Capitolo 1 – LE PERSONE, L'ATTIVITA' ECONOMICA, L'ECONOMA AZIENDALE

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CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE di Airoldi, Brunetti, Coda Edizione 2005 Capitolo 1 – LE PERSONE, L’ATTIVITA’ ECONOMICA, L’ECONOMA AZIENDALE Gli uomini si procurano i beni e i servizi di cui necessitano per soddisfare i propri bisogni svolgendo l’Attività Economica. Tuttavia a causa di problemi legati alla scarsità delle risorse, l’uomo interagisce con soggetti diversi detti Operatori Economici, originando un sistema economico. I soggetti che partecipano all’attività economica sono: Famiglie, Imprese, Stato ed Istituti Nonprofit. Essi sono i protagonisti ed il centro motore del Sistema Economico, nell’ambito dei quali vengono prese decisioni relative alle scelte più adatte per adeguare i mezzi limitati al soddisfacimento dei bisogni della collettività. Le azioni dell’uomo sono determinate dalla necessità di soddisfare i propri bisogni, ossia stati d’insoddisfazione che provocano situazioni di disagio . Distinguiamo i Bisogni Naturali, legati alla sfera biologica degli uomini; Sociali che riguardano la spiritualità, l’etica e l’estetica; Essenziali, necessari per la sopravvivenza; Voluttuari, influenzati dalla civiltà ed avvertiti solo dopo aver soddisfatto quelli primari, e variano secondo le abitudini, della moda e del livello sociale e culturale. I bisogni degli uomini si sono modificati con il trascorrere delle epoche e delle evoluzioni sociali. L’uomo primitivo, per sopravvivere, doveva procurarsi il cibo, combattere contro gli animali e trovare un riparo. Oggi l’uomo moderno tende a migliorare la qualità della vita soddisfacendo nuovi bisogni. È, infatti, insito nella natura umana, non appena si raggiunge un certo livello di vita, desiderare di migliorarlo ulteriormente. I bisogni delle persone si dispongono in gerarchia, cioè variano in base ai redditi disponibili. Essi si soddisfano attraverso l’impiego di beni o di servizi disponibili in quantità limitata. I beni si distinguono in: Economici, ossia merci o servizi limitati rispetto al fabbisogno umano e l’individuo sostiene un onere per procurarlo; Non Economici, sono beni liberamente disponibili in quantità e qualità sufficienti per tutti; Primari e Voluttuari; Complementari, che soddisfano un determinato bisogno solo se impiegati congiuntamente; Fungibili, che possono essere sostituiti ad altri nel soddisfacimento di un dato bisogno; Differenziabili, sono beni che hanno caratteristiche diverse rispetto a quelli analoghi offerte da altre imprese; Commodities, sono beni offerti con caratteristiche uguali da tutte le imprese; Di Consumo, acquistati per soddisfare un determinato bisogno senza subire altre trasformazioni, Strumentali, utilizzati per produrre altri beni; Ad utilizzo singolo o durevoli a seconda che esauriscano la loro attività con un solo 1

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CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE di Airoldi, Brunetti,Coda

Edizione 2005

Capitolo 1 – LE PERSONE, L’ATTIVITA’ ECONOMICA, L’ECONOMA AZIENDALE

Gli uomini si procurano i beni e i servizi di cui necessitano per soddisfare ipropri bisogni svolgendo l’Attività Economica. Tuttavia a causa di problemilegati alla scarsità delle risorse, l’uomo interagisce con soggetti diversidetti Operatori Economici, originando un sistema economico.I soggetti che partecipano all’attività economica sono: Famiglie, Imprese, Statoed Istituti Nonprofit.

Essi sono i protagonisti ed il centro motore del Sistema Economico, nell’ambitodei quali vengono prese decisioni relative alle scelte più adatte per adeguare imezzi limitati al soddisfacimento dei bisogni della collettività. Le azionidell’uomo sono determinate dalla necessità di soddisfare i propri bisogni, ossiastati d’insoddisfazione che provocano situazioni di disagio.

Distinguiamo i Bisogni Naturali, legati alla sfera biologica degli uomini;Sociali che riguardano la spiritualità, l’etica e l’estetica; Essenziali,necessari per la sopravvivenza; Voluttuari, influenzati dalla civiltà edavvertiti solo dopo aver soddisfatto quelli primari, e variano secondo leabitudini, della moda e del livello sociale e culturale. I bisogni degli uominisi sono modificati con il trascorrere delle epoche e delle evoluzioni sociali.

L’uomo primitivo, per sopravvivere, doveva procurarsi il cibo, combattere controgli animali e trovare un riparo. Oggi l’uomo moderno tende a migliorare laqualità della vita soddisfacendo nuovi bisogni. È, infatti, insito nella naturaumana, non appena si raggiunge un certo livello di vita, desiderare dimigliorarlo ulteriormente.

I bisogni delle persone si dispongono in gerarchia, cioè variano in base airedditi disponibili. Essi si soddisfano attraverso l’impiego di beni o diservizi disponibili in quantità limitata.

I beni si distinguono in: Economici, ossia merci o servizi limitati rispetto alfabbisogno umano e l’individuo sostiene un onere per procurarlo; Non Economici,sono beni liberamente disponibili in quantità e qualità sufficienti per tutti;Primari e Voluttuari; Complementari, che soddisfano un determinato bisogno solose impiegati congiuntamente; Fungibili, che possono essere sostituiti ad altrinel soddisfacimento di un dato bisogno; Differenziabili, sono beni che hannocaratteristiche diverse rispetto a quelli analoghi offerte da altre imprese;Commodities, sono beni offerti con caratteristiche uguali da tutte le imprese;Di Consumo, acquistati per soddisfare un determinato bisogno senza subire altretrasformazioni, Strumentali, utilizzati per produrre altri beni; Ad utilizzosingolo o durevoli a seconda che esauriscano la loro attività con un solo

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utilizzo o in più utilizzi; A consumo individuale o collettivo; Pubblici oPrivati.

L’Attività Economica consiste nello svolgimento di operazioni di produzione econsumo dei beni economici, mediante le operazioni di trasformazione tecnica chesi svolgono in tutti gli istituti e che riguardano trasformazioni fisiche,spaziali e logiche sulle merci, dati e conoscenze, ed operazioni di negoziazioneche caratterizzano gli Istituti ed i sistemi economici nei quali essi operano.

Le Negoziazioni si classificano secondo l’oggetto scambiato, che siano benipubblici, privati, mezzi monetari, copertura di rischi e lavoro. Le negoziazionisi svolgono secondo condizioni di scambio e forme contrattuali, dove spesso siaggiungono cooperazione e competizione fra gli Istituti ed operazioni diconfigurazione e di governo degli Istituti attraverso la determinazionedell’Assetto Istituzionale, organizzazione, rilevazione e informazione. Leimprese operano all’interno di un mondo molto complesso, con il fine principaledi produrre remunerazioni, ossia redditi; ciò è perseguito anche dai lavoratorie dai conferenti di capitale proprio.

La produzione economica è un insieme di operazioni attraverso le quali i benisono trasformati con l’impiego di energie umane e materiali, in modo da renderliidonei a soddisfare i bisogni. I fattori di produzione sono: materie prime,infrastrutture, lavoro, risorse naturali, beni pubblici e liberi. I fattori diproduzione sono fondamentali per ogni impresa e suscitano, nelle persone che leconferiscono, interessi economici nei riguardi dell’impresa. I fattoriprincipali sono: il Lavoro, inteso come complesso di azioni svolte dagli uominiche dedicano in modo continuo la propria attività lavorativa presso l’impresa,ed il Capitale, destinato ad essere impiegato per originare una produzione.

I fattori principali di produzione fanno capo all’impresa, intesa come insiemedi persone che hanno interessi economici primari e, di conseguenza, il diritto-dovere di governarla. Per oltre due secoli, i giuristi hanno rappresentatol’essenza economica della persona umana usando la figura dell’Homo Oeconomicus,soggetto egoista, orientato alla massimizzazione dei propri redditi in manieracoerente e previdente nel tempo.

Le moderne ricerche economiche tendono, invece, ad adottare la figura di personaumana, membro di una società, che svolge l’attività economica per soddisfare ipropri bisogni, che compiono le loro scelte economiche con razionalità limitatae che condividono i valori della solidarietà, della lealtà e del progresso.Nella psicologia delle persone esiste un fattore che influenza il comportamentodi ciascuno attraverso esperienze di mercato e le scelte sono dettate dapreferenze che, a loro volta, sono influenzate da bisogni fondamentali, daabitudini, dalle caratteristiche dei beni, da esperienze passate, dallecaratteristiche delle persone con cui s’interagisce, con l’obiettivo dimassimizzare il proprio benessere individuale.

L’Attività Economica comporta una serie di continue scelte e decisioni che lepersone seguono attraverso la logica della razionalità assoluta o limitata. Ilsoggetto che prende una decisione, adottando la razionalità assoluta, è in gradod’identificare il problema da affrontare, gli obiettivi da raggiungere sarannoperfettamente chiari, tutte le informazioni sono disponibili, compirà un esame

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esaustivo di tutte le conseguenze legate alle diverse scelte, le alternativesaranno confrontabili ed il decisore sceglierà l’alternativa migliore.

Acquisire informazioni perseguendo razionalità assoluta, comporta costi e tempi,poiché essendo disponibili solo in parte, si possono presentare contrasti fra lealternative ed il decisore, dovrà tener conto anche delle preferenze dellacollettività. Per questi motivi la razionalità assoluta, in realtà è un modelloautoptico poiché limitato.

Secondo l’economista Herbert Simon, gli individui, più che fare scelte ottimalifanno scelte soddisfacenti, per i vincoli svolti dalle organizzazioni e per ilimiti imposti dal sistema cognitivo umano. Il decisore parte da atteseiniziali, una prima ricerca porta ad individuare qualche possibile soluzione, lavaluta e si potranno avere caratteristiche inferiori, pari o superiori rispettoalle attese. In seguito avviene la correzione delle attese, attraverso cui ildecisore esamina altre possibili soluzioni, valuta le alternative ed infineavviene la scelta. Per perseguire i loro fini, le persone interagiscono tra lorosia occasionalmente sia in maniera più o meno stabile.

L’azione individuale nell’ambito di una società produce benefici individuali ecollettivi, l’ottenimento di tali benefici richiede comportamenti appropriatiche sono influenzati dall’appartenenza dei singoli a gruppi sociali ed acollettività.

Il gruppo sociale è composto da un piccolo numero di componenti che condividonovalori di fondo, è orientato al perseguimento di obiettivi comuni, si formaspontaneamente, ha una struttura sociale interna, sviluppa norme che tutti imembri devono rispettare, è coeso e permane nel tempo se si raggiunge unequilibrio tra quello che ciascun membro fornisce al gruppo e quello che siottiene, decade quando si rompe quest’equilibrio. Ogni gruppo sociale deve avereun leader che lo guidi, una debole leadership porta al declino del gruppo.Attorno ad ogni persona che occupa una certa posizione in una collettività siforma un sistema di attese di comportamento, ossia un ruolo. Un gruppo è inequilibrio quando i ruoli sono coerenti e complementari, se le attese sonoincoerenti ed incompatibili si originano tensioni di ruolo che compromettonol’efficacia e l’esistenza del gruppo.

Ogni giorno le imprese prendono svariate decisioni, e per sostenerle al megliodevono essere fra loro coordinate, coerenti ed in concorrenza. Ogni processodecisionale richiede l’impiego di tempo ed energia da parte dei decisori, talirisorse essendo scarse, possono comportare che alcuni processi decisionaliinizino ma siano subito conclusi, mentre altri possono arenarsi senza neancheiniziare. Le scelte che scaturiscono dai processi decisionali implicanol’utilizzo di risorse limitate e di conseguenza scelte e soluzioni possonoessere in concorrenza fra loro, infatti, uno stesso problema può trovare piùsoluzioni e spetterà ai decisori scegliere quella più soddisfacente da adottare.

Nelle decisioni le persone apportano ai problemi differenti priorità edattribuiscono un’elevata criticità. Una scelta si compie se viene presentata inmodo compiuto e convincente come risposta ad un problema percepito comerilevante ed urgente. I processi decisionali delle imprese sono parzialmentestrutturati con meccanismi di razionalità e le loro strutture organizzative sono

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influenzate da procedure e routine che, si suppone, coerenti con gli stessiobiettivi aziendali.

L’attività economica svolte dalle persone è soggetta a spinte divergenti, poichéle persone hanno differenti valori e bisogni e le risorse disponibili sonolimitate. La ragion d’essere della società e la condizione essenziale per illoro efficace funzionamento è la Cooperazione tra le persone che vi fanno parte,che produce una Rendita Organizzativa che spetta a tutti quelli che cooperano.

Tuttavia l’imperfetta conoscenza dei contributi individuali e dei risultatirealizzabili, dà inizio ad una serie di comportamenti opportunistici cheporteranno a loro volta, sfiducia nel personale. La costituzione di un rapportodi fiducia nasce da comportamenti virtuosi, funzionali alla massimizzazione delbenessere individuale e ciò porterà l’individuo ad avere buone relazionisociali, bassi costi di transazione, ideali di giustizia, equilibrio eprogresso.

Tali concetti sono espressi da Douglas McGregor con l’analisi delle profezieauto verificanti ossia la Teoria di X e Y. L’assetto organizzativo coerente conl’ipotesi organizzativa della natura umana, causa comportamenti restrittivi edopportunistici (Teoria X). Poiché le persone sono soggette ad un assettocostrittivo e l’impossibilità di esprimere giudizi comporta l’impossibilità diassumere responsabilità complesse, fanno sì che si creino delle situazioni disfiducia reciproca. Invece, quando le persone tendono ad assumersiresponsabilità spontaneamente ed abbiano atteggiamenti leali, s’identificano conl’azienda, con i suoi obiettivi e con la professione (Teoria Y), si sviluppanoassetti istituzionali che favoriscono l’efficienza e la soddisfazione, in quantola persona si realizza, produce di più ed il profitto aumenta.

Le scienze economiche si articolano in Economia Aziendale ed Economia Politica;entrambe hanno in comune l’attività di produzione e il consumo dei beni atti asoddisfare i bisogni. L’Economia Politica osserva aggregati complessi per cuielabora teorie economiche, mentre l’Economia Aziendale analizza aggregatiminori, studia i fenomeni aziendali e le teorie economiche utili per tutti itipi d’istituti. Le scienze economiche sono orientate al cambiamento,all’innovazione e alla ricerca di migliori modalità per lo svolgimentodell’attività economica.

Il principale obiettivo dell’economia è massimizzare la disponibilità dellerisorse scarse, ossia dei beni economici e l’innovazione economica, fonte diprogresso economico come strumento di progresso civile.

Capitolo 2 – GLI ISTITUTI, LE AZIENDE, LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA

La complessa società umana si articola in altre società che si aggregano secondorelazioni molteplici. Le persone tendono a far parte di gruppi per produrrerisultati non ottenibili con le risorse individuali e per soddisfare i bisognidi socialità mediante relazioni interpersonali. Ogni società persegue il benecomune dei suoi membri.

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L’azione coordinata degli istituti, che operano in contesti dinamici, dà originealla rendita organizzativa e al risultato residuale. La rendita organizzativa èun vantaggio economico originato dalla cooperazione fra più persone volte allostesso fine, attraverso la stipulazione di patti che determinino contributi ericompense.Il Risultato Residuale è frutto della cooperazione e dell’incertezza, ed èquanto residua dopo aver remunerato tutti sulla base di patti.

La vita delle persone nella società è caratterizzata dalla nascita e dallosviluppo di Istituzioni, ossia da regole e strutture di comportamento stabiliper singoli e gruppi.

Le società che assumono caratteri istituzionali sono detti Istituti, ossiaelementi costituiti per durare nel tempo, ordinati ed autonomi.

L’attività economica si svolge negli istituti, dove avviene l’attività diproduzione e di consumo dei beni economici.

Le imprese sono istituti tipicamente economici, le famiglie e lo Statopresentano caratteri di natura sociale, etica, politica e religiosa. Negliistituti nonprofit in alcuni casi prevalgono contenuti economici, in altricontenuti sociali e politici.L’economia aziendale studia l’ordine delle aziende: l’azienda di consumo, digestione patrimoniale, familiare, di produzione, l’azienda composta pubblica el’azienda nonprofit. I vari istituti si distinguono per: le finalità dominati,il fine economico immediato, i portatori degli interessi economiciistituzionali, di quelli non istituzionali ed i processi economicicaratteristici.

La famiglia è l’istituto primario della società, le sue finalità dominanti sonodi ordine sociale, etiche e religiose, ed il fine economico immediato consistenell’appagamento dei bisogni delle persone che la compongono. Tra i finieconomici della famiglia rientra il soddisfacimento di attese economiche dei nonmembri della famiglia e ciò rappresenta il soddisfacimento degli interessieconomici non istituzionali. La famiglia è un’azienda di consumo combinata confattori lavoro e studio, il suo patrimonio è formato da beni di conferimento daeredità e da risparmio, i redditi derivano dal lavoro e dalla gestionepatrimoniale, e partecipa al finanziamento delle produzioni e dei consumi degliistituti mediante il pagamento dei tributi. I redditi percepiti non vengonointeramente spesi e contribuiscono alla creazione del risparmio che può essereimpiegato acquistando beni, quote di società e concedendo prestiti.

L’impresa è un istituto con caratteri dominanti e finalità di tipo economico. Ilfine economico immediato dell’impresa è la produzione di remunerazione, iportatori degli interessi economici istituzionali sono i prestatori di lavoro edi conferenti di capitale di rischio, cui sono destinate le remunerazioniprodotte dall’impresa, che diventano redditi e patrimoni della famiglia di cui imembri sono lavoratori e conferenti di capitale di risparmio. I portatori degliinteressi economici non istituzionali sono i fornitori, i clienti, i conferentidi capitale di risparmio e lo Stato. Le imprese sono aziende di produzione diprocessi economici come le trasformazioni tecniche, le negoziazioni di beni, dicredito e di rischi.

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Lo Stato e gli istituti pubblici hanno lo scopo di perseguire il progressosociale e spirituale dei suoi membri e si articolano in varie amministrazioniterritoriali. Nelle aziende composte pubbliche si attuano processi economici diproduzione di beni pubblici cui segue la raccolta dei tributi. I fini economiciimmediati sono l’appagamento dei bisogni delle persone che rientrano nellapolitica territoriale mediante la produzione e il consumo dei beni pubblici e laremunerazione dei lavoratori. I portatori degli interessi economiciistituzionali sono tutti i componenti dell’entità politica ed i lavoratori,mentre i portatori degli interessi economici non istituzionali sono i fornitori,i conferenti di capitale di prestito ed altri istituti.

Gli istituti nonprofit sono di natura privata e prevedono il divieto didistribuire il reddito ed il patrimonio fra i suoi membri. Essi s’ispirano afinalità di ordine sociale, morale e culturale e nascono dall’opportunità didare spazio ad attività di solidarietà, nelle quali possono ritrovarsi sia gliinteressi dei singoli sia della collettività. I portatori degli interessieconomici istituzionali sono gli associati, i donatori, lo Stato ed ilavoratori, mentre i portatori degli interessi economici non istituzionali sonoi fornitori, i conferenti di capitale di prestito, i clienti e lo Stato.

Gran parte dell’attività di produzione non si svolge all’interno delle famiglie,poiché non sarebbe conveniente se non impossibile quando si vogliano adottaretecnologie progredite.

Le persone specializzate sono più efficienti rispetto ad unità menospecializzate e la produzione ottenibile da unità produttive specializzate sonosuperiori a quelli ottenibili da una famiglia. Per questo è conveniente produrregrandi volumi di uno stesso bene da cedere, piuttosto che produrre piccolivolumi di beni destinati all’autoconsumo familiare.

Esse possono operare come entità autonome scambiandosi gli input e output delmercato, ma ciò comporta Costi di Transazione, ossia costi di negoziazioneparticolarmente elevati quando la razionalità limitata delle persone deveconfrontarsi con molta incertezza e complessità e quando comportamentiopportunistici rendono difficile la ricerca di partner per realizzare scambi,conviene quindi aggregarsi in un’unica autorità in cui i costi d’integrazionesono più bassi rispetto a quelli del mercato.

Oltre all’istituto della famiglia, il formarsi d’imprese, Stato ed istitutinonprofit, deriva dall’opportunità di sfruttare l’efficienza delle imprese cheoperano nei mercati stimolati dalla concorrenza, dalle competenze, dallecapacità imprenditoriali finalizzate a massimizzare il benessere individuale,dalla necessità d’interventi statali quando l’azione privata provocherebbeinefficienza o iniquità.

All’interno di ogni istituto possono venirsi a creare delle realtà e situazionimolto diverse dovute al dinamismo ambientale, del mercato e all’innovazione.

I tipi di sistema economico sono: Il Modello dell’Autoconsumo formato dafamiglie che svolgono tutte le attività di produzione e consumo. In questosistema non vi sono forme di specializzazione economica ma è presente una

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ripartizione di compiti; Nel Modello Atomistico di Mercato esistono persone chesvolgono in autonomia la propria attività lavorativa specializzata senzaraggrupparsi in imprese e le loro attività sono coordinate da meccanismi dimercato; Nel Modello della Gerarchia Totale l’organizzazione statale pianifical’intera attività economica; Nel Modello della Pluralità di istitutispecializzati il sistema economico e sociale è costituito da numerosi istituti.

La SpecializzazioneUna delle caratteristiche più importanti dei sistemi economici è laspecializzazione, che comporta vantaggi, poiché le attività si svolgonorapidamente, efficacemente, con meno fatica e si hanno risultati di migliorequalità. Tali vantaggi sono detti Economie di Specializzazione, determinate da:l’impiego ottimale delle competenze individuali limitate e disomogenee,differenziazione degli orientamenti manageriali e tecnici, riduzione dei costidi apprestamento e di passaggio tra le fasi, migliori performance degli impiantispecializzati ed identificazione e motivazione al lavoro.

Una forte specializzazione può demotivare una mansione e può produrre svantaggicome: alti costi di coordinamento che aumentano quanto sono maggiori i rapportifra i soggetti che svolgono l’attività economica, i costi di rigidità e gliinvestimenti specifici, che frenano la flessibilità ed il cambiamento, e lademotivazione che porta ad attribuire alle persone compiti isolati, semplici eripetitivi che frenano i bisogni della socialità, stima e realizzazione.

La specializzazione cresce all’estendersi dei mercati, in modo tale che leimprese possono ingrandirsi e specializzarsi, maggiori sono le dimensioni delmercato e maggiori sono gli incentivi per gli investimenti di ricerca esviluppo.

Capitolo 3 – LE COMBINAZIONI ECONOMICHE D’ISTITUTO

L’insieme delle operazioni economiche svolte dalle persone in un istituto formale combinazioni economiche generali. L’economia aziendale si occupa delle azionie dei fenomeni che si manifestano nell’azienda e nel suo ambiente, checostituiscono il Sistema degli Accadimenti , nell’ambito del quale una posizionedominante è costituita dalle combinazioni economiche generali.

Esse sono costituite dall’insieme delle operazioni economiche svolte dellepersone all’interno di un istituto e si articolano in coordinazioni ecombinazioni economiche parziali e delle negoziazioni.

Le coordinazioni economiche parziali sono insiemi di processi caratterizzati dauna funzione, e da un insieme di competenze specialistiche applicate al lorosvolgimento.

Le coordinazioni parziali delle imprese sono riconducibili alla Configurazionedell’ Assetto Istituzionale , all’Organizzazione ed alla Rilevazione, allaGestione – suddivisa in caratteristica, finanziaria, patrimoniale, tributaria edassicurativa.

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Le operazioni di configurazioni dell’assetto istituzionale determinano lanascita, la trasformazione e lo svolgimento dell’impresa, dove si decidono ifini, i campi di attività, le strutture di governo e le alleanze dell’azienda.

Le ImpresePer le imprese sono di primaria importanza le scelte di configurazione delcapitale proprio, ossia le scelte in merito ai conferenti di capitale di rischioe in quale misura rispetto al fabbisogno monetario dell’impresa.La Gestione è un complesso di operazioni attraverso le quali l’impresa attua laproduzione economica.

La Gestione Caratteristica è l’insieme delle operazioni di gestioni cheidentificano la “funzione economico-tecnica” di ciascuna impresa ed originacosti e ricavi e, per differenza, un risultato operativo della gestionecaratteristica. Nelle imprese manifatturiere la gestione caratteristica siarticola nelle operazioni di: ricerca e sviluppo, acquisto di merci e servizidestinati alla produzione, fabbricazione, commercializzazione e logistica.

La Gestione Finanziaria è l’insieme delle operazioni volte a coprire ilfabbisogno finanziario, ossia dei mezzi monetari necessari per avviare l’impresae per sostenerne lo sviluppo. Il fabbisogno finanziario nasce perché nelleimprese gli incassi derivanti dalle vendite si manifestano dopo ai pagamentiderivanti dagli acquisti. Esso può essere coperto ricorrendo al capitale proprioo di rischio e a quello di prestito. La gestione finanziaria è una gestionepassiva, poiché comporta interessi passivi sul capitale di terzi e remunerazionedel capitale proprio.

Può accadere che, per un certo periodo, l’impresa abbia mezzi monetari eccedentirispetto al fabbisogno della gestione caratteristica; in questi casi si attivala Gestione Patrimoniale che consiste nell’investimento di tali mezzi monetarial fine di trarne un reddito. L’investimento può consistere, nell’acquisto dititoli di Stato o di azioni di altre imprese. La gestione patrimoniale è, inlinea di principio, una gestione attiva.

La Gestione Assicurativa consiste nella copertura dei rischi d’impresa mediantela sottoscrizione di contratti di assicurazione. Questa è una gestionetipicamente passiva, in quanto comporta il costo di premi assicurativi eindennizzi a fronte di danni equivalenti.

La Gestione Tributaria consiste nella liquidazione e nel pagamento di una vastagamma di tributi che le imprese corrispondono allo Stato a fronte dei benipubblici ricevuti; per tanto è una gestione tipicamente passiva poiché comportasolo oneri.

Tutte le gestioni, con i loro costi e i ricavi concorrono a determinare ilrisultato dell’impresa. Analogamente, tutte le gestioni, con i loro pagamenti eriscossioni, determinano i flussi monetari dell’impresa e la sua solvibilità.

Analizzare la gestione secondo il profilo reddituale significa indagare i costied i ricavi, mentre secondo il profilo monetario significa studiare i flussidelle entrate e delle uscite.

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Le operazioni di organizzazione comprendono attività riconducibili allaprogettazione dell’assetto organizzativo dell’impresa e alla gestione deiprestatori di lavoro. La progettazione dell’assetto organizzativo consiste nellaprogettazione della struttura organizzativa dell’impresa, mentre la gestione deiprestatori di lavoro consiste nell’attuazione dei sistemi operativi di gestionedel personale.Tra le operazioni di organizzazione, di particolare rilevanza sono lenegoziazioni di lavoro, che si sostanziano in contratti che l’impresa stipulacon i prestatori di lavoro. Queste hanno un’evidente criticità al livello diassetto istituzionale e dei sistemi economici locali, nazionali esopranazionali.

Le operazioni di Rilevazione sono svolte dalle imprese per predisporre dati einformazioni. Molte imprese attuano più combinazioni economiche parziali, ossiaoperano in più aree d’affari. Una combinazione economica parziale è definita dauna combinazione prodotto-mercato, ossia una gamma di prodotti destinata ad uncerto mercato.

Le imprese che attuano più combinazioni economiche parziali si dicono ImpreseDiversificate. Le combinazioni economiche delle imprese possono riguardare:operazioni per acquisire e trasformare gli input necessari per la produzione,per cedere i beni offerti dall’impresa, operazioni d’impostazione e di governodell’attività aziendale.

Lo svolgimento delle combinazioni economiche si attua attraverso insiemi dioperazioni interne ed esterne. Tra le operazioni di gestione esterna rivestonoprimaria importanza le Negoziazioni, ossia le operazioni attraverso le qualil’impresa acquisisce da terzi le condizioni di produzione e cede i propriprodotti o condizioni di produzione.

Le grandi classi di negoziazione svolte dall’impresa sono: la negoziazione dibeni privati, pubblici, di lavoro, di capitale di rischio, di prestito e dirischi particolari. Quando si svolge una negoziazione, i soggetti coinvoltisostengono dei costi di attivazione e di gestione della negoziazione, denominatiCosti di Transazione. Ciò significa che il compratore sostiene 2 costi, il costod’acquisto della merce al quale si devono sommare i costi di transazione, maanche il venditore che ottiene un ricavo, deve decurtare i costi sostenuti perattivare e gestire la transazione.

Le negoziazioni reali non si svolgono mai in condizioni di perfetta trasparenza,conoscenza, lealtà ed equilibrio di potere delle parti, ossia non si svolgono incondizioni di razionalità assoluta e di mercati perfetti.

Lo StatoLo Stato svolge un ruolo essenziale nei sistemi economici, intervenendoattraverso la produzione diretta o indiretta di alcuni beni pubblici o privati,regolamentando la produzione ed il consumo di altri beni, imponendo tributi eridistribuendo le ricchezze. Alcuni Stati intervengono in molti settori, altrirestringono le proprie aree d’intervento lasciando spazio alle famiglie, alleimprese, agli istituti nonprofit alimentando dibattiti sempre aperti.

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Lo Stato interviene nella produzione e nel consumo dei beni economici quando èconsiderato politicamente critico o quando giudica che lasciando la produzionedi un bene ad imprese private si otterrebbero esiti negativi dal punto di vistapolitico.

Le ragioni di possibile inefficacia del mercato sono: l’esistenza di benipubblici puri, beni senza competitività e non escludibili, per questo le impreseprivate non potrebbero farsi pagare ed interviene lo Stato imponendo tributi; ilformarsi di mercati non concorrenziali e di monopoli naturali, senza controllile imprese private ne trarrebbero vantaggi indebiti, così interviene lo Statocome produttore o regolatore; il fenomeno dell’esternalità positive/negative,l’esistenza di mercati incompleti, ossia spazi di mercato lasciati vuoti dalleimprese giudicati interessanti, ma che invece, secondo lo Stato sono critici; leasimmetrie informative riguardano beni complessi e difficili da giudicare, ed ilconsumatore potrebbe preferire un fornitore pubblico; la redistribuzione delreddito, lo Stato rende accessibili beni critici a prezzi non di mercato;imporre il consumo di beni di merito, lo Stato incentiva il consumo di beni chei cittadini non percepiscono come tali, ed infine garantire uno Stato didiritto, in modo tale che intervenga con leggi per far sì che l’attivitàeconomica si svolga correttamente.

Le aree tipiche d’intervento dello Stato sono: la difesa nazionale, giustizia,sicurezza pubblica, relazioni internazionali, istruzione e cultura, assistenza eprevidenza, sanità, trasporti, comunicazioni e sviluppo economico.

La Gestione Caratteristica dello Stato si svolge attraverso: l’emanazione dileggi e regolamenti, il trasferimento di mezzi monetari e la produzione di benipubblici.

La Gestione Tributaria si compone dei processi di definizione dellecaratteristiche dei tributi, di accertamento, prevenzione e repressionedall’evasione fiscale e di riscossione. L’imposizione dei tributi può esserevista come il corrispettivo della produzione ed erogazione dei servizi pubblici.

La Gestione Patrimoniale dello Stato si compone di operazioni d’investimento edisinvestimento in beni da reddito e rivalutazione finalizzate alla produzionedi ricavi addizionali a quelli della gestione caratteristica.

La Gestione Finanziaria è molto rilevante, poiché spesso lo Stato e gli istitutipubblici non riescono a coprire i loro costi con le entrate tributarie e devonocoprire i loro deficit ricorrendo all’indebitamento. Il fabbisogno finanziariodello Stato può essere soddisfatto con varie forme di debiti di finanziamento,che si configura con l’emissione di titoli.

La Gestione Assicurativa si svolge secondo modalità analoghe a quelledell’impresa dovendo coprire numerosi rischi particolari. In alcuni casi loStato diviene anche l’assicuratore di famiglie, imprese, istituti nonprofit,quando sorgono particolari eventi dannosi come le calamità naturali.

La progettazione dell’assetto istituzionale dello Stato evolve quando si decide:in quali aree intervenire, quali rapporti configurare con i prestatori dilavoro, con quali forme realizzare per la produzione e l’erogazione di beni

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pubblici, quanto e come interagire con altre pubbliche amministrazioni, comeimpostare il sistema fiscale e come strutturare le relazioni con i cittadiniattraverso organi elettivi ed amministrativi.Le operazioni di organizzazione e di gestione del personale dello Stato,riguardano l’impostazione della struttura organizzativa e dei sistemi operativiin modo da assicurare buoni livelli di efficienza, motivazione e flessibilitàorganizzativa.

Le operazioni di rilevazione e d’informazione sono più complesse rispetto aquelle delle imprese poiché devono rappresentare anche le dimensioni politiche esociali degli obiettivi e dei risultati dello Stato.

Le FamiglieLa Famiglia è l’istituto nel quale si compie gran parte dell’attività economicadi consumo e dove si predispongono le condizioni necessarie per soddisfare ibisogni delle persone. Nei sistemi economici evoluti, le famiglie esternalizzanomolte attività di produzione, al di fuori di quelle considerate critiche, comel’educazione, l’assistenza e quelle che comportano diseconomie dispecializzazione e di dimensione.

La Gestione Caratteristica delle aziende familiari si compone dall’attività diproduzione di redditi mediante il lavoro esterno ed interno alla famiglia, el’attività di consumo.

La Gestione Patrimoniale, consiste nell’impiego del risparmio d’investimentidestinati a produrre redditi addizionali rispetto a quelli derivanti dal lavoroesterno ed influisce sulle scelte di consumo/risparmio.

La loro Gestione Finanziaria è formata dalle operazioni di negoziazioni, dicredito e di prestito che fanno sorgere debiti di finanziamento, pagamenti diquote capitale ed interessi.

La Gestione Tributaria delle famiglie consiste nella liquidazione e nelpagamento delle imposte, tasse e contributi a fronte del diritto di accedere aibeni prodotti dallo Stato.

La Gestione Assicurativa incide sulla vita dei membri e sulla copertura didanni.

La progettazione dell’assetto istituzionale della famiglia attiene al regimepatrimoniale tra i coniugi, le relazioni economiche con parenti, eventualiaffidamenti ed adozioni, suddivisione del lavoro interno ed esterno e lerelazioni con i prestatori di lavoro domestico.

Gli Istituti NonprofitGli Istituti nonprofit nascono quando soggetti privati ritengono che sia utile edoveroso che certe persone dispongano di beni che gli altri istituti non offrononei modi opportuni, inoltre godono di alcuni vantaggi normativi e fiscali.

La Gestione Caratteristica degli istituti nonprofit è molto eterogenea poichéessi sono molto vari. Esistono istituti nonprofit nei quali avvengono processidi acquisto, trasformazione e cessione a clienti che pagano dei corrispettivi,

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altri nei quali i destinatari della produzione sono gli stessi membridell’istituto ed Istituti nonprofit di pura erogazione come enti di beneficenza.La Gestione Tributaria degli Istituti nonprofit è fortemente collegata conquella caratteristica. La loro presenza riduce l’intervento da parte dello Statoe, per questo, le agevolazioni fiscali vanno a compensare i costi che altrimentilo Stato dovrebbe sostenere.

La Gestione Patrimoniale degli Istituti nonprofit può essere del tuttotrascurata in quanto difficilmente generano risparmio.

L’incertezza dei redditi costanti limita molto la loro capacità di assumeredebiti di finanziamento che richiedono rimborsi, per questo anche la GestioneFinanziaria risulta limitata.

La Gestione Assicurativa assume varia rilevanza in relazione all’attività daessi svolta. La progettazione del loro assetto istituzionale è un’attività moltocritica, soprattutto nei casi in cui chi fornisce contributi non usufruisce deiservizi erogati.

La progettazione deve poter costruire e proteggere l’immagine dell’istituto egarantire una buona autonomia, prevista anche per la realizzazione delleoperazioni di organizzazione. Infine le operazioni di rilevazione ed’informazione devono tener conto della dimensione sociale degli obiettivi e deirisultati raggiunti.

Capitolo 4 – GLI ASSETTI ISTITUZIONALI

L’istituto è un insieme soggetti che offrono contributi, ricevono ricompense otraggono benefici.

Per l’istituto è essenziale un governo unitario poiché si muove in contestidinamici, i contributi di tutti i soggetti devono essere combinati edorganizzati in modo che assicuri il perseguimento del bene comune, ed un soloorgano ha la responsabilità delle ultime decisioni, ossia l’Unità del comando.

Per realizzare un governo d’istituto efficace occorre delineare il Soggettod’istituto, di soggetti ossia il soggetto al quale assegnare il diritto-doveredi governare, ed il Fine d’Istituto, ossia esplicitare a quali finalità edobiettivi debba ispirarsi l’azione del soggetto d’istituto ed infine configurarela Struttura di Governo.

L’assetto istituzionale consiste nell’individuazione dei portatori d’interessenei confronti dell’istituto, dei contributi che forniscono, dei benefici cheottengono, del soggetto d’istituto, dei fini istituzionali e delle strutture digoverno che combinano diversi fattori in un equilibrio dinamico e duraturo, inquesto caso tendono a rimanere stabili sia il soggetto d’istituto sia lastruttura di governo, invece si modificano quando lo sviluppo dell’istitutorichiede diversi portatori d’interessi, contributi e ricompense.

Attorno a ciascun istituto si originano interessi e rapporti di forzacontrattuale di varia natura, che dipendono dalla concentrazione della domanda e

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dell’offerta, dagli investimenti specifici e dall’asimmetria informativa fra leparti.

Vi sono differenti classi di soggetti che offrono contributi alle imprese e neottengono ricompense.

I Prestatori di Lavoro che conferiscono il loro lavoro in cambio di unaremunerazione, condizioni di lavoro positive e stabilità del rapportolavorativo, mentre l’azienda attende da essi: lealtà, obbedienza, impegno,disponibilità al cambiamento e socializzazione tra i prestatori di lavoro.

I Conferenti di Capitale di Rischio conferiscono mezzi monetari, sono soggettial rischio d’impresa e si aspettano una remunerazione composta dallaliquidazione degli utili ed un guadagno in conto capitale. L’attesa dell’impresaè di poter far conto su soggetti disposti ad investire capitale di rischio e chegli eventuali azionisti non compromettano l’autonomia e la sopravvivenzadell’impresa.

I Fornitori apportano all’impresa varie condizioni di produzione, le loro attesesono: standard di qualità chiari, rapporto stabile, condizioni economicheremunerative, idee e proposte utili per lo sviluppo delle competenze tecniche ecommerciali; mentre le attese dell’impresa sono: qualità costante, prezzicontenuti, tempi di pagamento adeguati, consegne tempestive e garanzie.

I Conferenti di Capitale di Prestito apportano mezzi monetari messi all’impresaper un dato periodo a fronte del rimborso del capitale ed il pagamento degliinteressi. Sono interessati alla trasparenza dell’impresa finanziata, allasolidità e redditività, al rimborso puntuale del capitale e degli interessi. Leattese dell’impresa sono: condizioni generali favorevoli, varietà e flessibilitàdelle modalità del finanziamento, supporto tecnico per la scelta delle forme difinanziamento ed una relazione duratura.

I Clienti acquistano i prodotti e gestiscono il loro rapporto secondo variecondizioni di scambio e richiedono all’impresa standard di qualità chiari,prezzi adeguati, garanzie ed innovazione. Le imprese perseguono una stabilerelazione e cooperazione nello sviluppo del know-how tecnico e commerciale.Infine gli alleati istituzionali sono le imprese partner, come i consorzi, lejoint-ventures e le reti di franchising. Essi hanno il compito di tutelare ilmarchio e l’immagine di un’impresa e si aspettano quote associative, stabilità ecooperazione, mentre le attese delle imprese nei loro confronti sono: sviluppodi una politica comune ed una collaborazione proficua.

I Concorrenti giocano un ruolo importante nel mondo economico, poiché stimolanola competizione. Ciascuna impresa dovrebbe gestire attentamente le relazioni conle altre imprese, adottando una competizione leale, che si rispetti lanormativa, per creare anche a delle alleanze.

Lo Stato è legato alle imprese da rapporti che originano contributi, ricompensee attese. Esso è produttore ed erogatore di beni pubblici e si aspetta che leimprese non adottino pratiche di evasione ed elusione fiscale, mentre le impresesi attendono beni pubblici di alta qualità, apparati statali efficienti,imposizione non elevata ed equità del sistema fiscale.

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Le Collettività Locali istaurano particolari relazioni con le imprese ches’impegnano a fornire lavoro agli abitanti di una certa area geografica. Siaspettano generali condizioni di benessere; invece l’impresa si aspetta diricevere impegno e fedeltà da parte dei propri lavoratori e contesti sociali epolitici favorevoli.

L’operatore famiglia occupa un ruolo primario nel sistema economico, in quantola produzione, il consumo, il risparmio e gli investimenti dipendono dallescelte e dall’attività economica dei suoi membri. I soggetti che offronocontributi alle famiglie e che ne ottengono ricompensa sono: i membri, iprestatori di lavoro presso la famiglia, i fornitori, lo Stato, gli istitutipresso cui i membri prestano lavoro, le altre famiglie legate da rapporti diparentela e gli istituti cui la famiglia ha prestato capitale di rischio.

I soggetti che offrono contributi e ottengono ricompense dello Stato sono: lefamiglie, imprese, istituti nonprofit, i conferenti di capitale di prestito, ifornitori di beni privati, le imprese pubbliche, i prestatori di lavoro, leamministrazioni pubbliche locali e gli altri Stati.

Gli interessi convergenti negli istituti nonprofit fanno capo ai soci, aifinanziatori, collettività locali, Stato, conferenti di capitale di prestito,fornitori di beni privati, prestatori di lavoro e agli altri istituti nonprofit.Per una vita economica duratura di un istituto è necessario istituire relazionidi cooperazione affinché i contributi dei soggetti si rendano disponibili.

In un’impresa ideale dove fra tutti i soggetti s’instaurano relazionitrasparenti, di fiducia e cooperazione si avrebbero dei vantaggi d’integrazionecomune: minori costi di transazione e di coordinamento, maggior valore degliinput, maggiore soddisfacimento dei bisogni di socialità, estesi ed efficientiprocessi di apprendimento collettivo.

Per realizzare un buon livello d’integrazione occorre superare vari ostacoli chederivano da: obiettivi differenti, competizione per la remunerazione date lerisorse limitate, informazione incompleta e futuro incerto. Nei risultatiottenuti attraverso un lavoro congiunto, è difficile definire il contributo delsingolo e decidere a chi attribuire i risultati residuali.

Per realizzare l’integrazione si agisce su leve come: la definizione degliorganismi massimi di governo e dei soggetti cui attribuire i risultatireddituali, un’attenta progettazione dell’assetto organizzativo ed adottaremeccanismi d’integrazione con soggetti esterni.

La partecipazione di tutti i portatori d’interessi al governo d’istituto,determinerebbe delle situazioni negative, come: elevati costi di governo ecomplessità organizzativa, qualità e tempi delle decisioni inadeguati alla vitadell’istituto e mancato riconoscimento della criticità di alcuni contributi.

La nomina del Soggetto d’Istituto è importante per massimizzare la possibilitàche l’istituto perduri nel tempo ed in autonomia. Ad esso è affidato il diritto-dovere di governare, di godere dei risultati residuali e su di esso ricade ilrischio d’istituto. In tutti gli istituti, gli interessi istituzionali

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coincidono con le attese delle persone che compongono il soggetto d’istituto,mentre gli interessi degli altri soggetti sono detti interessi nonistituzionali, economici e non, ed economici istituzionali.

L’insieme dei portatori degli interessi istituzionali economici e non,costituisce il soggetto d’istituto, mentre gli interessi economici istituzionalicostituiscono il Soggetto Economico che esercita le prerogative di un governoeconomico, fissa gli obiettivi, le strategie, le politiche dell’istituto,sceglie i soggetti che contribuiranno alla vita economica dell’istituto,progetta ed attua strutture di governo, di controllo e sorveglia ilfunzionamento dell’istituto.

Esso s’ispira ai principi di economicità, ossia la capacità dell’istituto disvolgersi in autonomia economica senza il ricorso a coperture di perdite edadottare strutture, processi, atteggiamenti e comportamenti ispirati alla logicadella partecipazione e del confronto.

Il soggetto d’istituto ed il soggetto economico della famiglia sono composti datutti i suoi membri. Rilevanti interessi possono essere portati da persone dialtre famiglie legate da rapporti di parentela e si considerano rapporti nonistituzionali, a meno che non si configuri un gruppo economico di aziendefamiliari.Il governo economico dell’azienda familiare è unico ed unitario e comportadecisioni complesse ed articolate poiché implicano significati non soloeconomici.

Le imprese possono richiedere differenti assetti di governo che, in alcuni casisarà centrato su una sola categoria di portatori d’interessi, mentre in altrisarà affidato a più categorie di produttori d’interessi.Nel caso in cui in un’impresa il soggetto d’istituto ed economico siano formatidall’insieme dei conferenti di capitale di rischio e dei prestatori di lavoro,l’assegnazione dei diritti di proprietà da luogo ad un efficace governoeconomico.

La maggior parte delle imprese è configurata secondo il metodo capitalistico,cioè si assegnano i diritti di proprietà soltanto ai conferenti di capitale dirischio, poiché si presume che esercitino maggiore influenza sul governo delleimprese.Quando si adotta uno schema a 2 classi di portatori d’interessi, si manifesta ilproblema della formazione degli organi di governo, che si supera con lacreazione di assemblee che nominano i rappresentanti ed i membri dell’organodecisionale di governo ed il problema della determinazione e della divisione delreddito residuale complessivo.

Il fine immediato dell’impresa è rappresentato soprattutto dalla produzione diremunerazione per i membri del soggetto economico.

Le prerogative di un governo economico riguardano le scelte per l’assettoistituzionale, di configurazione delle combinazioni produttive, di assettotecnico, organizzativo e per l’organismo personale. Il contemperamento degliinteressi è un principio generale di conduzione degli Istituti, poiché chi

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governa, deve tener presente le attese di tutti i portatori d’interessi e devericercare soluzioni che le soddisfano in modo equilibrato.Una strategia che agevola il soddisfacimento di tutte le attese e quella dicrescere l’impresa in termini dimensionali e di qualità delle combinazionieconomiche. Molto spesso l’insieme delle persone che dovrebbe esercitare ilgoverno economico non coincide con quello che, di fatto, lo esercita, poichéviene esercitato da persone che lo rappresentano solo in parte, oppure che siaesercitato da persone estranee al soggetto economico. In questi casi si trattadi Soggetto Economico Improprio, una situazione molto pericolosa per l’impresapoiché è iniqua.

Lo Stato è costituito da istituti pubblici, come Regioni, Province e Comuni,sono istituti di tipo politico-sociale caratterizzati da fini e processi di tipoeconomico e definite Azioni Composte Pubbliche. I loro fini economiciistituzionali sono: il soddisfacimento dei bisogni pubblici e la remunerazionedei prestatori di lavoro. Anche nello Stato possono crearsi soggetti economiciimpropri quando l’azienda pubblica diventa strumento delle organizzazionipolitiche o di particolari categorie di utenti anziché strumento direalizzazione del bene comune. Le prerogative di governo economico negliistituti pubblici si esercitano attraverso organi collegiali.

Negli istituti nonprofit il soggetto d’istituto può far capo a: gli associatiche si aggregano per soddisfare bisogni comuni coprendo i costi con quote etariffe, ai donatori pubblici e privati ed ai prestatori di lavoro.Sono interessi istituzionali economici: le attese di soddisfacimento dei bisognicomuni degli associati e le attese di remunerazione dei prestatori di lavoro nonvolontario, mentre gli economici non istituzionali sono quelli dei donatori.

Capitolo 5 – L’ECONOMICITA’

L’equilibrio istituzionale si ha quando tutti i membri del soggetto d’istitutocondividono i valori, gli obiettivi, le strutture, le modalità dell’istituto ele logiche organizzative, e quando ricevono ricompense e benefici equi rispettoai contributi forniti.

L’equilibrio istituzionale è caratterizzato dalla durabilità e dall’autonomia.Si ha equilibrio istituzionale, ossia Economicità quando l’istituto è in gradodi attrarre risorse sufficienti per remunerare tutte le condizioni di produzionee di consumo utilizzate per svolgere le combinazioni economiche. Essa è lacapacità dell’istituto di operare senza accumulare perdite. L’economicità è unacondizione necessaria per la vita duratura di un istituto, poiché è un principioed un obiettivo essenziale per un buon governo d’istituto.

L’azienda deve svolgersi secondo condizioni di vita e di funzionamento tali daconsentire di durare nel tempo in un ambiente mutevole. La continuità e losviluppo di un istituto hanno un valore per i suoi membri attuali ma anche perquelli futuri e per tutta la collettività. L’autonomia si verifica quando non viè un ricorso sistematico ad interventi di sostegno o di copertura delle perditeda parte di altri istituti.

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Il principio di economicità si concretizza attraverso: il perseguimento di finieconomici istituzionali e nel rispetto delle condizioni di svolgimentodell’attività economica. Quest’ultimo principio si suddivide in: equilibrioreddituale, monetario, efficienze, flessibilità e congruità delle remunerazioni.L’equilibrio reddituale, ossia l’equilibrio tra componenti positivi e negatividi reddito, esprime l’attitudine della gestione di rimunerare tutti i fattoriproduttivi compresi il capitale di prestito e quello di rischio. Esso deveessere valutato in funzione del tempo e all’ oggetto di riferimento, infattipotrebbe fare riferimento oltre che alla singola azienda anche ad un gruppoaziendale. Nel primo caso si tratterà di Equilibrio Aziendale, nel secondo diEquilibrio di Gruppo.

Si ha economicità quando è presente un buon livello di efficienza, espressa intermini di rendimento fisico-tecnico dei processi produttivi. Solo inparticolari condizioni le inefficienze possono essere trasferite all’esterno,senza danneggiare l’equilibrio reddituale dell’azienda, penalizzando altreaziende.Per efficienza s’intende la relazione che intercorre tra i risultati conseguitie i mezzi impiegati. Essa si persegue applicando metodi di lavoro che consentanodi svolgere le operazioni senza sprechi di risorse e tempi, ma ricercandol’innovazione dei processi.

L’economicità d’azienda ricerca la flessibilità, ossia la predisposizione distrutture e combinazioni produttive efficienti in grado di adeguarsiall’ambiente. Inoltre è data dalla congruità dei prezzi-costi sostenuti e delcapitale-risparmio e del lavoro, viene perseguita anche da aziende familiari odi produzione. Il giudizio di adeguatezza o di congruità comporta l’esame dellecondizioni di ambiente che caratterizzano i diversi mercati in cui le impreseoperano.

Per affermare che un’azienda è economica occorre che rimuneri in modosoddisfacente il capitale proprio. L’economicità è strettamente correlata alconseguimento dell’equilibrio monetario, ossia alla capacità di far fronte agliimpegni di pagamento. Le diverse manifestazioni temporali dei costi e ricavi edei flussi di redditi monetari si traduce in fabbisogno finanziario. È compitodella gestione finanziaria ricercare la copertura di tale fabbisogno,provvedendo alla raccolta dei mezzi finanziari sufficienti per consentire losvolgimento dell’azienda. Il fluire del tempo è l’elemento cruciale chedetermina e giustifica la necessità di considerare attentamente il rispettodell’equilibrio monetario. Tale vincolo può spingere l’azienda a ricorrereeccessivamente all’indebitamento pregiudicando il suo equilibrio reddituale esua stessa sopravvivenza. Il principio di economicità non s’identifica con ilcriterio della massimizzazione del profitto, esso si traduce nel rispetto dellecondizioni favorevoli al durevole mantenimento e allo sviluppo dell’azienda,intesa come mezzo per conseguire i fini dell’istituto.

Nell’azienda familiare l’economicità viene conseguita se la produzione deiredditi da lavoro e da gestione patrimoniale consente di coprire i consumi inmisura adeguata alla posizione sociale e al tenore di vita della famiglia.Questa produzione di redditi può generare risparmio in grado di alimentare ilpatrimonio. L’equilibrio monetario può giocare un ruolo importante, che si

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risolve con la creazione di un fondo di mezzi liquidi sufficienti a fronteggiarele uscite monetarie concentrate in dati periodi dell’anno.

Si ha economicità dello Stato e degli istituti della PA se si realizzano i finie se: la produzione e il consumo di beni pubblici siano soddisfacenti per ilfunzionamento e lo sviluppo sociale ed economico di una collettività, lacorresponsione di remunerazioni adeguate ai collaboratori e ai finanziatori,l’elevata efficienza delle combinazioni economiche realizzata mediantel’adozione di buone tecniche di gestione, di organizzazione e rilevazione,l’imposizione di tributi ripartiti secondo equità, l’attuazione di una gestionepatrimoniale che produca redditi convenienti e la realizzazione di un risultatodi risparmio o di un disavanzo contenuto. In molti istituti nonprofit solo unaparte dei costi è coperta da ricavi provenienti da cessione di beni a terzi;l’equilibrio reddituale si realizza su donazioni volontarie provenienti dasoggetti privati o pubblici. Il difficile equilibrio reddituale rende fragileanche l’equilibrio monetario e ciò può mettere a rischio la vita dell’istituto ela sua autonomia.

Gli istituti nonprofit, visto il divieto di distribuire il profitto ai suoimembri, sostituiscono alla massimizzazione del profitto, quella della qualitàdel bene prodotto. Tutti gli istituti nonprofit economicamente nonautosufficienti, sono tra loro in competizione per l’acquisizione delledonazioni, che rappresentano il prezzo che i donatori sono disposti a pagare peri beni che saranno goduti da altri.

Capitolo 6 – MODELLI DI RAPPRESENTAZIONE DELL’ECONOMICITA’

Per una consapevole partecipazione alla vita dell’impresa, tutti i soggetticoinvolti hanno il diritto-dovere di conoscere le condizioni del suosvolgimento, ed i risultati e le prospettive in termini di economicità. Questaesigenza è condivisa da tutti i soggetti che forniscono contributi e che siattendono ricompense come: i prestatori di lavoro, i conferenti di capitale dirischio, fornitori, clienti e Stato.Inoltre esigenze di conoscenza fanno capo a chi esercita il governo economicodell’impresa e a tutte quelle persone che devono prendere decisionicostantemente per assicurare lo svolgimento dell’azienda secondo economicità.Sono: gli amministratori, direttori generali, commerciali, di produzione edamministrativi.

Per le esigenze di conoscenze, le imprese costituiscono dei sistemi informativi,ossia strutture e procedure che raccolgono, elaborano, conservano edistribuiscono i dati e le informazioni aziendali. Essi forniscono dati edinformazioni utili per valutare l’economicità dell’impresa, attraverso imodelli: di equilibrio reddituale, monetario, istituzionale, dellacompetitività, delle competenze e delle risorse, del valore del patrimonio, masoprattutto il modello del bilancio d’esercizio, che coglie gli elementiessenziali dell’economia di un’impresa.

La sua utilità è massima se lo si integra con altri modelli che evidenziano gliaspetti cruciali della vita d’impresa. Ogni modello di rappresentazione

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dell’economicità è utile per varie analisi e gli amministratori li usano perl’adeguato svolgimento del ruolo di governo economico.

Il modello di bilancio fornisce indicazioni se l’attività economica svolta staproducendo gli utili attesi e di quali beni l’impresa dispone e quali dirittivanta. Il corretto governo delle imprese richiede continui supportid’informazione e la misurazione periodica delle performance ad interventitemporali non troppo lunghi.

Tutte le imprese stilano un bilancio, per ragione di ordine pratico e giuridico,almeno una volta l’anno. In questo modo la vita continuativa dell’impresa vienespezzata in sezioni annuali e ciò richiede particolari accorgimenti perl’efficace rappresentazione del reddito e del capitale.

La costruzione del bilancio d’esercizio si fonda su: l’esercizio generale, gliesercizi particolari e annuali, il principio di competenza, i costi, i ricavi edi componenti positivi e negativi di reddito, il reddito d’esercizio, il capitaledi funzionamento e l’unitarietà del sistema dei valori di bilancio.

La continuità dei processi economici d’impresa fa sorgere valori comuni a 2 opiù esercizi annuali e che devono essere spezzati quando si redige il bilanciod’esercizio, come le condizioni produttive pluriennali e le rimanenzed’esercizio.

Le rimanenze finali sono le produzioni in corso con le quali si apre l’eserciziodel periodo amministrativo successivo che, rispetto all’esercizio precedente,entrano come input e denominate rimanenze iniziali.

Nella costruzione del reddito d’esercizio il problema del frazionamento divalori comuni a più esercizi, si risolve applicando il principio di competenza.In sua mancanza devono essere rappresentati solo i valori prodottinell’esercizio e i valori utilizzati per produrre.

La tavola del reddito è costituita da componenti positivi e negativi di reddito.Ma solo alcuni componenti positivi sono ricavi e solo alcuni componenti negativisono costi. Il costo è il prezzo pattuito per ottenere la disponibilità di unfattore produttivo, che è quindi un componente negativo di reddito.

L’acquisto di un bene pluriennale è un costo, ma si attua il processo diammortamento e nel reddito d’esercizio entrerà la quota di ammortamento dicompetenza dell’esercizio.

Il reddito d’esercizio è l’insieme dei valori dei componenti positivi e negatividi reddito suscitati dagli accadimenti che si sono svolti in un certo periodo ditempo e coerenti secondo il principio di competenza.

Il risultato reddituale è quel valore che si configura come utile o perdita ed èla remunerazione di una condizione di produzione.

Il capitale di funzionamento è l’insieme dei valori delle attività, passività edel capitale netto determinato alla fine di ogni periodo d’esercizio, ilbilancio d’esercizio è un sistema unitario di valori.

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Nella struttura del reddito d’esercizio occorre disporre in buon ordine icomponenti negativi di reddito, ossia il valore delle condizioni di produzionesecondo il principio di competenza, ed i componenti positivi di reddito, ossia ivalori ottenuti dall’attività economica.

I tipici input ed i componenti negativi di reddito sono: Materie prime, Servizi,Immobili, Impianti, Macchinari, Attrezzature dell’impresa a cui corrispondono leQuote di ammortamento, le immobilizzazioni di terzi che originano Canoni diLocazione o Fitti Passivi, il lavoro fornito dai prestatori di lavoro comeStipendi, Contributi e Quote T.F.R., i beni pubblici statali sottoforma diTributi vari e Imposte sul Reddito, i mezzi monetari apportati a titolo dicapitale di prestito da terzi che originano Interessi Passivi, la copertura deirischi garantite a fronte di Premi Assicurativi, le Rimanenze Iniziali e ilcapitale di rischio che è remunerato con l’Utile o la Perdita d’esercizio.

Tipici output sono: i prodotti finiti e venduti che danno origine ai Ricavi diVendita, la produzione in corso ossia le Rimanenze Finali d’esercizio, gliInteressi Attivi della gestione patrimoniale, i dividendi, le plusvalenze e ifitti attivi.

Per la costruzione del capitale di funzionamento, le tipiche attività sono:disponibilità monetarie sottoforma di cassa o c/c, crediti di regolamento versoclienti, rimanenze finali, immobilizzazioni materiali ed immateriali, crediti diprestito, quote di capitale di rischio di altre imprese e partecipazioni.

Le tipiche passività sono: i Debiti di Regolamento verso fornitori, diFinanziamento, Obblighi nei confronti dei prestatori di lavoro e dello Stato,inoltre i componenti al netto sono: il Capitale Sociale e gli utili maturati manon distribuiti, ossia le Riserve. Riguardo ai processi di redazione delbilancio d’esercizio, devono svolgersi secondo logiche e tecniche che permettanodi redigere il bilancio in modo efficiente e corretto.

È un processo che comporta la registrazione dei valori che si svolgono lungol’intero periodo amministrativo. Tutte le imprese tengono nota degli accadimentieconomici rilevanti, e per redigere efficientemente il bilancio d’eserciziooccorre selezionarli e registrare periodicamente a fine anno i relativi valori.

Il sistema degli accadimenti è l’insieme di azioni e fenomeni che si manifestanonell’azienda e nel suo ambiente. Il sistema delle operazioni, ossia lecombinazioni economiche, è formato dalle attività di produzione economica svoltadalle persone che compongono l’organismo personale dell’azienda. Il sistemadelle quantità economiche è l’espressione del sistema delle operazioni.L’utilizzazione delle quantità economiche ed i calcoli che comportano dannoorigine a stime e congetture di quantità economiche.

Le stime sono determinazioni approssimate ad un fenomeno che non si conosce inmodo definitivo. Per la stima ci si avvale di ipotesi che attengono al grado diprobabilità della differenza tra il dato stimato ed il dato effettivo.

Le congetture sono valori immaginati, frutto di calcoli fondati su ipotesi-finzione, utili a scopi d’investigazione economica. Se le ipotesi-finzione sono

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molteplici si avranno più dati congetturali ciascuno con un suo significato euna specifica utilità. Sono esempi di dati congetturali le quote diammortamento. Le quantità economiche e le qualità stimate e congetturate sono ilfondamento di tutte le misurazioni, calcoli e previsioni che si compiono inazienda.

Nell’ambito del sistema delle quantità economiche d’azienda e delle quantitàstimate e congetturate si individuano vari sottosistemi, il più importante è ilsistema dei valori di azienda, che offre le basi per impostare modelli divalutazione e di rappresentazione dell’economicità. Esso accoglie la moneta comeespressione del valore e che trova la sua origine nelle operazioni di scambioche l’impresa intrattiene con i terzi. L’impresa operando in un’economia discambio monetario, attraverso la moneta assolve la funzione di facilitare esemplificare i rapporti di scambio. Il divenire economico dell’impresa simanifesta sia con valori riferiti ad un istante (quantità-fondo), sia con valoririferiti ad un lasso di tempo (quantità-flusso).

Il reddito d’esercizio si compone di quantità-flusso, mentre il capitale difunzionamento di quantità-fondo. Questi due aspetti sono tra loro strettamentecollegate, poiché le operazioni svolte risentono delle condizioni preesistenti econdizionano quelle successive.Tutti i valori che esprimono strumenti di regolamento degli scambi si denominanovalori numerari, si tratta di mezzi monetari liquidi disponibili, di crediti edebiti di regolamento, sono non numerari tutti gli altri valori.

Le operazioni di gestione esterna aziendale producono: variazioni numerarie enon numerarie positive, negative e variazioni non numerarie, ossia variazioni dicondizioni di produzione. I valori si rilevano nel momento in cui si manifestala variazione numeraria, che viene ad identificarsi nel momento in cui si emetteo si riceve la fattura, in modo da ottenere valori caratterizzati da un certogrado di certezza e per poter effettuare riscontri in tempi brevi. I valori,poi, si rilevano attraverso il metodo della partita doppia, in base al qualeogni valore sorto per effetto delle operazioni d’azienda si rileva 2 volte, consegno opposto, in appositi conti.

Sotto la voce Attivo, si collocano tutti i valori numerari e non numerari attivie che non hanno immediato significato di componenti di reddito, mentre sotto lavoce Passivo si collocano i valori numerari e non, che assumono significato dicomponenti di reddito.

Sotto la voce Costi si pongono i valori che hanno significato di incremento dicondizioni di produzione e di componenti negativi di reddito, nei Ricavis’inseriscono le condizioni di produzione ed i componenti positivi di reddito.

Il capitale di funzionamento è uno schema costituito per ordinare l’insiemedelle condizioni di produzione di proprietà dell’impresa in un certo momento,ossia le attività, l’insieme delle obbligazioni e degli impianti nei confrontidei vari soggetti che hanno fornito i contributi, ossia le passività. Gliobblighi nei confronti dei conferimenti di capitale di rischio si denominaCapitale Netto. Infine, i valori totali delle attività è sempre pari al totaledelle passività e del capitale netto.

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Capitolo 7 – ANALISI DELL’ECONOMICITA’ E CAPITALE ECONOMICO

Le sintesi di bilancio permettono di esprimere giudizi sulla capacitàdell’azienda di rispettare il principio di economicità e quali sono lecondizioni che potranno favorire l’economicità futura. Inoltre, formano ilcosiddetto bilancio d’esercizio, che oltre ad essere uno strumento conoscitivo adisposizione degli organi direttivi e di governo economico, viene contemplatodalla legge ordinaria quale supporto informativo periodico obbligatorio pertutelare gli interessi di quanti entrano in contatto con l’azienda.Per rendere più efficace la lettura e l’analisi delle sintesi di bilancio siutilizzano: la riclassificazione e la costruzione di indici.

La riclassificazione delle sintesi del bilancio consiste nel riesporre le vocied i valori in esse contenute, ma in un ordine diverso, con l’obiettivo diottenere informazioni ulteriori rispetto a quelle offerte dagli schemioriginari.

Il Conto Economico è la sintesi dalla quale si ottiene la misura del redditoprodotto nel periodo e si ricavano le informazioni per l’accertamento dellacapacità di reddito tendenziale, per valutare se il risultato redditualeconsente un giudizio positivo sull’economicità dell’azienda.

La riclassificazione del conto economico secondo il criterio a ricavi e costodel venduto, mette in luce il contributo delle singole gestioni alla formazionedel reddito netto, derivante dalla gestione caratteristica, patrimoniale,finanziaria, tributaria e da eventi straordinari. Dalla struttura del contoeconomico si evidenziano, oltre al reddito netto: il risultato operativo dellagestione caratteristica, il risultato operativo che somma il risultato operativodella gestione caratteristica ai proventi derivanti dalla gestione patrimoniale,il reddito lordo di competenza, che tiene conto del risultato operativo e deglioneri finanziari ed il reddito prima delle imposte che considera oltre alrisultato lordo, le sopravvivenze e le insussistenze attive e passive.

Lo Stato Patrimoniale è la fonte primaria d’informazioni per l’analisifinanziaria, per accertare la solvibilità dell’impresa, ma non sempre i valoricontenuti in esso sono classificati per favorire quest’analisi. Per ciò siutilizza il criterio di riclassificazione finanziario, con il quale si cerca dicapire come gli investimenti, dell’attivo, sono stati finanziati dalle voci delpassivo e del netto. Gli elementi dell’attivo esprimono investimenti dai qualisi attendono flussi di entrate, mentre gli elementi del passivo e del nettorappresentano le forme o le fonti di finanziamento utilizzate per coprire gliinvestimenti.

Per classificare gli elementi dell’attivo si adotta il criterio della liquidità,cioè della loro attitudine di trasformarsi in mezzi monetari senza danneggiarela gestione operativa, mentre per gli elementi del passivo e del netto si adottail criterio della scadenza, cioè il termine entro il quale occorre far fronteagli impegni.

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L’attivo corrente si classifica in: liquidità immediate, rappresentate da fondiliquidi disponibili e da titoli; liquidità differite, ossia crediti diregolamento; e disponibilità, costituito dalle rimanenze.

L’attivo fisso si suddivide in: immobilizzazioni finanziarie, che comprendonocrediti esigibili oltre l’anno, partecipazioni e crediti di finanziamento;immobilizzazioni materiali ed immateriali nette, espresse al netto delle quotedi ammortamento.

Il passivo e netto comprende: il passivo corrente, rappresentato dai debiti diregolamento; il passivo consolidato, che comprende debiti con scadenza entrol’anno e fondo T.F.R.; il capitale netto, composto da capitale sociale, riserveed utili dell’esercizio.

La differenza tra attivo e passivo corrente evidenzia il capitale circolantenetto che è un indicatore di equilibrio monetario in quanto mette in relazioneinvestimenti e fonti che esercitano un influsso sulla dinamica monetariadell’anno successivo.

Da uno stato patrimoniale riclassificato è possibile trarre giudizi su: lacomposizione e la struttura degli impieghi, delle fonti di finanziamento el’equilibrio strutturale tra natura e variabilità delle fonti e degliinvestimenti. Il bilancio non esplicita i movimenti monetari manifestatisinell’esercizio, ma vi è un apposito documento detto Rendiconto delle variazionidei mezzi monetari che evidenzia le dinamiche monetarie e di esprimere giudizisull’equilibrio monetario dell’impresa.

La costruzione di questo documento si effettua partendo dal reddito netto eprocedendo a ritroso, cioè sommando al reddito netto d’esercizio: i valori chenon hanno determinato movimenti monetari, le variazioni di capitale circolantenetto, gli investimenti, le variazioni di capitale proprio e di passivitàconsolidate.

Gli indici di bilancio permettono di formulare giudizi sull’economicità dellagestione dell’azienda, poiché sono quozienti che hanno la capacità disintetizzare e quantificare fenomeni complessi.

Gli indici analizzano la redditività, ossia il rapporto tra una configurazionedi reddito ed un’altra grandezza a questa correlata; la solidità, espressionedella solvibilità, cioè della capacità di far fronte agli impegni; la liquidità,come indicatore della solvibilità a breve, cioè della capacità di far fronte aipagamenti.

RedditivitàGli indici di redditività misurano la capacità dell’azienda di produrre reddito,e quindi di remunerare adeguatamente tutte le condizioni di produzione.

L’indice che esprime i risultati dell’impresa è la redditività del capitaleproprio, detto ROE, per la quale il reddito netto viene rapportato al capitalenetto. Esso misura il rendimento del capitale netto, cioè l’incrementopotenziale del capitale netto prima della distribuzione del reddito sottoforma

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di dividendi. Questo indice va confrontato con il costo figurativo del capitaleproprio, ossia il sacrificio sopportato dai portatori di capitale-risparmio peraver investito mezzi finanziari nell’azienda. Se il ROE risulta maggiore diquesto, si può affermare che vi è equilibrio reddituale.

Fattori determinati del ROE sono: il ROA, che esprime la redditività dellagestione operativa, il RI (rapporto d’indebitamento), che serve ad apprezzare lasolidità patrimoniale dell’impresa, cioè la capacità di far fronte agli impegniverso terzi; tale quoziente sarebbe nullo se uguale ad 1, ed ha un effettomoltiplicativo se maggiore di 1 ed il Tasso d’incidenza esprime il peso deicomponenti di reddito estranei alla gestione operativa, cioè gli onerifinanziari, le imposte, le sopravvenienze e le insussistenze attive e passive;di solito quest’indicatore ha un valore inferiore ad 1 perché i componenti direddito negativi estranei alla gestione operativa risultano superiori a quellipositivi.La redditività del capitale proprio dipende da: la redditività operativa,l’indebitamento finanziario e l’incidenza del reddito netto sul redditooperativo.

La redditività operativa può essere suddivisa in redditività delle vendite ROS ein Tasso di rotazione dell’attivo circolante. Il ROS misura il grado diconvenienza economica delle vendite effettuate nell’esercizio. Il Tasso dirotazione dell’attivo circolante esprime la relazione tra una dimensioneoperativa dell’azienda ed una strutturale, ed indica il numero di volte chel’attivo netto gira in un anno per effetto dei ricavi di vendita, per questo èun indicatore di efficienza della gestione.

SoliditàI principali indici di solidità sono il Rapporto d’Indebitamento (RI) cheesprime la relazione che intercorre tra l’attivo netto ed il capitale netto, equindi indica il peso del capitale di terzi. Il grado di copertura delleimmobilizzazioni che esprime il rapporto tra il capitale netto e leimmobilizzazioni tecniche nette.L’indebitamento è pericoloso quanto maggiori sono gli oneri finanziari che essogenera, così un basso grado di copertura delle immobilizzazioni determina unasituazione grave quanto più le immobilizzazioni tecniche risultano inutilizzatee difficilmente realizzabili.

LiquiditàGli indicatori utilizzati per la liquidità sono il Quoziente di disponibilità,che si ottiene rapportando l’attivo corrente al passivo corrente; il Quozientedi liquidità espresso come rapporto tra le liquidità, immediate e differite edil passivo corrente.

Nel passaggio dal ROA al ROE ha un ruolo fondamentale l’effetto leva finanziariache si produce dalla differenza tra il ROA ed il costo medio del capitale diterzi. Se il ROA rende più di quanto costa il capitale di terzi, l’impresaaumenta la propria redditività del capitale proprio. L’effetto leva finanziarioè tanto più potente quanto maggiore è la differenza tra ROA e capitale di terzi

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e quanto maggiore è la quota di ROA finanziata da mezzi di terzi anziché dalcapitale netto.

Esistono tre principali nozioni di capitale: il Capitale di Funzionamento che èl’insieme dei valori delle attività, delle passività e del capitale nettodeterminato al termine di ciascun periodo costruito in ipotesi di continuità difunzionamento dell’impresa; il Capitale di Liquidazione, ossia il valore delleattività, delle passività e del capitale netto determinato in ipotesi diliquidazione; ed il Capitale Economico, ossia il valore complessivo dell’aziendain ipotesi di cessione. Determinare il capitale economico significa esprimere unapprezzamento sull’attitudine del patrimonio di un impresa a produrre redditifuturi.

La sua determinazione si realizza mediante l’attuazione dei flussi di redditiattesi futuri, ad un adeguato tasso per un periodo di tempo illimitato, ed ènecessario formulare alcune ipotesi sui flussi di reddito futuri e sul tasso diattualizzazione, che tenga conto del tempo e del rischio connesso allosvolgimento della gestione futura.

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Capitolo 9 – LA STRUTTURA DELL’AZIENDA, L’AMBIENTE ECONOMICO, IL SISTEMACOMPETITIVO

La vita delle aziende è originata ed alimentata da decisioni che si compongonodi processi. Nell’azienda è importante individuare le decisioni da prendere, dachi, in quali tempi e sequenze e secondo quali logiche e procedure.

L’esigenza di decidere è dettata dal continuo dinamismo interno ed esternodell’impresa. Le decisioni che riguardano il campo economico sono soggette alvincolo di scarsità delle risorse, s’impongono attente e rigorose analisi diconvenienza economica che possono essere svolte ricorrendo a modelli di analisieconomica per decisioni, sono adottate in condizioni d’incertezza e comportanoun certo grado di rischio che è massimo quando le scelte sono molto innovative,sono razionali, ma soggette a limiti di razionalità, e producono conseguenzeampie e stabili sulle condizioni future.

Le decisioni dell’impresa, vengono prese in modo che la consentano flessibilitàed il futuro sviluppo. Il sistema di governo strategico delle imprese siarticola in scelte che riguardano: la configurazione del sistema prodotto, conil quale presentarsi nei mercati per sollecitare la domanda e per fronteggiare iconcorrenti; il dimensionamento della capacità produttiva, l’estensioneinterfunzionale ed estensione verticale, attraverso cui decidere quali attivitàsvolgere all’interno dell’azienda e quali far svolgere ad altri; l’estensioneorizzontale, per scegliere se attivare una o più combinazioni parziali; lagestione patrimoniale, finanziaria e tributaria; che riguardano la formazione elo sviluppo del patrimonio materiale ed immateriale dell’azienda, relativeall’assetto organizzativo e all’organismo personale, si tratta di suddividere icompiti, coordinarli e sviluppare le competenza delle persone e retribuire leloro prestazioni; l’assetto istituzionale, riguarda i rapporti da stringere coni portatori d’interessi, come distribuire i diritti di proprietà, comeconfigurare gli organi di governo e di controllo.

La struttura di ogni azienda si compone: dell’assetto istituzionale, dellaconfigurazione delle combinazioni economiche, del patrimonio, dell’organismopersonale e dell’assetto organizzativo.L’assetto istituzionale è la configurazione dei portatori d’interessi e deicontributi che forniscono all’azienda e dei benefici che ne ottengono.Progettare l’assetto istituzionale significa scegliere i soggetti che compongonol’istituto e che interagiscono con esso. Le scelte dell’assetto istituzionaleconsiste nel decidere: l’assetto proprietario di base, la forma giuridica,l’insieme degli organi di governo e di controllo, le modalità di interazione tral’impresa ed i suoi interlocutori e la partecipazione ad aggregatiinteraziendali e al relativo governo.

La configurazione delle combinazioni economiche è l’assetto delle attivitàsvolte dell’azienda attraverso i suoi membri. Significa decidere con quanti equali sistemi di prodotto proporsi a quali categorie di clienti ed in qualimercati. Queste decisioni ne comportano altre relative alla configurazione deisistemi di prodotto e quale strategia competitiva adottare, quali attivitàsvolgere all’interno dell’azienda e quali esternalizzare, come dimensionare lecapacità produttive, e quale peso e ruolo assegnare alle gestioni della gestionecaratteristica.

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Il Patrimonio è formato dalle varie condizioni produttive materiali edimmateriali utilizzate dall’istituto per svolgere la propria attività economica.I principali fattori che lo determinano sono: le competenze distintive, ilpatrimonio commerciale, l’assetto tecnico e la localizzazione territoriale.

L’organismo personale è l’insieme delle persone che prestano il loro lavoronell’istituto. Si determina attraverso: quali organismi professionaliprivilegiare, come dimensionare l’organismo personale in relazione al carico dilavoro, come aggiornare i profili professionali e quali condizioni attivare perperseguire il rispetto e la cooperazione.

L’assetto organizzativo definisce la struttura interna e le modalità disvolgimento dei processi aziendali e consegue dalla struttura organizzativa, ladistribuzione del potere e dei sistemi operativi.Progettare la struttura organizzativa significa ripartire le attività aziendaliin compiti da assegnare alle persone e mettere in atto le condizioni necessarieaffinché le attività si svolgano in modo integrato.Ogni configurazione ha una propria coerenza, ognuna produce effetti sulle altrecomponenti ed ogni intervento di ri-progettazione di una macrovariabile puòrichiedere adattamenti nelle altre per assicurare nuova coerenza. Esse sonoinfluenzate anche dall’ambiente nel quale l’azienda opera.Ogni istituto è una realtà unitaria, dinamica e complessa, ed è sempre possibileche si verifichino situazioni tra loro contraddittorie.

L’unitarietà del governo economico si realizza con la formulazione e larealizzazione di strategie aziendali. L’esigenza di un indirizzo strategicounitario si sottolinea con il concetto di orientamento strategico di fondo.

La strategia, oltre ad essere un insieme di mosse per raggiungere determinatifini, include anche il campo d’azione dell’impresa. La strategia d’impresa sicompone dell’orientamento strategico di fondo e degli indirizzi strategici.

L’OSF è l’insieme di idee guida, valori ed atteggiamenti che definisconol’identità dell’impresa, ossia definiscono che cosa l’impresa fa o vuole fare,come e perché fare impresa. Gli indirizzi strategici sono rappresentati dascelte strategiche che definiscono in quali aree competitive l’azienda intendeoperare ed in che modo affrontare la concorrenza, quali decisioni prendere alivello finanziario, tecnologico e di marketing.

I caratteri di unitarietà delle combinazioni economiche sono: lacomplementarietà, che si manifesta tra i fattori produttivi ed insiemi dioperazioni; la fungibilità, che si manifesta tra differenti fattori produttivi eclassi di operazioni; la comunanza, riguarda uno stesso fattore di produzione oinsiemi di operazioni che concorrono ad ottenere più risultati, esse sonoun’evidente fattore di unitarietà delle combinazioni economiche; lacongiunzione, attraverso cui da uno stesso processo produttivo escono piùrisultati, detti risultati congiunti; l’uniformità dei fattori di produzione,dei processi produttivi e dei prodotti, si manifesta nella standardizzazione,nell’uniformazione attraverso cui in molti campi dell’attività umana simanifesta l’esigenza di adottare standard comuni a tutte le aziende, e nella

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modularità, che prevede la progettazione di componenti che possono concorrerealla produzione di differenti prodotti complessi.L’interdipendenza analizza in termini organizzativi tutti i caratteridell’unitarietà delle combinazioni economiche. Tanto più forti sono questicaratteri e più elevata sarà l’interdipendenza tra le unità che compongonol’azienda.

L’ambiente di un istituto è l’insieme di condizioni e di fenomeni esterni che neinfluenzano la struttura e la dinamica. L’ambiente economico d’azienda sicompone di: mercati, insiemi omogenei di negoziazioni di beni privati, di rischie di credito di prestiti; strutture di domande e offerte di lavoro, capitaleproprio e di beni pubblici; settori, insiemi di aziende con combinazionieconomiche simili ed operanti in stessi mercati e strutture di domande edofferte; e politiche economiche, monetarie e finanziarie. L’ambiente noneconomico è rilevante per la struttura e la dinamica delle aziende, ed ècomposto da fenomeni e condizioni come: sistemi di valori caratterizzanti lacollettività sociale, la normativa giuridica nazionale ed internazionale, statoe dinamica delle scienze, tecnologie e tecniche, infrastrutture e configurazionefisica e climatica del territorio.

La natura varia delle aziende e del loro ambiente, portano a definire i confinidell’azienda rispetto all’ambiente e all’universo. Tale confine non èdefinibile, e per la sua identificazione si ricorre a: la struttura giuridicaformale, ossia gli elementi dell’azienda sono stabiliti dalla normativa vigenteladdove si definisce il campo d’azione degli organi di governo economico; el’influenza, mediante cui i confini si estendono fin dove gli organi di governoeconomico esercitano un’influenza nei processi decisionali. I confinidell’azienda sono modificabili e la loro estensione è oggetto delle scelte digoverno economico.La definizione di ambiente può essere articolata non solo per l’azienda, maanche per gruppi economici o aggregati.

Un mercato è un complesso dinamico di negoziazioni che riguardano scambi,capitale propri e lavoro ed hanno per oggetto dei beni che si manifestano concontinuità, con caratteri omogenei e con elevata interazione reciproca. Si ha unmercato quando molte negoziazioni con oggetto simile sono attuate continuamentee con elevata frequenza da un certo insieme di aziende.Non tutte le negoziazioni sono qualificabili come mercati, poiché possonorisultare casi unici, ossia negoziazioni fuori mercato alle quali non si possonoapplicare condizioni omogenee e concorrenti di mercato. Uno stesso bene puòessere negoziato in mercati distinti, anche in funzione di distinti aziendeclienti o per differenti bisogni soddisfatti dallo stesso bene. I mercati sonocomplessi dinamici ed i loro caratteri e confini variano nel tempo, i caratterifondamentali dei mercati sono la domanda e l’offerta che sono funzioni diarticolati insiemi di variabili. Attraverso l’analisi della domanda edell’offerta si spiega l’origine, la dinamica ed il grado di differenziazionedelle condizioni tipiche delle negoziazioni che compongono il mercato.

Un settore è un insieme omogeneo di aziende legate da relazioni diinterdipendenza. Le ricerche che hanno ad oggetto lo studio dei settori sonoquelle finalizzate ad interventi di politica economica in determinati settori.L’analisi del settore riguarda la sua struttura, il grado di concentrazione, si

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valuta se produce distorsioni della collettività, se si presentano strutture ecomportamenti di monopolio che frenano l’efficienza e l’innovazione e consentonol’applicazione di prezzi-ricavo a livelli più alti di quelli giudicati equidalla collettività. In alcuni casi, l’analisi può portare ad un eccessivofrazionamento del settore o si possono provocare eccessive forme di concorrenza.L’analisi di economia industriale porta a formulare interventi di politicaeconomica che tendano a ridurre concentrazioni monopolistiche e proteggere orafforzare un settore.L’analisi delle interdipendenze settoriali riguarda i flussi di produzione, diconsumo e dei mezzi monetari, è una tipica analisi dell’economia politica edella politica economica. Attraverso lo studio del contesto competitivo delleaziende di produzione si concentra l’attenzione sul comportamento competitivodelle aziende che compongono il settore, concorrenti in uno stesso mercato.Nell’ambito degli studi del contesto competitivo, particolare importanza ha ilmodello struttura-comportamento-risultati, tipico delle analisi economiaindustriale. I settori di aziende concorrenti sono insiemi di aziende diproduzione che producono beni equivalenti e che indirizzano la loro offerta adinsiemi di aziende clienti e potenziali.

La struttura del settore si analizza secondo il suo grado di concentrazione, lastruttura dei costi delle aziende ed il livello delle barriere all’entrata,ossia il livello degli ostacoli che dovrebbero essere superati da un’aziendaesterna al settore per potervi entrare. Il grado di concentrazione si spiegadalla struttura dei costi che è rilevante quando sono maggiori le economie discala.

Tipici esempi di struttura-comportamento-risultati sono: la struttura diconcorrenza perfetta, dove si presentano bassi livelli di economie di scala, diconcentrazione e di differenziazione dei prodotti, le imprese si concentranosull’efficienza tecnica ed i prezzi-ricavo sono dettati dal mercato; nellastruttura di oligopolio non differenziato, sono possibili forti economie discala, le aziende concorrenti sono poche ed offrono prodotti molto simili etendono a concordare politiche di prezzi uniformi e quanto più possibile alti malimitati che scoraggino l’ingresso di concorrenti nel settore; nella strutturadi oligopolio differenziato, si presentano alti livelli di economia di scala, diconcentrazione e di differenziazione dei prodotti, vi sono elevate barriereall’entrata che mantengono basse la competitività nel settore che è alimentatadalla pubblicità, dalla ricerca e dallo sviluppo come strumenti per rinnovare ladifferenziazione dei beni. La redditività è maggiore quanto alte sono lebarriere all’entrata, la concentrazione del settore e la differenziazione deiprodotti. I settori sono configurati da relazioni di concorrenza, ma anche dicooperazione.

Ciascuna azienda partecipa a tanti settori quanti sono i mercati in cui opera,quindi a ciascun mercato corrispondono uno o più settori di aziende in posizionedi offerta o domanda.

Le persone che operano nelle aziende mostrano una varietà di modalitàd’interpretazione dinamiche tra l’aziende e l’ambiente. Le diverse visioni dellerelazioni dinamiche sono modelli cognitivi che spiegano i comportamenti delleaziende e rappresentazioni schematiche di valori, atteggiamenti e comportamenti

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che caratterizzano i contesti economici, politici e sociali differenti nel tempoe nello spazio.

Le principali visioni sono: dell’efficienza economica relativa, della pressioneeconomica reciproca, dell’interazione multicentrica. Per l’azienda, l’ambiente èuna variabile rispetto cui adattare la propria configurazione ed il propriocomportamento, ed essa opera nei confronti dell’ambiente ricercando innovazioniatte a realizzare le proprie finalità.

Una parte fondamentale dell’ambiente economico delle imprese è rappresentata dalsistema competitivo, uno spazio economico popolato di clienti, fornitori econcorrenti, dove l’impresa presenta i suoi sistemi di prodotto. Il sistemacompetitivo è rappresentabile in termini di aziende e relazioni interaziendali.

La scelta del sistema competitivo nel quale operare è una scelta di governoeconomico e la sua analisi si realizza attraverso il modello della concorrenzaallargata, dove il termine settore indica le imprese in concorrenza ma anche iclienti, i fornitori, i potenziali entranti nel settore ed i produttori di benisostitutivi.

La concorrenza indica le forze esercitate sulle imprese dalle relazioni dicompetizione, come: la rivalità tra i concorrenti, il potere contrattuale deifornitori, dei clienti, le minacce d’ingresso e di sostituzione.La rivalità tra i concorrenti è tanto più accesa quanto il settore èframmentato, il tasso di crescita della domanda dei prodotti è basso, i prodottisono indifferenziati, i costi fissi e le barriere all’uscita sono elevati, cioèè molto difficile cambiare settore a causa della specificità degli investimentieffettuati, per i costi di dismissione delle strutture e per i costi degliaccordi sindacali. Un’accesa rivalità implica forti pressioni sui risultatireddituali e sui prezzi.

I fornitori hanno un forte potere se il loro settore è più concentrato di quellodella concorrenza, se rappresenta dei potenziali entranti e se i beni offertisono specifici. Il potere dei clienti è maggiore se si tratta di clientiimportanti, se il loro settore è particolarmente concentrato, se sono bassicosti di passaggio da un fornitore ad un altro e se si dispongono diinformazioni approfondite sui beni e sui potenziali entranti; e la sensibilitàal prezzo che dipende dalla sostituibilità dei beni acquistati, dal rapportocosto-qualità e dall’intensità della competizione.

Le minacce d’ingresso di nuovi concorrenti e di sostituzione rappresentano unfreno alla redditività del settore. Esse dipendono dalla solidità delle barriereall’entrata e dai suoi determinanti quali: il fabbisogno di capitale, leeconomie di scala, i vantaggi di costo assoluti, le differenziazioni deiprodotti, l’accesso ai canali distributivi, le politiche pubbliche diregolamento e controllo e i rischi di ritorsione da parte dei concorrenti nelsettore. La configurazione delle forze determina la redditività media di unsettore.

Ogni settore può essere segmentato per raggruppamenti strategici, ossia dainsiemi d’imprese concorrenti caratterizzate da strategie simili. I principalicambiamenti che possono avvenire in un sistema competitivo sono: le dinamiche

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congetturali, ossia mutamenti reversibili nel tempo; le dinamiche strutturaliinterne ad un sistema competitivo, ossia i fattori che determinano cambiamentipermanenti, come: il ciclo di vita, che rappresenta l’evoluzione delle venditedi un prodotto o di un settore nel tempo.Fasi tipiche di questo modello sono: introduzione, sviluppo, maturità e declino.Inoltre, il grado di concentrazione e di frammentazione, che si presenta quandopiù imprese concorrenti su uno stesso mercato si uniscono.

L’internalizzazione ed esternalizzazione, l’internazionalizzazione, che aumentacon l’espansione del raggio d’azione delle imprese, ed il ciclo di sostituzionedi un bene, che può ridurre lo spazio operativo dei concorrenti di un sistemacompetitivo fino a causare il declino del sistema con necessità diriconversione. Le dinamiche di ricomposizione di più sistemi competitivi,attraverso cui si assiste alla nascita di nuovi sistemi competitivi. Il successostrategico delle imprese non è garantito dal solo fatto di operare di un sistemacompetitivo debole, ma dipende anche dalle competenze distintive possedutedall’impresa e dalla capacità di utilizzarle e rinnovarle per sollecitare ladomanda dei clienti e per distinguersi dai concorrenti.

Capitolo 10 – LE SCELTE DI CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA PRODOTTO E DELLA FORMULACOMPETITIVA

Ciascuna impresa si propone ai propri clienti, e sfidando i concorrenti, con unoo più sistemi di prodotto. Un sistema prodotto è un insieme unitario di beni edi condizioni di scambio. In ogni relazione di scambio con i clienti l’impresaoffre degli elementi come le caratteristiche fisiche dei prodotti, l’ampiezzadei prodotti fungibili e complementari, l’assistenza tecnica, il marchio, ilprezzo, le condizioni di pagamento e consegna; questi elementi compongono ilsistema di prodotto. Esso è un complesso con il quale l’impresa ricerca ilconsenso dei clienti e sfida la concorrenza. La progettazione del sistema diprodotto è un passaggio cruciale per l’economicità dell’impresa, da cuidipendono i componenti positivi e negativi di reddito.

A seconda della configurazione del sistema prodotto, i clienti percepisconol’utilità del bene attribuendogli un valore e attraverso la comparazione dellecondizioni proposte da altre imprese, sono disposti ad acquistarlo in certiprezzi e volumi.Per massimizzare i volumi di vendita, l’impresa deve cercare di arricchire ilprodotto, e ciò comporta costi e prezzi più elevati che possono ridurre ladomanda; perciò occorre trovare un buon equilibrio tra diverse variabili. Ilmodello della formula competitiva pone in relazione il sistema prodotto, lastruttura e le risorse aziendali.

Il sistema competitivo è lo spazio abitato dai clienti e concorrenti con i qualil’impresa si rapporta costantemente. La struttura e le risorse aziendali sonol’insieme delle condizioni fisiche, patrimoniali, relazionali ed organizzativedi cui l’impresa dispone per rispondere alle esigenze dei clienti e fronteggiarela concorrenza. Queste sono condizioni che permettono di elaborare ed offrire unsistema prodotto originale e competitivo. Inoltre, l’impresa deve svilupparestrutture e risorse che contengano competenze distintive in modo tale da esseredifficilmente imitabili e che sia possibile offrire un buon sistema prodotto. Il

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sistema competitivo comprende i clienti attuali e potenziali e le loro attese, erappresenta il punto di partenza per la progettazione del sistema prodotto.

Le attese più critiche dei clienti si dicono fattori critici di successo, chevariano a seconda dei clienti ed evolvono nel tempo. Alcuni esempi sono: lafunzionalità tecnica continua e duratura dei prodotti, l’economicità d’acquistoe d’uso, la flessibilità d’uso, l’integrabilità, compatibilità e lapersonalizzazione, il soddisfacimento dei bisogni di prestigio, di status, diostentazione e d’identificazione, l’appagamento dei bisogni estetici, disolidarietà e di salvaguardia dell’ambiente, l’affidabilità del fornitore el’accessibilità, comparabilità e sperimentabilità del prodotto in fased’acquisto.

Il sistema prodotto si compone delle caratteristiche materiali e la gamma deibeni offerti, i servizi collegati, le caratteristiche immateriali e lecondizioni di scambio.Le caratteristiche materiali si suddividono in attributi fisici, ossia queglielementi immediatamente percepibili, gli attributi tecnico-funzionali, sono leproprietà tecnologiche e di lavorazione che consentono di svolgere determinatefunzioni d’uso, ed estetici che qualificano gli attributi estetici. Spesso leaziende apportano una gamma di beni in cui il cliente sceglie a seconda dellesue esigenze specifiche.I servizi collegati ai beni offerti si distinguono in servizi pre-vendita, comele informazioni di supporto alla scelta e la consulenza, e servizi post-venditacome la consegna, l’istallazione, l’assistenza, la manutenzione, le riparazionie l’aggiornamento.Le caratteristiche immateriali comprendono l’immagine e la reputazione di unsistema prodotto, mentre il prezzo e le altre condizioni contrattualidefiniscono diverse condizioni per i clienti.

Il vantaggio competitivo è l’insieme degli elementi che distinguono il sistemadi prodotto di una determinata azienda da quello dei concorrenti. Il vantaggiodi differenziazione consiste nell’offerta di un sistema di prodotto diverso daquello della concorrenza. Si ha un vantaggio di differenziazione, anche quandoil sistema prodotto possiede caratteristiche che i concorrenti non hanno, oquando è completamente unico e non esistono competitori. Il vantaggio di costo,che si ha quando il sistema di prodotto è ottenuto con costi unitari bassi e checonsentono di offrirlo ai clienti con un prezzo più basso di quello deiconcorrenti.Il vantaggio si realizza quando si traduce in un premio di prezzo, e puòmanifestarsi in: eccellenza intrinseca dei materiali e delle lavorazioni,efficienza nei consumi degli input, alta meccanizzazione ed automazione,robustezza, capacità di autodiagnosi, disponibilità di ricambi, modularità,versatilità, adattabilità, ampia gamma di beni fungibili e complementariofferti, ricchezza di documentazione ed informazioni, reperibilità e facilità diprova, servizi pre- e post- vendita, marche, marchi, insegne, griffe, contrattichiavi in mano, alto livello stilistico ed artistico, contenuto etico,ecologico, salutistico ed esclusività attuata mediante volumi limitati e venditaattraverso canali specializzati e selezionati.

Combinando il tipo di vantaggio competitivo e l’ampiezza del mercato di sboccosi ottengono: leadership di costo, dove il leader domina un mercato ampio con

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costi più bassi della concorrenza; strategie di differenziazione, che possonoessere perseguite anche da più aziende operanti in uno stesso mercato, ciascunocon un sistema prodotto; le strategie di focalizzazione orientate ai bassi costie alla differenziazione, attraverso cui le aziende dominano i mercati ridottidove spesso non si riescono a soddisfare pienamente i bisogni.

Per poter offrire un sistema di prodotto con un vantaggio competitivo coerentecon i fattori critici di successo nel mercato di sbocco, occorre disporre distrutture e risorse adeguate. Le competenza distintive sono risorse peculiari diun’azienda, non facilmente imitabili ed utili per configurare i sistemi prodottoparticolarmente apprezzati dalla clientela, come: speciali capacità diprogettazione dei prodotti, strutture produttive efficienti, elevata capacità diaccumulo e di diffusione delle conoscenze, rapporti di fiducia e cooperazionecon i clienti, con reti distributive ed esperti, patrimonio d’immagine ereputazione, marche e marchi, grandi strutture ed archivi di documentazione,strutture logistiche di distribuzione e presentazione dei prodotti, buonecompetenze d’istruzione dei clienti, affidabili strutture per l’assistenza pre-e post- vendita e relazioni di fiducia e cooperazione.

Nelle aziende o nelle combinazioni parziali di successo, la formula competitivaè composta da: un sistema prodotto dotato di un vantaggio concorrenziale dicosto o di differenziazione, un mercato in cui sono compresi i fattori criticidi successo, una struttura dotata di competenze distintive ed una relazione dicoerenza tra vantaggio competitivo, fattori critici di successo e competenzedistintive, che consente il raggiungimento di buoni, duraturi e competitivirisultati reddituali.

Il prezzo è un elemento cruciale del sistema prodotto ed in particolare dellecondizioni di scambio. Le scelte di politica del prezzo riguardano laprogettazione del sistema prodotto ed il tipo di vantaggio competitivoricercato. I volumi ed i ricavi di vendita sono influenzati dal prezzo, ma ancheda fattori come: i redditi dei consumatori, i prezzi dei beni fungibili ecomplementari e dagli investimenti in pubblicità, che producono effetti diaumento della domanda di un bene, senza variazioni sostanziali.

L’Elasticità (E) della domanda al prezzo è la sensibilità della quantitàdomandata alle variazioni di prezzo, calcolata relativamente al prezzo dipartenza. Essa si misura rapportando la variazione % della domanda incorrispondenza alla variazione % del prezzo.

Se l’elasticità è < di 1 si dice che la domanda è anelastica, se > di 1, èelastica.

Essa dipende da la sostituibilità del bene, maggiore è il numero dei beniconsiderati sostituiti e maggiore è la sensibilità del prezzo. Se gli acquirenticonsiderano un bene facilmente sostituibile, non accetteranno aumenti di prezzoe sposteranno i propri acquisti verso altri prodotti.

L’incidenza del bene sulla spesa complessiva, l’elasticità dipende da quanto ilbene è importante per il consumatore e quanto peso dà nella spesa complessiva el’utilizzo del bene, poiché essa varia a seconda dell’utilizzo che il cliente fadel bene acquistato.

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L’impresa, durante la determinazione del prezzo del proprio prodotto, si puòtrovare in condizione di: una concorrenza perfetta, l’impresa non ha scelta inmerito alla fissazione del prezzo, che viene dettato dal mercato; basata sulladifferenziazione, in questo caso l’impresa agisce sulla differenziazione tecnicadel prodotto e sulla determinazione del prezzo; monopolio stabile, che si haquando l’impresa sola presente nel mercato, ha la massima discrezionalità nelfissare il prezzo, in modo da massimizzare la redditività; ed un monopolioinstabile, che si ha quando esistono altre imprese in grado di imitare unsistema prodotto, e l’impresa potrà fissare un prezzo alto producendo e vendendopiccoli volumi, oppure fissare un prezzo basso puntando su grandi volumi.

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Capitolo 11 – LE SCELTE DI STANDARIDIZZAZIONE E DI DIMESIONE

I caratteri dell’impresa moderna sono: la meccanizzazione e standardizzazionedei processi, dei componenti e dei prodotti, parcellizzazione del lavoro e laproduzione in grandi volumi. La standardizzazione è uno dei pilastridell’efficienza delle economie moderne, che rende possibili e convenienti leproduzioni di massa ed è la base per la realizzazione delle economie di scala,di saturazione della capacità produttiva e di apprendimento.

La standardizzazione riguarda prodotti, attraverso cui si producono molti benicon caratteristiche identiche per lunghi periodi; processi, che permettono diottenere riduzioni dei costi unitari di produzione; e componenti, che consentonola riduzione dei costi di fabbricazione e di uniformazione dei componenti.

Modularizzare significa articolare un bene complesso in più sottosistemi chepossono essere prodotti e progettati indipendentemente, ma che devono poterfunzionare insieme, formando un bene complesso.Perché questo avvenga, occorre che un’entità stabilisca le regole che devonoessere rispettate da coloro che progettano e producono i singoli moduli. Inmolti casi i fenomeni di standardizzazione sono rilevanti non solo per lasingola azienda che riduce i propri costi, ma anche per la generalità degliutenti che traggono vantaggio dal fatto che sul mercato siano presenti prodottistandardizzati e tra loro compatibili.Una manifestazione di questi vantaggi collettivi è rappresentatadell’esternalità di rete che derivano dal fatto che numerosi utenti utilizzanogli stessi strumenti di comunicazione e l’utilità per ciascuna persona aumentacon il crescere del numero di utenti collegati alla stessa rete. In presenza diforti esternalità, le imprese competono fra loro per l’affermazione per propriostandard, che quando diventa dominante impone a tutti gli utenti di adeguarsi.

Alcuni settori si caratterizzano dalla presenza d’imprese di grandi dimensioni,mentre in altri convivono grandi e piccole imprese. Diventa importante capirequando e perché le grandi dimensioni sono necessarie per essere efficienti ecompetitivi.

Quando si parla di scelte di dimensionamento delle attività aziendali, si fariferimento alla Capacità Produttiva (CP), che è il numero massimo dei prodottiproducibili in un certo periodo. La CP si applica a tutte le attività che sisvolgono nelle aziende.

La CP nominale è il valore massimo atteso dall’output, senza interruzioni ososte, mentre la CP teorica è il valore massimo dell’output ottenibile. Laproduzione effettiva spesso risulta inferiore alla CP teorica ed il mercato nonè in grado di assorbire tutta la produzione realizzabile da un’azienda.

Le Economie di Scala (EdS) sono le riduzioni dei costi unitari che si ottengonoinstallando ed utilizzando capacità produttive maggiori. Spesso più ledimensioni delle imprese sono maggiori, più sono in grado di realizzare leproduzioni con costi più bassi rispetto alle imprese più piccole. Le Economie diScala si misurano confrontando i costi medi unitari di due diverse capacitàproduttive e si calcola dividendo i costi totali di produzione per la produzioneeffettiva, ipotizzando per entrambe uno stesso grado di utilizzo.

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Le condizioni che rendono possibile le EdS sono: indivisibilità di alcunicomponenti, maggior produttività degli input per effetto della specializzazione,proprietà geometriche dei contenitori, maggiore efficienza degli impianti dimaggiori dimensioni, minori costi unitari all’acquisto derivanti da una maggioreforza contrattuale.I costi delle aziende si suddividono in costi fissi, che non variano al variaredei volumi di produzione per un dato periodo, e variabili, poiché variano alvariare dei volumi della produzione.

I costi variabili (CV) sono i costi sostenuti per l’acquisto di materie prime,delle provvigioni e dei diritti d’autore; mentre i costi fissi (CF) sono i costidi campagne pubblicitarie, di affitto, delle polizze assicurative, dimanodopera, delle manutenzioni, delle consulenze legali ed amministrative e lequote di ammortamento. Tipici di questa categoria sono i costi di ricerca esviluppo, di formazione del personale e una buona parte dei costi di marketing.

Le Economie di Assorbimento della CP determinano minori costi unitariall’aumentare del grado di utilizzo di una CP e sono maggiori quanto maggiorisono i CF totali. Per realizzare grandi EdS occorre istallare grandi capacitàproduttive, mentre le economie di saturazione comportano maggiori volumi in uncerto impianto.Un altro importante fenomeno è quello delle Economie di Apprendimento, che sonodelle riduzioni di costo unitario dovuto ad un accumulo di esperienza, che sirealizzano ogni volta che si producono quantità addizionali di beni. Man manoche si accumula esperienza sono possibili riduzioni di costo, a parità diqualità e miglioramenti qualitativi del prodotto a parità di costi. Le Economiedi Esperienza sono riduzioni regolari e prevedibili dei costi unitari delprodotto, che si realizzano al crescere del volume della produzione.

L’ottenimento di riduzione dei costi ed il mantenimento della velocità diapprendimento richiedono uno sforzo mirato ed un impegno costante, altrimenti icosti potrebbero lievitare e la velocità di apprendimento ridursi.Pertanto se l’azienda vuole ottenere nuove e sostanziali riduzioni sui costi,deve realizzare innovazioni di prodotto e di processo, che consentano divelocizzare la produzione, ridurne la complessità e gli scarti ed aumentarne laqualità.

Le Economie sono dovute a: crescente abilità nello svolgimento delle attività,poiché la capacità delle persone d’imparare ad adottare nuovi e migliori modi dilavorare e che consentano di svolgere meglio e velocemente le attività, siacquisisce solo con l’esperienza; migliore selezione delle risorse produttive,poiché l’esperienza consente di comprendere meglio quali siano le risorseproduttive più opportune e convenienti per lo svolgimento di un’attività;coordinamento più efficiente, poiché le persone nello svolgimento delle attivitàdevono interagire ed utilizzare impianti ed attrezzature varie; inoltre una piùelevata programmabilità dell’attività, l’esperienza accresce la prevedibilitàdegli accadimenti e la capacità di dare risposte rapide ed efficaci alleeccezioni, cosi è possibile programmare meglio l’attività attribuendo alleoperazioni tempi e risorse effettivamente necessari; le semplificazioni deiprodotti e dei processi, poiché, quando cresce l’esperienza si riesce acomprendere se vi è la possibilità di semplificare i processi ed i prodotti perottenere costi più bassi e prodotti migliori.

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Le Economie di Esperienza sono legate all’apprendimento delle persone chelavorano in azienda, e possono dare luogo a: minori costi per riduzioni disprechi nell’uso delle risorse, miglioramenti qualitativi dei prodotti a paritàdi costi, e un migliore sfruttamento delle risorse a disposizione.

La conoscenza dei risparmi e dei costi ottenibili per effetto dell’esperienza,serve a: comprendere quale potrebbe essere l’andamento dei costi nell’aziendaper un lungo periodo, decidere le politiche di prezzo, comprendere i vantaggi dicosto ottenibili rispetto ai concorrenti ed assumere decisioni sulla divisionedel lavoro aziendale.

Le strategie di replicazione puntano a sfruttare competenze presenti nelpatrimonio aziendale, applicandole a più combinazioni parziali uniformi.

Il risultato economico è influenzato da molteplici fattori, tra cui la strutturadei costi, ossia il peso relativo dei costi fissi e dei variabili. I fattori chelo determinano sono: gli elementi strutturali, come la CP, l’esperienza, laspecializzazione, la modularizzazione e l’estensione verticale ed orizzontale.Sono costi strutturali poiché determinano la struttura e la modalità difunzionamento dell’azienda.

L’analisi costi-volumi–risultati consente d’illustrare e modellizzare lerelazioni che esistono fra i volumi di beni prodotti e venduti da un’impresa edi risultati conseguiti. Gli effetti che si possono ottenere per migliorare ilrisultato dell’attività economica, possono essere: variazioni nei volumi, neicosti e nei prezzi di vendita.Durante la costituzione dell’impresa è utile effettuare una serie disimulazioni, valutando i risultati connessi a diversi scenari ed ipotesi e alvario combinarsi dei prezzi di vendita, dei costi e dei volumi.

Analizzare costi-volumi-risultati significa: analizzare il variare del risultatoeconomico al variare dei volumi di vendita, identificare il punto di pareggio (oBreak Even Point), confrontare diverse ipotesi di configurazione dei prezzi edei costi per identificare le soluzioni migliori in termini di risultatoeconomico atteso, confrontare diverse ipotesi d’internalizzazione edesternalizzazione al fine d’identificare la soluzione migliore.

I costi variabili si definiscono così, poiché strettamente e direttamentecorrelati alla produzione e alla vendita. Sommando i costi fissi ed i costivariabili si ottengono i costi totali di gestione caratteristica.

Dividendo i costi totali per il volume dei beni prodotti e venduti, si ha ilcosto totale unitario. Analizzando i costi totali complessivi ed unitari siverifica: se all’aumentare dei volumi i costi variabili totali aumentano, mentrei costi fissi rimangono invariati, e se all’aumentare dei volumi i costivariabili unitari restano invariati, mentre diminuisce la quota unitaria dicosti fissi e, di conseguenza, diminuisce il costo unitario.

Il punto di pareggio (o Break Even Point) può essere inteso come l’ammontaredelle vendite che consente di coprire tutti i costi aziendali, oppure come il

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numero dei pezzi da produrre e vendere par andare a pareggio o come fatturato daconseguire per andare a pareggio.

Il margine di contribuzione (MDC) unitario è dato dalla differenza fra i ricavie i costi variabili unitari. Esso può essere definito come il contributo che lavendita di ogni bene porta alla copertura di costi fissi di gestionecaratteristica e alla formazione del reddito operativo. Il MDC può esserecalcolato sottraendo ai ricavi totali i costi variabili totali, moltiplicando ilmargine di contribuzione unitario per i volumi prodotti e venduti.

Il MDC percentuale può essere ottenuto rapportando il MDC unitario ai ricaviunitari, o rapportando il MDC totale ai ricavi totali.

Il Rischio Operativo è espresso dalla probabilità di realizzare risultatireddituali negativi o positivi in relazione al variare dei volumi di produzionee vendita.

L’Elasticità Operativa è rappresentata dal rapporto fra costi variabili totali ecosti fissi al punto di pareggio. La formula del punto di pareggio è adatta perottenere il volume delle vendite che consente di coprire i costi di gestionecaratteristica, finanziari e fiscali, in modo da ottenere un risultato residualenetto pari a 0.

Capitolo 12 – LE SCELTE DI ESTENSIONE VERTICALE ED ORIZZONTALE

L’estensione delle combinazioni economiche di un’impresa è determinata da scelteche riguardano: la dimensione, l’estensione interfunzionale, ossia deciderequante e quali funzioni svolgere, l’estensione verticale, ossia il numero e ladisomogeneità delle fasi della produzione svolte e dall’estensione verticale,ossia il numero e la disomogeneità delle aree strategiche d’affari (ASA) nellequali si decide di operare.

Ogni impresa deve decidere quante risorse investire in ciascuna funzione,decidere in merito alla numerosità e alla disomogeneità delle aree strategiched’affari nelle quali operare, cioè scegliere il proprio grado di estensioneorizzontale.

Queste scelte dipendono soprattutto dalle Economie di raggio d’azione. Esse sonole economie ottenibili grazie all’ampliamento della varietà dei beni prodotti,ossia sono i vantaggi economici che conseguono alla gestione congiunta di due opiù aree strategiche d’affari.

Le strategie di ampliamento della gamma dei prodotti e servizi offerti si diconostrategie di diversificazione, che indicano le combinazioni economiche checomprendono la realizzazione di prodotti diversi. Per ottenere tali vantaggioccorre che le diverse attività produttive utilizzino risorse materiali oimmateriali, condividendole ed utilizzandole unitariamente.

Le risorse materiali presentano il vincolo della capacità produttiva, affinchési realizzino dei vantaggi economici è necessario che esse abbiano sufficientecapacità produttiva.

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Le risorse immateriali, come l’immagine dell’azienda, la creatività, lecompetenze del personale, il know-how tecnologico e la conoscenza dei clienti,non presentano limiti di capacità produttiva, poiché possono essere utilizzatiall’infinito. Le ragioni per cui può risultare più conveniente realizzareprodotti diversi piuttosto che realizzarli in due combinazioni autonome risiedenella possibilità di un migliore sfruttamento delle risorse.

Le economie di scopo sono dovute a: condivisione di elementi materiali dellastruttura produttiva e di vendita e alla condivisione delle risorse immateriali.Le economie di scopo possono essere raggiunte anche attraverso accordi edalleanze fra imprese differenti, ossia nell’ambito di aggregati interaziendali.

Un’importante decisione economica è la scelta dell’integrazione verticaledell’azienda, ovvero quali attività svolgere e quali far svolgere alle altreaziende.

La fase d’internalizzazione è caratterizzata da vantaggi come: la riduzione deicosti di transazione nei confronti dei clienti e fornitori, s’internalizzano lecompetenze strategiche e si riduce l’accesso dei concorrenti alle risorsestrategiche. Mentre gli svantaggi sono riconducibili al fatto che si devonoinvestire ingenti capitali per la fase internalizzata, sono probabilidiseconomie di scala o di saturazione della capacità produttiva e la riduzionedella flessibilità strategica avendo investito tutto in una stessa ASA.

Per tali scelte è cruciale l’analisi dei costi di transazione che si sommano aicosti d’acquisto e ai costi di produzione interna nel determinare i costitotali. La transazione si manifesta quando un bene o un servizio vienetrasferito attraverso un’interfaccia tecnologicamente separata. Per deciderecosa internalizzare ed esternalizzare occorre valutare i costi di realizzazione,di acquisto, i prezzi di vendita ed i costi di coordinamento interno o esterno.

I costi di coordinamento interno sono rappresentati dal costo della funzionedirettiva e ciò richiede l’impiego di consistenti risorse per tenere sottocontrollo costi ed efficienza.

Invece esternalizzando le attività, diminuiscono i costi di coordinamento, maoccorre sostenere costi delle transazioni esterne. Le esternalizzazionicomportano costi, poiché: occorre raccogliere informazioni necessarie suifornitori, sugli acquirenti, negoziare e predisporre un contratto per ognitransazione e premunirsi per prevenire comportamenti indesiderati da parte deicontraenti.

Gli elementi che incidono sui costi di transazione esterna sono: la complessitàinformativa, che quando aumenta fa sì che il mercato diventi meno trasparente edaumenta anche il grado d’incertezza sull’esito della transazione; la specificitàdelle risorse, che si ha quando uno o più contraenti in una transazione devonosostenere dei costi rilevanti per cambiare interlocutore; la possibilità dicomportamenti opportunistici o inadeguati, molti dei costi verrebbero meno se lepersone non tendessero a comportarsi in modo opportunistico, ovvero nontendessero a conseguire i propri interessi a scapito di altri con astuzia edinganno.

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Se non esistessero i comportamenti opportunistici, non sarebbe necessariopremunirsi con clausole contrattuali e non vi sarebbero rischi.

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Capitolo 14 – LE SCELTE DI FORMAZIONE E DI SVILUPPO DEL PATRIMONIO

Il patrimonio di un’azienda è l’insieme delle condizioni di produzione e diconsumo in un dato momento. Possono essere positive come cassa, crediti,immobili e rimanenze; negative come debiti e obbligazioni; materiali comeimpianti e macchinari; immateriali come le competenze tecniche, l’immaginecommerciale e le relazioni di fiducia; monetarie, come disponibilità di cassa,debiti e crediti; esogene, tratte dall’ambiente ed endogene, prodotteinternamente.

Il patrimonio è una componente fondamentale della struttura di ogni azienda,dove si riflette l’intera storia dell’impresa e delle circostanze ambientalinelle quali opera, ed è la base della sua vita futura. Nel patrimonio siaccumulano i punti di forza e debolezza dell’azienda ed è il risultato deiprocessi di acquisizione, trasformazione e ricombinazione di vari elementi.

Il capitale di funzionamento è un sistema di valori positivi e negativi dellecondizioni patrimoniali di un’azienda. Esso è una rappresentazione delpatrimonio sottoforma di valori economici come: valori di cassa, crediti,debiti, impianti e capitale netto.

Le condizioni patrimoniali sono classificabili in: condizioni materiali,costituite dagli elementi patrimoniali che hanno una manifestazione logica, econdizioni immateriali, come marchi e brevetti, conoscenze e know-how, reti direlazioni esterne, reputazione ed immagine e coesione interna, elementipatrimoniali che non hanno forma fisica, ma che hanno una certa rilevanzastrategica.

Le condizioni monetarie sono elementi che si presentano sottoforma di cassa,debiti, crediti e capitale netto, che condizionano le opportunità e i vincolid’azione delle imprese consentendo di effettuare certi investimenti edaffrontare dei rischi.

Le condizioni d’ambiente non sono di pertinenza dell’ambiente, ma possono esserefonti di importanti economie di scala. Sono: infrastrutture di comunicazione etrasporto, servizi della PA, distretti e cultura sociale. Le condizionipatrimoniali distintive sono: specifiche dell’azienda, hanno un alto impatto sulvalore attribuito dal cliente ai prodotti dell'azienda, sono difficilmentereplicabili e imitabili da altre imprese, in quanto sono frutto di apprendimentocollettivo e basate su conoscenze tacite e codificate in particolari linguaggi.Le condizioni patrimoniali distintive possono essere caratteristiche di un soloprodotto, oppure comuni a tutti, in questo caso tali competenze si dicono corecompetences.Queste sono alla base per l’attivazione e lo sviluppo di nuovi sistemi diprodotto e delle strategie di estensione verticale e di diversificazione.

Una ricca dotazione di competenze distintive e di competenze core è un ottimopresupposto per la vita duratura dell’impresa. Ciascuna impresa è dotata di unpatrimonio di risorse differenti rispetto ad altre, poiché caratterizzate dadifferenti potenziali di redditività e sviluppo. Quest’ultimi dipendonodall’intensità delle competizioni derivanti da stessi settori e dallaconfigurazione delle condizioni patrimoniali disponibili per ogni impresa.

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La configurazione del patrimonio è frutto di molte scelte strategiche quali:integrazione verticale ed estensione orizzontale, dimensionamento della capacitàproduttiva, fusioni, acquisizioni ed alleanze, localizzazione, struttura delcapitale proprio e dei terzi, gestione del personale e progettazionedell’assetto organizzativo.

Le scelte di configurazione del patrimonio dell’impresa dovrebbero ispirarsi adindirizzi strategici come: basare le scelte d’ingresso in nuovi mercati sulleproprie competenze distintive e centrali, scegliere le modalità di sfruttamentodelle competenze distintive, sfruttare le economie di replicazione, attuareoperazioni di fusione ed acquisizione per unire competenze complementari,internalizzare i processi che producono competenze distintive, puntare sumodelli organizzativi originali da cui possono scaturire processi diapprendimento differenti, impostare strategie orientate allo sviluppo dellecompetenze distintive ed evitare i processi di cambiamento che mettano in crisii processi di apprendimento.

Le competenze distintive possono diventare fattore di rigidità, poiché moltecondizioni hanno cicli economici e tecnici di lunga durata e le impresepotrebbero cercare di sfruttarle il più a lungo possibile anche quando lecondizioni di mercato ne consiglierebbero l’abbandono, le immobilizzazionitecniche possono avere una destinazione specifica ed essere utilizzati solo perlo svolgimento di determinati processi, le routine nelle quali s’incorpora ilknow-how aziendale tendono a permanere nel tempo anche se obsolete.

L’impresa deve dotarsi anche di competenze dinamiche che permettono diarricchire, rinnovare, ricombinare e sostituire le competenze distintiveesistenti. In particolare occorre sviluppare assetti organizzativi chemassimizzino la capacità di integrare gli elementi dell’impresa in competenzesolide e distintive, stimolare l’apprendimento attraverso la ripetizione e lasperimentazione e riconfigurare le strutture e le competenze aziendali in formainnovativa.

Capitolo 15 – LE SCELTE DI ORGANIZZAZIONE

L’assetto organizzativo dell’impresa è l’insieme delle variabili che configuranol’organismo personale e definiscono, indirizzano e coordinano i comportamentidelle persone che lo compongono. Quando si progetta l’assetto organizzativo sidecide quante persone e con quali caratteristiche sono necessarie per svolgerele combinazioni economiche dell’impresa, quali compiti deve svolgere ognipersona, con quali obiettivi, modalità e risorse, come e quanto la persona deveessere retribuita e quali percorsi professionali le persone possono o devonocompiere in relazione al variare delle combinazioni economiche dell’azienda.

Le variabili organizzative sono le strutture ed i processi che indirizzano icomportamenti delle persone. Esse sono: le strutture organizzative di base edelle singole unità aziendali, la distribuzione del potere, i sistemi operativi,di pianificazione, di informazione e di gestione del personale.

L’organismo personale è un insieme unitario di persone che, con il propriolavoro, partecipano allo svolgimento dell’attività aziendale. Esso è un

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complesso dinamico, poiché la sua dimensione e sua composizione varia inrelazione al variare delle combinazioni economiche e degli assetti tecnici edorganizzativi. Una dinamica di particolare rilievo è il processo diapprendimento, un fattore di crescita di livelli di efficienza nello svolgimentodelle attività correnti.

Oggi è cruciale realizzare una coerenza dinamica tra l’organismo personale e glialtri elementi della struttura aziendale, ossia realizzare la flessibilitàdell’organismo personale.

L’organismo personale si analizza attraverso le caratteristiche delle singolepersone e dei gruppi che lo compongono, ossia le variabili individuali esociali. Le variabili individuali rilevanti per l’analisi economico-aziendalesono riconducibili a competenze professionali, a conoscenze, capacità tecnico-specialistiche e relazionali; i valori, ossia convinzioni e credenze relativeall’attività economica; ed i bisogni, percezioni di carenza di condizioni che sisoddisfano mediante il lavoro. Tra le persone che compongono l’organismopersonale di un’azienda, si formano varie relazioni.

L’organismo personale è caratterizzato anche da variabili sociali, ossiadall’intensità e dalla qualità delle relazioni che connettono le persone ingruppi ed aggregati. Le manifestazioni più importanti delle variabili socialisono: la coerenza tra gruppi sociali e formali, la coesione, la cooperazione oil conflitto tra i gruppi, la cultura aziendale ed organizzativa.

La coesione all’interno dei gruppi formali non è sempre sinonimo di cooperazioneed integrazione, spesso si formano rapporti di tensione o conflitto con impattinegativi sull’efficienza aziendale. Le condizioni necessarie per attivarecoesione e collaborazione tra i membri di un gruppo sono: far sì che le personeabbiano valori condivisi o compatibili, assicurarsi che vi sia una forteleadership, e adottare incentivi che premino i risultati del gruppo. La cultura aziendale è causa ed effetto delle scelte aziendali di fondo, ed è l’insieme di idee fondamentali che un gruppo ha sviluppato imparando a governare la dinamicad’azienda e di ambiente; si tratta di idee che è bene trasmettere a tutti imembri dell’azienda.

La cultura è sempre un prodotto distintivo di un gruppo sociale, quanto più essoè stabile e maggiori sono la durata e l’intensità delle esperienze del gruppo,tanto più la sua cultura è definita forte. Esse svolgono una funzione distabilizzazione dell’ambiente aziendale interno e delle sue relazioni con quelloesterno, le persone che entrano a far parte del gruppo devono apprendere larelativa cultura ed adattare le proprie idee a quelle che garantisconol’equilibrio aziendale.

La cultura organizzativa riguarda gli aspetti critici del sistema organizzativo,come: il rapporto persona-azienda, la struttura organizzativa e la dinamicaaziendale. Ciascuna impresa deve progettare il proprio assetto organizzativo infunzione delle proprie caratteristiche specifiche. Non esistono soluzioniorganizzative ottime e valide in ogni circostanza, ma ciascuna impresa devericercare i propri equilibri.Questa visione è detta contingency dove le principali regole di coerenzariguardano relazioni tra: bisogni delle persone e la struttura delle singole

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unità organizzative e l’articolazione della strategia e della strutturaorganizzativa di base.

Secondo il principio dell’orientamento alle persone, l’assetto organizzativodeve motivare le persone al lavoro e nella collaborazione. Le competenze dellepersone, oltre ad essere competenze individuali e collettive, sono soprattuttoparti importanti del patrimonio dell’impresa.

Gli organi direttivi e di governo economico delle aziende hanno laresponsabilità di progettare l’assetto organizzativo, in modo tale da crearecondizioni favorevoli allo svolgimento delle attività lavorative. È attraversol’efficienza che si persegue l’innovazione organizzativa e tecnica, non mediantela pressione sullo sforzo dei prestatori di lavoro.

La struttura organizzativa è la configurazione unitaria ed ordinata degli organiaziendali e dei compiti di responsabilità assegnati. Essa è costituita daorganigrammi e da mansioni, e definisce i ruoli ufficiali in quanto esplicitaper ogni posizione i comportamenti attesi.

Per le imprese la progettazione della struttura organizzativa consiste nellascelta di strutture elementari, funzionali, divisionali ed a matrice.Sostanzialmente significa scegliere come dividere e coordinare il lavoro tra levarie persone ed unità; ogni struttura organizzativa ha i suoi vantaggi esvantaggi in termini di specializzazione e coordinamento.

Nello svolgimento di un’attività aziendale, occorre decidere come organizzare illavoro di ogni unità e d’importanza cruciale sono le teorie dei bisogni e dellamotivazione del lavoro, ossia la motivazione a prestare il proprio lavoro conimpegno e con spirito cooperativo e costruttivo.Una persona è motivata al lavoro solo se prevede che tale prestazione leconsentirà di soddisfare i propri bisogni. In caso contrario, egli potràdecidere di non svolgere l’attività lavorativa o di svolgerla con poco impegnonecessario per non perdere il lavoro.

I bisogni che possono essere soddisfatti con il lavoro, secondo la scala diMaslow sono: i bisogni elementari, di socialità e di auto-realizzazione.I sistemi operativi sono complementari alla struttura organizzativa nellafunzione d’indirizzo dei comportamenti delle persone. Si distinguono: sistemi dipianificazione, programmazione e d’informazione, nel quale rientrano i sistemidi pianificazione strategica che esplicitano i fine, le politiche e le strategiealle quali tutti devono ispirarsi; i sistemi di programmazione e controllo, cheindica quali obiettivi da realizzare e con quali risorse; ed i sistemiinformativi, che produce e distribuisce informazioni.

Nei sistemi di gestione del personale, fanno parte: il sistema didimensionamento degli organi, che determina il numero di ogni unità aziendale edi relativi carichi di lavoro; il sistema di ricerca e selezione del personale,che individua e vaglia le persone da inserire; ed il sistema retributivo, chedefinisce le politiche di retribuzione di ogni persona. Esse sono determinateda: il valore della posizione occupata, la prestazione realizzata rispetto agliobiettivi ed i livelli retributivi concorrenti nel mercato del lavoro. In sededi analisi si deve tener conto che la retribuzione non è l’unico elemento di

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ricompensa avente influsso sui livelli di soddisfazione e di motivazione deiprestatori di lavoro.

Spesso la soddisfazione e la motivazione dei prestatori di lavoro sono legate alclima organizzativo e al contenuto delle mansioni. Il sistema di carrieradefinisce i percorsi professionali e determina i criteri relativi in base aiquali le persone possono compiere i passi previsti. Ad esso è collegato ilsistema di valutazione del potenziale in base al quale si analizzano le personeper cercare coloro che abbiano le giuste competenze per l’avanzamento dicarriera. Il sistema di addestramento e di formazione determinano conoscenze,capacità, atteggiamenti ed orientamenti dei prestatori di lavoro.

Sono dei processi continuativi che stimolano lo sviluppo delle competenzeindividuali, attraverso corsi di tipo tecnico-specialistico che s’ispirano adobiettivi di efficienza e specializzazione, e corsi di tipo culturale-interfunzionale che s’ispirano alla funzionalità e alla multidimensionalità.

Molte scelte di organizzazione sono volte a fronteggiare la complessitàdell’impresa. I fattori che la determinano sono: la numerosità degli elementi dagovernare, la loro disomogeneità, l’interdipendenza che li lega, dalla pressioneesterna sui risultati e da quella interna derivante dalle scelte del topmanagement.

La complessità può essere gestita secondo 4 livelli ed a seconda del grado dicomplessità affrontato. Nel primo livello la complessità è nulla e gli strumentiutilizzati per gestirla sono regole, procedure e programmi; nel secondo livellola complessità è bassa e gli strumenti utilizzati sono la gerarchia; nel terzola complessità è medio/alta e lo strumento per gestirla è la delega suobiettivi; infine nel quarto livello la complessità è alta e gli strumenti pergestirla sono: i sistemi informativi verticali, le relazioni laterali, lasocializzazione, le attività autonome, la gestione dell’ambiente e le risorseeccedenti.

Capitolo 16 – LE SCELTE DI AGGREGAZIONE INTERAZIENDALE

Molti istituti includono combinazioni economiche che potrebbero essere svolte inaltri istituti. Le relazioni tra gli istituti non sono solo relazioni di scambiocondotte secondo regole di mercato, ma anche delle relazioni nelle quali sicondividono scelte di governo e risultati economici.

Le scelte di aggregazione interaziendale, influenzano la configurazione degliistituti coinvolti. Il fenomeno degli aggregati caratterizza tutti i sistemieconomici evoluti e nei tempi recenti si è manifestato con particolare intensitàcoinvolgendo tutti i settori.

Lo sviluppo dei grandi aggregati d’imprese private ha prodotto molti vantaggiper il processo tecnico, economico e civile, e reso possibile e conveniente leforme di organizzazione economica differenti rispetto ai concorrenti. Ilfenomeno degli aggregati aziendali è condizionato dal progresso tecnologico,dallo sviluppo dei mercati finanziari, dai contesti culturali, giuridici e dalla

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sperimentazione di nuovi modelli organizzativi in grado di ridurre i costi ditransazione.

Gli aggregati aziendali sono condizioni che facilitano od ostacolanol’aggregazione o che spingano gli aggregati a disaggregarsi. Le circostanze chespingono l’aggregazione sono: le economie di scala, di raggio d’azione, ditransazione, l’integrazione delle competenze distintive, la condivisione deirischi e le rendite monopolistiche.

Le Economie di Scala contribuiscono a determinare le aggregazioni dicombinazioni economiche e di aziende simili alla ricerca di dimensionieconomicamente convenienti. Molte alleanze tra imprese si realizzano perconquistare nuovi mercati; l’impresa che dispone di validi prodotti e che vuoleaumentare i volumi di vendita si allea con le imprese che hanno clienti e canalicommerciali ai quali i prodotti potrebbero essere destinati. Molte si aggreganoin reti franchising per realizzare grandi dimensioni e sfruttare le economie discala e di replicazione.

Le Economie di Raggio d’Azione spingono l’aggregazione di attività disomogenee.Le economie di transazione, si manifestano quando si aggregano combinazionieconomiche o aziende interdipendenti ed i costi di gestione siano minoririspetto a quelli che si sosterrebbero nel caso contrario. Per realizzare unacombinazione economica, occorre combinare le competenze distintive di diverseimprese, ciò può avviene con forme di aggregazione molto differenti cheoriginano la fusione d’imprese con varie competenze e la formazione di joint-ventures dove convergono solo le competenze che devono essere combinate.

La condivisione dei rischi tra più imprese può diventare un fattore diaggregazione quando si avviano progetti innovativi, ed un eventuale esitonegativo può avere gravi ripercussioni sull’economia. Le rendite monopolistiche,ossia accordi, contratti a lungo termine, acquisizioni e fusioni.Altre forze aggreganti sono: le reti di relazioni sociali, l’orientamento aldominio e le relazioni di solidarietà e di affinità politica.

Nei sistemi economici agiscono anche forze contrarie all’aggregazione come:l’ultracomplessità organizzativa, il fabbisogno di differenziazione degliorientamenti manageriali, il rischio di erosione delle conoscenze e dellecompetenze distintive e la separazione dei rischi.

Formando aggregati aziendali s’internalizzano le transazioni con vari strumentidi coordinamento e comportano un elevato livello di complessità organizzativadell’aggregato. Il fabbisogno di differenziazione degli ordinamenti managerialiconsiste nell’esigenza di gestire combinazioni economiche il cui successo èbasato su leve competitive e differenti.

Altre forze disaggreganti sono: l’orientamento all’indipendenza e allacompetizione e le divergenze di valori e d’interessi. Esistono anche dei fattoriambientali che possono giocare a favore o a sfavore degli aggregati aziendali,come: i sistemi di comunicazione e di trasporto, il mercato dei capitali, lanormativa economica e la cultura economica e politica prevalente.

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Il formarsi di ampi aggregati aziendali è agevolato da estesi ed efficientisistemi di comunicazione e di trasporto, poiché spesso gli aggregati operano suaree geografiche molto estese in termini di mercato di acquisto e di vendita edi localizzazione delle unità operative di trasformazione tecnica e dicommercializzazione.

Il livello di efficienza del mercato dei capitali può essere il fattoredominante in senso positivo o negativo, la trasparenza del mercato dei capitaliagevolano od ostacolano alcune forme di operazioni di aggregazione odisaggregazione. La normativa che regola i sistemi economici è la variabiledeterminante in questo contesto, poiché talvolta certi aggregati sono costruitiesclusivamente per fruire dei vantaggi offerti e concessi dalla normativa civilee fiscale.

Gli aggregati che si configurano possono essere: gruppi economici, associazioniformali ed informali di aziende ed aggregati intraziendali.

I gruppi economici sono: gruppi privati e pubblici di aziende di produzione,joint-ventures e gruppi di gestioni patrimoniali familiari. Si ha un gruppoeconomico quando più combinazioni di produzione sono istituite e rette da ununico soggetto economico che ha la potestà di governo economico. Possono venirsia creare gruppi con strutture molto varie: con o senza società capogruppo dettaholding, e con funzioni differenti. Una forma particolare di gruppo economico siha quando due o più aziende danno vita ad una combinazione economica congiuntamantenendo, in maniera autonoma, anche le altre combinazioni economiche, ossiala joint-ventures.

Le associazioni formali di aziende sono composte da: consorzi, cartelli,associazioni franchising, licenze, concessioni, le associazioni in accordiquadro, di categoria e di aziende di consumo.

Un consorzio è un aggregato costituito da più aziende che si aggregano persvolgere in comune una coordinazione parziale.

Un cartello è un insieme di aziende che si associano per l’elaborazione el’attuazione di politiche e programmi comuni atti a ridurre lacompetizione. Sono composti da aziende concorrenti o potenziali conprodotti scarsamente differenziati.

Gli aggregati di franchising composti da un’azienda centrale dettafranchisor e da aziende ad essa collegate dette franchisee. L’aziendacentrale trasferisce alle associate il diritto d’uso di un marchio comuneed un insieme di conoscenze tecniche, organizzative e gestionali, mentrele aziende associate s’impegnano a rispettare le modalità di svolgimentodelle combinazioni economiche stabilite dall’azienda centrale in modo chei beni prodotti e venduti da ciascuna associata presentino caratteriuniformi e costanti di elevata qualità.

Tra le aziende in rapporti di fornitura si possono costruire aggregatiformali mediante la stipulazione di accordi quadro, dove si definiscono lemodalità di svolgimento delle operazioni interne delle aziende inrelazione di scambio.

Fra le associazioni informali di aziende distinguiamo: le reti disubfornitura, le costellazioni di aziende, i distretti e le intenseinformali.

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Le reti di subfornitura sono composte da un’azienda principale concombinazioni economiche esternalizzate e da aziende fornitrici dove granparte della loro attività economica trova sbocco nel rapporto di forniturache si svolge secondo le modalità determinate dall’azienda principale.

Le costellazioni di aziende si concretizzano quando l’aggregato è compostoda un numero ridotto di aziende di dimensioni omogenee e con combinazionieconomiche complementari che risultano relativamente autonome ed integratefra di loro.

Il distretto è costituito da imprese connesse da relazioni di mercato esettore e localizzate in una stessa area geografica; le intense informalisi attuano in varie relazioni interaziendali.

Gli aggregati intraziendali sono pluralità di combinazioni economiche aggregatein una stessa entità giuridica. Le forme ricorrenti sono: aziende multiunità,con più stabilimenti, filiali ed uffici; aziende integrate verticalmente ediversificate. Gli aggregati aziendali sono realtà dinamiche che attraversanofasi di preparazione, formazione, evoluzione, trasformazione ed eventualecessazione, ciò può accadere per ragioni economiche, tecniche e sociali.

Capitolo 17 – LE SCELTE DI ASSETTO ISTITUZIONALE

Le scelte di assetto istituzionale determinano la configurazione di un istituto,poiché portano a decidere: chi ha il diritto-dovere di governarlo, fissare gliobiettivi, prendere le ultime decisioni, decidere dell’eventuale cessazione, chideve ricevere e disporre dei risultati reddituali dell’istituto, configurare gliorgani di governo economico e di controllo e decidere con quali istitutiinstaurare delle relazioni.

I sistemi economici sono molto complessi, dinamici, incerti, ambigui e pocotrasparenti ed in tali contesti è impossibile decidere e valutare con rigore icontributi e le ricompense di ciascun soggetto.I vari soggetti si presentano con differenti competenze, valori, energie,propensioni al rischio, patrimoni economici, relazionali e basi di potere, diconseguenza essi reagiscono in modi differenti secondo l’incertezza el’ambiguità.Gli assetti istituzionali devono essere progettati in modo da favorire lalibertà e varietà di espressione, si produca un senso di equità e che i costidelle soluzioni adottate siano il più possibile contenuti.

Nelle economie liberiste, la maggior parte delle imprese è configurata secondoil modello della società per azioni, ossia i diritti di proprietà fanno capo aiconferenti di capitale di rischio (azionisti) e viene configurata come ImpresaCapitalistica. Essa è la forma dominante, ma talvolta, vi sono istituti conassetti proprietari differenti. La ripartizione dei diritti di proprietà neivari istituti determina la configurazione dei sistemi economici e sociali, e idifferenti sistemi politici che consentono, incentivano ed impongono soluzioniscoraggiandone e vietandone altre.

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