San Michele in Piemonte: La Passione di Revello (1481)

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San Michele in Piemonte la “Passione di Revello” (1481) Marco Piccat 1 La “Passione 2 di Revello” è nota come l’unico dramma sa- cro rappresentato in Piemonte, in epoca medievale, di cui si sia conservato il testo. Il solo manoscritto di riferimento, databile alla seconda metà del Quattrocento, è conservato a Firenze, Bi- 1. Università di Trieste. 2. M. PICCAT, Problemi di edizione testuale de “La passione di Revello”, in Il fascino dell’eremo. Asceti, certosini e trappisti sul Mombracco nei se- coli XIII - XVIII (Atti del Convegno, Barge, Trappa del Mombracco, 29- 30 luglio 2005), a cura di R. Comba, in “Bollettino della Società per gli studi storici, artistici ed archeologici della Provincia di Cuneo”, 142 (2010), pp. 201-223.

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San Michele in Piemontela “Passione di Revello” (1481)

Marco Piccat1

La “Passione2 di Revello” è nota come l’unico dramma sa-cro rappresentato in Piemonte, in epoca medievale, di cui si siaconservato il testo. Il solo manoscritto di riferimento, databilealla seconda metà del Quattrocento, è conservato a Firenze, Bi-

1. Università di Trieste.2. M. PICCAT, Problemi di edizione testuale de “La passione di Revello”, in

Il fascino dell’eremo. Asceti, certosini e trappisti sul Mombracco nei se-coli XIII - XVIII (Atti del Convegno, Barge, Trappa del Mombracco, 29-30 luglio 2005), a cura di R. Comba, in “Bollettino della Società per glistudi storici, artistici ed archeologici della Provincia di Cuneo”, 142(2010), pp. 201-223.

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blioteca Laurenziana, mentre le annotazioni relative alla suarappresentazione nel 1481 lo sono nell’archivio storico comuna-le della stessa Revello.

La lettura del manoscritto rivela chiaramente i legami trala compilazione in esame e la contemporanea tradizione france-se3, con l’azione scenica suddivisa in più giornate e con lo svol-gimento cronologico delle scene a partire da un conciliabolo ce-leste per concludersi al momento dell’apparizione di Cristo ri-sorto agli apostoli.

Una sola delle tante didascalie in latino o in volgare del te-sto, presenta il modo con cui san Michele4 compare in scena.Secondo questa l’arcangelo appare «armato et cum la soa spadanuda in mane»5, iconografia6, già ben diffusa anche in Piemontea metà Quattrocento7, e che sembra seguire un modello unico estereotipato8.

Le occasioni di intervento dell’arcangelo9 all’interno della

3. CH. MAZOUER, La floraison du théâtre édifiant au XVe siècle, in Le théâ-tre français du Moyen Âge, 1998, pp. 142-264.

4. Per la diffusione del culto cfr. F. CARDINI, L’archange Michel en EuropeOccidentale, in M. BUSSAGLI , M. D'ONOFRIO, Les ailes de Dieu, Messa-gers et guerriers ailés entre Orient et Occident, Milano 2000, pp. 119-122.

5. Cfr. nota n. 52. Alcune delle xilografie del Libro de Sancto Joanne Bap-tista, (20 settembre 1522) ad opera del monregalese Giuseppe Berruerio,conservato in copia unica presso la Biblioteca Reale di Torino, che ri-prende parzialmente il testo della “Passione di Revello”, mostrano alcunidi quelli che avrebbero potuto essere tra i momenti essenziali del ruologiocato da Michele all'interno dello spettacolo.

6. L. REAU, Saint Michel, in Iconographie de l’art chrétien, t. II, Iconogra-phie de la Bible, Paris 1956, pp. 44-51; G. DUCHET-SUCHAUX , M. PAS-

TOUREAU, Saint Michel, in La Bible et les Saints, guide iconographique,Paris 1990, pp. 246-247.

7. P. BELLI D'ELIA, L’iconographie de saint Michel ou de l'archange Mi-chel, in BUSSAGLI, D'ONOFRIO, Les ailes de Dieu cit., pp. 123-125.

8. Y. CATTIN, PH. FAURE, Les anges et leur image au Moyen Age, La Pierrequi vire 1999.

9. M. SARACCO, Il culto di san Michele nell’Italia settentrionale: sondaggie prospettive d’indagine, in Culto e santuari di san Michele nell’Europamedievale, a cura di P. BOUET, G. OTRANTO, A. VAUCHIEZ (Atti del Con-vegno Internazionale di studi (Bari - Monte Sant’Angelo, 5-8 aprile

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“Passione di Revello” sono presentate, in un continuum dalleprime carte a quelle finali del codice.

Il primo incontro con san Michele avviene in occasione diuno dei cosiddetti “Procès de Paradis”10, qui presentato in du-plice redazione, A (lunga, vv. 263-293) e B (abbreviata, vv.133-151)11.

Il successivo è all’interno della cosiddetta “Tentazione”,una prima, quella di Giuseppe (vv. 1191-1312), ed una seguen-te, questa volta di Cristo (vv. 4132-4161).

Per il seguente dobbiamo attendere il momento della “Tra-sfigurazione” sul monte Tabor, sempre nella prima Giornata disvolgimento della rappresentazione (vv. 5290-5325).

Il penultimo avviene durante l’“Agonia nel Giardino degliUlivi”, nella seconda Giornata, (vv. 5122-5467), mentre l'ultimoè nella “Salita al Paradiso” delle anime dei giusti, appena primadella conclusione dello spettacolo, nella conclusiva e, secondoil manoscritto, terza Giornata (vv. 1960-2017).

Il primo, appartenente al gruppo dei testi del genere “Pro-cès de Paradis” non è di tradizione evangelica.

Il secondo episodio, la tentazione di Giuseppe, è citato nelsolo Vangelo di Matteo12, «Ioseph autem vir, cum esset iustus,et nolens eam traducere, voluti occulte dimettere eam … Haecautem eo cogitante …», ma l’apparizione è attribuita ad un «ec-ce angelus Domini apparuit in somnis ei …» senza precisazionedel nome.

Anche la successiva occasione, quella delle tentazioni diGesù nel deserto, pur essendo riferita da ben tre evangelisti su

2006), Bari 2007, pp. 218-239.10. J. P. BODRER, Le Procès de Paradis, in Le Jeu de la Passion, Le message

chrétien et le théâtre français (XIIIe-XVIe s.), Paris 1998, pp. 191-206.11. Per i motivi della duplice redazione, cfr. PICCAT, Problemi cit., pp. 201-

223.12. Mt 1,18-19. Cfr. Inoltre B. MAGGIONI, Michele e gli angeli nelle scrittu-

re, in Il faro di san Michele tra angeli e pellegrini, a cura di A. SALVA-

TORI, Stresa 1999 (Settimo Quaderno Sacrense), pp. 21-30.

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quattro, Matteo, Marco e Luca13, «… Jesus ductus est in deser-tum a spirito, ut tentaretur a diabolo», «et era in deserto quadra-ginta diebus et quadraginta noctibus, et tentabatur a Satana»,«… et agebatur a spiritu in desertum diebus quadraginta, et ten-tabatur a diabolo» non presenta alcuna apparizione specifica disan Michele. Matteo, ricorda, semplicemente, in coda all'episo-dio, come scomparso il «diabolus: ecce angeli accesserunt, etministrabant ei»14, e Marco similmente precisa «eratque cumbestiis, et angeli ministrabant illi»15.

Passando al motivo delle “Tentazioni” di Cristo, ancora ri-troviamo i racconti dei tre medesimi16. In nessuno di essi, tutta-via, ritroviamo un benché minimo accenno all’apparizione di unangelo, né, tanto meno, di san Michele.

Per l’“Agonia di Cristo nell’orto degli Ulivi”, mentre iVangeli di Matteo e Marco presentano l’episodio senza accen-nare al particolare che qui interessa17, Luca è il solo a ricordare,ai versetti 43-44:

«Apparet autem illi angelus de coelo, confortans eum.Et factus in agonia, prolixus orabat. Et factus est sudoreius, sicut guttae sanguinis decurrentis in terram»18.

Anche infine l’ultima delle occasioni di intervento di sanMichele che ritroviamo nel testo della “Passione di Revello”, la“Salita” delle anime al Paradiso, non rientra tra le narrazionicanoniche.

Queste prime ed importanti indicazioni sono già evidentispie di una pluralità di tradizioni: è subito da notare che il santoarcangelo o è fatto “impropriamente” comparire nella sacra rap-presentazione di Revello in episodi evangelici o viene diretta-mente presentato all’interno di narrazioni extracanoniche.

Il ruolo “giocato” da san Michele in ciascuno dei cinque

13. Mt 4,1-2; MC 1,13; Lc 4,1-2.14. Mt 4,11.15. MC 1,13.16. Mt 17,1-13; MC 9,1-12.; Lc 9,28-36.17. Mt 26,36-46; MC 14,32-42.18. Lc, 22,39-46.

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diversi momenti, decisamente diverso, può fornirci, ancora, al-tre occasioni di osservazione. Ci troviamo difatti di fronte a ruo-li di sola “rappresentanza”, ad altri in cui il posto che Micheleoccupa è dovuto ad essere cresciuto nella devozione popolare asegno principe della gloria dei cieli.

Alla prima delle circostanze indicate è da collegarsi, ad e-sempio la prima comparsa in scena dell’arcangelo all’internodibattito tra le Virtù divine, detto solitamente “Procès de Para-dis”19. Il motivo, di tradizione talmudica, si diffuse nelle linguee letterature europee a commento di un versetto del salmo 84«Misercordia et Veritas obviaverunt sibi, Iustitia et Pax oscula-tae sunt»20. Il “Midrash Rabbah” narra infatti come il giorno incui Dio creò l’uomo, mentre Bontà e Giustizia, due esseri ange-lici, espressero la loro approvazione, altri, Verità e Pace, dichia-rarono la loro contrarietà21; altra tradizione sul genere profetiz-zava, per la fine dei tempi, una riconciliazione tra Giustizia,soddisfatta per la punizione attribuita ai peccatori, e Misericor-dia, felice per la salvezza accordata ai giusti.22

La tematica divenne propria degli autori cristiani, a partiredal XIII secolo, con Ugo di San Vittore23, Pietro il Venerabile24

Giuliano di Vezelay25 e San Bernardo26.Per quest’ultimo autoreil motivo in esame, strettamente connesso all’Incarnazione edalla Redenzione, non poteva essere disgiunto dalla Creazione e

19. H. TRAVER, The Four Daughters of God. A Study of the Versions of thisAllegory, with special reference to these in Latin, French and English,Pennsylvania 1907; ID., The Four Daughters of God: A Mirror of Chan-cing Doctrine, in PMLA, 40 (1925), pp. 44-92.

20. Cfr. n. 85 nella Bibbia ebraica.21. Midrash Rabbat, traduit de l'hébreu par B. MARUANI et A. COHEN-ARAZI,

I, Lagrasse 1987.22. The Middle English Translation of Robert Grosseteste's Château d'A-

mour, K. SAJAVAARA ed., Helsinki 1976, p. 75.23. HUGO DE S. VICTORE, Adnotationes in quosdam Psalmos David, in PL

CLXXVII, coll. 623-625.24. PETRUS VENERABILIS, Contra Petrobrusianos haereticos, in CCCM (10),

Turnhout 1968.25. IULIANUS Vezelay, Sermon XXII, éd et trad. D. Vorreux, I, Paris 1972.26. BERNARDUS SANCTUS, Sermo I de Annunciatione in Sermones, rec. J.

Leclercq, H. Rochais, Roma 1957, pp. 13 – 29.

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dalla Cacciata dall’Eden. Dopo l’episodio del serpente, infatti,le quattro virtù, date a Adamo ed Eva, si erano diversamentecollocate: mentre Giustizia e Verità se ne erano allontanate, Mi-sericordia e Pace avevano continuato ad intercedere a favoredegli umani. Dio le aveva in seguito convocate tutte e quattroper un dibattito rimasto, tuttavia, senza soluzione. Il confrontodelle “filles de Dieu” non rimase tuttavia circoscritto all’internodella letteratura teologica o pietosa, ma divenne oggetto di di-verse rappresentazioni teatrali27

Nel testo della “Passione di Revello”, le Virtù che inter-vengono, chiamate “Madonne” nel dialogo e “Matrone” nelledidascalie dello spettacolo, sono solamente tre, “Providentia,Justitia e Misericordia”. Tra loro, e questo dato riprende il mo-tivo delle “filles de Dieu”, le Virtù si interpellano “Sorella …”.

a) Il primo incontro: “Le Procès”

L’entrata in scena dell’arcangelo avviene in apertura dellarappresentazione, subito dopo il termine del discorso inizialedel predicatore che si conclude infatti con:

«Imperò, s’el ve piaxe, ora voglate odirequello che Dio a Michaele vol dire»28.

Deus Pater invia subito dopo l’arcangelo ad invitare neicieli le virtù, “Providentia, Justitia e Misericordia”, per avere unloro parere su chi delle tre persone divine, debba essere incari-cato di salvare il genere umano, argomento principe nel dibatti-to della filosofia scolastica:

«Et in prima se ferà da le tre personeconsiglo et declarationea chi tocherà, como per sorte,

27. TRAVER, The Four cit., pp. 44-92; W. HELMICH, La Moralité: genredramatique à redécouvrir, in Le Théâtre au Moyen Age (Acte du2e colloque de la SITM), Montréal 1981, pp. 215-234; CH. MAZOUER,Dieu, Justice et Miséricorde dans le Mystère du Viel Testament, in “LeMoyen Âge”, 91 (1985), pp. 55-73.

28. Cfr. vv. 277-278. Nella redazione B, vv. 133-134 invece: «S'el ve piax,doncha, voglati odire / in prima che l'angelo vol dire».

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d’uno tanto potente et forteche liberi l’umana naturaet possa salvare ogni creaturaaciò che più non intra in quella obscura presone,et l’anime nostre vadeno in salvazione …»29.

Di seguito si svolge l’azione che vede san Michele primoattore:

«Tunc Deus Pater vocat Michaelem archangelum ut sepresentat ante eum.

DEUS PATER

Archangelo Michaele30.DEUS PATER

Fa' che cum madonna Providentiasieno ora in nostra presentiala Justitia cum la Misericordia ancora;questo sia senza altra demora.Fa' presto senza altro più dire31.

MICHAEL respondetA te sta comendare et a me obedire,summa maiestate et divina essentia32.Tunc vadit Michael ad eas. Et salutando dicit

MICHAEL

Dio vi salvi, madonna Providentia,Tute tre domanda la sancta Trinitateora vegnate a soa maiestate.Gly è di diffinire cosse di grando affare33.

29. Secondo la redazione A, vv. 263-270. Il brano non compare nella reda-zione B.

30. Cfr. v. 279. Nella redazione B, v. 135: «Dio Padre demanda l'archange-lo Michaele. / Archangelo Michaele».

31. Cfr. vv. 280-284. In B, vv. 136-140: «Alora s'apresenta denanci Ydiocum reverentia. / Fa' che cum madonna Providentia / sia ora in nostrapresentia / la Justitia cum la Misericordia ancora; / questo sia senza altrademora. / Va' presto senza altro più dire».

32. Cfr. vv. 286-287. In B, vv. 141-142: «MICHAEL respondet / A te sta decommandare et a me obedire, / summa maiestate et divina essentia».

33. Cfr. vv. 287-290. In B, vv. 143-146: «Tunc vadit ad eas et salutendodicit: / Dio vi salvi, madonna Providentia. / Tute tre domanda la sancta

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Domina PROVIDENTIA

S'el ti piace, ci vogli aspectare.Teco, Michaele, anderemo di compagnia34.

MICHAEL archangelus

Ben me piace, cara madonna mya35.MICHAEL associat eas et presentat Deo Patri. Et dicitEcco le matrone, o summa clemenza.Cum esse loro son venuto in la toa presentia»36.

Di seguito si svolge il “Procès de Paradis” in cui l'arcan-gelo non prende più la parola e di cui pertanto non ci occupere-mo.

La partecipazione di san Michele, in quest’inizio dellarappresentazione sembrerebbe avere un ruolo apparentementesecondario, se non andasse direttamente a collegarsi ad una del-le etimologie37 con cui il mondo medievale ne spiegava il nome

Trinitade / ora vegnati a la soa maiestate. / Gli è di ordinare cose digrando affare».

34. Cfr. vv. 241-242. In B , vv. 147-148: «Domina PROVIDENTIA respondit /S'el te piace, ci vogli aspectare. / Teco, Michaele, anderemo di compa-gnia».

35. Cfr. v. 293. In B, v. 149: «MICHAEL / Ben my piace, cara madonnamya».

36. Cfr. vv. 294-295. In B, vv. 150-151: «Michael eas presentat Deo Patri. /Ecco le matrone, o summa clemenza. / Cum lor son venuto dinanci la toapresentia».

37. L'interpretazione di GREGORIUS I PAPA, «Michael namque quis ut Deus… Et quotiens mirae virtutis aliquid agitur, Michael mitti perhibetur; utex ipso actu et nomine detur intelligi, quia nullus potest facere quod fa-cere praevalet Deus», in XL homiliarum in evangelia libri II, PL 76 , ed.H. HURTER , Sanctorum Patrum Opuscula Selecta, s. II, t. VI, Innsbruck1892, p. 283, simile da quella di ISIDORUS HISPALENSIS, «Michael inter-pretatur: Qui sicut Deus. Quando enim aliquid in mundo mirae virtutisfit, hic archangelus mittitur. Et ex ipso opere nomen est eius, quia nemovalet facere quod facere potest Deus», in Etymologiarum libri XX, VII,5,12, ha avuto una vasta eco nella letteratura medievale. Tra gli altri chela ripropongono, anche HUGUTIO PISANUS, Agiographica, ed. G. CREMA-

SCOLI, Spoleto 1978, 813-821, pp. 169, «Michael interpretatur “Quid si-cut Deus?” Quando enim aliquid in mundo mire vitutis fit, hic archange-lus mittitur, et ex ipso ore quod annuntiat est eius nomen, quia nemovalet facere quod facere potest Deus, vel quando audivit quod Lucifer

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stesso: «Michael interpretatur “quid ut deus?”. Et quotiens, si-cut ait Gregorius, mire virtutis aliquid agitur Michael mitti per-hibetur ut ex ipso actu et nomine detur intellegi quod nullus po-test facere quod facere prevalet deus et idcirco eidem Michaelimulta quae sunt mire virtutis attribuuntur …»38.

Mentre la “Passione di Revello” è l’unica che fa partecipa-re san Michele al conciliabolo divino, molte sono le Passionifrancesi, come Semur, Arras, Gréban e Michel39 che riprendo-no, con varianti, lo svolgersi dell’episodio.

È da notare tuttavia che, in alcuni casi, il personaggio diMichele si trovi nelle “vicinanze” del “Procès de Paradis” con-dotto dalle Virtù nei cieli. Ad esempio, nel Mystère de la Pas-sion d’Arras40, al Procès, condotto da Miséricorde, Justice, Vé-rité, Sapience, Charité, fa seguito un intermezzo con la supplicadegli angeli (con Gabriel, Michel, Raphael, Uriel e Chérubin)per la redenzione degli uomini.41 Questo potrebbe aver provoca-to l’anticipo della presentazione di Michele all’interno del di-battito celeste, ma è espediente chiaramente ricercato.

dixerat: “Ponam sedem meam ab Aquilone et ero similis Altissimo”,tunc ille archangelus dixit admirando et stupendo dementiam eius: “Quidsicut Deus” ed inde habuit hoc nomen …».

38. IACOPO DA VARAZZE, Legenda Aurea, edizione critica a cura di G. P.MAGGIONI, Firenze 1998, pp. 986 e sgg.; IACOPO DA VARAZZE, LegendaAurea, a cura di A. e L. VITALE - BROVARONE, Torino 1995, pp. 792 esgg.: «Michele si traduce “pari a Dio” e, come osserva Gregorio, tutte levolte in cui si compie qualche fatto di singolare possanza, si ritiene chesi mandi Michele, di modo che dal fatto stesso che si compie e dal nomedi Michele si possa capire che nessuno è in grado di compiere quanto so-lo Dio è in grado di compiere. Per questa ragione si attribuiscono a Mi-chele molte cose che mostrano grande possanza …».

39. GRAHAM A. RUNNALLS, The Procès de Paradis, episode in Verard’s edi-tion of the Mystère de la Vengeance, in Processo in Paradiso e in Infer-no (Atti del IV Colloquio della SITM, Viterbo, 10-15 luglio 1983), a cu-ra DI M. CHIABÒ, F. DOGLIO, M. MAYMONE, Viterbo 1984, pp. 24-34;BORDIER Le Jeu cit, pp. 33,42, 43,

40. Le Mystère de la Passion texte manuscrit 617 de la bibliothèque d'Arras,publié par J. M. RICHARD, Calais 1891.

41. Cfr. vv. 698-920, pp. 8-9.. Per la diffusione del culto micaelico in Fran-cia cfr. V. JUHEL, C. VINCENT, Culte et Sanctuaires de Saint Michel enFrance, in Bouet, Culto cit., pp. 182-207.

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b) “Le tentazioni”: Giuseppe

Come si è anticipato, in nessuno dei Vangeli si fa riferi-mento ad un intervento angelico nei confronti di Giuseppe, perconfortarlo nel momento del dubbio e della sottile tentazionediabolica.

Il dubbio a riguardo della verginità di Maria, appena ac-cennato nei testi sacri e anche nelle arti visive42, è stato invecelungamente studiato dai Padri della Chiesa e, di seguito diver-samente rappresentato nel teatro medievale.

Nella nostra “Passione”, è lo stesso Sathanas (poi chiamatoanche Astarot) ad apparire in visione, durante il sonno di Giu-seppe, per insinuare il dubbio:

«… Maria, toa mogle, ti so dire,è grossa, grossa zà da parturire.A’ gli oghi morti et la faza obscura,à le mamelle grosse oltra mesura,sta vergognosa perché l’à timoreche tu non te n’avedi del suo errore.Tu say bene, bon homo de Dio,may cognosuta non l’ày più como io,un altro ti so dire, l’à ingrossata.Che faray, o Iosepho, a questa fiata,che sey stato iusto sempre may,et ày amato iusticia como say? …».43

Stupefatto dall’insolita visione, l’uomo si ripropone di ve-rificare subito l’accaduto,

«Un sogno ò sognato de gran malicia,ché Maria è grossa gyà da parturire.Do, signor Ydio, che vorrà ciò dire?Per certo el voglio andar vedereper qualche modo se’l potrò sapere,ché questo serebe una nova cosa»44.

42. Si veda, per un opportuno confronto, V. JUHEL, Quelques notes inéditessur la tapisserie de Bayeux (XIe siècle), in “Bulletin de la Société desAntiquaires de Normandie”, LXVI (2004-2007), pp. 214-225.

43. Cfr. vv. 1194-1205 della Prima Giornata.44. Cfr. vv. 1213-1218.

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Mentre Maria, timorosa del proprio stato, sta rivolgendo leproprie preghiere al Signore per richiedere il suo intervento:

«Tu say Signore che sono già grossaet che del tuo spirito è conceputoquando Gabriello a me fu venutoet yo li dissi: “O dolze amico mio …Hora, ti prego, di me abi pietade”»45.

È a questo punto che Dio padre invia l’angelo Gabriele arassicurare la Vergine, ancora prima che questa si incontri conlo sposo. Il dialogo tra i coniugi è però di breve durata.

«JOSEPHO

Maria dolze, ben posse tu stareet teco sia el nostro Signor Dio.

MARIA

Ben venga Josepho, dolce marito myo.Che endateve facendo, s'el vy piaxe?

JOSEPHO

Non altro che bene, Dio ve dia paxe»46.

Giuseppe incontra Maria ma la lascia presto la donna perlasciar spazio, nella sua mente, al procedere del dubbio:

«O Josepho, povero vegiarello,che ferà tu, tristo poverello?Dicia bene: “Non voglo moglie,per non patire tante amare dogle”.Non my valse abscondere la verzella,Lasso, cativo, che farò yo d'ella?Io gyamay non l’ò cognesuta,né de cognoscere vogla m'è venuta»47,

e scegliere infine, pur sottraendola alla punizione fisica, diabbandonarla definitivamente:

«Se yo l'acuserò serò homicida,et di soa morte serò caxone.

45. Cfr. vv. 1119-1230.46. Cfr. vv. 1257-1261.47. Cfr. vv. 1262-1269.

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Da l'altra parte seria presuncione,seria peccato, seria gran vilaniadi acusarla senza fallo che sia,ché non fu odito al mondo giamaysì honesta como costey d'asay.Na, Dio, gl'è meglo de fugirein altra terra, et quine morire,che acusare questa poverella.Or faza Dio quello che gli par d'ella,Io ò gran sogno, voglo dormire un poco»48.

Ed ecco, mentre Giuseppe viene colto dal sonno, san Mi-chele appare in scena nelle vesti di colui che ha il potere di cac-ciare il diavolo e le sue tentazioni:

«Ditte queste parolle, finga Joseph de dormire. Et ven-ga l’angelo Michaele ad Sathanas. Et dica

MICHAELE

O Sathanas, presto, partete de questo loco!Ribaldo, tristo e despietato,non temptar Josepho de peccato!L'eterno Ydio te’l fa comendareche subito el debi lasar stare.Nel profundo de l'Inferno tu anderaylà dove in sempiterno steray.

Partesi Sathanas; vada a Lucifero …»49.

Il compito di Michele, nel lamento di Satana, poi continua-to da Lucifero, pare essersi esaurito nello scontro diretto con ildiavolo.

Satana deplora infatti come :«… l'angelo de Dyoche tuto à guastato el facto myo.M'à caciato via in la malhoracum tal spavento che me ne sento ancora,dove me ne son partito desperatoet cum gran cridi e fretta lò lassato»50.

48. Cfr. vv. 1262-1284.49. Cfr. vv. 1285-1291.50. Cfr. vv. 1300-1305.

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chiedendo a Lucifero di perdonare, per questa volta, la suadisfatta.

Durante il sogno di Giuseppe, in seguito, ad intervenire èinfatti citato l’arcangelo Gabriele che riesce a rassicurare ildormiente e a confermare in lui il desiderio di continuare nellacustodia della Vergine:

«… toa mogle, Madonna Marianon è gravida di homo che sia,ma de lo Spirito Sancto mysso da Dio,Averà un figlolo, ciò ti so dir yo,el quale Ihesu da voy serà chiamato …»51.

Così confortato, Giuseppe si reca da Maria per ottenere ilsuo perdono:

«Maria, mya mogle et dy Dio ancilla,per Dyo eterno ty voglo pregareche a te piaza volerme perdonarese yo pensava tuto el male dy te,perché sey grossa non gyà di me.Ma questo à voluto l'alto Creatore»52.

Dunque, sull’esempio della visione dell’Apocalisse53, inmodo ancora più evidente in considerazione dello scambio diruolo tra gli arcangeli, Michele è qui visto come l’unico angeloche sappia combattere, e vincere il demonio, mentre a Gabriele,sull’esempio dell’apparizione al momento dell’Annunciazione aMaria54, spetta piuttosto il compito di fungere da messaggeroceleste.

A tale proposito, le innovazioni del testo della “Passione diRevello”, pur notevoli rispetto a quanto riscontrabile nei testidelle altre passioni, rientrano nell’ambito della tradizione co-mune della chiesa medievale.

Nella “Première Journée” di rappresentazione della Pas-

51. Cfr. vv. 1316-1320.52. Cfr. vv. 1331-1336.53. Ap 12,7.54. LC 1,26.

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sione di Arras, l’angelo inviato da Dio allo sposo di Maria èGabriele:

«DIEU

Gabriel, enfant et amyvatent la jus d'entente liea Joseph l'espeux de Marie …»55,

come pure troviamo nella successiva “Passion de Gre-ban”56:

«Gabriel, alez exposeren terre ce divin mistère».

L’occasione successiva in cui l’arcangelo Michele compa-re in scena riguarda un altro momento fondamentale della co-siddetta “vita pubblica” di Cristo, quello delle tentazioni del de-serto. All’inizio dell’episodio, una didascalia precisava l'azione:

«Alora sieno alcuni picoli demoni li quali vesteno Sa-than cum una veste de ypocrita. Et cusì vestito se ne va-da al deserto dove trova Ihesus chi hora …»57.

Satana, rivoltosi a Cristo, cerca, dapprima con lusinghe, diconvincerlo ad interrompere il digiuno,

«… ti consiglo che di presente faceche queste pietre diventeno pane»58,

e di seguito, sentita la risposta negativa,«… pigla Jhesus per la mane. Et poy dica

SATHAN

Salve tua gratia, dolze myo Signore,undi ti prego non ti vogli turbarema vienne meco là unda voglo andare»59.

55. Cfr. vv. 1444-1455, p. 16.56. Le Mystère de la Passion cit., vv. 3333-3350, p. 50.57. Cfr. c. 78v.58. Cfr. vv. 4076-4077.59. Cfr. vv. 4095-4098 della Prima Giornata.

San Michele in Piemonte: la “Passione di Revello” 169

Dopo averlo condotto «su el pinaculo del tempio» il diavo-lo avanza la seconda tentazione:

«tu te poy butare securamente avalle,car gli è scripto: “Gl'angeli à mandatoDio per governare el tuo stato”»,

nuovamente respinta. Il diavolo, per nulla turbato si riav-vicina a Cristo e

«Mentre che … dica codeste parolle, dé venire Ihesuabasso. Et quando serà dismontato. el pigla per la ma-ne. Et poy dica

SATHAN

Goardete atorno, o dolze amico myo,Se mi voli adorare cum honore,di tuto el mundo ti farò signore …»60.

La sicura risposta di Cristo:«Vatene, aduncha, in la mala ventura,a l’Inferno, ove du dèy stare»,

anticipa l’entrata in scena di Michele, che, con il solo ap-parire, scompagina il gruppo dei diavoli e blocca i tentativi delMaligno:

«Ditte queste parolle, venga l’archangelo Michele ar-mato et cum la soa spada nuda in mane. Et como quellidyumoni picoli el vedranno fuzen tuti a l’Inferno, salvoSathan, el quale Michaele el pigli per lo pecto cum granfuria. Et poy dica

MICHAELE

«Non ti vergogni di voler temptareJhesu Cristo, maledicta bestia?Tu gli dày sì grande molestiain questo logo chì'è cusì diserto,ma tu presumi, come io so di certo,di fare quello che gyà fare volestiin Paradiso, quando tu dicesti:“Io voglo metere la sedia in aquilone …”

60. Cfr. vv. 4113-4122.

170 Marco Piccat

Ma Dio eterno, per la toa nequitia,t'à posto a l'Inferno cum toa malitia,et, perché tu voli ora di presenteessere adorato de li homini sancti,ligar ti voglo cum cotesta cathena,A l’Inferno torneray cum gran pena»61.

All’incatenamento del diavolo, scena parimenti ripresadalla didascalia,

«Dicendo queste parolle, Michaele li pona la cadena alcollo et sì lo mena verso l’Inferno …»

segue il trasferimento forzato in inferno, momento chepermette la recita di una sorta di “compianto” diabolico:

«SATHAN

Oymé tapino, oymé sventurato,che maledicto sya el iorno et l'oraquando creomy Dio in la malhora,car a l'Inferno me convien andareet senza fine quine sempre stare.Do, non my meter sì tosto a la penama sogleme un poco cotesta cathena.Et lasseme gire, ti prego, in cortesia».

Insensibile a queste preghiere, l’arcangelo, «quando se-ranno a la bocha de l’Inferno, ... buta Sathan in el Inferno comfuria …», richiamando la sentenza divina:

«MICHAEL

Sathan, Sathan, may non averay baeliain questo mondo per el tuo peccato.Or vanne a l'Inferno ove sey dampnatoquine a stare perpetuamente».

È allora che si manifesta la gioia degli angeli:«Posto che sia a l’Inferno, vengano molti angeli andan-do et facendo festa. Et alcuno di loro abi de confectione,alcuno di vino. Et alora, facendo alegreza …»62.

61. Cfr. vv. 4132-4147.62. Cfr. vv. 4158-4161.

San Michele in Piemonte: la “Passione di Revello” 171

Anche in questo caso, ad evidenza, la “Passione di Revel-lo” conferma, come già per la precedente apparizione dell'ar-cangelo, la caratteristica fondamentale di “guerriero” «armato etcum la soa spada», che produce, al solo apparire, spavento: idiavoletti «fuzen tuti a l’Inferno». I gesti, «pigli per lo pectocon gran furia … li pona la cadena al collo et sì lo mena versol’Inferno … alora … buta Sathan in el Inferno cum furia …»stigmatizzano le fasi della lotta contro un nemico bestiale e do-mato esclusivamente con la forza.

Nel caso della Passione di Arras, gli angeli si mostrano alservizio di Cristo solo dopo che Satana si è dileguato63.

Un altro raro intervento dell’angelo Michele nell’episodioqui indicato, si ritrova nel “Mystère de la Passion de Valen-ciennes”64, ma quasi al termine.

Infatti, è solo dopo che Sathan si è allontanato che Michaelinterviene:

«Treshault et divine bonté,tresinfallible provedence,benediction, reverencesoyt tousjours devant vostre faice.Ch’est raion que ciascun sy faiceVostre volunté tresentiere»65,

in compagnia degli altri angeli appena scesi dai cieli,“silete et les angelz descendent”66,

per offrire a Cristo il calice del sacrificio:«Sire, par ta grace rechoyen gré che que te te ministrons.

63. Cfr. v. 6809, p. 83: «Adonc viennent les angles. S. Michiel / Ce roypuissant, ça descendez, / A cy estre plusne tardez / Dieu le vous mandede par moy …».

64. Cfr. Mystère de la Passion de Valenciennes en 25 journées, HuitièmeJournée Ms. Rothschild I.7.3, in Les Mystères de la Procession de Lille,éd. critique par A. E KNIGHT, tome IV, Le Nouveau Testament, Genève2007, pp. 153-156.

65. L. cit., vv. 38-43.66. c. 104 b

172 Marco Piccat

Come tu sces, nous le faisonsAu voeil ton pere en verité,Non pas qu’il soit necessitéEn riens en ton omnipotence,Car te as certes la preminencede créer che quy te est propice»67.

JHESUS accetta l’offerta, - «Il boit» recita la didascalia -,ringraziando il Padre per il conforto arrecatogli,

«… Tu me as esté protection;en jeusne me voeulx consoller,en tribulation donnervray confort et alligement»,

e subito dopo gli angeli lasciano la scena: «Les angelz remontent»68.

c) La “Trasfigurazione sul monte Tabor”

Il successivo ingresso in scena dell’arcangelo avviene du-rante la narrazione dell’episodio noto come la “Trasfigurazionesul monte Tabor”69.

La presenza di Michele, che non troviamo indicata in nes-suno altro dei testi delle Passioni editi, è chiaramente supportatadalla didascalia:

«Dicto questo, Jhesu vada suso el monte Thabor, dovesia Dio Padre, l'archangelo Michaele, Moysès, Helya».

Una facile spiegazione del particolare può essere avanzata,confermando le osservazioni avanzate precedentemente sull'in-terpretazione della figura di san Michele nella sacra rappresen-

67. L. cit., vv. 44-51.68. c. 104 c.69. E. DIVRY, La transfiguration selon l'Orient et l'Occident: Grégoire Pa-

lamas, Thomas d'Aquin vers un dénouement œcuménique, Paris 2009; S.LEE, Jesus’ transfiguration and the believers’ transformation: a study ofthe transfiguration and its development in early Christian writings, Tub-ingen 2009.

San Michele in Piemonte: la “Passione di Revello” 173

tazione in esame, notando una successiva indicazione scenicariguardante la presenza del diavolo, anch’esso totalmente estra-neo, in tutti gli altri testi, allo svolgersi dell’episodio.

Lucifer compare infatti subito dopo, intento, in luogo pocodistante dal monte Thabor, a cercare di osservare cosa stia av-venendo sulla sua sommità:

«Et un poco lonze dal monte sia Lucifer, chi mostra chenon possa regoardare sopra el monte. Ma tuta volta stiamolto attento a udire quello che si fa et dice.Et quando Jhesu serà sopra el monte, sia uno bacille pu-lito che faz che l'esplendore dil sole che fere nel bacinovenga sopra di Jhesu et verso li soy discipuli. Et aloraJhesu lassi cadere la soa veste vermiglia et rimanga investe biancha.Et si el sole non lucesse, abiate qualche brandoni etqualche altro lume. Et, quando seranno cussì ascubiati,alora dica …»70.

L’invito rivolto da Deus Pater a tutti i presenti, nell’ordineJhesus, Moyses, Helias, Michaelle e Pietro, affinché ognuno«dica el suo parere» in ordine alla modalità della Redenzione,«… bisogno è che el figlio sia crucifixo»71, rappresenta un bra-no teatrale tipo “conciliabolo” affine a quello del “Procès duParadis” prima richiamato72. All’interno del dibattito così pro-vocato, l’arcangelo prende direttamente la parola e per di piùtiene un discorso lungo quasi il doppio di quello concesso aMoysès , Helias (20 versi), o Pietro (18 versi), concorda con glitutti gli interventi che lo hanno preceduto sul fatto che «el figlo… morte per l’omo non déy portare …»73:

«MICHAELLE

Et io ti voglo, Cristo, dimostrareche giamay non déy poter morire,ché tu ày la vita senza departire

70. Cfr. c. 101 v. Il brano in esame è solitamente citato per le curiose note discenotecnica che contiene.

71. Cfr. vv. 5222-5237.72. BORDIER, Le jeu cit., pp. 191 e sgg.73. Cfr. v. 5255.

174 Marco Piccat

in te coniuncta, car tu sey la via,veritate et vita, como dice Ysaya,et perché l’ày una volta piglatoda te gyamay non pote essere lassato.Appare aduncha che l’umanitate,la quale ày preso per toa bontate,da te giamay non porrà departire,per consequente non déy poter morire.Voglo anchora per un’altra raxoneconfirmare la mya concluxione.Magiore ligame my pare che siafra te e la carne che in sposa sia.Divortio may non fu concedutofra sposo ni sposa, se non li è abiutoqualche causa. Già come tu saytuo piacere la carne sempremayà facto di certo, la quale ày sposato.Et perché in ley non fu may peccato,per raxone non la pòy lassare,imperò la morte tu non déy provare.Ancor my parrebe tropo più honoreche redimissi el tristo peccatoreper altro modo che dover morire.Quine aparrebe el tuo gran sapere,non mìa fare como fa la creaturala quale è forza mora per natura.Et la morte sì abhominabile,sì deforme, horribile et detestabile,oymé, como po-tu may voler sofrire,Figlol di Dio, voler morire?Concludo doncha, Cristo, che l’è meglo,per salvare gli homini, prender altro consiglo,che voler sì vilmente morire»74.

Nello svolgersi della discussione, cui partecipano oltre aDeus, Pietro Jhesus e che si conclude con l’accettazione da par-te di Cristo della crocifissione, «m’è bisogno la morte portare, /per cinque raxone, et poy suscitare …»75, l’arcangelo non pren-

74. Cfr. vv. 5291-5325.75. Cfr. vv. 5425-5426.

San Michele in Piemonte: la “Passione di Revello” 175

de più la parola.La didascalia conclusiva dell’episodio non lo cita tra i per-

sonaggi che scompaiono dalla cima del monte:«Facto questo, facieno l'esplendore cum el bacille. Et lidiscipuli di Ihesu cadeno tuti sopra lor facie in terra.Et Dio Padre, Moysès et Elyas se ne vadeno. Et poy I-hesu se vesta la roba vermigla. Et apresso toca li disci-puli soy sveglandoli, dicendo …»76.

La partecipazione di san Michele ad un momento così fon-damentale dell’esegesi cristiana medievale sottolinea, in questocaso, una variante cultuale e culturale di primo piano: se, infatti,la sua presenza è come condizionata da quella antitetica del Ma-ligno, il luogo in cui avviene l’episodio è esemplare per la tra-dizione micaelica. L’arcangelo infatti non solo viene citato su-bito dopo Dio e prima dei profeti, con una decisa innovazionerispetto al testo evangelico, ma tiene un discorso da protagoni-sta, superando, come misura dei versi, quello dei profeti e diPietro. Il contesto scenico, il monte è, dunque tutto suo: lui èl'unico personaggio celeste che, al finale dell’episodio, vi ri-manga sicuro sulla cima.

In questo credo si confermava un’altra delle caratteristichemedievali del suo culto snodato sui sentieri rupestri del Garga-no, Mont Saint Michel, Anguille du Puy o della Sacra di sanMichele77: la predilezione per l’alto.

Il Thabor, in questo senso, rientrava a pieno nella medesi-ma dimensione “montana”. Sotto questo aspetto il particolareinoltre non doveva certo suonare sgradito agli abitanti di Revel-lo, borgo sospeso alle radici del Monviso.

d) “L’Agonia nell’orto degli Ulivi”

Nella seconda Giornata di svolgimento della rappresenta-zione, il personaggio dell’arcangelo Michele compare duranteuna sola occasione, quella della cosiddetta “Agonia di Cristo

76. Cfr. c. 106 r.77. REAU, Iconographie cit., p. 46.

176 Marco Piccat

nell’orto degli Ulivi”.Anche in questo caso, tra i testi evangelici di fonte, solo

Luca parla, al solito di un “angelus Domini” apparso a conforta-re Gesù, accennando alla sudorazione del sangue78.

Nel testo della “Passione di Revello” durante l’episodiodell’“Agonia”, ad essere citato al momento cruciale, è, comeprecisa la didascalia, l’arcangelo Uriel79 che mostra a Cristo, suun telo, il tragico svolgersi della “Passione”:

«Et como (Jhesus) serà posto in oratione, venga l'ange-lo Uriel, el quale li mostra la passione dipinta in unatoagleta. Et alora se estenda su el zafaldo sopra la suafaza, et di dotto sya uno chy pinga la faza et le mane dicolor vermiglio como sudasse. Et, quando sarà statocussì un poco, levasi».

mentre ad alcuni altri angeli, senza nome, è affidato ilcompito di asciugare le gocce di sangue dal volto.

«Et venga uno de li angeli che senza altro dire, suda elsudore. Et zo facto, Jhesus ora pietosamente, dicendo…»80.

Nel testo della “Passione”81, l’invio di san Michele è su-bordinato ad un preciso invito divino, teso a confortare Cristonel momento della prova:

«DIO PADRE

domanda l’angelo Michele et dica:O Michaele, nunzio myo verace,viene qua da me, El ti convien andarelà giù basso per Ihesu confortare …

78. Alcune passioni non chiariscono, sul dettato del brano evangelico, l'iden-tità dell'angelo. Cfr. Le Mystère de la Passion Nôtre Seigneur du manus-crit 1131 de la bibliothèque Sainte-Geneviève, édité par GRAHAM A.RUNNALLS, Genève/Paris 1974, vv. 1162-1165.

79. Per Uriel, arcangelo ricordato nella tradizione ortodossa, cfr., in partico-lare, L. DEL FRANCIA, Les Anges en Egypte, in BUSSAGLI, Les ailes cit.,pp. 51-64.

80. Cfr. c. 157r.81. Cfr. vv. 584 e sgg. della seconda giornata.

San Michele in Piemonte: la “Passione di Revello” 177

Imperò el prego ch’el prenda ardireEt a la morte non vogla contraddire,car senza fallo sempre seco seròet may in elle pene non l’abandonerò,et che non abia paora di Sathane,car l’anima soa piglerò in mane.Et, perché luy è unico myo nato,sopra ogni altro voglo sia esxltato,car yo l’amo de tuto el myo core».

La risposta dell’arcangelo riprende quello che è, solita-mente, il comportamento di tutta la corte celeste nei confrontidel Creatore:

«MICHAEL

Alto comandamento farò, creatorCar gli è rasone che ogni gratiadi noi angeli li faza compagnia,car tuti noy li abiamo compassione,per la gran pena et la gran passioneche per altrui portar li conviene;altri pecchareno et lui porta le pene.Imperò avisa se tu vòy altro mandare.

DIO PADRE

Or va’ presto et più non indugiare.Vanno ora li Judey a prendere myo Cristo».

Il discorso dell’arcangelo riprende e sviluppa il motivo del“conforto” e dell’ubbidienza al volere divino, mentre la rispostadi Cristo sintetizza il contrasto tra i desideri della carne e la for-za della ragione, abbinandovi il motivo della paura per la pre-senza diabolica nel momento della morte e toccando un livellodi lessico famigliare di rara incisività:

«MICHAEL

A IhesuMille salute, o Cristo, mio Signore,te manda el Padre, nostro Creatore,et prega non ti vogli de sconfortareper la morte che ti convien portare,car tu say bene che yu sey mandatoin questo mondo, como fu ordinato

178 Marco Piccat

ne la mente del nostro Creatore,per morte recevere et gran desonoreper lo peccato del primo parenteper cui dannata fu humana gente.Et, perché è el termino venuto,a te mandare tuo Padre m’à voluto,pregando che vogli in paxe soffrirequesta morte e questo grave martire,car senza fallo ello proprio volestare sempre teco in le pene et dole.Et dice che tu non abi paora di Sathane,car la toa anima prenderà ello in mane.Anderay a l’Inferno et le anime sanctecaverai fora tute quante.Or ti conforta e prendi ardimentoDi prendere la morte et questo tormento,poy che cossì el conviene che sia,né in altro modo zo fare si porria,car al terzo zorno seray suscitato,como tu say che già è ordinato;quaranta iorni, como el dice,steray nel mondo visitando gl’amici,et in cielo monterai dapoy,sederai a la dextera in eterno cum luy.Or guardi, donca, se déy aver timore».

Il dialogo seguente si snoda come esercizio di un “lessicofamigliare”, raro nei testi teatrali coevi:

«JHESUS

S’i’ debio aver timore!O Michaele, tu di’ quello che tu vole,al bono confortatore el capo non dole.Io so bene che me convien morireEt a questa morte non posso fugire.Avanti che carne humana prendesseFu ordinato che tal morte facesse,ma se tu fossi ora nel myo statonon seresti cossì appareglato,car l’apetito de la carne è fello,contra rasone ogny hora è più rebello;imperò a pena ch’yo possa constrenzereche la carne non vogla pur vencere,

San Michele in Piemonte: la “Passione di Revello” 179

ma ben che non vogla consentire,al suo dispecto, la ferò morire.Poi ch’i’ vedo che zo vol raxone,voglo portare ogni passione,car si fugisse questa pena cotalemal esempio derebe a li mortale.Imperò va’ dire al myo Padre Dioche apparegiato di morire son yo,et, si gly è possibile, el prego, in cortesya,che a mya morte Satana non sia,car, senza fallo, di luy ò gran paora».

L’arcangelo, nella sua risposta, riconferma l’impossibilitàper il diavolo di nuocere e anticipa gli avvenimenti d’inizio del-la Passione vera e propria;

«MICHAEL

O Jhesu Cristo, io comprehendo orache per la morte sei spaventato,ma voglo che sapi che a te son mandatoperché non debi niente dubitaredi Sathana che ti venga tochare.Imperò sta’ forte et non ti smarrire.Sento li Judei a te venire,tuti armati como fussi un latrone,et gli è cum essi meser Centurione;ma tu gli diray bene humelmente:“Che cercate voy? Dite, o bona gente”,car a tal voxe caderanno riversi,et zo serà si alcuni di loro perversivolesse lassare di fare tanto male,tale averebe el regno eternale.A Dio t’acommando, me ne voglo andare.Et sei constante et non ti turbare,car toy discipuli io vedo fugire.Partisi Michaele. Poi venga Ihesu a li discipuli chedormeno. Et dica …»82.

La comparsa di san Michele durante la notte del Getsema-ni è motivo presentato nelle Meditationes Vitae Christi dello

82. Cfr. v. 707 della seconda giornata.

180 Marco Piccat

pseudo Bonaventura:83

«Cum autem sic orat anxiatus Dominus Iesus, ecce an-gelus Domini, princeps milicie exercitus, Michael scilicet,astitit confortans eum et dicens: “alvete, Deus meus Iesu.Oracionem vestram et sudorem vestrum sanguineum Patrivestro optuli in conspectu tocius curie superne, et omnesprocidentes supplicavimus ut calicem hunc transferret a vo-bis” …».

Nel dialogo non ci accenna al motivo del timore del diavo-lo, ma si sottolinea l’adesione alla volontà di Dio «Ut credatmoltitudo gentium, non recuso passionem. Si vero Iudei exce-candi sunt ut alii videant, non mea voluntas, sed tua fiat»84 e lacontrapposizione tra le nature divina ed umana: «Et fuit in eovoluntas divinitatis, et hec temperabat et sententiam ipsa dicta-bat. Igitur quia verus erat homo, ut homo erat in magna angustiapositus …»85.

Anche il testo della “Passion Nôtre Seigneur Jhesu Cristcopie à Semur”86 presenta l’interpretazione dell’angelo citatonel Vangelo di Luca come san Michele.

Il suo intervento segue immediatamente la preghiera cheCristo, nell’orto degli Ulivi, rivolge al Padre:

«Beaul doux Pere, bien est credibleQue toute chose t’est possible.Se il te plaist, je ne queïsseQue par Juifz la mort je prisse;Ne soit pas ma volunté faicteMais si la tienne, sans retraicte.Se il te plaist, beaul tresdoulx Pere,Bien veul souffrir la mort amere»87.

83. Meditaciones de Passione Christi olim Sancto Bonaventurae attributae,ed. M. JORDAN STALLINGS, Washington 1965, 86-91, pp. 101-102.

84. L. cit., 121, p. 102.85. L. cit, 126-128, p. 102.86. E. ROY, Le Mystère de la Passion en France du XVIe au XVIe siècle, in

“Revue Bourguignonne”, 13 (1903-194), pp. 1-203.87. L. cit., vv. 6221-6228.

San Michele in Piemonte: la “Passione di Revello” 181

L’intervento dell’arcangelo, questa volta con un’unica oc-casione e con l’anticipo di un canto, condensa in otto versi imotivi del conforto e della salvezza concessa ai giusti:

«Michael angelus (in cantuVexilla regis prodeunt)

Jhesu, filz Dieu, entans ma voix!Tu doubtes la mort angoisseuse,Souffrir la te fault en la croix.Aux bons d’enfer sera joieusse.Jhesus, filz Dieu, car te conforte!Il covyent que ta cher soit morte,Pour racheter l’umain lignaigeQuil est en enfer en servaige»88.

D’immediato segue, a conclusione, la risposta di Cristo:«DEUS

Puisque, il te plaist, si farai ge».

La stessa situazione si ritrova, ad esempio, nel testo delMystère de la Passion d’Arras89:

«Michiel, j’ay oy le doubtanceQue mon chier filz a de la mortVe la jus et lui fay confort,Se humanité la morte redoubte,Dy lui bien qu’il ne fera doubteEt qu’au besoing lui aideray …»,

e in quello della “Passion de Greban”90 e da “Le Mystèrede la Passion” di Jean Michel91, (al termine del Procès de Pa-radis), quando per incarico di Dio l’angelo Michele è inviato alGiardino degli Ulivi, nello stesso tempo in cui Gabriel viene in-viato alla Vergine:

«Mais, pour le deffendre et garder,

88. L. cit., vv. 6228-6236, p. 126.89. Cfr. vv. 11652 p.136.90. Cfr. vv. 18869 -18884, p. 250; vv. 6821-6857, pp. 689-690.91. Cfr. J. MICHEL, Le Mystère de la Passion (Angers 1486), éd. O. JODO-

GNE, Gembloux, 1959, vv. 28556 -28605, p. 419.

182 Marco Piccat

en ses tres ameres douleurs,je luy vueil envoyer secours.Michel, illec bas vous transportez,et Jhesus mon filz confortezcomme il luy sera bien mestier …Et, pour fournir le demourant,Gabriel, prenez vostre adressea la Vierge, vostre maistresse,et d’elle prenez cure et soing,car il luy sera bien besoingde vostre consolacion,quant verra l’execucionde don cher filz aterminer».

Nel discorso che Michele rivolge a Gesù è notevole il bra-no in cui l’angelo si confessa indegno del conforto che gli è sta-to ordinato di arrecare ad una “personne divine”:

«… pour vous ung petit conforter.Non obstant que je soye indigne;car une personne divineestre confortee d’un angec'est moult pou et bien piteux change,car anges et archanges tousdoivent prendre confort de vous …»92.

La dichiarazione di ubbidienza rivolta da Jhesus al Padre,«JHESUS

O pere de magnifice,bien voy que versmoy te humilieset qu’au besoing pas ne m’oubliesqui ce confort m’as envoyé …»93,

motiva il saluto finale dell’essere angelico:«MICHEL

De par luy soyés salué,mon seigneur et roy supernel;devant vostre pere eternel

92. Cfr. vv. 18905-18915, p. 251; vv. 6889-6934; vv. 693-694.93. Cfr. vv. 18951-18962, p. 251; vv. 6935-6946.

San Michele in Piemonte: la “Passione di Revello” 183

m’en revois au ciel infiny …Icy s’en vat l’ange, et Jhesus s’en vient a ses disci-ples»94.

Nel teatro delle sacre rappresentazioni è possibile che ilruolo del consolatore angelico sia attribuito anche ad altri95.

e) la “Discesa agli Inferi e salita al Paradiso”

L’ultima occasione in cui è dato ritrovare la presenza del-l'arcangelo Michele nel testo della Passione di Revello è durantela “Discesa di Cristo agli Inferi”.

Una didascalia spiega gli avvenimenti successivi all'aper-tura delle porte dell’inferno:

«Alora Ihesu venga de fora, menando Adam et Eva perla mane et molti altri fanzuli nudi. Et Ihesu trova Mi-chaele a la porta de l’Inferno. Et Ihesu li presente tutaquesta gente che sieno signati al pecto d’una croce ver-megla. Et dica Ihesus a Michaele:

JHESUS

Michaele, pigla questi presoniEt in Paradiso, senza altro più dire,menagli. Et si alcuni gli vole contraddiredigli “Ecco el segno del nostro Signore,lasseli entrare senza altro rymore,ché Ihesu Cristo ne l’à commandato”

MICHAELE

Signor myo, questo serà sacroPoy ch’el ti piace che cusì sia».

Un’antica tradizione giudaica, raccolta nell’Epistola di sanGiuda Taddeo, presenta san Michele come custode della tombadi Mosè, che doveva trovarsi, originariamente tra Gerusalemmee il monte Sinai, proprio la regione in cui è collocato l’inferno

94. Cfr. vv. 18963-18966, p. 251; 69947-6050, p. 694.95. Cfr. G. DURIEZ, Les Apocryphes dans le drame religieux en Allemagne

au moyen âge, Lille 1914, p. 230.

184 Marco Piccat

dantesco96.La tradizione di un “da ciel messo” alle porte del basso In-

ferno che sgomina le potenze diaboliche aprendo le porte ai pel-legrini è ripresa proprio da Dante, con una particolare serie dicelebri immagini:

«E già venìa su per le torbide ondeun fracasso d’un suon, pien di spavento,per cui tremavano amendue le sponde,non altrimenti fatto che d’un ventoimpetuoso per li avversi ardori,che fier la selva e senz’alcun rattentoli rami schianta, abbatte e porta fori;dinanzi polveroso va superbo,e fa fuggir le fiere e li pastori»97.

Le interpretazioni formulate sul personaggio, Ercole oMercurio, Enea, Mosè , Gesù, Cesare o Arrigo VII, per ricor-darne solo alcune, hanno tralasciato come si tratti di un angelo“da ciel messo”, la sua “furia” nello spalancare le porte:

«Venne alla porta, e con una verghetta98

l’aperse , che non v’ebbe alcun ritegno.‘O cacciati del ciel, gente dispetta,cominciò elli in su l’orribil soglia,ond’esta oltracotanza in voi s’alletta?»,

l’atteggiamento dei pellegrini nei suoi confronti,«Ben m’accorsi ch’elli era de ciel messo,e volsimi al maestro; e quei fe’ segnoch’i’stessi queto ed inchinassi ad esso»,

e il suo comportarsi da personaggio celeste di prim'ordine:«Poi si rivolse per la strada lorda,

96. S. PASQUALI, s.v., Messo celeste, in Enciclopedia Dantesca, vol. 11,Roma pp. 279-282.

97. DANTE ALIGHIERI, Inferno, IX,64-72, in La Commedia secondo l’anticavulgata, a cura di G. PETROCCHI, II, Milano, 1966, pp. 150-151.

98. Cfr. Il particolare nel testo della comunicazione di P. Bouet presentata aquesto stesso convegno.

San Michele in Piemonte: la “Passione di Revello” 185

e non fé’ motto a noi, ma fé’ sembianted’omo cui altra cura stringa e mordache quella di colui che li è davante;e noi movemmo i piedi inver’ la terra,sicuri appresso le parole sante».

Le successive didascalie del testo de “La Passione di Re-vello” presentano lo svolgimento del corteo alla volta del Para-diso:

«Ora Michaele pigli Adame et menalo cum tuti gl’altricompagni verso el zafaldo. Et Dismas venga incontra…Alora se parta Dismas et vada cum la croce verso elParadiso, unda Michaele cum quella compagnia primasi gl’ariva»99.

Durante il viaggio l’arcangelo si rivolge ad Adamo lodan-do la bontà di Cristo, liberatore dalle tenebre della morte,

«O bonitate dil nostro Signore!Et voy, brigata, avete bene de laudareIhesu Cristo chi v’à degnato cavareDe le tenebre, ove erati voy,per lo peccato de Eva et di costui.Carne umana à per voy piglato,et poy in su la croce è stato cruciato.Et, s’el non fosse del nostro Dio eternola bonitate, seresti in sempiternoStati ne le tenebre in l’ombra di la morte»100,

provocando la risposta dello stesso, che ricorda la tristezzaper il ricordo della:

«gran pena noy avemo portato,perché ne le tenebre syamo staticinque milia anni per nostri peccati.Et ciò volse el nostro Dio eterno»,

e della moglie confermando quanto appena detto da Ada-mo, completa il suo intervento con le parole:

99. Cfr. c. 230 v.100. Cfr. vv. 1974-1983 della terza giornata.

186 Marco Piccat

«… tanta pena abiamo portatoper uno pomo che abiamo mangiato.Laudiamo Cristo chi, per soa bontaten’à cavato di tante obscuritade.Gl’è pur gran cossa essere in tenebra»101.

L’ultimo incarico che gli viene affidato è pari all’altezzadella sua fama. L’arcangelo in effetti si rivolge a Raffaele, inquest’occasione custode del Paradiso, perché lasci entrare ilgruppo di anime che sta accompagnando,

«O Raphaelle son da te mandato,perché sey qua posto a guardare,yo te debia questi consegnareper parte de Ihesu crucifixoché tu li lassi entrare nel Paradiso,perché de l’Inferno yo proprio gli ò atratti».

Raffaele richiede un particolare lasciapassare:«Ove è el signale che voy m’avì portato?»

e Michele, indicando la croce sui loro petti, precisa:«Ecco che Cristo lui proprio à fattoa questi che sono ora venuti»,

Il motivo della presenza di Michele a guardia e difesa diun luogo celeste compare, nella tradizione medievale in linguavolgare, già nel testo della più antica passione in lingua france-se, quella chiamata “des Jongleurs”, propria dell’“entourage”parigino alla fine del XII, inizio XIII secolo102.

Nel testo in esame, in riferimento alla nota leggenda del-l'albero della croce, si narra di come Adamo abbia inviato Setha prelevare un ramo dell’albero della redenzione. Michele, quiin funzione di guardiano, accoglie il giovane senza donargli tut-tavia l’olio della misericordia come questi richiedeva:

101. Cfr. vv. 1984-1997.102. La Passion des Jongleurs, Texte établi d’après la Bible des sept estaz du

monde de Geufroi de Paris, édition critique, introduction, notes et glos-saire par A. JOUBERT AMARI PERRY, Paris 1981.

San Michele in Piemonte: la “Passione di Revello” 187

«Seth, tu n’en puez or point avoirde l’uile a ton pere pourvoir,jusqu’à tant, soies en sachant,que bien .v.mile et .v.c anzde cest siecle seront passez …»,103

ma invece un ramo dell’albero delle mele di cui la coppiaAdamo - Eva si era cibata. La leggenda, cresciuta ai tempi delleCrociate e grazie agli scritti di teologi quali Giovanni Beleth,Onorio di Autun, Jacopo da Varagine e Pietro Comestor104, go-deva di notevole fortuna e veniva allora ripetutamente accorpataad altre narrazioni.105

La “Passion des Jongleurs” inoltre, allo stesso modo dellaPassione di Revello presentava poi San Michele al momentodella liberazione delle anime di Adamo e dei santi profeti e pa-triarchi dal luogo infernale, tutte, contraddistinte dal segno di-vino:

«Donc vaincu as a ceste foizla mort par ta vertu devine,de la crois met seur nous le signe …»106,

prima di guidarle, tutte, al Paradiso:«Li saint respondirent Amen.Et Nostre Sires prist Adanpar la main, et si le livraa saint Michiel qui estoitla.Et toz les sains, il les a pris,si les mena en Paradis»,107.

La presenza di Michele a scorta delle anime di Adamo edei giusti, compare già nell’ultima giornata del “Mystère de laPassion d’Arras”, appena prima che nei cieli si diffonda il canto

103. L. cit., vv. 2562-2567.104. L. cit., p. 40.105. NAPIER - R. MORRIS, Legends of the Holy Rood, Symbols of the Passion

and Cross Poems, EETS, London, 1871.106. La Passion des Jongleurs cit., vv. 2892-2894.107. Cfr. vv. 2931-2936.

188 Marco Piccat

angelico della vittoria per la salvezza del genere umano108.«Vostre vouloir acomplirons,Amis, prenez ces vestemens.Et puis nous serons diligensDe vous mener en sancte gloire …Adonc chantent les angles et rendent graces a Dieu pourle salut d’humain linage …».

Dunque, la partecipazione di Michele agli eventi presentatinella “Passione di Revello”, è ad evidenza, notevole rispetto aquanto avveniva nelle rappresentazioni teatrali contemporanee ela qualità dei suoi interventi si rivela decisamente particolare.

Il luogo di Revello, lungo una delle principali vie di co-municazione tra la Francia e il Marchesato di Saluzzo, costitui-va un ambiente esemplare per la concomitanza di alcuni deglielementi che costituivano, da sempre, il nucleo della devozionemicaelica: le presenze emblematiche del grande monte, (ilMonviso), del confine con l’Oltralpe (la Francia) e delle acque(il fiume Po). Insieme, tuttavia, l’attenzione privilegiata di cui ilsanto sembra godere nel testo riporta in evidenza il legame diderivazione del testo della “Passione di Revello” da un originalefrancese, vale a dire proprio della terra che, da qualche annoaveva visto assurgere l’arcangelo Michele al ruolo di difensoredella famiglia reale insieme a quello di protettore, principe edunico, di tutti gli abitanti dell’intero paese109, in vita e in morte.

108. Cfr. v. 21061.109. C. BEAUNE, Naissance de la nation France, Paris 1985, pp. 188-206.