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\ Anno 63' N. 207 Quotidiano Sped. abb. post, gruppo 1 /70 Arretrati L. 1.400
LIRE 700 • MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986
ORGANO DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Le scelte della Spd e la sinistra europea di GIORGIO NAPOLITANO ~~
I IL CONGRESSO del partito socialdemocratico tedesco appena conclu
sosi a Norimberga ha costi* tuito un fatto importante e significativo per molti aspetti e motivi, ed è perciò un peccato che da troppe parti lo si sia seguito e lo si stia commentando, qui in Italia, secondo un'ottica alquanto
Erovincìale e strumentale. faturalmente, è giusto af
frontare anche il tema delle riflessioni che il Congresso
Iiuò suscitare in rapporto al-a situazione della sinistra
italiana e alle diverse posizioni in essa presenti; ma lo si deve affrontare con misura e serietà, senza ridurre un avvenimento così rilevante sul piano europeo e internazionale a semplice occasione per le consuete schermaglie e polemiche di politica interna, in materia di relazioni tra Psi e Pei o, tanto per cambiare, di contraddizioni e difficoltà del Pei. A Norimberga si sono compiute scelte, il cui oggetto, la cui posta è il possibile cambiamento di governo e di indirizzi politici nel paese più sviluppato dell'Europa occidentale, in una delle più solide e avanzate economie del Nord del mondo, in un'area cruciale per i rapporti tra Est e Ovest e più in generale per le relazioni internazionali. È da questo punto di vista, innanzitutto, che vanno valutate le conclusioni del Congresso della Spd. E a noi pare di dover dire che la loro importanza sta in primo luogo nella prospettiva, da esse concretamente aperta, di una nuova caratterizzazione e affermazione della Germania federale, sotto la guida del partito socialdemocratico, come fattore essenziale di impegno europeistico, di iniziativa per la distensione, il disarmo e la cooperazione, di progresso civile e sociale, in risposta alle sfide del nostro tempo, emerse e fattesi sempre più stringenti negli ultimi anni.
Non è stato facile per la Spd trovare la chiave giusta in vista di un Congresso come quello dell'agosto '86, e non sarà facile conseguire nelle elezioni del prossimo gennaio un successo tale da determinarne subito il ritorno alla guida del paese. Si trattava di congiungere lo sforzo già da tempo intrapreso pela rielaborazione degli orientamenti ideali e degli obiettivi programmatici a lunga scadenza — sforzo destinato a concludersi col Congresso del 1988 — e l'impegno a cogliere la possibilità, manifestatasi attraverso clamorosi balzi in avanti in diverse elezioni regionali, di un successo già a breve scadenza nella lotta per strappare alla Democrazia cristiana la direzione del governo nazionale. Si trattavia di combinare continuità e rinnovamento (un binomio che i dirigenti della Spd non hanno temuto di evocare) nelle impostazioni del partito, e anche di far sfociare una vivace dialettica interna in una visibile e sostanziale unità. Il fatto che in ciò si sia largamente riusciti, significa che il Congresso ha garantito alla Spd alcune delle condizioni per affrontare nel modo migliore la prossima, delicatissima prova elettorale, e ha nello stesso tempo rafforzato le basi per perseguire comunque una prospettiva di governo ancorata a un serio progetto di cambiamento.
SI PUÒ BEN comprendere quale interesse questa prospettiva pre
senti per tutte le forze della sinistra europea e quale stimolo venga per esse dalle indicazioni di Norimberga. Come da tempo veniamo dicendo, i problemi che a tali forze si pongono sono diventati in larga misura comuni ed è fortemente cresciuta l'interdipendenza tra le battaglie e le politiche che si conducono nei singoli paesi dell'Europa occidentale. Comune è l'esigenza di rinnovare profondamente il bagaglio ideale e culturale, le piattaforme sodali e programmatiche dei partiti della sinistra e dell'intero movimento dei lavoratori, in modo da non liquidarne ma da adeguarne e rafforzarne l'identità riformatrice, la peculiare funzione storica in seno alle società sviluppate dell'Occidente e sul piano
internazionale, di fronte a un'offensiva conservatrice che è riuscita a segnare tanti punti al suo attivo tra la metà degli anni 70 e l'inizio degli anni 80. E nel raccogliere 3uesta esigenza forze diverse
ella sinistra europea si sono venute via via collocando su linee di ricerca e impostazioni convergenti, come pure da tempo stiamo sottolineando, anche se sarebbe ingenuo e non rispondente al vero sostenere che tutte le risposte coincidano, che manchino differenziazioni e contrasti anche al di là di ciò che rispecchia le specificità delle situazioni nazionali.
Il Congresso di Norimberga ha dato un vigoroso e sostanzioso contributo allo sviluppo di una ricerca, di un orientamento, di un impegno, che possano sempre di più veder convergere le principali componenti della sinistra europea. Lo diciamo in particolare come comunisti italiani. Sul modo in cui abbiamo inteso e sollecitato questo incontro, questo processo di «ricomposizione» del movimento operaio dell'Europa occidentale, si è da parte nostra argomentato molto, ancora in occasione del Congresso di Firenze. Ma in certi commenti si torna sempre punto e daccapo; ci saremmo accodati alla socialdemocrazia — tedesca e no — scoprendo verità da tempo rivelate ma senza volerne trarre tutte le conseguenze, ovvero risulteremmo in ritardo rispetto alla capacità di rinnovamento programmatico e politico che la Spd ha mostrato a Norimberga e chejsecondo qualcuno (magari gli stessi che ieri avevano denunciato nel nostro dialogo con la socialdemocrazia un fatale spostamento a destra) ci ha «spiazzato» da sinistra. Ebbene, di fronte a tante superficialità e a tanti stru-mentalismi, ci sia consentito di dire che seguendo il Congresso della Spd ci siamo trovati come non mai a nostro agio.
TUTTE LE tematiche poste al centro di quell'assise — l'euro-
Ceismo come dimensione ob-ligata e qualificante della
battaglia di una grande forza di sinistra, l'impegno per la pace e una nuova concezione della sicurezza, una chiara assunzione di responsabilità sul piano dei rapporti con l'Est europeo e sul nodo cruciale delle relazioni Nord-Sud, la nuova caratterizzazione della questione sociale in termini di occupazione e di giustizia, l'idea di un'innovazione socialmente guidata, l'esaltazione del problema dell'ambiente e la revisione della vecchia filosofìa dello sviluppo, la collocazione tra le grandi discriminanti e priorità della questione femminile —, tutte queste tematiche ci sono risultate familiari e congeniali, avendo da anni formato oggetto nelle nostre file di un'elaborazione rinnovatrice che è andata avanti autonomamente e di pari passo con quella di importanti forze socialiste e socialdemocratiche. Abbia o no voluto Claudio Martelli con la battuta sui comunisti «meteci» essere sprezzante, magari per nascondere un suo imbarazzo, è un fatto che noi comunisti italiani non ci sentiamo stranieri là dove si discute, come si discute a Norimberga, su basi così simili a quelle su cui si è discusso a Firenze, e che nessuno può porre in questione la nostra dignità di portatori di una grande esperienza originale e pretendere di limitare il nostro ruolo nella sinistra europea e nel concerto intemazionale.
Il quadro politico e sociale italiano presenta poi, come è ovvio, le sue specificità, come le presenta quello tedes c o — o quello inglese, o quello francese — per diversità di vicende storiche e di sviluppi recenti, di strutture economiche e di sistemi poli-tico-istituzionalL La Spd ha dovuto fare i conti con la conclusione negativa della sua esperienza di governo e con l'intervento sulla scena di un nuovo partito, quello dei «Verdi», a cui vuole contendere i consensi di una parte dell'elettorato giovanile e di
(Segue in ultima)
Sono 79 i corpi ritrovati, ma più di 300 i dispersi
Una bara in fondo al mare Quattrocento morti nel disastro della nave da crociera sovietica
L'informazione, questa volta tempestiva, fornita a Mosca nel corso di un incontro con la stampa - Il piroscafo, speronato da un mercantile, è affondato in pochissimi minuti, mentre i passeggeri dormivano nelle loro cabine
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MOSCA — Un'immagine della «Admirat Nakhimov» in navigazione
Dal nostro corrispondente MOSCA — Sono ufficialmente 79 i morti e 319 i dì-spersi in seguito alla collisione tra la motonave «Admiral Nakhimov» e la nave mercantile «Piotr Vasiev», entrambe sovietiche, avvenuta attorno alla mezzanotte del 31 agosto. Ma le speranze di trovare vivi altri naufraghi erano, ieri pomeriggio, assai tenui, per non dire ormai ridotte a zero. L'ultimo naufrago è stato infatti tratto in salvo lunedi pomeriggio ed è ben difficile che altre persone abbiano potuto resistere per 48 ore e più in balia delle onde, sebbene la temperatu
ra dell'acqua fosse tra 120 e i 22 gradì centigradi. Il bilancio effettivo della tragedia sarà quindi purtroppo, assai vicino, se non coincidente, con la spaventosa cifra dì 398 morti. L'informazione, questa volta tempestiva e. precisa, è stata data ieri pomeriggio, nel corso di un incontro con i giornalisti, dal vlceml-nistro della Flotta marittima sovietica, Leonid Neeiak.
È stato lui a fornire tutti i dettagli della tragedia finora disponibili alle autorità In-
Giulietto Chiesa
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Lo sciopero della fame anche alle «Nuove» di Torino
«Vogliamo la riforma» Si allarga la protesta nelle carceri italiane
Analoga agitazione in istituti di pena della Toscana e della Sicilia - Dentro San Vittore a colloquio con i reclusi
•A leggere i giornali sembra che la nostra sola richiesta sia l'amnistìa, pochi giorni senza mangiare in cambio del regalo, la cancellazione della pena. In realtà l'amnistia è l'ultimo dei nostri problemi. Lo sappiamo bene che è solo un palliativo, ciò che vogliamo è la riforma». Parlano i detenuti di San Vittore che ieri si sono incontrati nel carcere milanese con ì parlamentari del Pei. Con loro c'era il cronista dell'Unità. Riforma, dunque, che significa nuovo codice di procedura penale, lavoro, formazione professionale, con
dizioni sanitarie. Per queste ragioni è nata una protesta pacìfica e civile che sì sta aliar» gando a macchia d'olio. Lo sciopero della fame ha già coinvolto 23 istituti di pena. Ieri hanno iniziato a rifiutare il cibo oltre mille dei 1300 reclusi delle carceri «Nuove» di Torino. Analoghe iniziative sono state prese dal detenuti di Marassi a Genova, di Sollicciano e Arezzo in Toscana, di Caltagirone e Siracusa in Sicilia.
GIOVANNI LACCABÒ A PAG. 3 MILANO — L'interno di una celta a S. Vittore
Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe fissare le linee della Finanziaria
• • * Una tassa regionale sulla sanità? Cgil: le ipotesi di Goria un'insidia pericolosa
Plurìergastolano
Il Consiglio dei ministri si riunisce stamane per fissare le linee della legge finanziaria. Ieri si sono riuniti i ministri economici che hanno sottoscritto un'intesa generica su! documento economico. Si è tornato a parlare di tagli alla sanità mediante un'imposta «regionale* e anche di un ripristino della Tasco. Di Finanziaria ieri hanno parlato nel corso di una conferenza stampa anche Antonio Pizzinato e Ottaviano Del Turco. I due
dirigenti della Cgil considerano le ipotesi di Goria «una pericolosa insidia» sulla strada dei rinnovi contrattuali. «Un rincaro generalizzato — sonò parole di Del Turco — dei servizi pubblici e dei ticket determinerebbe un'alterazione dei parametri utilizzati per preparare le piattaforme*. La Cgil, inoltre, chiede che vengano fatti investimenti al Sud e su questo punto sfida la Con-/industria, ma soprattutto chiede che il rinnovo dei contratti avvenga «subito,
I IIAX 11 Piromalli diventa radicale
ROMA — Il capo di una delle cosche più potenti della •ndrangheta* calabrese ed il killer di Francis Turatello si sono iscritti al partito radicale. Si tratta rispettivamente di Giuseppe Piromalli, 64 anni, condannato a 5 ergastoli per una lunga serie di omicidi, e di Vincenzo An-draous, 30 anni, anch'egli ergastolano: il primo — riferisce l'Ansa — si è iscritto il 29 luglio scorso, il secondo 119 agosto. Ma la notizia si è ap-
Kesa solo ieri. A rompere mbarazzato silenzio dei di
rigenti del partito ha provveduto infatti Marco Pannella, con una lettera inviata al se-
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LàCee blocca le carni italiane
BRUXELLES - Non *i potranno più vendere le carni italiane nei mercati europei. n provvedimento riguarda le carni bovine, suine, ovine, caprine, a meno che non siano siate «trattate* o disossate (1 prosciutti italiani, perciò, potranno ancora trovarsi nei negozi europei). Escluse dal divieto le carni equine. È questa la misura decisa ieri dal «Comitato veterinario* della Cee, dopo il diffondersi, In alcune regioni italiane, deir«afta epizootica*, un'infezione che colpisce le zampe degli animali, n provvedimento è stato adottato a •tempo indeterminato*.
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entro l'autunno*. La prossima settimana ci sari» comunque un incontro delle tre segreterie confederali per rilanciare su tutti 1 temi l'iniziativa politica e sociale. Ieri infine sono venute cattive notizie anche dal fronte dell'inflazione. I dati finali di agosto dicono che la discesa si è bloccata e a poco serve l'ottimismo del ministro Goria che ostenta sicurezza sulla ormai progressiva riduzione dei prezzi. H tasso del mese scorso si è attestato sai S£ per cento, con una crescita dello 0,2 rispetto a luglio. -
A PAG. 2
Nell'interno
Anche Gheddafi ad Harare al vertice dei non allineati
Con un giorno di ritardo rispetto all'apertura, nella notte tra lunedì e martedì il colonnello Gheddafi è giunto ad Harare
rr partecipare ai lavori dell'ottavo vertice dei non allineati. la prima volta che il colonnello lascia la Libia dopo il
bombardamento americano di aprile. L'obiettivo è chiaro: ottenere la solidarietà di un vertice che rappresenta i due terzi dell'umanità. A PAG. 3
Milano, diventa mamma una donna senza ovaie
Una donna senza ovale, condannata quindi alla sterilità, è diventata mamma di un bel bambino, Carmine, che ora ha cinque giorni, pesa tre chili e mezzo e gode ottima salute. La notizia dell'evento eccezionale è stata diffusa solo ieri. La donna è stata assistita dal dottor Leonardo Formigli, ginecologo milanese che fu tra i pionieri della fecondazione in provetta. A PAG. 6
Palermo, fiaccole e concerto per ricordare Dalla Chiesa
Una fiaccolata ed un «concerto contro il silenzio* di ottanta musicisti: così Palermo ricorda oggi nel quarto anniversario dell'eccidio il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emmanuel» Setti Carraro e l'agente Domenico Russo, uccisi dalla mafia. Centinaia I messaggi di adesione e di solidarietà, tra essi quello di Nilde Jotti. A PAG. •
Calcio, i calendari di A e B Una «X» al posto del Palermo
H centro elettronico del Coni ha elaborato ieri i calendari della stagione 1968-87 della serie A e della serie B. in quello del torneo cadetto figura al posto del Palermo una «X*, in quanto alla società siciliana la Lega ha concesso, per regola-rizzare la sua posizione (lamenta un deficit di 20 miliardi), una deroga fino al 9 settembre. NEU.O SPORT
Dibattito alla Festa dell'Unità
«Sul nucleare si vada al
referendum», dice Zangheri
Più aspra la polemica tra De e Psi Critiche di Granelli - Interventi sindacali
Sempre più vivaci le polemiche sul nucleare dopo le dichiarazioni di Martelli. Particolarmente aspro lo scontro tra De e Psi, ma tutto 11 pentapartito è attraversato dalle divisioni che si vanno riproponendo sul nodo delle centrali nucleari. Lo stesso Martelli torna alla carica in un'intervista che replica all'articolo scritto da Galloni sul «Popolo*. Il vicesegretario socialista mette in guardia il governo dal porsi contro l'opinione della maggioranza degli Italiani. Assai dure le dichiarazioni di Luigi Granelli, ministro della Ricerca scientifica. Parla di sortite estemporanee che minano la solidarietà di governo e ipotizza un gioco delle parti tra Martelli e Craxi, il primo teso a conquistare voti e il secondo ad accreditare il Psi come forza di governo. Frattanto si segnalano prese di posizione anche in campo sindacale. In particolare si sono pronunciati ieri i massimi esponenti della Cgil. Pizzinato sottolinea l'esigenza di una legge per lo svolgimento del referendum consultivo. Del Turco dubita che si possano fare centrali nucleari quando cresce l'opposizione. Alla Pesta dell'Unità a Milano il compagno Gavino Angius ha rilevato che riguardo al nucleare occorre un serio ripensamento, che si sta sviluppando in seno al Pei. A PAO. 2
MILANO — Certo, il Psi è il nostro naturale alleato, però è lo stesso partito che pianta in asso le giunte di sinistra rr andare con la De. Martel-
antinucleare? Mi rallegro per una posizione così avanzata e coraggiosa, ma perché non viene portata in sede di governo? Una prospettiva riformista in Italia? Noi comunisti ci crediamo: è il Psi semmai che mostra di non crederci; l'errore del nostro partito sta nel non sapersi mobilitare adeguatamente con più fiducia. Ora con la discussione sulla-legge finanziaria presenteremo* le nostre alternative, costruiremo una offensiva nel Parlamento e nel Paese, non staremo a guardare le liti nel pentapartito. Sono solo alcune battute del lunghissimo «faccia a faccia*, ieri sera alla Festa dell'Unità. «Imputato*: Renato Zangheri, capogruppo comunista alla Camera; •inquisitori*: un pimpante Giampaolo Pansa e un introverso Piero Ostellino.
Bla vediamo di compilare un rapido verbale di questo lunghissimo «processo*, aggiungendo che il pubblico era numeroso e attento. Una ulteriore dimostrazione che la «politica* piace ancora.
— Martelli vi scavalca a si* nistra sul nucleare? •Mi auguro che la sua tesi
venga approvata dal congresso del Psi e venga portata in sede di governo. Una decisione deve essere presa a ragion veduta, dopo quella conferenza energetica che noi abbiamo proposto. Io, personalmente, sono contro le centrali nucleari perché le considero pericolose e perché le spese per la sicurezza le rendono antieconomiche. La Direzione del Pei, come è noto, ha deciso di riesaminarti la scelta assunta al congresso e di promuovere un referendum consultivo».
— Pariate di programma. Siete per tassare i Bot? «Siamo favorevoli alla tas
sazione delle rendite finanziarie. Siamo per un riequilibrio tra entrate correnti e spese correnti. Proporremo un piano per lo sviluppo e l'occupazione. Cercheremo di dimostrare, non solo a parole, che è possibile una alternativa puntuale a quella delineata da Goria».
— Siete favorevoli ad una riforma del fisco come quella Tarata da Reagan? •Anche su questo punto
abbiamo presentato in Parlamento una nostra proposta. Esistono in Italia un centinaio di imposte e di tasse. Ce il tema dell'evasione fiscale molto più forte che in Usa. Vogliamo una imposta patrimoniale a bassissima aliquota che, anche attraverso l'eventuale abolizione delTHor, preservi I patrimoni più modesti*.
— Non C* forse in Italia troppa partitocrazia, troppe lottizzazioni? «Noi siamo per un passo
indietro dei partiti rispetto allo Stato e un passo avanti verso la società. La funzione dei partiti non è quella di gestire lo Stato*.
— Ma chi valete come alleati? Chi sono i vostri naturali alleati? «Sono, naturalmente, i so
cialisti. Sono però gli stessi che hanno piantato In asso le giunte di sinistra per andare con la De. È 11 Psi che non crede in una prospettiva riformista. Noi l'abbiamo proposta in Italia e in Europa.
Bruno Ugofini
Qualche domanda anche per Martelli
di FABIO MUSSI
Dì ritorno dal congresso della Spd, Claudio Martelli ha annunciato che il Psi si va orientando per 11 no al nucleare (virando così di 180 gradi rispetto alla precedente posizione). Ne so-no seguite vaste polemiche.
Avrei un paio di motivi di soddisfazione. Il primo, personale, è per quel «no* che condivido. Jl secondo, di tutti noi comunisti, per l'ulteriore riprova che l'attuale maggioranza e il governo appena costituito si reggono coi fili, e che, ogni volta che uno del partiti contraenti azzarda una posizione su un tema qualsiasi, i partners gli si rivoltano contro. Stavolta Martelli registra il consenso del Psdi, ma il dissenso di De Pri, Pli. E sta andando più o meno in questa maniera per la Finanziaria e per l'amnistia, per il referendum sulla giustizia e per la scuola; e per tutto il resto. Jl motivo conduttore della ripresa politica è ormai dettato: un governo inabilitato a fare alcunché, e un gruppo di partiti che giocano d'astuzia per volgere ciascuno a suo favore il «patto della staffetta» per presentarsi in posizione di vantaggio alla - fatidica scadenza di mano. Che, dall'opposizione, faremo naturalmente di tutto per anticipare, e riempire così di governo e di politica questa lunga vacatio programmata per il nostro paese.
Motivi di soddisfazione per la dichiarazione di Martelli, dunque. Però. Ce un «pero» grande come una casa. Intanto ci sarebbe da obiettare qualcosa a proposito della democrazia nei partiti. Il nostro gran discutere, e soffrire, sulle posizioni politiche, e gli emendamenti, e l congressi di base, e i voti e i documenti, non è roba per perdere tempo. L'ultima uscita pubblica del Psi fu 11 documento con cui la direzione socialista, dopo Cher-nobyl, confermò (con qualche blanda attenuazione) l'opzione nucleare. Ora Martelli la ribalta, senza bisogno di verifiche. Come è stato deciso? Ci sarebbe anche da sollevare il sospetto, poi, per dirla brutalmente e fuori dei denti, che Martelli persegua la ricerca del consenso sulle
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l'Unità OGGI MERCOLEDÌ
3 SETTEMBRE 1986
Oggi la Finanziaria al Consiglio dei ministri
Manovra economica un'intesa generica
L'accordo è solo sulle previsioni per il 1987 - Sino alla fine polemica dei socialdemocratici - Un'imposta regionale sulla salute proposta da Goria - Novità per la previdenza Giovanni Goria Bruno Visentin!
ROMA — Rispunta la Tasco e si parla di nuove itasse regionali* per la sanità. Il governo che aveva preso Impegno di non premere l'acceleratore sulla pressione fiscale nell'87 si appresterebbe a mettere mano a due sistemi per raccogliere ugualmente più denaro dalle tasche del cittadini.
Goria, attraverso 11 suo portavoce, ha fatto sapere che si sta riesumando proprio la tassa locale, che l'al-tr'anno è naufragata con poco onore In Parlamento, sotto la pressione delle opposizioni e dei franchi tiratori. Il ministro del Tesoro dice che c'è un accordo di massima tra tutti. I «tutti» sarebbero 1 rappresentanti delle autonomie locali che ieri mattina si sono incontrati con 11 ministro e che avrebbero concordato con lui di imporre la nuova tassa. Forte di questo appoggio Goria si appresterebbe a mettere l'imposta tra le cose da inserire nella manovra economica per 1*87 che 11 governo sta varando proprio in queste ore. Stamattina c'è un altro consiglio dei ministri per l'approva2ione del documento di programmazione economica e finanziarla; ieri sera c'è stato l'ennesimo vertice di preparazione.
Entrati alle 6,30 i ministri sono usciti pochi minuti prima delle 9 dicendo di aver
trovato un'intesa di massima sui «grandi numeri» e sul «provvedimenti paralleli» che accompagneranno la Finanziarla. È stato superato, quindi, l'ultimo debole scoglio che all'Interno del pentapartito era stato opposto dal ministro del Bilancio Romita contro la gabbia delle cifre della Finanziarla. Romita aveva salito le scale di Palazzo Chigi polemizzando ancora con Goria e rilanciando la necessità di previsioni più alte per il prodotto interno lordo '87. Un paio di ore dopo aveva praticamente rinunciato a questa impostazione critica e si era allineato. Il ministro del Bilancio è uscito dicendo che è stata trovata un'intesa e che si è convenuto di «rimodulare» gli investimenti. Che cosa questo significhi nel concreto è difficile dire. Secondo indiscrezioni 11 discorso sugli investimenti viene in qualche modo rinviato e l'accento è, invece, posto sulle capacità di spesa in conto capitale e quindi sul residui passivi.
Il documento di programmazione economica e finanziaria contenente i grandi obiettivi della Finanziaria '87 (disavanzo a centomila miliardi, inflazione al 4%, FU al 3%, gettito tributario in linea con l'86) sarà accompagnato da alcuni «indirizzi di intervento». Nel vertice di
ieri sera si è parlato soprattutto di tre grandi capitoli: sanità, previdenza e fiscalizzazione degli oneri sociali.
Per la sanità la novità è che verrebbe concessa alle Regioni una sorta di autonomia anche nella gestione delle entrate. De Michells ha detto che nell'87 le Regioni «potranno adottare provvedimenti a carico del cittadini». Per spiegarsi si è servito di un esemplo poco rassicurante: se una Regione, ad esemplo 11 Lazio, nella gestione del proprio bilancio, spende settecento miliardi più di ciò che poteva, 1 settecento miliardi dovrà pescarli dalle tasche della gente. Ticket regionali, quindi? De Michells esclude categoricamente. • Per la previdenza la novità è che 11 governo dopo mesi e mesi di laceranti divisioni, presenterà un suo progetto di riforma. Fiscalizzazione degli oneri sociali: anche a questo proposito 11 governo sta preparando qualche intervento «per renderli più selettivi» come ha detto Zano-ne.
Anche la Tasco dunque torna alla ribalta proprio nel momento in cui si sta stringendo sulla manovra economica. All'incontro di ieri mattina con Goria hanno partecipato 11 sottosegretario Fracanzani, 1 presidenti delle Associazioni dei Comuni e delle Province, Triglia e
ROMA — Il Cip, Comitato interministeriale prezzi, è sotto inchiesta. Avrebbe -omesso di *. adeguare le pereeatuali'tìi guadagno-dovute ai rivenditori in -seguito agli aumenti di prezzo ~ della benzina e degli altri carburanti verificatisi negli ultimi anni L'indagine, avviata dàlia Procura di Roma sulla base della denuncia presentata dal segretario della Confpetroli-Con-fesercenti Paolo Piva, è condotta'dal sostituto procuratore Orazio Savia, il magistrato che indaga sui reati economici e finanziari.
Nell'esposto che ha dato il via agli accertamenti si sostiene tra 1 altro che l'inadempienza del Comitato interministeriale prezzi avrebbe provocato forti danni economici ai rivenditori
Sottratti guadagni ai gestori delle pompe? w *»Vv-_x* . ' • . • • ; : - « r~ '
'Prezzo della benzina La Procura di Roma
apre un'inchiesta di benzina e indebiti guadagni delle compagnie ' petrolifere, che avrebbero anche la percentuale di aumento del costo del prodotto che invece sarebbe dovuta andare ai primi. L'ipotesi di reato in base alla quale la Procura procede è quella di
omissione d'atti d'ufficio. Non è escluso, tuttavia, che della vicenda possa interessarsi anche la commissione parlamentare inquirente.
L'origine del contrasto risale aU'82, quando il Cip decise che le percentuali concesse dalle compagnie petrolifere ai riven-
Ravà, della Ctspel, Sarti, delle Comunità montane, Mar-tlnengo. Per dire la verità, nel comunicato finale non c'è riferimento esplicito alla Tasco. Anzi, 11 rappresentante dell'Anci avrebbe detto esplicitamente che se l'Imposta comunale fosse ripresentata calcando a copia carbone quella dell'anno passato, andrebbe incontro ad una bocciatura bis. Diverso il discorso se una tassa simile alla Tasco fosse accompagnata da provvedimenti aggiuntivi che dessero autonomia lmposltlva a Comuni, Province e Regioni. Per dare una dimostrazione di buona volontà — hanno detto i rappresentanti locali — il governo potrebbe già da quest'anno, far partecipare le autonomie locali al gettito dell'I-lor e deU'Irpeg.
Nel comunicato ufficiale 1 rappresentanti degli Enti locali hanno espresso la necessità che contemporaneamente alla legge finanziaria sia varata la riforma della finanza locale attualmente all'esame del Senato. Il presidente della Cispe], Armando Sarti, ha detto che «sarebbe grave per le autonomie se la legge finanziaria non fosse approvata contestualmente alle norme per il controllo nella gestione dei flussi di spesa per il pieno esercizio dei poteri impeditivi».
Daniele Martini
ditori fossero decise tramite accordi «intemi» tra le parti in causa. Io seguitò a una lunga sèrie di aumenti dei prezzi dei prodotti petroliferi, la contrattazione della percentuale di aumento da attribuire ai rivenditori diventò però sempre più complessa e difficoltosa. I benzinai iniziarono a lamentare inadempienze delle compagnie petrolifere, finché due anni dopo, nell'84, i giudici del Tar annullarono la delibera del Cip, attribuendogli il dovere di assolvere anche il compito di stabilire le variazioni delle percentuali di guadagno dei rivenditori in rapporto agU aumenti dei prezzi petroliferi. fDi qui la decisione della Confesercenti di denunciare la vicenda alla magistratura.
Inflazione: ad agosto
cresce 0,2% ROMA — Prezzi: piccolo, contenuto, ma ad agosto l'Incremento c*è stato. L'Istat l'ha quantificato nello zero e due per cento. Non s'è ripetuta, insomma, la «crescita zero» registrata a luglio. Un aumento contenuto, che ha lasciato però inalterato il «tasso tendenziale annuo» d'Inflazione. Fermo — come 11 mese scorso — al cinque e nove per cento. Tradotto vuol dire che l prezzi dell'agosto '86 sono cresciuti del cinque e nove per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. E la stessa percentuale si ha anche se si paragona luglio '86 con luglio'85. -
C'è una sostanziale «stasi», dunque, sul fronte dei prezzi. Ma c'è da ricordare che 1 conti veri si fanno a settembre, alla ripresa autunnale. E proprio questo 11 mese caratterizzato «da una più accentuata dinamica del prezzi», per usare le parole degli economisti. Sempre è avvenuto — e non bisogna andare tanto lontano: ci sono i dati dell'anno scorso a dimostrarlo — che appena terminata la pausa estiva 1 listini subiscono delle impennate. Fu proprio il dato di settembre, l'anno scorso, a far saltare tutti 1 progetti e le speranze per una rapida discesa dell'Inflazione. -
Per ora, comunque, s'è già detto, l'aumento è piuttosto modesto. Ma anche 11 dato di agosto va letto con molta attenzione. Dentro quel più zero e due per cento di media mensile, ci sono più «voci», che mostrano risultati differenti. Cosi per esemplo, i prezzi del prodotti alimentari nel mese appena finito hanno fatto registrare addirittura una diminuzione: meno zero e uno per cento. Dovuta quasi esclusivamente al calo dei generi ortofrutticoli. Cresce di pochissimo anche la «voce» elettricità e combustibili: più zero e tre per cento, di cui è «responsabile» quasi esclusivamente l'olio combustibile da riscaldamento. Gli altri prodotti hanno subito variazioni impercettibili. Si fa sentire ancora, insomma, «'«effetto petrolio». Tanto che su base annua — estendendo cioè i dati dei primi otto mesi dell'86 per tutto l'anno — si ha una diminuzione del sei e tre per cento dlquesti prodotti. E sono proprio 1 derivati del petrolio che hanno dato 11 «contributo» maggiore all'attenuazione del tasso d'inflazione. Una «tendenza» che {«are, almeno per il momento, si stia attenuando. Tant'è che 'ultima rilevazione sulle medie europee del prodotti petroli
feri — rilevazione che serve per adeguare il prezzo delia beo-, 'ztna-i-hit-fatto registrare una crescita di quasi dieci lire; Se
Sùést'incremento si trasformerà in un aumentò a UBO lire al tro def prezzo della «super» lo stabilirà starnaseli Consigliò
;del ministri: tutto fa pensare' però che la bénalria resterà invariata, visto che durante tutta questa estate la diminuzione del prezzo del carburante nei «listini» europei è stato ignorata a tutto vantaggio del fisco.
Tornando ai dati di agosto, c'è da dire che molte altre «voci» destano preoccupazione. Prima tra tutte quella del-Pabblgllamento: i prezzi delle scarpe, dei vestiti etc. su base annua hanno fatto registrare un'impennata dell'otto e mezzo per cento. Molto al di sopra del tasso d'inflazione. Ancora, crescono — e di parecchio: sette per cento, sempre su base annua — le spese per «beni e servizi vari» (In questo paragrafo ci sono anche le spese per 11 cinema, 11 teatro e cosi via). Senza contare che ad agosto non c'è stato l'aumento dell'equo canone. Bisognerà, insomma, aspettare la fine di settembre per sapere se l'inflazione, in Italia, scende allo stesso ritmo del nostri concorrenti europei.
S.b.
Conferenza stampa di Pizzinato e Del Turco sulla ripresa deiriniziativa sindacale
«Contratti subito, entro l'autunno» Con Lucchini confronto sui 38mila miliardi per 0 Sud La discussione nella segreteria della Cgil - Sollecitato un confronto con il governo sulla Finanziaria '87 - «Altro che tagli, ser?ono vere riforme per il fisco, la previdenza e la sanità» - A fine anno un'assemblea nazionale dei delegati sul programma ROMA — «In Cina se c'è qualcosa da concludere, si lavora anche 24 ore su 24, giorno e notte-.». Antonio Pizzinato aggiunge quest'altra esperienza al suo pragmatico richiamo a «stringere subito». Su cosa? Sul rinnovo del contratti, su una politica attiva del lavoro, su una legge finanziarla che apra la strada a riforme vere. «Si può, si deve», sottolinea 11 segretario generale incontrando 1 giornalisti assieme ad Ottaviano Del Turco, al termine della prima segreteria Cgil di questa ripresa sindacale.
Pizzinato e Del Turco sono appena tornati dalla Cina. Forse per questo guardano con un certo distacco alle classfchs polemiche nostrane di ferragosto. Lo sciopero generai»»? «Il governo e la
'onfindustrla seno in debito di precise risposte. Le sollecitiamo, e le forme di lotta saranno commisurate alle loro scelte». Un patto con la Con-flndustrla propedeutico ai rinnovi contrattuali, così come propone Benvenuto (anche se la segreteria UH ha smorzato un po' I toni parlando di «ricercare punti di contatto ed iniziative le più adatte tra imprenditori e sindacato»)? «Ma un accordo con la Confindustrla — puntualizza Pizzinato — il sindacato l'ha già fatto a maggio. E nella premessa politica c'era un preciso impegno sui rinnovi contrattuali che adesso va rispettato. Semmai, è il momento di fare intese che siano espressione della volontà di risolvere annosi problemi come quello del Mezzogiorno».
E un esemplo che rlchla*
— Il rientro in fabbrica degli operai della Fiat che sogna la ripresa deM'attJvità sindacale
ma immediatamente l'attualità politica. Nel Sud ci sono 38mila miliardi da spendere subito, ma il ministro del Tesoro, Goria, è deciso a cancellarne un bel po', tanto — dice — non si riusciranno a spendere comunque. Per il sindacato. Invece, quelle risorse sono preziose per una ripresa dello sviluppo. DI qui la sfida alla Confindustrla: «Confrontiamoci sulle procedure, la formazione professionale, 1 regimi d'orari (anche con turni che coprano le 24 ore). Ma questa volontà la Confindustrla può dimostrarla non andando a caccia delle streghe, come con quel decalogo che sembra voler Ingabbiare 1 contratti e ritor
nare al passato». Ecco, l'attenzione è tutta
per il prossimo, difficile autunno. E possibile che cadano, finalmente, le foglie delle pregiudiziali, del vèti, degli Interessi di bottega, dei disegni di rivincita? Per Pizzinato queste sono foglie gialle, morte. Ce da rinverdire, cominciando con 1 rinnovi contrattuali.
•Per la Cgil — dice il segretario generale — è Irrinunciabile riaffermare II potere del sindacato anche nella contrattazione articolata». E questo, In effetti. 11 nocciolo auro delle trattative svoltesi finora. Invece, «la contrattazione articolata sull'orario e l'Inquadramento — insiste
Pizzinato — consente di avviare nuove sperimentazioni, tenendo In debito conto l reali processi produttivi in atto». Lo scontro, dunque, è tra chi crede o meno che l'Innovazione possa essere un cardine delle relazioni industriali.
Ma ora sulla strada del rinnovi c'è un'altra pericolosa insidia: la legge finanziarla. Un rincaro generalizzato del servizi pubblici e dei ticket (magari con la loro estensione) determinerebbe — rileva Del Turco — un alteramente del parametri utilizzati in sede di elaborazione delle piattaforme contrattuali per la difesa del salarlo reale. Cosi come U scio uso
delle forbici sulla fiscalizza» zlone degli oneri sociali a favore delle imprese spingerebbe la Confindustrla a scaricare il maggior costo sul lavoratori.
Può sembrare un ragionamento «di vii bottega», riconosce Del Turco, ma inevitabilmente anche per questa via «il governo favorisce o meno i rinnovi». Senza parlare del ritardi accumulati dalla controparte pubblica al tavolo di trattativa per i contratti del 3 milioni e mezzo di dipendenti dello Stato, pur scaduti dalla fine del 1964: •Dia 11 buon esempio».
Qua! è, allora, l'alternativa? Quella delle riforme. Vere, però; non, cioè, «a restituzione» come le intende Goria. Fisco, sanità, previdenza, cassa integrazione: oggi — Insiste Dei Turco — contribuiscono a determinare una trama di sperequazione e In-
Slustlzie. E questa la radice ella crisi dei •welfare», dello
Stato sociale, a cui porre mano. E certo non con semplici operazioni contabili che lasciano Immutato U «castello» di Interessi e di privilegi, bensì con scelte «coraggiose».
•Noi le abbiamo compiute», avverte Pizzinato ricordando U documento unitario consegnato a CraxL Propone un nuovo rapporto tra sviluppo e risanamento. «Ora vogliamo che 11 governo risponda, nelle sua collegialità». Il sollecito è condiviso anche dalla segreteria Cisl, riunitasi ugualmente Ieri: •Un momento di confronto con 11 capo del governo —afferma un documento — costituisce un punto di passaggio significativo».
Cgil, CUI e UH si riuniran
no la prossima settimana per rilanciare assieme l'Iniziativa politica e sociale. Per Pizzinato l'occasione dovrà essere utilizzata anche per avviare un confronto «su una strategia sindacale di più lungo respiro». Intanto, la maggiore confederazione sindacale ha deciso una serie di appuntamenti per definire il proprio contributo: si comincia dall'esecutivo (il 9 e U 10 prossimi) e, attraverso una serie di passaggi (U consiglio generale a fine mese, la celebrazione deU'80* della fondazione il 1* ottobre a Milano), si arriverà a fine anno a una assemblea dei delegati interamente dedicata al programma della CgiL
Nemmeno uno screzio in questa confederazione? n comune bilancio positivo dell'autoregolamentazione del diritto di sciopero («deboli noi, con questo risultato?», dice Pizzinato pensando ad altre polemiche, esterne, ben più insidiose) ridimensiona 11 contrasto suscitato da una dichiarazione di Ottaviano Del Turco sulla trasforma-sione del nuovo codice In legge. «Ce una differenza tra noldl tradizione e cultura», precisa 11 segretario agglun-
Non resta che la storia de-
SU stipendi ai funzionari e ingenti della Cgil. .Ma se
l'abbiamo aumentati^.», dice Pizzinato sorridendo. Del Turco, però, tiene duro: «Sono contro | "tetti", sia quando 11 mette 11 governo, sta Sjando il propone 11 segreta-
o generale della Cgil». Tutto qui.
Governo e maggioranza nel fuoco delle polemiche
Nucleare, è scontro tra la De e il Psi E Martelli insiste
Il vicesegretario del Psi replica seccamente a Galloni - Critiche del ministro Granelli - Prese di posizione dei dirigenti Cgil ROMA — Sale ancora di tono la polemica sulle dichiarazioni «antinucleari» rilasciate da Claudio Martelli. La polemica investe in pieno Il pentapartito e risulta particolarmente aspra tra socialisti e democristiani. Si segnalano oggi un'Intervista allo stesso Martelli e un intervento del ministro Granelli.
Il vicesegretario del Psi replica all'articolo di Galloni apparso sul «Popolo». «Se la maggioranza sposasse la tesi di Galloni, Il che almeno per 11 Psi è Impossibile, ridurrebbe drasticamente i consensi al governo ponendosi in contrasto con l'opinione della maggioranza degli italiani». Martelli osserva che in attesa della conferenza energetica nazionale è non solo logico ma naturale che 1 partiti riflettano, elaborino delle proposte e le confrontino. «È bene che il nucleare venga discusso tra Psi e Pei, nel sindacato, con i verdi e con 1 radicali. Martelli sottolinea che in linea di principio 1 referendum non si evitano con 1 pasticci ma con cambiamenti effettivi, decisioni legislative. Infine giudica «grottesco ridurre tutto a un conticino elettorale».
Ieri Intanto sono state diffuse le dichiarazioni del ministro della Ricerca scientifica, Luigi Granelli. Sono fortemente polemiche nel confronti di Martelli. «Quan
do i problemi sono seri — osserva 11 ministro — servono soluzioni capaci anche di riflessioni autocritiche, ma non sortite estemporanee come quelle dell'on. Martelli sul nucleare che oltre a minare, lo si voglia o no, la solidarietà di governo, potrebbero trascinare l'Italia verso una condizione preindustriale del tutto anacronistica».
Secondo 11 ministro democristiano gli stessi socialdemocratici tedeschi si muovono in una logica meno propagandistica e strumentale dell'on. Maitelll. E allude ad un discutibile gioco delle parti che vedrebbe 11 vicesegretario del Psi vagheggiare soluzioni radlcalegglantl, in cerca di voti a buon mercato, e 11 presidente Craxl richiamare tutti al senso dello Stato e al realismo per accreditare il suo partito come forza di governo.
Per parte sua il ministro dell'Industria Zanone sottolinea che le scelte in materia nucleare possono essere modificate solo dal Parlamento. Per uscire dall'attuale Incertezza è necessario che la conferenza nazionale sull'energia si svolga al più presto.
In un dibattito alla Festa dell'Unità a Milano, Gavino Angius, della segreteria del Pei, ha detto che riguardo al nucleare occorre un serio ripensamento, che alla luce del sole si sta democraticamente e positivamente svi
luppando in seno al partito. «Dopo l fatti di Chernobyl — ha precisato Angius — la mia posizione personale è mutata passando dalla parte degli antinucleari». Il dibattito sul nucleare si arricchisce anche delle prese di posizione sindacali. L'argomento è stato affrontato dal massimi esponenti della Cgil nel corso della conferenza stampa tenuta Ieri sul temi della ripresa sindacale. Antonio Pizzinato, «nuclearista» al congresso, ha posto l'accento sul documento dell'esecutivo confederale che insiste sugli elementi della sicurezza nel rapporto tra sviluppo e ambiente. Pizzinato sottolinea Inoltre l'esigenza di una legge per lo svolgimento del referendum consultivo, In modo da consentire un dibattito serio e concreto tra 1 lavoratori e tutti 1 cittadini sulle scelte da compiere. Ottaviano Del Turco, segretario generale aggiunto, ha sdrammatizzato la polemica in corso: «Era difficile fare le centrali nucleari quando c'era una grande maggioranza a favore, mi pare difficile quando questa si assottiglia, se pure esiste ancora».
Da segnalare anche una dichiarazione del segretario confederale Fausto Vigevano che si schiera a favore dell'apertura di dibattito provocata da Martelli, invitando De e Prl a fare altrettanto.
Fabio Inwinkl
•"SìÙ De Lorenzo
contro v- Nicolazzi
«La circolare sul condono non è stata
icata» Dalla nostra redazione
RAVENNA — Per la sua prima «uscita» pubblica come ministro dell'Ambiente, l'onorevole Francesco De Lorenzo ha scelto Ravenna e la festa nazionale de «l'Unità» su •Democrazia e ambiente». Ha colto cosi l'occasione Kr rilanciare la polemica con Nicolazzi sul-
busivlsmo edilìzio, affermando che la sua circolare sul «condono pulito» verrà firmata anche da Crasi, che non ci sono stati cedimenti; anche se ha puntualizzato che 11 provvedimento non vuole modificare la legge sul condono, ma collegarla con quella sul «danno ecologico». E nella sede della prefettura della citta bizantina, nel corso dell'incontro con le Istituzioni locali e con i rappresentanti delle diverse forze ravennati, ha aggiunto parlando dell'inquinamento idrico: «E stato difficile far capire che la tutela delle acque è ora di competenza del mio ministero. Nicolazzi non ci credeva, ma la legge Io dice».
Ma torniamo al dibattito alla festa de «l'Unità», coordinato dal compagno Raffaello Mlsitl, responsabile della sezione ambiente della Direzione del Pel, al quale hanno partecipato anche l'onorevole Milvia Boselu (Pel) e il segretario generale di Italia Nostra, Antonio Janello. L'onorevole De Lorenzo, liberale come 1 suoi predecessori Biondi e Zanone, primo ministro di questa Repubblica ad occuparsi del problemi dell'ambiente potendo contare su effettivi poteri (da meno di due mesi, infatti, è stata approvata in Parlamento, con il contributo determinante del Pei, la legge che istituisce U nuovo dicastero e ne stabilisce le ampie competenze: una legge profondamente modificata e migliorata rispetto all'originaria proposta presentata dal governo), si e presentato con tono pacato ma con molta grinta, all'insegna del «Tarò» e del «m'Impegno», fissando, in più di un caso, scadenze precise e ravvicinate. Ha definito la legge istitutiva del suo ministero «la riforma Istituzionale più Importante approvata dal Parlamento negli ultimi 10 anni».
•Stuzzicato» da Mlsitl, che aveva ricordato 1 molti problemi oggi sul tappeto, 1 limiti e le contraddizioni delle politiche ambientali finora portate avanti dal diversi governi. De Lorenzo ha raccolto la sfida, rispondendo alle questioni poste. Ha detto che per gli scarichi nell'Adriatico del fanghi di Porto Mar-ghera «non ci saranno altre proroghe» e che entro gennaio scatterà 11 divieto. Ha promesso, entro 8-12 mesi, la presentazione del plano per 11 risanamento delle acque e la tutela delle aree sovrastanti alle falde di acqua potabile, una diversa e migliore gestione del depuratori, la revisione in tempi brevi della legge Merli. La compagna Boselll aveva In precedenza criticato la legislazione ambientale Italiana («settoriale, disorganica e soprattutto largamente Inapplicata») e in partl-colar modo la mancanza dì leggi quadro e di una •politica ecologica attiva».
Questa sera, intanto, alla festa sull'ambiente Luciano Lama sarà «interrogato» dal giornalista de «L'Espresso» Gad Lerner sulle proposte del Pel per l'ambiente, l'energia e 1 referendum. . .
Claudio Vistiti
Zamberletti cèntro./ Si
«Pensiamo ai terremoti non
al ponte sullo Stretto»
ERICE — •Prima di destinare fondi al ponte sullo stretto di Messina, pensiamo a mettere a posto 1 quartieri storici delle città, gli edifici fatiscenti, i palazzi pubblici e privati che non resisterebbero a un terremoto. Questa è prevenzione. Sappiamo che ad essere colpite prossimamente, saranno la Sicilia orientale, la Calabria meridionale e la Garf agnana». La polemica a distanza con 11 ministro Signorile, grande sostenitore del progetto del ponte, ha caratterizzato l'intervento di Giuseppe Zamberletti, ministro della Protezione civile, ad Erlce, a conclusione del «workshop» di si-sinologia, promosso dall'Istituto nazionale. di geofisica in collaborazione col «Centro Ettore Majorana». Almeno dieci grandi scienziati di tutto il mondo hanno presentato i loro studi sui terremoti, la rete mondiale di rilevamento. In Italia esistono SO stazioni, con il «megaprototipo» dell'Aquila antesignana delle altre 40 che ci vorrebbero. Sensori sono sulle falde dei vulcani. A un terremoto, oggi, la protezione civile può far fronte immediato con la macchina del soccorsi. Ma se la gente dovesse rimanere sepolta sotto le macerie, allora il disastro comporterebbe, oltre al danni economici, un tributo di vite umane, che «bisogna fare di tutto per salvare e salvaguardare». Per la prevenzione del ter-. remoti e delle catastrofi in Italia si fa ancora troppo poco, si spende poco, n primo provvedimento che stanzia 45 miliardi in tre anni, di cui appena 10 per l'anno in corso, è stato approvato solo dalla Camera. «Se anche 11 Senato lo ratificherà rapidamente — ha detto Zamberletti—può diventare subito esecutivo». SI comincerà con la Garf agnana, la più •indiziata» dal rischio sismico, poi dovrebbe toccare alla Calabria e alla Sicilia. «Non c'è molta sensibilità — rileva 11 ministro della Protezione civile — neanche nelle sedi politiche e parlamentari, 1 cittadini non restaurano. Non destinano quote del proprio risparmio neanche se sono proprietari di palazzi patrizi. Aspetterebbero tutto dallo Stato. non è giusto». Ci sono Smila miliardi per la Calabria, ma la prevenzione è solo citata: quando invece bisognerenne destinarvi almeno la meta. La strada da perseguire è comunque* secondo Zamberletti, quella di stanziare fondi per agevolare quanto meno 1 mutui. Lo si è fatto in Abruzzo, per U terremoto di circa tre anni fa, senza vittima ma con danni enormi: mlllecento miliardi già stanziati, ma ce ne vogliono altri 400. •Spendendo per la prevenzione, risparmiamo e creiamo un forte indotto, invece di correre poi ai ripari. I terremoti, finora, ci sono costati migliala di miliardi». «Un monito — ha sottolineato il ministro della Protezione civile — ci è venuto dal Camerun. Noi slamo stati l primi a mettere a disposizione di quel paese te cognizioni scientifiche. Anche questa politica della cooperazlone va sviluppata, (raccordo con 11 ministero degli Esteri, allo scopo di intervenire sempre più precocemente e salvare vite umane. Ma occorre rigore urbanistico. Alle falde del vulcani bisogna fermare le case, le ville e perfino i camping».
MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l'Unità OGGI
A Milano il nostro cronista e i parlamentari comunisti a colloquio con i reclusi
Detenuti in attesa di giustizia Dentro il carcere di San Vittore: «Io carcerato vi chiedo...»
Lentamente si allarga a macchia d'olio la protesta nelle carceri italiane. Sono oggi 23 gli istituti di pena i cui detenuti hanno iniziato lo sciopero della fame per chiedere la riforma penitenziaria, maggiori garanzie igieniche in particolare per tutelarsi contro il contagio da Aids e soprattutto per sollecitare l'amnistia. Ovunque hanno aderito la maggior parte dei detenuti senza che si siano verificati incidenti ne momenti di tensione.
Dopo Como, San Gimignano, Napoli, Milano, che dall'altro ieri ha sospeso lo sciopero, da ieri hanno iniziato a rifiutare il cibo oltre mille dei 1300 reclusi delle carceri «Nuove» di Torino. Anche nel carcere genovese dì Marassi ieri a mezzogiorno ì detenuti hanno rimandato indietro il cibo che gli veniva consegnato dal personale addetto alla refezione.
Come già preannunciato hanno iniziato la loro protesta anche nella casa circondariale fiorentina di Sollicciano. Sempre in Toscana i reclusi del penitenziario di Arezzo da oggi scioperano dopo essersi incontrati con il direttore del carcere al quale hanno illustrato i motivi del digiuno, comuni d'altra parte a quelli del resto della popolazione carceraria che in Italia si aggira intorno alle 42mila unità. Al sovraffollamento dei penitenziari solo con l'amnistia si potrà arrivare ad una diminuzione di 6-7mila unità.
La protesta è arrivata anche in Sicilia dove a Caltagirone (qui i detenuti sono 140 invece dei 70 previsti) e Siracusa i reclusi da ieri rifiutano il cibo. NELLA FOTO: un interno del carcere San Vittore a Milano.
MILANO — Silenziosi, anonimi nella casacca rosso-mattone del lavoranti, l cuochi trascinano nei corridoi i pentoloni di pastasciutta appena sfornata dalla cucina. Hanno fretta, molta fretta. Ma nonostante il grande affanno, 1 maccheroni giungeranno freddi e immangiabili ai piani alti. Poco prima delle 11 di Ieri. Gli addetti alla distribuzione passano davanti alla cella dove, da circa un'ora, un folto gruppo di reclusi del sesto raggio conversa con la delegazione del PCI milanese, Pon. Anna Pedraz-zl della commissione Giustizia della Camera e Alessandro Pollio. Il sesto raggio, circa duecento detenuti comuni, è la prima tappa del
viaggio a San Vittore dove lunedì pomeriggio, dopo cinque giorni di digiuno, lo sciopero della fame era rientrato. Da Lodi a Milano, da Como a Monza, i reclusi delle carceri lombarde si passano a turno la «staffetta» della protesta, civile e pacifica, che lentamente si sta propagando in tutta la Penisola. La Toscana, il Piemonte, l'Emilia, il Lazio, la Liguria. Da Ieri anche in Sicilia. Hanno diramato documenti, i reclusi, per far conoscere le ragioni del malessere. A guardare i giornali, sembra che la
f>rinclpale rivendicazione sia 'amnistia, pochi giorni sen
za mangiare in cambio del «regalo», la benevola ma immeritata cancellazione del
«L'amnistia? No, il problema vero
è la riforma» La protesta pacifica ha come scopo quello di modificare le condizioni di vita dei reclusi - La disparità di trattamento: «Sono mesi che aspetto, se va avanti così sconto qui tutta la pena»
reato. Ma non è vero. Lo ribadiranno, con insistenza, i detenuti che la delegazione incontrerà anche nel terzo raggio, nei colloqui con i tossicodipendenti del secondo reparto, con gli ex terroristi del primo che — terranno molto a sottolinearlo — al digiuno hanno aderito senza «sitare, per solidarietà.
«Per noi l'amnistia è solo l'ultimo del problemi. Lo sappiamo bene che è solo un palliativo. Ciò che vogliamo e la riforma. Quand'è che approvate la legge Gozzini?». A parlare è un recluso del sesto raggio, la schiena appoggiata alla parete della cella tappezzata di cartoline. Condanna a quattro anni, rapina a mano armata: «A me l'am
nistia non la possono dare, ma non è per questo se insisto sulla riforma: l'amnistia, se non è accompagnata da altre misure, innanzitutto la riforma dei codici, non ha senso perchè lascia il tempo che trova». È una dichiarazione che, in un certo senso, desta sorpresa. Nemmeno l'onorevole Pedrazzi, assidua ascoltatrice delle «voci del carcere», si attendeva un in» dice così limpido di maturità. La parlamentare comunista spiega all'improvvisa» to, attento uditorio, che la riforma carceraria verrà discussa in commissione a fiartìre dal prossimo merco-edì, secondo un calendario
stabilito fin dallo scorso luglio. Chiede: .Allora, se non è
per l'amnistia, avete protestato per sollecitare l'approvazione della nuova legge di riforma?». La risposta e un coro di voci che si intrecciano: «Per le nuove leggi, ma anche per chiedere che vengano applicate quelle vecchie». Disfunzioni, soprattutto burocratiche, ingiustizie palesi e velate, discriminazioni vere o solo presunte ma sempre vissute con ripercussioni drammatiche, disparità di trattamento tra reclusi condannati per 11 medesimo reato. «Per voi, che slete fuori, queste cose magari sono bazzecole, ma per noi sono macigni», dicono. Uno degli Interlocutori entra nel dettagli: «A me potrebbe spettare la liberazione condizionale. Ho fatto domanda sei mesi fa. A prescindere dal risultato finale, la pratica esige, per essere completata e poter essere vagliata, 1 pareri delle carceri in cui sono stato recluso in questi anni. Sono mesi che aspetto 11 giudizio di Padova. Se va avanti così, finisce che sconto tutta la pena in carcere».
Al secondo raggio, un'altra cella, ancora più affollata della precedente. Dalla finestra che si affaccia sul cortile si notano decine di barattoli di bibite e bombolette vuote di gas lanciate dai piani superiori su una tettoia. È il reparto dei tossicodipendenti dal quale pochi giorni fa, era uscito un documento allarmante, la paura del contagio da Aids. Il direttore, Giuseppe Cangemi, dice che le preoccupazioni sono ingiustificate. Stesso giudizio l'altro ieri era giunto dalla direzione generale. Il 60 per cento dei tossicomani del Coc di San Vittore è risultato sieropositivo, ma sono tutti «portatori sani», nessun «caso vero» di Aids. Dice il dottor Cangemi: «L'informazione sanitaria è ancora carente, da qui la paura. Stiamo contattando la USL per risolvere anche questo ' problema*. L'on. Pedrazzi e Pollio «rilanciano» gli interrogativi che motivano la visita: perchè avete digiunato?
Stavolta 1 «motivi» cadono a pioggia: la riforma del carcere, il nuovo codice di procedura penale, l'allarme Aids, il lavoro, la formazione
professionale. E, ancora una volta, l'amnistia nell'angolino di fondo degli interessi. Un ragazzo con il maglloncl-no azzurro, premette di trovarsi a San Vittore solo di passaggio (è dentro da sette anni), rivolge l'indice ad un compagno: «Faccio un esempio: lo e lui siamo stati condannati a tre anni. Non è giusto che lui, perchè non ha mezzi, se li faccia tutti quanti in carcere mentre lo, solo perchè la mia famiglia ha I soldi per smuovere un avvocato, dopo un anno e mezzo esco fuori. Proprio non è giusto». Parla con molta convinzione, lo sguardo fermo. Pronunciata da lui, l'affermazione commuove, perchè è il segno di un cambiamento interiore profondo. «Lui» infatti era un boss, uno che a San Vittore «contava» nell'estate dell'81, quando il carcere milanese era teatro di spargimenti di sangue pressoché quotidiani. Nella sua cella avevano scoperto una manciata di coltelli, all'epoca. Anna Pedrazzi spiega che da due legislature 11 PCI chiede la riforma del cosiddetto gratuito patrocinio, proprio per garantire a tutti una difesa adeguata. Dice un recluso, giovane, gli occhi «sballati» dall'eroina: «Qui ci sono venti persone. Ammettiamo che tutti vengano amnistiati. In pochi giorni quasi tutti tornerebbero In carce-, re. È la droga che spinge a fare 1 reati». L'ondata di lotta è sciamata da San Vittore verso altre carceri, ma anche nel carcere milanese l'attenzione alle imminenti scadenze parlamentari rimane elevatissima: l'amnistia, la riforma Gozzini, la legge sulla dissociazione, la riforma del Corpo degli agenti di custodia, i nuovi codici. Enzo Tortora ha chiuso il digiuno. Una delegazione radicale ha fatto visita al carcere milanese e oggi discute con alcuni membri dell'Associazione magistrati. Democrazia Proletaria ha incontrato 1 detenuti del nuovo carcere di Co» mo. In lotta, con la forma del digiuno (pieno o, in qualche caso, parziale) sono entrati Ieri anche i reclusi di Torino, Genova-Marassi. Caltagirone e Siracusa.
Giovanni Laccato
Al vertice dei non allineati
E adesso ad Harare c'è anche Gheddafi
Il leader libico arrivato nella notte di lunedi - Attesa per il suo intervento HARARE — Il colonnello Gheddafi a colloquio con il presidente iraniano Khamenei (a sinistre)
Dal nostro inviato HARARE — Ad Harare é arrivato anche lui, ti colonnello Gheddafi, nottetempo, col favore delle tenèbre e con un giorno di ritardo rispetto alla sessione di apertura del lavori riservati al capi di Stato e di governo all'ottavo vertice del non allineati. Porta con sé l'eco del violentissimo discorso antiamericano che ha pronunciato domenica scorsa a Tripoli, le nubi sempre più minacciose del rimontare della tensione nel Mediterraneo e l'ennesimo fallimento nella sua politica di 'fratellanza araba»: la rottura del trattato di unione col Marocco di Hassan IL
È evidente che se II colonnello si è deciso a lasciare la Libia in un momento così dellca to per lui (dal bombardamento americano di Tripoli e Bengasl non è più uscito dal paese, e nonostante tutto è ancora d'attualità chiedersi quanto controlli ancora le redini del potere In patria) è perché ritiene importante ottenere la solidarietà dei movimento del non allineati. Gheddafi — lo sappiamo — è Isolato nello stesso mondo arabo: può contare solo sull'appoggio fino ad oggi sicuro della Siria di Assad e dell'Iran di Khomelnl. A livello intemazionale Invece può vantare qualche carta in più esibendo l'amicizia dell'Unione Sovietica. Deve esser giunto però alla conclusione che tutto questo non basta, e valga dunque la pena mettere a repentaglio la propria Incolumità personale (pare
che al suo arrivo abbia chiesto una scorta armata composta da qualcosa come 1.500 uomini, che ovviamente gli è stata negata) pur di ottenere l'appoggio di un vertice che rappresenta l due terzi dell'umanità.
Ad Harare Gheddafi non lo si è ancora visto, non ha ancora preso la parola in sede di summit, perciò sulla sua decisione di presenziare personalmente all'assise si possono solo fare delle supposizioni E la supposizione principale è che abbia fatto il seguente calcolo: l documenti di lavoro di questo vertice, le stesse dichiarazioni ufficiali rilasciate in questi giorni dal capi di Stato e di governo hanno tutti un minimo denominatore comune: la condanna detta politica statunitense In Africa Australe per il suo appoggio a Pretoria, In America centrale per la crociata contro 1 sandlnlstl, a livello di Interscambio economico Internazionale per l'imposizione di pratiche discriminatorie neollberiste e, certo, anche nel Mediterraneo per il bombardamento di Tripoli e Bendasi. Semplicemente il colonnello deve aver pensato che questo è 11 momento giusto per cavalcare l'onda e per strappare ad un vertice già così ben disposto appoggio e solidarietà più concreti per lauiamahrtja.
Se questo è vero però è lecito anche chiedersi quanto questo vertice del non allineati sfa disposto ad andare al di là della condanna degli Usa già espressa, quanto intenda sbi
lanciarsi ben sapendo che andare oltre le attuali dichiarazioni significa correre diversi rischi, soprattutto rischi di fratture.
Su tutte le questioni e conflitti che riguardano 11 mondo arabo e 11 Medio Oriente (per attenerci all'area) i documenti ufficiali articolano un'analisi molto superficiale e si limitano a denunciare 1 fattori maggiormente destabilizzanti su cui Incontrovertibilmente tutti sono d'accordo: l'aggressività di Israele e appunto l'aggressività americana nel fatti, vedi 1 bombardamenti Più In là non si è voluti andare altrimenti, come ha proposto proprio Ieri il presidente dell'Iran Ali Khamenei, bisognerebbe denunciare apertamente che del non allineati molti non lo sono affatto, sono legati alla politica del blocchi e dunque bisognerebbe espellerli Questa Iraniana ad Harare è chiaramente una politica divisoria che mira alla spaccatura del movimento facendo il processo paese per paese alle singole politiche nazionali. Ma 1 non allineati questo non lo vogliono davvero. Se sono sopravvissuti per 25 anni è perché hanno sempre puntato sui mìnimi denominatori comuni Come movimento poi (che appunto non è una organizzazione con strutture operative) 1 non allineati non possono che costituire un gruppo di pressione allargato che combatte su questioni di principio e sotto questo profilo hanno già abbondantemente condannato gB Stati Uniti, Più In là
non possono andare. E non ci possono andare anche per
un altro motivo. Questo è senza dubbio Il vertice della lotta all'apartheid, 11 vertice dell'Africa Australe. Ipaesi dell'area hanno espresso tutte le riserve possibili sulta politica americana di 'impegno costruttivo» nei confronti del regime di Botha, ma vogliono con altrettanta evidenza arrivare ad un dialogo con Washington, non ad una rottura. Ipaesi della linea del fronte hanno fatto sapere a Reagan tramite Jesse Jackson, che è di recente stato qui, di essere pronti a riceverlo perche venga a rendersi conto di persona del danni provocati dalla politica e dalle aggressioni sudafricane. Nel bene e nel male gli Stati Uniti rimangono l'unico paese che si è posto come mediatore dei maggiori conflitti regionali in Africa Australe. Lo stesso movimento di liberazione sudafricano, l'Anc, è disposto a parlare e a premere sugli americani Infine il presidente dei non allineati. Robert Mugabe è stato molto attento a dosare i suoi attacchi contro Washington. La posta in gioco è troppo alta: la sconfitta dell'apartheid è una nuova era per l'intera Africa Australe. Sembra dunque voler prevalere la via della diplomazia.
Gheddafi allora cosa può raccogliere ad Harare? Solidarietà certo, ma non una partenza — lancia in resta — per una contro-crociata.
MaiCftM EmifiMM
La morte dei tre militari
siri Carso: «Inspiegabile l'incidente»
II ministro visita i feriti - Le ipotesi sulle cause del ribaltamento del cingolato
Disarmo e debito estero, Fidel rilancia la sua proposta Dal nostro inviato
HARARE — Ancora sessione plenaria del capi di Stato e di governo all'ottavo vertice dei non allineati di Harare che oggi ha visto succedersi sul podio oratori come Fide! Castro, Ali Khamenei, presidente dell'Iran e l'argentino Raul Alfonsin, che hanno poi lasciato il microfono ai loro colleglli dello Zambia e del Perù.
Quello di Fidel è stato il terzo Intervento della giornata caratterizzato da un afflato universale, un orgoglio da padre del movimento totalmente sconosciuto per ragioni storiche agli altri leader presenti. La tendenza, già chiara, nei singoli interventi che si susseguono è infatti quella di denunciare a mo' di cappello I grandi mali del secolo e delia comunità internazionale per poi stringere e diventare più Incisivi sul conflitti di casa propria. Così ha fatto Alfonsin, cui premeva di condanna
re l'occupazione militare inglese delle Malvine. Così ha fatto Khamenei che «in nome di Allah onnipotente» si è scagliato come un fulmine divino contro l'Iraq, «servo dell'imperialismo», colpevole di orrori che «farebbero impallidire quelli di Hitler e Gengls Khan* e che ha chiesto al movimento di espellere Baghdad rifiutando la mediazione, per la guerra in corso ormai da sei anni, proposta lunedi scorso da Arafat
Di tutt'altro respiro invece l'analisi e le proposte di Fidel Castro. «Non c'è pace senza sviluppo, non c'è sviluppo senza pace*: questo lo slogan da lui stesso proposto che riassume tutta la prima parte del suo intervento dedicata alle xoese militari e alle risorse che sottraggono al benessere e al progresso dell'umanità, Certo, la corsa agli armamenti aggrava lo stato di povertà dell'intero Terzo mondo, ma il sottosviluppo ha
ben altre cause e Fidel le ha volute ricordare in tono apertamente polemico.
•Non è scritto sul libri di marxismo — ha affermato — che siamo stati sfruttati, rapinati per secoli? E il frutto di questa rapina e sfruttamento, che continuano tutt'oggi dall'epoca coloniale, sono appunto la nostra povertà, la nostra necessità di chiedere aiuti e crediti ai paesi industrializzati, quelli ricchi».
Il debito dei paesi in via di sviluppo (che Fidel ha definito l'«Alds economico mondiale») nutrito dalla politica di quel «gendarme finanziario dell'imperialismo» che è il Fondo monetarlo Internazionale deve essere cancellato. Chi ci dà questo diritto? Si è poi chiesto, rispondendo con una citazione di José Marti: «Il diritto bisogna prenderselo, non sspettare che ci venga concesso». Del resto, ha aggiunto, basterebbe il 15% di*
quanto viene speso oggi in menti nel mondo per ribaltare
arma-per ripagare tutti i
debiti dei paesi emergenti. Quanto alla seconda parte del di
scorso di Castro, dedicata alle principali tensioni e conflitti su tutti t contesti regionali, mentre era scontato l'appoggio espresso al Nicaragua, ali'oip e ai movimenti di liberazione di Sudafrica e Namibia, hanno colpito due proposte da lui avanzate nel merito delPAfghanistan e delle prossime Olimpiadi coreane.
Sull'Afghanistan, non dilungandosi, ha affermato che è necessaria •una soluzione politica che salvaguardi l'indipendenza e l'integrità del paese*. Quanto alle Olimpiadi, •non è ammissibile che si svolgano e vengano organizzate solo dalla Corea del Sud», corrotta e serva dell'imperialismo: devono svolgersi con la collaborazione di entrambe le Coree, pena 11 boicottaggio internazionale.
m. «.
Dal nostro corrispondente TRIESTE — «L'incidente ha dell'insplegabile». Il ministro della Difesa, Spadolini, non ha voluto dire una parola di più sulla morte dei tre soldati di leva e sul ferimento di altri quattro durante un addestramento sul Carso. Ma qualcosa di più si aspettavano i giornalisti e le autorità che lo accompagnavano, ieri, nel suo improvviso sopralluogo sul luogo dell'incidente. Spadolini era arrivato in mattinata a Trieste, dove aveva incontrato il sindaco Agnelli. Poi, accompagnato dal capo di Stato maggiore dell'Esercito, generale Poli, è giunto in elicottero al poligono «Vedetta Alice» sul Carso triestino.
La dinamica dell'incidente è stata illustrata a Spadolini per circa mezz'ora dal generale Bacco, comandante della brigata corazzata Gorizia ed Incaricato dell'inchiesta militare. In base alla ricostruzione si è avuta conferma che I tre cingolati M-113 prendevano parte ad una esercitazione di difesa ed attacca Dopo aver risalito il declivio 01 terreno aveva circa il 20 per cento di pendenza) 1 mezzi hanno Invertito la marcia iniziando la discesa zigzagando come per evitare un attacco aereo. In testa era il cingolato con a bordo il sottotenente Fabio Santi, 25 anni di Mestre, e sette fanti. Improvvisamente a circa tre quarti della discesa il mezzo si è bloccato rovesciandosi sulla fiancata destra, compiendo poi un giro di 90 gradi, per ribaltarsi nuovamente e ritornare sui cingoli.
Nell'incidente il sottufficiale ed I fanti Vincenzo Passerini di Fresinone e Michele Gallocchio di Padova, entrambi ventenni, sono rimasti intrappolati nella torret
ta, schiacciati sotto il mostro d'acciaio di 12 tonnellate. Gli altri cinque — i due feriti gravi, i due in modo più leggero ed il fortunato rimasto illeso — devono la vita al fatto di esser stati sbalzati dal cassone posteriore In cui si trovavano. I diciannovenni padovani Roberto Sgrinzato e Franco Ruzzarin sono stati visitati poi da Spadolini nel reparto rianimazione del vicino ospedale di Cattinara dove sono stati ricoverati per le gravi ferite. Le loro condizioni sono leggermente migliorate, ma permane la riserva di prognosi. Franco Ruzzarin è stato operato ieri per una lesione polmonare. I due feriti leggeri — Gian-marco Clan di Gorizia e Lorenzo Borgato di Padova entrambi diciannovenni — si trovano invece all'ospedale militare di via Fabio Severo a Trieste per essere sottoposti a dei controlli. Spadolini ha poi reso omaggio alle salme dei tre militari morti: erano ancora su barelle coperte da teli bianchi, all'obitorio dell'ospedale Maggiore. Il ministro si è poi incontrato con i familiari delle vittime alla caserma Brunner. Dall'incontro sono stati esclusi i giornalisti.
Nel quadro dell'inchiesta militare — che avviene parallelamente a quella giudiziaria condotta dal dottor Coassin — il cingolato M-l 13 rovesciatosi, dopo un primo controllo, sarà sottoposto a perizia tecnica. Circa le cause dell'incidente le Ipotesi sembrano limitate a due: il guasto ad un cingolo, oppure una guida troppo veloce del mezza fi fante Gianni Zatta, che si trovava sul M-113 ed è rimasto illesa ha riferito di aver sentito un «colpo», un sussulto nel mezzo un attimo prima della micidiale carambola.
Silvano Goruppi
TRIESTE — Un ufficiale illustra al ministro Spadolini la dinamica del mortale incidente
«Ora intervenga il Parlamento»
Il Pei: convocare le due commissioni Difesa - Dp: no a nuove esercitazioni
ROMA — U Pei e la Sinistra indipendente hanno chiesto la convocazione immediata delle commissioni Difesa della Camera e del Senato. B, ministro Spadolini ha scritto ai presidenti delle due commissioni affermando di essere pienamente disponibile «per qualunque convocazione della commissione in qualsiasi momento*. Le tragiche vicende di queste settimane nelle caserme—con Io stillicidio di morti e incidenti — saranno discusse presta quindi, in Parlamento. E ieri, in una dichiarazione, il presidente dei senatori comunisti Ugo Pec-chioli ha sottolineato che 4 numerosi casi di sulcidia di violenze, di incidenti mortali rivelano uno stato di disagio all'interno delle Forze annate che in larga misura deve essere fatto risalire a ritardi e omissioni del governo nel portare avanti un'indispensabile opera di riforma democratica delie istituzioni militari™ Occorre un sollecito intervento del Parlamento sia per portare a compimento le riforme necessarie sia per sollecitare il governo a fare fronte all'emergenza con adeguate misure*. «E necessario — ha aggiunto — che per affrontare un problema di interesse nazionale come quello dell'organizzazione militare concorrano tutte le forze democratiche*. Al Senato la convocazione è stata chiesta anche dal senatori della Sinistra indipendente Milani e Fiori. Alla Camera la richiesta è stata fatta dal capogruppo del Pei, Zan-gheri, con una lettera alla JottL
Intanto, PAssociazione delle famiglie dei caduti delle forze armate ha chiesto un incontro con il presidente Cossiga «per esporgli — ha detto il segretario dell'associazione. Concetta Conti — le nostre proposte tese ad evitare altre morti».
Infanta la segreteria di Democrazia proletaria ha annunciato che «contrasterà e contesterà le logiche che presiedono alle esercitazioni militari a partire dalle prossime manovre che si svolgeranno Intorno al 20 settembre nel poligono CelH-na-Meduna vicino a Pordenone*.
•È grave e ingiusto — ha scritto ieri la Fgci In un suo comunicato — considerare normali e fisiologiche le tante, troppe morti che colpiscono i giovani di leva— Occorre ripensare completamente l'esercito™ l'attuale esperienza militare va superata».
Alla riforma del servizio di leva sta lavorando anche la De. Ieri, un gruppo di lavoro di quel partito si è riunito per mettere a punto una proposta di legge che dovrebbe essere presentata alle Camere. La proposta della De prevederebbe la divisione del servizio di leva in tre quadrimestri. Il primo dovrebbe essere dedicato all'addestramento e alla specializzazione, il secondo dovrebbe vedere i giovani impegnati presso le loro unità per assolvere al servisi. Il terzo consentirebbe a chi lo desidera di andare per qualche mese a svolgere 11 servizio militare in un altro paese della Nata E questa sembra essere l'unica novità.
l 'Uni tà - DIBATTITI MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986
Pentapartito Chi ha posto il veto per voltare pagina a Napoli?
L'estate '86 non è stata granché favorevole alle giunte di pentapartito che amministrano le grandi città Italiane: da Venezia a Roma è apparsa sempre più evidente l'Inadeguatezza di una formula In grande misura Imposta più sulla base di calcoli politici nazionali (la «eoe-» renza tra centro e periferia» reclamata dalla De di De Mita) che per una concreta rispondenza alle situazioni politiche e alle esperienza locali. Che non et sia molto da entusiasmarsi sul risultati delle giunte di pentapartito lo si coglie anche dal tono complessivo dell'articolo di La Ganga apparso domenica sull'Avantl. In fondo tutto si risolve In una sconfortata considerazione: 'Le nuove coalizioni, maggioranze poco solidali, hanno fatto quello che hanno potuto: A quanto pare, viene da osservare, hanno fatto ben poco. Certo appare per lo meno strano ti cenno che La Ganga fa al caratteri, a suo dire poco costruttivi, dell'opposizione comunista forse nel tentativo paradossale di rovesciare almeno In parte su di essa le responsabilità del fallimento del pentapartito; lmcomprensl-blle appare Inoltre il rlferlmen to al
le 'eredità negative* lasciate dalle giunte di sinistra che avrebbero reso più difficile II cammino delle giunte di pentapartito. Sull'esperienza delle sinistre al governo delle principali città d'Italia abbiamo cercato di riflettere criticamente e senza alcun trionfalismo. Tuttavia lo abbiamo fatto consapevoli che si è trattato di un'esperienza di straordinario valore nel corso della quale l'intera sinistra Italiana In tutte le componenti si è Impegnata In un'ardua e, noi riteniamo, complessivamente positiva opera di governo. In quanto al peso dell'eredità In quegli anni pesò, e duramente, quella negativa del governi municipali dominati dalla De. Quanto fosse pesante questo fardello lo avvertimmo drammaticamente a Napoli!
Quello che oggi mi sembra In ogni caso vada sottolineato nel ragionamento di La Ganga è la preoccupazione che egli esprime per la precarietà estrema delle giunte di pentapartito, ma Illuminante è anche un Invito esplicito che egli rivolge al partito socialista in periferia a non trasformare quella che egli chiama con eccessiva
enfasi una 'centralità politica obiettiva» In 'capricciosi mutar' menti di schieramenti; a non pretendere In sostanza di accrescere a dismisura lo squilibrio tra rappresentatività elettorale e posizioni di potere nel sistema delle autonomie. Insomma, per dirla In soldonl, un Invito a non tirare la corda. CI sembra di scorgere In queste considerazioni numerosi spunti per avviare una seria riflessione sulle scelte compiute dal partito socialista in questi ultimi anni nella formazione del governi nelle grandi città. Per chiedersi, magari, se la critica chea piene mani ti partito socialista rivolse alle giunte di sinistra dovesse necessariamente risolversi nel rovesciamento delle alleanze e nella normalizzazione sotto 11 segno del pentapartito del sistema di governo locale! In ogni caso a me sembra che s'imponga per 11 partito socialista una riflessione accorta sulla situazione amministrativa (questa si di portata nazionale!) napoletana, La Ganga denuncia nel suo articolo, con toni aspri e severi, una presunta spregiudicatezza che 11 partito comunista mostrerebbe nell'af-frontare 11 problema della formazione delle giunte locali: un'Indifferènza agli schieramenti che condurrebbe a Impostazioni meocom-promlssorte», ad una. ricerca spasmodica di rapporti diretti tra De e Pei; tutto nel quadro di manovre antlsoclallste condótte fino al limite di pratiche trasformistiche. SI spingerebbe per questa strada a quello che La Ganga chiama 'svuotamento della dialettica amministrativa e una grande confusione». Certo, In quanto a confusione, a Napoli In questi anni di pentapartito non c'è da lagnarsli Nella terza città d'Italia (non In un centro minore di provincia) nel tre anni che ci separano dalle elezioni amministrative anticipate del 1983 lì partito socialista è stato protagonista di un'esperienza di pentapartito (pure
esistendo nel consiglio comunale J numeri per un'alleanza tra partito comunista e forze socialiste e laiche) che a giudizio di tutti gli osservatori si è dimostrata catastrofica.
Non è 11 caso di farla lunga sullo stato della città. Le cose sono note. In tre anni si sono prodotte sei crisi, succeduti 4 sindaci. Afa il fatto inconcepibile nella situazione napoletana è che 11 pentapartito, non disponendo di alcuna maggioranza, pretende di amministrare. Lo ha fatto nel 1984 utilizzando, perchè passasse II bilancio, Il voto del Msl e nel 1985 con un'operazione (quella sì del peggiore trasformismo) acquistando a suon di prebende e di milioni.Il voto di due transfughi della destra. Forse c'è stata sottovalutazione in Italia per questi episodi avvilenti e forse non slamo riusciti a dare compiutamente voce allo sdegno della Napoli democratica e civile. Infine nel corso di questi ultimi mesi st è discusso lungamente della possibilità di formare a Napoli una giunta straordinaria: un governo cittadino che vedesse l'impegno del complesso delle forze democratiche napoletane. Un accordo a termine che permettesse di farla finita con la precarietà e desse a Napoli per alcuni anni un governo sicuro. È stata questa la nostra proposta su cui ti partito socialista sembrava convenire. Dopo essere faticosamente giunti alla definizione di un buon programma tutto è stata mandato a carte quarantotto per la rissa scoppiata tra De e socialisti sul sindaco. Che non avessero nulla in contrarlo ad un sindaco espresso dal Psl, l comunisti (che in consiglio comunale costituiscono ti gruppo politico di gran lunga più numeroso) lo hanno esplicitamente detto. Malgrado ciò Il partito socialista con un voltafaccia insplegablle ha ridato vita ad una giun ta che dispone di soli 34 voti su 80. Che cosa pensa di tutto ciò La Ganga? Cosa e successo? Un richiamo all'ordine su scala nazio
nale? I veti di De Mita? Nella prospettiva a cui si lavorava a Napoli non c'erano né tentazioni compromissorie né manovre antlsoclallste: era la proposta di un accordo serto negli interessi della città In una situazione per molti aspetti eccezionale. Chi si è opposto? La De? E se è andata cosi perché il partito socialista non ha cercato di respingere, almeno a Napoli,! ricatti e le pretese democristiane? Parliamoci chiaro. A Napoli c'è stato in questi anni tutto quello che La Ganga sembra denunciare. Trasformismo, Indifferenza agli schieramenti (ma anche al contenuti), màno-vredl potere. Ma all'origine di tutto ciò c'è stata la pretesa di imporre ad ogni costo, per un calcolo politico che nulla aveva a che spartire con gli Interèssi delia città, unafor-mula di pentapartito per giunta minoritaria. Ora slamo a due settimane del voto sul bilancio. Come Intendono affrontarlo? Facendo ancora ricorso al Msl o utilizzando, magari con qualche nuovo acquisto, I transfughi della destra missina? Questa è la soluzione che ritiene praticabile 11 partito socialista In una delle più grandi città d'Italia? St vuole Infliggere un nuovo colpo a quello che è stato 11 fondamento della tradizione laica e democratica napoletana: la lotta al trasformismo? Se cosi stanno le cose è preferibile che sia ridata la parola ai napoletani! Il logoramento della vita democratica a Napoli è stato talmente profondo In questi tre anni che ormai tale sbocco in tanti ambienti della città appare Inevitabile. Un passaggio obbligato. Per evitarlo occorrerebbe un mutamento radicale di rotta da parte della De e del socialisti, un reale e serio sforzo unitario. Ma In verità non ci sembra di scorgere a Napoli la volontà di muoversi In tale direzione.
Umberto Ranieri
IN PRIMO PIAMO / Una verità che va detta, a rischio dell'impopolarità Dagli anni 30, con perio
dicità quadriennale, l'Unione italiana contro il cancro (Uicc), una Associazione volontaristica che raccoglie oltre 250 fra istituzioni, società scientifiche e associazioni spontanee di cittadini, che operano specificamente nel settore, organizza un congresso internazionale che rappresenta la tradizionale «convention» del mondo oncologico. Nei dopoguerra 11 congresso ha avuto luogo nel 1950 a Parigi, nel 1954 a San Paolo, nel 1958 a Londra, nel 1962 a Mosca (e in questo caso fu la prima grande occasione di apertura dell'Urss ai visitatori occidentali), nel 1966 a Tokyo, nel 1970 a Houston, nel 1974 a Firenze, nel 1978 a Buenos Aires e nel 1982 a Seattle.
Si tratta di un grande avvenimento scientifico, organizzativo e politico. I partecipanti, che sono andati crescendo nelle varie
Scarse novità al Congresso di Budapest Dati crescenti sulla mortalità Dare priorità alla ricerca in materia di prevenzione Il fattore ambientale e gli interessi da battere
A destra: ricerche di laboratorio contro il cancro in
uno studio medico francese
Cancro, è una battaglia persa? edizioni, erano a Seattle circa 7000. La sua apertura avviene alla presenza di alte personalità dei paesi ospitanti. Gli Investimenti finanziari ed organizzativi sono enormi.
Quest'anno il congresso ha avuto luogo a Budapest dal 21 al 27 di agosto. Anche questa volta i partecipanti sono stati numerosissimi (oltre 7000), e l lavori sono stati aperti dal presidente del Consiglio presidenziale della Repubblica popolare ungherese.
L'organizzazione della manifestazione di quest'anno è stata eccellente, ed ha richiesto l'impegno totale del tre più noti cancerologi ungheresi: il professor Kàroly Lapis (presidente del Congresso), il professor Sandor Eckardt (segretario generale) e 11 professor Janos Sugar (coordinatore del Comitato scientifico). Al Congresso, articolato su conferenze plenarie, simposi, tavole rotonde, seminari, comunicazioni, sono stati presentati oltre 5000 contributi, nel vari settori dell'oncologia e della lotta contro 1 tumori. Attorno a questa manifestazione si sono svolti decine di incontri, quasi tutti sponsorizzati, su farmaci antitumorali più o meno nuovi.
Nell'ambito del Congresso è stata organizzata un'area, dal richiami fieristici, di stand di grosse ditte interessate all'area oncologica (rappresentate tutte le maggiori case farmaceutiche).
Nel corso de» Congresso gli organi ufficiali della UIcc hanno già scelto in Amburgo la sede deiia XV edizione.
Forse più In passato, ma ancora oggi, li Congresso Internazionale dell'UIcc rappresenta, nel bene e nel male, un osservatorio che dà 11 polso del progressi, o meno, della ricerca oncologica e delle strategie per 11 controllo del cancro.
In quest'ultima edizione
non sono certo mancati alcuni contributi rilevanti che sarebbe troppo lungo riassumere. In relazione al recenti fatti di Chernobyl è stato interessante apprendere che fra 1 nati da madri gravide durante l'esposizione di Nagasaki e Hiroshima, dopo 30-40 anni l'incidenza del tumori è maggiore. Un contributo Importante è venuto dal radioterapisti: il trattamento radiante frazionato e frequente consente un miglioramento del risultati clinici. Su questa linea si potrebbe durare a lungo.
Ma per gli scienziati e 1 clinici che sottopongano 11 significato del Congresso a una disamina critica, per l programmatori della sanità del vari paesi che chiedono lumi e orientamenti, per i governi che hanno Investito ed Investono finanze ed impegno di mezzi e di uomini (e il caso soprattutto degli Usa II cui governo destina circa 2500 miliardi di lire all'anno per la ricerca oncologica), per l'umanità tutta preoccupata dalla gravità e dalla crescita del male, 11 bilancio è deludente. n Congresso non ha segnalato acquisizioni innovatrici importanti; non ha aperto nuove finestre sul futuro; non ha Indicato precise strategie da perseguire. Il rammarico di dover constatare tutto ciò è grande, e affermazioni di questo tipo possono sembrare troppo crude. Ma è una verità che va detta anche se Impopolare, ed anche se contrasta con gli edulcorati messaggi di speranza (peraltro generici e ormai datati nel contenuto e nel gergo) di quegli addetti di certi settori della macchina oncologica, per 1 quali torna sempre di grande attualità - una vecchia e drammatica battuta che purtroppo si ha la tendenza a dimenticare: che cioè se è vero che molti muoiono di cancro è pur vero che vi è chi vive a spese del cancro.
Come in molte occasioni importanti, anche In questa vi è stato un grande assente, che tuttavia è risultato un protagonista. In questo caso il grande fantasma è stato un articolo comparso l'8 maggio scorso su uno dei più prestigiosi giornali medici del mondo, fi New England Journal of Medicine, dall'emblematico titolo iprogresso contro il cancro?*. Il primo autore è John C. Ballar III, della Scuola di sanità pubblica
dell'Università di Harvard. Davanti all'entità degli Investimenti americani per la ricerca sul tumori, all'annuncio dell'obiettivo dell'Istituto nazionale del cancro degli Usa di ridurre per l'anno 2000 la mortalità per cancro del 50%, davanti ai pretesi successi di cure ed all'orientamento dominante che punta quasi tutte le risorse sull'intervento clinico e specificatamente terapeutico (che si spiega con la pressione degli interessi
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industriali), gli autori dell'articolo pongono cifre inquietanti sulla crescente dimensione della malattia. Anche tenendo conto dell'aumento e dell'invecchiamento della popolazione, l'incidenza dei casi di malattia tumorale negli Usa (come del resto ovunque) è aumentata (dell'8,5% dal 1973 al 1981) e la mortalità pure è aumentata (dell'8,7% negU ultimi 20 anni). Balle cifre assolute e non corrette il peso crescente sociale, economico ed umano del cancro emerge con ancora più drammatica evidenza: il cancro è stato la causa di morte, sempre negli Usa, di 278.562 cittadini nel 1962 e di 433.795 cittadini nel 1982. Le conclusioni degli stessi autori sono drastiche: continuando sulla strada attuale, nonostante 1 prugrea-si terapeutici nel caso di alcune forme tumorali non frequenti, il miglioramento dei risultati clinici palliativi, e l'aumento del margini della vita produttiva dei pazienti, registrati In molti casi, «noi stiamo perdendo la guerra contro il cancro*.
Sarebbe stato Interessante sapere a Budapest 11 pensiero di un autorevole clinico, il professor De Vita che è l'attuale Direttore dell'Istituto nazionale del cancro degli Usa, e perciò protagonista primo dell'attuale strAUgm ù\ controllo del tumori di quel paese. Il professor De Vita però sfortunatamente a Budapest non c'era.
Sempre nel succitato articolo, che è già diventato materia ed occasione di dibattito a tutti l livelli dell'oncologia, almeno a quelli trainanti, l'unica prospettiva è «un viraggio dalla priorità della ricerca sul trattamento alla priorità della ricerca sulla prevenzione* Ha quale significa Identificazione e rimozione delle cause).
Oltre 11 90% di tutu 1 tu
mori sono dovuti a cause presenti nell'ambiente. Il potenziale cancerogeno ambientale nel paesi industrializzati è in aumento e tale aumento è responsabile della crescita della malattia a cui stiamo assistendo. Noi oggi abbiamo gli strumenti scientifici per identificare le cause ambientali della malattia, e molto spesso la rimozione di queste cause è fattibile. E certo tuttavia che la via della prevenzione è difficile. La prevenzione penalizza e si scontra col grossi interessi, al contrario di certi tipi di terapie che 11 favoriscono a vari livelli (e questo è un discorso che va affrontato con serenità, ma con fermezza e senza procrastinazioni).
È stato quindi Inutile il Congresso di Budapest? Certamente no se diventerà occasione di serrati bilanci critici, e sarà di stimolo per cercare nuove vie.
In tal senso già si possono formulare alcune indicazioni. La prevenzione del tumori deve costituire il momento centrale per il controllo della malattia. Davanti agli ostacoli di una tale linea non si può Ignorare il fatto che 11 cancro è ormai la causa di morte del 30% della popolazione nel paesi industrializzati. La ricerca sul cancro non può più essere delegata, frazionata, lasciata allo spontaneismo (e troppo spesso al dilettantismo) di singoli o di gruppi. E non può più essere l'oggetto e la preda delle sponsorizzazioni interessate. Con una tale metodologia la scienza non sarebbe penetrata nel misteri dell'atomo e l'uomo non avrebbe navigato negli spazi. Bisogna pertanto rivedere le mete, le strategie, le metodologie, 11 che significa lavorare sul serio. •
• CfJMf# Mestoni Direttore deiruututo
di Oncologia di Bologna
LETTERE ALL' UNITA' Neanche le nostre proposte sulla riforma elettorale «sbloccano» la democrazia Cara Unità,
il più recente intervento di Gianfranco Pasquino ripropone, in modo incisivo, a proposito della riforma elettorale, il dato forse più evidente nell'ampio dibattito di questi mesi:. ci troviamo di fronte, infatti, ad una «Babele delle lingue, complicata dall'ignoranza e dalla manipolazione politica».
La discussione che si sta conducendo, non da oggi, attorno a questo tema, mi pare francamente non abbia ancora messo i piedi per terra, tanto è fine a se stessa quando non è ambigua o, addirittura, ipocrita. Spadolini attacca la partitocrazia, Galloni arriva a dire, bontà sua, che -i partiti hanno esorbitato spesso dai loro compiti con una occupazione del potere nei campi riservati alle istituzioni» (da che pulpito...). Io diffido, solitamente, dalle riflessioni ferragostane, ma neppure mi sento rassicurato del tutto nel sentire il compagno Violante {l'Unità del 21 agosto) ri* spondere ripetendo il suo (nostro?) no alla legge cosiddetta maggioritaria e le considerazioni, note, sul fatto che la soluzione per risanare il nostro sistema politico va ricercata, appunto, «politicamente*. Debbo rilevare, infatti, al di là di molte affermazioni altrui, fatte perché nulla cambi, che neanche le nostre proposte sembrano poter creare le condizioni per rovesciare o, quantomeno, modificare, l'attuale situazione.
«Democrazia bloccata»: quanto ne discutono le Sezioni, quanti attivi o iniziative pubbliche il Partito organizza su questo tema specifico e con ì necessari, indispensabili, approfondimenti? Ricordo il bel numero di Rinascila, molti mesi fa: pareva l'avvio di Una forte iniziativa sul tema delle riforme istituzionali e, invece, è sempre rimasto a mezza strada, quasi condannato ad una collocazione di sfondo rispetto ai governo di programma. Sta di fatto che questo problema non è ancora diventato, in tutti i suoi aspetti, problema di massa, quasi che discutere di riforma delle istituzioni o del sistema elettorale volesse dire qualcosa di «tecnico» o «tecnicistico», di «non politico», insomma.
Mi auguro che la ripresa a regime dell'attività politica non rimetta in congelatore questi firoblemi, la loro complessità, ma veda lo svi-uppo di un dibattito largo, partecipato, ricco
di conseguenze. Personalmente condivido nella sostanza la proposta di riforma del sistema elettorale avanzata da Pasquino, perché si propone di risolvere ed affronta concretamente sia il problema della rappresentanza, sia quello del governo; un governo, come riteniamo sia giusto, espresso «direttamente» dal corpo elettorale.
Diamo uno scossone, compagni, a questo dibattito, soprattutto al nostro interno, e vedremo come non sia poi tanto lontana, per questa via, una soluzione «politica» al problema della democrazia bloccata. -.' - - -
, ; ;,V: ._ SANDRO DEL TOPESCO '.> " 1"..".".'"." ".."•-. (Mògliario Vèneto - Treviso!
Sei anni dopo, la sorprèsa (La denuncia ai CC dovrebbe bastare) Spett. redazione,
nell'ottobre del 1980 ho acquistato un'auto e un mese dopo mi £ stata rubata. Ho presentato denuncia ai carabinieri e la mia assicurazione mi ha risarcito per il furto. -
Adesso ricevo un'ingiunzione di pagamento per l'anno 1983, perché non e stata fatta la cancellazione dal Pubblico registro automobilistico. - - • - - . *
Se questa lettera verrà pubblicata, forse qualcuno si deciderà a semplificare queste leggi
GIUSEPPE BRIOSCH! • • ' (Arcore - Milano)
«Per levare un po' di tara» Cara Unità, • vorrei parlare delia professione del telecronista. Sembra un mestiere innocuo ma non lo è. Per attirarsi la benevolenza di Palazzo Chigi, più che studi richiede faccia tosta.
Chi legge poco e ascolta molto, dovrebbe soffermarsi a meditare su di essa per levare un pò* di tara da quel che sente.
DANTE BANDINI (Forlì)
I più responsabili hanno dovuto comperare un altro casco, magari scadente... Signor direttore,
siamo un gruppo di amici che stanno vivendo in questo momento il comune problema dell'applicazione della legge dell'I 1 gennaio 1986 inerente all'obbligo di indossare il casco protettivo durante la marcia in motociclo e ciclomotore.
Ci riferiamo agli articoli 3 e 4 della legge, per quanto riguarda i possessori di un casco
£'à in periodo precedente l'entrata in vigore ;lla legge medesima. Si sono create due ca
tegorie di utenti:' a) possessori di caschi omologati secondo il
criterio E 22 02, recanti cucita all'interno l'etichetta comprovante l'omologazione;
b) tutti i proprietari di altri caschi, omologati secondo le diverse normative a suo tempo esistenti, con o senza etichetta.
Nei caso a) non ci sono problemi: rientrano in quella categoria principalmente coloro che hanno acquistato il casco nel periodo immediatamente precedente l'uscita della legge, o chi lo acquisterà in seguito; pochi sono infatti coloro che hanno potuto conservare integra l'etichetta del proprio casco per anni di oso.
Nel caso b) rientriamo tutti noi firmatari di questa lettera e la quasi totalità di coloro che, anche senza tlcun obbligo di legge, già possedevano ed indossavano ti proprio casco, ritenuto in coscienza valido, oltreché collaudato e garantito dai costruttori.
Per legge siamo ora costretti a gettare migliaia di validi caschi, pena il pagamento di salate multe ed il sequestro dei caschi stessi.
Occorre precisare che, in passato, quasi tutti i caschi in commercio, perlomeno quelli dì marche note, recavano, all'atto dell'acquisto, una etichetta comprovante l'avvenuto collaudo secondo le normative in quel momento esistenti. Tale etichetta, dal significato noto agli appassionati, non aveva valore di legge in Italia, dunque era soggetta a scollamento, smarrimento, degrado della sua parte grafica.
Si è creata dunque la situazione paradossale per cui coloro i quali hanno fatto in passato da elemento trainante circa l'uso responsabile del casco, ora sono, per legge, soggetti al
pagamento della ben salata «multa» e quindi costretti ad acquistare un nuovo casco, non potendo validamente dimostrare l'omologazione del proprio, o possedendo un'omologazione pur valida tecnicamente, ma non del tipo richiesto. •
Scriviamo più per una questione di principio che pratica, avendo noi tutti fatto le ferie in moto e avendo perciò già acquistato un altro casco, magari scadente, balzello di legge «omologato» con grande gioia e gran giro di affari di chi.lo ha costruito, importato, venduto.
LETTERA FIRMATA ' da 17 motociclisti di Pogliano (Milano)
Informazioni discutibili alimentano un affare di migliaia di miliardi Caro direttóre, • • ' •• -• • >.-.•• • la legge di riforma sanitaria sancisce la tutela della salute come bene primario del cittadino; ma, grazie alla scorretta informazione di giornali, riviste e televisione, l'obbiettivo oggi non è più mantenere il corpo sano ma quello di averlo «efficiente» (belli, forti, magri » sani), con grande sviluppo di
fialestre, cosmetici, energetici, erbe e droghe egali e illegali.
Sotto un altro aspetto, quelle che dovevano essere la diagnosi e la cura delle malattie — affidate alla capacità del medico curante, ovviamente nei soli casi da lui ritenuti opportuni — sono diventate la consumistica ricerca di prestazioni sempre più sofisticate e costose . che intasano i servizi diagnostici, con i risultati (e le lunghe attese) che vediamo quotidianamente. Questo si verifica, come dicevo, in presenza di un'informazione martellante, frammentaria e scandalistica su tutto quanto riguarda la salute, alimentando un affare da migliaia di miliardi senza controllo, e —• spesso — senza competenza.
A questo puntò è a mio parere necessario rilanciare gli aspetti basilari della riforma sanitaria, quali l'educazione sanitaria e la prevenzione primaria; e fare in modo che anche attraverso la stampa si cominci a parlare correttamente di costi e benefici degli interventi sanitari o presunti tali.
Abbiamo in proposito un esempio recente: leggo che la «Goletta Verde» ha disegnato una mappa dell'inquinamento di tutte le coste italiane (e questo fa parte della prevenzione primaria) con un costo di poco superiore ai cento milioni; in un anno il laboratorio di analisi di un piccolo ospedale costa dieci volte di più con le sue centinaia di migliaia di esami spesso inutili, per non parlare dei laboratori privati dei quali ben poco sappiamo.
FERRUCCIO SAVASTANO (Monfalcone - Gorizia)
«In questo nostro capovolto Paese!» Cara Unità, ; '. ho lètta che, a termini di legge, chiunque decida di. bagnarsi in acque inquinate rischia non solo epatiti virali, dermatiti, funghi cutànei, ìèptbspirosi ecc. ma circa 6 mesi di arresto e dalle 40 alle 80 mila lire di multa. Cosi vanno le cose in questo nostro capovolto Paese! Non i responsabili dei centri inquinanti vengono acciuffati e puniti ma, al solito, il povero diavolo che, non potendo permettersi il lusso di fare le ferie nelle isole, è costretto a fare i conti non solo con l'inquinamento ma anche con l'eterna e ben più inquinante ingiustizia della nostra società. .
, ' " . . , GINOLORTI (Pavia)
«Penso a quanti compagni privi di assistenza giuridica . non riescono a votare» Caro direttore,
ho letto sull'Unità del 19 c.m. l'articolo di Ilaria Ferrara riguardante il compagno Luigi Vezzosi che, condannato nel 1924 all'interdizione perpetua dai pubblici Uffici ed amnistiato nel 1926. non ha mai votato, perché ancora sussiste quella interdizione. Confesso che sono rimasto sconcertato ed addolorato per questa vicenda, perché non mi spiego come nessuno gli abbia suggerito di presentare alla Corte di appello di Firenze la domanda di riabilitazione. - • - - - - - - • . -
~ Possibile che a Calci o alla Federazione del Pei di Pisa non vi sia stato un avvocato che, sapendo di questa esclusione del Vezzosi dal diritto elettorale, non abbia posto in essere la riabilitazione che gli avrebbe permesso di votare democraticamente, fin dal 1946? . Se il Vezzosi e persona che dopo quella condanna non ne ha più riportate altre, come e datò desumere dalie dichiarazioni del parroco e del sindaco, ed ha avuto sempre una condotta irreprensibile, egli sin dal 1931 o. se recidivo, dal 1936 avrebbe potuto essere riabilitato^ con la conseguenza che l'interdizione perpetua sarebbe stata estinta e sarebbe automaticamente sorto in conseguenza il diritto al voto.
La pratica è di una semplicità alla portata di tutti: oltre alla domanda alla Corte di Firenze, il Vezzosi deve presentare: 1) copia autentica della sentenza; 2) certificato del casellario richiesto a scopo di riabilitazione; 3) certificato del pagamento delle spese di giustizia; 4) certificato di residenza; 5) certificato dei carichi pendenti della Pretura e della Procura di Pisa, tatti in carta bollata.
Un viaggio a Firenze alla Corte di appello, alla Cancelleria penale, gli chiarirà meglio la procedura e l'indicazione eventuale di altri documenti La domanda pud essere fatta da lui personalmente, senza l'assistenza di un legale. Una volta presentata questa documentazione, la riabilitazione sarà concessa nel «irò di pochi giorni, ed il Vezzosi, presentando copia della sentenza alla Commissione elettorale di Calci, dovrà essere iscritto in quelle liste elettorali.
Il viaggio a Roma di una delegazione di Calci fascerà il... tempo che trova perché, ripeto, quella è la procedura che si deve seguire per ottenere il risultato al quale si aspira. • Penso sempre a quanti compagni, privi di
assistenza giurìdica, non possono esercitare certi diritti pubblici!
don. ALDO NORI prcskfcate onorario aggiunto della
.---. Suprema Corte di Cassazione (Viterbo)
«Per sapere di più» Signor direttore,
sono un ragazzo algerino di 12 anni e vorrei corrispondere, in francese, con dei ragazzi o ragazze italiani, per sapere qualche cosa di più sul vostro Paese.
SAMY BENAB1DALLAH Villa n. 09. Lot Hammonténe,
Tizi ONZM (Algeria) "
MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l 'Unità - CRONACHE
In Calabria da mesi un parroco dice messa da solo. E domenica il paese sciopera per cacciarlo
Dalla nostra redazioni» CATANZARO — Domenica prossima ci sarà uno sciopero generale e perfino un comizio. A Plaesano, 1.160 abitanti, frazione di Feroleto della Chiesa (RC), questa singolare protesta non l'hanno organizzata per le tradizionali emergenze economiche e sociali ma perché... non vogliono il parroco! Dal 6 luglio in questo minuscolo abitato della piana di Gioia Tauro nessuno va in chiesa e da due domeniche il nuovo parroco contestato dalla popolazione è costretto a dir messa coi carabinieri sul sagrato. «Nessuno gli vuole del male — dice uno degli animatori di questa mini rivolta, il commerciante di vino Michele Alitelo — ma lui deve capire che non lo vogliamo». E domenica lo sciopero servirà a ribadire che la chiesa resterà deserta fin quando non arriverà un nuovo prete al quale spetta anche il titolo di rettore del locale santuario di San Biagio verso cui la gente di qui ha una venerazione che rasenta il fanatismo. L'obiettivo di questa contestazione si chiama don Pasquale Pentimalli. Ha 46 anni e da 15 è parroco della vicina Feroleto della Chiesa. «Sono — dice apparentemente imperturbabile — cose da Medioevo. Io non sono affatto preoccupato, non mi possono accusare di niente, qui mi hanno mandato e qui resto anche se sono pronto all'obbedienza». Ma di che
cosa l'accusano i 1.160 abitanti di Plaesano? Se don Pentimalli dice di non saperlo la gente del paese mormora dei tanti e tanti delicati episodi che — a sentir loro — avrebbero incrinato la stima —. Nessuno si spinge più in là nelle spiegazioni. Nessuno, in questa vicenda, vuole esse» re esplicito. La disistima è arrivata al punto che decine di giovani del posto hanno respinto don Pentimalli come insegnante di religione e hanno rinunciato all'insegnamento. Da 8 settimane il povero prete va cosi avanti a celebrare matrimoni già programmati da tempo ma con i soli sposi e i testimoni in chiesa, a celebrare un funerale con i soli stretti parenti del defunto, a dire messa davanti a tre persone, sua madre e due anziane donne del paese. Il vescovo della diocesi di Oppido Mamertina e Palmi, monsignor Benigno Papa, ha ricevuto i fedeli di Plaesano ma cerca di risolvere le cose senza misure traumatiche. «Al vescovo — dice uno degli animatori della protesta popolare—abbiamo spiegato 1 motivi del no al nuovo parroco inviato Sui dopo il pensionamento del vecchio curato
on Carmelo Corigliano che per 45 anni è stato in paese». E per fare capire a monsignor Papa che la protesta non era un fatto di pochi gli hanno ratto recapitare una lettera firmata da oltre 500 persone. Domenica il corteo in piazza.
Filippo Veltri
Le ruspe a Camaldoli Dopo Pianura, Camaldoli. Le ruspe del comune di Napoli hanno abbattuto ieri un'altra costruzione abusiva: un palazzotto sorto al di fuori del piano regolatore. Ieri l'assessore ha tenuto una conferenza stampa sul tema dell'abusivismo.
L'eccezionale evento, reso noto solo ieri, è avvenuto a Milano
Carmine ha già cinquanta giorni È nato da una donna senza ovaie Donatrice inseminata artificialmente, poi ha fatto tutto la mamma
Nuove speranze per chi vede preclusa la maternità dalla «menopausa precoce» - Il dottor Leonardo Formigli, tra i pionieri della fecondazione «in vitro», ha reso possibile la nascita - Necessaria una attenta terapia ormonale
MILANO — Una donna senza ovale, condannata alla sterilità, è diventata mamma di un bel bambino, Carmine, che ora ha cinquanta giorni, pesa tre chili e mezzo e gode ottima salute. L'evento eccezionale, di cui solo ieri si è avuta notizia, apre nuove speranze per tante donne la cui maternità fino ad oggi è stata preclusa dalla cosiddetta «menopausa precoce». Una condizione, quest'ultima, che Caterina Muratore, ventiselenne abitante a Mas-salengo, nel Milanese, con il marito Rosario Panzera, au-totrasportatorc di trenta anni, viveva da ben nove anni e contro la quale si era inutilmente battuta. La svolta decisiva si è avuta Io scorso dicembre quando la coppia decise di tentare una strada inedita proposta loro dal dottor Leonardo Formigli, ginecologo milanese che fu tra 1 pionieri della «fecondazione in provetta» nel nostro paese e noto anche per avere portato a compimento giusto un anno fa una nascita da fecondazione tubarica. Come illustra 11 medico ciò che rende eccezionale il caso di Caterina Muratore è l'assenza di ovale e quindi il fatto che »oItre alla procedura di "uovo-donazione non chirurgica" si era reso necessario Istituire una terapia ormonale molto specifica da somministrare alla paziente, tale cioè da creare artificialmente un ambiente uterino adatto allo sviluppo dell'embrione». Bisogna ricordare, infatti, che le ovale svolgono una duplice funzione, quella di produrre un uovo tutti i mesi e quella di produrre gli ormoni necessari all'annlda-mento e all'accrescimento dell'uovo fecondato nell'ute
ro. In assenza di ovaie è dunque indispensabile non solo reperire una donatrice che doni un uovo, ma anche somministrare alla futura madre una terapia ormonale molto ben bilanciata, in sostituzione degli ormoni ova-ricl mancanti. Questa, appunto, è la via sperimentale sulla quale si è coraggiosamente incamminata Caterina Muratore. La donatrice, che desidera mantenere l'anonimato, è stata inseminata artificialmente con il seme del marito di Caterina lo scorso dicembre e dopo cinque giorni l'uovo fecondato è stato prelevato in modo non traumatico dall'utero della stessa donatrice per venire immediatamente trasferito in quello della paziente. L'intervento è stato eseguito gratuitamente nell'ambulatorio del dottor Formigli. Durante i primi quattro mesi di gestazione alla giovane donna è stata somministrata, come abbiamo detto, una terapia ormonale sostitutiva al fine di creare le condizioni necessarie alla vita intrauterina del feto.
•Durante questo periodo — spiega ancora il ginecologo — la paziente è stata seguita accuratamente con prelievi di sangue settimanali allo scopo di determinare con precisione il tasso ematico degli ormoni somministrati e modificare di conseguenza la terapia. Un errore nel dosaggio avrebbe infatti inevitabilmente condotto all'aborto. Al termine del quarto mese la placenta, ormai completamente formata, ha iniziato a produrre autonomamente gli ormoni necessari, per cui la terapia è stata gradatamente sospesa». La gravidanza è quindi proseguita senza intoppi fi
no al momento della nascita, avvenuta a metà luglio.
La signora Caterina, rintracciata telefonicamente, con gentile fermezza rifiuta di parlare della sua eccezionale esperienza; con comprensibile pudore aggiunge semplicemente: «Avrei voluto che di questa storia non si sapesse nulla...». Invece «questa storia» farà ancora parlare a lungo. Basti pensare — dice ancora il dottor Formigli — che su cento coppie sterili metà dei casi sono dovuti a disturbi femminili e di questi otto o dieci sono assimilabili al caso di Caterina, vale a dire sono dovuti a problemi ovarici irrisolvibili. L'equipe del dottor Formigli costituita da biologi, laboratoristi, assistenti, è riuscita a mettere a punto l'ambiente ormonale artificiale adatto alla vita del feto dopo due anni e mezzo di ricerche. Unica controindicazione alla «terapla-Formigli» pare sia la intolleranza eventuale alla somministrazione di ormoni estrogeni. In tutti gli altri casi la via sembra essere ormai tracciata. Semmai, come già in casi di trapianto di cuore o di altri organi, può sorgere per qualcuno un problema d'ordine morale. A ben vedere, infatti, un figlio nato con la procedura di «uovo donazione non chirurgica» riceve il patrimonio cromosomico della donatrice e non già della madre che lo ha portato in seno e partorito. Ma si tratta di fantasmi buoni giusto per un'aula di tribunale, non certo per la stanzetta piena di puffi colorati che allietano la vita di Carmine e degli altri bambini in arrivo sulla sua stessa strada.
S. V.
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Pastore di 15 anni ucciso a fucilate
nel Nuorese: vendetta? Dalla nostra redazione
CAGLIARI — Aveva da poco iniziato il suo turno di lavoro con il gregge del padre, nelle campagne barbaricine, quando gli hanno sparato. Due colpi di fucile hanno rotto all'improvviso il silenzio della campagna. Sebastiano Mula, quindici anni, s'è accasciato per terra, moribondo. L'ha soccorso un fratello, che aveva udito gli spari dall'ovile vicino, ma la corsa disperata In auto all'ospedale non è servita a salvarlo. Il movente? «Anche questo quasi certamente e lo stesso di tanti altri omicidi di ambiente, come si usa dire, agro-pastorale: la vendetta». Sembra che in passato vi sia stato furto di bestiame o degli sconfinamenti di pascoli. In questa direzione procedono le indagini, una volta accertato che la famiglia del ragazzo non risulta coinvolta in alcuna delle antiche faide che insanguinano da anni numerosi paesi della Sardegna centrale. Gli investigatori hanno ani! già individuato una «pista convincente», e il caso potrebbe essere risolto, dicono, «nel giro delle prossime 24 ore». L'agguato è avvenuto verso le 6,30 del mattino, nella località di Lardine, a 12 chilometri da Nuoro. Sebastiano Mula aveva da poco condotto le pecore fuori dall'ovile, a pascolare nelle campagne vicine, quando è caduto nell'imboscata: due colpi di fucile esplosi da dietro un muretto a secco l'hanno ferito mortalmente al torace. Inutilmente il fratello Gaetano, di 22 anni, che aveva udito gli spari dall'ovile ha tentato di salvargli la vita, con una folle corsa in auto all'ospedale «San Francesco» di Nuoro. Ormai non c'era più nulla da fare. Per tutta la giornata di ieri si sono svolte battute nelle campagne delia zona, mentre in Questura a Nuoro sono stati compiuti diversi interrogatori.
p. b.
Il giudice: «Il Dc-9 Itavia va ripescato, ma nessuno decide»
ROMA — Soltanto il recupero del relitto dell'aereo Dc-9 dell'Ita-via precipitato nel mare di Ustica il Zi giugno di sei anni fa potrebbe contribuire a dare una risposta definitiva sulle cause del disastro. Ma per poter riportare In superficie i resti del velivolo sono necessari 6.161.782.000 di lire. E infatti questa la somma che la società francese Ifremer ha previsto per l'operazione. Ma nessuna autorizzazione, sino ad oggi, è stata data dalle competenti autorità ministeriali per stipulare il contratto che determinerebbe l'immediato avvio del lavori. È quanto afferma il giudice istruttore di Roma, Vittorio Bucarelli, che dal 12 gennaio del 1984 dirige l'inchiesta giudiziaria sul disastro che provocò la morte dì 81 persone. Il magistrato, con richieste ai ministeri dei Trasporti e di Grazia e Giustizia, ha sottolineato da tempo l'opportunità di procedere al recupero dei resti del velivolo. Ma da quanto si è appreso negli ambienti giudiziari, dal dicastero dei trasporti non sarebbe stata data alcuna risposta alle istanze del giudice, mentre il ministero di Grazia e Giustizia si sarebbe limitato a ricordare, all'inizio del 1986, che le spese per il recupero dei resti del Dc-9 potevano essere disposte dal magistrato al quale è affidata l'indagine «sotto la sua personale responsabilità». Una «responsabilità» che il magistrato ha ritenuto di non potersi assumere, considerata l'entità della somma che dovrebbe essere corrisposta alla Ifremer. Secondo quanto afferma il giudice, le nuove indagini peritali, cominciate nel novembre del 1984, si sono praticamente bloccate in attesa di sapere se sarà possibile ripescare il relitto, che secondo i calcoli e le rilevazioni fatte in questi anni si troverebbe alla profondità di 3500 metri.
MILANO — Carmine fra le braccia del dott. Leonardo Formigli
Giovanni Senzani
Delude il teste a sorpresa
•Violinar, ripete: «Senzani era una spia del Sismi»
Ma non dà prove «La P2 mi impedì di svelare prima il segreto» - Aggiustato il tiro su Dalla Chiesa
Dal nostro inviato ANCONA — Chi si aspetta «la verità» su Giovanni Senzani è sicuramente deluso. La testimonianza di Arrigo Mollnarl, ex vicequestore di Genova, all'atto pratico si è rivelata, contrariamente a quando era stato annunciato, assai poco «decisiva ed inquietante*. Per un momento si era pensato che potesse essere sentito cóme «teste» anche Francesco Pazienza (e sempre per riferire sulla presunta appartenza di Senzani ài servizi segreti), ma la Corte non ha accolto la richiesta avanzata in tal senso dai difensori del «dissociato» Massimo Gidonl. Questa mattina, però, verrà ascoltato ancora sul capitolo - Senzani «spia» dei servizi segreti, il •pentito» Roberto BuzzatU.
Senzani era un «doppiogiochista», contemporaneamente brigatista rosso e spia del Sismi deviato: una verità, secondo arrigo Molinari, nota da tempo, dallo stesso più volte segnalata ma sempre lasciata cadere da chi di dovere.
Molinari, su richiesta del pubblico ministero Mario Mandrelli, è stato ammesso come testimone volontario
ma solo per riferire — hanno deciso 1 giudici — su fatti e circostanze attinenti con il processo di Ancona, ossia con il sequestro e l'uccisione di Roberto Peci. Per dire, gli ha precisato il presidente della Corte d'Assise Giovanni Remori, di eventuali interventi di servizi segreti deviati attraverso la persona di Giovanni Senzani. Un campo obiettivamente molto più ristretto di quanto Molinari si aspettasse. Infatti l'ex vicequestore di Genova ha subito dichiarato di non aver nulla da riferire in merito. «Le mie conoscenze circa la persona di Giovanni Senzani si fermano al febbraio 1979, allorché — ha riferito — passai la patata bollente al generale Dalla Chiesa», il quale, però, secondo quanto scritto da Molinari In un memoriale di quasi 40 pagine accompagnato da circa 50 «pezze d'appoggio» inviato al giudici e al Pm del processo Peci, non avrebbe dato eccessiva importanza alle segnalazioni. Il colonnello dei carabinieri Nicolò Bozzi all'epoca braccio destro del generale Dalla Chiesa aveva smentito seccamente la circostanza dicendosi pronto a
Tir, richieste deroghe al trasporto del latte
ROMA — Il ministro dei Lavori Pubblici ha chiesto all'avvocatura dello Stato di ricorrere contro la sentenza del Tar del Lazio che ha revocato le deroghe a suo tempo concesse dallo stesso ministero al divieto di circolazione del mezzi pesanti nel giorni festivi e prefestivi. Da parte loro le organizzazoinl agricole (Confagricoltura-Confcoltlvatori) chiedono intanto un intervento urgente permettere il trasporto del latte anche nel giorni «proibiti». Per il ministero, il ricorso al Consiglio di
Stato, tramite l'Avvocatura, è una sorta di «atto dovuto», che i Lavori Pubblici compiono anche per evitare un domani eventuali accuse di «omissioni di atti di ufficio*. Da parte degli agricoltori, invece, la preoccupazione è che le deroghe prefettizie concesse in alcuni casi creino una disparità di condizioni tra i vari produttori: là dove i prefetti sono intervenuti con loro provvedimenti ad autorizzare la circolazione di automezzi pesanti, vietata dai Tar, la raccolta procede regolarmente mentre nelle altre zone resta bloccata. La Con-f agricoltura associa alla richiesta per il latte quelle per altri prodotti deperibili come il pomodoro e l'uva. La Confcoltivatori, proponendo da una parte pene più severe per i trasgressori e l'introduzione di meccanismi che non consentano agli autotreni di superare certe velocità, chiede comunque misure urgenti e sollecita il governo a promuovere un incontro tra produttori e trasportatori per una «comune valutazione».
ribadirlo di fronte alla corte qualora 1 giudici anconetani l'avessero ritenuto opportuno.
Ma non sarà necessario. Ieri, infatti, Molinari ha cercato di rettificare il tiro. Non lo ha fatto in udienza dal momento che il presidente Remori non gllel'ha permesso trattandosi di fatti non attinenti con la vicenda «Peci». Lo ha fatto fori dell'aula. «Non volevo assolutamente dire che Dalla Chiesa ha lasciato cadere le mie segnala-zionL Anzi, ha fatto 11 possibile per approfondire le* Indagini». Molinari ha anche precisato di avere inviato al generale Dalla Chiesa le «veline» in cui si parlava di Senzani esclusivamente come sospetto brigatista rosso. Questo perche, ha raccontato ai giudici, quando «William Rosati mi rivelò che Senzani era attivo nelle Br e collaboratore nello stesso tempo del Sismi mi fece giurare sotto pena di procedimento massonico, che non avrei mai riferito a nessuno questa seconda circostanza*. Rosati, nel frattempo deceduto, era in quegl'anni (1978) il capozona della P2 in Liguria, in lizza per la carica di preside della facoltà di medicina nel capoluogo ligure. Senzani, dando credito al racconto di Molinari, operava all'interno della facoltà per sostenere il concorrente del cartello delle sinistre, per cui Rosati avrebbe deciso di «bruciarlo* raccontando all'ex vicequestore la sua attività di terrorista e di agente dei servizi segreti.
Molinari Ba cercato in ogni modo di allargare il discorso. Ad un certo punto ha persino supplicato II presidente dei lasciarlo parlare («glielo chiedo per cortesia*) e, il presidente a sua volta, ad insistere che volerà «fatti
e circostanze attinenenti con ' il processo». «Senzani aveva rapporti con tutti, comandava lui al ministero di Grazia e Giustizia»: frasi del genere le ha ripetute più volte nel corso dell'udienza, descrivendo il capo del fronte del carceri a tinte fosche anche se lo ha definito «un grosso ingegnere del sociale» per la sua attività a favore delle famiglie dei detenuti. «Ha fatto più bene lui nel sociale che 500 deputati nel Parlamento* ha detto ad un certo momento Molinari. L'Impressione è che sull'ex vicequestore di Genova pesi ancora molto il suo passato, a cominciare dalla sua presenza nella lista di Lido GeUL L'interessato sostiene che vi è entrato solo da «infiltrato* per poter svolgere meglio le indagini antiterrorismo e che i suoi guai sono cominciati proprio da quando ha cominciato ad occuparsi di Giovanni SenzanL Ieri suo figlio è andato fuori strada nel pressi di Loreto. Fortunatamente il giovane è rimasto illeso ma la macchina, una Golf nuova, è andata distrutta. Era l'auto con cui Molinari era venuto 11 giorno prima da Genova ad Ancona. L'ex vicequestore di Genova ha denunciato alla magistratura quanto accaduto a suo figlio. Non esclude l'Ipotesi di una manomissione ai freni.
ma la ricerca della verità sulla identità di Senzani continua questa mattina verrà infatti sentito il «pentito* Roberto BuzzatU. I giudici vogliono che chiarisca quanto da lui dichiarato al giudici romani del «Moro ter* su un incontro di Senzani* alla stazione di Ancona con un misterioso personaggio appartenente al servizi segreti.
Franco De Felice
A Greve in Chianti 300 sindaci di centri vitivinicoli
Città con etichetta «Doc»: adesso c'è un'associazione
Dal nostro inviato GREVE IN CHIANTI — «Otta del vino di tutta Italia, unitevi». L'appello, lanciato qualche tempo fa, è stato raccolto da Greve in Chianti, la «capitale* del famosissimo vino, che in occasione della mostra del Chianti classico che apre oggi e durerà fino a domenica, ha invitato, sotto l'egida dell'Enoteca Italica di Siena, t sindaci dei quasi trecento Comuni italiani dove si produce vino di qualità. Le risposte non si sono fatte attendere e sabato. In una sorta di mini-conclave vitivinicolo, verrà probabilmente approvato Io statuto delia neonata associazione delle «Città del vino» che avrà tra t suoi scopi principali quello di tutelare l'immagine del vino italiano di qualità con la possibilità di fornire autorevoli pareri consultivi anche alle massime autorità vitivinicole.
La mostra del vino Chianti classico apre cosi l battenti della sua diciassettesima edizione che è all'Insegna degli «incontri ravvicinati». Infatti oltre a quello dei sindaci delle città del vino ci sarà quello con gli operatori economici, ammlnlstntori, rapppresentantl delle organizzazioni professionali e un gruppo di parlamentari della Germania Ovest ma, soprattutto, con 1 rappresentanti dei ristoratori dell'associazione Internazionale •Ciao Italia» che raccoglie mille ristoranti Italiani in Germania.
Quest'anno alla mostra di Greve in Chianti c'è un altro felice Incontro: accanto alle oltre duecento etichette proposte dal Consorzio del «Gallo nero» (il simbolo che contraddistingue Il Chianti classico dagli altri vini e anche dagli «altri» Chianti) ci saranno anche quelle di aziende come Ricasoli e Folonari che non fanno parte del consorzio e sul mercati hanno sempre voluto «correre* per conto proprio.
Proprio il Consorzio del «Gallo nero* ha curato, in occasione della mostra di Greve in Chianti, l'approprio con u vlno- N r t grandi capannoni delle ex-cantine SEVA, verranno esposti 1 vini di circa 280 confezionatori. In due sale attigue, poi, verranno organizzate le degustazioni: una per i visitor! che potranno accedervi pagando un biglietto d'ingresso; un'altra per gli operatori economici. . Tre convegni di alto livello faranno da corollario ad una miriade di iniziative promosse in occasione della mostra del Chianti classico. «Lavoriamo per costituire una società per azioni — sostiene 11 sindaco di Greve, Alberto Bencistà — a cui aderiscano soci pubblici e privati In un rapporto che non penalizzi, né burocratizzi una struttura che ha bisogno di essere agile per rispondere davvero alle esigenze dell'economia, ma anche della cultura, di tutto 11 Chianti classico*.
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Verona Trieste Venezia
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Il giudice aretino (liste P2) genero di GeUi
H i l l «Caso Marsifi», nuovo Per il pg illegittima l'ass
BOLOGNA — La sentenza di proscioglimento di alarlo Marsili, genero di GeUL secondo la Procura generale di Venezia è illegittima.
I giochi, che sembravano definitivamente chiusi con il cc'po di spugna con il quale Il giudice istruttore di Verona Mario Senni te aveva cancellato, relegandoli in archivio, gli anomali comportamenti del magistrato aretino imparentato con il Venerabile Maestro, sono stati nuovamente aperti dal massimo organo giudiziario della regione veneta che ha Impugnato quella sentenza.
Ora ogni decisione è demandata alla sezione istruttoria della Corte d'Appello.
^percorriamo rapidamente le varie tappe di questa intricata vicenda. Mario Marsili, 45 anni, sposato con una figlia di Gelli, era stato rinviato a giudizio nel gennaio acorso dal giudice Istruttore, di Bologna Leonardo Orassi, su parere pressoché concorde del sostituto
procuratore Ubero Mancu-ao. Due le accuse rivoltegli: aver minacciato, quando nel •75 era sostituto procuratore ad Arezzo, un funzionarlo del nucleo anUterrorlsmc, il dottor Ennio De Francesco, che stava svolgendo indagini sul terrorismo nero e aver favorito alcuni eversoli di destra non compiendo gU opportuni accertamenti sulle rivelazioni a lui fatte da Alessandra De BeUis, moglie separata di un noto latitante fascista. Augusto CauchL Tutto, secondo 1 sospetti, per Impedire che -venissero accertate le responsabilità del» la P2 nella strage dellltaU-cus ed in altri attentati a linee ferroviarie.
Qualche aetttmana prima Marsili si era rivolto alla Cassazione lamentando mancarne di serenità di giu-dizto negli inquirenti emula-nL
Ti? aprile la Suprema Corte, presieduta da Corrado Carnevale, gU diede ragione. A suo dire sarebbe esistita a Bologna «una situazione perturbatrice di ordine oggetti
vo, suscitata dalla stampa*. Questo «fermento di idee e dì umori* (gU articoli del giornali ndr) avrebbe costituito, secondo la Cassazione, «una pressione che è causa di me-nomazione dell'autonomia di pensiero dei giudici».
«Raramente — commento allora l'avvocato Giuseppe Giampaolo — era stato dato di leggere argomenti così inconsistenti*.
Dal canto suo Marsili diede prova del conto in cui teneva la libertà di stampa denunciando per violazione del segreto istruttorio 1 gtornaU-su de r*«Unità> e del «Carlino» che avevano aempUcemente dato notizia del suo rinvio a giudizio.
ConUdectstoneoetlaCas-tuttl gli atti del pro-
furono Inviati a Verona, ma non al Tribunale, come sarebbe stato giusto, visto che c'era già una eenten-za istnittoria, ma alla Procura della Repubblica, perché In pratica ripetesse le lndagi-nL
La Procura, comunque, ha sposato le tesi bolognesi. Non cosi, però, U giudice
ri i istruttore che, oltre a pro-adogUere Marsili, ha condito la sua sentenza di prosdogti-mento di pesanti accuse al coUeghl del capoluogo emiliano. X magistrati erano dipinti come violatori del diritto, che avrebbero agito solo sulla base di pregiudizi, basati suirappartenenza di MarsUl alla P2 e sulla sua parentela con GeUL
Slamo cosi aUlntervento della Procura Generale. La Cassazione avrebbe sbaglia-
vtare gU atti alla Procura. All'epoca della decisione della Suprema Corte Cera già una sentenza istruttoria di rinvio a giudizio — quella bolognese—del tutto valida. Lo stesso ovviamente non al può dire per l'analogo atto compiuto dal magistrato ve-
Se la sezione istnittoria della Corte d'Appello di Ve-nesla accoglierà u ricorso della Procura Generate Mario MaraUl sarà processato a Verona.
l ' U n i t à - VITA ITALIANA MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986
Ottanta in concerto contro la mafia Un'altra fiaccolata per ricordare Dalla Chiesa
Quattro anni dopo risorge un rischio: «normalizzazione» La tradizionale fiaccolata
ed un grande concerto ricordano oggi, a Palermo, ancora una volta, la strage di via Carini dove furono uccisi il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emmanue-la Setti Carrara e l'agente Domenico Russo. Quattro anni fa sembrò che l'Italia scoprisse all'improvviso la ferocia e la viltà del delitti di mafia e insieme la gravità del pericolo che il potere mafioso rappresentava per l'ordine democratico. La frase terribile comparsa sul muro di via Carini «Qui è morta la speranza dei siciliani onesti» e la dura accusa del cardinale Pappalardo verso i governanti «mentre a Roma si parla Sagunto viene espugnata», rimbalzarono in ogni angolo del Paese.
Nei mesi che seguirono si ebbe una mobilitazione dell'opinione pubblica nazionale contro la mafia che non c'era mai stata prima. Una Intera generazione di ragazzi e ragazze diede vita nelle scuole e nelle piazze a mille iniziative che hanno aperto una nuova stagione di movimenti giovanili. I lavoratori italiani raccolsero l'appello unitario delle tre confederazioni sindacali e si riunirono a Palermo in una memorabile manifestazione al teatro Politeama. Come già nella fase acuta del terrorismo. 1 magistrati e i poliziotti impegnati nelle Indagini e nel processi di mafia avvertirono il consenso e la solidarietà della gente.
Tutto questo va ricordato, oggi. L'invito a non dimenticare viene ancora dal Coordinamento antimafia — che è espressione diretta della società civile — dai giovani con in testa la Fgcl, da una parte del mondo cattolico, e In una ritrovata unità da Cgll. Cisl, UH. MolU eventi si sono susseguiti in questi anni. La lotta antimafia è andata avanti con difficoltà. certo, alternando succèssi e sconfitte, segnata purtroppo da altri tragici episodi che hanno continuato e continuano a insanguinare le strade della Sicilia. I processi si fanno, e tuttavia c'è aria di «normalizzazione», che è stata denunciata con forza e consapevolezza anche dai giudici istruttori di Palermo.
isogna riflettere a partire da due aspetti attuali della questione-mafia.
Il primo riguarda la natura e la finalità eversiva del sistema di potere mafioso. Le più recenti indagini giudiziarie, a Roma, Milano. Bologna, Palermo, e gli stessi fatti di cronaca mettono allo scoperto la tremenda alleanza tra boss mafiosi, trafficanti di armi e droga, terroristi neofascisti, affiliati della P2 e della Massoneria, uomini e persino dirigenti dei servizi segreti di Stato. Sta venendo alla luce concretamente. in relazione a vicende determinate e a personaggi in carne ed ossa, una convergenza non occasionale di interessi economici, finanziari e politici con interessi criminali. sia a livello locale sia a livello nazionale e Internazionale. Una convergenza che si espressa più volte con 11 mezzo dell'assassinio e della strage, e abitualmente nella forma della illegalità. Alcuni grandi delitti politici che dal 1979 in poi hanno
drammaticamente segnato la storia della Sicilia e del Paese risultano oggi ispirati dal medesimo disegno e attuati da alcuni personaggi che si ritrovano alle origini della strage di San Benedetto Val di Sangro. Anche se la base militare e strategica, e, io credo, gli interessi più consistenti del sistema di potere mafioso, stanno In Sicilia, la questione-mafia è sempre più davvero questione nazionale, perché le radici di questa malapianta si sono avviluppate a quelle delle istituzioni democratiche tendendo a devitalizzarle e a sostituirle.
Il golpe Borghese è lontano nel tempo, ma le ragioni ideologiche e pratiche che indussero 11 Principe nero e i suol alleati di allora a chiedere la collaborazione della mafia per sorreggere l'azione eversiva sembrano riprodursi, ai nostri giorni, In termini ben più .complessi e preoccupanti. È impressionante, ad esemplo, verificare come nella vicenda Slndona si incrocino nel tempo e nello spazio, all'insegna della violenza e della corruzione, fatti e personaggi dell'alta finanza e del mondo politico, della mafia e del terrorismo nero, della P2 e della Massoneria, degli immancabili servizi segreti. Questi fatti non sono stati ancora del tutto chiariti, molti del personaggi coinvolti non sono stati toccati e altri, ritenuti pericolosi per il •sistema», non sono più in grado di parlare.
Qui si coglie il secondo aspetto di attualità delia questione-mafia. A mano a mano che l'estensione e la forza del sistema mafioso sono venute emergendo, che le indagini giudiziarie hanno posto dinanzi agli occhi di tutti elementi di conoscenza, è apparsa evidente la necessità di un'azione decisa e coordinata dei pubblici poteri. Ed invece è stato delegato di fatto 11 compito di provve-dere-alla magistratura e alla polizia, per di più attaccate duramente anche in sede parlamentare e di governo per pretesi eccessi quando gli accertamenti compiuti e 1 provvedimenti adottati si muovevano in direzione di determinati «santuari» della politica, dell'economia e della finanza. Le proposte della commissione parlamentare antimafia ferme per mesi in attesa della discussione in aula, non hanno fatto un passo avanti, eppure non erano proposte di carattere esclusivamente repressivo.
Ancora una volta, come per la P2, sembra prevalere In chi governa, a Roma come a Palermo, la paura di spalancare le porte di questi santuari, o talvolta addirittura l'esigenza della difesa di ufficio. Queste verità sono amatissime ma vanno dette, e non più soltanto dal giudici impegnati nel processi di mafia. Nessuna democrazia può tollerare a lungo una simile degenerazione interna. Col sistema di potere mafioso non si può convivere limitandosi a tagliare nei momenti di emergenza alcuni rami secchi o divenuti troppo Ingombranti per la tenuta stessa dei «sistema». Se slamo alle radici della democrazia, l'intervento deve essere radicale.
Alfredo Galasso
Conferenza stampa dei musicisti che si esibiranno oggi a Palermo - Messaggi di Nilde Jotti e Saveria Antiochia
PALERMO — Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa durante un sopralluogo alla Circonvallazione del capoluogo, dopo uh* strage di mafia
PALERMO — Decine di adesioni, messaggi, telegrammi. La vigilia del 3 settembre è stata intensa, fitta di appuntamenti. Il quarto anniversario della strage di via Carini dove la mafia uccise 11 prefetto Dalla Chiesa, la moglie Emmanuela e l'agente Domenico Russo, sarà caratterizzato dalla novità del grande concerto rock contro 11 silenzio. I dodici gruppi italiani che hanno lanciato l'iniziativa sono arrivati ieri a Palermo a bordo di due pullman. Ottanta musicisti di dodici gruppi diversi si esibiranno a piazza Politeama a partire dalle 18. Il concerto contro 11 silenzio si interromperà alle 21 per permettere a tutti di partecipare alla fiaccolata, quindi di nuovo musica sino a mezzanotte.
«Abbiamo rifiutato qualsiasi etichetta politica — ha dichiarato Luisa Parenti, a nome del coordinamento delle «band» — e forse
: proprio per questo le difficoltà organizzative sono state moltissime. Comunque non ci arrendiamo. L'idea della carovana musicale che da Palermo risale la Penisola, non è stata abbandonata. Questa prima esperienza ci ha insegnato tante cose».
Anche Cgil, Clsl e UH hanno aderito. «Non si tratta — ha detto Italo Trip!, segretario
provinciale della Cgil — di una commemorazione rituale. Vogliamo trasformare questa data in un momento di vertenza con 11 Comune, con gli Enti che non hanno rispettato gli impegni assunti. Un anno fa, dopo le uccisioni al Montana, Cassarà e Antiochia (i due funzionari e l'agente di polizia bruciati dalla mafia, ndr.) sono state fatte promesse precise anche dal presidente del Consiglio Craxi, ma dodici mesi sono passati invano».
Ieri il presidente della Camera Nilde Jotti ha fatto giungere 11 suo messaggio al coordinamento antimafia di Palermo: «L'esempio e la testimonianza di quanti si sonò impegnati sino al sacrificio della vita a combattere la mafia vivono nella coscienza di tutti i democratici e devono essere ragione di un rinnovato impegno delle istituzioni tutte».
Una lunga lettera è stata inviata al coordinamento antimafia anche dalla madre di Roberto Antiochia, l'agente ucciso mentre era di scorta al vice questore Ninni Cassarà. «Ormai è tempo di agire — ha scritto Saverla Antiochia — che cosa si sta aspettando? Ed è un compito che non si può e non si deve delegare solo ai governanti, al magistrati, alle forze di polizia».
Dal capoluogo lombardo accuse di fuoco alla politica accentratrice di viale Mazzini
Rai, giornalisti sul piede di guerra contro Roma e le sue prevaricazioni Conferenza stampa dei comitati di redazione di Milano e Torino -Un lungo elenco di espropriazioni, censure, ruoli e spazi negati - In una lettera a Zavoli ribadita la richiesta di un tg nazionale fatto al Nord
MILANO — L'atmosfera è tesa. La saletta della conferenza stampa è strapiena. La Rai fa sempre notizia, specie quando se ne parla male e ancor più quando a parlarne male sono 1 giornalisti Rai. Stanchi, frustrati, con pochi riconoscimenti della loro
Kófesilonalita, dimenticati un àngolo, essi rialzano la
testa e minacciano la rivòlta: tutti contro Roma, contro la logica asfissiante dell'accentramento. La novità è che la protesta si manifesta a Milano (lo stato di agitazione era stato dichiarato il 20 maggio scorso), ma trova l'adesione di tutti 1 seicento giornalisti disseminati nelle diciannove sedi regionali e dei vertici sindacali Rai di Roma: apparentemente, tutti schierati su una linea e intorno ad una bandiera: quella del decentramento.
Ha, precisano i componenti dei comitati di redazione di Milano e di Torino (Giampiero Beltotto, Marino Floramontl, Gilberto Sguizzato, Corredino Mineo, Paolo Girala), nessuna soluzione di ripiego, nessun contentino: •Vogliamo il pieno riconoscimento della nostra professionalità. E il primo atto può essere la realizzazione di un telegiornale nazionale a Milano».
L'ufficialità lascia 11 passo alle «confidenze», alle confessioni di espropriazioni, di tagli, di censure non motivatela notizia di Milano o di Torino trattata come merce di pessima qualità, inviati che piombano nel centro senza motivazioni. Io spettacolo recensito a Roma quattro mesi dopo la «prima» di Milano, la fiera del vitello che si guadagna un paio di minuti televisivi dopo una
telefonata di Gava e i quattromila cassintegrati e licenziati che tornano al Sud cancellati.
Cose da Rai. Alla lunga l'accusa diventa di «poca cultura e sempre meno informazioni». Mamma Rai insomma si accoda e preferisce la retroguardia nel confronti delle imposizioni politiche, ma anche del network privati. Continua a crescere lo spazio dedicato all'evasione: più musica, più spettacoli, più cinema. E l'informazione che si fa tocca al vari Pippo Baudo e alle varie Eleonora Briglladori: loro fanno informazione, accusano i giornalisti, senza controlli. «Baudo può inventarsi l'intervista a Fanfani con la scusa di presentare un libro, infrangendo tutte le regole di comportamento, quelle che impon-Sono il rispetto di certi equi-
bri nella presentazione del
leader politici. E magari sotto elezioni. Baudo ha un potere contrattuale enorme. A noi non resta che la cronaca. Nessuna iniziativa. E neppure la cronaca viene rispettata.- Una realtà complessa, dinamica, in continua evoluzione non trova attenzione*. :-Milano appannata, Torino
cancellata, Napoli sbiadita: «Hanno smantellato persino la tradizionale divisione per competenze della produzione: che a Napoli, ad esemplo, si preparassero le commedie di Eduardo ad un eerto punto non è andato più bene». Il quadro è fosco. Forse non sorprende. Piuttosto preoccupa molto: «per l'informazione nostra e per il lavoro del giornalisti*.
Una collega interrompe: «Basterebbe una direzione nazionale intelligente».
Ribattono: «E una questione di strutture, di cultura ra
dicata tra chi sta accanto al Palazzo, di vicinanza e alta fine di conoscenza e di affinità con una realtà tanto im-Bjrtante quanto quella del
ord Italia, che Roma persiste nell'ignorare».
Ma senza l'uscita di To-gnoll per chiedere il Tg del mattino a Milano non vi sareste mossi? Un pò* di storia prima di tutto,, ad opera di Bruno Ambrosi, Inviato Rai e consigliere regionale eletto nelle liste del PcL II telegiornale nacque a Milano nel '54. Si continuò con una direzione politica a Roma, che alla fine fagocitò qualsiasi «periferia». Tentò due volte Barbato di rivalutare la struttura milanese. Ma il progetto, ostacolato da Zatterin, aborti. Del Tg a Milano si tornò a parlare in dibattiti culturali e politicifanche In un convegno del Pel a Roma nel novembre del 1084: figura tra le
Pri polemico con De e Psi: dispute vecchie, provinciali RIMINI — Anche il Pri scende in campo nella discussione sulle, questioni televisive. Lo fa con una nota che apparirà oggi sulla «Voce», in polemica con De e Psi, di nuovo alle prese con la disputa sui poteri del direttore generale. «La polemica sui rapporti tra consiglio e direzione generale—dice la "Voce"—è fatta in termini vecchi e provinciali. H problema vero è quello di realizzare una autentica autorità "super partes" capace di rispondere dell'assetto e del funzionamento complessivi del sistema» ci vuole una legge, al più presto, per garantire a Rai e privati chiarezza di regole.. tutto rischia, altrimenti di diventare
avventuroso e improbabile» è anche necessario procedere finalmente alla nomina del nuovo consiglio™ Ma non si vede perché questa impostazione complessiva dei problemi sia cosi ingrata a certe forae_poliUche~».
Ma che ne è della legge? Ieri a Cervia, al festival de, il ministro cava ne parlava nei termini di qualche giorno fa a Rimini: egli ha preparato un testo che spera di sottoporre al Consiglio dei ministri dopo il Taro delia finanziaria; dal testo si trarrà — come è nelle intese — uno stralcio. Ma dei tempi del Parlamento — ha precisato Gava—non rispondo.
proposte presentate nel dibattito).
Alla fine è toccato a To-gnoli il compito di rimuovere le acque, trovando l'accordo del Pei milanese, del consiglio regionale, del consiglio provinciale, della Celi regionale e della Filis. Ma le adesioni, sostengono alcuni giornalisti,-, non sono sufficienti. : E qualcuno lancia un'idea: «Perché non dar vita ad un comitato di sostegno con gli intellettuali, con I personaggi, da Musatti, a Badinl, a Pirelli?».
Per il momento ci si accontenta di una lunga lettera indirizzata a Sergio Zavoli, presidente Rai, firmata dal comitato di redazione milanese, ma con la piena adesione del torinesi. (A Torino, inoltre, Diego Novelli e altri tre consiglieri Pei hanno rivolto un'interrogazione al sindaco sulla sorte del centro di produzione).
SI denunciano il degrado dei rapporti tra redazioni periferiche e redazioni romane. Non si vede perché, sostiene la lettera, Milano, capitale dell'editoria giornalistica. non possa ideare e produrre un telegiornale nazionale, settimanali di argomento economico, sindacale, culturale, scientifico e sociale, essere inserita in modo organico nelle «linee» delle testate che fanno capo a Roma. «Ed invece — commento a margine — non ci hanno neppure Interpellato in merito al nuovo e progettato Tg del mattino». ' Se non giungeranno risposte? Scioperi? Agitazioni? Stretto riserbo: «Ma qualche cosa abbiamo in mente. E ci faremo davvero sentire».
:. Oreste PrVette
Chiesto l'annullamento del sequestro dei beni libici
ROMA — L'annullamento della decisione con cui 11 tribunale di Piacenza il 10 luglio scorso dispose il sequestro del beni libici giacenti presso alcune banche italiane è stato chiesto dall'avvocato Edmondo Zappa Costa che tutela gli interessi di Tripoli In Italia. Il legale ha fatto esplicito riferimento ad un episodio che risale al 1984 allorquando — egli afferma — il ministro della giustizia, interpellato su una richiesta di autorizzazione di sequestro di alcune Imbarcazioni libiche da parte di un gruppo di armatori siciliani, non ritenne opportuno firmare 11 relativo nulla-osta.
Proiettata sui muri di Bologna la storia d'Italia
BOLOGNA — Sulle facciate dei palazzi di piazza Maggiore a Bologna come in un enorme schermo si succederanno le immagini della storia d'Italia dal 1848 al 1895. L'iniziativa è offerta da Comunicazione Italia Spa che avvalendosi del sofisticati proiettori Light-Guns mostrerà oggi alle 21,30 come l'Italia si è fatta nazione, come gli umili si sono liberati, le radici della cooperazione e la fondazione della Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue.
Un dipinto del Masolino rubato nel Varesotto
CASTIGLIONE OLONA (Varese) — Un furto è stato scoperto nel museo della Collegiata di Castiglione Olona, centro d'arte a cinque chilometri da Varese. Sono stati rubati dipinti e oggetti sacri per un valore ingente, fra cui due tavolette lignee del XV secolo: una è opera di Masolino da Panlcale e raffigura la vergine con il bambino, l'altra, più piccola, è attribuita alla scuola del Beato Angelico e ritrae l'annunciazione. Fra gli altri oggetti scomparsi, candelabri, ostensori, pissidi, un crocifisso e patene risalenti anch'esse al XV secolo. - . . -
Proteste per la costruzione di un museo repubblichino
TERRANUOVA BRACCIOLINI (Arezzo) — «Unanime sdegno» è stato espresso dal consiglio comunale di Terranuova Bracciolini (11 consiglieri Pei, 7 De e 2 di «area socialista») contro la nascita dell'Istituto storico - museo sacrario della repubblica sociale italiana ne «Villa MunlcchU a Cicogna. frazione di Terranuova Bracciolini. I venti consiglieri, in un documento unitario, «invitano tutta la popolazione del Val-darno e gli organi competenti dello Stato ad unirsi in un comune impegno per negare il riconoscimento giuridico a questa iniziativa e mettere 1 suoi promotori di fronte alle loro responsabilità storiche, politiche e morali*. La presa di posizione segue quella del sindaci di 14 comuni del Valdarno che nei giorni scorsi si erano pronunciati contro la realizzazione del museo, destinato a funzionare, secondo uno del suoi promotori, Luciano Bertini (ex ufficiale della repubblica di Salò), anche come centro di studi e di incontri. Sempre secondo Bertini, sarebbero 8.000 gli ufficiali repubblichini ancora viventi.
Manda a lavorare il figlio c:';3u.;,Li- al posto suo: arrestati
BAGHERIA — Un autista del Comune di Bagheria (Palermo) Antonino Galioto di 49 anni, per dedicarsi alle proprie incombenze private aveva pensato bene di utilizzare il figlio Giuseppe, di ld anni, disoccupato, per guidare l'autobotte municipale assegnatagli. Entrambi sono stati arrestati per truffa in «flagranza di reato*: il figlio al volante del pesante mezzo (adibito al rifornimento idrico), il padre mentre passeggiava in piazza.
Dimesso dall'ospedale Armando Cossutta
LA SPEZIA — Armando Cossutta è stato dimesso dall'ospedale di Levante, in provincia di La Spezia, dove era stato ricoverato in seguito ad una crisi stenocardiea. Il compagno Cossutta è tornato a Bonassola, dove si trova in vacanza con la famiglia, alle 15 di ieri pomeriggio ed è attualmente assistito dalla moglie. «Mio marito sta abbastanza bene», ha detto la signora Cossutta, «ma rimarrà a riposo per tutta la settimana per poi tornare a Roma e sottoporsi ad ulteriori accertamenti». Armando Cossutta, che l'altro ieri ha compiuto 60 anni, riprenderà la sua attività alla fine del mese di settembre.
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OGOfcL. tU Ti |»*4;W. Veltroni.
A. Lodi,
Giunta «paritaria»
Ceriate (Savona):
un governo Pci-Dc
GENOVA — Cariale, una importante cittadina del Ponente savonese, sarà amministrata da una giunta De/PcL Sindaco il democristiano Cario Vasca, vice Antonio Scfenine, indipendente eletto nella Usta comunista, paritario il nome ri ed il pesa degli «accorati. «E tuia giunta di programma, che elenca le «eoe da fare e fan* pegna i firmatari dell'accordo a realizzarle- dicano in rm comunicato confronto democristiani e comunisti. L'accordo, «he dovrà tradursi in concreto alla imminente seduta del consiglio comunale, è stato accolto con sollievo e attesa dalla cittadinanza. Dalle elezioni, tn pratica, la cittadina non era governata. Dopa che orano calate sto la MIMI** di cesti*
«niella di una ctonia •*»*• cj/fd» si profilava U pericolo
e di nuove elezioni.
Sì a giunte col Pei
Gava: per Napoli elezioni
anticipate CERVIA — La rinatone nel comune di Napoli, le giunte •anomale» che vedono insie-me Pei e De; sono alami degli argomenti che ieri II ministro dette Poste e teJeconmnkaxro» ni Antonio Gora ha affrontato aHa Fetta deiramieizto di Cervia in una improvvisata conferenza stampa prima di un dibattito su «tecnotogia e comunicazioni-. «A Nai ha detto Gava — la migliore sohutone, a mio avviso, éH ri» corso alle elezioni anticipate*»
atmVrenttntegtariui «tome Pel e De, Ca
rila eottaso in nude n» la ritiene «del
tatto improbabile». Le allear» so nato negli aitimi tempi tra comonhti e democristiani in alami commi pesantemente criticate da Fettoni, vengono invoce commentate da Gara con una battuta: «Se gli altri
a tatto campo sarà pure togHUino che la Oc si per»
Dal nostro inviato LAMEZIA TERME — Nel cuore della notte, mentre i consiglieri si apprestano a votare gli otto assessori della nuova giunta di Lamezia con 11 sindaco Materazzo già eletto da De, Pel, Psdi e Pri, l'annuncio dell'opposizione del Psi arriva Improvviso. E Inaspettato il colpo di scena. Mezzanotte è passata da un pezzo quando li commissario della De Fiorita fa chiedere al suol un rinvio del lavori. Ufficialmente per cercare un ultimo tentativo verso il Psi per inserirlo nella nuova maggioranza che governerà Lamezia. Ma Indetcrezionl Interne allo scudo crociato rivelano che rimprowiso stop arriva dopo una telefonata dall'alto che frena I democristiani locali, in ogni caso la giunta non viene eletta. Se ne riparlerà sabato sera quando si riunirà nuovamente il consiglio comunale. Ma già da oggi i partiti torneranno ad Incontrarsi, I quattro deU'ficcordo più Psi ePW.
La complessa vicenda politica di Lamezia Terme si è In ogni caso ingarbugliata e complicata proprio sulla dirittura d'arrivo quando sembrava cosa fatta la nuova giunta a quattro eoa democristiani, comunisti, repubblicani • socialdemocratici. L'interrogati vo è
Improvviso stop all'elezione della giunta
Lamezia, si • ^ > i eletto poi 9 dietrofront de
L'accordo tra Pei, Psdi, Pri. De ave?a portato alPeterione del primo cittadino - Il ripensantento dopo una telefonata da Roma?
derà dopo il rinvio di lunedi notte: che giunta si farà? Entreranno i socialisti? Si manterrà raccordo a quattro? n rinvio a sabato — questo è un dato —non è stato votato dal Pei che si è espresso contro ma da De e Psi ed appare quantomeno incauto fare a questo punto previsioni su quel che accadrà.
n fatto nuovo è arrivato, conio detto, dopo l'elezione del sindaco, il de Materasso. Si paT-a di una telefonato nel cuore della notte dello stesso leader andreottiano calabrese, l'ori. Carmelo Puija, che impone ai commissario tic, Fiorita, una pausa, fórse per contrasti sui nomi, più probabilmente per paura di un isolamento nel partito vista la dichiarata opposizione all'operazione Lamella del ca
po della segreteria politica di De Mita, MisasL Ma sono voci incontrollate. Non resta cosi che affidarsi alle prese di posizione ufficiali e la De ma dice — lo fa 11 segretario provinciale Cimino — che raccordo fra I quattro resta integro anche se occorre fare di tutto per recuperare i socialisti. I comunisti rilevano come la situaslone si sta complicata: «nessuno di noi — dice Baso Cleonte, segre» tarto della federazione — ha mai pensato di escludere 11 Psi che si è In verità mosso fuori da solo, mentre n Pst lametino ha lavorato per escludere il Pei. Ma d west chiarezza ed è in ogni caso un fatto salii marninto negativo che pressioni esterne al consiglio abbiano impedito una libera
deirassembiea elettiva di Lamezia Si vuole insomma una soluzione che sta svinco-tota dalle vecchie logiche del paura tir eh* tanto male hanno fatto a questa città», Cleonte aggiunge che Hot* prowiso rinvio conferma tatto sommato «recceztona-Utà del caso Lamezia, lo stato incredibile dei partiti, delle istituzioni, la gravità della questione morale, che ave-vano portato all'accordo fra De e Pel». Una città praticamente mal governata (negli ultimi tempi t sindaci e 1 commissari prefettizi), in balia della mafia (M omicidi Impuniti), gli accordi di potere fra spezzoni di De e Psi In cnt a góttre gn affari pub-btici sono stati senio leggo massoniche e patti segreti. Da qui è parino lo storio per dare a Inrirrtii un'ammini
strazione che superasse ogni schieramento tradizionale e dal quale il Psi lametino — dilaniato da furibonde falde interne, con accuse incredibili, che a giugno avevano portato all'esclusione dalla listo del candidati di 5 consiglieri uscenti — s'è tratto fuori. Una situazione in sostanza eccezionale e di de-grado alla quale si è risposto in modo eccezionale. Costantino FUtante, deputato e consigliere comunale del Pei, snocciola le cifre di questo degrado: 104 sezioni di scuola materna alloggiate in sottoscala; il dilagare dell'abusivismo (l'edilizia è cresciuta in 15 anni del 300 per cento mentre la popolazione cresceva del 20 per cento); 70 mila abitanti serviti di acqua potabile solo fino alle 11; tutti i servizi comunali appaltati a privati; spinte municipalistiche fra i tre comuni che diedero vita a Lamezia—incastro, 8ambiasr e Sant'Eufemia — mai sopite. L'accordo a quattro—bisognerà vedere che sorte subirà dopo l'Inatteso stop di martedì — ha puntato con un programma dettagliatissimo a porre mano a questa drammatica emergenza di Lamezia dettando soprattutto - regole nuove In tema di appalti, nomine e questione morale. .
Filippo Vdltli
1 cornpafni «Iella » • tenone del Pei partecipano conwnoan^ dolore del-la caraLaura per la morte del padre
M1CHEUE PIANTA irrita»-
g ttlUOStUs'aa
.Mauro «Al le awiéiietiiim »
Renaio e Maddalena i del loro con-
•UCCAftUttOTTARELLO penembre ^
addolorato
ELENA AMMANO vedova Benino. Funerali gioeedi 4 attuinole ore S.15 dtlllstituto di nuditi»», leana*. via CMabrer* 37. Torino. 3 «età-more IMO
É morta U. ELENA ARMANO
1 conrunitti della 1» anione comuni-anv, eddulurati per la ma «compara farcita e demontica, iniziata ai
della Reùteua. In sua me-perrVfttU.
Nella ricorretta del 11- della i parsa della tontpafna
EMILIA REBAGLIATI 0 fratello, la cognata, la nipote Marnacela. O nipote Antonio e famifUa
ricordarla con immutato nffeno Mi 30O000 lire per
Savona, 3 «eneinbie Ito*
P.
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MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l'Unità - DAL MONDO
SICUREZZA E DISARMO
I Ps europei ricercano una piattaforma comune Riuniti a Francoforte i socialisti della Cee - La Spd crede in una intesa della sinistra - I punti di accordo e di disaccordo - Le posizioni di francesi e italiani
Dal nostro Inviato FRANCOFORTE — Una piattaforma comune di tutta la sinistra europea sul disarmo e la sicurezza? L'obietti-^ vo non appare dietro Tango-* lo, tenuto conto delle differenze e del contrasti che ancora esistono non solo tra le forze diverse della sinistra, ma nel seno stesso della «famiglia» socialista. Eppure la Spd ritiene che ci si possa arrivare, e relativamente presto. Entro la fine dell'87, almeno 1 partiti socialisti euro-pel, quelli della Cee e quelli dellaNato, potrebbero elaborare un «comune concetto della sicurezza» in Europa cui adeguare le proprie politiche e, soprattutto, cui ispirare una iniziativa collettiva.
È quanto ha sostenuto Egon Bahr, esperto di politica della sicurezza per la Spd, In una riunione del gruppo socialista al Parlamento europeo che si tiene In questi giorni a Francoforte. In un certo senso, Bahr, esponendo il documento sulla politica della sicurezza approvato la settimana scorsa dal congresso della Spd, doveva convincere 1 socialisti dell'area «latina», ostili (soprattutto francesi e italiani) al «radicalismo» dei partiti del centro e del nord Europa, sulla giustezza e sulla praticabilità della «linea tedesca».
Ci è riuscito? Su alcuni punti un avvicinamento c'è stato, mentre restano divisioni, anche profonde, su altre questioni. Ma l'impressione generale che si è avuta a Francoforte è che la situazione, all'interno della «famiglia socialista» sia In movimento.
Con 1 francesi — ha ricordato Bahr — la Spd ha lavorato tre anni (con un'apposita commissione mista) per avvicinare le posizioni, e qualche risultato si è visto. Anche con gli italiani un certo disgelo c'è stato. Mario Di-dò, l'unico socialista italiano che ha partecipato alla discussione sul disarmo e sicurezza a Francoforte, sostiene che le posizioni tra 1 due par* titl sono oggi meno lontane, pur se ne attribuisce il merito al maggior «realismo che dimostrerebbe la Spd, cominciando a «tener conto degli aspetti militari della sicurezza».
Vediamo dunque le convergenze e le divergenze emerse a Francoforte, tenendo conto che quella del gruppo parlamentare europeo non e l'unica sede in cui si discuta di piattaforma comune. Sforzi, sempre promossi dalla Spd e dal parittl nordici, si sono fatti nell'Internazionale socialista (in particolare nella commissione disarmo presieduta dal finlandese Mauno Kolvisto) e più ancora nel gruppo del partiti socialisti della Nato che ha tenuto due riunioni particolarmente significative, a Lisbona nell'64 e a Bonn l'anno scorso, e ne terrà una terza a Oslo la prossima settimana.
Accordo c'è, secondo quanto ha riferito ai giornalisti Rudi Arndt, esponente Spd e presidente del gruppo ai Parlamento europeo, sulla necessità di eliminare dall'Europa le armi nucleari tattiche; sul mantenimento del trattati esistenti; sulla rinuncia a partecipare alla Sdì; sulla non installazione di armi chimiche; sulla riduzione degli armamenti convenzionali; e soprattutto su un concetto di sicurezza reciproca che sfoci nella creazione di un «sistema di sicurezza collettivo» composto dagli Stati del due blocchi e da neutrali e non allineati.
I contrasti non risolti, però, toccano un punto assai profondo. TJ concetto di «sicurezza reciproca» implica o no la rinuncia, almeno In prospettiva, alla dottrina della dissuasione nucleare? I socialisti francesi, come è noto, difendono la force de frappe e questo ha costituito, finora, la difficoltà maggiore. di fronte alla rigida pregiudiziale antinucleare del partiti nordici. Proprio In questo campo, però, si segnalerebbero le novità più interessanti. Dai lavori del gruppo franco-tedesco è emerso lo schema di un compromesso In base al quale 1 francesi accetterebbero una limitata europelzzazione del loro arsenale nucleare, che farebbe cos. da •ombrello» anche alla Germania (e sostituirebbe la funzione ineliminabile attualmente svolta dalle forze nucleari americane nel quadro della «risposta flessibile»). Dall'altro lato, 1 partiti nordici accetterebbero un temporaneo mantenimento della deterrenza nucleare. Un cenno di flessibilità In questo senso era contenuto nel discorso che il rappresentante olandese Wlm Kok ha pronunciato «torni fa al congresso della spd.
Egon Bahr
Siamo, comunque, solo ai prodromi di un difficile dialogo: 11 contrasto resta, e non è da poco. Proprio questo, però, rende più interessante la novità che la Spd ha Introdotto con il congresso di Norimberga nella linea che, anche dal punto di vista militare, dovrebbe sostenere Tipo-
Rudi Arndt
tesi del sistema di sicurezza collettivo: la trasformazione, reciprocamente negoziata, delle forze delle due alleanze in Europa in senso «strutturalmente inadatto all'attacco». Durante il congressosi è abbondantemente Insistito sul significato di questa proposta (nonché sulle resisten
ze che essa è destinata aln-contrare presso l'attuale amministrazione Usa e anche presso alcuni governi euro-pel che hanno imboccato la strada della «riforma strisciante» In senso offensivo della dottrina militare Nato), ma Francoforte à stata la prima occasione In cui essa è stata discussa fuori dal partito socialdemocratico tedesco. Con reazioni — va detto — significative anche tra 1 rappresentanti del partiti più lontani dalle posizioni della Spd. Didò, per esemplo, ha affermato, a nome del Psl, di trovarla «Interessante» e «da discutere».
Il nuovo concetto introdotto dalla Spd non sarà, forse, la chiave che apre tutte le porte e cancella tutte le divisioni, ma si presenta come uno del «contenuti possibili» di quella piattaforma comune sul disarmo e la sicurezza la cui costruzione è problema non solo del partiti socialisti, ma di tutta la sinistra europea.
" Paolo Soldini
GUERRA DEL GOLFO
Gli iraniani occupano una base radar irakena L'improvviso attacco all'alba, nelle acque dello Shatt el Arab « È la seconda operazione offensiva nel giro di appena 48 ore
KUWAIT — Il fronte tra Iran e Irak è in movimento, si colgono insistenti segnali sul-l'approssimarsi della preannunciata «offensiva finale» da parte delle forze di Teheran. Dopo aver lanciato lunedi l'operazione «Ker-bela 2» sul fronte settentrionale del Kurdistan, Ieri gli iraniani hanno sferrato un attacco navale, denominato «Kerbela 3», contro una importante postazione radar irakena nell'estremo sud, nelle acque dello Shatt el Arab. Anche In questa occasione il comando di Teheran annuncia la «vittoriosa conclusione» dell'attacco, mentre le fonti irakene — contrariamente al solito — si mantengono piuttosto prudenti. -
La base attaccata è l'isola di Al-Ummaya, una trentina di chilometri al largo del porto di Faw (già occupato dagli iraniani da qualche mese). Un tempo piattaforma petrolifera, l'isola era stata abbandonata come tale all'inizio della guerra ma era stata occupata poi dal militari che vi avevano installato una sofisticata stazione radar, importante per il controllo e la guida delle Incursioni dell'a
viazione di Baghdad contro obiettivi in Iran e soprattutto contro le installazioni petrolifere nemiche. Secondo Teheran, l'isola è stata occupata «di slancio» all'alba di ieri dopo un attacco delle forze navali; una fregata ira-. kena sarebbe stata affondata e un aereo abbattuto. Contemporaneamente è stato pesantemente bombardato il porto Irakeno di Qasr, di fronte alla penisola di Faw sopra citata. Baghdad ha ammesso l'attacco, definendo tuttavia quello di Al Ummaya un «terminale abbandonato» e affermando che l'azione iraniana è un «tentativo di propaganda flagrante, votato al fallimento».
L'occupazione della base è indubbiamente un successo di importanza immediata, giacché — come ha sottolineato l'agenzia di Teheran, Ima — dà agli Iraniani «la sicurezza aerea e marittima nel settore settentrionale del Golfo» rendendo più difficili i rald irakeni. Al tempo stesso, il rapido susseguirsi di operazioni d'attacco sia al nord che all'estremo sud degli oltre mille chilometri di fronte tra 1 due belligeranti costituisce una evidente conferma dei preparativi offensivi del comando di Teheran.
URSS
«L'arresto diDaniloff non è una ritorsione» MOSCA — Il portavoce del ministero degli Esteri sovietico. Ghennadl Onerassi-mov, ha smentito ieri che l'arresto del giornalista americano Nicholas Dani-loff rappresenti una ritorsione per quello, avvenuto a
New York il 23 agosto scorso. di Ghennadl Zakharov, un funzionario sovietico delle Nazioni Unite. Si tratta, ha detto, di un «caso separato».
Gherasslmov, che è stato sollecitato a discutere il caso dai giornalisti occidentali al termine di una conferenza stampa sulle verifiche dei test nucleari, ha definito la vicenda Danlloff «spiacevole». A suo avviso il corrispondente di «Us News and World Report» è stato colto «con le mani nel sacco» mentre riceveva un pacco contenente documenti segreti, in un «luogo fuori mano» dove «era andato di propria volontà». Ad ogni modo ha aggiunto che a decidere sulla colpevolezza o l'innocenza di Danlloff sarà la magistratura cui il caso verrà affidato al ter-
COLOMBIA
mine delle indagini degli investigatori. Gherasslmov ha concluso osservando che l'episodio «non dovrebbe incidere» sui rapporti Urss-Usa, e ha ribadito che da parte sovietica prosegue la ricerca di un miglioramento delle relazioni.
A Mosca è intanto giunto il proprietario e direttore del settimanale «Us News and World Report» per cui Danlloff lavora, Mortiroer Zu-ckerman. Zuckerroan ha Incontrato Nicholas Danlloff In carcere. All'uscita ha detto ai giornalisti: «Ho dichiarato ai funzionari della prigione che vorrei portare Danlloff con me quando giovedì ripartirò. Mi è stato risposto che probabilmente partirà con un altro aereo. Spero che questo significhi che sarà rilasciato presto».
Brevi
LIBANO Positivi risultati della prima riunione del governo dopo nove mesi
Beirut, torna la speranza Tregua e avvio del dialogo fra cristiani e musulmani
Proclamato un cessate il fuoco immediato e generale, venerdì nuova riunione per gettare le basi di un «accordo nazionale»
BEIRUT —• Ferree misure di sicurezza per la riunione del governo. La foto mostra uno dei tiratori scelti che hanno tenuto sotto controllo l'ippodromo dove i ministri erano riuniti
BEIRUT — Quel che sembrava irrealizzabile è invece avvenuto: dopo nove mesi di dura contrapposizione, anche con le armi, 1 «signori della guerra» cristiani e musulmani si sono riuniti sulla «linea verde» che divide in due la capitale libanese — protetti da un mastodontico apparato di sicurezza — ed hanno gettato le basi per un dialogo di riconciliazione, proclamando «un cessate 11 fuoco immediato, generale e stabile» che renda possibile 11 raggiungimento di «una pace definitiva su tutto 11 territorio del Libano». Un annuncio in questi termini è stato dato dal primo ministro (musulmano) Rashid Kara-meh al termine della riunione del governo, la prima appunto da nove mesi a questa parte, che in tre ore ha superato il muro della incomunicabilità fra ministri cristiani e musulmani. Karameh ha
USA-LIBIA
Ora Walters rinuncia a sollecitare sanzioni
Deludente per l'inviato di Reagan anche la tappa di ieri a Bruxelles - Tindemans ribadisce il no belga a misure economiche
BRUXELLES — La missione europea dell'inviato di Reagan, Vernon Walters, si sta svolgendo decisamente in tono minore: dopo Madrid, anche a Bruxelles egli ha riscontrato ostilità verso l'imposizione di nuove sanzioni contro la Libia e ancora più verso la prospettiva di azioni militari; ed anzi, con quella che non può che essere considerata una marcia indietro (alla luce delle indiscrezioni della vigilia), ha rinunciato a chiedere esplicitamente ai governi alleati l'adozione di misure concrete. In una intervista alla radiotelevisione belga Rtbf (suo unico contatto con la stampa a Bruxelles) Walters ha detto infatti che non intende sollecitare ai governi europei misure antiliblche: «Ho dato al ministro Tindemans le nostre informazioni, ho ascoltato il punto di vista belga e ne riferirò al presidente Reagan». D punto di vista belga non è molto diverso da quello spagnolo. Il ministro degli Esteri, Tindemans, ha detto che Walters gli ha esposti 1 «segnali» secondo cui gii Usa ritengono che Gheddafi stia preparando nuove azioni terroristiche (ma già a Madrid gli «Indizi» portati da Walters erano
stati giudicati «insufficienti») ed ha aggiunto di aver ricavato l'impressione che «per il momento non si parli» di un attacco alla Libia; lo stesso Tindemans ha ribadito l'opposizione del Belgio alla messa in atto di sanzioni economiche, poiché l'atteggiamento del Paesi della Cee verso la Libia va definito «nella eornlce della cooperazione politica». In proposito, a fine settimana ci sarà a Bruxelles una riunione del ministri degli Esteri della Comunità.
Successivamente Walters ha incontrato 11 vicesegretario generale della Nato, l'Italiano Marcello Guidi (essendo assente lord Carrin-gton). Non c'è stata alcuna dichiarazione, un portavoce si è limitato ad affermare che «sono stati affrontati temi di interesse comune, fra cui la lotta al terrorismo in tutto il mondo». Poi Walters è partito per Parigi, anche se non se ne è data notizia per ragioni di sicurezza.
In definitiva, sembra che Reagan si veda costretto a rivedere la sua linea; e il «Wall Street Journal» parla infatti di un nuovo piano per combattere Gheddafi incoraggiando 1 suol oppositori interni.
M.O.
Shultz al vertice Mubarak-
Peres? AMMAN — Il vicesegretario di Stato americano Richard Murphy è Impegnato In una missione di sondaggio In Medio oriente, che lo ha portato lunedì a Tel Aviv e Ieri ad Amman e che proseguirà oggi o domani in Egitto. Sco
po essenziale della missione è non solo di verificare la disponibilità di Giordania ed Egitto a rilanciare il processo di pace con Israele, ma anche di sondare la possibilità di un viaggio nella regione dello stesso segretario di Stato Shultz ed in particolare di una sua eventuale partecipazione al prossimo vertice fra il presidente egiziano Mubarak e il primo ministro israeliano Peres.
Come si sa, il vertice dovrebbe svolgersi il 10 o N I settembre ad Alessandria d'Egitto (anche se data e luogo non sono ancora stati annunciati ufficialmente). A premere per una partecipazione di Shultz è l'israeliano Pero, ed è evidente perché: la sua presenza suonerebbe come un rilancio di quella
concertazione triangolare su cui si fondava la politica di Camp David. Proprio per questo sembra che Mubarak sia tutt'altro che entusiasta dell'idea; ed è questa la ragione per cui Shultz, prima di prendere una decisione, ha mandato Murphy in avanscoperta.
L'inviato Usa ha avuto lunedi sera un incontro di oltre un'ora e mezzo con Peres al termine del quale non ha voluto rilasciare dichiarazioni, precisando solo che resterà nella regione «alcuni giorni»; Ieri mattina si è trasferito ad Amman dove si è incontrato con 11 primo ministro Zeld Rifai ed è poi stato ricevuto da re Hussein. È interessante ricordare che nei giorni scorsi era stato ad Amman 11 vi-cerolnistro sovietico degli Esteri Vorontsov.
Assassinati in 48 ore 2 deputati di sinistra
BOGOTÀ — n precario precesso di pace avviato nel paese grazie agli accordi tra Il governo e la guerriglia rischia ormai di naufragare definitivamente, sotto I colpi di mitra di un'estrema destra troppo tollerata e protetta da settori Importanti delle forze armate. La tensione nella capitale è nuovamente molto alta dopo che gli «squadroni della morte» hanno assassinato l'altro Ieri 11 senatore Pedro Jimenez Obando, dell'Unione patriottica (Up) un partito di recente costituzione In cui sono raggruppati gli ex guerriglieri delle Fare, comunisti e altri gruppi di sinistra. Jimenez Cibando è U secondo parlamentare della sinistra ucciso nelle ultime 48 ore (Il primo era Leonardo Posada
Pedraza), e il venticinquesimo dirigente della «Up» assassinato nelle ultime due settimane.
L'attentato di cui £ stato vittima 11 senatore Jimenez Obando, amico personale del presidente Virgilio Barco Vargas, è avvenuto a Volla-vicenclo. In quello stesso momento, nella capitale, 1 dirigenti della «Up» erano riuniti con il ministro degli Interni, Fernando Cepeda TJlloa, per esaminare proprio I meccanismi di difesa dal gruppi paramilitari di estrema destra. L'ex candidato presidenziale dello schieramento di sinistra, Jaime Parco LeaL ha accusato Ieri del recenti crimini gli «Squadroni delia morte» protetti da alcuni settori del servizi segreti dello Stato e appoggiati da civili dell'estrema destra.
Colloqui Usa-Urss «uT Afghanistan MOSCA — la quatti»»» afghana* afeantro di un iimasut abitalo lari • " sa ira una duUmaiora W W I M ad una americana. napanfraumija guV
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Rivista d'opposizione sequestrata in Cile SANTIAGO — U rivista «Aneiiiai. accusata H vici— te !____ _^_ sicurezza dato Stato, a stata aoapass par tra numeri. I (franerà Juan Paolo Cardanaa are stato Morato pochi sferra te • di i
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Prossimo incontro Thatcher-Lutfi LONDRA — I primo irànisvo agajano Ai LntR andrà a Londre le piOMÌH» par incorili aia i prsrmar Uitanmco
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Destituito generale argentino BUENOS AHES S rnMseo data Difesa argentino IMsUu masso in congedo santa usawiau i comandano» daia di Rosario, oso» ala Eduardo Generi.
Rabat chiederà H visto agii arabi? RABAT — • governo rnaracctvtìo ihiende oNedoro S visrtstori cria provangano da Lontanacele ^ "
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BELGIO
Piduista non sarà portavoce
del governo BRUXEU.ES — Hans De Belder, 11 diplomatico belga LI cui nome figura negli elenchi degù iscritti alla loggia P2, non sarà, almeno per ora, 11 portavoce del ministero degU Esteri <*-< Bruxelles. È stato lo stesso De Belder a chiedere un rinvio «sine die» in attesa che si chiarisca la sua posizione. La nomina è stata sospesa. Per l'esame del suo caso U governo belga ha chiesto Informazioni e documenti alla Commissione parlamentare d'inchiesta italiana sulla P2. Proprio Ieri U quotidiano «Drapeau rott-ge», organo del Pe belga, che
Sprinto rivelò lo scandalo, pubblicato il contenuto di
set tìecumenu relativi «ile qvsot* pagate da De Belder per iscriversi «IDI loggia nel 1978 e 1877.
SUDAFRICA
Proteste per i l religioso torturato
PRETORIA — n ministro sudafricano per la Legge e l'Ordine, Luis Le Grange, ha dichiarato alla Corte Suprema di Pretoria che U segretario della Conferenza sudafricana del vescovi cattolici, Smangallso Mkatshwa, insegnava al giovani neri come fabbricare molotov. Questi ha replicato, dalla prigione dove è detenuto, che le accuse sono •assurde, ridicole, diffamatorie e vili». La Conferenza del vescovi ha chiesto che la prigionia del reli-gtoso sia dichiarata Illegale se U tribunale confermerà che padre Mkatshwa e stato torturato. Intanto dopo U Papa, Ieri hanno indirizzato lettere di protesta a Botha U primate cattolico inglese e I presidenti delle Conferense episcopali Usa, canadese,
anche aggiunto che una nuova riunione si terrà venerdì — sempre nell'Ippodromo di Beirut, che si trova praticamente a cavallo della linea di demarcazione — per discutere «I fondamenti di un nuovo patto (fra le diverse confessioni, ndr) e gU strumenti che permettano al governo di riassumere U controllo delle installazioni pubbliche e del porti, attualmente nelle mani di varie milizie».
È un risultato che va decisamente al di là delle aspettative della vigilia, anche se l'esperienza di questi undici anni di guerra induce a considerarlo con una certa cautela. È la quarta volta, nel soli ultimi tre anni, che le contrapposte parti libanesi tentano di mettere fine alla guerra civile; questa volta tuttavia l'elemento di novità risiede nel fatto che è la prima volta che 1 libanesi trat
tano autonomamente, senza «mediatori» esterni, e sul loro territorio (l precedenti tentativi ebbero luogo a Ginevra nell'ottobre 1983, a Losanna nel marzo 1984 e a Damasco nel dicembre scorso).
«È stato discusso — ha detto Karameh — un plano di accordo nazionale. Abbiamo anche deciso di riorganizzare l'esercito libanese In modo che possa servire tutti 1 libanesi senza distinzioni religiose. È stato discusse un plano per la liberazione del sud del Libano dall'occupazione israeliana (ma nel sud ieri si sono rinnovati gli attacchi contro postazioni di "caschi blu" dell'Onu) e per la messa in pratica delle risoluzioni dell'Onu».
Oggi si riunirà a Beirut-est il vertice del leader cristiani per valutare l'accordo raggiunto. Radio Damasco ha salutato l'intesa con entusiasmo, garantendo l'appoggio della Siria.
MUNICIPIO DI POZZUOLI PROVINCIA DI NAPOLI
Licitazione privata per il servizio trasporti alunni per l'anno scolastico 1986/87
A norma dell'art. 7 della legge n. 14 del 2 .2 .1973 . cosi come sostituito dall'art. 7 della legge 6 8 7 dell'B. 10.84. Avvisa che questo Comune dovrà indira licitazione privata per l'appalto del servizio trasporti alunni per l'anno scolastico 1 9 8 6 / 8 7 , per corse urbane dì andata e ritorno ed extraurbane, per gli importi rispettivi a base dì appalto di U è 1 .103 .272 .500 e Lire 1 .164 .762 .500 . La licitazione avverrà secondo le modalità previste dall'art. 1 L A della legge 2 . 2 . 1 9 7 3 n. 14. Le ditte interessate dovranno far pervenire a questa Amministrazione comunale (tramite la segreteria generale) eventuale richiesta in bollo nel termine di giorni 10 dalla pubblicazione del presente avviso sul bollettino ufficiala delia Regione Campania nell'intesa che ciascuna delle concorrenti potrà aggrudtearsi un solo lotto. Pozzuoli. 14 agosto 1986
IL SINDACO: dr. Antonio CiariegUo
MUNICIPIO DI POZZUOLI PROVINCIA DI NAPOLI
Oggetto: livori di recupero n. 3 lotti rione Terra
Questa Airwiinisuazione devo indéosi^^ Sta fissate dar art 1 tot*, a) detta legge 2.2.1973 n. 14 (senza prefissano di Imita di ribasso) • con i metodo di cui alla tetterà e) dola legge 23.S.1924 n. 827 e successive modifìcaziont e con 1 procedvnento di cui sTart. 76 de*» stesse legge 827/84 par r appalto dei lavori di recupero edSz» dei sottokKfcati corpi di fabbrica del rione Terra par gi importi a baso di apparto appresso JOsJClfìCJTs"
11 lotto A Lire 811.855.209 2) lotto 8 Uro 444.054.400 3) lotto C Lire 482.488.400
Le Impresa interessate dovranno far pervenire atta segretaria del Comune di Pozzuoi domanda di partecipazione in competente bolo per ciascun lotto entro e non ottre 10 giorni dato purjb&eazio-ne Osi presente 'avviso sul BoSattino atti ufficiai dato Regione Campania. Per la partecipazione al presente apparto le imprese concorrenti dovranno essere iscritte aTANC per la categoria 2 e per l'importo di rsuittone almeno pari a guaio posto a base d'asta. Sono ammesso a partectpara al presente appalto anche imprese riunite o che dichiarino di volersi riunire nonché consorzi di cooperative regolati data legge 25.6.1909 n. 422 a successive modrlt-cazioni ed integrazioni purché ciascuna delle stessa sia iscritta aJTAnc per la categorie corrispondente e per almeno un quinto daTimporto a basa di apparto ed in ogni caso la somma degfi importi per i quei sono iscritte deve essere almeno pari st'importo dei lavori da appartare, ai sansi di quanto previsto dato legge S84/1977. __ _ L'AmiTWMD'Aziono si riserva di affidare al*appaltatore lavori og* giuntivi ai sensi, con le modafta ed ale condtioni di cui erari. 12 dato legge n. 1 del 3.1.1978. Le istanze di pertecipaz'one non vincolano rAnwninisu azione. Poz-zuofi. 16 lugfo 1986.
•.SINDACO: dr. Antonio Oarlegfio
MUNICIPIO DI POZZUOLI PROVINCIA DI NAPOLI
Amrnii astrazione con le modeste fissate darert. 1 lati, d) dato fogge 2.2.1973 n. 14 per rapporto dai lavori di ampSarnento dal civico cimitero relativo ala 2* parte del 1* torto per rimporto a base d'asta di L 1.900.114.896. Le Imprese aitsrsssete dovrai aio far parvenàe ala segretaria del Comune di Pozzuoi domanda di partecipazione in competente bolo entro e non dire 21 giorni dato pubtoKc azione del presento avviao aula Gazzetta ufficiale dato Con*wnjta europea. Per le partoupozione al pi esenta appalto le imprese concorrenti dovranno eeaare leu il te al'ANC per le categorie e per nmpui io di rsxiUiono almeno pari • quoto posto e beee d'asta. Sono ammesse e partecipare af presente appalto anche imprese riunito o che dottorino di volerai riunire nonché iiuiieui a o> cooperative regolali osse legge 2b.o. t "ava n. 422 e Buccesjiiro nwdrficariuni ed immutazioni purché
ttaaee sia iscritta aTAnc per la categoria e par eknenc un Quinto daTimporto e
i di appalto ed in ogni caso la somma dagli Hnportiper i Quei aono (aortite davo essere almeno pari aTimporto dai lavori da appartare), ai aenei di quanto previsto dato legge 584/1977. ^ ^ Lo istanze di penecipazione non vincolano rAmminiseév «"Mve. H preeente bando viene in data ooserna invialo asT Ufficio puMktoaxiona dito Ceo. Pozzuoi. 29 lugfo 1986
IL SINDACO, dr» AneaMB) ClertooJHo
8 l ' U n i t à - ECONOMIA E LAVORO MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986
Cresce il capitale Montedison MILANO — Di fronte a 161 azionisti, riuniti per approvare un aumento di capitale di oltre 900 miliardi (che si andrà ad aggiungere a quelli realiitati da varie società del gruppo nei mesi scorsi per un totale di oltre 1630 miliardi), il presidente della Montedison Mario Schimbemi ha finalmente par-lato delle ultime clamorose operazioni che hanno visto la capogruppo o qualcuna delle controllate in veste di protagonista. Chi si attendeva rivelazioni a sensazione sulla trattativa con il finanziere egiziano Hefaat El Sayed per il controllo della Fermenta e però rimasto deluso. Ma — e questo è più preoccupante — delusa a maggior ragione dovrebbe essere la Consob, che nei giorni scorsi aveva pubblicamente intimato al presidente della Montedison di fornire agli azionisti informazioni che invece sono sostanzialmente mancate.
Ma andiamo con ordine, analizzando punto per punto l'andamento di una assemblea e conclusasi con l'approvazione presso che unanime della proposta di aumento di capitale.
Innanzitutto Schimbemi ha letto la relazione semestrale approvata l'altro giorno dal consiglio di amministrazione. La capogruppo — ha annunciato — chiude il primo semestre con 83 miliardi di utile, contro i eoli 2,8 del primo semestre 85. A livello di gruppo gli utili sai-
Schimbemi glissa sugli interrogativi
della Consob L'aumento è di 900 miliardi - Fermenta: via libera (condizionato) dei sindacati
gono a 227 miliardi contro i 16 dell'anno scorso. A fine anno, secondo una stima che lo stesso presidente ha definito «forse eccessivamente prudenzialet, gli utili di gruppo dovrebbero sfiorare i 500 miliardi.
Fin qui, come si dice, le buone notizie. II gruppo rimane però ancora oberato da una massa enorme di debiti (6.050 miliardi a fine giugno, contro i 4.988 del 31 dicembre 85). E quanto ciò pesi, lo testimonia meglio di tante parole la cautissima reazione della Borsa all'annuncio dei buoni risultati semestrali: il titolo Montedison, ha perduto ieri mattina a Milano oltre il
2%. Ma torniamo all'assemblea. La Consob aveva intimato a Schimbemi di chiarire i dettagli delle operazioni che hanno portato Montedison e Paf (che appartiene a Varasi, il quale e come noto anche il maggiore azionista della stessa società di Foro Bonaparte) a scambiarsi la Intermarine in cambio della Fidenza Vetraria e di una quota consistente della Mira Lanza. Per le sue acquisizioni Montedison — ha confermato Schimbemi — si è limitata a una propria stima, e la somma pagata è la media delle medie delle quotazioni borsistiche degli ultimi mesi. Un prez
zo di favore, indubbiamente. Ma perchè questo scambio? Perchè ci è parso utile, ha detto in sostanza Schimbemi, il qua» le quando vuole evidentemente sa anche scambiare elementari ovvietà per clamorose notizie.
Ma il clou dell'assemblea Io si è avuto con le «rivelazioni» sull'affare Fondiaria. E noto che Montedison- ha acquisito attraverso Iniziativa Meta un 12% abbondante di azioni delia compagnia assicurativa fiorentina al bel prezzo di 740 miliardi senza nemmeno curarsi si avvisare gli altri componenti del sindacato di blocco. La versione di Schimbemi è che un
giorno (il 30 luglio scorso) ino-
E(notamente un agente di ceraio milanese, Attilio Ventura,
gli ha offerto il pacchetto raccolto da non meglio precisati •clienti esteri». Poi c'è stato l'affare.
Il pagamento è avvenuto fin Italia e in lire», ha aggiunto il
{•residente dell assemblea, de-inendo «fantascienza» le voci
secondo le quali alcuni grandi azionisti Montedison si sarebbero arricchiti in misura notevolissima proprio con questo affare, realizzando addirittura per questa via ì mezzi per partecipare proprio all'aumento di capitale in discussione ieri.
Una stroncatura ad effetto, che però non ha consentito agli azionisti di farsi un'idea di come effettivamente siano andate le cose. Gli «scalatori» hanno pagato circa 350 miliardi le azioni che Schimbemi ha ricomprato a oltre 700, e questi soldi sono con ogni probabilità finiti all'estero. E stato davvero un affare? E davvero si vuol far credere che 11 vertice della Montedison sia rimasto del tutto ignaro ed estraneo all'operazione fino al 30 luglio? In verità se la Consob fosse davvero un organismo di controllo avrebbe di che indagare.
Dulcis in fundo la Fermenta. Le trattative continuano, ha detto Schimbemi. L'obiettivo è quello di conquistare «gradualmente, ma in tempi brevi» il controllo del gruppo. La società italiana è disponibile a pagare per il 44,16 % del capitale (e per il 76,6% dei voti in assemblea) un massimo di 340 milioni di dollari (al cambio attuale 476 miliardi). A questa ipotesi hanno dato il via libera (ma condizionato) i sindacati svedesi. Se le azioni comprate saranno meno, spenderà di meno. In caso contrario, ha concluso minacciosamente Schimbemi, «sono già previste alternative equivalenti». Refaat El Sayed è avvertito.
Dario Venegoni Nella foto: Schimbemi • Figa
Lira sopravvalutata? Diminuiamo i tassi Le proposte di De Michelis e il silenzio di Goria sulla crisi monetaria - La utilizzazione di «indicatori» di divergenza fra una maggiore disciplina dei cambi - Il «monetarismo» dei tedeschi e quello degli italiani: dimenticate le politiche fiscali
ROMA — La Banca di Fran* eia è intervenuta per il se* condo giorno consecutivo a parare l'effetto di fughe di capitali che minano la posizione del franco nel confronti del marco. Per il resto il mercato aveva ieri l'aspetto di una superflce tranquilla. Il dollaro, In parole povere, è •fissato» al di sotto delle 1.400 lire in attesa di qualche decisione politica. Il mercato del preziosi, più libero, resta effervescente e l'oro sale ancora, a 395 dollari l'oncia di circa 33 grammi; così anche U platino che tocca 646 dollari l'onda
si attribuisce al governatori della banche centrali, che dovrebbero trovarsi 1*8 settembre a Basilea per la riunione mensile, un qualche «lume» sul futuro immediato. Al convegno dell'Aspen Institute che continua a Venezia da venerdì scorso si parla invece al futuro. Il ministro Gianni De Micheli*, in alcune dichiarazioni fatte al giornalisti (l lavori sono a porte chiuse) parla della necessità di creare un «sistema globale» nelle relazioni internazionali per poi, discretamente, ridursi a chiedere decisioni ai «tre rie-
Brevi
chi» (Stati Uniti, Giappone e Germania occidentale).
Strana mancanza di ambizioni del governo italiano — su questo pare concordi anche il ministro del Tesoro Goria che da tempo non fornisce alcuna indicazione circa la politica monetaria dell'Italia — in una situazione nella quale persino 11 primo banchiere degli Stati Uniti, Paul Volcker, si richiama agli «Indicatori di squilibrio monetario* cui sta lavorando 11 Fondo monetario quale possibile strumento di disciplina collettiva.
Questi «Indicatori» indicano, ad esempio, che gli Stati Uniti Introducono nel mercato mondiale un profondo squilibrio con 1 loro disavanzi e 11 loro indebitamento. Tutu gli altri 145 paesi aderenti al Fondo monetario internazionale dovranno fare da spettatori in attesa di un nuovo «sistema globale» che verrebbe definito, alla fine, in consessi di tre, cinque o al massimo sette paesi?
Si dà rilievo al fatto che l'Italia parteciperà il 27 settembre alla riunione «a sette-in cui si prenderanno le decisioni «di maggioranza* nell'assemblea del Fondo mo
netario. Queste decisioni venivano prese, finora, nel Club dei Dieci (ora undici) comprendente altri quattro paesi di minor dimensione ma attivi nel mercato internazionale anche più dell'Italia, come l'Olanda e la Sviz
zera. C'è da chiedersi in cosa consista il progresso con la formazione di questi ristretti «direttori* dal momento che nessuna decisione presa nel loro seno pare capace di portare un minimo di disciplina e coordinazione nella politi-
Cala di poco in agosto la raccolta dei rondi Diminuitiiriscatti MILANO — I fondi comuni di diritto italiano hanno raccolto nel mese di agosto altri 2.000 miliardi (2.054, per la precisione). 81 tratta di una cifra inferiore a quella del mese precedente (2.369) ma indubbiamente elevata in valori assoluti, se si tiene conto del rallentamento di tutte le attività economiche nel mese classicamente riservato alle ferie. I riscatti rispetto al mese precedente sono diminuiti in misura molto superiore (256 miliardi contro 1707 di luglio e i 1.162 di giou-gno). col riusultato di un'ulteriore crescita del patrimonio netto, che ha superato i 61.600 miliardi.
La ripresa delle quotazioni azionarle ha riportato fiducia In questo genere di investimento a medio e lungo termine, e in particolare nei fondi più direttamente impegnati nell'attività borsistica. Ad agosto sono tornati al vertice della raccolta I fondi bilanciati (862 miliardi, +13,4%). Praticamente stazionari (507 miliardi contro 513) quella del fondi azionari, e in dimionuzione infine quella dei fondi obbligazionari (684 contro 1.094).
ca monetaria degli stessi paesi a «moneta forte».
Tanto è assente una iniziativa politica italiana, quanto più vengono offerte da ministri ed esperti pompose teorizzazioni. Ci viene spiegato, ad esemplo, che l'Italia non può ridurre 11 tasso di sconto per colpa dei tedeschi e dei giapponesi. Beninteso, il tasso di sconto è del 12% in Italia contro il 3,5% in quei paesi. E tuttavia la riduzione dipenderebbe dalla .riduzione dello 0,5% in Germania.
Passando disinvoltamente sulla sponda opposta, ci viene anche detto che la lira è sopravalutata, ha subito un apprezzamento eccessivo. Ma se fosse sopravalutata, si potrebbe cominciare intanto col ridurre proprio il tasso di sconto. Non lo si fa perché 11 gioco rischia di scoprirsi: il Tesoro potrebbe restare senza finanziamenti qualora il «premio* (maggiorazione di rendimenti) venisse eliminato. - SI accusano di «monetarismo* 1 tedeschi, in quanto non intendono aumentare più che tanto la massa monetaria. Salvo poi esibire la forma più pericolosa di «mo
netarismo», quella di separare interamente la manovra monetaria da quella fiscale, dal modo concreto in cui viene utilizzata la moneta. A cominciare dal suo costo per gli operatori di un paese determinato — in questo caso l'Italia — svantaggiati certo assai più dal costo del denaro creato dalla pressione del Tesoro che dalla «sopravalutazione» della lira. -
L'amministrazione Rea-gan è giunta ai grandi disavanzi di bilancio anche per la via di alleggerimenti fiscali accoppiati ad incrementi'sostanziosi della spesa militare. Ih Italia questi medesimi alleggerimenti fiscali toccano ad una parte soltanto del redditi — quelli di capitale — ma non sono meno sostanziosi. La politica di bilancio squilibra l'economia prima ancora che si arrivi alle decisioni di spesa che risultano, in parte, indotte: disavanzo, bassi investimenti. volume degli interessi pagati dal Tesoro. Fatti noti ma lasciati volutamente da parte dal «monetarista* intento a far piroette col suo giocattolo.
r. s.
Fiat Avio: 3 0 0 miliardi per un nuovo motore LONDRA — Tf*ggntom»^aa»t«èU»^<ch«pT»^*x)*dlric»v»Tetoriat Avi» partecipando «te costruzione 01 un nuovo motore per 1 futuro «caccia europeo Era». I motore seri ratizzato dai consorzio Eurojet, I» cu costituto.
1 3 3 % . ts tedesca Mtu con i 3 3 * . la Rat Aviazione con 121 * • la spagnola Sanar con 113%. La previsioni inescano una produzione di duamia motori per pfi ottocento aorai che saranno acquistati osse >Mror«auMia rnStari dai quattro paesi cl»a partactparn al pregar» t£fa> (Gran IVatagna. Gar^ • Spagna).
Banco Roma: si decide l'aumento di capitale ROMA — Gè" azionisti dal Banco dì Roma ai riiv^scof» riamar* maasamolea straordinaria par deBwara suta proposta — avanzata da» consigio di anvnt-rasliarione 1 3 0 giugno scorso — di aumento dal capitata socie»*, che dovrebbe cosi passera da 420 a 700 rrtaardL L'oparaziona segue raumanto affaituato nel settembre scorso che alavò 1 capitala da 280 a 420 mtordu L'aun»jntu»«* effettuato Miravano remissione di 56 m»»om di nuova azioni
maamo nominate di caiquamfla fera.
Delegazione italiana al Gatt DOMA — La iliilinaiinni itatene ai negoziati Gatt. che avranno inizio a 14 eeuemtoo a Muiiwwoao. Uruguay, sart guidata o^rraoi»%oparBCommeido estero, Mno Formica. • negoziato Gatt dovrebbe consentir» e* parseguà-a I
gt aàm ala produtiona.
Orefieeria: cala l'export bene 1 marcato intomo, mano bene la esportazioni- In Hata masi derea sono stati spasi 686 rnSardl in oggetti di
i 562 milera delo scorso arma Dopo ivtUlanuumiu '65, convana, ne» primi cinque masi di quest'anno la i
un mano daaaseerte par canto.
Brindisi, ancora proteste in piazza Per la centrale Enel si decide il 5 Dopo l'ordinanza che ha fermato la costruzione deiTiropianto a carbone i la?oratori, che rischiano il licenziamento, hanno bloccato le strade - Venerdì a Roma da Zanone
Nostro sarvezJo BRINDISI — Per la seconda giornata consecutiva, ieri mattina, Brindisi è rimasta isolata: picchetti di operai hanno bloccato per ore tutte le vie di entrata e di uscita della città pugliese. Malgrado questo, poca o nessuna tensione da parte degli automobilisti bloccati: a protestare non erano, infatti, le maestranze di una «qualsiasi* fabbrica in crisi ma i 2mi-Ia lavoratori impiegati fino a quindici giorni fa nel cantiere della mega-centrale a carbone di Cerano (2.640 Mega-watt) e dall'oggi al domani
•messi in libertà* senza stipendio a seguito dell'ordinanza di sospensione dei lavori emessa dal sindaco, il socialista Ortese. A Brindisi, nel bene e nel male, negli ultimi cinque anni delle centrali a carbone (oltre a quella in costruzione ce n'è un'altra più piccola, la «Brindisi nord* per un potenziale complessivo di 4mila Megawatt, una concentrazione unica in Europa) se ne è discusso molto: è una città attanagliata dalllnqulnamento ma anche da unadurlssiroa crisi (45mila disoccupati), e la scelta «carbone sì o no* o, so*
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Giuseppe Ferrari
Le guerre stellari Il controllo militare
dello spazio. La pace nucleare
L»brì di base Formato uscabie. 160 pagine.
8500 ere
! Editori Riuniti1
Buitonifa ricorso La Sme in tribunale ROMA — È stato presentato In mattinata da parte dei legali della Bultonl il ricorso in appello contro la sentenza emessa dal tribunale di Roma in relazione alla vicenda Sme. La società di Carlo De Benedetti ha agito, dunque, con largo anticipo rispetto al termine massimo per la presentazione del ricorso, che sarebbe scaduto il 15 ottobre.
Come si ricorderà la sentenza del tribunale di Roma aveva negato validità di contratto all'Intesa firmata 11 29 aprile dello scorso anno fra lo stesso De Benedetti e il presidente dentri, Romano Prodi, per la vendita del gruppo alimentare pubblica
Toma, dunque, in tribunale la privatizzazione della Sme: la prima udienza potrebbe essere fissata già In ottobre, ma non è esclusa una sotuxtooe extra giudiziaria (si i parlato negli ultimi tempi di un nuovo accordo) In grado di mettere la parola «fine» a tutta l'Ingarbugliata vicenda.
prattutto, «carbone come* ha diviso e cambiato profondamente partiti, sindacati e arnmlnlstrazlonl. «Le preoccupazioni degli ambientalisti sono diventate anche le nostre — mi dice ad un picchetto un giovane operalo («no, non scrivere il nome, salta sempre fuori il magistrato che ci accusa di blocco stradale*) —. Come sindacato, ma anche come singoli, ci siamo battuti perché l'Enel desse precise garanzie sul livelli dell'inquinamento e sugli impianti di depurazione. Ma adesso ci troviamo a spasso, senza neppure cassa integrazione: vogliamo al più presto risposte precise dall'Enel ma, a questo punto, anche dalla presidenza del Consiglio*. I comunisti brindisini sono dello stesso arriso: «In questi anni — dice Carmine Di Pietrangelo, segretario della Federazione — abbiamo cercato di tenere insieme le questioni relative al lavoro e all'ambiente. In pratica abbiamo elaborato noi le proposte che si ritrovano oggi nella piattaforma unitaria del partiti brindisini. L'Enel sembra, finalmente, disponibile a dare risposte positive alle richieste del movimento ambientalista: dall'impianto di desolforazione (che costerà da solo 1400 miliardi, necessario per ridurre al minimo la fuoriuscita dell'anidre solforosa) a quelli per lo smaltimento delle ceneri. Chiediamo inoltre la riconversione a meta
no o, meglio, la progressiva chiusura della «Brindisi nord*. Duemila posti di lavoro per la costruzione della centrale sono Importanti — aggiunge DI Pietrangelo — ma non abbiamo mal pensato che gli insediamenti energetici siano alternativi all'area chimica (da anni il grande Petrolchimico è In grave crisi, ndr) o fini a sé stessi: devono servire per dare un nuovo impulso allo sviluppo della zona. La sfida alpenta-partìto — conclude DI Ple-trangelo — è proprio questa: noi poniamo la questione della capacità di governo del territorio, loro vedono la centrale come un "affare" di appalti*. Difficile non ricordare la faccia paonazza di Ortese — che nel mesi più caldi di confronto con l'Enel si era più rotte rifiutato di firmare una delibera di so-spensione e che ora inalbera la bandiera dell'ecologia — mentre pochi mesi fa, durante un vertice con 1 dirigenti Enel, litigava furiosamente col presidente della Regione, Il de Fìtto, con reciproche accuse di intromissione negli affari altrui.
Mentre gli operai bloccavano le strade, a Bari si è tenuto un vertice di amministratori regionali e locali. Oltre a ricapitolare le richieste per la tutela ambientale nel documento si richiede che della «vertenza Brindisi* si faccia carico la presidenza del Consiglio, portando tutte te parti Intorno ad un tarola
Gtencarlo Somma
BORSA VALORI DI MILANO Tendenze
L'indie» Mediobanca del mercato azionario ha fatto registrare quota 346.95
con una variazione in ribasso dello 0.93 por canto. L'indica globale Comit
(1972<*100) ha registrato quota 810,88 con una variazione negativa dallo
0.63 par cento. Il rendimento medio dalla obbligazioni italiane, calcolato da
Mediobance, a stato pari a 9.603 per cento 19,897 per canto il precedenti).
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L'UNITÀ / MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986
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uliura «Il mondo in un trifoglio», una
stampa del 1588 e sotto un'immagine del narratore
portoghese José Saramago
Non si potrebbe fare peg-gior torto all'ultimo libro di Primo Levi (I sommersi e i salvati, Einaudi, lire 10.00C) che lodarlo d'ufficio in considerazione della gravità dei temi che affronta, dell'indiscutibile nobiltà delle idee che esprime e della quantità di sofferenza — sofferenza personale, personalmente vissuta — depositata in esso. Tutte queste cose sono vere, naturalmente; ma credo che non sia questo il punto. Non credo, voglio dire, che Levi abbia voluto scrivere un libro nobile o edificante, né che sia stato mosso dal desiderio o bisogno di raccontarci un'altra volta, a distanza di tanti anni, le sue vicende terrìbili e paradossalmente «fortunate» (nel senso che a lui è toccato in sorte di essere, appunto, uno dei pochi •salvati» di fronte a milioni di «sommersi»).
I fatti sono noti, ed è appena il caso di richiamarli brevemente. Levi è stato, giovanissimo, nei lager nazisti; è stato a Auschwitz; è, nel vero senso della parola, un sopravvissuto. E su questa esperienza atroce, quasi non raccontabile, ha scrìtto e pubblicato (nel '47) un racconto, Se questo è un uomo, che è diventato presto un piccolo classico e ha segnato l'inizio, necessario e al tempo stesso casuale, di una più che decorosa carriera di scrittore. Una carriera nel corso della quale Levi è tornato a volte su quei fatti, su quei ricordi, ma ha anche dato l'impressione di volersi creare a poco a poco, legittimamente, un'immagine diversa e autonoma di scrittore, l'immagine di un narratore e non più di un memorialista.
Può darsi che Isommersi e i salvati nasca in qualche misura, inconsciamente, proprio dal rimorso di aver allontanato i compiti e i limiti. del testimone, di essersi voluto scrittore anziché scriba. Ma la cosa più importante, la cosa decisiva è, come ho già accennato, un'altra, e cioè che con questo saggio o pamphlet Levi non ha voluto darci un libro edificante, e nemmeno un libro «bello», ma un libro essenzialmente polemico e «irritante».
Se questo era, come personalmente credo, il suo proposito, penso che Levi ci sia perfettamente riuscito. Bisogna pensare al contesto culturale, prima e più che politico, nel quale il libro è maturato e oggettivamente si inserisce. Da una parte, ci sono i tentativi di falsificare la storia e di organizzare l'oblìo. Nel primo capitolo del libro, Levi ricorda uno dei casi più clamorosi: le dichiarazioni rilasciate nel 78 a un settimanale francese da Louis Darquier de Pellepoix, ex funzionario del governo collaborazionista di Vkhy. Secondo Darquier (che, purtroppo, non è un pazzo isolato, ma l'esempio estremo e grottesco di un atteggiamento mentale assai più diffuso di quanto non si creda), i campi di sterminio nazisti, semplicemente, non sono mai esistiti; sono un'invenzione propagandistica dei vincitori del conflitto per screditare i vinti, e degli ebrei per attirare l'attenzione su di sé e per farsi «compiangere». Tutto inventato: statistiche, cataste di cadaveri, camere a gas™ Le foto scattate subito dopo la liberazione? Nient'altro che fotomontaggi E così via.
Dall'altra parte, c'è l'insidia, molto più sottile, dell'intellettualismo. Anche qui, Levi non si perde in una casistica che sarebbe infinita; cita un solo caso, davvero agghiacciante nella sua schematicità presuntuosa e sug-f estiva. Molti ricorderanno U ilm di Liliana Cavaci uscito
nel 74 e intitolato II portiere di notte E stato un successo di pubblico e, in parte, anche di critica. Personalmente, mi parve detestabile; Levi, con molto fair play, lo definisce «bello e falso». Ma non è tanto sul film (centrato sol rapporto erotico fra la reduce da un lager e il suo ritrovato aguzzino) che Levi concentra la sua stupefatta e indignata attenzione, quanto, giustamente, sulla spavalda autointerpretazione fornitane dall'autrice: «Siamo tutti vittime o assassini e accettiamo questi ruoli volontariamente. Solo Sade e Dostoevskij l'hanno compreso bene~».
Volontariamente! E come se in questo avverbio avventato sì annidassero tatti i mi-
Una recente immagine dello scrittore Primo Levi
«I sommersi e i salvati»: un pamphlet volutamente irritante di Primo Levi che risponde ai
«piccoli inganni» sui lager
ìanto e scomodo il buon senso
cidiali equivoci di un atteggiamento che non appartiene soltanto, come in questo caso, alla sottocultura, ma anche, non di rado, alla cultura •vera». Ad essi Levi contrappone la sacrosanta banalità del senso comune: «Non so, e mi interessa poco sapere, se nel mio profondo si annidi un assassino, ma so che vittima incolpevole sono stato ed assassino no; so che gli assassini sono esistiti, non solo in Germania, e ancora esistono, a riposo o in servizio, e che confonderli con le loro vittime è «ina malattia morale o un vezzo estetistico o un sinistro segnale di complicità.»».
Verrebbe voglia di applaudire; ma sono sicuro che Levi non k> gradirebbe. Levi non vuole il nostro consenso, ma il nostro disagio; vuole, appunto, «irritarci», noi lettori che non abbiamo commesso, ma nemmeno subite, violenze e soprusi come quelli che lui ha subiti, e che troppe volte abbiamo rinunciato a sapere di più, a capire, a rivoltarci™
Spero che si sia intuito, a questo punto, in cosa consistano a mio avviso il senso, l'importanza e la tempestività del libro. Consistono nel riproporci la verità, la nuda, insuperabile oggettività dei fatti, e neirinnalzarle come una barricata contro le tentazioni dell'oblio e più ancora contro il fascino insinuante, forse incontrollabile, in ogni caso troppe volte incontrollato, deir«interpretazione>, dei pensiero che interpreta e non
Sodica. Isommersi eisalva-è. dalla prima all'ultima
pagina, una sfida alle sottigliezze dell'intelligenza in nome di un solido, dolente senso comune; una sfida alle labirintiche delizie della
complessità in nome di una memoria elementare, opaca, faticosa; una sfida alle meraviglie dell'irrazionale in nome di una razionalità rozzamente, eroicamente irriducibile...
In effetti, il punto di vista che Levi assume e ostenta è quello, ingrato e mediocre, del reduce. Un reduce che non vuole condannare (o, perlomeno, non vuole eseguire condanne), ma nemmeno vuole essere «assolto»; che continua a interrogarsi, ostinato, su ciò che è stato fatto di lui e di tanti come lui, e non accetta spiegazioni «brillanti», ma cerca (anche se sa eh?, il più delle volte, non esistono) spiegazioni chiare, semplici, alla portata di tutti, compreso chi, come egli scrìve con ingenua ironia, «non si intende di inconscio e di profondo».
La questione non è davvero secondaria. Solo le spiegazioni del secondo tipo sono infatti capaci di trasformarsi — una volta che si siano trovate, ma anche già, si può sperare, per il fatto stesso che qualcuno si sforzi di trovarle — in indicazioni e ammonimenti Quello die è accaduto, dice Levi, non potrà accadere mai più; ma altre cose possono accadere, anzi sono accadute, anzi stanno accadendo, che gli «assomigliano». che replicano (in altri modi, con altre dimensioni) quel non replicabile errore. E ricordare l'irripetibile, il mostruoso, riflettere SUA»' esso, è probabilmente runico modo per evitare che l'irripetibile si ripeta, che il mostruoso diventi, da verità storica, una verità intima ed eterna con la quale convivere.
Giovanni Raboni
Incontro con lo scrittore portoghese
José Saramago «Dicono che il romanzo e la poesia
siano morti: resiste solo la parola.
possibilmente simbolica»
«La verità è barocca» MILANO — Romanziere, poeta, drammaturgo, Jose Saramago, autore di Memoriale del convento e L'anno della morte di R leardo Rels, pubblicati da Feltrinelli, è stato ospite d'eccezione al Festival Nazionale dell'Unità dove, lo scorso sabato, si è imposto per l'acutezza, la vastità di cultura e lo straordinario humour che contribuiscono a fare di lui uno dei più grandi scrittori viventi, senza dubbio degno del Nobel e, accanto a Fernando Pessoa, il più significativo rappresentante della letteratura -portoghese del 900. Gli abbiamo rivolto alcune domande.
— Chi era José Saramago prima della pubblicazione di «Memoriale del convento» e de «L'anno della mor-- -te di Ricardo Reis»? «Prima della pubblicazio- -
ne di questi romanzi Saramago era uno scrittore sènza' ' molta importanza — che non è detto abbia oggi. Mi ritengo uno scrittore tardivo. Nonostante abbia dato alla stampa un romanzo nel 1947 non ho pubblicato altro fino al 1966 e da quel momento ho scritto alcuni libri che costituiscono un'opera modesta. E necessario giungere agli avvenimenti del 25 novembre 1975 quando in Portogallo scoppio la rivoluzione socialdemocratica. Ero allora direttore dei Diario de notlclas, collaboravo al Diario de Lisboa e facevo del giornalismo rivoluzionario che mi "bruciò" sul plano professionale: dovetti subire la censura che mi alterava 1 testi, li modificava, li amputava, e fui costretto ad abbandonare l'attività di giornalista. Restai senza lavoro e senza speranza di trovarne. Fu allora che dovetti accettare la sfida: scegliere la strada dell'arte ed affrontare i rischi che l'attività di scrittore a tempo pieno comporta. Prima avevo lavorato come funzionario di una casa editrice per dodici anni, credo; ancora prima avevo fatto i mestieri più disparati per sopravvivere: avevo cominciato come fabbro, quindi ero stato meccanico e operalo metallurgico e persino disegnatore. Nel momento della decadenza coloniale e nell'ultimo e più oscuro periodo del fascismo, come ho detto, facevo giornalismo e militanza politica attiva nel Pcp, attività che fecero precipitare la decisione a dedicarmi, con molte difficoltà all'inizio come è comprensibile, alla mia vera vocazione: la letteratura*.
— Nei caso particolare non c'è contraddizione fra militanza politica e attività letteraria? •Praticamente no. Perché
anche se l'essere scrittore adesso limita molto la mia attività politica, continuo una militanza politico-culturale nelle iniziative direttamente o indirettamente promosse dal partito e faccio parte di associazioni di cultura popolare che, in fondo. hanno relazione col mio lavoro letterario. Partecipo a conferenze e dibattiti net sindacati e in associazioni di vario genere. Oggi 11 Porto-callo manifesta un grande Interesse verso 1 propri artisti, U che dimostra come le cose siano cambiate».
— Come si può vedere rincontro fra una cultura secolare vincolata alla tradizione e una cultura «emergente* nel Portogallo di og-
«Giustamente come uno degli aspetti più rilevanti della situazione attuale del mio paese. Condivido l'idea di una cultura emergente In Portogallo, fatto che potrebbe apparire contraddittorio con l'esistenza di una vecchia cultura che ha otto secoli alle spalle. Semplicemente penso che le conseguenze della Rivoluzione siano più profonde dell'Idea riduttiva dì aver soppresso le
tismo, tonalità, spazialità, ritmo, musicalità. Il narratore contemporaneo deve fare appello all'esperienza di tutte le arti, cinema compreso».
— Ma nelle sue opere, delle quali le due ultime sono state pubblicate in Italia, questo confluire tende al barocchismo. «In un certo senso sì. So di
essere uno scrittore barocco e desidero spiegarne 11 senso. Il barocco letterario è, in fondo, una drammatica necessità di chiarezza; il barocco dice di più perché vuole dire meglio. In modo più preciso. Si comincia col dire una cosa, poi un'altra e si continua dicendone altre e altre come se si trattasse di un'amplificazione delle precedenti, fino ad arrivare all'ultima che si possa dire. Affinché l'espressione finale non spenga le altre, né vi si sovrapponga, tutte devono essere visibili contemporaneamente e il tocco conclusivo deve esserne la sintesi. U barocco dice di più e forse dice inutilmente da un punto di vista rigorosamente cartesiano, ma alla fine si resta con la certezza che niente potrà mai essere "detto in modo compiuto».
— Malgrado l'apparente mancanza di speranza nella sua opera, e malgrado ciò che afferma Ricardo Reis a proposito dell'agonia del cristianesimo, non si tratta di prospettare un recupero di miti, una nuova visione del mondo? «La mancanza di speran
za, 11 senso di rottura sono una realtà nel mondo odierno, quindi una chiave di lettura superficiale del miei romanzi. Mi propongo di offrire una visione ampia del mondo, che tradurrei così: 11 mondo cambierà quando
istituzioni di un regime coloniale e successivamente fascista. È come se improvvisamente questo vecchio paese si fosse svegliato e si proponesse un nuovo ciclo evolutivo. L'accettazione di questa nuova fase, una demo-' crazla con i suoi limiti e i suol pregi, spiegherebbe il fenomeno emergente della letteratura e dell'arte in generale. La rivoluzione ha anche permesso l'apertura di nuovi campi di ricerca; stiamo assistendo allo sgorgare del portoghese più profondo sia a livello linguistico che nella presa di coscienza della nostra identità. Ce l'esigenza di capire il perché e il come si è portoghesi, cos'abbia significato per noi la mescolanza di razze e culture con arabi, ebrei e genti dei paesi colonizzati nel corso della nostra storia. Assistiamo a una sorta di bilancio, come se il Portogallo ad un tratto si guardasse allo specchio e si volgesse al passato per verificare ciò che realmente saremo».
— E riguardo alla protezione della cultura portoghese sulle ex-colonie e suIl'Euro-P»? «A mio parere le relazioni
con le ex-colonie sono insufficienti e ciò per responsabilità dei governi porteghesi, I quali hanno assunto posizioni di aspettativa come se, per stabilire relazioni normali, si attendessero cambiamenti di ordine politico e ideologico in quel nuovi paesi. L'importanza del portoghese è quasi una ironia storica: sembra follia che molti paesi che furono colonie, dopo la loro indipendenza abbiano adottato fa nostra come lingua ufficiale mentre noi non ci rendiamo consapevoli di questa realtà. Un esempio emblematico: 11 Portogallo è stato il centoseiesimo paese a riconoscere l'Angola mentre, paradossalmente, il Brasile fu 11 primo a farlo. Per quanto concerne il resto del mondo e l'Europa In particolare, non parlerei di proiezio
ne della nostra cultura, ma piuttosto di interesse verso di essa. Questo fenomeno che si avverte ad esempio In letteratura si verifica, credo» perché In Europa una sorta di vuoto creativo ha condotto a indagare e a scoprire fermenti nuovi in periferia e a constatare, con sorpresa, che un piccolo paese chiamato Portogallo (come è accaduto con l'America Latina e come sta accadendo con l'Africa) sta forse producendo la migliore fiction e la migliore narrativa di oggi*.
— E d'accordo sull'essere definito un romanziere storico? •Assolutamente no. Ciò
che posso affermare è che in ogni romanzo c'è la storia della società che ricorre alla finzione per raccontarsi alla rovescia ma veramente e non secondo il contenuto del testi ufficiali*.
— Ma si sostiene che il remanzo e morto. •Sentiamo dire sempre che
il romanzo è morto. E morto con Proust, con Joyce e probabilmente è morto con José Molina i quali, secondo 1 critici, l'avrebbero portato ai massimi estremi. Non discuto sul fatto che il romanzo sia o non sia morto. Semplicemente affermo che si continua a scrivere. Metterei la questione In questi termini: il romanzo è In uno stato di "vita sospesa". Neppure so quando sia morta la poesia. Ma credo che dalla fusione di narrativa e poesia (entrambe morte secondo la critica) prenda avvio il ritorno alla grande saga, alla grande "favella" primitiva, intendo dire che l'uomo contemporaneo ha bisogno di una grande "favella^che sia voce, voce generale, voce collettiva, voce del profondo. Da questa esigenza può derivare l'incontro di narrativa e poesie perché forse le stesse non servono più separatamente, ma urge che confluiscano in un'unica corrente che definirei "parola poetica". Bisogna però aggiungere croma-
tutti gli uomini e tutte le donne della terra, di ogni razza e di ogni colore, genereranno figli gli uni con le altre. Con questo intendo dire che bisognerà recuperare 11 vissuto storico, spaziale e temporale degli uomini sulla terra. Non si tratta di unificare culturalmente la terra che è una mentre l'uomo, fortunatamente, non lo è. Ma di valerci di tutti i miti, di tutte le culture, non per creare un sincretismo mitico, ma una mitologia nuova. Contrariamente a ciò che sostiene Ricardo Rels, penso che l'uomo contemporaneo agonizzi non perche il cristianesimo stia morendo come in realtà accade, ma piuttosto perché, esaurita la religiosità, si trova dinanzi ad aspettative di vuoto, sorte dall'uso e abusò delle comunicazioni di massa.:Queste, invece di condurre verso una mitologia nuova, hanno generatoli vuoto con il consumo di pseudo miti che, sovrapposti vertiginosamente, non possono mettere radici nello spirito dell'uomo, il quale è quindi rimasto spoglio di legami col passato e senza prospettive per il futuro*.
—Può anticiparci qualcosa sul suo nuovo libro la cui pubblicazione è prevista in Portogallo per il prossimo ottobre? •Non lo faccio mai, ma per
l'amicizia che ci unisce e per le ragioni che mi hanno portato in Italia, infrango la mia consuetudine. A janga-da de pedra (La zattera di pietra) è il titolo del nuovo romanzo che nasce da una mia tesi sulla quale abbiamo già avuto occasione di discutere a lungo e secondo cui la penisola iberica è, almeno culturalmente, una realtà molto diversa dall'Europa. Col passare del secoli, men-
Corrisi e canzona
tre questa si andava Integrando, la penisola Iberica si andava confinando come corpo estraneo. Nonostante il sottofondo latino, la loro appartenenza fisica e in certo modo culturale al continente e malgrado l'affaccendarsi per europeizzarli, Spagna e Portogallo conservano un'indole misteriosa che li distingue e 11 separa dagli altri paesi. (Personalmente difendo la necessità di avvicinare i paesi appartenenti all'area culturale e linguistica lbero-americana e Ibero-africana e ritengo un cattivo affare l'ingresso di Spagna e Portogallo nella Cee). Facendo ricorso alla finzione, assumo la penisola Iberica come un natante di pietra. Sebbene il tempo delle grandi navigazioni sia lontano e non resti niente da scoprire o conquistare, sono convinto che la nostra penisola abbia un destinò diverso dal rappresentare una modesta appendice europea: essa costituisce il punto d'incontro fra America Latina e Africa, "navigando" attraverso l'Atlantico. Questa è la grande utopia che alimenta il romanzo, parallela a quella del Mediterraneo che fu la culla delle civiltà che ci hanno nutrito. Facendo ricorso alla finzione, la storia passa attraverso 11 futuro in un tempo indeterminato e si serve di cinque personaggi — due uomini portoghesi e uno andaluso, una donna portoghese e una gallega — i quali escludono qualsiasi forma di integralismo iberico. Trattando un'utopia, A Jangada. de pedra vuol essere un appello alla bontà e al volere degli uomini; non inventa nuovi miti ma tende a congiungere le nuove forze latenti in questa area della terra*.
Fabio Rodrlguez Amaya
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10 L'UNITÀ/MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986
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È morto l'attore
Peter Chatel BONN — È morto una setti* mana fa ad Amburgo — ma la notizia si è diffusa solo Ieri l'altro • l'attore tedesco Peter Chatel. SI chiamava In realtà Peter Schlaeter, ma il cognome era stato da lui modificato perché «impossibile da prò» nunclare per gli stranieri».
Egli dovette la sua iniziale notorietà in Germania, nei 1971, alla condanna a due anni di carcere che un tribunale di Roma gli inflisse il 2 dlcenv bre 1970 per essere stato trovato 11 7 aprile dello stesso anno in possesso di 40 grammi di marijuana contenuti in un
pacchetto di 150 grammi di tè. Venne rilasciato and tempo su intervento dell'ambasciata tedesca a Roma che fece da mediatrice ad una domanda di 5razia rivolta all'adora presi-
ente Saragat e firmata, tra gli altri, dagli scrittori Heinrich Boll (che allora non era ancora Premio Nobel per la letteratura) e Ingeborg Ba-chmann, dal regista Luchino Visconti e dal giornalista Peter Von Zahn. In seguito, la sua popolarità si consolidò sull'onda del successo di sette film girati con Rainer Werner Fassbinder e della parte svolta nel film «Trolski» di Joseph Losey. I francesi lo conosceva*
- no meglio come regista, anche se in Germania aveva realizzato più spettacoli teatrali che a Parigi, dove decise di vivere dopo le esperienze romane
Curante le quali aveva anche vorato con Ronconi).
Un festivai di teatro
ad Amandola AMANDOLA — È iniziato 111* settembre il festival internazionale di teatro che si svolge, ormai da tre anni, nella cittadina marchigiana di Amandola, In provincia di Ascoli Piceno. La giornata di apertura è stata «affidata* ad una rappresentazione degli stessi abitanti, guidati da Marco Di Stefano e Brigitte Christensen, del danese Teatrat La Luna, In qualità di direttori artistici del festival fé presentano i loro spettacoli: «Romeo and Juliet» e «Madame Eva»). Molti gli artisti invitati: i giocolieri Hot e
Neon, uno americano l'altro canadese, che insieme danno vita ad uno spettacolo in «bill-co» tra circo e teatro; Johnny Melville, attore comico, cantante pantomimo, che presenta «Troubleshooter», uno spettacolo affidato al suo eccleti-smo e travestiamo; Jordcirkus, una famiglia teatrale composta da 10 adulti e 3 bambini che vive e lavora a Stoccolma, presenta «The duel», tratto da due brevi racconti di Joseph Conrad. Per l'Italia Argia Laurini della Cooperativa Teatrale La Piccionaia presenta «A mezzanotte si chiude», testo e regia di Armando Carrara. Oltre agli spettacoli «canoni-ci*,sono previsti numerosi interventi a sorpresa, sia in teatro che nelle strade. Il festival si chiude il 6 settembre.
/ / «Goethe» a Fortini
e Chiusano ROMA — Ripristinato quest'anno, dopo trentasei anni di interruzione, il premio «Goethe». La giuria, riunitasi a Malcesine (Verona) ha assegnato il premio a Franco Fortini «per la traduzione e l'interpretazione del testo» (con riferimento al «Faust») e a Italo Alighiero Chiusano «per gli studi sulla figura di Goethe e l'intera sua opera». La consegna del premi avverrà al castello di Malcesine (una significativa tappa del viaggio goe-thiano sulle rive del Garda), sabato 11 ottobre.
Videoguida
Raiuno, ore 20,30
La grande festa
di Maria Callas
Festa grande per Maria Callas. Questa sera la Bua voce si alzerà di nuovo dall'Arena di Verona e correrà via tv e via radio per tutta Italia e al di là delle frontiere: un satellite porterà le note della «Casta diva» per l'Europa. Il gTande omaggio che l'Arena di Verona rende alla Callas, scomparsa nove anni fa, con una carrellata di quasi cinquecento artisti che si esibiranno sul palco dove si rivelò la cantante lirica nel '47 (e di cui stasera verrà riproposta la registrazione della celeberrima interpretazione nei panni di Norma) viene trasmesso in diretta da Raiuno dalle 20,30: lo spettacolo, dal titolo Questa è l'Arena, qui è nata la Callas è stato organizzato anche per celebrare i fasti del famoso anfiteatro, inaugurato nel 1913. Ma l'Arena, «cuore» della lirica, ha conosciuto uno dei momenti più alti proprio quando quella sera del 2 agosto 1947 ospitò il debutto di una giovane greca di 24 anni, nella Gioconda di Ponchielli. Si chiamava Maria Kalogeropulos, in arte Maria Callas. Un trionfo indimenticabile. Quella sera era nato un mito. Ideatore e regista dello spettacolo è Pier Luigi Pizzi, che ha coniugato generi diversi, dalla lirica all'operetta — per la prima volta qui presentata, — dal balletto alla musica popolare, al tango. E alla moda: i costumi infatti sono stati disegnati e realizzati da alcuni fra i più noti stilisti italiani. Fendi, Ferré, Trussardi, Genny, Capucci. Renderanno omaggio alla Callas Agnes Baltsa, Katia Ricciarelli. Renato Bruson, José Carreras, Carla Fracci, Gheorge Jancu, Mifva, Astor Piazzolla, Maurizio Arena, e poi orchestrali, coristi, ballerini, indossatrici, tutti presentati — non poteva mancare — da Pippo Baudo.
Canale 5: il grande Bang finale Si conclude questa sera con la decima puntata su Canale 5 alle 20,30, Big Bang, il programma scientifico di Jas Gawronski che ci ha accompagnato per tutta l'estate alla scoperta delle meraviglie del mondo. Si conclude anche, in questa trasmissione, il «viaggio» nell'Antartide iniziato la scorsa settimana. L'Antartide non solo è un territorio cruciale per il nostro clima, ma racchiude nei ghiacci la storia climatica degli ultimi lOOmila anni: negli strati di ghiaccio che anno dopo anno si sono depositati sulla sua superficie gli scienziati sono in grado di leggere il passato della Terra. Ma è al di aopra della superficie dei ghiacci che si stanno verificando fenomeni misteriosi, come il grande buco nello scudo di ozono che ci difende dai letali raggi ultravioletti provenienti dal sole, di cui non si sa nulla e che si sta ampliando anno dopo anno. Il secondo filmato sarà dedicato a una delle fabbriche più curiose del mondo, una fabbrica di campane che è anche un monumento di archeologia industriale: fondata nel 1570 è tuttora attiva. Torneremo quindi al mare, per andare a visitare uno degli acquari meglio attrezzati del mondo, a Montery, in California, dove vivono ben cinquemila creature marine. Per il gran finale della serie Big Bang ha scelto uno degli strumenti di tecnologia avanzata che sempre più spesso incontriamo nella vita quotidiana, dalle grandi fabbriche agli ospedali: il laser, cos'è e come funziona.
Raidue: Hemingway e la Fiesta Va in onda questa sera alle 20,30 su Raidue II sole sorge ancora, lo sceneggiato americano diretto da James Gondstone. liberamente tratto dal famoso romanzo di Ernest Hemingway. Ambientato a Parigi e in Spagna negli anni Venti, si racconta il dramma di gente che cerca di dimenticare l'inferno della guerra: interpreti, fra gli altri, Jane Seymour, Robert Carradine, Jan Charleson, Léonard Nimoy e Andrea OcchipintL
Euro tv: il mito del cinema Cinema, terza parte: continua su Euro tv (alle 20,30) il lungo film televisivo di Pupi Avati dedicato al cinema ed alla sua capitale italiana. Cinecittà, interpretato dai suoi «attori scelti», Carlo Delle Piane e Gianni Cavine, oltre a Lino Capoliccbio e Roberta Paladini. Questa sera incontreremo i sogni che diventano — quasi — realtà: ai può «volare» dalla provincia al mito?
(a curo di Silvia Garambois)
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LA TERRAZZA (Canale 5. ore 21.30) L'estate è proprio finita. Tornano le vacche grasse per ì telecinefili. Oggi è una giornata da scelte dolorose. Partiamo da questo film di Ettore Scola che di una lussuosa terrazza romana fa una metafora dei vertici politico-intellettuali del nostro paese. E non son tutte rose e fiori Ricco fl cast: Vittorio Gassman, Marcello Mastroiannì, Stefania SandreUi, Ugo Tognazzi, Carla Gravina, Ombretta Colli, Jean-Luis Trintignant. IL GRANDE SONNO (Raidue, ore 22.10) DMariowepiùclatsicccèHumprireyBogar^affuuicatodaLatiren Bacali in un delizioso «nero» diretto dai grande Howard Hawks. Tutto nasce dalla telefonata a Marlowe di un vecchio generale la cui figlia è ricattata per episodi di dubbia moralità. Dal libro omonimo di Raymond Cbandler. UCCIDERÒ WILUE KID (Italia 1, ore 21.25) Passato molte volte in tv, questo western di Abraham Polonsky resta un gioiello da non perdere. La caccia, condotta dallo sceriffo Cooper, a un indiano fuggito da una riserva diventa una durissima parabola sulla violenza che domina il pianeta America. Ottimo Robert Redford, al suo fianco Robert Blake e Katherine Rosa. EVA (Euro TV. ore 21.30) Una surreale Venezia fa da sfondo alla folle storia d'amore tra uno scrittore e la sua indecifrabile amante. Vi accorgerete che il film è un po' sconnesso: fu sottratto al montaggio al regista Joseph Losey, che qui ha modo di sfoderare solo a tratti la sua classe. Un bel cast con Jeanne Moreau, Virra Lisi e Stanley Baker. GUAI AI VINTI (Raitre, ore 21.30) Continua 0 ciclo su Raffaello Matarazzo. Il film di stasera è un drammone con tutti gli attributi: due gentildonne, all'epoca della prima guerra mondiale, vengono violentate da ufficiali austriaci. Rimangono entrambe incinte. Una tenta il suicidio. Il cast: Lea Padovani. Pierre Cressoy e pochi altri (1955). CRONACHE DI POVERI AMANTI (Retequattro, ore 15.45) Dal romanzo di Vasco Pratolini, un celebre film di Cario Lizzani Siamo nella Firenze del 1925: 0 tipografo Mario fa amicizia con due antifascisti, Ugo e «Maciste», uno di questi viene ucciso dai fasciati e Mario intreccia una tormentata relazione con tua moglie. Ben interpetato da Gabriele Tinti, Marcello Maatroianni Anna Maria Ferrerò, Adolfo Conaolini • Wanda Capodaglio. MAMMA ROMA (Raidue, ore 0.15) Chiudiamo con un Piar Paolo Pasolini poco noto ma pregevole, con una «mattatoriale» Anna Magnani nel nic4o di una prostituta che sogna per il figlio un avvenire rispettabile. Tra fiaba e realiamo, in uno smagliante bianco e nero (1962).
MILANO — Vent'annl di vita, una crescita continua e ora. nell'edizione che si apre domani, un bambino che promette bene. La fiera al giro di boa del ventennale è il Slm Hi-Fi Ives, vale a dire il più grande contenitore europeo di aggeggi per produrre suoni; dagli strumenti musicali, alle apparecchiature audio e video, a tutte le sfumature di qualità e prezzo possibili nell'universo della fruizione di immagini e musica. La fiera di Milano accoglierà l'esposizione per quattro giorni, da domani all'8 s ettembre, in quello che sarà probabilmente, come tradizione comanda, un arrembaggio alle ultime novità, sempre luccicanti, del settore.
Il bambino, Invece, esposto per la prima volta e dotato di vita e strutture autonome rispetto alla fiera-madre, è il primo Ibts, sigla doverosa per semplificare 11 salone: Itallan broadcasting telecomunica-tlons show, destinato ad ospitare tutto ciò che invece ha 11 compito di produrre suoni e Immagini dal ponti radio al mixer, alle apparecchiature di sala. È probabile che a conquistare gli onori della ribalta siano, come al solito (e il Sim Hi-Fi ha una grande tradizione in materia) le manifestazioni collaterali e le iniziative, oltre ovviamente alle mirabilie che una tecnologia in continua gara con se stessa sforna a getto continuo.
Lo si capisce dalle cifre del settore, si tratta anche di un comparto economico di estrema solidità, capace di dare soddisfazioni e fatturati da capogiro. Il mercato dell'Hl-Fi, per esem-
.plo, fattura la bellezza di oltre 476 miliardi (dati '85), vince la crisi superando del 12,2 per cento le cifre dell'84 e si avvia a una riconferma nell'anno in corso» grazie anche alla clamorosa impennata di vendite di quel miracolosi glo-cattollnl che sono i com-pact-dlsc, veri astri nascenti dell'alta fedeltà. Il loro fatturato dell'85 è di 39 miliardi, che non è cifra spaventosa, ma supera addirittura dell'84 per cento i risultati dell'anno precedente.
Ancora più stupefacenti 1 traguardi raggiunti dal mercato della videoregistrazione. Con un televisore a colori quasi in ogni casa, 11 comparto delle videocassette e dei videoregistratori sta conoscendo un boom che non ha precedenti: 574 miliardi spesi nell'85 con una variazione
Domani si apre a Milano la fiera dell'Hi-Fi: il mercato della musica e delle immagini, ormai, colleziona record di vendite
n futuro del suono sarà «fedelissimo»
percentuale sull'anno precedente che tocca il 110 per cento. Se si somma il mercato dei nastri vergini e tutto l'indotto che la videoregistrazione si trascina appresso si arriva ai 658 miliardi. Meno bene vanno gli strumenti musicali, anch'essi massicciamente presenti al salone milanese.
In tempi di musica diffusa — e di riproduzioni sempre più perfette — pare che il consumo di strumenti per suonare davvero (e non per sentire) soffra parecchio. Le cifre, però, denunciano un arresto del trend discendente e qualche produttore parla finalmente di fine dell'emergenza. Sommando tutti gli strumenti possibili e im
maginabili, aggiungendo le edizioni musicali e qualche accessorio, si arriva comunque a totalizzare la bella cifra di 257 miliardi di venduto nell'85, con una variazione negativa, rispetto all'84, di appena lo 0,2 per cento. Anche qui» comunque, la parte del leone la fa l'elettronica, non solo grazie ai prezzi contenuti, ma soprattutto a causa delle spaventose evoluzioni qualitative che sono intervenute negli ultimi anni: non c'è strumento che una tastiera elettronica di buona qualità non possa imitare alla perfezione e ciò influisce necessariamente sul mercato e anche sull'utente professionale.
Quella che si apre doma
ni a Milano, insomma, è una kermesse di grandi proporzioni, grande al punto che alcuni appuntamenti europei del settore sono saltati proprio per far spazio alla manifestazione italiana, come ha fatto la fiera di Francoforte dedicata agli strumenti musicali che ha rinunciato quest'anno alla sua edizione primaverile. Altra prova del consistente interesse economico che ruota intorno al Sim Hi-Fi, lo sbarco diretto (e non più per interposto importatore) di alcuni bel nomi che sono colonne del mercato, provenienti dagli Usa e dal Giappone a curare da vicino ì loro interessi in una galassia che minaccia forti espansioni.
Per quanto riguarda l'Ibts, 11 nuovo salone alla prima edizione solo per comodità collegato al Sim, fare il punto della situazione del settore sarà compito prioritario. Con 10 network nazionali, 600 tv private e oltre 3.500 radio libere, l'etere italiano è una giungla di suoni e immagini che poggia su due pilastri essenziali. 1100 milioni di spot pubblicitari diffusi ogni anno portano la linfa finanziarla, le apparecchiature di trasmissione assicurano la possibilità logistica di agire e, forse (ma questo lo diranno 1 convegni del salone) prosperare.
Alessandro Robecchi
Programmi Tv
D Raiuno 10.30 «TRATTO DI DONNA VELATA - Sceneggiato (3* puntala) 11.30 %m TERRRMLE COCCO DI IMAMMA - Telefilm 12.00 JO GARXARD - Sceneggiato con Ivo Garrani 13.00 MARATONA D'ESTATE - Internazionale e* danze 13-30 TEUGtORNALE 13.46 MTRftSO A TAORMINA - Ffcn con Walter Chiari is.3o MUPPET SHOW-varietà 16-10 PAC MAN-Cartonieremati 18.68 SETTE SPOSE PER SETTE FRATELLI - TetoHm 17.45 LISOLA DEL TESORO- Cartoni animati I M O POESIE DELLA SERA 18.18 TRENrANM DELLA NOSTRA STORIA: «1959» 19.40 ALMANACCO DEL «ORNO DORO -CHE TEMPO FA -TG1 20.30 QUESTA £ L'ARENA. QUI £ NATA MARIA CALLAS - m drena
da Varane 22.40 APPUNTAMENTO AL CMEMA 22.48 MERCOLEDÌ SPORT - Pugeato: titolo ìtaiano pesi medi 24.00 TOI NOTTE - OGGI AL PARLAMENTO - CHE TEMPO FA
Salvatore Sciarrino
Musica Fiamminghi e Valloni a città di Castello
Ma il Belgio è diviso anche
dalle note Dai nostro inviato
CITTA DI CASTELLO — Abbiamo visto a Città di Castello conchiglie bellissime. Ciascuna ha il mistero nel gusle è avvolta, e la sua storia, autonoma, ma pur sempre legata alle altre stone del cosmo, con le quali poi concorre a portare avanti una storia del mondo e dell'uomo. Le «conchiglie» sono del Festival delle Nazioni, e quest'anno c'è il Belgio — nazione ospite — preziosa conchiglia tutta da esplorare.
Non ci inoltriamo, però, sui Fiamminghi che stanno da una parte e i Valloni dall'altra, i primi operanti in un'area olandese, i secondi ansiosi di Parigi. C'è di mezzo una demarcazione linguistica, che oggi, diremmo, trova un processo di unificazione nel suono, nella musica.
La conchiglia belga è aperta a tutte le risonanze. E una musica che vive dentro, e per questo richiama l'idea della conchiglia. C'è stato un po' di traffico, tuttavia, per equilibrare, nel Festival, gli apporti Fiamminghi e quelli Valloni. La stessa principessa Paola, che è stata qui in nome del Belgio, ha dovuto poi assistere ad un concerto di stampo fiammingo e ad un altro di marca vallone. Ma l'involucro in cui vive la musica è lo stesso. '. • <- - - •
Qua! è, poi. questa musica belga? Cosi a bruciapelo la risposta sembrerebbe imbarazzante. Senonché, ecco i nomi, importanti e gloriosi, di Cesar Franck, di Vincent D'Indy, Henry Vieuxtempa, Eugène Ysaye e quelli, fondamentali, di Fracois-Joseph Fétis, Francois-Auguste Gevaert. Una conchiglia nuovissima è quella che contiene la musica di Henri Pousseur, e tante altre ce ne sono che portano all'orecchio la vibrazione della musica come quella del mare. Il risultato è che con i belgi — esecutori e compositori — si sta benissimo, anche nell'ipotesi di scrutare una parte sconosciuta del firmamento musicale. Ed è il grande merito del Festival
Abbiamo intravisto la luce (ma fu subito sera, per lui) di Guillaume Lekeu, un musicista di genio, scomparso a ventiquattro anni (1870-1894). il cui avvolgersi nel suono è ben più fitto ai quello del suo maestro: Cesar Francie, che ha avuto qui occasioni smaglianti per riaffermare la sua presenza. La So-
19.00 TG3 NAZIONALE E REGIONALE 19.2S SEMBRA ERI - Documentario 20.00 OSE: GEOGRAFIA OGGI - «Tipi di canai fluviaf» 20.30 XUI MOSTRA MTERNAZrONALE DEL CMEMA- (DaV< 21.30 GUAI Al VMTI-Fern di Raffaeeo Matarazzo 23.06 TG3 NOTO*- NAZIONALI E REGIONALI 23.30 CAPITALI CULTURALI DELL'EUROPA - Documentario
D Canale 5
D Raidue 12.00 A PASSO DI FUGA-Telane «In IvrnigEs» 13.00 TG2 ORE TREDICI 13.18 SARANNO FAMOSI -Tetofìm con Debbia Alan 14.10 L'AVVENTURA - Programma con Alessandra Canale 17.00 DONNE SOLE - Fam con Eleonora Rotai Drago 18.30 TG2 SPORTSERA 18.40 CERA UNA VOLTA m SAMURAI - TetoHm 19.40 METEO 2 -TG2-TG2 LO SPORT 20.30 R. SOU SORGE ANCORA - Sceneggiato con Jane Seymour.
Boctown reoie di Jernes Gondttone 22.00 TG2 STASERA 22.10 R. GRANDE SONNO-Firn con H.Boaan
0.08 TG2 STANOTTE 0.18 MAMMA ROMA -Firn con Anna Magnani
D Raitre 11.00 OSE -MATBNAUDRMTTtCl 11.30 OSE-MOaftMRAFK 12.00 PAUAVOIA'CariipìeriMdslrMnAilemminee 14.00 DI OBMUStCA-V puntata) 18.00 8, CAPPEUO DEL PRETE- (Ultima puntata) • •a*» 6"#» Bjp^RBBj#Btojajp^BBjB7er4)
17.20 IOAANMLAVC*1Dn MONDO • * • » * 18.28 GRANDI MOSTRE . Arturo Martini a Milano
8.30 UNA FAM»LM AMERICANA-Telefibn 9.20 UNA VITA OA VIVERE-Sceneggiato
10.10 GENERAL HOSPITAL - Telefilm 11.00 AUCE-Tetofam 11.30 DALLE NOVE ALLE CINQUE - TeleHm 12.00 LOU GRANT . Teiefam 13.30 SCNTRTRI-TetoHm 14.20 Ut VALLE DB PM-Sceneggiato 10.30 HAZ2ARD-TetoHm con Catherine Badi 17.30 R. MK> AMICO RrCKY - TeleHm 18.00 L'ALBERO DELLE MELE-TeteHm 18.30 KOJAK-Tetofìrn con Taly Sevala» 19.30 LOVE BOAT — TetoHm con Gevin Mac 20.30 BIG BANG ESTATE - Documenti 21.30 LA TERRAZZA -Fam con Ugo Tognazzi 0.30 SCERVFOANEWVORK-TelaHm
D Retequattro 9.20 MARY BENJAMIN- TetoHm
10.10 M CERCA D'AMORE • Firn con Connie Fri 11.80 SWITCH - TeMim con Roben Wagner 12.48 CIAO CIAO-Varieté 14.18 BRAVO DICK-TetoHm 14.48 CON AFFETTO. TUO SaONEY- TetoHm 16.16 CHARLESTON-TetoHm 16.48 CRONACHE DI POVERI AMANTI - Fam con M. 17.60 MARY BENJAMM - TetoHm 18.40 MAI OBOI St - TetoHm con S Zènbefst 18.30 CHARUE'SANGELS-TatoHm 20.30 YELLOW. ROSE - Sceneggiato 22.30 CAMPIONATI USA OPEN DI TENNrS
D Italia 1 • TÉflvfnVn 8.36 SANTORO AND SON
9.00 DANNI BOONE 9.80 L'OVEST SELVAGGK)- Firn con Dato Robertson
11.10 SANFOROft SON-TetoHm 12.30 DUE ONESTI FUORILEGGE- TetoHm
13.30 T.J. HOORER- TetoHm 14.16 DEEJAY TELEVtSION 16.00 FANTASa^UARMA-Tatofikn 16.00 BIM BUM BAM-Variet* 18.00 STAR TREK - TeleHm con VVKem Shatner 19.00 STORIE DI MAGHI E DI GUERRE»-TetoHm 20.00 MEMOLE. DOLCE MEMOLE - Cartoni aremati 20.30 RJPT.DE-TetoHm 21.26 UCCOERO WBJJE KR) - Ftm con R. Redford
1.36 KAZMSKI - TetoHm con Ron Letamai
D TeJetnootecarlo 12.00 PALLAVOLO - Campione* monda* 14.00 VITE RUBATE-Tatanoveto 14.45 GLI ESCLUSI - Fftn con Bm Lencaster 18.30 SNACK - Cartoni animati 17.40 MAMMA VTITORM - Tetonoveto 18.30 SRENZtO-. SI MDE 18.45 HAPPY ANO - Tetonovela 19.46 ASSASSBBO PER CAUSE NATURALI - Firn 23.00 TMC SPORT NEWS 24.00 GUBVTOCCABBJ- TetoHm
• Euro TV 9.00 CARTONI ANBttATI
12.00 MISSIONE BRPOSSaiRX - TetoHm 13.00 L'UOMO TIGRE • Cartoni 14.00 ANCHE IRJCCH. PIANGONO - Tetomjveto 15.00 TELEFRM 18.30 VIAGGJO N FONDO AL MARE - Tel 18.00 CARTONI AMMATI 20.30 CSMEMA- Firn con Certo Deee Piane 21.30 EVA - Fem con Jeanne Moreau 0.20 FBJM A SORPRESA
D Rete A 8.00 ACCENDI UN'AMICA
14.00 L1DOLO - Tetonoveto 16.30 R. SEGRETO 16.30 FEUCrrA DOVE SEI - Tetonovela 17.30 CARTONI ANIMATI 19.30 FEUCrr A DOVE SEI - Ti 20.30 R. SEGRETO - TetonoveU 21.30 Al GRANDI MAGAZZM - T< 22.30 LIOOLO - Tetonovela 23.30 WANNA MARCHI-Vendite
nata per violino e pianoforte, un Quartetto e il celebre Quintetto: un mondo Bonoro, con le sue leggi, le sue fatali mutazioni •cicliche», ancora cosi cariche di energia.
In un ambito post-impressionistico si Bono protese le musiche di Joseph Jongen (1873-1953), di Albert Huy-brechto (1899-1938), Victor Le-gley (1915), Marcel Poot (1901), eseguite dallo splendido complesso fi Fiamminghi», diretto da Rudolf Werthen, che, con il luminoso intervento di Angelo Pereichilli, aveva fatto anche ascoltare pagine antiche di De Croes, Stamitz, Fiocco, Van Maldere. Come si vede, esiste un più lontano cosmo musicale, che ha, poi, attraverso le sue stelle, un incidenza su tante altre stagioni della musica.
I colori della natura sono tantissimi, ma l'uno richiama l'altro, per lontanissimo che fiorisca.
II felice programma belga del XIX Festival è raccordato dai classici, riproposti ad alto livello (Mozart, Schubert, Beethoven: Dino Aaciolla punta, stasera, come su una sua «scoperta», sul Quintetto op. 29 di Beethoven che è in realtà una pagina «pazza* e unica nella produzione beethoveniana), e da escursioni nel nuovo.
L'altra Bera, Roberto Fabbri-ciani, con i suoi meravigliosi flauti, ha dato intensi brividi di suono al soffio di pagine astrali di Salvatore Sciarrino e Brian Ferneyhoug-, domani, Luigi Lanriflotta, con fl suo Gruppo Musica d'Oggi, farà conoscere le nuove esperienze belgbe (Jacqueline Fontyn, Hean Louis Poliart, Karen Goe-jvaerta, Henri Pousseur). H 5 c'è un omaggio al centenario di Liszt (un concerto di Lieder, prezioso nel dissipare dubbi sulla produzione liaztiana in questo campo: un promesso Liszt con Gloria Lanni, impegnata però altrove, è stato rimandato ad altro momento). Verrà poi fl 7. per concludere il Festival, fl aCollegium Institi-mentale Brugense», diretto da Patrick Peire, a tirar fuori dal conchylium belgicum suoni antichi e moderni.
Larga è la partecipazione del pubblico il che anche conferma come una scelta d'ordine culturale aia sempre la «cosa» più importante da seguire, e difendere.
Erasmo Valente
Radio
D RADIO 1 «ORNALI RADIO: 7.0.12.13.19. 23. Onde verde: 6.56. 7.56. 9.57. 11.57. 12.56. 14.57. 16.57. 18.57. 20.57. 22.57. 9.00 «Rad» anch'io '86»; 11.00 Afta stagione: 11.30 Leonardo da Vinci; 12.03 Anteprima «aieobig Parade: 14.00 Master Crty: 15 «Eia-alta, storia de*» invenzioni»: 16 • Peginone; 17.30 Rado uno jazz; 16 Obiettivo I 18.30 Musica «ara; 20 Un i campagne: 21.30 Musica none: 22 Din don din: 23.28 Nomano {tafana
D RADIO 2 «OrUiÀU RADO: 6.30. 7.30. 8-30, 9.30. 11.30. 12.30. 13.30. 14.30. 16.30. 17.30. 18.30. 19.30. 22.30. 6 I giorni; 8.45 cLa tornane»; 9.10 Tra Sc9a • Ceriddh 10.30 «Che ooa-47»; 12.45 «Dova state?»: 15 «€... statemi bene»; 19 Redo due jazz: 19.50 Spiagge mus»-caf; 21 «Helzapoppro; 22.40 Scenda la notte nei gtordra JooàdaiHe. 23.28 Nomano i
D RADIO 3 «ORNALI RADIO: 7.25. 9.45. 11.45. 13.45. 18.45. 20.45. 23.53. 6 Preludo: 6.55-8.30-10.20 Concerto del mattino: 7.30 Prima pagine: 11.52 Pomeriggio musicato; 17-19 Spezio Tre; 21 Concerto dei premia* al XXXVW conca so piaraatiweiwi lesionato «Ferruccio Buaorea 23.58 Nomano Rafano.
D MONTECARLO Ore 7.20 Merrtfcit, gioco | 10 Farti noeti, a cura di f " rara; 11 «lOoiCOOf Mbto.fl tetanico: 12 Oggi a tavola, a cure di Roberto Biaaiol; 13.15 Da chi e per chi. le dedea (par poetai: 14.30 Orto al Mms (par poetai; Seeao • musica: • mewhio data aammene; Le atea» data se**: 15.30 Imtodu-CeftQ. ÌAVBYVÌIIQÌ 16 StwtMF-vfcl fWPftl.
16.30 Ì:17Ubroe 4 rmghor Dreno.
L'UNITÀ PAG, 11-MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986
VENEZIA — Neoclassico. sentimentale, romantico, persino necrofllo: non sanno più cosa escogitare pur di imbalsamare 11 nuovo film di Alain Resnals, Mèlo (fuori concorso per Venezia XLIII), In una definizione schematica che soltanto In minima f>arte riuscirebbe a cogliere a globalità, la complessità
della stessa opera. Un po' è colpa del medesimo Resnals. A chi gli chiedeva, spesso senza aver visto il film in questione, come effettualmente è Mèlo, che cosa tende a dimostrare, Il cineasta, sorridente e distaccato, ha continuato infatti ad assecondare semplicemente le domande retoriche del suol
to tempo va discettando nel suol film, proprio come un illuminato enciclopedista settecentesco, sulle controverse ragioni del cuore e della mente, sull'amore e la mancanza d'amore, sulla vita e sulla morte. Anzi, gli ultimi titoli della sua pur prestigiosa carriera suonano per se stessi eloquenti, e, in effetti, sono del segnali sintomatici di una coerente, inconfondibile strategia filosofica ed esistenziale: da Mon onde d'Amérlque a La vie est un roman, da L'amour a mort appunto a Mèlo.
La traccia narrativa di questo film che vede interpreti gli assidui complici-commedianti dello stesso
«Melo», H nuovo film di Alain Resnais presentato a Venezia
Un grande regista e un quartetto di prodigiosi attori per «Mèlo» Bello «li silenzio del poeta», di cui ci parla l'autore Lilienthal
Quattro evviva per Resnais Interlocutori. In effetti, non ci sono grandi segreti da scoprire sul conto di questo Mèlo. Si tratta di una ulteriore trascrizione cinematografica dopo la mezza dozzina di film realizzati in passato sulla base dello stesso testo teatrale, della datata, omonima pièce) scritta e rappresentata nel 1929 dai già celebre commediografo parigino Henry Bernsteln (1876-1953).
Un'altra contrastatlsstma disputa è stata poi Innescata, prevedibilmente, dal fatto se, appunto, l'opera compiuta proposta ora sugli schermi del Lido sia semplicemente teatro fotografato o retnvenzlone cinematografica. Non diciamo che questi Interrogativi siano fuori di luogo, ma forse, così manl-chelstlcamente prospettati, rischiano di prevaricare ciò che, infine, è e resta la più solida, significativa sostanza dell'opera In sé. Alain Resnals, sloé, ha operato una scelta tutta autonoma, personalissima in forza della quale l'intrico originarlo della fortunata commedia di Bernsteln si dispone ora sullo schermo In una disinibita, Incalzante rappresentazione che offre, fuse insieme, le particolarità del teatro e del cinema. Tutto qui. Che poi, di quando In quando, un simulacro di sipario venga a scandire ritualmente lo svolgersi dello spettacolo, poco importa. E semmai determinante che la narrazione appassioni, coinvolga anche gli spetta tori più pervicacemente refrattari.
Si dirà, allora, ma che cosa è mal questo Mèlo! Elementare, una storia d'amore. Tormentosa, complicata, dolorosa e amarissima, ma nella sua nuda e cruda essenza essa costituisce appunto quell'atavico groviglio di emozioni, di sentimenti per i quali ogni uomo, ogni donna, sono disposti a darsi interamente, come forse per nessun'altra causa o ideologia. Alain Resnais, da uomo colto e da cineasta raffinato qual è, queste cose le ha capite da un pezzo e da altrettan-
Resnals, Sabine Azèma e Fanny Ardant, André Dus-solller e Pierre Arditi — un •quartetto» formidabile, affiatassimo che fa giusto da omologo controcanto al quartetto originarlo che, nel '29, sulle scene, rappresentò con successo la commedia di Bernsteln, cioè Gaby Mor-lay, Marie Fromet, Charles Boyer e Pierre Blanchar — ripercorre sentieri già battuti, ma lo fa con una finezza di accenti, di toni, un rispetto rigoroso, eppure nuovo delle convenzioni drammaturgiche da suscitare subito incondizionato, ravvicinato Interesse. Dunque, Pierre Bel-croix (Arditi), primo violino fors'anche di scarso talento, è sposo all'apparenza felice della bella, fervida Romaine (Azèma). Una sera, nella loro modesta casa di periferia, i due intrattengono un ospite di riguardo: il famoso, prestante concertista internazionale Marcel Blanc (Dus-sollier), già compagno di conservatorio di Pierre e, ora, inconfessato «oggetto del desiderio» della frustrata Romaine.
All'inizio questo insidioso incombere di eventi amorosi-sentimentali resta ancora nell'inespresso, forse soltanto pensato, appunto desiderato. Ma, finite le cortesie, esaurita la liturgia del bon ton borghese, la passione tra la bella Romaine e l'elegante, vissuto Marcel divampa incontenibile. E presto, Infatti, travolgerà drammaticamente il conformistico ménage coniugale tra la stessa Romaine e il mediocre, ignaro marito Pierre, a sua volta fatto segno di un tenace, devoto sentimento d'amore da parte della schiva, grigia cugina Christiane (Ardant). Va a finire, insomma, che la vicenda si incupisce di colori torvi. Romaine pur di unirsi finalmente e per sempre al suo Marcel, tenta goffamente di avvelenare li marito, poi, pentita, placherà 1 propri rimorsi dandosi ella stessa la morte.
Come si può constatare, dunque, una vicenda fre-
cll silenzio del poeta» di Peter Lilienthal
Oggi
Sala Volpi, ore 9. Documenti del cinema: «Wenders in video* di Andrea Martori (Italia); «Directed by William Wyler» di Aviva Slesin (Stati Uniti). Sala Volpi, ore 10,30. Retrospettiva Glauber Rocha: ili leone ha sette teste» (1970). Sala Grande, ore 12. Venezia De Sica: «La seconda notte» di Nino Bizzarri, opera prima. Sala Grande, ore 16. Settimana della critica: «Abel» di Alex Van Warmerdam (Paesi Bassi), opera prima. Sala Volpi, ore 17,30. Spazio libero: «Ein blick - und die liebe brìcht aus* di Jutta Bruckner (Repubblica federale tedesca). Sala Grande, ore 18,30. Venezia XLIII: «O melissokomos» di Theo Angelo-poulos (Grecia), in concorso. Arena, ore 20,30. Venezia XLIIL* «Linna» di Jaakko Pakkasvirta (Finlandia), in concorso; «O melissokomos», in concorso. Sala Grande, ore 21,45. Venezia XLIII: «Il castello», in concorso. Sala Grande, ore 24. Venezia Giovani: «About last night» di Edward Zwick (Stati Uniti), opera prima.
Jack Valenti: «Europa, fai
Vamericana!» Da uno dal nostri inviato
VENEZIA — Jack Valenti, presidente della Mpaa e gran capo del produttori americani, piglia Impavido il sole sulla spiaggia dell'Excelstor, bardato di calzoncini e scarpe da Jogging, marca Spaldlng. E uno dei pochi americani che hanno rispettato la consegna data da «Variety* a ferragosto: «La mostra di Venezia sconfigge la paura del terrorismo». Già, al posto del Carpenter e dei NIcholson promessi, i frequentatori del Lido quest'anno devono accontentarsi di «spalle» come il piccolo cinese Dennls Dun o esordienti come Scott Goldsteln. Agisce davvero la paura del terrorismo, oppure gli americani ne hanno approfittato per dirigersi alla chetichella verso 11 festival di Montreal che si sta svolgendo In questi giorni e, benché meno prestigioso culturalmente, sembra più «redditizio» dal punto di vista commerciale? Valenti nega: «Arrivo ora dal Canada e Loslque, lldlrettore di quel festival, mentre partivo si lamentava con me: non era affatto soddisfatto del risultato ottenuto quest'anno».
Ma se gli americani non arrivano, ci sarà un motivo— «Un attore non è un sacco di patate. Può avere mille ragioni fersonall per non mettersi in viaggio».
, per Valentlnl, l'argomento è chiuso.
Parliamo ora del buon andamento de-
?;ll affari del cinema hollywoodiano. Ciré alla mano, ci spiega che dopo aver
raggiunto un top di incassi nell'84, nell'86 l'industria incasserà un pochino di meno, ma pur sempre quasi 4 miliardi di dollari. «Tenete conto che negli Stati Uniti il cinema deve contendere occhi e orecchie dei suol spettatori a 30 milioni di video registratori, due milioni di antenne paraboliche (quelle che servono ad acchiappare le immagini via-satellite) e 30 milioni di abbonamenti alla pay-tv. Se ce l'abbiamo fatta noi a risalire la china, ce la possono davvero fare tutti. D'altronde è nel mondo intero che la situazione sta migliorando: in Italia, nei primi sei mesi dell'anno, avete avuto un 18% di spettatori in più, in Australia 1110%„... GII americani, in questo momento, a quali segreti si affidano per richiamare gli spettatori nelle sale? «Miglioramenti tecnici. Un buon condizionatore d'aria può farci avere un 50% di spettatori In più. Gli esercenti, da noi, hanno già convertito 1 loro Impianti "Dolby" in impianti per 11 fono "Thsn. E poi si stanno smantellando le multlsale». Veramente da noi stanno ancora faticando per ottenerle... «Sono sorpassate. Ora la gente crede solo nel"grande evento".
Nostro servizio VENEZIA — Peter Lilienthal, uno dei pionieri del Nuovo cinema tedesco, si presenta a Venezia con «Il silenzio del poeta», tratto dal racconto dello scrittore israeliano Abraham B. Yeho-shua. Gli chiediamo i motivi di questa scelta.
Yehoshua è un autore a cui mi sento affine, per il modo come racconta: egli non giudica 1 suol personaggi e vuole che siano 1 lettori a farsi un'idea di chi realmente sono. Ciò che mi affascina in Yehoshua è il sottofondo morale, biblico della sua narrativa: In ogni suo racconto c'è sempre un personaggio che tramite l'esperienza modifica la propria vita — le sue sono figure caratterizzate da una grande passionalità nell'incontro con gli altri. Naturalmente non e un politico ma al miei occhi ogni sua opera rappresenta un appello alla comprensione tra i due popoli, anche se egli non tratta tale tema in maniera diretta.
— E perché ha girato e ambientato una storia universale come questa in Israele? Ce una connessione con le sue origini ebraiche? Io sono soprattutto un latino-americano in visita in Euro
pa e dò che conosco della tradizione ebraica l'ho imparato in un secondo tempo, non l'ho vissuto. Tel Aviv è un po' Miami, un po' una città mediterranea, e comunque un luogo costruito di recente ma già in rovina — il segno di una cattiva coscienza. E una città che non si collega più agli inizi, al periodo pionieristico dello Stato di Israele, ne rappresenta un sguardo sul futuro. Sotto un certo aspetto è la città di questo poeta in conflitto tra silenzio, congedo e partecipazione. Inoltre era per me una sfida girare in.un paese di cui non capivo la lingua, in cui ero costretto ad accettare dei ségni che forse interpretavo male. E comunque tutto ciò è parte del film. Per me la società israeliana rimane un mistero: ci si è sistemati tra le macerie e si vive tra un'apparente spensieratezza e un profondo panico. Non a caso, per esemplo, Israele è il paese al mondo dove si sente di più la radio e continui notiziari. Ho però evitato di accentuare tali particolari perchè nel mio film volevo evitare ogni riferimento diretto e mostrare la situazione solo per cenni tramite alcuni personaggi. Io mi sono sentito come uno straniero a Tel Aviv, al pari delle figure del mio film che vivono con le valìgie sempre pronte...
— Qual è stato il suo maggiore problema nella costruzione delfìim? «Fare amicizia» con la figura di Joram. Io sono un ottimi
sta che ama del personaggi idealisti, ingenui, che credono In un futuro migliore o che sono impegnali politicamente. Non ho mai avuto a che fare con una figura come questa alla ricerca di un alibi per il suo silenzio. E stata una provocazione nel confronti del mio carattere.
— Lei quindi non si identifica affatto con Joram? No. Inoltre Yehoshua mi ha convinto a non idealizzare
questo poeta. Joram ha anche dei tratti caratteriali negativi, è vanitoso, per esemplo, non è un buon padre ma una persona che, come afferma una volta, non vuole perdere la faccia con la gente. Se lo spettatore si sforzerà di guardare nel volto del due protagonisti, potrà riconoscere tutte le possibilità della coscienza umana. L'uno è come una pietra in cui il tempo ha lasciato traccia, l'altro è un «marziano» sorpreso da quanto vede in terra. Ognuno a proprio modo parla una lingua del corpo che fa presagire tutto. Perciò era molto importante per me scegliere nel ruolo di Joram un attore che non corrispondesse allo stereotipo del poeta: dolce, romantico, sensibile, scontroso. Ho pensato ad un tipo che ricordasse un marinaio o una persona con esperienze manuali, come i poeti della beatnik-generation. Per il figlio invece volevo assolutamente evitare ogni riferimento esteriore ad una malattia mentale: solo l'estrema ingenuità di Gldeon, il suo essere maldestro nella vita quotidiana, portano la gente a pensare che lui sia ritardato.
Giovanni Spagnoletti
quentatisslma, ricorrente e classica nella sua progressione pslcologlca-patologlca, ma Alain Resnals e tutti i suol — in Ispecle il quartetto Azémat-Ardant-Ardltl-Dus-solller, In contrappunto esemplare con le auree «sonate» di Brahms e di Bach — conferiscono, anche al di là di una ostentata stlllzzazlo-' ne scenografica e ambientale, un'Intensità, un fervore espressivi tali che II rovinoso approdo, tutto sommato, immaginabile della disgraziata passione, e la spettacolarità. calibrata dell'Insieme si sublimano, con parabola pressoché perfetta, In una collaudata e pur sempre attuale, divampante moralità. Certo, Mèlo concede ed esige molto margine per quella pratica sofisticata In cui 1 cineasti francesi — da Truf-faut allo stesso Resnals, da Rohmer a Tavernler — restano insuperati maestri, cioè le loro perlustrazioni un po' corsare nel «ragionar d'amore». Ma sulle tracce del grande Marlvaux, quant'al-tri mai esperto nel parlare di queste stesse edificanti vicende, Resnals anima, scalda anche la favola più triste del sapidi umori dell'ironia, della tollerante bonarietà dettata dall'esperienza. Per questo place, per questo diverte Mèlo, sia che arieggi al teatro, sia che pertenga a tutti gli effetti la sfera del cinema-cinema.
Nella sezione competitiva Venezia XLIII è giunto, frattanto, un denso, drammatico lavoro del cineasta tedesco occidentale Peter Lilienthal intitolato II silenzio del poeta. Basato su un testo dello scrittore ebraico Abraham Yehoshua, interamente girato e realizzato in Israele, questo stesso film offre fin dal suo primo approccio de-. scrittivo-evocatlvo un pò-' tente, tragico quadro di una particolare situazione esistenziale. Qui, Infatti, si parla soprattutto del poeta-giornalista Yoram che, rimasto vedovo e da tempo inaridito nella sua Ispirazione creativa, è costretto a vivere col figlio ritardato mentale ed a contigua vicinanza della dissestata società israeliana, travagliata dalle vicende angosciose di una guerra perenne e da Irrisolte questioni sociali e individua-
LUlenthal, pilotando energicamente i bravi e poco noti attori che si prodigano nei ruoli centrali, tiene bene in mano la complessa materia narrativa per circa tre quarti dello stesso film, ma, quando poi dalle molteplici ed acute notazioni soc'.ologlche-pst-cologiche deve cavare l'indicazione precisa per una conclusione logica della storia, divaga troppo. Tanto che, a conti fatti, li ripristino di un tollerabile rapporto con figlio e il ritorno alla poesia del protagonista risultano tutti e soltanto giustapposti, non convincenti fino in fondo.
Sicuramente meglio ha fatto, invece, li poco meno che quarantenne cineasta indiano Pradip Krisben che con r«opera prima» Massey Sahlb è venuto a proporre alla Settimana della Critica un robusto, denso spettacolo incentrato sulla tragica odissea di un piccolo travet indiano che nel declinanti anni '20, determinato a ritagliarsi un posto nell'ambito della esosa amministrazione coloniale inglese, finisce nonostante ogni suo sforzo condannato quasi incolpevole alla forca. Unico gesto di solidale pietà che riuscirà ad avere da un funzionarlo Inglese meno cinico degli altri, sarà per il disgraziato Massey Sahlb, questo il nome del nostro eroe, una risolutiva revolverata in fronte. Analogo per tema e cadenza narrativa a Passaggio In India dello sperimentato David Lean, l'esordio registico di Pradip Krishen risulta in sostanza di tutto rispetto e, per di più, sorretto, sul piano ideale, da frequenti, polemiche, pur se indirette, notazioni anticolonialiste.
Sauro Sorelli
E la Chiesa disse: Ite,
Mostra est Vogliono stare insieme a centinaia, nelle sale, altrimenti, se cercano concentrazione, tranquillità, se ne restano a casa propria». I film inviati quest'anno a Venezia non sembrano pero promettere molto In termini di novità, né di contenuto né di forma. La «Chlnatown» di Carpenter è un giocandone alla Spielberg,gli «affari di cuore»di Nlcholson e la Streep ricalcano l duetti di Tra-cy e Hepburn del bel tempi. I miglioramenti tecnologici allorabastano a placare gli appetiti? «Sono film che ranno Incassare. Non quello di NlchoU, ma quello .di Carpenter si. D'altronde qui vedete un'America filtrata dallo sguardo del selezionatori itallanL Secondo me bisognava portare a Venezia un film come Top Oun con Tom Crulse (avventura «reaganlana» In testa al box-office, ndr>. Quale film consiglierebbe di produrre a un europeo che volesse ottenere negli Stati Uniti il successo che Rambo ottiene da noi? «Un film divertente. E quello che la gente cerca. Non per forza costoso, invece. I soldi non producono automaticamente soldi: Io conferma Lucas con il fiasco del suo ultimo film. E stato due settimane nelle saie, poi è scomparso nel nulla e ha portato con sé nella tomba I 45 milioni ut dollari che era costato».
Maria Serena Palieri
Da uno dei nostri inviati VENEZIA — Che la Mostra cosi vada benone, anzi, che abbia ^ritrovato una prospettivi mondiale», l'ha detto pure un arcivescovo dal pulpito, l'autorevole mons. Maccarl, presidente della Commissione per le comunicazioni sociali della CeL A giorni, poi, l'Imprimatur più prestigioso: quello di Ciriaco De Mita che approderà qui ai Udo. Un clima così «ospitale», quello di quest'anno, che anche l'assessore democristiano Salvador!, quello di •O' sole mio» e del sacchi a pelo, ha deciso che 11 5 settembre (fatto mai avvenuto prima) userà l'Excelsior al Lido, per una conferenza-stampa. Annuncerà la solita regata storica di gondole nel canali dì Venezia, ma, visto >1 tipo, di sicuro ci sarà da divertirsi.
1988, anno quarto dell'epoca Rondi alla Mostra del Cinema. Dopo il clima ecu-
rttenico. In apparenza, delle prime edizioni, ecco la sterzata. Quest'anno, al Lido, si respira un'aria che più democristiana non si può, costellata di episodi che sfiorano il grottesco. Il perché è evidente, n mandato sta per spirare ma basta quella piccola modifica allo statuto perché 11 direttore venga riconfermato. E, In questa aspirazione, Rondi trova l'appoggio e l'aiuto del suo partito che scende in campo con tutte le sue forze.
Un'operazione cominciata con previdenza già l'anno scorso alla chiusura quando, per la serata del Leone d'oro a Felllnl, arrivò al Lido il neo-presidente della Repubblica Cosslga, con un seguito di ben sei ministri. In piccolo, la serata i stata riproposta quest'anno di mattina, 11 X agosto, quando per dare 11 via alla XLIII Mostra è volato fino a qui Fanfanl. Fra quella mattinata d'apertura
e la chiusura in cui — come dubitarne — si faranno faville (il primo a prenotarsi un posto in platea per 11 10 è il ministro del Beni culturali} Gullottl) ci sono dodici giorni. Il secondo del quali, come' si accennava, al festivalieri è arrivato per esemplo un In-. vito del Centro cattolico cinematografico. Come per un party. Invece era lievito per la Messa che mons. Maccarl avrebbe celebrato nella chiesa di S. Antonio al Lido, riprendendo (guarda caso) un'abitudine caduta nel dimenticatolo da più d'una decina d'anni. Un comunicato stampa che profumava di cronaca mondana ha riferito-poi chi Vera e ha diffuso le invettive del monsignore contro ^edonismo», «materia-llsmo», «evasione ludica», •cruda violenza*. Eia sua riflessione sull'enorme im-, portanza» delle immagini Tamburi, bit, messaggi? Certo l'iniziativa si colloca. bene In questo scorcio d'e-, state in cui CI si è già fatta sentire.
Più difficile capire a che titolo si presenterà De Mita, che l'anno scorso bene o ma-* le era nell'entourage di Cosslga: forse nelle vesti esplicite di 'padrino* per 11 nuovo battesimo di Rondi? Il quale, comunque, In questi giorni non ha perso occasione per' fare professione di fede sul giornali. Democristiana, non cinematografica. Ma la Mostra non era un'istituzione pubblica?
m. a. p.
Un'inquadratura del film «Grosso guaio a Chlnatown»
L'atteso film di Carpenter e «Il cugino americano» di Battiato
Grossa farsa a
Chìnatown Da uno dei nostri inviati
VENEZIA — John Carpenter. basta la parola? Ormai pare di si. Per l'anteprima delle 8,30 riservata al quotidianisti si faceva praticamente la fila l'altra mattina: è un segnale che la dice lunga sulla popolarità che avvolge questo brillante regista di fantasie horror approdato alla consacrazione critica. Ne sono passati di anni da quando, cineasta squattrinato, confezionò una gustosa parodia di 2001: Odissea nello spazio chiamata Dark Star e un vigoroso western metropolitano uscito da noi col titolacelo Distretto 13: le brigate della morte. Col tempo sono venuti i soldi, i favori del pubblico, l'attenzione delle major (anche se lui continua a comporre le colonne sonore per risparmiare). In questo senso, Grosso guaio a Chlnatown (primo titolo di richiamo della rassegna «Venezia Giovani») racchiude in sé, quasi programmaticamente, i materiali del successo hollywoodiano. Prestigiosi effetti speciali firmati da Richard Edlund» interi quartieri ricostruiti, megacamion sbuffanti e centinaia di comparse: insomma, tutto ciò che ci si aspetta dal grande film d'avventura. Eppure. nella sovrabbondanza carpenteriana c'è la crisi di una pratica cinematografica che si avvia a saturazione. Spielberg sta mettendo mano stancamente al terzo Indiana Jones e perfino Stallone sta cominciando a perdere colpi dopo Cobra.
Il patito del fanta-film ha di che essere soddisfate to.Mlschlando il fascino sempiterno dell'Oriente alle virtù americane, l'antica magia cinese ai suoni onomatopeici dei fumetti, Carpenter ha allestito un incorerente ma spassoso carnevale d'azione. Tutto è puro divertimento In Grosso guaio a Chlnatown in un tripudio di quadrupli saiti mortali e di ossa spaccate che costeggia la farsa. Farsesco è, infatti, l'eroe di turno, 11 camionista Jack Burton (il consueto Kurt Russe!), uno che trasporta maiali e grida al microfono: «L'ho sempre detto alle donne, vado forte solo quando posso». E farsesco è 11 contesto, nonostante il crepitare del mitra e il fracasso degli effetti speciali. Qual è il «grosso guaio» nel quale si imbuca Jack? Come al solito, è una questione di donne. Il suo amico Wang-Chl attende con ansia l'arrivo dalia Cina della fidanzata Mlao-Yin, stupenda ragazza dagli occhi verdL Ma ecco che, appena scesa dall'aereo, la fanciulla viene sequestrata dai gorilla del malvagio Lo-Pan. Che cosa c'è sotto? Solo un giro di prostitute? No, ovviamente. Scettico e pragmatico come ogni bravo americano, il nostro Jack Burton sarà risucchiato infatti in un'avventura sotterranea dal risvolti magici alia quale dovrà credere per forza. L'ultracentenario Lo-Pan non è, infatti, solo un vecchietto malridotto: duemila anni prima l'imperatore cinese Qln-Shi-Huang si liberò di lui condannandolo ad un inferno imperituro di esistenza incorporea. Per tornare al vigore di allora, a essere carne e sangue, deve possedere una cinese con gli occhi verdi: insomma, Miao-Yin è la donna che aspettava da secoli. Ribatte strafottente Jack: «Ehi, devi avere qualche problema con le donnei».
Avrete già capito che Jack e Wang, spalleggiati da due amiche ficcanaso e da uno stregone cinese che sembra uscire da un film con Vincent Price, penetreranno nel regno oscuro di Lo-Pan giusto in tempo per salvare la fanciulla e far passare a miglior vita (definitivamente) il mago cattivo. Frenetico e coloratissimo, Grosso guaio a Chlnatown saccheggia la mitologia cinese (è tutto un rincorrersi di simboli magici, di luoghi infernali dai nomi bizzarri: la Magione degli Sleali, la Stanza dell'Olio Bollente) in nome di un cinema burlone dove tutto è permesso, anche la contaminazione tra Bruce Lee e 1 mostri di Guerre stellari. Carpenter spiega di aver voluto provare a vedere II mondo esotico dell'avventura con gli occhi del figlio: l'idea è giusta, eppure non si sfugge all'impressione di assistere agli ultimi bagliori di un cinema che, a forza di mostrare II mirabolante, non ha più niente da raccontare. Con buona pace di Jack Burton, simpatico e maldestro «camionista nel paese delle meraviglie».
A costo di passare per «schermici» pentiti, confessiamo di esserci appassionati di più al terzo appuntamento offerto dalla sezione televisiva: si tratta di Quel cugino americano di Giacomo Battiato prodotto da Raiuno (lo vedrete questo Inverno in tre puntate) e interpretato da uno stuolo di bravi attori americani e itallanL Si, è un'ennesima storia di mafia ambientata in Sicilia, ma non pensate ad un seguito dalia Piovra o a pigrizie del genere. La forte impronta cinematografica e il vigoroso taglio avventuroso servono agli autori Battiato e Augias per imbastire un discorso non superficiale sul rapporti mai recisi tra emigrati e terra d'origine, su quel •legami di sangue» più volte indagati dal cinema hollywoodiano. Il cugino americano è Jullan Salina (Brad Davis), un affermato Ingegnere di Baltimora che la mafia obbliga (gli hanno sequestrato il padre italiano) a partire Improvvisamente per Palermo. Presto scopre che la sua è una missione da killer: deve entrare in confidenza con il giudice Giuliano Salina (Tony Lo Bianco), in modo da esporre più facilmente al piombo mafioso quel magistrato «super blindato» scampato a numerosi attentati. Tutt'attorno una folla di personaggi — buoni, cattivi, perdenti — legati a Jullan per 1 motivi più diversi. Ce l'avvocatessa Luisa (Barbara De Rossi), Il giovane boss cocainomane Mark Cluni (Vincent Spano), il banchiere Ammirati (Arnoldo Foà), la fragile moglie del giudice (Delia Boccardo), la figlia di Ammirati (Maria Conchlta Alonso) sposa del nobile Riccardo (Ricky Tognazzi) e amante di Cluni.
L'idea è un po' quella di raccontare l personaggi ancora prima della storia, quasi che fossero t loro comportamenti a condizionare l'Intreccio poliziesco e non viceversa. In questo Battiato si conferma abile narratore attento alle sfaccettature psicologiche e al gioco del sentimenti; e tutto ciò — a parte qualche «rigonfiamento» di natura televisiva—all'insegna di uno stile compatto, denso, molto all'americana che avvince senza rinchiudersi in se stesso. Ogni riferimento di cronaca, ovviamente, non è puramente casuale, anche se sarebbe forse sbagliato cercare nell'agra solitudine politica e umana del magistrato il ritratto di qualche giudice reale. Battiato un po' come il migliore Damiani, non rincorre le pagine dei giornali, né fa comizi su «fenomeno mafia»: e proprio per questo 11 suo film colpisce ancora più in alta
Michele Ansetmi
12 l'Unità MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986
Un dibattito «vecchio» come il femminismo alla prova concreta di un grande incontro di massa
Donne alla tela: doppia cittadinanza Non soltanto nel «loro» Caffè si parla al femminile
MILANO — Torte squisite e beveroni soavissimi, al Caffè delle Donne. E un'accoglienza mal rude, neppure quando la calca è spaventevole e anche le zanzare stentano a farsi largo. L'ha progettata la Cini Boeri (Cini è 11 nome, uno di quel vezzeggiativi meneghini che sovente nascondono donne che nelle arti e nei mestieri spianano la concorrenza maschile come gentili bulldozer); ed è il quartler generale delle donne della Festa.
Oddio, quartler generale è un'espressione un po' arcigna. Ma forse limitarsi a definirlo, pacificamente, «luogo di ritrovo», è anche peggio: un po' ipocrita. Perché al Caffè, assieme a tutto 11 resto, si servono anche, dibattendo e chiacchierando, i distillati di almeno quindici anni di discussioni del movimento delle donne. Non certo indolori non solo per chi 11 ha faticosamente selezionati; ma anche, in pieno Ottantasei •post-femminista», per chi volesse miscelare quegli umori con le attuali «regole del gioco».
«Il Caffè — dice Ornella Piloni, responsabile femminile del Pel milanese — è lo spazio fisico dove ritrovarsi. Intanto, se vuoi banalmente,
per 11 semplice piacere di stare Insieme alle compagne che lavorano con te per tutto l'anno, e di farlo In un posto gradevole. Poi, soprattutto, per conservare uno spazio di elaborazione autonoma delle donne. Questo non vuol dire, ovviamente, che le donne non siano In tutta la Festa; né, ancora più ovviamente, che gli uomini non affollino, numerosissimi, il Caffè».
«La presenza delle donne In questa Festa — le fa eco Barbara Pollastrinl, segretaria cittadina del partito — mi seambra molto forte. Forse meno immediatamente «visibile» di quanto qualcuno potrebbe immaginare: ma capillare e profonda. Per esempio nel temi del dibattiti l'accento è stato messo anche sul valori. I valori nella cultura della sinistra, 1 valori nella democrazia, i valori nella politica. Questo è anche il frutto del lavoro delle donne, Il risultato dell'ela-borzlone politica femminile. Ovvio che al Caffè, poi, si discuta dello specifico, di donne e lavoro, di donne e società. Ma mi sembra che la storia del movimento femminile sia andata qualche passo più in là del separatismo».
Dunoue uno «spazio-donna» reso meno «riserva» (e
meno «ghetto») dalla struttura aperta ed ospitale del Caffè, pur conservando Inalterata la sua natura di «luogo femminile». E poi, insieme e in più, il lavoro delle donne nella Festa, in tutta la Festa. Doppio binario. Doppio lavoro (le donne, del resto, ci sono abituate...). Doppio linguaggio, anche? Qui 11 problema si fa difficile e sfumato. Si rischia di scrivere qualche sciocchezza di troppo, magari avendo perso qualche battuta del lungo e acceso dibattito che, passando per la Festa di Tirrenia, è arrivato fino a Milano. Di separatismo si sente parlare sempre di meno, è vero. Ma di «specifico femminile» non si è mai smesso di parlare, neppure un Istante. Ed è con diversi accenti, e forse diverse opinioni, che la nostra conversazione continua.
«Credo di essere stata la prima — dice Anna Del Bo Boffino, scrittrice e giornalista — ad usare 11 termine "schizofrenia" riferito al movimento delle donne. Nel senso che nel separatismo si creano luoghi di Identità, di autenticità; ma poi non si può stare solo lì, bisogna uscire, vivere fuori, confrontarsi, partecipare alla vita della politica e delle istituzioni. TDunque esiste un no
stro linguaggio privo di mediazioni, interno, ed uno mediato, che nasce dal confronto e dal compromesso. Per questo, secondo me, è importante e giusto che alla Festa ci sia 11 Caffè delle Donne, ed è altrettanto significativo che le donne siano anche altrove. Doppia presenza, problematica ma ricca».
«Che barba, vorrei che la piantassimo di fare i censimenti del sesso, andare a vedere dove ci sono più uomini e dove più donne», dice Gianna Schelotto, deputato comunista. «Credo che il nucleo emotivo del femminismo ormai abbia "sfrondato", che la sua impronta strutturale sia presente nel Pel. Avere dato importanza a cose che prima non erano nella politica, come 1 sentimenti, e che adesso sono essi stessi parte della politica: ci siamo, mi sembra. Però, se non esiste più separatismo, esiste ancora, eccome, diversità. Basta leggere i titoli del dibattiti del Caffè delle Donne per accorgersi che uno specifico femminile esiste ed è giusto che abbia spazio, che si metta in mostra. Se non altro per sottolineare che non si rinnega niente. Poi, certo, siamo anche altrove. E ci mancherebbe altro».
E allora? Allora la discussione è aperta. Qualche accentuazione «entrista» In chi sostiene che, ormai, le donne devono far politica nella politica cosi com'è, mettendo in discussione le regole del gioco ma insieme giocando proprio a quel gioco. Qualche sottolineatura «separatista» in chi, pur accettando il confronto con le istituzioni e la prassi del potere, è ancora certa di poter fare il pieno di «identità femminile» e di autenticità solo in spazi e luoghi che si autodefiniscono femminili anche se non per sole donne.
Nessuna, invece, mette davvero in discussione il concetto di diversità. Con un §ÌovÌalissimo sorriso, più
olee dei dolci del Caffè delle Donne, Ornella Piloni conclude dicendo che «poi, insomma, bastava essere al congresso per accorgersi che il rinnovamento radicale, profondo della politica era un'esigenza delle donne. Che, in materia, hanno semplicemente una sensibilità superiore».
Semplicemente. E ritorna, la compagna Ornella, al suol energici e inesauribili giri di
Perlustrazione per la Festa. 1 Caffè è delle Donne, la Fe
sta lo sarà. Michele Serra
OGGI
Improbabile ricerca di postcomunismi e red yuppies tra gli stilisti
La moda? non è più da scoprire Come si vestono i comunisti: un giusto equilibrio tra grandi magazzini, libertà di sciatteria e abiti firmati - Le serate con Krizia: vestire non deve essere un'ossessione
MILANO — Sui trent'anni, moglie e bimbo: sembra il tipo ideale. Scusi, per cortesia: lei è un post-comunista? «Prego?». Voglio dire, sarà almeno un red yuppie. «Ma che vuole?», chiede allibito alla consorte. Insisto: e questo golf, non è forse di Missoni? tNo: Upim», taglia corto e svicola. Niente da fare: una sera intera di appostamenti, ma nessuna traccia, ancorché labile, dei «nuovi comunisti», quelli che hanno sostituito Rinascita con Class, le gite Etli a Sofìa con quelle Francorosso ad Antigua, gli scrìtti giovanili di Marx con quelli senili di Borges; quella fauna rampante e "a/-fluent di sinistra a cui l'espressione «autunno caldo» fa venire in mente solo una nuova linea di maglióni Annani. Di questo'fallimento, ovviamente, è colpevole solo la pochezza del cronista, non essendo neppure da sospettare che si tratti di un'esagerazione dei settimanali. Sta scritto dappertutto: questa è la loro festa, dei post-comunisti, e questo stand della moda, nella capitale della moda, questo stand che sdegnosamente volge le spalle al resto della festa e all'odor di grìglia, è il tempio sacrale ove splendide vestali che solo l'incolto crede indossatrici celebrano riti esoterici alla divinità delle grìffes.
Di grìffes invece qui dentro se ne vede una sola sugli abiti dei visitatori: quella comunista (senza post) distribuita all'ingresso della Festa dalle mani implacabili dei coccardisti. Famigliole più in stile Intimità che Linea Capital, coppie di ragazzi votati al jeans economico, coppie anziane carrozzate Rinascente. L'ultima speranza di rintracciare Io yuppie di sinistra è Mimmo Uliano, intervistatissimo. La biografia e ideale: da sindacalista Filtea a manager nello staff Krizia, come dire dalle sfilate per il nuovo contratto a quella per la nuova collezione primavera-estate. Ma anche lui, una delusione: neanche un po' di gommina nei capelli, nessuna traccia di orecchini, solo camicia e pantalone, ha perfino la cintura e le stringhe in tutte e due le scarpe. «Ma che ti credevi? Bisogna piantarla di pensare che questo sia il mondo della luna; la moda è un sistema industriale avanzato, un'attività economica complessa. Nessuno più, a sinistra, pensa che la moda sia la vetrina del capitale. Semmai il difetto è l'indifferenza, la scarsa attenzione».
«Di treni ne stiamo perdendo troppi — sopraggiunge Franco Fedele, segretario del sindacato tessili, — come la scuola per stilisti, il museo della moda: cose che abbiamo proposto noi e che stanno realizzando i privati. Spero che questa festa dia uno scossone».
Lo spera anche la signora Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, che intanto è arrivata, lanciando baci volanti a conoscenze e ammiratori. Per lei è la seconda sera qui: quella precedente è stata movimentata e fuori schema, lei su un trespolo nel box «stilisti», esposta a sguardi e domande dei passanti, mentre attorno fotografi e truccatori rapivano visitatorì/trìci e li trasformavano per pochi minuti in modelli/e. Moda, la rivista stampata e televisiva ette ha autogestito le prime serate dello stand, ha videoregistrato tutto,
Parla l'inglese Collingridge
Tecnologia controllo
impossibile II consigliere dei sindacati britannici interviene s^ nucleare è informatica «totale»
per mandarlo in onda fra breve; tutto quanto, compresa la comparsa inattesa di Giancarlo Pajetta, costretto ad ammettere di non intendersi di cravatte. La presenza di Krizia questo lunedì sera è invece più tranquilla, un normale dibattito: «Trovo sorprendente e giustissimo che il Pei si occupi di moda, è un atto di coraggio e a me piacciono i partiti coraggiosi. E poi significa che, finalmente, non si considera più la moda un fatto effimero e un'esteriorità», dice la signora Mandelli, e non solo per dovere di cortesia.
Le parti si invertono: Tinin Mantegazza, che rappresenta la Festa, parla di moda-arte ed evoca il costruttivismo russo e il Bauhaus; Krizia tira fuori cifre e statistiche, sbandiera i 18mila miliardi di attivo def settore moda, che nella bilancia commerciale con l'estero si pappano tutto il deficit del petrolio e anche metà dell'alimentare. Dice che la moda è industria, occupazione, ricerca. Le chiedono con ansia come si fa a sfondare, e lei dà consigli più da saggia capitana d'industria che da estrosa creativa: studiare, lavorare, farsi conoscere, se c'è talento verrà fuori; nella moda non ci sono solo star ma soprattutto tanti professionistL
Ormai è chiaro: nemmeno da Krizia sapremo qualcosa di più sull'esistenza dei post-comunisti. «Ma per forza non li ha trovati — ci rincuora; — se esistono, si vestono come tutti gli altri. Si mimetizzano. E se Io vuol sapere, a me i tossicodipendenti della moda fanno un po' pena. Noi stilisti siamo dei suggeritori, non dei dittatori». E allora, questi comunisti vestono tutti anonimi, un po' sciatti? «Ma tutti siamo sciatti, che significa. Vestire non deve essere un'ossessione. Lei per esempio, perché oggi si è messo una camicia gialla? Vede, non Io sa. E giusto cosi, ormai vestiamo tutti allo stesso modo».
Michele Smargiassi
TORINO
Da domani è Eurofesta Una scelta di identità
Dalla nostra redazione TORINO — L'.Eurofesta dell'Unità» apre i battenti domani pomeriggio nella grande area"verde del Parco Ruffìni e terrà banco per di-ciotto giorni. Il titolo racchiude e suggella i contenuti politici di questa nuova iniziativa che arricchisce il calendario delle manifestazioni nazionali organizzate sotto l'egida del quotidiano del Pel; e I dati che gli fanno corona danno di per sé un'immagine abbastanza eloquente delle dimensioni dell'avvenimento: saranno rappresentati ad altissimo livello una cinquantina di partiti e organizzazioni di 21 Paesi, comunisti, socialisti, socialdemocratici, verdi, laburisti, movimenti progressisti di varia estrazione, 1 federalisti, Il partito della sinistra basca, Il Flanna Fall irlandese, parecchie centrali sindacali. •L'Eurofesta — ha detto ti segretario della Federazione comunista torinese Piero Fassino, illustrando 11 signi
ficato della manifestazione col responsabile del settore feste Campione e con altri dirigenti — vuol tradurre e approfondire in un incontro politico di massa quella scelta di Identità, l'essere parte Integrante della sinistra europea, che 11 Pel ha sanzionato nel congresso di Firenze».
Dal 4 al 21 settembre Torino sarà dunque la «capitale» di tutte le forze che si collocano a sinistra nel vecchio Continente, il luogo di un appuntamento politico destinato ad avere larghissima eco. Naturalmente avranno modo di Interloquire nel dibattito gli esponenti di tutu i partiti democratricl italiani (ci saranno 11 vicesegretario della De Bodrato e quello del Psl Martelli, U repubblicano La Malfa, liberali, Dp, ecc.), del gruppi ambientalisti, della coopcrazione. E prestigiose figure della cultura come Norberto Bobbio e Milan Kundera, giuristi come Berla d'Argentine, politologi e specialisti dell'economia, teologi ed esponenti del mondo religioso.
TI confronto sarà allargato anche alle voci di altri Paesi i cui interessi si Intrecciano strettamente con quelli dei popoli europei. Accanto al presidente del Parlamento di Strasburgo Pierre Pfllmlin, accanto a dirigenti della Spd tedesca, del Pasok greco, del Psoe spagnolo, dei socialisti francesi, de! Labour Party e del maggiori partiti comunisti Interverranno il senatore democratico statunitense George Me Govern e 11 VICP-responsablle delia sezioni esteri del Pcus Vadim Zagla-dln, Ieaders del Fronte di liberazione del Nicaragua, del movimento sudafricano contro l'apartheid, desìi esuli cileni, rer ta prima volta si troveranno l'uno accanto all'altro, a discutere ai dò che può essere fatto per ridare un pò- di pace al" Medio Oriente, un rappresentante dell'ufficio politico dell'Olp di Arafat e un delegato del Mapam israeliano, il partito del primo ministro Peres. .
FERRARA
Così si raccolgono fondi per l'ospedale nello Zaire
Dalla nostra redazione FERRARA — Si chiama «Evviva» perché l'hanno dedicata al bambini. È la prima volta che In una festa de «l'Unita» i più piccoli escono dal ghetto del solito «spazio ragazzi» per diventare protagonisti IncontrastatL «I dibattiti di politica generale — dice Alfredo Sandri, segretario della federazione — sono stati ridotti proprio per far posto al temi del bambino, del rapporto tra genitori e figli ed alla condizione dell'infanzia nel Terzo Mondo». Ed è proprio su quest'ultimo punto che la Festa registra un'altra novità: una raccolta di fondi da destinare ad un ospedale di Kamltuga (Zaire) dove una missione cattolica cura bambini colpiti dalla poliomielite.
In pratica gli organizzatori della festa si sono fatti promotori di un appello alla città nel quale si Invitano cittadini, associazioni, imprese, enti pubblici e privati a sottoscrivere per fornire aiuti materiali all'ospedale di Kamltuga. L'obiettivo è quello di acquistare un'autolettiga da campo del valore di cinquanta milioni. Si potrà sottoscrivere direttamente presso un conto corrente alla Cassa di Risparmio. Il comitato organizzatore della festa parteciperà devolvendo il ricavato di uno spettacolo.
Il capo della missione cattolica a Kamltuga, Don Dioll, interverrà personalmente alla festa per spiegare 1 problemi dell'ospedale
che gestisce. Sempre attivamente interessato alle sofferenze delle' popolazioni del Terzo Mondo, don DIoli lasciò Ferrara sedici anni fa per recarsi nello Zaire nella zona dei grandi laghi Kamltuga. Qui con un piccolo ospedale ha iniziato a curare I bambini poliomielitici del posto dove il temibile morbo, non essendovi ancora alcuna vaccinazione, continua ad avere una diffusione di massa. Finora gli aiuti finanziari a don DIoli sono sempre venuti da una comunità cattolica di Ferrara legata alla sua ex parrocchia. Se In un primo momento l'iniziativa del comitato organizzatore della festa di lanciare una sottoscrizione a favore dell'ospedale ha destato qualche sorpresa via, via ha raccolto numerosi consensi.
Positivo anche il giudizio della curia che, attraverso il suo vescovo ausiliare mona. Giulio Zerbini, ha fatto conoscere il proprio placet all'iniziativa sostenendo che essa non comporta nessun «impegno a livello Ideologico».
La festa si svolge sulla mura della città. CI saranno le conferenze sull'Infanzia con stuoli di esperti; iniziative soprattutto rivolte agli addetti al lavori cioè chi ha a che fare con 1 bambini, educatoti, ma anche 1 genitori. Ce poi la parte «giocata»: un megamaterasso dove si può saltare fin che si vuote, giostre e scivoli per tutti I gusti, un planetario dove ogni sera si potrà andare alla scoperta dell'Universo.
MILANO — Un catastrofi-sta? Sicuramente uno studioso molto pessimista sulla capacità dell'uomo di dominare la scienza e I suol effetti. Le sue argomentazioni sono serie, 1 suoi studi pure, costituiscono uno dei poli del dibattito scienza-politica sul futuro tecnologico soprattutto dopo Chernobyl. Parla David Collineridge, ricercatore della Tecnology Policy Unlt dell'Università di Aston a Birmingham, consigliere scientifico delle Trade unione inglesi. Collingridge ha seguito passo dopo passo la lotta dei lavoratori della stampa per il controllo dell'automazione e ha dedicato i suol ultimi studi sull'energia nucleare (pubblicati da-fli Editori Riuniti). Qui al
arco Sempione slede sul banco dello spazio scienza con De Filippi, Giorgio De Michells, Mario Grasso, Il sovietico Vallev, dell'Accademia delle Scienze, per discutere di lavoro nell'era ml-croelettronlca. Ma nella conversazione con lui il discorso sul rapporto scienza e politica è obbligato.
•Slamo travolti da tecnologie fortemente spettacolari, che esprimono interessi finanziari e politici paurosi, mobilitano risorse che è or-mal Impossibile stimare. Il sistema militare difensivo è Il caso più estremo. Questione energetica, nucleare sino, e nucroelettronica non sono da meno. Qui si gioca 11 nostro futuro, se non è già Irrimediabilmente compromesso. Secondo me gli spazi di azione sono sempre più stretti: i governi si accorgono degli effetti negativi se non distrattivi dello sviluppo tecnologico quando è troppo
Un quadro apocalittico. Nessuna sfumatura? «Non ne abbiamo bisogno. Sono semplicemente realista».
Il nostro è il dilemma del controllo, sostiene Collingridge: quando correggere è possibile non si riesce a convincere nessuno. Quando questa necessità è sotto gli occhi di tutti, almeno all'ordine del giorno, allora non si riesce più ad arrestare la macchina In movimento. •Costa troppo, gli interessi In gioco sono soverchiane le grandi imprese mulUnazio-nall che determinano scelte di investimento, conUnuano con 1 loro programmi. E1 governi si adeguano. Sul nucleare sono molto pessimista. La mlcroelettronlca? Dietro l'angolo ci sono I prò-
Setti dell'informatica totale 1 cui si parla con troppa in
sistenza. Non mi tranquillizzano».
Lo studioso Inglese Ura fuori dalla borsa un ritaglio del FIIUUICIMI Times.
•Legga qui. Macklntosh ha già un'Idea sul sistema europeo di informatizzazione, un "mostro" transnazlo-naie in grado di trasmettere dau In tutu I paesi. I messaggi corrono via cavo attraverso fibre ottiche. SI pone lo stesso problema di venfannl
fa con le tecnologie nucleari. Finiremo allo stesso modo, premuti da due-tre grandi multinazionali che lanceranno un'operazione di quattrocento miliardi di dollari per un sistema che tutu dovranno usare per lo scambio di informazioni commerciali, societarie, sugli individui? Se gli europei non troveranno un accordo per il polo telematico saranno guai».
Insomma, secondo lei non ci sono alternative, il futuro tecnologico sarà quello disegnato da Orwell.
«Quando una tecnologia complessa come quella nucleare o elettronica è largamente diffusa, ha già modificato comportamenU, plasmato la giornata delle persone, l'assetto delle città dei servizi. Cosi è difficile, se non impossibile, controllarla. Oggi non siamo in grado di prevedere quali saranno in dettaglio, precisamente, le conseguenze sociali di do-manL Non sono supposizioni di un catastrofista, è la storia della tecnologia degli ultimi cinquantanni a dire che le cose stanno così».
Il dilemma del controllo può essere affrontato in che modo se non ci si può fidare delle previsioni?
«In Inghilterra in questi ultimi mesi fioriscono studi sull'introduzione della mlcroelettronlca nel processi produtUvL Ma a chi credere? A chi dice che i posU di lavoro aumenteranno o a chi afferma il contrario? Cifre? Proiezioni quanUtaUve? Tutto falso. Sull'automazione del lavoro slamo solo agU Inizi, ma sappiamo poco dell'impatto sociale di quelle tecnologie. L'uomo è considerato In modo aritmetico. Eliminiamo la faUca, rendiamo più veloci le mansioni, ma impoveriamo la professionali», in fabbrica si creano nuove differenziazioni, condizioni salariali basse per 1 nuovi "parla" del computer. Non ci sono solo i tecnici o gli operai che diventano operatori qualificati. Diciamolo apertamente, con modestia: ci stiamo muovendo alla cieca. E allora perché dire che tutto va bene?».
Chi salverebbe lei, la scienza o la poliUca? «Io metto sotto accusa i governi europei. ConUnuano a costruire centrali nucleari o almeno fa così la maggior parte di essi. E sono suggestionaU dall'era telematica a tal punto che passa per buono tutto quando ai riva dal centri di ricerca delle grandi multinazionali. Scelte che coinvolgono nel profondo la vita quotidiana, che rischiano di mettere In discussione gli equilibri della convivenza. Io stesso ambiente, non possono essere affidati al centri del potere. Penso all'autogoverno regionale, alle comunità che via via affrontano queste decisioni. alla lotta sindacale che contratta contenuti e modi di applicazione delle tecnologie».
A. Podio Sohmboni
D CENTRO DIBATTITI Ore 21 Attualità politica Medio Oriente: le regioni della pace. Partecipano: Hanna Siniora. direttore del quotidiano palestinese «Al Fa-jer»; Ario Yarl. direttore del Centro Internazionale per la pace in Medio Oriente di Tel Aviv. Presiede: Elio Quercioli. del Ce del Pei
D CAFFÈ DELLE DONNE Ore21 A proposito di amicizia Proiezione di «Speriamo che sia femmina». Partecipano: Gianna Schelotto. deputato del Pei; Athina Cenci, attrice
D PADIGLIONE SCIENZA Ore 18 Modelli regionali e realizzazione della riforma psichiatrica Partecipano: Giuseppe Dell'Acqua, psichiatra: Teodoro Maranesi, psicanalista; Fabrizio Asioli. psichiatra; Tommaso Losavio, psichiatra. Conduce: Benedetto Saraceno, psichiatra
• LIBRERIA Ore 1B Novità In libreria «Tempo da vendere, tempo da usare» di Carla Ravaioli. Partecipano: Carla Ravaioli. scrittrice; Claudio Napoleoni, vicepresidente del gruppo della Sin. Ind. al Senato; Carla Passa-lacqua, Resp. Naz. del Coordinamento femminile della Osi; Elisabetta Oonini, docente di fisica all'Università di Torino.
Q LIBRERIA Ore 21 Novità in libreria «La pelle degli altri» di Maurizio Chierici. Partecipano: Maurizio Chierici. giornalista; padre Davide Turoldo, della Comunità di S. Egidio sotto il monte: Valter Marossi. Resp. Naz. delle questioni ambientali della direzione del Psi; Emilio Sarzi Amadé, giornalista. Presiede: Giorgio Oldrini, giornalista
D SPAZIO MODA Ore 21.30 Mafia V. Cartoni di «Panorama»; Adriana Mulassano direttore di «Linea Capital*; Angela Di Pmto di «Donna». Marina Fausti di tModa». Intervistano: Renato Nicolini. Claudio Petruccioli. Maria Luisa Sangior-gio
D SPETTACOLI Ore 17 Spazio bambini Romano Danieli), presenta per i ragazzi «Burattini» Mimi e Clown cecoslovacchi Ore 21.30 Variety-Caffà concerto Nonsenso Ore 21 Dsncing Orchestra spettacolo «F.tli Onerar delti» Ore 21 Piano Bar Suona il Ma Tony Daina Arena Concerto con Eros Ramazzotti Ore 21.30 Teatro del Castello Rimato «La notte dei publivori» Ore 22 Teatro Burri Concerto con Mimmo LocascMfi
DOMANI D CENTRO DIBATTITI Ore 18 Attualità pernice «Buongoverno per l'Italia: programmi e alleanze»: Emanuele Macaluso. della Direzione del Pei intervista Giovanni Spadolini, ministro della Difese Ore 21 Scelte di programma «La democrazia giusta», partecipano: Virginio Rognoni, ministro di Grazia e Giustizia: Aldo Tortorefla, della segreteria nazionale del Pei: Franco Russo, deputato di Democrazia proletaria; Lelio Lagorio. presidente del gruppo Psi della Camera: Nando DaOa Chiesa, docente di sociologia «D'Università Bocconi di Milano: presiede: Alberto Malagugini, avvocato -.
D TENDA UNITA Ore 21 Informazione «Mriano-Lombardia le cronache postiche», partecipano: Bianca Mazzoni, giornalista de l'Unità; Oaucso Schi-rinzi, giornalista del Corriere detta Sera: Gino Morrone. giornalista de D Giorno; Mauro Buffa, giornefista dtrf-rAvvenire; Giancarlo Botti, capo ufficio stampa delle Adi; Cesare Martinetti. giornalista di Repubblica; presiede: Roberto Camagni, capogruppo Pei d Comune di Maano
D CAFFÉ DELLE DONNE Ora 21 Questa sera parRemo di «Successo», partecipano: Arme Dei Bo Soffino, scrittrice: Enza Sampò, gtornafista: Fulvio Scapano, psicologo: presiede: Daniela Bene», consigliere afta Regione Lombardia
D PADIGLIONE SCIENZA Ore 18 ' Strategia del controSo dei limimi Partecipano; Cesare Mattoni, eiettore deS*Istituto di Oncologie di Bologna; Giovan Giacomo Gìordeno. primario del servizio di Oncogenesi Arr£»sntale-EpidemiologBs e Prevenzione; Sivào MonfaròM, direttore scientifico del Centro di Riferimento Oncologico: Francesco Pocchiari, direttore deTistmrto Superiore dHU Sanità; Giacomo Mattoni, drenerà dei Centro per lo studio e prevenzione Oncoiogca
D SPETTACOLI Ora21.30 Affette spettscoS Concerto di Renzo Arbore con le «Bario» Boogie Beno» e i «Bluesac-chietti» (ingresso L. 13.000) Or» 21.30 Teatro del Cestello Anteprime cànematogr ance. «Dove sognano la fuMimJn vere*» di W. Herzog (ingresso L. 5.000) Ore 21.30 Compagnia aaùbaika cf Stangai (ingrasso gratuito) Ora 21.30 Dancing Orchestra spettacolo di Vaiano Bor ghwi Ora 21.30 Vertety-Ceffà concerto «Viva Toperetta'» Ore 21.30
Al pianoforte e M* Tony Daete Ore 17
La Compagnia dola Fragola presenta
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MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l'Unità ROMA REGIONE
Ieri a Roma mìnima 11°
massima 30°
13
Tor Fiscale: l'altra notte nuovo assalto al campo dei «rom»
Fuoco contro i nomadi Erano rimaste quattro
donne con una decina di bambini. Due baracche e due vecchie roulotte. L'altra notte con 11 fuoco hanno distrutto gli ultimi resti di quello che per anni era stato 11 campo degli zingari all'Acquedotto Felice. Le donne «khorakhanè» hanno raccontato alla polizia che l'altra sera poco prima delle undici tre uomini sono arrivati al campo e hanno incendiato baracche e roulotte. Gli abitanti della borgata di Tor Fiscale hanno •vinto*. Gli zingari cacciati si sono rifugiati presso un campo di loro parenti nella zona di Torre Spaccata. «E sconcertante — commenta l'assessore al servizi sociali del Comune Gabriele Mori —, erano nove anni che gli zingari sostavano in quel campo e non è mal successo nulla. Poi. all'improvviso, questa esplosione di intolleranza. Ma credo — continua l'assessore — che gli zingari siano solo un pretesto. Gli abitanti della borgata hanno incominciato ad allarmarsi quando hanno visto che il Comune ha spianato il campo e ha messo i secchi per l'immondizia. Si trattava di un campo Eirovvlsorlo. C'erano In tut-o dodici famiglie. Ed inve
ce nella borgata, che rivendica servizi e attrezzature, hanno incominciato a girare voci sull'arrivo di duemila zingari».
Bruciate le ultime roulotte
Erano rimasti poche donne e molti barn» bini - L'assessore Mori: «Una vicenda sconcertante» - Il Comune punta ad un campo sosta attrezzato ad Acilia
Ora il campo non c'è più. Che cosa pensate di fare? •Sono convinto che non ci dobbiamo fermare di fronte alle difficolta. Il progetto di un vero campo sosta attrezzato deve andare avanti. Trovare aree disponibili non è facile. Una per 11 momento è stata trovata ad Acilia. L'area è stata requisita. Ora farò pressioni in giunta per arrivare al più presto all'allestimento».
Quanti nomadi potrà accogliere? «Una quarantina di roulotte, circa duecento persone». E quanti sono gli zingari che passano per Roma ogni anno? «Intorno ai
quattromila». Anche una volta fatto 11 campo sosta di Acilia sarà una goccia in mezzo al mare? «Sì certo, ma realizzarlo vorrebbe dire plantare un punto fermo sulla strada di una città più ospitale e tollerante. E per evitare quello che è successo a Tor Fiscale questa volta sonderemo il terreno più. a fondo. Ho già preso con» tatti con il presidente della Circoscrizione e ne discuteremo di più con la gente».
Il campo sosta prowiso* rio di Tor Fiscale non era l'unico. Sulla Tiburtlna nel pressi di Ponte Mammolo, su un'area golenale dell'A
SI muovono attraversando la penisola in lungo e in targo. Sono mi' gitala e solo a Roma ne passano ogni anno circa 4 mila. Per lunghi periodi vengono, se non ospitati, perlomeno sopportati. Poi a ondate cicliche scoppiano gli episodi di intolleranza. O arriva la polizia a rimettere in ^cammino» i nomadi o vengono, come è accaduto a Tor Fiscale, cacciati dal locali. Cosa c'è dietro questo odio per gli zingari? Quali molle fanno esplodere un'atavica diffidenza? Quali meccanismi trasformano la paura per gli zingari In aperta violenza?
«In sociologia questi fenomeni si spiegano con la terza legge di Ber-nsteln — dice Alfonso Maria Di Nola, antropologo e docente di Storia delle religioni all'Istituto di studi orientali di Napoli —. Quando all'interno di una maggioranza esistono del conflitti, delle questioni irrisolte la maggioranza sceglie di scaricare 1 suol problemi sulla minoranza. In sostanza è la legge del "capro espiatorio". Il diverso: zingaro, omosessuale o prostituta che sia fa da
La paura degli zingari
«Ma non sarà la nostra civiltà a vedere mostri damertutto?» «Troppo spesso scarichiamo su di loro i nostri conflitti» - Una identità forte, difficile da sconfìggere - Intervista all'antropologo Alfonso Maria Di Nola
sfogatolo e da panacea per 1 mail della maggioranza».
La paura del diverso. Ma nel caso degli zìngari non c'è qualcosa di... diverso?
•In questo caso entra in gioco, oltre alla diversità, anche l'alterità. Gli zin-
ari si definiscono "figli el vento". Il loro modo
di vita, la loro cultura che U porta ad un'esistenza concepita come continuo movimento è qualcosa che mette In crisi 1 nostri modelli, 1 nostri canoni culturali. Per una civiltà che fa dello star fermo, del radicamento, della casa di proprietà i suol comandamenti, il nomadismo è
qualcosa di incomprensibile che inquieta e procura una sottile angoscia».
Afa gli zingari hanno dovuto pagare sempre lì
Srezzo deua loro diversi-i e alterità? «Le loro tracce storiche
risalgono al 1450. Venivano dall'India e per circa un secolo e mezzo hanno circolato Indistur
bati. Venivano confusi con i pellegrini che si recavano a visitare il santo sepolcro e per tutto questo periodo beneficiarono anche di privilegi papali e vescovili. Porci fu un'inversione di rotta nei loro confronti e finirono per essere Identificati. assieme agli ebrei, con il demonio».
nlene, ne esiste un altro attrezzato con bagni e luce elettrica dove vive una comunità di nomadi «Rom» rudari» di origine rumena «Lì — dice Massimo Converso, segretario regionale dell'Opera nomadi e responsabile dell'ufficio nomadi dell'VIH ripartizione — le cose vanno oenee finora problemi con l locali non ce ne sono stati*. Ma agli zingari i campi sosta attrezzati piacciono? «Non il amano, 11 accettano. E in altre regioni d'Italia non sono più una novità. Torino da questo punto di vista è all'avanguardia: 1 campi sono otto. In Emilia campi sosta sono stati realizzati a Modena e Reggio Emilia e se ne sta costruendo un altro a Bologna e poi ci sono quelli della Toscana ed anche uno al sud: a Lametta Terme. Una civile coesistenza — continua Convers o — s i può trovare e per avvicinarci a questo obiettivo chiederemo al Comune di assegnare uno degli stand natalizi di piazza Na-vona agli zingari che lavorano il rame». Uno del maestri di quest'arte zingara, Nazif Halilovlc, SO anni, è stato arrestato dopo gli scontri di Tor Fiscale, intanto Ieri sera è stato scarcerato l'altro zingaro arrestato Halli Ahamethic, detto «Riba», di 22 anni.
r. p.
E come procede questo storico conflitto tra stanziali e nomadi?
•I segnali di una "vittoria" della nostra civiltà si fanno sempre evidenti. Sono tornato da poco dalla Spagna e a Saragozza ho incontrato zingari che ormai non aspettano altro che di trasformarsi in "gagè" (stanziali). Fenomeni simili stanno accadendo in Finlandia e nell'Unione Sovietica. Anche qui da noi, tra Avezzano e Sulmona, da anni vivono ex zingari denominati gli "abruzzesi"».
La cultura tzigana insomma è destinata fatalmente a soccombere. Alla fine metteremo tutu 1 nomadi a sedere?
•Non ne sarei cosi sicuro. I segnali di uno stravolgimento della loro cultura esistono, ma c'è anche da dire che ogni anno in Francia, nella regione della Camargue, arrivano in 500-600 mila per partecipare al raduno degli zingari di tutta Europa. Lo spessore della loro identità è ancora molto forte».
Ranaldo Peraofinl
Ermanno Stazi, mister Lui '86, è tornato nella sua casa a S. Maria delle Mole
E qualcuno m'ha gridato: *bella bimba9...» Timido, introverso e delicato, il vincitore del concorso di bellezza a Salsomaggiore racconta come ha deciso di partecipare L'attesa della famiglia davanti alla televisione - «I miei» progetti? Voglio fare il modello» - Ma a casa non sono tatti daccordo
«
I tortellini sono pronti sul tavolo per dare il via ai festeggiamenti La famiglia Stazi al completo è sulla veranda della villa a S. Maria delle Mole, nei pressi di Ciempino, ad aspettare Ermanno, «Mister Luì», il giovane biondo e delicato che ha sbaragliato inaspettatamente una schiera di finti, proprio con i suoi modi teneri e infantili. La televisione adesso è spenta, ma fino a qualche minuto prima, erano tutti seduti attorno all'apparecchio a vedere il loro figliolo in tv. Anche papi Antonio, macellaio, occhi e capelli scurìssimi, il torace compresso sotto la maglietta bianca s'è lasciato sfuggire un sorriso pur se a malincuore. A lui quella stramba idea di suo figlio di partecipare ad un concorso di bellezza non è mai andata giù ma di fronte alle immagini del telegiornale non riesce a trattenere un pizzico di soddisfazione per quel figlio famoso a 16 anni anche se i dubbi non gli sono passati del tutto.
Per questo, forse, quando Ermanno finalmente verso le nove e tre quarti di sera s'affaccia al cancello di casa ha un attimo di incertezza prima di abbracciare il padre. Per sicurezza e per evitare discussioni s'è portato dietro due amici Massimo Germani e Christian Patrick Damiano, due dei dodici
romani che hanno partecipato al concorso di Salsomaggiore.
Ecco finalmente «Mister Lui». £ un ragazzino alto, magro, leggermente imbarazzato ì capelli lunghi gli cadono sul viso e lui li rimanda indietro con un gesto ampio e morbido della mano. In blue Jean e maglietta color pastello è ancora più grazioso che sulle foto ufficiali ma anche più timido di ogni previsione. Ha in mano la striscia del vincitore e la mostra contento al fratello, alla madre e alla zia ma non al padre. Quando s'accorge che a casa c'è pure una giornalista sorride rassegnato, dopo tutte le domande che gli hanno fatto a Salsomaggiore, sperava di stare tranquillo per un po'. Di parole ne dice poche e a bassa voce. Tirarglierle fuori è un'impresa. «Come tono ar-rivato al concorso? Un po' per caso un po' per gioco. Pensavo di dover solo sfilare. Non ere. devo di vincere». Progetti? Per ora i fotoromanzi ma il suo sogno sono le sfilate. Poi basta, il capitolo concorso per lui sarebbe chiuso. Sono 5 suoi amici, en-trarabi muratori, che hanno una valanga di cose da raccon. tare e talvolta tolgono d'impaccio Ermanno che alle domande risponde con un sorriso a disto. glie lo sguardo. «Pensi che noi non sapevamo neppure che era in concorso dica la madre — una donna bionda con gli occhi
Ermanno Stasi, in passera».
durante a concorso
antieisi lui.: proprio laauo
deicatezza
•••«aWaakAàaW l*aV«m W i T o W V U f W I l ì *
avuta vinta sui fusti cho orano
ini
chiari e i modi a ntflsMÙBi —. ' Domenica eravamo in gita. Er-manoo è riuscito a parlarci solo laser*».
Solo una volta «Mister Loia ride di gusto. E quando i suoi amici raccontano la rabbia dì Paolo Broscia, il candidato romano eh. sa sentiva la vittoria in tasca e quando ha saputo che la giuria gli ha preferito Ermanno ss i . presa con mezzo mondo fincne non sono affiteli a calmarlo i carabinieri.
n clima si sdoglie piano pia-no. Ermanno accenna con la testa ad un amico: cCosa dici glielo possiamo raccontare a mio padre cosa m'hanno gridato la prima volta che sono uscito in passerella? Ma si oramai i fat-la. Beh, m'hanno detto "bella bimba"». Quando s'accorge che l'espressione del padre non è troppo divertita corregge, «poi però durante la ptemiazìone m'hanno detto "biondo"».
Infine un dubbio lo prende; «Ma qui in borgata lo sanno in molti che sono stato a Salso. maggiore? chiede ai genitori. A & Maria d«Ue Mote la famiglia Stazi è di quelle in vista. La loro villa • proprio di front* allo
teche le tagli vita.
dal tutto cesvn* vittoria laeaptrta*
N
È stato indetto per la giornata di venerdì
Asili nido chiusi: al Poligrafico
sciopero generale Anche ieri proteste contro la decisione di chiudere le due strutture aziendali di via Verdi e di via Salaria - Sospesi gli straordinari
Sciopero generale In difesa degli asili nido. Lo hanno proclamato per venerdì 1 la-voratori e le lavoratrici del Poligrafico dello Stato dopo un'altra mattinata di manifestazioni e proteste. Non entreranno a lavorare per tutta la giornata. La vertenza che oppone direzione e dipendenti sul destino del due nidi di via Verdi e via Salaria tocca cosi il punto più aspro e non si vedono per ora vie di uscita.
Anche ieri centinaia di lavoratori, con 1 bambini nei passeggini, hanno protestato sotto la sede centrale del Poligrafico in via Verdi, ai Parloll. Ma la direzione dell'ente pubblico ha continuato a ripetere che 1 nidi interni (ospitano ottanta bambini) devono essere chiusi: «Per motivi di sicurezza — ha detto Alfredo Maggi —. È sistemato al sèsto plano e non è conforme alle norme».
Ma è solo una scusa, ribattono 1 dipendenti: «Non si capisce allora perché viene chiuso anche quello dello stabilimento di via Salarla dove non esistono problemi di sicurezza. Slamo di fronte ad un attacco In piena regola contro un servizio storico». I due nidi (presso la direzione centrale e lo stabilimento del Poligrafico) funzionano
da cinquanta anni. Vi lavoravano 20 assistenti, in gran parte puericultrici, che sono già state spostate in altri uffici. Il servizio iniziava la mattina presto, alle 6,30, prima del turno di lavoro delle sette.
La direzione ha promesso solo un «interessamento» per, far Inserire l bambini negli asili comunali. «Ma quelli della zona sono già pieni — dice una dipendente — e poi chi aprirebbe alle 6,30? Vogliono costringerci a cercare strutture private spendendo moltlsslomo».
In questi giorni 1 lavoratori hanno bloccato tutti gli straordinari. Ora sono decisi ad andare fino in fondo con lo sciopero generale. La federazione Cgil-Cisl-Uil ha annunciato che per venerdì è prevista una nuova manifestazione seguita da un comizio sotto la sede di via Verdi. «Non c'è granché da discutere — chiude una lavoratrice —. Le nostre proposte sono semplici. I due asili devono essere riaperti. Se ci sono problemi per la sicurezza dei bambini possono essere risolti con 1 lavori opportuni oppure trasferendo 11 nido al plano terra. Ma finora la direzione non ha voluto cercare soluzioni possibili. Ha tentato solo di dare un colpo ai lavoratori».
Traffico-caos? Idea... chiudo il centro di sera La giunta si è riunita, ha preso atto delle 5.960 buche e ha aggiornato i lavori - Quarto settore «off-limits» di sera: come e quando?
Facili profeti. A leggere tutte le cronache cittadine dei quotidiani, ieri mattina, non poteva venire alla mente nessun altro commento. Profezia ovvia, purtroppo, quella di una città che si sarebbe trovata congestionata da tutti i problemi (meglio sarebbe dire, i drammi) della circolazione che 1 romani avevano appena fatto In tempo a dimenticare con qualche giorno trascorso fuori e che hanno ritrovato identici, con il «trascurabile* aggravio del* le ben 5960 buche (sì, le hanno contate» ma non
coperte) aperte negli ultimi tre mesi per 1 lavori di I tal-gas, Acea, Sip ed altre aziende ancora. La foto che
Eubblichiamo è stata scat-ita appunto ieri mattina:
ci mostra un'imbocco di vìa del Tritone in situazione di •ordinaria follia».
La giunta capitolina è però tornata a riunirsi, ha
Ereso atto del numero delle uche, ha sollecitato «il ri
spetto delle norme adottate a suo tempo per il coordinamento dei lavori» (come a dire: noi non c'entriamo nulla) ed ha rimandato la definizione di un quadro preciso della situazione alla
prossima riunione. Unica •novità» la comunicazione dell'assessore al traffico, Palombi, di voler creare una mlnitangenziale esterna a quella «intèrna» dello scorso anno e di voler estendere (su voto del Consiglio comunale) a tutta la settimana la chiusura serale del Quarto settore. Come adottare queste decisioni? Dove trovare le imponenti forze necessarie alla vigilanza? Quali prospettive offrire in cambio ai cittadini? Anche su questo la decisione è rinviata a data da destinarsi.
CaMit Cheto
Le Usi non rimborsano, protesta dei medici
dal 15 settembre le visite specialistiche I k-i l ^
Assistenza specialistica paralizzata a Roma? È questo 11 nuovo colpo alla già caotica attuazione sanitaria cittadina minacciato dagli specialisti convenzionati a partire dalla metà di questo mese. «Solo visite a pagamento dal 15 settembre*, è la decisione della Cu-ape (la confederazione degli specialisti esterni) per protestare contro 1 ritardi macroscopici «e deliberati» — sottolineano — delle Usi net pagamenti, «un atteggiamento — affermano alla Cuspe — divenuto a questo punto davvero provocatorio».
Quindi più nessuna prestazione gratuita per analisi, radiografìe, ecografie, cure fUia-trtebe, accertamenti cardiologici, terapie odontoiatriche. Tutte visite specialistiche che saranno fatta soltanto a pagamento. 2 dira mille operatori di Roma e provincia affermano, infatti, di aver fornito soltanto nel
1965 un milione e duecentomila prestazioni, finora In pratica a fondo perduto. E per dare ancora più forza alla loro decisione si sono rivolti al Procuratore della Repubblica che ha convocato, per 1120 settembre, l'assessore regionale alla sanità Vlolenzio Ziantonl. La Confederazione degli specialisti chiede all'assessore di segnalare davanti al procuratore tutte le Usi inadempienti e decidere gli opportuni Interventi. La Cuspe afferma, Infatti, che moltissime Usi contravvengono deliberatamente ad una delibera della giunta regionale con la quale sono stati loro assegnati 1 fondi «finalizzati al convenzionamen-to esterno* e che non vengono accreditati
6resso la «banca tesoriera» (quella della Usi im*) per l pagamenti. Da qui la decisione di
sospèndere le prestazioni: l'ennesima disfunzione della sanità di cui faranno le spase I cittadini.
14 l 'Unità • ROMA-REGIONE MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986
Mostre
• RAFFAELLO E LA ROMA DEI PAPI — L'ambiente della città durante il pontificato di Giulio II e di Leone X: manoscritti, miniature. incisioni, disegni, incunaboli. Salone Sistino della Biblioteca Apostolica Vaticana (Viale Vaticano). Ore 9-13 — domenica solo l'ultima del mese. Fino al 3 1 ottobre. • L'ORNAMENTO PREZIOSO — Una raccolta di oreficeria popolare italiana dei primi del secolo. attrezzi e insegne delle botteghe
Taccuino
Numeri util i Soccorso pubblico d'emergenza 113 - Carabinieri 112 • Questura centrale 4686 - Vigili del fuoco 44444 . Cri ambulanze 5100 -Guardie medica 475674-1-2-3-4 - Pronto soccorso oculistico: ospedale oftalmico 317041 - Policlinico 490887 - CTO 517931 -Istituti Fisioterapici Ospedalieri 8323472 - Istituto Materno Regina Elena 3595598 - Istituto Regina Elena 497931 - Istituto San Gallicano 584831 - Ospedale del eambino Gesù 6567954 - Ospedale G. Eastman 490042 - Ospedale Fatebenefratelli 58731 -Ospedale C. Forlanini 5584641 -Ospedale Nuovo Regina Margherita 5844 - Ospedale Oftalmico di Roma 317041 - Ospedale Policlinico A. Gemelli 33051 - Ospedale S. Camillo 58701 - Ospedale S. Carlo dì Nancy 6381541 - Ospedale S. Eugenio 5925903 - Ospedale S. Filippo Neri 330051 -Ospedale S. Giacomo in Augusta 6726 - Ospedale S. Giovanni 77051 - Ospedale S. Maria della Pietà 33061 - Ospedale S. Spirito 650901 - Ospedale L. Spallanzani 554021 - Ospedale Spolverini 9330550 • Policlinico Umberto I 490771 - Sangue urgente 4956375 - 7575893 - Centro antiveleni 490663 (giorno), 4957972 (notte) - Amed (assistenza medica domiciliare urgente diurna. notturna, festiva) 6810280 • Laboratorio odontotecnico BR & C 312651-2-3 -Farmacie di turno zona centro 1921; Salario-Nomentano 1922: Est 1923: Eur 1924: Aurelio-Flaminio 1925 - Soccorso stradale Aci giorno e notte 116: viabilità 4212 - Acea guasti 5782241 - 5754315 - 57991 • Enel 3606581 • Gas pronto inter-
Il partito
C O M I T A T O REGIONALE — Le federazioni di Roma. Castelli, Civitavecchia: i gruppi consiliari: Comune. Provincia. Regione; i responsabili di zona Ostia-Fiumicino e Anzio-Nettuno; le sezioni del Pei del litorale sono invitati a partecipare alla riunione che si svolgerà oggi alle 17
orafe. Nelle sale del Museo Arti e Tradizioni Popolari (piazza Marconi. 8). Ore 9-14, festivo 9-13. lunedi chiuso. Fino al 30 novembre. • SCRIPTA MANENT — A Ponte Sant'Angelo, per iniziativa della Confesorcenti. 125 anni di storia attraverso libri, manifesti, cataloghi, spartiti musicali, locandine e stampe. Una rivisitazione delle pagine più importanti della vita italiana dal 1861 ad oggi. La mostra resta aperta tutti t giorni fino alla mezzanotte (chiude il 30
settembre). • DISEGNI DECORATIVI DEL BAROCCO ROMANO — La mostra si ò riaperta il 25 agosto presso l'Istituto nazionale per la Grafica (Via della Lungara, 230) e chiuderà il 14 settembre. Orano: 9-13 feriali e domeniche, 9-13 15-18 venerdì. • PICASSO MON AMI — Cento fotografie del grande pittore realizzate da Lucien Clergue sono esposte sino al 21 settembre nelle sala di Villa Medici (via Trinità dei Monti, 1) con questo orario: 10-13 17-20 (lunedi chiuso
vento 5107 - Nettezza urbana rimozione oggetti ingombranti 5403333 - Vigili urbani 67691 -Centro informezione disoccupati Cgil 770171.
Farmacie notturne APPIO: Farmacia Primavera, via Ap-pia Nuova. 213/A. AURELIO: Far-macia Cichi. via Bonilazi. 12. ESQUILINO: Farmacia Cristo Re dei ferrovieri. Galleria Testa stazione Termini (fino ore 24). Farmacia De Luca, via Cavour, 2. EUR: Farmacia Imbesi. viale Europa. 76. LUDOVI-Sl: Farmacia Internazionale, piatta Barberini. 49. MONTI: Farmacia Pi-tan. via Nazionale. 228. PARIOL1: Farmacia Tre Madonne, via Bertolo-m. 5. PIETRALATA: Farmacia Ra-mundo Montarsolo. via Tiburtina. 437. CENTRO: Farmacia Doncchi, via XX Settembre. 47; Farmacia Spi-nedi. via Arenula. 73 PORTUEN-SE: Farmacia Pwtuensa. via Por-tuense. 425. PRENESTINO-LABI-CANO: Farmacia Collatina, via Col-latina. 112. PRATI: Farmacia Cola di Rienzo. via Cola di Rienzo. 213; Farmacia Risorgimento, piazza Risorgimento. 44. OUADRARO-CI-NECITTA-OON BOSCO: Farmacia Cinecittà, via Tuscdana, 927. TRIESTE: Farmacia Carnovale, via Poc-cantica. 2; Farmacia S. Emerenzia-na. via Nemorense. 182. MONTE SACRO: Famaaa Gravina, via No-mentana. 564 (sospende dal 15 al 30 agosto). TOR 01 QUINTO: Farmacia Chimica, via Flaminia Nuova, 248. TRIONFALE: Farmacia Frattura, via Cipro. 42. OSTIA: Farmacia Cavalieri, via Pietro Rosa. 42. LUNGHEZZA: Farmacia Bosico, via Lunghezza. 38. NOMENTANO: Farmacia Di Giuseppe, piazza Massa Carrara. 1 tO. GIANICOLENSE: Farmacia Garroni, piazza San Giovanni di Dio. 14. MARCONI: Farmacia Marconi. viale Marconi. 178. ACIDA: Farma
cia Angeli Bufalini, via B onte hi, 117. OSTIENSE: Farmacia S. Paolo, via Ostiense. 168.
Giornalai di notte Questo ò l'elenco delle edicole dove dopo la mezzanotte A possibile trovare ì quotidiani freschi di stampa-Minotti a viale Manzoni, Magistri-
ni a viale Manzoni, Pieroni a via Veneto. Gigli a via Veneto, Cempone-schi a"a Galleria Colonna, De Santi* a via del Tritone, Ciocco a corso Francia.
Soccorso stradale Il servizio funzionerà 24 ore su 24: Roma Centro Ovest 5410491: Roma Centro Sud 260331; Bor-ghesiana. Palastrena, Colonna, Zagaroto 6163393; Roma Centro Nord 6233330; Roma Centro Est 6141735; Civitavecchia 0766/23093: Ostia, Fiumicino 5650474; Pomezia 9195782: Aprilia (Latina) 9257422; Colla-ferro 9770043; > Prosinone 0775/523159: Passo Corese 0765/287184; Frascati. Marino, Rocca di Papa 9386014; Colle-vecchio 0765/58290; Bracciano 9023626; Monterotondo 9001592; S. Lucia di Mentana 9050173; Labaro 6913701: Rieti 0746/481704; Olgiata 9089214.
Lutto È scomparsa Rosa Nasco, la madre dei compagni Enza. Salvatore. Maria e Franco della sezione Fiumicino Catalani. In questo triste momento giungano ai compagni le più sentite condoglianze di tutti i compagni della sezione, della zona, della Federazione romana e dell'Unità
presso il Comitato Regionale (Via dei Frentani, 4 ) per esaminare le proposte e le iniziative del Partito per il risanamento del litorale romano e del Mar Tirreno. (A. Fredda-P. Vanzi). C I V I T A V E C C H I A — Prosegue la festa de l'Unità di S. M a rinella. Inizia Ladispoli. In fede
razione ore 1 7 . 3 0 commissione Sanità (Cascianelli). L A T I N A — FONDI ore 2 1 . attivo F.U. (V. Recchia). A V V I S O ALLE SEZIONI — Ritirare in federazione i depliant sulle feste de l'Unità di settembre a Roma. Sono disponibili in federazione le mostre su Roma, e sui problemi internazionali.
Festa nazionale dell'Unità
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2S agosto • 14 settembre
Comitato organizzatore: via Volturno 33
20124 Milano - Tel (02) 68.80.151
In occasione della Festa nazionale dell'Unità, che si terrà a Milano al Parco Sempione dal 2 8 agosto al 1 4 settembre, è stato predisposto un servizio di prenotazione alberghiera per i visitatori che intendono fermarsi più di una giornata a Milano. I prezzi indicativi sono i seguenti: in albergo, con stanza a due letti:
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Le stanze singole e quelle a tre letti sono da concordare. Ostello della gioventù L 1 2 . 6 0 0 (camera e prima colazione). Campeggi: al giorno, posto roulotte, camper, tenda l_ 3 . 7 0 0 ; posto auto L. 2 - 0 0 0 : adulti l_ 3 . 7 0 0 ; bambini ( 3 - 1 2 anni) U 1 . 9 0 0 : luce L 2 . 0 0 0 . Si prega di compilare la seguente scheda di prenotazione e inviarla a: Fasto n a z i o n a l e « M « U n i t à » - Serviz io prenotaz ioni o ospitolr tè - c / o federaz ione P e i , v i a Vo l tu rno 3 3 - 2 0 1 2 4 M i l a n e - Tot. ( 0 2 ) 4 t . t 0 . 1 5 1 - Ta le * 3 2 2 4 0 2 - 3 1 0 4 5 1
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Per le prenotazioni che perverranno dopo il 1» agosto 1 9 8 6 si prega di inviale l'intera quota. Ricordiamo moltre a tutti i partecipanti di portare un documento d'identità.
Manco Capac (Perà) PARTENZA: 30 ottobre DURATA: 17 giorni QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE LIRE 3.750.000
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Rieti: polemici i dirigenti della Dismec, contenti gli abitanti del luogo
Chiusa la f ica che puzza «Quelle ossa da triturare sono pericolose» La piccola azienda produceva farine per alimentazione animale ricavate dalle carcasse delle bestie macellate - La «materia prima» accumulata emanava un odore nauseabondo che rendeva l'aria irrespirabile - Il provvedimento è stato preso dalla Usi e dal sindaco
Dal nostro corrispondente RIETI — «Qui alla Dismec non distilliamo certo profumi e acque di colonia». Questo eufemismo, usato per definire la produzione della fabbrica reatina di farine per alimentazione animale, non rende certo l'idea. Specialmente se si è appena usciti dal recinto dello stabilimento, nel quale vengono smaltiti ogni giorno dalle venti alle trenta tonnellate di ossa di animali da macello e anche pesce. Se poi si viene investiti da una folata di vento passata sopra un mucchio di ossa non ben spolpate e scalda
te dal sole, beh, anche la sconveniente espressione «puzza di carogna» è il caso di usarla. La triturazione delle farine prodotte dalla Dismec per mangimi bilanciati necessita infatti la bollitura e l'essiccazione di ossa e pesci.
•È un colera» rincarano la dose a Villa Reatina e a Santa Rufina i cittadini che da due anni indirizzano petizioni ed esposti a Pretura e Unità sanitarie soprattutto dopo 1 mesi torridi dell'estate in cui il tanfo si amplifica.
Così si giunge all'ordinanza di chiusura della fabbrica Dismec, quindici dipendenti
dallo stomaco d'acciaio, compresa la graziosa segretaria nel suo ufficio lindo e moderno ma inerosabilmen-te fedito. L'ordinanza controfirmata dal sindaco di Cittaducale quale autorità sanitaria competente è partita dalla Usi Rleti/1 in base agli articoli 216 e 217 del Testo unico della legge sanitaria. Si parla di esalazioni insalubri e motivi di salute pubblica, anche se «produzioni di questo tipo sono definite dallo stesso testo di legge non nocive e ammissibili anche nei centri urbani se all'avanguardia per i si
stemi di abbattimento degli odori». Lo afferma Massimo Chiaretti, direttore della Dismec, una società per azioni locale, lo stesso dell'eufemismo alla Verbena di cui sopra. Chiaretti ricorda come nel '78, al momento del rilascio delle autorizzazioni, di fronte ai tre miliardi di investimenti di Casmez e privati non furono create difficoltà, «pur sapendo che non si assemblavano asettiche componenti elettroniche».
Inoltre, continua, la commissione regionale di esperti, presieduta dal sindaco di Cittaducale, che avrebbe do
vuto dare indicazioni per l'abbattimento degli odori non si è mossa. Così le migliorie apportate in novembre dalla Dismec, evidentemente, non sono bastate.
Intanto continuano ad arrivare camion colmi di carcasse e lische. Li inviano la Simmenthal, una filiale della Riomare, produttori locali e soprattutto la reatina Icar. In parte vengono dirottati verso Napoli, in parte tornano indietro, ma in parte inizeranno ad accumulare il loro carico sotto il sole di settembre. Lo stallo quindi non potrà durare a lungo.
«Il novembre scorso», conclude Chiaretti, «avevamo palesato la nostra disponi-blità a trasferire il reparto bollitura delle ossa altrove, lasciando nel capannone attuale il trattamento dello scatolame per cani e gatti che invece non emana odori. Purtroppo non siamo stati ascoltati». La situazione, giudicata dagli interessati unica In Italia, è forse più complessa. Sono attese nei prossimi giorni le prese di posizione di Prefettura e sindacati.
Rodolfo Calò
Corredo scolastico a offerta speciale in trecento negozi
I cartolai dichiarano guerra a penne e quaderni firmati Un pacco contenente cartella, zaino, quaderni e articoli da cancelleria costerà 52.750 lire L'iniziativa organizzata dall'associazione cartolai per contenere l'aumento dei prezzi
A strisce coloratissime, a pois, in bianco e nero, oppure bluette, come vuole la moda. Ormai anche i quaderni di scuola «vestono» Benetton. I più ricercati poi sono sponsorizzati da Fendi o Trussardl. Possono costare anche lire 2000 ciascuno e gli studenti ne vanno pazzi. Molto meno le loro famiglie. Ma la celebrità della firma non sempre garantisce la qualità del prodotto. Insomma, un buon quaderno Pigna o Faber (tanto per citare alcune delle ditte più consolidate del settore) non ha assolutamente nulla da invidiare ai più celebri quaderni firmati. Costano meno e la qualità della carta spesso è anche mi* gllórè. Partendo da questo ragionamento per la seconda volta anche quest'anno l'associazione dei commercianti di carta e cancelleria della provincia di Roma organizza l'iniziativa «Felice scuola». In circa trecento cartolerie della capitale, a partire dai prossimi giorni, verrà messa in vendita una vasta
gamma di articoli scelti tra la produzione «non firmata», a prezzi estremamente convenienti. Un corredo composto da zainetto, cartella, dieci quaderni, sei penne a sfera, sei matite, una riga, due squadre, un album, un blocco da disegno, una scatola con dodici colori, costerà lire 52.750. La cartella, tanto per fare qualche esempio, costerà lire 21.500 (quasi quarantamila lire di meno rispetto alle oOmila che occorrono per acquistare la celebre cartella Master), dieci quaderni lire 5000, la scatola con dentro dodici colori Giotto lire 2.700. Le cartolerie che parteciperanno all'iniziativa esporrano nel proprio esercizio una vetrofania con la dizione «Felice scuola •86».
«L'iniziativa - è stato detto nel corso di una conferenza stampa svoltasi ieri mattina nella sede dell'associazione dei commercianti di carta e cancelleria — è tesa a contenere l'aumento dei prodotti scolastici. Un aumento determinato sia dalle industrie, che anno per anno sta
biliscono i prezzi di listino al pubblico, sia dai consumatori, che tendono all'acquisto dei prodotti firmati, a scapito del risparmio. II conseguente incremento dei prezzi, che può andare a seconda degli articoli malamente al 7%, non è perciò da imputare agli operatori commerciali ma alla più ampia e generale strategia di mercato. La riprova di ciò è data, del resto dalla vendita agli stessi prezzi di quello dei cartolai, a parità di articolo, da parte della grande distribuzione.
L'anno scorso «Felice scuola» ottenne un buon successo. Staremo a vedere se anche quest'anno migliala di famiglie riusciranno a convincere 1 propri, figli che in fondo là vecchia scatola di colori' è più conveniente anche sul piano della qualità dei pastelli firmati. Certo è che le grandi firme ce la stanno mettendo davvero tutta per convincere gli studenti dell'esatto contrario.
Paola Sacchi
.—' A v
Ritornano i vandali: scuola incendiata Finita l'estate riprendo
no i raid teppistici nelle scuole romane. Ieri notte è stata la volta della media •Pergolesi» in via Portuen-se. I vandali hanno forzato una finestra del primo pia
no e sono entrati nell'edificio. Prima hanno messo sottosopra le aule, rompendo banchi, sedie e arredamenti, poi sono passati nella sala dei professori.
Dagli scaffali hanno
buttato a terra libri, registri, contenitori e altro materiale didattico, hanno cosparso il mucchio di carte con liquido infiammabile appiccando poi 11 fuoco. Le fiamme hanno attaccato
immediatamente gli armadi della piccola sala e distrutto completamente le pareti, fatte semplicemente con pannelli divisori.
Giovane sposo arrestato durante la luna di miele Il decimo giorno di luna di miele lo ha passato (solo) a
Regina Coeli. Protagonista dello sfortunato viaggio di nozze nella capitale U giovane di Acerra Vincenzo VlgllotU, 22 anni, presunto camorrista della cutotiana «Nuova Famiglia». Domenica scorsa si era sposato nel suo paese d'origine, con tanto di cerimonia e pranzo con gli invitati. La sera stessa era partito per Roma con la sposina, ospite di parenti romani.
Il 29 agosto la procura di Benevento ha spiccato però nei suoi confront) un* mandato di cattura per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e porto abusivo di armi. I carabinieri, dopo averlo cercato nelle case di alcuni familiari, lo hanno trovato ieri mattina all'alba nell'appartamento di uno zio in via dei Colombi 114 a Torre Maura. «Non ne sapevo niente*, ha detto 11 giovane al militari che Io arrestavano. Oggi verrà accompagnato nel carcere di Benevento.
VI M Morto in vespa: del camion abbandonato?
n camion del tragico incidente di via Midna a Fiumicino (il quindicenne Domenico Di Vito ha perso la vita mentre il suo amico Franco BurlinU è ricoverato in gravi condizioni) era stato abbandonato lungo la strada in una posizione molto pericolosa. La polizia stradale sta perciò cercando il proprietario dell'automezzo senza motore che 11 codice della strada conside
ra ugualmente in circolazione. Oli agenti interrogheranno nei prossimi giorni Franco Burìlni, l'unico In grado di spiegare cosa ha provocato l'incidente. I due giovani viaggiavano su una vespa 50. Domenico «veva ceduto il suo casco all'amico seduto su) sellino posteriore. Improvvisamente Il motorino e finito sotto il camion, parcheggiato lungo la strada. Un urto terribile che ha ucciso 11 quindicenne.
Avvistato un meteorite sul cielo di Roma
Un meteorite molto luminoso ha solcato il cielo di Roma pochi minuti dopo le 20 con direzione da Sud a Nord. L'oggetto, che è rimasto visibile per circa 6 secondi, ha lasciato una traccia blu che si è stagliata nel cielo ancora parzialmente illuminato dalla luce del crepuscolo. Prima di scomparire, il meteorite ha lasciato cadere alcuni frammenti.
i
Racket estorsioni: attentato a Formia
«Il racket delle estorsioni ha colpito di nuovo». È il parere dei carabinieri della compagnia di Formia sull'attentato compiuto la scorsa notte ai danni di una agenzia turistica. Un ordigno infatti è stato fatto esplodere all'esterno della saracinesca dell'agenzia turistica •Orantours» a piazza Mattei a Formia, di proprietà di Anna Antonini, 32 anni. L esplosione, molto violenta, ha provocato all'agenzìa danni ingenti, in frantumi anche i vetri di alcuni palazzi circostanti e di un negozio di profumeria adiacente. Le schegge di metallo della saracinesca divelta dall'esplosione sono state proiettate sull'intera piazza. Numerose le autovetture in sosta danneggiate.
Bloccati a Ciampino per un giorno 250 turisti
Dovevano partire per Palma di Mallorca ma l'aereo che avrebbe dovuto partire da Ciampino non s'è fatto vedere così i 250 tonati per il momento si sono accontentati di una gita ai Castelli. E la seconda volta dall'inizio dell'estate che una compagnia di turisti è costretta a ridimensionare drasticamente il proprio viaggio. I turisti dovevano partire ieri mattina alle 10 con un DC 8 deua compagnia spagnola Aviaco. Ma l'aeroplano per motivi tecnici è rimasto nelle Baleari fino a sera. I turba si sono dovuti così accontentare di un pranzo ai Castrili.
Dp: facciamo un ostello al S. Maria della Pietà
Continuano le polemiche sui saccopelisti. Dopo la decisione dell'assessore Bernardo di dedicare ai turisti in sacco a pelo le aree di Castelfusano e di Spinacelo la Federazione romana di Democrazia proletaria è intervenuta ritenendo la scelta insoddisfacente. «Si potrebbero individuare invece — dice Elio PacOio, della segreteria romana — aree da attrezzare *d ostelli ma anche come centri di interscambio cultura dentro alla città. Una di queste potrebbe essere l'ex ospedale psichiatrico S. Maria della Pietà*.
Incontro tra prosindaco e questore
La presenza di oltre 150mila stranieri nella capitale, i campi-nomadi, l'acuirsi delle tensioni nelle carceri cittadine, il problema dell'ordine pubblico durante le partite di calcio: sono stati questi i temi affrontati durante un incontro tra il questore Marcello Monarca e il prosindaco di Roma Gianfranco Redavid, avvenuto ieri presso la questura centrale.
Troppi «lavori in corso» Le proposte della Cgil
Gli edili della Cfìl del Lazio « proposito deue polemiche sullo «tato della citta per i continui lavori in corso nel sottosuolo ricordano che da tempo hanno avanzato la proposta di definire orari flessibili • turni sull'intera settimana per rispondere meglio alle esigenze dei lavoratori e della città. Proposta che non ha mai ricevuto una risposta positiva. Gli edili della Cgil ritengono inoltre che l'amministrazione comunale debba coordinare "insieme dei programmi d'intervento senta complicate articolazioni di responsabilità.
MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l 'Unità - ROMA-REGIONE 15
Per quasi duemila anni sono rimaste adagiate sotto mezzo metro di terra, a qualche chilometro dal centro abitato di Palombaro. Due statue di marmo greco presumibilmente di età imperlale romana, per uno strano gioco di coincidenze positive hanno «riposato», una accanto all'altra, sotto le radici di alcuni olivi. Sono venute alla luce casualmente mentre il proprietario del terreno stava estirpando gli olivi seccati dall'ultima gelata Invernale per sostituirli con alberi di fico. Da tempo un giovane archeologo, Zaccaria Mari, seguiva la zona per uno studio sulle ville romane dell'area tiburtina e della bassa Sabina. tMI è bastato vedere un frammento di marmo che emergeva dalla terra per capire che poteva trattarsi di una scoperta Inattesa ed importantissima!. Zaccaria Mari in quel momento stava facendo delle ricerche insieme ad una sua collega, Maria Sperandlo, su pez2i di colonna, intonaci e ceramiche che lo «scasso» della ruspa, per estirpare gli alberi, aveva portato in superficie. La zona del ritrovamento è un fazzoletto di terra tra alcune piccole abitazioni, vicino ad un capannone dove si allevano polli.
Le due statue venute alla luce sono state scolpite con marmo greco in ottimo stile, sono alte più di due metri; una rappresenta una Peplo-phoros, e coperta da un panneggio che scende fino ai piedi con delle pieghe lavo-
«Erano sepolte sotto una
villa romana» L'archeologo Zaccaria Mari racconta come si è arrivati alla scoperta delle due statue
rate abilmente, che creano un meraviglioso effetto di chiaroscuro. La testa, staccata, è scolpita in modo pregevole: «È solamente stupenda», afferma Mari. L'altra, virile, rappresenta probabilmente un cacciatore, con una muscolatura ben resa, tipico della statuaria greca-, si pensa che possa trattarsi di una divinità. Due statue di valore inestimabile che sicuramente sono copie romane di bronzi greci, eseguite direttamente in Grecia nel I e II secolo.
— Perché studiavate proprio quel lembo di terra, sapevate che lì sotto c'era una villa romana? •Ho visitato quel campo la
prima volta lo scorso 25 luglio. Sono andato a colpo sicuro perché in quella zona nel 1961 fu trovata un'epigrafe latina, resti di una tomba ed un sarcofago. Già
da allora si disse che doveva esserci una villa romana e quel campicello rappresentava la platea. Ancora adesso si vede il muro di costruzione, alto 3 metri e lungo 4, in opera poligonale, fatto di grandi blocchi di calcare. La villa era costeggiata da un'antica strada romana, i cui resti si possono vedere, che collegava la bassa Sabina a Tivoli».
— Dunque è una villa e non come inizialmente si era detto un tempio dedicato a Giove? «Il ritrovamento è stato
fatto da me e da Maria Sperandlo, non capisco chi abbia mandato in giro notizie cosi clamorosamente false. Le statue giacevano distese sotto la platea di una villa romana patrizia». . — Perché stavano distese una vicino all'altra? «Al momento questo è un
mistero. In genere si trovano cadute in terra a pezzi, forse erano state sistemate così per altri motivi». . — Potrebbe questa zona ri
servare altre sorprese? «Tutta l'area ha enormi
potenzialità, solo che è poco conosciuta. Già In passato il ritratto di vecchia sabina fu trovato a Palombara ed anche un busto di Athena. Solo che c'è la piaga del mercato clandestino. SI ha notizia di ritrovamenti solo dopo che sono sfuggiti al controllo».
Intanto proseguono i lavori nella zona dove sono state trovate le statue e la terra ha già restituito parti del colonnato che doveva costituire ti peristilio, ceramiche e intonaci finemente pitturati. Nella mattinata di ieri c'è stato un braccio di ferro tra la soprintendenza, la pretura ed 11 sindaco' di Palombara. La pretura ha sequestrato le statue ed Impedito alla soprintendenza di prelevarle dal castello Savelli dove sono riposte. Dietro questa clamorosa decisione c'è la forte volontà dell'amministrazione Jialombarese e della città In-era di non far andare via,
verso Roma o Villa Adriana le due importanti statue. Proprio a castello Savelli la giunta di sinistra della Regione diversi anni fa istituì il museo della bassa Sabina, che poi non è stato mal fatto decollare. Questo ritrovamento sembra l'occasione giusta per dare il via alla realizzazione del progetto.
Antonio Ciprìani NELLA FOTO: una dell* due statue ritrovate a Palombara
Ormai è tutto pronto. Éntro la fine di settembre entrerà in funzione il nuovo ospedale di Ostia. Il comitato di gestione della Usi Rm 13 ha dato ampie assicurazioni, ieri nel corso di un incontro con l'assessore regionale alla Sanità, Vlolenzio Zlantonl, che quanto prima 1 malati potranno usufruire del nuovo nosocomio. Secondo 1 dirigenti della Usi Rm 13 non dovrebbero più esserci ritardi.
La Regione ha già reso noto l'elenco dei vincitori dei concorsi pubblici che verranno dunque assunti lm-
Ostia: l'ospedale nuovo funzionerà a fine mese mediatamente. Inoltre gli uffici regionali hanno dato mandato alla Usi stessa di procedere all'assunzione di tutto 11 personale specializzato di cui potrà avere bisogno, perché finalmente vengano superati tutti gli ostacoli e si avvìi l'ospedale. Durante l'incontro tra dirigenti della Usi Rm 13 e Zlantonl,
quest'ultimo ha dato le sue assicurazioni che 1 fondi per la partenza operativa del nosocomio sono già disponibili. A chi gli chiedeva come'pen-sava di risolvere il problema del finanziamenti necessari per il funzionamento della struttura, l'assessore ha risposto che la questione verrà affrontata e risolta sulla ba
se delle esigenze che si manifesteranno.
L ; L'apertura-~ del * '••• nuovo ospedale di Ostia, il superamento di tutte le difficoltà che si prospetteranno, rappresenta — ha detto Zlantonl — uno degli obiettivi principali che la giunta penta-partitica della Pisana si pone. Da parte sua il comitato di gestione della Usi Rm 13, ha deciso che dai prossimi giorni verranno iniziati i lavori per il trasferimento dalla vecchia struttura ospedaliera del Sant'Agostino, alla nuova.
/ crolli dimenticati
In via Principe Amedeo, ancora oggi non si è deciso a chi spetta la ricostru
zione - I lavori di prima necessità avviati dal Comune sono terminati e intanto le cinquantatré
famiglie evacuate aspettano di sapere se potranno rientrare nelle proprie abitazioni
Il palazzo sventrato Esquilino, tutto come 4 mesi fa
Via Principe Amedeo angolo vìa Ricasoli. Comincia qui, al-l'Esquilino, il nostro viaggio nella «Roma dei crolli», tra i palazzi lesionati dagli improvvisi cedimenti di mura e di strutture portanti all'apparenza ina* movibili che si sono succeduti a un ritmo impressionante dall'inizio dell'anno fino allo scorso luglio lasciando nella parte vecchia della città, ma anche nella periferìa più recente, stabili sventrati, appartamenti distrutti e migliaia di famiglie senza casa.
Uno dei primi fu proprio quello di via Principe Amedeo: alle 13 e 42 del 28 aprile un'intera ala dell'edificio al civico 257 venne giù lasciando a terra in un cumulo di macerie sei piani. Se non ci furono vittime fu un puro caso: gli abitanti messi in allarme da un inquilino, l'unico che per una specie di sesto senso avvertì il pericolo imminente, riuscirono a mettersi tutti in salvo. Da allora nessuno di loro ha potuto rimettere piede nelle rispettive abitazioni.
Sono passati più dì quattro mesi e tutto è ancora come il giorno della tragedia: la strada e transennata e le 53 famiglie evacuate anche dagli altri edifìci attigui sono costrette a restare negli alloggi e nei residence messi a disposizione dal Comune. Nel palleggiamento delle responsabilità non si è riuscito a stabilire chi deve provvedere alla ricostruzione oppure alla definitiva demolizione della struttura. «L'amministrazione — assicura l'assessore Pietro Giubilo (lavori pubblici) — in questo caso ha fatto tutto quanto era di sua competenza». Cioè, con un'ordinanza firmata dal sindaco il 1* maggio è stato possibile dare il via e completa
mento che posso dare è quello che gli stessi proprietari si facciano promotori della richiesta presso la Regione. Può darsi che riescano ad ottenere qualcosa. In ogni caso sono del parere che runica soluzione è la grevenzione. Anche per gli sta
ili bisognerebbe ricorrere a una sorta di verifica come si fa per le automobili quando hanno raggiunto una certa età. Una specie di check-up obbligatorio
per ogni edifìcio che ha più di quaranta anni. Questo eviterebbe guaì peggiori».
Dopo quattro mesi, da chi governa questa città si riescono ad avere le solite rassicuranti promesse, owii consigli e qualche futuribile proposta. Davvero un po' poco per chi ha perso il proprio tetto e non sa quando lo riavrà.
Valeria Parboni
Il palazzo dell'Esquilino il giorno del cròllo e come è oggi
re le opere di prima necessità (rimozione delle macerie, tran-sennamento dell'area, rinforzo e punteliamento delle parti lesionate) a tutela della incolumità pubblica. Tutto qui. Niente di più. "
Per il resto, infatti, tutto viaggia nel vago. Chi dovrà decidere adesso il da farsi? «Secondo me il proprietario — risponde Giubilo — che dovrà
nominare un tecnico per stilare un elenco dei lavori...». Ma non tutti i proprietari hanno la possibilità di poter affrontare spe> se cosi consistenti, «fi vero, al momento il problema non mi sembra che sia facilmente risolvibile. Da più parti si è parlato della possibilità per l'accesso dei privati a mutui agevolati o finanziamenti speciali. Ma a quanto mi risulta finora non c'è nulla di concreto. Un suggerì-
Il presidente deirArci Cipriani risponde alle polemiche sull'Isola Tiberina
«La musica non dà noia all'ospedale» Permessi irregolari? Suoni troppo alti? All'in
chiesta della Procura sulla manifestazione musicale dell'Isola Tiberina ha risposto ieri il presidente dell'Arci di Roma, Felice Cipriani. Secondo Il dirigente dell'associazione culturale, che ha organizzato l'iniziativa, «Un'Isola per Pesta-tei ha avuto tutti 1 regolari permessi delle autorità preposte alla vigilanza degli spettacoli. Ingiustificato dunque — secondò Cipriani — lo strascico giudiziario, e superate anche le polemiche, soprattutto quelle legate alla vicinanza
dell'ospedale Fatebenefratelll. Il dirigente Arci ammette le«posslbili disfunzioni e disattenzioni», ma afferma che «gli spettacoli sono conciliabili con l'ospedale perché, se vi è un rumore che disturba 11 nosocomio e gli ammalati è quello del traffico incessante sul lungotevere e sul ponti, aumentato anche dalla chiusura di via Luigi Petroselli». L'inchiesta giudiziaria era nata dall'esposto di un cittadino che durante una delie serate all'Isola Tiberina, li 20 agosto aveva assistito all'intervento delle forze dell'ordine per il
«troppo rumore» provocato dal concerto di un gruppo brasiliano. L'indagine è stata affidata dal sostituto procuratore Davide lori ai carabinieri, per stabilire l'entità del disturbo provoca-to all'ospedale. «Ma è dal 1980 — ha ricordato Cipriani — che nell'isola si organizzano spettacoli, ed anche dentro all'ospedale si svolgono concerti e letture teatrali. Tutto ciò — dice il dirigente Arci — per la comprensione dei frati francescani e dell'ospedale, ma anche per l'attu-timento del rumori tra i ponti Cestio e Fabri* tius*.
didoveinquando
n manifesto detto performance «Wet Features»
«Oltre l'attore», un confronto
tra Italia e Olanda Venerdì alle ore 11 presso
l'Istituto di cultura olandese a Roma (Valle Giulia) si terrà la conferenza stampa di presentazione della IV edizione del Festival Intemazionale di teatro «Oltre l'attore» (in programma a Mon-terotondo e Mentana dall'I 1 al 14 settembre), organizzato dalla compagnia «La Grande Opera» In collaborazione con la Provincia di Roma, il ministero Turismo e Spettacolo e i Comuni di Monterotondo e Mentana.
Tema di quest'edizione: «L'Italia, l'Olanda. Il Teatro*. Il festival, infatti. In quattro giorni si propone di presentare una" panoramica delle tendenze artistiche di due paesi che, in questo momento, per il teatro, sono due importanti punti di riferimento a livello europeo. Per l'Olanda alcune tra le più apprezzate giovani compagnie:
Harry De WIt tn «Embodl-ment» Studio Hlnderik In «Stoeprand», per il teatro danza Usa Marcus e B. Duy-fjes in «Wet Features», Danzerà Kollektltf in «Har-tstuck». Per l'Italia, tra gli altri: Giorgio Barberìo Corsetti, Roberto Orlandi, il teatro GlocoVlta, Donatl-Olesen, Tea trombila.
Una proposta interessante sarà «D Congresso degli Uccelli*, spettacolo allestito da settanta ragazzi di una scuola marchigiana al Convento dei Cappuccini di Monterotondo. In collaborazione con l'Officina Filmdub sarà proiettato sabato 13 «Soirée Starewitcb*, un filmato sull'opera di Starewitcb (1882-1965) pioniere del cinema di animazione. Un convegno e la proiezione di video-opere olandesi saranno un ulteriore momento di riflessione e confronto tra gli studiosi del due paesi invitati al festival.
-1 «Fritti troupe» ' ! di Lucia Latour
i • Gloria Mujica
uuu A Viterbo il notturno della
«Macchina di S. Rosa» VITERBO — Questa sera alle ore 21, cosi come avviene orinai da secoli, le vie di Viterbo si ©cureranno di colpo e dall'antica Porta Romana inlzlerà il passaggio della •Macchina di S. Rosa» la quale, portata a spalla da cento «facchini*, dopo aver percorso circa 2 chilometri, si fermerà dinanzi al sagrato della chiesa dedicata alla patrona viterbese.
L'interesse che si accentra su questa manifestazione è dovuto alla mole della •macchina», 50 quintali di peso e 34 metri di altezza, che compie l'Intero percorso a passo di marcia per terminarlo addirittura di corsa. Quest'anno i viterbesi ed 1 turisti che assisteranno al trasporto vedranno un nuovo modello di macchina. «Armonia celeste*: è questo il titolo che gli ideatori, l'architetto Aifiero Antonini e lo scultore Roberto Ioppolo, hanno dato alla loro •creatura*,
Il decentramento culturale nella città può diventare una realtà. Se ne è parlato a lungo, ma Tino ad oggi molte delle esperienze fatte, comprese le ultime all'Eur, non hanno dato fiducia all'idea.
Il successo di pubblico ottenuto dalla rassegna cinematografica che si è svolta a! Teatro Espero a Montesacro quest'estate — come gli stessi organizzatori affermano — fa tornare alla ribalta il tema. «Portare* la cultura nelle periferie è difficile, movimentare le stesse lo è altrettanto. Forse, però, è solo questione di qualità, oltre che quella di individuare punti strategici — che richiamano un pubblico di fedelissimi — a cui dare Impulso e stabilità di elaborazione.
È una aspirazione dell'Esperò, che già da molti anni non fa una «buca» negli appuntamenti musicali, teatrali e cinematografici. E in questa estate romana ha detto la sua: oltre 200
Decentramento culturale: dall'Espcro idee
che hanno funzionato presen?: per sera durante l ventlnove giorni di cinema organizzati dall'Arci IV Zona, patrocinata e flnanttata da diversi enti pubblici, radio, tv e sponsor privati. Un ritorno al decentramento caparbiamente auspicato dagli operatori culturali di Montesacro. «Un'esigenza da non sottovalutare», come dice Orazio Casteilaneta.
Basti pensare che 11 quartiere conta 350mIIa abitanti, con pochi spazi di aggregazione, alcuni dei quali destinati a mori
re se non ci saranno immediati provvedimenti. L'Arci Io sottolinea, e chiede perciò che Io spazio del teatro diventi un punto fisso di riferimento per lo svolgimento delle future manifestazioni culturali promosse dal Comune. Ma se è vero che tale «adozione» porterebbe 11 quartiere nel vivo del dialogo culturale non solo cittadino, qualificando il livello e le capacità aggregative delle sue strutture ricreative, è altrettanto evidente il rischio di essere risucchiati nelle esperienze rovinose in cui il Comune più volte è Incappato.
Il cinema, secondo le proposte di manifestazioni culturali che l'Arci sta mettendo a punto per le prossime stagioni, dovrebbe essere solo li fulcro Ideale Intorno al quale ruoterebbero le altre sale cinematografiche, oggi per lo più a «luce rossa*, I parchi e I luoghi poco frequentati del quartiere, -
•. Gìtmfsrìco D'Atomo
Nuovi corsi di danza
• ALTROTEATRO — Il gruppo di danza contemporanea riprende la sua attività didattica con corsi e seminari pratici condotti da Lucia Latour e Gloria Mujica. La lezioni iniziano lunedi 8 settembre presso 1 Cid (via San Francesco di Sates. 14). Osi 15 settembre si svolgerà i seminano «Per un'altra idea di gravità», sotto la drerione di Lucia Latour. Per informazioni telefonare ai seguenti numeri: 6875967 tutto 1 giorno. 6568138 data 10 alla 12. • ISOLA TIBERINA — Ale 21.30 sul Palco cantra)* la compagnia dei"Atto presenta cTi darò quel fior...», assassini in due tempi di Marco Mete cori Gennaro Camavacciuolo, Renato Campese. Gloria Sapio a Alfredo Messina (tutta la emozioni dei cafè-chaman). Alla 22.30 discoteca, data 21 . attrova, spazio giochi. • L'ALTRA META DELLA SCENA — Quatta sera la musica: «He ora 21.30 al Parco del Turiamo (Eur) concerto d Gami Russo. Dopo i piano bar con molti nuovi telanti femmine. • CINEMA — M'Arena Esedra (via del Vìminsi*. 9) «L'anno del dragona» d Michael Cimino, con Mickey Rourke. A Ponte S. Angelo •Scripta Manent» presanta quatta sera (or* 23) «Kramer contro Kramer» di Kubrick, fri-
Ima (ora 21.30) ala Mostra inarcato dal fioro a... affini Ennio Parts parta di td gioco dai rumati data tacca ani battona afta Cabala», brava viaggio nei mondo dai numan.
Le intense Sonate beethoveniane di un promettente pianista Un concerto con la «C* maiuscola quello presentato dal
tempietto domenica nella Basilica di San Nicola in Carcere, dovuto alla pregevole interpretazione del pianista Ugo Cam-pini, U quale ha reso omaggio a Beethoven con tre delle «ne più significative Sonate; POp, 14 n. 2 «La Primavera*. POp. 31 n. 2 «La Tempesta» e l'Op. 57 «Appassionata*. Il giovane musicista ha dimostrato di possedere, oltro alle eccellenti qualità tecniche, una spiccata sensibilità artistica ed un nitido tocco, Indispensabile per l'esecuzione dell'Op. 14 n. 2, Sonata appartenente al primo periodo beethoveniano che risente ancora degli influssi di Haydn e Mozart. Grinta e decisione non sono poi mancate nella difficile Sonata Op. 57. con le quali Campi-ni è riuscito a tirar fuori l'Intensa drammaticità di questa opera, n pubblico, accorso numerosissimo, ha applaudito a lungo e con calore questo giovane e promettente pianista.
fa. a.)
16
Scelti
voi O Un bel
pasticcio Il talento comico di Blake Edwords non sarà qui ai livelli di Hollywood Party, ma la sceneggiatura ù di ferro e un buon nunv ro di risate è garantito. I poco noti interpreti. Ted Oanson e Ho-wie Mandel. vestono i panni di due gaglioffi che vincono una forte somma alle corse. Ma c'è di mezzo una banda di gangsters e la cavalla che ha vinto era drogata con una super-supposta... Nasce un inghippo maledetto, davvero un «bel pasticcio» in cui amore e denaro cambiano spesso e volentieri di padrone.
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O A 30 secondi dalla fine
Da un soggetto giapponese (di Akira Kurosawa) e da una regia russa (di Andrej Koncialovskij) nasce un film americano che è tra i grossi calibri della Cannon per la stagione ' 8 5 ' 8 6 . Due pericolosi malfattori riescono ad evadere da un carcere di massima sicurezza in Alaska. Per la fuga, ò pronto un treno incustodito che però si rivela una trappola mortale: la locomotiva è lanciata a folle velocità e nessuno la guida... A metà tra film d'azione e metafora sulle follie umane. A 3 0 secondi dalla fine funziona a sbalzi. Ottimi, comunque, Jon Voight e Eric Roberts.
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SUPERCINEMA
• Follia d'amore Un motel nel deserto del Moja-ve. Una ragazza che si é sepolta in una vita senza speranze. Un uomo che torna a vederla, da chissà dove. Un rapporto intenso. esasperato, folle... Sam She-pard, attore e drammaturgo alla moda, firma il testo e recita (quasi) nel ruoto di se stesso. Robert Altman, l'autore di Nashville. dirige conowia maestria. Kim Basinger (la «lei» di Nove settimane e mezzo) sfodera una bravura rhe ta candisa al ruolo di «diva per gli anni Ottanta». Il film 6 (quasi sempre) bello, coinvolgente, anche se l'origine teatrale ogni tanto gli nuoce.
F I A M M A
• Choose Me (Prendimi)
Che strane cose succedono in America! Intrecci amorosi, storie di corna, confessioni via radio... Lo ammettiamo: la trama di Choose Me) è impossibile da raccontare: tutto gira intorno a un belloccio (Keith Carradtne) che arriva fresco fresco in città e fa innamorare di sé una lunga serie di belle signore (le due più importanti sono Genevieve Bu-jold e Lesley-Ann Warren). Ma ciò che conta sono le atmosfere. gli ambienti e lo stile un po' barocco del regista. Alan Rudolph. già autore dell'ottimo Ricorda il mio nome e allievo di un illustre maestro: Robert Altman.
ARCHIMEDE
D Hannah e le sue sorelle
Dopo le «Ricostruzioni d'epoca* di Zefig, Broadway, Danny Roso e La rosa purpurea del Cairo, Woody Alien torna all'ambiente prediletto, quello in cui vive e opera: la Manhattan un po' chic degli artisti e degli intellettuali. Ma la sua Manhattan è. soprattutto, un «luogo dì cuore», ed è sempre sull'amore (con tutti i suoi risvolti psicologici, come già in lo • Anna e in M a n hattan) che il cineasta newyorkese ragiona. Tra Hannah e le serene si intrecciano rapporti sentimentali e intellettuali, cui dà corpo una magnifica squadra di attori: Mia Farrow. Barbara Her-shey. Dianne Wiest. Michael Caino, oltre naturalmente allo stesso Woody AUen.
A M B A S S A D E , CAPITOL INDUNO
• Fuori orario Commedia noir di Martin Scor-sese in bilico tra scherzo gratuito e (Svenimento newyorkese. È la cronaca di una notte incredibile vissuta da un tenero «yuppie» (è Griffin Durine) coinvolto suo malgrado in un giro di fughe e omicidi. Tutto per aver scambiato. nel bar sotto casa, quattro parole con una bella ragazza (è Rosanna Arquette) in cerca di compagnia. Tra avventure artistiche e rischi di linciaggio. n* giovanotto riuscirà la mattina ad arrivare, lacero e tumefatto, davanti al proprio ufficio. E successo tutto, appunto, «fuori orario».
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TURISMO E Dieci giorni nel Mediterraneo
a bordo della nave «Enrico C» dopo l'intesa tra la compagnia e la struttura di Unità-vacanze
Le facilitazioni ai lettori e per le «cooperative soci» Sistemazioni le più diverse
ma il menù è uguale per tutti
Autunno in crociera Ed è ancora estate
L'UNITÀ / MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 17
Dalla nostra redazione GENOVA — Cari lettori, cari soci, benvenuti a bordo della •Enrico C». Avete capito bene: per la prima volta nella sua storia, non breve e neppure priva di una certa gloria, «Unità Vacanze» propone al suol clienti e al lettori del nostro giornale una crociera a bordo di una nave tutta italiana. Dieci giorni nel Mediterraneo orientale tra Egitto, Israele, Cipro e Grecia — partenza e arrivo a Genova, con tappa a Napoli solo all'andata — dal 29 ottobre ali'8 novembre, a bordo della Enrico C, uno del •gioielli» della flotta passeggeri Costa.
Diciamo subito che al membri della Cooperativa Soci — ma solo a loro — la crociera viene offerta con uno sconto del 10% sul listino della Compagnia. È un assaggio di quelle che, In futuro, saranno le «facllitles» riservate al sottoscrittori (speriamo tanti) di quote azionarie de l'Unità.
Questa offerta rientra nella nuova strategia inaugurata da Unità Vacanze, di apertura verso una fascia più ampia di mercato, all'interno della quale vengono scelti 1 tour operatore capaci di offrire le maggiori garanzie nel rapporto qualità-prezzo. Sotto questo profilo, la crociera di primo autunno della Enrico C. è senza dubbio collocata al massimi livelli: la nave, come affermano alla Costa Armatori, è «brillante, animata, ricca di svaghi e di buon umore*. E, bisogna aggiungere, con una gamma di tariffe in grado di rispondere ad un ampio ventaglio di esigenze e di capacità di spesa; tariffe che si differenziano solo per la sistemazione in cabina in quanto il trattamento a bordo, paragonabile a quello di un hotel a cinque stelle, è lo stesso per tutti.
Non va neppure trascurato 11 fatto che la crociera è studiata per offrire un Indimenticabile colpo d'occhio su una fetta di Mediterraneo ricca di storia e di cultura.
Sono possibili escursioni facoltative, non incluse nel prezzo, nell'Egitto delle Piramidi, a Gerusalemme e sul Mar Morto, a Nlcosla e Rodi, In occasione delle soste nel porti mediorientali. Facciamo un esempio: 11 programma dell'escursione In Egitto prevede la partenza alle 8,30 circa dal Porto di Alessandria con pullman gran turismo, visita guidata a due moschee e al grandioso Museo Egizio del Cairo. Quindi colazione all'Hotel HUton, visita guidata alle Piramidi, ad una fabbrica di carta di papiro e, per chi lo desidera, una scappata al Bazar per qualche acquisto; non ci sono solamente falsi o souve-nirs da strapparsi 1 capelli, si possono vedere anche i prodotti dell'artigianato «vero». La sera, alle 21 circa, rientro sulla Enrico C. che nel frattempo si è trasferita a Porto Sald. La gita costa 96 dollari tutto compreso, circa 140 mila lire. Ed è la più cara delle dieci in programma: quella di Gerusalemme, invece, costa 50 dollari (poco più di settantamila lire) sempre compreso il pranzo in albergo. Senza contare che a bordo, prima di ogni scalo, città e Paesi vengono presentati con video o diapositive.
Ma la crociera resta soprattutto un momento di svago, di riposo, di vita notturna, una occasione per ricaricare le batterie. La-mitica tradizione dell'epoca d'oro del grandi transatlantici resiste solidamente, almeno nella sostanza: con la note-vole differenza che oggi è alla portata di molte famiglie e non soltanto di una ristretta élite. Ed è naturalmente sfrondata da quel rituali, dai vincoli di etichetta di sapore ottocentesco (l'abito da sera di rigore, ecc.) il cui ricordo contribuisce tuttora ad affermare una immagine distorta della crociera.
La Enrico C. dispone di un Udo (dove è possibile riservare sdraio e ombrellone «personalizzati» per tutto il vlag-
Per tutte le tasche Da 900mila lire sino a 2 milioni e mezzo
La crociera sulla Enrico C. costa da un minimo di 890mila a un massimo di 2 milioni 490mila lire a persona, secondo la cabina occupata. La tariffa più bassa, ad esempio, si riferisce ad una sistemazione in cabina quadrupla interna senza servizi (sì tratta comunque di posti confortevoli, con servizi e docce di fronte e separati per uomini e donne, per un totale di 12 toUettes e 8 docce ogni 12 cabine). La quota massima riguarda invece la sistemazione in cabina esterna su ponte Soggiorno o Passeggia» ta (due persone), con bagno e WC privati. A metà strada c'è un'ampia possibilità di valide soluzioni a prezzi competitivi: ad esempio, una cabina per due con servizi privati nei ponti B e C costa 1 milione 530mila lire a testa. Ma, dicevamo, le combinazioni sono veramente tante: meglio chiedere i dettagli agli uffici di Unità Vacanze. Ricordiamo che per i soci della cooperativa vale un ulteriore sconto del 10%. La Tassa di iscrizione, che si paga a parte, è di llOmila lire per gli adulti e 60 mila per i ragazzi. I ragazzi sotto ì 12 anni hanno diritto a tariffe spedali: 450mila in sistemazione senza servizi e SSOmila con servizi. Sono previste altre riduzioni (non cumulabill) per sposi in viaggio di nozze ó famiglie di almeno quattro persone occupanti la stessa cabina, lutti i prezzi comprendono, oltre al posto nella cabina prescelta, tutti i pasti, i mezzi di imbarco e sbarco dai vari porti, il facchinaggio bagagli a inizio e fine crociera. Sono escluse le mance, le bevande, le escursioni a terra.
gio), tre piscine, due sale da pranzo («Ischia» e «Positano») due sale da ballo («Alasslo» e •Riviera»), tre bar, un cinema, una dlscoteca-tavernet-ta che tira sino alle 3,30 del mattino, due giardini d'inverno (piante e zone floreali riparate) per chi desiderasse la quiete più assoluta.
Fra i numerosi servizi di supporto figura anche un «duty free» dove è possibile acquistare le mlgllonl «grlf-fes» a prezzi fuori dogana. Circa 320 persone d'equipaggio saranno Impegnate giorno e notte a rendere confortevole, allegra, sicura la navigazione e la vita di bordo. Il direttore di crociera, Antonie Mezzina, faccia simpatica In una corporatura di rispettabile stazza, è l'uomo che ha la responsabilità di far filare per 11 giusto verso servizi e divertimenti: pur di stare In prima linea — lo ammette lui stesso — dorme solo quattro ore per notte.
«A bordo — spiega Mezzina — ci sono in permanenza un Insegnante di ginnastica diplomato Isef e un'insegnante di danza e aerobica. Tutte le sere si balla dalle ventuno in poi con orchestra (ce ne sono tre) sino alle 2,30. Per i nottambuli c'è anche la tavernetta-dlscoteca. - In questa crociera avremo anche quattro spettacoli: balletto, magia, marionette, giocolieri. Alle 22 si gioca al Bingo, organizziamo sempre giochi di società per permettere al crocieristi di conoscersi meglio. C'è anche — aggiunge Mezzina — il club degli "Anni Cinquanta", dedicato in particolare agli ospiti anziani. A questo aggiungiamo lezioni di - co-cktails e di alta cucina, conferenze, una serata in maschera, due o tre serate di gala, la "Corrida" (che contrariamente a quanto si crede non è stata inventata da Corrado, ma è una tradizione nata proprio dalle crociere), gare sportive e tornei di vario genere. Insomma, non c'è un minuto vuoto. Tutte le se
re consegniamo In cabina 11 programma del giorno successivo: cosi ogni passeggero può organizzare 11 proprio tempo come meglio crede, al limite rinunciando a tutto per trascorrere la giornata esclusivamente nel giardino d'inverno: come del resto ho visto fare, ultimamente, da una coppia di crocieristi messicani per l'intero viaggio. Posso dire con tranquillità che sulle navi Còsta l'ospite non è mai considerato un numero. Tutti noi facciamo Il possibile per venire incontro ad ogni singola esigenza. Certo — conclude Mezzina — questo significa tanta fatica, ma anche la soddisfazione di aver svolto il nostro compito nel migliore del modi».
C'è un altro aspetto, nien-t'affatto trascurabile, che rappresenta un po' il flore all'occhiello delle navi Costa: la gastronomia. A bordo si fa una ricca prima colazione, poi alle 10,30 c'è la focaccia genovese, quindi colazione «à la carte», nel pomeriggio thè con pasticcini, pranzo serale e a mezzanotte un buffet di gran classe. Più tardi ancora, in sala da ballo, c'è sempre una sorpresa: un gelatone, l'ananas flambé, lo spaghetti-party, ecc. Ma, tanto per stare nel concreto, ecco il menù del pranzo di gala del Comandante, offerto nella penultima*crociera: Caviale Malossol, Prosciutto e melóne ghiacciato. Vellutina Ambasciatore, Zuppa di cipolle con crostini, cannelloni alla nizzarda, code di aragosta in bella vista con salsa Chantilly, fagiano in cocotta al brandy, piccata di vitello al Marsala,' cuore di filetto grigliato al burro «Maggiordomo», - contorni, salse, frutta fresca, millefoglie al cioccolato, frivolezze del pasticcere, coppa Bella Elena. Che ne dite? Se non dovesse bastare, potrete rifarvi con il buffet notturno. Oppure protestare con Unità Vacanze. '- - - -
Pierluigi Ghigginj
Dalla Romagna in Jugoslavia con l'aliscafo superveloce
E ci son pure viaggi speciali per i cacciatóri Dal nostro inviato
ROVIGNO (Istria) — L'Adriatico è un piccolo catino. Le sponde sono a due passi runa dall'altra. Qui, le sterminate spiagge romagnole, brulicanti di ombrelloni, con alle spalle il muro continuo degli alberghi e delle pensioni che a Ferragosto sono pieni come uova. Là, le verdissime isole dell'arcipelago istriano, la costa sassosa della Dalmazia, con un mare blu d'incanto, spazi ancora da conquistare, lidi fantastici sperduti nelle mille insenature. n catino si varca In un attimo, o quasi. li «coast-to-coast» (11 viaggio costa a costa) dura due ore e mezzo, massimo tre. Dalla Romagna alla Jugoslavia in aliscafo, velocità di crociera lntor-
Le notizie
no ai 40 nodi, 60-65 km orari, è una passeggiata sull'autostrada azzurra. Il tralt-d'u-nion è impresa recente, di quest' anno.
II battesimo è avvenuto a metà luglio, padrino un albergatore ricclonese dall'intraprendenza tutta emiliana («15 anni fa facevo il contadino a Mollnella») che è riuscito a stabilire rapporti di piena fiducia con la «Kompas», una delle più grandi agenzie turistiche Jugoslave. «I bastoni tra le ruote non sono mancati—ci tiene a precisare Giuseppe Franceschi, cosi si chiama l'ideatore del servizio — e continuano ancora. Ma noi teniamo duro, perché questa iniziativa merita*. «I risultati hanno subito dato ragione al nostro amico: ali
scafi pieni dopo poche settimane di rodaggio. Il viaggio è praticamente una bella gita, dalla destinazione insolita per il medio turista romagnolo, solitamente indirizzato sul canali che portano a San Marino e Gradara, massimo Firenze o Venezia. L'aliscafo, poi. è anche più comodo del pullman: 118 posti a sedere, bar, «duty free shop» con l'abituale mercanzia franco-dogana (liquori, sigarette, profumi), due gentili hostess slave, tre marinai e il capitano costituiscono al dotazione operosa del nostro «transadriatlco*.
Si parte alle 7,30 dal molo sud di Rlmlnl; alle 10 è già sbarco al porto di Rovlgno. Giro in città, bellina, con angoli caratteristici e Intorno
un paesaggio che ricorda l'Italia di mezzo secolo fa. Subito dopo mezzogiorno si sale in pullman per il pranzo in campagna. Qualcuno preferisce restare in riva al mare e non c'è problema (il pranzo è facoltativo), c'è completa libertà fino al reimbarco, previsto per le 18. Oltre al pranzo, il viaggio offre un altro optional al pomeriggio: un viaggio In pullman attraverso le località inteme dell'Istria, tanto per rendersi conto delle allettanti opportunità che offre questa bellissima penisola.
Quanto si spende, in tutto? Pranzo e gita compresi si arriva a 95mlla a persona, mentre U solo biglietto di andata e ritorno costa 70. Insomma con una modesta spesa si può varcare la fran
ai La valle dei templi sari china di «otte AGRIGENTO — La sovrintendenza alle antichità di Agrigento ha emesso un decreto con il quale dispone la chiusura durante le ore notturne, a partire dalle ore 21,30 della Valle dei templi. Il provvedimento è motivate dalla necessità di tutelare il patrimonio archeologico e dell'astenia di vigilanza notturna nel parco archeologico.
ìa Italia ROMA — Lieve diminuzione della ricettività nei campeggi italiani. Secondo i dati della Federcampeggio, infatti, il numero degli impianti è diminuito quest'anno del £36 per cento rispetto al 15*5, scendendo a 2J6S unità, fc diminuita anche la ricettività (meno 1,85 per eente) che è scesa a 2.139.000 porti mentre è aumentata dei 2J33 per cento la superficie disponibile nel campeggi (71 milioni di metri quadri), fi ribasso ala forte della ricettività e stato registrilo nelle regioni meridionali (meno 4.42 per cento) mentre l'aumento pia forte della superficie dei campeggi si e avuta al Nord (più 1.44 per cento). Le regioni che hanno il maggior numero drcamaeggl sano la Calabria (213), la Toscana (lsf) e la Lombardia (188). Le superne! maggiori si trovano Invece In
Veneto (8J milioni di metri quadrati) ed in Tsscaaaf^l «affisai).
• «Ro**a traajsK» e «R ROMA — Si chiamano «Roma traastt* e_>Roma shopping» nuove iniziative che stanno per punto dairastessorato al Turismo della ratori turistici per il rilancia deirimasagine e «M nella capitale. -Berna transtt», organizsata In < l'Alitalla e i ristoratori, albergatori e te cu i* turistiche a Roma, consentirà, in particolare, di offrire al tarliti stranieri in transita dalla capitale un •pacchetto» tutto compress per un gier» nodi permaaensa a pressi
marsi 24 are a Roma pernottando in un albergo di pi liaa cattga» ria, con pasti, trasferimenti a serata aM«dat*c assapresi, a un c««UdiMmitaUrv.nprefMf<rmteaXSmilslireseaclt«nte sceglie di pernottare in un alberga di sscenda cassgarss. L'iaisia-ttva sarà probabilmente lanciata in uewubie..
«li araficcrta «vi Arezzo . ROMA — f>iecento aziende w3st i metri quadrati ispwiaiiwa al
tlera adriatica, per una giornata diversa, senza l'assillo del traffico automobilistico e senza neppure problemi doganali. Neanche il passaporto è necessario: In base agli accordi con le autorità di frontiera, è sufficiente munirsi della carta d'Identità. Attenzione al programmi giornalieri, però (basta rivolgersi alle agenzie di viaggio che trattano onesta linea), perché sono diversi. Esemplo: mercoledì si va a Rovlgno, giovedì a Porec (Paren-zk»), venerdì a Portorose, sabato a Pola e la domenica di nuovo a Porec Lunedi e martedì è vacanza.
«Il programma è valido fino a questa settimana di settembre — Informa Franceschi—poi offriremo del pacchetti speciali per cacciatori:
Centro affari e di articoli del
soggiorni di 2-3 giorni tutto compreso per gli appassionati della doppietta che dalie nostre parti devono adattarsi a lunghe astinenze. Pensiamo di coprire così settembre e ottobre. Per l'anno prossimo vedremo: l'intenzione è di riaprire già in aprile ampliando al massimo e diversificando le offerte*. - Una breve chiacchierata
che conclude il viaggio di ritorno. Sono appena le nove, già si accendono le prime luci nel nero serpentone che fronteggia la costa romagnola. L'aliscafo sembra planare davanti ad una piccola Manhattan.
Florio Amrtorì NELLA FOTO: rafiscafo in
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Tutti a Rothenburg nella Baviera
delle grandi bevute È la città del borgomastro Nusch che tracannò tre litri d'un fiato
Dal nostro inviato ROTHENBURG — Ottobre, per 1 bavaresi, non è solo 11 mese delle grandi bevute di birra. Nel mentre a Monaco e dintorni l'infuso di malto, orzo e luppolo scorre a fiumi solo se si sale di poco verso settentrione ci si rende conto che anche il vino conta numerosi fedeli. A Rothenburg, poi, cittadina di neanche 13mila abitanti — che all'incrocio tra la Romantlsche strasse e la Burgstrasse rappresenta l'ambiente medioevale tedesco meglio conservato — si sentono
addirittura «obbligati a bere
Una veduta di Rothenburg
Italiani in Usa ire di più
e senza rancore Sempi
• M
ROMA — Oli italiani non se la sono presa con gli Stati Uniti per le defezioni in massa dei turisti americani dalla penisola e, anziché «ripagarli* con la stessa moneta, forti anche del netto apprezzamento che la lira ha avuto sui dollaro, si sono buttati (e così faranno anche l'anno prossimo) alla «scoperta» degli Usa. Cosi come gli americani, negli ultimi due anni, si erano buttati alla scoperta di monumenti e paesaggi italiani grazie ad un dollaro che rendeva estremamente conveniente le loro vacanze nel vecchio continente. Secondo uno studio della «Chase eco-nometics» pubblicato in questi giorni da una rivista specializzata del gruppo editoriale dell'«Economist» ed effettuato per conto del governo americano, quest'anno gli arrivi di turisti stranieri negli Stati Uniti, dopo quattro anni di costanti flessioni, aumenteranno del quattro per cento per salire, nel 1987, al cinque per cento. Gli italiani, Inonesto contesto, aumenteranno del sette per cento nel 1966 e del quattro per cento l'anno successivo, n numero di turisti italiani che sbarcherà negli Usa — secondo queste previsioni — sarà di 235mila quest'anno e di 245mila nel 1967, complessivamente il numero di turisti che visiteranno eli Stati Uniti passerà dai 22.075.000 del 1986 a 23.110.000 del 1987. .
Cosi la Paesi d'origina
Canada Massica Gran Bretagna Germanie rad. «*- — -, rrancss itaae Olande Sud America Asia deppone Medto Orienta Oceanie • -AestraNa Africa Cara** Cantra America
TOTALE
corsa Arrivi '86 llrtfQPBsMaaJ
11.300 2.460
• 1 6 666 360 238 140 866
2.440 1.700
390 410 286 136
' 740 326
22.076
airAmerica Ver. % 85-88
• 1 - 6 • 5 + 8 • 4 • 7 : + 8 +10 • 13 • 11 • 11 • 16 • 14 • 8 • 1 • 13
• 4
Arrivi *87 tmiafisH)
11.800 2.300 .
965 580 366
. . . 246 . 160 950
2,685 1.850
416 450 315
•' 150 700 340
23.110
Var. % 88-87
• 5 - 6 • 4 • 5 + 4 + 4 • 7 • 10 • 10 • 9 • 6 • 10 • 1 1 • 11 J • 3 • 6
• 6
dalla storia (o dalla leggenda)» ed ogni bevuta rappresenta un rito. Narrano infatti le storie di queste terre che durante la guerra del Trenta Anni, nel 1631, 11 gen. Tilly espugnasse la città affermando che l'avrebbe risparmiata dalla distruzione solamente se uno del consiglieri comunali avesse vuotato, di un sol fiato, un enorme boccale capace di tre litri ed un quarto di vino. Secondo ti raccanto popolare, si offrì 11 borgomastro Nusch, che tracannò l'intero contenuto senza respirare. Cosi la città fu salva e 11 Nusch dimostrò la sua forza vivendo ancora 37 anni, chiudendo gli occhi solamente quando ebbe superato l'ottantina.
Oggi di questa «grande bevuta» Rothenburg ha fatto una professione puntando tutte le sue carte, ed a ragione, sul turismo. Quotidianamente, nelle ore di punta, tra le 11 e le 14 ogni 60 minuti sulla facciata della Locanda dei Consiglieri, quando l'orologio ricorda il tempo, al suol lati si aprono due finestrelle ed appaiono 1 due protagonisti: 11 generale Tilly e 11 borgomastro dall'enorme sete. Storia o leggenda che sia la «grande bevuta» richiama ogni giorno una moltitudine di turisti che con il naso al-l'insù attende che si affaccino i due eroi.
Interamente cinta da antiche mura, la città è adagiata sul pendio di una collina e poche decine di metri più in basso, lungo la valle, scorre il fiume Tauber. Un tempo godeva del privilegi di città imperiale, da 180 anni fa parte della Baviera. Nel 1945 e stata parzialmente distrutta-e successivamente ricostruita nel suo stile originarlo con l'aiuto di mecenati da ogni parte del mondo. Dieci anni fa lo storico magazzino delle Decime dell'Ospedale è stato trasformato in «Salone delle Feste» della città, capace di ospitare 500 persone sistemate a tavola.
Magnificamente ' conservata, Rothenburg è tutta un museo. I camminamenti coperti sulle mura di cinta sono tutti percorribili; le torri ' ed 1 bastioni sono uno più bello dell'altro, ammirevoli ' le porte. La «grande bevuta» ricordata giornalmente dall'orologio meccanico ha offerto anche lo spunto per una rappresentazione teatrale che viene allestita — a Pentecoste ed in altre occasioni — sulla piazza del Mercato dove, con il Municipio, fanno bella mostra alcune case patrizie. La sede del Comune — Rothenburg è stata anche Città Libera — risale al 1250 ed è un ibrido rinasci-mental-gotlco, con una torre campanaria alta 60 metri. Ospita la SalR Imperiale, con sotto le prigioni sotterranee.
La cittadina conta oggi 19 alberghi, 35 pensioni e camere private per oltre duemila posti letto. A sottolineare la sete degli abitanti (e degli ospiti) basta ricordare che tra ristoranti e taverne, mescite di vino e birrerie, se ne contano circa un centinaio. Il ritrovo più famoso (e più salato!) è il Baumelsterhmus, ospitato in una sontuosa dimora cinquecentesca. Da ammirare, e fotografare. 11 Castello con I giardini, la Casa dell'Architetto e la fontana Herterich (entrambe rinascimentali), la Casa dei Macelli (con 11 Museo delle Bambole), la Herrengasse, l'arteria più larga della località. Molte le insegne in ferro battuto, le inferriate, particolare caratteristico 1 cortili interni con I tradizionali pozzi. Nel convento delle Domenicane (1265) è ospitato U Museo della Città Libera con la più vecchia cucina della Germania fedelmente conservata; poco più avanti l'ex mulino a cavalli è oggi sede dell'ostello della gioventù.
A ridosso delle mura di cinta si può visitare un at-trezxatisslmo Museo Criminale Medioevale. Sul duemila metri quadrati del quattro plani del palazzo al ha una storia visivamente espressa circa la tortura medioevale. Nelle ultime vetrine si giunge al punto di fare un paragone tra 1 metodi di allora e quelli odierni. SI sono però dimenticati di fare anche un solo timido accenno alla triste e tragica esperienza nazista. Ma, d'altra parte, se a Monaco chiedete perché è consigliabile visitare Da-chau non vi rispondono forse: «Per ammirare 11 magnifico castello, naturalmente»?
SRVBOO Qonippi
18 l'Unità - SPORT MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986
Elaborati ieri dal computer del Coni i calendari di «A» e «B»
Udinese ed Empoli, avvio terrìbile In serie B la «X» del Palermo
ROMA — Il computer del Coni ha elaborato ieri i campionati di serie A e B della stagione 1986-B7. L'iinput» era però pilotato: le sei squadre finite nei primi sei posti della classifica della passata stagione non si dovevano incontrare nelle prime tre giornate. Questo perché Juventus, Roma, Napoli, Fiorentina, Torino e Inter saranno impegnate nelle coppe europee che avranno inizio il 1* e il 2 ottobre (al «via» Inter e Fiorentina). Ma ieri è accaduto anche un evento straordinario: il calendario di serie B al posto del Palermo avrebbe contenuto una «X«. Alla società siciliana era stato dato tempo fino alle 12 di ieri per regolarizzare la sua posizione. Il •colloquio» del «messo. del Palermo col presidente della Lega-calcio, Antonio Matarrese, ha sortito il risultato dapprima di far slittare i calendari alle 16, per poi arrivare alla decisione definitiva di concedere una ulteriore proroga sino alle 12 del 9 settembre prossimo. Ecco, perciò, la ragione della «X» nel calendario di «B. e Io slittamento anche dei calendari di serie C/1 e C/2 che dovevano, viceversa, essere emanati oggi in Federcalcio. I due calendari verranno elaborati il prossimo 10 settembre, alle ore 12, presso la sede della Figc, in via Allegri. La decisione ha comunque suscitato le proteste del Pescara che, in caso di passaggio alla «B», avrebbe soltanto 4 giorni per reperire eventuali rinforzi.
La comunicazione è stata fatta dallo stesso presidente Matarre
se, il quale ha detto che non «sarebbe stato giusto abbandonare gli sportivi palermitani; sarebbe stato un affronto per la stessa città». Quindi ha continuato: «Abbiamo fatto questa scelta, la prima nella storia del calcio italiano, perché non sorgessero spiacevoli equivoci». Quindi ha concluso: «Vogliamo ridare credibilità al calcio, ridargli smalto. Se non ce la dovessimo fare sarò io il primo a farmi da parte». Sulla stessa linea si è mosso anche il Commissario della Figc e presidente del Coni, Franco Carraro. «In presenza di situazioni particolari, si debbono trovare soluzioni particolari. Quanto al problema economico è emersa una prima indicazione di senso di responsabilità da parte delle società: si è speso meno per la campagna acquisti. La deroga al Palermo è una decisione giusta: non si poteva fare altrimenti». Quindi ha proseguito: «Quanto alle sentenze della Caf non entro nel merito e non Io farò neppure in futuro, dico soltanto che è umano che non soddisfino tutti. Guardiamo avanti, ridiamo credibilità al calcio. L'opinione pubblica, lo sportivo devono riacquistare la certezza che i risultati che scaturiranno dai campi saranno puliti, veritieri. Quindi vigilanza, tensione morale da parte delle società. Guai se non riuscissimo a ridare credibilità; è un patrimonio irrinunciabile: gli appassionati potrebbero veramente abbandonare il calcio».
Detto che A e B avranno inizio il 14 settembre, per terminare rispettivamente il 17 maggio e il 21 giugno 1987, e che le soste
saranno 6 in A e 3 in B, diamo una scorsa al calendario di A. Ci accorgeremo subito che la partenza sarà dura soprattutto per l'Udinese. Infatti nelle prime quattro giornate incontrerà rispettivamente la Juventus, il Napoli, l'Inter e la Fiorentina. Ma anche l'Empoli non sta meglio: in avvio incontrerà l'Inter, la Juventus, il Torino e il Milan. I due derby Milan-Inter e Juventus-Torino si giocheranno rispettivamente alla 5' e alla 12' giornata. Avvio più abbordabile per Juventus e Roma. I giallorossi giocano la prima in casa contro il Como, i bianconeri in trasferta contro l'Udinese. Da notare poi che la Juventus, delle ultime cinque partite, ben quattro ne gioca al Comunale: Roma, Torino, Samp e Brescia. I grandi scontri: Inter-Roma, Juve-Milan, Napoli-Torino, Fiorentina-Ju-ve, Torino-Roma, Juve-Inter, Roma-Napoli, Napoli-Inter, Juve-Napoli, Roma-Juve, Torino-Milan, Roma-Milan, Fiorentina-Napoli, arriveranno a cavallo degli incontri internazionali della nazionale e degli impegni delle coppe europee. Al termine è stato comunicato che il Rende non sarà incluso nella C/2, mentre in C/1 sono incluse Pescara, Alessandria, Carbonia, Frosinone, Paganese, Pistoiese. Siracusa e la Turris in C/2. Oggi, infine, si terrà la Giunta del Coni che darà una risposta anche alla lettera indirizzata dal presidente del Pisa a Carraro a proposito della sentenza Caf.
g. a.
7 giorni di tempo ai siciliani La Lega mole la nuova società Ma ci sono venti miliardi di debiti da coprire
Nostro servìzio PALERMO — «Mister X» salva il Palermo. Con una trovata dell'ultima ora la Lega calcio ha evitato la morte della società rosanero, ma ha negato nello stesso tempo, nuovo credito ad una dirigenza che ha sepolto sotto i debiti la squadra. La X che si ripete diciannove volte nel calendario di serie B potrebbe dunque, tra sette giorni, trasformarsi nel nome del Palermo se dalla capitale siciliana le lettere di intenti recapitate lunedì pomeriggio al presidente Matarrese diverranno concreti impegni finanziari. Il pool di imprenditori e di banche che ha dichiarato la propria disponibilità a rilevare la squadra, dunque, ha una settimana di tempo per costituire la fi
nanziaria che dovrà gestire la Palermo calcio ed accendere le fidejussioni necessarie a saldare 1 debiti più urgenti che risultano scoperti in Lega. Questa la situazione Ieri pomeriggio allo scadere dell'ultimo termine concesso dalla Lega nazionale calcio alla società siciliana. Altre dilazioni, con un conseguente ritardo nella emanazione del calendari, non erano possibili.
Il vertice della Federcalcio ha deciso quindi, per la prima volta dopo trentacinque anni, di far uscire un calendario che non contiene ì nomi di tutte e venti le squadre partecipanti al campionato cadetto. Dopo quasi quaran-tott'ore di tensione la città ha tirato un sospiro di sollievo. Tra lunedì pomeriggio e
lunedì mattina i centralini dei quotidiani e delle televisioni palermitane erano stati tempestati di telefonate. E quasi mai si sono staccati dagli apparecchi anche i protagonisti di questo disperato tentativo di salvataggio: il ministro per gli Affari regionali Carlo Vizzini (Psdl) e il sindaco Leoluca Orlando. Vizzini ieri pomeriggio sembrava abbastanza soddisfatto. «Credo che per quanto ci riguarda abbiamo fatto la nostra parte. Adesso tocca alla città dimostrare il suo attaccamento alla squadra».
Il riferimento è alla partita che oggi il Palermo-baby, la squadra primavera, visto che i titolari sono stati squalificati tutti, tranne il portiere Paleari, per la vicenda del calcio-scommesse, disputerà
alla Favorita. Una richiesta ai tifosi di essere presenti in massa allo stadio. Ma i passi decisivi per giungere il 9 settembre alla cancellazione della X e alla iscrizione del nome del Palermo nel campionato, dovranno essere compiuti dalla Sicilcassa e dalla Associazione industriali. E del resto è stata proprio la Lega a far intendere che vuol trattare ormai con la nuova dirigenza della squadra rosanero e non più con Matta e C.
È stata questa in pratica la ragione per cui si è creata una sorta di limbo di sette giorni in cui il vecchio Palermo non è ancora morto e il nuovo non è ancora nato. Industriali e Cassa di risparmio . dovranno affrettare i
Leoluca Orlando
tempi per compiere tutte le operazioni necessarie a garantire la gestione della squadra. C'è da tenere presente che, mentre tra Roma, Milano e Palermo, si discute sul futuro della squadra e sulla sua iscrizione alla B, la Coppa Italia va avanti. E se oggi si gioca a Palermo, venerdì la squadra rosanero dovrà recarsi a Bergamo per l'incontro con la Virescit. Sembrano problemi di ordinaria amministrazione: il pagamento dei biglietti aerei, degli alberghi; ma chi firma in questa fase le autorizzazioni a spendere? Ma la questione più delicata è la definizione del deficit della società rosanero. Ormai da due mesi, da quando si parla di un cambio al vertice, gli esperti della nuova finanzia-
Antonìo Matarrese
ria si sono arrabbattati attorno ai libri contabili della Palermo calcio. Ne sono venuti fuori risultati contrastanti, ma sempre allarmanti. Secondo alcuni ci sono da coprire quasi venti miliardi di debiti. Una stima più ottimistica parla di sedici. Sono le cifre sulle quali per tutta l'estate si è arenata la trattativa; adesso l'emergenza sembra aver sbloccato l'impasse. Ma per avere la risposta definitiva, forse, occorrerà attendere proprio il 9 settembre. La storia della Palermo calcio ha ormai dimostrato di essere un thrilling che solo un mago del giallo sarebbe stato in grado di costruire.
Roberto Leone
M a queste «grandi» sono davvero grandi? Oggi il quarto turno di una Coppa Italia senza sorprese La situazione
GIRONE i
CLASSIFICA Como 4 3 1 2 0 4 3 Casertana 4 3 2 0 1 3 2 Empoli 4 3 1 2 0 2 1 Arezzo 2 3 0 2 1 1 2 Fiorentina 2 3 0 2 1 1 2 Pescara 2 3 0 2 1 1 2
COSÌ OGGI AREZZO-COMO (ore 20.30)
Arbitro: Sguainato FIORENTINA-EMPOLI (ore 20.30)
Arbitro: Longhi CASCRTANA-PF.SC ARA (ore 20.30)
Arbitro: Fabbricatore 5* GIORNATA: 7/9
Como-Fiorentina; Pescara-Arezzo; Empoli-Casertana.
GIRONE S
CLASSIFICA Napoli 6 3 3 0 0 5 0 Cesena 4 3 1 2 0 1 0 Taranto 3 3 1 1 1 1 1 Vicenza 2 3 0 2 1 1 2 Lazio 2 3 0 2 1 1 3 Spai 1 3 0 12 0 3
COSÌ OGGI LAZJO-SPAL (ore 20.45)
Arbitro: Testa NAPOLI-VICENZA (a Benevento) (ore 17.30)
Arbitro: Magni TARANTO-CESENA (a Lecce) (ore 20,30)
Arbitro: BaWas 5'GIORNATA: 7/9
Lazio-Taranto; Napoli-Cesena; Spal-Vicenza.
GIRONE 2
CLASSIFICA Inter 6 3 3 0 0 11 3 Bologna 4 3 2 0 1 7 1 Udinese 4 3 2 0 1 5 4 Catanzaro 3 3 1 1 1 5 6 Catania 1 3 0 1 2 2 9 Cavese 0 3 0 0 3 2 9
COSI OGGI CATANIA-UDINESE (ore 16.45)
Arbitro: Baldi BOLOGNA-INTER (ore 20.45)
Arbitro: Agnofin CAVESE-CATANZARO(ore 20.30)
Arbitro: Comieti 5* GIORNATA: 7/9
Inter-Udinese; Catania-Cavese; Catanzaro-Bologna.
GIRONE 6
CLASSIFICA Atalanta 5 3 2 1 0 5 1 Genoa 4 8 1 2 0 3 2 Brescia 4 3 2 0 1 3 2 Virescit 2 3 1 0 2 3 3 Messina 2 3 1 0 2 1 3 Palermo 1 3 0 1 2 1 5
COSlOGG! PALERMO-BRESCIA (ore 16.30)
Arbitro: Mattei MESSINA-ATALANTA (ore 20.30)
Arbitro: Boschi GENOA-VTRESCrr (ore 20.30)
Arbitro: ricchi 5* GIORNATA: 7/9
Brescia-Atalanta; Messina-Genoa; Virescft-Palenno.
G I R O N E 3
CLASSIFICA Juventus 6 3 3 0 0 7 1 Cremonese 5 3 2 1 0 5 0 Samp 5 3 2 1 0 3 0 Reggiana 1 3 0 1 2 1 6 Monza 1 3 0 1 2 0 5 Lecce 03 0 03 0 4
COSI OGGI M0NZA-SAMPD0RIA (ore 20.45)
Arbitro: Lombardo JUVE-CREMONESE (ore 20.30)
Arbitro: Leni REGGIANA-LECCE (ore 20.45)
Arbitro: Amendolia 5* GIORNATA: 7/9
Sampdoria-Juventus; Cremonese-Reggiana; Lecce-Monza.
GIRONE 7
CLASSIFICA Torino 4 3 1 2 0 3 2 Cagliari 3 3 0 3 0 4 4 Pisa 3 3 1 1 1 4 4 Modena . 3 3 0 3 0 3 3 Avellino 3 3 1 1 1 3 4 Siena 2 3 1 0 2 2 2
COSI OGGI PISA-TORINO (ore 20.45)
Arbitro: CoppetelJi AVELLINO-MODENA (ore 20.30)
Arbitro: Lamorgese CAGLIARI-SIENA (ore 20.45)
Arbitro: Feficani 5* GIORNATA: 7/9
Torino-Avellino; Modena-Siena; Cagliari-Pisa.
GIRONE 4
CLASSIFICA Milan 6 3 3 0 0 5 0 Parma 4 3 2 0 1 3 1 Triestina 3 3 1 1 1 2 2 Samb 3 3 1 1 1 1 1 Ascoli 2 3 1 0 2 3 5 Barletta 03 0 03 1 6
COSI OGGI M1LAN-PARMA (ore 20.30)
Arbitro: Luci ASC0U-SAMBENE0. (ore 20.45)
Arbitro: Bergamo BARLETTA-TRIES. (ore 17.30)
Arbitro: Novi 5'GIORNATA: 7/9
Ascoli-Miian; Samb-Bartetta; Trie-stina-Parma.
GIRONE 8
CLASSIFICA Roma 6 3 3 0 0 8 2 Verona 6 3 3 0 0 6 1 Piacenza 3 3 1 1 1 3 4 Bari 2 3 1 0 2 3 4 Campob. 13 0 1 2 0 5 Perugia 0 3 0 0 3 0 4
COSÌ OGGI BARI-ROMA (ore 20,30)
Arbitro: Paìretto VERONA-PIACENZA (ore 20.30)
Arbitro: Erigerlo PERUGIA-CAMPOB. (ore 20,45)
Arbitro: Scalee 5* GIORNATA: 7/9
Verona-Roma; Campobasso-Bari; Piacenza-Perugia.
È un caffè molto annacquato ma nella tazzina della Coppa Italia i fondi comunque ci sono e uno può anche provarci a cercare di capire che stagione sarà. Tutto facile e scontato con queste «grandi» che sono belle e pimpanti come poche altre volte è capitato alla fine del mese di agosto? L'impressione, e non solo quella, visto che ci sono anche delle classifiche è proprio questa. Tre partite giocate e Inter, Juve, Milan, Napoli, Roma e Verona che sono tutte a punteggio pieno e con alle spalle anche un bel po' di risultati grassi. Tutte forti, grande equilibrio, grande incertezza e, infine, grande divertimento? Forse sarà così ma non basta questo inizio di Coppa Italia a garantirla Anche il pubblico, guai a non continuare a tenerlo d'occhio, non si fa abbagliare: sono già centotredici mila in meno rispetto ad una stagione, quella scorsa, che non era stata certo esaltante.
È che accoppiamenti e sorteggi hanno confezionato gare dove tutto era scontato e dove notizia avrebbe fatto solo qualche scivolone o anche solo qualche inciampo delle squadre più attese. Da sottolineare quindi più il punto perso dalla Samp che 1 sei tondi tondi della Juve.
Partite vere poche, gol a grappoli ma tutto all'acqua di rose. Qualche cosa di più sostanzioso si prospetta per domenica prossima con qualche anticipazione già questa sera per vedere soprattutto all'opera alcune delle squadre che vengono definite sorpresa. Dovrebbe essere divertente stasera l'incontro di ' Bologna con questa squadra rossoblu assai ringalluzzita che cercherà di fare bene con l'Inter e certo il Trap non sciuperà l'occasione per cominciare a verificare il carattere dei suoL Stesso discorso, se si vuole, per Milan-Parma soprattutto per vedere in faccia questa squadra emiliana di cui si cantano meraviglie.
Per il resto è giusto attendersi delle conferme soprattutto per capire se è vera l'impressione che le varie pretendenti ai posti alti del campionato sono veramente tutte molto avanti nella preparazione con meno problemi di crescita e di assestamento delle alte stagionL Se cosi è, buone prospettive per un avvio del campionato già ad alto regime di girl e soprattutto qualche garanzia in più per quel primo turno di gare europee che è sempre stato cosi arduo per le nostre rappresentantL
II cammino della Serie A 1. G IORNATA (14 settembre 1986) Avellino- Fiorentina Brescia • Napoli Empoli- Inter Milan • Ascoli Roma- Como
Sampdoria • Atalanta Torino- Verona
Udinese • Juventus Rit.: 18 gennaio 1987
5. G IORNATA (12 ottobre 1986)
Atalanta - Ascoli Avellino - Como
Fiorentina - Juventus Milan- Inter Roma- Brescia
Sampdoria- Napoli Torino- Empoli
Udinese- Verona Rit.: 1 marzo 1987
9. G IORNATA (9 novembre 1986)
Ascoli - Fiorentina Atalanta - Como Avellino • Brescia Empoli • Verona
Inter - Torino Juventus- Napoli
Roma- Udinese Sampdoria- Milan
Rit.: 29 marzo 1987
2. G IORNATA (21 settembre 1986)
Ascoli • Empoli Atalanta- Roma
Como • Torino Fiorentina - Sampdoria
Inter • Brescia Juventus - Avellino
Napoli • Udinese Verona- Milan
Rit.: 1 febbraio 1987
3. G IORNATA (28 settembre 1986) Avellino - Napoli Brescia- Fiorentina Empoli - Juventus
Milan • Atalanta Roma- Verona
Sampdoria- Como Torino - Ascoli
Udinese- Inter Rit.: 8 febbraio 1987
6. G IORNATA • • 7. G IORNATA (19 ottobre 1986) Ascoli • Juventus
Brescia- Udinese Como- Fiorentina
Empoli • Milan Inter • Sampdoria
Napoli • Atalanta Torino - Roma
Verona- Avellino Rit.: 8 marzo 1987
10. G IORNATA (23 novembre 1986)
Brescia - Torino Como- Inter
Fiorentina- Roma Juventus • Atalanta
Milan - Avellino Napoli- Empoli
Udinese • Sampdoria Verona • Ascoli
Rit.: 5 aprile 1987
(26 ottobre 1986) Ascoli- Como
Atalanta- Torino Avellino- Udinese
Fiorentina - Verona Juventus - Inter
Milan • Brescia Roma- Napoli
Sampdoria - Empoli Rit.: 15 marzo 1987
1 1 . G I O R N A T A (30 novembre 1986) Atalanta- Brescia
Como - Udinese Empoli - Fiorentina
Inter - Avellino Napoli - Verona Roma - Juventus
Sampdoria - Ascoli Torino - Milan
Rit.: 12 aprile 1987
13. GIORNATA •• 14. GIORNATA •• 15. GIORNATA (21 dicembre 1986) Atalanta - Avellino Brescia - Verona Empoli - Udinese
Inter • Ascoli Napoli- Como Roma- Milan
Sampdoria - Juventus Torino- Fiorentina
Rit.: 3 maggio 1987
(4 gennaio 1987) Ascoli - Brescia
Avellino • Empoli Como • Milan
Fiorentina • Napoli Inter - Atalanta
Juventus- Verona Sampdoria- Roma
Udinese - Torino Rit: 10 maggio 1987
(11 gennaio 1987) Atalanta- Fiorentina Brescia- Juventus Empoli - Como
Milan • Udinese Napoli • Ascoli Roma- Avellino
Torino - Sampdoria Verona- Inter
Rit: 17 maggio 1987
4. G IORNATA (5 ottobre 1986) Ascoti • Avellino
Atalanta • Empoli Como- Brescia
Fiorentina- Udinese Inter- Roma
Juventus - Milan Napoli - Torino
Verona- Sampdoria Rit.: 22 febbraio 1987
8. G IORNATA (2 novembre 1986) Brescia - Sampdoria
Como • Juventus Empoli - Roma
Milan- Fiorentina Napoli- Inter Torino - Avellino
Udinese- Ascoli Verona - Atalanta
Rit.: 22 marzo 1987
12. G IORNATA (14 dicembre 1986) .
Ascoli - Roma Avellino - Sampdoria Brescia- Empoli
Fiorentina- Inter Juventus- Torino
Milan - Napoli Udinese- Atalanta Verona- Como
Rit.: 26 aprile 1987
Soste: 16 novembro par Itatia-Svixiera; 7 dicembre per M.Mta-ltalia; 28 dicembre per il Natale; 25 gennaio 1987 per Italia-Malta; 15 febbraio 1987 per Portogallo-Italia; 19 aprile 1987 per Pasqua che coincide con Italia-Germania (18 aprile). N.B.: il 28 maggio si gioca Norvegia-Italia; il 3 giugno Svezia-Italia.
...e quello della Serie B 1. G I O R N A T A (14 settembre 1986)
Arezzo- Cagliari Bologna- Catania Cremon. - Triestina
L. Vicenza - Taranto Lecce- Campob.
Messina- Bari Parma- Lazio
Pisa- Modena Samb.- Genoa XXXX - Cesena
Rit: 8 febbraio 1987
5. G IORNATA (12 ottobre 1986) Arezzo • Campob.
Bologna- Triestina Catania- Modena
Cremon.- Lazio L Vicenza - Genoa
Lecce- Bari Parma- Messina
Pisa- Cesena . Samb.- Cagliari XXXX-Taranto
Rit: 15 marzo 1987
9. G IORNATA (9 novembre 1986)
Arezzo- Parma Bari - Cagliari
Campob.- Pisa Cesena- Lazio
Cremon.- Bologna L Vicenza • Catania
Lecce- Samb. Messina- Genoa Modena • Taianto
Triestina- XXXX Rit: 12 aprile 1987
13. G I O R N A T A (7 dicembre 1986) Cagliari- Bologna Cesena- Bari
Cremon.- Campob. Genoa- Lecce Lazio- Triestina
Messina- Modena Parma- L Vicenza
Pisa- Arezzo Taranto- Catania
XXXX-Samb. Rit: 10 maggio 1987
2. G I O R N A T A (21 settembre 1986)
Bari - Parma Cagliari - L Vicenza
Campob.- Bologna Catania- Cremon. Cesena • Arezzo Genoa-XXXX Lazio- Messina
Modena- Lecce Taranto- Pisa
Triestina - Samb. Rit: 15 febbraio 1987
6. G IORNATA (19 ottobre 1986)
Bari - Triestina Bologna - L Vicenza Cagliari - Cremon.
Genoa • Campob. Lazio - Catania
Messina- Cesena Modena • Arezzo
Pisa - Samb. Taranto - Parma
XXXX- Lecce Rit: 22 marzo 1987
10. G IORNATA (16 novembre 1986) Bologna - Messina Cagliari- Cesena Catania- Campob.
LVicenza- Bari Lazio- Modena
Parma- Lecce Pisa- Genoa
Samb.- Arezzo Taranto- Triestina
XXXX-Cremon. RiL: 19 aprile 1987
14. G IORNATA (14 dicembre 1986)
Arezzo- Lazio Bari- Cremon.
Bologna- Pisa Campob.- Taranto
Catania- Messina Genoa- Cagliari Lecce- L Vicenza
Modena-XXXX Samb.- Parma
Triestina- Cesena Rit: 17 maggio 1987
17. G I O p N A T A • • 18. G IORNATA (11 gennaio 1987) Arezzo- Taranto
Cotogna- XXXX Campob.- Bari Catania- Triestina
Genoa- Cesena LVicenza- Messina
Lecce- Lazio Parma- Cremon.
Pisa* Cagliari Samb.- Modena
RiL: 7 giugno 1987
(18 gennaio 1987) Bari- Genoa
Cagliari- Catania
Cremon.- LVicenza Lazio- Pisa
Messina* Lecce Modena- Campob. Taranto- Samb.
Triestina- Parma XXXX-Arezzo
RiL: 14 giugno 1967
3- G I O R N A T A (28 settembre 1986)
Arezzo- Bari Bologna- Genoa Cremon. - Taranto
L. Vicenza • Modena Lecce - Triestina
Messina- Cagliari Parma- Campob.
Pisa- Catania Samb.- Cesena XXXX-Lazio
Rit: 1 marzo 1987
7. G IORNATA (26 ottobre 1986) Arezzo - Messina
Bari-XXXX Campob. - Lazio
Catania - Samb. Cesena- Taranto
Cremon. - Genoa L Vicenza - Pisa
Lecce* Bologna Parma- Cagliari
Triestina - Modena Rit: 29 marzo 1987
11. G IORNATA (23 novembre 1986)
Bari - Bologna Campob.- XXXX
Cesena- L Vicenza Cremon. - Samb.
Genoa- Modena Lazio • Taranto .
Lecce- Arezzo Messina- Pisa
Parma- Catania Triestina- Cagliari RiL: 26 aprile 1987
1 5 . G IORNATA (21 dicembre 1986) Cagliari- Lazio Catania- Arezzo Cesena- Lecce
Cremon. - Modena L Vicenza - Campob.
Parma- Genoa Pisa • Triestina
Samb.- Bologna Taranto- Bari
XXXX - Messina Rit: 24 maggio 1987
19. G IORNATA (25 gennaio 1987) Arezzo- Triestina
Bologna- Modena Campob.- Messina Catania- Cesena
Genoa- Taranto LVicenza- Lazio
Lecce- Cagliari Parma-XXXX
Pisa- Cremon. Samb.- Bari
RiU 21 giugno 1987
4. G IORNATA (5 ottobre 1986)
Bari - Pisa Cagliari-XXXX
Campob. • Samb. Catania- Lecce Cesena- Cremon. Genoa - Arezzo Lazio - Bologna
Modena - Parma Taranto - Messina
Triestina • L. Vicenza Rit: 8 marzo 1987
8. G IORNATA (2 novembre 1986) Bologna- Arezzo Cagliari- Campob.
Genoa- Triestina Lazio- Bari
Messina- Cremon. Modena- Cesena
Pisa- Parma Samb. - L Vicenza
Taranto- Lecce XXXX- Catania
Rit: 5 aprile 1987
12. G IORNATA (30 novembre 1986)
Arezzo- Cremon. Bologna- Parma Cagliari - Taranto
Campob. • Cesena Catania- Genoa
L Vicenza -XXXX Lecce- Pisa
Modena- Bari Samb. - Lazio
Triestina - Messina Rit: 3 maggio 1987
16. G IORNATA (4 gennaio 1987) Arezzo • L Vicenza
Bari- Catania Cesena- Parma
Cremon. - Lecce Lazio- Genoa
Messina - Samb. Modena- Cagliari Taranto- Boiogna
Triestina- Campob. XXXX-Pisa
Rit: 21 giugno 1987
Soste: 28 bre per 8 Nata!*; 1 febbraio 1987 per ntotiYi tecnici* 2 2 febbraio 1987 per motivi t#cmci»
Pagamenti in «nero» Il Genoa rinviato
a giudizio per frode Dalla nostra radaxiona
GENOVA — L'ex presidente del Genoa Renzo Fossati, 27 giocatori che Indossavano le maglie rossoblu nell*82 e '83. alcuni componenti il consiglio direttivo della società, gli allenatori Simonl e Perot-tl e persino il massaggiatore
Cravlotto dovranno difendersi davanti al giudici dell'accusa di frode fiscale. L'ammontare del reato si aggira sul novecento milioni. Secondo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal giudice istruttore Franco Cozzi sulla scorta di una accurata Indagine della guardia di FI*
nanza la frode fiscale sarebbe collegata alla pratica di pagamenti in «nero*. Una parte sostanziosa dei soldi passati ai giocatori cioè non veniva conteggiata sul modello 101.1 giocatori stranieri (Vandereyken, e Peters) addirittura non avevano presentato 11 101 pensando che bastasse al fini fiscali la ritenuta d'acconto e si trattava di cifre cospicue: 180 milioni per 11 primo e 215 per Il secondo.
Fra gli accusati ci sono differenze assai forti: c'è chi come Simonl, Vitali, Onofri, Gorln, Gentile, Martina è accusato d'aver tenuto nasco
sto al fisco decine di milioni, chi invece si è limitato a pochi mllionL
Renzo Fossati è poi ritenuto responsabile di un giro di fatture fasulle che — se* condo l'accusa — alcuni imprenditori genovesi avrebbero emesso a favore della squadra certificando prestazioni e servizi inesistenti. Operazione, questa, destinata a •scaricare* Ingenti percentuali di Iva altrimenti dovute al fisco. L'Inchiesta era scaturita da una denuncia sporta dal piccoli azionisti del Genoa nel confronti della gestione Fossati.
Zoff e l'Olimpica I l Portogallo primo ostacolo verso Seul
ROMA — Comincerà 11 18 febbraio 1987 In Italia contro Il Portogallo e si concluderà il 29 maggio 1968 con la trasferta In Islanda, l'avventura della nazionale olimpica di calcio Italiana nel girone di Qualificazione per Seul l W d l cui sono sufe stabilite ieri a Roma le date. Gli altri Impegni degli azzurri In
programma sono: 1125 marzo 1987 fuori casa contro la Repubblica democratica tedesca; 11 15 aprile deliro In Italia contro l'Islanda; 11 18 novembre deliro sempre In casa contro la Germania: 11 24 febbraio del 1988 in Portogallo; Il 9 marzo 1988 In trasferta contro l'Olanda e 111S aprile 1988 In Italia sempre
contro gli olandesi. A Seul andrà solo la prima classificata di ogni girone.
•È stato un problema conciliare 1 mille impegni delle nazioni in gara. Comunque mi pare che tutto sia andato bene*. Dino Zoff, nuovo allenatore della nazionale olimpica, è soddisfatto della compilazione del calendario del girone di qualificazione. •Cercavo un certo equilibrio. L'alternanza tra partite In casa e In trasferta — ha proseguito Zoff — e l'abbiamo trovato*. • '
Ha In programma qualche convocazione prima dell'esordio? «Spero di riuscire a svolgere un allenamento
verso metà dicembre e, per 1 primi di febbraio, qualche Incontro amichevole*.
Che nazionale sarà l'ohm' pica? «È ovvio che la nazionale maggiore abbia la precedenza. Io non ho particolari problemi e, dunque, mi adeguerò alle scelte di Vicini. Dovrebbe, comunque, venir fuori una discreta compagine. Ritengo che 11 torneo di caldo allvllmplade stia acquistando Interesse. Molte nazioni ne hanno capito l'Importanza. Faremo In modo di non farci trovare Indietro*.
Zoff ha poi rievocato un gustoso precedente: «Sapete che lo ho fatto anche parte da giocatore di una naziona
le olimpica? Ho preso parte proprio a un girone di qualificazione, vivendolo, con Polonia e Turchia prima dei Giochi del 1964. Con me c'erano giocatori come Mazzola, Pizzaballa e tanti altri. Però poi non ci mandarono a Tokyo perché eravamo professionisti. Allora c'erano altri problemi giuridici*. A Zoff, inoltre, è stata chiesta un'anticipazione sulle sue concezioni tattiche. L'ex portiere azzurro, però, non al è sbilanciato. «Devo valutare — ha detto — le caratteristiche del giocatori che avrò a disposizione. Vedremo In se*
fufto quale tattica adottare. er 11 momento vi dico che
chiamerò 18 giocatori*.
MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l'Unità - SPORT 19
A Colorado Springs scoppia un'altra polemica I azzurri in rivolta contro i giornalisti
«Scrivete troppe cose false...» Domani in gara il quartetto dello scandalo
Nostro servizio COLORADO SPRINGS — Chiude la pista e l riflettori sono tutti In direzione del mondiali su strada. Domani la cento chilometri a squadre dove l'Italia scenderà In campo col veronese Eros Po~ 11, Il ligure Massimo Poden-zana, Il bergamasco Mario Sclrea e ti trevigiano Flavio Vanzella, un quartetto che pur affrontando formazioni molto agguerrite spera di trovarsi In zona medaglie. L'anno scorso si giocava In casa, cioè sul circuito del Montello e abbiamo ottenuto la moneta di bronzo con una prova dignitosa. Netta-men te primi gli sca cena ti sovietici (media record con 53,729), secondi I cecoslovacchi. C'è una storia di doping dietro 1 nostri ragazzi, tolto
Sclrea si sa che gli altri tre corrono per un vergognoso accordo tra la federazione tedesca e la federazione italiana, ma pur con la spada di Damocle del mese di squalifica che scatterà il 9 settembre mentre a rigor di logica e di giustizia doveva entrare In vigore dal 14 agosto. I tre azzurri promettono battaglia, promettono una bella gara. Dice Poli con candida Innocenza: ^Appurato che nell'uso della pomata Incriminata non c'è alcuna iniziativa dei corridori, io mi aspetto un atto di clemenza, una giusta amnistia qualora dovessimo vincere...*. Insomma, se è da condannare il sistema, il modo di procedere del dirigenti, I vari pasticci e 1 vari intrighi, non spariamo sugli atleti, anzi auguriamo loro una giorna
lai nostro inviato COLORADO SPRINGS — Le medaglie di bronzo di Alloc-chlo nell'individuale a punti professionisti e quella del tandem Faccini-Nicotti sono tutto il lusso che il ciclismo italiano s'è potuto permettere nel campionato mondiale su pista a Colorado Springs. Un risultato davvero deludente considerate anche tutte le attenuanti. Nella giornata conclusiva della pista la Cecoslovacchia, che già aveva conosciuto il trionfo nell'Inseguimento, ha fatto nuovamente bottino con l'oro del tandem Voboril-Rehounek che ha avuto ragione degli statunitensi Kyle-Llndsey. I francesi Invece hanno avuto il loro momento di gloria grazie a Jeannie Longo che nella finale dell'Inseguimento femminile (tre chilometri) ha superato Rebecca Whitehead (Usa) realizzando con 3'39f,323 la migliore prestazione mondiale.
Contlnaundo una storia iniziata a San Cristobal in Venezuela nel 1977, quando comparve per la prima volta sul podio iridato, il giapponese Kolchi Nakano ha vinto ancora nella velocita professionisti centrando il suo decimo titolo mon-diale.Con tre giapponesi in semifinale il tedesco Giebeken è toccato proprio a Nakano che Io ha eliminato in due prove con l'abituale autorità, la stessa che ha poi messo in evidenza nel chiudere ancora con due prove secche la finale nella quale aveva di fronte il connazionale Matsui. Nello sprint del
ta di soddisfazioni. Passando ad un altro ar
gomento, eccoci In casa del professionisti dove Saronni, Moser, Argentin e compagni accusano quel giornalisti che travisano quel che dicono, che nel loro servizi parlano di zizzania e divisioni nella squadra. In una riunione promossa da Martini per concordare gli Incontri fra stampa e corridori, Saronni non ha avuto peli sulla lingua e rivolgendosi In particolare al rappresentanti del quotidiani sportivi ha detto: *11 problema non è quello di concedere udienze collettive o separate anche se avvicinandoci al giorno della corsa vorremmo stare tranquilli, il problema di fondo sta nel fatto che scrivete delle ozile, cose false, nettamente contrarie alla verità. Non c'è
Pista: i 2 bronzi azzurri
non fanno storia
tensione fra di noi. Slamo tutti Impegnati per cercare 11 miglior risultato possibile e, se comprendiamo le vostre esigenze, permetteteci di pretendere da voi la massima chiarezza e la massima onestà...».
Eravamo in una saletta dell'hotel Chejenne, quartler generale degli azzurri, e la discussione si faceva vivace. 'Volete portare 1! ciclismo sulla strada del calcio? Io non ci sto» aggiungeva Saronni. *Avete creato fra di noi del clan che non esistono», rimarcava Argentin. Masclarelll prendeva le difese di Baronchelll che attraverso certi scritti sembrava in rotta con Moser e Corti dopo le vicende dello scorso Giro d'Italia e lo stesso Baronchelll precisava: «Avevo i
miei motivi per andarmene dalla Supermercati Brianzoli, motivi che escludono qualsiasi forma di rancore nel confronti di Francesco e di Claudio». »È esatto. Con Baronchelll slamo rimasti in buoni rapporti», diceva Corti. E Moser: *Cl voleva questa spiegazione altrimenti ci fanno sopra del castelli. È un giornalismo cosi: dici una cosa e ne stampano un'altra...». Interveniva Martini verso 11 quale 1 corridori avevano mostrato concordanze di vedute, collaborazione e simpatia per il suo delicato lavoro di concordia e di unità: *Ho l'Impressione, amici giornalisti, che qualcuno di voi abbia piacere che ci siano dei contrasti fra 1 miei uomini. L'impegno è di creare un forte gruppo. Avrò da limare
j qualcosa, ma niente mi
preoccupa...». Dunque, un Incontro piut
tosto acceso, ricco di polemiche e In ultima analisi mi pare giusto l'atteggiamento del corridori, giusto porre fine ad una situazione che perdura da anni per cattivo costume, per 11 grave difetto di certa stampa sportiva sempre più lanciata verso 11 sensazionale, che avrebbe il compito di educare ma Invece getta benzina, soltanto benzina sul fuoco dei tifosi. La nazionale di Alfredo Martini non sarà composta da 12 fratelli, ma nemmeno da 12 nemici. Occorre 11 pungolo della critica sincera, con proposte che possono migliorare il mondo del ciclismo, per costruire e non per distruggere.
Gino Sala
Ste fano Adocch io
quinto posto Claudio Golinelll ha avuto ragione degli americani Barczewski e Hatton e del francese Da Rocha, dando consistenza all'ipotesi che senza le sviste della giuria il suo ruolo nel torneo avrebbe potuto essere diverso. Episodi, quelli che Golinelll rimprovera alla giuria, che hanno portato nuove polemiche in casa italiana, con Maspes, commissario
tecnico della nazionale, che mostra la sua irritazione verso il vicepresidente della federazione ciclistica italiana Aldo Spadoni che a Colorado Springs faceva parte della giuria d'appello.
Come Nakano, leader incontrastato del ciclismo su pista. lo svizzero Freuler si è confermato campione del mondo nell'individuale, concludendo il programma dei mondiali sul podio più alto davanti al belga Vaarten e all'azzurro Alloc-chio. Campione a Bassano, Barcellona, Zurigo, Leicester e Brno, Io svizzero è al suo sesto titolo, tanto più prezioso quest'anno che stava per chiudersi per lui senza alcun risultato apprezzabile nonostante l'Intensa attività. Con un Freuler, specialista eccellente, tanto assetato di successo, la gara è apparsa subito proibitiva per gli azzurri Allocchlo e Marti-nello così come per gli altri. Già al terzo sprint l'elvetico ha preso in mano la gara. Vinta quella volata, ne ha poi dominate altre sette, compresa quella conclusiva. Con 6?. punti ha distanziato Vaarten (46) e Allocchlo (39) in modo inequivocabile. Allocchio ha corso bene, con intelligenza tattica apprezzabile, puntando molto sulla volata conclusiva (punteggio doppio) dove è stato superato soltanto da Freuler. Il belga Vaarten ha avuto la mossa vincente nei riguardi di Allocchlo alla penultima volata e si è poi difeso in quella conclusiva.
Eugenio Bomboni
Europei, le donne brave quanto i maschi L'unico argento della Fogli frutto del coraggio, la squadra època cosa
Le prime immagini dei piovosi Campionati d'Europa (per le donne tredicesima edizione) incorniciano Rosa Mota e Laura Fogli racchiuse nell'aspra fatica di 42 chilometri e 195 metri da correre in fretta. Le ultime immagini, nel sole morente, ritraggono lo sfolgorio della staffetta lunga suggellata dalla regale frazione di Marita Koch. Rosa e Marita hanno raccontato cose assai belle ma la regina di Stoccarda è Heike Drechsler con due medaglie d'oro (lungo e 200) e un record mondiale. La radiosa tedesca dell'Est ha verificato a Stoccarda quel che intende fare l'anno prossimo ai Campionati mondiali di Roma: quattro gare (100, 200, lungo e staffetta veloce) con relativi titoli e magari con un paio di record. Vuol fare quel che non è riuscito nemmeno a Cari
Lewis che di medaglie d'oro ne ha sì vinte quattro ma col solo record mondiale della staffetta.
Heike Drechsler è Wonder Woman. Sarebbe sbagliato dire che correre e saltare non le costi fatica. Ma corre e salta con tale morbidezza, con tanta bellezza nel gesto atletico da far credere che lo faccia così, come passeggiare. Giovedì 28 dopo la vittoria di Vladimir Krylov sui 200 in un mediocre 20"S2 (l'ottavo, Frank Emmelmann corse in 21"03) tutu fummo portati a giustificare la modesta prestazione tecnica dei duecentisti col fatto che la pista era bagnata e il clima pessimo. Erano le 1 9 3 , un quarto d'ora più tardi Heike corse i suoi 200 metri in 21"71, primato del mondo eguagliato. Era la prova che la pista non c'entrava per nulla anche perché alle spalle della splendida tedesca la francese Marie Christine Casier aveva corso in 22"32, primato del suo Paese.
CLASSIF ICA | FEMMINILE
Punti
1)RDT 2) URSS 3) Bulgaria 4)RFG 5)G.B. 6) Romania 7) Polonia 8) Francia 9) Svezia
10) Spagna 11) Portog. 12) Cecos.
e Italia 14) Norvegia 15) Olanda
e Rnlan. 17) Svizzera 18) Ungheria
190 159 66 41 36 31 28 24 19 15 13
12 11
10 3 1
l e dacarfica ofebala (uomini
(9+5+6) (4+5+5] (2+4+1) (0+1+1) (1+0+2) (0+1+1) (0+0+1) (0+1+0) (0+1+1) (1+0+0 (1+0+0]
(0+1+01 i1+H (0+0+1)
adorna) ve-de prima TUrss con 347 punti davanti ala
HOT (306). a b Gran Braugna ( 166). a b RFG (134). a b Bulgaria (98). atftaia (94). a b Francia (70). ad a aitri pacai
Il livello tecnico dei Campionati europei è così alto da sbalordire se non si sapesse che la bravura delle donne è ormai tale da non invidiare nulla a quella dei maschi. Ci sarebbero da raccontare mille cose e così ve ne proponiamo una come simbolo per tutte. Nel giavellotto tra la tedesca dell'Est Petra Felke e la britannica Fatima Whi-tbread si è sviluppata una battaglia così intensa da tenere gli spettatori sul filo del thrilling. Petra ha tentato subito di uccidere la gara con un lancio da ko e quasi c'è riuscita. Fatima l'ha inseguita e l'ha superata. La tedesca è ripartita all'inseguimento e si è arresa solo alla sesta e ultima prova. A quel punto Fatima avrebbe anche potuto rinunciare all'ultimo lancio, visto che aveva comunque vinto la gara, o almeno limitarsi a.una esibizione accademica. E invece la britannica ha voluto ringraziare la folla che l'aveva applaudita e, soprattutto,
dimostrare che U record mondiale del mattino prima, giovedì 28, alle 9,18, non era Frutto del caso. Ha lanciato e il sottile attrezzo è volato alto e lontano, 76 metri e 32 centimetri più in là. Il record mondiale di Petra Felke era di 75,40. II record mattutino di Fatima Whitbread 77.44.
L'atletica leggera italiana al femminile e, purtroppo, povera cosa: per antiche ragioni di cultura, di disinteresse, di scarsa informazione, di maschilismo. Anche la squadra italiana era povera cosa e tuttavia ha vinto una bellissima medaglia d'ar-§ento con Laura Fogli, una
eliziosa signora dal volto di madonna. Laura non ha inseguito Rosa Mota. Ha corso sui battiti del suo cuore, ascoltando le sensazioni che le arrivavano al cervello dai muscoli, dal cuore, dal fegato. Ha corso e ha ripetuto l'argento di quattro anni prima ad Atene. Solo che a Stoccarda il campo di gara era infinitamente più valido,
era addirittura olimpico. Mancavano soltanto Grete Waitz — ormai interessata solo alle vicende professionali con in palio molti dollari — e Ingrid KrisUansen.
Ecco, Ingrid non ha corso la maratona per correre i lOmila metri dove ha doppiato quasi tutte le concorrenti (si è salvata solo Olga Bondarenko). Ingrid KrisUansen ha corso da prota-?;onista meravigliosa e ha allito di poco il record del
Mondo. È stata sostenuta da un pubblico semplicemente straordinario che ha applaudito le concorrenti per più di mezzora. La piccolissima torinese Maria Curatolo (è alta meno di un metro e mezzo e
rsa meno di quaranta chili) finita decima col record
italiano. Ciò significa che le ragazze azzurre hanno coraggio, che sanno battersi. Hanno la sfortuna di vivere in un mondo che non crede in loro.
Remo Musumed
E ora Ecclestone vuole fondere la deludente Brabham con la Lola
Per il peso nervosismo nel «clan» di Brunette NAPOLI — C'è aria di polemiche nel ritiro di Pompei di Brian Brunette che sabato sera affronterà a Napoli Patrizio Oliva nella sfida mondiale per U corona dei superleggeri. Il nervosismo è causato probabilmente dalle difficolta di Brunette di rientra» net limiti di peso della categoria. Il suo peso attuale ti aggira sui 66 chilogrammi, superiore ai 63.500 che rappresentano il limite di peso dei superleggeri. Ma secondo il fratello del pugile, Tom Brunette, non ci sono problemi. NCUA FOTO: Brwnetie al dmltaro di Nettuno dspon* f ier i su*» tomba di uno sto morto nsMo SDOTCO dotte truppe •moricuno in flato»
Il mondiale di Formula 1 si è concesso una pausa prima del rush finale che partirà domenica prossima col Gran Premio d'Italia a Monza. In questo periodo però i vari team non sono andati in vacanza ma si sono impegnati nella sistemazione delle proprie situazioni tecniche (piloti, motori e assetti organizzativi) in vista della prossima stagione. Un colpo a sensazione lo sta per compiere (Ce chi dice l'abbia già messo a segno) Bernie Ecclestone. Il padrino della Formula 1, Insoddisfatto dei risultati ottenuti dalla sua scuderia, la Brabham, ha acquistato la Loia-Force, un team in difficoltà organizzative ed economiche che quest'anno ha in gran parte de
luso le aspettative. Ecclestone ha fiutato l'affare, soprattutto in relazione al fatto che la Lola usufruisce dei motori Ford che quest'anno, al debutto, non hanno certamente fatto sfracelli, ma sembrano avere però grosse potenzialità e offrono garanzia di continuità, cosa questa rilevante in Formula 1, alla luce del ritiro della Bmw e delle incertezze della Renault L'intenzione del presidente della Foca non sembra essere quella di mantenere in vita sia la Brabham che la Lola ma di operare una fusione tra le due scuderie. Verrebbero presi i tecnici migliori dall'una e dall'altra (non Gordon Murray comunque) e costituito un unico grande e attrezzaUssimo team che avrebbe come base l'Inghilterra.
La Ford fornirebbe i motori, probabilmente in esclu
siva. A Detroit sono convinti che l'anno prossimo farà segnare {'•esplosione» del propulsore fatto debuttare in questa stagione. E la struttura tecnica che Ecclestone metterebbe in piedi soddisferebbe in pieno la casa automobilistica statunitense.
Del quattro piloti attualmente in forza alle due scuderie (Patrese e Warwick per la Brabham, Tambay e Jones per la Lola) rimarebbe solo l'italiano. Ecclestone ha infatti in mente un'ulteriore manovra tesa ad allargare ancora di più l'Interesse de-gU sportivi americani per la Formula l. Oltre al motore intenderebbe infatti avvalersi anche di un pilota americana Si tratta di una delle più promettenti, amate e festeggiate guide del campionato Cart, Michael Andretti, figlio di quel Mario Andretti molto conosciuto anche dal
le platee italiane per aver guidato la Ferrari negli anni 1971,1972 e 1982.
La gigantesca operazione euro-americana (di cui non si conoscono i dettagli economici) manca per ora di un solo tassello, che tuttavia preoccupa poco Ecclestone: il top sponsor. Pare infatti che la Olivetti, che ha sponsorizzato per due anni la Brabham (con un esborso complessivo di oltre quindici miliardi di lire) abbia deciso di abbandonare la Formula 1 visti gli scarsi risultati fin qui ottenuti. Il team appoggiato dal gruppo piemontese in quasi due stagioni di gare, ha centrato una sola vittoria, quella di Piquet nel Gran premio di Francia del 7 luglio 196S. Un pò* poco per le grosse ambizioni con cui la Olivetti s'era affacciata alla Formula 1.
Walter GoagneR
MILANO — L'autodromo di Monza si è dato una «inciprisU.. Con una spesa complessiva di 800 milioni di lire, come è stato spiegato ieri nel cono della presentazione dell'avvenimento monzese. Sono stati eseguiti lavori «per aumentare la sicurezza e migliorar* gli impianti nel loro insieme*. «Ma l'impegno è gravoso e si avverte sempre
iù la necessità di un contratto più lungo* per "fitto dell'impianto. A parte queste spese di
più li rafiit
A Monza spesi 800 milioni per
l'autodromo L'Osella trova
lo sponsor
•aggiornamento» a Monza costerà — ha spiegato fl presidente dell'Automobile Club Milano, Piero Stucchi rnnetti — quattro miliardi e 700 milioni questa edizione n. 57 del suo Gran Premia Dì «ueetLun Biliardo e 800 milioni andranno afta Foca. Dasegnalare che sarà regolarmente al via 1 Osells che ha trovato uno sponsor, la Landa e yyr- « GJ> di Monza verrà trasmesso da Raidue daue 14.10.
MUNICIPIO Di FERRARA Avviso dì gara
Il Comune di Ferrara indirà quanto prima una licitazione privata per l'appalto dei seguenti lavori: Costruzione opere murarie, affini e degli impianti tecnologici per l'adeguamento alle norme di prevenzione incendi e di sicurezza delle seguenti scuole comunali: scuole materne «Casa del Bambino» e «Gobetti»; scuole elementari «Pascoli», «Govoni» e «S. Martino»; scuola media «G. Garibaldi». Importo presunto a base d'appalto L 630.662.868
L'appalto sarà aggiudicato ai sensi dell'art. 1 leti, d) della legge 2/2/1973 n. 14. È richiesta l'iscrizione all'Albo nazionale dei costruttori per la categoria 2*. Le ditte interessate potranno chiedere di essere invitate a partecipare alla gara inviando apposita domanda, in carta legate, al seguente indirizzo:
COMUNE DI FERRARA - Sezione Contratti Piazza Municipale 2 - 44100 Ferrara
Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro giorni 10 dalla presente pubblicazione. L'opera è finanziata con mutuo della Cassa DD.PP. Le domande di partecipazione non vincolano l'Amministrazione.
p. IL SINDACO L'ASSESSORE Al LL.PP. Alfredo Bertelli
Consorzio per l'acqua potabile ai comuni delia provincia di Milano
Avviso di gara per collettore fognatura Si renda nolo che questo Consorzio indirà una gara d'appalto, mediante licitazione privata, da svolgersi con le modalità previste dall'art. 24 lett. a) punto 2) della legge 8.8.1977 n. 584 e successive modifiche ed integrazioni, relativa alla fornitura e posa tubazioni per la costruzione di collettori di fognatura al servizio dei comuni di Rodano e Settala (provincia di Milano). L'importo stimato dell'opera da realizzare è di L 6.000.000.000 circa {oltre Iva). Il termine di esecuzione non dovrà superare i 600 giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori. Le richieste d'invito, redatte in lingua italiana, su carta legale, dovranno pervenire alla sede del Consorzio, via Rimini 3 4 - 2 0 1 4 2 MBano, entro il 15 ottobre 1986. Alla domanda di partecipazione dovrà essere allegato certificato di iscrizione (o dichiarazione sostitutiva) all'Albo nazionale costruttori (per le ditte straniere eventuali iscrizioni su albo o liste ufficiali) dal quale risulti la iscrizione nella categoria IO/A per un importo non inferiore a 6 miliardi. Possono presentare domanda anche le imprese riunite che abbiano conferito mandato speciale con rappresentanza ad una di esse, a' sensi degli art. 20 e seguenti defla legge 8.8.1977. n. 584 e successive modificazioni dì cui agli artt. 9 e 12 della legge 8.10.1984 n. 687. Le Imprese, singole o associate, dovranno includere nella domanda le seguenti dichiarazioni, autenticate, successivamente verificabili: a) inesistenza delle cause di esclusione di cui all'art. 13 deHa legge
584/77. co;? come sostituito dall'art. 27 detta legge n. 1/78; b) inesistenza delle condizioni che comportino l'impossibilità di assun
zione di appalti prevista dada legge n. 646/82. cosi modificata con legge n. 762/82 e legge n. 936 /82 ;
e) quali istituti bancari, operanti negK Stati membri deHa CÉE, possono attestare ridoneità finanziaria ed economica dell'impresa ai fini dell'appalto;
d) inorare l'elenco dei lavori eeeguitt neojB ultimi dnque anni, «vacando l'importo. B periodo ed a luogo OWeiecunone degli atessi.
Le richieste di partecipazione non vincolano t'Ammiriate azione. Il presente bando viene inviato «s'Ufficio deSe pubbBcarioni ufficia*' deoa'CEE in data 29 agosto 1986. '
MUNICIPIO di REGGIO nell'EMILIA
V DIPARTIMENTO - 3» SETTORE - EDILIZIA PUBBLICA
Avviso di gara IL SINDACO visto l'art. 7 della legge 8.10.1984 n. 687
rende noto che questa Amministrazione comunale provveder all'appalto delle opere murarie ed affini per l'ampliamento del cimitero di Villa Rivalta per l'importo a base d'asta di lire 734.360.859. mediante licitazione privata, con la procedura di cui all'art. 1 lett. b) della legge 2.2.1973 n. 14; che tutti coloro che sono interessati all'appalto possono chiedere di essere invitati alla gara, facendo pervenire apposita richiesta, in carta legale, al 1B dipartimento, 3° settore, edilizia pubblica entro 10 giorni detta data di scadenza della pubblicazione del presente avviso. La richiesta d'invito non vincola l'Amministrazione comunale. Per l'appalto di lotti successivi l'Amministrazione comunale potrà a sua discrezione avvalersi della procedura di cui all'art. 2 deHa legge 3.1.1978 n. 1.
p. IL SINDACO Ettore Borghi
CONSORZIO PER L'IGIENE AMBIENTALE
tra i Comuni di Cattoica Rimini - S. Giovanni in M. - Santarcangeto di R.
SEDE INCORIAMO-VIARAtSANOCFo)
A w w o di gara per i lavori di sistemazione e recupero area discarica
Questo Consorzio intende indre una «citazione per l'appalto dei lavori di sistemazione «nate e recupero dell'area data «scarica di Ca* BaMacci sHa nel Comune di Rimini per un importo a base d'asta di L. 963.935.380.
L'aggiudteazìone avverrà con a metodo di cui aR'ert. 1. lett. a) deta legge 2.2.1973 n. 14. Le Imprese interessate iscritte al*Atro nazionale dei Costruttori neta categoria V e per r importo competente rispetto all'importo sopra inrJcato, possono richiedere con domanda in carta botata di essere invitate, facendola pervenire entro i quinolcesimo giorno decorrente deHa data di pubMcazione indriz-zata al Consorzio per l'igiene ambientate - Via Reiba-no - Corieno (Fo). l e richieste di invito non vincolano l'Amministrazio-ne. L'opera verrà finanziata della Cassa DD.PP. con i fondi dei risparmio postale.
IL PRESIDENTE don. Enrico Gnossi
I
la raccolta dei primi 10
numeri di
L. 5000 Collana Documenti
Edizioni l'Unità
un libro
di 128 pagine
tutte Iffi
ridere
MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l'Unità - CONTINUAZIONI 20
La prostituzione 2000 anni fa
Le venticinque «case di piacere»
di Pompei Il lupanare più famoso era quello gestito dall'«Africano» - Le schiave di Catone il censore - Le malattie veneree e la fama di Primigenia
Qui a fianco e nel tondo: due scene erotiche affrescate nella casa del «Bell'impluvio» e nella casa del Centenario. In alto: Marte e Venera -rappresentati in un affresco rinvenuto nella casa del Citarista
NAPOLI — Il cataclisma del 19 dopo Cristo ha fermato di colpo la vita a Pompei. E da questa straordinaria 'macchina del tempo* ecco emergere, In tutta la loro umanità, anche i *vizi privati» degli antichi pompeiani. Ultimo in ordine di tempo il ritrovamento di alcuni quadretti con scene erotiche di gruppo — essenzialmente tra uomini nelle terme suburbane. Decoravano un *vene-reum*, un luogo di piacere che serviva a rilassare il corpo e lo spirito dopo essere stati nella parte delle terme dedicata alle attività fìsiche e il nome deriva appunto dalla dea Venere, notoriamente la protettrice dell'amore. Fatto nuovo ed inconsueto nei quadretti sono raffigurate scene di gruppo ed eccezionalmente 'hard*. Ma chi cercava sensazioni forti a Pompei non aveva che l'imbarazzo della scelta. 125 bordelli 'Ufficiali» e quelli 'privati* davano ampia facoltà di scelta a chi fosse alla ricerca di esperienze diverse e nuove. Il più noto ed apprezza to dei lupanari di Pompei era quello che si trovava nel vicolo omonimo ed era gestito da un certo Africano. La «casa* era ben fornita di ragazze, delle quali ci sono giunti persino I nomi; disponeva di 10 posti-letto, di cui 5 al secondo piano con stanze più spaziose ed arieggiate e di servizi igienici su entrambi i piani. -
Nel termopolio di Aselllna, in via dell'Abbondanza (una specie di bar moderno), sì poteva a poco prezzo mangiare qualcosa in fretta e poi godere — al piano superiore — della piacevole compagnia di una delle tre giovani serve: Smirina l'orientale, Egle la greca e Maria la giudea.
ti lupanare di Africano ed il termopolio di Aselllna erano tra le più note case di piacere di Pompei. Se ne sono contate finora 25 di 'bordelli ufficiali; per non parlare di quelli più discreti, sistemati nelle case o al primo piano di un 'osteria. I maggiori frequentatori delle 'case* appartenevano in genere alla classe servile. I ricchi, Invece, non avevano che l'Imbarazzo della scelta fra le loro giovani schiave (o, secondo 1 gusti, anche tra gli schiavi), quasi sempre con l'approvazione più o meno esplicita delle mogli
Persino Catone il Censore, il più rigido sostenitore delle virtù morali romane, riceveva ogni notte la visita di una giovane schiava! Ma, oltre ad essere *censore* era anche molto attaccato al denaro: e così, faceva pagare «una tassa fissa* agli schiavi che volevano avere Incontri amorosi con le schiave di sua proprietà,
n commercio del sesso era anche allora molto proficuo. Le prostitute venivano reclutate in genere fin da piccolissime. SI allevavano a tale scopo soprattutto le neonate esposte sulla pubblica via perché non riconosciute legittime dal padre o quelle vendute dal genitori. Il prezzo medio per prestazione era di due assi.
Tanto per fare del paragoni, quanto costava all'epoca un chilo di pane, oppure un vino di discreta qualità, o ancora, un asse In meno di una misura d'olio. Un prezzo, tutto sommato, abbastanza contenuto. SI conoscono, però, anche •quotazioni* di otto o sedici assi, quanto due o quattro 'misure* dell'ottimo e ricercato vino Salerno.
Alla stessa categoria delle prostitute, anche se erano tenute In maggiore considera-alone sociale, appartenevano le attrici, le mime, che non dirado compativano nude a rappresentare scene fortemente erotiche. Una prostituta aveva un'unica possibilità
per tentare di cambiare vita ed elevarsi socialmente: sposarsi e diventare, quindi, una 'matrona*. - . r
Il lenone incamerava l'intero guadagno, almeno sino all'epoca dell'imperatore Caligola, che impose, tra le altre Imposte, anche una tassa sulla prostituzione pari al compenso di un clien te al giorno.
Le prostitute non godevano degli stessi diritti delle altre donne. In particolare, non potevano ricevere eredità, non potevano testimoniare nei processi, non potevano indossare neanche gli stessi tipi di abiti usati dalle *signore*.
Pompei ci offre un'ampia campionatura di tschemata veneris», una specie di manuali o pubblicazioni pornografiche del mondo antico. Forse proprio da questi modelli traevano ispirazione quadretti con pitture illustranti le varie *specializzazioni* della «casa» che si ritrovano in molti del bordelli. Famosissimi quelli rinvenuti nel lupanare di Africano, che sino a qualche decennio fa erano visibili solo da parte dei visitatori maschi.
Le malattie veneree dovevano essere abbastanza diffuse e le donne cercavano di difendersi dal contagio con veri sistemi che costituivano, nel contempo, anche del metodi antifecondativi. Il più comune era quello dell'in troduzione di un pezzo di lana, Imbevuto di succo di limone, accompagnato da spalmature di olio, ma di certo si conosceva anche l'uso di un corrispondente del moderno profilattico, ricavato da sottili membrane di pecora. .
Alcune di queste prostitute raggiunsero una notevole notorietà. Una delle più famose nell'Intero agro pompeiano era Novella Primigenia, citata in un graffito della casa del Menandro e In un distico ancora leggibile su una tomba a Porta Nocera. Doveva essere una donna splendida, se è vero quanto si legge nel distico: 'Vorrei essere la coppa gemmata nella quale tu bevi all'ora nona nella gioia del convito. Soltanto così potrei toccare le tue labbra per imprimervi sopra I baci altrimenti impossibili*.
La sua fama è attestata anche ad Ercolino. Un certo Ermerote, impiegato di banca, scrive: 'Ermerote saluta la signora Primigenia*.
Tanta notorietà non era sprecata: sebbene nocerini e pompeiani fossero divisi da un odio profondo che scoppiava specie in occasione del giochi nell'anfiteatro (una volta furono tanto violenti che 11 Senato decise di *squalificare il campo* di Pompei per dieci anni dopo Incidenti avvenuti tra 'Ultras* delle due città) erano uniti nella passione per questa donna ed il campanilismo davanti a lei segnava 11 passo.
Oli tschemata veneris* Impressionarono molto l bempensantl, soprattutto nell'800, tan toche qualcuno giunse alla conclusione — a dire 11 vero poco scientifica — che su Pompei ed Ercolano sì era abbattuta la punizione divina come su Sodoma e Gomorra. Ma sono proprio questi quadretti, insieme a tante altre testimonianze della.vita quotidiana, a farci avere una visione della storia antica molto più «umana», meno caratterizzata da eroi, battaglie, guerre.
Tutto ciò, anche I <vizi privati*, rende questi nostri lontani antenati più slmili a noi e, forse, queste loro 'passioni* ce II rendono anche un po'più simpatici.
Luisa Melillo Archeologi
bara in fondo al mare qulrentt. L'«Admlral Nakhl* mov* era salpata dal porto di Novorossljsk alle 22,30 di domenica, diretta a Soci, rinomata località balneare sovietica della regione di Krasno-dar, sul Mar Nero. A bordo aveva 888 passeggeri e 346 membri dell'equipaggio, tutti di nazionalità sovietica, in gran parte turisti. La collisione si è verificata circa un'ora dopo la partenza, quando la nave si trovava a non più di otto miglia a largo della costa. La nave mercantile «Piotr Vasiev», della stazza—a pieno carico — di circa 41.000 tonnellate, ha speronato la nave passeggeri colpendola nella parte centrale della chiglia, all'altezza della sala macchine, spezzandola praticamente in due tronconi. L'affondamento è stato rapidissimo. Leonid Neelak ha detto ai giornalisti che la tragedia si è consumata in pochi minuti, forse meno di una quindicina. La nave è colata a picco prima che le scialuppe di salvataggio potessero essere calate in mare e prima che l'equipaggio fosse in grado di predisporre le misure di soccorso
previste dall'emergenza. L'altissimo numero di vit
time si spiega probabilmente con la estrema rapidità dell'affondamento e con il fatto che la grande parte del passeggeri stava in quel momento dormendo o si trovava comunque sottocoperta. Da qui l'estrema difficoltà di organizzare il salvataggio e di fare fronte al panico che deve avere Investito coloro che si sono resi conto della irrimediabilità della situazione. Le misure di soccorso, immediatamente scattate, hanno consentito di trarre in salvo 836 persone, 29 delle quali sono state successivamente ricoverate in ospedale per ferite varie. Fra i salvati — ha precisato Neelak — cinque bambini. Altri due bambini sono fra i 79 cadaveri ripescati nelle acque, in quel momento calme, del mare. L'oscurità ha reso comunque assai difficili le ricerche, che si sono protratte spasmodicamente nel corso della notte e che sono poi proseguite per tutta la giornata di lunedi e continuano — secondo le dichiarazioni del portavoce sovietico —
ancora oggi. È 11 più grave incidente
della marineria civile sovietica. Grave e ' sconcertante anche perché, secondo la ricostruzione ufficiale, in quel momento le condizioni del mare e atmosferiche erano discrete e la visibilità normale. Entrambi i capitani delle due navi, Vladimir Markov, deU'aAdmlral Nakhlmov», e Viktor Tkacenko, della «Piotr Vasiev», sono vivi e sono ora a disposizione della commissione di inchiesta governativa che, com'è noto, e presieduta da Gheidar Allev, membro del Politburo incaricato del problema del trasporti e primo vicepresidente del Consiglio dei ministri. Saranno in primo luogo i due capitani, probabilmente, a poter fornire ulteriori elementi per chiarire le cause del disastro che, per ora, restano Inspiegablll. L*«Admiral Nakhlmov» per quanto varata nel lontano 1925, era dotata di moderni mezzi di rilevazione e avvistamento e, come ha ulteriormente precisato il portavoce sovietico, non aveva mai avuto il più piccolo inci
dente in tutta la sua lunga carriera.
La nave è ora adagiata su un fondale di 43 metri di profondità. Probabilmente è nelle sue cabine squarciate che molti di coloro che sono annoverati tra i dispersi, ancora giacciono Imprigionati. Nella drammatica circostanza va rilevato che le au
torità sovietiche hanno, in questo caso, fornito con tempestività tutte le informazioni essenziali alla stampa mondiale. Altrettanto è stato fatto nel confronti dell'opinione pubblica sovietica. Lunedi i giornali hanno pubblicato, con qualche rara eccezione, il comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri dell'Urss che dava notizia
dell'incidente e parlava di vittime. Ieri sera il telegiornale Vremia ha trasmesso le fasi essenziali della conferenza stampa del vlceminl-stro della Flotta marittima nelle quali veniva dato 11 resoconto completo delle vittime e veniva descritta la dinamica dell'incidente.
Giuliette) Chiesa
«Così ci sono venuti addosso...» ROMA — A raccogliere le prime, drammatiche testimonianze sull'affondamento della nave passeggeri è stato un inviato dell'agenzia sovietica Novosti. Il giornalista ha raggiunto l'albergo «Brigantina» a Novorossiysk, dove sono stati trasporati i sopravvissuti. «Ero sulla mia branda — racconta V. Prosvirniev, un membro dell'equipaggio — quando c'è stato il colpo, immediatamente si è spenta la luce... Io sono riuscito a prendere i documenti. Ma quando ho nuovamente raggiunto il ponte, la nave era già sotto il pelo dell'acqua. Sono riuscito a nuotare verso una zattera. La falla era enorme, tutto è accaduto troppo in fretta».
Il marinaio Smirnov era di vedetta al momento della collisione: «Siamo usciti da Novorossiysk normalmente tutu» andava bene. E abbiamo visto questo mercantile in lontanan
za. Il marinaio di turno ha cominciato a chiamarlo per Tallio. Abbiamo rilevato la distanza e dalia misurazione radiogoniometrica abbiamo compreso che la nave ci stava tagliando la strada. Dopo qualche momento di pausa dal «Piotr Vasev» ci hanno risposto: «Non preoccupatevi. Stiamo per allontanarci. Lo facciamo immediatamente». Alcuni minuti dopo abbiamo ripetuto l'appello perché il mercantile non aveva abbandonato la sua rotta. La seconda vedetta A. Ciudnovskij era preoccupato. Ho.visto che il mercantile si dirigeva verso di noi. È stato dato il «marcia indietro», ma era troppo tardi. II capitano V. Markov è rimasto in plancia fino alla fine. Ha tentato di portare la nave in secca. Ma il timone non rispondeva. Quando il capitano mi ha ordinato di abbandonare la nave per attraversare la porta è stato come passare attraverso un oblò».
sinistra (e ha già mostrato di saperlo fare), così come vuole contendere alla Democrazia cristiana i consensi degli strati «centrali» del corpo sociale e dell'elettorato, facendo appello a una sensibilità crescente per le nuove sfide e i nuovi bisogni e valori della nostra epoca. Non ci si venga a
Le scelte Spd raccontare che la Spd si è fatta estremista o si è spostata più a sinistra del Pei, sol perché ha dato alla sua ricca e seria piattaforma
Ser la pace, la sicurezza e il isarmo, presentata come
base per la ricerca di intese
bilaterali ed equilibrate tra Est e Ovest, una caratterizzazione — che non è certamente sconosciuta alla nostra elaborazione ed esperienza — di lotta decisa contro il rischio delle armi
nucleari, di revisione delle strategie della Alleanza Atlantica, di autonomia e di affermazione del ruolo dell'Europa rispetto agli Stati Uniti. O sol perché ha scelto una linea di fuoriuscita dal massiccio impegno prima sviluppato nel campo dell'energia nucleare, a favore del risparmio, della
valorizzazione delle energie rinnovabili, e del ricorso al carbone (alle risorse di carbone di cui dispone la Repubblica federale tedesca). Dobbiamo, con coraggio innovativo, e con senso di concretezza e responsabilità, saper dare anche noi in Italia, come forze di sinistra, risposte convincenti a
tutti i problemi sul tappeto — programmatici, politici e istituzionali — quali nel nostro paese effettivamente si pongono, con l'obiettivo di una svolta sostanziale nella direzione e negli indirizzi del governo.
Giorgio Napolitano
Martelli ha detto che i socialdemocratici tedeschi e noi non avremmo capito che non esisterebbe più una maggioranza sociale per la sinistra. Ed io invece dico che esiste ed è fatta non solo di classe operaia, ma anche di impiegati, di addetti al terziàrio, nuovi professionisti, giovani disoccupati. Il problema è quello di saper interpretare questa maggioranza sociale».
— Non è colpa anche vostra se non riuscite ad an*
Sul nucleare dare al governo e a costruire una prospettiva riformista? «È il Psi che ritiene che
non ci siano le condizioni e accetta un governo immo-bilista. È da sei anni che si sottrae ad un impegno comune. Non sono qui per dire che loro sono il diavolo e noi l'angelo liberatore della sinistra. Abbiamo sapu
to apprezzare Ctaxi, ad esempio, quando ha detto che il Pei è stato l'unico, durante la crisi, ad avanzare una proposta seria e che però i comunisti devono entrare al governo dalla porta e non dalla finestra. Noi ci battiamo per questo». -
— Perché applaudite Craxi per Sigonella e non per altri aspetti della po
litica estera? •Abbiamo la stessa posi
zione della socialdemocrazia europea, siamo per l'autonomia dell'Europa nell'Alleanza atlantica. Oggi critichiamo Craxi perché accetta la strategia dello scudo spaziale e perché vorremmo una iniziativa più energica per la pace nel Mediterraneo».
— Qua! è i l male oscuro del Pei? Ha bisogno di più grinta? «Non è un male oscuro.
Lo abbiamo esaminato al
congresso e abbiamo anche detto come deve essere curato. Non è una questione di grinta; occorre fiducia verso gli obiettivi e maggiore combattività, Non siamo stati ancora capaci di esprimere una forza, un grado di mobilitazione adeguati».
— La crisi di governo comunque è stata risolta. Come è possibile aver fiducia in un mutamento? «Io pensavo che questo
governo dovesse avere una vita breve, ma non pensa-
più diverse onde d'opinione dell'elettorato ed ora, dopo l'attenzione particolare per radicali e ciellini, sia la volta dei verdi.
Ma l'obiezione fondamentale comunque investe un altro campo dì pensieri.
Chernobyl ci ha posto di fronte a problemi profondissimi. Non risolvibili facilmente con le folgorazioni sulla via di Damasco (o di Norimberga) di questo o quel dirigente. Il primo problema è quello dell'informazione. Senza una diffusione dell'Informazione, non è possìbile né un controllo sociale né un governo democratico di sistemi complessi, come quelli delle alte tecnologie. La conferenza nazionale sulla energia (di cui intanto il governo a presidenza socialista deve garantire, secondo gli impegni, la tempestività, la serietà, la rappresentatività), e i referendum popolari (a cominciare dal consultivo, per il quale il Pel è fortemente impegnato), non sono vie tortuose per eludere più pronte e radicali decisioni. Sono le vie per un coinvol-
Qualche domanda gimento di massa in decisioni che riguardano il futuro del paese e dell'umanità. E consentire la ponderazione del rapporto tra vantaggi, costi, fabbisogni e rischi, sulla base di giudizi Informati.
È alla prova tutta una cultura politica. 'Non c'è progresso senza rischi*... Ma quale peso diamo al rischio di incidente nucleare? 'L'uomo può dominare la natura*... Ma quale futuro ha una società che produce e sì riproduce distruggendo, o alterando irreversìbilmente, le basi stesse della vita? Dove stanno I nuovi punti di equilibrio?
Stiamo finalmente scoprendo che la termodinamica è una branca della politica moderna, e che l'ecologia è un pilastro del nuovo socialismo.
Ma allora devono fare un salto di qualità, nel modo di guardare il mondo, e di maneggiarlo, i gruppi dirigenti, insieme a grandi masse di popolo e ad ogni
singolo individuo. C'è dell'altro. Chernobyl
ci manda a dire che il problema nostro non si restringe ad una conta dei 'nuclearisti* e degli 'antinuclearisti*. Il colpo di freno allo sviluppo del nucleare civile è inatto ed è certamente brusco dopo l'incidente sovietico. Gli Stati Uniti lo avevano già dato, ed era bastato Three Miles Island a confortare il drastico rallentamento del loro programmi. È naturale allora che tanto più siano cresciuti i dubbi in Italia, che è ancora agli Inizi e che dispone del più sfavorevole dei territori per la installazione degli impianti nucleari. -••
Ma oggi, fermarsi al *sì* e al 'no* è del tutto insufficiente. Altri interrogativi si affacciano e altre scelte urgono. Può indefinitamente crescere il consumo di energia, verso un modello americano che, se diffuso su scala planetaria, lascerebbe poche chances ai 'pianeta azzurro* che abi
tiamo? O non è in discussione proprio questo mo^ dello sociale energìvoro? È da revocare in dubbio l'equazione 'crescente benessere più crescenti consumi di energia uguale crescente libertà*?
La Spd, a Norimberga, presentando un progetto di 'modernizzazione ecologica dell'economia* e di •pace con la natura*, pone esattamente questa questione. Che in Italia è stata vista — o intravista, se sì vuole — solo da un incompreso e bistrattato Berlinguer. Si vada a leggere il tiiscorso dell'austerità*, del 1976! Lo si troverà centrato su due questioni: la necessità di modificare il rapporto Nord-Sud, sviluppo-sottosviluppo, in modo che non cresca la forbice tra il benessere crescente dei pochi e la miseria crescente dei più; e la necessità di correggere il disordine, la rapina, lo spreco che peggiorano, nelle società capitalistiche sviluppate, il rapporto tra gli uomini e tra gli uomini e la natura. Un tale disordine, la scienza termodina
mica lo chiama 'entropia*, e calcola il punto di non ritorno, in alcuni settori già toccato o quasi raggiunto, oltre il quale la modificazione negativa dell'ambiente, umano e naturale, diventa irreversibile, le condizioni di riproduzione della vita non si rinnovano più.
E ancora. Se non il nucleare, che cosa? Il risparmio, innanzitutto, ma anche le tecnologie alternative. CI sono molte opzioni possibili. Quella su cui insìste Rubbia, la fusione nucleare, e il sole, il vento, la geotermia, l'idroelettrico, le maree... forse il 'carbone pulito* di cui ci parla ora l'ing. Corbellini.
'Possibili», non vuol dire disponibili, o tutte desiderabili, o tutte sicuramente realizzabili Per discernere il possibile e il desiderabile, e realizzarli, c'è bisogno di ricerca scientifica e tecnologica, di risorse da destinarvi, di massicci investimenti, di organizzazione delle forze intellettuali e di lavoro.
Insomma, c'è bisogno di una grande politica. E di
vo che, nello stesso mese di agosto, già risultasse così diviso. È la dimostrazione che la crisi è irrisolta. Il problema oggi più importante è il ripristino di un gioco democratico corretto. Servono maggioranze parlamentari coerenti, buone leggi, un governo che sappia decidere. Non mi pare che i governi di questi anni abbiano saputo decidere».
Bruno Ugolini
grandi riforme. Vere. Ecco il terreno d'elezione sul quale la sinistra può davvero raccogliere le sfide della modernità e misurarsi con le dimensioni nuove dei problemi che ha di fronte oggi l'umanità, responsabile, proprio perché potente come non mai, verso se stessa, verso le specie coabitanti il pianeta, verso le generazioni future. Per quanto ci riguarda, poi, qui in Italia, una sinistra responsabile verso il proprio paese e ì suoi bisogni di innovazione e di sviluppo. Le opinioni di merito, nel nostro partito, ancora divergono. Però, tutte, si misurano con tale dimensione dei problemi
Non è questa, Martelli, la polpa della discussione in corso? Noi, proveremo a metterci di nuovo I denti, anche come giornale, nelle prossime settimane. Quale contributo alle decisioni da assumere, attraverso una maturazione collettiva e senza improwisazio-ni.
Fabio Mussi
gretario, Giovanni Negri (e pubblicata oggi sul «Manifesto»).
Palmella critica il riserbo di Negri e scrive che «le scelte compiute dal compagni An-draous e Piromalli» andavano invece subito pubblicizzate. «Avete scelto — afferma il leader radicale — di non dare pubblicità, naturalmente "per il momento", a questi due fatti, scandalosi e bellissimi tanto da viverne o da morirne. Avete scelto di non farne saper nulla nemmeno al partita Avete avuto paura».
Dopo aver sottolineato che
Il boss Piromalli le due iscrizioni «sono fra le prime e le poche che ci siano giunte dopo quell'assemblea degli iscritti radicali che ha consentito a chi Io ha voluto di comprendere finalmente qualcosa sulle prospettive e sulle ragioni delia cessazione di attività del partito», Pan-nella aggiunge che «avremmo quindi avuto, probabilmente sull'onda delle scelte compiute dai compagni An-draous e Piromalli, dallo scandalo conseguente, mi
gliala di iscritti e di militanti del partito; migliala, cioè un partito in maggioranza di reclusi, un partito che dalla violenza fallita e fallimentare (risposta errata, tragica, a esigenze e attese altrimenti fondate) trae la fona della conversione non violenta, democratica, alternativa. Avremmo potuto meglio organizzare la campagna d'autunno della giustizia giusta*.
Piromalli e - Andraous, conclude PanneUa, «si strin
gono con noi attorno alla bandiera di un partito che lotti per la vita del diritto e per il diritto alla vita. Io di questo li ringrazio. Di questo e del fatto di averci reso quel partito che si stava e sta cambiando, dentro di noi e nei palazzi che abitiamo».
Il tesoriere del Pr, Peppino Calderisi, interpellato per telefono, ci ha confermato che Andraous aveva manifestato l'Intenzione di iscriversi già alcuni mesi fa. «L'iscrizione al Pr —ha spiegato — è sempre e comunque un atto libero, nel senso che nel nostro partito non ci sono, a diffe
renza di altri, organismi incaricati di valutare una richiesta di iscrizione. Anzi, noi abbiamo per statuto il divieto di rifiutare l'accettazione. Possiamo solo, e questo vale sempre e comunque, accogliere l'iscrizione, purché essa risponda alle due condizioni póste dallo statuto: il versamento della quota e l'impegno ad attuare la mozione votata al congresso. Questo vale in generale, e nel caso dell'iscrizione di Piromalli, attraverso sua figlia, sono state adempiute entrambe queste condizioni. Al momento non conosciamo altre motivazioni della sua
scelta. Naturalmente anche noi vogliamo avere un quadro più chiaro delle motivazioni che lo hanno spinto a questa decisione».
Ma non c'è imbarazzo, a dir poco, ad accogliere nel Pr un capo criminale come Piromalli? Risponde Calderisi: «Di fatto, il ritardo nella comunicazione della notizia è una prova di questo imbarazzo. Ce stata una preoccupazione nel segretario e negli organismi che infatti Panneila critica apertamente. A mio avviso è stato certamente un errore aver atteso per dare la notizia*.
Per le zone a «più alto rischio», dove cioè sono stati segnalati più casi di «afta epizootica», le •misure decise sono ancora; più'drastiche: blocco delle esportazioni di carne per tre mesi (ci si riferisce sempre ovviamente alle esportazioni di carni non tratute).
L'organismo tecnico di Bruxelles che ha preso queste decisioni tornerà a riunirsi ai primi di ottobre. Solo
Bloccate le carni allora ai deciderà se revocare le misure restrittive.
La decisione di «blocco della commercializzazione» dei prodotti italiani è stata presa Ieri a maggioranza: contraria la delegazione del nostro paese.
Tutto ciò avviene dopo che Oran Bretagna e Grecia, fin
dalla metà 41 luglio, avevano deciso di sospendere l'importazione del prodotti di allevamento dal nostro paese, Insomma, per gli operatori italiani si prepara un durissimo colpo economico. E, infatti, non sono mancate immediate reazioni. L'Ala (Associazione italiana allevatori) natela fatto sapere che
vuole il «totale indennizzo per I capi abbattuti». Anche il presidente della Confcolti valori, Avello, dopo aver ricordato che l'afta «e arrivata in Italia dall'estero*, chiede •misure opportune ed efficaci per la salvaguardia degli interessi degli allevatori*. Tra queste misure, le più importanti riguardano una nuova legge che disciplini la profilassi e la vaccinazione degli animali. Misure Unto più urgenti proprio perché
ieri ta Cee, pur «apprezzando» le misure prese dalle autorità italiane quando si sono manifestati i primi casi dell'infezione, non le ha giudicate «sufficienti».
Per dare un'Idea del danno economico che verrà al nostri allevatori basterà ricordare che più di due terzi delle centosessantamtta tonnellate di carne esportate dal l iu-lia durante l'anno scorso erano destinate al mercati europei.