Post on 29-Jan-2023
Il castello medievale di Rivucavo e la famiglia Leone Giudice
Il castello di Riocavo probabilmente è stato costruito nel periodo che và dal 924 al 940 come
complesso facente parte di un sistema difensivo da opporre agli ungari postisi al servizio del futuro
imperatore Berengario. Questi calarono verso la nostra città fermandosi a soli 6 km dalla città
attestandosi nei territori di di S.Pietro a Vico,S.Pietro a Marcigliano,S.giusto di Feruniano e
S.Benedetto di Villa.
Comunque sia, è certo che nel 953 esiste già, infatti vi è un documento riportante un atto di
permuta di vari beni tra un certo Gheriperto e la Pieve di S.Giovanni,S.Maria e S.Stefano di
Villula; i contraenti sono lo stesso Gheriperto ed il Vescovo di Lucca. Tal manoscritto dichiara che
uno di questi beni è situato in località Riocavo presso Castello.
Questo maniero era sicuramente costruito in località Falcinatico,cioè sul colle attualmente
denominato Castellaccio.
Questa certezza è dovuta a constatazione sia geografica,sia documentaria .
Infatti geograficamente parlando, dal suo culmine si può lanciare lo sguardo da est fino a sud per
scorgere la piana da Capannori fino ai colli di Serravalle per raggiungere il padule di
Castelvecchio, mentre se ci voltiamo da sud fino ad est lo sguardo è racchiuso dai colli paesani
facenti parte del massiccio del M.Pisani ,però in direzione nord vi è un avvallamento (foce di
Commento [co1]: (A. Mancini ST. di LU. pag. )- ( Porcari nel medioevo Alessandra Cenci ed. Sondel s.p.a. 1997)
Commento [co2]: La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni
Commento [co3]: La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni
S.Piero) che ci permette di osservare la città di Lucca ed in piu vediamo posta ai suoi piedi, la
vallata di Compito.
Se invece consideriamo le diverse fonti etimologiche e documentarie; i documenti trovati in A.S.di
Lu. “Offizio sopra beni comunali” (1583) ; A.P.S.Andrea di C.to “libro note antiche 1600”; A.S.di
Lu.-Catasto vecchio (1800) Sono concordi nel dichiarare che vi sono appezzamenti di terra siti
su quel colle, denominato “Castello” e che ai loro lati ci sono le località Riocavo e Valle del molino:
anzi se approfondiamo le loro letture notiamo che questo castello era difeso da levante e da ½ dì
da fossato (probabilmente canali naturali ma adattati da mano umana) e che era sito sul confine
tra i territori di S.Andrea e S.Frediano (quest’ultimo oggi è frazione di Pieve di C.to).
Mappa
catastale rilevata da http://web.rete.toscana.it/castoreapp/
Propietari
Nei vari documenti archivistici viene affermato che Il castello fu costruito dal consortato dei nobili di Vorno;
ma chi sono questi nobili? Per capirlo necessita fare una parentesi e andar a vedere l’antica famiglia dei
Leone Giudice ; gruppo feudale nascente verso la metà del .X sec. Ed imparentata con un casato sorto nel
938 dal capostipite di nome Fraolmo, il quale, in qualità di figlio primogenito del vescovo di Lucca (in quel
periodo anche i prelati si potevano sposare) ricevè dal padre, a livello le terre nella zona di confine tra Pisa
e Lucca facendo così prendere alla famiglia il titolo “de comitato pisense”.
(Da questo casato, successivamente discenderanno anche i Porcaresi e gli Auderamo che a loro volta
diedero vita ai Montemagno).
E’ grazie a questi legami che i discendenti di Ildighis.; uomo che appare nella storia solo nel 928, anno del
suo decesso, ebbero interessi e proprietà a Lucca, Pisa e nel Valdarno .
Il di lui figlio, Leone I diviene notaio nel 923, l’anno successivo missus episcopi e dal 935, ricoprì la carica di
Giudice Regio , incarico questo che, attraverso i suoi discendenti,manterrà per 4 generazioni; dando così
nome al casato come famiglia dei Leone Giudice.
Questi, nel X- XI secolo, ebbero un feudo che inizia dall’attuale Sorbano del Giudice per arrivare fino a
S,M.del Giudice (paesi che hanno preso il nome proprio da loro), e da quest’ultimo si estendeva, attraverso
rilievi, sino a Colle di C.to.
Commento [co4]: A.S.Lu offizzio sopra i beni comunali ; N° 10 anno 1583
Commento [co5]: (libro note antiche 1600 A.P.C.to f.57r )
Commento [co6]: Per una maggior comodità possiamo anche usare internet e cercare su http://web.rete.toscana.it/castoreapp/
Commento [co7]: Punti cardinali oggi corrispondenti approssimativamente al nostro est e sud
Commento [co8]: Il castello lo possiamo dichiarare sito nelle particelle N°560-561-562
Commento [co9]: Nel el medioevo era un'associazione di famiglie che si univano "a una medesima sorte", spesso legandosi con rapporti di parentela e matrimoni incrociati
Commento [co10]: nome che si ripeterà spesso nella discendenza , da cui la denominazione “dei Fraolmi” datagli a tutto il casato
Commento [co11]: Atti del V congresso internazionale degli studi sull’alto medioevo - 1971 - B. S.LU. Ke 168
Commento [co12]: Questo nome fa suppore che la famiglia discenda da quei longobardi calati a Lucca con l a caduta dell’impero romano ;anzi da uno studio dei personaggi antichi siti nella valle di Massa pisana si prospetta fortemente l’ipotesi che questo personaggio sia imparentato fortemente con un certo feudatario corrispondente al nome Fraolmo senior che altri non era se non un nobile longobardo imparentato con i monte magnesi ed i corvaresi
Commento [co13]: (La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni
Essendo negli anni del medioevo, fu cosa naturale per loro, costruire piu manieri in vari punti strategici
ottenendo così un controllo strategico dei loro territori. Nei primi anni insediarono il loro centro di potere a
S.M.del Giudice, ma ben presto (negli anni intorno al 1000) Leone, e il suo fratello Fraolfo o Farolfo, (da
non confondersi con il summenzionato Fraolmo) lo spostarono a Vorno . data l’omonimia non è certo se
fu Leone III o Leone IV , uomo deceduto nel 1046 anche perché entrambi ebbero un fratello di nome
Farolfo .
Comunque sia è certo che dal figlio di Leone IV; Lamberto I ( deceduto nel 1064), parte la dinastia dei
signori di Vorno, altra certezza è il fatto che quest’ultimo, tra i vari nipoti, può vantare di averne 2 che per
noi sono interessanti , e cioè:
Enrico II ,detentore dei castelli di Compito; Castronovo (attuale Colle di C.to); Vorno e Fibbialla, uomo in
vita fino al 1147-48 , anni in cui muore lontano da casa perché partecipante alla seconda crociata ;
Sigefredo II, che nel 1110 è notaio a Compito e, forse, la sua abitazione è quella che viene attestata in un
documento del 1081 come casa e corte della famiglia Leone Giudice sita in località Capo di vico , zona Valle
cava .
Nel XII sec. La casata perdè l’identicativo “Leone Giudice” e da allora, il castello viene sempre detto in
possesso ai Sismondi , famiglia comunque imparentata con i Montemagno i quali a loro volta erano
discendenti dello stesso Fraolmo del 938 di cui abbiamo trattato sopra.
Economia intorno al castello Ma cosa difendeva questo castello ?
Semplice;difendeva la valle di Compito, direte voi. Si giusto, ma cosa c’era in questa valle che meritava la
difesa di un castello?
Iniziamo con il ricordare che il castello faceva parte del feudo dei Sismondi , quindi sicuramente molte zone
dei colli circostanti erano le loro bandite di caccia, questa attività in quel periodo era molto importante per
l’alimentazione dei ricchi proprietari, inoltre , come si trova scritto nel manoscritto del 1639 della bibl. Di
Lu., “et aloro appartiene la Visona di Compito per annacquare le biade” cosa di non poca importanza ; a ciò,
come ci svela un documento del 1150 ,va aggiunto che in “Cuimpito” vi erano le selve (quindi produzione
di castagne) oliveti e viti (prodotti che all’epoca erano uniti poiché le viti venivano fatte arrampicare sui
rami degli olivi e davano anche un alto reddito) e un casalino del molino (perciò esisteva anche tal opificio e
Commento [co14]: (La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni.)
Commento [co15]: Fondo S. Ponziano, regesto vol 1, pergamene del diplomatico, pag. 170, ma rimanda a pergamena del 1081
Commento [co16]: Lo stesso Rio Visona deve il nome a Wizza;punizione inferta ai bracconieri che entravano nelle bandite alrui.
Commento [co17]: » Archivio di Stato di Lucca » Principale » Diplomatico » S. Nicolao » 1101 - 1150 » 01-02-1150 - S.NICOLAO
conseguentemente la produzione di farine era in loco) infine, dato che quest’ultima pergamena è un atto di
vendita di 9 appezzamenti di terreno, è da dire che il prezzo di “440 soldi di buoni denari lucchesi” occorsi
per l’acquisto , non è un prezzo economico quindi i terreni erano di pregio.
Centri abitati da difendere da rivucavo Come notiamo da altro documento del 983, in cui si parla di altri livelli fatti dal vescovo Teugrimo a
Sisemondo, appare evidente che nella valle erano già in vita gli abitati di Cumpito (da intendersi tutta la
vallata fino all’attuale via di Pontedera) e Vico (attuale Capo di Vico).
Per una maggior precisione necessita guardare altri scritti del periodo (fino al 1150) e allora appaiono
formati , gia da antica data, gli abitati attorno alla chiesa di S,Frediano (posta a metà vallata di Compito);
S.Andre de Amiate (attuale chiesa paesana di S.Andrea di C.to); S.Giovanni al forcone; S. Pietro a Cruciccle
(ove era unche un piccolo monastero) attuale chiesa di S.Lucia posta presso la torre sita nel paese di
S,Andrea di C.to, e infine la chiesa di S.Maria in selva (oggi scomparsa ma posta sulla strada montana che
dal paese di S.Andrea di C.to porta a S.Leonardo in Treponzio.
Per non creare confusione tengo a precisare che diverse di queste chiese (se non tutte) dipendevano dalla
vicina abbazia di S.Salvatore del lago di Sesto, ma gli uomini che tenevano case e terre in quei siti
dipendevano sovente dal potere laico o comunque da entrambi contemporaneamente (discorso questo
che analizzeremo in altro contesto).
.Guerre intorno al castello
Come abbiamo gia detto nel 953 era già costruito, però, grazie a una pergamena sita in A.S.LU. possiamo
dire che nel 1150 è distrutto.
La sua vita fu in un periodo molto travagliato poiché dovè assistere alle guerre tra Lucca e Pisa (non si sa se
con danni o no) scontri che adesso descriveremo:
1004-111 lotte delle investitura a re d’Italia tra l’imperatore Ottone e il marchese Arduino d’Ivrea;
Lucca contrariamente a Pisa patteggiava per il padre quindi possibili scontri.
1113 battaglie per crociate ;
i lucchesi rendendosi conto che la spedizione navale pisana era solo dedita a d assicurarsi una rotta
commerciale sicura verso i domini del Conte di Barcellona, lasciarono le navi pisane e ritornarono a casa,
esponendosi cosi alla loro vendetta. Cosa che prontamente avvenne appena essi tornarono dalle Baleari
in quanto con i loro militi invasero e arsero parwecchi territori lucchesi.
Commento [co18]: ( A.A.LU. F. 77 ) (Nicola Laganà la comunità di Paganico ed. Ponte ) ( Repetti ) ( D. Barsocchi M. V. 3 Lucca 1845 doc. N.1561 pag. 446 )
Commento [co19]: Archivio di Stato di Lucca » Principale » Diplomatico » S. Nicolao » 1101 - 1150 » 01-02-1150 - S.NICOLAO
Commento [co20]: A. Mancini ST. di LU.
1135 scontro a Fucecchio in cui Lucca aggredisce il marchese di Tuscia Ingelberto il quale con l’aiuto di
Enrico di Baviera e di Pisa ne esce vincente .I pisani imbaldanziti dalla vittoria e non paghi assediano Lucca
che si salva solo grazie all’intervento di Bernardo di Claivaux.
1197 il 17 settembre ci dice il Sercambi nel suo volume II- pag,47 “le genti di Pisa da cavallo
cavalcarono per la via di Calci e vennero sul terreno di Lucca in fine a Pontetetto e le scolche di Lucca , quelli
vedendo fecero avvizzati le genti stormeggiando per tucte le circustantie , Allora i dicti di Pisa dettero volta
a Guamo e presero IV bestie da soma e senza far altro danno si ritornarono a Pisa “.
Questo discorso non è molto chiaro ma si puo dedurre che i pisani montarono da Calci per calare da Campo
di Croce nelle valli circostanti ma poiché i borghi del piano furono avvisati e fecero a tempo a ripararsi
nella città portandosi dietro tutti i loro beni, è da ritenere che le soldatesche prima di arrivare nella piana si
fermarono a saccheggiare i paesi collinari (quindi anche Compito) per un tempo abbastanza lungo.
1143 - 1150 periodo finale della sua vita
Qui merita approfondire il discorso per capire come mai è stato distrutto.
Siamo nel periodo che le città di Luca e Pisa si incamminano verso la formazione delle rispettive
repubbliche, quindi necessitando di una propria autonomia si adoperano ancor maggiormente per una
politica di sganciamento dai poteri vescovili e marchionali e iniziano un’espansione territoriali a scapito dei
vari signorotti locali che possedevano i feudi vicini alla città offrendo loro la scelta di inurbarsi
amichevolmente o, se contrari, scontrasi con l’esercito cittadino. Ma vediamo i fatti avvenuti nel nostro
territorio.
1143-1144 I pisani in quest’anno, sapendo che Lucca voleva togliere il potere feudale a Enrico,
signore di Vorno, acquistarono i diritti da un magnate di detto fortilizio ( i libri storici non dichiarano da chi
ma è facile capire che fu lo stesso Enrico che li vendè), vi misero dentro 300 loro soldati e nominarono
Giusfredo padrone del sito. Lucca non potè accettare ciò e vi pose un assedio, al che la città marinara inviò
le sue milizie che tentarono inutilmente di sfondare l’accerchiamento con una cruenta battaglia svoltasi
nelle località collinari di Campo di Croce e Santallago (19 giugno, giorno di S.Gervasio), oltre a invadere e
incendiare i territori di Massa Pisana, al che i lucchesi disperati tolsero l’assedio ma per vendetta arsero
Castronovo (colle di Compito) , feudo anche questi della famiglia di Enrico. La cosa per non fini lì e nel 1147
(anno in cui iniziò la II crociata) sempre Pisa assale e occupa il castello dell’allora lucchese Bientina, e,
benché fosse difeso da 300 militi lucchesi, distruggono il castello dell’isola , fortificazione posta nel mezzo
al lago di Sesto (ove adesso è la Casa di isola); ben presto la nostra Repubblica si rivalse ponendo sotto
assedio e distruggendo il castello dei Lambercioni (1148), anche se successivamente la stessa repubblica lo
ricosrui.
L’anno seguente, i 29 agosto1149, sempre le milizie della nostra città,coadiuvati dai soldati pistoiesi e
pratesi,ripresero ad assediare Vorno isolandolo sino a 22 settembre,giorno in cui, dato l’avvicinarsi
dell’inverno,lo sospesero.
La primavera successiva i lucchesi, assieme a uomini delle terre garfagnine, e ai pratesi, ben determinati a
portare a termine l’opera risalirono i colli con 2000 uomini, ripresero l’assedio ricostruendo anche le
fortificazioni in “Aspro di Porro” (il castellaccio alla Stanghetta) e del “Sasso Grimoli” (sullo sperone del
monte Zano) arrivando così a costringere ( il 17.3.1150) i 3000 soldati pisani capitanati dal conte Guido
Guerra e intervenuti nella zona per tentare di rompere l’assedio, a ritirarsi. Grazie anche a questa disfatta e
alle 5000 libbre d’oro che Lucca offri a Rustico e Tinnioso, per comprare i loro diritti feudali su Monte di
Commento [co21]: A. Mancini - st. di Lu
Commento [co22]: Lucca si libera dal marchesato riuscendo a divenire sottoposta solo all’imperatore nel 1048 mentre come libero comune nasce ne 1119 Nel lasso di tempo trascorso tra queste 2 date la città aveva un suo esercito che lo muoveva indipendentemente per difesa, per scontri locali (maggiormente per liti con i feudatari che con i loro feudi accerchiavano la città) oppure lo mandava in appoggio ad altri eserciti seguendo le direttive del potere imperiale
Commento [co23]: Il castello era sito in località denominata adesso " castellaccio " ma allora detta " Colle Maio " o " Colle Maiori "; il fortilizio aveva un'estensione di 500 - 600 metri quadri, era a forma ellissoidale composto da due cinte murari e con entrata da mezzogiorno, la cinta esterna era formata da fossato e palizzata, mentre quella interna era costituita da fossato e muraglie incorporava la torre all'interno ospitava gli alloggiamenti, i magazzini, la cisterna e le cucine, il tutto in uno spazio di metri 60 per 30. La torre era larga 8 metri e aveva l'ingresso verso Piaggia. (La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni.)
Commento [co24]: Il castello era circondato da muri di pietra e da un fossato, con all'interno una cisterna per raccogliere l'acqua, (La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni.)
Commento [co25]: (La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni.) (La Garfagnana dall'epoca comunale all'avvento degli estensi atti del convegno tenuto na Castelnuovo GarfagnanaRocca Ariostesca 13-14 settembre 1997 ED. aedes muratoriana modena pag. 26)
Commento [co26]: Mancini: storia di Lucca
Vorno e alla promessa dell’imunità a loro e ai soldati assediati che la lottà finì consentendo così agli
sconfitti di raggiungere S.Maria a Monte senza ulteriori danni. Sorte che non tocco al castello in quanto il 24
marzo fu raso al suolo dai vincitori.
Stessa sorte tocco al nostro castello posto in “Falcinatico” presso Rivucavo ; evidentemente i diritti
acquisiti non riguardavano solo il Monte di Vorno bensì tutto il feudo dei due contraenti.
Tale scontro portò Lucca a impossessarsi dei terreni vicini a lei però gli costò la perdita di territori posti
nella Valleriana, perse Viareggio e furono sconfitti a Cascina, e la cosa non ha termine in quanto il conte
Guido Guerra , che evidentemente mal aveva digerito la ritirata fatta in Campo di Croce, nel 1151 invase la
valle di Vorno e occupò i resti del Colle Maio, abbandonandolo l’anno dopo solo dopo aver ricevuto un
compenso monetario datogli dalla Repubblica di Lucca. Che provvide a radere del tutto anche quel
castello. ( altro particolare che ritengo importante è che il documento sito in A.S.LU. che attesta tal
versamento di somma, è il primo documento storico che ci rende noto dell’esistenza ormai “de facto” del
libero Comune di Lucca ).
Su tutto questo fatto storico viene messa la parola fine solo nel 1158 quando, con la pace detta di
Ripafratta, la nascente Repubblica di Lucca rende ai nobili di Vorno tutte le terre di cui godevano i diritti
prima dell’avvenuta morte del crociato loro avo Enrico, quindi anche i territori di Castronovo e di Coterozzo
(S.M.del Giudice) dandogli il permesso di costruire mura e case senza piu disturbarli; di contro Rustico dovè
fare giuramento di fedeltà alla Repubblica perdendo così ogni potere feudale, compreso il diritto di
costruire castelli, e conseguentemente i pivieri di Compito e Vorno passarono sotto la giurisdizione
cittadina e non subirono più la presenza sui loro territori di castelli feudali.
Chino Orsi
Figura 1: resti di apparato murario sito sul colle del Monte Castellaccio
Commento [co27]: ( G. Tommasi - st. di Lu. )
Commento [co28]: ( P. Guidi - O. Parenti , regesto del capitolo di Lucca (La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni
Commento [co29]: ( A. Mancini - st. di Lu
Commento [co30]: La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni
Commento [co31]: La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni
Commento [co32]: La Pieve e la comunità di Vorno Giovanni Massoni
Commento [co33]: Questo giuramento in realtà era l’atto in cui i vari feudatari divenivano a tutti gli effetti cittadini della nascente Reepubblica lucchese. Tale cittadinanza imponeva loro la residenza entro le mura cittadine,la donazione del territorio loro sottoposto al comune cittadino ma in compenso gli permetteva l’accesso alle varie cariche cittadine, il diritto di essere difeso sia lui sia i suoi beni dall’esercito Comunale,gli veniva concesso di mantenere diritti di proprietà su diverse (ma non tutte) le terre che erano comprese nel proprio ex feudo ecc. ecc. Ma questa è tutta un'altra storia che merita un ulteriore approfondimento da fare in altro momento.