M.Viscione, Un sito lucano nel Basso Cilento: località Laurelli di Caselle in Pittar(SA), in Miti e...

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MITI E POPOLI DEL MEDITERRANEO ANTICO.SCRITTI IN ONORE DI GABRIELLA D’HENRY

A CURA DI

CHIARA LAMBERT - FELICE PASTORE

SALERNO 2014

grUppo archeologico salernitanodei grUppi archeologici d’italiaonlUs per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturaleaderente al ForUm europeo delle associazioni archeologiche

sede amministrativa:complesso monumentale di san pietro a corte(ipogeo e cappella di sant’anna)largo san pietro a corte - angolo via canali (centro storico)84121 salernosede legale: via U. zanotti Bianco, 684132 salerno - tel./Fax 089.337331 - cell. 338.1902507www.gruppoarcheologicosalernitano.orge-mail: [email protected]

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alla pubblicazione di questo volume ha contribuito anche il dipartimento di scienze del patrimonio culturale dell’Università degli studi di salerno

grafica di copertina e impaginazione:Ermanno Villari

stampaTipografia Fusco, Salerno

la pubblicazione della foto di copertina è stata autorizzata dallasoprintendenza per i Beni archeologici di sa, av, Bn e ce

isBn 9788897581208

Università degli stUdi di salernodipartimento di scienze del patrimonio cUltUrale

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MONICA VISCIONE

le indagini condotte negli ultimi anni a caselle inpittari, piccolo comune del Basso cilento, hanno con-sentito di riportare alla luce parte di un abitato lucanoe di accrescere notevolmente le conoscenze di questoterritorio dell’entroterra posto tra il vallo di diano edil golfo di policastro1 (fig. 1).

il sito era già noto dagli anni sessanta, quandoJuliette de la genière, attraverso l’analisi dei materialirinvenuti in superficie, aveva supposto l’esistenza di

un insediamento legato all’itinerario di comunicazionetra il vallo di diano e la costa tirrenica2. la scopertanegli anni ottanta di un piccolo nucleo di sepolturerisalenti alla fine del iv sec. a. c. a nord-ovest del-l’insediamento ne dava conferma. delle tre tomberinvenute, due risultavano in gran parte distrutte e nonrestituivano elementi di corredo; la terza, a camera condròmos d’accesso dotato di scalini, conservava il corre-do ceramico che ha permesso di collocarla alla fine deliv sec. a. c.3 (fig. 2).

nella seconda metà degli anni ottanta il survey delcomprensorio mingardo-Bussento, realizzato dallamissione canadese dell’Università di edmonton al finedi definire la relazione tra il sito lucano di roccagloriosaed il territorio circostante, ridestò l’interesse sulla con-notazione del sito di laurelli, che maurizio gualtieriinterpretò come un centro minore strettamente colle-gato a roccagloriosa4.

l’esplorazione sistematica dell’area è stata avviatanell’autunno del 1990, in seguito ad un intervento diemergenza indotto dall’espianto di un uliveto secolareche occupava l’intero pianoro5 (fig. 3); da allora lasoprintendenza archeologica di salerno ha condottodiverse campagne di scavo finalizzate alla comprensio-ne dell’estensione dell’abitato nelle sue diverse fasi di

Un sito lucano nel Basso Cilento:località Laurelli di Caselle in Pittari (SA)

Fig. 1 - Inquadramento geografico del basso Cilento.

Fig. 2 - Corredo della tomba rinvenuta a Nord-Ovestdell’insediamento.

Fig. 3 - Foto aerea del pianoro.

vita, nonchè alla sua conservazione e valorizzazionecon la realizzazione di un parco archeologico, avve-nuta in seguito all’acquisizione dell’area da partedello stato6.

i primi interventi eseguiti a margine di un’areasbancata, riportarono alla luce le strutture relative adun edificio a pianta rettangolare allungata, di cui eraben conservato solo il versante settentrionale (fig. 4,edificio i). di tale edificio è stato individuato il muroperimetrale del lato nord (orientato in senso est-ovest,

ricerca, restringere la cronologia delle fasi di vita del-l’edificio.

di particolare interesse si è rivelato il rinvenimento,nell’ambiente nord-orientale al di sotto di un piccololembo di crollo del tetto, di un gruzzolo monetale costi-tuito da 18 monete d’argento e una di bronzo di zeccamagno-greca (12 monete di taranto, 3 di Heraklea, 1 dicrotone e 1 in bronzo di velia) contenuto all’interno diuno skyphos a vernice nera databile nell’ambito delsecondo quarto del iii sec. a. c.7 (fig. 5).

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Fig. 5 - Gruzzolo monetale proveniente dall’edificio I.

Fig. 6 - Elemento della decorazione fittile del tetto dell’edificio I.

realizzato in blocchi squadrati di media grandezza econservato in elevato per solo due filari per una lun-ghezza di m 20) e sono stati ben identificati treambienti di cui quello centrale verosimilmente desti-nato a cucina, come indica la presenza dei resti di unfocolare nell’angolo nord-ovest, nonché quella dinumerosi frammenti ceramici relativi a vasi la cui fun-zione primaria è legata alla conservazione, preparazio-ne e consumo dei cibi.

con ogni probabilità l’edificio era costituito da altritre ambienti che si sviluppavano nella metà meridiona-le e di cui sono stati riconosciuti solo brevi tratti dellefondazioni dei muri divisori.

sul lato breve occidentale è possibile ravvisare letracce di un intervento posteriore, con la realizzazionedi due muri costruiti a secco in blocchetti irregolari diarenaria, uno dei quali si sovrappone alla soglia.

Una prima analisi dei materiali colloca la strutturain un ambito cronologico tra la seconda metà del iv equella del iii sec. a. c., tuttavia il grado di affidabilitàstratigrafico rende problematico, a questo punto della

Fig.4 - Planimetria dell’edificio I.

l’edificio era probabilmente dotato di un sistemadi copertura che utilizzava tegole piane (motivo adomega) e kalypteres (bordo punzonato), e recava unadecorazione fittile, come dimostra il rinvenimento diuna lastra di rivestimento con impresse palmettealternate a fiori di loto (fig. 6).

naria che, direttamente da un asse stradale con orien-tamento nord-sud, immetteva in un piccolo vestiboloai cui lati si aprono degli ambienti stretti e lunghi,verosimilmente con funzioni di servizio. l’edificio,realizzato intorno agli anni centrali del iv sec. a. c.,presenta per lo meno due fasi di vita, poiché, in unmomento collocabile fra la fine del iv ed i primi annidel iii sec. a. c., è evidente una risistemazione definitadalla creazione di almeno quattro ambienti addossatial muro perimetrale meridionale. tuttavia non manca-no indizi di fasi precedenti, documentate non solo dauna serie di blocchi reimpiegati nelle strutture, chepresentano ben evidenti segni di anathyrosis, ma anchedal ritrovamento di un’antefissa a protome umana:una testa femminile di prospetto, derivante da unamatrice stanca di pieno v sec. a. c. (fig. 9).

l’asse stradale su cui si affaccia l’edificio è largo circam 5, ed è delimitato sul lato occidentale da un murospesso circa cm 80, messo in luce per una estensione dicirca 75 metri (figg. 7-8). la struttura è costituita dablocchi irregolari di arenaria, anche di grosse dimensio-ni, messi in opera a secco, con l’inserimento, anche seraro, di frammenti laterizi. Una tecnica costruttiva moltosimile si riscontra nei muri che costituiscono probabil-mente un terrazzamento, posizionato immediatamentea nord dell’edificio in tecnica a ‘scacchiera’.

a sud-ovest del grande edificio appena descritto,a circa m 4,20 ad ovest del grande muro che attraver-sa il pianoro in direzione nord-sud, è stato rinvenutoparte di un terzo edificio di cui non è stato ancoradefinito lo sviluppo planimetrico (fig. 7, edificio iii).esso presenta muri perimetrali in blocchi squadraticonservati in elevato per quasi 1 metro. al momentosono stati definiti almeno tre ambienti disposti insenso est-ovest, ma l’edificio è costituito da almenoaltri tre ambienti posti nel versante meridionale, di cui a

300 metri più a nord è stato messo in luce unsecondo edificio (fig. 7, edificio ii) di cui si conservala fronte principale sul lato ovest lunga m 20,5, men-tre non è ancora definita la lunghezza che, a questopunto dell’indagine, emerge solo sul lato settentrionaleper m 18. di particolare interesse si rivela la tecnica a‘scacchiera’ utilizzata per realizzare la fronte occiden-tale (fig. 8), su cui si apre l’edificio8. dell’ingresso, acarattere monumentale, si conservano i due gradini diaccesso e la rampa esterna realizzata in basoli di are-

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Fig. 7 - Planimetria dei rinvenimenti che occupano la parte centraledel pianoro. Sulla dx l’edificio II, in basso a sin. l’edificio III.

Fig. 8 - Foto panoramica: in primo piano il diatechisma; dietro il muro in tecnica ‘a scacchiera’ dell’edificio II.

la sua estensione pone non pochi problemi di interpre-tazione: si può ipotizzare che si tratti di un diatéchismarealizzato tra la fine del iv e i primi decenni del iii sec.a. c. per proteggere la parte centrale dell’abitato (fig. 7).in questa fase cronologica nella lucania sembra un fattocostante e generalizzato la creazione di cinte murarie e levicende belliche dello scorcio del iv sec. a. c. si accor-derebbero con questa lettura9.

Una serie di saggi eseguiti nella parte settentrionaledel pianoro ha evidenziato le rasature di alcuni muri inblocchi irregolari di arenaria e di uno costituito dablocchi squadrati; d’altra parte è stata segnalata la pre-senza di materiale ceramico e laterizio anche dalla col-linetta a nord dell’area attualmente occupata dalparco archeologico. È sempre più evidente, quindi, lacomplessità dell’insediamento, che sembra occuparetutto il pianoro tra la fine del v sec. a. c. e la primametà del iii sec. a. c.; nonostante l’insufficienza e laparzialità delle indagini, si può affermare che essopotesse svolgere un ruolo importante nel quadro dellapianificazione di un area di vitale importanza per gliscambi con la lucania interna tra la fine del v sec. a. c.e per tutto il iv secolo.

granulometria finissima che si sviluppa intorno ad unriquadro centrale di cui si conserva la preparazione rea-lizzata in un cocciopesto più grossolano, su cui verosi-milmente era allettato un piano, forse di tegole o basoli,purtroppo sottoposto ad un’azione di spoglio. il pavi-mento dell’ambiente centrale, posto ad una quota piùalta rispetto al precedente, è realizzato in basoli irregolaridi arenaria (fig. 10). allo stato attuale dell’indagine nonsi è ancora in grado di stabilire con certezza se tale dif-ferenza di quota sia imputabile ad una diversa funzionedegli ambienti o sia rapportabile a diverse fasi di vita. inattesa di saggi stratigrafici all’interno degli ambienti, glielementi ricavati dalla tecnica costruttiva e dall’analisi deimateriali consentono al momento di fissare la realizza-zione dell’edificio agli anni centrali del iv sec. a. c.

gli ultimi interventi di scavo hanno riportato allaluce i resti di un quarto edificio posto immediatamentea nord-ovest di quello appena descritto. di questastruttura si sono evidenziati due ambienti divisi da untramezzo (fig. 11, edificio iv); i muri, di cui si è rinve-nuta solo la fondazione, sono costituiti da pietre di are-naria di piccola e media dimensione, legati a secco e conrada presenza di laterizi; il loro stato di conservazione

non permette di avanzare ipotesirispetto all’elevato. Questo edificio ècollocabile, solo in base ad elementidi stratigrafia verticale, in una fasesuccessiva alla costruzione degli edi-fici adiacenti.

nell’ultima campagna di scavorealizzata nella primavera del 2007 sisono eseguiti dei saggi mirati allacomprensione del muro orientatonord-sud che sembra limitare sullato occidentale l’asse stradale; oraesso è messo in luce per circa m 80.

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Fig. 10 - Foto di scavo dell’ambiente col pavimento in basolidell’edificio III.

Fig. 11 - Foto di scavo dell’edificio IV.

Fig. 9 - Antefissa a protome umana provenientedall’edificio II.

questo punto dell’indagine sonosolo in parte visibili le tracce.l’organizzazione planimetrica diquesto edificio mostra forti analogiecon quello più meridionale (edificioi), sebbene in questo caso lo stato diconservazione abbia consentito dimetterne in luce i piani pavimentali.l’ambiente dell’angolo nord-est,l’unico scavato integralmente (m6,50 x 4,60), presenta un piano pavi-mentale costituito da una larga cor-nice (cm 80 ca.) in cocciopesto a

Note

1 la ricerca in questo territorio e la sua valo-rizzazione di devono all’amica e collegacarla a. Fiammenghi, che ha profuso tuttoil suo impegno e la sua competenza affin-ché di questa parte dell’italia antica si cono-scesse ed apprezzasse, oltre alla bellezzanaturalistica, anche il valore storico.2 de la geniÈre 1964, p. 135; ID. 1968, pp.226-227 e 1972, pp. 531-532.3 JoannoWsKY 1983, p. 423; Roccagloriosa I,p. 196, fig. 159.4 Roccagloriosa I, pp. 193-196; Roccagloriosa II,pp. 107-110; Fracchia, gUaltieri 1990,pp. 39-58.5 l’area occupata dall’abitato è un pianoro

ampio circa 27 ettari, lambito dal corso didue torrenti - il vallone grande e il vallonepiccolo - che confluiscono a valle nellosciarapotamo, affluente del fiumeBussento. il pianoro è chiuso ad ovest dacolline che si saldano alla dorsale montuosacostituita dal cervati e dal centaurino,verso il mare dalle creste dei capitanali chedominano roccagloriosa e dal monteBulgheria (tocco 2000, pp. 935-936).6 le ricerche, dirette dalla dott.ssaFiammenghi, sono state eseguite dalledott.sse F. salomone ed a. serritella e, inanni più recenti, dalla scrivente; le osserva-zioni proposte in questa sede sono frutto di

discussioni ed elaborazioni comuni. si rin-graziano la dott.ssa giuliana tocco, che haindirizzato le ricerche a caselle in pittari,rimanendo punto di riferimento importanteper la conoscenza di quei luoghi, e ilsoprintendente archeologo di salernodott.ssa adele campanelli, che con grandeliberalità ha permesso questo primoapproccio allo studio sistematico del sitolucano di laurelli.7 Fiammenghi, salomone, serritella1996, pp. 321-334.8 Krinzinger 1994, pp. 38-39.9 de gennaro 2005.

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Bibliografia

de gennaro r. 2005, I circuiti murari dellaLucania Antica (IV-III sec. a. C.), paestum.de la geniÈre J. 1964, Alla ricerca di abitatiantichi in Lucania, in ‘atti e memorie dellasocietà magna grecia’, 5, p. 135.de la geniÈre J. 1968, Recherces sur l’Age duFer en Italie Meridionale, sala consilina,napoli, pp. 226-227. de la geniÈre J. 1972, ‘Le genti non grechedella Magna Grecia’ (Atti dell’XI Convegno diStudi sulla Magna Grecia, Taranto 1971),napoli, pp. 531-532.Fiammenghi c. a., salomone F.,serritella a. 1996, Caselle in Pittari, ind’andria F., mannino K. (ed.), Ricerche

sulla casa in Magna Grecia e Sicilia (Atti delColloquio Lecce 1982), pp. 321-334.Fracchia h., gUaltieri m. 1990, La regio-ne Mingardo/Bussento (l’entroterra da Palinuro aPolicastro), in maddoli g., stazio a. (ed.)A Sud di Velia I, Ricognizioni e ricerche 1982-1988, taranto, pp. 39-58.JoannoWsKY W. 1983, Caselle in Pittari, in‘Magna Grecia e Mondo Miceneo’ (Atti del XXIIConvegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto1982), napoli, p. 423.Krinzinger F. 1994, Intorno alla pianta diVelia, in greco g., Krinzinger F. (ed.),Velia. Studi e ricerche, modena, pp. 38-39.

Roccagloriosa I 1990, gUaltieri m.,Fracchia h. (ed.), Roccagloriosa I: l’abitato,scavo e ricognizione 1976-1986, napoli, pp.193-196.Roccagloriosa II 2001, Fracchia h. -gUaltieri m. (ed.), Roccagloriosa II:L’oppidum lucano e il territorio, napoli, pp.107-110.tocco g. 2000, Caselle in Pittari, in L’Attivitàdella Soprintendenza archeologica delle province diSalerno, Avellino e Benevento, in ‘Problemi dellachora coloniale dall’Occidente al Mar Nero’ (Attidel XL Convegno di Studi sulla Magna Grecia,Taranto 1999), pp. 935-936.

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Bibliografia di Gabriella d’Henry ..................................................................................................................................... pag. 3

Presentazione .................................................................................................................................................................. pag. 7

ida BaldassarreGabriella d’Henry. Un percorso di lavoro e di ricerca .............................................................................................. pag. 9emanuela santanielloGabriella d’Henry a Festòs: un’esperienza giovanile ......................................................................................................... pag. 13gabriella d’henryFestòs, agosto 1960: Giornale di scavo............................................................................................................................. pag. 17Felice pastoreaper...agrum calydonium vastabat .......................................................................................................................... pag. 75luca cerchiaiLa ‘sannitizzazione’ di Pompei ....................................................................................................................................... pag. 79carmine pellegrinoLa tyrrhenia dei Sanniti: nuovi dati da Pontecagnano .................................................................................................. pag. 85antonia serritellaLe tombe dipinte di Pontecagnano .................................................................................................................................... pag. 97angela pontrandolfolekythoi tipo ‘Pagenstecher’ policrome.......................................................................................................................... pag. 107marina ciprianiUn’antefissa silenica da Paestum e la circolazione di modelli tra costa e mesogaia lucana ............................................ pag. 115Fausto longoArcheologia e Fascismo a Paestum ................................................................................................................................ pag. 121luigi vecchioUn ‘marchio di fabbrica’ in greco da Velia .................................................................................................................... pag. 137monica viscioneUn sito lucano nel Basso Cilento: località Laurelli di Caselle in Pittari (SA) ............................................................... pag. 145maria luisa nava, antonio salernoNuovi dati sulla scultura in Daunia dall’età dei metalli all’età arcaica.Il ruolo delle scene nelle stele istoriate del Tavoliere ......................................................................................................... pag. 151emanuele grecoUn’antefissa arcaica da Sibari ....................................................................................................................................... pag. 167

Indice

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marlene suanoLa guerra nel mondo antico: la sua influenza sulla documentazione archeologica ............................................................ pag. 173maricí magalhãesMonete greche nella collezione del Museo Storico Nazionale di Rio de Janeiro: le prime coniazioni dell’Asia Minore..... pag. 179renata cantilenaAtena e il gallo a telesia (?) ........................................................................................................................................ pag. 187Bruno d’agostinoLe nozze di hebe: l’eterna giovinezza degli dèi............................................................................................................. pag. 193riccardo palmiscianoPostilla di un filologo ..................................................................................................................................................... pag. 199mauro menichettiAiace e Anfiarao all’ingresso della tomba François ........................................................................................................ pag. 201claudio azzaraLe Amazzoni di Procopio. Variazioni su un mito nella Bisanzio del VI secolo............................................................ pag. 207eliana mugioneVasi attici da Montesarchio. Iconografie rare e problemi di interpretazione .................................................................... pag. 213luigina tomay, roberto de gennaro,Tombe a circolo da Montesarchio ................................................................................................................................... pag. 221amedeo rossi, salvatore greco, monica sessaFoiano di Val Fortore (BN): dai Sanniti ai paesaggi del vento...................................................................................... pag. 243alfonso santorielloPaesaggi agrari della colonia di Beneventum............................................................................................................... pag. 257chiara lambertIl mito della classicità nei carmina epigrafici per i principi longobardi ........................................................................... pag. 267Bruno genitoIl Molise nell’altomedioevo: tra Mediterraneo ed Eurasia. Un’occasione perduta?........................................................... pag. 279gianfranco de BenedittisDa Santo Stefano di Bologna a Santa Maria di Guardialfiera. Un’architettura dell’anno Mille ................................... pag. 293antonio BracaDipinti inediti nella Badia della Ss. Trinità di Cava dei Tirreni ................................................................................. pag. 299

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