RIEDEL A. & TECCHIATI U. 2002, Insediamenti ed economia nell’età del bronzo e del ferro in...

15
ISTITUTO ITALIANO DIPREISTORIA E PROTOSTORIA RIUNIONE SCIENTIFICA i,. ' PREISTORIA E PROT,O€TORIA DEL TRENTINO ALTO ADIGE/SÚDfl ROL - Volumé 2 - in ricordo di Bernardino Bagolini Trento, 2l -24 ottobre 1997 ATTI DELTA XXXIII Ei:r+é\^s.e+5\€'9\9\5\=s^ \3S\9\:'\J\5\5V\ Firenze 2OO2

Transcript of RIEDEL A. & TECCHIATI U. 2002, Insediamenti ed economia nell’età del bronzo e del ferro in...

ISTITUTOITALIANO DIPREISTORIA

E PROTOSTORIA

RIUNIONE SCIENTIFICAi,. '

PREISTORIA E PROT,O€TORIADEL TRENTINO ALTO ADIGE/SÚDfl ROL

- Volumé 2 -

in ricordo di Bernardino Bagolini

Trento, 2l -24 ottobre 1997

ATTI DELTA XXXIII

Ei:r+é\^s.e+5\€'9\9\5\=s^

\3S\9\:'\J\5\5V\

Firenze 2OO2

tt7

ALFREDO RIEDEL" UMBERTO TECCHIAIT-

INSEDIAMENTI ED ECONOMIA NELLETÀ. DEL BRONZOE DEL FERRO IN TRENTINO ALIO A.DIGE.

APPUNTI PER UN MODELLO ARCHEOZOOLOGICO

1. INTRODUZIONE

Si prendono in considerazione in questo conrributo i dati archeozoologicidisponibili per una serie di siti trentini e altoatesini, in larga misura interpreta-bili, eccerto il Ciaslir del Monte Ozol (livelli della Cultura di Luco pertinenti a

un luogo di culto), i Calferi e i Moscheri (sito funerario il primo e di culro ilsecondo) come insediamend, riferibili all'età del bronzo e del ferro.

Va preliminarmente osservato che gli sforzi analitici più imponanti sono statiorientati allo studio dell'età del bronzo, mentre per l'età del ferro, a fronte di ungrande numero di siti scavati e in parte pubblicati, i dad archeozoologici, ben-ché di buona qualirà, sono ancora piuttosto scarsi e difficilmente generalizzabi-li rispetto all'intero territorio regionale. Uno studio diacronico, possibile per I'etadel bronzo, si prospetta pertanto impraticabile con riferimento alla successiva etàdel ferro.

2. INQUADRAMENTO AMBIENTALE E CRONOLOGICO DEI SITIPRES] iN ESAME. ATTRIBUZIONE CULTURALE ED EVOLUZIONEDELLE CULIURX

Il Tientino Alto Adige è una regione prevalentemente montuosa, in cui le areedi pianura coincidono con i principali solchi lallivi formati da Isarco, Rienza, A-dige, Noce, Sarca e Brenta. I sistemi insediativi dell'età. del bronzo e del feno por-tarono all'occupazione di ambienti ecologicamente diversi, che comprendwano learee alpine alle quote medie (Albanbiihel, Nóssing Terlago - Monte Mezzana, La-sino, Isera-Castel Corno: siti d'altura) o medio-alte (Sotéiastel) le aree di prateriain quota (Mandrom de Camp, sonoroccia)r le aree umide (l,edro e Fiavé) o quel-le di fondovalle (Appiano, Vadena), in cui la relazione con i corsi d'acqua appare

' via A. Diaz 19 l-34l24Trieste'' Soprinrendenza provinciale ai Beni Culrurali. Bolzano. Uffìcio Beni Ar.uheologici

118 iALFREDO RIEDEL - UMBEMO TECCHIATÌ

srefta ed evidenre (Stufles, Vadena, Schnalserhof Nóssing). Si tratu, per l,irteroarco cronologico qui trattato, di comunità la cui econoiia ,i ba""* "rsenzial_mente sull'agricoltura e l,allevamento. fàli anività devono ave.

"o_po*"ao ur, ,ro-tevole^impatto altropico sull,ambiente, con opere di disboscamento che motiva_rono fenomeni di degrado dei versanti (Coltonl D"l Rj 19tt;;; îrazz;alten-

Fig. l: localizzazione dci siú citati nel testo (la nunerazione si rGrisce all,elenco iporratonella tabella espÌicatora qui a lato)

INSEDIA1VIENTI ED ECONOMIA NEL|EIÀ DEL BRONZO E DEL TERRO IN TRINTINO AI]TO ADIGE 1 19

e

N

d,

E

dUÈJ I'a

-3 ;; riú _+vù g;

tLoú;i co ,-

', "@ E

2O 3

:E 5

r;ir9

120 AIFREDO RIEDEL, UMBERTO TECCH'{N

to finalizzate alla conquista di spazi agricoli, parricolamente importanti nell,etàdel bronzo. Sono documentati fenomeni di degrado dei versanti dolrrti allo sfiut-tamento intensivo di aree precedentemenre forestare (Coltorti, Dal Ri 1985). Inquesta eià, infatti, ii modello di occupazione quasi ubiquitario del territorio ad o-pera di numerose comunita in piena crescita demografica - almeno a giudicare dal-la quantitàr dei siti noti- compottò la presa di possesso di aree prima spopolate oimproduttive. Condizioni di clima favorevoli resero possibile la colonizzazione del-le aree interne, anche in tapporto allo sfruttamento delle alte quote per scopi pa-storali e minerari,

La maggior parre dei siti presi qui in considerazione si riferisce all'età delbronzo anrica (Nòssing, Schnalserhof. Sano-Mori, Casrel Corno presso Isera-,Colombo di Mori e Terlago - Monte Mezzana, Lasino), media i/.tb*Utit.t,Sotóiastel), antica e media (Ledro e Fiavé), recente e finale (Appiano) e finale,wentualmente in continuirà con la successiva età del ferro (Vadena). A varie fuidell erà del ferro *,anno ricondoni isiri di Vadena e di Stufels.

Dal punto di vista culturale ci si limita qui a un inquadramenro del rutto sin-tetico, rimandando ai contributi specifici presentati in questo stesso volume daMarzatico e Tècchiati e da Marzarico. Riassuntivamenre noreremo come già apartire dall'antica età del bronzo l'alto corso dell'Adige tenda a differenziarsi cul-turalmente dal medio e basso bacino aresino. Gli assemblaggi ceramici dell'AltoAdige, pur presentando chiari influssi poladiani, risenrono in misura pir) nettadei contributi delle cerchie culturali nordalpine (Cultura di Arbon, Stiaubing).Il ruolo di tramite tra nord e sud sembra riflettersi nella costituzione di unaentità locale, esresa a vari territori dell'Ausiria e della Svizzera, alla quale si puòattribuire il nome di Cultura centroalpina dell'etàr del bronzo (innerdfineBronzezeitkulrur). Tale facies riguarda essenzialmente il bronzo antico € medio,e le fui del bronzo recenre precedenti l'affermarsi del gruppo di Luco-Meluno.Nei siti trentini (l.edro e Fiavé) che mostrano evidenti forme di adesione al patri-monio materiale della Cultura di Polada e ai suoi immediati wiluppi, notiamonel corso del bronzo medio l'afferrnarsi anche in area alpina dei îrafti culturalicaratteristici del mondo gardesano veneto e lombardo, con significativi elemen-ri di contatto con la finitima cerchia terramaricola. Elemend di tali aspetti cul,turali fìltrano anche in Alto Adige, dove si mariifestano sopranutto nelle formeceramiche più fini, suscettibili, per il loro pregio esrerico, di ripetute imitazioni.Nel corso del bronzo recente, in pit) o meno evidente continuità con gli aspetticulturali tradizionali, si wiluppa in rutta la regione la facies di Luco-Meluno, chemosta vari elementi di contafto con la Cultura nordalpina dei Campi d,Urne.l,a facies di Luco-Meluno occupa I'arco cronologico compreso ra il XIII e il Msec. a.C. ed è considerata alla base dei successivi sviluppi, a partire dalla fine delVI sec. a.C., della Cultura rerica di Fritz ens-Sanzeno. Cinque soli siti studiati

INSEDIAMENTI ED ECONOMIA NEL|ETì. DEL BRONZO E DEL TERRO IN TRENTINO ALIO ADIGE

dell'età del ferro (due su altura - Monte Ozol e Dos Grum, due prossimi al fon-dovalle, alla confluenza tra Isarco e Rienza (Stufles), e uno - Vadena - in posi-

zione leggerrnente rialzata rispetto al fondovalle dell Adige) offrono un interes-

sante per quanto limitato quadro dell'atteggiamento delle comunità del I mil-lennio a.C. r.ispetto all'allevamento animale.

Le comunità dell'età del ferro del Trentino AIto Adige entrarono in contattocon la cultura é con l'economia romane già prima del 15 a.C., data assunta daglisrorici come inizio dell'occupazione dell'area alpina centrale ad opera delle arma-

le auSustee.

3. OSSERVAZIONI PRELIMINAzu

IÌesposizione dello srato attuale delle nostre conoscenze, non certo esaurien-

ti, non può che consistere in una serie di riscontri puntuali ai quali si possono

premettere alcune considerazioni generali. Alcune, delle quali si tiene conto qui,sono state.fatte in lavori precedenti (Riedel 1986, 1996: Pucher 1994, 1997).

Non esiste un rapporto streftor quasi biologico, tra le culture umane e l'eco-nomia, in particolare animale. IJespansione delle civiltà può avere infatti luogoin modo violenro oppure pacifico e graduale, con sposmmenti imponand dipopofazioni umane, oppure modesti o quasi nulli. Lanalisi delle popolazionianimali deve perciò essere eseguia indipendentemente per ogni sito prima diessere correlata alla cultura e a.ll'ambiente. [r economie animali possono essersi

formate in regioni anche lontane e dopo essersi diffirse in altre aree possonoanche talvolta, per il peso delle tradizioni, rimanere pih o meno costand e nonbene adattate ai nuovi ambienti.

I rapporti fra la composizione delle popolazioni animali e le culture non sono

di solito widenti; così Barche, Ledro e Fiavé, pur appartenendo tutte allo stesso

ambiente culturale, presentano composizioni faunistiche differenti. Anche le

faune della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (Moletta Patone (Riedel 1994),Rivoli (Jarman 1976), Fimon, Cornuda (Riedel 1988)) hanno composizionimolto differenti. Altre culture, come quella terramaricola, sembralo invece pos-

sedere composizione e dimensioni piurtosto costanti.

D'altro canto si ossewa per esempio nella regione presso l'Adriatico setten-

trionale (Canar - EBA {Riedel 1998), San Vito (Scarpa 1988) e Spina (Riedel

1986) di civiltà etrusca e greca, Venezia (Riedel 1990) e Torcello (Riedel 1986)

nel Medioevo) una costanza di composizione con prevalenza di maiali, tipica-mente locale e comune a culture differenti e successive. Anche le dimensionidegli animali non dwono essere sempre aprioristicamgnte legate a determinateculture e civiltà, anche se queste sono fattori determinanti. In ogni caso sarà bene

t2l

122 AITREDO RIEDEL - IÌMBERTO TECCHIAII

considerare il fatto che gli sviluppi culturali sono certamente pih rapidi di quel-li delle popolazioni e dell'economia animali.

4. COMPOSIZIONE DELLE FALINE

Importanti implicazioni storico-culturali ed economiche sono suggerite dalrapporto domestici-selvatici, standardizzato a partire dal bronzo antico. Nel neo-litico e nell'età. del rame infani (Moleua Parone (Riedel 1994), Isera (Jarman1970)) Ia consistenza percentuale dei selvatici può ess€re elevata, ma altri siti(Sonnenburg, Grlago - Monte Mezzane, e Lasino - sffari inferiori) sembranodocumentare una dotazione faunistica quasi.completamence domestica. Questaoscillazione si accompagna al lungo processo di stabilizzazione dell'insediamen-to, che culmina con l'inizio dell'età del bronzo: la costituzione su scala regiona-le di abitati perma.rìenre menre insediari pèr petiodi di tempo lunghissimi orve-ro per pir) epoche, deve aver dato luogo ,intorno ai villaggi a spazi agricoli sem-pre piìr estesi, con l'abbandono di attività aleatorie come la caccia. Questa sem-bra indsrizzata quasi esclusivamente al cervo, come effeno della protezione deicoltivi, owero (come documentato a Lasino) per il reperimenro di corna o ossafinalizzato.alla produzione di strumenti o immanicature. Nel corso dell'età delbronzo (bronzo medio) i selvatici possono comparire in guisa di offerte in sitifunerari (Calferi di Stenico) o in luoghi di culto in grotta (Moscheri diTlambileno), confermando così il ruolo anche ideologicamente marginale rive-stito dai selvatici presso comunità stabilmente agro-pastorali. Tla i selvatici, ilcapriolo e il cinghiale sono sempre poco presenti. Lorso è sporadicamenrc rap-presentato, ma a kdro, dove è possibile pensare a un suo significato anche cul-ruale, esso è meno raro.

Sonnenburg, abitato d'altura in Val Pusteria, mosna una sostanzia-le conti-nuità nella composizione delle faune tra l'età del rame e l'antica età. del bronzo,dove il dato più interessante è costituito dalla prwalenza percentuale del bue(57o/o).levoLrnione della composizione degli assemblaggi faunistici tra l'età. delrame e l'età del bronzo si può cogliere a livello regionale solamente in questo sito,peftanto tale constatazione ha per il momento un valore puramente indicativo.A Fingerhof - Aica di Fié si constata invece, sia pure nei limiti imposti da unridotto campionario di resti, una certa evoluzione degli assemblaggi: nel tardoneolitico si osserva una più marcata consistenza percentuale dei caprovini, erosain EBA a vantaggio dei buoi.

I rapporti percentuali interni ai tre principali gruppi di domestici offronoimportanti indicazioni sull'orientamento economico dei siti.

l-a generaJizzeta scarsità di maiali (tra 5 e 15o/o circa) sembra da inrerprerarsi

INSEDIAMENTI ED ECONOMIA NEL|ETA DEL BRONZO E DEL FERRO IN TRENT1NO AITO ADIGF, 123

essenzialmente nel quadro di consolidate tradizioni culturali, giacché essi

appaiono particolarmente abbondanti aJ di làL delle Alpi (ma non nell'areale dellaInneralpine Bronzezeitkultur) e cioè in ambienti naturali affni. La specifica con-figurazione percentuale del maiale sembra affermarsi già in EBA, come docu-mentato nei siti di Schnalserhof (6%) e di Nóssing ( 1 0olo) , e consolidarsi su per-cenruali grosso modo analoghe (cfr. Sotéiastel e Albanbiìhel) nel bronzo medioe nel recente iniziale. Tirttavia importanti trasformazioni nella composizionedegli assemblaggi faunistici sembrano ripresentarsi a partire dal bronzo recente:

ad Appiano, per esempio, cresce notevolmente l'importanza sia del bue (J4olo)

che del maiale (23o/o) a danno dei caprovini (22o/o). AYadena, dove il lotto fau-nisdco più antico datato al bronzo finale-prima età del ferro presenta il 330lo di6rc, í, 460/o di caprovini, e il 21o/o di maiale, la situazione appare solo in parteconfrontabile. Rimane tuttavia da somolineare l'incidenza relativamente alta delmaiale.

Nel corso dell'età del brorvo i caprovini costituiscono in regione il piìr rilevaniegruppo di domestici; più di rado prevalgono numericarnente i buoi, come per e-sempio a Sonnenburg e, più tardi, ad Appiano. A l-edro e a Fiavé prwalgono, conpercenruali superiori al 607o, i caprovini. Si può preliminarmente ipotizzare chequeste oscillazioni dipendano dalla minore o maggiore disponibilitàL di iuee sorro-ponibili a sfrutamento agricolo owero di aree adafte al pascolo dei bovini. In al-tri termini ci pare che vaste arce aperre e suoli leggeri come quelli in particolare diAppiano si prestassero maggiormente all'incremento della popolazione bovina,mentre l'ambiente di kdro, che si presenta più compresso dal punto di vista del-le aree agricole, con un reúoterra forestale ancora oggi assai consistente, favorisseI'allevamento dei caprovini rispetto a quello dei bovini. Anche a Naturno-schnal-serhof, in bassa Val Venosta, l'assenza di spazi agricoli e d altra parte la prossimitàa importanti atee di pascolo in quota, sembrano aver suggerito a quella comunitàdi EBA una attenzione m€giore per i caprovini. Il modello è meno adatto a spie-gare l'atteggiamento della comunità di Fiavé, dove si osserva una buona disponi-bilità di aree agricole: evidentemente doverano essere attivi, a prescindere dalle coa-zioni ambientali, anche morivi di caranere culturale,

Più facilmente spiegabile, se non dor.rrta a motivi storico-tradizionali, è I'ab-bondante presenza di buoi a Sonnenburg, area significativamente prowista dispazi coltivati forse gia nefl'epoca del bronzo; la situazione su alrure più favore-voli ai caprovini, non condiziona invece ad Albanbiihel la composizione dellafauna. Così le differenze tra le faune di Sonnenburg e di Appiano da un lato e

quelle di Albanbiihel e per es. di Sotéiastel dall'altra, come pure il gruppo diFiavé e di Ledro, fanno intuire un insieme di influenze di tipo srorico o ambien-tale difficile da precisare per ogni singolo gruppo.

Nelle faune ffentine che sono in parte in parre piir mrde il daro piùr appari-

t24 AIFREDO RIEDEL, UMBERTO TECCHTATI

scente è a Dos Grum la netta preva.lenza del bue, rappresentato dal 560lo dei resti(seguono i caprovini con il 307o ed il maiale con il l3o/o dei resti). Al Ciaslir delMonte Ozol, i cui livelli inferiori si riferiscono però a un luogo di culto, la com-posizione della fauna è indicativamente affine a quella di Dos Grum.

5. ANAIISI DELLE SPECIE

Da úi punto di vista diacronico si può conftontare l'evoluzione delle dimen-sioni del bue nell'etìr del bronzo nei siti dell'Italia padana e perialpina e la parallelaevoluzione dei buoi in area atesina e osservare che il modello di evoluzione nelledue aree varia sensibilmente. Mente infani nei siti di pianura a partire da MBA latendenza è alla graduale sostituzione di razze di altezza media (per es. cm 116 a.Bar-che di Solferino (Riedel 1984) cr,n ruzze dj. altezza piccola (per es. cm 106 a Iso-lone sul Mincio (Riedel 1994)), in Tlentino e in Alto Adige tale sostìtuzione sem-brerebbe awenire in epoche posteriori, e cioè a partire da L-FBA (per es. buoi me-di ad Appiano - L-FB,A' e piccoli a Vadena - FBA). Conremporaneamenre un ctm-biamento, ma in senso inyerso, si nota, come osserveremo piÌr avanti, nei caprovi-ni. È interessante osservarer a questo proposito, che tale sostituzione coincide nellaregione citata con un imponante ceswa storico-culturale che vede laffermarsi del-la cultura di Luco, compagine alla base ddi wiluppi culrurali che culminerannocon il costituirsi d€ll'entiA cdturale retica durante la piena età del ferro.

' Da un punto di visa sincronico le dimensioni del bue dell'Italia settenrionalevariano un po' nell'area di Polada - EBA - (a Barche medie, a kdro un po' mino-ri (Riedel 1994)) e queste variazioni possono risconrarsi nelle successive faune dipiccole dimensioni in MLF-BA, anche se ese non sono in realtà molto visibili.

. Per quanto riguarda I'area del tentino - Alto Mige (lasino, fine del neolitico- EBA; Ledro, E-MB,A; Albanbijhel, M-LBA Sonnenburg, soprattuno E-MBA;Nòssing, soprattuno EBA; Appiano, LB{ Vadena, FBA; Sotóiastel M-LBA) i con-fionti sono difficili. Tirttavia si ossewa che le popolazioni, pur sempre di grandez-za media di Sonnenburg, Nósing e Albanbtihel sono maggiori di quelle di kdro,Appiano e Sotóiastel. Per Sotóiastel si possono supporre condizioni economichemeno wiluppate a causa dell'isolamento. Si assiste in ogni caso alla distribuzionedi forme piccole a sud e di forme maggiori a nord, al di là dello spartiacque alpi-no (BOheimkirchen, Austria inferiore, EBA (Riedel 1998); S7ìesing, Tirolo, E-MBA (Pucher 1994). Nel caso in cui i dati relativi al riparo sonoroccia di l,arino(TN), che evidenziano buoi molto grandi, saranno confermati da ulteriori ricer-che, essi rimarranno di difficile interpreuzione. Potrebbe tratarsi di forme anticheanara in rapporto con pafticolari popoiaziont di tradizione neoliaca.

.Lltalia serentrionale durante l'enà del bronza presenta in genere ovini piccoli,

INSEDIAMENTI ED ECONOMIA NELLETì. DEL BRONZO E DEL IERRO IN TRENTINO ÀIIO ADIGE t25

s)î ^tet:ze

inferiori ai 60 cm. Pecore di statura nettamente superiore compaionoin FBA (per es. a Sabbionara di Veronella, Riedel 1993). Questa situazione dell'I-talia senentrionale è caratteristica rispetto ai siti posti a nord dello spartiacque aI-

pino, dove in E-MBA (cfr. S7iesin6 Tirolo (Pucher 1994; Riedel 1998). I capro-vini sono nenamente piir grandi rispeno alle coeve popolazioni nord-italiane.

I dati disponibili per l'Alto Adige documentano (cfi. Sotóiastel, Appiano, Son-nenburg, Albanbiihel) dimensioni un po' variabili da sito a sito, ma non dissimilidai siti dell'Italia padana. Benché Sotóiastel e kdro siano forse siti con pecore ditaglia un pd ridotta, piccole dimensioni non dovevano influire sullo sftuttamentoeconomico delle popolazioni. A partire da ElA, come testimoniato dall'abbon-dante fauna del gruppo III di Vadena, le pecore assumono dimensioni maggiorigiungendo ai cm 65 di altezza. Si può osservare che ale aumento dimensionaledelle pecore e pure delle capre si accompagna qui, e anche per es. a Stufles, alla ri-duzione dimensionaie del bue, piccolo come in lA d oltralpe.

fa variazione delle dimensioni dei maiali è al solito meno importante e menocaraneristica di quella dei buoi e dei caprovini. I maiaii sono un po' aì di sopra dei70 cm e sono minori di quelli d'oltralpe, dove sono del resto pure più numerosi(per es. a STiesing in Tirolo e a Bòheimkirchen in Austria Inferiore).

Nel caso particolare d.ì Appiano presso Bolzano (L-FBA) si è osservata la pre-senza di maiaJi particolarmente grandi come pure di forme di transizione &a do-mestici e selvatici. Non è stato però possibile stabilire se si tratta di incroci localipiù numerosi di selvatici e domestici oppure di qualche singolarità peraltro im-probabile della campionatura, di condizioni economiche locali o di una piìr in-tensa influenza delle forme di cultura animale d'oltralpe. Alcuni animali di gran-di dimensioni sembrano pure presenti a Nòssing (soprattutto EBA), che manife-sta sensibili influenze delle culture coeve del nord delle alpi.

k altre caraneristiche di Appiano (piccoli buoi, gra-ndi pecore) ricordano le fau-ne regionali piìr tarde (FBA: per es. Vadena); l'insieme della fauna è un esernpio ca-

ratteristico della difficoltà e dell'interesse dell'interpretazione e delle ricosrruzioni ar-

cheozoologiche. l,e classi di eta dimostrano un uso generale dei caprovini come for-nitori di prodotti secondari, mentre l'impiego del bue è abbastanza equilibrato ri-speno alle necessità di ottenere carne, forzaJavoro e prodotti secondari legati al lat-te. Nella presenza di elevate percentuali di individui neonati e fetali tra i buoi di al-cuni abitati di MBA dell'Alto Adige (Sotéiastel e Albanbtihel) abbiamo voluto re-centemente inúavedere per es, un abbaftimento connesso all'estrazione, dalle visce-

re degli animali, di sostanze utili alla caseificazione. Tale processo è documentato a

livello etnografico fino a epoche assai vicine all'attuale. Altre interpretazioni sono

tuttavia possibili: difficoltà di foraggiamento durante la sugione invernale, scarso

interesse ad accrescere il numero della popolazione bovina, elevata moralità infan-tile etc. Il maiale macellato prevalenrcmente giovane servi quasi solo per la carne.

126 AIFREDO FJEDEL - UMBERTO TECCHIÀT

Il cane, sempre presente nell'età del bronzo con razze un po' inferiori ai 50 cm, ri-vestiva, benché con percentuali ridotte o ridottissime, un ruolo essenzialmente "so-

ciald': da guardia o da compagnia. Una evoluzione dimensionale in direzione di d-pi grandi è sensibile in Tlentino Alto Adige già nelleta del bronzo. Ci pare che que-

sta evoluzione debba essere vista come principio di un processo, pih arwertibile nel-

I'età del fero, di selezione progressiva di una discreta vadetà di tipi. Il cavallo com-pare molto sporadicamente nel EBA (Mori - Colomb-o, Sonnenburg) divenendo

pih frequente verso la fine del II mil.lennio; tuttavia la rar, ità delle attestazioni sem-

bra sottolineare la sua caratterisdca prevalente di "statui strnbol"; anche il cavallo,

come il cane, viene sottoposto a fenomeni di selezione che poneranno nel corso del-

l'età del ferro alla costituzione di tipi diversi, eventualmente alrche pih piccoli diquelli dell'etàL del bronzo. Lintensificarsi della presenza'del cavallo in FBA sembra

inoltre accompagnare l'importante cesua cdlturale. esistente tra E-MBA e L-FBA.Per quanto si riferisce all'età del ferro i siti maggiormente significativi, per qua-

lità e quantità della documentazione, sono Vadena e Stufles in Alm Adige. Gli as-

semblaggi faunistici uentini (Dos Grum e Ciaslir del Monre Ozo[) forniscono sol-

tanto indicazioni di larga massima. Nell'ambito del coirosciuto o dell'edito, si puòsottolineare come dall'eta del bronzo a quella del fero, con speciale riferimento al

Tientino, aum€nti seniibi.lmente il numero dei buoi. Tale aumento sembrerebbe

configurare nell'etàr del ferro due aree faunisticamente abbastanza differenziate, con

un Tientino in cui prevalgono percentualmente i buoi, e un Alto Adige in cui esi-

ste un maggiore equilibrio ra buoi e caprovini.Nell'etàL del ferro si consolidano le imponanti trasformazioni nella composi

zione delle faune e nelle dimensioni dei principali domestici verificatisi tra LBA e

FBA. Il quadro si mantiene pressoché inalterato per tuno il I rnillennio a.C. per

essere radicalmente trasformato fin dal principio dell'età romarra.

6. OSSERVAZIONI CONCLUSIVE SUL MODELLO ARCHEOZOO.LOCICO

Labbandono della caccia come attività economicamente rilevante è acquisito

in EBA in tutta la regione e nei teritori vicini. Il fenomeno è collegato alla stabi-

lizzazione delllinsediamento ed in panicolare alla costituzione di ampi rerrirori a-

gro-pas torali intorno ai villaggi.

La maggiore o minore incidenza dei buoi e dei caprovini può dipendere olreche dalle usanze economiche tradizionali dalla maggiore o minore disponibilità diterritori coltivabili e adatti ai pascolo dei bovini. Insediamenti caratter'v:zaù da tnridotto retroterra agicolo sembrano indtr'ware spesso i propri sforzi ad un certo

incremento di caprovini.

INSEDL{MENTI ED ECONOMIA NELLETA DEL BRONZO E DEL FERRO IN TRENTINO AIIO ADIGE

La scarsità dei maiali si riscontra in tutta la protostoria del Tientino Alto Adi-ge. Poiché il fenomeno interessa tutti gli habitat è presumibile che esso non di-penda dall'ambiente, ma da precise scelte economiche e culturali.

Le trasformazioni dei sistemi insediativi e dell'assetto economico sono accom-

pagnati soprattutto a partire da LBA da cambiamenti nella morfologia dei princi-pali animali dornèstici; appaiono forme maggiori di cani e di caprovini mentre ilbue presenta forme piir piccole. Il maiale non presenta variazioni importanti.

Il cavallo diventa relativamente piìr importante, con percentuali maggiori che

per il passato; le sue dimensioni sono medio-piccole (L25-130) ma variabili.k influenze s€ftenúionali (per es. piccoli buoi, grandi caprovini, localmente

grandi maiali) s:embrano imponanti come del resto quelle meridionali.k principali 'caraneristiche dell'allevamento animale in L-FBA si ritrovano

pressoché inalterate anche nella successiva età del ferro; il quadro economico tra-dizionale viene radicalmente sostituito in eta. romana, con l'introduzione di formeanimali, tecniché di allevamento e presupposti economici e produttivi nuovi.

Nell'uso dei'territori moneni per scopi pastorali l'esame di un solo sito (Man-drom de Camp) non sembra indicare composizioni faunistiche diverse da quelledegli iruediamenti propriamente detti; si prospetta penanto la possibilita di ani-vità per esempio connesse allo sfalcio e non direttamente all'allevamento di man-drie o greggi in quota durante la stagione estiva; è possibile pensare, nel caso delMandrom de Camp, a spostamenti periodici di piccole comunità con tutta la lo-ro dotazione faunistica, compresi i maiali, che rappresentava una fonte di alimen-tazione nello svolgimento di anività diverse dall'allevamento propriamente detto.

Linsediamento di Sotéiastel in alta VaI Badia, con un sostanziale equilibrio trabuoi e caprovini documena la colonizzazione agricola delle aree interne piunostoche il puro e semplice sftuttamento dei pascoli in quota, con la costituzione di am-pie aree agricole intorno a un irxediamento che non abbiamo ragione di ritenerestagionale owero specializzato nel solo allevamento.

A Vadena la notevole differenza percentuale dei buoi tra EIA I (33olo) e IA(4Jo/o in EIA 2 e 39o/o in M-LLL) si accompagna a parallele variazioni del nume-ro dei caprovini (EIA 1: 460/o: EIA 2: 35o/o; M-LIA 45Vo) e del maia.le (EIA 1:

21o/o; EIA 2: 20o/o; M-[-IA 160lo). Nel caso di Vadena, senza che il dato si possa

generalizzare, osserviamo che nelle prime fasi di vira dell'insediamenro l'ambientenaturale,. dalla fitta copertura forestale e compreJso rrerso est dal corso del fiumeAdige, favoriva l'allevanento dei caprovini, mentre il lavoro di disboscamento e dibonifica di aree dìsponibili per l'agricoltura, awiato in FBA ma portato a relativocompimento in EIA permise un incremento della popolazione bovina; in M-LIAil ridimensionamento dei buoi, la relativa crescita dei caprovini e il decrememo deisuini può essere visto invece come evoluzione di scelte economiche non direlta-mente condizionate dall'am biente narura.le circosrante.

127

AI,FRF,DO RIEDEL - UMBERîO TF,CCHIATÌ

A Stufles la situazione è analoga e sembra riprodurre le medesime condizionidi bonifica del territorio. Le differenze maggiori si osservano tra il II e iI III grup-po oonologico (II: VI-V sec. a.C.i III: VIV sec. a.C.), con rispettivamente il330/o e il 48o/o cui si accompagna un 587o e rispettivamente un 390lo di caprovi-ni. Anche nel caso di Stufels si può quindi forse intravedere una trasformazionenella composizione della .fauna determinata dall'evoluzione dell'impatto antro-.pico sull'ambienre circosnnce l abitato.

Vadena e Stufles sono un buon esempio di come faune stratificate e analizzate

tenendo conto dell'eyoluzione cronologica del sito possano loca.lmente apponare uncontributo alla comprensione delle dinamiche uomo-ambiente e di come l'allera-mento si inserisca nei processi di utilizzo del territorio precisando le funzioni spe-

cjfiche dei siti, quando messa in evidenza pure da altri studi storici e ambienuli.

BAGOrJìrl 8,, BAlFIET-D L.H., & BRocuo A., 1973, Notizìz pdiminaì dzllz icethe sull'insediamen-to icolitico di Fimon-Molino Casamtn (licetza) (1969-1972),

"tuvista dì Scienze Preistorìcho,

a.t13'#fi.'al';l"iff,tgs5,Thehumanimpactonthetandscape:tomeaamptztintheAdigeuar-. &/, .BAR, Papers in lu.lian Archaeologp, M l:105-134.

JATMAN M.R, 1970,Isem (Ttentìxo) Caua Nord. faun4 nRepo4 St. Ti. Sc. Nat.o, sez. 8,47,1.78-80.îento.

JATMAN M.R-, 7975, The fauta anà economl ofFiaté, <Preistona Alpine 1L:65-73.

JARMAN M.R, 1976, Thefauna, inL.H.BarÉeld & B. Bagolini (eds), Exmuatiom on the Rocca di Ri-. uoli-Vemnq 1963-1968, <Memodre dd Museo Civico di Storia Naturale di Veronar (II Serie), Sez.

Scienzr dell'uomo 1.

MARCoM S., 1999-2000, I mn farnùtii dzl sito dcl "Cobmbo di Moi" dzllbta dzl Bronzo antico. îe-si di laurea discussa presso l'Universita degli Studi dì Parma, Facold di Sc. MM,FENN.

PERrM R, f979, Tomba a nmub dell'eta dzl bronzo ai Calfti di Stenico (Gadicaie E*erioà), ^St Tr.Sc. St.> 58:177-198.

PUcHER E., '1986, Bnnzezeitliche Tietbncbm uom Bacbbag, O.G. Vieîiît& ?irod <Iundberichte aus

Ò sretteichn 23:209 -220 -PUcHxR E.; 1994, Eine Gegmiibenellung prtihisnùcher Tizrknochmlvndhomplacz da OsuQmauru-

Verbindangm *nd Gegnsàtze, uForschungen und Berichte zur Vor- und Friiigeschichte in Baden\fliimenberg 53: 231 -249,

PucHxR E. & ENGL K.,1997, Swdin nr ffttthat$rgbung in óstemich. Materialim I-Die PfahLbawtdtioxel-Iierkxochmfuirlr, .Mitteilungen der Prahistorischen l(ommission der ósteteichi-schen. Akademie der

'Wìssenschaften,, Bd 33:l-150.

P,IEDEL A-, 1985, Die fr.nd ànn bronztzeitlìchen Siedlung bei Eppan (Saàtinl), .Rivista di Archeolo-gia> I*9-27,Yneúa.

fuEDEL A., 7986, Archàozooltgische Untenuchxngm im Raam zuirhm A&iaÈùste nd Al-pm.bauptkanm, uPadusa, 1 -4, 22:1 -220.

fuEDEL A., I 988, The Molhhic animal boxes deposit of Comala (?irr,ro), .Annali dell'Universita diFerra"ra, Sez. Scienze della Tèrra" 1,6:71-90.

INSEDIAMENII ED ECONOMIA NEL|ETÀ. DEL BRONZO E DEL |ERRO IN TRENTINO AITO ADIGE t29

REDEL A., 1990, BemerÈungm iìber miîtel4ltei;che Faunen Nordastiulieu; Festschif f)r Hatx RSumpfli,YerlagHelbng 8c Lichenhahn. Herausgegeben von Jtirg Schibler, Jùrg Sedlmeier, Han-speter Spycher, p.197-203, Basel.

kEDrL A, 1993, Ll fdanz di Sabbknma di Verunella Mnaa), n L.Salzan (ed), Lhbitan e k necm-

pok di Sabbionara di Vnonzlla, p.79-92. ColognaYeneta.

kEDEL L,1,994, Archdeomobgicdl inuestigatiou in North-Eattem hdÚ: the expbitation of animals sin-

ce the Neolithic, oPreisaria Npilg,' 30:.43-94.

P,rFmL A., 7998, Architaznhgische Untetsachungm an dtn Knochmfundcn aus dn Wterou-Kuhxt wnBiiheimbircher, (Nied$i)stelftich), nAnnalen des Naturhistorischen Museum,, 99A.341-374,'|Vlen

fuEDEL A., 1998, The Bronze Age animal bone deposit of Canar (Rouigo), <Padusa, 2:l5l-179.F:lnu- A.,2A02, La fatrz dell'insediamma protonoico di Vadzna, XC Pubblìc.azione del Museo Ci-

vico di Rolereto.REDEL n- & tuzz J., 7995, The Middb Bnnze Age faanz ofAlbankthel'.Padusa" 1:171-183.

RIEDEL A & TECCHIATT lJ,, 1992, Lafama dzl Nparo dzl Sannario (Comune di Lasino - Trenino):

agetti anheomologici, paleoeawmici e iaali, "Arnali dei Musei Civici di Rovereto,, Sez.; Arch.,

St., Sc. Nat 8:346,REDEL A. & TEccHtATI U., 1995, I mn faunisnci dzllEruotitico e dzllbntica Età dzl Brona pmve-

nimti dal Riparo del Sanarztin (fn), <Paù:sa> l:381-384.R-EDÉL A" & TECCHIATI U ., 1998, I tzsti fianistici dzl.lhbiaa dzlla rnzdìa e ftîmte Etil d"l bon@ di

Sotíiastel in Val Badìa, Die Tie*nochmf,nde dzr mittel- bis Eatbronzezeitlichm Siedtung uon Sotcia-

stcl im Gaderal" in U .kcrliati (ed), Sotéiastel un insediamento fonficato dell Età del Bronzo inVaJ Badta (BQ, p. 285-322. Istirut ledin M. de Rù, Soprintendenza ProvJe ai BBCC di Bolzano.

RIEDEL d & TECcHIATI U.1999, I restifaunitici dzllhbiuro dhhara dzlh antica e media eta dzl bron-

a dì Nosíng in Val d Isarco Mma Bolzano), uAm Acc. Rov. Agiati, Ml, DC 114.REDEL d & TEccHAn rJ.,2000, Ii fdu;la det'anicd Eta dzl Bronm di Natumo-Nanms, Loc. Sch-

ulsethof (BZ), Ani II Conwgno Naziona.le di Archeozoologia, Asn, ú.16 novembre 1997,

p.225-230.RIEDEL A. & TEccrnAî U., (n prep.), I reoi faunistici dzl Mandrom dz Camp d qatu 1700m m

(btrmnico, Trexa).RTEDEL A- & TECCHIAT U. (in prep.), I-a fauna del sito dell'antica Erà del Bronzo di Sano presso Mo-

ri in Vallagadna (TN), oAnnali del Museo Civico di Rovereto,.

REDEL A, & TECctlAI U. (n prep-), La fauna dd sin dell'antica Eta dzl Brona dzlh Gnxe di Ca-stel Coftto ple$o lîera irlValhgaina QN),./nna\ del Museo Civico di Rovereto,.

ScAx?A G., 1988, ,I,z Fduza, in R C. DeMarinis (ed), Gli Enuchi a Nord dzl Po,Yol,l:184-192, C.a-

talogo della Mostra,TEccHIAn U,, 1997 , Appunti sal popohmentu Pftistor;co e Protostoico di Thmbilzno e dinnmL ,Noce

Comune, Notiziario di Tiambileno, p.7-8, aprile 1997.

RIASSTINTO - INSEDTAMENTI ED EcoNoMrA NELùETA DEL BRoNzo E DEL FERRo

T}.I TRENÍINO.ATTO ADIGE. APPTNTI PER UN MODELLO AICHEOZOOLOGICO - Una venti-

na di iruediamenti dell'Età del Bronzo e del Ferro del Tientino Alto Mige permettono di abboz-

zare un quadro delle strutture e delfevoluzione delle popolazioni animali legate all'uomo e alla sua

economia e di esporre alcune considerazioni sui loro rapporti con le culture umane e con l'arn-biente. k popolazioni possono essersi costituite all'infuori dell'habitat locele cd €ssere state imPor-tate poi per immigrazione, diffusione o conquista. La forza della tradizione tende a lasciarle un po'

immutate; esse possono poi adattarsi più o meno puntualmente ad alcune influenze anbientali e

a quelle di culture di tegioni confrnanti. Alcune evoluzioni hanno un valore transregionale, come

130ÀIFREDO RIEDEL. UMBEKIO TECCHI/IN

per es. I'insorgele di Fandì razze capro_ovine nella nostra arca e nella pianura padana o di piccolibuoi, quesri ulimì un po' in sinronia con le regioni serentrionali, faniliJ f qu.ti p.obl.^i .iue_la un insieme di influenze storiche integrare da più limitare influenze o costrizioni ambientari.

ZUSAMMENFASSUNG - SrrolwcrN uND WrRrscHAFr rN DER BRoNzE- UNDEISENZEIT IN TRENTINo_SIJDTRoL. BEMERKUNGEN run rrw Arcr+iozooloclscHEs,, MoDEI - Mehr a1s zwanzig Tiientiner *a Sta.irot.. Sl.a*,*^ ,* llì"Ur.rrr.-,r"a aO""..ngestanen ein Bild ùber die Zusammenserzung und Entwicklung" der mi Joo U"ir".h urrd "arr.,vinschafr in Beziehtrng stehendeo Ti.ry.d"ri.;,;";:r"*"[.iiu*u*.

rrhaus kannman einig< A,merk'ngen úber die l"ri"fr'""g." ,*i..h", ililiil*"* und Umwelt dar-srellen. Die lierpopuiationcn *omten.autochi." ""rr."rr;"

;A., JiJitJ.*,ig,;t;.b"#;und Erobemng cingeÍìihn wrrden. Die ]i:igheit J; il];;;;.",ir,.r:indert ja"..n; si.l kònnen sich aber auch mehr oder weniger gin"" .;;;; #::."Ltl. nùrfltisse, oder an, jme von angrenzenden Gcbieten, anpasscn. _Einige Intwi"H.rr-g."

"i"a ir;*gioiial giiltig, wiezB. di Enrtehung, in unserem Geúiet und ," e.l;;;;;;"*.:,

".. schafen undZiegen, oder. in Trenrino-Sùdr irot , Lnd. nondlicfi d* A;.;ì;î;'RtJ.i. o,. _^..OooPtobleme zeigt wichtige hisorische u"n*;,a. *í _;i;-Jrl*ì#"iJm*.trbedi,rgung.,,ergiinzr werden.