Marialucia Menegatti, Sergio Momesso, Raffaello e Ferrara. In ricordo di Hasan Niyazi

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storiedellarte.com http://storiedellarte.com/2014/04/raffaello-e-ferrara-per-hasan.html Raffaello e Ferrara per Hasan English Version (a cura di Sarah Ferrari). In ricordo di Hasan Niyazi Non ho mai conosciuto personalmente Hasan Niyazi. Le nostre reciproche promesse di incontrarci presto, in Italia o in Australia, sono state brutalmente disattese dalla sua improvvisa scomparsa. La nostra era un’amicizia recente, virtuale, vissuta attraverso Facebook. Di lui, posso dire anzitutto che era un amico con cui condividere pensieri, immagini, brani di vita, sempre generoso e disponibile all’ascolto, sempre con la bat tuta giusta anche per i momenti più dif f icili. Poi, naturalmente, Hasan era un insostituibile punto di rif eri mento per tutti noi, appassionati di storia dell’arte e storici dell’arte testardamente convinti che la nostra splendida disciplina si possa studiare e dif f ondere anche “online senza perdere in prof ondità e ricchezza di inf ormazioni”. Rubo le parole di Sergio, che ha saputo trasmettere di Hasan, “splendido esempio di art hi story blogger che ci ha dimostrato che una pagina di internet può essere solida come quella di un libro”, un commuovente ricordo . Con Hasan condividevamo anche una passione comune, quella per Raf f aello: una ra gione di vita, quasi, per lui, uno dei più af f ascinanti argomenti di studio, per Sergio e per me, f in dai banchi dell’Università dove ci siamo incontrati, al memorabile corso tenuto da Alessandro Ballarin su Raffaello 1511–1514: “a proposito dell’attitudine di Raffaello verso la natura…”: la Stanza di Eliodoro, il Ritratto di Giulio II, la Madonna di Foligno, la Madonna Sistina, la Santa Cecilia. Questo contributo raccoglie le nostre ricerche di anni di lavoro e di studio sulla consistenza dei quadri di Raf f aello nelle collezioni estensi, disperse in varie pubblicazioni a partire dalle nostre ormai lontane tesi di laurea e dottorato, proseguite in titaniche imprese guidate da Alessandro Ballarin, e che oggi continuano an che attraverso il nostro blog e il contributo di nuovi amici e giovani studiosi, tra cui Sarah Ferrari che si uni sce a noi nel ricordare Hasan. Sui quadri di Raffaello nelle collezioni estensi Indice 1. Quattro ‘Madonne’ di Raf f aello a Ferrara 2. Sul ‘San Giorgio’ di Washington 3. Nota bibliograf ica Quattro ‘Madonne’ di Raffaello a Ferrara Nel 1592 l’anziana Lucrezia d’Este, che continua a f regiarsi del titolo di duchessa d’Urbino nonostante sia ormai da tempo separata dal marito, il ben più giovane Francesco Maria II della Rovere, ordina di redigere un inventario di tutto ciò che si conserva nel suo appartamento, nel palazzo Ducale di Ferrara: abiti, ombrelli, suppellettili di ogni genere, biancheria, orologi, strumenti musicali, arazzerie. Lucrezia possiede anche di versi quadri che qualche anno dopo conf luiranno nella collezione del cardinale Pietro Aldobrandini. Pietro, ni pote di papa Clemente VIII, il 31 gennaio 1598 prende possesso di Ferrara in nome del pontef ice. L’ultimo di

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st o riedellart e .co m http://storiedellarte.com/2014/04/raffaello -e-ferrara-per-hasan.html

Raffaello e Ferrara per Hasan

English Version (a cura di Sarah Ferrari).

In ricordo di Hasan NiyaziNon ho mai conosciuto personalmente Hasan Niyazi. Le nostre reciproche promesse di incontrarci presto,in Italia o in Australia, sono state brutalmente disattese dalla sua improvvisa scomparsa. La nostra eraun’amicizia recente, virtuale, vissuta attraverso Facebook. Di lui, posso dire anzitutto che era un amico concui condividere pensieri, immagini, brani di vita, sempre generoso e disponibile all’ascolto, sempre con la battuta giusta anche per i momenti più dif f icili. Poi, naturalmente, Hasan era un insostituibile punto di rif erimento per tutt i noi, appassionati di storia dell’arte e storici dell’arte testardamente convinti che la nostrasplendida disciplina si possa studiare e dif f ondere anche “online senza perdere in prof ondità e ricchezza diinf ormazioni”. Rubo le parole di Sergio, che ha saputo trasmettere di Hasan, “splendido esempio di art history blogger che ci ha dimostrato che una pagina di internet può essere solida come quella di un libro”, uncommuovente ricordo. Con Hasan condividevamo anche una passione comune, quella per Raf f aello: una ragione di vita, quasi, per lui, uno dei più af f ascinanti argomenti di studio, per Sergio e per me, f in dai banchidell’Università dove ci siamo incontrati, al memorabile corso tenuto da Alessandro Ballarin su Raffaello1511–1514: “a proposito dell’attitudine di Raffaello verso la natura…”: la Stanza di Eliodoro, il Ritratto di GiulioII, la Madonna di Foligno, la Madonna Sistina, la Santa Cecilia.

Questo contributo raccoglie le nostre ricerche di anni di lavoro e di studio sulla consistenza dei quadri diRaf f aello nelle collezioni estensi, disperse in varie pubblicazioni a partire dalle nostre ormai lontane tesi dilaurea e dottorato, proseguite in t itaniche imprese guidate da Alessandro Ballarin, e che oggi continuano anche attraverso il nostro blog e il contributo di nuovi amici e giovani studiosi, tra cui Sarah Ferrari che si unisce a noi nel ricordare Hasan.

Sui quadri di Raffaello nelle collezioni estensi

Indice

1. Quattro ‘Madonne’ di Raf f aello a Ferrara

2. Sul ‘San Giorgio’ di Washington

3. Nota bibliograf ica

Quattro ‘Madonne’ di Raffaello a Ferrara

Nel 1592 l’anziana Lucrezia d’Este, che continua a f regiarsi del t itolo di duchessa d’Urbino nonostante siaormai da tempo separata dal marito, il ben più giovane Francesco Maria II della Rovere, ordina di redigere uninventario di tutto ciò che si conserva nel suo appartamento, nel palazzo Ducale di Ferrara: abit i, ombrelli,suppellett ili di ogni genere, biancheria, orologi, strumenti musicali, arazzerie. Lucrezia possiede anche diversi quadri che qualche anno dopo conf luiranno nella collezione del cardinale Pietro Aldobrandini. Pietro, nipote di papa Clemente VIII, il 31 gennaio 1598 prende possesso di Ferrara in nome del pontef ice. L’ult imo di

scendente degli Este, Cesare, ha appena abbandonato la città, perché Clemente VIII non ha riconosciuto legitt ima la sua successione ad Alf onso II, morto nell’ottobre del 1597; Ferrara, f eudo ecclesiastico, ritornasotto il dominio della Chiesa. Lucrezia, malata da tempo, muore pochi giorni dopo l’arrivo di Pietro che ha nominato erede universale di tutt i i suoi beni mobili e immobili. Appassionato d’arte e avido collezionista, Pietrosi af f retta a spedire a Roma i quadri che erano appartenuti alla duchessa e gli oggetti più preziosi diquell’eredità. L’inventario steso nel 1592 f inisce nelle sue mani per censire l’entità dei beni di cui deve entrare in possesso; la quasi totalità dei quadri citati nell’inventario di Lucrezia si ritrova quindi nell’inventariodella collezione di Pietro, steso nel 1603. Il passaggio dei beni di Lucrezia, e più in generale di quelli appartenuti agli Este, agli Aldobrandini è uno dei casi più noti e studiati nella storia del collezionismo. Nella collezione di Lucrezia f igurano non solo artisti della scuola f errarese, quali Dosso, Garof alo, Mazzolino, Girolamo da Carpi, ma sono anche menzionati Tiziano, Bassano, Sebastiano del Piombo, autori f iamminghi e,soprattutto, Raf f aello. Nella cappella privata della duchessa, incastonato nel mezzo di un reliquiario inebano, lapislazzuli, argento e oro, si trova inf att i «un quadro di una Madonna di mano di Raf f aellod’Urbino». Proseguendo nella lettura del documento, si incontra un «quadretto di Raf f aello in cassa di legno dorata» che il cardinale Giulio Canani ha regalato alla duchessa, e ancora, una «Madonna Nostro Signore» di Raf f aello, un’altra «Madonna di Raf f aello», e una copia della Sacra Famiglia con l’agnello oggi alPrado (cf r. inventario 1592).

Quattro Madonne con il Bambino attribuite al Sanzio si trovano quindi a Ferrara, allo scadere del XVI secolo,nell’appartamento di Lucrezia d’Este. Non ci sono motivi per dubitare dell’autograf ia delle opere. Lucrezia appartiene ad una f amiglia i cui contatti con il pittore sono bene documentati e ha sposato nel 1570 il duca diUrbino. Un’ampia documentazione sostiene, del resto, l’ipotesi che si trattasse senza dubbio di originali diRaf f aello e di avanzare credibili proposte di identif icazione. Soccorrono, in particolare, l’inventario della collezione di Pietro Aldobrandini del 1603, in cui si ritrovano puntualmente citate le quattro Madonne con il Bambino di Raf f aello, ora però con la descrizione sia pure sommaria del soggetto, e i successivi inventari dellacollezione Aldobrandini, che f orniscono anche l’indicazione delle misure e del supporto. Il cardinale evidentemente trasf erisce da Ferrara a Roma tutti i quadri del Sanzio, senza accogliere le proteste di Francesco Maria II Della Rovere, marito di Lucrezia, che reclama la restituzione di «Una Madonna di Raf f aello ch’è anticadi casa nostra». A partire da Gronau, che per primo ragionò sulla diatriba circa la Madonna che il cardinale Aldobrandini non vuole restituire al duca d’Urbino, f ino ai molteplici contributi di Shearman, sono state avanzate diverse ipotesi di identif icazione dei quadri appartenuti a Lucrezia, e poi al cardinale Pietro. Shearman,in particolare, propone che nella collezione della principessa estense si trovassero la cosiddetta MadonnaGarvagh o Madonna Aldobrandini di Londra, la cosiddetta Madonna del passeggio di Edimburgo e la PiccolaMadonna Cowper di Washington. Quest’ult ima, vista la presenza sullo sf ondo di elementi urbinati, quali lachiesa di San Bernardino degli Zoccolanti che Francesco di Giorgio Martini aveva pensato come mausoleodi Federico da Montef eltro, potrebbe essere stata commissionata ab antiquo al pittore da Urbino ed esserepoi stata donata o ceduta a Lucrezia in f orza del suo matrimonio con il duca Francesco Maria II. Il passaggio del quadro dalla collezione estense a quella Aldobrandini, nonostante l’autorevole parere dello studioso, è stato per lo più ignorato e la sua storia, tuttora, viene ricostruita solo a partire dal 1778, quando losi rintraccia nella collezione f iorentina di George Cowper. La provenienza della Madonna Garvagh dalla raccolta di Lucrezia prima, a quella di Pietro poi, è ormai concordemente accettata dalla crit ica, così come il passaggio della Madonna del passeggio dalla collezione Aldobrandini a quella Ludovisi. Un’antica provenienzaf errarese dei dipinti ora a Londra e a Edimburgo, datati rispettivamente 1510 e 1514 circa, f orse commissionati dagli Este, o comunque giunti precocemente in città, parrebbe conf ermata dalla ripresa di motivi tratt ida entrambi i dipinti in opere di artisti f erraresi quali Ortolano, Mazzolino, Garof alo, Battista Dossi tra ilprimo e il secondo decennio del secolo.

Una delle quattro Madonne citate nell’inventario di Lucrezia d’Este potrebbe essere, inf ine, la cosiddetta Madonna Mackintosh di Londra, riconoscibile senza dubbio nel complesso degli inventari Aldobrandini. Anche inquesto caso, un’antica provenienza estense parrebbe conf ermata dalle riprese che si hanno del quadro inopere di artisti f erraresi del secondo decennio.

Il nucleo di opere di Raf f aello presenti alla corte estense si rivela, dunque, davvero importante: oltre alla Madonna Aldobrandini, Madonna del passeggio, Madonna Cowper, Madonna Mackintosh quasi sicuramente iden

Raffae llo , Madonna con il Bambino e san Giovannino (Madonna Aldobrandini o Madonna Garvagh), c . 1508–1510, Lo n

d ra, The Natio nal Galle ry, o lio su tavo la, cm 38,9 x 32,9

Raffae llo , Sacra Famiglia con san Giovannino (Madonna delPasseggio), c . 1514, Ed imb urg o , Natio nal Galle ry o f Sco

tland , o lio e o ro su tavo la, cm 90 x 63,3

t if icabili nelle quattro Madonne dell’inventario di Lucrezia d’Este datato 1592, va ricordato che Raf f aello eseguì intorno al 1504 il Ritratto del cardinale Ippolito I, oggi a Budapest.

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Sul San Giorgio’ di Washington

Un San Giorgio attribuito a Raf f aello è inoltre ricordatonel 1588 tra i quadri presenti nella cappella privata diMargherita Gonzaga, terza moglie di Alf onso II d’Este.Due sono le versioni sicuramente autograf e del Sanziodi questo soggetto, oggi conservate a Washington e alLouvre, ma nella ricostruzione dei percorsi collezionistici di entrambi i quadri interf erisce la presenza di altriSan Giorgio attribuit i a Raf f aello e attestati in Italia eall’estero, tra cui quello ricordato da Lomazzo nel 1584nella chiesa milanese di San Vittore. Si segnala inoltrela presenza di una copia di buona qualità, derivazionedal San Giorgio di Washington, talvolta ritenuta un originale di Raf f aello, nella Pinacoteca civica di Spoleto.Shearman pensa che il quadro presente nella cappelladi Margherita Gonzaga sia da identif icare con il SanGiorgio di Washington. L’ipotesi, solitamente ripetuta,che il quadro sia stato commissionato da Guidobaldoda Montef eltro in occasione del conf erimentodell’Ordine della Giarrettiera, di cui Giorgio è il santoprotettore, ricevuto nel 1504, e destinato o al red’Inghilterra o al suo emissario Gilbert Talbot, cheportò in Italia i vestimenti e le insegne dell’Ordine dellaGiarrettiera, presenta inf att i importanti elementi di incertezza che lasciano aperta la possibilità di una sua presenza nelle collezioni estensi. Non stupisce che il dipinto di Raf f aello potesse godere di notevole f ortunaa Ferrara, il cui santo patrono è Giorgio, e il cui duca Ercole I d’Este era stato insignito da Edoardo IV nel 1480dell’Ordine della Giarrettiera. Il palese rif erimento aquest’Ordine nel quadro americano, in cui il cavaliereporta ben visibile al polpaccio la giarrett iera con la parola «Honi», la prima del motto dell’Ordine («Honi soitqui mal y pens»), potrebbe bene rif erirsi ad Ercoled’Este, che sulle pareti di Belriguardo si f ece ritrarrecon le insegne dell’Ordine della Giarrettiera e che f u sepolto, il 27 gennaio 1505, con la veste dell’Ordine donatagli da Edoardo IV e, alla gamba, con l’insegna dellapreziosissima giarrettiera in velluto azzurro listatod’oro. Che la versione del San Giorgio oggi a Washington f osse conosciuta a Ferrara nell’originale, o attraverso sue repliche, è comunque attestato dal dipinto alternativamente attribuito a Battista Dossi o a Girolamo da Carpi, oggi a Dresda, eseguito per Ercole IId’Este, prestito quasi letterale dal San Giorgio e il

Raffae llo , Madonna con il Bambino (Piccola Madonna Cowper), c . 1505–1507, Washing to n, Natio nal Galle ry o f Art,

o lio su tavo la, cm 59,5 x 44

Raffae llo , Madonna con il Bambino (Mackintosh Madonna), c .1512–1513, Lo nd ra, The Natio nal Galle ry, o lio su te la, tra

sp o rtato d a tavo la, cm 78,8 x 64,2

drago di Raf f aello di Washington.

La nota vicenda del Trionfo di Bacco che Alf onso Id’Este commissionò a Raf f aello per il proprio camerinotra il 1513 e il 1514, e che mai il pittore portò a termine,non basta a spiegare, evidentemente, la complessitàdei rapporti tra il Sanzio e Ferrara.

Raffae llo , San Giorgio e il drago, c . 1505–1506, Washing to n, Natio nal Galle ry o f Art, o lio su tavo la, cm 28,5 x 21,5

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In memory of Hasan NiyaziI have never had the chance to know Hasan Niyazi in person. Our mutual promises of meeting each otheras soon as possible, in Italy or in Australia, have been brutally betrayed by his sudden death. Our f riendshipwas recent and of virtual nature, since it matured through Facebook. Hasan was f irst of all a f riend withwhom I shared thoughts, images, f ragments of lif e; he was always generous and opened to dialogue, of f ering the right words even in dif f icult situations.

Moreover Hasan was an irreplaceable resource f or all of us, f or all historians and art historians f irmly convinced that our wonderf ul discipline can be studied and spread through the internet “without loosing richness and depth of inf ormation”. I am quoting Sergio’s words. He gave us a touching memory of Hasan, describing him as “a wonderf ul example of art history blogger, who proved that a web page can be as solid as

a book page.

We shared with Hasan a common interest f or Raphael: a lif elong passion f or him, one of the most f ascinating subjects f or Sergio and me, since the very f irst years of our academic training, when we met during thecourse on Raphael held by Alessandro Ballarin at the University of Padua. This contribution summarizes along – time research on the presence of Raphael’s paintings in the collections of the house of Este. The results of this work are split into several publications, starting f rom our PhD dissertations, then moving tothe titanic projects supervised by Alessandro Ballarin, and ult imately reaching our blog. We are gratef ul f orevery contribution that comes f rom new f riends and young scholars, such as Sarah Ferrari, who has joinedus in this occasion to celebrate Hasan’s memory.

Paintings by Raphael in the collections of the Este

Contents

1. Four Madonnas by Raphael in Ferrara

2. The ‘Saint George’ in Washington

3. Ref erences

Four Madonnas by Raphael in Ferrara

Even many years af ter the separation f rom Francesco Maria II della Rovere, Lucrezia d’Este still embellishesherself with the tit le of duchess of Urbino. In 1592 she requests the compilation of an inventory listing allthe objects housed in her apartment located in the Ducal palace in Ferrara: garments, clocks, umbrellas, musical instruments, tapestries and f urnishings of every kind. Lucrezia also owned several paintings that f ewyears later will end up in the collection of cardinal Pietro Aldobrandini.

On 31st January 1598, Pietro, the nephew of Pope Clemente VII, takes possession of Ferrara. Cesare, lastheir of the Este f amily, has just lef t the city, since Clemente VII ref uses to recognize his inheritance f rom Alf onso II, who died on October 1597. Ferrara, theref ore, returns under the control of the Vatican.

Lucrezia dies only a f ew days af ter the arrival of Pietro, who now becomes the universal heir of all her properties. Passionate about art and keen on collecting, Pietro immediately sends to Rome the paintings whichbelonged to the duchess together with the most prestigious pieces of his inheritance. He examines the inventory compiled in 1592 in order to verif y the consistency of his newly acquired goods: almost every painting mentioned in Lucrezia’s inventory is traceable in the document drew up by Pietro in 1603.

This transit ion constitutes one of the most f amous and studied episodes in the history of collecting.Among Lucrezia’s goods there are not only works by artists of the Ferrarese school, such as Dosso, Garof alo, Mazzolino, Girolamo da Carpi, but also paintings by Tit ian, Bassano, Sebastiano del Piombo, Flemishartists, and Raphael.

In the private chapel of the duchess, mounted in an ebony wood reliquary decorated with lapis lazuli, silverand gold, there is a …”a painting of a Madonna by Raphael of Urbino”. In the f ollowing lines of the inventory more works are to be f ound: “a painting by Raphael in a wooden case decorated with gold”, donated tothe duchess by cardinal Giulio Canani, and two other Madonnas by Raphael, together with a copy of theHoly Family now at the Prado (see Inventory 1592).

Four Madonna and Child attributed to Raphael were theref ore located in Ferrara, in Lucrezia d’Este’s apartment, at the end of the XVIth century. There are no reasons to doubt this attribution. Lucrezia belongs to a

f amily whose links with the painter are well – documented and in 1570 she also becomes the wif e of theduke of Urbino. There are several documents which endorse this hypothesis and suggest a possible identif ication f or the paintings: in the inventory of Pietro Aldobrandini’s collection, dated 1603, the f our Madonnaand Child are mentioned, though with a more generic description of the subject; the f ollowing inventories ofthe Aldobrandini collection also gives us the measures and the nature of the supports.

It should be clear enough at this point that the cardinal decided to transf er all the paintings by Raphaelf rom Ferrara to Rome, despite the objections raised by Francesco Maria II Della Rovere, who demanded therestitution of a “Madonna by Raphael, which belongs to our house”. Starting f rom Gronau, the f irst scholarto discuss this episode, and then taking into consideration John Shearman’s numerous studies, many hypothesis have been f ormulated on the identif ication of these paintings owned by Lucrezia and subsequentlyby Pietro.

Shearman, in particular, suggested that in Lucrezia’s collection there were the Aldobrandini Madonna, now inLondon, the Madonna del passeggio, in the National Galleries of Scotland and the Small Cowper Madonnain Washington .

The latter could have been commissioned to the painter ab antiquo, since on the background there are several elements which ref er to Urbino, such as the church of San Bernardino degli Zoccolanti, designed byFrancesco di Giorgio Martini as Federico da Montef eltro’s mausoleum. Lucrezia could have obtained thepainting by virtue of her marriage to the duke Francesco Maria II.

Despite Shearman’s eminent opinion, the transit ion of the painting f rom the Estense to the Aldobrandini collection has been overlooked; the history of its provenance is still brought back only to 1778, when the painting is traceable in the Florentine collection of George Cowper.

The Ferrarese and Roman provenance of the Garvagh Madonna has, instead, been universally accepted byscholars; so has the transit ion of the Madonna del passeggio f rom the Aldobrandini to the Ludovisi collections.

Executed around 1510 and 1514 and probably commissioned by the Este (or in any case precociously arrived in Ferrara), the paintings now in London and Edimburgh could plausibily be connected with an ancientFerrarese provenance: the ref erences f rom both paintings visible in the works by Ferrarese artists such asOrtolano, Mazzolino, Garof alo, Battista Dossi, seem to conf irm this hypothesis.

One of the f our Madonne mentioned in Lucrezia’s inventory could actually be identif ied as the so – calledMadonna Mackintosh in London, surely traceable in the Aldobrandini inventories. As in the previous cases,its ancient provenance f rom the house of Este is endorsed by the ref erences f ound in Ferrarese paintingsof the second decade of the century.The nucleus of Raphael’s paintings located at the court of the Este is theref ore consistent and relevant: inaddition to the Aldobrandini Madonna, the Madonna del passeggio, the Cowper Madonna and the Mackintosh Madonna, which almost surely can be indentif ied as the f our Madonne listed in Lucrezia’s inventory dated 1592, it should be considered that around 1504 Raphael executed a Portrait of cardinal Ippolito I (nowin Budapest).

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The ‘Saint George’ in Washington

An image of Saint George attributed to Raphael is mentioned in 1588 among the paintings hanging in the private chapel of Margherita Gonzaga, the third wif e of Alf onso II d’Este. There are two autograph versions of

Rap hae l, The Madonna and Child with the Infant Baptist (TheAldobrandini Madonna or The Garvagh Madonna), ab o ut

1508–1510, Lo nd o n, The Natio nal Galle ry, o il o n wo o d ,38,9 x 32,9 cm

Rap hae l, The Holy Family Meeting the Infant St John the Baptist (The Madonna del Passeggio), ab o ut 1514, Ed inb urg h,

Natio nal Galle ry o f Sco tland , o il and g o ld o n p ane l, 90 x63,3 cm

this subject, in Washington and Paris, but the reconstruction of their provenance recalls the existence ofother versions attributed to the painter, attested inItaly and abroad: f or example the one described by Lomazzo in 1584 in the Milanese church of San Vittore;or the copy housed in the Pinacoteca of Spoleto.

Shearman suggested that the painting in the chapel ofMargherita Gonzaga could be identif ied with the SaintGeorge now in Washington. The well – known hypothesis that this painting was commissioned by Guidobaldoda Montef eltro in 1504, when he was made knight ofthe prestigious Order of the Garter (of which Georgeis the patron saint), and then donated to the emissaryof the King, Gilbert Talbot, or even to the king himself ,does have some weak points; so the circumstances ofits location in the collections of the Este should be seriously taken into consideration.

It would not be surprising that such a painting by Raphael could have an enormous f ortune in Ferrara:George is the saint patron of this city and in 1480 theduke Ercole d’Este was made knight of the Order ofthe Garter by king Eduard IV.

The Washington painting also bears a clear ref erenceto this Order: the saint’s blue garter on his armor–covered leg with the inscription “Honi”, the f irst word ofthe Order ’s motto “Honi soit qui mal y pens”. This unusual f eature could recall Ercole d’Este, who was portrayed in Belriguardo with the emblems of the Order ofthe Garter and who was buried on 27th January 1505wearing the dress of the Order, gif t of King Eduard IV.

That the Saint George now in Washington was onceknown in Ferrara, f rom the original version or f rom acopy, is proved by a painting alternatively attributed toBattista Dossi or Girolamo da Carpi (now in Dresden).Commissioned by Ercole II d’Este, this painting showsa very punctual ref erence to Raphael’s Saint George.The renown history of Raphael’s Triumph of Bacchus,requested by Alf onso d’Este f or his camerino between1513 and 1514 and never completed, is, theref ore, notsuf f icient to explain the complex relationship of Raphael with Ferrara.

Rap hae l, The Madonna and Child (The Small Cowper Madonna), ab o ut 1505–1507, Washing to n, Natio nal Galle ry o f

Art, o il o n p ane l, 59,5 x 44 cm

Rap hae l, The Madonna and Child (The Mackintosh Madonna),ab o ut 1512–1513, Lo nd o n, The Natio nal Galle ry, o il o n

canvas, transfe rre d fro m wo o d , 78,8 x 64,2 cm

Rap hae l, Saint George and the Dragon, ab o ut 1505–1506, Washing to n, Natio nal Galle ry o fArt, o il o n p ane l, 28,5 x 21,5 cm

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Nota bibliograf ica — References

A. Ballarin, Pittura del Rinascimento nell’Italia Settentrionale (1480–1540). Venezia 1511–1518: Tiziano dagli affreschi della Scuola del Santo all’Assunta. Raffaello 1511–1514, “a proposito dell’attitudine di Raffaello verso lanatura…”: la Stanza di Eliodoro, il Ritratto di Giulio II, la Madonna di Foligno, la Madonna Sistina, la Santa Cecilia, testo delle lezioni a cura di Elena Arregui, Tatiana Carpenè, Andrea Ferrarini, Sergio Momesso, GiovannaPacchioni, Alessandra Pellizzari, Università degli Studi di Padova, anno accademico 1990–1991.

A. Ballarin, Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del ducato di Alfonso I, Regesti e apparati di catalogo acura di Alessandra Pattanaro e Vittoria Romani, con la collaborazione di Sergio Momesso e Giovanna Pacchioni, 2 voll., Cittadella (Padova) 1994–1995.

G. Barucca, Madonna con il Bambino (Piccola Madonna Cowper), in Raffaello e Urbino. La formazione giovanile e i rapporti con la città natale, catalogo della mostra a cura di Lorenza Mochi Onori (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche, 4 aprile-12 luglio 2009), Milano 2009, pp. 186–187.

P. Della Pergola, L’inventario del 1592 di Lucrezia d’Este, in «Arte Antica e Moderna», VII, 1959, 7, pp. 342–351.

P. Della Pergola, Gli Inventari Aldobrandini del 1682, in «Arte Antica e Moderna», 1962–1963, (I), V, 1962, 19,pp. 316–322; (II), VI, 1963, 21, pp. 61–87; (III), VI, 1963, 22, pp. 175–191.

A. G. De Marchi, Scrivere sui quadri: Ferrara e Roma. Agucchi e alcuni ritratti rinascimentali, Firenze 2004.

C. D’Onof rio, Inventario dei dipinti del cardinale Pietro Aldobrandini compilato da G. B. Agucchi nel 1603, in«Palatino. Rivista romana di cultura», (I), VIII, 1964, 1–3, pp. 15–20; (II), VIII, 1964, 7–8, pp. 158–162; (III), VIII,1964, 9–12, pp. 202–211.

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M. Menegatti, Collezionismo e committenza alla corte degli Este nel Cinquecento, tesi di laurea [relatore prof .Alessandro Ballarin], Università di Padova, Facoltà di Lettere e Filosof ia, anno accademico 1998–1999.

M. Menegatti, Qualche precisazione sull’eredità di Lucrezia d’Este e sui quadri di Raffaello inclusi inquell’eredità, in Il camerino delle pitture di Alfonso I, a cura di Alessandro Ballarin, 6 voll., Tomo V, Tavole, ampliamenti e addenda, Cittadella (Padova) 2007, pp. 127–133.

J. Meyer zur Capellen, Raphael. Catalogue of his Paintings, Volume II. The Roman Religious Paintings, ca.1508–1520, Landshut 2005.

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S. Tarissi De Jacobis, Nuova luce su vecchie carte: l’eredità Aldobrandini e la collezione Borghese, in «Proporzioni», n. s., IV, 2003, pp. 160–181.

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