I nuovi temi dell’abitare contemporaneo

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Transcript of I nuovi temi dell’abitare contemporaneo

AAAAAA architetticercasi 2008

NUOVE FORME PROGETTUALI PER LA RESIDENZA COOPERATIVAa cura di Paolo Mazzoleni

Umberto Allemandi & C.

Sommario

AAA architetticercasi™ 2008 Nuove forme progettuali per la residenza cooperativaConcorso Internazionale di Progettazione Under 35

A cura diPaolo MazzoleniProgetto graficoMarco StrinaCoordinamento redazionaleDuccio BiasiFotografieJan Bitter, Ramak Fazel, Peter Fiby,Andreas Gabriel, Hannes Henz, Allard van der Hoek, Lukas Schaller,Bernhard Weinberger, Larry R. WilliamsTutto il materiale iconografico dellasezione “I progetti” è stato fornito direttamente dai partecipanti alConcorso.

©2009 Umberto Allemandi & C., TorinoTutti i diritti riservatiFinito di stampare nel mese di marzo2009 da ......ISBN ....................

Questo volume è stato realizzato grazie al contributo di

Confcooperative-Federabitazioneringrazia tutti coloro che hannocontribuito all’organizzazione delConcorso e alla realizzazione del presente catalogo.

La giuriaFrancesco CavalliWilli FrötscherMiguel LoosAlessandro MaggioniPaolo MazzoleniAlessandro RogoraAlfredo SpaggiariFrancesco VescoviFranco Zinna

Un sentito grazie all’Assessore alloSviluppo del Territorio Carlo Masseroli– e attraverso di lui al Comune diMilano – per l’immediata adesione, lacondivisione e il patrocinio al Concorso;il medesimo sentito grazie ad AlfredoSpaggiari, Direttore dell’Urban Centerdi Milano, per la partecipazione allediverse fasi del concorso e per avermesso a disposizione l’Urban Centerper la presentazione del Concorso.

Un particolare ringraziamento a Carlo Venegoni e Federica Veronaper l’infaticabile opera di raccolta,riorganizzazione e interpretazione dei contributi dei partecipanti al Concorso.

IntroduzioneLe ragioni di un concorso 6

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Il movimento cooperativo 9Alessandro MaggioniLa cooperazione tra professionisti, 14un nuovo modello d’impresaPatrizia RonchiI nuovi temi dell’abitare contemporaneo 17Paolo Mazzoleni

Il concorsoAi margini della città compatta 27L’area di progetto

Strategie a confronto 31Carlo Venegoni, Federica VeronaProgetti premiati 39

Progetti segnalati 85

FocusAAA architetticercasi 2008, ovvero: 115perché agli architetti piace il gioco d’azzardoWilli FrötscherUrbanità dell’abitare 116Il progetto residenziale tra parassitismo e simbiosiFrancesco VescoviSostenibilità come urbanità. 121Un pamphlet sulla densità abitativaMiguel Loos

Aspetti energetici ed ecologici nel progetto 124della residenza urbanaAlessandro Rogora

Good Practices 129

Bibliografia 150

Sommario IntroduzioneDal bisogno abitativo alla qualità urbanaLe ragioni di un concorso 7Il movimento cooperativo 9Alessandro MaggioniLa cooperazione tra professionisti 14Un nuovo modello d’impresaPatrizia RonchiI nuovi temi dell’abitare contemporaneo 17Paolo Mazzoleni

Il concorsoAi margini della città compatta 27L’area di progetto

Strategie a confronto 31Carlo Venegoni, Federica VeronaProgetti premiati 39

Progetti segnalati 85

FocusAAA architetticercasi 2008, ovvero: 115perché agli architetti piace il gioco d’azzardoWilli FrötscherUrbanità dell’abitare. 116Il progetto residenziale tra parassitismo e simbiosiFrancesco VescoviSostenibilità come urbanità. 121Un pamphlet sulla densità abitativaMiguel Loos

Aspetti energetici ed ecologici nel progetto 124della residenza urbanaAlessandro Rogora

Good Practices 129

Approfondimenti bibliografici 150

Sommario

Nel contesto dei profondi cambiamenti che hanno caratteriz-zato l’ultimo scorcio del XX secolo nasce l’esigenza di inda-gare le modificazioni che l’abitare subisce in relazione ai mu-tamenti degli stili di vita e delle forme d’uso. Alcuni temi sem-brano consolidarsi negli ultimi anni come passaggi ineludibilidi un percorso verso una casa appropriata. Il primo è un evidente ritorno del progetto della residenza alcentro della riflessione, disciplinare e non: seppure con diffi-coltà, dubbi e incertezze, emerge con chiarezza una nuova cen-tralità del progetto della casa legata tanto a un problema quan-titativo quanto a uno qualitativo. Si torna a riflettere in questianni sul diritto alla casa come diritto all’abitare in senso pie-no, diritto all’alloggio appropriato, diritto allo spazio pubblico,diritto di accesso ai diritti. Ciò avviene nel contesto di un piùgenerale ritorno di protagonismo della città anche nella cultu-ra residenziale occidentale, che fino a pochi anni fa sembra-va destinata a un futuro inevitabilmente suburbano: un ritor-no al tema della casa urbana fondata su un’idea di città chenasce dalla fusione di molti dei valori della città sognata daimaestri del Movimento Moderno con aspetti della città sto-rica, medioevale e premoderna. Al contempo una riconsiderazione degli equilibri consolidati delrapporto tra pubblico e privato nella prassi del progetto resi-denziale porta alla nascita di sperimentazioni che guardano daun lato alla tradizione della residenza sociale di inizio secolo edall’altro alle utopie radicali degli anni Sessanta e Settanta, pro-ponendo nuovi e complessi modelli di casa estesa che uni-scano obiettivi ambientali, sociali ed economici. Infine il lun-go lavorio che, passando per i concetti a volte labili o ideolo-gici di residenza speciale, di flessibilità, di adattabilità, ha ca-ratterizzato la ricerca dell’ultimo trentennio del XX secolo,sembra oggi trovare un suo naturale sbocco nel progetto del-la casa, forse superando l’ideale della casa per tutti, nell’obiet-

tivo di giungere al progetto della casa per ciascuno, che am-bisce a creare spazi reinterpretabili e flessibili ma al contem-po formalmente connotati.All’interno di questo quadro si ritiene che la cooperazione abi-tativa, attore storicamente fondamentale nella costruzionedella città, possa e debba svolgere un importante ruolo di ca-talizzatore dell’innovazione progettuale, favorendo la speri-mentazione di nuove forme dell’abitare capaci di interpreta-re le mutate necessità degli abitanti della città contempora-nea, sfruttando al contempo il proprio radicamento nella sto-ria e nel territorio a garanzia di una casa soprattutto a misurad’uomo.Nel presente saggio verranno evidenziati i temi con i quali ogniprogetto partecipante alla competizione “AAA Architetti cer-casi” 2008 era chiamato a confrontarsi: nella loro trattazionesi è attuata una divisione utile a individuare una serie di que-stioni focali per qualunque intervento di housing progettatonel tessuto urbano contemporaneo, e che hanno costituito labase per i lavori della giuria.

UrbanitàPrima di procedere all’analisi delle caratteristiche più propria-mente architettoniche dell’insediamento oggetto del concor-so è opportuno soffermarsi su un tema cruciale, ovvero il rap-porto che il progetto saprà costruire con la città: le connes-sioni funzionali e simboliche tra l’area di progetto e il suo in-torno, la presenza di funzioni non strettamente residenziali ela centralità dello spazio pubblico si configurano come ingre-dienti fondamentali per la riuscita del progetto.Il territorio urbano contemporaneo è caratterizzato da due spin-te insediative opposte e compresenti. Da un lato la forte in-frastrutturazione (sia dal punto di vista della mobilità che daquello della trasmissione di informazioni) crea le condi zioni

I nuovi temi dell’abitare contemporaneoPaolo Mazzoleni

per il cosiddetto “urban sprawl”, ovvero l’edificazione esten-siva di case monofamiliari, o di palazzine di piccole dimen-sioni, isolate sul lotto. Dall’altro, in opposizione a questa ten-denza, ve ne è una più recente, e finora di sicuro quantitati-vamente meno rilevante, che è quella del ritorno di residen-ti alle aree urbane; l’inaccessibilità economica delle aree cen-trali esclude però da questo fenomeno larghe parti della po-polazione che cercano quindi nuove qualità nelle periferie del-la metropoli. In esse si crea quindi la possibilità di definirenuovi paradigmi di urbanità che sappiano accogliere le esi-genze dei nuovi abitanti e coniugarle con la riqualificazionedell’ambiente umano e fisico esistente.Progettare in questi territori significa confrontarsi con un tes-suto urbano e con una realtà dello spazio contaminato e mol-teplice. Con il termine “urbanità” intendiamo quindi un nuo-vo modo necessario di pensare lo spazio urbano a una scalaintermedia, che rappresenti l’interfaccia tra progetto urbano eprogetto architettonico, per favorire l’incontro delle personein un luogo che essi hanno in comune: lo spazio pubblico. Nel-la metropoli si vanno configurando nuove relazioni tra le resi-denze urbane esito della riconversione della città industriale eun inedito sistema di spazi semi-pubblici. Questi nuovi luoghi,che con difficoltà potremmo chiamare piazze, vie e giardini,spaziano dalle pratiche di auto-reclusione e controllo delle gated communities importate in Europa dagli Stati Uniti a par-tire dalla fine degli anni Settanta, a esiti più o meno felici del-la contrattazione urbanistica tra developers e istituzioni. Oggiquesti spazi possono diventare occasione per la messa a pun-to di nuove forme del paesaggio urbano fondate su un atten-to studio della collocazione delle funzioni, sulla definizione dielementi architettonici che mutino utilizzo, a volte persino for-ma, nelle diverse ore della giornata e nei diversi momenti del-l’anno, sull’interpretazione progettuale del rapporto tra questi

spazi, le residenze e gli spazi pubblici tradizionali.Il tema delle funzioni da insediare nei contesti residenziali èsicuramente di grande rilevanza nel progetto urbano contem-poraneo: il superamento della monofunzionalità è infatti og-gi una necessità quanto mai urgente. La multifunzionalità rap-presenta tanto un valore in sé, permettendo agli abitanti unimmediato ed evidente miglioramento della qualità della vi-ta, quanto la premessa necessaria, attraverso la presenza difunzioni che attirino diverse utenze nelle diverse ore dellagiornata, per la sopravvivenza di uno spazio pubblico vivacee sicuro. La reintroduzione della multifunzionalità o, come piùspesso viene definita, la questione della mixité, è una delleriflessioni (auto)critiche più radicate sull’esperienza tardo-mo-derna della pianificazione e della progettazione residenziale.Non mancano quindi esempi e percorsi già ampiamente trac-ciati in questa direzione. Si auspica quindi una pluralità di fun-zioni non più intesa come completamento dei servizi neces-sari, come lo era nei quartieri moderni – non a caso spessodefiniti autosufficienti – ma come uno specifico obiettivo diprogetto, con motivazioni sia economiche e sociali di funzio-namento dell’organismo che di definizione della sua qualitàsimbolica e formale.I progetti dei partecipanti al concorso sono stati quindi valu-tati per la loro capacità di relazionarsi al resto del quartiere ealle sue componenti fondamentali, presentando un efficacesistema di percorsi che innervasse tutta l’area in manierastrategica per la sua percorribilità e al contempo entrasse insinergia con il sistema presente nel resto del quartiere, cre-ando spazi pubblici di qualità e partecipando alla riqualificazio-ne del suo intorno. La progettazione doveva trattare in ma-niera complessa il tema delle funzioni di servizio al quartiere,presentando un efficace mix che ne permettesse il funzio-namento lungo tutto l’arco della giornata: l’obiettivo che si in-

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tende raggiungere attraverso l’introduzione e l’integrazione traresidenza e altri servizi è quello di rendere i nuovi insediamen-ti residenziali appropriati per popolazioni differenti, diversamen-te interessate a praticare i nuovi spazi rompendone la mono-funzionalità ed estendendone le pratiche d’uso sia dal puntodi vista dei luoghi (i piani terra, lo spazio aperto, i seminterra-ti, le terrazze e i tetti) sia dal punto di vista dei tempi (conte-nendo le criticità rappresentate dai quartieri dormitorio).

Pubblico/privatoL’abitare urbano nella contemporaneità si caratterizza per unprofondo ripensamento del rapporto tra individuo e società,tra alloggio e città, tra privato e pubblico. La ridefinizione deirapporti comunitari conduce dal sistema premoderno delle co-munità familiari e locali verso un più complesso e variabile con-cetto di comunità elettive. Se da un lato, infatti, la congiun-zione delle esigenze di privacy e di individualità proprie dellanostra epoca rischiano di portare a un forte isolamento, an-che domestico, degli abitanti della metropoli, d’altro canto so-cialità e comunicazione sono ingredienti irrinunciabili della vi-ta urbana. Nasce quindi l’esigenza di costruire comunità iden-titarie, fluide e variabili, sulla base di condivisione di valori eobiettivi. Questo processo, già attivo e consolidato in altriaspetti della quotidianità, si pensi soprattutto al fenomeno del-le comunità web o ai gruppi solidali di acquisto, inizia ad af-fermarsi anche nel campo dell’abitare e trova nella tradizio-ne della cooperazione abitativa un supporto fondamentale.Un primo campo di applicazione di questi nuovi rapporti è ilprogetto degli spazi aperti pubblici e, soprattutto, semipub-blici all’interno delle aree a prevalente destinazione residen-ziale. La definizione formale dei diversi gradi di privacy, la ge-stione razionale e comprensibile degli accessi, il rapporto traspazi aperti e costruito sono alcuni dei temi cardine del pro-

getto di residenza urbana contemporanea. L’obiettivo ambi-zioso ma imprescindibile dovrebbe essere la costruzione dispazi appropriati (appropriabili) per una vita sociale completae complessa che integri i nuovi interventi nella metropoli con-temporanea, percepita ed utilizzata sempre più come networkdi spazi di qualità in opposizione all’uniformità senza qualitàdel territorio suburbano.Se ai temi della socialità e della comunità aggiungiamo la ne-cessità di affrontare le sfide poste dalla densificazione urba-na, dall’aumento della popolazione e dal diritto di accesso aicomfort e alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie e diconiugarle con le problematiche relative al contenimento deiconsumi e al rispetto dell’ambiente, nasce l’opportunità di ri-flettere su alcune forme di condivisione di spazi e servizi chela città moderna ha da tempo perduto. Esiste infatti la possibilità di progettare edifici con ricche do-tazioni comuni che da un lato liberino lo spazio domestico pri-vato da alcune attività, riducendone le dimensioni senza pe-nalizzarne la vivibilità, e dall’altro accorpino spazi e risorse dipiù nuclei abitativi al fine di garantire l’accesso tanto alle fun-zioni sottratte allo spazio privato quanto a nuovi e più comples-si servizi altrimenti eccessivamente onerosi sia sul piano eco-nomico che su quello ambientale. Nell’edificio progettato se-condo questi criteri coesistono quindi servizi sostitutivi, chevanno a integrare le funzioni rimosse dagli alloggi, con servi-zi migliorativi, che aggiungono al complesso residenziale fun-zioni di particolare qualità. I temi che caratterizzano questi progetti sono principalmen-te: la flessibilità, intesa in questo caso come la possibilità dimettere in atto strategie di vita adattabili nel tempo, compo-nendo di volta in volta il pacchetto di servizi che in quel mo-mento meglio corrisponde alle proprie necessità e ai propriinteressi; la qualità del servizio, intesa come accessibilità

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a servizi integrativi caratterizzati da standard di qualità supe-riori a quelli mediamente raggiungibili nelle configurazioni abi-tative tradizionali; lo spazio domestico di uso privato, liberatoda funzionalità e apparecchiature indesiderate e quindi flessi-bile e riconfigurabile; la socialità interna, che comporta un ri-pensamento degli spazi comuni, tanto interni quanto all’aper-to, in funzione di un utilizzo non solo strettamente funziona-le; il rapporto con la città, che si sviluppa soprattutto nei ser-vizi più complessi la cui apertura a utenti esterni ne permet-te la sopravvivenza economica e sociale.Ai gruppi di partecipanti era richiesto di sviluppare progetti incui fosse garantita l’accessibilità pubblica a tutta la superficiedel lotto (anche in caso si prevedessero edifici a corte), pro-pendendo per una gamma di spazi ibridi connotati da livelli dif-ferenti di privacy. Tale approccio doveva essere adottato an-che nella concezione degli spazi di distribuzione dell’edificio,la cui ibridazione può creare una varietà di luoghi simile a quel-lo dello spazio urbano. Lo studio degli spazi interni all’edificiodoveva quindi presentare un’efficace ed efficiente articolazio-ne di spazi pubblici e privati: agli alloggi e ai servizi dedicati alquartiere dovevano essere affiancate attrezzature di suppor-to alla residenza oltre ad aree comuni la cui conformazionene permettesse un utilizzo flessibile nel corso del tempo, se-guendo l’evoluzione dei bisogni dei residenti.

AlloggiIn una società caratterizzata dall’emergere di nuovi stili di vi-ta che portano a nuovi modi di abitare lo spazio e il tempo,il progetto dell’alloggio e, in particolare, dei suoi caratteri di-stributivi interni è un tema centrale del progetto di residen-za. La possibilità di trovare all’interno dell’alloggio gli spazi persvolgere (parte) dell’attività lavorativa e la necessità di poter-lo adattare a forme familiari e stili di vita mutevoli e non stan-

dardizzabili mettono il progetto nella condizione di dover pro-porre spazi con un ampio spettro di interpretazione. D’altrocanto, in ragione delle specifiche modalità di partecipazioneal processo di assegnazione degli alloggi, l’abitante tipico de-gli interventi residenziali cooperativi rappresenta generalmen-te la fascia più stabile della domanda abitativa, caratterizza-ta in genere da una notevole inerzia rispetto alle modifichein atto nella società. In questa occasione è quindi sembrato corretto focalizzarela questione della flessibilità su due aspetti differenti, uno re-lativo agli alloggi in assegnazione e uno a quelli in locazione.Per gli alloggi che verranno assegnati non pare opportuno pre-vedere la possibilità di mutare forme e dimensioni degli spa-zi abitativi nel tempo; risulta invece auspicabile che esse pos-sano venire modificate in fase realizzativa secondo le esigen-ze degli assegnatari, come da tradizione del rapporto dellecooperative con i propri soci. Il processo di modifica in corso d’opera avviene purtroppo spes-so senza l’aiuto del progetto (potremmo dire malgrado il pro-getto); si ritiene invece che gli edifici possano e debbano es-sere concepiti prevedendo una molteplicità di possibili confi-gurazioni interne delle tipologie, trovando in questo tema lospunto per la definizione di linguaggi e forme dell’architettu-ra appropriati. Negli alloggi destinati alla locazione è ragione-vole al contrario ipotizzare una flessibilità più spinta e conti-nuativa, nel solco delle ricerche che hanno caratterizzato gliultimi decenni del dibattito disciplinare. Possiamo quindi con-siderare per questa parte tanto una flessibilità interna al peri-metro dell’alloggio, quanto la possibilità di una periodica revi-sione dell’assetto distributivo di parti rilevanti degli edifici inrelazione alle mutate esigenze della società.Ai gruppi partecipanti era richiesto di prevedere, sulla totalitàdegli alloggi prodotti nell'intervento, l’80% da assegnare

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in proprietà e il restante 20% in locazione. Lo studio delle ti-pologie di alloggio doveva ragionare sull’adattabilità e sulla fles-sibilità delle soluzioni, valutando anche la possibilità di presen-tare gradi differenti di elasticità a seconda della tipologia diofferta. Nella progettazione di tutti gli alloggi dovevano esse-re rispettate tutte le normative vigenti. Era richiesta una com-posizione delle tipologie che prevedesse, indicativamente, il40% di bilocali, il 40% di trilocali e il 20% di quadrilocali perla parte in assegnazione, mentre il 70% di bilocali e il 30%di trilocali per la parte in locazione.

Risparmio energetico e sostenibilità ambientale Ai progettisti veniva richiesto di proporre adeguate soluzio-ni volte a garantire la tutela dell’ambiente e il risparmio ener-getico. In particolare dovevano essere ricercate soluzioni ca-paci di portare a una ottimizzazione energetica, basandosi sul-le possibili forme e tecnologie di risparmio di energia prima-ria, sull’utilizzazione razionale ed efficiente delle fonti ener-getiche tradizionali e sullo sfruttamento delle energie rinno-vabili. Gli edifici progettati erano ovviamente tenuti a rispet-tare tutte le normative vigenti in materia di risparmio ener-getico ed ecosostenibilità degli edifici. In particolare venivarichiesto di riflettere sul rapporto tra le scelte tecnologichee impiantistiche e la concezione e composizione dell’orga-nismo architettonico. Si ritiene infatti un aspetto particolarmente qualificante la ca-pacità di ricomporre in una strategia progettuale unitaria lamolteplicità di scelte legate all’impatto ambientale dell’abi-tare, risultando ormai tanto la tecnologia a disposizionequanto la cultura disciplinare sufficientemente mature persuperare la, spesso casuale, giustapposizione di strategieche ha caratterizzato la sperimentazione in questo camponei decenni passati.

Budget Nella progettazione dell’intervento i progettisti partecipantidovevano attenersi a un costo di costruzione massimo di cir-ca 1400 euro/mq, limite definito sulla base di uno studio deibilanci consuntivi di un campione di cantieri portati a conclu-sione dalle Cooperative afferenti a Federabitazione. A fini diconfronto, i partecipanti avevano a disposizione, tra i docu-menti scaricabili dal sito internet, un Capitolato delle operetipo fornito dalla committenza da cui era possibile evinceremateriali e i sistemi costruttivi utilizzati abitualmente nella rea-lizzazione dei progetti di edilizia cooperativa. Gli obiettivi diquesto concorso non possono che essere perseguiti ancheattraverso una nuova concezione dei rapporti tra costo e ma-nufatto, dove l’ottimizzazione del progetto, la ricerca su tec-nologia e materiali e la razionalizzazione del processo produt-tivo dell’edificio portino a una diminuzione del costo di co-struzione senza andare a detrimento della qualità comples-siva del manufatto. È oltremodo difficile desumere dagli elaborati di concorsoquestioni così propriamente tecniche ed economiche, ciònondimeno si è tentato di cogliere in ciascuno dei progetti lepotenzialità da questo punto di vista, essendo il low cost diqualità non solo un obiettivo di Federabitazione, ma anche unasfida compositiva, tecnica ed etica estremamente stimolan-te per l’architettura.

Le forme dell’abitare tra permanenze e mutazioniLo scopo del concorso era spingere i giovani professionistiad affrontare il progetto della residenza utilizzando le peculia-rità delle cooperative di abitanti come punto di vista privile-giato sul tema della casa di qualità per tutti. Nella composi-zione degli abitanti degli interventi cooperativi, negli obiettividelle cooperative stesse, nelle politiche degli enti locali, che

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sempre più si rivolgono al mondo cooperativo per integrarel’offerta di residenza sociale, risiedono i germi di nuove e fe-conde strategie per l’abitare contemporaneo. Permanenza emutazioni, opposte tensioni che caratterizzano congenitamen-te l’abitare, trovano in questo contesto un’espressione parti-colarmente significativa. La centralità degli abitanti, l’estranei-tà alle necessità di massimizzazione del profitto, l’attenzioneai processi e alle politiche, rendono le cooperative di abitantitra i più appropriati committenti di progetti che possano fis-sare nuovi standard qualitativi a costi accessibili. Con questo concorso Confcooperative-Federabitazione Lom-bardia prende l’iniziativa per colmare il gap che ha reso que-sto potenziale fino a oggi solo parzialmente espresso. Ai pro-gettisti il compito di raccogliere la sfida e di rilanciare attraver-so strategie ardite e realistiche ad un tempo.Il progetto dell’abitare torna dunque in primo piano chiaman-doci a rispondere a una nuova sfida: non si tratta infatti, og-gi, di progettare una casa per tutti, essendo ormai il concet-to stesso di “tutti” estremamente discutibile, ma piuttostodi tornare alla raccomandazione che Gian Luigi Banfi fecechiosando la Carta della Casa nel 1943, con l’auspicio che siprogettasse la casa per ciascuno.

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