E. Tonello, Per la tradizione della Commedia. Appunti sul copista di Pr, Filologia Italiana, 9, 2012

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Direttori · EditorsSimone Albonico (Lausanne) · Stefano Carrai (Siena)

Vittorio Formentin (Udine) · Paolo Trovato (Ferrara)

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Comitato di lettura · RefereesGino Belloni (Venezia) · Saverio Bellomo (Venezia)

Lucia Bertolini (Chieti-Pescara) · Guido Capovilla† (Padova)Paolo Cherchi (Chicago) · Claudio Ciociola (Pisa, «Normale»)

Luciano Formisano (Bologna) · Giorgio Inglese (Roma, «La Sapienza»)Guido Lucchini (Pavia) · Livio Petrucci (Pisa)

Marco Praloran† (Lausanne) · Brian Richardson (Leeds)Francisco Rico (Barcelona) · Claudio Vela (Cremona-Pavia)

Massimo Zaggia (Bergamo) · Tiziano Zanato (Venezia)

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Redazione · Editorial AssistantFabio Romanini (Trieste)

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PER LA TRADIZIONE DELLA «COMMEDIA».APPUNTI SUL COPISTA DI PR

Elisabetta Tonello*Università di Ferrara

1.

el celebre contributo del 1922, Il più antico testo critico della «Divina Commedia», Giu-seppe Vandelli discute delle eccessivamente abbondanti copie attribuite in passato

a Francesco di ser Nardo.1 Si legge in nota un’osservazione chiave che verrà poi con-fermata e sviluppata da vari paleografi: «Mano diversa […] è di sicuro quella del Laur.xl 35, che ho riscontata in altri codici, come, per es., nel Vat. Urb. 378».2 Prima di lui,Täuber e in seguito Marchesini, attratti dall’omogeneità della produzione dantesca fio-rentina in cancelleresca (ovvero bastarda cancelleresca del tipo cento) condensata nelsecondo quarto del Trecento (ovvero il periodo di massima richiesta e conseguente co-piatura dell’opera in Toscana), avevano ricondotto all’opera di un’unica bottega un nu-mero incredibilmente alto di codici in realtà eterogenei. All’evidente somiglianza gra-fico-codicologica del gruppo del cento si univano alcune conferme testuali dovute asondaggi limitati e poco sistematici, che suggerivano però una base testuale all’appa-renza compatta.3

* [email protected] doveroso ringraziamento per i preziosi consigli e l’aiuto fornitomi va a Sandro Bertelli, Marco Gio-

la, Angelo Eugenio Mecca, Fabio Romanini.1 Offro di seguito una tavola di conversione delle sigle delle famiglie impiegate nel presente saggio.

In parte esse ricalcano le sigle impiegate in np, in parte provengono da altri saggi di cui si dirà in dettaglioalla prima occorrenza nel testo: a0 = a (Mart Triv) e affini; cento& = Ga + Lau + Lo Ricc Tz e relativi affi-ni; cento*& = Lau + Lo Ricc Tz e affini; cento**& = Lo Ricc Tz e affini; p = Clar Laur. 40 1 Pad. 9 Pad. 67Parm. 1060 Ricc. 1119 Stocc e affini; pr& = Pr e affini; vat& = Vat e affini. Si farà uso del corsivo (insiemeai caratteri speciali & * ecc.) per indicare ‘famiglie’ e ‘sottofamiglie’ genealogiche, mentre le stesse siglein tondo saranno usate per riferirsi a modelli grafici, di mise en page, ovvero a consonanze di massima condeterminati tipi testuali. 2 Vandelli 1922 (1989), p. 114.

3 Si vedano Marchesini 1890a; Marchesini 1890b; Cencetti 1956, pp. 247-48.

«filologia italiana» · 9 · 2012

Il saggio si propone di indagare, sotto l’aspet-to testuale, i prodotti del copista di Pr, attivo aFirenze nella seconda metà del Trecento. Dal-l’analisi emergono alcuni dati che possono ri-velarsi utili per comprendere i meccanismi dicopia di una bottega medievale. È stato infattipossibile isolare almeno tre diversi antigrafiprovenienti da diverse zone della tradizione,che sono stati giustapposti nei quattro esem-plari secondo diverse modalità (al cambio difascicolo, di cantica). Il copista doveva quindipossedere vari modelli, che alternava a secon-da dei casi.

The essay aims to investigate, under their tex-tual aspect, the products by the copyist of Pr,operating in Florence in the late fourteenthcentury. The analysis highlights some datathat may be useful to understand the mecha-nisms of copy in a medieval workshop. It ispossible to isolate at least three different anti-graphs from different areas of the tradition,which have been juxtaposed in the four wit-nesses in various ways (at the changing of thefile, of cantica). The scribe might thereforehave followed different models, which he al-ternated depending on the circumstances.

N

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Le osservazioni di Vandelli contribuiscono a distaccare varie costellazioni di mano-scritti dalla congerie del cento, nell’Ottocento ancora assai confusa. Egli isola alcunigruppi dalla fisionomia autonoma sotto il punto di vista paleografico. Lo studioso in-dividua correttamente oltre alle copie di mano di Francesco di ser Nardo un gruppostrozziano (grosso modo, la ‘mano principale’ del cento, studiata recentemente dalla Po-maro), uno facente capo a Lau (Laur. 40 16) e un quarto, che oggi, grazie alle ricerchedi Bertelli1 e della Pomaro,2 è possibile identificare nei manufatti del copista di Pr. Il pa-norama degli scriptoria fiorentini attivi attorno alla metà del secolo diventa così assai piùvariegato. Nonostante siano evidenti i progressi degli ultimi editori della Commedia (so-no da citare almeno Petrocchi e Sanguineti, che hanno contribuito a gettare luce sullagenealogia di alcuni fra questi manoscritti e famiglie), resta invece da sciogliere il nododella compattezza testuale di gruppi come quelli sopraelencati.

Mi dedicherò qui all’esame dei quattro manoscritti noti di mano del copista di Pr ana-lizzando i prodotti di questa bottega dal punto di vista testuale, in modo da far luce suaspetti interni alle dinamiche della sua bottega diversi da quelli paleografico-codicolo-gici. Come è necessario, riporto anzitutto una dettagliata descrizione dei codici in que-stione ricavata, per ragioni di omogeneità, dal catalogo più recente che li esamina tuttie quattro (Boschi Rotiroti 2004) e che segmento, per comodità del lettore, in 5 sezioni.

1 Bertelli 2011. 2 Pomaro 1994; Pomaro 2007.3 Come si ricorderà, il catalogo della Boschi Rotiroti riguarda esclusivamente i codici trecenteschi del-

la Commedia. Ad ogni modo, anche Bertelli 2011 data il ms. al xiv sec. m.

Pr Laur. 40 35 Marc. Zan. 50 Urb. 378

Membr., sec. xiv m.,area fiorentina.

Membr., sec. xv m.[corr. xiv m.],3 areafiorentina.

Membr., sec. xiv m.,Firenze.

Membr., sec. xiv m.,area fiorentina.

Cc. 84; cm 34,4 × 24,3.Fascc. 9 con cesura difascicolo tra le canti-che: i-ii10, iii8 (If ), iv-v10, vi8 (Pg), vii-viii10,ix8 (Pd).

Cc. 84; cm 33,2 × 22,7.Fascc. 9 con cesura difascicolo tra le canti-che: i-ii10, iii8 (If ), iv-v10, vi8 (Pg), vii-viii10,ix8 (Pd).

Cc. 84; cm 38,8 × 27,1.Fascc. 9 con cesura difascicolo tra le canti-che: i-ii10, iii8 (If ), iv-v10, vi8 (Pg), vii-viii10,ix8 (Pd).

Cc. 93; cm 35 × 24,5.Fascc. 10 con cesura difascicolo tra le canti-che: i-iii10 (If ), iv-vi10(Pg), vii-ix10 (Pd), x4-1(Capitoli).

Richiami al centro delmargine inferiore.Bianche le carte 28v,56v, 84v. Quadro digiustificazione e riga-tura a secco; mm 26[264] 54 × 28 [79 (22)79] 35.; rr. 45 / ll. 45 (15terzine).

Richiami al centro delmargine inferiore.Bianche le carte 28v,56v, 84v. Quadro digiustificazione e riga-tura a secco; mm 27[265] 40 × 21 [77 (18) 76]35.; rr. 46 / ll. 45 (15 ter-zine).

Richiami al centro delmargine inferiore.Bianche le carte 28v,56v, 84v. Quadro digiustificazione e riga-tura a colore; mm 23[290] 75 × 31 [78 (22) 79]61.; rr. 46 / ll. 45 (15 ter-zine).

Richiami al centro delmargine inferiore.Bianche le carte 30v,60v, 90v, 93v. Quadrodi giustificazione e ri-gatura a colore; mm25 [276] 49 × 30 [78 (22)75] 40.; rr. 43 / ll. 42 (14terzine).

Testo su due colonnecon le iniziali di terzi-na sporgenti. Una solamano in bastarda can-celleresca (tipo cento).

Testo su due colonnecon le iniziali di terzi-na sporgenti. Una solamano in bastarda can-celleresca (tipo cento).

Testo su due colonnecon le iniziali di terzi-na sporgenti. Una solamano in bastarda can-celleresca (tipo cento).

Testo su due colonnecon le iniziali di terzi-na sporgenti. Una solamano in lettera bastar-da cancelleresca (tipocento).

per la tradizione della «commedia». appunti sul copista di pr 57

Come si sarà notato, tre prodotti su quattro presentano il medesimo numero di fasci-coli, la medesima suddivisione tra le cantiche e le relative pagine bianche di separazio-ne fra esse. L’affinità formale è insomma davvero notevole. Ho confrontato questo as-setto con altri codici che la Boschi Rotiroti accomuna in un primo sottogruppo di mss.di tipo cento.5 Si tratta di un raggruppamento di 43 manufatti condotto sulla base di in-dizi esterni (supporto membranaceo, impaginazione su due colonne, standard decora-tivo medio, prevalente uso della cesura tra le cantiche, scrittura bastarda su base cento)che comprende anche i quattro di mano del copista di Pr. In questa serie, Laur. 40 35,Marc. Zan. 50 e Pr sono i soli, insieme ad un altro pluteo (Laur. 40 14, che appartiene algruppo del cento anche testualmente) a presentare lo stesso rapporto tra fascicolazio-ne e cantiche (i-ii10, iii8 per l’Inferno, iv-v10, vi8 per il Purgatorio, vii-viii10, ix8 per il Pa-radiso) e un numero più basso di fascicoli (9 in tutto) e di carte (84). Infatti, gli altri ma-noscritti, compreso Urb. 378, oscillano tra i 10 e i 12 fascicoli, con pagine bianche 30, 60,90 (invece di 28, 56, 84). Nella naturale varietà delle soluzioni adottate, in ragione forsedella diversa committenza, che è resa ancora più cospicua dalla discontinua presenza dimateriale paratestuale (per es., i capitoli di Jacopo e di Bosone), sembrerebbe possibileisolare questi tre esemplari quali rappresentanti di un virtuale tipo codicologico stabi-le. Il loro comune assetto e mise en page vanno considerati come un approdo da parte diun copista a una soluzione grafica personale, oltre che più economica. I dati esteriorisuggeriscono quindi una prima suddivisione (forse anche diacronica), tra Urb. 378 da unlato e Laur. 40 35, Marc. Zan. 50 e Pr dall’altro, con un loro formato ormai stabile, di-verso da quello più comune nell’area per la stessa tipologia di manufatti.

Un altro fatto degno di nota ha a che vedere con la presenza di un explicit poco con-venzionale, non utilizzato in altri manoscritti del ‘primo sottogruppo’ (tranne che, si-gnificativamente, in Ga e in parte in Triv) e in generale nient’affatto diffuso.6 Il testo (cheriporto da Pr secondo la trascrizione diplomatica offertane dalla Roddewig: «Explicit li-

1 Boschi Rotiroti 2004, p. 137. 2 Ivi, p. 143.3 Ivi, p. 114. 4 Ivi, p. 118. 5 Ivi 2004, pp. 80 sgg.6 Da un esame condotto a campione su più di 200 mss. si rileva, almeno secondo i cataloghi, la pre-

senza dell’explicit in altri cinque codici in totale (Par. 532, Bol. Un. 589 e tre codici assai noti: Pa, Ham eVat: però d’altra mano negli ultimi due).

Pr Laur. 40 35 Marc. Zan. 50 Urb. 378

Iniziali di cantica figu-rate (Dante e Virgilio,Dante e Virgilio nellanavicella, Dante eBeatrice). Iniziali dicanto filigranate. Ini-ziali di terzina toccatedi giallo. Rubriche.1

Iniziali di cantica figu-rate (Dante e Virgilio,Dante e Virgilio nellanavicella, Dante in ginocchio davanti aBeatrice che indica il cielo) da cui si diparteun fregio a cornice.Iniziali di canto filigra-nate. Iniziali di terzinatoccate di giallo. Ru-briche.4

Iniziali di cantica figu-rate dalle quali parteun fregio a fogliami,dischi dorati e uccelli.Iniziali di canto filigra-nate. Iniziali di terzinatoccate di giallo. Ru-briche. Explicit in ros-so.2

Iniziali di cantica figu-rate (Dante e Virgilio,Dante e Virgilio sullanavicella, Dante in gi-nocchio davanti a Bea-trice). Iniziali di cantofiligranate. Iniziali diterzina toccate di gial-lo. Rubriche.3

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ber comedie Dantis alagherij de florentia per eum editus sub anno dominice in carna-tionis [sic] Millesimo trecentesimo de Mense martij sole in ariete luna nona in libra. Quidecessit in civitate ravenne in anno dominice incarnationis millesimo trecentesimo xxiºdie sancte crucis de mense settembris anima cuius in pace requiescat. Amen») comparealla carta 84r di Laur. 40 35, Marc. Zan. 50 e Pr, mentre è assente in Urb. 378.1

2.

Avendo a disposizione un numero considerevole di collazioni (ca. 430 per Inferno e Paradiso e più di 250 per il Purgatorio), baserò la mia analisi su ca. 2/3 della tradizione su-perstite, esclusi i frammenti. Le collazioni, limitate ai 396 luoghi del Barbi accresciuti daalcune decine di loci di provenienza eterogenea, sono frutto del lavoro di una piccolaéquipe, diretta da Paolo Trovato, che ha come obiettivo l’edizione critica del testo dan-tesco.

Prima constatazione. Nonostante l’impressionante affinità formale tra i quattro manufatti, non è il caso di pensare che essi siano anche testualmente simili. Al contra-rio, il fatto che di regola non si rilevino innovazioni congiuntive comuni a tutti i testi-moni obbliga a valutare i prodotti del copista di Pr singolarmente.

Fornisco una Tabella che rende conto della diffusione degli errori più significatividei codici di mano del copista di Pr. Riporto, in ordine alfabetico, a sinistra i mss. che si ac-cordano con la lezione di Petrocchi (P), a destra quelli che se ne differenziano e, seguitidal separatore +, altri mss. che ne condividono la lezione. Per comodità, questa Tavola,come le successive, è articolata in 3 sezioni, a, b e c, che corrispondono alle 3 cantiche. Ilsegno (b) che precede l’indicazione del verso sta ad indicare la paternità barbiana del luogo in questione. Il primo numero (1, 2 o 3) indica la cantica (If, Pg oppure Pd).

Tavola 1. Innovazioni di almeno due mss. del copista di Pr(presenti anche in altri testimoni).

1a)

(b) 1.3.116 gittansi di quel lito ad una ad una P Marc. Zan. 50, Urb. 378] si gitta(n) Laur. 40 35, Pr +An, Alt, Can. 112, Fior. II i 40, Fior. II i 41, Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316, Krakow, Laur. 40 6, Laur.40 24, Laur. 40 32, Laur. 40 34, Laur. 90 sup. 124, Lond. Add. 26836, Marc. ix 31 a’, Ott. 2863, Oxf.D’Orville 552, Par. 527, Ricc. 1002, Ricc. 1024, Ricc. 1037.

(b) 1.5.28 Io venni in loco d’ogni luce muto P Urb. 378] parte Laur. 40 35, Pr + An, Bagno, Barb.4112, Eg. 932, Fior. c.s. C iii 2696, Fior. Pal. 324, Ham. 205, Harl. 3460, Lond. Add. 26836, Ol, Ott.2373, Ott. 2865, Ricc. 1027, Triv. 1045; vegno in parte Marc. Zan. 50.2(b) 1.12.16 Lo savio mio inver’ lui gridò: «Forse P Marc. Zan. 50, Urb. 378] lo mio maestro Laur. 4035 Pr + An, Eg. 932, Eg. 2567, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Laur. 40 31, Lond. Add. 26836, Par. 527, Vat.Lat. 7566.

(b) 1.18.23 novo tormento e novi frustatori P] novi frustati Laur. 40 35, Marc. Zan. 50 + An, Can. 112,Can. 115, Fior. Pal. 319, Laur. 40 3, Laur. 40 10, Laur. 40 32, Lond. Add. 26836, Vat. Lat. 7566; novitormenti Pr, Urb. 378.3

1 Roddewig 1984, p. 243.2 Il Marc. Zan. 50 presenta la stessa lezione di Laur. 40 35, Pr da cui si distacca per una lieve divergen-

za formale che interessa la flessione verbale, lasciando intatta la variante sostanziale.3 È possibile ipotizzare che l’errore di anticipo di Laur. 40 35 e Marc. Zan. 50 si innesti sul livellamen-

to dei plurali di Pr e Urb. 378.

per la tradizione della «commedia». appunti sul copista di pr 59

(b) 1.21.71 e volser contra lui tutt’ i runcigli P Pr] (in)ver(so) Laur. 40 35, Marc. Zan. 50 + Ars. 8531,Bagno, Barb. 4112, Bresl. Mil. 3 9043, Bud, Can. 104, Can. 115, E, Est. It. 196, Est. It. 1664, F, Fior.Pal. 316, Fior. Pal. 319, Laur. 40 3, Laur. 40 7, Laur. 40 10 (volson), Lond. Add. 26836 (volson), Ricc.1027, Ricc. 1039, Ricc. 1115, U, Ubn, Vat. Lat. 7566; porser c. l. Urb. 378.

(b) 1.30.18 e del suo Polidoro in su la riva P] el suo bel Laur. 40 35, Marc. Zan. 50 + An, Ashb. 836,Bo. Arch. a 418, Can. 97, Can. 103, Correr, Cors. 610, Cors. 1368 bis, Eg. 932, Est. it. 1664, Fior. II i31, Fior. II iii 207, Ham. 206, Harl. 3459, Harl. 3460, Laur. 40 5, Laur. 40 28, Laur. 40 33, Laur. 40 36,Laur. 90 sup. 123, Lond. Add. 26836, Marc. ix 31 b, Marc. Zan. 52, Manch. 49, Mart. 5, Ott. 2863,Panc. 1, Par. 69, Parm. 3181, Ricc. 1011, Ricc. 1029, Ricc. 1047, Ricc. 1049 b = c, Triv. 1082, Vat. Lat.7566; el bel suo Pr, Urb. 378.1(b) 1.34.43 e la destra parea tra bianca e gialla P Marc. Zan. 50, Urb. 378] mi parea Laur. 40 35, Pr +An, Barb. 4071, Bodm. 56, Cambr. Mm 2 3 a, Can. 98, Can. 112, Can. 115, Co, Cors. Ross. 61, Eg. 932,Est. it. 1664, Fior. b.r. 39, Fior. II i 31, Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316, Fior. Pal. 317, Gamb, Laur. 42 13,Laur. 42 14, Laur. 42 17, Laur. 90 sup. 122, Laur. Acq. 326, Lond. Add. 26836, Marc. ix 33 b, Marc. ix183, Nap. xiii c 1, Panc. 5, Par. 527, Ricc. 1006, Trent, Triv. 1086”, Vat. Pal. 1728, Vat. Ross. 1069.

1b)

(b) 2.2.35 Trattando l’aere con l’etterne penne P] traendo l’ale Marc. Zan. 50, Pr + Ash. App. 7,Cors. 1939, Eg. 932, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316, Laur. 40 11, Laur. Acq. 218, Laur. Acq.326, Lond. Add. 26836, Marc. Zan. 54, Par. 69, Par. 527; Trattando l’ale Laur. 40 35, Urb. 378.

(b) 2.23.106 Ma se le svergognate fosser certe P Laur. 40 35, Urb. 378] sventurate Marc. Zan. 50, Pr+ Cat. B 38, Cors. 610, Cors. 1939, Eg. 932, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316, Ga, Glasgow233, h.h. 517, Laur. Acq. 218, Laur. 40 10, Laur. 40 11, Laur. 40 25, Mart, Par. 527, Ricc. 1012, Triv.

(b) 2.30.40 Tosto che ne la vista mi percosse P Urb. 378] luce mi(a) Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr+ An, Cat. B 38, Cors. 1939, Eg. 932, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Ga, Laur. 40 10, Laur. 40 11, Laur.Acq. 218, Morg. m 341, Par. 527, Ricc. 1012, Sydney, Vat, Vat. Lat. 7567.

(b) 2.32.13 Ma poi ch’al poco il viso riformossi (rifer-) P Laur. 40 35, Urb. 378] a poco a poco Marc.Zan. 50, Pr + Cat. B 38, Co, Eg. 932, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Laur. Acq. 219, Par. 527, Ricc. 1031.

(b) 2.33.123 che l’acqua di Letè non gliel nascose P Urb. 378] ’l fiume Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr(nol ti n.) + An, Cat. B 38, Eg. 932, Fior. II i 40, Fior. c.s. C iii 1261, Fior. Pal. 315, Ga (nasconde),Laur. Acq. 218, Oxf. It. e 6, Par. 527, Ricc. 1012, To, Vat. Lat. 7567.

1c)

(b) 3.17.56 più caramente; e questo è quello strale P] caramente – quell’è Marc. Zan. 50, Pr + Barb.4071, Eg. 932, Eg. 2628, Par. 529, Laur. 40 23; caramente – quell’è questo Laur. 40 35; pienamente– questo è Urb. 378.

(b) 3.17.81 son queste rote intorno di lui torte P Urb. 378] ite intorno / sì intorno Laur. 40 35, Marc.Zan. 50, Pr + An, Eg. 932, Laur. 40 11, Laur. 40 23.

(b) 3.18.18 mi contentava col secondo aspetto P Urb. 378] conteneva – sereno Laur. 40 35, Marc. Zan.50, Pr + An, Ashb. 831, Can. 98, Eg. 932, Eg. 2628, Fior. Pal. 315, Laur. 40 11, Laur. 40 14, Laur. 4023, Laur. 40 33, Laur. 42 16, Laur. Acq. 218, Par. 527, Ricc. 1008, Trev.

(b) 3.23.114 ne l’alito di Dio e nei costumi P Urb. 378] via nell’abito Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr+ Ash. App. 1, Crema, Eg. 932, Fior. II iv 2, Fior. II x 29, h.h. 513, Laur. 40 11, Laur. 40 23, Laur. 4033, Laur. Acq. 218, Morg. m 341, Par. 1298, Ricc. 1008, Ricc. 1012, Ricc. 1027, Ricc. 1033.

1 Pr Urb. 378 da un lato e Laur. 40.35 Marc. Zan. 50 dall’altro sembrerebbero ancora mostrare un com-portamento simile, presentando all’incirca la stessa variante sostanziale.

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(b) 3.30.124 Nel giallo de la rosa sempiterna P Urb. 378] ciglio Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr + Cat,Eg. 932, Fior. Pal. 315, Laur. Acq. 326, Laur. 40 8, Laur. 40 11, Laur. 40 23, Laur. 40 33, Laur. Acq.218, Par. 527, Par. 542.

Un primo dato, lampante, è la quasi totale assenza di lezioni comuni all’Urb. 378 e aglialtri manoscritti del copista di Pr. Nonostante la varietà delle combinazioni presentate,negli altri mss. sembra prevalere un testo di tipo Pr. Appunto a Pr risale infatti il mag-gior numero di innovazioni condivise in buona parte da Laur. 40 35 e Marc. Zan. 50”,che sono, entrambi, contaminati per giustapposizione.1 Il Laur. 40 35 segue la lezione diPr in Inferno e in Paradiso, per distaccarsene in Purgatorio. Nella cantica centrale infattisi riscontra un dettato di tipo cento. Il Marciano invece, come ho cercato di dimostra-re,2 è in relazione per la prima parte dell’Inferno (ca. 13 canti) con un testo prossimo ada (la celebre coppia Mart Triv), e solo al cambio di fascicolo inizia a presentare regolar-mente lezioni di tipo Pr. Si tenga conto, in particolare, di una lacuna, congiuntiva, chesembra legare più strettamente Marc. Zan. 50 e Pr: entrambe le copie presentano unacaduta di terzina a Pg xxxii 46-48.

Come risulta evidente già a compulsare l’apparato di Petrocchi, il testo Pr è prossimoalla lezione di cento**& e specialmente a quella di Lo, ma è il caso di aggiungere che trale lezioni caratteristiche di questo assetto testuale sono incluse anche uscite di tipo vat.

3.

Conclusioni diverse si impongono per il ms. formalmente isolato, Urb. 378, che mostrauna forte convergenza con il testo del cento**&. L’antigrafo di tipo cento viene seguitopiuttosto pedissequamente, senza che siano avvertibili influenze contaminatorie. Offroquindi una breve lista dei luoghi che compaiono nell’Urb. 378 e caratterizzanti il grup-po del cento, ampiamente studiato dal punto di vista stemmatico e paleografico.3

Mi baso, anche per questa tavola, sull’intero testimoniale a mia disposizione, ma ri-nuncio, per questioni di spazio, a dar conto del centinaio di mss. riconducibili più o me-no strettamente alla ben nota lezione di Ga Lau Lo Ricc Tz. Si farà riferimento a que-sto cospicuo, ma saldo, gruppo ricorrendo, a seconda dei casi, alle sigle cento& ocento*& o, infine, cento**&. Per non appesantire inutilmente la Tabella non si riporte-ranno nemmeno eventuali, inevitabili oscillazioni che riguardino una minoranza dei te-stimoni appartenenti alle diverse costellazioni del cento. Registro invece sistematica-mente le sigle dei pochi altri codici, al di fuori di questi, che presentano la medesimalezione.

Tavola 2. Errori e innovazioni di Urb. 378 e cento&o di Urb. 378 Laur. 40 35 e cento&.

2a)

(b) 1.3.7 dinanzi a me non fur cose create P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr] noi Urb. 378 + cento*&+ Ambr d 47 inf., Ash. App. 1, Barb. 4116, Est. It. 747, h.h. 513, La (rev), Laur. 40 24, Madr. 10057,Po (manca Ga).

1 Tonello, Trovato 2011. 2 Tonello 2013.3 Impiego qui sigle già introdotte nell’uso in np: cento = Ga Lau Lo Ricc Tz; cento* = Lau Lo Ricc Tz;

cento** = Lo Ricc Tz.

per la tradizione della «commedia». appunti sul copista di pr 61

(b) 1.4.24 nel primo cerchio che l’abisso cigne P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50] cinghio Urb. 378 + Pr+ cento*& + Ambr. d 47 inf., Chig. L viii 294, Co, Fior. II i 40, Laur. 40 18, Laur. 40 34, Laur. 4217, Marc. ix 31 a’, Marc. Zan. 55, Par. 70, Par. 527, Par. 531, Par. 532, Parm. 113, Ricc. 1017, Ricc. 1027,To, Triv. 1048 (manca Ga).

(b) 1.5.73 Io cominciai: Poeta volentieri P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr] maestro Urb. 378 + cen-to*& + Barb. 4116, Eg, h.h. 515, La (rev), Laur. 40 23, Laur. Strozz. 148, Marc. ix 183, Mart. 5, Ricc.1034, Tor. 1742, Triv. 1048, Triv. 1073 (manca Ga).

(b) 1.11.84 men Dio offende e men biasimo accatta? P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr] però men Urb.378 + cento*& + Ars. 8531, Barb. 4092, Borgh. 365, Class. 6, Fior. II i 36, Fior. II i 38, Laur. 40 12,Laur. Strozz. 155, Lond. Add. 10317, Magl. vii 1334, Marc. ix 183, Par. 1298 (manca Ga).

(b) 1.11.108 prender sua vita e avanzar la gente P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr] figlia Urb. 378 +cento**& + Ars. 8531, h.h. 515, Laur. 40 28, Ricc. 1115 (suo figlio), Tor. 1783 (manca Ga).

(b) 1.17.6 vicino al fin d’i passeggia(n)ti marmi P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50] fiume Urb. 378 + Pr+ cento**& + Ars. 8531, Ambr. d 47 inf., Ashb. 404, Barb. 3974, Can. 107, Eg. 932, Fior. II i 36, Ga(a fiumi), h.h. 515, Laur. 40 12, Laur. 40 21, Laur. 40 23, Marc. ix 30, Par. 540, Ricc. 1024.

(b) 1.18.82 E ’l buon maestro sanza mia dimanda P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50] Lo mio Urb. 378 +Pr + cento& + Ambr. d 47 inf., Ars. 8506, Barb. 4092, Bost. 11, Cambr. Gg 3 6, Can. 95, Can. 107,Cas. 251, Class. 6, Dant, Fior. II i 36, Fior. Pal. 322, Ga, h.h. 515, Laur. 40 10, Laur. 40 12, Laur. 4021, Laur. 40 32, Laur. 40 36, Laur. Acq. 326, Lond. Add. 10317, Lond. Add. 19587, Marc. ix 30, Marc.ix 183, Par. 1298, Per. l 70, Ricc. 1018, Ricc. 1115, Sien. I vi 29, Triv. 1048, Triv. 1081.

(b) *1.24.104 la polver si raccolse per sé stessa P] cener Urb. 378 + Pr, Laur. 40 35, Marc. Zan. 50 +cento& + Ambr. d 47 inf., An, Ars. 8506, Barb. 4113, Barb. 4116, Bo. Arch. a 418, Bost. 11, Can. 95,Can. 112, Can. 115, Cors. 1368, Cors. Ross. 61, Eg. 932, Fior. II i 36, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Fior.Pal. 316, Fior. Pal. 322, Ga, La (rev), Laur. 40 10, Laur. 40 12, Laur. 40 21, Laur. 40 26, Laur. 40 32,Laur. 90 inf. 42, Laur. Acq. 219, Laur. Acq. 220, Laur. Strozz. 148, Laur. Strozz. 160, Lond. Add.10317, Lond. Add. 26836, Marc. ix 30, Marc. ix 183, Morg. m 341, Par. 70, Par. 527, Par. 1298, Par.1470, Parm. 1473, Ricc. 1115, Ricc. 1025, Ricc. 1027, Sidney, Tor. 1783, Triv. 1048.

(b) 1.29.55 giù ver’ lo fondo là ’ve la ministra P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr] sinistra Urb. 378 +cento**& + Ambr. d 47 inf., Ga, h.h. 515, h.h. 517, Laur. 90 sup. 128, Ricc. 1115.

2b)

(b) 2.1.88 Or che di là dal mal fiume dimora P Marc. Zan. 50, Pr] mare fo’ Urb. 378 + Laur. 40 35 +cento*& + An, Correr, Fior. II i 30, Laur. c.s. 443, Marc. ix 127, Marc. ix 276, Par. 76, Triv. 1056,Vat. Lat. 7567.

(b) 2.2.10 Noi eravam lunghesso ’l mare ancora P Marc. Zan. 50, Pr] andavam Urb. 378 + Laur. 4035 + cento& + An, Ash. App. 2, Can. 112, Clar, Correr, Laur. 40 27, Laur. 90 sup. 141, Lond. Add.10317, Ricc. 1027, Vat. Lat. 7567.

(b) 2.2.124 Come quando, cogliendo biado o loglio P Marc. Zan. 50] E chome richolgliendo Urb. 378+ Laur. 40 35 + cento& (‒ Lau, Tz) + An, Bo. Arch. a 418, Br. af xi 32, Cambr. Gg 3 6, Clar, Cor-rer, Laur. 40 27, Laur. 90 sup. 141, Sidney, Triv. 1045, Vat. Lat. 7567; come quando accoliendo Pr.

(b) 2.11.132 come fu la venuta lui largita P Marc. Zan. 50, Pr] sua Urb. 378 + Laur. 40 35 + cento*&+ An, Ash. App. 2, Bodm. 56, Br. af xi 32, Br. ag xii 5, Can. 112, Cas. 251 (fu la sua venuta l.), Cor-rer, Laur, Laur. 40 25, Laur. 90 sup. 141, Mart. 5, Ricc. 1011, Ricc. 1027, Sidney, Triv. 1056, Vat. Lat.7567, Ver. Sem. 334.

(b) 2.18.83 Pietola più che villa mantoana P] Cortese – nulla Urb. 378 + Laur. 40 35 + cento& +Ashb. 405, Ashb. 829, Ash. App. 2, Harl. 3460, Laur. 40 34, Laur. Strozz. 148, Panc. 1, Parm, Ricc.1025, Ricc. 1027, Ricc. 1049c, Vat. Lat. 7567; pietosa – nulla Marc. Zan. 50, Pr.

62 elisabetta tonello

(b) 2.19.125 e quanto fia piacer del giusto Sire P Marc. Zan. 50, Pr] alto Urb. 378 + Laur. 40 35 + cen-to& + Ashb. 405, Ash. App. 2, Ash. App. 10, Bud, Cass, Cambr. Mm. 2 3a, Fior. Pal. 319, Laur. 4034, Laur. Pal. 73, Par. 544, Ph, Ricc. 1027, Ver. Sem. 334.

(b) 2.21.105 ma non può tutto la virtù che vuole P Marc. Zan. 50, Pr] vuol Urb. 378 + Laur. 40 35+ cento*& + Laur. 40 34.

(b) 2.22.81 ond’io a visitarli presi usata P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr] feci Urb. 378 + cento*& +Ash. App. 2, Ashb. App. 10, Capp. 266, Laur. Strozz. 148, Ricc. 1027, Ver. Sem. 334.

(b) 2.23.5 vienne oramai, ché ’l tempo che n’è imposto P] omai – n’è posto Urb. 378 + cento*& +Ashb. 827, Ash. App. 2, Can. 112, Cas. 251, Cass, La, Laur. 40 15, Laur. 40 27 (imposto), Laur. Pal.73, Marc. ix 429, Par. 76, Ph, Ricc. 1017, Ricc. 1027, Ricc. 1029, Sien. I ix 31, Tempi 1, Vat. Lat. 10678(venite o.); oggimai – n’è posto Laur. 40 35; oggimai – c’è imposto Marc. Zan. 50, Pr.

(b) 2.23.44 ma ne la voce sua mi fu palese P Marc. Zan. 50, Pr] faccia Urb. 378 + Laur. 40 35 + cen-to**& + Ashb. 827 ([sua]), Cass, Co (fè p.), Landau 123 (mi fè p.), Laur. 40 37, Marc. ix 429, Tem-pi 1, Ricc. 1024, Ricc. 1027, Triv. 1045, Vat. Lat. 7567, Ver. Cap. 814.

(b) 2.23.84 dove tempo per tempo si ristora P Marc. Zan. 50, Pr] là ove tema per tema Urb. 378 +Laur. 40 35 + cento*&.

(b) 2.23.97 O dolce frate, che vuo’ tu ch’io dica P Pr] padre Urb. 378 + Laur. 40 35 + cento**& +Brux, Glasgow 233, Harl. 3459, Marc. ix 692, Mart. 5, Par. 77, Po, Ricc. 1027; frate ‒ or che vuo’ tuch’io dica Marc. Zan. 50.

(b) 2.24.61 e qual più a gradire oltre si mette P Marc. Zan. 50, Pr] a riguardar più Urb. 378 + Laur.40 35 + cento*& + Mart. 5, Ricc. 1027, Sidney.

(b) 2.27.87 fasciati quinci e quindi d’alta grotta P Marc. Zan. 50] tutti quindi da la Urb. 378 + Laur.40 35 + cento*& + Ashb. App. 10, Cass, Durazzo 11, Marc. ix 33 b, Sien. I ix 31, Vat. Lat. 7567; quin-ci e quindi da la Pr.

(b) 2.29.135 ma pari in atto e onesto e sodo P Laur. 40 35 Marc. Zan. 50, Pr] con istato Urb. 378 + cen-to**& + Ashb. 829, Ashb. 835, Ashb. App. 1, Ashb. App. 7, Ashb. App. 10, Bol, Borgh. 365, Br. af xi32, Br. ag xii 5, Can. 97, Capp. 263, Cass, Fior. II i 42, Fior. c.s. C iii 2696, Fior. Pal. 316, Im. 31, Kor-nik, Laur. 40 9, Laur. 40 18, Laur. 40 37, Laur. 90 sup. 120, Laur. 90 sup. 129, Laur. 90 sup. 130, Laur.c.s. 443, Laur. Pal. 72, Laur. Pal. 73, Marc. ix 128, Nap. xiii c 3, New Haven 428, Ol, Par. 75, Par. 531,Ph, Ricc. 1011, Ricc. 1119, Ricc. 1024, Ricc. 1038, Sidney, Val. 397, Ver. Cap. 814, Ver. Sem. 334.

2c)

(b) 3.14.49 onde la vision crescer convene P] condizion Urb. 378 + Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr +cento** (‒ Tz)& + Ambr. c 198 inf., An, Can. 116, Cat, Cop. 411, Eg. 932, Fior. II i 36, Fior. II i 40,Fior. Pal. 315, Gamb, Harl. 3459, Laur. 40 11, Laur. 40 12, Laur. 40 23, Laur. 40 33, Laur. 90 sup. 128,Marc. ix 37, Marc. ix 488, Marc. Zan. 52, Oxf. D’Orville 552, Panc. 3, Pad. 2, Pad. 316, Par. 73, Par.529, Par. 527, Per. d 58, Ricc. 1002, Ricc. 1011, Ricc. 1036, Triv. 1048, Triv. 1057, Triv. 1084, Vat. 10272.

(b) 3.21.103 sì mi prescrisser le parole sue P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr] spronaron Urb. 378 +cento**(‒ Ricc Tz)& + Laur. 40 8, Oxf. D’Orville 552, Ricc. 1002, Ricc. 1036.

(b) 3.23.42 e fuor di sua natura in giù s’atterra P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr] matera Urb. 378 +cento (‒ Tz)& + Ashb. 404, Ash. App. 1, Ash. App. 6, Bodm. 56, Cambr. Mm 2 3 bis, Co, Crema,Fior. II iv 135, Fior. Pal. 318, Gv, Ham. 202, Ham. 205, h.h. 513, Landau 123, Laur. 40 4, Laur. 40 8,Laur. 40 36, Laur. 90 sup. 124, Laur. Acq. 326, Marc. ix 428, Marc. ix 429, Marc. Zan. 53, Pa, Parm.113, Quer. b i 9, Ricc. 1034, Sien. I ix 20, Triv. 1056, Well. 1035.

(b) 3.33.114 mutandom io a me si travagliava P Laur. 40 35, Marc. Zan. 50, Pr] imitandomi(o) Urb.378 + cento**& + Ambr. d 47 inf., Ash. App. 7, Barb. 4092, Bo. Arch. a 321, Borgh. 365, Cambr. Gg.3 6, Cambr. Mm. 2 3b, Cors. 1939, Crema, Fior. II i 36, Fior. II iii 194, Ga, Gv, Ham. 205, Korn,

per la tradizione della «commedia». appunti sul copista di pr 63

Laur. 40 10, Laur. 40 26, Laur. 40 28, Laur. 40 38, Laur. 90 sup. 124, Laur. 90 sup. 127, Ott. Lat. 2358,Panc. 3, Par. 69, Par. 1298, Per. d 58, Ricc. 1027, Ricc. 1034, Ricc. 1094, Sien. I ix 20, Triv. 1048, Triv.1078, Yates Thompson 36.

Urb. 378 mostra di dipendere da cento** con continuità e compattezza, presentando iprincipali errori caratteristici della famiglia. Altro fatto degno di nota è che dove, comegià accennato, Laur. 40 35 si distacca nel Purgatorio dalle lezioni del gruppo di Pr per se-guire il comportamento di cento** (Tav. 2b), la stragrande maggioranza delle usciteconcorda con Urb. 378, ovvero, a tutt’oggi, l’unico rappresentante superstite di tipo cen-to entro i manoscritti del copista di Pr. A fronte di una maggioranza compatta di erro-ri della famiglia, Laur. 40 35 reca però, nel Purgatorio, anche qualche sporadico accordocon Marc. Zan. 50 e Pr contro Urb. 378, forse imputabile a meccanismi mnemonici delcopista. Viceversa, Marc. Zan. 50 e Pr in qualche caso si apparentano a Urb. 378 e cento.Questi casi sono dovuti, come si vedrà in seguito, ad un influsso del cento costitutivodel tipo pr.

Notevole inoltre, a 2.32.39, l’accordo esclusivo di Laur. 40 35 con Ga e Vat. Lat. 7567 (difoglie e d’altra fronda in ciascun ramo P] di fiori et d’ogne fronda con suo Ga Laur. 40 35Vat. Lat. 7567), che coinvolge questi tre soli codici tra i ca. 250 collazionati per il Purga-torio.1

Sebbene i risultati cui si giunge siano da considerarsi parziali e necessitino di ulterio-ri approfondimenti, i dati più evidenti sembrano difficilmente controvertibili. La situa-zione testuale dei 4 mss., decisamente variegata per quanto riguarda i loro modelli, puòessere sintetizzata nella Tabella che segue.

Mss. di mano del Copista di Pr

Segnatura Data If Pg Pd

Pr xiv m. pr pr prLaur. 40 35 xiv m. pr cento**& prMarc. Zan. 50 xiv m. If i 1-If xiii 111 a0;2 If xiii 111-xxxiv pr pr prUrb. 378 xiv m. cento**& cento**& cento**&

4.

Quanto ai tre codici restanti di mano di Pr, è possibile isolare una piccola serie di mss.che mostrano una spiccata affinità col parigino (e, con le limitazioni di cui sopra, conLaur. 40 35 e Marc. Zan. 50), evidente se si osserva la Tavola 1. Gli errori ivi presentatisono infatti condivisi da pochissimi altri codici all’interno del cospicuo testimoniale di

1 Va quindi aperta una piccola parentesi sul Vaticano, una Commedia del xv sec. divisa in tre codici(Vat. Lat. 7566 per l’Inferno, 7567 per il Purgatorio, 7568 per il Paradiso) che si presenta come stretto affinedel Laur. 40 35 per le prime due cantiche. In Paradiso invece se ne discosta, per andare ad inserirsi in unsottogruppo dipendente da bocc&. A dimostrazione del legame tra il Vat. Lat. 7567 e il Laur. 40 35 bastirinviare ai luoghi 1.12.16, 1.18.23, 1.21.71, 1.30.18, 2.30.40, 2.33.123 della Tavola 1 e i loci 2.1.88, 2.2.10, 2.2.124,2.11.132, 2.18.83, 2.23.44, 2.27.87 della Tavola 2 cui si possono facilmente aggiungere innovazioni esclusivedella coppia come quella a 1.6.34 (Noi passavam su per l’ombre che adona P] tra), a 1.11.84 (men Dio of-fende e men biasimo accatta? P] biasimo meno), a 2.30.15 la revestita voce alleluiando P] rovistata). Nume-rosi i separativi tra i due mss., che rinuncio a documentare, ma che, insieme agli svariati casi di lezioniinterlineari e marginali fa pensare a un caso di contaminazione extrastemmatica di lezioni.

2 Con la sigla a0 si vuole indicare la famiglia cui appartengono Mart Triv (= a), che ho cercato di de-finire in un altro mio contributo (Tonello 2013).

64 elisabetta tonello

cui dispongo. Analizzo quindi in modo sistematico il piccolo schieramento di mss. checompaiono più frequentemente e con una certa sistematicità dopo il separatore +.

Si può anticipare che, anche tra i recentiores, il tipo testuale più produttivo presenta intutte e tre le cantiche lezioni caratteristiche di tipo pr. Raggruppo pertanto, nell’elencoche segue i codici che presentano le innovazioni tipiche di Pr, avendo cura di distinguerei codici contaminati per giustapposizione attraverso il ricorso agli apici; l’apice singolo(’) indicherà la porzione del testo che discende dal primo antigrafo utilizzato, quello dop-pio (’’), le parti ricavate dal secondo e così via.1 Fornisco nelle altre colonne alcuni datiesterni, riferiti naturalmente al codice nella sua interezza. Nella quinta colonna, si/nostanno ad indicare la presenza/assenza del particolare explicit, di cui si è detto sopra.

1 Così, per es., il Laur. 40 35 verrà indicato come Laur. 40.35’ per la prima e l’ultima cantica, nelle qualimostra di copiare da un testo di tipo pr e Laur. 40.35” per il Purgatorio, che dipende dal secondo modello(cento). Marc. Zan. 50 a sua volta, sarà Marc. Zan. 50’ fino a If xiii 111 per la parte che deriva da un primomodello di tipo a, mentre Marc. Zan. 50” indicherà il segmento successivo, dove il ms. mostra di segui-re il dettato pr.

2 A partire dalla c. 166v, come segnala Boschi Rotiroti 2004, p. 124, subentra una seconda mano. Per-tanto, a partire dal canto xvi del Paradiso il ms. non rientra più nella famiglia: il secondo scriba copia daun testo di tipo parm.

3 Un discorso particolare andrebbe fatto per questo prodotto del copista Francesco Filipetri che sem-brerebbe ripercorrere lo stesso andamento di Marc. Zan. 50, ossia i primi xiii canti avvicinabili ad a e larestante parte affine a pr&, ma complicata da una contaminazione diffusa con un testo di vat&. Per que-sto viene considerato parte del gruppo solo a partire da If xiii.

Ms. Data Localizzazione Scrittura Explicit

Cat. b 38(da Pg xii)

xv s.m.(Roddewig 1984)

Sud (?) Corsiva no

Eg. 932 xv m.(Bertelli 2007)

Venezia Corsiva no

Fior. II i 402 xiv u.q. (BoschiRotiroti 2004)

Toscana Corsiva no

Fior. Pal. 315 1383 (BoschiRotiroti 2004)

Firenze Mercantesca no

Fior. Pal. 316(If-Pg)

xiv t.q. (BoschiRotiroti 2004)

Firenze Bastarda canc. no

Laur. 40 11 xiv m.(Bertelli 2011)

Firenze Littera textualis si

Laur. 40 23(Pd)

xiv ex. (BoschiRotiroti 2004)

Firenze Bastarda no

Laur. 40 33(da If xiii)3

1479(Roddewig 1984)

Romagna Corsiva no

Laur. 40 35 xiv m.(Bertelli 2011)

Firenze Bastarda canc.(tipo cento) si

per la tradizione della «commedia». appunti sul copista di pr 65

Fornisco ora, a riprova della sua compattezza, una breve lista di errori caratteristici dellasottofamiglia, che chiamo pr&. Come si vedrà, alcune delle lezioni caratteristiche delgruppo sono già state presentate nella Tavola 1 e vengono qui riutilizzate. Le segnalocon **.

Tavola 3. Errori caratteristici di pr&(= Cat. b 38”, Eg. 932, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’, Laur. 40 11,

Laur. 40 23”, Laur. 40 33”, Laur. 40 35’, Laur. Acq. 218”, Marc. ix 31 a’,Marc. Zan. 50”, Par. 527, Pr, Vat. Lat. 7566)

3a)

(b) **1.3.116 gittansi di quel lito ad una ad una P Eg. 932, Laur. 40 11, Vat. Lat. 7566] si gitta(n) pr&(‒ Eg. 932, Laur. 40 11, Vat. Lat. 7566) + An, Alt, Can. 112, Fior. II i 41, Krakow, Laur. 40 6, Laur.40 24, Laur. 40 32, Laur. 40 34, Laur. 90 sup. 124, Lond. Add. 26836, Ott. 2863, Oxf. D’Orville 552,Ricc. 1002, Ricc. 1024, Ricc. 1037.

(b) 1.5.84 vegnon per l’aere dal voler portate P Eg. 932, Laur. 40 11, Laur. 40 35’, Vat. Lat. 7566] vannopr& (‒ Eg. 932, Laur. 40 11, Vat. Lat. 7566) + Fior. II i 33, Laur. 40 17, Marc. Zan. 53, Par. 76, Ricc. 1115.

(b) 1.6.97 ciascun rivedrà la trista tomba P Laur. 40 11, Laur. 40 35’, Vat. Lat. 7566] ritroverà pr& (‒Laur. 40 11, Laur. 40 35’, Vat. Lat. 7566), ma Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’ (sua t.) + Barb.4113, Berl, Fior. II i 41, Glasgow 233, Landau 123 (sua t.), Laur. 90 inf. 41 (sua t.), Morg. m 341 (sua t.).

1.7.109 e io che di mirare stava inteso Fior. Pal. 315, Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. 40 35’, Vat. Lat.7566] carimirare – (atteso) pr& (‒ Fior. Pal. 315, Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. 40 35’, Vat. Lat.7566), manca Fior. II i 40.

1 Si potrebbe aggiungere a questa serie un sottogruppo del quale fanno parte An, Lond. Add. 26836,Laur. 40 10 ma, trattandosi di un caso particolarmente complicato, preferisco rimandare alla trattazionepiù diffusa che ne farò nella mia tesi di dottorato Ricerche sulla tradizione manoscritta tre e quattrocentescadella «Commedia», Università degli Studi di Ferrara.

Ms. Data Localizzazione Scrittura Explicit

Laur. Acq. 218(Pg-Pd)

1390 (BoschiRotiroti 2004)

Bergamo Bastarda canc. si

Marc. ix 31 a(If)

xiv u.q. (BoschiRotiroti 2004)

Firenze Mercantesca no

Marc. Zan. 50 xiv m. (BoschiRotiroti 2004)

Firenze Bastarda canc.(tipo cento)

si

Par. 527 xv in.(Roddewig 1984)

? Bastarda no

Pr xiv m. (BoschiRotiroti 2004)

Firenze Bastarda canc.(tipo cento)

si

Vat. Lat. 75661 xv ex.(Roddewig 1984)

Toscana Corsiva no

66 elisabetta tonello

(b) **1.12.16 Lo savio mio inver’ lui gridò: «Forse P Fior. Pal. 316’, Laur. 40 11, Marc. ix 31 a’] lo miomaestro pr& (‒ Fior. Pal. 316’, Laur. 40 11, Marc. ix 31 a’) + An, Eg. 2567, Laur. 40 31, Lond. Add.26836; lo savio mio gridò ver lui Laur. 40 33”

(b) 1.17.50 or col ceffo or col piè quando son morsi P Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’ Laur. 40 33”, Laur.40 35’, Marc. Zan. 50”, Par. 527, Vat. Lat. 7566] piè – ceffo pr& (‒ Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’, Laur.40 33”, Laur. 40 35’, Marc. Zan. 50”, Par. 527, Vat. Lat. 7566) + Bo. Univ. 4091, Cambr. Mm 2 3a,Cors. 610, Franc, Ham. 205, La, Laur. 40 15, Laur. 40 31, Ott. 2358, Par. 79, Par. 530, Par. 1298, Ricc.1024, Triv. 1045, Triv. 1078, Triv. 1079.

(b) **1.30.18 e del suo Polidoro in su la riva P] el suo bel pr& (‒ Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’, Laur.40 11, Marc. ix 31 a’, Par. 527, Pr) + An, Ashb. 836, Bo. Arch. a 418, Can. 97, Can. 103, Correr, Cors.610, Cors. 1368 bis, Est. it. 1664, Fior. II i 31, Fior. II iii 207, Ham. 206, Harl. 3459, Harl. 3460, Laur.40 5, Laur. 40 28, Laur. 40 36, Laur. 90 sup. 123, Lond. Add. 26836, Marc. ix 31 b, Marc. Zan. 52,Manch. 49, Mart. 5, Ott. 2863, Panc. 1, Par. 69,1 Parm. 3181, Ricc. 1011, Ricc. 1029, Ricc. 1047, Ricc.1049 b = c, Triv. 1082; el bel suo Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’, Pr; e del suo bel Vat. Lat. 7566; el suoP. Fior. II i 40.

(b) 1.32.35 eran l’ombre dolenti ne la ghiaccia P Fior. II i 40, Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. 40 35’,Marc. Zan. 50” (nelunghiaccia), Vat. Lat. 7566] di quell’ombre pr& (‒ Fior. II i 40, Laur. 40 11, Laur.40 33”, Laur. 40 35’, Marc. Zan. 50”, Vat. Lat. 7566).

(b) 1.33.26 più lune già quand’io feci ’l mal sonno P] lieve prima pr& (‒ Fior. Pal. 316’, Laur. 40 11,Laur. 40 33”, Laur. 40 35’, Marc. ix 31 a’, Marc. Zan. 50”, Vat. Lat. 7566) + Barb. 4071; la notte pri-ma Fior. Pal. 316’; lieve già Laur. 40 11, Laur. 40 35’, Marc. Zan. 50”; lume già Laur. 40 33”, Marc.ix 31 a’, Vat. Lat. 7566.

(b) **1.34.43 e la destra parea tra bianca e gialla P Fior. II i 40, Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Marc. ix 31a’, Vat. Lat. 7566, Marc. Zan. 50”] mi parea pr& (‒ Fior. II i 40, Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Marc. ix31 a’, Vat. Lat. 7566, Marc. Zan. 50”) + An, Barb. 4071, Bodm. 56, Cambr. Mm 2 3a, Can. 98, Can.112, Can. 115, Co, Cors. Ross. 61, Est. it. 1664, Fior. b.r. 39, Fior. II i 31, Fior. Pal. 317, Gamb, Laur.42 13, Laur. 42 14, Laur. 42 17, Laur. 90 sup. 122, Laur. Acq. 326, Lond. Add. 26836, Marc. ix 33 b,Marc. ix 183, Nap. xiii c 1, Panc. 5, Ricc. 1006, Trent, Triv. 1086”, Vat. Pal. 1728, Vat. Ross. 1069.

3b)

(b) **2.2.35 Trattando l’aere con l’etterne penne P] traendo l’ale pr& + Ash. App. 7, Cors. 1939,Laur. Acq. 326, Lond. Add. 26836, Marc. Zan. 54, Par. 69.

(b) 2.7.43 Ma vedi già come dichina il giorno P Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. Acq. 218”, Marc.Zan. 50”] omai pr& (‒ Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. Acq. 218”, Marc. Zan. 50”) + Can. 112, Co,Laur. 90 sup. 133, Laur. Acq. 219, Par. 69.

(b) 2.8.129 del pregio de la borsa e de la spada P] del valore pr& (‒ Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur.Acq. 218”, Marc. Zan. 50”) + Par. 69; della bontà Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. Acq. 218”, Marc.Zan. 50”.

(b) 2.9.74 che là dove pareami prima rotto P] colà dove veder pareami il pr& (‒ Laur. 40 11, Laur. 4033”, Marc. Zan. 50”), ma [il] Eg. 932, Laur. Acq. 218” + Laur. c.s. 407; che là dove veder pariemiLaur. 40 11, Laur. 40 33”, Marc. Zan. 50”.2

1 Par. 69 è un ms. che in più punti rivela una natura contaminatoria. Segue per lo più il comporta-mento di pr& e, più nello specifico, quello di Fior. Pal. 316’, ma presenta anche molte uscite cento e dialtre zone della tradizione.

2 Nonostante la minima variante a inizio verso, Laur. 40 11, Laur. 40 33” e Marc. Zan. 50” presentanoin definitiva l’innovazione dei restanti membri di pr&.

per la tradizione della «commedia». appunti sul copista di pr 67

2.16.35 rispuose; e se veder fummo non lascia P Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. Acq. 218, Marc. Zan.50”] lume pr& (‒ Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. Acq. 218, Marc. Zan. 50”).

(b) 2.22.81 ond’io a visitarli presi usata P Cat. b 38”, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Laur. 40 11, Laur. 4033”, Laur. Acq. 218”, Marc. Zan. 50”] perch’io pr& (‒ Cat. b 38”, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Laur.40 11, Laur. 40 33”, Laur. Acq. 218”, Marc. Zan. 50”) + Barb. 3644, Co, Fior. II x 29, Harl. 3459, Morg.m 341, Laur. 40 13.

(b) 2.22.87 fer dispregiare a me tutte altre sette P Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. Acq. 218”, Marc.Zan. 50”] dispiacere pr& (‒ Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. Acq. 218”, Marc. Zan. 50”) + Laur. 90inf. 41, Laur. 90 sup. 129, Parm. 101.

(b) 2.23.106 Ma se le svergognate fosser certe P] sventurate pr& + Cors. 610, Cors. 1939, Ga, Gla-sgow 233, h.h. 517, Laur. 40 10, Laur. 40 25, Mart, Ricc. 1012, Triv.

(b) 2.26.72 lo qual ne li alti cuor tosto s’attuta P] atti il cuor – si muta pr& (‒ Cat. b 38”, Laur. 4033”, Laur. 40 11, Laur. Acq. 218”, Marc. Zan. 50”) + An, Capp. 266 (Nel qual), Laur. 40 10, Marc.ix 33 b, Par. 69; atti lo cuor tutto si muta Cat. b 38”; atti lor – si muta Laur. 40 33”; alti/atti cuor –si muta Laur. 40 11, Laur. Acq. 218”, Marc. Zan. 50”.

(b) 2.26.75 per morir meglio, esperïenza imbarche P] viver pr& + An, Ash. App. 2, Caetani, Cambr.Mm. 2 3a, Capp. 263, Cass, Est. It. 1513, Fior. II i 42, Ga, Laur. 40 9, Laur. 40 10, Laur. 90 sup. 132,Laur. Pal. 72, Lond. Add. 26771, Nap. xiii c 3, Par. 69, Par. 544, Ricc. 1012, Ricc. 1027, Sien. I ix 31,Val. 397, Vat, Vat. 3197, Vat. 10272.

(b) 2.27.41 mi volsi al savio duca, udendo il nome P Laur. 40 11, Marc. Zan. 50”] mio pr& (‒ Laur.40 11, Laur. 40 33”, Laur. Acq. 218”, Marc. Zan. 50”) + Caetani, Durazzo 11, Laur. 40 5, Laur. 90sup. 132, Laur. Strozz. 162, Lond. Add. 26771, Pad. 2, Par. 69, Parm. 3181; udendo al duca mio chia-mare ’l nome Laur. 40 33”; mi volsi al viso duca udendo il nome Laur. Acq. 218”.

(b) 2.30.4 e che faceva lì ciascuno accorto P Laur. 40 11, Laur. Acq. 218”, Marc. Zan. 50”] ciascun fa-ceva lì (chi Cat. b 38”) così pr& (‒ Fior. Pal. 316’, Laur. 40 11, Laur. Acq. 218”, Marc. Zan. 50”); man-ca Laur. 40 33”.

(b) **2.32.13 Ma poi ch’al poco il viso riformossi (rifer-) P Fior. Pal. 316’, Laur. 40 11, Laur. Acq. 218”]a poco a poco pr& (‒ Laur. 40 11, Laur. Acq. 218”, Fior. Pal. 316’) + Co, Laur. Acq. 219, Ricc. 1031.

3c)

(b) **3.17.81 son queste rote intorno di lui torte P Cat. b 38”, Fior. Pal. 315, Laur. Acq. 218”, Par. 527]ite intorno / sì intorno pr& (‒ Cat. b 38”, Fior. Pal. 315, Laur. 40 23”, Laur. 40 33”, Par. 527) + An;in questo loco torte Laur. 40 33”; intorno [di lui] torte Laur. 40 23”, Laur. Acq. 218”.

(b) **3.18.18 mi contentava col secondo aspetto P] conteneva – sereno pr& (‒ Cat. b 38”) + An, Ashb.831, Can. 98, Eg. 2628, Laur. 40 14, Laur. 42 16, Ricc. 1008, Trev; del s. a. Cat. b 38”.

(b) **3.23.114 ne l’alito di Dio e nei costumi P Urb. 378] via nell’abito pr& (‒ Cat. b 38”, Fior. Pal.315, Par. 527) + Ash. App. 1, Crema, Fior. II iv 2, Fior. II x 29, h.h. 513, Morg. m 341, Par. 1298, Ricc.1008, Ricc. 1012, Ricc. 1027, Ricc. 1033; ne l’abito Cat. b 38”, Fior. Pal. 315, Par. 527.

(b) **3.30.124 Nel giallo de la rosa sempiterna P Urb. 378] ciglio pr& + Laur. Acq. 326, Laur. 40 8,Par. 542.

Alla luce delle considerazioni svolte nei primi paragrafi sulla contiguità formale tra iprodotti di mano Pr e i 43 codici del ‘primo sottogruppo’ del cento e della conclamataconvergenza testuale di Urb. 378 nella sua interezza e Laur. 40 35 per la cantica centrale,non stupirà il fatto che questa sottofamiglia, pur così caratterizzata, sia riconducibile ab-bastanza docilmente all’assetto testuale del cento**. Lo dimostra una serie di innova-zioni congiuntive cento**& e pr&.

68 elisabetta tonello

Tavola 4. Innovazioni congiuntive di cento& e pr&.

1.4.143 Ipocrate Avicenna e Galieno P Laur. 40 33”, Laur. 40 35’, Vat. Lat. 7566] Avicenna Ipocrate /Ipocras cento*& + pr& (‒ Laur. 40 33”, Laur. 40 35’, Vat. Lat. 7566).

(b) 1.24.104 la polver si raccolse per se stessa P Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Marc. ix 31 a’, Vat. Lat. 7566]cener cento& + pr& (– Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Marc. ix 31 a’, Vat. Lat. 7566).

(b) 2.20.9 da l’altra parte in fuor troppo s’approccia P pr& (‒ Cat. b 38”, Eg. 932, Pr)] tutto cento& +Cat. b 38”, Eg. 932, Pr.

3.3.18 a quel ch’accese amor tra l’uom e ’l fonte P Cat. b 38”, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Laur. 40 11,Laur. 40 33”, Laur. 40 35’, Par. 527] fronte cento**& + pr& (‒ Cat. b 38”, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315,Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Laur. 40 35’, Par. 527).

(b) 3.4.132 ch’al sommo pinge noi di collo in collo P] ’l ver cento**& + pr&.

(b) 3.10.77 si fuor girati intorno a noi tre volte P] me cento**& + pr& (fuor si girati Laur. 40 11).

(b) 3.10.133 Questi onde a me ritorna il tuo riguardo P] quest’ordine cento**& + pr& (‒ Cat. b 38”),questo onde a me torna Cat. b 38”.

(b) 3.12.40 quando lo ’mperador che sempre regna P] lassù cento**& + pr&.

(b) 3.14.49 onde la vision crescer convene P] condizion cento**& + pr&.

(b) 3.16.10 Dal voi’ che prima Roma sofferie P Laur. Acq. 218”] l’uom cento**& + pr& (‒ Laur.Acq. 218”).

Tuttavia, come si è anticipato, sia i 3 mss. di mano Pr, sia i loro affini, accolgono una se-rie di innovazioni che si ritrovano esclusivamente in vat&. Nello specifico, vale la penasegnalare alcuni tra gli errori più stringenti di tipo vat& condivisi esclusivamente conpr&.1 Non distinguo le naturali oscillazioni dei numerosissimi codici appartenenti allanota famiglia di vat, mentre riporto nel dettaglio il comportamento dei codici di pr&.

Tavola 5. Errori caratteristici di vat& e pr&.

(b) 1.28.71 e cu’ io vidi in su terra latina P Marc. Zan. 50”] vidi già (in) su vat& + pr& (‒ Eg. 932,Fior. II i 40, Laur. 40 11, Marc. Zan. 50”, Vat. Lat. 7566); vidi su Fior. II i 40, Laur. 40 11; vidi su inVat. Lat. 7566; che già ti viddi vivo in su Eg. 932.

(b) 2.5.38 di prima notte mai fender sereno P] mezza vat& + pr&.

(b) 2.11.103 Che voce avrai tu più, se vecchia scindi P] fama – ([più]) vat& + pr&.

(b) 2.12.13 ed el mi disse: “Volgi li occhi in giùe P] quando vat& + pr&.

(b) 2.12.14 buon ti sarà, per tranquillar la via P] alleggiar vat& + pr&.

(b) 2.12.29 celestïal giacer, da l’altra parte P] star vat& + pr&.

(b) 2.13.121 tanto ch’io volsi in su l’ardita faccia P] levai vat& + pr&.

(b) 3.24.61 E seguitai: “Come ’l verace stilo P] cominciai vat& + pr&.

(b) 3.25.135 tutti si posano al sonar d’un fischio P] quetan vat& + pr& (‒ Eg. 932).

(b) 3.27.140 pensa che ’n terra non è chi governi P] sappi vat& + pr&.

Tenterò ora di tracciare uno stemma dei codici appartenenti al gruppo pr&. Si sarà no-tata una certa incostanza da parte di alcuni membri del gruppo. Le naturali oscillazio-

1 Mecca 2013.

per la tradizione della «commedia». appunti sul copista di pr 69

ni dovute al processo di copia si infittiscono, come è noto, nell’eventualità di una fami-glia che risale all’attività di un copista di professione. Nel caso in esame è lecito ipotiz-zare che il copista di Pr abbia firmato più testi perduti della Commedia, che naturalmentenon li abbia tenuti tutti per sé, e che nel suo scrittoio dovessero quindi essere presentivari antigrafi provenienti da rami diversi della tradizione, almeno tre da quanto emer-ge dal presente studio: uno di tipo cento, uno di tipo a0 e uno che, già definito pr&, per-mette di isolare le uscite particolari e le alternanze del prodotto probabilmente mag-gioritario (stando al numero di affini) della bottega. È necessario ricordare anche che aimss. superstiti va applicato un tasso di decimazione non inferiore all’80% sulla base del-le stime calcolate da Guidi, Trovato 2004, e, considerando quindi la crescita esponen-ziale del probabile numero di interpositi non sarà difficile immaginare una situazionedi generale inquinamento del testo.

Si tenterà di individuare all’interno del canone barbiano alcuni luoghi non esclusividel sottogruppo, e tuttavia utili per tentare una suddivisione sommaria degli esempla-ri, pur con la consapevolezza che solo uno studio più approfondito potrebbe far luce suuna situazione a tal punto complessa. Sul piano della qualità si tratta in prevalenza dierrori monogenetici o almeno che non rientrano nelle categorie più elementari dellapoligenesi indicate nella rassegna di Brandoli.1 Naturalmente l’opposizione poligene-si/monogenesi non individua tanto due modalità che si escludono a vicenda, ma delleprobabilità marcatamente diverse. Si tratta in realtà di errori che rientrano nelle condi-zioni generali della monogenesi contro errori che rientrano nelle condizioni generalidella poligenesi.

Un primo schieramento vede contrapposti da una parte Laur. 40 11, Laur. 40 23” (Pd),Laur. 40 33” (da If xiii), Laur. 40 35’, Laur. Acq. 218” (Pg-Pd),2 Marc. Zan. 50”, Vat. Lat.7566 (d’ora in poi ml) e dall’altra Cat. b 38” (da Pg xii), Eg. 932, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315,Fior. Pal. 316’ (If-Pg), Marc. ix 31 a’ (If), Par. 527, Pr (d’ora in poi fp).

Tavola 6. Errori congiuntivi di ml contro fp (e separativi di fp contro ml).

(b) 1.8.101 e se ’l passar più oltre ci è negato P fp Laur. 40 11] andar ml (‒ Laur. 40 11).

(b) 2.6.15 e l’altro ch’annegò correndo in caccia P fp] fuggendo ml.

(b) 2.6.49 E io: “Signore andiamo a maggior fretta P fp] Buon duca ml.

1 Brandoli 2007.2 Forse merita una considerazione il fatto che il Laur. Acq. 218 (datato 1390) presenti la prima cantica

che si va ad inserire nettamente in a0 e le successive vicine a pr&. In un certo senso la stessa situazionesi trova in Marc. Zan. 50, in cui il primo fascicolo dell’Inferno è affine ad a0 e da quel punto in avanti rien-tra nel gruppo pr&. L’ipotesi della presenza di un testo di testo di tipo a0 nella bottega, da cui prover-rebbero entrambi i codici, sembrerebbe più economica rispetto all’idea che entrambi, autonomamente,abbiano contaminato per giustapposizione da esemplari afferenti alle stesse tradizioni. A vantaggio diquesta teoria va ricordato anche il caso del Laur. 40 33 segnalato in nota. Altra ipotesi da prendere in con-siderazione, sebbene più macchinosa, è che un antigrafo del Laur. Acq. 218, che possedeva già quindi lacontaminazione tra i due filoni della tradizione, sia finito nell’officina del copista di Pr e sia divenuto asua volta modello per alcune delle copie ivi confezionate. Il marciano ne recherebbe allora traccia. Lapratica della suddivisione in fascicoli per la copiatura di opere come la Commedia nelle botteghe rende-rebbe lecito pensare che per il Marc. Zan. 50 lo scriba abbia cambiato antigrafo in corrispondenza delcambio di fascicolo, abbandonando il modello a0 al tredicesimo canto dell’Inferno. Solo un elemento, an-ch’esso non inequivocabile, sembra poter sostenere una congettura di questo genere: si tratta del luogo3.17.81 offerto in Tavola 3. Qui il Laurenziano omette creando un vuoto metrico, rimpiazzato negli altrimss. dalla zeppa ite o sì.

70 elisabetta tonello

(b) 2.6.135 sanza chiamare, e grida: “I’ mi sobbarco P fp] dice ml.

(b) 2.7.69 e là il novo giorno attenderemo P fp Laur. Acq. 218”] quivi ml (‒ Laur. Acq. 218”).

(b) 2.12.47 quivi ’l tuo segno; ma pien di spavento P fp] è il ml.

(b) 2.26.7 e io facea con l’ombra più rovente P fp] dolente ml.

(b) 2.30.111 secondo che le stelle son compagne P fp] rote ml, manca Laur. 40 33”.

(b) 3.29.125 e altri assai che sono ancor più porci P Par. 527] ancor ‒ assai ml (‒ Laur. 40 33”, Laur.40 35’); ancor ‒ peggio Laur. 40 33”; assai ‒ peggio Eg. 932, Laur. 40 35’, Pr; assai – assai Fior. Pal.315; assai – [ancor] Cat. b 38”.

(b) 3.30.54 per far disposto a sua fiamma il candelo P fp Marc. Zan. 50”] disposta ml (‒ Marc.Zan. 50”).

(b) 3.33.143 ma già volgeva il mio disio (e) ’l velle P fp (‒ Par. 527)] vedere ml; volere Par. 527.

Si elencano ora alcuni errori utili a circoscrivere i codici che sono stati raggruppati in fp.

Tavola 7. Errori congiuntivi di fp(Cat. b 38”, Eg. 932, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’, Marc. ix 31 a’,

Par. 527, Pr) contro ml (e separativi di ml contro fp).

1.4.143 Ipocrate Avicenna e Galieno P ml (‒ Laur. 40 11)] Avicenna Ipocrate/Ipocras fp, Laur. 40 11.

1.6.9 regola e qualità mai non l’è nova (nolli n. Laur. 40 35’) P ml (‒ Laur. 40 11)] nolla mova (novaMarc. ix 31 a’) fp.

(b) 1.29.55 giù ver’ lo fondo là ’ve la ministra P ml (per lo f.) Marc. ix 31 a’] quando (come Fior. Pal.315) noi fummo fp (‒ Marc. ix 31 a’).

(b) 2.1.86 mentre ch’i’ fu’ di là”, diss’elli allora P ml] (mentr’io Pr) vivo fui fp (‒ Eg. 932); fui di quaEg. 932.

(b) 2.7.43 Ma vedi già come dichina il giorno P ml] omai fp.

(b) 2.10.14 tanto che pria lo scemo de la luna P ml] stremo fp (‒ Eg. 932); il strecto Eg. 932.

(b) 2.10.49 Per ch’i’ mi mossi col viso, e vedea P ml] volsi fp.

(b) 2.17.30 che fu al dire e al far così intero P ml Fior. II i 40] far ‒ dir fp (‒ Fior. II i 40).

Come non sarà sfuggito al lettore più attento, nella gran parte dei casi, dove le sottofa-miglie appena individuate si separano, vanno a schierarsi ora con vat&, ora con il grup-po del cento, cioè altre famiglie fiorentine di larga diffusione. In particolare, ml sembraaver consultato un antigrafo di tipo vat a 1.8.101, 2.6.49, 2.30.111, mentre fp presenta unalezione tipica vat a 2.10.14 e lezioni di tipo cento a 1.4.143 e 2.17.30.

All’interno dei due sottogruppi è possibile intravedere ulteriori affinità tra alcuni mss.In ml, è possibile separare Laur. 40 11, Laur. 40 35’, Laur. Acq. 218” (Pg-Pd), Marc. Zan.50”, Vat. Lat. 7566 (= ml1) da Laur. 40 33” (da If xiii), Laur. 40 23” (il solo Pd) per alcuneinnovazioni congiuntive.

Tavola 8. Innovazioni e correzioni congiuntive ml1.

(b) 1.18.23 novo tormento e novi frustatori P] novi frustati ml1 (‒ Laur. 40 11); novi tormenti fp Laur.40 11, Laur. 40 33”.

(b) 1.21.71 e volser contra lui tutt’ i runcigli P fp (‒ Fior. Pal. 316’) Laur. 40 11, Laur. 40 33”] verso ml1(‒ Laur. 40 11), Fior. Pal. 316’.

per la tradizione della «commedia». appunti sul copista di pr 71

(b) 2.5.88 Io fui di Montefeltro, io (e Eg. 932, Laur. 40 33”) son Bonconte P pr& (‒ ml1)] fui ml1.

(b) 2.6.124 Ché le città d’Italia tutte piene P pr& (‒ ml1)] terre ml1.

(b) 2.16.145 Così tornò, e più non volle udirmi P] parlando – e poi/più ml1; parlò (parlomi Laur.40 33”) – poi/più pr& (‒ ml2).

(b) 2.23.97 O dolce frate, che vuo’ tu ch’io dica P pr& (‒ ml1)] frate or che ml1.

(b) 3.11.26 E là u’ dissi: “Non nacque il secondo” P pr& (‒ ml1, Cat. b 38”, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315,Marc. Zan. 50”, Par. 527] vedissi non a quel (vedissi no(n) nacquel Laur. 40 35’) ml1 (‒ Marc. Zan.50”); Non surge Cat. b 38”, Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Par. 527.

(b) 3.33.57 e cede la memoria a tanto oltraggio P pr& (‒ ml1, Pr)] materia ml1, Pr.

Numerose le innovazioni separative di Laur. 40 33” e Laur. 40 23” (solo per l’ultima can-tica). Ne fornisco alcune delle più significative.

Tavola 9. Innovazioni e correzioni separative di Laur. 40 33” e Laur. 40 23”.

(b) 1.14.52 Se Giove stanchi ’l suo fabbro da cui P pr& (‒ Laur. 40 33”)] i suoi fabri Laur. 40 33”.

(b) 1.14.75 ma sempre al bosco tien li piedi stretti P pr& (‒ Laur. 40 33”)] li mantiene Laur. 40 33”.

(b) 1.15.29 e chinando la mano a la sua faccia P pr& (‒ Laur. 40 33”)] la testa Laur. 40 33”.

(b) 1.17.51 (o) da pulci o da mosche o da tafani P pr& (‒ Laur. 40 33”, Marc. Zan. 50”)] da mosche oda vespe Laur. 40 33”, da mosche son da pulci Marc. Zan. 50”.

(b) 1.21.113 mille dugento con sessanta sei P pr& (‒ Laur. 40 33”)] settanta Laur. 40 33”.

(b) 2.1.27 poi che privato se’ di mirar quelle P pr& (‒ Laur. 40 33”)] veder Laur. 40 33”.

(b) 2.9.12 là ’ve già tutti e cinque sedavamo P ml1, Par. 527] [già] Laur. 40 33”, fp (‒ Par. 527).

(b) 2.13.3 lo monte che salendo altrui dismala P pr& (‒ Laur. 40 33”, Cat. b 38”)] nome – dismaghaLaur. 40 33”; nome – dismala Cat. b 38”.

(b) 2.27.87 fasciati quinci e quindi d’alta grotta P ml1] quinci e quindi da tal Laur. 40 33”, fp (‒ Fior.Pal. 316’); quindi e quinci d’altra Fior. Pal. 316’.

(b) 3.1.26 venire, e coronarmi de le foglie P] e coronarmi poi di quelle Laur. 40 33”; e coronarmi al-lor di quelle pr& (‒ Laur. 40 33”).

(b) 3.10.112 entro v’è l’alta mente u’ sì profondo P] nellanea Laur. 40 33”; nell’alta pr& (‒ Laur. 4033”).

3.18.128 ma or si fa togliendo or qui (quindi Eg. 932) or quivi P pr& (‒ Laur. 40 33”, Eg. 932)] ta-gliando Laur. 40 33”.

(b) 3.23.68 quel che fendendo va l’ardita prora P pr& (‒ Laur. 40 33”)] secando Laur. 40 33”.

3.33.132 per che ’l mio viso in lei tutto era messo P pr& (‒ Laur. 40 23”)] [viso] Laur. 40 23”.

Qualche innovazione congiuntiva si può aggiungere a favore di un’alleanza più strettatra Marc. Zan. 50” e Laur. 40 11 (= ml2).

Tavola 10. Errori congiuntivi di ml2.

(b) 2.4.72 che mal non seppe carreggiar Fetòn P pr& (‒ ml2, Eg. 932, Laur. Acq. 218”, Laur. 40 33”)]mai ml2; mal ne s. Eg. 932, Laur. Acq. 218”, mal la s. Laur. 40 33”.

(b) 2.7.58 Ben si poria con lei tornare in giuso P pr& (‒ ml2)] Non ml2.

3.10.21 e giù e su de l’ordine mondano P pr& (‒ ml2)] su e giù ml2.

72 elisabetta tonello

3.10.135 gravi a morir li parve venir tardo P pr& (‒ ml2, Laur. Acq. 218”)] ir ml2, + Laur. Acq. 218”.3.11.96 meglio in gloria del ciel si canterebbe P pr& (‒ ml2)] converrebbe ml2.

Anche nelle Tavole 8, 9 e 10, nonostante la frequenza di lezioni esclusive dei vari rag-gruppamenti offerti, è possibile rilevare ancora casi di accordo con vat& (ml1 concordaa 2.5.88, 2.6.124, 3.33.57 e a 2.23.97 con Ricc. 1012, della mano di Vat, + bocc&). AncheLaur. 40 33”, accanto alle numerose singulares, sembra mostrare prelievi da vat& a 1.14.52e da zone vicine al cento a 3.10.112 e 3.23.68.

In fp è invece opportuno isolare Pr e Eg. 932 (= fp1) dai restanti mss. del gruppo. Seb-bene Eg. 932 mostri chiari indizi di contaminazione con la famiglia p, alcuni errori pro-vano l’esistenza di un nesso esclusivo tra i due codici contro gli altri mss. fp (Cat. b 38”,Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’, Marc. ix 31 a’, Par. 527), d’ora in poi fp2. Il primoerrore della lista, molto diffuso, si può considerare però come congiuntivo per fp2.

Tavola 11. Errori congiuntivi di fp1.

(b) 1.4.141 Tullio e Lino e Seneca morale P Vat. Lat. 7566] Alino fp1; Alio fp2; [e] Alino Laur. 40 11;Luno Laur. 40 35’ (rev. come a testo).(b) 1.15.87 convien che ne la mia lingua si scerna P pr& (‒ fp1, Laur. 40 33”, Par. 527)] mente miafp1; lingua mia Laur. 40 33”, Par. 527.(b) 1.17.6 vicino al fin d’i passeggia(n)ti marmi P pr& (‒ fp1, Marc. Zan. 50”)] fiume fp1;1 venia alfin Marc. Zan. 50”.(b) 2.30.92 anzi ’l cantar di quei che notan (rotan Fior. Pal. 316’) sempre P pr& (‒ fp1)] montan fp1.(b) 3.26.93 a cui ciascuna sposa è figlia/o e nuro P] sposa – miro fp1; cosa – nuro pr& (‒ fp1).

I separativi di fp1 contro i restanti mss. appartenenti ad fp si rivelano in qualche caso an-che congiuntivi per Cat. b 38” (da Pg xii), Fior. II i 40, Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’ (If-Pg),Marc. ix 31 a’ (il solo If), Par. 527 (= fp2).

Tavola 12. Errori separativi di fp1 (e almeno debolmente congiuntivi di fp2).

(b) 1.17.51 o da pulci o da mosche o da tafani P fp1] [o] fp2; da mosche o da vespe Laur. 40 33”, Laur.40 35’, Vat. Lat. 7566, da mosche son da pulci Marc. Zan. 50”.3.2.36 raggio di luce permanendo unita P fp1, ml] sole (permanendo/rimanendo) fp2.2(b) 3.11.26 E là u’ dissi: “Non nacque il secondo” P fp1, Laur. 40 33”, Laur. 40 23, Marc. Zan. 50”]surse fp2; vedisse non nacque ml1 (‒ Marc. Zan. 50”).(b) 3.18.75 fanno di sé or tonda or al(t)ra schiera P pr& (‒ fp2; Laur. 40 33”)] tonda or lunga fp2; lun-ga or alta Laur. 40 33”.

Oltre ai casi della Tavola 12 si può aggiungere un ulteriore errore congiuntivo a riprovadella consistenza di fp2. Per il resto i mss. del gruppo sono caratterizzati da accordi ininnovazione intermittenti (tipici, come si è già detto, di una diffusa produzione profes-sionale) che però interessano esclusivamente i codici appartenenti ad fp2. Unifico i casiin questione nella seguente Tabella:

Tavola 13. Errori di coppie o terne di codici all’interno di fp2.

(b) 3.23.114 ne l’alito di Dio e nei costumi P] ne l’abito fp2; via nell’abito pr& (‒ fp2).

1 Errore tipico del cento&. 2 Ulteriore errore caratteristico di vat&.

per la tradizione della «commedia». appunti sul copista di pr 73

Errore a favore di una parentela tra i mss. del gruppo fp2. L’errore si legge anche in ma-nufatto del copista di Vat: Ricc. 1012, e pochi altri affini. Inoltre la variante dei restantimss. del gruppo pr& si legge in Vat.(b) 1.25.16 El si fuggì (partì Vat. Lat. 7566) che non parlò più verbo P pr& (‒ Fior. II i 40, Fior. Pal.316’; Vat. Lat. 7566)] Quel Fior. II i 40, Fior. Pal. 316’.

Innovazione di Fior. II i 40 e Fior. Pal. 316’.(b) 1.30.44 falsificare in sé Buoso Donati P pr& (‒ Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’, Par. 527; Fior. II i 40;Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Marc. Zan. 50”)] falsifico Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’, Par. 527; falsifican-do Fior. II i 40; Laur. 40 11, Laur. 40 33”, Marc. Zan. 50”.

Innovazione di Fior. Pal. 315, Fior. Pal. 316’ e Par. 527.(b) 1.10.111 che ’l suo nato (suo nato Laur. 40 11, Laur. 40 35’) è co’ vivi ancor congiunto P pr&(‒ Marc. ix 31 a’, Fior. II i 40)] nato suo – [ancor] Marc. ix 31 a’, Fior. II i 40.

Errore di Marc. ix 31 a’, Fior. II i 40.

Più saldo sembrerebbe essere il legame tra Cat. b 38” e Fior. Pal. 315 (= fp3).

Tavola 14. Errori congiuntivi di fp3.

(b) 2.33.62 cinquemilia anni e più l’anima prima P Laur. 40 33”] la vita fp3; la via pr& (‒ Laur. 4033”, fp3).

(b) 3.26.24 chi drizzò l’arco tuo a tal berzaglio P pr& (‒ fp3)] li occhi tuoi fp3.

(b) 3.28.71 l’altro universo seco, corrisponde P] secondo risplende fp3; secondo risponde pr& (‒ fp3).

Sulla base delle Tavole fornite è possibile tracciare uno stemma provvisorio, che, per lacontaminazione che interessa molti manoscritti complicando il quadro complessivo, of-fro diviso per cantica in modo da agevolarne la lettura.

Fig. 1. Stemma Inferno.

74 elisabetta tonello

È appena il caso di notare che, fatte salve le variazioni obbligate (presenza o assenza dideterminati testimoni), gli stemmi della tradizione pr& relativi alle 3 cantiche, e dun-que sulla base di serie diverse di luoghi barbiani, sono sostanzialmente sovrapponibili,e il dato non può non suonare incoraggiante, almeno per quanti, come i membri dellanostra minuscola équipe, credono che la tradizione della Commedia possa essere classifi-cata con profitto.

Fig. 3. Stemma Paradiso.

Fig. 2. Stemma Purgatorio.

per la tradizione della «commedia». appunti sul copista di pr 75

6.Mi avvio a concludere: in un intervento recente, Vàrvaro ha insistito sulla compresen-za di più antigrafi nelle officine dei copisti di professione:Tutti dovrebbero sapere che la maggior parte dei manoscritti medievali è opera di copisti pro-fessionisti e che essi sono stati copiati fascicolo per fascicolo, prima di essere legati assieme a for-mare un codice. Orbene, nelle officine dei copisti professionisti possono esistere, meglio che nel-le biblioteche private, più copie di uno stesso testo, specialmente se esso è richiesto dal mercato[…]. Se poi arriviamo a casi come i Danti del cento, che l’officina usasse parecchi antigrafi mi pa-re sicuro, perché questo è l’unico modo che il libraio medievale aveva per accelerare la produ-zione del libro, facendo copiare lo stesso testo da più scribi.1

E ancora:

Che tali antigrafi fossero in fascicoli sciolti è probabile, ma ciò non fa molta differenza rispetto alcaso che fossero invece rilegati. Il fatto importante è che, dopo una interruzione del lavoro, peresempio dopo il riposo notturno, il copista non aveva alcuna ragione per riprendere esattamentel’antigrafo che aveva utilizzato il giorno precedente. In particolare, se aveva finito di copiare, met-tiamo, il terzo fascicolo sciolto, quel che gli importava era di riprendere a lavorare su una copiadel quarto fascicolo sciolto. Ripeto: non fa differenza se egli aveva lavorato su un codice cucito,perché quel che contava era che disponesse di un altro codice cucito o un altro fascicolo della stes-sa opera. Se questa ipotesi coglie nel segno, non c’è niente di strano che il risultato finale sia con-taminato. Non nel senso che il testo dell’antigrafo sia stato modificato con l’inserimento di sin-gole lezioni provenienti da un altro codice e da un’altra famiglia testuale, ma nel senso ben diversoche l’appartenenza alle famiglie testuali può variare da un fascicolo all’altro […] o meglio da unaseduta di lavoro all’altra, seduta di lavoro che può corrispondere o no a fascicoli completi.2

Verifiche sul campo da noi avviate recentemente hanno confermato, nella tradizione diun’opera ampia di grande successo come la Commedia, una forte incidenza (attorno al15% delle copie esaminate) di casi di contaminazione per giustapposizione di modelli.3La ricostruzione delle condizioni di lavoro di una bottega toscana di metà ’300 e la classificazione sommaria dei discendenti più stretti di questa produzione, tentate inqueste pagine, ci permettono di fare un passo avanti. Da un lato, si riconosce nelle copiesuperstiti di mano del copista di Pr, la presenza di tre rami della tradizione (pr&, a0 ecento**&) che si alternano in modi diversi e che si spiegano supponendo un tipo di copiatura basato su un sistema non troppo dissimile da quello della pecia. Dall’altro, come è inevitabile che sia, su questa composita base testuale, relativamente antica, siinnestano, nei discendenti tre- e quattrocenteschi, altri fattori che possono complicareil riconoscimento della genealogia dei testimoni (tradizione di memoria, contamina-zione di lezioni). Tuttavia, come abbiamo visto, quando si proceda con ordine dal notoall’ignoto e si disponga di un canone di luoghi di buona qualità come quelli fissati dalBarbi, anche accordi testuali intermittenti possono essere spiegati in modo economico.Pure di fronte a un quadro innegabilmente complesso, considerato spesso disperante,4lo studio ravvicinato di uno o più gruppi di testimoni dell’antica vulgata accomunati daevidenze paleografiche permette, se non mi inganno, di ricondurre a procedure razio-nali e, quel che più conta, razionalizzabili, il comportamento di numerose copie tarde,

1 Vàrvaro 2010, p. 193. 2 Ivi. 3 Tonello, Trovato 2011.4 «Contaminazioni reciproche tra gruppo e gruppo sono tali e tante da far disperare di una precisa

individuazione» (Casella 1924, p. 17).

76 elisabetta tonello

sicuramente esorbitanti dall’antica vulgata e per ciò stesso giudicate a lungo, e in parti-colare da Petrocchi, non spiegabili in termini filologici.1

Abbreviazioni bibliograficheBertelli 2007 = Sandro Bertelli, La «Commedia» all’antica, Firenze, Mandragora.Bertelli 2011 = Sandro Bertelli, La tradizione della «Commedia», dai manoscritti al testo. I codici

trecenteschi (entro l’antica vulgata) conservati a Firenze, i, Firenze, Olschki.Boschi Rotiroti 2004 = Marisa Boschi Rotiroti, Codicologia trecentesca della «Commedia». Entro e

oltre l’antica vulgata, Roma, Viella.Brandoli 2007 = Caterina Brandoli, Due canoni a confronto, in np, pp. 99-214.Casella 1924 = Mario Casella, Studi sul testo della «Divina Commedia», sd, 8, pp. 5-85.Cencetti 1956 = Giorgio Cencetti, Lineamenti di storia della scrittura latina, Bologna, Pàtron.Guidi, Trovato 2004 = Vincenzo Guidi, Paolo Trovato, Sugli stemmi bipartiti. Decimazione,

asimmetria e calcolo delle probabilità, fi, 1, pp. 9-48.Marchesini 1890a = Umberto Marchesini, I Danti “del Cento”, bsdi, 2-3, pp. 21-42.Marchesini 1890b = Umberto Marchesini, Ancora dei Danti “del Cento”, bsdi, 4, pp. 19-26.Mecca 2013 = Angelo Eugenio Mecca, Il canone editoriale dell’antica vulgata di Giorgio Petrocchi e le

edizioni dantesche del Boccaccio, in np ii, pp. 119-82.np = Nuove prospettive sulla tradizione della «Commedia». Una guida filologico linguistica al poema

dantesco, a cura di Paolo Trovato, Firenze, Cesati, 2007.np ii = Nuove prospettive sulla tradizione della «Commedia», Seconda serie (2008-2013), a cura di Eli-

sabetta Tonello, Paolo Trovato, Libreriauniversitaria.it, 2013.Petrocchi 1966-1967 = Dante Alighieri, La Commedia secondo l’antica vulgata, a cura di Giorgio

Petrocchi, 4 voll., Milano, Mondadori.Pomaro 1994 = Gabriella Pomaro, Frammenti di un discorso dantesco, Modena, Comune di

Nonantola-Poligrafico Mucchi.Pomaro 2007 = Gabriella Pomaro, Il “copista di Parm” e la “mano principale” del Cento, in np, pp.

243-79.Roddewig 1984 = Marcella Roddewig, Dante Alighieri. Die «Göttliche Komödie». Vergleichende

Bestandsaufnahme der «Commedia»-Handrischriften, Stuttgart, Hiersemann.Tonello 2013 = Elisabetta Tonello, La tradizione della «Commedia» secondo Luigi Spagnolo e la

sottofamiglia a0 (Mart Pal. 319 Triv e altri affini), in np ii, pp. 71-118.Tonello in prep. = Elisabetta Tonello, Ricerche sulla tradizione manoscritta tre e quattrocentesca del-

la «Commedia», tesi di dottorato, Università degli Studi di Ferrara, tutor prof. Paolo Trovato.Tonello, Trovato 2011 = Elisabetta Tonello, Paolo Trovato, Contaminazione di lezioni e contamina-

zione per giustapposizione nella tradizione della «Commedia», fi, 8, pp. 17-32.Vandelli 1922 (1989) = Giuseppe Vandelli, Il più antico testo critico della «Divina Commedia», sd, 5,

pp. 41-98, poi in Vandelli 1989, pp. 111-44, da cui si cita.Vandelli 1989 = Giuseppe Vandelli, Per il testo della «Divina Commedia», a cura di Rudy Abardo,

con un saggio introduttivo di Francesco Mazzoni, Firenze, Le Lettere.Vàrvaro 2010 = Alberto Vàrvaro, Considerazioni sulla contaminazione, sulle varianti adiafore e sullo

stemma codicum, in Storia della lingua italiana e filologia, Atti del vii Convegno a.s.l.i. (Pisa-Firenze, 18-20 dicembre 2008), a cura di Claudio Ciociola, Firenze, Cesati, pp. 191-96.

Veglia 2003 = Marco Veglia, Sul testo della «Commedia» (da Casella a Sanguineti), spct, 66, pp. 65-119.

1 «Se il processo alterante del testo iniziò sùbito dopo la pubblicazione delle prime due cantiche, e co-munque fu immediatamente successivo al 1321, occorre però affermare: l’alterazione del testo negli an-ni 1321-1355, sebbene grave e diffusa in ogni canto del poema e in ogni nucleo scrittorio dell’Italia centro-settentrionale, è valutabile e ovviabile, entro i limiti di una moderna intelligenza delle difficoltà implicitein ciascun atto operante della filologia; mentre non vi può essere, nel modo più assoluto, prodigio di acri-bia che riesca a metter ordine nella selva selvaggia della tradizione post-boccaccesca» (Petrocchi 1966-1967, i, p. 9). Secondo Veglia 2003, p. 96, la mischianza di lezioni si presenta di regola «come un dato di fat-to inestricabile».

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