Pregare in monastero: appunti per una “architettura” dello spazio liturgico extra ecclesiam, in...

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- 41 - PREGARE IN MONASTERO: APPUNTI PER UNA “ARCHITETTURA” dEllO SPAzIO lITURGICO extra ecclesiam Leandra Scappaticci Ministero per i Beni e le Attività Culturali Tra i Sacramentari gregoriani con supplemento del IX secolo l’attuale Paris, Bibliothèque nationale de France, lat. 2812 1 , è da annoverare, d’ora in poi, come testimone di orazioni preziose per comprendere gli spazi della preghiera in itinere negli ambienti quotidiani di una comunità religiosa, probabilmente monastica, dai luoghi più solenni e tradizionalmente adibiti alla celebrazione, a quelli riservati all’attività lavorativa come lo scripto- rium, la cucina, il granario, la panetteria o le stanze quotidiane e notturne, il dormitorio o la residenza riservata agli infermi 2 . Il manoscritto, certa- mente utilizzato nella cattedrale di Arles, è attribuibile su base paleografica e testuale alla metà e alla fine del IX secolo, assumendo 869 e 890 quali terminus post quem sulla base della nutrita lista dei vescovi della stessa cit- tà (f. 2v) che originariamente si arrestava all’episcopato di Rotlandus (855- 1 Membr.; 151 ff.; mm 264x203 <180x145>; 23 righe, piena pagina. La fascicolazione si compone di diciannove quaternioni che recano segnatura numerica con cifre romane al centro del margine inferiore. Per una esauriente descrizione del codice si rimanda a Victor LeroquaiS, Les Sacramentaires et les Missels manuscrits des bibliothèques publiques de France, I, Paris, 1924, pp. 59-60; cfr. inoltre Catalogue général des manuscrits latins, publ. sous la dir. De Jean Porcher, III: 2693-3013, Paris, Bibliothèque nationale, 1952, pp. 104-105 e a Victor Saxer, Observations codicologiques et litur- giques sur trois sacramentaires grégoriens de la première moitié du IXe siècle: Paris latin 2812, Vatican Ottoboni latin 313 et Reginensis latin 337, «Mélanges de l’Ecole Française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes», 97 (1985), pp. 23-43: 25-31. V. inoltre LéopoLd deLiSLe, Le cabinet des manuscrits de la Bibliothèque impériale [puis nationale]: étude sur la formation de ce dépôt, comprenant les éléments d'une histoire de la calligraphie, de la miniature, de la reliure et du commerce des livres à Paris avant l'invention de l'imprimerie, III, Paris, Imprimerie impériale, puis Imprimerie nationale, 1868-1881, pp. 270-271, pl. XXXI; KLauS Gamber, Codices liturgici latini antiquiores, 2. ed., Freiburg, Universitatsverlag, 1968 (Spicilegii Friburgensis Subsidia, 1), n. 744. 2 Non si trovano difatti in Bertrandus Coppieterst Wallant, Corpus Orationum, inchoante eugenio Moeller, subsequente ioanne Maria CléMent, 14 voll., Tur- nhout, Brepols, 1992-2004 (CC Sl 160, 160 A-M).

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PREGARE IN MONASTERO: APPUNTI PER UNA “ARCHITETTURA”

dEllO SPAzIO lITURGICO extra ecclesiam

Leandra Scappaticci

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Tra i Sacramentari gregoriani con supplemento del IX secolo l’attuale Paris, Bibliothèque nationale de France, lat. 28121, è da annoverare, d’ora in poi, come testimone di orazioni preziose per comprendere gli spazi della preghiera in itinere negli ambienti quotidiani di una comunità religiosa, probabilmente monastica, dai luoghi più solenni e tradizionalmente adibiti alla celebrazione, a quelli riservati all’attività lavorativa come lo scripto-rium, la cucina, il granario, la panetteria o le stanze quotidiane e notturne, il dormitorio o la residenza riservata agli infermi2. Il manoscritto, certa-mente utilizzato nella cattedrale di Arles, è attribuibile su base paleografica e testuale alla metà e alla fine del IX secolo, assumendo 869 e 890 quali terminus post quem sulla base della nutrita lista dei vescovi della stessa cit-tà (f. 2v) che originariamente si arrestava all’episcopato di Rotlandus (855-

1 Membr.; 151 ff.; mm 264x203 <180x145>; 23 righe, piena pagina. La fascicolazione si compone di diciannove quaternioni che recano segnatura numerica con cifre romane al centro del margine inferiore. Per una esauriente descrizione del codice si rimanda a Victor LeroquaiS, Les Sacramentaires et les Missels manuscrits des bibliothèques publiques de France, I, Paris, 1924, pp. 59-60; cfr. inoltre Catalogue général des manuscrits latins, publ. sous la dir. De Jean Porcher, III: 2693-3013, Paris, Bibliothèque nationale, 1952, pp. 104-105 e a Victor Saxer, Observations codicologiques et litur-giques sur trois sacramentaires grégoriens de la première moitié du IXe siècle: Paris latin 2812, Vatican Ottoboni latin 313 et Reginensis latin 337, «Mélanges de l’Ecole Française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes», 97 (1985), pp. 23-43: 25-31. V. inoltre LéopoLd deLiSLe, Le cabinet des manuscrits de la Bibliothèque impériale [puis nationale]: étude sur la formation de ce dépôt, comprenant les éléments d'une histoire de la calligraphie, de la miniature, de la reliure et du commerce des livres à Paris avant l'invention de l'imprimerie, III, Paris, Imprimerie impériale, puis Imprimerie nationale, 1868-1881, pp. 270-271, pl. XXXI; KLauS Gamber, Codices liturgici latini antiquiores, 2. ed., Freiburg, Universitatsverlag, 1968 (Spicilegii Friburgensis Subsidia, 1), n. 744.

2 Non si trovano difatti in Bertrandus Coppieters’t Wallant, Corpus Orationum, inchoante eugenio Moeller, subsequente ioanne Maria CléMent, 14 voll., Tur-nhout, Brepols, 1992-2004 (CC Sl 160, 160 A-M).

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869)3, e inoltre sugli indizi cronologici forniti dalla significativa menzione dei due re di Provenza4: l’uno Ugo conte di Arles e re di Provenza nel 911, divenuto poi re d’Italia nel 9265, l’altro Ludovico il Cieco re di Provenza nell’890, poi incoronato imperatore nel 9016.

Per lungo tempo documentato nella regione meridionale della Francia, il volume, attualmente mutilo, accolse annotazioni successive, risalenti al X e all’XI secolo nel primo fascicolo – interpolato e reintegrato all’inizio e tra gli originari fogli 1 e 2 –, relative alla lista degli episcopati, oltre a una serie di aggiunte risalenti al 1014 per la sottoscrizione del documento di Pontius archiepiscopus (f. 75r, margine inferiore) e al 1341, primo anno del vescovo in carica, Jean de Baux (1341-1347).

Il Sacramentario, di chiara matrice gregoriana, accostabile al filone dell’Ottobianianus, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Ott. lat. 313 e marginalmente, per l’Ordo Baptismi, al Reginensis, risulta essere uno dei migliori testimoni del testo di Aniano e assai prossimo al contenuto racchiuso nell’attuale codice Città del Vaticano, Biblioteca Apo-stolica Vaticana, Reg. lat. 337 originario di Lione7.

Il manoscritto è vergato da almeno due mani principali: alla prima si devono attribuire i fogli compresi da 9r a 68v scritti in un’elegante carolina disposta a piena pagina che mostra: inclinazione a destra e una non sempre

3 V. edizione in LouiS ducheSne, Fastes épiscopaux de l’ancienne Gaule, I: Provinces du Sud-Est, Paris, Thorin et fils, 1894, pp. 250-251; Gallia christiana novissima. Histoire des archevêchés, évêques et abbayes de France, d'après les documents authentiques recueillis dans les registres du Vatican et les archives locales par le chanoine J.-H. Albanès, completée, annotée et publiée par le chanoine Ulysse Chevalier, Montbéliard, P. Hoffmann, [puis] Valence, Impr. Valentinoise, 1899-1920, III, pp. 1-4.

4 Attribuito all’840 in Saxer, Observations codicologiques et liturgiques cit., p. 25 e alla prima metà del IX secolo in Jean deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien. Ses princi-pales formes d’après les plus anciens manuscrits, I: Le Sacramentaire, le supplément d’Aniane, Fribourg, Editions Universitaires, 1971 (Spicilegium Friburgense, 16), p. 40. Sulla base dei dati testuali Leroquais avanza invece una datazione posteriore di almeno mezzo secolo assegnando il codice all’890: LeroquaiS, Les Sacramentaires cit., I, p. 59.

5 Nel margine di f. 98r: «et serenissimo Ugo regi nostro».6 A f. 118v: «miSSa tempore Sinodi pro reGe dicenda… Item alia oratio. Omnipotens

sempiterne deus caelestium terrestriumque moderator qui famulum tuum hludovicum ad regni fastigium dignatus es provehere concede quaesumus ut a cunctis adversitatibus liberatus et ecclesiasticae pacis dono muniatur et ad aeternae pacis gaudia te donante pervenire mereatur. Per»: Corpus Orationum cit., VI, 3795.

7 V. The Gregorian sacramentary under Charles the Great, edited from three mss. of the ninth century by Henry Austin Wilson, London, Harrison and sons, 1915 (Henry Bradshaw Society, 49), pp. 255-260; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, pp. 40, 42; Saxer, Observations codicologiques et liturgiques cit., pp. 23-43.

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corretta separazione delle parola e, tra le lettere, a talvolta aperta a guisa di due c accostate o di forma onciale, g con occhiello inferiore aperto e tal-volta anche quello superiore, y apicata costituita da tratto di destra sottile e discendente sotto il rigo, legamenti corsivi ra, re, rm, rn, rt, nesso et anche in corso di parola, N maiuscola soprattutto all’inizio di parola, nessi NT in fine rigo, r a forma di 2 in sporadici casi e -rum con r a forma di 2 tagliato. Da f. 69r fino a 151v, ultimo foglio frammentario del codice attualmente mutilo, una seconda mano verga una carolina leggermente inclinata a de-stra che, rispetto alla prima, presenta modulo più piccolo, tratto più pesante e i seguenti elementi significativi: a di tipo onciale e in pochissimi casi aperta, g con occhiello superiore sempre chiuso, y sul rigo, nesso et isolato e in corso di parola, e cedigliata, legamenti corsivi frequenti tra cui ex, re, ri, rn, rr, rt, sporadico uso di r a forma di 2 in fine parola e nell’abbrevia-zione -rum, nesso NT.

L’intero codice reca inoltre rubriche in scrittura distintiva – lettere dell’alfabeto onciale e capitale –, lettere iniziali colorate in rosso e in oro, e splendide iniziali decorate in oro con motivi geometrici ad intreccio (ff. 5v, 16r, 146v) e terminazioni zoomorfe (ff. 12v, 105r, 113v).

Chiare ascendenze di matrice aquitana si ritrovano nella scrittura mu-sicale, la notazione neumatica riferibile ad una mano che correda nell’in-terlineo la benedizione del cero con il canto dell’Exsultet eseguito durante la notte del Sabato Santo (ff. 96v-97r)8. La notazione difatti presenta un po’ ovunque la tendenza a frazionare suoni compresi in neumi semplici e com-posti con il punctum, oltre alla tipica virga cornuta costituita da aggiunta di episema pronunciato a destra. ff. 96v, 97). A questa mano sembra inoltre sovrapporsi un secondo copista che aggiunge qualche virga semicircolare e quilisma flexus con dentellature tonde (f. 96v, 97r).

8 «benedictio caerei. Exsultet iam angelica turba caelorum exsultent divina mysteria et pro tanti regis victoria tuba intonet salutaris. Gaudeat se tellus irradiata fulgoribus et aeterni regis splendore lustrata totius orbis se sentiat amisisse caliginem. Laetetur et mater ecclesia tanti luminis adornata fulgoribus et magnis populorum vocibus haec aula resultet. Qua propter adstantibus vobis fratres karissimi ad tam miram sancti huius luminis claritatem una mecum quaeso dei omnipotentis misericordiam invocate ut qui me non meis meritis intra levitarum numerum dignatus est adgregare luminis sui gratia infundente cerei huius laudem implere perficiat. Per».

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FiG. 1 Paris, Bibliothèque nationale de France, lat. 2812, f. 96v

Segni neumatici si ritrovano inoltre a corredo della benedizione dell’acqua (ff. 39v-41r e in margine a f. 130r)9 e sono attribuibili ad una terza mano che appare maggiormente addestrata a scrivere una notazione musicale tipica dell’area più a nord, intorno a Lyon. Si vedano le mor-fologie di pes con primo tratto obliquo o leggermente arrotondato, virga semplice e oriscus a forma di 710.

FiG. 2 Paris, Bibliothèque nationale de France, lat. 2812, f. 40v

9 «benedictio FontiS. Deus qui invisibili potentia sacramentorum tuorum mirabiliter ope-raris effectum et licet nos tantis mysteriis exsequendis simus indigni tu tamen gratie tue dona non deserens… Ite docete omnes gentes baptizantes eos in nomine patris et filii et spiritus sancti».

10 Sempre di matrice lionese e posteriore rispetto alla redazione del manoscritto risulte-rebbe la notazione che correda l’inno di Natale Lux hodierna fulget in arva (c. 130v): AH 11, 14.

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Nella sua interezza il manoscritto reca una serie di orazioni per Tem-porale e Santorale, con Messe comprese da Natale alla vigilia di sant’An-drea, dedicazioni della chiesa di san Benedetto (aggiunto da altra mano pressoché coeva a f. 61r)11, della basilica di sant’Angelo (f. 69r) e l’ordi-nazione del pontefice12; esso contiene inoltre una serie di prefazi (ff. 146v-151v) corrispondenti alla recensione dell’Ottobonianus13.

Nella sezione compresa tra le messe dedicate pro salute vivorum vel in agenda mortuorum (f. 136v) e ai santi Simone e Giuda (f. 146r), si trova la parte che qui più interessa (ff. 138v-140v), relativa alle orazioni14 pronun-ciate, nel corso di un iter ‘processionale’, nelle stanze e negli edifici vissuti dalla comunità nei momenti diurni e notturni della giornata: in refectorio, dormitorio, cellario, scriptorio, hospitali, domo infirmorum, area, grana-rio, pristino, quoquina, lardario, caminata.

oratio in Sacrario. Omnipotens et misericors deus qui sacerdotum mini-sterio ad tibi serviendum et supplicandum uti dignaris quaesumus inmen-sam clementiam tuam ut quicquid modo visitamus visites quicquid benedi-camus benedicas sitque ad nostrae humilitatis introitum sanctorum tuorum meritis fuga daemonium angeli pacis ingressus. Per dominum (f. 140r)15.

oratio ubi VeStimenta conSerVantur. Deus qui famulantibus tibi mentis et corporis subsidia misericorditer largiris praesta quaesumus ut quae hic pie-tas tua in usus et necessaria corporum famulorum tuorum contulit clemen-ter abundare et conservare facias ut his exterius utentes interius indumento amicti iustitiae devoti semper tibi existere mereantur. Per (f. 140r)16.

11 «Mensis iulii VI nonas iulii idest die II mensis iulii natale sanctorum Processi et Marti-niani»; add. in marg.: «Eodem die dedicatio ecclesie sancti Benedicti».

12 Molte messe sono da accostare a quelle del Sacramentario di Saint Denis, attuale Paris, Bibliothèque nantionale de France, lat. 2291: L´introduction de la messe romaine en France sous les Carolingiens, par l´abbé H. Netzer, Paris, A. Picard & fils, 1910, p. 102.

13 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Ott. lat. 313: v. LéopoLd deLiSLe, Mémoire sur d'anciens sacramentaires, p. 151 e The Gregorian sacramentary cit., pp. 255-260.

14 Non risultano nei contenuti elencati in LeroquaiS, Les Sacramentaires cit., I, p. 60.15 Jean deShuSSe – benoit darraGon, Concordances et tableaux pour l’étude des grands

sacramentaires, I: Concordances des pièces, Fribourg, Editions Universitaires, 1982 (Spicilegia Friburgensis. Subsidia, 9), p. 146, n. 2292; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 481 n. 1473.

16 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 69, n. 987; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 480, n. 1474.

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oratio in reFectorio. Omnipotens et misericors deus qui famulos tuos in hac domo alis refectione carnali cibum vel potum te benedicente cum gra-tiarum actione percipiant et hic et in aeternum per te semper salvi esse mereantur. Per (f. 140r)17.

oratio in dormitorio. Benedic domine hoc famulorum tuorum dormito-rium qui non dormis neque dormitas qui custodis israel famulos tuos in hac domo quiescentes post laborem custodi ab inlusionibus fantasmaticis satanae vigilantes in praeceptis tuis meditentur dormientes te per soporem sentiant et hic et ubique defensionis tuae auxilio muniantur. Per (f. 140rv)18.

oratio in ceLLario. Omnipotens et misericors deus qui ubique praesens es maiestatem tuam suppliciter deprecamur ut huic promptuario gratia tua adesse dignetur quae cuncta adversa ab eo repellat et abundantiam benedic-tionis tuae largiter infundat. Per (f. 140v)19.

oratio in Scriptorio. Benedicere digneris hoc scriptorium famulorum tuo-rum et omnes habitantes in eo ut quicquid hic divinarum scripturarum ab eis lectum vel scriptum fuerit sensu capiant opere perficiant. Per (f. 140v)20.

oratio in hoSpitaLi. Omnipotens et misericors deus qui es doctor cordium humanorum et magister angelorum te humiliter quaesumus ut cordibus fa-mulorum tuorum ob gratiam salutationis locum hunc frequentantium sem-per adesse digneris sit eorum sermo in timore tuo ignitus atque sale condi-tus utilitate proximi plenus ut cum hinc advenientes recesserint de exemplo eorum gloriam tui nominis predicent. Per (f. 140v)21.

oratio in domo inFirmorum. Omnipotens et misericors deus quaesumus in-mensam pietatem tuam ut ad introitum humilitatis nostrae hos famulos tuos hoc in habitaculo fessos iacentes salutifere visitare digneris et sicut visitasti domine tobiam et sarram socrum petri puerumque centurionis ita et isti

17 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 146, n. 2283; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 480, n. 1475; Liber Sacramentorum Gellonensis, cura Antoine Dumas, Turnhout, Brepols, 1981 (CC Sl 159), p. 454, n. 2864.

18 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 29, n. 314; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 481, n. 1476.

19 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 146, n. 2294; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 481, n. 1477; Liber Sacramentorum Gellonensis cit., p. 454, n. 2865.

20 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 32, n. 364; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 481, n. 1478; Liber Sacramentorum Gellonensis cit., p. 457, n. 2875.

21 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 146, n. 2282; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 482, n. 1479; Liber Sacramentorum Gellonensis cit., p. 457, n. 2876.

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pristina sanitate animae corporisque recepta gratiarum tibi in ecclesia tua referant actionem. Per (f. 140v-141r)22.

oratio in area. Multiplica Domine super nos misericordiam tuam et preces nostras propitius exaudire dignare et sicut exaudisti famulum tuum regem david qui te in area hostias offerendo placavit iram avertit indulgentiam impetravit ita veniat quaesumus super hanc aream speratae benedictionis ubertas ut repleti frugibus tuis de tua semper misericordia gloriemur. Per dominum nostrum (f. 141r)23.

oratio in Granario. Omnipotens et misericors deus qui benedixisti horrea ioseph aream gedeonis et adhuc quod maius est iacta terrae semina surgere facis cum foenore messis te humiliter quaesumus ut sicut ad petitionem famuli tui heliae non defuit viduae farina ita ad nostrae parvitatis suffragia huic horreo famulorum tuorum non desit benedictionis tuae abundantia. Per dominum (f. 141r)24.

in priStino. Sanctificetur istius officinae locus domine et fugetur ab eo om-nis inmundus spiritus per virtutem domini nostri ihesu christi deturque om-nibus in eo commorantibus sanitas claritas hilaritas protegente ac conser-vantem maiestatem tuam25 omnipotens deus. Qui vivis et regnas in saecula saeculorum amen (f. 141r)26.

oratio in quoquina. Deus aeterne ante cuius conspectum adsistunt angeli et cuius nutu reguntur universa qui etiam necessariis humane fragilitatis tua pietate consulere non desinis te humiliter imploramus ut habitaculum istius officine illa benedictione perfundas qua per manus helisei prophetae in olla heremitica gustus amarissimos dulcorasti et semper hic tuae benedictionis copia redundante laudes tibi referant servi tui qui das aescam omni carni et

22 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 145, n. 2277; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 482, n. 1480; Liber Sacramentorum Gellonensis cit., p. 457, n. 2877.

23 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 135, n. 2114 ; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, pp. 482-483, n. 1481.

24 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 146, n. 2280; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 483, n. 1482; Liber Sacramentorum Gellonensis cit., p. 455, n. 2869.

25 conservantem maiestatem tuam] conservante maiestate tua ed. deShuSSeS, Le sacra-mentaire grégorien cit., I, p. 483, n. 1483; le varianti registrate in apparato risultano attestate nel codice Parigino e in Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Reg. lat. 337.

26 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 203, n. 3230; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 483, n. 1483; Liber Sacramentorum Gellonensis cit., p. 455, n. 2870.

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reples omne animal benedictione salvator mundi. Qui vivis et regnas deus (f. 141v)27.

in Lardario. Omnipotens et misericors deus qui necessitatem humani gene-ris clementer praevidens adminicula temporalia contulisti te humiliter im-ploramus ut benedicere digneris hoc lardarium famulorum tuorum ut quod hic tua misericordia pie contulit nostro merito non depereat. Per (f. 141v)28.

oratio in caminata. Omnipotens sempiterne deus cuius sapientia hominem docuit ut domus haec careret aliquando frigore a vicinitate ignis te quae-sumus ut omnes habitantes vel convenientes in ea careant in corde infedi-litatis frigore a fervore ignis spiritus sancti. Per dominum nostrum ihesum christum filium tuum qui tecum vivit et regnat deus in unitate eiusdem spiritus sancti (f. 141v)29.

La presenza di tali orazioni, congiuntamente ad alcuni elementi testua-li tra cui la citazione di un abate di nome Warnorios parzialmente scritto con lettere dell’alfabeto greco30 e la dedicazione della chiesa a San Bene-detto, permette di ripensare, per il manoscritto Paris, Bibliothèque natio-nale de France, lat. 2812, una localizzazione diversa da quella finora pre-sunta31. Scritto molto probabilmente per una comunità monastica, sebbene non identificabile in maniera univoca in Lione o in area aquitana sulla base degli indizi paleografico-musicali che ora vengono ad aggiungersi a quelli testuali più diffusamente esplorati finora, il Sacramentario fu solo in epoca successiva annotato, integrato e utilizzato per la liturgia della Cattedrale di Arles32, con un’interessante sovrapposizione di uso paraliturgico da un

27 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 55, n. 742; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 484, n. 1484; Liber Sacramentorum Gellonensis cit., pp. 454-455, n. 2867.

28 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 146, n. 2284; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 484, n. 1485; Liber Sacramentorum Gellonensis cit., p. 455, n. 2868.

29 deShuSSe – darraGon, Concordances et tableaux cit., I, p. 148, n. 2322 ;; deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 485, n. 1486; Liber Sacramentorum Gellonensis cit., p. 456, n. 2874.

30 A margine di f. 2r: WAΡΝωΡYΟC ABB(AS).31 Sull’origine secolare, con attribuzione topica alla Cattedrale di Arles, si pronunciano

LeroquaiS, Les Sacramentaires cit., I, p. 60 e deLiSLe, Le cabinet des manuscrits cit., III, pp. 270-271.

32 L’attribuzione lionese è sostenuta dalle indagini testuali e filologiche di deShuSSeS, Le sacramentaire grégorien cit., I, p. 40 e di Saxer, Observations codicologiques et litur-giques cit., pp. 25-31.

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probabile centro monastico di origine a una cattedrale, e più probabilmente per gli spazi comuni delle canoniche e del capitolo.

I luoghi citati in rubrica corrispondono a quelli che si vengono pro-gressivamente codificando a partire dall’età carolingia e che sono illustrati nella pianta attualmente Sankt Gallen, Stiftsbibliothek, cod. 1092 che, ri-salente ai primi decenni del IX secolo, fu inviata da Heito, abate di Reiche-nau (798-806, 823), a Gozbert, abate di San Gallo (816-836)33. Di natura autorevole, in quanto molto probabilmente adottata contestualmente alla Regula di san Benedetto, con la promulgazione dei due sinodi di Aix-la Chapelle nell’816 e nell’817 ai quali partecipò lo stesso Heito34, la pianta risulta assai dettagliata: tra i numerosi edifici, le cui funzioni sono enun-ciate da singole didascalie, si trova lo scriptorium sito al piano terra di una costruzione addossata alla chiesa, mentre il complesso abbaziale gravita intorno al chiostro, un cortile quadrato chiuso, claustrum, posto al centro degli altri edifici. I fabbricati – citati nelle rubriche delle orazioni del ma-noscritto Parigino lat. 2812 – si stagliano sui diversi lati: il dormitorio e

33 Per l’edizione v. WaLter horn – erneSt born, The plan of St. Gall. A study of the Archi-tecture and Economy of a Carolingian Monastery, Berkeley, University of California Press, 1979. Una riproduzione si trova in Carlo Magno e le Alpi. Viaggio al centro del Medioevo, a cura di Fabrizio Crivello e Costanza Segre Montel, Milano, Skira, 2006, p. 67 con scheda descrittiva a cura di Wataghin (p. 66); per uno schema della pianta, ed in particolare della Chiesa con edifici annessi v. caroL heitz, L’architecture religeuse carolingienne. Les formes et leurs fonctions, Paris, Errance, 1980, pp. 167-170 e idem, La France pré-romane. Archéologie et architecture religieuse du Moyen-Âge VIe siècle- An Mille, Paris, Errance, 1987, p. 254. Nel margine superiore della pianta si conserva la dedica di Heito a Gozbert – suo figlio spirituale –, che è stata vergata da due mani, una delle quali sembrerebbe identificabile con quella del copista Régimbert, bibliotecario di Reichenau: heitz, L’architecture religeuse cit., p. 168; idem, La France pré-romane cit., p. 110.

34 Nella letteratura recente la pianta è ritenuta ideale – anche in riferimento ad uno spedi-fico contesto – e non più documento con valore normativo universale: charLeS bixby mccLendon, The origins of Medieval Architecture. Building in Europe, a.D. 600-900, New Haven, London, Yale University Press, 2005, pp. 163-170; beat brenK, La pianta del monastero di S. Gallo e la Regola di san Benedetto, in Benedetto. L’eredità arti-stica, a cura di Roberto Cassanelli e Eduardo López-Tello García, Milano, Jaka Book, 2007, pp. 73-80; heitz, L’architecture religeuse cit., p. 168; idem, La France pré-romane cit., p. 108; Carlo Magno e le Alpi cit., p. 66. V. inoltre anGioLa maria roma-nini – marina riGhetti toSti croce, Monachesimo medievale e architettura mona-stica, in Dall’eremo al cenobio. La civiltà monastica in Italia dalle origini all’età di Dante, a cura di Giovanni Pugliese Carratelli, Milano, Scheiwiller, 1987, pp. 424-575, anSeLme daVriL – eric paLazzo, La vita dei monaci al tempo delle grandi abbazie, Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, 2002, p. 201 e il sito di riferimento di carattere scientifico, www.stgallplan.org.

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caminata, luogo riscaldato adibito ai lavori comuni, lungo l’ala orientale, il refettorio e il vestiario a sud, mentre la cucina e il lardarium a sud-ovest.

In tali spazi si snoda una sorta di liturgia stazionaria, nel reale svolgi-mento architettonico che nel corso dello stesso secolo si avviava ad ampia diffusione, a regolamentazione dell’impianto strutturale interno ed esterno delle abbazie carolingie. Da oriente a occidente la preghiera si fa interprete di luoghi che ben si identificano con la motivazione liturgica, nel rispetto della disposizione ideale dei locali all’interno dei cenobi che in quel mo-mento necessitavano tanto di una riorganizzazione della liturgia, quanto di una razionalizzazione dello spazio monastico.