Excursus su culture del Baltico orientale in Italia: prima e dopo il patto, Basciani A., Macchia A.,...

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MAPPAMONDI

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MAPPAMONDI

Direttore

Luigi Vittorio FAmbasciatore e Consigliere di Stato a.r.Docente UniversitarioUniversità degli Studi di Roma “La Sapienza”

Comitato scientifico

Giuseppe BPresidente di Sezione del Consiglio di StatoGiudice del Tribunale Amministrativo ONU

Alberto BRicercatore di Storia dell’Europa orientaleUniversità degli Studi Roma Tre

Emanuela D RPresidente di “Epos”RicercatriceUniversità degli Studi “Niccolò Cusano”

Rudolf DDirettoreIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

Luigi Vittorio FAmbasciatore e Consigliere di Stato a.r.Docente UniversitarioUniversità degli Studi di Roma “La Sapienza”

Guido LAmbasciatore a.r.Docente UniversitarioUniversità della Valle d’Aosta

Mario Rino MAmmiraglio a.r.

Valentina MGiornalista e Scrittrice

Ugo VOrdinario di Filosofia della ComunicazioneUniversità di Torino

MAPPAMONDI

Descrivere le relazioni internazionali significa dar voce oggi alle vicende, ai pensieri,talvolta ai sentimenti di una comunità internazionale che per essere globale ha l’ambizionedi esprimere valori universali muovendosi fra cooperazione e conflittualità investendotutti gli aspetti di una società composita: popoli e individui in continua trasformazione.Per cercare di comprendere il presente e costruire il futuro occorre disporre di un ampiospettro di analisi, di riflessioni, di narrazioni: dalla politica al diritto, dall’economia allageopolitica, dalla sociologia alla cultura. Tutto si interseca nella vita internazionale fra statie organizzazioni internazionali, fra strumenti economici e sistemi politici, fra esigenzemilitari e evoluzioni tecnocratiche. Il proposito deve essere quello di sollecitare tutti, percuriosità intellettuale o per desiderio di informazione o per sostegno nello studio, in ispecieuniversitario, a guardare in grande in un mondo nel quale, superando confini o divisioni,tutti dovranno agire in un empito cosmopolitico, che occorre ben conoscere per poter poiagire con competenza e con successo. Si senta ciascuno invitato, autore o lettore, a renderericco il proprio bagaglio culturale con migliore consapevolezza di realtà che devono essereapprofondite, sviscerate, illustrate, perché oramai l’avvenire di ciascuno sarà determinatodalla visione razionale di mondi diversi. Il nostro vuol essere un mappamondo che simoltiplica in mappamondi: ciascuno con una sua personalità non scindibile dalle altre.Mettere a disposizione mappamondi quale obbiettivo di unità nella diversità.

Il patto Ribbentrop–Molotovl’Italia e l’Europa (-)

Atti del convegno (Roma, maggio – giugno )

a cura di

Alberto BascianiAntonio Macchia

Valentina Sommella

Prefazione diAlberto Basciani, Antonio Macchia, Valentina Sommella

Introduzione diLuigi Vittorio Ferraris

Contributi diFederigo Argentieri, Alberto Basciani

Stefano Caprio, Giuliano Caroli, Sandra Cavallucci, Ettore CinnellaEmanuela Costantini, Stéphane Courtois, Pietro Dini

Eugenio Di Rienzo, Emilio Gin, Pirkko Kanervo, Marek KornatMassimo Longo Adorno, Antonio Macchia

Maurizio Pasqualetti, Milan Ristovic, Angelantonio RosatoValentina Sommella, Irena Vaišvilaite, Roberto Valle

Alessandro Vitale, Davide Zaffi

Volume pubblicato con il contributo del dipartimento di Scienze Politichedell’Università Roma Tre.

Copyright © MMXIIIARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: ottobre

Indice

Prefazione

Introduzione

Il patto Molotov–Ribbentrop, –. Una riletturageopoliticaEugenio Di Rienzo

Il patto Molotov–Ribbentrop, l’Italia e il GiapponeEmilio Gin

La cinica alleanza. I rapporti tra Urss e Germanianel –Ettore Cinnella

Le relazioni dell’Italia fascista con l’Unione Sovieticadal al alla luce dei Documenti diplomatici italianiAngelantonio Rosato

Italy, Ireland and the Ribbentrop–Molotov Pact. Theperspective of two “neutrals”Valentina Sommella

Protocolli segreti e “democidio”: i due volti di un patto,specchio del NovecentoAlessandro Vitale

Il patto Ribbentrop–Molotov, l’Italia e l’Europa (-)

Il crepuscolo della “politica di equilibrio”. Polonia e UnioneSovietica (settembre – settembre )Marek Kornat

The Molotov–Ribbentrop Pact: Liebe war es niePirkko Kanervo

La rappresentanza diplomatica della Repubblica di Lituania aRoma nel luglio–agosto e l’inizio dell’affare VillaLituaniaIrena Vaišvilaité

La Polonia e il Terzo ReichSandra Cavallucci

Italia e Finlandia di fronte al patto Molotov–Ribbentrop (–)Massimo Longo Adorno

La Regia Aeronautica nella Guerra d’Inverno: dalla missionesegreta all’escalation militareMaurizio Pasqualetti

L’Italia nei Balcani dopo il patto russo–tedesco.Contraddizioni e impotenza nei rapporti tra Roma e BucarestGiuliano Caroli

La Romania e il patto Molotov–RibbentropAlberto Basciani

Allies and adversaires: Neue Ordnung and ordine nuovo /Milan Ristovic

La stampa romena e il patto Ribbentrop–MolotovEmanuela Costantini

Indice

Les pactes Molotov–Ribbentrop et le PCF. Dissolution,trahison, collaboration, désillusions août – juin Stéphane Courtois

La questione romena preliminare della guerra all’estDavide Zaffi

Geopolitica dell’aggressione: l’Urss e la “lotta germano–polacca”.Il patto Molotov–Ribbentrop nel giudizio dell’Istituto perl’Europa OrientaleRoberto Valle

Testimoni e storici del patto Hitler–StalinFederigo Argentieri

La Santa Sede di fronte alle dittature: dall’isolamento a unnuovo ruolo internazionaleAntonio Macchia

Monsignor Michel D’Herbigny e l’UrssStefano Caprio

Excursus su culture del Baltico orientale in Italia: prima e dopoil pattoPietro U. Dini

Gli Autori

Indice dei nomi

Il patto Ribbentrop–Molotov, l’Italia e l’Europa (1939-1941)ISBN 978-88-548-6412-2DOI 10.4399/978885486412225pag. 423–431 (ottobre 2013)

Excursus su culture del Baltico orientalein Italia: prima e dopo il patto

P U. D

La ragione del mio intervento su questo tema in questa sede risiede,oltre che nei limiti delle competenze del sottoscritto, nell’opportunitàdi verificare in che misura il patto Molotov–Ribbentrop funzionòanche come uno spartiacque, obbligato e calato dall’alto, nella storiadei rapporti culturali fra l’Italia e il Baltico orientale nel suo insieme econ la Lituania in particolare.

In effetti, parlare oggi della diffusione delle culture del Balticoorientale in Italia — considerato l’ingresso ormai il ° maggio di Lituania, Lettonia, Estonia nell’Unione Europea — sarebbe cosabanale e neanche più troppo attuale, se non fosse appunto avvenutoche, sulla scorta delle vicende storiche e politiche del Novecento —prima fra tutte quella che si commemora proprio in questo convegno—, furono queste le nazioni e i popoli che restarono « calpestati dal-l’elefante della Storia », secondo la pregnante espressione di CzesławMiłosz, e che vennero privati, per oltre mezzo secolo, del loro passato,prossimo e remoto.

Ora, è noto che le tre Repubbliche baltiche, ovvero i baltici orientali,preferendo comunque una designazione geo–politica (giacché com’ènoto da un punto di vista etno–linguistico le differenze sono notevoli:lituani e lettoni appartengono al ceppo indoeuropeo; gli estoni invecea quello finnico), sebbene presentino fra di loro differenze anche

. C. M, La mente prigioniera [Niezwolony umysł, ], traduzione italiana di G.O, Milano, Adelphi , p. .

. Sulle vicende storiche e sociali, oltre che propriamente linguistiche, delle duecomunità linguistiche, in una prospettiva comparativa cfr. P.U. D, Le lingue baltiche,Firenze, La Nuova Italia (traduzione lituana di H. Z, Baltu kalbos. Lyginamojiistorija, Vilnius, Mokslo ir enciklopediju leidybos institutas ; traduzione lettone di D.M, Baltu valodas, Riga, Jana Rozes apgads ; traduzione russa di A.V. T,Baltijskie jazyki, Moskva, OGI ; traduzione inglese in corso).

Pietro U. Dini

molto marcate, pure sono intimamente legate tanto dal sottofondodi un medesimo paesaggio naturale quanto dai fili rossi di tante co-muni vicende storiche. La Lituania è un’antica entità politica con unaforte presenza nell’Europa medievale e rinascimentale. La Lettonia el’Estonia sono emerse sulla scena politica soltanto nel XX secolo.

La storia di questi tre Stati è però sempre stata legata da moltefila comuni. Le tre Repubbliche, pur elaborandole autonomamente,hanno sempre partecipato insieme ai grandi eventi della storia europeae alle temperie culturali che hanno attraversato il Vecchio continente.

In Italia le prime notizie sul Baltico orientale si diffondono versola fine del Quattrocento con gli scritti di Enea Silvio Piccolomini (ilfuturo Papa Pio II) e con le relazioni e le memorie di viaggio diambasciatori, specialmente della Serenissima (Girolamo Lippomanoe Pietro Duodo e Marin Sanudo). L’interesse per questi popoli eramosso dalla curiosità per gli usi e costumi di questi pagani e “Sara-ceni del Nord”, che abitavano quelle che venivano eloquentementechiamate le “Indie d’Europa”.

Se ne trova conferma anche nella menzione di Ludovico Ariostoche nell’Orlando Furioso () ricorda i lituani per essere i più famosiaddomesticatori d’orso d’Europa (IX, : « Ma come l’orso suol, cheper le fiere / menato sia da Rusci o da Lituani, / passando per la via,poco temere / l’importuno abbaiar di picciol cani, / che pur non se lidegna di vedere. . . »).

Quella dell’Umanesimo e del Rinascimento — intesi in senso lato— fu un’epoca in cui i rapporti fra l’Italia e il Baltico orientale conob-

. Un profilo delle tre nazioni del Baltico orientale, teso a mettere in luce reciprochecomunanze e differenze nel corso della storia, senz’altro bisognoso di aggiornamenti, maforse ancora utile nel panorama della bibliografia in lingua italiana è P.U. D, L’Anellobaltico. Profilo delle nazioni baltiche: Lituania, Lettonia, Estonia, Genova, Marietti .

. Su Enea Silvio Piccolomini e il Baltico e bibliografia specifica cfr. I. Aliletoescvr.Linguistica baltica delle origini, Livorno, Books & Company , pp. –: Capitolo .Lituaniae descriptiones e teoria slava.

. Sulle notizie fornite dagli ambasciatori veneti Lippomano e Duodo e bibliografiaspecifica cfr. Ivi, pp. –.

. In particolare su Marin Sanudo cfr. P. M,Notizie dalle (future) “Indie d’Eu-ropa”: Polonia, Lituania e Moscovia nei Diarii di Marin Sanudo — Anni –, in « Annalidella Fondazione Luigi Einaudi », Torino, , , pp. –.

. Sul passo ariostesco, sue fonti e bibliografia specifica cfr. P.U. D, Aliletoescvr.Linguistica baltica delle origini, cit., pp. –.

Excursus su culture del Baltico orientale in Italia: prima e dopo il patto

bero ampia espressione, soprattutto in campo culturale (musica, artifigurative, architettura), ma anche in settori della vita quotidiana (abbi-gliamento, gastronomia), tale che alcuni italianismi confluirono nelletre lingue principali dell’area durante la loro fase “antica”, proprioall’inizio delle tre letterature nazionali durante il XVI secolo.

Una teoria, molto popolare fra gli umanisti del Baltico, già in circo-lazione sin dall’Alto Medioevo, era connessa con il mito dell’origineromana del popolo lituano. La rivendicazione delle origini romanepoggiava su un solidissimo argomento filologico come la “semilatini-tà” della lingua lituana sostenuta da Michalo Lituanus, il quale megliodi altri formulò questa idea in una memoria del offerta al re Sigi-smondo Augusto. Questa “teoria romana” — come si chiama — sorsea proposito dei lituani e dei prussiani e implicò in misura molto diver-sa le altre realtà del Baltico orientale. Fu più coinvolgente per i lituani,ma non mancarono nella stessa epoca significative testimonianze inquesto senso anche per gli estoni (presso Maciej Strubycz) e più tardianche per i lettoni (presso Olof Hermelin).

Il lungo periodo che seguì al Rinascimento fino a tutto l’Ottocen-to vide un certo ristagno nei rapporti culturali diretti fra l’Italia e ilBaltico orientale. Ciò avvenne di pari passo con il declino dell’impor-tanza della Lituania nel contesto internazionale fino all’epoca dellespartizioni della Respublica polacco–lituana, alla fine delle quali tan-to la Lituania quanto la Livonia (Lettonia ed Estonia) si ritrovaronoall’interno dell’Impero russo zarista.

Alla fine del Settecento la Livonia attirò anche alcuni avventurieriitaliani divenuti famosi: nel a Jelgava giunse Giacomo Casano-va, nel vi arrivò Magno Cavallo e l’anno seguente anche Ca-gliostro. Per Riga fu molto importante l’azione promossa dall’alloragovernatore della città Filippo Paulucci [–].

. Cfr. S.M. L, Parole italiane in lituano, in P.U. D, L’Anello lituano. La Lituaniavista dall’Italia: viaggi, studi, parole, Livorno Books & Company – Vilnius, Lietuviu kalbosinstitutas , pp. –; S.M. L, Italu kilmes žodžiai (italizmai) ir ju adaptacija lietuviukalboje, Kaunas, Vytauto Didžiojo universitetas .

. Sul mito dell’origine romana e bibliografia specifica cfr. P.U. D, Aliletoescvr.Linguistica baltica delle origini, cit., pp. –: Capitolo . Miti originari e teorie linguistiche,e pp. –: Capitolo. Linguistica dei Latinizzanti e varianti della teoria latina.

. L’attività dell’italiano governatore di Riga è stata riproposta nel romanzo di M. LR, Filippo Paulucci. L’italiano che governò a Riga, Livorno, Books & Company ; I.Filipo

Pietro U. Dini

Nell’Ottocento si stabilì un’ideale corrente di simpatia e solidarietàfra l’Italia, che combatteva per la sua unità e indipendenza, e i balticiorientali, che agognavano affrancarsi dalla Russia. In quest’epoca bal-tici e italiani condividono una storia che, pur nelle profonde diversità,non è però priva di somiglianze: erano infatti nazioni prive di unastatualità propria e tese al perseguimento di quell’obiettivo; sui loroterritori si ripetevano tentativi di sollevazione e moti patriottici.

Sorvolando velocemente, dovremmo soffermarci almeno un mo-mento sulla figura di Carlo Cattaneo. Il filosofo lombardo mostrò unforte interesse per la Lituania attraverso l’opera di Adam Mickiewicz.Né mancò di indugiare sul lituano e sulle altre lingue che oggi si chia-mano baltiche, nel suo scritto Sul principio istorico delle lingue europee,pubblicato per la prima volta su « Il Politecnico » nel , Cattaneoaffermò e illustrò, meglio di chiunque altri prima di lui, il principiodivenuto poi celebre del “sostrato etnico” (in ciò seguito da GraziadioIsaia Ascoli).

Restando all’Ottocento occorre registrare uno dei maggiori momen-ti di popolarità raggiunti in Italia dalla Lituania legato all’opera musicaleI Lituani di Amilcare Ponchielli. Per I Lituani, Ghislanzoni (su idea diSalvatore Farina della Ricordi) s’ispirò al poema Conrad Wallenrod diAdam Mickiewicz che narra la vicenda, ambientata nel XIV secolo, di unpatriota lituano il quale, con il suo coraggio e ingegno, riuscì a giungerefino al trono del Gran Maestro dell’Ordine allo scopo di distruggerloe salvare così la Lituania dalla servitù; ma per un tradimento i lituanifurono sconfitti in battaglia dall’Ordine teutonico.

A questo punto bisogna però dire a chiare lettere che in Italia l’in-teresse per le culture del Baltico si dispiegò e si affermò soprattuttodurante il periodo fra le due guerre mondiali, durante l’epoca dell’indi-pendenza degli Stati baltici (la cosiddetta “terza indipendenza” lituana,la seconda per lettoni ed estoni). Fu allora che i tre “nuovi” Stati delBaltico orientale, e in particolare la Lituania, attrassero l’attenzione dimolti e vari studiosi in Italia.

Pauluci. Italis, kas valdija Riga, Riga, Jumava .. Su Cattaneo e il Baltico orientale cfr. P.U. D, L’Anello lituano. La Lituania vista

dall’Italia: viaggi, studi, parole, cit., pp. – e –.. Per maggiori informazioni e bibliografia specifica cfr. Ivi, pp. –.

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Fra gli italiani che in quegli stessi anni conobbero da vicino le realtàdel Baltico orientale e ne scrissero nei loro libri occorre almeno ricor-dare Elio Migliorini per la geografia, Amedeo Giannini per il diritto,Tito Frate per la politica militare, Luigi Salvini per le letterature el’organizzazione culturale, Nicola Turchi per la storia e Giuseppe Sal-vatori per la cultura lituana; fra i viaggiatori spiccano le testimonianzedi Alessandro Pavolini (Nuovo Baltico del ) e di Anna Maria Speckel(Mediterraneo Baltico del ). Un caso particolare, perché divenutopoi letterario, fu quello di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che nel si legò in matrimonio con la baronessa baltica Alexandra WolffStomersee (Licy).

Forse il principale motivo d’interesse furono però le lingue. Fra ilinguisti italiani, primo fra tutti occorre menzionare Giacomo Devoto,che si recò in loco e instaurò stretti rapporti di collaborazione scienti-fica; in questi anni si pubblicarono a Roma, sotto la sua direzione, gli« Studi baltici » (–, , ) la prima rivista di baltistica maipubblicata fuori dai Paesi baltici, che grande importanza ebbe per losviluppo e la diffusione delle materie baltistiche in Italia e in Europa.Altre riviste hanno poi continuato quest’iniziativa: « Pontobaltica » aFirenze (dal al ) e « Res Balticae » a Pisa (dal ).

A questi anni risalgono anche i primi tentativi d’introdurre in Italialo studio delle lingue baltiche (lituano e lettone); all’Istituto Orientaledi Napoli la lingua lituana fu insegnata da Edvardas Viskantas [–], all’Università di Roma la lingua lettone fu insegnata da MartaRasupe [–]. Analogamente nelle nuove Repubbliche delBaltico orientale vennero accesi lettorati di italiano come ad esempionel a Riga ( fra studenti e docenti) e nel a Tartu (poicompletato da un incarico di letteratura italiana).

. Sull’attività di Salvini nel Baltico orientale cfr. I., Sul contributo baltistico di LuigiSalvini: un’indagine preliminare, in G. D’A (a cura di), Luigi Salvini (–). Studiosoe interprete di letterature e culture d’Europa, Pisa, TEP , pp. -.

. Bibliografia specifica su questi autori in P.U. D, L’Anello baltico. Profilo delle nazionibaltiche: Lituania, Lettonia, Estonia, cit.; I., L’Anello lituano. La Lituania vista dall’Italia: viaggi,studi, parole, cit.

. Cfr.G. D, Baltistikos raštai. Scritti baltistici, P.U. D & B. S (a cura di),Vilnius, Tyto alba .

. Sull’attività in Italia di Marta Rasupe cfr. A. S, Marta Rasupe e la letteratura lettonein Italia, in « Res Balticae », , , pp. –.

Pietro U. Dini

Nei lunghi decenni dopo l’annessione all’Unione Sovietica e finoad epoca relativamente recente, dei tre Stati baltici s’era persa inOccidente traccia e memoria come di tre orfani dell’Europa centro–orientale. Nessuno, o quasi, in Europa, parlava più della Lituania, dellaLettonia, dell’Estonia.

L’oblìo regnava quasi assoluto dal , cioè da quando, con un solcolpo, le tre Repubbliche erano state acquisite al crogiuolo di razzedella galassia sovietica. Da allora l’esercizio della sovranità dei tre Statifu considerato come ‘provvisoriamente sospeso’ dagli Stati occidentali.L’informazione era scarsissima. Kaunas era città chiusa agli stranieri.

Nel mondo editoriale si segnala tuttavia la Storia delle letteraturebaltiche (compresa la Finlandia) per cura di Giacomo Devoto cheuscì nel per i tipi della Sansoni e che conobbe negli anni molteriedizioni.

A Roma, durante questi decenni, fu però sempre mantenuta in vitauna Legazione Lituana (via Po, ), presieduta dal cosiddetto “amba-sciatore fantasma” Stasys Lozoraitis junior. Ugualmente sono statesempre attive la Sezione lituana della radio Vaticana e l’Accademiadelle scienze lituana, tutte con sede in Roma. Nondimeno in Italia glianni dai Cinquanta ai Settanta furono relativamente poveri di notiziesulla Lituania, tale che solo con fatica se ne può addurre qualcuna.Questa situazione perdurò a lungo con l’eccezione del bollettino infor-mativo Elta–Press, redatto, pubblicato e diffuso a Roma da MonsignorVincas Mincevicius, e di pochi altri consimili casi. Forse solo questo fo-glio dette notizia in Italia dell’autodafé dello studente Romas Kalantaa Kaunas nel .

Di fatto, durante gli anni Settanta, si ebbero, seppur ancora attra-verso il canale di Mosca, sporadici contatti culturali fra Italia e Baltico,gemellaggi fra città (Vilnius e Pavia, Riga e Firenze). Si verificò cosìuna limitata circolazione delle persone, soprattutto nella forma delloscambio di delegazioni di scrittori e uomini di cultura, nonché isolatiscambi di studenti e studiosi attraverso i canali ministeriali.

Ecco che la situazione cambia nuovamente alla fine degli anni Ot-tanta. Si ricorderà appena che i nomi di Lituania, Lettonia, Estonia

. Frutto recente di questo gemellaggio O. S, Florence – Riga. Kulturas paraleles,Riga, Jumava .

Excursus su culture del Baltico orientale in Italia: prima e dopo il patto

— ora come quelli di tre orfani ritrovati dell’Europa delle nazioni —rimbalzarono sulle cronache, con certa prepotenza, durante il bien-nio della protesta identitaria (–). Gli anni dal al sono stati quelli che riconsegnarono l’“Europa del Centro” all’Europamedesima. Questi anni hanno indicato una chiara inversione di ten-denza rispetto al mezzo secolo precedente e mostrato il segno di unrinnovato interesse verso la Lituania e il Baltico orientale in genere,paragonabile soltanto a quello che si produsse negli anni fra le dueguerre mondiali.

L’interesse generale dell’opinione pubblica italiana verso la Lituaniasi è poi intensificato nella seconda metà degli anni Ottanta sulla scortadei contemporanei eventi politici.

La Lituania, fra i tre Stati del Baltico orientale, è quello nel quale èstato aperto un Istituto italiano di Cultura, il ottobre . L’Istituto— almeno finché c’è stato un Direttore — si è in parte adoperato anchenella presentazione in loco di ciò che in Italia si è pubblicato sullaLituania e sul Baltico in generale; un’opera per tutte: i vocabolaribilingue lituano-italiano () e italiano–lituano () di StefanoLanza.

Il maggior quotidiano lituano “Lietuvos Rytas” ha subito attivato uncorrispondente estero in Italia e presso il Vaticano, Paulius Jurkevicius,ancor oggi attivo e produttivo con articoli e libri.

Negli ultimi quindici anni, sono apparsi nel panorama italianorelativamente molti saggi e articoli su svariati aspetti della realtà e dellacultura lituana. Ci si è occupati soprattutto di questioni geopolitiche,strategico–militari, socio–politiche, ecologiche e socio–economiche,

. Per il Baltico nel suo insieme cfr. P.U. D, L’Anello baltico. Profilo delle nazionibaltiche: Lituania, Lettonia, Estonia, cit.; per la Lituania cfr. B. Ž - G. M,Lituania, Milano, NED .

. S.M. L, Lietuviu-italu kalbu žodynas. Dizionario Lituano–Italiano, Prefazionedi P.U. D, Vilnius, Tyto alba ; I., Italu-lietuviu kalbu žodynas. Dizionario Italiano-Lituano, Prefazione di P.U. D, Kaunas, Aesti . A ruota anche B. Ž - G.M,Lietuviu-italu kalbu žodynas, Prefazione di G. M, Vilnius, Žodynas ;alla stessa autrice si deve anche una grammatica lituana cfr. I., Grammatica della lingualituana, Vilnius, Versus Aureus .

. Molti gli interventi di Alessandro Vitale, come ad esempio: A. V, Nazionalismo esviluppo politico in Russia e nelle Repubbliche Baltiche: una dinamica speculare, in C.M. S(a cura di), Nazionalismo e sviluppo politico nell’ex Unione Sovietica, ISPI, Milano , pp.–; A. V, Il ruolo dei Paesi dell’Europa Centro–orientale nella sicurezza e nella difesaeuropee, in A. C (a cura di), La componente sicurezza–rischio negli scacchieri geopolitici

Pietro U. Dini

ma anche di storia lituana del Novecento e di aspetti specifici come ilsistema universitario e quello bibliotecario. Anche aspetti legati allarealtà culturale lituana hanno destato interesse: il cinema e l’arte, inspecie quella di Mikalojus Konstantinas Ciurlionis, e soprattutto ilteatro, in specie quello di Eimuntas Nekrošius (che in Italia ha riscossogrande interesse).

Un altro importante momento di approfondimento di conoscenzadella cultura lituana in Italia è stato nel quando la Lituania è statoil Paese ospite d’onore al Salone del libro di Torino. Per quell’occa-sione sono state realizzate molte opere e traduzioni, non soltanto diletteratura.

Da questa veloce rassegna non è difficile — concludendo — con-fermare l’ipotesi di partenza ovvero che — come del resto era lecitoimmaginare — il patto Molotov–Ribbentrop segnò una rottura pro-fonda nei rapporti culturali fra Italia e Baltico orientale che si produsseparallelamente alla perdita di diretti rapporti interstatali.

È inoltre possibile individuare alcune scansioni temporali che han-no segnato le tappe dell’avvicinamento culturale fra queste due regio-ni europee. Esse sono il Rinascimento, il periodo fra le due guerre equello successivo al biennio della protesta identitaria del –,periodo che si protrae, con alti e bassi, fino ai nostri giorni.

In Italia, l’assenza per molti anni di un ambiente istituzionale capacedi garantire lo sviluppo degli studi baltistici con un’attività investigativacostante nel tempo ha determinato stagnazione negli studi italiani inmateria durante tutto il dopoguerra.

Negli anni successivi alla restaurazione degli Stati baltici indipen-denti sulla carta politica dell’Europa sono state poste le premesse per

Sud ed Est. Le opzioni del modello di difesa italiano, CeMiSS, Informazioni della Difesa , pp.–; A. V,Le Altre Europe. L’Europa Centro-orientale fra Russia e Occidente, in A.V.,La Dis–unità del mondo. Unità e pluralità nel nuovo sistema internazionale. Rapporto sullo statodel Sistema Internazionale –, ISPI, Milano , pp. –.

. Per un approfondimento bibliografico si rimanda a P.U. D, Le lingue baltiche, cit.;I.,L’Anello lituano. La Lituania vista dall’Italia: viaggi, studi, parole, cit.; P. B, FromInnocent III to today–Italian interest in the Baltic, « Journal of Baltic Studies », –, ,pp. –; A. G, Bibliografia delle opere di carattere storico dedicate alla Lituaniaapparse in lingua italiana, in A. G (a cura di), Confini della modernità. Lituani, non–lituani e stato nazionale nella Lituania del XX secolo, Gorizia, Istituto per gli incontri culturalimitteleuropei , pp. –.

. Ibidem.

Excursus su culture del Baltico orientale in Italia: prima e dopo il patto

un continuato e duraturo interscambio culturale anche con l’Italia.Tuttavia non mi è possibile chiudere quest’intervento con note soltan-to positive circa il presente. Non si può qui sottacere che le disciplinespecifiche che riguardano le lingue e le culture baltiche, fra le altre,hanno subito un forte ridimensionamento nell’Università italiana, ta-le che desta forte preoccupazione la sorte futura di queste materie.Con l’abolizione nel del Settore Scientifico Disciplinare specifico(LF Filologia Baltica) e con le successive riforme degli ordinamen-ti degli studi, queste materie sono diventate sempre più marginalinella nuova architettura universitaria. La lingua tedesca ha coniatoun termine, bello e triste insieme, per denominare queste discipline:Orchideenfächer (discipline–orchidea). Il sapere specialistico rischia cosìdi esser percepito e trattato come un lusso non sostenibile. . .

Un problema a questo connesso è quello della continuità. E nonsoltanto nel senso della impossibilità per le giovani generazioni diintraprendere questi studi con la benché minima possibilità di unosbocco professionale, ma anche della non possibilità di offrire loro unventaglio di insegnamenti adeguato. La vita di questi insegnamentisembra ormai legata alla vita accademica del solo docente che oggi lerappresenta, senza un ricambio avvenire.

E infine una domanda retorica: si può forse vedere nel piuttostosconfortante stato di cose attuale l’“onda lunga” di quella chiusura tota-le che si determinò come conseguenza del patto Molotov–Ribbentrope che per decenni impedì ogni rapporto culturale diretto fra Italia eBaltico orientale? Le domande retoriche — si sa — non richiedonouna risposta. Propendo tuttavia a pensare che le cause siano state mol-teplici e anche più vicine a noi nel tempo. D’altronde, senza volercon ciò affatto sminuire il lavoro svolto dalle comunità baltiche — es-senzialmente lituana — in esilio in Italia, mi pare acclarato — già allaluce di questo rapido rapporto — che il blocco delle relazioni culturalicome conseguenza del patto ebbe l’effetto di riportare all’anno zero,o quasi, i rapporti fra le due regioni d’Europa: paradossalmente, talesituazione si profila come uno scenario prossimo venturo. . .

. Si ricorda che quei SSD rappresentati (cioè scelti) da meno di tre docenti venneroallora assorbiti in altri SSD più grandi; purtroppo soltanto due docenti, M.T. AdemolloGagliano (Univ. di Firenze) e chi scrive, scelsero di aderire al SSD LF.

MAPPAMONDI

. Catello AveniaLegittima difesa e diritto internazionale ----, formato × cm, pagine, euro

. Antonio CiarrapicoLe ombre della storia ----, formato × cm, pagine, euro

. Mario SicaL’italia e la pace in Vietnam (–), Operazione Marigold ----, formato × cm, pagine, euro

. Sandra CavallucciRicchezza e dannazione. L’affaire del carbone nell’Alta Slesia polacca, – ----, formato × cm, pagine, euro

. Gabriele AbbondanzaLa geopolitica dell’Australia nel nuovo millennio. Il contesto Asia–Pacifico ----, formato × cm, pagine, euro

. Stefano BeltrameStoria del Kuwait ----, formato × cm, pagine, euro

. Alberto Basciani, Antonio Macchia, Valentina Sommella (a cura di)Il patto Ribbentrop-Molotov, l’Italia e l’Europa (-) ----, formato × cm, pagine, euro

Finito di stampare nel mese di ottobre del dalla «ERMES. Servizi Editoriali Integrati S.r.l.»

Ariccia (RM) – via Quarto Negroni, per conto della «Aracne editrice S.r.l.» di Roma