Le illustrazioni dei testi Sulle articolazioni di Apollonio di Cizio e Sulle fasciature di Sorano di...

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1. Le illustrazioni del trattato Sulle articolazioni di Apollonio di Cizio. Il testo Sulle articolazioni (Periè a"rqrwn) di Apollonio di Cizio, ricopiato su due colonne tra il f. 180v e il f. 225v del manoscritto laurenziano, è un’opera risalente al I secolo a. C. dedicata alla cura delle lussazioni, corredata da trenta illustra- zioni che raffigurano operazioni di riduzione e dalla rappresentazione di uno strumento usato per ridurre la lussazione dell’anca detto “Banco di Ippocrate”. A queste si sommava una illustrazione raffigurante un metodo di riduzione della lussazio- ne delle vertebre, andata perduta per la perdita di un foglio che si trovava tra gli attuali ff. 201 e 202 1 . I metodi di cura illustrati da Apollonio proven- gono dal trattato ippocratico Sulla riduzione delle articolazioni (Periè a"rqrwn e\mbolh%v), che propone elementi per la diagnosi delle lussazioni (in alcuni casi si parla anche di fratture), descrive i metodi per la loro cura e offre suggerimenti per le terapie post-operatorie (descrivendo bendaggi da applica- re alla parte malata e terapie farmacologiche) 2 . La distribuzione della materia nel trattato Sulle articolazioni è molto ordinata: Apollonio tratta i vari tipi di lussazione seguendo l’ordine del testo ippocratico (di cui cita ampi passi) e ne divide la materia in tre libri, il primo dedicato alla riduzio- ne delle lussazioni della spalla, il secondo alla ridu- zione delle lussazioni del gomito, dell’articolazione della mano, della mascella e delle vertebre, il terzo alla riduzione delle lussazioni dell’anca 3 . Riguardo alle lussazioni dell’omero, delle vertebre e del femore, Apollonio presenta i vari metodi di ridu- zione dal più semplice e delicato al più complesso e violento, seguendo anche in questo il dettato ippocratico secondo cui si devono infliggere al malato metodi di cura violenti solo se quelli più blandi non hanno effetto 4 . L’inizio dei tre libri che compongono l’opera (ai ff. 180v, 193r, 205r) è preceduto da un sempli- ce fregio costituito da una corda intrecciata, in pergamena riservata su fondo scuro, disegnata con inchiostro bruno (probabilmente lo stesso utilizza- to per la scrittura) 5 . Nei tre proemi Apollonio, rivolgendosi al desti- natario dell’opera Tolomeo 6 , precisa di voler pre- sentare i metodi ippocratici di cura delle lussazio- ni rendendoli il più possibile chiari, illustrandoli sia con le parole che con la rappresentazione in immagine 7 : 1 Ringrazio il prof. Bernabò per l’attenzione con cui ha seguito la stesura di questo testo e per i suoi numerosi sug- gerimenti. Apollonio visse nel I secolo a.C., nacque a Cipro e studiò con il medico Zofiro ad Alessandria. Riguardo alla figura di Apollonio si rimanda alle notizie raccolte da Hermann Schöne in Apollonius, pp. XXIV-XXVI. 2 La chirurgia ippocratica, pp. V-LVII. Nel trattato ippo- cratico Sulla riduzione delle articolazioni vengono trattate le lussazioni della articolazione della spalla, quelle dell’ar- ticolazione del gomito e della mano, delle dita, della ma- scella, dell’anca, del ginocchio e della caviglia. 3 Il testo di Apollonio è costituito per metà circa da ci- tazioni tratte dal testo ippocratico; Blomqvist, Der Hippo- cratestext, p. 5. 4 Su questo aspetto si veda: La chirurgia ippocratica, p. XXI. 5 Anche alcuni altri testi contenuti nel laurenziano pluteo 74.7 sono introdotti da cornici o fregi a corda in- trecciata o a tralcio con foglie a cuore: l’ornamentazione del codice, così come le iniziali che si trovano all’inizio di ogni capitolo suggeriscono secondo Kurt Weitzmann una datazione alla prima metà del X secolo: Weitzmann, Die Byzantinische Buchmalerei, p. 33, fig. 23. 6 Non si è certi dell’identità di questo sovrano: potreb- be essere Tolomeo Aulete re di Egitto o suo fratello Tolomeo, che regnò su Cipro, patria di Apollonio, tra 81 e 58 a.C. Si veda: Apollonius, a cura di Schöne, p. XXVI; Cocchi, Graecorum chirurgici libri, p. 12. 7 Apollonii Citiensis in Hippocratis de Articulis com- mentarius, a cura di Kollesch – Kudlien, p. 38, 12-16. Il testo è tratto dall’inizio del proemio al secondo libro del- l’opera: Apollonio dice che seguirà le parole di Ippocrate, e che presenterà anche in figura i metodi di riduzione delle lussazioni (come ha fatto anche nel primo libro dedi- cato alle lussazioni della spalla) per renderli più facilmen- te comprensibili, e perché le utili teorie sulle articolazioni siano trasmesse in maniera più completa. Sui termini uti- LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI SULLE ARTICOLAZIONI (Periè a"rqrwn pragmateiéa) DI APOLLONIO DI CIZIO E SULLE FASCIATURE (Periè e\pideésmwn) DI SORANO DI EFESO di Francesca Marchetti

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1. Le illustrazioni del trattato Sulle articolazioni diApollonio di Cizio.

Il testo Sulle articolazioni (Periè a"rqrwn) diApollonio di Cizio, ricopiato su due colonne tra ilf. 180v e il f. 225v del manoscritto laurenziano, èun’opera risalente al I secolo a. C. dedicata allacura delle lussazioni, corredata da trenta illustra-zioni che raffigurano operazioni di riduzione edalla rappresentazione di uno strumento usato perridurre la lussazione dell’anca detto “Banco diIppocrate”. A queste si sommava una illustrazioneraffigurante un metodo di riduzione della lussazio-ne delle vertebre, andata perduta per la perdita diun foglio che si trovava tra gli attuali ff. 201 e 2021.

I metodi di cura illustrati da Apollonio proven-gono dal trattato ippocratico Sulla riduzione dellearticolazioni (Periè a"rqrwn e\mbolh%v), che proponeelementi per la diagnosi delle lussazioni (in alcunicasi si parla anche di fratture), descrive i metodiper la loro cura e offre suggerimenti per le terapiepost-operatorie (descrivendo bendaggi da applica-re alla parte malata e terapie farmacologiche)2.

La distribuzione della materia nel trattato Sullearticolazioni è molto ordinata: Apollonio tratta ivari tipi di lussazione seguendo l’ordine del testoippocratico (di cui cita ampi passi) e ne divide lamateria in tre libri, il primo dedicato alla riduzio-ne delle lussazioni della spalla, il secondo alla ridu-zione delle lussazioni del gomito, dell’articolazionedella mano, della mascella e delle vertebre, il terzoalla riduzione delle lussazioni dell’anca3. Riguardoalle lussazioni dell’omero, delle vertebre e delfemore, Apollonio presenta i vari metodi di ridu-zione dal più semplice e delicato al più complessoe violento, seguendo anche in questo il dettatoippocratico secondo cui si devono infliggere almalato metodi di cura violenti solo se quelli piùblandi non hanno effetto4.

L’inizio dei tre libri che compongono l’opera(ai ff. 180v, 193r, 205r) è preceduto da un sempli-ce fregio costituito da una corda intrecciata, in

pergamena riservata su fondo scuro, disegnata coninchiostro bruno (probabilmente lo stesso utilizza-to per la scrittura)5.

Nei tre proemi Apollonio, rivolgendosi al desti-natario dell’opera Tolomeo6, precisa di voler pre-sentare i metodi ippocratici di cura delle lussazio-ni rendendoli il più possibile chiari, illustrandolisia con le parole che con la rappresentazione inimmagine7:

1 Ringrazio il prof. Bernabò per l’attenzione con cui haseguito la stesura di questo testo e per i suoi numerosi sug-gerimenti. Apollonio visse nel I secolo a.C., nacque aCipro e studiò con il medico Zofiro ad Alessandria.Riguardo alla figura di Apollonio si rimanda alle notizieraccolte da Hermann Schöne in Apollonius, pp. XXIV-XXVI.

2 La chirurgia ippocratica, pp. V-LVII. Nel trattato ippo-cratico Sulla riduzione delle articolazioni vengono trattatele lussazioni della articolazione della spalla, quelle dell’ar-ticolazione del gomito e della mano, delle dita, della ma-scella, dell’anca, del ginocchio e della caviglia.

3 Il testo di Apollonio è costituito per metà circa da ci-tazioni tratte dal testo ippocratico; Blomqvist, Der Hippo-cratestext, p. 5.

4 Su questo aspetto si veda: La chirurgia ippocratica,p. XXI.

5 Anche alcuni altri testi contenuti nel laurenzianopluteo 74.7 sono introdotti da cornici o fregi a corda in-trecciata o a tralcio con foglie a cuore: l’ornamentazionedel codice, così come le iniziali che si trovano all’inizio diogni capitolo suggeriscono secondo Kurt Weitzmann unadatazione alla prima metà del X secolo: Weitzmann, DieByzantinische Buchmalerei, p. 33, fig. 23.

6 Non si è certi dell’identità di questo sovrano: potreb-be essere Tolomeo Aulete re di Egitto o suo fratelloTolomeo, che regnò su Cipro, patria di Apollonio, tra 81e 58 a.C. Si veda: Apollonius, a cura di Schöne, p. XXVI;Cocchi, Graecorum chirurgici libri, p. 12.

7 Apollonii Citiensis in Hippocratis de Articulis com-mentarius, a cura di Kollesch – Kudlien, p. 38, 12-16. Iltesto è tratto dall’inizio del proemio al secondo libro del-l’opera: Apollonio dice che seguirà le parole di Ippocrate,e che presenterà anche in figura i metodi di riduzionedelle lussazioni (come ha fatto anche nel primo libro dedi-cato alle lussazioni della spalla) per renderli più facilmen-te comprensibili, e perché le utili teorie sulle articolazionisiano trasmesse in maniera più completa. Sui termini uti-

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI SULLE ARTICOLAZIONI (Periè a"rqrwn pragmateiéa) DI APOLLONIO DI CIZIO

E SULLE FASCIATURE (Periè e\pideésmwn) DI SORANO DI EFESO

di Francesca Marchetti

Proéteron deè taèv leéxeiv au\tou% katacwriw%, ei&t}ei\romeénwvtoèn tw%n e\mbolw%n troépon di}au\tw%n tw%n u|podeigmaétwnu|potaéxw proèv toé, kaqaéper kaiè e\n toi%v proéteron, kaiè e\ntouétoiv eu\parakolouéqhtaé soi geneésqai thén te perièa"rqrwn qewriéan, ou\k a\nofelh% kaqestw%san mhè a\te-leiéwton filiatrou%nti soi paradoqh%nai.

Dopo ogni proemio, inizia la descrizione vera epropria dei metodi di cura: Apollonio ripropone ipassi del testo ippocratico che descrivono le ope-razioni di riduzione tralasciando quasi completa-mente gli elementi di anatomia e terapia, e ripor-tando solo in parte quelli di sintomatologia. Questipassi sono a volte affiancati da precisazioni e con-sigli probabilmente dettati dall’esperienza direttadell’autore8; solo in alcuni casi troviamo digressio-ni di carattere filologico o volte a criticare errateinterpretazioni del testo ippocratico9.

Al termine della spiegazione di ogni metodo dicura Apollonio introduce con una frase l’immagineche lo raffigura10. In diversi punti Apollonio dichia-ra di non voler fornire una rappresentazione inimmagine dei metodi di cura troppo semplici (spie-gati solo a parole) o comunque comprensibili per illettore perchè molto simili a metodi di cui si è giàfornita una illustrazione, dichiarando così il criterionella scelta delle illustrazioni da inserire nel testo ela loro funzione, per così dire, didattica11.

Il libro Sulle articolazioni di Apollonio di Cizionon si presenta come un vero e proprio commen-to, dato che non si propone di spiegare e parafra-sare il testo ippocratico (e anzi ne tralascia molteparti), ma come un testo tecnico, compilato da unesperto, che ha il fine di far comprendere al letto-re i principali e più utili metodi di riduzione dellelussazioni, riportando in maniera ordinata i passidel trattato ippocratico Sulla riduzione delle artico-lazioni seguiti dalla loro puntuale traduzione inimmagine. Una sorta di manuale, quindi, in cui leillustrazioni, secondo una esplicita dichiarazionedell’autore, svolgono un ruolo pari a quello delledescrizioni a parole12.

Le illustrazioni del testo di Apollonio del codi-ce laurenziano generalmente riproducono fedel-mente le azioni descritte nei passi ippocratici cita-ti; tuttavia, in alcuni casi, il miniatore non rappre-senta (o dimostra di non aver compreso) particola-ri anche importanti della strumentazione necessa-ria allo svolgimento dell’operazione. Ad esempio,la raffigurazione del Banco di Ippocrate del f. 211vappare particolarmente lacunosa, come se il minia-tore avesse copiato la figura senza comprendere lafunzione delle sue varie parti [tav. XXXII]13.

lizzati da Apollonio per indicare le immagini e sui terminiche si riferiscono alle illustrazioni nei testi dei tre proemidei libri di Apollonio si veda: Roselli, “Tra pratica medicae filologia ippocratica”, pp. 217-231.

8 Nel proemio del primo libro Apollonio afferma diaver sperimentato alcuni dei metodi di riduzione che siaccinge a spiegare, e di avere visto applicare gli altri quan-do studiava con Zofiro ad Alessandria (Apollonii Citiensisin Hippocratis de Articulis commentarius, p. 12,1-2). In etàellenistica si operò la distinzione tra chirurghi in sensolato e o\rganikoié, specializzati nelle operazioni ortopedichee nell’uso di strumenti per la riduzione delle lussazioni.Apollonio nella sua opera critica coloro che utilizzano conspregiudicatezza i macchinari per la riduzione delle lussa-zioni; ma dimostra di conoscere molto bene l’uso Di alcu-ni strumenti e gli aspetti tecnici delle operazioni di ridu-zione ippocratiche. Si veda: La chirurgia ippocratica, p. vii,nota 2.

9 Anche le digressioni filologiche hanno finalità prati-che: sono infatti orientate a chiarire l’esatto significato deitermini ippocratici, per comprendere con esattezza lemanovre di cura descritte nel trattato ippocratico Sullariduzione delle lussazioni: Roselli, Tra pratica medica e filo-logia ippocratica, pp. 227-231.

10 Ad esempio, per introdurre la prima illustrazioneApollonio scrive di voler esporre in maniera chiara i modiper ridurre le lussazioni sia attraverso spiegazioni a parolesia attraverso raffigurazioni pittoriche delle singole lussa-zioni (Apollonii Citiensis in Hippocratis de Articulis com-mentarius, p. 14, 8-11). In questo passo Apollonio si riferi-sce all’illustrazione con le parole zwgrafikhè skiagrafiéa,un termine che fa pensare a una immagine dipinta e non aun semplice disegno; una discussione su questo tema esuladai confini che questo contributo si propone e dovrà esse-re affrontata altrove. I termini con cui Apollonio si riferi-sce alle illustrazioni del suo testo sono discussi anche inAinalov, Hellenistic Origins, pp. 19-20; Apollonius, a curadi Schöne, p. xxix; Stückelberger, Bild und Wort, p. 89.

11 Roselli, Tra pratica medica e filologia ippocratica,p. 223.

12 Roselli, Tra pratica medica e filologia ippocratica, p.221. Oltre a Amneris Roselli, diversi studiosi hanno messoin evidenza questa caratteristica del testo di Apollonio, inparticolare; Potter, Apollonios and Galen on Joints, pp. 117-123, che sostiene: “That this work must be regarded not asa commentary to Hippocrates’s Joints, but rather as a trea-tise about joints according to Hippocrates, is proven bothby how Apollonius describes his purpose, and by the wayhe uses hippocratic texts.” E anche: Smith, The HippocraticTradition, p. 211: “The work is less a commentary than anillustrated appreciation of the surgical work Joints: a tran-script and paraphrase of the work’s mechanical proceduresfor setting dislocations, interspersed with illustrations andwith brief explanations and comments on the exellence ofthe work.” Anche Schöne sottolineò l’importanza della pre-senza delle illustrazioni nel testo di Apollonio, da lui defini-to infatti un illustrierter Kommentar.

13 Lo strumento, descritto nei capp. LXXII-LXXIIIdel trattato ippocratico Sulla riduzione delle articolazioni,è descritto anche da Oribasio (che afferma di rifarsi a

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Anche la rappresentazione dei cuscini e delle stof-fe che dovrebbero essere usati per rendere menodolorosi e più confortevoli i trattamenti è stata tra-lasciata, e spesso non viene rappresentata la tavo-letta di legno che deve essere legata al braccio oalla gamba lussati per mantenerli nella correttaposizione e far leva sull’articolazione quando siprocede alla riduzione di alcuni tipi di lussazione.

In particolare, si notano due incongruenze tra iltesto di Apollonio trasmesso dal codice laurenzia-no e le sue illustrazioni. In un caso, nella illustra-zione della riduzione della lussazione dell’anca delf. 217r [tav. XXXIII], il miniatore realizza un’im-magine che presenta molte omissioni rispetto altesto ippocratico citato, tanto da rendere la figuradel tutto inutile per la comprensione del metododi cura. Nel secondo caso, che riguarda la miniatu-ra del f. 221v [tav. XXXVI], l’immagine non rap-presenta la giusta variante del metodo di curadescritto da Apollonio: egli scrive che per curare ilfemore lussato all’indietro bisogna mettere in tra-zione il paziente e applicare una pressione sulfemore con le mani, oppure sedendosi o salendo inpiedi sull’articolazione. Nella frase seguente,Apollonio precisa che fornirà solamente l’illustra-zione del metodo che prevede l’uso delle mani,mentre la figura mostra il medico seduto sopra ilpaziente; dato che anche l’illustrazione successiva(al f. 222v) [tav. XXXVII] raffigura un medico chericompone con le mani una lussazione dell’anca(in questo caso con la testa del femore uscita dallasua sede in avanti), è possibile che per non creareconfusione tra le due immagini si sia scelto in unsecondo momento di raffigurare un diversa varian-te della cura del femore lussato all’indietro.

Le illustrazioni sono caratterizzate da una certauniformità: pazienti, medici e assistenti appaionospesso raffigurati in pose convenzionali e si notauna certa ripetitività anche nella composizionedelle scene di cura. In particolare, le scene che illu-strano i metodi di cura delle lussazioni dell’ancacon l’uso del Banco di Ippocrate sono molto simi-li a quelle che illustrano i metodi per la cura dellevertebre e anziché mostrare i malati distesi sulBanco, li raffigurano sullo stesso lettuccio da tra-zione che compare nelle scene di cura delle verte-bre lussate.

Nelle illustrazioni di Apollonio i pazienti sonosempre raffigurati nudi. Anche i personaggi checollaborano alla riduzione delle lussazioni sonospesso raffigurati nudi; in questo caso, secondoKurt Weitzmann, il miniatore nel realizzarli avreb-be usato come modello figure di pazienti14. Si può

però anche presumere che la raffigurazione di per-sonaggi nudi non fosse cosa infrequente nelle edi-zioni di testi illustrati di soggetto tecnico-scientifi-co copiati da modelli antichi: ad esempio, al f.225v di un Dioscuride della metà del X secolo(New York, Pierpont Morgan Library, cod. M625) un personaggio completamente nudo è inten-to alla chiarificazione dell’olio15. In altri casi, i per-sonaggi che applicano i metodi di cura descritti daApollonio sono vestiti con corte tuniche azzurre orosse, oppure, presumibilmete quando si tratta dimedici, sono abbigliati con tuniche corte e mantel-li, oppure con tuniche lunghe16. Solo nelle primedue miniature (molto rovinate da cadute di colore)il medico sembra vestito all’antica, con una vestedrappeggiata sulla spalla sinistra che lascia scoper-ta l’altra spalla. Tutti i personaggi nudi sono ases-suati, secondo l’uso bizantino.

Ogni scena di cura (eccetto l’illustrazione delBanco di Ippocrate) è inquadrata in una sorta dicornice architettonica, dipinta prima della scena dicura, formata da due colonne con capitelli corinzidorati che sorreggono un architrave raffiguratoprospetticamente, sopra al quale è dipinto un tim-pano a lunetta realizzato con motivi decorativiaccostati e dorature [fig. 37]17. La natura pura-

Rufo di Efeso e a Eliodoro) e da Paolo di Egina. Si vedal’appendice dedicata al Banco di Ippocrate in: Hippo-crates, a cura di Withington, 3, pp. 453-455. Si veda anchela ricostruzione dello strumento nell’edizione dell’operadi Oribasio: Oeuvres d’Oribase, 4, p. 698.

14 Weitzmann, Ancient Book Illumination, pp. 21-22.15 La frequente nudità degli assistenti potrebbe anche

essere dovuta al fatto che molti dei metodi di riduzionedelle lussazioni erano utilizzati nelle palestre, dove si stavasolitamente nudi. Spesso il testo ippocratico consiglia difar applicare le operazioni di riduzione proprio da perso-ne abituate nelle palestre (si veda ad esempio la descrizio-ne della miniatura di f. 203v).

16 Si veda la scheda dedicata al manoscritto laurenzianoda Giovanna Lazzi, “Miscellanea medica”, pp. 196-198.

17 I motivi decorativi che compongono le lunette sonodi venti diverse tipologie, e sembrano rifarsi ampiamenteal repertorio ornamentale utilizzato in mosaici e mano-scritti a partire dall’epoca tardo antica: vi sono sia motivifloreali o vegetali (soprattutto roselline cruciformi, tralcidi acanto), che motivi geometrici (motivo ad arcobalenodi rombi a mosaico, con colori cangianti dal rosso all’az-zurro o in varie tonalità di azzurro o verde, spina di pesce,nastri, perle, losanghe). I colori utilizzati sono vivaci edecisi, spesso stesi su di un fondo scuro. Alcuni motividecorativi mostrano notevoli analogie con le decorazionidi altri manoscritti, ad esempio quelle dei codd. gr. 510 eCoislin 195 della Bibliothèque Nationale di Parigi e deicodd. gr. 1522, gr. 1613, pal. gr. 220 della Biblioteca

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mente decorativa delle parte superiore della strut-tura si contrappone al tentativo di raffigurare converosimiglianza la parte inferiore: qui vediamo co-lonne lisce o scanalate, con venature che ricordanomarmi di diversi tipi, appoggiate su basamenticostituiti da scalini sovrapposti (di cui il miniatorerappresenta con attenzione il lato in ombra), e ten-daggi spesso decorati legati alle colonne. In alcunicasi alle colonne o all’architrave vengono assicuratele travi o le corde necessarie alla applicazione dialcuni metodi di cura (evidentemente in questi casiil miniatore evita di disegnare ex novo i sostegni pergli strumenti da trazione). Vi è una grande oscil-lazione nella qualità pittorica dei capitelli e dellealtre parti della decorazione, che appaiono in alcu-ne miniature eseguiti piuttosto grossolanamente.

La cornice architettonica con ogni probabilitànon era in origine presente nel ciclo di illustrazio-ni del testo di Apollonio: lo si evince anche dalladifficoltà con cui il miniatore ha adattato alcunescene di cura (soprattutto quelle in cui il pazientedisteso su di un lettuccio viene messo in trazioneda due assistenti) allo spazio disponibile tra le duecolonne. La questione è stata analizzata in partico-lare da Weitzmann, secondo il quale il testo diApollonio, scritto in origine su papiro, presentavaillustrazioni inserite nella colonna di scrittura inprossimità del testo a cui si riferivano, prive di cor-nici architettoniche18. Queste ultime riprendono lecornici architettoniche delle tavole canoniche deivangeli di Eusebio, e sono state aggiunte alle illu-strazioni in una copia successiva, forse propriodurante l’allestimento dello stesso manoscritto fio-rentino. Molti manoscritti risalenti al X secolorispecchiano un certo gusto per la rappresentazio-ne di sfondi o incorniciature architettoniche chericordano gli allestimenti teatrali; anche il motivodelle colonne con tendaggi (che ricorda l’edicoladella scenae frons romana) venne frequentementeutilizzato nelle tavole canoniche o come sfondo diritratti19.

Le miniature del testo di Apollonio sono nume-rate e corredate da una sorta di didascalia che spie-ga brevemente il metodo di cura raffigurato. Ledidascalie sono ricopiate all’interno della cornicearchitettonica (solo in due casi, per mancanza dispazio, sono ricopiate sopra alla cornice architet-tonica) e riprendono i titoli dei capitoli dell’indiceposto all’inizio del manoscritto20. Si presume chele immagini di Apollonio in origine non fosseroaffiancate da didascalie esplicative; le illustrazionisono infatti introdotte dal testo stesso con unafrase che funge da didascalia, e nell’archetipo

dovevano seguire immediatamente il testo a cui siriferivano. Le didascalie (così come la numerazio-ne) sono state probabilmente affiancate alle figurequando la collezione laurenziana di testi chirurgiciha avuto origine per rendere più semplice la con-sultazione dell’ampio materiale raccolto da Niceta.Due dei componimenti dedicatori posti all’iniziodel manoscritto affermano che Niceta fece realiz-zare le illustrazioni e scrisse le spiegazioni deimetodi di cura, parole che si riferiscono probabil-mente alle didascalie delle figure: è possibile chel’autore della raccolta abbia scritto le didascalieper rendere più facilmente comprensibili al lettorele illustrazioni del testo di Apollonio, e abbia poiutilizzato le stesse didascalie come titoli dei capito-li dedicati ai vari metodi di cura nell’indice delcodice, o viceversa21.

Anche la numerazione (in genere, il numero sitrova sopra la miniatura, a sinistra) si riferisce al-

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Apostolica Vaticana: Weitzmann, Die ByzantinischeBuchmalerei, p. 33, tav. XLI, 227; Ainalov, HellenisticOrigins, p. 16; Alison Frantz, “Byzantine IlluminatedOrnament”, pp. 43-76. Ringrazio Stefano Garosi, restau-ratore, per i suggerimenti relativi agli aspetti tecnici dellarealizzazione delle cornici architettoniche e delle figurenel manoscritto laurenziano.

18 Weitzmann, Illustrations in Roll and Codex, pp.139-141 dell’edizione italiana. Qui, a p. 140, Weitzmannpropone anche una ricostruzione dell’aspetto che il testodi Apollonio dovrebbe aver avuto prima dell’introduzio-ne delle cornici architettoniche, con le immagini prive diincorniciature inserite nella colonna di scrittura. Si vedaanche: Weitzmann, Ancient Book Illumination, pp. 21-22;Bernabò, “La ‘Rinascenza macedone’”, pp. 45-47.

19 Weitzmann, Illustrations in Roll and Codex, p. 141dell’edizione italiana: secondo lo studioso, i tendaggi lega-ti alle colonne con cordoni semplici o decorati erano fre-quentemente raffigurati nelle tavole canoniche dei vange-li orientali, dei vangeli greci (Weitzmann cita il cod. 532della Walters Art Gallery di Baltimora) e dei vangeli occi-dentali. Il terminus post quem per l’inserimento delle cor-nici architettoniche nel manoscritto di Apollonio sarebbeil IV secolo, la più antica data ipotizzata per l’entrata inuso delle tavole canoniche; ma è più probabile che le cor-nici architettoniche siano state inserite nel periodo dellaRinascenza Macedone: si veda: Weitzmann, “KlassischeErbe”, pp. 52-53 (= “Classical Heritage”, pp. 138-141);Weitzmann, Geistige Grundlagen und Wesen, p. 25 (=“The Character and Intellectual origins”, pp. 195-196);Weitzmann, Book Illustration of the Fourth Century, pp.257-281 (ristampa, pp. 96-125).

20 Pubblicata in Bandini, Catalogus, 3, coll. 53-63; esolo nella traduzione latina in Scapini, I codici medici dellaLaurenziana, pp. 15-31.

21 Su questo si veda qui Bernabò, supra.

l’indice dei capitoli che compongono il codice;nell’indice la spiegazione di ogni metodo di curacostituisce un capitolo a sé, a cui si aggiungono icapitoli introduttivi dei tre libri in cui è suddivisal’opera (non illustrati, contrassegnati dai numeri200, 209, 224) e tre capitoli che secondo il testo diApollonio non contenevano illustrazioni, dedicatialle lussazioni delle dita (214), e alla descrizionedelle lussazioni della mascella (215) e delle vertebre(217). L’unico numero mancante nella sequenza diminiature del codice laurenziano, il numero 220,corrispondeva ad una miniatura eseguita su di unacarta perduta che si trovava tra il f. 201 e il f. 202:grazie all’elenco dei capitoli e all’analisi dei testiche precedono e seguono la carta perduta è possi-bile identificare con certezza il soggetto dell’im-magine, che raffigurava la riduzione della lussazio-ne delle vertebre effettuata con la pressione dellemani del medico sulla schiena di un paziente messoprecedentemente in trazione con i verricelli.

2. Le illustrazioni del trattato Sulle fasciature diSorano di Efeso.

Il testo Sulle fasciature (Periè e\pideésmwn) diSorano di Efeso (vissuto tra il I e il II secolo d.C.),ricopiato tra il f. 228r e il f. 240v del codice lauren-ziano, è costituito da sessanta brevi descrizioni didiversi tipi di fasciature, ognuna seguita da unaillustrazione esemplificativa22.

L’utilizzo delle fasciature nella pratica medicadell’antichità è testimoniato nei trattati ippocraticiSulle fratture e Sulla riduzione delle articolazioni(Periè a\gmw%n e Periè a"rqrwn e\mbolh%v), copiatiall’inizio del manoscritto laurenziano. La fasciatu-ra, spesso con l’aggiunta di stecche o compresseimbevute di cera, era una parte essenziale dellaterapia che seguiva l’operazione di ricomposizionedi un osso fratturato o la riduzione di una lussazio-ne; in questi testi sono descritti con precisione idiversi tipi di bende e i vari modi in cui il medicodoveva avvolgerle, variando l’intensità della pres-sione che la fasciatura doveva esercitare a secondadel tipo di terapia23.

Il testo di Sorano sembra riprendere questotipo di conoscenze: le sessanta descrizioni, proba-bilmente concepite per un lettore esperto dellamateria, spiegano in maniera particolareggiata econcisa quali bende scegliere per ogni tipo di fas-ciatura (suggerendo anche di usare in qualche casobende cucite insieme) e come avvolgerle attornoalla parte malata. Esistono altri testi antichi dedica-

ti alle fasciature simili a quello di Sorano, traman-dati anche dal laurenziano pluteo 74.7: un testosulle fasciature attribuito a Galeno (dove si conta-no le descrizioni di circa cento fasciature) e untesto di Oribasio dedicato alle fasciature, in cuil’autore dichiara di rifarsi agli scritti sulle fasciatu-re di Galeno e di Eliodoro (di quest’ultimo autoreOribasio riporta una cinquantina di descrizioni difasciature diverse)24. È probabile che questi testi,che ripropongono in una forma facilmente accessi-bile le molte tipologie di fasciature descritte nellaletteratura medica ippocratica, siano nati comemanuali, forse illustrati, destinati alla formazionedel medico.

Il testo di Sorano nel codice laurenziano è in-trodotto da un semplice fregio a corda intrecciatatracciato con inchiostro di colore bruno (simile aquelli che si trovano all’inizio dei tre libri che com-pongono l’opera di Apollonio di Cizio) ed è distri-buito su due colonne di scrittura [tav. XXXI]. Co-me si è detto, ogni breve capitolo è seguito da unaillustrazione25: spesso, quando nella colonna discrittura sono copiati solo un capitolo e la relativaillustrazione, rimane ampio spazio vuoto in fondoalla pagina. In altri casi il copista e il miniatoresfruttano appieno lo spazio a loro disposizione, ri-copiando fino a tre descrizioni di fasciature e treillustrazioni per pagina. L’allestimento della pagi-na rispecchia i principi della illustrazione del rotu-lo di papiro, ed è ragionevole ritenere che il ma-nuale Sulle fasciature di Sorano del manoscrittolaurenziano abbia mantenuto l’allestimento che iltesto deve aver avuto nella sua prima redazione26.

22 Sorano nacque a Efeso, si formò probabilmente adAlessandria, e esercitò come medico a Roma sotto Traianoe Adriano. La sua opera più conosciuta è un trattato diginecologia in quattro libri. Per maggiori notizie si veda:Sorani Gynaeciorum libri IV; Soranus of Ephesus, pp. 981-1005; Soranos d’Éphèse, Maladie, 1, pp. XXIII-XXX.

23 Si veda ad esempio la descrizione della terapia del-la frattura del radio nei capitoli IV-VII del trattato Sullefratture in La chirurgia ippocratica, pp. 3-8.

24 Oeuvres d’Oribase, 4, pp. 253-333. In passato si èpensato che il trattato sui bendaggi di Sorano fosse partedi un più ampio trattato di chirurgia di Sorano. Ilberg ri-fiuta questa ipotesi basandosi proprio sull’esistenza di al-tri testi autonomi di argomento simile: Sorani Gynaecio-rum libri IV, p. XII.

25 Secondo l’elenco del contenuto del codice all’iniziodel manoscritto, il testo di Sorano aveva forse un proemioche il copista ha poi tralasciato di ricopiare: SoraniGynaeciorum libri IV, p. XII.

26 Weitzmann, Illustrations in Roll and Codex, pp. 98,141. Secondo lo studioso non è però possibile determina-

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 59

re se l’archetipo del testo di Sorano, risalente al II secolod.C., fosse scritto in origine su rotulo di papiro o su codi-ce. E: Bernabò, “I manoscritti medici”, pagg. 115-116.

27 Sul testo e sul suo autore si veda: Ilberg, Die Über-lieferung der Gynäcologie des Soranos von Ephesos; Rose,Gynaeciorum vetus translatio latina; Segoloni, La dedicadella traduzione latina, 2, pp. 615-626; Weitzmann,Illustrations in Roll and Codex, pp. 174-175, 183.

28 Il termine Cateperotiana potrebbe derivare dal tito-lo (gunaikei%a) kat}e\perwéthsin (i gunaikei%a a domande erisposte): Soranus of Ephesus, pp. 1029-1031. Le autricipensano che i cateperotiana non siano stati scritti dallostesso Sorano, ma siano una compilazione prodotta dopola sua morte, tra la fine del II e il III secolo d. C., in unperiodo in cui si andavano diffondendo i manuali di argo-mento tecnico strutturati a domande e risposte.

29 Murdoch, Album of Science, p. 323.30 Il miniatore potrebbe essersi ispirato a ritratti degli

apostoli, dei profeti o di autori antichi; si vedano ad esem-pio, i ritratti clipeati dei profeti minori nel cod. B. I. 2

FRANCESCA MARCHETTI60

Una simile organizzazione di testi e immaginisulle due colonne di scrittura della pagina compa-re anche in diversi manoscritti occidentali che tras-mettono la versione latina della più nota opera diSorano, la Ginecologia (Gunaikei%a), un trattato diginecologia e ostetricia in quattro libri: nella piùantica copia della Gynaecia latina a noi giunta(Bruxelles, Bibliothèque Royale, cod. 3701-15)troviamo pagine con brevi descrizioni delle mano-vre che l’ostetrica deve svolgere durante i parti dif-ficili seguite dalle illustrazioni delle diverse posi-zioni del nascituro nell’utero distribuite su duecolonne27. Nell’incipit dell’opera l’autore, Mustio-ne afferma di aver tradotto e riassunto l’ampiotrattato di Sorano attingendo sia dai quattro libridella Ginecologia che da una loro versione ridotta,un manuale strutturato a domande e risposte chia-mato Cateperotiana28. La parte della Gynaecia checontiene le illustrazioni e le descrizioni delle ma-novre del parto sembra provenire proprio daquest’ultimo testo: si può quindi supporre cheall’epoca in cui Mustione visse (il VI secolo) ci fos-se in circolazione un manuale attribuito a Sorano(o comunque tratto dalla Ginecologia) costituitoda brevi capitoli scritti in un linguaggio tecnico econciso e affiancati da illustrazioni, realizzato pertrasmettere nozioni di ostetricia e ginecologia adun pubblico specializzato. Un testo quindi di con-cezione molto simile a quella del manuale dedica-to ai bendaggi.

Come nel testo di Apollonio, anche in quello diSorano Sulle fasciature le illustrazioni sono prece-dute dalla numerazione (dal numero 260 al 320) edal nome della fasciatura rappresentata; anche inquesto caso, i numeri e i nomi delle fasciatureriprendono quelli dell’indice della raccolta di Nice-ta posto all’inizio del manoscritto. Questi nomi siriferiscono alla parte del corpo su cui vengono ap-plicati (ad esempio: rién, naso; geneiaév, mento), allaloro somiglianza con qualche oggetto o animale (adesempio roémbov, rombo; miétra, mitra; seiraé,corda; lagwoèv suèn w"toiv, lepre con orecchie; cel-wénh, testuggine), o alla loro funzione (palaistri-koèv a\goémenov, fasciatura da palestra per la mano)29.

In tutte le miniature le fasce sono di coloreazzurro (ora di tonalità più chiara, ora più scura) e,come dimostrano le fotografie all’infrarosso, sonostate dipinte sopra le figure finite, come se ilminiatore le avesse appoggiate sopra a dei mani-chini [figg. 27-29]. Le fasciature illustrate nonsempre sono verosimili: in alcuni casi, soprattuttonelle raffigurazioni di fasciature molto complesse,si ha l’impressione che le fasce si intreccino tra

loro in maniera irreale, o siano sospese anzichéstrettamente avvolte al corpo del malato.

Nel testo di Sorano si contano ventisette illu-strazioni di fasciature alla testa, ventuno illustra-zioni di fasciature al busto e al bacino, dodici illu-strazioni di fasciature a mani, gambe, piedi.Stranamente, non sono raffigurate fasciature sullebraccia, un tipo di fasciatura che a giudicare daitesti ippocratici doveva essere di frequente utiliz-zo: è probabile tuttavia che il miniatore abbia raf-figurato sulle gambe fasciature che potevano esse-re applicate anche alle braccia.

Le illustrazioni dei bendaggi per la testa sonoraffigurate su busti maschili o femminili racchiusida un clipeo, decorato con un motivo ad arcobale-no di rombi a mosaico (di colore cangiante dalrosso violaceo all’azzurro, con l’eccezione del f.232r [figg. 26-27], dove invece dell’azzurro è statoutilizzato il grigio), lo stesso che compare in tuttele cornici architettoniche delle illustrazioni deltesto di Apollonio. Le altre illustrazioni di fascia-ture sono prive di incorniciatura.

I personaggi con fasciature alla testa, vestiti conabiti colorati (rosso, verde, azzurro, arancione,marrone), sembrano riconducibili a poche tipolo-gie di ritratti: le donne hanno capelli ondulatisciolti sulle spalle (con l’unica eccezione di quellaritratta nel clipeo in alto del f. 229vb [tav. XLIII],raffigurata con capelli raccolti e orecchini conpendenti) e anche i ritratti maschili riproduconocon poche variazioni un numero limitato dimodelli (in particolare si noti la somiglianza tra icinque busti maschili ritratti sul verso e sul rectodel f. 230) [tav. XLIV-XLV]30. Le fasciature per il

busto e per il pube sono esemplificate attraversofigure intere, maschili e femminili (le figure maschi-li sono nude, le tre figure femminili hanno orecchi-ni e un lungo mantello rosso o azzurro); forse l’or-dine con cui sono elencati i primi bendaggi per ilbusto ha subito qualche modifica31. Le fasciatureper mani, gambe e piedi sono invece dipinte su sin-gole membra, le cui dimensioni si adattano allospazio disponibile nella colonna di scrittura.

È possibile che in origine i bendaggi per la testanon fossero raffigurati su ritratti incorniciati, masu semplici volti disegnati sullo sfondo neutrodella pergamena come le altre illustrazioni del-l’opera. La ricercatezza dei ritratti e la scelta diabbigliare le figure femminili che mostrano i ben-daggi per il seno e il pube con orecchini e mantel-li decorati (molto simili ai tendaggi che vediamonelle miniature del testo di Apollonio ai ff. 209r,210r, 223r) [tavv. XXX-XXXI, XXXVIII] dimo-strano la volontà di arricchire anche le sempliciillustrazioni del testo di Sorano con particolaripuramente decorativi32.

3. Descrizione delle illustrazioni del trattato Sullearticolazioni di Apollonio di Cizio.

La descrizione delle miniature segue l’ordinedei fogli. Accanto al numero del foglio sono ripor-tate la numerazione e la didascalia che accompa-gnano ogni miniatura del trattato e, tra parentesi,il passo del testo di Apollonio a cui la miniatura siriferisce; l’edizione utilizzata è quella curata daJutta Kollesch e Fridolf Kudlien, Apollonii Citien-sis in Hippocratis de Articulis commentarius, pub-blicata a Berlino nel 1965 (d’ora in avanti indicatacome: Kollesch-Kudlien). Per ogni miniatura èstata riportata la traduzione del brano del trattatoippocratico Sulla riduzione delle articolazioni cita-to da Apollonio (si è fatto principalmente riferi-mento a La chirurgia ippocratica, a cura di AmnerisRoselli): il confronto tra le immagini e i testi ippo-cratici infatti offre la misura della complessità delleazioni raffigurate nelle illustrazioni, della accura-tezza con cui queste ultime rispecchiano il testoippocratico e delle probabili perdite o corrutteleoccorse. Nelle descrizione sono riassunti anche icommenti di vario genere e i consigli cheApollonio affianca al testo ippocratico. I riferi-menti alle edizioni del testo ippocratico utilizzate ealtri riferimenti utili alla interpretazione delle illu-strazioni sono indicati in nota33.

Apollonio di Cizio, Periè a"rqrwn pragmateiéa,Libro I.

Il primo libro del testo di Apollonio è dedicatointeramente alla cura della lussazione dell’articola-zione della spalla. Dopo il proemio (indicatonell’indice in testa al manoscritto col numero 199)Apollonio riporta il primo metodo di cura menzio-nato nel testo ippocratico Sulla riduzione delle arti-colazioni, dedicato ai pazienti che soffrono spessodi lussazioni dell’articolazione della spalla: questipazienti possono curarsi da sé mettendo il pugnosotto l’ascella della spalla lussata, sollevando l’arti-colazione e portando il gomito del braccio malatoverso il busto. Apollonio non ritiene necessariofornire una raffigurazione di questo semplicemetodo di cura, spiegato solo a parole (Kollesch-Kudlien, 11,1-12,29).

f. 182r: 200. Riduzione della lussazione della spalla,effettuata per mezzo delle dita del medico e di unapressione sulla testa dell’omero (Kollesch-Kudien,12,30-14,11) [tav. IX].

La prima miniatura si riferisce al passo ippocrati-co in cui si descrive un metodo di cura simile a quel-lo esposto sopra, messo però in atto da un medico34.

Egli infatti, dopo aver inserito le dita sotto l’ascella nellaparte più interna dell’articolazione lussata, può tenerlacon forza lontano dal busto, appoggiando la sua testaall’acromio in modo da avere un punto di resistenza;mentre con le ginocchia appoggiate all’omero del pa-ziente vicino al gomito, può spingerlo in direzione con-traria verso le costole – è bene che colui che opera abbia

della Biblioteca Nazionale di Torino, i ritratti inseriti inclipei decorati nella Topografia cristiana, cod. Vat. gr. 699della BAV, o i ritratti di apostoli che mostrano fisionomiemolto simili a quelle dei personaggi di Sorano trasmessida un foglio ora disperso, pubblicato in L’Art Byzantin arteuropéen, pp. 317-318.

31 Secondo Ilberg, l’ordine delle prime fasciature peril busto nel testo trasmesso dal manoscritto laurenzianonon sarebbe corretto: nella sua edizione del testo lo stu-dioso suggerisce la giusta sequenza, anteponendo lefasciature a corda a quelle a geranide. Si veda: Sorani,Gynaeciorum, libri IV, pp. 164-165.

32 Si veda anche: Weitzmann, Ancient Book Illumin-ation, pp. 18-19; Bernabò, “I manoscritti medici”, p. 115.

33 Una descrizione sommaria di ogni scena di curadelle lussazioni illustrata nel manoscritto laurenziano sitrova nella introduzione della edizione del testo curata daSchöne: Apollonius, pp. XXX-XXXVII. Il testo contieneanche riproduzioni di tutte le miniature che corredano iltrattato di Apollonio nel codice laurenziano.

34 La chirurgia ippocratica, p. 10.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 61

mani forti – oppure il medico con le mani e con la testapuò fare gli stessi movimenti, mentre un altro spinge ilgomito verso il busto.

L’immagine mostra il medico vestito di rosso, inpiedi accanto al paziente nudo, con la fronte appog-giata alla sua spalla e una mano sotto la sua ascella.Un assistente nudo, inginocchiato vicino al medico,sembra impegnato a spingere il gomito del pazienteverso il busto. L’immagine sembra quindi tradurrefedelmente il passo ippocratico.

La miniatura è interessata da estese cadute dicolore che rendono i motivi decorativi della corni-ce architettonica e le figure quasi illeggibili.Iscrizione: s}, e\mbolhè w"mou h| diaè tw%n daktuélon tou%i\atrou% ginomeénh kaiè tou% a\kromiéou a\ntereiésiov.

f. 183v: 201. Riduzione della lussazione della spalla,effettuata per mezzo del pugno del medico(Kollesch-Kudien, 14,16-19) [tav. X, figg. 2-4].

Il secondo passo ippocratico preso in conside-razione da Apollonio suggerisce di ridurre la lussa-zione della spalla nel modo seguente35:

Si può ridurre l’articolazione della spalla anche portan-do l’avambraccio dietro, in direzione della spina dorsa-le, e poi, mentre con una mano si afferra il gomito e losi sposta verso l’alto, con l’altra si preme da dietro all’al-tezza della articolazione.

Apollonio, sempre citando Ippocrate, precisache i due metodi di cura illustrati non procedonosecondo natura, ma permettono alla testa del-l’omero di rientrare nella cavità articolare grazie almovimento rotatorio prodotto dalla manovra delmedico36. L’immagine mostra il medico vestito conuna sorta di toga rossa drappeggiata sulla spalla si-nistra, che lascia nuda la spalla destra: sembra in-tento a spingere il braccio slogato verso la schienadel paziente, premendo sull’articolazione. La posi-zione del paziente e l’abbigliamento del medicoricordano quelli della miniatura del f. 182r.

Estese cadute di colore interessano la cornicearchitettonica e le figure: in particolare, risultaassai difficile riconoscere nel dettaglio i gesti che ilmedico sta compiendo.Iscrizione: sa}, e\mbolhè w"mou h| diaè th%v pugmh%v tou%i\atrou% ginomeénh.

f. 184v: 202. Riduzione della lussazione della spalla,per mezzo del tallone del medico (Kollesch-Kudien,18,7- 20,6) [tav. XI].

Il terzo metodo per ridurre la lussazione della

spalla appare più complesso dei precedenti. Ilpasso ippocratico che lo descrive recita37:

Bisogna far sdraiare il paziente a terra in posizione supi-na; colui che opera la riduzione deve sedere a terra dallaparte della articolazione lussata: quindi, dopo aver presocon le mani il braccio lussato, lo estenda e, avendo inse-rito il calcagno nell’ascella, spinga in direzione contraria– inserisca il calcagno destro nell’ascella destra, il sinistronella sinistra. Bisogna inoltre inserire nella cavità del-l’ascella qualcosa di tondeggiante che vi si adatti. Assaiopportune sono le palle molto piccole e dure, per esem-pio quelle formate da molti pezzi di cuoio cuciti insieme(…). Qualcuno, stando seduto dall’altro lato del pazien-te a cui si fa l’estensione, deve tener ferma la spalla sanaper evitare che il corpo si sposti quando il braccio lussa-to viene esteso dall’altra parte. Poi, dopo che la palla èstata inserita nell’ascella, occorre una striscia di cuoiomorbida e sufficientemente larga; dopo averla fatta pas-sare intorno alla palla e averla fissata, qualcun altro neprenda le due estremità ed estenda in senso contrariosedendo a terra, al di sopra della testa del paziente, e pre-mendo col piede contro l’osso dell’acromio. La pallapenetri il più possibile all’interno (dell’ascella) e sia il piùpossibile vicina al busto e non sotto la testa dell’omero.

La miniatura raffigura il malato steso a terra,affiancato da una figura che spinge con il calcagnosinistro sotto l’ascella sinistra del paziente. Dietro almalato, un’altra figura tira le due cinghie a cui dov-rebbe essere legata la pallina collocata sotto l’ascel-la lussata, spingendo contemporaneamente con unpiede sulla spalla del paziente. Altri due assistentiinginocchiati sembrano trattenere il corpo delpaziente (afferrandogli i piedi e il braccio sano). Ilpaziente è svestito; due dei tre personaggi che met-tono in atto la cura sono vestiti con corte tuniche, ilterzo è nudo. L’immagine mostra con grande preci-sione la posizione dei vari operatori e i loro gesti,traducendo fedelmente il passo ippocratico.

La cornice architettonica è priva di tendaggi:probabilmente non c’era spazio sufficiente per raf-figurarli (i tendaggi sono assenti anche nelle minia-ture dei ff. 189r, 191v, 204v, 220v).

La miniatura è rovinata da molte cadute dicolore, che interessano sia la cornice architettoni-ca che le figure.Iscrizione: sb}, e\mbolhè w"mou h| diaè th%v pteérnhv.

35 Ibidem, p. 10.36 Dopo aver riportato e commentato brevemente il

metodo di cura, Apollonio fa una digressione sulle diverseinterpretazioni di questo passo ippocratico. Si veda: Roselli,Tra pratica medica e filologia ippocratica, pp. 227-229.

37 La chirurgia ippocratica, p. 11.

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f. 185v: 203. Riduzione della lussazione della spalla,con la spalla dell’assistente puntata sotto l’ascelladel paziente (Kollesch-Kudien, 20,9-22) [tav. XII,fig. 5].

Secondo il testo ippocratico riportato da Apol-lonio, un altro metodo di riduzione della lussazio-ne della spalla consiste nel far sollevare il malatoda una persona di corporatura grande38:

Dopo avergli afferrato il braccio, gli inserisca la puntadella spalla sotto l’ascella, poi si giri perché essa si intro-duca bene nella cavità in modo da sospendere il pazien-te alla spalla per l’ascella. Egli tenga questa spalla piùalta dell’altra e costringa il braccio del paziente che èsospeso a lui a stare il più possibile vicino al suo petto.In questa posizione scuota il paziente ogni volta che losolleva verso l’alto, in modo che tutto il corpo gli facciada contrappeso, in direzione contraria a quella del brac-cio da lui tenuto fermo. Se il paziente è troppo leggero,gli si sospenda dietro un ragazzo leggero.

Dopo il passo ippocratico, Apollonio ricordacome questo tipo di cura venisse regolarmente uti-lizzato nelle palestre.

La miniatura mostra il paziente issato sullaschiena dell’assistente, che lo trattiene afferrandoil braccio malato. Sulla destra, un altro personag-gio circonda con le braccia il corpo del paziente;ha una altezza decisamente inferiore a quella delprimo assistente e ha la barba (come il paziente),ma è probabile che in origine dovesse rappresen-tare il bambino menzionato dal testo ippocratico.I personaggi sono tutti svestiti.

Alcune cadute di colore interessano i tendaggie la decorazione della parte superiore della corni-ce architettonica. Le figure al contrario presentanouna coloritura densa e compatta. Iscrizione: sb}, e\mbolhè w"mou h| diaè th%v pteérnhv.

f. 186v: 204. Riduzione della lussazione della spallacon l’ausilio di un bastone a forma di pestello(Kollesch-Kudien, 22,5-20) [tav. XIII].

Apollonio, seguendo Ippocrate, precisa che imetodi precedentemente descritti sono molto uti-lizzati nelle palestre poiché non prevedono l’au-silio di strumenti o attrezzature, e che possonoessere usati in qualsiasi altro luogo. In seguito, ini-zia la descrizione dei metodi di cura della lussazio-ne della spalla effettuati con l’ausilio di strumentio oggetti che permettono di fare leva sull’osso lus-sato per riposizionarlo. La prima riduzione conl’uso di strumenti riportata da Apollonio, prevedel’uso di un bastone a forma di pestello39:

Il pestello deve essere avvolto con una fascia – cosìinfatti sarà meno soggetto a scivolare – e deve essereinserito con forza tra il busto e la testa dell’omero. Se ilpestello è corto, il paziente deve stare seduto, in modoche possa a fatica far passare il braccio sul pestello; mapiuttosto sia il pestello abbastanza lungo, in modo cheil paziente, stando in piedi, sia quasi sospeso ad esso.Quindi l’omero e l’avambraccio siano tesi lungo ilpestello e qualcuno spinga verso il basso l’altra parte delcorpo gettando le braccia intorno al collo del pazienteall’altezza della clavicola. Questo metodo di riduzione èabbastanza conforme a natura e può operare la riduzio-ne se è disposto bene.

Apollonio suggerisce di fissare con cura ilbastone al suolo e precisa che in questo modo sipuò far leva sulla articolazione con grande forza.

Anche questa miniatura segue con grande pre-cisione il testo ippocratico. L’immagine mostra ilmalato nudo, in piedi, con un lungo bastone posi-zionato sotto la sua ascella. Egli è affiancato da unafigura inginocchiata (vestita con una corta tunicaazzurra) che tira il braccio lussato verso il bassomentre un’altra figura nuda, circondando con lebraccia le spalle del paziente, preme con le duemani sulla articolazione.

Molte cadute di colore interessano le figure eparte della cornice architettonica. Iscrizione: sd}, e\mbolhè w"mou h| diaè tou% u|peroeidou%vxuélou.

f. 187v: 205. Riduzione della lussazione della spallacon l’ausilio di una scala a pioli (Kollesch-Kudien,22,21-26,2) [tav. XIV].

Anche questo metodo di cura prevede l’utilizzodi uno strumento, in questo caso una piccola scalaa pioli 40:

E anche con la scaletta a pioli si può operare la riduzio-ne: questo metodo è simile (al precedente) e anchemigliore perché con maggiore stabilità il corpo, quandoviene sospeso, può stare in equilibrio da una parte edell’altra. (Facendo la riduzione) sullo strumento aforma di pestello infatti, anche se la spalla vi viene fissa-ta, c’è pericolo che il corpo scivoli da una parte odall’altra. Anche al piolo, tuttavia, si deve legare qual-cosa, tondeggiante nella parte superiore, atto a inserirsinella cavità dell’ascella; esso sarà d’aiuto nel forzare latesta dell’omero a tornare nella sua sede naturale.

38 La chirurgia ippocratica, p. 12.39 Ibidem, p. 12.40 Ibidem, p. 13.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 63

La miniatura non è a piena pagina come le altreillustrazioni del testo di Apollonio, ma è precedu-ta da una colonna di testo lunga circa dodici righe,probabilmente a causa di un errato calcolo nelladistribuzione di testi e immagini occorso durantela copiatura del codice41. Da notare che anche inaltri due fogli (f. 197v e f. 222v) alcune righe ditesto sovrastano le miniature: in questi casi il copi-sta ha avuto però l’accortezza di ricopiare il testo apiena pagina, lasciando così più spazio all’illustra-zione. La riduzione dello spazio disponibile per laminiatura ha spinto il miniatore a raffigurare unacornice architettonica di circa un terzo più piccolarispetto alle altre, senza però ridurre le dimensionidelle figure sottostanti. Egli ha dovuto modificarela forma della cornice architettonica per far postoalla figura del paziente, disegnato con il corpo chepende dietro alla scala, con i piedi sostenuti da unassistente inginocchiato e il braccio tirato davantialla scala da un secondo assistente o dal medico(questi ultimi sono vestiti, mentre il paziente è nu-do). Sembra che l’oggetto tondeggiante su cui ap-poggiare l’ascella menzionato nel testo non siastato disegnato.

Anche questa miniatura presenta cadute dicolore che interessano sia la cornice architettonicache i personaggi. Iscrizione: se}, e\mbolhè w"mou h| diaè th%v kliémakov.

f. 189r: 206. Riduzione della lussazione della spallaper mezzo dell’a"mbh (Kollesch-Kudien, 26,4-28,18) [tav. XV].

Apollonio inizia qui ad illustrare i metodi dicura delle lussazione della testa dell’omero con-dotti con l’ausilio di un semplice strumento chia-mato a"mbh o a"mbwn 42, così descritto43:

Occorre un’assicella di legno larga di norma cinque oquattro dita, lunga due cubiti o anche meno. A unadelle estremità sia ricurva e qui sia anche molto strettae sottile. All’estremità della curvatura abbia un rostroun po’ sporgente rivolto non dalla parte del busto, maverso la testa dell’omero, in modo che, quando è dispo-sta lungo il busto ed inserita sotto la testa dell’omero, sipossa adattare all’ascella. All’estremità dello strumentosi applichi una fascia di lino o una benda morbida inmodo che sia più confortevole.

Secondo il testo ippocratico ripreso da Apol-lonio, il primo metodo di cura con l’ausiliodell’a"mbh si effettua così44:

Quindi, dopo aver introdotto la parte ricurva della tavo-letta sotto l’ascella, facendola entrare il più possibile fra

il busto e la testa dell’omero, e dopo aver teso tutto ilbraccio lungo lo strumento stesso, bisogna legarla all’al-tezza del braccio, dell’avambraccio e del polso, in modoche stia immobile più che si può. È della massimaimportanza che l’estremità dello strumento penetri il piùpossibile all’interno dell’ascella, oltrepassando la testadell’omero. Quindi bisogna fissare bene un travicellotrasversalmente tra due sostegni, e poi far passare al disopra del travicello il braccio legato allo strumento, inmodo che il braccio si trovi da una parte, il corpo dall’al-tra, ed il travicello passi sotto l’ascella. Quindi, facendoforza sul travicello, da una parte tirare (verso il basso) ilbraccio legato allo strumento, dall’altra il resto delcorpo. Il travicello deve essere legato ad un’altezza taleche il resto del corpo sia sospeso sulla punta dei piedi.

Le due colonne che reggono il travicello sonostate disegnate ex novo, il miniatore non ha utiliz-zato come sostegno le colonne della cornice archi-tettonica. Un assistente inginocchiato sorregge ipiedi del paziente appoggiandoli sul suo ginocchioalzato, mentre un secondo assistente sembra tirareil braccio malato del paziente (l’assicella legatasotto il braccio è appena visibile) verso il basso. Idue assistenti sono vestiti con corte tuniche.

La miniatura è rovinata da molte cadute di co-lore. La carta è attraversata per quasi tutta la suaaltezza da un taglio (ricucito), mentre una strisciadi pergamena più chiara è stata incollata sul mar-gine inferiore. Iscrizione: sv}, e\mbolhè w"mou h| diaè th%v a"mbhv.

f. 190r: 207. Riduzione della lussazione della spallacon l’ausilio di una sedia (Kollesch-Kudien, 28,20-30,23) [tav. XVIa-b, fig. 6].

Nel paragrafo a cui la miniatura fa riferimento,Apollonio riporta un passo del trattato ippocraticoin cui si sostiene la straordinaria efficacia dell’usodi diversi strumenti in grado di ridurre le lussazio-

41 Il copista ha dimenticato di lasciare il f. 188r adisposizione del miniatore, ricopiandovi il capitolo dedi-cato al prossimo metodo di cura della lussazione dellaspalla. L’errore sembra confermato dalla presenza, a pocadistanza dall’errore, di un foglio vuoto (f. 190v).

42 Apollonio, dopo aver riportato il passo ippocraticoche descrive la cura della lussazione della spalla conl’a"mbh, fa una digressione sull’origine e l’uso di questo ter-mine. Si veda su questo: Roselli, Tra pratica medica e filolo-gia ippocratica, pp. 227-231. Una raffigurazione dell’a"mbhsi trova al f. 565r del codice gr. 2248 della BibliothèqueNationale di Parigi; il disegno è pubblicato in Grmek,“Vestigia della chirurgia greca”, p. 53.

43 La chirurgia ippocratica, pp. 13-14.44 Ibidem, p. 14.

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ni (recenti o meno) facendo leva sull’osso da ripo-sizionare: egli dice che tralascerà le raffigurazionidi questi altri metodi, perché sono molto simili adaltre illustrazioni che si troveranno più avanti.Infine riporta il brano che descrive la riduzionedella lussazione della spalla effettuata con la spal-liera di una sedia tessalica45:

Ed è sufficiente anche far forza sul grande seggio tessali-co, se la lussazione è recente. Bisogna dunque che l’assi-cella sia disposta così come si è detto e il paziente stia se-duto di traverso sul seggio; quindi far passare al di sopradella spalliera il braccio legato allo strumento, e tirare dauna parte il corpo, dall’altra il braccio con lo strumento.

Il medico, vestito con una corta tunica e unmantello, è inginocchiato accanto alla sedia tessa-lica, raffigurato mentre tira il braccio lussato delpaziente dietro alla spalliera46. La gamba sinistradel paziente è stata coperta dal colore azzurrodell’abito del medico, forse per un ripensamentodel pittore. Secondo Weitzmann il modello di que-sta miniatura potrebbe risalire al periodo romano,o forse al I sec. a.C., dato che questo particolaretipo di sedia (con schienale concavo retto da sup-porti curvi) è raffigurato anche nelle pitture pom-peiane47. Il miniatore non ha raffigurato l’a"mbh,l’assicella che dovrebbe essere legata sotto il brac-cio lussato per spingere la testa dell’omero a rien-trare nella cavità articolare.

Ci sono poche cadute di colore, che interessa-no principalmente le colonne e le vesti del medico.Iscrizione: vz}, e\mbolhè w"mou h| diaè tou% diéfrou.

f. 191v: 208. Riduzione della lussazione della spallacon l’ausilio del battente di una porta (Kollesch-Kudien, 30,25-32,12) [tav. XVII, fig. 7].

L’ultimo metodo di riduzione della spalla ripro-posto da Apollonio prevede invece l’utilizzo diuna porta48: “Lo stesso risultato si ottiene anchefacendo forza su una porta a doppio battente. Sideve sempre far uso di quello che si trova a porta-ta di mano”.

L’immagine mostra una porta a due battentisemiaperta49. Il corpo nudo del paziente pendedietro ad un battente, mentre il medico (con barbae capelli grigi, vestito con una lunga tunica azzur-ra) afferra il braccio lussato passato al di sopra delbattente, tirandolo verso il basso. Il medico e ilpaziente hanno corpi molto allungati. In questaminiatura, come nella precedente, non è stata rap-presentata l’a"mbh.

La minitura è interessata da numerose e diffusecadute di colore.Iscrizione: sh}, e\mbolhè w"mou h| diaè th%v dikliédovquérav.

Apollonio di Cizio, Periè a"rqrwn pragmateiéa,Libro II.

Il secondo libro del commento di Apollonio èdedicato alla cura delle lussazioni della articolazio-ni del gomito, della mano, delle dita (questo capi-tolo non è illustrato), della mascella e delle verte-bre. Dopo il proemio (indicato nell’indice delmanoscritto con il numero 209), Apollonio inizia aparlare delle lussazioni del gomito. Ippocrate nonha chiaramente enumerato in quanti e quali modil’articolazione del gomito si lussa e si riduce: perquesto motivo Apollonio, prima di descrivere imetodi di cura, chiarisce che le lussazioni delgomito sono di due specie e possono essere ridot-te in quattro modi, e afferma che tralascerà l’illu-strazione dei metodi di cura più semplici(Kollesch-Kudien, 38,1-40,31).

f. 194v: 210. Riduzione della lussazione del gomito(Kollesch-Kudien, 40,31-42-19) [tav. XVIII, fig. 8].

Il primo tipo di lussazione del gomito si ha quan-do l’osso esce dalla sua sede verso l’esterno o versol’interno. Per riposizionarlo si deve produrre unatrazione della braccio, mantenendo la parte supe-riore del braccio e l’avambraccio ad angolo retto50:

45 La chirurgia ippocratica, p. 14. 46 Galeno, nel suo commento al trattato ippocratico

Sulla riduzione delle articolazioni (copiato anche nella rac-colta di Niceta del manoscritto laurenziano) parla breve-mente di questa particolare sedia: “Un tempo in Tessagliasi usava un sedile con lo schienale retto e perfettamenteverticale. Ed è su questo tipo di schienale che Ippocratesuggerisce di eseguire l’estensione, mediante trazioni con-trapposte”; Galeno, I quattro commentari, p. 28.

47 Weitzmann, Klassiche Erbe, p. 52, fig. 13 (=“Classical Heritage”, p. 140, fig. 116).

48 La chirurgia ippocratica, p. 14.49 Nel commento al trattato ippocratico Galeno non

parla di una porta a due battenti, ma di una porta bipartita:“Si trovano infatti porte di un certo tipo, in cui, a metà, èinterposta un’asse fissa orizzontale, simile alla sbarra tra-sversale tra due colonne, di cui ha detto prima. Di questeporte, l’una si apre nella parte inferiore, l’altra nella partesuperiore, e la porta si chiama bipartita, perché ne ha in sédue piccole”; Galeno, I quattro commentari, pp. 28-29.

50 La traduzione di questo passo ippocratico si basaanche su Hippocrates, a cura di Withington, 3, pp. 248-249.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 65

L’ascella deve essere sollevata con una benda e tirataverso l’alto. Sollevare un poco il gomito, e mettercisotto qualcosa: si deve appendere un peso alla articola-zione, oppure tirarla verso il basso con le mani. Quandol’estremità articolare dell’omero si sposta verso l’alto,bisogna comporre l’articolazione con le mani piatte,così come le lussazioni alle mani. Poi bisogna fasciare,tenere sollevato e lasciare riposare in questa posizione.

L’immagine mostra il malato in piedi, con unabenda assicurata al soffitto che passa sotto l’ascel-la del braccio malato, sollevandola. Un personag-gio vestito con tunica e mantello (forse un medico)afferra l’avambraccio del paziente, mentre un assi-stente inginocchiato preme con le due mani, dalbasso, sull’articolazione del gomito.

Alcune cadute di colore interessano i corpi delpaziente e dell’assistente. Iscrizione: si}, e\mbolhè a\gkw%nov.

f. 195v: 211. Altro metodo di riduzione della lussa-zione del gomito (Kollesch-Kudien, 42,21-44,6)[tav. XIX, figg. 9-11].

Il secondo tipo di lussazione del gomito si pro-duce quando l’osso esce dalla sua sede all’indietroo in avanti. Il passo ippocratico citato da Apol-lonio consiglia di riportare nella giusta posizionel’osso uscito all’indietro distendendo il braccio etirandolo verso il basso. Apollonio non ritiene ne-cessario illustrare questa semplice manovra; consi-dera utile invece mostrare il metodo per riposizio-nare l’osso del gomito quando esso si lussa in avan-ti51: “Per quelle che sono in avanti, il braccio nonsi può piegare. Bisogna mettere sul braccio qualco-sa che sia stato arrotolato strettamente (una ben-da), e, dopo aver fatto la trazione, piegare il brac-cio bruscamente su questo”.

La miniatura mostra il paziente in piedi con ilbraccio lussato allungato, il palmo della mano ap-poggiato sotto l’ascella del personaggio che operala riduzione; costui appoggia le sue mani sull’arti-colazione del gomito del paziente. Sono entrambinudi. Sembra che l’oggetto che dovrebbe essereposizionato sull’articolazione non sia stato raffi-gurato.

Si notano piccole cadute di colore nella cornicearchitettonica.Iscrizione: sia}, e|teéra e\mbolhè a\gkw%nov.

f. 196v: 212. Riduzione della lussazione della artico-lazione della mano, effettuata su di un tavolo con ilpalmo della mano del medico (Kollesch-Kudien,44,8-46,6) [tav. XX].

Apollonio descrive poi la lussazione della arti-colazione della mano, che può avvenire verso l’in-terno (è il caso più comune) o l’esterno, oppureverso un lato o l’altro. A volte si lussano insieme leterminazioni dell’ulna e del radio, a volte escefuori solo una delle due. In tutti questi casi, secon-do il testo ippocratico citato da Apollonio52:

Deve essere esercitata una forte trazione, che respingala parte che sporge e spinga l’altra parte nella direzioneopposta: ma le due azioni devono essere contempora-nee, verso il basso e di lato, spingendo con le mani ocon il tallone su di un tavolo.

Apollonio aggiunge che la lussazione completadella mano non potrà in nessun modo essere deltutto ridotta e resterà sicuramente scomposta, eprecisa che per riposizionare l’osso lussato versol’interno bisogna appoggiare la mano sul tavolocon il palmo verso l’alto e premere le parti di ossoche sporgono.

L’immagine mostra il paziente e il personaggioche effettua la riduzione (nudi entrambi) in piediai due lati di un tavolo: il medico preme con le duemani sovrapposte sul polso del paziente, cheappoggia la mano sul tavolo con il palmo rivoltoverso il basso anziché verso l’alto.

La miniatura presenta alcune cadute di colore(è quasi interamente perduto il colore verde deitendaggi) e una lacerazione (risarcita) in corri-spondenza della tenda sinistra. Iscrizione: sib}, e\mbolhè ceiroèv a"rqrou h| diaè tou%qeénarov tou% i\atrou% kaiè th%v trapeézhv ginomeénh.

f. 197r: 213. Riduzione della lussazione della artico-lazione della mano effettuata su di un tavolo con iltallone del medico (Kollesch-Kudien, 46, 7-8) [tav.XXI].

Tre righe di testo ricopiate sopra l’immagineintroducono questa illustrazione, che riprende ilmetodo di riduzione della lussazione dell’articola-zione della mano descritto precedentemente.Apollonio dice che quando la pressione del palmodella mano non è sufficiente a far cedere l’articola-zione, si opera con il tallone.

L’immagine mostra tre personaggi nudi: duepazienti appoggiano le mani su di un tavolo similea quello raffigurato nella miniatura precedente,mentre colui che esegue la riduzione della lussa-

51 Ibidem, 3, pp. 248-249.52 Ibidem, 3, pp. 250-251.

FRANCESCA MARCHETTI66

zione, in piedi sopra il tavolo, preme con i piedi suipolsi dei pazienti, appoggiando le due mani sulleloro teste. Iscrizione: sig}, e\mbolhè ceiroèv a"rqrou h| diaè th%vpteérnhv tou% i\atrou% kaiè th%v trapeézhv ginomeénh.

Seguono due brevi capitoli: il primo, non illu-strato, è dedicato alla riduzione delle lussazionidelle dita (Kollesch-Kudien, 46,11-24); il secondoè dedicato alla mascella (Kollesch-Kudien, 48,1-9)e precede la spiegazione del relativo metodo dicura, illustrato nella prossima miniatura. I duecapitoli sono indicati nell’elenco del contenuto delmanoscritto con i numeri 214 e 215.

f. 198v: 216. Riduzione della lussazione della mas-cella (Kollesch-Kudien, 48,9-50,11) [tav. XXIIa-b,fig. 12].

Apollonio riporta la descrizione della cura perla lussazione della mascella. Si tratta di un tipo dilussazione molto raro, che si produce quando siapre troppo la bocca e la mandibola si sposta daun lato. Può essere ridotta nel modo seguente53:

Qualcuno tenga ferma la testa del paziente, mentreun’altra persona afferri con le dita la mandibola pressoil mento, sia dall’esterno che dall’interno, mentre ilpaziente tiene la bocca aperta quanto può, e per primacosa bisogna spostare con la mano la mandibola lussatain questa o in quella direzione e bisogna comandare alpaziente di rilassare la mandibola, di riportarla in sedeinsieme al medico, e di obbedire quanto più possibile achi pratica la manovra. Quindi all’improvviso fare unamanovra di spostamento laterale, avendo in mente treposizioni. Poiché la deviazione deve essere ridotta allasua naturale direzione, la mandibola deve essere spintaindietro, e, dopo, il paziente, ubbidiente, deve chiude-re le mascelle e aprire la bocca pochissimo. Questodunque è il modo della riduzione; essa non avrà succes-so con altre manovre. Il miglior modo di trattare è cheil paziente stia supino, e sotto il capo abbia un cuscinodi cuoio, ben riempito, in modo che ceda il meno pos-sibile. Un assistente tenga fermo il capo del paziente. Sesono dislocate ambedue le mandibole, il paziente puòchiudere la bocca di meno, perché allora il mento è pro-iettato in avanti. In questi casi la riduzione deve esserefatta con la massima celerità; il metodo lo abbiamoesposto sopra.

L’immagine mostra il paziente non sdraiato,bensì seduto su di uno sgabello decorato con unlacunare romboidale, affiancato da un assistenteche gli tiene ferma la testa e dal medico che premecon le dita all’interno della sua bocca. Tutti i per-sonaggi sono nudi.

La miniatura presenta poche cadute di colore,perlopiù nella cornice architettonica. Iscrizione: siv}, e\mbolhè gnaéqousi.

A questo punto si trova un capitolo non illu-strato, mutilo all’inizio, che Apollonio dedica allelussazioni delle vertebre (Kollesch-Kudien, p.50,14-25). Il capitolo è segnato nell’indice del con-tenuto del manoscritto con il numero 217.

f. 200r: 218. Riduzione della lussazione delle verte-bre, effettuata per mezzo di una scala con il pazien-te legato a testa in giù (Kollesch-Kudien, 50,25-54,10) [tav. XXIII, fig. 13].

Apollonio riporta il primo metodo ippocraticoper ridurre la lussazione delle vertebre. La riduzio-ne avverrà per mezzo di uno scuotimento (succus-sione) in grado di riportare le vertebre nella posi-zione naturale, da effettuarsi legando il paziente aduna scala. Nei casi in cui la gibbosità prodottadalle vertebre fuoriuscite dalla loro sede si trovinella parte bassa della schiena, il paziente dovràessere legato alla scala con la testa verso il basso.Ecco come si deve procedere54:

Bisogna coprire la scala con cuscini messi per traverso,di cuoio o di lana, ben legati, che ricoprano sia nel sensodella lunghezza che ai due lati uno spazio un po’ mag-giore di quello che occupa il corpo del paziente. Poibisogna stendere il paziente supino sulla scala, quindiall’altezza delle caviglie, usando una corda solida mamorbida, legare i piedi alla scala in modo che non sianodivaricati; legare anche al di sotto e al di sopra di ogniginocchio; legare all’altezza delle anche, all’inguine e alpetto avvolgere con bende piuttosto allentate in modoche non impediscano la succussione; tendere le braccialungo il busto e legarle al corpo stesso, non alla scala.Dopo aver disposto tutto in questo modo, sospendere lascala o ad un’alta torre o al frontone di una casa. Il luogosu cui si fa la succussione sia ben saldo e quelli che reg-gono la scala ben addestrati, in modo da lasciarla anda-re uniformemente, bene, verticalmente e all’improvviso,in modo che la scala non tocchi terra da una parte sola,né essi rischino di cadere. Nel caso in cui si lasci cadere(la scala) da una torre o da un tronco infisso la suolo efornito di puleggia, si potrebbe disporre l’apparatoanche meglio, in modo che le corde siano allentate e la-sciate cadere con una carrucola o con un verricello.

53 Ibidem, p. 253. Vedi anche Galeno, I quattro com-mentari, pp. 72-73. Ippocrate riteneva che la mandibolafosse formata da due ossa unite da una sinfisi.

54 La chirurgia ippocratica, p. 29.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 67

L’immagine mostra due assistenti nudi che tira-no energicamente le corde che trattengono il corpodel paziente (non la scala), legato sulla scala a testain giù, con corde alle caviglie, sopra e sotto leginocchia, ai fianchi e al busto, secondo le indica-zioni del testo ippocratico (non sono però rappre-sentati i cuscini che dovrebbero rendere più con-fortevole la posizione del paziente). Il miniatorenon ha riprodotto il tronco o l’edificio a cui la scaladovrebbe essere sospesa, e ha raffigurato pocochiaramente il sistema di corde e carrucole chedovrebbe servire e produrre lo scuotimento: non èpossibile identificare l’oggetto rettangolare checompare sopra la scala (forse un verricello) e nep-pure la disposizione delle corde aiuta l’osservatorea comprendere il funzionamento dell’apparato55.

Si notano alcune cadute di colore, soprattuttonella cornice architettonica.Iscrizione:sih}, e\mbolhè sponduélwn h| diaè th%v klié-makov e\piè kefalh%v ginomeénh.

f. 201r: 219. Un’altra riduzione della lussazionedelle vertebre effettuata per mezzo di una scala, conpaziente legato con i piedi verso il basso (Kollesch-Kudien, 54,12-26, tav. XVI) [tav. XXIV, fig. 14].

Apollonio, seguendo il testo ippocratico, diceche se la gibbosità prodotta dalle vertebre fuorius-cite dalla loro sede si trova in alto, vicino al collo,è più utile che il paziente sia scosso con i piedirivolti verso il basso56:

Bisogna fissare (il paziente) alla scala legandolo salda-mente all’altezza del torace: all’altezza del collo invecelegare con una benda molto allentata, che serva solo pertenerlo diritto: legare alla scala anche la testa, all’altezzadella fronte; tendere e legare le braccia al corpo, ma nonalla scala. Il resto del corpo non deve essere legato, solodeve essere avvolto qua e là con una benda allentata cheserva solamente per tenerlo diritto: fare però attenzioneche questi avvolgimenti non impediscano la succussio-ne. Le gambe non siano legate alla scala ma tra di loro inmodo che siano in linea con la colonna vertebrale.

Anche in questo caso il miniatore non ha raffi-gurato correttamente l’apparecchiatura descrittada Apollonio: sembra infatti che il paziente sialegato e tirato per la testa. Nonostante l’immagineraffiguri una scena molto simile a quella del f.200r, le due miniature si differenziano per diversiaspetti: la posizione degli assistenti, la posizionedel paziente (qui prono anziché supino), le dimen-sioni dei corpi in rapporto a quelle della scala (chesembra in questa miniatura decisamente più picco-la), le fisionomie dei personaggi.

La miniatura presenta alcune cadute di colore.Un pezzetto di pergamena è stato incollato in corri-spondenza dell’angolo inferiore esterno del foglio.Iscrizione: siq}, e\mbolhè e|teéra sponduélwn h| diaè th%vkliémakov e\piè poédav ginomeénh.

Il f. 201 era seguito da una carta andata perdu-ta. Nel testo che precede la lacuna, nel f. 201v(Kollesch-Kudien, 56,1-58,5), Apollonio riportaun passo ippocratico che descrive il modo di ripo-sizionare le vertebre provocando la trazione dellacolonna vertebrale ed esercitando con le mani unapressione sulle vertebre spostate57:

Si pianti al suolo un pezzo di legno solido e largo, conun intaglio in senso trasversale; ma si può anche, invecedi usare questo pezzo di legno, fare un intaglio trasver-sale in una parete, ad un cubito dal suolo o all’altezzaopportuna; poi accostare a fianco (della parete) unatavola di quercia, quadrangolare, tenendola comunquedistante dal muro quanto basta perché vi possa passareuna persona in caso di bisogno. Poi sopra la tavola sten-dere dei mantelli o qualcos’altro, che pur essendo mor-bido non sia troppo cedevole. Se è possibile, fare alpaziente un bagno di vapore, oppure lavarlo con moltaacqua calda e poi farlo sdraiare disteso in posizioneprona e, dopo avergli disteso le braccia in posizionenaturale, legarle al corpo. Si deve avvolgere la partecentrale di una benda morbida, sufficientemente larga elunga, formata da due strati, intorno alla parte medianadel torace, per due volte, il più vicino possibile alleascelle. La parte delle bende che resta presso ciascunaascella, sia avvolta intorno alle spalle; quindi le loroestremità siano legate attorno a un pezzo di legno aforma di pestello; si deve adattare la lunghezza (delle

55 MacKinney, Medical Illustrations, p. 91, fig. 91A;Stückelberger, Bild und Wort, fig. 41, tavv. 30-31.

56 La chirurgia ippocratica, p. 30.57 Ibidem, p. 31; la spiegazione di questo metodo di

cura nel trattato ippocratico continua così: “Con un’altrabenda di larghezza e lunghezza sufficiente bisogna legareil paziente saldamente intorno ai fianchi, il più possibilevicino alle anche, quindi si deve attaccare la parte cheresta di questa fascia insieme alle due estremità dellabenda al pestello disposto dalla parte dei piedi; quindiestendere così da una parte e dall’altra, con uguale forza ein linea retta. Il medico o un assistente, che sia forte e noninesperto, deve appoggiare il palmo della mano sulla gib-bosità, mettere l’altra mano su di essa e fare forza conside-rando se si deve spingere verticalmente verso il bassooppure verso la testa o verso i fianchi”. Si veda anche:Apollonius, a cura di Schöne, p. XX, nota 28. Schöne fanotare che nei margini inferiore e superiore del f. 202,tracciate da una mano più recente e con un inchiostro piùpallido, si trovano due scritte: sk} (220, il numero dellaillustrazione mancante) e a\pesti e\n fuéllon (manca unfoglio).

FRANCESCA MARCHETTI68

bende) alla tavola stesa sotto il paziente (in modo che)dopo aver appoggiato ad essa il pestello facendo forzasi possa fare l’estensione. Con un’altra benda di questotipo si deve legare (il paziente) al di sopra delle ginoc-chia e dei talloni, le estremità della benda devono esse-re legate ad un altro legno di questo tipo.

La carta perduta riportava probabilmente lafine della descrizione di questo metodo di cura e larelativa illustrazione, che doveva essere numeratacon il numero 220.

f. 202v: 221. Riduzione della lussazione delle verte-bre effettuata con il medico seduto sul paziente e coni verricelli (Kollesch-Kudien, 58,5-13) [tav. XXV].

Nel f. 202r Apollonio riporta il passo ippocra-tico che descrive una variante del metodo espostoprecedentemente, illustrata dalla miniatura del f.202v58:

Questo tipo di riduzione forzata è quello che fa menomale; e non è dannoso neanche che uno si sieda sullagibbosità, mentre il paziente è tenuto in estensione, efaccia la succussione sollevandosi.

La miniatura mostra il paziente sdraiato su diun semplice lettuccio (costituito da una tavolaforse dotata di piedi), prono, con bende avvolteattorno alle gambe e al torace. Alle due estremitàdel lettuccio sono inginocchiati due assistenti,intenti a tirare le bende, assicurate ad un bastoneo ad un verricello (la figura non lascia chiaramen-te intendere che cosa stiano maneggiando gli assi-stenti). Un terzo assistente (o un medico) è sedutosulla schiena del paziente. L’azione sembra svol-gersi a mezz’aria, e i corpi degli assistenti si sovrap-pongono alle due colonne della cornice architetto-nica. Tutti i personaggi sono nudi.

Si notano piccole cadute di colore nella cornicearchitettonica.Iscrizione: ska}, e\mbolhè sponduélwn h| diaè th%vkaqeédrav tou% i\atrou% kaiè tw%n o\niéskwn ginomeénh.

f. 203v: 222. Riduzione della lussazione delle verte-bre effettuata con il calcagno del medico e con i ver-ricelli (Kollesch-Kudien, 58,15-21) [tav. XXVI].

La miniatura si riferisce ad un breve capitoloche Apollonio dedica ad un’altra variante delmetodo descritto nel f. 201v: il passo ippocraticoche la illustra recita59:

E nulla impedisce di premere sulla gibbosità col pro-prio peso appoggiandovi sopra il piede, e di fare così lasuccussione moderatamente. A operare in questo

modo, nella misura esatta, sarebbe adatto uno di quelliche sono abituati nelle palestre.

Dopo aver riportato questo passo ippocratico,Apollonio dice che anche questo metodo può esse-re usato contemporaneamente alla trazione pro-dotta con i bastoni a forma di pestello o con i ver-ricelli (che devono essere o piantati accanto allatavola o legati strettamente ad essa). L’illustrazionemostra il paziente sdraiato sulla tavola, affiancatodai due assistenti che operano la trazione, comenella illustrazione precedente. Un terzo assistente,nudo come tutti i personaggi di questa scena, è inpiedi sulla schiena del paziente. A differenza dellaminiatura del f. 202v, qui il lettuccio è stato raffigu-rato più in basso, per lasciare spazio sufficiente perdipingere il personaggio che opera la riduzione60.

Alcune cadute di colore interessano la cornicearchitettonica. Un pezzetto di pergamena è statoincollato in corrispondenza dell’angolo inferioreesterno del foglio. Iscrizione: skb}, e\mbolhè sponduélwn h| diaè th%vpteérhv tou% i\atrou% kaiè tw%n o\niéskwn ginomeénh.

f. 204v: 223. Riduzione della lussazione delle verte-bre effettuata per mezzo di un’asse e dei verricelli(Kollesch-Kudien, 58,23-60,24) [tav. XXVII].

Apollonio riporta l’ultimo e più efficace meto-do per ridurre la lussazione delle vertebre illustra-to nel trattato ippocratico61:

Ma lo strumento che sviluppa più forza si ottiene se l’in-taglio nella parete, o nel pezzo di legno piantato alsuolo, si trova più in basso della colonna vertebrale delpaziente, all’altezza che sembri essere più opportuna,ed in esso si inserisce una tavoletta non sottile di tiglioo di qualche altro legno. Si appoggi poi sopra la gibbo-sità uno straccio ripiegato o un piccolo cuscino dicuoio; conviene però che esso ricopra solo una piccolaparte curando solo che la tavoletta per la sua durezzanon aggiunga dolore inopportuno. La gibbosità sia ilpiù possibile in direzione dell’intaglio nella parete inmodo che la tavoletta sia appoggiata e faccia maggioreforza proprio nel punto in cui la gibbosità è più spor-gente. Dopo che si è disposta la tavoletta occorre cheuna o due persone, secondo la necessità, facciano forzaverso il basso all’estremità di essa, e che altri tengano in

58 La chirurgia ippocratica, p. 32.59 Ibidem.60 Si veda anche la descrizione della copia di questa sce-

na nel cod. 3632 della Biblioteca Universitaria di Bolognain MacKinney, Medical Illustrations, p. 92, fig. 91A.

61 La chirurgia ippocratica, p. 32.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 69

estensione il corpo nel senso della lunghezza, come si èdetto, alcuni da una parte, altri dall’altra. Si può farel’estensione anche coi verricelli, o piantando i loro sup-porti al suolo ai lati della tavola o fissandoli alla tavolastessa.

Come nelle due miniature precedenti, il pazien-te è sdraiato e messo in trazione dai due assistentiinginocchiati ai due capi della tavola, dipinto inalto, sotto l’architrave della cornice architettonica.Dietro al lettuccio, il miniatore ha raffigurato unafila di mattoni (la parete) in cui è incastrata l’assedi legno che altri due assistenti, raffigurati più inbasso, premono sulla schiena del paziente. Tutti ipersonaggi sono nudi62.

La miniatura presenta piccole cadute di colore. Iscrizione: skg}, e\mbolhè sponduélwn h| diaè th%v sanié-dov kaiè tw%n o\niéskwn ginomeénh.

Apollonio di Cizio, Periè a"rqrwn pragmateiéa,Libro III.

Nel proemio del suo terzo libro (indicato nell’in-dice con il numero 224), Apollonio afferma che ilterzo libro è dedicato alle lussazioni dell’anca, delginocchio, della caviglia (le illustrazioni che egli pre-senta al lettore sono però tutte dedicate alla lussa-zione dell’anca) e descrive i sintomi dei diversi tipidi lussazione a cui è soggetta la testa del femore(Kollesch-Kudien, 64,1-68,10).

f. 207r: 225. Riduzione della lussazione dell’anca,effettuata con il paziente a testa in giù per mezzodell’avambraccio del medico posto lungo il perineodel paziente, quando il femore è lussato verso l’in-terno (Kollesch-Kudien, 68,10-70,12) [tav.XXVIII, fig. 15].

Apollonio riporta la descrizione del primometodo di cura per la lussazione dell’anca, daapplicare quando la testa del femore fuoriescedalla sua sede verso l’interno63:

Si deve appendere il paziente per il piedi alla trave prin-cipale (della casa) con una corda forte ma morbida elarga. I piedi devono essere distanti l’uno dall’altro dicirca quattro dita o anche meno. Bisogna inoltre avvol-gere (il paziente) tutto intorno, al di sopra delle ginoc-chia, con una benda larga e morbida che poi viene fis-sata in alto alla trave. La gamba lussata deve essere tesapiù dell’altra di circa due dita. La testa (del paziente)disti da terra due cubiti, poco più o poco meno. Con lebraccia tese lungo i fianchi sia legato con qualcosa dimorbido. Tutti questi preparativi si facciano tenendo il

paziente sdraiato in posizione supina, in modo che stiaappeso il minor tempo possibile. Quando poi il pazien-te è stato appeso, bisogna che un uomo esperto e nondebole gli inserisca l’avambraccio tra le gambe e loponga tra il perineo e la testa del femore lussato, poi,prendendo con l’altra mano quella così inserita, standoin piedi a lato del paziente appeso, con un movimentorapido si lasci sospendere (a lui) e stia sollevato da terranella maniera più bilanciata possibile. Questo metododi riduzione offre tutto ciò che è necessario, secondonatura: infatti il corpo stesso del paziente, stando sospe-so, con il suo peso realizza l’estensione; mentre il corpoche è sospeso (al paziente) nel momento dell’estensionecostringe la testa del femore a sollevarsi sopra la cavitàarticolare. E contemporaneamente con il cubito, agisceda leva e costringe il femore a scivolare nella sua sedenaturale originaria.

L’immagine riproduce piuttosto fedelmentequanto descritto nel passo ippocratico. Il medico oassistente che si sospende al malato sembra ingi-nocchiato a mezz’aria, raffigurato in una posamolto rigida che riprende quella degli assistentidipinti in altre scene. Il paziente è legato con unaampia benda, con le braccia aderenti al busto. Lagamba lussata (la sinistra) appare un po’ più solle-vata dell’altra. Le caviglie sono assicurate con unabenda ad un architrave sorretto da due montantiverticali, dipinto in parte sopra i tendaggi (il rosadel tendaggio affiora sotto il colore bruno delletravi). Il miniatore, come già nell’immagine del f.189r, ha preferito disegnare la struttura che sorreg-ge il malato piuttosto che utilizzare la cornicearchitettonica stessa come sostegno (come inveceaccade nelle miniature dei ff. 210r e 223r).

Si notano piccole cadute di colore nella cornicearchitettonica.Iscrizione: ske}, e\mbolhè mhrou% h| e\piè kefalhèn diaètou% phéceov tou% i\atrou% paraè toèn periénaion gino-meénh, h!n ei\v toè e"sw mhérov o\liésq+.

f. 208r: 226. Riduzione della lussazione dell’ancaeffettuata per mezzo di un otre, quando il femore èlussato verso l’interno (Kollesch-Kudien, 70,14-72,10) [tav. XXIX].

Apollonio riporta un altro metodo per la ridu-zione della lussazione dell’anca con femore sposta-to verso l’interno, da effettuarsi con l’ausilio di un

62 Si veda anche la descrizione della copia di questascena nel cod. 3632 della Biblioteca Universitaria diBologna in Murdoch, Album of Science, p. 184, fig. 168b.

63 La chirurgia ippocratica, pp. 20-21.

FRANCESCA MARCHETTI70

otre. Questo tipo di cura deve essere applicatosolamente quando la testa del femore si spostaverso l’interno, altrimenti rischia di lussare ancoradi più l’articolazione64:

Bisogna applicare l’otre sgonfio tra le cosce in modoche sia possibile spingerlo più in alto possibile verso ilperineo, poi, cominciando dalle ginocchia, con unalarga benda si devono legare insieme le cosce fino ametà. Poi in una delle bocche dell’otre, quella che èaperta, introdurre una cannuccia di bronzo e spingere aforza l’aria nell’otre. Il paziente stia sdraiato su di unfianco con la gamba lussata in alto. Questo dunque èl’apparato; ma i più dispongono le cose peggio di comeio ho detto. Infatti invece di avvolgere le cosce per unlungo tratto si limitano a legare le ginocchia e non fannol’estensione – infatti è necessario aggiungere anchel’estensione – e tuttavia alcuni sono riusciti ad operarela riduzione, essendosi imbattuti in casi facili.

L’immagine mostra il paziente sdraiato (prono enon su di un fianco, probabilmente perché il minia-tore non è stato in grado di raffigurarlo nella corret-ta posizione), legato con bende tirate dai due assi-stenti inginocchiati intenti a produrre l’estensione.Un altro personaggio regge l’otre (o forse un man-tice) infilato tra le cosce del paziente, che non sonoperò fasciate come indica il testo ippocratico. Tuttii personaggi sono svestiti; il personaggio che reggel’otre e l’assistente inginocchiato che gli sta accantosono stati dipinti sopra la colonna destra, e in diver-si punti il colore della struttura architettonica affio-ra in trasparenza attraverso i loro corpi.

La miniatura è interessata da varie cadute dicolore.Iscrizione: skv}, e\mbolhè mhrou% h| diaè tou% a\skou%ginomeénh, h!n ei\v toè e"sw meérov o\liésq+.

f. 209r: 227. Riduzione della lussazione dell’anca,effettuata per mezzo di una scala e di un vaso, quan-do il femore è lussato verso l’interno (Kollesch-Kudien, 72,11-19) [tav. XXX, figg. 16-20].

In questo capitolo, Apollonio riporta breve-mente un altro metodo per riposizionare la testadel femore fuoriuscita dalla sua sede verso l’inter-no (che può essere applicato anche nel caso in cuila testa del femore sia lussata in avanti)65:

Si deve piantare al suolo una scala e farvi sedere soprail paziente, poi legare la gamba sana, estendendolamoderatamente, nel punto in cui è più conveniente; allagamba lussata invece si deve sospendere un vaso in cuisi è versata acqua, oppure un cesto in cui si sono messedelle pietre.

La miniatura manca di alcuni dettagli indispen-sabili per comprendere questo metodo di cura.L’illustrazione mostra il paziente a cavalcioni diuna piccola scala e il medico o assistente inginoc-chiato accanto a lui nell’atto di sorreggere la scalastessa (sono entrambi nudi); un vaso allungatopieno d’acqua (il miniatore ha reso la sua traspa-renza con delle leggere pennellate di azzurro) èsospeso sotto il paziente. Non sono state disegna-te le bende che dovrebbero trattenere la gambasana del malato e anche il vaso è sostenuto sola-mente da una corda sottile che non sembra chiara-mente assicurata alla gamba lussata. Iscrizione: skz}, e\mbolhè mhrou% h| diaè th%v kliémakovkaiè tou% keramiéou ginomeénh, h!n ei\v toè e"sw meérovo\liésq+.

f. 210r: 228. Riduzione della lussazione dell’anca,effettuata per mezzo di una trave e della sospensio-ne di un peso alla gamba, quando il femore è lussa-to verso l’interno (Kollesch-Kudien, 72,21- 74,2[tav. XXXI].

La miniatura si riferisce ad un altro metodoippocratico citato da Apollonio per riposizionarela testa del femore fuoriuscita dalla sua sede versol’interno66:

Fissare una trave tra due pilastri ad un’altezza conve-niente: da una parte la trave sporga per lo spazio neces-sario a sedervisi. Avvolgere un mantello intorno al bustodel paziente e farlo sedere sulla parte sporgente dellatrave, quindi fissargli il torace al pilastro con una largabenda. Poi un assistente tenga ferma la gamba sana per-ché non scivoli; alla gamba lussata invece si sospendaun peso conveniente, come si è già detto anche prima.

Nella scena raffigurata vediamo una trave sotti-le legata con delle corde alle due colonne della cor-nice architettonica. Il paziente è seduto a cavalcio-ni sull’estremità della trave che sporge oltre lacolonna di destra, rivolto verso la colonna stessa,che avvolge con le braccia (attorno al suo corponon si vedono né il mantello né la benda menzio-nati nel testo ippocratico). Sulla sinistra, un perso-naggio vestito con una lunga tunica e un ampiomantello (forse il medico), tende le braccia verso ilpaziente, mentre sull’altro lato un assistente ingi-nocchiato, vestito con una tunica corta, trattiene ilmalato. Un vaso pieno d’acqua è dipinto sotto il

64 Ibidem, pp. 26-27.65 Ibidem, p. 28.66 Ibidem.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 71

paziente, ma non sono visibili le corde che dovreb-bero legarlo alla gamba lussata.

La scena è rovinata da cadute di colore che in-teressano soprattutto i tre personaggi e rendonodifficile comprendere nel dettaglio le azioni raffi-gurate.Iscrizione: skh}, e\mbolhè mhrou% h| diaè tou%strwth%rov kaiè tou% baérouv tou% skeélouv ginomeénhh!n ei\v toè e"sw meérov o\liésq+.

f. 211v: 229. La struttura dell’Apparecchio o Bancodi Ippocrate (Kollesch-Kudien, 74,4-76,18) [tav.XXXII].

Apollonio si accinge ad illustrare alcuni dei piùefficaci metodi per la riduzione della lussazionedell’anca, che dovranno essere condotti con l’au-silio di uno strumento, il cosiddetto Banco di Ip-pocrate. Nella introduzione del terzo libro,Apollonio aveva annunciato la sua intenzione divoler riprodurre con un disegno la struttura diquesto strumento. Ecco come il testo ippocraticocitato da Apollonio descrive questo apparecchio67:

Si è già detto anche prima che è bene per chi esercita inuna città con molti abitanti, possedere una tavola dilegno, quadrangolare, di circa sei cubiti o di poco piùgrande, larga circa due cubiti, è sufficiente lo spessoredi una spanna. Essa deve avere un intaglio da una partee dall’altra nel senso della lunghezza, in modo che que-sto meccanismo non sia più in alto del dovuto, poi deveavere dei supporti corti, solidi e infissi con forza, con unverricello da una parte e dall’altra. È sufficiente che inmetà della tavola – ma nulla impedisce che la percorra-no integralmente nel senso della lunghezza – sianointagliate cinque o sei lunghe scanalature, distanti l’unadall’altra quattro dita circa, è sufficiente che siano lar-ghe tre dita, questa misura va bene anche per la profon-dità. Lo strumento deve poi avere al centro un’incisio-ne più profonda quadrangolare, di circa tre dita di lato:in questa cavità, quando sembri necessario, inserire adincastro un pezzo di legno tondeggiante nella parte su-periore. Inserirlo, quando se ne vede la necessità, tra ilperineo e la testa del femore. Questo pezzo di legno,stando fermo e diritto, impedisce che il corpo vengatrascinato da quelli che fanno l’estensione dalla partedei piedi. A volte questo pezzo di legno è sufficiente adevitare di fare la controestensione dalla parte della testae talora, se la gamba viene estesa nelle due direzioni,questo pezzo di legno, inserito in modo da poter pre-mere da una parte o dall’altra, può anche sollevare latesta del femore verso l’esterno. Per questo motivoinfatti sono intagliate le scanalature in modo che unaleva di legno possa essere inserita in quella che si trovanella posizione più adatta e operi il sollevamento ap-poggiandosi completamente o a lato della testa dell’ar-

to o sulla testa stessa nel momento dell’estensione, siache si debba sollevare verso l’esterno che verso l’inter-no, sia che la leva debba essere tondeggiante sia chedebba essere piatta; diversi tipi di leve si adattano aidiversi tipi di articolazioni. Questo sollevamento com-binato con l’estensione è utile per la riduzione di tuttele articolazioni della gamba. In questo caso è adatta unaleva tondeggiante, per la riduzione verso l’esterno inve-ce una leva piatta. Con questi strumenti che sviluppanoforza mi pare che non vi sia articolazione che non possaessere ridotta.

La raffigurazione del Banco di Ippocrate è l’uni-ca tra le immagini del testo di Apollonio ad esserepriva di cornice architettonica. Il disegno, a tuttapagina, è realizzato con un tratto marrone, al cen-tro della carta. Lo strumento non è raffigurato congrande accuratezza, come se il miniatore non fossestato in grado di comprenderne forma e funzione.Si intuisce la presenza delle scanalature (evidenzia-te da una leggera coloritura azzurra e marrone),che percorrono l’apparecchio nella sua lunghezza.Molto meno chiara è la natura degli elementi chesporgono in verticale: forse uno di essi doveva rap-presentare il legno da incastrare all’altezza dell’in-guine del paziente, mentre gli altri potrebbero esse-re raffigurazioni delle leve.

La miniatura, caratterizzata dall’uso di coloriparticolarmente leggeri, quasi acquerellati, presen-ta piccolissime cadute di colore. Iscrizione: skq}, h| tou% o\rgaénou kataskeuhè h"toibaéqron tou% }Ippokraétouv.

f. 217r: 230. Riduzione della lussazione dell’anca,condotta per mezzo del Banco di Ippocrate, dei ver-ricelli, e di un legno fissato al Banco posto in mezzoal perineo, quando il femore è lussato verso l’inter-no (Kollesch-Kudien, 76,20-78,23) [tav. XXXIII].

L’illustrazione si riferisce al brano ippocraticoche descrive il primo metodo di cura effettuatocon l’ausilio del Banco di Ippocrate68:

Questo grande strumento infatti può avere lateralmen-te, a metà dei lati lunghi, due supporti larghi un piedecirca – all’altezza che sembri più utile – uno da unaparte e l’altro dall’altra; trasversalmente in questi sup-porti si può inserire un pezzo di legno simile al piolo diuna scala. Si inserisca quindi la gamba sana tra i duesupporti, e si faccia passare quella lussata sopra il piolotrasversale, adattandola precisamente all’altezza (del

67 Ibidem, pp. 22-23.68 Ibidem, p. 24.

FRANCESCA MARCHETTI72

piolo) e al punto della lussazione. È facile adattarla. Ilpiolo deve essere un po’ più alto del giusto, e sotto ilcorpo del paziente si deve stendere un mantello ripiega-to in modo che si appoggi bene. Quindi si deve dispor-re sotto la gamba una tavoletta di larghezza sufficientee di lunghezza tale da arrivare alla caviglia, in modo chegiunga il più possibile oltre la testa del femore. Si devepoi legarla alla gamba in maniera conveniente. Quindi,tenendo la gamba in estensione, sia con uno strumentoa forma di pestello, sia con un altro di questi metodi perrealizzare l’estensione, contemporaneamente bisognapremere verso il basso la gamba e la tavoletta legata adessa, facendo forza sul piolo. Qualcuno intanto afferri ilpaziente al di sopra dell’articolazione, all’altezza delfianco: così infatti sia l’estensione può sollevare la testadel femore al di sopra della cavità articolare sia il solle-vamento può spingere la testa del femore nella posizio-ne naturale originaria.

La miniatura non rappresenta con precisionequesto metodo di cura. Il paziente è raffigurato su-pino anziché su di un fianco, probabilmente per-ché il miniatore non è stato in grado di raffigurar-lo in questa posizione. Egli è disteso su di un sup-porto simile a quelli raffigurati nelle scene di ridu-zione delle lussazioni delle vertebre, che non mo-stra nessuna delle caratteristiche del Banco di Ip-pocrate. La gamba lussata è avvolta da una benda,ma non vi è traccia della tavoletta di legno a cuidovrebbe essere legata; in prossimità dell’inguinedel malato è appena visibile un oggetto oblungo(forse il piolo trasversale citato dal testo ippocrati-co). Un personaggio vestito con una corta tunica,inginocchiato ai piedi del paziente, è probabilmen-te raffigurato nell’atto di esercitare la trazione.

La miniatura mostra varie cadute di coloresoprattutto nella figura del paziente.Iscrizione: sl}, e\mbolhè mhrou% h| diaè th%v o\rganikh%vsaniédov kaiè tou% o\niéskou kaiè tou% xuélou e\mphgnu-meénou t+% saniédi meéson kataè toèn periénaion, h!n ei\vtoè e"sw meérov o\liésq+.

Segue una lunga disquisizione sulla cura dellalussazione dell’anca tramite estensione e pressione(Kollesch-Kudien, 78,24-94,8).

f. 219r: 231. Riduzione della lussazione dell’ancacondotta per mezzo del Banco di Ippocrate, dei ver-ricelli e di una leva, quando il femore è lussato versol’esterno (Kollesch-Kudien, 94,10-98,6) [tav.XXXIV].

Nel brano a cui la miniatura si riferisceApollonio, dopo aver illustrato i sintomi della lus-sazione dell’anca quando la testa del femore fuo-

riesce dalla cavità articolare verso l’esterno, ripor-ta il metodo di cura per questo tipo di lussazione69:

Se la testa del femore scivola verso l’esterno, le estensio-ni da una parte e dall’altra devono essere fatte come siè detto o in maniera simile. Per quanto riguarda il sol-levamento, si deve sollevare con una leva piatta, duran-te l’estensione e fare forza dall’esterno verso l’internoapplicando la leva al gluteo stesso o poco più sopra.Dalla parte del fianco sano, all’altezza del gluteo, qual-cuno opponga resistenza con le mani, in modo che ilcorpo del paziente non ceda, oppure lo tenga fermo conun’altra leva simile disposta sotto (il gluteo) e inseritanella scanalatura più conveniente. La parte del femorelussato vicina al ginocchio venga spinta dolcemente dal-l’interno verso l’esterno.

Il metodo di cura sembra rappresentato in ma-niera abbastanza precisa. L’immagine mostra ilmalato supino, con una benda avvolta attorno allagamba lussata e tesa sul busto (forse necessaria perla trazione). Un personaggio, probabilmente il me-dico, regge un lungo bastone (la leva) appoggian-dolo all’articolazione lussata, mentre un assistenteinginocchiato sul lato opposto trattiene con le manil’altro fianco del paziente. Altri due assistenti (nellaposizione consueta) esercitano la trazione: anche inquesto caso il paziente non è posizionato sul Bancodi Ippocrate, ma su di una semplice tavola di legnosimile in tutto al lettuccio utilizzato nelle scene diriduzione delle lussazioni alle vertebre.

Le cadute di colore interessano principalmentela figura del paziente e la tavola su cui è disteso. Iscrizione: sla}, e\mbolhè mhrou% h| diaè th%v o\rganikh%vsaniédov kaiè tw%n o\niéskwn kaiè tou% moclou% gino-meénh, h!n ei\v toè e"xw meérov o\liésq+.

f. 220v: 232. Riduzione della lussazione dell’ancacondotta per mezzo del Banco di Ippocrate, di un’as-se posta sulle natiche (del paziente) e dei verricelli,quando il femore è lussato all’indietro (Kollesch-Kudien, 98,9-100,21) [tav. XXXV].

Dopo aver riportato dal testo ippocratico lasintomatologia della lussazione dell’anca con il fe-more spostato all’indietro, Apollonio riporta il me-todo di cura da applicare70:

Dopo aver steso sul Banco un mantello ripiegato piùvolte, in modo che sia il più morbido possibile, stende-re il paziente prono e così esercitare l’estensione. Nel

69 Ibidem, pp. 24-25.70 Ibidem, p. 25.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 73

momento dell’estensione bisogna far pressione con latavoletta nello stesso modo in cui si agisce per le gibbo-sità, dopo averla disposta in direzione delle natiche piut-tosto al di sotto che non al di sopra dei fianchi. Anchel’incisione della parete in cui si deve inserire la tavolettanon sia orizzontale, ma leggermente inclinata dalla partedei piedi. Questo è il metodo di riduzione maggiormen-te conforme alla natura per questo tipo di lussazione e altempo stesso è anche quello che esercita più forza.

L’immagine mostra il paziente prono, con lagamba lussata avvolta da una benda, disteso su diuna tavola di legno (anche in questo caso e nelledue miniature che seguiranno non è stato raffigura-to il Banco di Ippocrate). Due assistenti nudi eser-citano la trazione maneggiando gli strumenti postialle estremità della tavola. La scena riprende quel-la del f. 204v (raffigurante un metodo di cura ana-logo utilizzato per la riduzione della lussazionedelle vertebre) con poche variazioni: qui l’asse èmanovrata da un solo assistente con i fianchi cintida un pezzo di tessuto chiaro (nella stessa posa diquello del f. 204v), ed è posizionata sull’anca anzi-ché sulla schiena. Non è stato raffigurato il muro incui l’estremità dell’asse dovrebbe essere incastrata.

Si notano cadute di colore sia nella cornicearchitettonica che nelle figure.Iscrizione: slb}, e\mbolhè mhrou% h| diaè th%v o\rganikh%vsaniédov kaiè th%v e|teérav saniédov kataè tou% pugaiéoutiqemeénhv kaiè tw%n o\niéskwn ginomeénh, h!n ei\v toèo"pisqen meérov o\liésq+.

f. 221v: 233. Riduzione della lussazione dell’ancacondotta con l’ausilio del Banco (di Ippocrate), con iverricelli, e con il medico seduto sul paziente, quan-do il femore è lussato all’indietro (Kollesch-Kudien, 100,23-102,4) [tav. XXXVI].

Apollonio cita un altro passo del trattato ippo-cratico in cui sono descritte alcune varianti delmetodo di cura della lussazione dell’anca illustratoprecedentemente71:

Forse sarebbe anche sufficiente, invece di usare la tavo-la, che qualcuno, sedendosi sul paziente, o facendo for-za con le mani, o appoggiando il piede, facesse gravareimprovvisamente e in maniera uniforme il proprio pesoal momento dell’estensione.

Apollonio scrive che non gli sembra necessarioriportare tutte le illustrazioni di questi metodi,dato che nel precedente libro dedicato alle verte-bre sono già stati rappresentati dei procedimentisimili. Qui egli si limiterà a descrivere solo uno diquesti metodi, quello condotto con le mani, e solo

di questo fornirà l’illustrazione: “o$qen e\n touétoive\f}e|noèv moénou tou% diaè tw%n ceirw%n ginomeénou troé-pou staéntev | u|pografomen”( Kollesch-Kudien,102,1).

L’illustrazione mostra il paziente prono e con lagamba assicurata da bende, disteso su di una tavo-la, con due assistenti vestiti con corte tuniche in-tenti a muovere gli strumenti che producono latrazione. Al contrario di quanto afferma Apollo-nio, in questa immagine colui che effettua la ridu-zione non opera con le mani, ma si siede sopra ilmalato. La miniatura è molto simile a quella del f.202v, raffigurante la riduzione della lussazione del-le vertebre con il medico seduto sul paziente.

Si notano cadute di colore in diversi punti delladecorazione architettonica. Il colore della tavolasu cui il paziente è disteso è quasi completamentescomparso. Iscrizione: slg}, e\mbolhè mhrou% h| diaè th%v o\rganikh%vsaniédov kaiè tw%n o\niéskwn kaiè th%v kaqeédrav tou%i\atrou% ginomeénh, h!n ei\v toè o”pisqen meérov o\liésq+.

f. 222v: 234. Riduzione della lussazione dell’ancacondotta con l’ausilio del Banco (di Ippocrate), deiverricelli e del palmo del medico, quando il femoreè lussato in avanti (Kollesch-Kudien, 102,6-104,7)[tav. XXXVII].

Nel brano a cui questa miniatura si riferisce,Apollonio, dopo aver citato i sintomi attraversocui riconoscere la fuoriuscita in avanti della testadel femore dalla cavità articolare, riporta la descri-zione del relativo metodo di cura72:

E se (la testa del femore) si lussa in avanti, bisognarealizzare lo stesso tipo di estensioni. Bisogna che unuomo dalle mani molto forti e molto esperto, dopo averappoggiato il palmo di una mano all’inguine e averpreso la sua mano con l’altra, spinga contemporanea-mente la parte lussata verso il basso e verso la parteanteriore del ginocchio. Questo è il metodo di riduzio-ne maggiormente conforme alla natura per questo tipodi lussazione.

La miniatura è preceduta da quattro righe ditesto. Come le quattro illustrazioni che la precedo-no, mostra il paziente sdraiato sulla tavola, con lebende correttamente raffigurate attorno alla gam-ba lussata messa in trazione: i due assistenti incari-cati di produrre l’estensione sono inginocchiati aidue capi dell’apparecchio. Il personaggio che

71 Ibidem, pp. 25-26.72 Ibidem, p. 26.

FRANCESCA MARCHETTI74

compone l’articolazione riproduce con grande fe-deltà il gesto descritto nel trattato ippocratico.Tutti i personaggi sono nudi.

La miniatura è interessata da varie cadute dicolore, che si concentrano in particolare nella figu-ra dell’assistente di sinistra.Iscrizione: sld}, e\mbolhè mhrou% h| diaè th%v o\rganikh%vsaniédov kaiè tw%n o\niéskwn te kaiè tou% qeénarov tou%i\atrou% ginomeénh, h!n ei\v toè e"mprosqen meérov o\liésq+.

f. 223v: 235. Riduzione della lussazione dell’anca,condotta per mezzo della sospensione alla testa delfemore, con l’avambraccio del medico posto tra ilperineo e l’osso sacro, quando il femore è lussato inavanti (Kollesch-Kudien, 104,9-20) [tav.XXXVIII].

Apollonio riporta anche un metodo di riduzio-ne per la cura della lussazione dell’anca con latesta del femore spostata in avanti con il pazienteappeso a testa in giù73:

Anche la sospensione è abbastanza conforme alla natu-ra; bisogna dunque che colui che sta sospeso al pazien-te sia esperto, perché con l’avambraccio non sollevi elussi l’articolazione, ma si sospenda (appoggiandosi) alcentro del perineo e sull’osso sacro.

La miniatura mostra il paziente nudo appeso atesta in giù, legato per i piedi all’architrave dellacornice architettonica. Il medico, in piedi accantoal malato, vestito con una corta tunica e un man-tello, ha posizionato le braccia tra i femori delpaziente. Le massicce cadute di colore che hannointeressato le figure del medico e del paziente nonpermettono una esatta lettura del gesto che ilmedico sta compiendo. L’immagine mostra alcuneanalogie con la miniatura di f. 207r: in particolarela forma delle corde che trattengono i piedi delpaziente e il corpo del paziente stesso sono raffigu-rati in maniera simile74.Iscrizione: sle}, e\mbolhè merou% h| diaè tou% kremas-kou% e\piè kefalh%n kaiè t§% phécei tou% i\atrou% kataè toèmeéson tou% perinaiéou kaiè tou% i|erou% o\stou% gino-meénh, h!n ei\v toè e"mprosqen meérov o\liésq+.

Dopo aver introdotto l’ultima illustrazione deltesto, Apollonio scrive che le illustrazioni da luifornite seguendo Ippocrate aiuteranno il lettore acomprendere chiaramente i metodi di cura per lalussazione dell’anca. Dichiara poi che passerà alladescrizione dei metodi di cura ippocratici dellelussazioni del ginocchio e della caviglia, per lequali non ritiene necessario offrire una raffigura-

zione in figura, dato che la loro riduzione è moltosemplice (Kollesch-Kudien, 104,22-28). Nell’ulti-ma frase dell’opera, Apollonio ripete che i suoi trelibri hanno ripreso le conoscenze ippocratichesulla cura delle lussazioni, rendendole chiare attra-verso le immagini. Grazie alle immagini, il lettorepotrà fare chiarezza sulle spiegazioni del testo ip-pocratico che non riesce a comprendere(Kollesch-Kudien, 112, 7-11).

4. Descrizione delle illustrazioni del trattato Sullefasciature di Sorano di Efeso.

Le illustrazioni del testo Sulle fasciature diSorano di Efeso sono descritte una ad una, seguen-do l’ordine dei fogli. Accanto all’indicazione delfoglio e della colonna di scrittura in cui l’illustra-zione è inserita (es. 228ra) sono stati riportati lanumerazione e il nome greco della fasciatura, af-fiancato dalla sua possibile traduzione75. Per ogniminiatura descritta è stato segnalato il passo deltesto di Sorano ad essa corrispondente nella edi-zione Sorani Gynaeciorum libri IV, De signis fractu-ris, De fasciis, Vita hippocratis secundum Soranum,curata da Johannes Ilberg e pubblicata nel 1927(d’ora in avanti indicata come: Ilberg). Altri riferi-menti sono indicati in nota.

f. 228ra: 260. Diaékrisiv (scriminatura) (Ilberg,159,1-7) [tav. XL, fig. 21].

La pagina contiene due immagini clipeate af-fiancate, poste sotto i capitoli cui fanno riferimen-to. La porzione della pagina che si trova sotto leminiature, circa cinque righe di scrittura, è lascia-ta in bianco (lo stesso accade nelle altre pagine condue sole descrizioni di fasciature). I clipei, utilizza-ti in tutte le illustrazioni di fasciature per la testache seguono, sono decorati con un motivo ad ar-cobaleno di rombi a mosaico (nelle tonalità del

73 Ibidem, p. 26.74 Ainalov, Hellenistic Origins, pp. 16-19. Secondo lo

studioso, la figura del medico (con il piede destro inqua-drato di scorcio) e i dettagli del suo abbigliamento dimo-strano che l’immagine si rifà a un modello del IV secolo.

75 Si è fatto riferimento soprattutto all’elenco delleillustrazioni del testo di Sorano in Bernabò, I manoscrittimedici, p. 116; alle traduzioni in latino e italiano del trat-tato sulle fasciature attribuito a Galeno: Il trattato dellefasciature di Galeno, e a Murdoch, Album of Science, p.323, in cui l’autore commenta alcune illustrazioni dellefasciature di Sorano raffigurate nel cod. 3632 dellaBiblioteca Universitaria di Bologna.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 75

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rosso e dell’azzurro), molto simile a quello utilizza-to nelle cornici architettoniche delle illustrazionidel testo di Apollonio di Cizio. L’illustrazione inse-rita nella colonna sinistra mostra un busto di don-na, con un abito rosso e lunghi capelli sciolti sullespalle, il volto leggermente rivolto verso sinistra.Piccole ma diffuse cadute di colore rendono diffi-cile distinguere le bende che dovrebbero avvolge-re la fronte della donna e attraversarle il caposeguendo la linea della scriminatura dei capelli.Iscrizione: sx}, diaékrisiv.

f. 228rb: 261. Piélion (pileo) (Ilberg, 159,7-14) [tav.XL, fig. 21].

L’illustrazione inserita nella colonna destra mo-stra un busto maschile, con una lunga barba scuraa punta, capelli dello stesso colore, abito rosso:l’uomo è in posizione frontale, con lo sguardo ri-volto a destra, la parte superiore del capo stretta-mente avvolta da bende di colore ceruleo. In cor-rispondenza dell’abito della figura c’è una lacera-zione, risarcita con un pezzo di pergamena incolla-to sul verso del foglio.Iscrizione: sxa}, piélion.

f. 228va: 262.Skaéfion (coppa) (Ilberg, 159,15-21)[tav. XLI] .

La pagina contiene come la precedente dueimmagini clipeate e affiancate, che seguono le duedescrizioni cui si riferiscono. L’illustrazione nellacolonna di sinistra raffigura un busto femminilecon lunghi capelli ondulati sciolti sulle spalle e fa-sce avvolte sulla sommità della testa. La donnaindossa orecchini con pendenti e si rivolge versosinistra. Si notano piccole cadute di colore in cor-rispondenza del volto e dei capelli. La parte infe-riore della figura è nascosta da una porzione dipergamena incollata.Iscrizione: sxb}, skafiéon.

f. 228vb: 263. Miétra (mitra) (Ilberg, 159,16-28)[tav. XLI] .

L’illustrazione raffigura un busto femminileracchiuso in un clipeo, simile al precedente. Ladonna ha la testa leggermente rivolta a destra ed èvestita di rosso. Il volto e la capigliatura sono quasicompletamente cancellati da un’estesa caduta dicolore, sono invece ancora visibili alcune bendeavvolte sulla sommità del capo della figura. Iscrizione: sxg}, miétra.

f. 229ra: 264. Qai^v (thais) (Ilberg, 160,1-6) [tav.XLII, fig. 22].

Anche questa pagina contiene due immaginiclipeate affiancate, inserite nelle due colonne ditesto dopo le relative descrizioni. Il clipeo di sini-stra contiene una figura femminile, con i capelliondulati sciolti sulle spalle e la testa inclinata versosinistra, vestita di verde; la parte superiore delcapo è coperta dalla fasciatura, composta dabende affiancate che scendono perpendicolarmen-te sulla fronte, trattenute da una fascia che circon-da la sommità della testa. Il volto della figura èdanneggiato da cadute di colore.Iscrizione: sxd}, qai^v.

f. 229rb: 265. {Hmiroémbov (semirombo) (Ilberg,160,7-13) [tav. XLII].

Nella colonna di destra del f. 229r è raffiguratoun clipeo con un busto maschile. L’uomo ritrattoha capelli castani e barba dello stesso colore, è inposizione frontale, ed ha tre bende incrociate sullasommità del capo. La figura e danneggiata damolte cadute di colore. Iscrizione: sxe}, h|miroémbov.

f. 229va: 266. Lagwoèv suèn w"toiv (lepre con orec-chie) (Ilberg, 160,14-17) [tav. XLIII, fig. 23].

La pagina contiene tre descrizioni di fasciaturedella testa seguite da tre clipei. Il primo clipeo, inse-rito nel mezzo della colonna di sinistra, mostra unafigura maschile con capelli e barba scuri, con bendeavvolte intorno al capo che scendono circondando-gli le orecchie. Il volto della figura appare perfetta-mente conservato, mentre la decorazione del clipeo,l’abito marrone e le bende avvolte sul capo dellafigura sono danneggiati da diffuse cadute di colore.Iscrizione: sxv}, lagwoèv suèn w"toiv.

f. 229vb: 267. Basiliéskov (basilisco) (Ilberg,160,18-24) [tav. XLIII].

Due clipei sono inseriti nella colonna di destradel f. 229v; il primo illustra la fasciatura a basiliscoo regale. Preceduto da tre righe di scrittura, mostrauna figura femminile vestita di verde, con capelliscuri raccolti e orecchini con pendenti; alcunebende si incrociano sul suo capo e circondano lasommità della fronte. La decorazione del clipeo e lafigura sono danneggiate da varie cadute di colore.Iscrizione: sxz}, basiliéskov.

f. 229vb: 268. monomerhév o\mmaétwsiv (fasciaturasemplice per occhi) (Ilberg, 160,25-29) [tav.XLIII].

Il clipeo inserito in fondo alla seconda colonnadi scrittura del f. 229v contiene una figura maschi-

le con barba e capelli castani, vestita di rosso. Haalcune bende avvolte attorno al capo e una bendache scende dalla fronte e passa sotto l’occhiosinistro. Si notano numerose cadute di colore sulvolto della figura. Iscrizione: sxh}, monomerhèv o\mmaétwsiv.

f. 230ra: 269. Dimerhèv o\mmaétwsiv (fasciatura doppiaper occhi) (Ilberg, 161,1-7) [tav. XLIV].

Anche in questo caso, la pagina contiene duedescrizioni di fasciature per gli occhi e per il nasoseguite da due clipei affiancati. Nel clipeo chesegue il testo nella colonna di sinistra è ritratto unuomo in posizione frontale, vestito con un abitomarrone, con barba e capelli castani: due bendescendono unite dalla sua fronte fino al naso, e quisi dividono passando sotto gli occhi. La figura èinteressata da varie cadute di colore.Iscrizione:sxq}, dimerhèv o\mmaétwsiv.

f. 230rb: 270. {Rién (naso) (Ilberg, 161,8-14) [tav.XLIV].

L’illustrazione, inserita nella colonna di scrittu-ra destra del f. 230r, raffigura un busto maschilemolto simile a quello dipinto nella colonna accan-to, con una benda che avvolge la fronte e due ben-de che scendono dalla testa passando sopra il nasoe sulle guance. La figura è danneggiata da moltecadute di colore.Iscrizione: so}, r|ién.

f. 230va: 271. {Ieérax h! a\etoév (ierace o aquila)(Ilberg, 161,15-20) [tav. XLV].

La pagina contiene tre clipei preceduti dallerelative descrizioni. Il primo clipeo, inserito a metàdella colonna di sinistra, contiene un busto ma-schile simile a quelli raffigurati sul recto del foglio,con una fasciatura simile a quella raffigurata nelclipeo precedente, con fasce che scendono dallasommità del capo sul volto passando sul naso. Lafigura è interessata da alcune cadute di colore.Iscrizione: soa}, i|eérax h! a\etoév.

f. 230vb: 272. {Hmiroéémbov e\piè r|inoév (semirombo sulnaso) (Ilberg, 161,21-25) [tav. XLV].

Il clipeo si trova all’inizio della seconda colon-na di scrittura del f. 230v. Racchiude una figuramaschile simile alle precedenti, vestita con un abi-to verde, con bende avvolte attorno alla testa chescendono sul volto circondando le guance e pas-sando longitudinalmente sul naso. L’illustrazione èinteressata da diverse cadute di colore. Iscrizione: sob}, h|miroéémbov e\piè r|inoév.

f. 230vb: 273. Monomerhèv forbeaé (bavaglio sempli-ce) (Ilberg, 161,26-31) [tav. XLV].

L’illustrazione si trova in fondo alla colonna discrittura e mostra un personaggio maschile legger-mente rivolto a destra dalla fisionomia simile aquella degli altri personaggi raffigurati nei clipeidipinti sul recto e sul verso di questo foglio. Lafigura ha una benda avvolta attorno alla fronte euna benda che circonda le guance e la mascella. Ilvolto della figura presenta alcune cadute di colore.Iscrizione: sog}, monomerhèv forbeaé.

f. 231ra: 274. Dimerhèv forbeaé (bavaglio doppio)(Ilberg, 162,1-9) [tav. XLVI].

La pagina contiene due illustrazioni e tre descri-zioni di bendaggi. Nella prima colonna troviamo ladescrizione di una fasciatura della mascella seguitadal ritratto clipeato di un giovane uomo dai capelliscuri, vestito di rosso, con fasce che dalla testascendono a circondare il mento e una benda chepassa longitudinalmente sotto la bocca. La minia-tura è danneggiata da alcune cadute di colore.Iscrizione: sod}, dimerhèv forbeaé.

f. 231rb: 275. Monomerhèv o\fqalmoév (occhio singo-lo) (Ilberg, 162,10-15) [tav. XLVI, fig. 24].

Nella seconda colonna del f. 231r si trova ladescrizione di una fasciatura per l’occhio seguitada un clipeo che doveva contenere una figuramolto simile alla precedente, coperta dal naso ingiù da un rettangolo di pergamena che risarcisceuna lacerazione. Le fasce non coprono l’occhiodella figura, ma avvolgono la fronte e la tempia.Sotto la figura, danneggiata anche da cadute dicolore, è stata ricopiata la descrizione di un altrotipo di fasciatura, illustrata nella pagina seguente. Iscrizione: soe}, monomerhèv o\fqalmoév.

f. 231va: 276. Caérax (sostegno) (Ilberg, 162,16-20)[tav. XLVII, fig. 25].

Il foglio contiene tre illustrazioni e tre descri-zioni di bendaggi. Nella prima colonna della pagi-na si trovano due ritratti clipeati: il primo (relativoall’ultimo capitolo copiato nella pagina preceden-te) raffigura un giovane uomo dai capelli ondulati,vestito di arancione e leggermente rivolto a sini-stra, con due bende che si incrociano sul suo voltoall’altezza del naso. La figura è danneggiata danumerose cadute di colore.Iscrizione: sov}, caérax.

f. 231va: (277). Faélara (falere) (Ilberg, 162,21-25) [tav. XLVII].

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 77

Il clipeo dipinto in fondo alla colonna sinistra delf. 231v è quasi completamente coperto da un ret-tangolo di pergamena (si intravede solo l’abitomarrone della figura). L’illustrazione è precedutada un’altra lacuna (risarcita da una porzione dipergamena incollata sull’altro lato del foglio); sonoquindi perdute la numerazione e l’iscrizione corri-spondenti all’illustrazione. Una mano posterioreha riscritto accanto alla lacuna con un inchiostropiù scuro il nome della fasciatura, faélara.Iscrizione: faélara.

f. 231vb: 278. Summighév (fasciatura mista) (Ilberg,162,26-30) [tav. XLVII].

Nella seconda colonna del f. 231v, precedutodal capitolo che lo descrive, si trova un ritratto cli-peato raffigurante un giovane uomo vestito diazzurro. Ha una benda che circonda la fronte, ebende che scendono incrociandosi sul naso e cir-condando le guance e la mascella, riunendo insie-me (come dichiara il nome della fasciatura) lecaratteristiche dei bendaggi per il volto descritti inprecedenza. Sotto l’illustrazione è ricopiato unaltro capitolo, che descrive la prima miniaturadella pagina che segue. L’illustrazione è danneg-giata da molte cadute di colore. Iscrizione: soh}, summighév.

f. 232ra: 279. Roémbov faélara (falere a rombo)(Ilberg, 163,1-5) [tav. XLVIII].

La pagina è arrangiata come la precedente. Sulrecto di questo foglio i clipei che racchiudono leraffigurazioni dei bendaggi sono decorati conrombi di colore grigio e rosso anziché azzurro erosso. Nella colonna di sinistra si trovano due cli-pei inframmezzati da un capitolo descrittivo: il pri-mo mostra un busto di giovane uomo, con un abi-to rosso e capelli scuri che formano sulla nuca duecorposi riccioli simili a un codino. Le bende avvol-gono la testa e scendono sul volto dell’uomo, in-crociandosi poi sotto il mento. La figura è danneg-giata da cadute di colore.Iscrizione: soq}, roémbov faélara.

f. 232ra: 280. Dimerhèv o\fqalmoév (occhio doppio)(Ilberg, 163,6-12) [tav. XLVIII, fig. 26].

Il clipeo in fondo alla prima colonna di scritturadel f. 232r contiene una figura maschile simile allaprecedente, vestita di azzurro, molto danneggiatada cadute di colore. Sono ancora visibili le bende,che circondano la testa del personaggio e scendonoai due lati del volto incrociandosi sotto il mento.Iscrizione: sp}, dimerhèv o\fqalmoév.

f. 232rb: 281. Plhéx (plex) (Ilberg, 163,13-17) [tav.XLVIII, figg. 27-29].

L’illustrazione nella colonna di destra del f.232r (preceduta dal capitolo che la descrive eseguita da un altro capitolo relativo alla prima illu-strazione della pagina successiva) mostra un ritrat-to clipeato molto simile ai due precedenti, raffigu-rante un giovane uomo vestito di rosso con bendeavvolte attorno alla testa, che si incrociano sulvolto e scendono lungo le guance incrociandosinuovamente sotto il mento. La miniatura è interes-sata da alcune piccole cadute di colore.Iscrizione: spa}, plhéx.

f. 232va: 282. Poluroémbov (polirombo) (Ilberg,163,19-23) [tav. XLIXa-b].

La pagina contiene tre illustrazioni di bendaggiper la testa inframmezzate da due descrizioni. Laprima colonna della pagina si apre con l’illustra-zione relativa all’ultimo capitolo del foglio prece-dente: il ritratto clipeato mostra un giovane uomovestito di azzurro leggermente rivolto a destra, concapelli mossi e bende che si incrociano a triangolosulla testa, scendono ai due lati del viso e si incro-ciano sotto il mento. Sotto la figura si trova lalunga descrizione della fasciatura per tutta la testa,illustrata nel clipeo all’inizio della seconda colon-na del foglio. La figura è ben conservata, con l’ec-cezione di piccole cadute di colore in corrispon-denza dell’abito. Iscrizione: spb}, poluroémbov.

f. 232vb: 283. Perikefalaiéa (fasciatura dell’interatesta) (Ilberg, 163,24-33) [tav. XLIXa-b].

Il personaggio ritratto nel clipeo all’inizio dellaseconda colonna del f. 232v indossa un abito rossoe ha il capo completamente avvolto da bende chelasciano libere solo piccole porzioni del viso e gliocchi. La figura è ben conservata, con l’eccezionedi piccole cadute di colore in corrispondenzadell’abito.Iscrizione: spg}, perikefalaiéa.

f. 232vb: 284. Pareiaév (guancia) (Ilberg, 164,1-6)[tav. XLIXa-b].

Completano la colonna di scrittura il capitolodedicato alla fasciatura della guancia e la relativaillustrazione, raffigurante il busto di un giovanevestito di verde, leggermente rivolto verso destra,con una benda avvolta attorno al viso e all’orec-chio.Iscrizione: spd}, pareiaév.

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f. 233ra: 285. Geneiaév (mento) (Ilberg, 164,7-13)[tav. XLIXa, XLIXc].

La pagina contiene le due ultime illustrazioni difasciature per la testa e la prima illustrazione di fas-ciatura per il busto. Nella prima colonna di scrittu-ra si trova il capitolo dedicato alla fasciatura delmento, illustrato da un clipeo con un giovane vesti-to di azzurro, leggermente rivolto a destra, con unabenda che gli circonda il viso e si incrocia sullasommità del capo. Sotto la figura si legge il capito-lo che descrive l’ultimo bendaggio per la testa.Iscrizione: spe}, geneiaév.

f. 233rb: 286. Roémbov (rombo) (Ilberg, 164,14-18)[tav. XLIXa, XLIXc].

All’inizio della seconda colonna di scrittura delf. 233r si trova il ritratto clipeato di un giovaneuomo vestito di rosso. Ha i capelli ondulati e in-dossa bende che si incrociano sopra la testa, scen-dono ai due lati del volto (una benda passa oriz-zontalmente sul naso) e si incrociano di nuovosotto il mento.Iscrizione: spv}, roémbov.

f. 233rb: 287. Dimerhèv geranièv (geranide doppio)(Ilberg, 165,11-16, tav. VII 28) [tav. XLIXa,c].

In fondo alla colonna sinistra del f. 233r sitrova il primo capitolo dedicato ad una fasciaturaper il busto, detta geranide (o a becco di gru) illu-strata da una figura maschile con capelli a ca-schetto, senza barba, nuda e asessuata, con ilbraccio sinistro alzato (sembra compiere un gestodi allocuzione): le bende gli circondano le spalle e,passando sotto le ascelle, risalgono attorno alcollo. In alcune traduzioni latine questo tipo dibendaggio è chiamato a gru. Si notano piccolecadute di colore.Iscrizione: spz}, dimerhèv geranièv.

f. 233va: 288. Monomerhèv geraniév (geranide sempli-ce) (Ilberg, 165,1-5) [tav. L, fig. 30].

La pagina, come le nove che seguiranno (fino alf. 238r,) contiene nelle due colonne di testo duedescrizioni di fasciature per il busto o il bacinoseguite dalle relative illustrazioni. Qui, due figuremaschili, ritratte in maniera simile all’ultima figuradel foglio precedente, mostrano altri due tipi difasciatura geranide. L’illustrazione della colonna didestra mostra la fasciatura geranide per una spallasola; è stata dipinta appena sotto il testo e hadimensioni non molto dissimili da quelle dellafigura del f. 233r. Rimane così sotto la miniaturaun’ampia porzione di pergamena inutilizzata, cor-

rispondente a circa nove righe di scrittura (la pagi-na ne conta trentasei). Iscrizione: sph}, monomerhèv geraniév.

f. 233vb: 289. Prwéth dimerhèv geraniév (primo tipodi geranide doppio) (Ilberg, 165,6-10) [tav. L, fig.30].

L’illustrazione che segue il testo nella colonnadi destra raffigura un giovane uomo molto simile aquello dipinto nella colonna di sinistra, che mostrauna variante del geranide per entrambe le spalle. Iscrizione: spq}, prwéth dimerhèv geraniév.

f. 234ra: 290. Monomerhèv seiraé (corda semplice)(Ilberg, 164,19-23) [tav. LI].

Anche in questa pagina due figure maschili illu-strano due varianti di una stessa fasciatura per laspalla, detta corda. L’illustrazione inserita nellacolonna di sinistra mostra questo tipo di fasciatu-ra eseguita su di una spalla sola; la figura ha unafisionomia simile a quella delle altre che illustranofasciature al busto, ma ha proporzioni leggermen-te più allungate e una gestualità più vivace. Iscrizione: sg}, monomerhèv seiraé.

f. 234rb: 291. Dimerhèv seiraé (corda doppia) (Ilberg,164,24-29) [tav. LI].

L’illustrazione inserita nella colonna di destraillustra la fasciatura a corda eseguita su entrambe lespalle; ha caratteristiche simili a quelle della figuradipinta nella colonna accanto. La sua posizione èmolto simile a quella della figura con il geranidesemplice nella prima colonna del f. 233v76.Iscrizione: sfa}, dimerhèv seiraé.

f. 234va: 292. Qwérax (corazza) (Ilberg, 165,17-24)[tav. LII].

La pagina contiene due descrizioni di fasciatu-re per il busto. La descrizione ricopiata nella pri-ma colonna della pagina è più lunga dell’usuale; ilpersonaggio sottostante, con bende che si incro-ciano sul torace, è raffigurato in posizione simile aquella del personaggio che indossa il bendaggio ageranide doppio nel f. 233r, ma ha la testa rivolta asinistra anziché di fronte.Iscrizione: sfb}, qwérax.

76 Secondo Ilberg, la sequenza con cui sono elencati iprimi bendaggi per il busto nel manoscritto laurenzianonon è corretta: i due bendaggi a corda dovrebbero precede-re il geranide semplice, il primo tipo di geranide doppio e ilgeranide doppio: Sorani Gynaeciorum libri IV, pp. 164-165.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 79

f. 234vb: 293 ‘Eterov qwérax (altra corazza) (Ilberg,165,25-30) [tav. LII, fig. 31].

Nella seconda colonna si trova un capitolo piùbreve dell’altro, immediatamente seguito dalla re-lativa illustrazione (dipinta quindi più in alto dellaprecedente): vediamo una figura maschile di spal-le, con il busto ruotato rispetto alle gambe (chesono quasi di profilo) e la testa rivolta in manierainnaturale verso sinistra, con bende che si incro-ciano sulla sua schiena, circondandogli la vita e lespalle.Iscrizione: sfg}, e$terov qwérax.

f. 235ra: 294. Qwérax a\naélhmptov (corazza confascia di sostegno) (Ilberg, 166,1-6) [tav. LIII].

In questa pagina si trovano descritte e illustratealtre due varianti di fasciature per il torace. L’illu-strazione che segue il capitolo nella colonna di si-nistra raffigura un uomo nudo e asessuato con lun-ghi capelli che scendono lungo le spalle e bracciaun poco allargate. Ha dimensioni leggermentemaggiori rispetto alle figure delle pagineprecedenti: il suo torace è circondato da tre bende,avvolte l’una accanto all’altra, e sostenute da un’al-tra benda che circonda il collo dell’uomo.Iscrizione: sfd}, qwérax a\naélhmptov.

f. 235rb: 295. Qwérax metaè periskelw%n (corazza conbrache) (Ilberg, 166,7-13) [tav. LIII].

La seconda colonna contiene un capitolo legger-mente più lungo di quello accanto, illustrato da unafigura di dimensioni minori, tarchiata, inquadrata dischiena in maniera simile alla seconda figura del f.234v. Le bende si incrociano sulla schiena del perso-naggio e sono avvolte attorno al busto e alle spalle.Iscrizione: sfe}, qwérax metaè periskelw.

f. 235va: 296. Kerauénoiv (ceraunio) (Ilberg,166,14-19) [tav. LIV ].

Nella prima colonna del f. 235v si trova la de-scrizione del bendaggio ceraunio (o fulmineo) se-guita da una figura maschile (la sua posa è moltosimile a quella del primo personaggio raffiguratonel f. 234r) con una complicata fasciatura che siavvolge attorno al busto e alle spalle e scende sulventre formando un ovale.Iscrizione: sfv}, kerauéniov.

f. 235vb: 297. Monomerhèv a\rmathlatikoév (fascia-tura a guida di carro semplice) (Ilberg, 166,20-25)[tav. LIV].

Nella seconda colonna del f. 235v si trova ladescrizione del primo tipo di fasciatura a guida di

carro, una fasciatura piuttosto complessa utilizzatadai guidatori di carri per trattenere i fianchi (chia-mata generalmente nelle traduzioni latine dei trat-tati sulle fasciature auriga), che si esegue avvolgen-do i due capi della benda attorno al busto delmalato, incrociandoli più volte sul davanti. Lafigura che illustra questa miniatura raffigura ungiovane uomo con la testa inclinata verso sinistra,la cui posa sembra molto simile a quella delle figu-re dipinte nei ff. 234va e 233rb.Iscrizione: sfz}, monomerhèv a\rmathlatikoév.

f. 236ra: 298. Dimerhèv a\rmathlatikoév (fasciatura aguida di carro doppia); (Ilberg, 166,26-167,3) [tav.LV].

La pagina contiene due capitoli dedicati a duevarianti della fasciatura a guida di carro, seguite dallerelative illustrazioni. La prima illustrazione raffigu-ra come di consueto un giovane uomo, in posizionefrontale, con braccia leggermente discoste dalbusto. La figura è un poco più grande di quelladipinta nella seconda colonna del foglio: il capitoloche la precede è infatti più breve di quello copiatonella colonna accanto, e ha lasciato al miniatoremaggiore spazio disponibile per l’illustrazione. Iscrizione: sfh}, dimerhèv a\rmathlatikoév.

f. 236rb: 299. Tetramerhèv a\rmathlatikoév (fascia-tura a guida di carro quadrupla) (Ilberg, 167,4-10)[tav. LV].

L’illustrazione inserita nella seconda colonnadel f. 236r illustra la più complessa tra le fasciatu-re a guida di carro, e raffigura un giovane uomodalla fisionomia molto simile a quella del perso-naggio dipinto nella colonna accanto. A causadella lunghezza della descrizione della fasciatura,la figura ha dimensioni leggermente minori rispet-to a quella della colonna precedente e si trova piùin basso.Iscrizione: sfq}, tetramerhèv a\rmathlatikoév.

f. 236va: 300. }Anaélhmptrièv tetraskelhév (fasciatu-ra sospensoria a quattro capi) (Ilberg, 167,11-16)[tav. LVI, fig. 32].

La pagina contiene due capitoli che descrivonodue diverse fasciature di sostegno per il seno, illu-strate da due figure femminili. Le due donnehanno lunghi capelli ondulati, sciolti sulle spalle, eorecchini con pendenti, come le donne con fascia-ture alla testa raffigurate nei clipei. Indossano duelunghi mantelli decorati, simili ai tendaggi delleminiature del testo di Apollonio dei ff. 209r, 210r,223r. La prima figura indossa un mantello azzurro,

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ha il capo piegato a destra, e sorregge pudicamen-te con la mano destra un lembo del mantello percoprirsi il pube. La fasciatura è costituita da unabenda, cucita a due altre bende simili a bretelle,che circonda il busto passando sopra i seni (lebende a più capi erano infatti ottenute cucendoassieme due o più fasce).Iscrizione: t}, a\naélhmptrièv tetraskelhév.

f. 236vb: 301. }Anaélhmptrièv e\xaskelhév (fasciaturasospensoria a sei capi) (Ilberg, 167,17-21) [tav. LVI].

La figura nella seconda colonna del f. 236v èleggermente più grande dell’altra. Indossa unmantello rosso, ha il capo leggermente inclinato asinistra, e si copre il pube con entrambe le mani.La raffigurazione della fasciatura è poco verosimi-le: dovrebbe essere costituita da bende diversecucite assieme, invece sembra costituita da duebende indipendenti, avvolte intorno al busto esotto il collo della donna.Iscrizione: ta}, a\naélhmptrièv e\xaskelhév.

f. 237ra: 302. Monomerhèv boubwniéaskov (fasciatu-ra inguinale semplice) (Ilberg, 167,22-26) [tav.LVII].

Iniziano qui le descrizioni delle fasciature perl’inguine: il capitolo nella prima colonna del foglioè illustrato da una figura femminile, simile alle duedipinte nella pagina precedente: ha il capo legger-mente piegato a sinistra, indossa un mantelloazzurro e avvicina le due mani al pube, in partecoperto dalle bende che scendono dal busto attor-no alla sua gamba destra.Iscrizione: tb}, monomerhèv boubwniéaskov.

f. 237rb: 303. Dimerhèv boubwniéaskov (fasciaturainguinale doppia) (Ilberg, 168,27-168,3) [tav.LVII].

La fasciatura descritta nella seconda colonnadel f. 237r è invece illustrata da un figura maschi-le, frontale, con la mano destra quasi appoggiataall’inguine e l’altro braccio appena sollevato: habende avvolte attorno al busto che si incrocianosul ventre e scendono sull’inguine.Iscrizione: tg}, dimerhèv boubwniéaskov.

f. 237va: 304. Kteièv triskelhév (pube a tre capi)(Ilberg, 168,4-10) [tav. LVIII].

La pagina contiene due descrizioni di fasciatu-re per il pube, entrambe precedute, probabilmen-te per errore dello scriba, dalla scritta kteièv tetra-skelhév. In realtà il primo capitolo è dedicato allafasciatura per il pube a tre capi, ed è illustrato da

una figura maschile, frontale ma leggermente ruo-tata verso destra, con il capo piegato a destra, ebende che ricoprono completamente il pube.Iscrizione: td}, kteièv tetraskelhév (corr. triskelhév).

f. 237vb: 305. Kteièv tetraskelhév (pube a quattrocapi) (Ilberg, 168,11-17) [tav. LVIII, figg. 33-36].

La seconda figura, dedicata alla fasciatura per ilpube a quattro capi, è molto simile alla prima, se sieccettuano le dimensioni di poco maggiori e ilcapo reclinato a sinistra anziché a destra; ha bendeavvolte attorno alla vita, che scendono poi verso ilpube definendo un triangolo.Iscrizione: te}, kteièv tetraskelhév.

f. 238ra: 306. Kteièv e\xaskelhév (pube a sei capi)(Ilberg, 168,18-24) [tav. LIX].

La pagina contiene altre due illustrazioni difasciature per il pube. Nella colonna di sinistra èraffigurato la fasciatura per il pube eseguita conuna benda a sei capi, illustrata da una figuramaschile di spalle, in una posa simile a quella dellaseconda illustrazione del f. 235r, con bende avvol-te sopra e sotto le natiche. Questa figura e quelladipinta nella colonna accanto hanno dimensioniminori rispetto alle due della pagina precedente, esembrano di corporatura tarchiata se confrontatecon le proporzioni allungate di quelle77.Iscrizione: tv}, kteièv e\xaskelhév.

f. 238rb: 307. Sfendoénh e\piè ai\doiéou (fionda per igenitali) (Ilberg, 168,25-169,4) [tav. LIX].

Nella seconda colonna del f. 238r si trova ladescrizione di una fasciatura per i genitali, illustra-ta da una figura maschile frontale, con la manodestra appoggiata sulla gamba, il braccio sinistroallungato lungo il corpo, e bende avvolte attornoalla vita che scendono formando un anello in corri-spondenza del pube: il bendaggio dovrebbe avvol-gersi attorno al pene per sostenerlo, ma i genitali,come di consueto, non sono stati raffigurati. Iscrizione: tz}, sfendoénh e\piè ai\doiéou.

f. 238va: 308. Sfendoénh ceiroév (fionda per lamano) (Ilberg, 169,5-10) [tav. LX].

La pagina contiene tre descrizioni e due illu-strazioni di fasciature per la mano. Nella primacolonna del foglio si trova la descrizione dellafasciatura a fionda, per sostenere la mano, dipintasopra una mano sinistra rivolta verso il basso: le

77 Stückelberger, Bild und Wort, p. 90.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 81

bende sono avvolte attorno al polso e si incrocianoin corrispondenza dell’articolazione. La miniaturaè interessata da piccole cadute di colore.Iscrizione: th}, sfendoénh ceiroév.

f. 238vb: 309. Karpoédesmov (fasciatura per il carpo)(Ilberg, 169,11-15) [tav. LX].

Nella seconda colonna del f. 238v si trovano ladescrizione e l’illustrazione della fasciatura per ilcarpo. La fasciatura, eseguita su di una mano sini-stra rivolta verso il basso, è costituita da bende checircondano il polso e scendono ad avvolgere ilcarpo. Sotto la figura si trova un terzo capitolo:questo ha ridotto lo spazio a disposizione delminiatore, che ha così raffigurato la seconda manodel foglio più piccola dell’altra. La figura è interes-sata da piccole cadute di colore78.Iscrizione: tq}, karpoédesmov.

f. 239ra: 310. Palaistrikoèv a\goémenov (fasciaturada palestra) (Ilberg, 169,16-21) [tav. LXI].

La pagina contiene due illustrazioni di fasciatu-re per la mano e la prima illustrazione di una fascia-tura per la gamba. All’inizio della prima colonnavediamo raffigurata una mano destra rivolta versoil basso con la complessa fasciatura da palestra de-scritta nella pagina precedente, realizzata passandouna fascia tra un dito e l’altro e facendola girare at-torno al polso, fino a coprire l’intera mano. Si nota-no alcune piccole cadute di colore. Iscrizione: ti}, palaistrikoèv a\goémenov.

f. 239ra: 311. }Antikeiémenov (fasciatura opposta)(169,22-24, tav. XIII 52) [tav. LXI].

Nella parte inferiore della prima colonna del f.239r si trovano la descrizione e la raffigurazionedella fasciatura utilizzata per mantenere il pollicein posizione opposta rispetto al resto della mano.La fasciatura è realizzata su di una mano sinistrarivolta verso il basso, vista dalla parte del palmo (adifferenza delle precedenti, tutte inquadrate dallaparte del dorso). Si nota una caduta di colore incorrispondenza del polso79.Iscrizione:tia}, a\ntikeiémenov.

f. 239rb: 312. Skeéparnov (ascia) (Ilberg, 169,27-170,3) [tav. LXI].

Nella seconda colonna del f. 239r si trova ladescrizione della prima fasciatura per la gamba,raffigurata su di una gamba destra, vista di profilo.La fasciatura ad ascia è raffigurata con una bendache circonda la gamba poco sopra il ginocchio,scende quasi verticalmente sul polpaccio, e circon-

da la gamba poco sopra la caviglia. Segue un altrocapitolo dedicato ad un altro bendaggio dellagamba, illustrato nella pagina seguente. Si notanopiccole cadute di colore.Iscrizione: tib}, skeéparnov.

f. 239va: 313. }Egkuékliov (fasciatura circolare)(Ilberg, 170,4-8) [tav. LXIIa-b].

La pagina è allestita come la precedente, emostra tre illustrazioni di fasciature per la gamba:l’illustrazione all’inizio della prima colonna delfoglio raffigura una gamba destra vista di fronte(tagliata poco sopra il ginocchio, come quelle cheseguono) con quattro bende avvolte l’una accantoall’altra attorno al polpaccio. La figura mostra pic-cole cadute di colore.Iscrizione: tig}, e\gkuékliov.

f. 239va: 314. roémbov e\piè pesokwélou (rombo ametà gamba) (Ilberg, 170,9-12) [tav. LXIIa-b].

In fondo alla prima colonna del f. 239v si trovala descrizione della fasciatura a rombo seguita dallarelativa illustrazione, che raffigura una gamba sini-stra vista di profilo con bende che si intreccianoformando dei rombi, dalla metà della coscia fin sot-to il ginocchio. Si notano piccole cadute di colore.Iscrizione: tid}, roémbov e\piè pesokwélou.

f. 239vb: 315. Celwénh (testuggine) (Ilberg, 170,13-17, tav. XIV 56) [tav. LXIIa-b].

Nella colonna di destra del f. 239v si trova l’il-lustrazione della fasciatura a testuggine precedutadalla relativa descrizione e seguita dalla descrizio-ne di un’altra fasciatura per la gamba, illustrataall’inizio del foglio seguente. L’illustrazione raffi-gura una gamba destra vista di fronte con bendeche scendono, intrecciandosi, dalla coscia alla ca-viglia80. La miniatura è interessata da piccole cadu-te di colore.Iscrizione: tie}, celwénh.

f. 240ra: 316. Poluéroémbov e\piè monokwélou (poli-rombo su una gamba) (Ilberg, 170,18-23) [tav.LXIIA, C].

La pagina è allestita come le due precedenti:contiene le due ultime illustrazioni di fasciatureper la gamba e la prima illustrazione di fasciaturaper il piede. L’illustrazione che si trova all’inizio

78 Stückelberger, Bild und Wort, p. 90; Murdoch,Album of Science, p. 323.

79 Murdoch, Album of Science, p. 323.80 Ibidem.

FRANCESCA MARCHETTI82

della prima colonna della pagina mostra una gam-ba destra, vista di fronte, con bende avvolte attor-no al ginocchio che scendono incrociandosi piùvolte (formando dei rombi) fino al metatarso. Lafigura presenta alcune cadute di colore.Iscrizioni: tiv}, oluéroémbov e\piè monokwélou.

f. 240ra: 317. Foiénix seiraé (corda fenicia) (Ilberg,170,24-29) [tav. LXIIa, c].

L’illustrazione della fasciatura a corda fenicia,raffigurata in fondo alla prima colonna del f. 240re preceduta dalla sua descrizione, mostra una gam-ba destra vista di fronte avvolta da bende fittamen-te intrecciate, che scendono dal ginocchio allacaviglia. Si notano alcune piccole cadute di colore.Iscrizioni: tiz}, foiénix [ira] seiraé.

f. 240rb: 318. Krhpiév (calzare) (Ilberg, 171,1-5)[tav. LXIIa, c].

Nella seconda colonna del f. 240r si trova, pre-ceduta dal capitolo che la descrive e seguita da unaltro capitolo relativo all’ultima illustrazione del-l’opera, la raffigurazione della fasciatura a calzaresu di un piede destro visto di fronte, con la cavigliaavvolta da bende che si incrociano sul tarso, similiappunto alle stringhe di un calzare81. Ci sono pic-cole cadute di colore.Iscrizioni: tih}, krhpiév.

f. 240va: 319. Peripterniév (calcagno) (Ilberg, 171,6-11) [tav. LXIII].

La pagina mostra, all’inizio della prima colonnadi scrittura, l’ultima illustrazione del testo diSorano, raffigurante una fasciatura per il calcagno:si tratta di un piede destro, visto di fronte, legger-mente più grande rispetto a quello raffiguratonella pagina precedente, con la caviglia avvolta dafasce che scendono incrociandosi sul davanti eavvolgono il calcagno. La descrizione e la didasca-lia relative a questa fasciatura si trovano in fondoal f. 240r. La figura, danneggiata da alcune cadutedi colore, è seguita dall’incipit del trattato di Paolodi Egina sulle fratture. Iscrizione: tiq}, peripterniév.

5. Le copie bolognese e parigine delle illustrazionidei trattati di Apollonio e di Sorano.

Le illustrazioni di bendaggi del testo di Soranodi Efeso e le scene di riduzione delle lussazioni deltesto di Apollonio di Cizio compaiono in altrimanoscritti, quattrocenteschi e cinquecenteschi: il

cod. 3632 della Biblioteca Universitaria di Bologna,il cod. gr. 2248, il cod. gr. 2247 e il cod. lat. 6866della Bibliothèque Nationale di Parigi82. Di seguitoè data una breve descrizione dei manoscritti e delleillustrazioni da loro trasmesse: per un confronto trale illustrazioni contenute nei codici bolognese 3632e parigini gr. 2248 e gr. 2247 si rimanda alle tabelledelle Appendici A e B qui sotto.

5.1. Il codice 3632 della Biblioteca Universitaria diBologna.

Il manoscritto risale alla metà del XV secolo, edè stato forse realizzato a Costantinopoli: è un codi-ce cartaceo contenente testi di medicina (raggrup-pati nella prima parte del codice, fino al f. 266), diastrologia e di magia, corredati da alcune centinaiadi illustrazioni tracciate grossolanamente a penna eacquerellate83. Le illustrazioni dei testi Sulle lussa-zioni di Apollonio di Cizio e Sulle fasciature diSorano di Efeso (entrambe attribuite nell’indice delmanoscritto ad un testo di Paolo di Egina) [tavv.LXVIII-LXX, LXXII-LXXIII] si trovano nell’ulti-ma parte del codice, assieme a numerose altre illu-strazioni della Materia Medica di Dioscuride [tavv.LXVIII, LXXI] derivanti in parte dalla tradizionedelle miniature del Dioscuride di Vienna (Wien,ÖN, cod. Gr. med. 1)84.

Le illustrazioni di scene di riduzione delle lus-sazioni sono ventisette, raccolte tra i ff. 420r e

81 Ibidem, p. 323.82 Sulle copie della raccolta di Niceta e sulla loro storia

si veda soprattutto: Grmek, “Vestigia della chirurgia greca”,pp. 52-60, e Apollonius, a cura di Schöne, pp. xiv-xviii.

83 Su questo manoscritto si veda: Olivieri, Indice deicodici greci, pp. 442-456; Catalogus Codicum AstrologorumGraecorum, pp. 39-46; Catalogue des Manuscrits alchimi-ques grecs, p. 144; Mondrain, “Les manuscrits grecs demédecine”, pp. 267-284; Bernasconi, Un gruppo di codicigreci, pp. 254-268; The Occult Sciences in Byzantium, pp.25-26. Il manoscritto e le sue illustrazioni sono l’argomen-to della ricerca di dottorato di chi scrive, tuttora in corso.Il manoscritto presenta due numerazioni differenti: qui siseguirà quella impressa a inchiostro nell’angolo inferioredi ogni foglio.

84 In particolare, si notino le riproduzioni dei fronte-spizi del Dioscuride di Vienna raffiguranti i grandi medi-ci dell’antichità (ff. 418v-419r e 426r), il tondo dedicato-rio a Giuliana Anicia, qui indicata come Sophia (f. 378v),Dioscuride che riceve la mandragora (f. 379r) [tav.LXVIII], Dioscuride intento alla scrittura mentre un pit-tore disegna la mandragora (f. 426v). Si veda sulla trasmis-sione di queste illustrazioni: Capparoni, Intorno ad unacopia, pp. 63-69.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 83

435v. Le immagini sono affiancate da didascalie,simili a quelle che accompagnano le miniature delcodice laurenziano. Rispetto al manoscritto fioren-tino, manca l’illustrazione del Banco di Ippocrate enon sono state riprodotte le prime due illustrazionidei metodi di cura della lussazione della spalla, pro-babilmente perché già troppo rovinate quando lacopia è stata eseguita. Inoltre, undici scene riprodu-cono in maniera speculare quelle del codice lauren-ziano, una particolarità che caratterizza molte altreminiature del codice bolognese dovuta forse al pro-cedimento di copiatura utilizzato da chi ha esegui-to le immagini. Le scene di cura sono raffiguratesotto cornici architettoniche, che hanno però unaspetto completamente bidimensionale: le lunette,le colonne e le loro basi sono interamente copertedi motivi decorativi (scacchiere, nastri intrecciati,punte di freccia, grate, gemme e perle). Molti parti-colari delle scene di cura (ad esempio il colore e lafoggia degli abiti dei personaggi, e la posizione dimalati e assistenti) dichiarano chiaramente la deri-vazione di queste immagini dal manoscritto lauren-ziano; tuttavia le figure mostrano numerosi frain-tendimenti nella resa del metodo di cura e nellarappresentazione degli strumenti utilizzati85.

Sono elencate di seguito le scene di cura dellelussazioni trasmesse dal manoscritto bolognese(per brevità sono indicati solo il tipo di articolazio-ne a cui si riferiscono e gli strumenti usati per lariduzione): f. 420r: spalla, con il tallone del medi-co; f. 421r: spalla, sollevando il paziente sulla spal-la dell’assistente; f. 422r: spalla, con una piccolascala; f. 422v: spalla, con un bastone a forma dipestello (speculare rispetto all’illustrazione delmanoscritto laurenziano); f. 423r: spalla, con ilbattente di una porta; f. 423v: spalla, con l’a"mbh(speculare); f. 424r: vertebre, con il paziente lega-to a testa in giù su una scala; f. 424v: mano, conpressione del palmo del medico (speculare); f.425r: spalla, con la sedia tessalica; f. 425v: verte-bre, con il paziente legato a testa in su sulla scala(speculare); f. 427r: vertebre, con il paziente in tra-zione e medico seduto sul paziente; f. 428r: gamba,con il Banco di Ippocrate e pressione delle manidel medico; f. 428v: vertebre, con il paziente in tra-zione e medico in piedi sul paziente (speculare); f.429r: anca, con paziente e testa in giù e medicosospeso al paziente, per il femore lussato in avanti:f. 429v: anca, con l’otre; f. 430r: anca, con il Bancodi Ippocrate e medico seduto sul paziente (specu-lare); f. 430v: anca, paziente a testa in giù e medi-co sospeso al paziente, per il femore lussato all’in-terno (speculare); f. 431r: anca, con il Banco di

Ippocrate e un’asse di legno; f. 431v [tav. LXXII]:vertebre, con il paziente in trazione e un’asse dilegno; f. 432r: anca, con il Banco di Ippocrate euna leva; f. 432v: anca, con il paziente a cavalcionidi una scaletta e un vaso (speculare); f. 433r: anca,con il Banco di Ippocrate; f. 433v [tav. LXXIII]:anca, con il paziente a cavalcioni di una trave e unvaso (speculare); f. 434r: mano, con il tallone delmedico; f. 434v: gomito, con le mani del medico(speculare); f. 435r: mascella; f. 435v: gomito, conil braccio sospeso (speculare).

Le illustrazioni del manuale Sulle fasciaturesono invece raccolte in quattro fogli (ff. 380r, 383r,384v, 385r) [tavv. LXVIII-LXX] e riprendono conqualche variante quelle del codice laurenziano; ri-producono nove illustrazioni di fasciature alla te-sta eseguite su ritratti maschili privi di cornici, di-ciannove illustrazioni di fasciature al busto e albacino (in parte realizzate su personaggi di cui nonsono state disegnate le gambe) e dodici illustrazio-ni di fasciature per gambe, mani e piedi86. L’esiguonumero di raffigurazioni di fasciature per la testa(sono ventinove nel manoscritto laurenziano) puòessere dovuto alla perdita, o alla mancata copiatu-ra, di altri due fogli ciascuno con nove illustrazio-ni di fasciature per la testa, simili al f. 385r [tav.LXX]. Ogni immagine è affiancata dal nome dellafasciatura raffigurata.

Si riporta il contenuto dei quattro fogli del codi-ce bolognese con illustrazioni delle fasciaturedescritte da Sorano (i nomi delle fasciature sonodati in italiano, procedendo da sinistra a destra edall’alto in basso): al f. 380r [tav. LXVIII]: pube atre capi, pube a quattro capi, pube a sei capi, fion-da per i genitali, ceraunio, fasciatura a guida dicarro semplice, fasciatura a guida di carro doppia,fasciatura a guida di carro quadrupla. Al f. 383r:fionda per la mano, fasciatura per il carpo, fascia-tura da palestra per la mano, fasciatura opposta,ascia, fasciatura circolare, rombo a metà gamba,testuggine, polirombo su una gamba, corda fenicia,calzare, calcagno. Al f. 384v [tav. LXIX]: corazza,corda semplice, corda doppia, geranide doppio,corazza con fascia di sostegno, primo tipo di gera-nide doppio, altra corazza, geranide semplice,fasciatura per inguine doppia, fasciatura sospenso-

85 MacKinney, Medical Illustrations, p. 92, fig. 91.A ;Murdoch, Album of Science, p. 184, fig. 168b.

86 Mancano due delle tre illustrazioni di bendaggi alseno e al pube dipinte nel manoscritto laurenziano sufigure femminili, la terza illustrazione di bendaggio alseno sembra qui raffigurata su di un uomo.

FRANCESCA MARCHETTI84

ria a sei capi (qui raffigurata su una figura maschi-le, nel codice laurenziano è raffigurata su di unafigura femminile), corazza con brache. Al f. 385r[tav. LXX]: fasciatura dell’intera testa, polirombo,rombo, falere a rombo, plex, sostegno, fasciaturamista , semirombo sul naso, ierace o aquila.

5.2. Il codice gr. 2248 della Bibliothèque Nationaledi Parigi.

Il codice parigino gr. 2248 [tav. LXXVI] è unmanoscritto cartaceo composto da due partidistinte, riunite insieme probabilmente nel 1603,quando il codice fu rilegato con la coperta checonserva ancora oggi87. La prima parte del mano-scritto è una copia del testo del laurenziano pluteo74.7 eseguita sotto la direzione di Giano Lascaris;Ferdinando Balami, archiatra del papa Paolo III,nella sua traduzione latina del trattato di Galenosulle ossa De ossibus ad tirones pubblicata nel1535, racconta di un codice molto antico che papaClemente VII affidò a Lascaris perché ne emen-dasse i testi corrotti: quest’ultimo, che già primaaveva salvato il manoscritto dalle “rovine dellaGrecia”, portò a termine l’opera correggendo e in-tegrando i testi88. La copia della raccolta di Niceta(probabilmente assieme al manoscritto laurenzia-no), dopo la morte di Lascaris, nel 1534, passònella biblioteca del cardinale Niccolò Ridolfi: iltesto, accuratamente emendato, riproduce tutto ilcontenuto della raccolta di Niceta, compresi i trat-tati di Apollonio di Cizio e di Sorano di Efeso, chefurono copiati lasciando spazio per delle illustra-zioni mai realizzate89.

La seconda parte del manoscritto consta invecedi una serie di disegni di argomento chirurgicoeseguiti grossolanamente a penna quasi sempre suun solo lato del foglio, a volte leggermente acque-rellati con un colore marrone o nero; in molti casi,si nota la presenza di un disegno inciso nella cartasotto il tratto di inchiostro, forse indizio di ricalca-tura. Un epigramma di Lascaris copiato all’iniziodel codice parigino gr. 2247 (la copia cinquecente-sca della raccolta di Niceta di cui si parlerà quisotto) ha permesso di attribuire la paternità deidisegni ad un suo contemporaneo, Giovanni San-torino di Rodi, un medico greco appartenente allacerchia del cardinale Ridolfi90.

Ogni disegno è numerato, e la numerazionesegue quella dell’indice della raccolta di Niceta delmanoscritto laurenziano: vi si trovano disegni difasciature, nodi e macchine da trazione riconduci-

bili ad un testo di Oribasio e disegni di fasciatureriferite a Galeno91. Le illustrazioni di metodi di

87 Omont, Inventaire, p. 221; Grmek, “Vestigia dellachirurgia greca”, pp. 52-60; Kellett, Santorinos of Rhodes.

88 “Cumque superioribus mensibus Florentiae inMedicea Bibliotheca plures de luxationibus, deque aliis,quae ad rem chirurgicam faciunt reperirentur Autores,uno contenti codice, eoque vetustissimo, hunc negligenterscriptum, multisque mendis, et temporum iniuria depra-vatum, Clemens VII Pont. Maximus, Iano Laschari virodoctissimo tradidit, qui ut iam pridem hunc librum egraeciae ruinis erutum servaverat, sic summo cum studiocuraque innumeris purgatum vitiis in pristinam prope for-mam eum restituit”, dal proemio di Ferdinando Balami a:Galenus, De ossibus. Ferdinando Balamio siculo interprete.Il testo di Balami è stato segnalato in: Epigrammi greci.Giano Laskaris, a cura di Meschini [Pontani], p. 193. Esuccessivamente da Grmek; secondo lo studioso, Lascarisnegli ultimi anni della sua vita si era legato al cardinaleNiccolò Ridolfi: alla morte di Lascaris, nel 1535, il lauren-ziano pluteo 74.7 su cui Lascaris aveva lavorato e la suacopia passarono nella biblioteca del cardinale. Il testo delcod. 2248 di Parigi non fu scritto da Lascaris stesso ma daun calligrafo di nome Giorgio Balsamon; il suo nome èmenzionato nella breve descrizione del manoscritto nelcatalogo della biblioteca del cardinale Ridolfi e nell’inven-tario di beni mobili appartenenti alla regina di FranciaCaterina de’ Medici (dopo la morte del cardinale Ridolfi isuoi libri furono infatti acquisiti da Pietro Strozzi, e acqui-stati in seguito da Caterina de’ Medici). In: Grmek,“Vestigia della chirurgia greca”, pp. 53-54.

89 Il testo Sulle lussazioni di Apollonio si trova tra i ff.290r-320v: al termine della spiegazione di ogni metodo dicura si trovano la didascalia che nel codice laurenziano ac-compagna la miniatura e uno spazio bianco sufficiente adaccogliere una illustrazione (nel caso in cui lo spazio sullapagina sia insufficiente, la pagina successiva è lasciata inbianco). Il testo Sulle fasciature di Sorano si trova tra i ff.324v-339v, ricopiato su due colonne di scrittura: in ognicolonna si trova la descrizione di una sola fasciatura, se-guita dal nome della fasciatura stessa. La parte inferioredella colonna è lasciata vuota, e destinata anche in questocaso, con ogni probabilità, ad una illustrazione.

90 L’epigramma è riportato in: Epigrammi greci. GianoLaskaris, a cura di Meschini [Pontani], pp. 86-87. E in tra-duzione italiana in: Grmek, “Vestigia della chirurgiagreca”, p. 56. Il medico Guido Guidi (di cui si parlerà piùavanti) in un passo della sua traduzione latina di un testodella raccolta di Niceta, si riferisce a Giovanni Santorinodi Rodi dicendo che è medico, e che è legato come lui alcardinale Niccolò Ridolfi. In: Hirst, “Salviati illustrateur”,pp. 19-28, in part. p. 23.

91 I disegni sono spesso accompagnati da scritte checitano i nomi degli autori dei trattati medici che dovevanoprobabilmente illustrare e da lettere e didascalie che indi-cano i nomi delle fasciature o degli strumenti rappresen-tati. Una analisi più dettagliata del ricchissimo repertoriodi disegni tramandato da questo manoscritto dovrà essereaffrontata in altra occasione.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 85

cura delle lussazioni del testo di Apollonio di Ciziosi trovano tra i ff. 565r e 600r: non appaiono ordi-nate secondo la sequenza del manoscritto lauren-ziano e sono inframmezzate da alcuni altri disegni(forse a causa di turbamenti nell’ordine delle carteoccorsi durante la rilegatura). Sono presenti tuttele illustrazioni menzionate nel testo di Apollonio,compresa quella raffigurante la cura della lussazio-ne delle vertebre per mezzo della trazione e dellaspinta delle mani del medico scomparsa dal codi-ce laurenziano per la perdita di un foglio. Le sce-ne, disegnate a tutta pagina e spesso inquadrate inun semplice rettangolo tracciato a penna, presen-tano i vari metodi di cura in maniera simile al ma-noscritto laurenziano, mostrando però una rap-presentazione più corretta delle apparecchiatureutilizzate per le riduzioni delle lussazioni (in parti-colare del Banco di Ippocrate, confuso nel lauren-ziano con la tavola di legno usata per mettere intrazione la schiena). I personaggi sono quasi sem-pre vestiti (generalmente hanno larghe brache lun-ghe fino al ginocchio) e in molti casi indossano tur-banti o copricapi di altro genere [tav. LXXVI].

Si riportano di seguito le illustrazioni di scene diriduzione delle lussazioni contenute nel manoscrit-to parigino (si indica per brevità solo l’articolazionelussata e gli strumenti usati per la riduzione): f.565r: spalla, con l’a"mbh (in basso c’è una raffigura-zione dell’ a"mbh stesso); f. 598r: spalla, con il pugnodel medico; f. 569r: spalla, con il battente di unaporta; f. 570r: spalla, con una porta bipartita (unaversione che segue l’interpretazione di Galeno delprecedente metodo di cura); f. 571r: gomito, con ilbraccio sospeso; f. 572r: gomito, con le mani delmedico; f. 573r: mano, con pressione del palmo delmedico; f. 574r: mano, con il tallone del medico; f.575r: mascella; f. 576r: vertebre, con il paziente le-gato a testa in giù su una scala; f. 577r: vertebre, conil paziente legato a testa in su sulla scala; f. 578r:vertebre, con il paziente in trazione e la pressionedelle mani del medico (corrispondente alla minia-tura che si trovava sul foglio perduto del codice lau-renziano); f. 579r: vertebre, con il paziente in tra-zione e il medico seduto sul paziente; f. 580r: verte-bre, con il paziente in trazione e il medico in piedisul paziente; f. 581r: vertebre, con il paziente in tra-zione e un’asse di legno; f. 582v: anca, con il pazien-te a testa in giù e il medico sospeso al paziente, peril femore lussato all’interno; f. 583r: anca, conl’otre; f. 584r: anca, con il paziente a cavalcioni diuna scaletta e un vaso; f. 585r: anca, con il pazientea cavalcioni di una trave e un vaso; f. 588r: anca,con il Banco di Ippocrate; f. 588r bis: anca, con il

Banco di Ippocrate e una leva; f. 589r: anca, con ilBanco di Ippocrate e un’asse di legno; f. 590r: anca,con il Banco di Ippocrate e il medico seduto sul pa-ziente; f. 591r: anca, con il Banco di Ippocrate e lapressione delle mani del medico; f. 591r bis: anca,con paziente e testa in giù e medico sospeso al pa-ziente, per il femore lussato in avanti; f. 592r: spal-la, con il tallone del medico; f. 593r: spalla, solle-vando il paziente sulla spalla dell’assistente; f. 594r:spalla, con un bastone a forma di pestello; f. 595r:spalla, con una piccola scala; f. 599r: spalla: con ledita del medico; f. 600r [tav. LXXVI]: spalla, con lasedia tessalica; f. 603r: Banco di Ippocrate.

Le illustrazioni delle fasciature descritte daSorano si trovano tra i ff. 645r e 656r: anche inquesto caso, i disegni rappresentano le fasciaturein maniera più realistica rispetto alle illustrazionidel codice laurenziano, e spesso hanno un aspettomolto diverso da quelle. Mancano le illustrazionidi quattro fasciature (geranide doppio, ceraunio,fasciatura a guida di carro doppia, pube e sei capi);sono invece rappresentati i bendaggi per la testanon più visibili nel laurenziano pluteo 74.7 a causadei danneggiamenti occorsi ad alcune carte. In ge-nere, le varie parti della fasciatura sono indicatecon delle lettere; in alcuni casi il disegno dellafasciatura è affiancato da un disegno della bendache deve essere utilizzata per realizzarlo. Le fascia-ture sono in genere copiate in fogli suddivisi in seiriquadri (tre nella colonna di destra, tre nella co-lonna di sinistra); non sono ordinate da destra asinistra, ma dall’alto in basso (questo può far pen-sare che siano state copiate da un testo di Soranodisposto su due colonne). Molti riquadri sono statilasciati vuoti, o sono occupati dal disegno dellafascia che deve essere utilizzata per eseguire unbendaggio raffigurato accanto.

È elencato di seguito il contenuto dei fogli delmanoscritto parigino che trasmettono le illustrazio-ni dei bendaggi descritti da Sorano (si procede dal-l’alto in basso e da destra a sinistra): al f. 645r: scri-minatura, pileo, coppa, mitra, thais, semirombo. Alf. 646r: lepre con orecchie, basilisco, fasciaturasemplice per occhi, fasciatura doppia per occhi,naso, ierace o aquila. Al f. 647r: semirombo sulnaso, bavaglio semplice, bavaglio doppio, occhiosingolo, sostegno, falere. Al f. 648r: fasciaturamista, falere a rombo, occhio doppio, plex, poli-rombo, fasciatura dell’intera testa. Al f. 649r: guan-cia, mento, rombo. Al f. 650r: geranide semplice,primo tipo di geranide doppio, corda semplice,corda doppia, corazza, altra corazza. Al f. 651r:corazza con fascia di sostegno, corazza con brache,

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fasciatura a guida di carro semplice, fasciatura aguida di carro quadrupla. Al f. 652r: fasciaturasospensoria a quattro capi (con accanto il disegnodella benda), fasciatura sospensoria a sei capi,fasciatura inguinale semplice, fasciatura inguinaledoppia. Al f. 653r: fasciatura per il pube a tre capi(con accanto il disegno della benda), fasciatura peril pube a quattro capi (con accanto il disegno dellabenda), disegno della benda per eseguire la fascia-tura per il pube a sei capi, che manca. Al f. 654r:fionda per i genitali, fasciatura per il carpo, fascia-tura da palestra per la mano, fionda per la mano(eseguita su un braccio), fasciatura opposta, ascia.Al f. 655r: fasciatura circolare, rombo a metàgamba, testuggine (non è stato disegnato il piede);polirombo su una gamba, corda fenicia. Al f. 656r:calzare, calcagno (il piede è visto di profilo).

5.3. I codici gr. 2247 e lat. 6866 della BibliothèqueNationale di Parigi.

La versione emendata da Lascaris della raccol-ta di Niceta, i disegni di Giovanni Santorino diRodi e il codice laurenziano pluteo 74.7 si trovaro-no (presumibilmente a partire dal 1534 circa) nellabiblioteca del cardinale Ridolfi. Fu questo perso-naggio, in un momento di grande interesse verso itrattati illustrati di argomento medico e anatomi-co, a commissionare una lussuosa copia della rac-colta di Niceta (l’attuale cod. gr. 2247 dellaBibliothèque Nationale di Parigi) [tavv. LXXIV-LXXV] per farne dono al re di Francia FrancescoI. Il codice, eseguito probabilmente alla fine delquarto decennio del Cinquecento, fu copiato sucarta da Christoph Auer (dalla sua bottega roma-na uscirono altri codici destinati alla biblioteca delre di Francia) o da un suo collaboratore, e illustra-to con disegni a penna e inchiostro bruno acque-rellati dallo stile aggiornato al gusto cinquecente-sco, attribuiti a Francesco Salviati e ad un suo ano-nimo collaboratore92. L’iconografia delle scene dicura delle lussazioni e dei disegni di bendaggi è inqualche caso diversa da quella del codice lauren-ziano, e sembra dipendere per molti aspetti daidisegni di Giovanni Santorino di Rodi del cod. gr.2248 di Parigi.

Il testo di Apollonio si trova tra i ff. 190v e234r: le figure realizzate sono nove per il primolibro dedicato alle lussazioni della spalla (l’ordinedelle prime due illustrazioni sembra invertito),undici per il secondo libro dedicato alle lussazionidi gomito, mani, mascella e vertebre (la prima illu-

strazione è fuori posto e precede l’incipit del se-condo libro), sette per il terzo libro dedicato allelussazioni dell’articolazione della gamba (la setti-ma illustrazione è ripetuta due volte). Mancano leultime quattro illustrazioni di metodi di cura dellelussazioni del femore (le pagine a loro riservatesono lasciate in bianco).

Nel dettaglio, le scene di cura delle lussazioniriprodotte nel codice parigino sono: f. 192r: spal-la, con il pugno del medico; f. 193v: spalla con ledita del medico; f. 194v; spalla, con il calcagno delmedico; f. 195v: spalla, con paziente sollevato sullaspalla del medico; f. 196v: spalla con un bastone aforma di pestello; f. 197v: spalla, con una scalettaa pioli; f. 199r: spalla, con l’a"mbh; f. 200r: spalla,con una sedia tessalica; f. 201r: spalla, con unaporta bipartita (si segue l’interpretazione diGaleno del passo ippocratico anziché quella diApollonio, che utilizza un porta a due ante); f.202v: gomito, con il braccio sospeso; f. 204v: go-mito, con le mani del medico; f. 206v: mano, con ilpalmo del medico (si vedono solo le mani e non lafigura del medico); f. 207r: mano, col tallone delmedico; f. 209r: mascella; f. 210v [tav. LXXIV]:vertebre, con paziente legato su una scala a testa ingiù; f. 211v: vertebre, con paziente legato sullascala a testa in su; f. 212v: vertebre, con trazione epressione delle mani del medico; f. 213r: vertebre,con trazione e medico seduto sul paziente; f. 214r:vertebre, con trazione e medico in piedi sul pa-ziente; f. 215: vertebre, con trazione e con un’assedi legno; f. 217v; anca, con il paziente a testa in giùe il medico sospeso al paziente; f. 218v: anca, conl’otre; f. 219r [tav. LXXV]: anca, paziente a caval-cioni di una scaletta e un vaso; f. 220r: anca, con ilpaziente a cavalcioni di una trave e un vaso; f.221v: Banco di Ippocrate; f. 226v: anca, con ilBanco di Ippocrate (la scena è vista dall’alto); ff.228v e 229v: due disegni quasi identici raffiguran-ti la cura della lussazione dell’anca con il banco diIppocrate e una leva, vista dall’alto.

Il testo di Sorano Sulle fasciature è stato copia-to tra i ff. 237r e 251r: contiene ventisei disegni dibendaggi per la testa (realizzati su teste maschili efemminili, prive di incorniciatura), ventuno dise-

92 Omont, Inventaire, p. 221; Francesco Salviati o labella maniera, pp. 40, 321-323 (cat. 133). Su Salviati e ildisegno anatomico si veda Monbeig Goguel, FrancescoSalviati et la Bella Maniera, pp. 15-69, in particolare pp.53-61. Francesco Salviati eseguì probabilmente i disegnidel parigino gr. 2247 nel 1541, al rientro a Roma dopo unperiodo trascorso a Venezia.

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 87

gni di bendaggi per il busto e il bacino (raffiguratisu busti di gusto antiquario che ricordano il Torsodi Belvedere), undici disegni di fasciature perbraccia, gambe mani e piedi (manca il disegnodella fasciatura per il carpo, inoltre due disegni dibendaggi che nel manoscritto laurenziano eranoraffigurati su una mano e una gamba sono qui raf-figurati su due braccia)93.

Si riporta di seguito l’elenco dei fogli del codi-ce parigino gr. 2247 che trasmettono il trattato diSorano Sulle fasciature con l’indicazione dei dise-gni di bendaggi in essi contenuti: f. 237r: scrimina-tura; f. 237v: pileo, coppa; f. 238r: mitra, thais; f.238v: semirombo, lepre con orecchie; f. 239: basi-lisco, fasciatura semplice per occhi, f. 239v. fascia-tura doppia per occhi, naso; f. 240r: ierace o aqui-la, semirombo sul naso; f. 240v: bavaglio semplice,bavaglio doppio; f. 241r: occhio singolo, sostegno,falere; f. 241v; fasciatura mista, falere a rombo; f.242r: occhio doppio, plex; 242v: polirombo,fasciatura dell’intera testa; f. 243r: guancia, mento;f. 243v: geranide doppio (disegnato nello spaziodestinato alla illustrazione della fasciatura a romboper la testa, che manca), geranide semplice (alposto del geranide doppio); f. 244r: primo tipo digeranide doppio, corda semplice; f. 244v: cordadoppia, corazza; f. 245r: altra corazza, corazza confascia di sostegno; f. 245v: corazza con brache,ceraunio; f. 246r: fasciatura a guida di carro sem-plice, fasciatura a guida di carro doppia; f. 246v:fasciatura a guida di carro quadrupla, fasciaturasospensoria a quattro capi; f. 247r: fasciaturasospensoria a sei capi, fasciatura inguinale sempli-ce; f. 247v: fasciatura inguinale doppia, pube a trecapi; f. 248r: pube a quattro capi, pube a sei capi;f. 248v: fionda per i genitali, fionda per la mano(eseguita su di un braccio); f. 249r: spazio vuotodestinato alla fasciatura per il carpo, fasciatura dapalestra per la mano; f. 249v: fasciatura opposta,ascia, fasciatura circolare; f. 250r: rombo a metàgamba, testuggine; f. 250v: polirombo su unagamba, corda fenicia; f. 251r: calzare, calcagno.

Il codice lat. 6866 della Bibliothèque Nationalecontiene invece una versione latina di alcuni testidella raccolta di Niceta, curata dal chirurgo fioren-tino Guido Guidi (che probabilmente partecipòanche all’allestimento del cod. gr. 2247 di Parigi)94.Il testo è corredato da illustrazioni eseguite daFrancesco Salviati e da un suo collaboratore(molto simili a quelle contenute nel parigino gr.2247) e da altre illustrazioni di bendaggi e opera-zioni chirurgiche che probabilmente derivano daidisegni di Giovanni Santorino di Rodi del cod. gr.

2248 di Parigi. Va sottolineato che Guidi non tra-dusse in latino i testi di Apollonio di Cizio Sullearticolazioni e di Sorano di Efeso Sulle fasciature,traducendo invece il commento al trattato ippo-cratico sulle articolazioni di Galeno e un trattatosulle fasciature sempre attribuito a Galeno e facen-do inserire in questi testi le rappresentazioni discene di riduzione delle lussazioni e di fasciature.Il manoscritto lat. 6866, portato in Francia daGuido Guidi nel 1542 assieme al parigino gr. 2247,sembra contenere rispetto a quest’ultimo un mag-gior numero di illustrazioni di mano di FrancescoSalviati. Il testo, con le sue illustrazioni, fu utilizza-to come modello per la edizione a stampa dellaraccolta chirurgica latina di Guido Guidi pubbli-cata a Parigi nel 1544 presso l’editore PierreGaultier, contenente duecentodieci xilografie ese-guite da artisti non identificati95.

93 Manca l’ultimo bendaggio per la testa: per un erro-re il disegnatore ha copiato al suo posto la prima figura dibendaggio per il busto (f. 237r).

94 Nato a Firenze nel 1509, nipote per parte di madredi Domenico Ghirlandaio, Guidi lavorò a Firenze e aRoma. Nel 1542 si trasferì a Parigi, chiamato da FrancescoI. Nel 1547, alla morte del re di Francia, venne chiamatoa Firenze da Cosimo I ed ebbe la cattedra di filosofia emedicina allo Studio di Pisa, dove rimase fino alla morte,nel 1569.

95 Chirurgia e graeco in latinum conversa. Si veda:Hirst, “Salviati illustrateur”, pp. 19-28; Kellett, “School ofSalviati”; e la scheda dedicata alla cinquecentina in:Francesco Salviati o la bella maniera, pp. 324-325 (cat.134). Altre xilografie sicuramente ispirate alla serie di illu-strazioni di Giovanni Santorino di Rodi si trovano anchein una edizione a stampa dei commentari di Galeno altrattato ippocratico Sulla riduzione delle articolazioni,edito a Venezia presso Luca Antonio Giunta (a partiredalla ristampa del 1550 e nelle ristampe successive). Inparte le xilografie di questa edizione sono state riprodot-te in: Galeno, I quattro commentari.

FRANCESCA MARCHETTI88

Le tabelle che seguono mostrano il confrontro tra le illustrazioni dei trattati Sulle articolazioni diApolloni Cinzio (A) e Sulle fasciature di Sorano da Efeso (B) nei manoscritti laurenziano pluteo 74.7,bolognese 3632, parigini greci 2248 e 2247.

Tabella A

LE ILLUSTRAZIONI DEI TESTI DI APOLLONIO DI CIZIO E DI SORANO DI EFESO 89

metodi di riduzione delle lussazioni: laur. plut. 74.7 bon. 3632 paris. gr. 2248 paris. gr. 2247

spalla, con le dita del medico f. 182r f. 599r f. 192rspalla, col pugno del medico f. 183v f. 568r f. 193vspalla, col tallone del medico f. 184v f. 420r f. 592r f. 194vspalla, paziente f. 185v f. 421r f. 593r f. 195vspalla, col bastone a pestello f. 186v f. 422v speculare f. 594r f. 196vspalla, con una scala a pioli f. 187v f. 422r f. 595r f. 197vspalla, con l'ambe f. 189r f. 423v speculare f. 565r f. 199rspalla, con la sedia tessalica f. 190r f. 425r f. 600r f. 200rspalla, col battente di una porta f. 191v f. 423r f. 569rspalla, con porta bipartita,da Galeno f. 570r f. 201rgomito, col braccio appeso f. 194v f. 435v speculare f. 571r f. 202vgomito, con le mani del medico f. 195v f. 434v speculare f. 572r f. 204vmano, col palmo del medico f. 196v f. 424v speculare f. 573r f. 206vmano, col tallone del medico f. 197v f. 434r f. 574r f. 207mascella f. 198v f. 435r f. 575r f. 209rvertebre,paziente su scala, a testa in giù f. 200r f. 424r f. 576r f. 210vvertebre,paziente su scala, a testa in su f. 201r f. 425v speculare f. 577r f. 211vvertebre, con trazione e mani del medico f. perduto f. 578r f. 212vvertebre, con trazione e medico seduto f. 202v f. 427r f. 579r f. 213rvertebre, con trazione e medico in piedi f. 203v f. 428v speculare f. 580r f. 214rvertebre, con trazione e asse di legno f. 204v f. 431v f. 581r f. 215rfemore, con paziente a testa in giù f. 207r f. 430v speculare f. 582v f. 217vfemore, con un otre f. 208r f. 229v speculare f. 583r f. 218vfemore, con scaletta e vaso f. 209r f. 432v speculare f. 584r f. 219rfemore, con trave e vaso f. 210r f. 433v speculare f. 585r f. 220rBanco di Ippocrate f. 211v f. 603v f. 221vfemore, col Banco di Ippocrate f. 217r f. 433r f. 588r f. 226vfemore, col Banco e una leva f. 219r f. 432r f. 588r bis f. 228r e 229vfemore, con Banco e un'asse di legno f. 220v f. 431r f. 589rfemore, col Banco e medico seduto f. 221v f. 427r f. 590rfemore, col Banco e mani del medico f. 222v f. 428r f. 591rfemore, con paziente a testa in giù f. 223v f. 429r f. 591r bis

Tabella B

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nomi dei bendaggi: laur. plut. 74.7 bon. 3632 paris. gr. 2248 paris. gr. 2247

scriminatura f. 228ra f. 645ra f. 237rpileo f. 228rb f. 645ra f. 237vcoppa f. 228va f. 645ra f. 237vmitra f. 228vb f. 645rb f. 238rthais f. 229ra f. 645rb f. 238rsemirombo f. 229rb f. 645rb f, 238vlepre con orecchie f. 229va f. 646ra f. 238vbasilisco f. 229vb f. 646ra f. 239rfasc. semplice per occhi f. 229vb f. 646ra f. 239rfasc. doppia per occhi f. 230ra f. 646rb f. 239vnaso f. 230rb f. 646rb f. 239vierace o aquila f. 230va f. 385r f. 646rb f. 240rsemirombo sul naso f. 230vb f. 385r f. 647ra f. 240rbavaglio semplice f. 230vb f. 647ra f. 240vbavaglio doppio f. 231ra f. 647ra f. 240vocchio singolo f. 231rb f. 647rb f. 241rsostegno f. 231va f. 385r f. 647rb f. 241rfalere f. 231va f. 647rb f. 241rfasc. mista f. 231vb f. 385r f. 648ra f. 241vfalere a rombo f. 232ra f. 385r f. 648ra f. 241vocchio doppio f. 232ra f. 648ra f. 242rplex f. 232rb f. 385r f. 648rb f. 242rpolirombo f. 232va f. 385r f. 648rb f. 242vfasc. dell'intera testa f. 232vb f. 385r f. 648rb f. 242vguancia f. 232vb f. 649ra f. 243rmento f. 233ra f. 649ra f. 243rrombo f. 233rb f. 385r f. 649rageranide doppio f. 233rb f. 384v f. 243vgeranide semplice f. 233va f. 384v f. 650ra f. 243vprimo tipo di geranide doppio f. 233vb f. 384v f. 650ra f. 244rcorda semplice f. 234ra f. 384v f. 650ra f. 244rcorda doppia f. 234rb f. 384v f. 650rb f. 244vcorazza f. 234va f. 384v f. 650rb f. 244valtra corazza f. 234vb f. 384v f. 650rb f. 245rcorazza con fascia di sostegno f. 235ra f. 384v f. 651ra f. 245rcorazza con brache f. 235rb f. 384v f. 651ra f. 245vceraunio f. 235va f. 380r f. 245vfasc. a guida di carro semplice f. 235vb f. 380r f. 651rb f. 246rfasc. a guida di carro doppia f. 236ra f. 380r f. 246rfasc. a guida di carro quadrupla f. 236rb f. 380r f. 651rb f. 246vfasc. sospensoria a quattro capi f. 236va f. 652ra f. 246vfasc. sospensoria a sei capi f. 236vb f. 384v f. 652ra f. 247rfasc. inguinale semplice f. 237ra f. 652ra f. 247rfasc. inguinale doppia f. 237rb f. 384v f. 652rb f. 247vpube a tre capi f. 237va f. 380r f. 653ra f. 247vpube a quattro capi f. 237vb f. 380r f. 653ra f. 248rpube a sei capi f. 238ra f. 380r f. 248rfionda per i genitali f. 238rb f. 380r f. 654ra f. 248vfionda per la mano f. 238va f. 383r f. 654rb f. 248vfasciatura per il carpo f. 238vb f. 383r f. 654rafasciatura da palestra f. 239ra f. 383r f. 654ra f. 249rfasciatura opposta f. 239ra f. 383r f. 654rb f. 249vascia f. 239rb f. 383r f. 654rb f. 249vfasciatura circolare f. 239va f. 383r f. 655ra f. 249vrombo a metà gamba f. 239va f. 383r f. 655ra f. 250rtestuggine f. 239vb f. 383r f. 655ra f. 250rpolirombo su una gamba f. 240ra f. 383r f. 655rb f. 250vcorda fenicia f. 240ra f. 383r f. 655rb f. 250vcalzare f. 240rb f. 383r f. 656ra f. 251rcalcagno f. 240va f. 383r f. 656ra f. 251r