regolarmente 4 =spesso 5 = molto spesso
Indica con quali metodologie si sono ottenuti i risultati migliori
________________________________________________________________________________
1. Attività svolte in classe una o + volte al mese
a.Guardare l’insegnante che svolge un esperimento 1 2 3 4 5
b. Progettare un esperimento o una ricerca 1 2 3 4 5
c. Fare un esperimento o una ricerca 1 2 3 4 5
d. Lavorare con altri studenti in piccoli gruppi per una ricerca o un esperimento a scuola
1 2 3 4 5
e. Scrivere spiegazioni rispetto al perché è accaduto qualcosa che si è osservato
1 2 3 4 5
f. Collegare quello che si sta apprendendo in scienze con la vita quotidiana degli studenti
1 2 3 4 5
2. Metodologie utilizzate
a. sviluppare un approccio ai fenomeni basato sull’individuazione delle domande aperte, sulla loro esplorazione, e sull’argomentazione dei risultati
1 2 3 4 5
b. insegnare ‘abilità’ utili non solo in laboratorio ma anche nella vita di tutti i giorni
1 2 3 4 5
c. Cooperative learning per sviluppare competenze di lavoro collaborativo e di dialogo
1 2 3 4 5
d. migliorare e approfondire le conoscenze degli organizzatori concettuali e dei concetti chiave
1 2 3 4 5
e. costruire conoscenze ‘procedurali’ su come si costruiscono le spiegazioni scientifiche e epistemiche sulle caratteristiche del pensiero scientifico e sulla sua costruzione storica
1 2 3 4 5
f. Integrazione dei saperi umanistici e scientifici 1 2 3 4 5
g. Valorizzazone della logica e del pensiero critico 1 2 3 4 5
l. Metacognizione e peer learning 1 2 3 4 5
m. Didattica trasmissiva 1 2 3 4 5
n. Didattica laboratoriale 1 2 3 4 5
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DIDATTICA DELLE SCIENZE"
QUESTIONARIO DOCENTI
PPEERR OOGGNNII DDOOMMAANNDDAA BBAARRRRAARREE LLAA CCAASSEELLLLAA PPEERR IINNDDIICCAARREE UUNN VVAALLOORREE CCOOMMPPRREESSOO TTRRAA 11 EE 55
1 = per niente 2 = raramente 3 = regolarmente 4 =spesso 5 = molto spesso
1. Attività svolte in classe una o + volte al mese
1 2 3 4 5
Indica con quali metodologie si sono ottenuti i
risultati migliori
a.Guardare l’insegnante che svolge un esperimento 20% 60% 20%
b. Progettare un esperimento o una ricerca 60% 40%
c. Fare un esperimento o una ricerca 60% 20% 20%
d. Lavorare con altri studenti in piccoli gruppi per una ricerca o un esperimento a scuola
80% 20%
e. Scrivere spiegazioni rispetto al perché è accaduto qualcosa che si è osservato 40% 60%
f. Collegare quello che si sta apprendendo in scienze con la vita quotidiana degli studenti
60% 20% 20%
2. Metodologie utilizzate 1 2 3 4 5
a. sviluppare un approccio ai fenomeni basato sull’individuazione delle domande aperte, sulla loro esplorazione, e sull’argomentazione dei risultati
20% 80%
b. insegnare ‘abilità’ utili non solo in laboratorio ma anche nella vita di tutti i giorni 60% 20% 20%
2
c. Cooperative learning per sviluppare competenze di lavoro collaborativo e di dialogo
40% 60%
d. migliorare e approfondire le conoscenze degli organizzatori concettuali e dei concetti chiave
60% 40% 1
e. costruire conoscenze ‘procedurali’ su come si costruiscono le spiegazioni scientifiche e epistemiche sulle caratteristiche del pensiero scientifico e sulla sua costruzione storica
80% 20% 1
f. Integrazione dei saperi umanistici e scientifici 80% 20% 2
g. Valorizzazone della logica e del pensiero critico 60% 40% l. Metacognizione e peer learning 40% 20% 40% m. Didattica trasmissiva 20% 20% 60% n. Didattica laboratoriale 80% 20% 2
Indica con quali metodologie si sono ottenuti i risultati migliori Una docente non risponde
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ALLEGATO 5
Progetto didattico
I TERREMOTI
Introduzione
Al fine di raggiungere le finalità e gli obiettivi il modello partirà dalle cronache storiche di eventi
sismici disastrosi e dalle conoscenze della fisica delle onde, attraverso il rapporto onde sismiche
solidi-liquidi-gas si arriverà alla origine dei movimenti tellurici e al rischio sismico. Il tema-chiave
proposto - I terremoti - pone una domanda-sfida “serve conoscere e comprendere i movimenti
tellurici?”. Il percorso di lavoro inizia con una attività di accoglienza per la condivisione della
tematica da affrontare e del metodo per creare motivazione, interesse. Il secondo incontro ha una
attività laboratoriale e interattiva introduttiva per insegnare agli allievi a formare un gruppo di
lavoro coeso che “sappia fare” l’esperimento proposto dall’insegnante. Gli incontri successivi si
svolgeranno in aula dove verranno proposte letture di articoli su quotidiani, riviste scientifiche
divulgative, di cronache e racconti risalenti ad eventi sismici antichi e contemporanei, per
recuperare il contesto storico-sociale, economico, culturale, psicologico traumatico degli eventi
nella realtà anche attraverso la visione di opere d’arte che raccontano. L’attività si articolerà su
“questioning” provenienti dagli allievi, video-lab, software e non sulla presentazione asincrona da
parte del docente di argomenti. L’incontro finale si svolgerà in laboratorio dove ogni gruppo, ormai
coeso, presenterà a tutti un lavoro di ricerca ed esperienziale conclusivo che ha autonomamente
realizzato, portando una azione di previsione, di collaborazione solidale ad eventi storicamente
ripetitivi che gli verrà richiesto dal docente.
SPECIFICHE INFORMAZIONI RELATIVE ALL’UNITÀ DI APPRENDIMENTO
Le attività saranno concordate e condivise nella programmazione del Dipartimento di Scienze, del
Dipartimento Assi Culturali, del Dipartimento Matematica-Scienze accolte dal Consiglio di Classe
o di Interclasse per attuazione curriculare e comunque quelle presenti nelle compensazioni ed
integrazioni curricolari tra le discipline di studio. Durante la realizzazione saranno messe in atto
modelli di attività finalizzati alla promozione della motivazione ad adottare diverse e innovative
metodologie di apprendimento in un progetto organico. Il progetto deve incentivare la
professionalità degli insegnanti attraverso lo sviluppo del docente progettista della formazione,
consentendo loro di:
- partire, nella loro azione, dalle caratteristiche degli studenti
- costruire gli ambienti per l’apprendimento
- facilitare la cooperazione fra studenti
- sostenere i processi di apprendimento
- interagire con il mondo del lavoro e della ricerca
- padroneggiare le tecnologie e i linguaggi
- utilizzare una comunicazione asincrona e un studio diacronico.
Si tenderà a stimolare le capacità propositive del mondo della scuola oltre ad impostare una politica
di promozione alla logica, in sé e per sé, che superi gli ambiti specifici delle discipline coinvolte nel
percorso e miri a favorire il potenziamento e l’acquisizione di capacità, tali da mettere in grado il
docente di saper gestire autonomamente e consapevolmente il proprio rapporto con gli allievi e le
famiglie e con le proprie aspirazioni culturali.
Sarà attivata una azione di coinvolgimento dei docenti di tutte le discipline nell’ottica della
epistemologia e della didattica delle discipline scientifiche. La posizione epistemologica
compatibile con la scienza contemporanea è il realismo su cui si basa l’azione didattica proposta. La
natura è una realtà multifattoriale e non può essere studiata attraverso un unico metodo d’indagine.
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Ciascun metodo particolare deve poter tendere a riprodurre al suo interno una dinamica di
ricostruzione dell’”intero sistema dell’esperienza” e non della riduzione dell’esperienza stessa. Ogni
discorso scientifico, improntato a rigore e oggettività, è in grado di fornire ragioni accurate, le
proposizioni vengono giustificate e correlate. È evidente che non vi è un modo univoco di
giustificare e correlare, anche se tutti i modi impegnino il ragionamento logico. L’intersoggettività
è, quindi, un accordo tra i docenti attorno ad un determinato ritaglio della realtà, non è esclusiva di
un’unica scienza, ma è un requisito proprio di una scienza autentica. In quest’ambito è necessario
formare un gruppo di lavoro stabile con una vision coesa: il Consiglio di Classe o Interclasse.
La scienza di per sé è anti-ideologica e, quindi, è integrata nel mondo della vita, di cui fanno parte il
sistema valoriale, l’etica, l’emotività, la creatività. Le implicazioni sul piano della pratica didattica
sono: la pari dignità culturale delle diverse discipline scolastiche, l’esigenza della
interdisciplinarietà, della transdisciplinari età, il recupero della dimensione storica. Le discipline
umanistiche riflettono la dimensionalità trascendentale che contraddistingue ogni aspetto
dell’avventura umana, che è riverberata nelle qualità specifiche dei saperi interconnessi, e nelle
caratteristiche scientifiche di ogni singola disciplina. L’interdisciplinarietà proposta nel progetto è
un valore irrinunciabile all’unità della cultura. Dal punto di vista didattico l’apprendimento è reso
possibile solo dalla messa in rete dei contenuti, che tra loro sono primariamente in relazione. Il
percorso educativo proposto è finalizzato ad attivare non solo la capacità epistemica e cognitiva
degli allievi, ma di mettere in relazione i contenuti appresi nelle diverse discipline con la capacità
“fronetica” non appresa dai libri, ma dal non-formale e dall’informale,per poter ispirare la propria
condotta a criteri di ragionevolezza, cogliendo nell’esperienza una corrispondenza con le proprie
esigenze.
Una attenzione specifica è la storia interna della disciplina, ovvero l’evoluzione delle condizioni
interne dello sviluppo epistemologico e la storia esterna, cioè il contesto storico-sociale, i
condizionamenti che hanno accompagnato in modo significativo lo sviluppo della storia interna.
Un ultimo accenno va dato al Coordinatore di Classe – Interclasse, che è il tutor del Consiglio e il
mentor degli allievi, nel suo ruolo e nella complessità dell’autonomia scolastica, dei percorsi
personalizzati deve avere cura di orientare gli allievi in un contesto sistematicamente e
organicamente organizzato in funzione delle esigenze di sviluppo diverse per ognuno di loro.
Il coordinatore:
- effettua l’analisi dei bisogni formativi degli allievi e degli stakeholder
- effettua l’analisi sistemica dell’organizzazione
- revisiona le scelte educative ed organizzative del consiglio e crea un gruppo coeso e funzionale
- accerta le problematiche relazionali e comunicative ed interviene positivamente attraverso una
azione partecipativa dei docenti
- pone attenzione ai risultati ottenuti e alle metodologie attivate.
DESTINATARI
Confrontando i bisogni formativi di allievi, rilevati attraverso i test di ingresso, i bisogni degli
stakeholder, rilevati da colloqui con il mondo del lavoro e dalle indicazioni ministeriali, le
metodologie didattiche dei docenti, rilevati attraverso un questionario docenti e i colloqui nel
Consiglio di Classe/Interclasse di riferimento, si rilevano i punti di cricità metodologici e
programmatici nel passaggio tra i settori dell’istruzione e della formazione.
Una riflessione anche sugli obiettivi dell'Europa e sugli obiettivi dell’Italia da raggiungere nel breve
periodo i destinatari della azione sono gli allievi e i docenti di una classe campione per ogni scuola
compartecipe, con preferenza di classi dove si registra una maggiore dispersione scolastica e una
maggiore difficoltà alla integrazione nella vita dell'Istituto e dove vi è la presenza di allievi/e
straniere di seconda generazione e portatori di disabilità.
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"PROFESSIONE FORMATORE IN
DIDATTICA DELLE SCIENZE"
OBIETTIVI
Incentivare i processi di integrazione tra campi del sapere scientifico, umanistico – linguistico,
storico-sociale
Promuovere l’educazione scientifica attraverso l’investigazione
Incrementare e promuovere l’insegnamento e l’apprendimento delle scienze
Sviluppare l’autostima
Sapersi relazionare con gli altri
Sviluppare l’attitudine ad analizzare e risolvere problemi.
Sviluppare le capacità organizzative
Sviluppare la capacità di progettare per avere risultati
Imparare ad imparare
Migliorare i propri livelli di competenze nelle TIC
Migliorare i metodi di insegnamento
Saper assumersi responsabilità
Migliorare le proprie capacità comunicative utilizzando diversi linguaggi
Saper lavorare in gruppo
Sapere che la decodificazione dei diversi linguaggi migliora le nostre capacità e competenze
Migliorare la creatività nell'insegnamento.
Saper migliorare negli allievi le competenze comunicative e di comprensione, di produzione orale e
scritta
Sviluppare sensibilità e abilità nell'approccio ai diversi testi
Insegnare ad essere cittadini democratici
Sapere come la tecnologia cambia il nostro modo di essere individui
METODOLOGIE
L’Unità didattica prevede l’utilizzo di materiale multimediale. Il materiale digitale riassumerà i
diversi argomenti trattati e conterrà esercitazioni e/o casi concreti recuperato on-line o realizzato
innovativamente. Verranno somministrati agli allievi test di ingresso e di verifica, esercitazioni
pratiche, schede di lavoro tutti in formato digitale. La filosofia generale e i metodi di formazione
adottati nell’unità sono quelli tradizionali delle Business School
- didattica laboratoriale
- Discussioni di casi
- esercitazioni pratiche
- approccio inquiry based alle attività sperimentali.
A questi metodi sono affiancati altri che privilegiano la didattica attiva sotto la guida del docente e
il problem solving e la pratica laboratoriale e l'uso delle LIM, della didattica orientativa saranno le
metodologie principe attivate. Le fasi del processo formativo comportano una progressiva
immersione nella realtà dell'insegnamento-apprendimento e mirano a sviluppare la capacità a
decidere in autonomia. I percorsi saranno flessibili, cioè modificabili e perfettamente adattabili alle
esigenze e agli interessi personali degli allievi. Le variazioni saranno fatte dai docenti del Consiglio.
Il learning set prevede una struttura modulare per cui ogni modulo di apprendimento avrà un senso
compiuto e potrà essere controllato e validato secondo le necessità. L’impostazione metodologica
tende a privilegiare una continua alternanza tra momenti di formazione in laboratorio multimediale,
analisi dei casi attraverso esercitazioni e pratiche di laboratorio. Per la costruzione dell’Unità
Modulare, si è fatto riferimento –utilizzando il modello MAGER - al processo lavorativo piuttosto
che a categorie di apprendimento, in modo che l’U.D. rappresenti l’apprendimento di un compito
che l’allievo non era in grado di svolgere precedentemente. Si privilegeranno attività in cui verrà
stimolata la creatività degli allievi in tutte le discipline e la capacità di interrelazione per
l'insegnamento delle discipline. Le metodologie e gli strumenti didattici utilizzati saranno innovativi
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e diversificati in relazione alle tematiche sviluppate e al contesto specifico, con lo scopo di
coinvolgere in termini interattivi i corsisti. L’approccio metodologico innovativo è connotato da:
richiami a livello internazionale in termini sia di ricerche sia di esperienze realizzate mediante
informazioni sulla normativa e sulle raccomandazioni ufficiali, presentare così una mappa
dell’organizzazione dell’insegnamento delle scienze nelle scuole in Europa;
attenzione alla costruzione di conoscenza;
riconoscimento del ruolo dell’esperienza concreta nelle situazioni strutturate e non: in laboratorio,
in classe, nell’ambiente e nella tecnologia;
uso appropriato dei diversi linguaggi nella sua organizzazione progressiva;
raccordi significativi con le radici dell’esperienza e della conoscenza quotidiana;
acquisizione della consapevolezza che la conoscenza cresce attraverso la costruzione di modelli.
Verranno utilizzate le risorse tecnologiche che ha la scuola e nel caso in cui tali risorse sono povere
si attiveranno azioni laboratoriali in aula con materiale povero e con risorse che metterà a
disposizione una delle scuole coinvolte o eventualmente l’Università.
RISULTATI ATTESI
Ai risultati già prospettati nell’allegato 3 si aggiungono:
⁻ stimolare la vigilanza critica e la cura della mentalità culturale
⁻ considerare le categorie di fondo dell’esistenza individuale e collettiva
⁻ curare la qualità umana della vita e dell’identità personale
⁻ promuovere l’impegno educativo per un cittadinanza multipla, che coniughi opportunamente
il locale, il nazionale, l’internazionale e il mondiale
⁻ educare la emotività
⁻ avvicinare la scuola alle imprese
⁻ lottare contro l’esclusione
⁻ superare i conflitti e le contraddizioni attraverso un impegno condiviso
⁻ progettare curriculi nell’integrazione dei saperi e adottare modalità didattiche
interdisciplinari
⁻ flessibilità nella collocazione spaziale e temporale dell’apprendimento
⁻ valutare le competenze nell’unitarietà delle discipline.
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ALLEGATO 6
IL COORDINATORE DI CLASSE / INTERCLASSE
Una particolare attenzione è necessario sia data al Coordinatore di Classe / Interclasse, che ogni
anno redige una relazione tecnica sull’andamento generale dell’attività scolastica della classe, delle
metodologie pedagogico-didattiche attuate, dei relativi servizi strumentali e amministrativi di
supporto. Sono gli occhi del Dirigente in riferimento alle relazioni tecnico-pedagogiche dei
coordinatori, dalle quali possono risultare quegli aspetti che possono invece sfuggire ad occhi meno
esperti nei campi della pedagogia, della didattica e delle minute quotidianità organizzative in una
classe.
Il Coordinatore di Classe – Interclasse è il tutor e mentor del Consiglio e degli allievi, nel suo ruolo
e nella complessità dell’autonomia scolastica e dei percorsi personalizzati deve avere cura di
orientare gli allievi in un contesto sistematicamente e organicamente organizzato in funzione delle
esigenze di sviluppo diverse per ognuno di loro. La finalità della funzione svolta è elevare gli
standard qualitativi dell’erogazione del servizio educativo – istruttivo della classe nell’interesse
degli utenti e dell’istituto scolastico in cui opera, stimolando i docenti del consiglio a svolgere i loro
compiti con responsabilità e con risultati qualitativamente apprezzabili.
Il coordinatore:
- effettua l’analisi dei bisogni formativi degli allievi e degli stakeholder
- effettua l’analisi sistemica dell’organizzazione
- revisiona le scelte educative ed organizzative del consiglio e crea un gruppo coeso e funzionale
- accerta le problematiche relazionali e comunicative ed interviene positivamente attraverso una
azione partecipativa dei docenti
- pone attenzione ai risultati ottenuti e alle metodologie attivate
- informa tutti sui risultati ottenuti, sui punti di forza e di debolezza dell’azione relazionale-
didattico-organizzativa del consiglio
- svolge attività di studio e ricerca per promuovere le attività di aggiornamento dei docenti del
consiglio
⁻ formula proposte in merito ai programmi di insegnamento, alle azioni di valutazione e al loro
adeguamento al contesto classe nell’ottica dell’unitarietà dei saperi, all'impiego dei sussidi
didattici e delle tecnologie di apprendimento
⁻ propone iniziative di sperimentazione didattica di cui curano il coordinamento, in funzione della
progettazione e attuazione dei processi formativi nella classe
⁻ supporta i processi di valutazione dei risultati e di autovalutazione delle procedure di
insegnamento-apprendimento
⁻ verifica dell'andamento didattico con specifici riferimenti all'insegnamento delle varie discipline
⁻ sostiene il consiglio dei docenti per la progettazione, nell'ambito del Piano dell'offerta formativa,
delle diverse attività, curricolari ed extracurricolari
⁻ supporto i processi di miglioramento della qualità della didattica e dell’autoaggiornamento dei
docenti;
⁻ collabora nelle operazioni di valutazione degli apprendimenti.
Per il raggiungimento delle azioni indicate il coordinatore deve essere “maestro” dei docenti del
consiglio, in quanto i coordinatori vedono che il bisogno dei colleghi è di avere un riscontro pratico
alle teorie pedagogico-didattiche. Il “maestro” deve attivare una azione di coaching cioè di aiuto
intenzionale e strategico al docente del consiglio che si trova in una situazione difficile. Attraverso
il coaching (aiutare a fare, non “fare al posto di”) aiuterà il collega a crescere, a sviluppare le sue
qualità, a correre dei rischi moderati che lo porteranno alla risoluzione dei problemi.
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La valutazione è divenuta un elemento chiave per controllare e pilotare le politiche dell’istruzione e
per migliorarne la qualità, ecco che il coordinatore prepara una relazione di valutazione diagnostica
della classe nei tempi indicati e richiesti dal Dirigente. In un secondo tempo, il Dirigente, ricevuta la
relazione, fissa gli obiettivi della classe e li comunica al consiglio alla prima riunione. La successiva
riunione valutativa serve a confrontare gli obiettivi stabiliti nella riunione precedente e gli obiettivi
raggiunti. In tal modo si procede a valutare realisticamente la qualità del lavoro nella classe nei suoi
aspetti più significativi, e si concorre a migliorare gli standard qualitativi in educazione e istruzione
nell’ottica di tutela degli utenti del servizio. In tal modo si può porre un limite al meccanismo delle
promozioni automatiche/facili, che permette agli alunni di avanzare di classe o di concludere un
biennio anche senza aver raggiunto lo standard minimo in tutte le discipline, cioè il livello base
delle competenze in riferimento all’ordine di scuola.