AISCOM ATTI DEL XIII COLLOQUIO

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AISCOM ATTI DEL XIII COLLOQUIO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LO STUDIO E LA CONSERVAZIONE DEL MOSAICO con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Canosa di Puglia, 21-24 febbraio 2007) a cura di Claudia Angelelli e Federica Rinaldi

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AISCOM

ATTI DEL XIII COLLOQUIODELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA

PER LO STUDIO E LA CONSERVAZIONEDEL MOSAICO

con il patrociniodel Ministero per i Beni e le Attività Culturali

(Canosa di Puglia, 21-24 febbraio 2007)

a cura diClaudia Angelelli e Federica Rinaldi

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ANDREA PARIBENI – SILVIA PEDONE

MOSAICI E SECTILIA MEDIEVALINELLE ILLUSTRAZIONI DI ANDREA TERZI (1842-1918):

I MONUMENTI DELLA SICILIA NORMANNA*

Nel 1859, licenziando il volume in formato imperiale sul Duomo di Monreale(fig. 1), l’abate Domenico Benedetto Gravina rivendicava finalità e metodi dellasua monumentale fatica: «L’illustrazione di cui è parola non poteva andar sola.Ai giorni in cui viviamo non è lecito illustrare un sontuoso edificio, e non ripor-tarne in carta non solo i pezzi di architettura, di cui esso si compone, ma ancogli ornati, sia in rilievo, sia in pittura. Non è lecito in una parola non corrobora-re lo scritto con delle tavole, o come si suol dire, con un atlante, e trattandosi dimosaici, che risalgono al secolo dodicesimo, bisogna che queste tavole riproduca-no ed i colori, ed i fondi dorati dal vetusto originale»1. A soddisfare questa esi-genza venivano incontro all’abate di origine cassinese le moderne tecniche dellacromolitografia – «una delle colonne principali del nostro edificio in riguardo al-le tavole» – e l’opera «di artisti abili, che valessero a copiare e riportare l’anticosucarta», formati specialmenteper l’occasione,dacchédisegnatoriuscitidalleAc-cademie avrebbero potuto declinare con un gusto neoclassico lo stile medievaledei mosaici. «Fu necessità quindi trarre partito – prosegue il Gravina – dalla na-turale,e verginedisposizionedi talunigiovanotti, iqualibisognaimanomanoad-destrare a quella maniera rozza ed incompleta dell’antico, a quei panni angolati,a quel chiaroscuro senza gradazione, ma formato da due o tre semitinte sovrap-poste a taglio l’una dell’altra, a quei colori forti e tendenti al nero, da reggere alcontrasto del fondo metallico»2.

In questo novero di giovanissimi artisti arruolati dal Gravina troviamo per laprimavolta ilnomediAndreaTerzi,natoproprioaMonreale il10novembredel1842, in seguitoattivissimodisegnatoredimonumenticlassiciemedievalidellaSi-ciliaediRoma3,nonchécapostipitediunafamigliadiartistidalle singolariattitu-

* La stesura del testo di questa comunicazione è stata realizzata in stretta collaborazione tra i dueautori; si specifica tuttavia che Andrea Paribeni ha curato soprattutto le parti iniziale e finale dell’arti-colo (pp. 145-146 e 151-152), mentre Silvia Pedone si è dedicata a quella centrale (pp. 147-150).

1 D.B. GRAVINA, Il Duomo di Monreale illustrato e riportato in tavole cromo-litografiche, Palermo 1859-1869, p. VI.

2 Ibidem. L’impiego di «giovani d’ingegno» da parte del Gravina «per fare disegnare le tavole del-l’opera alla quale lavorava» è rammentato anche in una lunga relazione della Commissione di Anti-chità e Belle Arti datata novembre 1873, nella quale si puntualizza pure che ciò «fu un bene perchéabituò artisti a studiare attentamente lo stile di quella chiesa. Ma tali giovani già bene istruiti non fu-rono appresso neppure consultati per le ristaurazioni»; cfr. ACS, Min. P. I., Dir. Gen. AA. BB. AA., IIVersamento, II Serie, b. 254, fasc. 2796.

3 Su Andrea Terzi la bibliografia non è particolarmente estesa, limitandosi essenzialmente a lem-mi enciclopedici: si veda la menzione della sua opera sulla Cappella Palatina (per la quale vedi infra)nella Bibliografia Siciliana, ovvero Gran Dizionario bibliografico delle opere edite e inedite antiche e moderne diautor siciliani o di argomento siciliano stampate in Sicilia e fuori, II, Palermo 1881, p. 401; Dizionario degliartisti italiani viventi. Pittori, scultori e architetti, a cura di A. De Gubernatis, Firenze 1906³, pp. 509-510;A.M.COMANDUCCI,Dizionario illustratodeipittori,disegnatori e incisori italianimoderni e contemporanei,acu-ra di L. Servolini, Milano 1974 (4ª ed.), vol. 5, p. 3243; E. BÉNÉZIT, Dictionnaire critique et documentairedes peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs, XI, Paris 1976, p. 5.

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dini: dei due figli, il più eclettico Aleardo (1870-1943) si affermerà come illustra-toredisuccessodirivistee libriperl’infanzia,nonchécomecartellonistapubblici-tario (fig. 2) ed esponente della Secessione romana4; mentre il secondo, Amedeo(1872-1956), concentrerà il proprio sguardo sul mondo della natura, imponendo-si nel Regno Unito come straordinario esecutore di acquerelli nel campo dell’il-lustrazione entomologica5 (fig. 3).

Nella suddivisione del lavoro di riproduzione del ciclo monrealese, l’abateGravina assegnò ad Andrea Terzi i mosaici dell’area presbiteriale con la serie del-le scene cristologiche e le immagini dei santi a figura intera o a mezzo busto6;se nelle riproduzioni grafiche la sequenza delle scene narrative rispetta l’effetti-va collocazione dei mosaici nello spazio architettonico (fig. 4), i clipei con i bustidei santi, che si trovano in varie zone dell’edificio, sono invece “catturati” e riu-niti a formare tavole tematiche, dove prevale il gusto per composizioni armonio-se e ben calibrate (fig. 5).

L’introduzioneal volume sopra citatanon si sofferma sugli aspettipiùpraticidel lavoro sul campo, ma è verosimile che i giovani disegnatori utilizzassero pon-teggimobili,ricalcandoinuncertosensoleproceduredelcantieremedievale,co-me lasciano intenderealcune tavolecheritraggono, inmanieramodulare,porzio-nidiparetearticolate sudueregistrimusivi7. Idisegnicosì realizzati venivanopoiridotti adundecimo, epiù raramente adun ventesimo,per consentireun fedelegrado di lettura all’atto della trasposizione litografica; di tali originali sappiamo,da un documento del marzo del 1879, che essi erano esposti presso il Museo Na-zionalediPalermo8,maadogginon seneconoscono le sorti.SolodeidisegnidiGiuseppe Patricolo, consacrati prevalentemente alle piante architettoniche e allarappresentazionedeipavimenti edell’arredomarmoreo, si sa che finironoaLon-dra acquistati, in un momento imprecisato, dal Kensington Museum9.

4 Sull’attività di Aleardo vedi S. SALOMONE, La Sicilia intellettuale contemporanea. Dizionario bio-biblio-grafico, Catania 1913, pp. 423-424; S. CUPPINI SASSI, ‘Aleardo Terzi’, in Arte e immagine tra Ottocento eNovecento. Pesaro e provincia, Pesaro 1980, pp. 150-155; M. QUESADA, Aleardo Terzi tra Liberty e Deco, Pa-lermo1982;A.CERBONIBAIARDI, ‘AleardoTerzi’, inLa scuola del libro diUrbino, catalogodellamostra,Copenhagen, 22-31 maggio 1986, pp. 49-53.

5 Data la sua prevalente attività all’estero e partitamente nel Regno Unito, la bibliografia su Ame-deo è soprattutto inglese: cfr. P. MATTINGLY, ‘Amedeo John Engel Terzi 1872-1956’, in Mosquito Syste-matics, 8, 1976, pp. 114-120; L. WILKINSON, ‘A.J.E. Terzi and L.W. Sambon: early Italian influences onPatrick Manson’s “Tropical medicine”, entomology and the art of entomological illustration in Lon-don’, in Medical History, 46, 2002/4, pp. 569-579. Recentemente alla sua più che prolifica attività di il-lustratore scientifico è stata dedicata una mostra: Professional art enters entomological illustration: AmedeoJohn Engel Terzi 1872-1956, London, Wellcome Library, 12 January - 5 March 2004.

6 Per le riproduzioni dei mosaici attribuibili ad Andrea Terzi (erroneamente indicato nelle tavolecolnomediAndreaTerzo) vediGRAVINA 1859-1869, cit. anota1, tavv. 50,52,56,58,60,62,64,108,110, 116, 130, 132, 134, 136, 138, 142, 144, 146, 148, 150, 152, 154, 156, 158. Gli altri disegnatori at-tivi nel gruppo diretto dall’abate Gravina erano Giuseppe Patricolo (anch’egli erroneamente indicatonelle tavole come Patricola), R. Di Giovanni e M. Giovizzo. Gli incisori furono G. Francien Felder eK. Grado. Gran parte delle illustrazioni della monumentale monografia del Gravina sono state di re-cente riprodotte in un formato più accessibile: cfr. M. NARO, Anelli tutti di una sola catena. I santi neimosaici del Duomo di Monreale, Caltanissetta 2006.

7 Vedi ad esempio le tavole 15f, 17a, 18b, 19b, 19d, 20b in GRAVINA 1859-1869, cit. a nota 1.8 In una relazione datata 22 marzo 1879 Francesco Lanza Spinelli principe di Scalea, all’epoca R.

Commissario dei Musei e Scavi di Sicilia, parlando a proposito dei rilievi delle colonnine del chiostrodeiduomodiMonrealeeseguitivalentementedalmosaicistaGiuseppeBonannoZuccaro,sostienel’op-portunitàdiesporlipresso ilMuseoNazionalediPalermo“dove troverebberoottimo luogoaccantoal-le tavole del Duomo di Monreale or non tra quasi convenientemente collocate”: cfr. ACS, Min. P. I.,Dir. Gen. AA. BB. AA., I Versamento, b. 505, fasc. 620.13.

9Lanotiziaè riportata inF.TOMASELLI, Il ritornodeiNormanni:protagonisti e interpretidel restaurodeimonumenti a Palermo nella seconda metà dell’Ottocento, Roma 1994, p. 247 e tav. 16.

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Mancano pure le testimonianze della fase intermedia del lavoro, ovvero le la-stre sucuiveniva trasferito ildisegno;esseavrannoseguito ildestinodel laborato-rio litografico che le realizzò, una filiazione del noto stabilimento napoletano Ri-chter che impiantò, con Giorgio Frauenfelder e Corrado Grob, una sua succursa-le a Palermo, introducendo in tal modo l’industria cromolitografica in Sicilia10. ÈsingolarenotarecomeGravinacaldeggiasse l’impiegodiunostrumentocosì inno-vativo per l’apparato illustrativo quale la cromolitografia, per un’opera il cui im-pianto scientifico e ideologico era sostanzialmente fermo a posizioni superate nelretrodatareilmonumentomonrealeseadunimprobabileVIsecolo11,epreconcet-te, ancheper spiritodiossequioalla casa regnanteborbonica,nel volernegare lapaternità ai re normanni di questo come di tanti altri monumenti locali, che gliintellettuali sicilianipiùprogressisti rivendicavanoa lorovoltaaiRuggeroeaiGu-glielmo d’Altavilla quali simboli patriottici del novello stato unitario12.

Comunque la si voglia valutare13, la monografia sul duomo di Monreale co-stituì tuttavia una formidabile palestra per quegli architetti e quegli artisti che,nella seconda metà del secolo, si dedicheranno con innegabile fervore allo stu-dio, la documentazione e il restauro dei monumenti medievali della Sicilia; oltreal ben noto Giuseppe Patricolo14, responsabile dei restauri di tante chiese paler-

10 L’introduzione della tecnica litografica in Italia a partire dai primi anni dell’Ottocento non in-contrò subito il favore delle istituzioni italiane; infatti, nonostante si esaltassero tra le qualità soprat-tutto l’alta riproducibilità dei documenti, essa poneva ulteriori problemi estetici, soprattutto nel cam-po dell’editoria artistica. Nonostante gli stentati esordi della litografia in Italia, non se ne poté tropporallentare la diffusione, che vide infatti la nascita di stabilimenti, inizialmente stranieri, soprattutto at-torno ad alcune grandi città come Napoli, Venezia e Torino. Solo in seconda battuta la filiazione deiprimi stabilimenti diffuse la litografia nel resto della penisola: F. MAZZOCCA, ‘Litografia: fortuna e po-lemiche. Il primato di Napoli e Venezia’, in Storia dell’arte italiana. Parte terza. Situazioni momenti inda-gini. IX. Grafica e immagine. 2. Illustrazione, fotografia, Torino 1981, pp. 381-392; in particolare sullo svi-luppo in area campana vedi anche Vedute, ritratti, scene popolari: gli esordi della litografia a Napoli. Mostraiconografica, bibliografica, documentaria, Napoli 1999.

11 GRAVINA 1859, cit. a nota 1, pp. IV-V. Per un giudizio storiografico complessivo vedi G. CIOTTA,La cultura architettonica normanna in Sicilia: rassegna delle fonti e degli studi per nuove prospettive di ricerca,Società Messinese di Storia Patria, Messina 1992, pp. 11-12, 40-46, 63-85; TOMASELLI 1994, cit. a nota9, pp. 37-39.

12 Sull’impostazione ideologica sottesa allo studio e alla rivalutazione dell’architettura normannanelcorsodell’OttocentovediTOMASELLI1994,cit. anota9,pp.13-17;A.MANIACI,Palermo capitalenor-manna. Il restauro tra memoria e nostalgia dall’Ottocento al Piano Particolareggiato Esecutivo, Palermo 1994.Perunapiùgeneralepanoramicasulla storiografiaottocentescadedicataalpesoeall’ereditàdellacul-tura normanna nell’isola vedi ancora TOMASELLI 1994, cit. a nota 9 e, più recentemente, Les Norman-ds en Sicile: XIe - XXIe siècles. Histoire et légendes, Musée de Normandie, Ville de Caen 24 Juin - 15 Octo-bre, a cura di A. Buttitta & J.-Y. Marin, J.-M. Levesque, Milan 2006. La misura di questo modo di in-tendere il valore rappresentativo delle fondazioni normanne può essere ricavata dal testo di una let-tera circolare stilata nel febbraio del 1888 dal senatore Francesco Perez, che doveva essere inviata aicolleghi per trovare fondi a sostegno dei lavori di restauro eseguiti in quegli anni da Giuseppe Bo-nanno Zuccaro; perorando difatti la causa dei restauri, Perez scriveva che «l’amato Re Nostro…nonpuò volere che si disperdano le memorie viventi di quell’antica monarchia che raccolse intorno a sé ipiù egregi uomini della penisola, promosse la lingua illustre d’Italia e fu valido scudo alla Lega lom-barda contro la prepotenza straniera»; cfr. ACS, Min. P. I., Dir. Gen. AA. BB. AA., II Versamento, IISerie, b. 246, fasc. 2724.

13 Nella prefazione alla sua celebre monografia sui mosaici di Monreale Ernst Kitzinger elogiava ilcorpusdi cromolitografiedelGravina,definendolo«operamagnificaper l‘epoca incui fucomposta…di grande utilità per la compiutezza con cui i mosaici sono illustrati», anche se, proseguiva ad una va-lutazione condotta con criteri più aggiornati, le tavole ivi pubblicate lasciavano parecchio a desidera-re: cfr. E. KITZINGER, I mosaici di Monreale, Palermo 1960, p. 9.

14 Su Giuseppe Patricolo vedi, tra la vasta bibliografia, Della vita e delle opere del Prof. Arch. GiuseppePatricolo, commemorazione letta dall’Ing. Arch. Angelo Coppola addi 7 giugno 1908 nella grande au-la P. Luigi di Maggio. Società Siciliana per la Storia Patria in Palermo, Palermo 1908; G. LA MONICA,Giuseppe Patricolo “restauratore”, Palermo 1976; TOMASELLI 1994, cit. a nota 9, passim. Per ulteriore bi-bliografia si rimanda alle note successive.

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mitane quali ad esempio la Martorana15, San Cataldo16 e San Giovanni degli Ere-miti17, di questo “drappello di nuovi normanni” come li definiva più di dieci an-ni fa Franco Tomaselli nella sua illuminante monografia18, faceva parte anche ilnostro Andrea Terzi: di sua mano restano, pubblicate nel 1871, le tre tavole, fi-nemente disegnate ed incise, che illustrano gli intarsi lignei e le applicazioni me-talliche adornanti la porta arabo-normanna (fig. 6), già in opera nella cd. CasaMartorana19 e ora conservate presso la Galleria Regionale di Sicilia, e soprattut-to i disegni per il volume sulla Cappella Palatina che lo stesso Terzi, sulla scortadell’esperienza giovanile ed acquisite le competenze specifiche, provvide a trasfe-rire sul supporto litico.

Il volume sulla Cappella Palatina20 rappresenta il lavoro più noto del nostrodisegnatore, quello che gli diede maggior visibilità in ambito editoriale e che gliprocurò i successivi incarichi21. Nonostante le molteplici difficoltà legate alla mo-le di lavoro necessaria per la trasposizione del vasto repertorio d’immagini – chespaziadaimosaici ai sectiliamarmorei,dalpavimentocosmatescoaglioggettid’ar-redo liturgico, come le acquasantiere, fino al celebre soffitto dipinto – il proget-to fu fortemente voluto dall’autore, il quale, pur riservando per sé l’intera realiz-zazione delle complessive 97 tavole, si servì, per la redazione dei testi, dell’operadegli studiosiSaverioCavallari, collaboratorea suavoltacolSerradifalconellepri-me ricerchearcheologiche sugli edifici arabo-normannidiSicilia22,LuigiBoglino,

15 G. PATRICOLO, ‘La chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio in Palermo e le sue antiche adiacenze’,inArchivio Storico Siciliano,N.S. II, 1877,pp. 137-159; S.CAVALLARI, I ristauri della chiesa di S.Maria del-l’Ammiraglio detta la Martorana e la traduzione di una memoria del professore finlandese C.G. Estlander, Paler-mo1887;E.KITZINGER,TheMosaics of St.Mary’s of theAdmiral inPalermo,Washington1990 (DumbartonOaksStudies,XXVII),pp.25-26epp.112-121;C.BELLANCA, ‘LachiesadiSantaMariadell’Ammiraglio(LaMartorana)aPalermo’, inArchitettura:processualità e trasformazione,AttidelConvegnoInternaziona-le di Studi, Roma, 24-27 novembre 1999, a cura di M. Caperna e G. Spagnesi (Quaderni dell’Istituto diStoria dell’Architettura, 34-39, 1999-2002), Roma 2002, pp. 189-196, in part. pp. 195-196.

16 R.DILIBERTO, ‘La chiesanormannadi S.CataldoaPalermo’, in Palladio,N.S., 9, 1996, 17,pp.17-32. In particolare per le decorazioni pavimentali vedi EADEM, ‘Il pavimento a tarsie marmoree del-la chiesa di S. Cataldo in Palermo’, in AISCOM IV, pp. 343-364.

17 Per i restauri alla chiesa vedi T.TORREGROSSA, ‘Le cupoledella chiesadi S.GiovannidegliEre-miti a Palermo: i restauri ottocenteschi’, in Storia e restauro di architetture siciliane, a cura d S. Boscari-no e M. Giuffrè, Roma 1996, pp. 81-92 (Storia Architettura, N.S., 2).

18 TOMASELLI 1994, cit. a nota 9, p. 16.19 Cfr. G. RIOLO, La porta arabo-normanna esistente nell’ex monastero della Martorana in Palermo descrit-

ta da Gaetano Riolo disegnata ed incisa da Andrea Terzi, Palermo 1871. L’edificio, consistente all’epoca inunportico concolonnee capitellipostoa suddella chiesadiS.Mariadell’Ammiraglio, vennedistrut-to durante i bombardamenti del 1943: G. BELLAFIORE, Architettura in Sicilia nelle età islamica e norman-na (827-1194), Palermo 1990, p. 156, figg. 211-212.

20 La Cappella di San Pietro nella Reggia di Palermo dipinta e cromolitografata da An.a Terzi ed illustratadai Professori M. Amari, S. Cavallari, L. Boglino ed I. Carini, Palermo 1889.

21TraquestiricordiamoleincisionieseguiteperlamonografiadiGioacchinoDiMarzosuiGagini:cfr.G.DIMARZO, IGagini e la scultura in Sicilianei secoliXV eXVI.Memorie storiche e documenti, I,Paler-mo1880.Peruna valutazione criticadiquest’opera edell’apporto che adessadiedeAndreaTerzi ve-di ora I. BRUNO, ‘Gioacchino di Marzo e il clima culturale e artistico palermitano nella seconda metàdell’Ottocento’, in Gioacchino Di Marzo e la critica d’arte nell’Ottocento in Italia, Atti del Convegno, Paler-mo 15-17 aprile 2003, a cura di S. La Barbera, Palermo 2004, pp. 263-279, in part. p. 266 e figg. 1-5.

22 Tra le opere di Domenico Lo Faso duca di Serradifalco si rimanda in particolare al volume DelDuomo di Monreale e di altre chiese siculo-normanne, Palermo 1838. Per alcune recenti valutazioni critichedella sua opera vedi TOMASELLI 1994, cit. a nota 9, pp. 28-29; M. GIUFFRÈ, ‘Da Serradifalco ai Basile:il mito normanno nella nuova architettura di Palermo’, in Tradizioni e regionalismi: aspetti dell’eclettismoin Italia, a cura di L. Mozzoni e S. Santini, Napoli 2000, pp. 143-179 e G. CIANCOLO COSENTINO, Ser-radifalco e la Germania: la “Stildiskussion” tra Sicilia e la Baviera, 1823-1850, Benevento 2004. Di Cavalla-ri ricordiamo, per l’attinenza coi temi qui trattati, Rapporto del prof. Saverio Cavallari all’illustrissima de-putazione per i restauri del Duomo di Monreale, Palermo 1878.

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sacerdote e bibliotecario della Biblioteca del Senato Palermitano23, Isidoro Cari-ni storico e archivista24 e, più noto di tutti, Michele Amari, di cui va ricordata inquestocontestosoprattutto l’operadi traduzioneedi interpretazionedelleepigra-fi arabe presenti sui monumenti della Sicilia normanna25.

L’opera, inizialmente uscita in fascicoli, riscosse subito un grande successo evennepremiataall’EsposizioneUniversalediViennadel187326,eaquelladiPari-gi del 187827. Il compimento della monumentale impresa richiese comunque ben17 anni e venne portata a termine soltanto nel 1889 grazie agli sforzi dell’editoreBrangi– in seguitodirettocollaboratoredell’artistae sociodello stabilimento lito-grafico “Terzi & Brangi”28. Come si è detto, ad Andrea Terzi si devono per inte-ro le grandi illustrazioni che mostrano l’attenta perizia dell’artista nella resa iper-realistica e filologicamente rigorosa dei rilievi29.

Quasi ad implicita confermadellaprofondadimestichezzaacquisitanelladiu-turna frequentazione dei monumenti normanni di Palermo, l’artista concludevaidealmenteilsuolavoroconl’illustrazionedelfrontespizio(fig.7),cheèperòunasortadicapricciomedievale, incuiTerzimontaconironiaelementidiversidesun-tidacontesti indipendenti. Se, infatti, aquell’epocanon sono infrequenti inope-re del genere frontespizi illustrati che raccolgano insieme i motivi decorativi con-tenuti nel volume30, il nostro autore sembra qui voler creare qualcosa come un

23 Luigi Boglino (1850-1917) si occupò della maggior parte dei testi del volume di Andrea Ter-zi, soprattutto della ricostruzione delle vicende religiose dell’oratorio palatino, vedi La Cappella di SanPietro 1889, cit. a nota 20, pp. 7-56 e inoltre L. BOGLINO, Storia della Real Cappella di S. Pietro della reg-gia di Palermo, Palermo 1894. Della sua attività si ricorda la pubblicazione in quattro ampi volumi delcatalogo dei manoscritti (1884-1892) e vari contributi inediti basati sul materiale della Biblioteca delSenato palermitano, C. FRATI, Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani dal secolo XIV alXIX, pp. 104-105.

24L’attivitàdelcanonicopalermitanosiè incentrata soprattutto sullo studiodelladiplomaticanor-manna, greca ed araba dell’Archivio di Stato di Palermo; una volta chiamato a Roma da Leone XIII,doveoccupòilpostodiSotto-Archivistaall’ArchivioVaticano,fuilprimodocenteadoccuparelacatte-dradiPaleografiadella“ScuolaVaticanadiPaleografiaeCriticaApplicata”:I.CARINI,GliArchivie leBi-bliotechediSpagna in rapportoalla storiad’Italia ingenerale ediSicilia inparticolare,Palermo1884;De rebusRegniSiciliae(9settembre1282-26agosto1283).Documentiineditiestrattidall’ArchiviodellaCoronad’Aragonae pubblicati dalla Sovrintendenzaagli archivi della Sicilia,Palermo1882(rist. anast. 2 voll.,Palermo1982);G. BATTELLI, s.v. ‘Carini, Isidoro’, in Dizionario Biografico degli Italiani, 20, Roma 1977, pp. 102-106.

25M.AMARI,Le epigrafi arabiche di Sicilia trascritte, tradotte e illustrate, Palermo1875-1883, I-III.Le ri-cerche linguisticheedepigrafichedell’Amariebberouna significativa ricadutanelladefinizionedeica-ratteri della cultura artistica medievale siciliana, vedi in proposito G. BELLAFIORE, ‘Il contributo di Mi-chele Amari alla storia dell’architettura dell’età normanna in Sicilia’, in Presenza della Sicilia nella cultu-ra degli ultimi cento anni, Congresso storico internazionale, Palermo 20-25 ottobre 1975, Palermo 1977,II, pp. 711-720. Più in generale vedi R. ROMEO, F. GABRIELI, s.v. ‘Amari, Michele’, in Dizionario Biogra-fico degli Italiani, 2, Roma 1960, pp. 637-654.

26 Secondo L’Esposizione Universale di Vienna del 1873 illustrata, Milano 1873, dispensa 33° Belle Ar-ti - Sezione italiana, p. 260, Andrea Terzi venne insignito in quell’occasione di una menzione onore-vole nella sezione Litografia e Cromolitografia.

27 Esposizione Universale del 1878 in Parigi, Sezione italiana, Catalogo delle Arti, Roma 1878.28 S.PEDONE, ‘Presentazione’, inA.TERZI,LaCappelladi SanPietronellaReggiadiPalermo,Palermo

1987, p. II. ristampa anastatica de La Cappella di San Pietro 1889, cit. a nota 20.29Anche la letteratura criticanovecentescaha riconosciuto ipregidella trasposizionegraficadella

PalatinacuratadaAndreaTerzi,pursegnalandoneinalcunicasiilimitiinrapportoallacorrettaletturadella decorazione musiva; per una panoramica di citazioni ci limitiamo a segnalare V. LASAREFF, ‘TheMosaicsofCefalù’,inArtBulletin,17,1935,pp.184-232,inpart.pp.221-222;W.TRONZO,Theculturesofhiskingdom:RogerIIandtheCappellaPalatina inPalermo,Princeton1997p.43,nota54.Specialeapprez-zamentoperleriproduzionideiparticolaridelsoffittoamuqarnasdipintomostraU.MONNERETDEVIL-LARD,Lepitturemusulmaneal soffitto dellaCappellaPalatina inPalermo,Roma1950,pp.21-22,31,33,45.

30 È il caso del già citato lavoro di Gravina su Monreale (cfr. fig. 1) al quale Terzi partecipò atti-vamente e da cui poté prendere spunto. L’abate Gravina organizzò il frontespizio attingendo ampia-

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“falso originale”, in stile credibilmente bizantino ma frutto di una pura invenzio-ne iconografica. Invano si cercherà tra imosaiciesistentinellacappellaPalatina ilsingolarepastiche incui compareRuggero II (fig.9)– in realtà, ricalcato sullapo-sadel reGuglielmonelpannellodelduomodiMonreale(fig.10),macon l’iscri-zioneripresadalriquadromusivodellaMartoranaconilrenormannoincoronatodaCristo(fig.11)–cheoffreal santotitolaredellacappellaunmodellodichiesafantasiosamente ispirato agli edificimedievalipalermitani.Anche i bordidecorati-vi e i motivi dello sfondo si richiamano, più o meno precisamente, alle epigrafi eagli arabeschi presenti nel partito ornamentale della cappella31 (fig. 8).

Al di là di questa divertita divagazione iconografica, la scrupolosa fedeltà deirilievi grafici dell’opera di Terzi potrebbe servire quale strumento di verifica, al-meno indiretta,pervalutare l’entitàe l’estensionedeirestauriche, secondoquan-to attestano i documenti, i mosaici della Palatina dovettero subire negli anni im-mediatamente successivi alla pubblicazione del volume32. Addirittura non si puòescludere che gli stessi restauratori dell’epoca si siano valsi dei suoi disegni comeausiliario strumento d’analisi. D’altra parte, una più attenta indagine, tanto tra lecarte d’archivio, quanto direttamente sul testo musivo, consentirebbe di vagliarepiù partitamente l’attendibilità della testimonianza figurativa resa dall’autore33.

Va sottolineato in conclusione come, tanto per il volume di Monreale quan-to per quello dedicato alla Cappella Palatina, fu determinante il ruolo rivestitodal sontuoso apparato illustrativo offerto dalle tavole cromolitografate (figg. 12-13);già leprimeparziali sperimentazionie ilbrevettodepositatonel1837daGo-

mente, per gli ornati e le figure, ai mosaici del Duomo, coronando poi la composizione con le Armidei Normanni e quelle della propria famiglia, conformemente allo spirito di esaltazione dinastica chemotivò anche la realizzazione dell’imponente volume.

31 La natura e le caratteristiche del frontespizio ideato da Andrea Terzi sono brevemente com-mentate in TH. DITTELBACH, D. SACK, La chiesa inferiore della Cappella Palatina a Palermo. Contesti - Pro-getti - Rilievi, Künzelsau 2005, p. 21.

32 Sui restauri ai mosaici della Cappella Palatina condotti nelle ultime due decadi del XIX secolovedi E. KITZINGER, I mosaici del periodo normanno in Sicilia. Fasc. II. La Cappella Palatina di Palermo. I mo-saici delle navate, Palermo 1993, pp. 17-18; TOMASELLI 1994, cit. a nota 9, pp. 77-152.

33 Per i documenti d’archivio, già in buona parte consultati da Tomaselli (TOMASELLI 1994, cit. anota9,passim), vediACS,Min.P.I.,Dir.Gen.AA.BB.AA., IIVersamento, II Serie,b. 246, fasc. 2724.Il mosaicista attivo in questi anni è il già citato Giuseppe Bonanno Zuccaro, il cui operato sembra es-sere apprezzato dal Patricolo, forse anche per la maggior prudenza che caratterizza i suoi interventi,dettata dalla generale esiguità dei fondi stanziati dal Ministero, oltre che dal timore di suscitare, conrifacimenti troppo estesi, nuove velenose polemiche attorno ai lavori di restauro. Per i restauri musivideidecenniprecedenti,coordinatidalPatricoloedeseguitidalnotomosaicistaRosarioRiolo,eper lepolemichesorteattornoallemetodologieeaicriteri inessiperseguiti,vediL.CLEMENTE,SuimosaicidiCefalù, Monreale e Palermo e sulla necessità d’una scuola di mosaico in Sicilia, Cefalù 1868; G. RIOLO, ‘Del-l’artificiopraticodeimusaici antichiemoderni’, estrattodaNuoviAnnali diCostruzioni,Arti e Industrie,II, 2-3 (1870), pp. 1-16; C.F. BISCARRA, ‘Di Rosario Riolo e dell’arte del mosaico in Sicilia’, in L’Artein Italia, V, 6-7, 1873, pp. 86-89; Rapporto del prof. Saverio Cavallari 1878, cit. a nota 22; V. DI GIOVAN-NI,La topografiaanticadiPalermo, II,Palermo1890,pp.181 ss. (incui vengonoriportatigli articoli ap-parsi negli anni precedenti sulle Nuove Effemeridi Siciliane a favore e contro l’operato della R. Commis-sione di Antichità e Belle Arti nel restauro dei mosaici della Martorana); M. ANDALORO, ‘I mosaici diCefalù dopo il restauro’, in IIICollIntMos, pp. 105-116, in part. pp. 107-108; TOMASELLI 1994, cit. a no-ta 9, pp. 98-112; A. MARGAGLIOTTA, A. MAZZÈ, ‘Materiali e tecniche dei mosaici di Sicilia’, in I mosai-ci. Cultura, tecnologia, conservazione, Atti del Convegno di Studi, Bressanone, 2-5 luglio 2002 (Scienze eBeniCulturali,XVIII),Venezia2002,pp.787-800, inpart. tav.44;M.GUTTILLA, ‘Un interpretedel re-stauromusivonell’Ottocento.RosarioRioloe il suoambiente’, inGioacchinoDiMarzo2004,cit. anota21,pp.246-262;A.PARIBENI, ‘Metodologieepratichedi interventoneicantieridi restauromusivodel-l’ItaliaCentroMeridionalenella secondametàdelXIX secolo’, inVIIIthConference of InternationalCom-mittee for the Conservation of Mosaics. Wall and Floor Mosaics: Conservation, Maintenance, Presentation, Thes-saloniki 29 October - 3 November 2002, Thessaloniki 2005, pp. 45-61. Più in generale M. GUTTILLA,Camillo Boito e la cultura della tutela e del restauro nella Sicilia dell’Ottocento, Palermo 1990.

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defroy Engelmann avevano fatto intuire ad artisti, editori e stampatori le enormipotenzialità commerciali che l’utilizzo di diverse cromie offriva alla tecnica lito-grafica inventata da Aloys Senefelder allo scadere del XVIII secolo34. Ancor piùche per la litografia artistica, la “stampa chimica” apriva orizzonti radiosi per tut-taquellaeditoriachepoteva trarre vantaggiodalle illustrazionia colori:nonaca-so, quindi, la nuova tecnica trovò spazio nella realizzazione di libri d’arte, operedidattiche e divulgative di argomento scientifico o umanistico, carte geografichee topografiche – nelle quali per inciso si cimentò lo stesso Andrea Terzi collabo-rando nel 1881 alla Pianta archeologica e topografica di Siracusa35 – manifesti pubbli-citari, figurine e così via. Non tutti ovviamente apprezzavano gli esiti, spesso a di-re il vero non proprio lusinghieri, di tali produzioni e c’era chi metteva in guar-dia i veri conoscitori da simili imitazioni36, ma il successo tra il pubblico era ga-rantito dall’effetto invitante delle variopinte immagini e dalla relativa accessibilitàdi questi prodotti. Nel campo più specifico dell’editoria storico-artistica dedicataallo studio di rivestimenti pavimentali, parietali e di elementi d’arredo sia a mo-saico che in marmo, le proposte furono molteplici, sia all’estero37 che in Italia:per la produzione di quest’ultima, oltre ai volumi siciliani di cui ci siamo occu-pati, vorremmo richiamare l’attenzione almeno sull’opera sui mosaici delle chiesedi Roma avviata da Giovan Battista De Rossi ed edita, con notevoli traversie, trail 1872 e il 189938. Anche per questa pubblicazione, come lo era stato per l’editiograviniana di Monreale, fu determinante il contributo di uno stampatore d’oltral-pe come Guglielmo Haas, proprietario della libreria Spithöver, a conferma dellasuperiorità della tecnologia tedesca e austriaca in questo settore.

Tornando ad Andrea Terzi, va detto che il sostegno dell’editoria straniera fuparticolarmente importante anche in chiave strettamente familiare: il matrimonioconRoseEngel, figliadiEmilM.Engel, editore svizzerocon sedi aViennaeLip-sia,gliconsentìinfattidiampliarelasuaattivitàconlapartecipazioneallegiàmen-zionate Esposizioni Universali di Vienna e Parigi, nonché permise ai figli Aleardoe Amedeo di contribuire, con più di 200 illustrazioni (fig. 14), ad un volume de-dicato a Roma su testi di Schoener, edito proprio dal loro nonno materno39.

34 Sulla nascita e lo sviluppo della tecnica litografica cfr. M.J. FRIEDLÄNDER, Die Litographie, Berlin1922; De Géricault à Delacroix. Knecht et l’invention de la lithographie 1800-1830, Paris 2005. In particolaresugli esordi della cromolitografia e sui risvolti che questa tecnica ebbe nella produzione degli artistivedi G. VON GROSCHWITZ, ‘The significance of XIXth century color lithography’, in Gazette des Beaux-Arts, 44, 1954, pp. 243-266.

35 Atlante della Topografia archeologica di Siracusa, eseguito dal prof. Fr. Sav. Cavallari e dall’ing. Cri-stoforo Cavallari per ordine del Ministero della Pubblica Istruzione, Palermo 1883 (XV tavole).

36AdesempioPhilipHamertonscrivevache«It seemsalmostcruel tocondemninasinglesenten-ce the labours of many industries and enterprising people, but I am constrained to say that the pro-per provinces of chromo-lithography are heraldry, representation of stained glass, and copies of me-dieval illuminations… the employment of chromolithography to imitate the synthetic colour of pain-ters is one of those pernicious mistakes by which well-meaning people do more harm than they ima-gine». Vedi PH. HAMERTON, The Graphic Arts: a treatise on the varieties of drawings, panting, and engravingin comparison with each other and with nature, London 1882, p. 375.

37Sivedano,perfaresoloqualcheesempioF.M.HESSEMER,ArabischeundaltitalienischeBauverzierun-gen,Berlin1842;O.JONES,GrammarofOrnament,London1856(rieditatorecentementeinfrancesevediIDEM, La grammaire de l’ornament, Paris 2001); H. DOLMETSCH, Der Ornamentenschatz, Berlin 1883. Molteillustrazioni tratte dalle opere sopra citate corredano il recente volume di P. PAJARES-AYUELA, Cosmate-squeOrnament:FlatPolychromeGeometricPatterns inArchitecture,London2002,passim.DiHessemervadet-to,per inciso,chesi trattavadiunprofondoconoscitoredellaSicilia,cfr. inpropositoF.M.HESSEMER,Lettere dalla Sicilia, a cura di M.T. Morreale con 50 disegni inediti dell’autore, Palermo 1992.

38 G.B. DE ROSSI, Musaici cristiani e saggi dei pavimenti delle chiese di Roma anteriori al sec. XV, Roma1873-1899.

39 R. SCHOENER, Rom: mit 290 Original-Illustrationen von Aleardo und Amadeo Terzi, G. Bacarisas, M.Barbasan, E. Benlliure, O. Brioschi. E. Fuchs, F. v. Lenbach, F. Lionne, S. Macchiatti und M. Pagani, hrsg.

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Si potrebbe dire, alla luce di quanto finora osservato, che la famiglia Terzi,nell’apparentedisomogeneitàdellepropriescelteartistiche,abbiaattuatounasor-tadi strategia imprenditoriale, inquantociascunodeimembri si specializzò indi-stinti settori – la copia artistica del mosaico medievale, la grafica pubblicitaria ela stampa di volumi per l’infanzia, il disegno scientifico e naturalistico – rispettoai quali l’editoria che faceva uso di illustrazioni a colori offriva grandi opportuni-tà. In questa chiave di lettura non è da escludersi che la produzione romana diAndrea Terzi – di cui intendiamo occuparci in una prossima occasione – avviatain tardaetà ededicata inparticolare allameticolosae smagliante riproduzionedipavimentiearredicosmateschi,puntassealmedesimoobiettivoeditoriale; l’opera-zione, se mai fu realmente concepita, tuttavia non riuscì, ma, fortunatamente, nerestano, in questo caso, le elaborazioni preliminari40. Le ragioni di questo even-tuale cambiamento di piani non sono note, ma sono forse intuibili: probabilmen-te, siamo nei primi due decenni del secolo scorso, i tempi erano cambiati, la fo-tografia si diffondeva sempre più incisivamente come obiettivo strumento di resti-tuzione del dato reale e finiva così per soppiantare forme mediate di restituzio-ne dell’immagine, tra queste anche la più recente e celebrata nel secolo appenatrascorso, la litografia.

von E.M. Engel, Wien 1898. L’illustrazione conclusiva del volume (qui a fig. 14) presenta un gruppodiavventoridiun’osteria tra iquali sipossonoforsericonoscere,neiduegiovaniadestra, i ritrattideifratelli Terzi. Si confronti, per una conferma all’ipotesi, l’autoritratto, grosso modo, di Aleardo, ora incollezione milanese, pubblicato in CUPPINI SASSI 1980, cit. a nota 4, fig. a p. 152.

40Si tratta inparticolaredialcuni splendidialbumacquerellati, conservatipresso laBibliotecadel-l’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte a Palazzo Venezia, che testimoniano dell’eccezio-nalerigoreepuntualitàcon iqualiAndreaTerziandavariproducendo i sectiliacosmateschidelleprin-cipali chiese medievali romane; queste raccolte, assieme ad altro materiale edito ed inedito, sarannooggetto di un nostro prossimo lavoro.

REFERENZE FOTOGRAFICHE: ove non altrimenti speciicato, le fotograie sono di Silvia Pedone.

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Fig. 1 – Frontespizio del volume di Domenico BenedettoGravina sul duomo di Monreale (da GRAVINA 1859-1869,cit. a nota 1).

Fig.2–AleardoTerzi,Mani-festo pubblicitario “Dentol”,1914, G. Ricordi Milano.

Fig.3–AmedeoTerzi,Theo-baldiaannulata(oggiclassifi-catacomeCulisetaannulata),1939ca.,acquerellosucarta,mm 445 x 320, Natural Hi-story Museum, London.

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Fig.4–AndreaTerzi,Monreale,mosaicidelpresbiterio(daGRAVINA1859-1869,cit.anota1).

Fig. 5 – Andrea Terzi, Monreale, tavo-la con Santi entro clipei dai sottarchidelpresbiterio(daGRAVINA1859-1869,cit. a nota 1).

Fig.6–AndreaTerzi, rilievidellaporta li-gnea di Casa Martorana (da RIOLO 1871,cit. a nota 19).

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Fig.7–AndreaTerzi,frontespiziodelvolumesul-la Cappella Palatina (da La Cappella di San Pietronella Reggia di Palermo 1889, cit. a nota 20).

Fig. 8 – Andrea Terzi, Cappel-laPalatina,particolaredellade-corazione musiva tra le finestre(daLaCappelladiSanPietronel-la Reggia di Palermo 1889, cit. anota 20).

Fig. 9 – Palermo, chiesa dellaMartorana,pannellomusivoconRuggero II, particolare.

Fig.10–Monreale,Duomo,mo-saicoconGuglielmo II,partico-lare.

Fig.11–Palermo,chiesadellaMartorana,pannelloconRuggero II, particolare dell’iscrizione.

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Figg. 12-13 – Tavole dei mosaici della Cappella Palatina (da TERZI 1889, cit. a nota 20).

Fig. 14 – Amedeo Terzi, Osteria dei Castelli Romani (da SCHOENER 1898, cit. a nota 39).

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INDICEGENERALEDELVOLUMEXIII

Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Indirizzo di saluto del Sindaco di Canosa di Puglia, rag. Francesco Ventola . . . .

Indirizzo di saluto della prof.ssa Silvia Godelli, Assessore al Mediterraneo della RegionePuglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Indirizzo di saluto del Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della PugliaRuggero Martines . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Indirizzo di saluto del Direttore del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degliStudi di Foggia, prof. Giuliano Volpe . . . . . . . . . . . . .

Intervento introduttivo del prof. Federico Guidobaldi, Presidente dell’AISCOM . . .

ALESSANDRA DE STEFANO – ROBERTA GIULIANI – DANILO LEONE – GIULIANO VOLPEI mosaici e i rivestimenti marmorei della chiesa di S. Maria a Canosa diPuglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

ALESSANDRO D’ALESSIO – PATRIZIO PENSABENEVecchi e nuovi dati sulle pavimentazioni e i mosaici dell’area di San Leu-cio a Canosa . . . . . . . . . . . . . . . . .

GIULIANO DE FELICE – ALESSANDRA DE STEFANO – MARIA TURCHIANO – GIULIANOVOLPE

I mosaici e i rivestimenti marmorei della villa di Faragola, Ascoli Satriano(FG) . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

MARIA TURCHIANOI pannelli in opus sectile di Faragola (Ascoli Satriano, Foggia) tra archeolo-gia e archeometria . . . . . . . . . . . . . . .

PASQUALE FAVIAIl pavimento del soccorpo di Santa Maria di Siponto . . . . . .

MARIA RAFFAELLA CASSANO – MARISA CORRENTE – LISA PIETROPAOLOAspetti e problemi dei mosaici pavimentali della Puglia settentrionale ecentrale in età romana . . . . . . . . . . . . . .

RACHELE CARRINOLa pavimentazione della chiesa di S. Benedetto a Bari . . . . . .

GIORGIA LEPOREIlmosaicopavimentaledel tempiettodiS.MiserinopressoSandonaci(BR)

LAURA MASIELLOPavimenti romani da Taranto tra vecchie e nuove acquisizioni. Un primobilancio . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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FULVIO COLETTI – GIULIA STERPAResti pavimentali in cementizio, mosaico e sectile dall’area del tempio diVenere a Pompei: dati di scavo . . . . . . . . . . . .

FEDERICO GUIDOBALDI – CLAUDIA ANGELELLISectilia pavimenta a modulo quadrato “a campionario”: gli esempi pompeia-ni e le analogie con quelli ercolanesi . . . . . . . . . .

LUANA SPADANOIl pavimento in opus sectile del belvedere della Villa dei Papiri . . . .

MONICA GRANDI – FEDERICO GUIDOBALDILaclassificazionedeimosaiciecementizi con insertidiErcolanoed ilpro-blemacronologicodell’introduzionedeimarmipolicrominella culturapa-vimentale romana . . . . . . . . . . . . . . . .

STEFANO BUONAGUROIl Sacello degli Augustali di Miseno: un pavimento “sommerso” . . .

CHIARA CESARINIFrammenti musivi inediti da scavi nell’ambito della basilica paleocristianadi S. Restituta a Napoli . . . . . . . . . . . . . .

STEFANIA FURELLI – MANUELA GIANANDREAL’altare e il pavimento della Cappella Minutolo nel Duomo di Napoli. .

MARIA ANTONIETTA IANNELLI – MICHELA TRAINIEsempi inediti di opus signinum con motivo a crocetta provenienti dal ver-sante orientale del Comune di Salerno e un contributo per il riesame deimosaici pavimentali della villa marittima di Minori (SA) . . . . .

LUCIA MAJORCAUn sepolcro a mensa mosaicato nell’ipogeo I di Via Bignami a Siracusa .

ANDREA PARIBENI – SILVIA PEDONEMosaici e sectilia medievali nelle illustrazioni di Andrea Terzi (1842-1918):i monumenti della Sicilia normanna . . . . . . . . . . .

ANDREA RAFFAELE GHIOTTO – MARTA NOVELLONuovi dati sul pavimento in opus sectile del Foro di Nora (CA). . . .

FEDERICA RINALDIMotivi geometrici di alcuni mosaici della Cisalpina: tradizione italica o in-flussi africani? . . . . . . . . . . . . . . . . .

LUCIA ROMIZZIPavimenti sannitici in acciottolato da Pompei, a partire da un disegno de-gli scavi del Macellum . . . . . . . . . . . . . . .

ANDREA SALCUNIDecorazioni pavimentali negli edifici templari di età repubblicana inAbruzzo . . . . . . . . . . . . . . . . . .

VINCENZA IORIOLapresenzadellacintamurarianeimosaicidiPompeiedel suoagered inquelli di Ostia: un confronto . . . . . . . . . . . .

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EMANUELA MUSOTTOL’iconografia del gatto: echi egizi in due mosaici campani. . . . .

LAURA PASQUINIMarzo “spinario” nel mosaico pavimentale di Otranto e nell’iconografiamedievale . . . . . . . . . . . . . . . . . .

GABRIELE CANUTILe posate dell’Ultima Cena. Una testimonianza musiva marciana sulla dif-fusione della forchetta da Bisanzio all’Italia . . . . . . . . .

GIORDANA TROVABENEUn’eroina della saga ebraica nell’iconografia musiva medievale . . .

ISABELLA BALDINI LIPPOLISAtletismofemminileeideologiaaristocraticanelprogrammadecorativodel-la villa di Piazza Armerina . . . . . . . . . . . . .

MARTA NOVELLO – MONICA SALVADORIDue mosaici inediti da Aquileia. Il progetto di indagine della Casa delleBestie Ferite . . . . . . . . . . . . . . . . .

MICHELE BUENOLa Casa del Chirurgo di Aquileia: i rivestimenti pavimentali . . . .

FULVIA FABBI – PAOLA NOVARAAnnotazioni sopra alcuni cartoni inediti conservati presso l’Istituto d’Arteper il Mosaico di Ravenna: il contributo di Alessandro Azzaroni . . .

PAOLA RENDININovità per le pavimentazioni della Villa del Saraceno a Giglio Porto (Isoladel Giglio, GR) . . . . . . . . . . . . . . . .

MATTHIAS BRUNO – FULVIA BIANCHIIl pavimento del pronao del Tempio Rotondo a Ostia . . . . . .

MATTHIAS BRUNO – SABRINA VIOLANTE – MAURO MAIORANO – ANNALUCIA LIONETTISu un lacerto pavimentale in opus sectile nella basilica di Porto (Roma) .

VALENTINA VINCENTIPavimenti dalla prima fase delle terme di Fregellae (FR). Cenni preliminari

SABRINA PIETROBONO – RACHELE FRASCAIl pavimento della chiesa di S. Giacomo: un sectile cosmatesco pressochéinedito . . . . . . . . . . . . . . . . . .

FRANCESCA TACCALITEMosaici scomparsi di Roma sul Colle Celio. Le riproduzioni settecentescheneidisegnidiGaetanoPiccinidelCodiceCorsinienelvolumede“Lepittu-reantichedellegrottediRoma”diPietroSantiBartolieFrancescoBellori

FRANCESCO DI JORIOMosaici inediti da Via Maida (Roma, loc. Borghesiana). . . . . .

BARTOLOMEO MAZZOTTARoma, ritrovamenti di mosaici di età imperiale dalla Via Appia Antica (IV-V miglio) . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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FABRIZIO SLAVAZZIUn mosaico perduto e le esedre di Piazza d’Oro a Villa Adriana . . .

FRANCESCA DI RENZOPavimenti musivi dalla “Villa di Lunghezzina” (Roma) . . . . . .

DANIELA ROSSI – GIOVANNI SVEVOUnmosaicoconMedusadalcomplessotermaledellaVilladiOlivella(Casteldi Guido, Roma) . . . . . . . . . . . . . . . .

MICHELE MACCHIAROLA– ROSSANO FONTANELLILe pavimentazioni musive degli ambienti termali di Torretta Vecchia (Col-lesalvetti, LI): studio archeometrico e tecnologico . . . . . . .

CRISTINA BOSCHETTI – DINO BOCCACCINI – ANNA CORRADI – ELIE KAMSEU – CRISTI-NA LEONELLI

Inaudito genere luxuriae. Storia di un vetro rosso . . . . . . .

STEFANIA FOGAGNOLO – ALESSANDRO LUGARIUn’antica metodologia di lavorazione nelle lastre in opus sectile: il tipo digiunzione a zig-zag . . . . . . . . . . . . . . .

FRANCESCA DE CRESCENZIO – MASSIMILIANO FANTINI – BARBARA VERNIARilievo,modellazionetridimensionaleeprototipazionerapidaper lostudioe la conservazione di lacerti musivi: applicazione ad un mosaico inedito diNespoli (Civitella di Romagna, FC) . . . . . . . . . . .

GIULIANO DE FELICE – MARIA GIUSEPPINA SIBILANO – GIULIANO VOLPEEsperienze di laser scanning su rivestimenti pavimentali e parietali: il casodella cenatio della villa di Faragola (Ascoli Satriano, FG). . . . .

MARIA CONCETTA LAURENTI – CARLA D’ANGELO – LUCIANA FESTA – VALERIA MASSAPrimi interventi conservativi sui mosaici e i sectilia della villa romana diFaragola con alcune osservazioni sulle tecniche esecutive . . . . .

ALESSANDRO LUGARIInterventi conservativi su alcuni sectilia della Soprintendenza per i BeniArcheologici di Roma. . . . . . . . . . . . . . .

CETTY MUSCOLINO – ERMANNO CARBONARAI mosaici medievali della basilica di S. Giovanni Evangelista a Ravenna:ricostruzione delle vicende conservative attraverso l’analisi delle superici edei documenti d’archivio . . . . . . . . . . . . . .

Elenco delle abbreviazioni . . . . . . . . . . . . . . . .

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