Caratterizzazione cronologica mediante termoluminescenza di alcune ceramiche

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Transcript of Caratterizzazione cronologica mediante termoluminescenza di alcune ceramiche

R I V I S TA

D I S T U D I L I G U R I

ANNI LXXVII – LXXIX

GENNAIO – DICEMBRE 2011-2013

ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STUDI LIGURIMUSEO BICKNELL – BORDIGHERA

Atti del Convegno

IL PIENO SVILUPPO DEL NEOLITICOIN ITALIA

Museo Archeologico del Finale – Finale Ligure Borgo8–10 giugno 2009

a cura diMaria Bernabò Brea – Roberto Maggi – Alessandra Manfredini

Bordighera 2014

Con il patrocinio diIstituto Italiano di Preistoria e ProtostoriaUniversità di Roma – La SapienzaDirezione regionale per i beni culturali e paesaggistici della LiguriaSoprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia e RomagnaSoprintendenza per i beni archeologici della LiguriaIstituto Internazionale di Studi LiguriCivico Museo del Finale

Con il contributo diComune di Finale Ligure, Cava Arene Candide s.r.l., Freddy S.p.A.

Comitato scientificoMaria BernaBò Brea, roBerto Maggi, alessandra Manfredini

Comitato organizzatoredaniele aroBBa, andrea de Pascale, angiolo del lucchese, roBerto Maggi

Organizzazione e gestione del sito web dedicatostefano rossi

Redazione dei pre-attistefano rossi, anna sMaldone

Segreteria del Convegnostefano rossi, anna sMaldone

con la collaborazione disiMona Mordeglia, Manuela saccone, carlo Vinotti

Segreteria di redazione degli AttiMaria BernaBò Brea, roBerto Maggi, chiara Panelli, stefano rossi

Studio grafico e impaginazioneOLTRE s.r.l., via Torino 1, Sestri Levante, Genova

Programma del Convegno

8 giugno 09.30 Saluti delle Autorità10.15 M.Bernabò Brea, R. Maggi, A. Manfredini - Introduzione11.00 D. Binder - VBQ-Chassey tra Provenza e Liguria12.00 pausa11.30 A. Beeching - Rapporti Francia-Italia attraverso le Alpi12.30 A. Pedrotti, E. Bannfy - Le culture dell’area nord-orientale nella prima metà

del V millennio a. C. La cultura di Lengyel e la cultura dei Vasi a Bocca Quadrata: rituali funerari a confronto

13.00 pranzo14.30 Tavola Rotonda: Ambiente, economia, uso del territorio – chairman: R. Maggi16.30 pausa17.00-19.30 Tavola Rotonda: Ambiente, economia, uso del territorio – chairman: R. Maggi21.00 apertura staordinaria e visita al Museo Archeologico del Finale

9 giugno

09.00 Tavola rotonda: Le produzioni quali indicatori di identità e di contatti – chairman A. Del Lucchese10.45 pausa11.15 Tavola rotonda: Le produzioni quali indicatori di identità e di contatti – chairman A. Del Lucchese13.00 pranzo14.00 Tavola Rotonda: Il mondo rituale e funerario – chairman M. Bernabò Brea16.45 pausa17.15-19.30 Tavola Rotonda: Antropologia – chairman L. Salvadei

Presentazione del volume, Il riparo di Pian del Ciliegio. Un sito Neolitico sull’altopiano delle Manie a cura di A. Del Lucchese

10 giugno09.00 Tavola Rotonda: Definizione degli aspetti culturali – chairman L. Sarti11.00 pausa11.30 Tavola rotonda: Quale società? - chairman A. Manfredini14.30-16.30 Escursione alla Caverna delle Arene Candide

INDICE

Maria BernaBò Brea, roBerto Maggi, alessandra Manfredini

Introduzione 17

i. Uno sgUardo da occidente

didier Binder, cedric lepère

From Impresso-Cardial to SMP and Chassey in Provence 21

ii. aMBiente, econoMia, Uso del territorio

MaUro creMaschi

L’uso del suolo nel Neolitico in ambito padano: lo stato dell’arte 33

daria giUseppina Banchieri, lanfredo castelletti, BarBara cerMesoni, elisa Martinelli, paolo oppizzi

Modalità di occupazione e sfruttamento del territorio nel corso del V millennio a.C. nella Lombardia occidentale e nel Canton Ticino 41

girolaMo fiorentino, cosiMo d’oronzo, Milena priMavera, MassiMo caldara, italo Maria MUntoni, francesca radina

Variazioni ambientali e dinamiche antropiche in Puglia (5 600 – 4 000 BC) 47

MaUro rottoli, elena regola

L’agricoltura in Italia settentrionale nel V millennio a.C.: nuovi dati dal sito di via Guidorossi a Parma 55

Marco Marchesini, ilaria goBBo, silvia Marvelli

La ricostruzione del paesaggio vegetale nel Neolitico medio in Emilia Romagna attraverso le indagini palinologiche 63

Marialetizia carra

I macroresti vegetali dal sito di Ponte Ghiara (PR). Considerazioni paleo-ecologiche e paleo-economiche 71

cynthianne spiteri, oliver edward craig, italo Maria MUntoni, francesca radina

The transition to agriculture in the Western Mediterranean. Evidence from pots 79

Jacopo de grossi Mazzorin

L’analisi archeozoologica di alcuni siti della cultura neolitica dei vasi a bocca quadrata del Parmense 87

BarBara voytek

Plus ça change, plus c’est la même chose. Change and Continuity in the Neolithic 95

Jacopo de grossi Mazzorin, alBerto c. potenza

Lo sfruttamento delle risorse animali nel sito neolitico di Serra Cicora (Nardò, Lecce) 101

leonardo salari, Maria cristina de angelis, antonio tagliacozzo

La fauna neolitica della Grotta dei Cocci (Narni, Umbria) 105

cecilia conati BarBaro

Forme di aggregazione sociale e uso del territorio nel Tavoliere di Puglia 111

arMando gravina

La Daunia nel V millennio: note di topografia 119

lorenza Bronzoni, paolo ferrari

Elementi per una riflessione sulle strutture infossate della fase VBQ in Emilia occidentale 127

daniele aroBBa, angiolo del lUcchese, piera Melli, rosanna caraMiello

Evidenze di scalvatura in rami di frassino del Neolitico medio a Genova 137

antonio cUrci, Maria cristina de angelis, adriana Moroni lanfredini, siMona padoanello, antonio tagliacozzo

Grotta Bella (Umbria). Dati per un’analisi economica e paleo ambientale 143

alessandra facciolo, antonio tagliacozzo, vincenzo tiné

Le fosse di combustione con resti di animali dai livelli del Neolitico medio (facies Serra d’Alto) di Grotta San Michele di Saracena (CS) 151

daniele aroBBa, rosanna caraMiello

Indagine archeobotanica sui livelli del Riparo di Rocca Due Teste presso Alpicella (Varazze, Savona) 157

iii. le prodUzioni qUali indicatori di identità e di contatti

italo Maria MUntoni

La ceramica Serra d’Alto in Italia meridionale. Circolazione di materie prime, di prodotti finiti, di tecnologie? 169

Marta coloMBo

La standardizzazione delle misure e delle decorazioni nelle forme vascolari della Cultura di Catignano 179

BiancaMaria arangUren, annaMaria de francesco, Marco Bocci, gino crisci, pasqUino pallecchi

Ceramiche di imitazione Serra d’Alto a Grotta della Spinosa, Massa Marittima (GR) 185

valentina cannavò, Maria BernaBò Brea, sara t. levi, paola Mazzieri

Dati archeologici e analisi archeometrica di vasetti tipo “San Martino” rinvenuti in Emilia 191

andrea de pascale

Le pintadere neolitiche nelle collezioni del Museo Archeologico del Finale 203

valentina cannavò, sara t. levi, siMone Mantini, Maria BernaBò Brea

Analisi esplorativa della statuina neolitica di Vicofertile 211

siMone occhi

Le asce in pietra levigata della collezione storica del Museo Archeologico Nazionale di Parma 215

patrizia gariBaldi, eUgenia isetti, irene Molinari, gUido rossi

Le asce in pietra levigata del Neolitico della Penisola italiana: collezioni e nuove ricerche 225

roBerto Micheli

Ornamenti personali e gruppi neolitici: elementi di differenziazione culturale nell’ambito della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata 235

siMona scarcella

La produzione della ceramica stentinelliana a Perriere Sottano (CT). Rottura nelle decorazioni e continuità nell’utilizzo delle materie prime 243

Maria grazia BUlgarelli, laUra d’erMe

Poggio Olivastro (Canino, VT): la fase del pieno Neolitico 249

claUdio capelli, angiolo del lUcchese, elisaBetta starnini

La produzione ceramica neolitica: analisi archeometriche su materiali del Riparo di Pian del Ciliegio (Finale Ligure - SV) 255

alessia colaianni, alfredo geniola, doMenico loiacono, antonio Minafra, rosa ModUgno, rocco sanseverino, lUigi schiavUlli

Caratterizzazione cronologica mediante termoluminescenza di alcune ceramiche di tipo Serra d’Alto dal sito di Santa Barbara (Polignano a Mare – BA). Risultati preliminari 257

iv. il Mondo ritUale e fUnerario

renata grifoni creMonesi

Aspetti ideologici e funerari nella cultura di Ripoli e nell’Italia centro meridionale 265

alessandra Manfredini

Animali: non solo cibo 275

alfredo geniola, rocco sanseverino

Elementi funerari nell’area centro-meridionale del sito di Santa Barbara (Polignano a Mare - BA) 283

andrea ciaMpalini, Marco firpo, eUgenia isetti, ivano rellini, antonella traverso

Il culto del sacro nel complesso di Grotta Scaloria (FG) 289

donato coppola, antonio cUrci, francesco genchi

La frequentazione cultuale della Grotta di San Biagio (Ostuni – Brindisi) 295

Maria BernaBò Brea, Maria Maffi, paola Mazzieri, loretana salvadei, iaMes tiraBassi

Le necropoli VBQ in Emilia 303

Maria BernaBò Brea, paola Mazzieri

Osservazioni sulla sfera rituale del mondo VBQ in base ai dati forniti dagli insediamenti dell’Emilia occidentale 315

paola Mazzieri, roBerto Micheli

Tradizioni funerarie e ornamenti personali. Alcune osservazioni dalla sfera VBQ emiliana alla luce delle ultime scoperte 323

paola Mazzieri, siMone occhi

Le asce nei corredi sepolcrali dell’Emilia occidentale 331

daniela castagna, valentina gazzoni, gaBriele lUigi francesco BerrUti, Martina de March

Studio preliminare sulle sepolture neolitiche del territorio mantovano: i casi di Mantova, Bagnolo San Vito e San Giorgio 339

ida tiBeri, sara dell’anna

Usi funerari nel Salento del V millennio a.C. Le tombe di Carpignano Salentino (Lecce) 353

v. antropologia

paola iacUMin, antonietta di Matteo, lUciana Mantovani

Gli isotopi stabili nelle popolazioni del Neolitico Medio dell’Emilia occidentale 361

daMiano Marchi, vitale s. sparacello

Un approccio biomeccanico alla ricostruzione delle strategie di sussistenza delle popolazioni neolitiche della Liguria occidentale 365

gwenaëlle goUde, didier Binder, angiolo del lUcchese

Alimentation et modes de vie néolithiques en Ligurie 371

elsa pacciani, giUseppe d’aMore, sylvia di Marco, andrea Messina, lUca sineo

Il reperto cranico umano del Riparo della Rossa, Serra San Quirico (Ancona), nel contesto della variabilità morfometrica delle popolazioni neolitiche italiane ed europee 383

loretana salvadei

Antropologia dentaria delle popolazioni padane del Neolitico medio. Dati metrici e morfologici 389

loretana salvadei, alessandra spina

Antropologia dentaria delle popolazioni padane del Neolitico medio. Dati patologici 399

vi. definizione degli aspetti cUltUrali

angiolo del lUcchese

Nuovi dati sul pieno Neolitico nel Finalese dal Riparo di Pian del Ciliegio 405

gian piero Martino, giUliva odetti

Il Riparo di Rocca Due Teste all’Alpicella di Varazze (SV) nel contesto del Neolitico medio e superiore della Liguria 413

nicola dal santo, paola Mazzieri

Connotazione e sviluppo diacronico del VBQ in Emilia occidentale in base alle industrie ceramiche e litiche. Gli esempi dei siti di Ponte Ghiara, Benefizio e via Guidorossi 419

iaMes tiraBassi

La fase iniziale della Cultura VBQ documentata a Rivaltella – Ca’ Romensini (RE) 429

chiara panelli

Il sito neolitico di Vicofertile (Parma) 439

paola Mazzieri

Il Sito VBQ di stile “meandro-spiralico” di via Guidorossi a Parma 447

paola Mazzieri, Marco grignano

L’insediamento di VBQ I di Benefizio (Parma) 457

Maria Maffi, anna frasca

Nuovi dati relativi alla frequentazione dei Vasi a Bocca Quadrata in territorio piacentino 465

paola Mazzieri

Il sito VBQ di Pontetaro (PR) 477

MaUrizio liBelli

Il sito neolitico di Gaione “Parco del Cinghio” 485

lUcia sarti, nicoletta volante

Il pieno Neolitico in Toscana: variabilità delle produzioni ceramiche e litiche nel contesto dell’Italia centrale 497

alfredo geniola, rocco sanseverino

Considerazioni culturali sull’aspetto Chiantinelle nel territorio di Serracapriola (FG) 505

elettra ingravallo

Serra Cicora e le facies neolitiche meridionali: un’occasione per parlarne 511

vincenzo tiné, elena natali

Il Neolitico medio nella Calabria settentrionale. Nuovi dati da Grotta San Michele di Saracena e Grotta della Madonna di Praia e Mare (CS) 515

IndIce deI PrePrInt 521

Rivista di Studi Liguri, LXXVII – LXXIX (2011–2013)

Caratterizzazione cronologica mediante termoluminescenza di alcune ceramiche di tipo Serra d’Alto dal sito di Santa Barbara (Polignano a Mare – BA).

Risultati preliminari

Alessia Colaianni* - Alfredo Geniola** - Domenico Loiacono*** - Antonio Minafra***

- Rosa Modugno*** - Rocco Sanseverino**** - Luigi Schiavulli*****

1. IntroduzIone: Il sIto dI santa BarBara

L’insediamento neolitico in contrada Santa Barbara1 nel territorio di Polignano a Mare insiste sul secondo ri-alzo sub-costiero (circa 60 m sul livello del mare) a 1,5 Km. dalla costa.

Il sito archeologico, indagato dalla metà degli anni settanta, è stato interessato da due periodi di frequentazio-ne: nel periodo più antico nell’area fu impiantato un vil-laggio che era perimetrato, sia pure a tratti, da un fossato che lo rende eccezionale nella Puglia centrale ed era ca-ratterizzato da capanne delle quali restano buche di pali; nel secondo periodo di frequentazione, corrispondente al Neolitico maturo, troviamo insediata una nuova gene-razione di coltivatori con una forte propensione questa volta per la caccia selettiva e per l’artigianato ceramico. Essa introdusse l’usanza di modellare ipogei artificiali, dalla complessa strutturazione, generalmente con ingres-si alla base dei fossati2. Un tratto di fossato denominato La Trappola ricade lungo quello che sembra attualmente essere il margine sud-ovest dell’insediamento: la parti-colare morfologia della struttura appare immediatamente delinearsi con il suo andamento sinuoso caratterizzato, al tetto della stratificazione interna, dalla presenza di una necropoli a piccolo tumulo realizzata all’interno del de-posito caratterizzato dalla cultura di Serra d’Alto3.

Le dinamiche relative alla neolitizzazione della peni-sola italiana necessitano di agganci quanto mai assoluti, in termini di cronologia, essenzialmente per fissare eventi, non certo di carattere assoluto e generale, ma indispensa-bili a legare tra loro singoli momenti di una realtà troppo grande e apparentemente priva di contatto quale quella che può sembrare ad esempio, la paleostoria delle culture neo-litiche affermatesi nel contesto geografico qui considerato.

Accanto ai metodi di datazione isotopica come il C14, applicabile solo su elementi di natura organica, da cir-ca un trentennio la tecnica applicata al principio fisico della termoluminescenza (TL) può affiancare i sistemi di datazione assoluta tradizionali puntando a definire, in termini di cronologia assoluta, gli elementi della cultura

materiale (come la ceramica) che perentoriamente ven-gono datati attraverso il sistema relativo ai confronti. Il principio fisico, esaustivamente descritto in seguito, è stato applicato ad un contesto i cui riferimenti culturali si collocano in ambito della facies Serra d’Alto per la quale già si possiedono termini cronologici validi (BM-2257R) 5920±170 BP e (BM-2256) 6129±170 BP4. Negli ultimi anni di ricerca si è reso necessario incrociare i dati stra-tigrafici con quelli cronologici non legati esclusivamente alla tipologia. In un sito ampio e pluristratificato come Santa Barbara non manca il riferimento alle stratigrafie “orizzontali” dovuto all’articolata antropizzazione del paesaggio, la quale si manifesta attraverso la monumen-talizzazione dell’area con architetture ricavate in negati-vo scavando la roccia calcarenitica: le strutture sino ad ora individuate coprono un arco temporale compreso tra fine VI e IV millennio come appena indicato.

2. Il materIale analIzzato

L’area dalla quale provengono i materiali ceramici sottoposti ad analisi (TL) è quella all’interno di uno dei tratti di fossato denominato La Trappola (fig. 1) entro il quale si definiscono stratigrafie di fasi in cui paiono al-ternarsi momenti post-frequentativi a momenti di attività.

Tra questi ultimi, dopo la perdita delle sue funziona-lità, nella struttura è stata allestita una piccola necropoli caratterizzata da inumazioni in piccolo tumulo.

I materiali restituiti dall’analisi stratigrafica sono co-stituiti da ceramiche di impasto non depurato, depurato, fine e figulino di tipo Serra d’Alto.

La stratigrafia analizzata dal punto di vista tipologico sembra riservare non pochi interessanti risvolti soprattut-to se si considera che, almeno i due terzi della potenza stratigrafica del deposito (circa tre metri), sono carat-terizzati da materiali della stessa cultura. Il campiona-mento del materiale ceramico è stato effettuato tenendo rigorosamente presenti le necessità del procedimento a garanzia dell’assoluta integrità dei risultati. Si è così pro-

*Scuola di Dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale, Università di Bari INFN Sezione di Bari; **Preistoria e Protostoria europea, Univer-sità degli Studi di Bari; ***Laboratorio di Ricerca per la diagnostica dei Beni Culturali dell’Università di Bari; ****Dipartimento di Beni Culturali e Scienze del Linguaggio, Università degli Studi di Bari; *****Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Bari, INFN Sezione di Bari, Laboratorio di Ricerca per la diagnostica dei Beni Culturali dell’Università di Bari.

alessIa ColaIannI, alfredo GenIola, domenICo loIaCono

antonIo mInafra, rosa moduGno, roCCo sanseverIno, luIGI sChIavullI

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ceduti al prelievo in strati antropici di buona affidabilità in più punti all’interno del deposito non meno di 0.3 – 0.4 m di profondità. La selezione del materiale è avvenuta con il criterio di conservazione, di tenacità e di grandezza del frammento; inoltre, è stato campionato il sedimento a contatto diretto con i reperti al fine di misurarne la radio-attività contenuta.

I materiali (fig. 1) sono stati cosi determinati innan-zitutto in base alla loro appartenenza culturale ovvero ai tipi di Serra d’Alto e tecnologico (impasto poco depura-to, impasto fine e figulino).

3. datazIone tramIte la termolumInesCenza. rIsultatI sperImentalI

Il fenomeno della termoluminescenza (TL) viene uti-lizzato per la datazione di reperti archeologici di tipo ce-ramico sin dagli anni 70 del secolo scorso e il protocollo di analisi5 è ormai ben collaudato e di normale utilizzo in campo archeologico.

Il reperto da datare si comporta come un dosimetro naturale che assorbe e accumula nel tempo energia scatu-rita dal decadimento dei radionuclidi presenti nel terreno circostante e nel reperto stesso6. Occorre, ovviamente, che in un dato momento del passato questa energia im-magazzinata dal materiale che costituisce il reperto da analizzare venga totalmente rilasciata: da quel momento in poi la radioattività alfa, beta e gamma assorbita tornerà ad accumularsi fino al rilascio “artificiale” dovuto alla misura di termoluminescenza. Nel caso della ceramica, l’azzeramento iniziale coincide con la cottura in forno del nostro reperto che, raggiungendo temperature di almeno 800 – 1000 oC, permette di svuotare il reperto dell’energia accumulata precedentemente.

L’età del reperto potrà essere ottenuta da:

]1[ AnnuaDose

PaleodoseEtà = [1]

dove la Paleodose corrisponde alla dose di radioattività

Fig. 1. Fossato La Trappola: planimetria e ubicazione del saggio i; a sinistra i reperti in analisi.

termolumInesCenza CeramIChe tIpo serra d’alto 259

assorbita dal reperto a partire dalla cottura in forno fino al momento della misura di TL, mentre la dose annua corri-sponde alla quantità di energia assorbita dal materiale in un anno. La dose annua dipenderà dai vari tipi di radio-attività assorbita e potrà essere espressa dalla relazione

Dose Annua = a Dα + Dβ + D γ+ Dc [2]

dove Dα, Dβ, Dγ e Dc indicano, rispettivamente, la dose assorbita dalle particelle alfa, beta, gamma e quella dovu-ta ai raggi cosmici. Il parametro a indica, invece, l’effi-cienza della radiazione alfa che varia da reperto a reperto e tiene conto del fatto che a parità di dose assorbita la TL è minore per le alfa rispetto alla radiazione beta e gamma7.

I campioni da analizzare con la TL sono stati prepa-rati utilizzando il metodo ”fine grain”8. Per ogni reperto analizzato sono state effettuati da due a tre prelievi in zone differenti e ciascuno di questi è stato sottoposto a misura di TL.

Per l’analisi è stato utilizzato il sistema TL/OSL-DA-15 prodotto dalla Risø National Laboratory9. Le mi-sure di TL sono state eseguite utilizzando come rampa di riscaldamento una velocità di 5 oC/s. Durante la misura il campione è stato tenuto sotto un flusso di azoto pari a 2 l/m. Il calcolo della paleodose è stato ottenuto adope-rando il metodo delle multi aliquote: da quattro a otto ali-quote di quelle ottenute per ogni prelievo è stata misurata la TL archeologica. Altre aliquote sono state irraggiate con dosi crescenti di radioattività beta che si aggiungono a quelle naturali; le rimanenti sono state irraggiate con dosi crescenti di radioattività alfa. Per ogni valore di dose aggiuntiva sono stati irraggiati dai tre ai quattro campio-ni e per ogni prelievo sono state utilizzate da quattro a cinque dosi crescenti. La sorgente beta utilizzata è una di Stronzio-90 calibrata (0.1333 ± 0.0085 Gy/s), mentre la sorgente alfa è un Americio 241 anch’essa calibrato (0.0416 ± 0.0016 Gy/s). A titolo di esempio in figura 2 sono evidenziate le curve di TL relative al campione L.T. 7; nella figura, a sinistra sono evidenziate le aliquote con dosi crescenti beta, mentre a destra quelle con dosi crescenti alfa. Per poter ottenere il valore della paleodo-se occorre individuare l’intervallo di temperature dello spettro di TL dove l’energia assorbita è rimasta stabile nel tempo senza apprezzabile rilascio dal momento della cottura del reperto: tale valore è dato dal Plateau Test10. L’intervallo di temperatura da noi prescelto è risultato 300-380 °C.

I punti rappresentano l’integrale delle curve di TL nell’intervallo di temperatura ottenuto dal Plateau Test per le varie aliquote con le sole dosi archeologiche e per quelle con dosi crescenti beta aggiuntive. L’intercetta della migliore retta passante per i vari punti, ottenuta con il metodo dei minimi quadrati, con la parte negativa dell’ascissa, permette di ottenere la paleodose.

In Tabella I sono mostrate le dosi archeologiche ed il fattore a che descrive l’efficienza della radiazione alfa per i vari campioni analizzati.

TABELLA ICampione Dosi archeologiche (Gy) Fattore aL. T. 2 27,8 ± 2,7 0,253 ± 0,033L. T. 6 21,3 ± 1,6 0,176 ± 0,017L. T. 7 27,2 ± 2,1 0,135 ± 0,018L. T. 8 23,3 ± 1,8 0,110 ± 0,014

Le componenti a e b relative alla dose annua dipen-dono dal contenuto dei radionuclidi presenti (K-40, U, Th), dal contenuto di umidità naturale presente durante l’interramento. Tali valori possono essere calcolati uti-lizzando le tavole di corrispondenza contenuto/dose11. Il contenuto di U e Th è stato ottenuto tramite conteggi delle particelle a12, quello di K è stato acquisito mediante misure di fotometria a fiamma. La componente ambien-tale della dose annua (dovuta soltanto alla radiazione g) è data sia dall’analisi di alcuni grammi di terreno circo-stante i vari campioni prelevati, sia lasciando per quattro mesi in vari punti del sito dei TLD al LiF opportunamen-te schermati da un cilindro di rame avente pareti di 3 mm di spessore, in modo tale che tali dosimetri possano as-sorbire solo la radiazione g e i raggi cosmici13. Entrambi i metodi hanno portato a valori simili della dose annua, entro gli errori sperimentali.

Per il calcolo della dose annua si è tenuto conto del contenuto di umidità presente sia nel terreno che nelle ceramiche. I dati relativi alle dosi annue sono mostrati in Tabella II.

TABELLA IICampione Dose annua totale (mGy/anno)L. T. 2 4,74 ± 0,16L. T. 6 4,44 ± 0,06L. T. 7 4,81 ± 0,32L. T. 8 5,41 ± 0,15

Le datazioni dei reperti analizzati sono riportati in Tabella III.

TABELLA IIICampione Età (anni BP)L. T. 2 5860 ± 550L. T. 6 4810 ± 380L. T. 7 4330 ± 370L. T. 8 5660 ± 570

alessIa ColaIannI, alfredo GenIola, domenICo loIaCono

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I dati ottenuti, per quanto credibili, sono da ritenere preliminari: nel calcolo non si è tenuto conto della pre-senza di un fenomeno detto fading anomalo, il quale può essere corretto analizzando i campioni dopo alcuni mesi dalla prima misura e sarà necessario effettuare stime dell’eventuale disequilibrio secolare delle catene radio-attive degli isotopi presi in considerazione.

4. ConClusIonI

I valori ottenuti per le datazioni dei campioni analiz-zati, come già detto in precedenza, necessitano di ulterio-ri indagini prima di poter essere considerati certi. Molto importante sarà verificare l’eventuale presenza di dise-quilibrio secolare all’interno della catena di decadimento dell’U-238 che potrebbe portare a sensibili variazioni del-le date proposte. In letteratura sono stati mostrati effetti di disequilibrio in ceramiche del Neolitico14 e, quindi, questo tipo di verifica è sicuramente estremamente importante al fine di una maggiore significatività dei risultati.

Per quanto riguarda gli aspetti culturali, il dato, ot-tenuto attraverso la misurazione della dose radioattiva, appare allinearsi a quel gruppo di datazioni al C-14 (più recenti) che tenderebbero a rialzare la cronologia della facies di Serra d’Alto attestandola alla metà del V mil-lennio in cronologia calibrata. Dei campioni sottoposti a misurazione sono stati presi in considerazione perchè attinenti al contesto culturale in esame, il campione L.T.2 ed L.T.8. Per L.T.2 la misura rilevata corrisponderebbe al 3851+550 a.C. trova conferma in datazioni recenti effet-tuate in contesti di aspetti culturali ben distinti ma rien-tranti tutti nell’ambito del gruppo culturale di tipo Serra d’Alto15 diffuso ampiamente nella Puglia centro-meridio-

nale e materano ma con proprie caratterizzazioni nella Sicilia (comprese le Eolie), l’alto Tavoliere con il primo Subappennino, le Marche e infine l’area padano-triden-tina16. Un’areale sicuramente molto ampio che giustifi-cherebbe una manifestazione così lunga e variegata con complesse articolazioni interne alla cultura meandro-spi-ralica costituita da contatti, influenze che diventano reci-proche, raccolte nella sfera di altri ambiti culturali (Dia-na, Ripoli, VBQ, ecc.).

Il dato proveniente dalla misurazione di L.T.8 di 3651+570 sembra confermare quello ottenuto dalla data-zione isotopica all’ipogeo Manfredi. E’ tuttavia doveroso tenere presente che l’ambito di variazione risulta molto ampio per entrambi i campioni qui considerati: la con-seguente applicazione di variabilità estesa ad arretrare o attardare il risultato non conforta ed invaliderebbe la tradizione ormai consolidata per la facies di Serra d’Alto. Il dato esposto costituisce dunque un valore preliminare che trova applicabilità nella misura in cui lo si accetti come valore puro, non decisivo ai fini di una corretta at-tribuzione cronologica allo stato attuale della ricerca. La risoluzione di problematiche metodologiche unitamente a considerazioni più raffinate dell’errore percentuale17 contribuiranno ad una valutazione più precisa dei conte-sti stratigrafici pre-proto e storici, integrando altri sistemi di datazione assoluta più consolidati.

RingRaziamenti

Si ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia per il finanziamento del progetto di ricerca ARCHEO che ha permesso di acquisire la strumentazione necessaria per il completamento del Laboratorio di datazione del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari.

Fig. 2. Curve di TL relative al campione L.T. 7 ; a sinistra sono evidenziate le aliquote con dosi crescenti BETA, mentre a destra quelle con dosi crescenti ALFA.

termolumInesCenza CeramIChe tIpo serra d’alto 261

note

1 GenIola 1987a, 1997.2 GenIola 1998.3 GenIola 1987b.4 GenIola 1997.5 aItken 1985.6 mCkeever 1997.7 adamIeC 1998.8 zImmerman 1971.9 Botter-Jensen 1988, 2000; thomsen 2007.

10 aItken 1985.11 namBI 1986.12 aItken 1985.13 Bos 2011.14 vartanIan 2001.15 tunzI 2008.16 GenIola 2002.17 eGe 2007.

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