Un modello grammaticale onnienunciativo

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Un modello grammaticale onnienunciativo Gaetano Speranza La classica struttura: enunciato = predicato(argomento) ( http://it.wikipedia.org/wiki/Linguaggio_del_primo_ordine ) va ulteriormente analizzata in sottocomponenti per permetterne l'utilizzazione nell'analisi ricorsiva di enunciati delle lingue naturali. La linguistica (in particolare quella classica e quella generativa) si ostina ad attribuire i "relazionanti" (ad esempio le preposizioni) ai sintagmi che fanno da complemento (sitagmi preposizionali, ad esempio); i logici e chi si occupa di intelligenza artificiale (www.diee.unica.it/~roli/IA/Materiale%20didattico/AA1011/Cap6.pdf ) scrivono espressioni del tipo: legge_con( Andrea , occhiali ) , va[_a]( Andrea , Roma ) , regala[_a]( Andrea , libro , Anna ) , ... senza curarsi di scandagliare sotto il livello del predicato e sotto quello dei singoli argomenti. Una risposta unificante ed espressivamente produttiva è quella di considerare gli enunciati come prodotti dalla strutturazione di seguito proposta, usando la predicazione monoargomentale come nella tecnica del currying ( http://en.wikipedia.org/wiki/Currying ). A tale scopo è, però, necessario ricoinvolgere l'enunciato prodotto da un predicato nella genesi relazionale di un nuovo predicato (utilizzabile anche per la predicazione endoargomentale). Anche in lingue artificiali come il Voksigid (basato su una sorta di logica di "giapponese inverso": www.lojban.org/tiki/Voksigid ) il relazionante viene attribuito istintivamente, sulla spinta dei modelli grammaticali tradizionali, all'argomento, per formare un sintagma complementare, e non all'enunciato per costituire un "corpo insaturo" predicativo; ossia secondo la logica delle produzioni del primo albero della seguente figura:

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Un modello grammaticale onnienunciativo

Gaetano Speranza

La classica struttura:

enunciato = predicato(argomento)( http://it.wikipedia.org/wiki/Linguaggio_del_primo_ordine )

va ulteriormente analizzata in sottocomponenti per permetterne l'utilizzazione nell'analisi ricorsiva di enunciati delle lingue naturali.

La linguistica (in particolare quella classica e quella generativa) si ostina ad attribuire i "relazionanti" (ad esempio le preposizioni) ai sintagmi che fanno da complemento (sitagmi preposizionali, ad esempio); i logici e chi si occupa di intelligenza artificiale (www.diee.unica.it/~roli/IA/Materiale%20didattico/AA1011/Cap6.pdf)scrivono espressioni del tipo:

legge_con( Andrea , occhiali ) , va[_a]( Andrea , Roma ) , regala[_a]( Andrea , libro , Anna ) , ...

senza curarsi di scandagliare sotto il livello del predicato e sotto quello dei singoli argomenti.Una risposta unificante ed espressivamente produttiva è quella di considerare gli enunciati come prodotti dalla strutturazione di seguito proposta, usando la predicazione monoargomentale come nella tecnica delcurrying( http://en.wikipedia.org/wiki/Currying ).A tale scopo è, però, necessario ricoinvolgere l'enunciato prodotto da un predicato nella genesi relazionale di un nuovo predicato (utilizzabile anche per la predicazione endoargomentale).

Anche in lingue artificiali come il Voksigid (basato su una sorta di logica di "giapponese inverso": www.lojban.org/tiki/Voksigid) il relazionante viene attribuito istintivamente, sulla spinta dei modelli grammaticali tradizionali, all'argomento, per formare un sintagma complementare, e non all'enunciato per costituire un "corpo insaturo" predicativo; ossia secondo la logica delle produzioni del primo albero della seguente figura:

Vediamo adesso invece cosa accade transitando al secondo albero (superiore a destra) e poi al terzo (posto in basso, della stessa figura.

Si parte dalla struttura classica:

enunciato = predicato(argomento)

quindi si rende ricorsivo il processo andando a livelli "subatomici" sia sulla componente "predicato" sia su quella "argomento":

predicato = (enunciato + relazionante)argomento = ( determinante + predicato1, predicato2, ...)

Ad esempio:

Successivamente si realizzano sia i relazionanti sia i determinanti tramite l'uso di un unico relazionante astratto ρ (il numero delle preposizioni è variabile nelle lingue, e pare poter scendere persino fino a un'unica preposizione: v. www.oxis.org/books/bm-grammars.pdf, p.43) e di un unico determinante astratto δ(si pensi alle lingue prive di articolo, sia determinativo, sia indeterminativo), entrambi impliciti, usando la struttura:

E(E1, E2, ...] = ( E ρ ) ( δ ( E1 ρ ) ( E2 ρ ) ... )( dove E, E1, E2, ... sono enunciati )

e supplendo agli specifici relazionanti R, R', R'' con omologhi enunciati r, r', r'', ..., (si pensi alle preposizioni polirematiche: www.treccani.it/enciclopedia/locuzioni-preposizionali_(Enciclopedia-dell'Italiano); e alle preposizioni improprie: www.italica.rai.it/principali/lingua/grammar/exceptions/prep_improp.htm), nonché al determinante specifico D con un omologo enunciato d (vedi l'aggettivazione deittica: http://it.wikipedia.org/wiki/Deissi), seguendo una delle seguenti "riduzioni":

ipotattica:(E R)(D (E' R') (E'' R'') ...) -> E[ r[ d[ E'[r'], E''[r''], ...] ] ]

R-ipotattica (o D-paratattica):(E R)(D (E' R') (E'' R'') ...) -> E[ r[ d, E'[r'], E''[r''], ...] ]

D-ipotattica (o R-paratattica):(E R)(D (E' R') (E'' R'') ...) -> E[ r, d[ E'[r'], E''[r''], ...] ]

paratattica:(E R)(D (E' R') (E'' R'') ...) -> E[ r, d, E'[r'], E''[r''], ...]

Un relazionante può essere considerato come operatore di tipo di applicazione di un enunciato a un argomento, ossia come modalità secondo cui un enunciato invoca predicativamente un argomento:

R: (E,A) → R(E,A)

(es.: con("io mi muovo","la bici") -> "io mi muovo con la bici"; v. Parisi D. e Antinucci F., Elementi di grammatica, Boringhieri, Torino, 1973)

Applicando un carrying (v. http://en.wikipedia.org/wiki/Currying) a tale operatorediadico, si ottiene:

R(E,A) = R(E)(A) = P(A)

dove R(E) diventa la componente predicativa dell'espressione.

Quanto all'argomento, la considerazione duale di questo come funzione del predicato, viene, nel mio modello ispirato all'onnipredicatività (v. Launey M., Une grammaire omniprédicative, CNRS, Paris, 1994), ascritta al determinante, considerato come funzione di una sequenza di predicati, o, sempre in virtù del currying, come funzione su un predicato che ha come valore a sua volta una funzione su predicato:

A = D(P')(P'')(P''')... ,per cui un argomento è, ricorsivamente, una funzione su un predicato che ha per valore un argomento (come il determinante che dà inizio alla catena di applicazioni).

Pertanto l'albero:

si semplifica in uno più semplice di regole di produzione, in cui il determinante diventa un "argomento primario":

Pertanto, "categorialmente" si può riassumere la struttura nel seguente schema:

un relazionante è un operatore (posposto) su enunciati che restituisce predicati (ER=P, ovvero R=E\P);

un determinante è un operatore su predicati che restituisce argomenti (DP=A, ovvero D=A/P);

un predicato è un operatore su argomenti che restituisce enunciati (PA=E, ovvero P=E/A, ovvero A=P\E);

un argomento è un operatore su predicati che restituisce argomenti (AP=A).

Quindi tutta la struttura può poggiare sulle tre primitive categoriali: E (classe aperta, lessicale), R e D (classi chiuse, morfematiche); infatti: P=ER, A=DP=DER. Per cui la produzione di enunciati in base alla costruzione E=PA dà luogo alla costruzione ricorsiva E=ERDER.

In linea teorico-minimale le categorie necessarie potrebbero anche ridursi solo due: P e D( in quanto: A=DP, E=PA=PDP, R=E\P=(PDP)\P ). Si introdurrebbe però la categoria quoziente R, che comunque va però implementata ai fini della produzione enunciativa.

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Organizzazione "fluviale" (corrente-affluenti), ovvero schema "affacciato" ERDRE (ERDЯ )∃

Utilizzando per il relazionante R la notazione interposta tra enunciato e argomento (ossia quella posposta all'enunciato in posizione preargomentale) e la notazione preposta all'enunciato, quando il relazionante stesso segue il determinante D, si ha la struttura base:

R(E,A) = E R A = E R D(R'(E'),R''(E''),...)

es.: E(bisogna tacere) R(di) D(ciò) R'(di [cui]) E'(non si può parlare).

In tal modo si realizza un flusso "palindromo" da enunciato ad argomento inverso di quello che dall'enunciato va al determinante, entrambi centrati sul relazionante, e il fatto che le posizioni siano estremali permette la agevole replica ricorsiva

della stessa struttura nella posizione dell'ultimo enunciato (ricorsione enunciativa in posizione subargomentale), aumentando la lunghezza delle diramazioni subargomentali di tale ramo enunciativo "ERDRE". La ricorsione enunciativa in posizione subpredicativa aggiunge, invece, ulteriori rami in ampiezza alla struttura così ottenuta in profondità, a ottenere un albero di conformazione analoga a quello relativo all'espressione risultante dall'applicazione di un'oparazione binaria associativa a sinistra, ripetuta su piùoperandi:

E R A R1 A1 R2 A2 ... = ((E R A) R1 A1) R2 A2 ...A = D(R'(E'),R''(E''),...)A1 = D1(R1'(E1'),R1''(E1''),...)A2 = D2(R2'(E2'),R2''(E2''),...)...

Nella seguente mappa ad albero si dispongono i relazionanti sui tragitti che portano da enunciati a determinanti, sia in un verso sia nel verso inverso, introducendo nuovi nomi per gli enunciati intermedi (E1, E2, ...):

Rapresentazione cumulativa

Nel seguente albero i rami vanno attribuiti in modo cumulativo, ossia ogni ramo dipende da tutto il sottoalbero precedente (in questa disposizione, quello superiore).In tale rappresentazione, si ottiene una organizzazione analoga a quella delle sintassi dipendenziali, anche se qui la "algoritmica" soggiacente è diversa:

Rappresentazione a nodo ridondante riassuntivo

Nella seguente mappa si passa dall'enunciato iniziale E0 a quello totale finale Enlungo un tragitto predicativo/rematico con svincoli sull'asse argomentale/tematico articolati nei nodi dei determinanti.Gli enunciati di passaggio cumulati (nonché quello finale) sono riportati per comodità di lettura in nodi "riassuntivi" e ivi preceduti dal segno "=".Il flusso predicativo, su entrambi gli assi, è nel verso che porta dall'enunciato al determinante; i relazionanti sono i "vettori" da enunciato a determinante.Dovunque compaiono enunciati "foliari" (terminali) si può attivare ricorsivamente un intero tragitto analogo a quello rappresentato.La catena predicativa è:E R A R A R A ... = En₀ ₁ ₁ ₂ ₂(gli enunciati e i predicati soggiacenti sono:E , E = P (A) , E = P (A ) , ...₀ ₁ ₀ ₂ ₁ ₁P = E R , P = E R , P = E R , ... )₀ ₀ ₁ ₁ ₁ ₂ ₂ ₂mentre quelle argomentali sono:A = D ( R' E' ) ( R'' E'' ) ... = D P' P'' ... ,A = D ( R ' E ' ) ( R '' E '' ) ... = D P ' P '' ... ,₁ ₁ ₁ ₁ ₁ ₁ ₁ ₁ ₁A = D ( R ' E ' ) ( R '' E '' ) ... = D P ' P '' ... ,₂ ₂ ₂ ₂ ₂ ₂ ₂ ₂ ₂...in cui i predicati nascono da composizione inversa di enunciato e relazionante, appunto per via del flusso inverso agente sull'asse argomentale.Non applicando il "currying", il che è più comodo per la rappresentazione in

quanto mantiene foliari gli enunciati coinvolti, si ha:A = D ( R' E' , R'' E'' ... ) = D ( P' , P'' ... ) ,A = D ( R ' E ' , R '' E '' ... ) = D ( P ' , P '' ... ) ,₁ ₁ ₁ ₁ ₁ ₁ ₁ ₁ ₁A = D ( R ' E ' , R '' E '' ... ) = D ( P ' , P '' ... ) ,₂ ₂ ₂ ₂ ₂ ₂ ₂ ₂ ₂...

Rapresentazione fluviale non ridondante

Mappa in cui si passa dall'enunciato iniziale a quello totale finale lungo un tragitto predicativo/rematico con svincoli sull'asse argomentale/tematico articolati nei nodi dei determinanti. Gli enunciati intermedi di passaggio cumulati non sono riportati.La formulazione testuale di questa rappresentazione è estremamente semplice e naturale:E0 R D(R' E',R'' E'') R1 D1(R1' E1',R1'' E1'') R2 D2(R2' E2',R2'' E2'')...

Questa rappresentazione non è altro che la "inversa" di quella data in:www.facebook.com/photo.php?fbid=210976072369989e ricostruisce (ossia "sintetizza" in un percorso "bottom-up") l'enunciato globaleche quella decostruisce (ossia "analizza" in un percorso "top-down"), partendo dall'enunciato minimale e procedendo a quello totale, portando i nodi relazionali (ovvero relativi ai relazionanti) ad essere etichette di rami tra gli enunciati reggenti e i determinanti retti, che quindi a loro volta vengono "anticipati" rispetto allaposizione che hanno nell'albero top-down, diventando i nodi di "sfocio" sia dei relazionanti del percorso enunciativo bottom-up (la "corrente fluviale principale") sia di quelli dei sotto-alberi costituiti dalle correnti affluenti:

Esempio in Esperanto

-as-o(mangx){tiu -o}(hom) -n -o(pom,Ø-o(verd),Ø de -o(gxarden) sur {la -o}(tabl) per -o(fork).

"Mangxas tiu homo pomon verdan de gxardeno sur la tablo per forko"("Quell'uomo mangia una mela verde di giardino sulla tavola con una forchetta").

Lo schema di rappresentazione è quello "ad affluenza sui determinanti" di:www.facebook.com/photo.php?fbid=211794268954836.Il modello è "fluviale", con affluenti tematici - nei punti di articolazione corrispondenti ai nodi determinanti - sulla corrente rematica che scorre dalla sorgente enunciativa "germinale" fino alla foce enunciativa.

I relazionanti sottoposti alla "inversione argomentale" (ossia quelli in posizione immediatamente post-determinante sui rami argomentali) non sono in verde (come, invece, quelli post-enunciativi, ovvero in posizione pre-determinante).I lessemi corrispondono a enunciati nominali predicativi:mangx = estas mangxo ,hom = estas homo ,pom = estas pomo ,verd = estas verdo ,gxarden = estas gxardeno ,tabl = estas tablo ,fork = estas forko.

Introducendo la convenzione di esprimere il relazionante soggetto come trattino posposto e un enunciato elementare ( introducendo predicati-spezzone: hom- = hom = estas homo ) e in generale di sostituire con un trattino il relazionante di soggetto ( introducendo predicati come "enunciati insaturi": E- = E, oppure = - E per enunciati complessi in posizione immediatamente post-determinante), si ottiene una notevole riduzione:

-as-o(mangx-)- {tiu -o}(hom-) -n -o(pom-,-Ø-o(verd-),-Ø de -o(gxarden-) sur {la -o}(tabl-) per -o(fork-).( www.facebook.com/photo.php?fbid=212396922227904 )

Volendo rematicizzare il soggetto e mantenere tematici gli altri elementi si può partire da un enunciato nullo e portare, subito dopo il soggetto, il resto della frase in un lungo ramo affluente:

Ø- {tiu -o}(hom-) -o(--as-o(mangx-) -n -o(pom-,-Ø-o(verd-),-Ø de -o(gxarden-) sur {la -o}(tabl-) per -o(fork-)).([è] quell'uomo [che] mangia una mela ... )

Per mantenere rematici anche gli altri complementi basta mantenerli nella correnteprincipale:

Ø- {tiu -o}(hom-) -o(--as-o(mangx-)) -n -o(pom-,-Ø-o(verd-),-Ø de -o(gxarden-) sur{la -o}(tabl-) per -o(fork-).

Contraibile in:

dove: ---> -e ---> -

Rappresentazione "a liste"

Mappe relative alla "grammatica a liste", ottenuta dal modello ERDRE quando si considerano un unico relazionante e un unico determinante generici astratti, secondo lo schema: E[E1, E2, ... ] := E ( ( E1 ) ( E2 ) ... )"scaricando" il tipo di relazionamento e la tipologia di determinazione sull'affluente (ossia aggiungendo specifici enunciati subordinati al determinante generico: www.facebook.com/photo.php?fbid=208118245989105 )E0[E0',E0'',...] = E1 , E1[E1',E1'',...] = E2 , E2[E2',E2'',...] = E3 , ...E = E0[E0',E0'',...][E1',E1'',...][E2',E2'',...]...( www.facebook.com/photo.php?fbid=210976072369989 ):

Nota

Solitamente le liste del lisp vengono utilizzate per implementare gli alberi generativi di analisi di tipo chomskiano, e in quanto strutture ricorsive sono in grado di implementare "palazzi, città, mondi e universi".In questo caso l'idea è semplice, o almeno lineare e incrementale: lo head di lista predica (con la predicazione principale della frase) su un argomento (implicito, e specificabile in coda) predicato (subordinatamente, in maniera generalmente resa da proposizioni relative) dalla lista coda; mentre una lista non valutata non rappresenta una frase, bensì un argomento predicato dai predicati costituenti i termini della lista stessa. Per cui tutti gli elementi sono predicativi (il che si esprime tramite la parola "onnipredicatività"):

"I go" = go[is_subject, is_I] = (go is_subject is_I)

"I go Rome" = "I go"[is_Rome] = ((go is_subject is_I) is_Rome)(o, per essere più espliciti:((go is_subject is_I) (is_to is_Rome))

"you come" = come[is_subject, is_you] =(come is_subject is_you)

"you come from Rome" = "you come"[is_from[is_Rome]] =((come is_subject is_you)(is_from is_Rome))

"I go where you come from" = "I go"[is_where, "you come"[is_from]] = ((go is_subject is_I) is_where ((come is_subject is_you)(is_from))).

_____ Curiosità ... finale: http://it.wikipedia.org/wiki/Erdre _____