Diapositive per il Convegno

14
Diapositive per il Convegno IL DISEGNO COME ANALISI DELLA REALTÀ Strategie per la conservazione del Centro Storico Relatore: Dott. Arch. Sergio GRAMEGNA

Transcript of Diapositive per il Convegno

Diapositive per il Convegno

IL DISEGNO COME ANALISI DELLA REALTÀStrategie per la conservazione del Centro Storico

Relatore: Dott. Arch. Sergio GRAMEGNA

1. Per esempio basta dare un'occhiata a questa serie di immagini di Venezia, per capire come in questa città, il susseguirsi di architetti nel corso dei secoli, non sia stato assolutamente squalificante. Possiamo affermare, anzi, che invece di fare un monumento a se stessi, essi hanno contribuito a fare della città stessa un monumento.E' facile osservare come i connotati linguistici delle facciate tripartite e con i muri in profondità, la grande sala centrale………………

2. ……….segnata dalle polifore e le camere laterali, evidenziate dalla coppia di finestre divaricate, nonché il dialogo serrato tra "portego” da canale e "portego" dal calle, siano state caratteristiche invarianti dell'architettura veneziana, alle quali tutti gli architetti, anche quelli più famosi, si sono dovuti inchinare………...

3. .........questo vale per tutti gli edifici della città.Sia per quelli più famosi ed ammirati, posti sul Canal Grande....................

4. ..........che per quelli meno famosi, come questo settecentesco, perchè posti su canali o rii laterali........

5. .........che ancora per quelli più popolari, eretti sui campi o sulle calli. Tutti rispondono, alla regola non scritta del linguaggio veneziano!

6. Poi, come ad aver scoperchiato il vaso di pandora, accadde il caos!In nome dell'architettura moderna, chiunque si è sentito in dovere di lasciare la sua traccia indelebile e soprattutto visibile. E’ il caso di Ignazio Gardella, con la sua casa alle Zattere, condominio Cicogna, incommentabile, soprattutto col modello del primo progetto, del 1954................

7. .............che col secondo progetto, questo, purtroppo, effettivamente realizzato nel 1954-1958. A nulla servono oniriche spiegazioni sull'effetto del riflesso degli edifici sull'acqua, che avrebbero ispirato l'architetto. A Venezia, purtroppo, resterà per parecchi anni l'affronto di quella realizzazione, che nulla ha a che vedere con quello che abbiamo detto.

8. Anche l'amministrazione comunale veneziana, però, fece la sua parte nel difendere la città dai “barbari”, in accordo con la popolazione.Per questo furono risparmiate le offese tentate prima dal ben noto, ma mai analizzato veramente in maniera critica, Le Corbusier, il quale, con il suo ospedale di Venezia del 1965 (modello del secondo progetto), ne avrebbe sconvolto la tessitura urbana ...........

9. .........mentre da Frank O.Gehry, col progetto per il terminal e servizi aeroportuali, (veduta del modello finale), del 1998, la città avrebbe subìto il colpo di grazia finale, con quel cascame di ferraglia e latta che si sarebbe visto ad occhio nudo, anche da un satellite.

10. Certo che amministratori oculati non sono semplici da trovare.Alcuni non guardano bene i progetti e tanto meno ne valutano gli effetti che avranno una volta realizzati. (Cino Zucchi, edificio “D”, Giudecca, Venezia 1997-2000)

11. E' il caso per esempio, del tanto celebrato Albini, il quale, a Genova, nel Museo di S. Agostino, ci propone un edificio con un'intelaiatura di acciaio a vista, più degna di un paese nordico, come nella casa della foto a sinistra, che non di Genova, città dall'immagine fortemente muraria.

12. Chiuderei la mia esposizione, facendovi vedere come, se IL DISEGNO (intendo quello progettuale) non è utilizzato COME uno strumento che serve per l'ANALISI DELLA REALTÀ, allora ben difficilmente realizzabili saranno tutte le STRATEGIE PER LA CONSERVAZIONE DEL CENTRO STORICO. Centro Storico inteso nel senso del testo edile consegnatoci dai nostri padri, che è cosa ben diversa dalla realizzazione di una struttura architettonica che, comunque sia attuata, attirerà comunque l'utenza, in ragione del suo specifico utilizzo................

13. ............."(...) E come sempre accade, coloro che ieri applaudivano l'architettura razionale, perchè vincente, oggi la detestano, perchè sconfitta. E chi gridava osanna a Le Corbusier, ora grida osanna a Wright. Nonostante la teoria sull'orizzontalità, i libri sull'architettura organica formano pile e superano i grattacieli. Le riviste ne sono piene. Le scuole ne sono sature. S'aprono accademie. Una nuova frenesia. Ed ecco che io scrivo questo libello contro l'architettura organica. (...) Sarò chiamato retrogado, sarò detto misoneista, sarò accusato di ristrettezza mentale. Nè mancherà qualcuno a indicarmi come soggetto pericoloso, perchè l'architettura organica, naturalmente, ha le sue buone ragioni politiche: dicono che sia l'architettura della democrazia. É perciò fortemenete raccomandata" (Dall'Introduzione). Edizione originale. (BARGELLINI Piero (Firenze 1897 - 1980), Libello contro l'architettura organica, Firenze, Vallecchi, 1946, Mondadori 1959: vol. I pag. 285).