Quattrocento morti nel disastro della nave da crociera sovietica

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•'•\ \ Anno 63' N. 207 Quotidiano Sped. abb. post, gruppo 1 /70 Arretrati L. 1.400 LIRE 700 MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 ORGANO DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO Le scelte della Spd e la sinistra europea di GIORGIO NAPOLITANO ~~ I IL CONGRESSO del par- tito socialdemocratico tedesco appena conclu- sosi a Norimberga ha costi* tuito un fatto importante e significativo per molti aspet- ti e motivi, ed è perciò un peccato che da troppe parti lo si sia seguito e lo si stia commentando, qui in Italia, secondo un'ottica alquanto E rovincìale e strumentale. faturalmente, è giusto af- frontare anche il tema delle riflessioni che il Congresso I iuò suscitare in rapporto al- a situazione della sinistra italiana e alle diverse posi- zioni in essa presenti; ma lo si deve affrontare con misu- ra e serietà, senza ridurre un avvenimento così rilevante sul piano europeo e interna- zionale a semplice occasione per le consuete schermaglie e polemiche di politica inter- na, in materia di relazioni tra Psi e Pei o, tanto per cambia- re, di contraddizioni e diffi- coltà del Pei. A Norimberga si sono compiute scelte, il cui oggetto, la cui posta è il pos- sibile cambiamento di gover- no e di indirizzi politici nel paese più sviluppato dell'Eu- ropa occidentale, in una delle più solide e avanzate econo- mie del Nord del mondo, in un'area cruciale per i rap- porti tra Est e Ovest e più in generale per le relazioni in- ternazionali. È da questo punto di vista, innanzitutto, che vanno valutate le conclu- sioni del Congresso della Spd. E a noi pare di dover dire che la loro importanza sta in pri- mo luogo nella prospettiva, da esse concretamente aper- ta, di una nuova caratterizza- zione e affermazione della Germania federale, sotto la guida del partito socialdemo- cratico, come fattore essen- ziale di impegno europeisti- co, di iniziativa per la disten- sione, il disarmo e la coope- razione, di progresso civile e sociale, in risposta alle sfide del nostro tempo, emerse e fattesi sempre più stringenti negli ultimi anni. Non è stato facile per la Spd trovare la chiave giusta in vista di un Congresso come quello dell'agosto '86, e non sarà facile conseguire nelle elezioni del prossimo gen- naio un successo tale da de- terminarne subito il ritorno alla guida del paese. Si trat- tava di congiungere lo sforzo già da tempo intrapreso pe- la rielaborazione degli orien- tamenti ideali e degli obietti- vi programmatici a lunga scadenza — sforzo destinato a concludersi col Congresso del 1988 — e l'impegno a co- gliere la possibilità, manife- statasi attraverso clamorosi balzi in avanti in diverse ele- zioni regionali, di un succes- so già a breve scadenza nella lotta per strappare alla De- mocrazia cristiana la dire- zione del governo nazionale. Si trattavia di combinare continuità e rinnovamento (un binomio che i dirigenti della Spd non hanno temuto di evocare) nelle impostazio- ni del partito, e anche di far sfociare una vivace dialetti- ca interna in una visibile e sostanziale unità. Il fatto che in ciò si sia largamente riu- sciti, significa che il Congres- so ha garantito alla Spd alcu- ne delle condizioni per af- frontare nel modo migliore la prossima, delicatissima prova elettorale, e ha nello stesso tempo rafforzato le basi per perseguire comun- que una prospettiva di gover- no ancorata a un serio pro- getto di cambiamento. S I PUÒ BEN comprende- re quale interesse que- sta prospettiva pre- senti per tutte le forze della sinistra europea e quale sti- molo venga per esse dalle in- dicazioni di Norimberga. Co- me da tempo veniamo dicen- do, i problemi che a tali forze si pongono sono diventati in larga misura comuni ed è fortemente cresciuta l'inter- dipendenza tra le battaglie e le politiche che si conducono nei singoli paesi dell'Europa occidentale. Comune è l'esi- genza di rinnovare profonda- mente il bagaglio ideale e culturale, le piattaforme so- dali e programmatiche dei partiti della sinistra e dell'in- tero movimento dei lavora- tori, in modo da non liquidar- ne ma da adeguarne e raffor- zarne l'identità riformatrice, la peculiare funzione storica in seno alle società sviluppa- te dell'Occidente e sul piano internazionale, di fronte a un'offensiva conservatrice che è riuscita a segnare tanti punti al suo attivo tra la me- tà degli anni 70 e l'inizio de- gli anni 80. E nel raccogliere 3uesta esigenza forze diverse ella sinistra europea si sono venute via via collocando su linee di ricerca e impostazio- ni convergenti, come pure da tempo stiamo sottolineando, anche se sarebbe ingenuo e non rispondente al vero so- stenere che tutte le risposte coincidano, che manchino differenziazioni e contrasti anche al di là di ciò che ri- specchia le specificità delle situazioni nazionali. Il Congresso di Norimber- ga ha dato un vigoroso e so- stanzioso contributo allo svi- luppo di una ricerca, di un orientamento, di un impegno, che possano sempre di più veder convergere le princi- pali componenti della sini- stra europea. Lo diciamo in particolare come comunisti italiani. Sul modo in cui ab- biamo inteso e sollecitato questo incontro, questo pro- cesso di «ricomposizione» del movimento operaio dell'Eu- ropa occidentale, si è da par- te nostra argomentato mol- to, ancora in occasione del Congresso di Firenze. Ma in certi commenti si torna sem- pre punto e daccapo; ci sa- remmo accodati alla social- democrazia — tedesca e no — scoprendo verità da tem- po rivelate ma senza volerne trarre tutte le conseguenze, ovvero risulteremmo in ri- tardo rispetto alla capacità di rinnovamento program- matico e politico che la Spd ha mostrato a Norimberga e chejsecondo qualcuno (maga- ri gli stessi che ieri avevano denunciato nel nostro dialogo con la socialdemocrazia un fatale spostamento a destra) ci ha «spiazzato» da sinistra. Ebbene, di fronte a tante su- perficialità e a tanti stru- mentalismi, ci sia consentito di dire che seguendo il Con- gresso della Spd ci siamo tro- vati come non mai a nostro agio. T UTTE LE tematiche poste al centro di quell'assise — l'euro- Ceismo come dimensione ob- ligata e qualificante della battaglia di una grande forza di sinistra, l'impegno per la pace e una nuova concezione della sicurezza, una chiara assunzione di responsabilità sul piano dei rapporti con l'Est europeo e sul nodo cru- ciale delle relazioni Nord- Sud, la nuova caratterizza- zione della questione sociale in termini di occupazione e di giustizia, l'idea di un'innova- zione socialmente guidata, l'esaltazione del problema dell'ambiente e la revisione della vecchia filosofìa dello sviluppo, la collocazione tra le grandi discriminanti e priorità della questione fem- minile —, tutte queste tema- tiche ci sono risultate fami- liari e congeniali, avendo da anni formato oggetto nelle nostre file di un'elaborazione rinnovatrice che è andata avanti autonomamente e di pari passo con quella di im- portanti forze socialiste e so- cialdemocratiche. Abbia o no voluto Claudio Martelli con la battuta sui comunisti «me- teci» essere sprezzante, ma- gari per nascondere un suo imbarazzo, è un fatto che noi comunisti italiani non ci sen- tiamo stranieri là dove si di- scute, come si discute a No- rimberga, su basi così simili a quelle su cui si è discusso a Firenze, e che nessuno può porre in questione la nostra dignità di portatori di una grande esperienza originale e pretendere di limitare il no- stro ruolo nella sinistra euro- pea e nel concerto intema- zionale. Il quadro politico e sociale italiano presenta poi, come è ovvio, le sue specificità, co- me le presenta quello tede- s c o — o quello inglese, o quello francese — per diver- sità di vicende storiche e di sviluppi recenti, di strutture economiche e di sistemi poli- tico-istituzionalL La Spd ha dovuto fare i conti con la con- clusione negativa della sua esperienza di governo e con l'intervento sulla scena di un nuovo partito, quello dei «Verdi», a cui vuole contende- re i consensi di una parte dell'elettorato giovanile e di (Segue in ultima) Sono 79 i corpi ritrovati, ma più di 300 i dispersi Una bara in fondo al mare Quattrocento morti nel disastro della nave da crociera sovietica L'informazione, questa volta tempestiva, fornita a Mosca nel corso di un incontro con la stampa - Il piroscafo, speronato da un mercantile, è affondato in pochissimi minuti, mentre i passeggeri dormivano nelle loro cabine * -^••"•sr - -f 1 w ,- t •«•** |Ì. ,,li «*'«l«l»»«»l«li|««ll««W»«»lM«»Mi«««««"»"*» , ! ,|M """" MOSCA — Un'immagine della «Admirat Nakhimov» in navigazione Dal nostro corrispondente MOSCA — Sono ufficial- mente 79 i morti e 319 i dì- spersi in seguito alla collisio- ne tra la motonave «Admiral Nakhimov» e la nave mer- cantile «Piotr Vasiev», en- trambe sovietiche, avvenuta attorno alla mezzanotte del 31 agosto. Ma le speranze di trovare vivi altri naufraghi erano, ieri pomeriggio, assai tenui, per non dire ormai ri- dotte a zero. L'ultimo nau- frago è stato infatti tratto in salvo lunedi pomeriggio ed è ben difficile che altre perso- ne abbiano potuto resistere per 48 ore e più in balia delle onde, sebbene la temperatu- ra dell'acqua fosse tra 120 e i 22 gradì centigradi. Il bilan- cio effettivo della tragedia sarà quindi purtroppo, assai vicino, se non coincidente, con la spaventosa cifra dì 398 morti. L'informazione, que- sta volta tempestiva e. preci- sa, è stata data ieri pomerig- gio, nel corso di un incontro con i giornalisti, dal vlceml- nistro della Flotta maritti- ma sovietica, Leonid Neeiak. È stato lui a fornire tutti i dettagli della tragedia finora disponibili alle autorità In- Giulietto Chiesa (Segue in ultima) Lo sciopero della fame anche alle «Nuove» di Torino «Vogliamo la riforma» Si allarga la protesta nelle carceri italiane Analoga agitazione in istituti di pena della Toscana e della Sicilia - Dentro San Vittore a colloquio con i reclusi •A leggere i giornali sembra che la nostra sola richiesta sia l'amnistìa, pochi giorni senza mangiare in cambio del regalo, la can- cellazione della pena. In realtà l'amnistia è l'ultimo dei nostri problemi. Lo sappiamo bene che è solo un palliativo, ciò che voglia- mo è la riforma». Parlano i detenuti di San Vittore che ieri si sono incontrati nel carcere milanese con ì parlamentari del Pei. Con loro c'era il cronista dell'Unità. Riforma, dunque, che significa nuovo codice di procedura pe- nale, lavoro, formazione professionale, con- dizioni sanitarie. Per queste ragioni è nata una protesta pacìfica e civile che sì sta aliar» gando a macchia d'olio. Lo sciopero della fa- me ha già coinvolto 23 istituti di pena. Ieri hanno iniziato a rifiutare il cibo oltre mille dei 1300 reclusi delle carceri «Nuove» di Tori- no. Analoghe iniziative sono state prese dal detenuti di Marassi a Genova, di Sollicciano e Arezzo in Toscana, di Caltagirone e Siracu- sa in Sicilia. GIOVANNI LACCABÒ A PAG. 3 MILANO — L'interno di una celta a S. Vittore Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe fissare le linee della Finanziaria •• * Una tassa regionale sulla sanità? Cgil: le ipotesi di Goria un'insidia pericolosa Plurìergastolano Il Consiglio dei ministri si riunisce stamane per fissare le linee della legge finanziaria. Ieri si sono riuniti i ministri economici che hanno sottoscritto un'intesa generica su! documento economico. Si è tornato a parlare di tagli alla sanità mediante un'imposta «regionale* e anche di un ripristino della Tasco. Di Finanziaria ieri hanno parlato nel corso di una conferenza stampa anche Antonio Pizzinato e Ottaviano Del Turco. I due dirigenti della Cgil consi- derano le ipotesi di Goria «una pericolosa insidia» sulla strada dei rinnovi contrattuali. «Un rincaro generalizzato — sonò pa- role di Del Turco — dei servizi pubblici e dei ticket determinerebbe un'altera- zione dei parametri utiliz- zati per preparare le piat- taforme*. La Cgil, inoltre, chiede che vengano fatti investimenti al Sud e su questo punto sfida la Con- /industria, ma soprattutto chiede che il rinnovo dei contratti avvenga «subito, I IIAX 11 Piromalli diventa radicale ROMA Il capo di una delle cosche più potenti della •ndrangheta* calabrese ed il killer di Francis Turatello si sono iscritti al partito radi- cale. Si tratta rispettivamen- te di Giuseppe Piromalli, 64 anni, condannato a 5 erga- stoli per una lunga serie di omicidi, e di Vincenzo An- draous, 30 anni, anch'egli er- gastolano: il primo — riferi- sce l'Ansa si è iscritto il 29 luglio scorso, il secondo 119 agosto. Ma la notizia si è ap- K esa solo ieri. A rompere mbarazzato silenzio dei di- rigenti del partito ha provve- duto infatti Marco Pannella, con una lettera inviata al se- (Segue in ultima) LàCee blocca le carni italiane BRUXELLES - Non *i po- tranno più vendere le carni italiane nei mercati europei. n provvedimento riguarda le carni bovine, suine, ovine, caprine, a meno che non sia- no siate «trattate* o disossate (1 prosciutti italiani, perciò, potranno ancora trovarsi nei negozi europei). Escluse dal divieto le carni equine. È questa la misura decisa ieri dal «Comitato veterinario* della Cee, dopo il diffondersi, In alcune regioni italiane, deir«afta epizootica*, un'in- fezione che colpisce le zampe degli animali, n provvedi- mento è stato adottato a •tempo indeterminato*. (Segue in ultima) entro l'autunno*. La pros- sima settimana ci sari» co- munque un incontro delle tre segreterie confederali per rilanciare su tutti 1 te- mi l'iniziativa politica e so- ciale. Ieri infine sono ve- nute cattive notizie anche dal fronte dell'inflazione. I dati finali di agosto dicono che la discesa si è bloccata e a poco serve l'ottimismo del ministro Goria che ostenta sicurezza sulla or- mai progressiva riduzione dei prezzi. H tasso del mese scorso si è attestato sai S£ per cento, con una crescita dello 0,2 rispetto a luglio. - A PAG. 2 Nell'interno Anche Gheddafi ad Harare al vertice dei non allineati Con un giorno di ritardo rispetto all'apertura, nella notte tra lunedì e martedì il colonnello Gheddafi è giunto ad Harare r r partecipare ai lavori dell'ottavo vertice dei non allineati. la prima volta che il colonnello lascia la Libia dopo il bombardamento americano di aprile. L'obiettivo è chiaro: ottenere la solidarietà di un vertice che rappresenta i due terzi dell'umanità. A PAG. 3 Milano, diventa mamma una donna senza ovaie Una donna senza ovale, condannata quindi alla sterilità, è diventata mamma di un bel bambino, Carmine, che ora ha cinque giorni, pesa tre chili e mezzo e gode ottima salute. La notizia dell'evento eccezionale è stata diffusa solo ieri. La donna è stata assistita dal dottor Leonardo Formigli, gineco- logo milanese che fu tra i pionieri della fecondazione in pro- vetta. A PAG. 6 Palermo,fiaccolee concerto perricordareDalla Chiesa Una fiaccolata ed un «concerto contro il silenzio* di ottanta musicisti: così Palermo ricorda oggi nel quarto anniversario dell'eccidio il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emmanuel» Setti Carraro e l'agente Domenico Russo, uccisi dalla mafia. Centinaia I messaggi di adesione e di solidarietà, tra essi quello di Nilde Jotti. A PAG. Calcio, i calendari di A e B Una «X» al posto del Palermo H centro elettronico del Coni ha elaborato ieri i calendari della stagione 1968-87 della serie A e della serie B. in quello del torneo cadetto figura al posto del Palermo una «X*, in quanto alla società siciliana la Lega ha concesso, per regola- rizzare la sua posizione (lamenta un deficit di 20 miliardi), una deroga fino al 9 settembre. NEU.O SPORT Dibattito alla Festa dell'Unità «Sul nucleare si vada al referendum», dice Zangheri Più aspra la polemica tra De e Psi Critiche di Granelli - Interventi sindacali Sempre più vivaci le polemiche sul nucleare dopo le dichiara- zioni di Martelli. Particolarmente aspro lo scontro tra De e Psi, ma tutto 11 pentapartito è attraversato dalle divisioni che si vanno riproponendo sul nodo delle centrali nucleari. Lo stesso Martelli torna alla carica in un'intervista che replica all'articolo scritto da Galloni sul «Popolo*. Il vicesegretario socialista mette in guardia il governo dal porsi contro l'opi- nione della maggioranza degli Italiani. Assai dure le dichia- razioni di Luigi Granelli, ministro della Ricerca scientifica. Parla di sortite estemporanee che minano la solidarietà di governo e ipotizza un gioco delle parti tra Martelli e Craxi, il primo teso a conquistare voti e il secondo ad accreditare il Psi come forza di governo. Frattanto si segnalano prese di posi- zione anche in campo sindacale. In particolare si sono pro- nunciati ieri i massimi esponenti della Cgil. Pizzinato sottoli- nea l'esigenza di una legge per lo svolgimento del referen- dum consultivo. Del Turco dubita che si possano fare centra- li nucleari quando cresce l'opposizione. Alla Pesta dell'Unità a Milano il compagno Gavino Angius ha rilevato che riguar- do al nucleare occorre un serio ripensamento, che si sta svi- luppando in seno al Pei. A PAO. 2 MILANO — Certo, il Psi è il nostro naturale alleato, però è lo stesso partito che pianta in asso le giunte di sinistra r r andare con la De. Martel- antinucleare? Mi rallegro per una posizione così avan- zata e coraggiosa, ma perché non viene portata in sede di governo? Una prospettiva ri- formista in Italia? Noi co- munisti ci crediamo: è il Psi semmai che mostra di non crederci; l'errore del nostro partito sta nel non sapersi mobilitare adeguatamente con più fiducia. Ora con la discussione sulla-legge fi- nanziaria presenteremo* le nostre alternative, costruire- mo una offensiva nel Parla- mento e nel Paese, non sta- remo a guardare le liti nel pentapartito. Sono solo alcu- ne battute del lunghissimo «faccia a faccia*, ieri sera alla Festa dell'Unità. «Imputato*: Renato Zangheri, capogrup- po comunista alla Camera; •inquisitori*: un pimpante Giampaolo Pansa e un intro- verso Piero Ostellino. Bla vediamo di compilare un rapido verbale di questo lunghissimo «processo*, ag- giungendo che il pubblico era numeroso e attento. Una ulteriore dimostrazione che la «politica* piace ancora. — Martelli vi scavalca a si* nistra sul nucleare? •Mi auguro che la sua tesi venga approvata dal con- gresso del Psi e venga porta- ta in sede di governo. Una decisione deve essere presa a ragion veduta, dopo quella conferenza energetica che noi abbiamo proposto. Io, personalmente, sono contro le centrali nucleari perché le considero pericolose e per- ché le spese per la sicurezza le rendono antieconomiche. La Direzione del Pei, come è noto, ha deciso di riesamina- rti la scelta assunta al con- gresso e di promuovere un referendum consultivo». — Pariate di programma. Siete per tassare i Bot? «Siamo favorevoli alla tas- sazione delle rendite finan- ziarie. Siamo per un riequili- brio tra entrate correnti e spese correnti. Proporremo un piano per lo sviluppo e l'occupazione. Cercheremo di dimostrare, non solo a pa- role, che è possibile una al- ternativa puntuale a quella delineata da Goria». — Siete favorevoli ad una riforma del fisco come quella Tarata da Reagan? •Anche su questo punto abbiamo presentato in Par- lamento una nostra propo- sta. Esistono in Italia un centinaio di imposte e di tas- se. Ce il tema dell'evasione fiscale molto più forte che in Usa. Vogliamo una imposta patrimoniale a bassissima aliquota che, anche attraver- so l'eventuale abolizione delTHor, preservi I patrimoni più modesti*. — Non C* forse in Italia troppa partitocrazia, trop- pe lottizzazioni? «Noi siamo per un passo indietro dei partiti rispetto allo Stato e un passo avanti verso la società. La funzione dei partiti non è quella di ge- stire lo Stato*. — Ma chi valete come al- leati? Chi sono i vostri na- turali alleati? «Sono, naturalmente, i so- cialisti. Sono però gli stessi che hanno piantato In asso le giunte di sinistra per andare con la De. È 11 Psi che non crede in una prospettiva ri- formista. Noi l'abbiamo pro- posta in Italia e in Europa. Bruno Ugofini Qualche domanda anche per Martelli di FABIO MUSSI Dì ritorno dal congresso della Spd, Claudio Martelli ha annunciato che il Psi si va orientando per 11 no al nucleare (virando così di 180 gradi rispetto alla pre- cedente posizione). Ne so- no seguite vaste polemi- che. Avrei un paio di motivi di soddisfazione. Il primo, personale, è per quel «no* che condivido. Jl secondo, di tutti noi comunisti, per l'ulteriore riprova che l'at- tuale maggioranza e il go- verno appena costituito si reggono coi fili, e che, ogni volta che uno del partiti contraenti azzarda una po- sizione su un tema qual- siasi, i partners gli si rivol- tano contro. Stavolta Mar- telli registra il consenso del Psdi, ma il dissenso di De Pri, Pli. E sta andando più o meno in questa ma- niera per la Finanziaria e per l'amnistia, per il refe- rendum sulla giustizia e per la scuola; e per tutto il resto. Jl motivo conduttore della ripresa politica è or- mai dettato: un governo inabilitato a fare alcunché, e un gruppo di partiti che giocano d'astuzia per vol- gere ciascuno a suo favore il «patto della staffetta» per presentarsi in posizione di vantaggio alla - fatidica scadenza di mano. Che, dall'opposizione, faremo naturalmente di tutto per anticipare, e riempire così di governo e di politica questa lunga vacatio pro- grammata per il nostro paese. Motivi di soddisfazione per la dichiarazione di Martelli, dunque. Però. Ce un «pero» grande come una casa. Intanto ci sarebbe da obiettare qualcosa a pro- posito della democrazia nei partiti. Il nostro gran discutere, e soffrire, sulle posizioni politiche, e gli emendamenti, e l congres- si di base, e i voti e i docu- menti, non è roba per per- dere tempo. L'ultima usci- ta pubblica del Psi fu 11 do- cumento con cui la direzio- ne socialista, dopo Cher- nobyl, confermò (con qual- che blanda attenuazione) l'opzione nucleare. Ora Martelli la ribalta, senza bisogno di verifiche. Come è stato deciso? Ci sarebbe anche da sollevare il so- spetto, poi, per dirla bru- talmente e fuori dei denti, che Martelli persegua la ri- cerca del consenso sulle (Segue in ultima) | (Segue in ultima)

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LIRE 700 • MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

ORGANO DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO

Le scelte della Spd e la sinistra europea di GIORGIO NAPOLITANO ~~

I IL CONGRESSO del par­tito socialdemocratico tedesco appena conclu­

sosi a Norimberga ha costi* tuito un fatto importante e significativo per molti aspet­ti e motivi, ed è perciò un peccato che da troppe parti lo si sia seguito e lo si stia commentando, qui in Italia, secondo un'ottica alquanto

Erovincìale e strumentale. faturalmente, è giusto af­

frontare anche il tema delle riflessioni che il Congresso

Iiuò suscitare in rapporto al-a situazione della sinistra

italiana e alle diverse posi­zioni in essa presenti; ma lo si deve affrontare con misu­ra e serietà, senza ridurre un avvenimento così rilevante sul piano europeo e interna­zionale a semplice occasione per le consuete schermaglie e polemiche di politica inter­na, in materia di relazioni tra Psi e Pei o, tanto per cambia­re, di contraddizioni e diffi­coltà del Pei. A Norimberga si sono compiute scelte, il cui oggetto, la cui posta è il pos­sibile cambiamento di gover­no e di indirizzi politici nel paese più sviluppato dell'Eu­ropa occidentale, in una delle più solide e avanzate econo­mie del Nord del mondo, in un'area cruciale per i rap­porti tra Est e Ovest e più in generale per le relazioni in­ternazionali. È da questo punto di vista, innanzitutto, che vanno valutate le conclu­sioni del Congresso della Spd. E a noi pare di dover dire che la loro importanza sta in pri­mo luogo nella prospettiva, da esse concretamente aper­ta, di una nuova caratterizza­zione e affermazione della Germania federale, sotto la guida del partito socialdemo­cratico, come fattore essen­ziale di impegno europeisti­co, di iniziativa per la disten­sione, il disarmo e la coope­razione, di progresso civile e sociale, in risposta alle sfide del nostro tempo, emerse e fattesi sempre più stringenti negli ultimi anni.

Non è stato facile per la Spd trovare la chiave giusta in vista di un Congresso come quello dell'agosto '86, e non sarà facile conseguire nelle elezioni del prossimo gen­naio un successo tale da de­terminarne subito il ritorno alla guida del paese. Si trat­tava di congiungere lo sforzo già da tempo intrapreso pe­la rielaborazione degli orien­tamenti ideali e degli obietti­vi programmatici a lunga scadenza — sforzo destinato a concludersi col Congresso del 1988 — e l'impegno a co­gliere la possibilità, manife­statasi attraverso clamorosi balzi in avanti in diverse ele­zioni regionali, di un succes­so già a breve scadenza nella lotta per strappare alla De­mocrazia cristiana la dire­zione del governo nazionale. Si trattavia di combinare continuità e rinnovamento (un binomio che i dirigenti della Spd non hanno temuto di evocare) nelle impostazio­ni del partito, e anche di far sfociare una vivace dialetti­ca interna in una visibile e sostanziale unità. Il fatto che in ciò si sia largamente riu­sciti, significa che il Congres­so ha garantito alla Spd alcu­ne delle condizioni per af­frontare nel modo migliore la prossima, delicatissima prova elettorale, e ha nello stesso tempo rafforzato le basi per perseguire comun­que una prospettiva di gover­no ancorata a un serio pro­getto di cambiamento.

SI PUÒ BEN comprende­re quale interesse que­sta prospettiva pre­

senti per tutte le forze della sinistra europea e quale sti­molo venga per esse dalle in­dicazioni di Norimberga. Co­me da tempo veniamo dicen­do, i problemi che a tali forze si pongono sono diventati in larga misura comuni ed è fortemente cresciuta l'inter­dipendenza tra le battaglie e le politiche che si conducono nei singoli paesi dell'Europa occidentale. Comune è l'esi­genza di rinnovare profonda­mente il bagaglio ideale e culturale, le piattaforme so­dali e programmatiche dei partiti della sinistra e dell'in­tero movimento dei lavora­tori, in modo da non liquidar­ne ma da adeguarne e raffor­zarne l'identità riformatrice, la peculiare funzione storica in seno alle società sviluppa­te dell'Occidente e sul piano

internazionale, di fronte a un'offensiva conservatrice che è riuscita a segnare tanti punti al suo attivo tra la me­tà degli anni 70 e l'inizio de­gli anni 80. E nel raccogliere 3uesta esigenza forze diverse

ella sinistra europea si sono venute via via collocando su linee di ricerca e impostazio­ni convergenti, come pure da tempo stiamo sottolineando, anche se sarebbe ingenuo e non rispondente al vero so­stenere che tutte le risposte coincidano, che manchino differenziazioni e contrasti anche al di là di ciò che ri­specchia le specificità delle situazioni nazionali.

Il Congresso di Norimber­ga ha dato un vigoroso e so­stanzioso contributo allo svi­luppo di una ricerca, di un orientamento, di un impegno, che possano sempre di più veder convergere le princi­pali componenti della sini­stra europea. Lo diciamo in particolare come comunisti italiani. Sul modo in cui ab­biamo inteso e sollecitato questo incontro, questo pro­cesso di «ricomposizione» del movimento operaio dell'Eu­ropa occidentale, si è da par­te nostra argomentato mol­to, ancora in occasione del Congresso di Firenze. Ma in certi commenti si torna sem­pre punto e daccapo; ci sa­remmo accodati alla social­democrazia — tedesca e no — scoprendo verità da tem­po rivelate ma senza volerne trarre tutte le conseguenze, ovvero risulteremmo in ri­tardo rispetto alla capacità di rinnovamento program­matico e politico che la Spd ha mostrato a Norimberga e chejsecondo qualcuno (maga­ri gli stessi che ieri avevano denunciato nel nostro dialogo con la socialdemocrazia un fatale spostamento a destra) ci ha «spiazzato» da sinistra. Ebbene, di fronte a tante su­perficialità e a tanti stru-mentalismi, ci sia consentito di dire che seguendo il Con­gresso della Spd ci siamo tro­vati come non mai a nostro agio.

TUTTE LE tematiche poste al centro di quell'assise — l'euro-

Ceismo come dimensione ob-ligata e qualificante della

battaglia di una grande forza di sinistra, l'impegno per la pace e una nuova concezione della sicurezza, una chiara assunzione di responsabilità sul piano dei rapporti con l'Est europeo e sul nodo cru­ciale delle relazioni Nord-Sud, la nuova caratterizza­zione della questione sociale in termini di occupazione e di giustizia, l'idea di un'innova­zione socialmente guidata, l'esaltazione del problema dell'ambiente e la revisione della vecchia filosofìa dello sviluppo, la collocazione tra le grandi discriminanti e priorità della questione fem­minile —, tutte queste tema­tiche ci sono risultate fami­liari e congeniali, avendo da anni formato oggetto nelle nostre file di un'elaborazione rinnovatrice che è andata avanti autonomamente e di pari passo con quella di im­portanti forze socialiste e so­cialdemocratiche. Abbia o no voluto Claudio Martelli con la battuta sui comunisti «me­teci» essere sprezzante, ma­gari per nascondere un suo imbarazzo, è un fatto che noi comunisti italiani non ci sen­tiamo stranieri là dove si di­scute, come si discute a No­rimberga, su basi così simili a quelle su cui si è discusso a Firenze, e che nessuno può porre in questione la nostra dignità di portatori di una grande esperienza originale e pretendere di limitare il no­stro ruolo nella sinistra euro­pea e nel concerto intema­zionale.

Il quadro politico e sociale italiano presenta poi, come è ovvio, le sue specificità, co­me le presenta quello tede­s c o — o quello inglese, o quello francese — per diver­sità di vicende storiche e di sviluppi recenti, di strutture economiche e di sistemi poli-tico-istituzionalL La Spd ha dovuto fare i conti con la con­clusione negativa della sua esperienza di governo e con l'intervento sulla scena di un nuovo partito, quello dei «Verdi», a cui vuole contende­re i consensi di una parte dell'elettorato giovanile e di

(Segue in ultima)

Sono 79 i corpi ritrovati, ma più di 300 i dispersi

Una bara in fondo al mare Quattrocento morti nel disastro della nave da crociera sovietica

L'informazione, questa volta tempestiva, fornita a Mosca nel corso di un incontro con la stampa - Il piroscafo, speronato da un mercantile, è affondato in pochissimi minuti, mentre i passeggeri dormivano nelle loro cabine

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MOSCA — Un'immagine della «Admirat Nakhimov» in navigazione

Dal nostro corrispondente MOSCA — Sono ufficial­mente 79 i morti e 319 i dì-spersi in seguito alla collisio­ne tra la motonave «Admiral Nakhimov» e la nave mer­cantile «Piotr Vasiev», en­trambe sovietiche, avvenuta attorno alla mezzanotte del 31 agosto. Ma le speranze di trovare vivi altri naufraghi erano, ieri pomeriggio, assai tenui, per non dire ormai ri­dotte a zero. L'ultimo nau­frago è stato infatti tratto in salvo lunedi pomeriggio ed è ben difficile che altre perso­ne abbiano potuto resistere per 48 ore e più in balia delle onde, sebbene la temperatu­

ra dell'acqua fosse tra 120 e i 22 gradì centigradi. Il bilan­cio effettivo della tragedia sarà quindi purtroppo, assai vicino, se non coincidente, con la spaventosa cifra dì 398 morti. L'informazione, que­sta volta tempestiva e. preci­sa, è stata data ieri pomerig­gio, nel corso di un incontro con i giornalisti, dal vlceml-nistro della Flotta maritti­ma sovietica, Leonid Neeiak.

È stato lui a fornire tutti i dettagli della tragedia finora disponibili alle autorità In-

Giulietto Chiesa

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Lo sciopero della fame anche alle «Nuove» di Torino

«Vogliamo la riforma» Si allarga la protesta nelle carceri italiane

Analoga agitazione in istituti di pena della Toscana e della Sicilia - Dentro San Vittore a colloquio con i reclusi

•A leggere i giornali sembra che la nostra sola richiesta sia l'amnistìa, pochi giorni senza mangiare in cambio del regalo, la can­cellazione della pena. In realtà l'amnistia è l'ultimo dei nostri problemi. Lo sappiamo bene che è solo un palliativo, ciò che voglia­mo è la riforma». Parlano i detenuti di San Vittore che ieri si sono incontrati nel carcere milanese con ì parlamentari del Pei. Con loro c'era il cronista dell'Unità. Riforma, dunque, che significa nuovo codice di procedura pe­nale, lavoro, formazione professionale, con­

dizioni sanitarie. Per queste ragioni è nata una protesta pacìfica e civile che sì sta aliar» gando a macchia d'olio. Lo sciopero della fa­me ha già coinvolto 23 istituti di pena. Ieri hanno iniziato a rifiutare il cibo oltre mille dei 1300 reclusi delle carceri «Nuove» di Tori­no. Analoghe iniziative sono state prese dal detenuti di Marassi a Genova, di Sollicciano e Arezzo in Toscana, di Caltagirone e Siracu­sa in Sicilia.

GIOVANNI LACCABÒ A PAG. 3 MILANO — L'interno di una celta a S. Vittore

Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe fissare le linee della Finanziaria

• • * Una tassa regionale sulla sanità? Cgil: le ipotesi di Goria un'insidia pericolosa

Plurìergastolano

Il Consiglio dei ministri si riunisce stamane per fissare le linee della legge finanziaria. Ieri si sono riuniti i ministri economici che hanno sottoscritto un'intesa generica su! documento economico. Si è tornato a parlare di tagli alla sanità mediante un'imposta «regionale* e anche di un ripristino della Tasco. Di Finanziaria ieri hanno parlato nel corso di una conferenza stampa anche Antonio Pizzinato e Ottaviano Del Turco. I due

dirigenti della Cgil consi­derano le ipotesi di Goria «una pericolosa insidia» sulla strada dei rinnovi contrattuali. «Un rincaro generalizzato — sonò pa­role di Del Turco — dei servizi pubblici e dei ticket determinerebbe un'altera­zione dei parametri utiliz­zati per preparare le piat­taforme*. La Cgil, inoltre, chiede che vengano fatti investimenti al Sud e su questo punto sfida la Con-/industria, ma soprattutto chiede che il rinnovo dei contratti avvenga «subito,

I IIAX 11 Piromalli diventa radicale

ROMA — Il capo di una delle cosche più potenti della •ndrangheta* calabrese ed il killer di Francis Turatello si sono iscritti al partito radi­cale. Si tratta rispettivamen­te di Giuseppe Piromalli, 64 anni, condannato a 5 erga­stoli per una lunga serie di omicidi, e di Vincenzo An-draous, 30 anni, anch'egli er­gastolano: il primo — riferi­sce l'Ansa — si è iscritto il 29 luglio scorso, il secondo 119 agosto. Ma la notizia si è ap-

Kesa solo ieri. A rompere mbarazzato silenzio dei di­

rigenti del partito ha provve­duto infatti Marco Pannella, con una lettera inviata al se-

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LàCee blocca le carni italiane

BRUXELLES - Non *i po­tranno più vendere le carni italiane nei mercati europei. n provvedimento riguarda le carni bovine, suine, ovine, caprine, a meno che non sia­no siate «trattate* o disossate (1 prosciutti italiani, perciò, potranno ancora trovarsi nei negozi europei). Escluse dal divieto le carni equine. È questa la misura decisa ieri dal «Comitato veterinario* della Cee, dopo il diffondersi, In alcune regioni italiane, deir«afta epizootica*, un'in­fezione che colpisce le zampe degli animali, n provvedi­mento è stato adottato a •tempo indeterminato*.

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entro l'autunno*. La pros­sima settimana ci sari» co­munque un incontro delle tre segreterie confederali per rilanciare su tutti 1 te­mi l'iniziativa politica e so­ciale. Ieri infine sono ve­nute cattive notizie anche dal fronte dell'inflazione. I dati finali di agosto dicono che la discesa si è bloccata e a poco serve l'ottimismo del ministro Goria che ostenta sicurezza sulla or­mai progressiva riduzione dei prezzi. H tasso del mese scorso si è attestato sai S£ per cento, con una crescita dello 0,2 rispetto a luglio. -

A PAG. 2

Nell'interno

Anche Gheddafi ad Harare al vertice dei non allineati

Con un giorno di ritardo rispetto all'apertura, nella notte tra lunedì e martedì il colonnello Gheddafi è giunto ad Harare

rr partecipare ai lavori dell'ottavo vertice dei non allineati. la prima volta che il colonnello lascia la Libia dopo il

bombardamento americano di aprile. L'obiettivo è chiaro: ottenere la solidarietà di un vertice che rappresenta i due terzi dell'umanità. A PAG. 3

Milano, diventa mamma una donna senza ovaie

Una donna senza ovale, condannata quindi alla sterilità, è diventata mamma di un bel bambino, Carmine, che ora ha cinque giorni, pesa tre chili e mezzo e gode ottima salute. La notizia dell'evento eccezionale è stata diffusa solo ieri. La donna è stata assistita dal dottor Leonardo Formigli, gineco­logo milanese che fu tra i pionieri della fecondazione in pro­vetta. A PAG. 6

Palermo, fiaccole e concerto per ricordare Dalla Chiesa

Una fiaccolata ed un «concerto contro il silenzio* di ottanta musicisti: così Palermo ricorda oggi nel quarto anniversario dell'eccidio il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emmanuel» Setti Carraro e l'agente Domenico Russo, uccisi dalla mafia. Centinaia I messaggi di adesione e di solidarietà, tra essi quello di Nilde Jotti. A PAG. •

Calcio, i calendari di A e B Una «X» al posto del Palermo

H centro elettronico del Coni ha elaborato ieri i calendari della stagione 1968-87 della serie A e della serie B. in quello del torneo cadetto figura al posto del Palermo una «X*, in quanto alla società siciliana la Lega ha concesso, per regola-rizzare la sua posizione (lamenta un deficit di 20 miliardi), una deroga fino al 9 settembre. NEU.O SPORT

Dibattito alla Festa dell'Unità

«Sul nucleare si vada al

referendum», dice Zangheri

Più aspra la polemica tra De e Psi Critiche di Granelli - Interventi sindacali

Sempre più vivaci le polemiche sul nucleare dopo le dichiara­zioni di Martelli. Particolarmente aspro lo scontro tra De e Psi, ma tutto 11 pentapartito è attraversato dalle divisioni che si vanno riproponendo sul nodo delle centrali nucleari. Lo stesso Martelli torna alla carica in un'intervista che replica all'articolo scritto da Galloni sul «Popolo*. Il vicesegretario socialista mette in guardia il governo dal porsi contro l'opi­nione della maggioranza degli Italiani. Assai dure le dichia­razioni di Luigi Granelli, ministro della Ricerca scientifica. Parla di sortite estemporanee che minano la solidarietà di governo e ipotizza un gioco delle parti tra Martelli e Craxi, il primo teso a conquistare voti e il secondo ad accreditare il Psi come forza di governo. Frattanto si segnalano prese di posi­zione anche in campo sindacale. In particolare si sono pro­nunciati ieri i massimi esponenti della Cgil. Pizzinato sottoli­nea l'esigenza di una legge per lo svolgimento del referen­dum consultivo. Del Turco dubita che si possano fare centra­li nucleari quando cresce l'opposizione. Alla Pesta dell'Unità a Milano il compagno Gavino Angius ha rilevato che riguar­do al nucleare occorre un serio ripensamento, che si sta svi­luppando in seno al Pei. A PAO. 2

MILANO — Certo, il Psi è il nostro naturale alleato, però è lo stesso partito che pianta in asso le giunte di sinistra rr andare con la De. Martel-

antinucleare? Mi rallegro per una posizione così avan­zata e coraggiosa, ma perché non viene portata in sede di governo? Una prospettiva ri­formista in Italia? Noi co­munisti ci crediamo: è il Psi semmai che mostra di non crederci; l'errore del nostro partito sta nel non sapersi mobilitare adeguatamente con più fiducia. Ora con la discussione sulla-legge fi­nanziaria presenteremo* le nostre alternative, costruire­mo una offensiva nel Parla­mento e nel Paese, non sta­remo a guardare le liti nel pentapartito. Sono solo alcu­ne battute del lunghissimo «faccia a faccia*, ieri sera alla Festa dell'Unità. «Imputato*: Renato Zangheri, capogrup­po comunista alla Camera; •inquisitori*: un pimpante Giampaolo Pansa e un intro­verso Piero Ostellino.

Bla vediamo di compilare un rapido verbale di questo lunghissimo «processo*, ag­giungendo che il pubblico era numeroso e attento. Una ulteriore dimostrazione che la «politica* piace ancora.

— Martelli vi scavalca a si* nistra sul nucleare? •Mi auguro che la sua tesi

venga approvata dal con­gresso del Psi e venga porta­ta in sede di governo. Una decisione deve essere presa a ragion veduta, dopo quella conferenza energetica che noi abbiamo proposto. Io, personalmente, sono contro le centrali nucleari perché le considero pericolose e per­ché le spese per la sicurezza le rendono antieconomiche. La Direzione del Pei, come è noto, ha deciso di riesamina­rti la scelta assunta al con­gresso e di promuovere un referendum consultivo».

— Pariate di programma. Siete per tassare i Bot? «Siamo favorevoli alla tas­

sazione delle rendite finan­ziarie. Siamo per un riequili­brio tra entrate correnti e spese correnti. Proporremo un piano per lo sviluppo e l'occupazione. Cercheremo di dimostrare, non solo a pa­role, che è possibile una al­ternativa puntuale a quella delineata da Goria».

— Siete favorevoli ad una riforma del fisco come quella Tarata da Reagan? •Anche su questo punto

abbiamo presentato in Par­lamento una nostra propo­sta. Esistono in Italia un centinaio di imposte e di tas­se. Ce il tema dell'evasione fiscale molto più forte che in Usa. Vogliamo una imposta patrimoniale a bassissima aliquota che, anche attraver­so l'eventuale abolizione delTHor, preservi I patrimoni più modesti*.

— Non C* forse in Italia troppa partitocrazia, trop­pe lottizzazioni? «Noi siamo per un passo

indietro dei partiti rispetto allo Stato e un passo avanti verso la società. La funzione dei partiti non è quella di ge­stire lo Stato*.

— Ma chi valete come al­leati? Chi sono i vostri na­turali alleati? «Sono, naturalmente, i so­

cialisti. Sono però gli stessi che hanno piantato In asso le giunte di sinistra per andare con la De. È 11 Psi che non crede in una prospettiva ri­formista. Noi l'abbiamo pro­posta in Italia e in Europa.

Bruno Ugofini

Qualche domanda anche per Martelli

di FABIO MUSSI

Dì ritorno dal congresso della Spd, Claudio Martelli ha annunciato che il Psi si va orientando per 11 no al nucleare (virando così di 180 gradi rispetto alla pre­cedente posizione). Ne so-no seguite vaste polemi­che.

Avrei un paio di motivi di soddisfazione. Il primo, personale, è per quel «no* che condivido. Jl secondo, di tutti noi comunisti, per l'ulteriore riprova che l'at­tuale maggioranza e il go­verno appena costituito si reggono coi fili, e che, ogni volta che uno del partiti contraenti azzarda una po­sizione su un tema qual­siasi, i partners gli si rivol­tano contro. Stavolta Mar­telli registra il consenso del Psdi, ma il dissenso di De Pri, Pli. E sta andando più o meno in questa ma­niera per la Finanziaria e per l'amnistia, per il refe­rendum sulla giustizia e per la scuola; e per tutto il resto. Jl motivo conduttore della ripresa politica è or­mai dettato: un governo inabilitato a fare alcunché, e un gruppo di partiti che giocano d'astuzia per vol­gere ciascuno a suo favore il «patto della staffetta» per presentarsi in posizione di vantaggio alla - fatidica scadenza di mano. Che, dall'opposizione, faremo naturalmente di tutto per anticipare, e riempire così di governo e di politica questa lunga vacatio pro­grammata per il nostro paese.

Motivi di soddisfazione per la dichiarazione di Martelli, dunque. Però. Ce un «pero» grande come una casa. Intanto ci sarebbe da obiettare qualcosa a pro­posito della democrazia nei partiti. Il nostro gran discutere, e soffrire, sulle posizioni politiche, e gli emendamenti, e l congres­si di base, e i voti e i docu­menti, non è roba per per­dere tempo. L'ultima usci­ta pubblica del Psi fu 11 do­cumento con cui la direzio­ne socialista, dopo Cher-nobyl, confermò (con qual­che blanda attenuazione) l'opzione nucleare. Ora Martelli la ribalta, senza bisogno di verifiche. Come è stato deciso? Ci sarebbe anche da sollevare il so­spetto, poi, per dirla bru­talmente e fuori dei denti, che Martelli persegua la ri­cerca del consenso sulle

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l'Unità OGGI MERCOLEDÌ

3 SETTEMBRE 1986

Oggi la Finanziaria al Consiglio dei ministri

Manovra economica un'intesa generica

L'accordo è solo sulle previsioni per il 1987 - Sino alla fine polemica dei socialdemocrati­ci - Un'imposta regionale sulla salute proposta da Goria - Novità per la previdenza Giovanni Goria Bruno Visentin!

ROMA — Rispunta la Tasco e si parla di nuove itasse re­gionali* per la sanità. Il go­verno che aveva preso Impe­gno di non premere l'accele­ratore sulla pressione fiscale nell'87 si appresterebbe a mettere mano a due sistemi per raccogliere ugualmente più denaro dalle tasche del cittadini.

Goria, attraverso 11 suo portavoce, ha fatto sapere che si sta riesumando pro­prio la tassa locale, che l'al-tr'anno è naufragata con po­co onore In Parlamento, sot­to la pressione delle opposi­zioni e dei franchi tiratori. Il ministro del Tesoro dice che c'è un accordo di massima tra tutti. I «tutti» sarebbero 1 rappresentanti delle autono­mie locali che ieri mattina si sono incontrati con 11 mini­stro e che avrebbero concor­dato con lui di imporre la nuova tassa. Forte di questo appoggio Goria si appreste­rebbe a mettere l'imposta tra le cose da inserire nella ma­novra economica per 1*87 che 11 governo sta varando pro­prio in queste ore. Stamatti­na c'è un altro consiglio dei ministri per l'approva2ione del documento di program­mazione economica e finan­ziarla; ieri sera c'è stato l'en­nesimo vertice di prepara­zione.

Entrati alle 6,30 i ministri sono usciti pochi minuti pri­ma delle 9 dicendo di aver

trovato un'intesa di massi­ma sui «grandi numeri» e sul «provvedimenti paralleli» che accompagneranno la Fi­nanziarla. È stato superato, quindi, l'ultimo debole sco­glio che all'Interno del pen­tapartito era stato opposto dal ministro del Bilancio Ro­mita contro la gabbia delle cifre della Finanziarla. Ro­mita aveva salito le scale di Palazzo Chigi polemizzando ancora con Goria e rilan­ciando la necessità di previ­sioni più alte per il prodotto interno lordo '87. Un paio di ore dopo aveva praticamente rinunciato a questa imposta­zione critica e si era allinea­to. Il ministro del Bilancio è uscito dicendo che è stata trovata un'intesa e che si è convenuto di «rimodulare» gli investimenti. Che cosa questo significhi nel concre­to è difficile dire. Secondo in­discrezioni 11 discorso sugli investimenti viene in qual­che modo rinviato e l'accen­to è, invece, posto sulle capa­cità di spesa in conto capita­le e quindi sul residui passi­vi.

Il documento di program­mazione economica e finan­ziaria contenente i grandi obiettivi della Finanziaria '87 (disavanzo a centomila miliardi, inflazione al 4%, FU al 3%, gettito tributario in linea con l'86) sarà accom­pagnato da alcuni «indirizzi di intervento». Nel vertice di

ieri sera si è parlato soprat­tutto di tre grandi capitoli: sanità, previdenza e fiscaliz­zazione degli oneri sociali.

Per la sanità la novità è che verrebbe concessa alle Regioni una sorta di autono­mia anche nella gestione del­le entrate. De Michells ha detto che nell'87 le Regioni «potranno adottare provve­dimenti a carico del cittadi­ni». Per spiegarsi si è servito di un esemplo poco rassicu­rante: se una Regione, ad esemplo 11 Lazio, nella ge­stione del proprio bilancio, spende settecento miliardi più di ciò che poteva, 1 sette­cento miliardi dovrà pescarli dalle tasche della gente. Ti­cket regionali, quindi? De Michells esclude categorica­mente. • Per la previdenza la novità è che 11 governo dopo mesi e mesi di laceranti divisioni, presenterà un suo progetto di riforma. Fiscalizzazione degli oneri sociali: anche a questo proposito 11 governo sta preparando qualche in­tervento «per renderli più se­lettivi» come ha detto Zano-ne.

Anche la Tasco dunque torna alla ribalta proprio nel momento in cui si sta strin­gendo sulla manovra econo­mica. All'incontro di ieri mattina con Goria hanno partecipato 11 sottosegreta­rio Fracanzani, 1 presidenti delle Associazioni dei Comu­ni e delle Province, Triglia e

ROMA — Il Cip, Comitato in­terministeriale prezzi, è sotto inchiesta. Avrebbe -omesso di *. adeguare le pereeatuali'tìi gua­dagno-dovute ai rivenditori in -seguito agli aumenti di prezzo ~ della benzina e degli altri car­buranti verificatisi negli ultimi anni L'indagine, avviata dàlia Procura di Roma sulla base del­la denuncia presentata dal se­gretario della Confpetroli-Con-fesercenti Paolo Piva, è con­dotta'dal sostituto procuratore Orazio Savia, il magistrato che indaga sui reati economici e fi­nanziari.

Nell'esposto che ha dato il via agli accertamenti si sostiene tra 1 altro che l'inadempienza del Comitato interministeriale prezzi avrebbe provocato forti danni economici ai rivenditori

Sottratti guadagni ai gestori delle pompe? w *»Vv-_x* . ' • . • • ; : - « r~ '

'Prezzo della benzina La Procura di Roma

apre un'inchiesta di benzina e indebiti guadagni delle compagnie ' petrolifere, che avrebbero anche la percen­tuale di aumento del costo del prodotto che invece sarebbe dovuta andare ai primi. L'ipo­tesi di reato in base alla quale la Procura procede è quella di

omissione d'atti d'ufficio. Non è escluso, tuttavia, che della vi­cenda possa interessarsi anche la commissione parlamentare inquirente.

L'origine del contrasto risale aU'82, quando il Cip decise che le percentuali concesse dalle compagnie petrolifere ai riven-

Ravà, della Ctspel, Sarti, del­le Comunità montane, Mar-tlnengo. Per dire la verità, nel comunicato finale non c'è riferimento esplicito alla Tasco. Anzi, 11 rappresentan­te dell'Anci avrebbe detto esplicitamente che se l'Impo­sta comunale fosse ripresen­tata calcando a copia carbo­ne quella dell'anno passato, andrebbe incontro ad una bocciatura bis. Diverso il di­scorso se una tassa simile al­la Tasco fosse accompagna­ta da provvedimenti aggiun­tivi che dessero autonomia lmposltlva a Comuni, Pro­vince e Regioni. Per dare una dimostrazione di buona volontà — hanno detto i rap­presentanti locali — il gover­no potrebbe già da quest'an­no, far partecipare le auto­nomie locali al gettito dell'I-lor e deU'Irpeg.

Nel comunicato ufficiale 1 rappresentanti degli Enti lo­cali hanno espresso la neces­sità che contemporanea­mente alla legge finanziaria sia varata la riforma della fi­nanza locale attualmente all'esame del Senato. Il pre­sidente della Cispe], Arman­do Sarti, ha detto che «sareb­be grave per le autonomie se la legge finanziaria non fos­se approvata contestual­mente alle norme per il con­trollo nella gestione dei flus­si di spesa per il pieno eserci­zio dei poteri impeditivi».

Daniele Martini

ditori fossero decise tramite ac­cordi «intemi» tra le parti in causa. Io seguitò a una lunga sèrie di aumenti dei prezzi dei prodotti petroliferi, la contrat­tazione della percentuale di au­mento da attribuire ai rivendi­tori diventò però sempre più complessa e difficoltosa. I ben­zinai iniziarono a lamentare inadempienze delle compagnie petrolifere, finché due anni do­po, nell'84, i giudici del Tar an­nullarono la delibera del Cip, attribuendogli il dovere di as­solvere anche il compito di sta­bilire le variazioni delle percen­tuali di guadagno dei rivendito­ri in rapporto agU aumenti dei prezzi petroliferi. fDi qui la de­cisione della Confesercenti di denunciare la vicenda alla ma­gistratura.

Inflazione: ad agosto

cresce 0,2% ROMA — Prezzi: piccolo, contenuto, ma ad agosto l'Incre­mento c*è stato. L'Istat l'ha quantificato nello zero e due per cento. Non s'è ripetuta, insomma, la «crescita zero» registrata a luglio. Un aumento contenuto, che ha lasciato però inalte­rato il «tasso tendenziale annuo» d'Inflazione. Fermo — come 11 mese scorso — al cinque e nove per cento. Tradotto vuol dire che l prezzi dell'agosto '86 sono cresciuti del cinque e nove per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. E la stessa percentuale si ha anche se si paragona luglio '86 con luglio'85. -

C'è una sostanziale «stasi», dunque, sul fronte dei prezzi. Ma c'è da ricordare che 1 conti veri si fanno a settembre, alla ripresa autunnale. E proprio questo 11 mese caratterizzato «da una più accentuata dinamica del prezzi», per usare le parole degli economisti. Sempre è avvenuto — e non bisogna andare tanto lontano: ci sono i dati dell'anno scorso a dimo­strarlo — che appena terminata la pausa estiva 1 listini subi­scono delle impennate. Fu proprio il dato di settembre, l'an­no scorso, a far saltare tutti 1 progetti e le speranze per una rapida discesa dell'Inflazione. -

Per ora, comunque, s'è già detto, l'aumento è piuttosto modesto. Ma anche 11 dato di agosto va letto con molta atten­zione. Dentro quel più zero e due per cento di media mensile, ci sono più «voci», che mostrano risultati differenti. Cosi per esemplo, i prezzi del prodotti alimentari nel mese appena finito hanno fatto registrare addirittura una diminuzione: meno zero e uno per cento. Dovuta quasi esclusivamente al calo dei generi ortofrutticoli. Cresce di pochissimo anche la «voce» elettricità e combustibili: più zero e tre per cento, di cui è «responsabile» quasi esclusivamente l'olio combustibile da riscaldamento. Gli altri prodotti hanno subito variazioni im­percettibili. Si fa sentire ancora, insomma, «'«effetto petro­lio». Tanto che su base annua — estendendo cioè i dati dei primi otto mesi dell'86 per tutto l'anno — si ha una diminu­zione del sei e tre per cento dlquesti prodotti. E sono proprio 1 derivati del petrolio che hanno dato 11 «contributo» maggio­re all'attenuazione del tasso d'inflazione. Una «tendenza» che {«are, almeno per il momento, si stia attenuando. Tant'è che 'ultima rilevazione sulle medie europee del prodotti petroli­

feri — rilevazione che serve per adeguare il prezzo delia beo-, 'ztna-i-hit-fatto registrare una crescita di quasi dieci lire; Se

Sùést'incremento si trasformerà in un aumentò a UBO lire al tro def prezzo della «super» lo stabilirà starnaseli Consigliò

;del ministri: tutto fa pensare' però che la bénalria resterà invariata, visto che durante tutta questa estate la diminuzio­ne del prezzo del carburante nei «listini» europei è stato igno­rata a tutto vantaggio del fisco.

Tornando ai dati di agosto, c'è da dire che molte altre «voci» destano preoccupazione. Prima tra tutte quella del-Pabblgllamento: i prezzi delle scarpe, dei vestiti etc. su base annua hanno fatto registrare un'impennata dell'otto e mezzo per cento. Molto al di sopra del tasso d'inflazione. Ancora, crescono — e di parecchio: sette per cento, sempre su base annua — le spese per «beni e servizi vari» (In questo paragrafo ci sono anche le spese per 11 cinema, 11 teatro e cosi via). Senza contare che ad agosto non c'è stato l'aumento dell'equo cano­ne. Bisognerà, insomma, aspettare la fine di settembre per sapere se l'inflazione, in Italia, scende allo stesso ritmo del nostri concorrenti europei.

S.b.

Conferenza stampa di Pizzinato e Del Turco sulla ripresa deiriniziativa sindacale

«Contratti subito, entro l'autunno» Con Lucchini confronto sui 38mila miliardi per 0 Sud La discussione nella segreteria della Cgil - Sollecitato un confronto con il governo sulla Finanziaria '87 - «Altro che tagli, ser?ono vere riforme per il fisco, la previdenza e la sanità» - A fine anno un'assemblea nazionale dei delegati sul programma ROMA — «In Cina se c'è qualcosa da concludere, si lavora anche 24 ore su 24, giorno e notte-.». Antonio Pizzinato aggiunge quest'al­tra esperienza al suo pra­gmatico richiamo a «stringe­re subito». Su cosa? Sul rin­novo del contratti, su una politica attiva del lavoro, su una legge finanziarla che apra la strada a riforme vere. «Si può, si deve», sottolinea 11 segretario generale incon­trando 1 giornalisti assieme ad Ottaviano Del Turco, al termine della prima segrete­ria Cgil di questa ripresa sin­dacale.

Pizzinato e Del Turco sono appena tornati dalla Cina. Forse per questo guardano con un certo distacco alle classfchs polemiche nostra­ne di ferragosto. Lo sciopero generai»»? «Il governo e la

'onfindustrla seno in debito di precise risposte. Le solleci­tiamo, e le forme di lotta sa­ranno commisurate alle loro scelte». Un patto con la Con-flndustrla propedeutico ai rinnovi contrattuali, così co­me propone Benvenuto (an­che se la segreteria UH ha smorzato un po' I toni par­lando di «ricercare punti di contatto ed iniziative le più adatte tra imprenditori e sindacato»)? «Ma un accordo con la Confindustrla — pun­tualizza Pizzinato — il sin­dacato l'ha già fatto a mag­gio. E nella premessa politi­ca c'era un preciso impegno sui rinnovi contrattuali che adesso va rispettato. Sem­mai, è il momento di fare in­tese che siano espressione della volontà di risolvere an­nosi problemi come quello del Mezzogiorno».

E un esemplo che rlchla*

— Il rientro in fabbrica degli operai della Fiat che sogna la ripresa deM'attJvità sindacale

ma immediatamente l'attua­lità politica. Nel Sud ci sono 38mila miliardi da spendere subito, ma il ministro del Te­soro, Goria, è deciso a can­cellarne un bel po', tanto — dice — non si riusciranno a spendere comunque. Per il sindacato. Invece, quelle ri­sorse sono preziose per una ripresa dello sviluppo. DI qui la sfida alla Confindustrla: «Confrontiamoci sulle proce­dure, la formazione profes­sionale, 1 regimi d'orari (an­che con turni che coprano le 24 ore). Ma questa volontà la Confindustrla può dimo­strarla non andando a caccia delle streghe, come con quel decalogo che sembra voler Ingabbiare 1 contratti e ritor­

nare al passato». Ecco, l'attenzione è tutta

per il prossimo, difficile au­tunno. E possibile che cada­no, finalmente, le foglie delle pregiudiziali, del vèti, degli Interessi di bottega, dei dise­gni di rivincita? Per Pizzina­to queste sono foglie gialle, morte. Ce da rinverdire, co­minciando con 1 rinnovi con­trattuali.

•Per la Cgil — dice il segre­tario generale — è Irrinun­ciabile riaffermare II potere del sindacato anche nella contrattazione articolata». E questo, In effetti. 11 nocciolo auro delle trattative svoltesi finora. Invece, «la contratta­zione articolata sull'orario e l'Inquadramento — insiste

Pizzinato — consente di av­viare nuove sperimentazio­ni, tenendo In debito conto l reali processi produttivi in atto». Lo scontro, dunque, è tra chi crede o meno che l'In­novazione possa essere un cardine delle relazioni indu­striali.

Ma ora sulla strada del rinnovi c'è un'altra pericolo­sa insidia: la legge finanzia­rla. Un rincaro generalizzato del servizi pubblici e dei ti­cket (magari con la loro estensione) determinerebbe — rileva Del Turco — un al­teramente del parametri uti­lizzati in sede di elaborazio­ne delle piattaforme contrat­tuali per la difesa del salarlo reale. Cosi come U scio uso

delle forbici sulla fiscalizza» zlone degli oneri sociali a fa­vore delle imprese spinge­rebbe la Confindustrla a sca­ricare il maggior costo sul lavoratori.

Può sembrare un ragiona­mento «di vii bottega», rico­nosce Del Turco, ma inevita­bilmente anche per questa via «il governo favorisce o meno i rinnovi». Senza parla­re del ritardi accumulati dal­la controparte pubblica al tavolo di trattativa per i con­tratti del 3 milioni e mezzo di dipendenti dello Stato, pur scaduti dalla fine del 1964: •Dia 11 buon esempio».

Qua! è, allora, l'alternati­va? Quella delle riforme. Ve­re, però; non, cioè, «a restitu­zione» come le intende Goria. Fisco, sanità, previdenza, cassa integrazione: oggi — Insiste Dei Turco — contri­buiscono a determinare una trama di sperequazione e In-

Slustlzie. E questa la radice ella crisi dei •welfare», dello

Stato sociale, a cui porre ma­no. E certo non con semplici operazioni contabili che la­sciano Immutato U «castello» di Interessi e di privilegi, bensì con scelte «coraggiose».

•Noi le abbiamo compiu­te», avverte Pizzinato ricor­dando U documento unitario consegnato a CraxL Propone un nuovo rapporto tra svi­luppo e risanamento. «Ora vogliamo che 11 governo ri­sponda, nelle sua collegiali­tà». Il sollecito è condiviso anche dalla segreteria Cisl, riunitasi ugualmente Ieri: •Un momento di confronto con 11 capo del governo —af­ferma un documento — co­stituisce un punto di passag­gio significativo».

Cgil, CUI e UH si riuniran­

no la prossima settimana per rilanciare assieme l'Ini­ziativa politica e sociale. Per Pizzinato l'occasione dovrà essere utilizzata anche per avviare un confronto «su una strategia sindacale di più lungo respiro». Intanto, la maggiore confederazione sindacale ha deciso una serie di appuntamenti per definire il proprio contributo: si co­mincia dall'esecutivo (il 9 e U 10 prossimi) e, attraverso una serie di passaggi (U con­siglio generale a fine mese, la celebrazione deU'80* della fondazione il 1* ottobre a Mi­lano), si arriverà a fine anno a una assemblea dei delegati interamente dedicata al pro­gramma della CgiL

Nemmeno uno screzio in questa confederazione? n comune bilancio positivo dell'autoregolamentazione del diritto di sciopero («debo­li noi, con questo risultato?», dice Pizzinato pensando ad altre polemiche, esterne, ben più insidiose) ridimensiona 11 contrasto suscitato da una dichiarazione di Ottaviano Del Turco sulla trasforma-sione del nuovo codice In legge. «Ce una differenza tra noldl tradizione e cultura», precisa 11 segretario agglun-

Non resta che la storia de-

SU stipendi ai funzionari e ingenti della Cgil. .Ma se

l'abbiamo aumentati^.», dice Pizzinato sorridendo. Del Turco, però, tiene duro: «So­no contro | "tetti", sia quan­do 11 mette 11 governo, sta Sjando il propone 11 segreta-

o generale della Cgil». Tut­to qui.

Governo e maggioranza nel fuoco delle polemiche

Nucleare, è scontro tra la De e il Psi E Martelli insiste

Il vicesegretario del Psi replica seccamente a Galloni - Critiche del ministro Granelli - Prese di posizione dei dirigenti Cgil ROMA — Sale ancora di to­no la polemica sulle dichia­razioni «antinucleari» rila­sciate da Claudio Martelli. La polemica investe in pieno Il pentapartito e risulta par­ticolarmente aspra tra socia­listi e democristiani. Si se­gnalano oggi un'Intervista allo stesso Martelli e un in­tervento del ministro Gra­nelli.

Il vicesegretario del Psi re­plica all'articolo di Galloni apparso sul «Popolo». «Se la maggioranza sposasse la tesi di Galloni, Il che almeno per 11 Psi è Impossibile, ridurreb­be drasticamente i consensi al governo ponendosi in con­trasto con l'opinione della maggioranza degli italiani». Martelli osserva che in atte­sa della conferenza energeti­ca nazionale è non solo logi­co ma naturale che 1 partiti riflettano, elaborino delle proposte e le confrontino. «È bene che il nucleare venga discusso tra Psi e Pei, nel sindacato, con i verdi e con 1 radicali. Martelli sottolinea che in linea di principio 1 re­ferendum non si evitano con 1 pasticci ma con cambia­menti effettivi, decisioni le­gislative. Infine giudica «grottesco ridurre tutto a un conticino elettorale».

Ieri Intanto sono state dif­fuse le dichiarazioni del mi­nistro della Ricerca scienti­fica, Luigi Granelli. Sono fortemente polemiche nel confronti di Martelli. «Quan­

do i problemi sono seri — os­serva 11 ministro — servono soluzioni capaci anche di ri­flessioni autocritiche, ma non sortite estemporanee come quelle dell'on. Martelli sul nucleare che oltre a mi­nare, lo si voglia o no, la soli­darietà di governo, potreb­bero trascinare l'Italia verso una condizione preindu­striale del tutto anacronisti­ca».

Secondo 11 ministro demo­cristiano gli stessi socialde­mocratici tedeschi si muovo­no in una logica meno pro­pagandistica e strumentale dell'on. Maitelll. E allude ad un discutibile gioco delle parti che vedrebbe 11 vicese­gretario del Psi vagheggiare soluzioni radlcalegglantl, in cerca di voti a buon mercato, e 11 presidente Craxl richia­mare tutti al senso dello Sta­to e al realismo per accredi­tare il suo partito come forza di governo.

Per parte sua il ministro dell'Industria Zanone sotto­linea che le scelte in materia nucleare possono essere mo­dificate solo dal Parlamento. Per uscire dall'attuale Incer­tezza è necessario che la con­ferenza nazionale sull'ener­gia si svolga al più presto.

In un dibattito alla Festa dell'Unità a Milano, Gavino Angius, della segreteria del Pei, ha detto che riguardo al nucleare occorre un serio ri­pensamento, che alla luce del sole si sta democratica­mente e positivamente svi­

luppando in seno al partito. «Dopo l fatti di Chernobyl — ha precisato Angius — la mia posizione personale è mutata passando dalla parte degli antinucleari». Il dibat­tito sul nucleare si arricchi­sce anche delle prese di posi­zione sindacali. L'argomento è stato affrontato dal massi­mi esponenti della Cgil nel corso della conferenza stam­pa tenuta Ieri sul temi della ripresa sindacale. Antonio Pizzinato, «nuclearista» al congresso, ha posto l'accento sul documento dell'esecuti­vo confederale che insiste sugli elementi della sicurez­za nel rapporto tra sviluppo e ambiente. Pizzinato sotto­linea Inoltre l'esigenza di una legge per lo svolgimento del referendum consultivo, In modo da consentire un di­battito serio e concreto tra 1 lavoratori e tutti 1 cittadini sulle scelte da compiere. Ot­taviano Del Turco, segreta­rio generale aggiunto, ha sdrammatizzato la polemica in corso: «Era difficile fare le centrali nucleari quando c'e­ra una grande maggioranza a favore, mi pare difficile quando questa si assottiglia, se pure esiste ancora».

Da segnalare anche una dichiarazione del segretario confederale Fausto Vigeva­no che si schiera a favore dell'apertura di dibattito provocata da Martelli, invi­tando De e Prl a fare altret­tanto.

Fabio Inwinkl

•"SìÙ De Lorenzo

contro v- Nicolazzi

«La circolare sul condono non è stata

icata» Dalla nostra redazione

RAVENNA — Per la sua prima «uscita» pub­blica come ministro dell'Ambiente, l'onore­vole Francesco De Lorenzo ha scelto Raven­na e la festa nazionale de «l'Unità» su •Demo­crazia e ambiente». Ha colto cosi l'occasione Kr rilanciare la polemica con Nicolazzi sul-

busivlsmo edilìzio, affermando che la sua circolare sul «condono pulito» verrà firmata anche da Crasi, che non ci sono stati cedi­menti; anche se ha puntualizzato che 11 prov­vedimento non vuole modificare la legge sul condono, ma collegarla con quella sul «dan­no ecologico». E nella sede della prefettura della citta bizantina, nel corso dell'incontro con le Istituzioni locali e con i rappresentanti delle diverse forze ravennati, ha aggiunto parlando dell'inquinamento idrico: «E stato difficile far capire che la tutela delle acque è ora di competenza del mio ministero. Nico­lazzi non ci credeva, ma la legge Io dice».

Ma torniamo al dibattito alla festa de «l'U­nità», coordinato dal compagno Raffaello Mlsitl, responsabile della sezione ambiente della Direzione del Pel, al quale hanno parte­cipato anche l'onorevole Milvia Boselu (Pel) e il segretario generale di Italia Nostra, An­tonio Janello. L'onorevole De Lorenzo, libe­rale come 1 suoi predecessori Biondi e Zano­ne, primo ministro di questa Repubblica ad occuparsi del problemi dell'ambiente poten­do contare su effettivi poteri (da meno di due mesi, infatti, è stata approvata in Parlamen­to, con il contributo determinante del Pei, la legge che istituisce U nuovo dicastero e ne stabilisce le ampie competenze: una legge profondamente modificata e migliorata ri­spetto all'originaria proposta presentata dal governo), si e presentato con tono pacato ma con molta grinta, all'insegna del «Tarò» e del «m'Impegno», fissando, in più di un caso, sca­denze precise e ravvicinate. Ha definito la legge istitutiva del suo ministero «la riforma Istituzionale più Importante approvata dal Parlamento negli ultimi 10 anni».

•Stuzzicato» da Mlsitl, che aveva ricordato 1 molti problemi oggi sul tappeto, 1 limiti e le contraddizioni delle politiche ambientali fi­nora portate avanti dal diversi governi. De Lorenzo ha raccolto la sfida, rispondendo al­le questioni poste. Ha detto che per gli scari­chi nell'Adriatico del fanghi di Porto Mar-ghera «non ci saranno altre proroghe» e che entro gennaio scatterà 11 divieto. Ha promes­so, entro 8-12 mesi, la presentazione del pla­no per 11 risanamento delle acque e la tutela delle aree sovrastanti alle falde di acqua po­tabile, una diversa e migliore gestione del depuratori, la revisione in tempi brevi della legge Merli. La compagna Boselll aveva In precedenza criticato la legislazione ambien­tale Italiana («settoriale, disorganica e so­prattutto largamente Inapplicata») e in partl-colar modo la mancanza dì leggi quadro e di una •politica ecologica attiva».

Questa sera, intanto, alla festa sull'am­biente Luciano Lama sarà «interrogato» dal giornalista de «L'Espresso» Gad Lerner sulle proposte del Pel per l'ambiente, l'energia e 1 referendum. . .

Claudio Vistiti

Zamberletti cèntro./ Si

«Pensiamo ai terremoti non

al ponte sullo Stretto»

ERICE — •Prima di destinare fondi al ponte sullo stretto di Messina, pensiamo a mettere a posto 1 quartieri storici delle città, gli edifici fatiscenti, i palazzi pubblici e privati che non resisterebbero a un terremoto. Questa è pre­venzione. Sappiamo che ad essere colpite prossimamente, saranno la Sicilia orientale, la Calabria meridionale e la Garf agnana». La polemica a distanza con 11 ministro Signori­le, grande sostenitore del progetto del ponte, ha caratterizzato l'intervento di Giuseppe Zamberletti, ministro della Protezione civile, ad Erlce, a conclusione del «workshop» di si-sinologia, promosso dall'Istituto nazionale. di geofisica in collaborazione col «Centro Et­tore Majorana». Almeno dieci grandi scien­ziati di tutto il mondo hanno presentato i loro studi sui terremoti, la rete mondiale di rilevamento. In Italia esistono SO stazioni, con il «megaprototipo» dell'Aquila antesi­gnana delle altre 40 che ci vorrebbero. Senso­ri sono sulle falde dei vulcani. A un terremo­to, oggi, la protezione civile può far fronte immediato con la macchina del soccorsi. Ma se la gente dovesse rimanere sepolta sotto le macerie, allora il disastro comporterebbe, ol­tre al danni economici, un tributo di vite umane, che «bisogna fare di tutto per salvare e salvaguardare». Per la prevenzione del ter-. remoti e delle catastrofi in Italia si fa ancora troppo poco, si spende poco, n primo provve­dimento che stanzia 45 miliardi in tre anni, di cui appena 10 per l'anno in corso, è stato approvato solo dalla Camera. «Se anche 11 Senato lo ratificherà rapidamente — ha det­to Zamberletti—può diventare subito esecu­tivo». SI comincerà con la Garf agnana, la più •indiziata» dal rischio sismico, poi dovrebbe toccare alla Calabria e alla Sicilia. «Non c'è molta sensibilità — rileva 11 ministro della Protezione civile — neanche nelle sedi politi­che e parlamentari, 1 cittadini non restaura­no. Non destinano quote del proprio rispar­mio neanche se sono proprietari di palazzi patrizi. Aspetterebbero tutto dallo Stato. non è giusto». Ci sono Smila miliardi per la Calabria, ma la prevenzione è solo citata: quando invece bisognerenne destinarvi al­meno la meta. La strada da perseguire è co­munque* secondo Zamberletti, quella di stanziare fondi per agevolare quanto meno 1 mutui. Lo si è fatto in Abruzzo, per U terre­moto di circa tre anni fa, senza vittima ma con danni enormi: mlllecento miliardi già stanziati, ma ce ne vogliono altri 400. •Spen­dendo per la prevenzione, risparmiamo e creiamo un forte indotto, invece di correre poi ai ripari. I terremoti, finora, ci sono co­stati migliala di miliardi». «Un monito — ha sottolineato il ministro della Protezione civi­le — ci è venuto dal Camerun. Noi slamo stati l primi a mettere a disposizione di quel paese te cognizioni scientifiche. Anche que­sta politica della cooperazlone va sviluppata, (raccordo con 11 ministero degli Esteri, allo scopo di intervenire sempre più precocemen­te e salvare vite umane. Ma occorre rigore urbanistico. Alle falde del vulcani bisogna fermare le case, le ville e perfino i camping».

MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l'Unità OGGI

A Milano il nostro cronista e i parlamentari comunisti a colloquio con i reclusi

Detenuti in attesa di giustizia Dentro il carcere di San Vittore: «Io carcerato vi chiedo...»

Lentamente si allarga a macchia d'olio la protesta nelle carce­ri italiane. Sono oggi 23 gli istituti di pena i cui detenuti hanno iniziato lo sciopero della fame per chiedere la riforma peniten­ziaria, maggiori garanzie igieniche in particolare per tutelarsi contro il contagio da Aids e soprattutto per sollecitare l'amni­stia. Ovunque hanno aderito la maggior parte dei detenuti sen­za che si siano verificati incidenti ne momenti di tensione.

Dopo Como, San Gimignano, Napoli, Milano, che dall'altro ieri ha sospeso lo sciopero, da ieri hanno iniziato a rifiutare il cibo oltre mille dei 1300 reclusi delle carceri «Nuove» di Torino. Anche nel carcere genovese dì Marassi ieri a mezzogiorno ì detenuti hanno rimandato indietro il cibo che gli veniva conse­gnato dal personale addetto alla refezione.

Come già preannunciato hanno iniziato la loro protesta an­che nella casa circondariale fiorentina di Sollicciano. Sempre in Toscana i reclusi del penitenziario di Arezzo da oggi scioperano dopo essersi incontrati con il direttore del carcere al quale han­no illustrato i motivi del digiuno, comuni d'altra parte a quelli del resto della popolazione carceraria che in Italia si aggira intorno alle 42mila unità. Al sovraffollamento dei penitenziari solo con l'amnistia si potrà arrivare ad una diminuzione di 6-7mila unità.

La protesta è arrivata anche in Sicilia dove a Caltagirone (qui i detenuti sono 140 invece dei 70 previsti) e Siracusa i reclusi da ieri rifiutano il cibo. NELLA FOTO: un interno del carcere San Vittore a Milano.

MILANO — Silenziosi, ano­nimi nella casacca rosso-mattone del lavoranti, l cuo­chi trascinano nei corridoi i pentoloni di pastasciutta ap­pena sfornata dalla cucina. Hanno fretta, molta fretta. Ma nonostante il grande af­fanno, 1 maccheroni giunge­ranno freddi e immangiabili ai piani alti. Poco prima del­le 11 di Ieri. Gli addetti alla distribuzione passano da­vanti alla cella dove, da circa un'ora, un folto gruppo di re­clusi del sesto raggio conver­sa con la delegazione del PCI milanese, Pon. Anna Pedraz-zl della commissione Giusti­zia della Camera e Alessan­dro Pollio. Il sesto raggio, circa duecento detenuti co­muni, è la prima tappa del

viaggio a San Vittore dove lunedì pomeriggio, dopo cin­que giorni di digiuno, lo scio­pero della fame era rientra­to. Da Lodi a Milano, da Co­mo a Monza, i reclusi delle carceri lombarde si passano a turno la «staffetta» della protesta, civile e pacifica, che lentamente si sta propa­gando in tutta la Penisola. La Toscana, il Piemonte, l'E­milia, il Lazio, la Liguria. Da Ieri anche in Sicilia. Hanno diramato documenti, i reclu­si, per far conoscere le ragio­ni del malessere. A guardare i giornali, sembra che la

f>rinclpale rivendicazione sia 'amnistia, pochi giorni sen­

za mangiare in cambio del «regalo», la benevola ma im­meritata cancellazione del

«L'amnistia? No, il problema vero

è la riforma» La protesta pacifica ha come scopo quello di modificare le condi­zioni di vita dei reclusi - La disparità di trattamento: «Sono me­si che aspetto, se va avanti così sconto qui tutta la pena»

reato. Ma non è vero. Lo ri­badiranno, con insistenza, i detenuti che la delegazione incontrerà anche nel terzo raggio, nei colloqui con i tos­sicodipendenti del secondo reparto, con gli ex terroristi del primo che — terranno molto a sottolinearlo — al digiuno hanno aderito senza «sitare, per solidarietà.

«Per noi l'amnistia è solo l'ultimo del problemi. Lo sappiamo bene che è solo un palliativo. Ciò che vogliamo e la riforma. Quand'è che ap­provate la legge Gozzini?». A parlare è un recluso del sesto raggio, la schiena appoggia­ta alla parete della cella tap­pezzata di cartoline. Con­danna a quattro anni, rapina a mano armata: «A me l'am­

nistia non la possono dare, ma non è per questo se insi­sto sulla riforma: l'amnistia, se non è accompagnata da altre misure, innanzitutto la riforma dei codici, non ha senso perchè lascia il tempo che trova». È una dichiara­zione che, in un certo senso, desta sorpresa. Nemmeno l'onorevole Pedrazzi, assidua ascoltatrice delle «voci del carcere», si attendeva un in» dice così limpido di maturi­tà. La parlamentare comu­nista spiega all'improvvisa» to, attento uditorio, che la ri­forma carceraria verrà di­scussa in commissione a fiartìre dal prossimo merco-edì, secondo un calendario

stabilito fin dallo scorso lu­glio. Chiede: .Allora, se non è

per l'amnistia, avete prote­stato per sollecitare l'appro­vazione della nuova legge di riforma?». La risposta e un coro di voci che si intreccia­no: «Per le nuove leggi, ma anche per chiedere che ven­gano applicate quelle vec­chie». Disfunzioni, soprat­tutto burocratiche, ingiusti­zie palesi e velate, discrimi­nazioni vere o solo presunte ma sempre vissute con riper­cussioni drammatiche, di­sparità di trattamento tra reclusi condannati per 11 me­desimo reato. «Per voi, che slete fuori, queste cose ma­gari sono bazzecole, ma per noi sono macigni», dicono. Uno degli Interlocutori entra nel dettagli: «A me potrebbe spettare la liberazione con­dizionale. Ho fatto domanda sei mesi fa. A prescindere dal risultato finale, la pratica esige, per essere completata e poter essere vagliata, 1 pa­reri delle carceri in cui sono stato recluso in questi anni. Sono mesi che aspetto 11 giu­dizio di Padova. Se va avanti così, finisce che sconto tutta la pena in carcere».

Al secondo raggio, un'al­tra cella, ancora più affollata della precedente. Dalla fine­stra che si affaccia sul cortile si notano decine di barattoli di bibite e bombolette vuote di gas lanciate dai piani su­periori su una tettoia. È il re­parto dei tossicodipendenti dal quale pochi giorni fa, era uscito un documento allar­mante, la paura del contagio da Aids. Il direttore, Giusep­pe Cangemi, dice che le preoccupazioni sono ingiu­stificate. Stesso giudizio l'al­tro ieri era giunto dalla dire­zione generale. Il 60 per cen­to dei tossicomani del Coc di San Vittore è risultato siero­positivo, ma sono tutti «por­tatori sani», nessun «caso ve­ro» di Aids. Dice il dottor Cangemi: «L'informazione sanitaria è ancora carente, da qui la paura. Stiamo con­tattando la USL per risolvere anche questo ' problema*. L'on. Pedrazzi e Pollio «rilan­ciano» gli interrogativi che motivano la visita: perchè avete digiunato?

Stavolta 1 «motivi» cadono a pioggia: la riforma del car­cere, il nuovo codice di pro­cedura penale, l'allarme Aids, il lavoro, la formazione

professionale. E, ancora una volta, l'amnistia nell'angoli­no di fondo degli interessi. Un ragazzo con il maglloncl-no azzurro, premette di tro­varsi a San Vittore solo di passaggio (è dentro da sette anni), rivolge l'indice ad un compagno: «Faccio un esem­pio: lo e lui siamo stati con­dannati a tre anni. Non è giusto che lui, perchè non ha mezzi, se li faccia tutti quan­ti in carcere mentre lo, solo perchè la mia famiglia ha I soldi per smuovere un avvo­cato, dopo un anno e mezzo esco fuori. Proprio non è giu­sto». Parla con molta convin­zione, lo sguardo fermo. Pro­nunciata da lui, l'afferma­zione commuove, perchè è il segno di un cambiamento interiore profondo. «Lui» in­fatti era un boss, uno che a San Vittore «contava» nell'e­state dell'81, quando il carce­re milanese era teatro di spargimenti di sangue pres­soché quotidiani. Nella sua cella avevano scoperto una manciata di coltelli, all'epo­ca. Anna Pedrazzi spiega che da due legislature 11 PCI chiede la riforma del cosid­detto gratuito patrocinio, proprio per garantire a tutti una difesa adeguata. Dice un recluso, giovane, gli occhi «sballati» dall'eroina: «Qui ci sono venti persone. Ammet­tiamo che tutti vengano am­nistiati. In pochi giorni quasi tutti tornerebbero In carce-, re. È la droga che spinge a fare 1 reati». L'ondata di lotta è sciamata da San Vittore verso altre carceri, ma anche nel carcere milanese l'atten­zione alle imminenti scaden­ze parlamentari rimane ele­vatissima: l'amnistia, la ri­forma Gozzini, la legge sulla dissociazione, la riforma del Corpo degli agenti di custo­dia, i nuovi codici. Enzo Tor­tora ha chiuso il digiuno. Una delegazione radicale ha fatto visita al carcere mila­nese e oggi discute con alcu­ni membri dell'Associazione magistrati. Democrazia Pro­letaria ha incontrato 1 dete­nuti del nuovo carcere di Co» mo. In lotta, con la forma del digiuno (pieno o, in qualche caso, parziale) sono entrati Ieri anche i reclusi di Torino, Genova-Marassi. Caltagiro­ne e Siracusa.

Giovanni Laccato

Al vertice dei non allineati

E adesso ad Harare c'è anche Gheddafi

Il leader libico arrivato nella notte di lunedi - Attesa per il suo intervento HARARE — Il colonnello Gheddafi a colloquio con il presidente iraniano Khamenei (a sinistre)

Dal nostro inviato HARARE — Ad Harare é arrivato anche lui, ti colonnello Gheddafi, nottetempo, col favore delle tenèbre e con un giorno di ritardo rispetto alla sessione di apertura del lavori riservati al capi di Stato e di governo all'ottavo vertice del non allineati. Porta con sé l'eco del violentissimo discorso antiamericano che ha pro­nunciato domenica scorsa a Tripoli, le nubi sempre più minacciose del rimontare della tensione nel Medi­terraneo e l'ennesimo fallimento nel­la sua politica di 'fratellanza araba»: la rottura del trattato di unione col Marocco di Hassan IL

È evidente che se II colonnello si è deciso a lasciare la Libia in un mo­mento così dellca to per lui (dal bom­bardamento americano di Tripoli e Bengasl non è più uscito dal paese, e nonostante tutto è ancora d'attuali­tà chiedersi quanto controlli ancora le redini del potere In patria) è per­ché ritiene importante ottenere la solidarietà dei movimento del non allineati. Gheddafi — lo sappiamo — è Isolato nello stesso mondo arabo: può contare solo sull'appoggio fino ad oggi sicuro della Siria di Assad e dell'Iran di Khomelnl. A livello in­temazionale Invece può vantare qualche carta in più esibendo l'ami­cizia dell'Unione Sovietica. Deve es­ser giunto però alla conclusione che tutto questo non basta, e valga dun­que la pena mettere a repentaglio la propria Incolumità personale (pare

che al suo arrivo abbia chiesto una scorta armata composta da qualcosa come 1.500 uomini, che ovviamente gli è stata negata) pur di ottenere l'appoggio di un vertice che rappre­senta l due terzi dell'umanità.

Ad Harare Gheddafi non lo si è an­cora visto, non ha ancora preso la parola in sede di summit, perciò sul­la sua decisione di presenziare per­sonalmente all'assise si possono solo fare delle supposizioni E la supposi­zione principale è che abbia fatto il seguente calcolo: l documenti di la­voro di questo vertice, le stesse di­chiarazioni ufficiali rilasciate in questi giorni dal capi di Stato e di governo hanno tutti un minimo de­nominatore comune: la condanna detta politica statunitense In Africa Australe per il suo appoggio a Preto­ria, In America centrale per la cro­ciata contro 1 sandlnlstl, a livello di Interscambio economico Internazio­nale per l'imposizione di pratiche di­scriminatorie neollberiste e, certo, anche nel Mediterraneo per il bom­bardamento di Tripoli e Bendasi. Semplicemente il colonnello deve aver pensato che questo è 11 momen­to giusto per cavalcare l'onda e per strappare ad un vertice già così ben disposto appoggio e solidarietà più concreti per lauiamahrtja.

Se questo è vero però è lecito an­che chiedersi quanto questo vertice del non allineati sfa disposto ad an­dare al di là della condanna degli Usa già espressa, quanto intenda sbi­

lanciarsi ben sapendo che andare ol­tre le attuali dichiarazioni significa correre diversi rischi, soprattutto ri­schi di fratture.

Su tutte le questioni e conflitti che riguardano 11 mondo arabo e 11 Me­dio Oriente (per attenerci all'area) i documenti ufficiali articolano un'a­nalisi molto superficiale e si limita­no a denunciare 1 fattori maggior­mente destabilizzanti su cui Incon­trovertibilmente tutti sono d'accor­do: l'aggressività di Israele e appun­to l'aggressività americana nel fatti, vedi 1 bombardamenti Più In là non si è voluti andare altrimenti, come ha proposto proprio Ieri il presidente dell'Iran Ali Khamenei, bisognereb­be denunciare apertamente che del non allineati molti non lo sono affat­to, sono legati alla politica del bloc­chi e dunque bisognerebbe espellerli Questa Iraniana ad Harare è chiara­mente una politica divisoria che mi­ra alla spaccatura del movimento fa­cendo il processo paese per paese alle singole politiche nazionali. Ma 1 non allineati questo non lo vogliono dav­vero. Se sono sopravvissuti per 25 anni è perché hanno sempre puntato sui mìnimi denominatori comuni Come movimento poi (che appunto non è una organizzazione con strut­ture operative) 1 non allineati non possono che costituire un gruppo di pressione allargato che combatte su questioni di principio e sotto questo profilo hanno già abbondantemente condannato gB Stati Uniti, Più In là

non possono andare. E non ci possono andare anche per

un altro motivo. Questo è senza dub­bio Il vertice della lotta all'apartheid, 11 vertice dell'Africa Australe. Ipaesi dell'area hanno espresso tutte le ri­serve possibili sulta politica ameri­cana di 'impegno costruttivo» nei confronti del regime di Botha, ma vogliono con altrettanta evidenza arrivare ad un dialogo con Washin­gton, non ad una rottura. Ipaesi del­la linea del fronte hanno fatto sapere a Reagan tramite Jesse Jackson, che è di recente stato qui, di essere pronti a riceverlo perche venga a rendersi conto di persona del danni provocati dalla politica e dalle aggressioni su­dafricane. Nel bene e nel male gli Stati Uniti rimangono l'unico paese che si è posto come mediatore dei maggiori conflitti regionali in Africa Australe. Lo stesso movimento di li­berazione sudafricano, l'Anc, è di­sposto a parlare e a premere sugli americani Infine il presidente dei non allineati. Robert Mugabe è stato molto attento a dosare i suoi attac­chi contro Washington. La posta in gioco è troppo alta: la sconfitta del­l'apartheid è una nuova era per l'in­tera Africa Australe. Sembra dun­que voler prevalere la via della diplo­mazia.

Gheddafi allora cosa può racco­gliere ad Harare? Solidarietà certo, ma non una partenza — lancia in resta — per una contro-crociata.

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La morte dei tre militari

siri Carso: «Inspiegabile l'incidente»

II ministro visita i feriti - Le ipotesi sul­le cause del ribaltamento del cingolato

Disarmo e debito estero, Fidel rilancia la sua proposta Dal nostro inviato

HARARE — Ancora sessione plena­ria del capi di Stato e di governo al­l'ottavo vertice dei non allineati di Harare che oggi ha visto succedersi sul podio oratori come Fide! Castro, Ali Khamenei, presidente dell'Iran e l'argentino Raul Alfonsin, che han­no poi lasciato il microfono ai loro colleglli dello Zambia e del Perù.

Quello di Fidel è stato il terzo In­tervento della giornata caratterizza­to da un afflato universale, un orgo­glio da padre del movimento total­mente sconosciuto per ragioni stori­che agli altri leader presenti. La ten­denza, già chiara, nei singoli inter­venti che si susseguono è infatti quella di denunciare a mo' di cappel­lo I grandi mali del secolo e delia co­munità internazionale per poi strin­gere e diventare più Incisivi sul con­flitti di casa propria. Così ha fatto Alfonsin, cui premeva di condanna­

re l'occupazione militare inglese del­le Malvine. Così ha fatto Khamenei che «in nome di Allah onnipotente» si è scagliato come un fulmine divino contro l'Iraq, «servo dell'imperiali­smo», colpevole di orrori che «fareb­bero impallidire quelli di Hitler e Gengls Khan* e che ha chiesto al movimento di espellere Baghdad ri­fiutando la mediazione, per la guer­ra in corso ormai da sei anni, propo­sta lunedi scorso da Arafat

Di tutt'altro respiro invece l'anali­si e le proposte di Fidel Castro. «Non c'è pace senza sviluppo, non c'è svi­luppo senza pace*: questo lo slogan da lui stesso proposto che riassume tutta la prima parte del suo inter­vento dedicata alle xoese militari e alle risorse che sottraggono al benes­sere e al progresso dell'umanità, Certo, la corsa agli armamenti ag­grava lo stato di povertà dell'intero Terzo mondo, ma il sottosviluppo ha

ben altre cause e Fidel le ha volute ricordare in tono apertamente pole­mico.

•Non è scritto sul libri di marxi­smo — ha affermato — che siamo stati sfruttati, rapinati per secoli? E il frutto di questa rapina e sfrutta­mento, che continuano tutt'oggi dall'epoca coloniale, sono appunto la nostra povertà, la nostra necessità di chiedere aiuti e crediti ai paesi indu­strializzati, quelli ricchi».

Il debito dei paesi in via di svilup­po (che Fidel ha definito l'«Alds eco­nomico mondiale») nutrito dalla po­litica di quel «gendarme finanziario dell'imperialismo» che è il Fondo monetarlo Internazionale deve esse­re cancellato. Chi ci dà questo dirit­to? Si è poi chiesto, rispondendo con una citazione di José Marti: «Il dirit­to bisogna prenderselo, non sspetta­re che ci venga concesso». Del resto, ha aggiunto, basterebbe il 15% di*

quanto viene speso oggi in menti nel mondo per ribaltare

arma-per ripagare tutti i

debiti dei paesi emergenti. Quanto alla seconda parte del di­

scorso di Castro, dedicata alle prin­cipali tensioni e conflitti su tutti t contesti regionali, mentre era scon­tato l'appoggio espresso al Nicara­gua, ali'oip e ai movimenti di libera­zione di Sudafrica e Namibia, hanno colpito due proposte da lui avanzate nel merito delPAfghanistan e delle prossime Olimpiadi coreane.

Sull'Afghanistan, non dilungan­dosi, ha affermato che è necessaria •una soluzione politica che salva­guardi l'indipendenza e l'integrità del paese*. Quanto alle Olimpiadi, •non è ammissibile che si svolgano e vengano organizzate solo dalla Co­rea del Sud», corrotta e serva dell'im­perialismo: devono svolgersi con la collaborazione di entrambe le Coree, pena 11 boicottaggio internazionale.

m. «.

Dal nostro corrispondente TRIESTE — «L'incidente ha dell'insplegabile». Il mini­stro della Difesa, Spadolini, non ha voluto dire una paro­la di più sulla morte dei tre soldati di leva e sul ferimen­to di altri quattro durante un addestramento sul Carso. Ma qualcosa di più si aspet­tavano i giornalisti e le auto­rità che lo accompagnavano, ieri, nel suo improvviso so­pralluogo sul luogo dell'inci­dente. Spadolini era arrivato in mattinata a Trieste, dove aveva incontrato il sindaco Agnelli. Poi, accompagnato dal capo di Stato maggiore dell'Esercito, generale Poli, è giunto in elicottero al poli­gono «Vedetta Alice» sul Car­so triestino.

La dinamica dell'inciden­te è stata illustrata a Spado­lini per circa mezz'ora dal generale Bacco, comandante della brigata corazzata Gori­zia ed Incaricato dell'inchie­sta militare. In base alla ri­costruzione si è avuta con­ferma che I tre cingolati M-113 prendevano parte ad una esercitazione di difesa ed attacca Dopo aver risali­to il declivio 01 terreno aveva circa il 20 per cento di pen­denza) 1 mezzi hanno Inverti­to la marcia iniziando la di­scesa zigzagando come per evitare un attacco aereo. In testa era il cingolato con a bordo il sottotenente Fabio Santi, 25 anni di Mestre, e sette fanti. Improvvisamen­te a circa tre quarti della di­scesa il mezzo si è bloccato rovesciandosi sulla fiancata destra, compiendo poi un gi­ro di 90 gradi, per ribaltarsi nuovamente e ritornare sui cingoli.

Nell'incidente il sottuffi­ciale ed I fanti Vincenzo Pas­serini di Fresinone e Michele Gallocchio di Padova, en­trambi ventenni, sono rima­sti intrappolati nella torret­

ta, schiacciati sotto il mostro d'acciaio di 12 tonnellate. Gli altri cinque — i due feriti gravi, i due in modo più leg­gero ed il fortunato rimasto illeso — devono la vita al fat­to di esser stati sbalzati dal cassone posteriore In cui si trovavano. I diciannovenni padovani Roberto Sgrinzato e Franco Ruzzarin sono stati visitati poi da Spadolini nel reparto rianimazione del vi­cino ospedale di Cattinara dove sono stati ricoverati per le gravi ferite. Le loro condi­zioni sono leggermente mi­gliorate, ma permane la ri­serva di prognosi. Franco Ruzzarin è stato operato ieri per una lesione polmonare. I due feriti leggeri — Gian-marco Clan di Gorizia e Lo­renzo Borgato di Padova en­trambi diciannovenni — si trovano invece all'ospedale militare di via Fabio Severo a Trieste per essere sottopo­sti a dei controlli. Spadolini ha poi reso omaggio alle sal­me dei tre militari morti: erano ancora su barelle co­perte da teli bianchi, all'obi­torio dell'ospedale Maggiore. Il ministro si è poi incontra­to con i familiari delle vitti­me alla caserma Brunner. Dall'incontro sono stati esclusi i giornalisti.

Nel quadro dell'inchiesta militare — che avviene pa­rallelamente a quella giudi­ziaria condotta dal dottor Coassin — il cingolato M-l 13 rovesciatosi, dopo un primo controllo, sarà sottoposto a perizia tecnica. Circa le cau­se dell'incidente le Ipotesi sembrano limitate a due: il guasto ad un cingolo, oppure una guida troppo veloce del mezza fi fante Gianni Zatta, che si trovava sul M-113 ed è rimasto illesa ha riferito di aver sentito un «colpo», un sussulto nel mezzo un atti­mo prima della micidiale ca­rambola.

Silvano Goruppi

TRIESTE — Un ufficiale illustra al ministro Spadolini la dinami­ca del mortale incidente

«Ora intervenga il Parlamento»

Il Pei: convocare le due commissioni Difesa - Dp: no a nuove esercitazioni

ROMA — U Pei e la Sinistra indipendente hanno chiesto la convocazione immediata delle commissioni Difesa della Ca­mera e del Senato. B, ministro Spadolini ha scritto ai presi­denti delle due commissioni affermando di essere pienamen­te disponibile «per qualunque convocazione della commissio­ne in qualsiasi momento*. Le tragiche vicende di queste setti­mane nelle caserme—con Io stillicidio di morti e incidenti — saranno discusse presta quindi, in Parlamento. E ieri, in una dichiarazione, il presidente dei senatori comunisti Ugo Pec-chioli ha sottolineato che 4 numerosi casi di sulcidia di vio­lenze, di incidenti mortali rivelano uno stato di disagio all'in­terno delle Forze annate che in larga misura deve essere fatto risalire a ritardi e omissioni del governo nel portare avanti un'indispensabile opera di riforma democratica delie istituzioni militari™ Occorre un sollecito intervento del Par­lamento sia per portare a compimento le riforme necessarie sia per sollecitare il governo a fare fronte all'emergenza con adeguate misure*. «E necessario — ha aggiunto — che per affrontare un problema di interesse nazionale come quello dell'organizzazione militare concorrano tutte le forze demo­cratiche*. Al Senato la convocazione è stata chiesta anche dal senatori della Sinistra indipendente Milani e Fiori. Alla Ca­mera la richiesta è stata fatta dal capogruppo del Pei, Zan-gheri, con una lettera alla JottL

Intanto, PAssociazione delle famiglie dei caduti delle forze armate ha chiesto un incontro con il presidente Cossiga «per esporgli — ha detto il segretario dell'associazione. Concetta Conti — le nostre proposte tese ad evitare altre morti».

Infanta la segreteria di Democrazia proletaria ha annun­ciato che «contrasterà e contesterà le logiche che presiedono alle esercitazioni militari a partire dalle prossime manovre che si svolgeranno Intorno al 20 settembre nel poligono CelH-na-Meduna vicino a Pordenone*.

•È grave e ingiusto — ha scritto ieri la Fgci In un suo comunicato — considerare normali e fisiologiche le tante, troppe morti che colpiscono i giovani di leva— Occorre ripen­sare completamente l'esercito™ l'attuale esperienza militare va superata».

Alla riforma del servizio di leva sta lavorando anche la De. Ieri, un gruppo di lavoro di quel partito si è riunito per mette­re a punto una proposta di legge che dovrebbe essere presen­tata alle Camere. La proposta della De prevederebbe la divi­sione del servizio di leva in tre quadrimestri. Il primo dovreb­be essere dedicato all'addestramento e alla specializzazione, il secondo dovrebbe vedere i giovani impegnati presso le loro unità per assolvere al servisi. Il terzo consentirebbe a chi lo desidera di andare per qualche mese a svolgere 11 servizio militare in un altro paese della Nata E questa sembra essere l'unica novità.

l 'Uni tà - DIBATTITI MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

Pentapartito Chi ha posto il veto per voltare pagina a Napoli?

L'estate '86 non è stata granché favorevole alle giunte di pentapar­tito che amministrano le grandi città Italiane: da Venezia a Roma è apparsa sempre più evidente l'Ina­deguatezza di una formula In gran­de misura Imposta più sulla base di calcoli politici nazionali (la «eoe-» renza tra centro e periferia» recla­mata dalla De di De Mita) che per una concreta rispondenza alle si­tuazioni politiche e alle esperienza locali. Che non et sia molto da en­tusiasmarsi sul risultati delle giun­te di pentapartito lo si coglie anche dal tono complessivo dell'articolo di La Ganga apparso domenica sull'Avantl. In fondo tutto si risol­ve In una sconfortata considerazio­ne: 'Le nuove coalizioni, maggio­ranze poco solidali, hanno fatto quello che hanno potuto: A quanto pare, viene da osservare, hanno fatto ben poco. Certo appare per lo meno strano ti cenno che La Ganga fa al caratteri, a suo dire poco co­struttivi, dell'opposizione comuni­sta forse nel tentativo paradossale di rovesciare almeno In parte su di essa le responsabilità del fallimen­to del pentapartito; lmcomprensl-blle appare Inoltre il rlferlmen to al­

le 'eredità negative* lasciate dalle giunte di sinistra che avrebbero re­so più difficile II cammino delle giunte di pentapartito. Sull'espe­rienza delle sinistre al governo del­le principali città d'Italia abbiamo cercato di riflettere criticamente e senza alcun trionfalismo. Tuttavia lo abbiamo fatto consapevoli che si è trattato di un'esperienza di straordinario valore nel corso della quale l'intera sinistra Italiana In tutte le componenti si è Impegnata In un'ardua e, noi riteniamo, com­plessivamente positiva opera di go­verno. In quanto al peso dell'eredi­tà In quegli anni pesò, e duramen­te, quella negativa del governi mu­nicipali dominati dalla De. Quanto fosse pesante questo fardello lo av­vertimmo drammaticamente a Na­poli!

Quello che oggi mi sembra In ogni caso vada sottolineato nel ra­gionamento di La Ganga è la preoccupazione che egli esprime per la precarietà estrema delle giunte di pentapartito, ma Illumi­nante è anche un Invito esplicito che egli rivolge al partito socialista in periferia a non trasformare quel­la che egli chiama con eccessiva

enfasi una 'centralità politica obiettiva» In 'capricciosi mutar' menti di schieramenti; a non pre­tendere In sostanza di accrescere a dismisura lo squilibrio tra rappre­sentatività elettorale e posizioni di potere nel sistema delle autonomie. Insomma, per dirla In soldonl, un Invito a non tirare la corda. CI sem­bra di scorgere In queste considera­zioni numerosi spunti per avviare una seria riflessione sulle scelte compiute dal partito socialista in questi ultimi anni nella formazione del governi nelle grandi città. Per chiedersi, magari, se la critica chea piene mani ti partito socialista ri­volse alle giunte di sinistra dovesse necessariamente risolversi nel ro­vesciamento delle alleanze e nella normalizzazione sotto 11 segno del pentapartito del sistema di gover­no locale! In ogni caso a me sembra che s'imponga per 11 partito sociali­sta una riflessione accorta sulla si­tuazione amministrativa (questa si di portata nazionale!) napoletana, La Ganga denuncia nel suo artico­lo, con toni aspri e severi, una pre­sunta spregiudicatezza che 11 parti­to comunista mostrerebbe nell'af-frontare 11 problema della forma­zione delle giunte locali: un'Indiffe­rènza agli schieramenti che con­durrebbe a Impostazioni meocom-promlssorte», ad una. ricerca spa­smodica di rapporti diretti tra De e Pei; tutto nel quadro di manovre antlsoclallste condótte fino al limi­te di pratiche trasformistiche. SI spingerebbe per questa strada a quello che La Ganga chiama 'svuo­tamento della dialettica ammini­strativa e una grande confusione». Certo, In quanto a confusione, a Napoli In questi anni di pentaparti­to non c'è da lagnarsli Nella terza città d'Italia (non In un centro mi­nore di provincia) nel tre anni che ci separano dalle elezioni ammini­strative anticipate del 1983 lì parti­to socialista è stato protagonista di un'esperienza di pentapartito (pure

esistendo nel consiglio comunale J numeri per un'alleanza tra partito comunista e forze socialiste e lai­che) che a giudizio di tutti gli osser­vatori si è dimostrata catastrofica.

Non è 11 caso di farla lunga sullo stato della città. Le cose sono note. In tre anni si sono prodotte sei cri­si, succeduti 4 sindaci. Afa il fatto inconcepibile nella situazione na­poletana è che 11 pentapartito, non disponendo di alcuna maggioran­za, pretende di amministrare. Lo ha fatto nel 1984 utilizzando, per­chè passasse II bilancio, Il voto del Msl e nel 1985 con un'operazione (quella sì del peggiore trasformi­smo) acquistando a suon di preben­de e di milioni.Il voto di due tran­sfughi della destra. Forse c'è stata sottovalutazione in Italia per que­sti episodi avvilenti e forse non sla­mo riusciti a dare compiutamente voce allo sdegno della Napoli de­mocratica e civile. Infine nel corso di questi ultimi mesi st è discusso lungamente della possibilità di for­mare a Napoli una giunta straordi­naria: un governo cittadino che ve­desse l'impegno del complesso del­le forze democratiche napoletane. Un accordo a termine che permet­tesse di farla finita con la precarie­tà e desse a Napoli per alcuni anni un governo sicuro. È stata questa la nostra proposta su cui ti partito socialista sembrava convenire. Do­po essere faticosamente giunti alla definizione di un buon programma tutto è stata mandato a carte qua­rantotto per la rissa scoppiata tra De e socialisti sul sindaco. Che non avessero nulla in contrarlo ad un sindaco espresso dal Psl, l comuni­sti (che in consiglio comunale co­stituiscono ti gruppo politico di gran lunga più numeroso) lo hanno esplicitamente detto. Malgrado ciò Il partito socialista con un volta­faccia insplegablle ha ridato vita ad una giun ta che dispone di soli 34 voti su 80. Che cosa pensa di tutto ciò La Ganga? Cosa e successo? Un richiamo all'ordine su scala nazio­

nale? I veti di De Mita? Nella pro­spettiva a cui si lavorava a Napoli non c'erano né tentazioni compro­missorie né manovre antlsoclall­ste: era la proposta di un accordo serto negli interessi della città In una situazione per molti aspetti ec­cezionale. Chi si è opposto? La De? E se è andata cosi perché il partito socialista non ha cercato di respin­gere, almeno a Napoli,! ricatti e le pretese democristiane? Parliamoci chiaro. A Napoli c'è stato in questi anni tutto quello che La Ganga sembra denunciare. Trasformi­smo, Indifferenza agli schieramen­ti (ma anche al contenuti), màno-vredl potere. Ma all'origine di tutto ciò c'è stata la pretesa di imporre ad ogni costo, per un calcolo politi­co che nulla aveva a che spartire con gli Interèssi delia città, unafor-mula di pentapartito per giunta minoritaria. Ora slamo a due setti­mane del voto sul bilancio. Come Intendono affrontarlo? Facendo ancora ricorso al Msl o utilizzando, magari con qualche nuovo acqui­sto, I transfughi della destra missi­na? Questa è la soluzione che ritie­ne praticabile 11 partito socialista In una delle più grandi città d'Ita­lia? St vuole Infliggere un nuovo colpo a quello che è stato 11 fonda­mento della tradizione laica e de­mocratica napoletana: la lotta al trasformismo? Se cosi stanno le co­se è preferibile che sia ridata la pa­rola ai napoletani! Il logoramento della vita democratica a Napoli è stato talmente profondo In questi tre anni che ormai tale sbocco in tanti ambienti della città appare Inevitabile. Un passaggio obbliga­to. Per evitarlo occorrerebbe un mutamento radicale di rotta da parte della De e del socialisti, un reale e serio sforzo unitario. Ma In verità non ci sembra di scorgere a Napoli la volontà di muoversi In ta­le direzione.

Umberto Ranieri

IN PRIMO PIAMO / Una verità che va detta, a rischio dell'impopolarità Dagli anni 30, con perio­

dicità quadriennale, l'U­nione italiana contro il cancro (Uicc), una Associa­zione volontaristica che raccoglie oltre 250 fra isti­tuzioni, società scientifiche e associazioni spontanee di cittadini, che operano spe­cificamente nel settore, or­ganizza un congresso inter­nazionale che rappresenta la tradizionale «conven­tion» del mondo oncologi­co. Nei dopoguerra 11 con­gresso ha avuto luogo nel 1950 a Parigi, nel 1954 a San Paolo, nel 1958 a Lon­dra, nel 1962 a Mosca (e in questo caso fu la prima grande occasione di aper­tura dell'Urss ai visitatori occidentali), nel 1966 a To­kyo, nel 1970 a Houston, nel 1974 a Firenze, nel 1978 a Buenos Aires e nel 1982 a Seattle.

Si tratta di un grande av­venimento scientifico, or­ganizzativo e politico. I partecipanti, che sono an­dati crescendo nelle varie

Scarse novità al Congresso di Budapest Dati crescenti sulla mortalità Dare priorità alla ricerca in materia di prevenzione Il fattore ambientale e gli interessi da battere

A destra: ricerche di laboratorio contro il cancro in

uno studio medico francese

Cancro, è una battaglia persa? edizioni, erano a Seattle circa 7000. La sua apertura avviene alla presenza di al­te personalità dei paesi ospitanti. Gli Investimenti finanziari ed organizzativi sono enormi.

Quest'anno il congresso ha avuto luogo a Budapest dal 21 al 27 di agosto. An­che questa volta i parteci­panti sono stati numerosis­simi (oltre 7000), e l lavori sono stati aperti dal presi­dente del Consiglio presi­denziale della Repubblica popolare ungherese.

L'organizzazione della manifestazione di que­st'anno è stata eccellente, ed ha richiesto l'impegno totale del tre più noti can­cerologi ungheresi: il pro­fessor Kàroly Lapis (presi­dente del Congresso), il professor Sandor Eckardt (segretario generale) e 11 professor Janos Sugar (coordinatore del Comitato scientifico). Al Congresso, articolato su conferenze plenarie, simposi, tavole rotonde, seminari, comuni­cazioni, sono stati presen­tati oltre 5000 contributi, nel vari settori dell'oncolo­gia e della lotta contro 1 tu­mori. Attorno a questa ma­nifestazione si sono svolti decine di incontri, quasi tutti sponsorizzati, su far­maci antitumorali più o meno nuovi.

Nell'ambito del Congres­so è stata organizzata un'a­rea, dal richiami fieristici, di stand di grosse ditte inte­ressate all'area oncologica (rappresentate tutte le maggiori case farmaceuti­che).

Nel corso de» Congresso gli organi ufficiali della UIcc hanno già scelto in Amburgo la sede deiia XV edizione.

Forse più In passato, ma ancora oggi, li Congresso Internazionale dell'UIcc rappresenta, nel bene e nel male, un osservatorio che dà 11 polso del progressi, o meno, della ricerca oncolo­gica e delle strategie per 11 controllo del cancro.

In quest'ultima edizione

non sono certo mancati al­cuni contributi rilevanti che sarebbe troppo lungo riassumere. In relazione al recenti fatti di Chernobyl è stato interessante appren­dere che fra 1 nati da madri gravide durante l'esposi­zione di Nagasaki e Hiro­shima, dopo 30-40 anni l'in­cidenza del tumori è mag­giore. Un contributo Im­portante è venuto dal ra­dioterapisti: il trattamento radiante frazionato e fre­quente consente un miglio­ramento del risultati clini­ci. Su questa linea si po­trebbe durare a lungo.

Ma per gli scienziati e 1 clinici che sottopongano 11 significato del Congresso a una disamina critica, per l programmatori della sani­tà del vari paesi che chiedo­no lumi e orientamenti, per i governi che hanno Inve­stito ed Investono finanze ed impegno di mezzi e di uomini (e il caso soprattut­to degli Usa II cui governo destina circa 2500 miliardi di lire all'anno per la ricer­ca oncologica), per l'uma­nità tutta preoccupata dal­la gravità e dalla crescita del male, 11 bilancio è delu­dente. n Congresso non ha segnalato acquisizioni in­novatrici importanti; non ha aperto nuove finestre sul futuro; non ha Indicato precise strategie da perse­guire. Il rammarico di do­ver constatare tutto ciò è grande, e affermazioni di questo tipo possono sem­brare troppo crude. Ma è una verità che va detta an­che se Impopolare, ed an­che se contrasta con gli edulcorati messaggi di spe­ranza (peraltro generici e ormai datati nel contenuto e nel gergo) di quegli addet­ti di certi settori della mac­china oncologica, per 1 qua­li torna sempre di grande attualità - una vecchia e drammatica battuta che purtroppo si ha la tendenza a dimenticare: che cioè se è vero che molti muoiono di cancro è pur vero che vi è chi vive a spese del cancro.

Come in molte occasioni importanti, anche In que­sta vi è stato un grande as­sente, che tuttavia è risul­tato un protagonista. In questo caso il grande fanta­sma è stato un articolo comparso l'8 maggio scorso su uno dei più prestigiosi giornali medici del mondo, fi New England Journal of Medicine, dall'emblemati­co titolo iprogresso contro il cancro?*. Il primo autore è John C. Ballar III, della Scuola di sanità pubblica

dell'Università di Harvard. Davanti all'entità degli In­vestimenti americani per la ricerca sul tumori, all'an­nuncio dell'obiettivo dell'I­stituto nazionale del can­cro degli Usa di ridurre per l'anno 2000 la mortalità per cancro del 50%, davanti ai pretesi successi di cure ed all'orientamento dominan­te che punta quasi tutte le risorse sull'intervento cli­nico e specificatamente te­rapeutico (che si spiega con la pressione degli interessi

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industriali), gli autori del­l'articolo pongono cifre in­quietanti sulla crescente dimensione della malattia. Anche tenendo conto del­l'aumento e dell'invecchia­mento della popolazione, l'incidenza dei casi di ma­lattia tumorale negli Usa (come del resto ovunque) è aumentata (dell'8,5% dal 1973 al 1981) e la mortalità pure è aumentata (dell'8,7% negU ultimi 20 anni). Balle cifre assolute e non corrette il peso cre­scente sociale, economico ed umano del cancro emer­ge con ancora più dramma­tica evidenza: il cancro è stato la causa di morte, sempre negli Usa, di 278.562 cittadini nel 1962 e di 433.795 cittadini nel 1982. Le conclusioni degli stessi autori sono drastiche: con­tinuando sulla strada at­tuale, nonostante 1 prugrea-si terapeutici nel caso di al­cune forme tumorali non frequenti, il miglioramento dei risultati clinici palliati­vi, e l'aumento del margini della vita produttiva dei pazienti, registrati In molti casi, «noi stiamo perdendo la guerra contro il cancro*.

Sarebbe stato Interessan­te sapere a Budapest 11 pen­siero di un autorevole clini­co, il professor De Vita che è l'attuale Direttore dell'I­stituto nazionale del can­cro degli Usa, e perciò pro­tagonista primo dell'attua­le strAUgm ù\ controllo del tumori di quel paese. Il pro­fessor De Vita però sfortu­natamente a Budapest non c'era.

Sempre nel succitato ar­ticolo, che è già diventato materia ed occasione di di­battito a tutti l livelli del­l'oncologia, almeno a quelli trainanti, l'unica prospetti­va è «un viraggio dalla prio­rità della ricerca sul tratta­mento alla priorità della ri­cerca sulla prevenzione* Ha quale significa Identifi­cazione e rimozione delle cause).

Oltre 11 90% di tutu 1 tu­

mori sono dovuti a cause presenti nell'ambiente. Il potenziale cancerogeno ambientale nel paesi indu­strializzati è in aumento e tale aumento è responsabi­le della crescita della ma­lattia a cui stiamo assisten­do. Noi oggi abbiamo gli strumenti scientifici per identificare le cause am­bientali della malattia, e molto spesso la rimozione di queste cause è fattibile. E certo tuttavia che la via del­la prevenzione è difficile. La prevenzione penalizza e si scontra col grossi inte­ressi, al contrario di certi tipi di terapie che 11 favori­scono a vari livelli (e questo è un discorso che va affron­tato con serenità, ma con fermezza e senza procrasti­nazioni).

È stato quindi Inutile il Congresso di Budapest? Certamente no se diventerà occasione di serrati bilanci critici, e sarà di stimolo per cercare nuove vie.

In tal senso già si posso­no formulare alcune indi­cazioni. La prevenzione del tumori deve costituire il momento centrale per il controllo della malattia. Davanti agli ostacoli di una tale linea non si può Igno­rare il fatto che 11 cancro è ormai la causa di morte del 30% della popolazione nel paesi industrializzati. La ricerca sul cancro non può più essere delegata, frazio­nata, lasciata allo sponta­neismo (e troppo spesso al dilettantismo) di singoli o di gruppi. E non può più es­sere l'oggetto e la preda del­le sponsorizzazioni interes­sate. Con una tale metodo­logia la scienza non sareb­be penetrata nel misteri dell'atomo e l'uomo non avrebbe navigato negli spa­zi. Bisogna pertanto rivede­re le mete, le strategie, le metodologie, 11 che signifi­ca lavorare sul serio. •

• CfJMf# Mestoni Direttore deiruututo

di Oncologia di Bologna

LETTERE ALL' UNITA' Neanche le nostre proposte sulla riforma elettorale «sbloccano» la democrazia Cara Unità,

il più recente intervento di Gianfranco Pa­squino ripropone, in modo incisivo, a proposi­to della riforma elettorale, il dato forse più evidente nell'ampio dibattito di questi mesi:. ci troviamo di fronte, infatti, ad una «Babele delle lingue, complicata dall'ignoranza e dal­la manipolazione politica».

La discussione che si sta conducendo, non da oggi, attorno a questo tema, mi pare fran­camente non abbia ancora messo i piedi per terra, tanto è fine a se stessa quando non è ambigua o, addirittura, ipocrita. Spadolini attacca la partitocrazia, Galloni arriva a dire, bontà sua, che -i partiti hanno esorbitato spesso dai loro compiti con una occupazione del potere nei campi riservati alle istituzioni» (da che pulpito...). Io diffido, solitamente, dalle riflessioni ferragostane, ma neppure mi sento rassicurato del tutto nel sentire il com­pagno Violante {l'Unità del 21 agosto) ri* spondere ripetendo il suo (nostro?) no alla legge cosiddetta maggioritaria e le considera­zioni, note, sul fatto che la soluzione per risa­nare il nostro sistema politico va ricercata, appunto, «politicamente*. Debbo rilevare, in­fatti, al di là di molte affermazioni altrui, fatte perché nulla cambi, che neanche le no­stre proposte sembrano poter creare le condi­zioni per rovesciare o, quantomeno, modifi­care, l'attuale situazione.

«Democrazia bloccata»: quanto ne discuto­no le Sezioni, quanti attivi o iniziative pubbli­che il Partito organizza su questo tema speci­fico e con ì necessari, indispensabili, appro­fondimenti? Ricordo il bel numero di Rina­scila, molti mesi fa: pareva l'avvio di Una forte iniziativa sul tema delle riforme istitu­zionali e, invece, è sempre rimasto a mezza strada, quasi condannato ad una collocazione di sfondo rispetto ai governo di programma. Sta di fatto che questo problema non è ancora diventato, in tutti i suoi aspetti, problema di massa, quasi che discutere di riforma delle istituzioni o del sistema elettorale volesse dire qualcosa di «tecnico» o «tecnicistico», di «non politico», insomma.

Mi auguro che la ripresa a regime dell'atti­vità politica non rimetta in congelatore questi firoblemi, la loro complessità, ma veda lo svi-uppo di un dibattito largo, partecipato, ricco

di conseguenze. Personalmente condivido nella sostanza la proposta di riforma del si­stema elettorale avanzata da Pasquino, per­ché si propone di risolvere ed affronta concre­tamente sia il problema della rappresentan­za, sia quello del governo; un governo, come riteniamo sia giusto, espresso «direttamente» dal corpo elettorale.

Diamo uno scossone, compagni, a questo dibattito, soprattutto al nostro interno, e ve­dremo come non sia poi tanto lontana, per questa via, una soluzione «politica» al proble­ma della democrazia bloccata. -.' - - -

, ; ;,V: ._ SANDRO DEL TOPESCO '.> " 1"..".".'"." ".."•-. (Mògliario Vèneto - Treviso!

Sei anni dopo, la sorprèsa (La denuncia ai CC dovrebbe bastare) Spett. redazione,

nell'ottobre del 1980 ho acquistato un'auto e un mese dopo mi £ stata rubata. Ho presen­tato denuncia ai carabinieri e la mia assicura­zione mi ha risarcito per il furto. -

Adesso ricevo un'ingiunzione di pagamen­to per l'anno 1983, perché non e stata fatta la cancellazione dal Pubblico registro automo­bilistico. - - • - - . *

Se questa lettera verrà pubblicata, forse qualcuno si deciderà a semplificare queste leggi

GIUSEPPE BRIOSCH! • • ' (Arcore - Milano)

«Per levare un po' di tara» Cara Unità, • vorrei parlare delia professione del telecro­nista. Sembra un mestiere innocuo ma non lo è. Per attirarsi la benevolenza di Palazzo Chigi, più che studi richiede faccia tosta.

Chi legge poco e ascolta molto, dovrebbe soffermarsi a meditare su di essa per levare un pò* di tara da quel che sente.

DANTE BANDINI (Forlì)

I più responsabili hanno dovuto comperare un altro casco, magari scadente... Signor direttore,

siamo un gruppo di amici che stanno viven­do in questo momento il comune problema dell'applicazione della legge dell'I 1 gennaio 1986 inerente all'obbligo di indossare il casco protettivo durante la marcia in motociclo e ciclomotore.

Ci riferiamo agli articoli 3 e 4 della legge, per quanto riguarda i possessori di un casco

£'à in periodo precedente l'entrata in vigore ;lla legge medesima. Si sono create due ca­

tegorie di utenti:' a) possessori di caschi omologati secondo il

criterio E 22 02, recanti cucita all'interno l'e­tichetta comprovante l'omologazione;

b) tutti i proprietari di altri caschi, omolo­gati secondo le diverse normative a suo tempo esistenti, con o senza etichetta.

Nei caso a) non ci sono problemi: rientrano in quella categoria principalmente coloro che hanno acquistato il casco nel periodo imme­diatamente precedente l'uscita della legge, o chi lo acquisterà in seguito; pochi sono infatti coloro che hanno potuto conservare integra l'etichetta del proprio casco per anni di oso.

Nel caso b) rientriamo tutti noi firmatari di questa lettera e la quasi totalità di coloro che, anche senza tlcun obbligo di legge, già possedevano ed indossavano ti proprio casco, ritenuto in coscienza valido, oltreché collau­dato e garantito dai costruttori.

Per legge siamo ora costretti a gettare mi­gliaia di validi caschi, pena il pagamento di salate multe ed il sequestro dei caschi stessi.

Occorre precisare che, in passato, quasi tutti i caschi in commercio, perlomeno quelli dì marche note, recavano, all'atto dell'acqui­sto, una etichetta comprovante l'avvenuto collaudo secondo le normative in quel mo­mento esistenti. Tale etichetta, dal significato noto agli appassionati, non aveva valore di legge in Italia, dunque era soggetta a scolla­mento, smarrimento, degrado della sua parte grafica.

Si è creata dunque la situazione paradossa­le per cui coloro i quali hanno fatto in passato da elemento trainante circa l'uso responsabi­le del casco, ora sono, per legge, soggetti al

pagamento della ben salata «multa» e quindi costretti ad acquistare un nuovo casco, non potendo validamente dimostrare l'omologa­zione del proprio, o possedendo un'omologa­zione pur valida tecnicamente, ma non del tipo richiesto. •

Scriviamo più per una questione di princi­pio che pratica, avendo noi tutti fatto le ferie in moto e avendo perciò già acquistato un altro casco, magari scadente, balzello di leg­ge «omologato» con grande gioia e gran giro di affari di chi.lo ha costruito, importato, venduto.

LETTERA FIRMATA ' da 17 motociclisti di Pogliano (Milano)

Informazioni discutibili alimentano un affare di migliaia di miliardi Caro direttóre, • • ' •• -• • >.-.•• • la legge di riforma sanitaria sancisce la tutela della salute come bene primario del cittadino; ma, grazie alla scorretta informa­zione di giornali, riviste e televisione, l'ob­biettivo oggi non è più mantenere il corpo sano ma quello di averlo «efficiente» (belli, forti, magri » sani), con grande sviluppo di

fialestre, cosmetici, energetici, erbe e droghe egali e illegali.

Sotto un altro aspetto, quelle che dovevano essere la diagnosi e la cura delle malattie — affidate alla capacità del medico curante, ov­viamente nei soli casi da lui ritenuti opportu­ni — sono diventate la consumistica ricerca di prestazioni sempre più sofisticate e costose . che intasano i servizi diagnostici, con i risul­tati (e le lunghe attese) che vediamo quoti­dianamente. Questo si verifica, come dicevo, in presenza di un'informazione martellante, frammentaria e scandalistica su tutto quanto riguarda la salute, alimentando un affare da migliaia di miliardi senza controllo, e —• spes­so — senza competenza.

A questo puntò è a mio parere necessario rilanciare gli aspetti basilari della riforma sa­nitaria, quali l'educazione sanitaria e la pre­venzione primaria; e fare in modo che anche attraverso la stampa si cominci a parlare cor­rettamente di costi e benefici degli interventi sanitari o presunti tali.

Abbiamo in proposito un esempio recente: leggo che la «Goletta Verde» ha disegnato una mappa dell'inquinamento di tutte le co­ste italiane (e questo fa parte della prevenzio­ne primaria) con un costo di poco superiore ai cento milioni; in un anno il laboratorio di analisi di un piccolo ospedale costa dieci volte di più con le sue centinaia di migliaia di esami spesso inutili, per non parlare dei laboratori privati dei quali ben poco sappiamo.

FERRUCCIO SAVASTANO (Monfalcone - Gorizia)

«In questo nostro capovolto Paese!» Cara Unità, ; '. ho lètta che, a termini di legge, chiunque decida di. bagnarsi in acque inquinate rischia non solo epatiti virali, dermatiti, funghi cutà­nei, ìèptbspirosi ecc. ma circa 6 mesi di arre­sto e dalle 40 alle 80 mila lire di multa. Cosi vanno le cose in questo nostro capovolto Pae­se! Non i responsabili dei centri inquinanti vengono acciuffati e puniti ma, al solito, il povero diavolo che, non potendo permettersi il lusso di fare le ferie nelle isole, è costretto a fare i conti non solo con l'inquinamento ma anche con l'eterna e ben più inquinante ingiu­stizia della nostra società. .

, ' " . . , GINOLORTI (Pavia)

«Penso a quanti compagni privi di assistenza giuridica . non riescono a votare» Caro direttore,

ho letto sull'Unità del 19 c.m. l'articolo di Ilaria Ferrara riguardante il compagno Luigi Vezzosi che, condannato nel 1924 all'interdi­zione perpetua dai pubblici Uffici ed amni­stiato nel 1926. non ha mai votato, perché ancora sussiste quella interdizione. Confesso che sono rimasto sconcertato ed addolorato per questa vicenda, perché non mi spiego co­me nessuno gli abbia suggerito di presentare alla Corte di appello di Firenze la domanda di riabilitazione. - • - - - - - - • . -

~ Possibile che a Calci o alla Federazione del Pei di Pisa non vi sia stato un avvocato che, sapendo di questa esclusione del Vezzosi dal diritto elettorale, non abbia posto in essere la riabilitazione che gli avrebbe permesso di vo­tare democraticamente, fin dal 1946? . Se il Vezzosi e persona che dopo quella condanna non ne ha più riportate altre, come e datò desumere dalie dichiarazioni del par­roco e del sindaco, ed ha avuto sempre una condotta irreprensibile, egli sin dal 1931 o. se recidivo, dal 1936 avrebbe potuto essere ria­bilitato^ con la conseguenza che l'interdizione perpetua sarebbe stata estinta e sarebbe au­tomaticamente sorto in conseguenza il diritto al voto.

La pratica è di una semplicità alla portata di tutti: oltre alla domanda alla Corte di Fi­renze, il Vezzosi deve presentare: 1) copia autentica della sentenza; 2) certificato del casellario richiesto a scopo di riabilitazione; 3) certificato del pagamento delle spese di giustizia; 4) certificato di residenza; 5) cer­tificato dei carichi pendenti della Pretura e della Procura di Pisa, tatti in carta bollata.

Un viaggio a Firenze alla Corte di appello, alla Cancelleria penale, gli chiarirà meglio la procedura e l'indicazione eventuale di altri documenti La domanda pud essere fatta da lui personalmente, senza l'assistenza di un legale. Una volta presentata questa docu­mentazione, la riabilitazione sarà concessa nel «irò di pochi giorni, ed il Vezzosi, presen­tando copia della sentenza alla Commissione elettorale di Calci, dovrà essere iscritto in quelle liste elettorali.

Il viaggio a Roma di una delegazione di Calci fascerà il... tempo che trova perché, ri­peto, quella è la procedura che si deve seguire per ottenere il risultato al quale si aspira. • Penso sempre a quanti compagni, privi di

assistenza giurìdica, non possono esercitare certi diritti pubblici!

don. ALDO NORI prcskfcate onorario aggiunto della

.---. Suprema Corte di Cassazione (Viterbo)

«Per sapere di più» Signor direttore,

sono un ragazzo algerino di 12 anni e vorrei corrispondere, in francese, con dei ragazzi o ragazze italiani, per sapere qualche cosa di più sul vostro Paese.

SAMY BENAB1DALLAH Villa n. 09. Lot Hammonténe,

Tizi ONZM (Algeria) "

MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l 'Unità - CRONACHE

In Calabria da mesi un parroco dice messa da solo. E domenica il paese sciopera per cacciarlo

Dalla nostra redazioni» CATANZARO — Domenica prossima ci sarà uno sciopero generale e perfino un comizio. A Plaesano, 1.160 abitanti, frazione di Feroleto della Chiesa (RC), questa singolare protesta non l'hanno organizzata per le tradizionali emergenze economiche e sociali ma perché... non vogliono il parroco! Dal 6 luglio in questo minuscolo abitato della piana di Gioia Tauro nessuno va in chiesa e da due domeniche il nuovo parroco contestato dalla popolazione è costretto a dir messa coi carabinieri sul sagra­to. «Nessuno gli vuole del male — dice uno degli animatori di questa mini rivolta, il commer­ciante di vino Michele Alitelo — ma lui deve capire che non lo vogliamo». E domenica lo sciopero servirà a ribadire che la chiesa resterà deserta fin quando non arriverà un nuovo pre­te al quale spetta anche il titolo di rettore del locale santuario di San Biagio verso cui la gen­te di qui ha una venerazione che rasenta il fanatismo. L'obiettivo di questa contestazione si chiama don Pasquale Pentimalli. Ha 46 anni e da 15 è parroco della vicina Feroleto della Chiesa. «Sono — dice apparentemente imper­turbabile — cose da Medioevo. Io non sono af­fatto preoccupato, non mi possono accusare di niente, qui mi hanno mandato e qui resto an­che se sono pronto all'obbedienza». Ma di che

cosa l'accusano i 1.160 abitanti di Plaesano? Se don Pentimalli dice di non saperlo la gente del paese mormora dei tanti e tanti delicati episodi che — a sentir loro — avrebbero incrinato la stima —. Nessuno si spinge più in là nelle spie­gazioni. Nessuno, in questa vicenda, vuole esse» re esplicito. La disistima è arrivata al punto che decine di giovani del posto hanno respinto don Pentimalli come insegnante di religione e han­no rinunciato all'insegnamento. Da 8 settima­ne il povero prete va cosi avanti a celebrare matrimoni già programmati da tempo ma con i soli sposi e i testimoni in chiesa, a celebrare un funerale con i soli stretti parenti del defunto, a dire messa davanti a tre persone, sua madre e due anziane donne del paese. Il vescovo della diocesi di Oppido Mamertina e Palmi, monsi­gnor Benigno Papa, ha ricevuto i fedeli di Plae­sano ma cerca di risolvere le cose senza misure traumatiche. «Al vescovo — dice uno degli ani­matori della protesta popolare—abbiamo spie­gato 1 motivi del no al nuovo parroco inviato Sui dopo il pensionamento del vecchio curato

on Carmelo Corigliano che per 45 anni è stato in paese». E per fare capire a monsignor Papa che la protesta non era un fatto di pochi gli hanno ratto recapitare una lettera firmata da oltre 500 persone. Domenica il corteo in piazza.

Filippo Veltri

Le ruspe a Camaldoli Dopo Pianura, Camaldoli. Le ruspe del comune di Napoli hanno abbattuto ieri un'altra costruzione abusiva: un palazzotto sorto al di fuori del piano regolatore. Ieri l'assessore ha tenuto una conferenza stampa sul tema dell'abusivismo.

L'eccezionale evento, reso noto solo ieri, è avvenuto a Milano

Carmine ha già cinquanta giorni È nato da una donna senza ovaie Donatrice inseminata artificialmente, poi ha fatto tutto la mamma

Nuove speranze per chi vede preclusa la maternità dalla «menopausa precoce» - Il dottor Leonardo Formigli, tra i pionieri della fecondazione «in vitro», ha reso possibile la nascita - Necessaria una attenta terapia ormonale

MILANO — Una donna sen­za ovale, condannata alla sterilità, è diventata mam­ma di un bel bambino, Car­mine, che ora ha cinquanta giorni, pesa tre chili e mezzo e gode ottima salute. L'even­to eccezionale, di cui solo ieri si è avuta notizia, apre nuove speranze per tante donne la cui maternità fino ad oggi è stata preclusa dalla cosid­detta «menopausa precoce». Una condizione, quest'ulti­ma, che Caterina Muratore, ventiselenne abitante a Mas-salengo, nel Milanese, con il marito Rosario Panzera, au-totrasportatorc di trenta an­ni, viveva da ben nove anni e contro la quale si era inutil­mente battuta. La svolta de­cisiva si è avuta Io scorso di­cembre quando la coppia de­cise di tentare una strada inedita proposta loro dal dottor Leonardo Formigli, ginecologo milanese che fu tra 1 pionieri della «feconda­zione in provetta» nel nostro paese e noto anche per avere portato a compimento giu­sto un anno fa una nascita da fecondazione tubarica. Come illustra 11 medico ciò che rende eccezionale il caso di Caterina Muratore è l'as­senza di ovale e quindi il fat­to che »oItre alla procedura di "uovo-donazione non chi­rurgica" si era reso necessa­rio Istituire una terapia or­monale molto specifica da somministrare alla paziente, tale cioè da creare artificial­mente un ambiente uterino adatto allo sviluppo dell'em­brione». Bisogna ricordare, infatti, che le ovale svolgono una duplice funzione, quella di produrre un uovo tutti i mesi e quella di produrre gli ormoni necessari all'annlda-mento e all'accrescimento dell'uovo fecondato nell'ute­

ro. In assenza di ovaie è dun­que indispensabile non solo reperire una donatrice che doni un uovo, ma anche somministrare alla futura madre una terapia ormonale molto ben bilanciata, in so­stituzione degli ormoni ova-ricl mancanti. Questa, ap­punto, è la via sperimentale sulla quale si è coraggiosa­mente incamminata Cateri­na Muratore. La donatrice, che desidera mantenere l'a­nonimato, è stata insemina­ta artificialmente con il se­me del marito di Caterina lo scorso dicembre e dopo cin­que giorni l'uovo fecondato è stato prelevato in modo non traumatico dall'utero della stessa donatrice per venire immediatamente trasferito in quello della paziente. L'in­tervento è stato eseguito gratuitamente nell'ambula­torio del dottor Formigli. Durante i primi quattro mesi di gestazione alla giovane donna è stata somministra­ta, come abbiamo detto, una terapia ormonale sostitutiva al fine di creare le condizioni necessarie alla vita intraute­rina del feto.

•Durante questo periodo — spiega ancora il ginecolo­go — la paziente è stata se­guita accuratamente con prelievi di sangue settima­nali allo scopo di determina­re con precisione il tasso ematico degli ormoni som­ministrati e modificare di conseguenza la terapia. Un errore nel dosaggio avrebbe infatti inevitabilmente con­dotto all'aborto. Al termine del quarto mese la placenta, ormai completamente for­mata, ha iniziato a produrre autonomamente gli ormoni necessari, per cui la terapia è stata gradatamente sospe­sa». La gravidanza è quindi proseguita senza intoppi fi­

no al momento della nascita, avvenuta a metà luglio.

La signora Caterina, rin­tracciata telefonicamente, con gentile fermezza rifiuta di parlare della sua eccezio­nale esperienza; con com­prensibile pudore aggiunge semplicemente: «Avrei volu­to che di questa storia non si sapesse nulla...». Invece «questa storia» farà ancora parlare a lungo. Basti pensa­re — dice ancora il dottor Formigli — che su cento coppie sterili metà dei casi sono dovuti a disturbi fem­minili e di questi otto o dieci sono assimilabili al caso di Caterina, vale a dire sono do­vuti a problemi ovarici irri­solvibili. L'equipe del dottor Formigli costituita da biolo­gi, laboratoristi, assistenti, è riuscita a mettere a punto l'ambiente ormonale artifi­ciale adatto alla vita del feto dopo due anni e mezzo di ri­cerche. Unica controindica­zione alla «terapla-Formigli» pare sia la intolleranza even­tuale alla somministrazione di ormoni estrogeni. In tutti gli altri casi la via sembra es­sere ormai tracciata. Sem­mai, come già in casi di tra­pianto di cuore o di altri or­gani, può sorgere per qual­cuno un problema d'ordine morale. A ben vedere, infatti, un figlio nato con la proce­dura di «uovo donazione non chirurgica» riceve il patri­monio cromosomico della donatrice e non già della ma­dre che lo ha portato in seno e partorito. Ma si tratta di fantasmi buoni giusto per un'aula di tribunale, non certo per la stanzetta piena di puffi colorati che allietano la vita di Carmine e degli al­tri bambini in arrivo sulla sua stessa strada.

S. V.

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Pastore di 15 anni ucciso a fucilate

nel Nuorese: vendetta? Dalla nostra redazione

CAGLIARI — Aveva da poco iniziato il suo turno di lavoro con il gregge del padre, nelle campagne barbaricine, quando gli hanno sparato. Due colpi di fucile hanno rotto all'improvviso il silenzio della campagna. Sebastiano Mula, quindici anni, s'è accasciato per terra, moribondo. L'ha soccorso un fratello, che aveva udito gli spari dall'ovile vicino, ma la corsa disperata In auto all'ospedale non è servita a salvarlo. Il movente? «Anche questo quasi certamente e lo stesso di tanti altri omicidi di ambiente, come si usa dire, agro-pastorale: la vendetta». Sembra che in passato vi sia stato furto di bestiame o degli sconfinamen­ti di pascoli. In questa direzione procedono le indagini, una volta accertato che la famiglia del ragazzo non risulta coinvolta in alcuna delle antiche faide che insanguinano da anni nume­rosi paesi della Sardegna centrale. Gli investigatori hanno ani! già individuato una «pista convincente», e il caso potrebbe esse­re risolto, dicono, «nel giro delle prossime 24 ore». L'agguato è avvenuto verso le 6,30 del mattino, nella località di Lardine, a 12 chilometri da Nuoro. Sebastiano Mula aveva da poco condotto le pecore fuori dall'ovile, a pascolare nelle campagne vicine, quan­do è caduto nell'imboscata: due colpi di fucile esplosi da dietro un muretto a secco l'hanno ferito mortalmente al torace. Inutil­mente il fratello Gaetano, di 22 anni, che aveva udito gli spari dall'ovile ha tentato di salvargli la vita, con una folle corsa in auto all'ospedale «San Francesco» di Nuoro. Ormai non c'era più nulla da fare. Per tutta la giornata di ieri si sono svolte battute nelle campagne delia zona, mentre in Questura a Nuoro sono stati compiuti diversi interrogatori.

p. b.

Il giudice: «Il Dc-9 Itavia va ripescato, ma nessuno decide»

ROMA — Soltanto il recupero del relitto dell'aereo Dc-9 dell'Ita-via precipitato nel mare di Ustica il Zi giugno di sei anni fa potrebbe contribuire a dare una risposta definitiva sulle cause del disastro. Ma per poter riportare In superficie i resti del veli­volo sono necessari 6.161.782.000 di lire. E infatti questa la som­ma che la società francese Ifremer ha previsto per l'operazione. Ma nessuna autorizzazione, sino ad oggi, è stata data dalle com­petenti autorità ministeriali per stipulare il contratto che deter­minerebbe l'immediato avvio del lavori. È quanto afferma il giudice istruttore di Roma, Vittorio Bucarelli, che dal 12 gen­naio del 1984 dirige l'inchiesta giudiziaria sul disastro che pro­vocò la morte dì 81 persone. Il magistrato, con richieste ai mini­steri dei Trasporti e di Grazia e Giustizia, ha sottolineato da tempo l'opportunità di procedere al recupero dei resti del velivo­lo. Ma da quanto si è appreso negli ambienti giudiziari, dal dicastero dei trasporti non sarebbe stata data alcuna risposta alle istanze del giudice, mentre il ministero di Grazia e Giustizia si sarebbe limitato a ricordare, all'inizio del 1986, che le spese per il recupero dei resti del Dc-9 potevano essere disposte dal magi­strato al quale è affidata l'indagine «sotto la sua personale re­sponsabilità». Una «responsabilità» che il magistrato ha ritenu­to di non potersi assumere, considerata l'entità della somma che dovrebbe essere corrisposta alla Ifremer. Secondo quanto affer­ma il giudice, le nuove indagini peritali, cominciate nel novem­bre del 1984, si sono praticamente bloccate in attesa di sapere se sarà possibile ripescare il relitto, che secondo i calcoli e le rileva­zioni fatte in questi anni si troverebbe alla profondità di 3500 metri.

MILANO — Carmine fra le braccia del dott. Leonardo Formigli

Giovanni Senzani

Delude il teste a sorpresa

•Violinar, ripete: «Senzani era una spia del Sismi»

Ma non dà prove «La P2 mi impedì di svelare prima il se­greto» - Aggiustato il tiro su Dalla Chiesa

Dal nostro inviato ANCONA — Chi si aspetta «la verità» su Giovanni Sen­zani è sicuramente deluso. La testimonianza di Arrigo Mollnarl, ex vicequestore di Genova, all'atto pratico si è rivelata, contrariamente a quando era stato annuncia­to, assai poco «decisiva ed in­quietante*. Per un momento si era pensato che potesse es­sere sentito cóme «teste» an­che Francesco Pazienza (e sempre per riferire sulla pre­sunta appartenza di Senzani ài servizi segreti), ma la Cor­te non ha accolto la richiesta avanzata in tal senso dai di­fensori del «dissociato» Mas­simo Gidonl. Questa matti­na, però, verrà ascoltato an­cora sul capitolo - Senzani «spia» dei servizi segreti, il •pentito» Roberto BuzzatU.

Senzani era un «doppio­giochista», contemporanea­mente brigatista rosso e spia del Sismi deviato: una verità, secondo arrigo Molinari, no­ta da tempo, dallo stesso più volte segnalata ma sempre lasciata cadere da chi di do­vere.

Molinari, su richiesta del pubblico ministero Mario Mandrelli, è stato ammesso come testimone volontario

ma solo per riferire — hanno deciso 1 giudici — su fatti e circostanze attinenti con il processo di Ancona, ossia con il sequestro e l'uccisione di Roberto Peci. Per dire, gli ha precisato il presidente della Corte d'Assise Giovan­ni Remori, di eventuali in­terventi di servizi segreti de­viati attraverso la persona di Giovanni Senzani. Un cam­po obiettivamente molto più ristretto di quanto Molinari si aspettasse. Infatti l'ex vi­cequestore di Genova ha su­bito dichiarato di non aver nulla da riferire in merito. «Le mie conoscenze circa la persona di Giovanni Senzani si fermano al febbraio 1979, allorché — ha riferito — pas­sai la patata bollente al ge­nerale Dalla Chiesa», il qua­le, però, secondo quanto scritto da Molinari In un me­moriale di quasi 40 pagine accompagnato da circa 50 «pezze d'appoggio» inviato al giudici e al Pm del processo Peci, non avrebbe dato ec­cessiva importanza alle se­gnalazioni. Il colonnello dei carabinieri Nicolò Bozzi al­l'epoca braccio destro del ge­nerale Dalla Chiesa aveva smentito seccamente la cir­costanza dicendosi pronto a

Tir, richieste deroghe al trasporto del latte

ROMA — Il ministro dei Lavori Pubblici ha chiesto all'avvo­catura dello Stato di ricorrere contro la sentenza del Tar del Lazio che ha revocato le deroghe a suo tempo concesse dallo stesso ministero al divieto di circolazione del mezzi pesanti nel giorni festivi e prefestivi. Da parte loro le organizzazoinl agricole (Confagricoltura-Confcoltlvatori) chiedono intanto un intervento urgente permettere il trasporto del latte anche nel giorni «proibiti». Per il ministero, il ricorso al Consiglio di

Stato, tramite l'Avvocatura, è una sorta di «atto dovuto», che i Lavori Pubblici compiono anche per evitare un domani eventuali accuse di «omissioni di atti di ufficio*. Da parte degli agricoltori, invece, la preoccupazione è che le deroghe prefettizie concesse in alcuni casi creino una disparità di condizioni tra i vari produttori: là dove i prefetti sono inter­venuti con loro provvedimenti ad autorizzare la circolazione di automezzi pesanti, vietata dai Tar, la raccolta procede regolarmente mentre nelle altre zone resta bloccata. La Con-f agricoltura associa alla richiesta per il latte quelle per altri prodotti deperibili come il pomodoro e l'uva. La Confcoltiva­tori, proponendo da una parte pene più severe per i trasgres­sori e l'introduzione di meccanismi che non consentano agli autotreni di superare certe velocità, chiede comunque misu­re urgenti e sollecita il governo a promuovere un incontro tra produttori e trasportatori per una «comune valutazione».

ribadirlo di fronte alla corte qualora 1 giudici anconetani l'avessero ritenuto opportu­no.

Ma non sarà necessario. Ieri, infatti, Molinari ha cer­cato di rettificare il tiro. Non lo ha fatto in udienza dal momento che il presidente Remori non gllel'ha permes­so trattandosi di fatti non at­tinenti con la vicenda «Peci». Lo ha fatto fori dell'aula. «Non volevo assolutamente dire che Dalla Chiesa ha la­sciato cadere le mie segnala-zionL Anzi, ha fatto 11 possi­bile per approfondire le* In­dagini». Molinari ha anche precisato di avere inviato al generale Dalla Chiesa le «ve­line» in cui si parlava di Sen­zani esclusivamente come sospetto brigatista rosso. Questo perche, ha racconta­to ai giudici, quando «Wil­liam Rosati mi rivelò che Senzani era attivo nelle Br e collaboratore nello stesso tempo del Sismi mi fece giu­rare sotto pena di procedi­mento massonico, che non avrei mai riferito a nessuno questa seconda circostanza*. Rosati, nel frattempo dece­duto, era in quegl'anni (1978) il capozona della P2 in Ligu­ria, in lizza per la carica di preside della facoltà di medi­cina nel capoluogo ligure. Senzani, dando credito al racconto di Molinari, opera­va all'interno della facoltà per sostenere il concorrente del cartello delle sinistre, per cui Rosati avrebbe deciso di «bruciarlo* raccontando al­l'ex vicequestore la sua atti­vità di terrorista e di agente dei servizi segreti.

Molinari Ba cercato in ogni modo di allargare il di­scorso. Ad un certo punto ha persino supplicato II presi­dente dei lasciarlo parlare («glielo chiedo per cortesia*) e, il presidente a sua volta, ad insistere che volerà «fatti

e circostanze attinenenti con ' il processo». «Senzani aveva rapporti con tutti, comanda­va lui al ministero di Grazia e Giustizia»: frasi del genere le ha ripetute più volte nel corso dell'udienza, descri­vendo il capo del fronte del carceri a tinte fosche anche se lo ha definito «un grosso ingegnere del sociale» per la sua attività a favore delle fa­miglie dei detenuti. «Ha fatto più bene lui nel sociale che 500 deputati nel Parlamen­to* ha detto ad un certo mo­mento Molinari. L'Impres­sione è che sull'ex viceque­store di Genova pesi ancora molto il suo passato, a co­minciare dalla sua presenza nella lista di Lido GeUL L'in­teressato sostiene che vi è entrato solo da «infiltrato* per poter svolgere meglio le indagini antiterrorismo e che i suoi guai sono comin­ciati proprio da quando ha cominciato ad occuparsi di Giovanni SenzanL Ieri suo figlio è andato fuori strada nel pressi di Loreto. Fortu­natamente il giovane è rima­sto illeso ma la macchina, una Golf nuova, è andata di­strutta. Era l'auto con cui Molinari era venuto 11 giorno prima da Genova ad Anco­na. L'ex vicequestore di Ge­nova ha denunciato alla ma­gistratura quanto accaduto a suo figlio. Non esclude l'I­potesi di una manomissione ai freni.

ma la ricerca della verità sulla identità di Senzani continua questa mattina verrà infatti sentito il «penti­to* Roberto BuzzatU. I giudi­ci vogliono che chiarisca quanto da lui dichiarato al giudici romani del «Moro ter* su un incontro di Senza­ni* alla stazione di Ancona con un misterioso personag­gio appartenente al servizi segreti.

Franco De Felice

A Greve in Chianti 300 sindaci di centri vitivinicoli

Città con etichetta «Doc»: adesso c'è un'associazione

Dal nostro inviato GREVE IN CHIANTI — «Otta del vino di tutta Italia, unitevi». L'appello, lanciato qualche tempo fa, è stato raccolto da Greve in Chianti, la «capitale* del famosissimo vi­no, che in occasione della mostra del Chianti classico che apre oggi e durerà fino a dome­nica, ha invitato, sotto l'egida dell'Enoteca Italica di Siena, t sindaci dei quasi trecento Comuni italiani dove si produce vino di qua­lità. Le risposte non si sono fatte attendere e sabato. In una sorta di mini-conclave vitivi­nicolo, verrà probabilmente approvato Io statuto delia neonata associazione delle «Cit­tà del vino» che avrà tra t suoi scopi principa­li quello di tutelare l'immagine del vino ita­liano di qualità con la possibilità di fornire autorevoli pareri consultivi anche alle mas­sime autorità vitivinicole.

La mostra del vino Chianti classico apre cosi l battenti della sua diciassettesima edi­zione che è all'Insegna degli «incontri ravvi­cinati». Infatti oltre a quello dei sindaci delle città del vino ci sarà quello con gli operatori economici, ammlnlstntori, rapppresentantl delle organizzazioni professionali e un grup­po di parlamentari della Germania Ovest ma, soprattutto, con 1 rappresentanti dei ri­storatori dell'associazione Internazionale •Ciao Italia» che raccoglie mille ristoranti Italiani in Germania.

Quest'anno alla mostra di Greve in Chian­ti c'è un altro felice Incontro: accanto alle oltre duecento etichette proposte dal Consor­zio del «Gallo nero» (il simbolo che contraddi­stingue Il Chianti classico dagli altri vini e anche dagli «altri» Chianti) ci saranno anche quelle di aziende come Ricasoli e Folonari che non fanno parte del consorzio e sul mer­cati hanno sempre voluto «correre* per conto proprio.

Proprio il Consorzio del «Gallo nero* ha curato, in occasione della mostra di Greve in Chianti, l'approprio con u vlno- N r t grandi capannoni delle ex-cantine SEVA, verranno esposti 1 vini di circa 280 confezionatori. In due sale attigue, poi, verranno organizzate le degustazioni: una per i visitor! che potranno accedervi pagando un biglietto d'ingresso; un'altra per gli operatori economici. . Tre convegni di alto livello faranno da co­rollario ad una miriade di iniziative promos­se in occasione della mostra del Chianti clas­sico. «Lavoriamo per costituire una società per azioni — sostiene 11 sindaco di Greve, Alberto Bencistà — a cui aderiscano soci pubblici e privati In un rapporto che non pe­nalizzi, né burocratizzi una struttura che ha bisogno di essere agile per rispondere davve­ro alle esigenze dell'economia, ma anche del­la cultura, di tutto 11 Chianti classico*.

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Verona Trieste Venezia

Il tempo

LE T E M P E ­RATURE

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Il giudice aretino (liste P2) genero di GeUi

H i l l «Caso Marsifi», nuovo Per il pg illegittima l'ass

BOLOGNA — La sentenza di proscioglimento di alarlo Marsili, genero di GeUL se­condo la Procura generale di Venezia è illegittima.

I giochi, che sembravano definitivamente chiusi con il cc'po di spugna con il quale Il giudice istruttore di Vero­na Mario Senni te aveva can­cellato, relegandoli in archi­vio, gli anomali comporta­menti del magistrato aretino imparentato con il Venerabi­le Maestro, sono stati nuova­mente aperti dal massimo organo giudiziario della re­gione veneta che ha Impu­gnato quella sentenza.

Ora ogni decisione è de­mandata alla sezione istrut­toria della Corte d'Appello.

^percorriamo rapida­mente le varie tappe di que­sta intricata vicenda. Mario Marsili, 45 anni, sposato con una figlia di Gelli, era stato rinviato a giudizio nel gen­naio acorso dal giudice Istruttore, di Bologna Leo­nardo Orassi, su parere pres­soché concorde del sostituto

procuratore Ubero Mancu-ao. Due le accuse rivoltegli: aver minacciato, quando nel •75 era sostituto procuratore ad Arezzo, un funzionarlo del nucleo anUterrorlsmc, il dottor Ennio De Francesco, che stava svolgendo indagini sul terrorismo nero e aver favorito alcuni eversoli di destra non compiendo gU opportuni accertamenti sul­le rivelazioni a lui fatte da Alessandra De BeUis, moglie separata di un noto latitante fascista. Augusto CauchL Tutto, secondo 1 sospetti, per Impedire che -venissero ac­certate le responsabilità del» la P2 nella strage dellltaU-cus ed in altri attentati a li­nee ferroviarie.

Qualche aetttmana prima Marsili si era rivolto alla Cassazione lamentando mancarne di serenità di giu-dizto negli inquirenti emula-nL

Ti? aprile la Suprema Cor­te, presieduta da Corrado Carnevale, gU diede ragione. A suo dire sarebbe esistita a Bologna «una situazione per­turbatrice di ordine oggetti­

vo, suscitata dalla stampa*. Questo «fermento di idee e dì umori* (gU articoli del gior­nali ndr) avrebbe costituito, secondo la Cassazione, «una pressione che è causa di me-nomazione dell'autonomia di pensiero dei giudici».

«Raramente — commento allora l'avvocato Giuseppe Giampaolo — era stato dato di leggere argomenti così in­consistenti*.

Dal canto suo Marsili die­de prova del conto in cui te­neva la libertà di stampa de­nunciando per violazione del segreto istruttorio 1 gtornaU-su de r*«Unità> e del «Carlino» che avevano aempUcemente dato notizia del suo rinvio a giudizio.

ConUdectstoneoetlaCas-tuttl gli atti del pro-

furono Inviati a Vero­na, ma non al Tribunale, co­me sarebbe stato giusto, vi­sto che c'era già una eenten-za istnittoria, ma alla Procu­ra della Repubblica, perché In pratica ripetesse le lndagi-nL

La Procura, comunque, ha sposato le tesi bolognesi. Non cosi, però, U giudice

ri i istruttore che, oltre a pro-adogUere Marsili, ha condito la sua sentenza di prosdogti-mento di pesanti accuse al coUeghl del capoluogo emi­liano. X magistrati erano di­pinti come violatori del dirit­to, che avrebbero agito solo sulla base di pregiudizi, ba­sati suirappartenenza di MarsUl alla P2 e sulla sua parentela con GeUL

Slamo cosi aUlntervento della Procura Generale. La Cassazione avrebbe sbaglia-

vtare gU atti alla Procura. All'epoca della decisione del­la Suprema Corte Cera già una sentenza istruttoria di rinvio a giudizio — quella bolognese—del tutto valida. Lo stesso ovviamente non al può dire per l'analogo atto compiuto dal magistrato ve-

Se la sezione istnittoria della Corte d'Appello di Ve-nesla accoglierà u ricorso della Procura Generate Ma­rio MaraUl sarà processato a Verona.

l ' U n i t à - VITA ITALIANA MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

Ottanta in concerto contro la mafia Un'altra fiaccolata per ricordare Dalla Chiesa

Quattro anni dopo risorge un rischio: «normalizzazione» La tradizionale fiaccolata

ed un grande concerto ricor­dano oggi, a Palermo, anco­ra una volta, la strage di via Carini dove furono uccisi il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emmanue-la Setti Carrara e l'agente Domenico Russo. Quattro anni fa sembrò che l'Italia scoprisse all'improvviso la ferocia e la viltà del delitti di mafia e insieme la gravità del pericolo che il potere ma­fioso rappresentava per l'or­dine democratico. La frase terribile comparsa sul muro di via Carini «Qui è morta la speranza dei siciliani onesti» e la dura accusa del cardina­le Pappalardo verso i gover­nanti «mentre a Roma si par­la Sagunto viene espugnata», rimbalzarono in ogni angolo del Paese.

Nei mesi che seguirono si ebbe una mobilitazione del­l'opinione pubblica naziona­le contro la mafia che non c'era mai stata prima. Una Intera generazione di ragazzi e ragazze diede vita nelle scuole e nelle piazze a mille iniziative che hanno aperto una nuova stagione di movi­menti giovanili. I lavoratori italiani raccolsero l'appello unitario delle tre confedera­zioni sindacali e si riunirono a Palermo in una memorabi­le manifestazione al teatro Politeama. Come già nella fase acuta del terrorismo. 1 magistrati e i poliziotti im­pegnati nelle Indagini e nel processi di mafia avvertiro­no il consenso e la solidarie­tà della gente.

Tutto questo va ricordato, oggi. L'invito a non dimenti­care viene ancora dal Coor­dinamento antimafia — che è espressione diretta della società civile — dai giovani con in testa la Fgcl, da una parte del mondo cattolico, e In una ritrovata unità da Cgll. Cisl, UH. MolU eventi si sono susseguiti in questi an­ni. La lotta antimafia è an­data avanti con difficoltà. certo, alternando succèssi e sconfitte, segnata purtroppo da altri tragici episodi che hanno continuato e conti­nuano a insanguinare le strade della Sicilia. I processi si fanno, e tuttavia c'è aria di «normalizzazione», che è sta­ta denunciata con forza e consapevolezza anche dai giudici istruttori di Palermo.

isogna riflettere a partire da due aspetti attuali della questione-mafia.

Il primo riguarda la natu­ra e la finalità eversiva del sistema di potere mafioso. Le più recenti indagini giu­diziarie, a Roma, Milano. Bo­logna, Palermo, e gli stessi fatti di cronaca mettono allo scoperto la tremenda allean­za tra boss mafiosi, traffi­canti di armi e droga, terro­risti neofascisti, affiliati del­la P2 e della Massoneria, uo­mini e persino dirigenti dei servizi segreti di Stato. Sta venendo alla luce concreta­mente. in relazione a vicende determinate e a personaggi in carne ed ossa, una conver­genza non occasionale di in­teressi economici, finanziari e politici con interessi crimi­nali. sia a livello locale sia a livello nazionale e Interna­zionale. Una convergenza che si espressa più volte con 11 mezzo dell'assassinio e del­la strage, e abitualmente nel­la forma della illegalità. Al­cuni grandi delitti politici che dal 1979 in poi hanno

drammaticamente segnato la storia della Sicilia e del Paese risultano oggi ispirati dal medesimo disegno e at­tuati da alcuni personaggi che si ritrovano alle origini della strage di San Benedet­to Val di Sangro. Anche se la base militare e strategica, e, io credo, gli interessi più consistenti del sistema di po­tere mafioso, stanno In Sici­lia, la questione-mafia è sempre più davvero questio­ne nazionale, perché le radici di questa malapianta si sono avviluppate a quelle delle istituzioni democratiche tendendo a devitalizzarle e a sostituirle.

Il golpe Borghese è lonta­no nel tempo, ma le ragioni ideologiche e pratiche che indussero 11 Principe nero e i suol alleati di allora a chie­dere la collaborazione della mafia per sorreggere l'azio­ne eversiva sembrano ripro­dursi, ai nostri giorni, In ter­mini ben più .complessi e preoccupanti. È impressio­nante, ad esemplo, verificare come nella vicenda Slndona si incrocino nel tempo e nello spazio, all'insegna della vio­lenza e della corruzione, fatti e personaggi dell'alta finan­za e del mondo politico, della mafia e del terrorismo nero, della P2 e della Massoneria, degli immancabili servizi se­greti. Questi fatti non sono stati ancora del tutto chiari­ti, molti del personaggi coin­volti non sono stati toccati e altri, ritenuti pericolosi per il •sistema», non sono più in grado di parlare.

Qui si coglie il secondo aspetto di attualità delia questione-mafia. A mano a mano che l'estensione e la forza del sistema mafioso so­no venute emergendo, che le indagini giudiziarie hanno posto dinanzi agli occhi di tutti elementi di conoscenza, è apparsa evidente la neces­sità di un'azione decisa e coordinata dei pubblici pote­ri. Ed invece è stato delegato di fatto 11 compito di provve-dere-alla magistratura e alla polizia, per di più attaccate duramente anche in sede parlamentare e di governo per pretesi eccessi quando gli accertamenti compiuti e 1 provvedimenti adottati si muovevano in direzione di determinati «santuari» della politica, dell'economia e del­la finanza. Le proposte della commissione parlamentare antimafia ferme per mesi in attesa della discussione in aula, non hanno fatto un passo avanti, eppure non erano proposte di carattere esclusivamente repressivo.

Ancora una volta, come per la P2, sembra prevalere In chi governa, a Roma come a Palermo, la paura di spa­lancare le porte di questi santuari, o talvolta addirit­tura l'esigenza della difesa di ufficio. Queste verità sono amatissime ma vanno dette, e non più soltanto dal giudici impegnati nel processi di mafia. Nessuna democrazia può tollerare a lungo una si­mile degenerazione interna. Col sistema di potere mafio­so non si può convivere limi­tandosi a tagliare nei mo­menti di emergenza alcuni rami secchi o divenuti trop­po Ingombranti per la tenuta stessa dei «sistema». Se sla­mo alle radici della demo­crazia, l'intervento deve es­sere radicale.

Alfredo Galasso

Conferenza stampa dei musicisti che si esibiranno oggi a Palermo - Messaggi di Nilde Jotti e Saveria Antiochia

PALERMO — Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa durante un sopralluogo alla Circonvallazione del capoluogo, dopo uh* strage di mafia

PALERMO — Decine di adesioni, messaggi, telegrammi. La vigilia del 3 settembre è stata intensa, fitta di appuntamenti. Il quarto an­niversario della strage di via Carini dove la mafia uccise 11 prefetto Dalla Chiesa, la mo­glie Emmanuela e l'agente Domenico Russo, sarà caratterizzato dalla novità del grande concerto rock contro 11 silenzio. I dodici gruppi italiani che hanno lanciato l'iniziati­va sono arrivati ieri a Palermo a bordo di due pullman. Ottanta musicisti di dodici gruppi diversi si esibiranno a piazza Politeama a partire dalle 18. Il concerto contro 11 silenzio si interromperà alle 21 per permettere a tutti di partecipare alla fiaccolata, quindi di nuo­vo musica sino a mezzanotte.

«Abbiamo rifiutato qualsiasi etichetta po­litica — ha dichiarato Luisa Parenti, a nome del coordinamento delle «band» — e forse

: proprio per questo le difficoltà organizzative sono state moltissime. Comunque non ci ar­rendiamo. L'idea della carovana musicale che da Palermo risale la Penisola, non è stata abbandonata. Questa prima esperienza ci ha insegnato tante cose».

Anche Cgil, Clsl e UH hanno aderito. «Non si tratta — ha detto Italo Trip!, segretario

provinciale della Cgil — di una commemora­zione rituale. Vogliamo trasformare questa data in un momento di vertenza con 11 Co­mune, con gli Enti che non hanno rispettato gli impegni assunti. Un anno fa, dopo le ucci­sioni al Montana, Cassarà e Antiochia (i due funzionari e l'agente di polizia bruciati dalla mafia, ndr.) sono state fatte promesse precise anche dal presidente del Consiglio Craxi, ma dodici mesi sono passati invano».

Ieri il presidente della Camera Nilde Jotti ha fatto giungere 11 suo messaggio al coordi­namento antimafia di Palermo: «L'esempio e la testimonianza di quanti si sonò impegnati sino al sacrificio della vita a combattere la mafia vivono nella coscienza di tutti i demo­cratici e devono essere ragione di un rinno­vato impegno delle istituzioni tutte».

Una lunga lettera è stata inviata al coordi­namento antimafia anche dalla madre di Roberto Antiochia, l'agente ucciso mentre era di scorta al vice questore Ninni Cassarà. «Ormai è tempo di agire — ha scritto Saverla Antiochia — che cosa si sta aspettando? Ed è un compito che non si può e non si deve dele­gare solo ai governanti, al magistrati, alle forze di polizia».

Dal capoluogo lombardo accuse di fuoco alla politica accentratrice di viale Mazzini

Rai, giornalisti sul piede di guerra contro Roma e le sue prevaricazioni Conferenza stampa dei comitati di redazione di Milano e Torino -Un lungo elenco di espropriazioni, censure, ruoli e spazi negati - In una lettera a Zavoli ribadita la richiesta di un tg nazionale fatto al Nord

MILANO — L'atmosfera è tesa. La saletta della confe­renza stampa è strapiena. La Rai fa sempre notizia, specie quando se ne parla male e ancor più quando a parlarne male sono 1 giornalisti Rai. Stanchi, frustrati, con pochi riconoscimenti della loro

Kófesilonalita, dimenticati un àngolo, essi rialzano la

testa e minacciano la rivòlta: tutti contro Roma, contro la logica asfissiante dell'accen­tramento. La novità è che la protesta si manifesta a Mila­no (lo stato di agitazione era stato dichiarato il 20 maggio scorso), ma trova l'adesione di tutti 1 seicento giornalisti disseminati nelle diciannove sedi regionali e dei vertici sindacali Rai di Roma: ap­parentemente, tutti schierati su una linea e intorno ad una bandiera: quella del decen­tramento.

Ha, precisano i compo­nenti dei comitati di redazio­ne di Milano e di Torino (Giampiero Beltotto, Marino Floramontl, Gilberto Sguiz­zato, Corredino Mineo, Pao­lo Girala), nessuna soluzione di ripiego, nessun contenti­no: •Vogliamo il pieno rico­noscimento della nostra pro­fessionalità. E il primo atto può essere la realizzazione di un telegiornale nazionale a Milano».

L'ufficialità lascia 11 passo alle «confidenze», alle confes­sioni di espropriazioni, di ta­gli, di censure non motiva­tela notizia di Milano o di Torino trattata come merce di pessima qualità, inviati che piombano nel centro senza motivazioni. Io spetta­colo recensito a Roma quat­tro mesi dopo la «prima» di Milano, la fiera del vitello che si guadagna un paio di minuti televisivi dopo una

telefonata di Gava e i quat­tromila cassintegrati e licen­ziati che tornano al Sud can­cellati.

Cose da Rai. Alla lunga l'accusa diventa di «poca cul­tura e sempre meno infor­mazioni». Mamma Rai in­somma si accoda e preferisce la retroguardia nel confronti delle imposizioni politiche, ma anche del network priva­ti. Continua a crescere lo spazio dedicato all'evasione: più musica, più spettacoli, più cinema. E l'informazione che si fa tocca al vari Pippo Baudo e alle varie Eleonora Briglladori: loro fanno infor­mazione, accusano i giorna­listi, senza controlli. «Baudo può inventarsi l'intervista a Fanfani con la scusa di pre­sentare un libro, infrangen­do tutte le regole di compor­tamento, quelle che impon-Sono il rispetto di certi equi-

bri nella presentazione del

leader politici. E magari sot­to elezioni. Baudo ha un po­tere contrattuale enorme. A noi non resta che la cronaca. Nessuna iniziativa. E neppu­re la cronaca viene rispetta­ta.- Una realtà complessa, dinamica, in continua evolu­zione non trova attenzione*. :-Milano appannata, Torino

cancellata, Napoli sbiadita: «Hanno smantellato persino la tradizionale divisione per competenze della produzio­ne: che a Napoli, ad esemplo, si preparassero le commedie di Eduardo ad un eerto pun­to non è andato più bene». Il quadro è fosco. Forse non sorprende. Piuttosto preoc­cupa molto: «per l'informa­zione nostra e per il lavoro del giornalisti*.

Una collega interrompe: «Basterebbe una direzione nazionale intelligente».

Ribattono: «E una questio­ne di strutture, di cultura ra­

dicata tra chi sta accanto al Palazzo, di vicinanza e alta fine di conoscenza e di affini­tà con una realtà tanto im-Bjrtante quanto quella del

ord Italia, che Roma persi­ste nell'ignorare».

Ma senza l'uscita di To-gnoll per chiedere il Tg del mattino a Milano non vi sa­reste mossi? Un pò* di storia prima di tutto,, ad opera di Bruno Ambrosi, Inviato Rai e consigliere regionale eletto nelle liste del PcL II telegior­nale nacque a Milano nel '54. Si continuò con una direzio­ne politica a Roma, che alla fine fagocitò qualsiasi «peri­feria». Tentò due volte Bar­bato di rivalutare la struttu­ra milanese. Ma il progetto, ostacolato da Zatterin, abor­ti. Del Tg a Milano si tornò a parlare in dibattiti culturali e politicifanche In un conve­gno del Pel a Roma nel no­vembre del 1084: figura tra le

Pri polemico con De e Psi: dispute vecchie, provinciali RIMINI — Anche il Pri scende in campo nel­la discussione sulle, questioni televisive. Lo fa con una nota che apparirà oggi sulla «Voce», in polemica con De e Psi, di nuovo alle prese con la disputa sui poteri del direttore genera­le. «La polemica sui rapporti tra consiglio e direzione generale—dice la "Voce"—è fatta in termini vecchi e provinciali. H problema vero è quello di realizzare una autentica au­torità "super partes" capace di rispondere dell'assetto e del funzionamento complessivi del sistema» ci vuole una legge, al più presto, per garantire a Rai e privati chiarezza di re­gole.. tutto rischia, altrimenti di diventare

avventuroso e improbabile» è anche neces­sario procedere finalmente alla nomina del nuovo consiglio™ Ma non si vede perché que­sta impostazione complessiva dei problemi sia cosi ingrata a certe forae_poliUche~».

Ma che ne è della legge? Ieri a Cervia, al festival de, il ministro cava ne parlava nei termini di qualche giorno fa a Rimini: egli ha preparato un testo che spera di sottoporre al Consiglio dei ministri dopo il Taro delia fi­nanziaria; dal testo si trarrà — come è nelle intese — uno stralcio. Ma dei tempi del Par­lamento — ha precisato Gava—non rispon­do.

proposte presentate nel di­battito).

Alla fine è toccato a To-gnoli il compito di rimuove­re le acque, trovando l'accor­do del Pei milanese, del con­siglio regionale, del consiglio provinciale, della Celi regio­nale e della Filis. Ma le ade­sioni, sostengono alcuni giornalisti,-, non sono suffi­cienti. : E qualcuno lancia un'idea: «Perché non dar vita ad un comitato di sostegno con gli intellettuali, con I personaggi, da Musatti, a Badinl, a Pirelli?».

Per il momento ci si ac­contenta di una lunga lette­ra indirizzata a Sergio Zavo­li, presidente Rai, firmata dal comitato di redazione milanese, ma con la piena adesione del torinesi. (A To­rino, inoltre, Diego Novelli e altri tre consiglieri Pei han­no rivolto un'interrogazione al sindaco sulla sorte del centro di produzione).

SI denunciano il degrado dei rapporti tra redazioni pe­riferiche e redazioni romane. Non si vede perché, sostiene la lettera, Milano, capitale dell'editoria giornalistica. non possa ideare e produrre un telegiornale nazionale, settimanali di argomento economico, sindacale, cultu­rale, scientifico e sociale, es­sere inserita in modo organi­co nelle «linee» delle testate che fanno capo a Roma. «Ed invece — commento a mar­gine — non ci hanno neppu­re Interpellato in merito al nuovo e progettato Tg del mattino». ' Se non giungeranno rispo­ste? Scioperi? Agitazioni? Stretto riserbo: «Ma qualche cosa abbiamo in mente. E ci faremo davvero sentire».

:. Oreste PrVette

Chiesto l'annullamento del sequestro dei beni libici

ROMA — L'annullamento della decisione con cui 11 tribunale di Piacenza il 10 luglio scorso dispose il sequestro del beni libici giacenti presso alcune banche italiane è stato chiesto dall'avvocato Edmondo Zappa Costa che tutela gli interessi di Tripoli In Italia. Il legale ha fatto esplicito riferimento ad un episodio che risale al 1984 allorquando — egli afferma — il ministro della giustizia, interpellato su una richiesta di autorizzazione di sequestro di alcune Imbarcazioni libiche da parte di un gruppo di armatori siciliani, non ritenne opportu­no firmare 11 relativo nulla-osta.

Proiettata sui muri di Bologna la storia d'Italia

BOLOGNA — Sulle facciate dei palazzi di piazza Maggiore a Bologna come in un enorme schermo si succederanno le im­magini della storia d'Italia dal 1848 al 1895. L'iniziativa è offerta da Comunicazione Italia Spa che avvalendosi del so­fisticati proiettori Light-Guns mostrerà oggi alle 21,30 come l'Italia si è fatta nazione, come gli umili si sono liberati, le radici della cooperazione e la fondazione della Lega Naziona­le delle Cooperative e Mutue.

Un dipinto del Masolino rubato nel Varesotto

CASTIGLIONE OLONA (Varese) — Un furto è stato scoperto nel museo della Collegiata di Castiglione Olona, centro d'arte a cinque chilometri da Varese. Sono stati rubati dipinti e oggetti sacri per un valore ingente, fra cui due tavolette li­gnee del XV secolo: una è opera di Masolino da Panlcale e raffigura la vergine con il bambino, l'altra, più piccola, è attribuita alla scuola del Beato Angelico e ritrae l'annuncia­zione. Fra gli altri oggetti scomparsi, candelabri, ostensori, pissidi, un crocifisso e patene risalenti anch'esse al XV seco­lo. - . . -

Proteste per la costruzione di un museo repubblichino

TERRANUOVA BRACCIOLINI (Arezzo) — «Unanime sde­gno» è stato espresso dal consiglio comunale di Terranuova Bracciolini (11 consiglieri Pei, 7 De e 2 di «area socialista») contro la nascita dell'Istituto storico - museo sacrario della repubblica sociale italiana ne «Villa MunlcchU a Cicogna. frazione di Terranuova Bracciolini. I venti consiglieri, in un documento unitario, «invitano tutta la popolazione del Val-darno e gli organi competenti dello Stato ad unirsi in un comune impegno per negare il riconoscimento giuridico a questa iniziativa e mettere 1 suoi promotori di fronte alle loro responsabilità storiche, politiche e morali*. La presa di posi­zione segue quella del sindaci di 14 comuni del Valdarno che nei giorni scorsi si erano pronunciati contro la realizzazione del museo, destinato a funzionare, secondo uno del suoi pro­motori, Luciano Bertini (ex ufficiale della repubblica di Sa­lò), anche come centro di studi e di incontri. Sempre secondo Bertini, sarebbero 8.000 gli ufficiali repubblichini ancora vi­venti.

Manda a lavorare il figlio c:';3u.;,Li- al posto suo: arrestati

BAGHERIA — Un autista del Comune di Bagheria (Paler­mo) Antonino Galioto di 49 anni, per dedicarsi alle proprie incombenze private aveva pensato bene di utilizzare il figlio Giuseppe, di ld anni, disoccupato, per guidare l'autobotte municipale assegnatagli. Entrambi sono stati arrestati per truffa in «flagranza di reato*: il figlio al volante del pesante mezzo (adibito al rifornimento idrico), il padre mentre pas­seggiava in piazza.

Dimesso dall'ospedale Armando Cossutta

LA SPEZIA — Armando Cossutta è stato dimesso dall'ospe­dale di Levante, in provincia di La Spezia, dove era stato ricoverato in seguito ad una crisi stenocardiea. Il compagno Cossutta è tornato a Bonassola, dove si trova in vacanza con la famiglia, alle 15 di ieri pomeriggio ed è attualmente assi­stito dalla moglie. «Mio marito sta abbastanza bene», ha detto la signora Cossutta, «ma rimarrà a riposo per tutta la setti­mana per poi tornare a Roma e sottoporsi ad ulteriori accer­tamenti». Armando Cossutta, che l'altro ieri ha compiuto 60 anni, riprenderà la sua attività alla fine del mese di settem­bre.

Il par t i to

Maiifestazioai

OGOfcL. tU Ti |»*4;W. Veltroni.

A. Lodi,

Giunta «paritaria»

Ceriate (Savona):

un governo Pci-Dc

GENOVA — Cariale, una im­portante cittadina del Ponen­te savonese, sarà amministra­ta da una giunta De/PcL Sin­daco il democristiano Cario Vasca, vice Antonio Scfenine, indipendente eletto nella Usta comunista, paritario il nome ri ed il pesa degli «accorati. «E tuia giunta di programma, che elenca le «eoe da fare e fan* pegna i firmatari dell'accordo a realizzarle- dicano in rm co­municato confronto democri­stiani e comunisti. L'accordo, «he dovrà tradursi in concreto alla imminente seduta del consiglio comunale, è stato ac­colto con sollievo e attesa dalla cittadinanza. Dalle elezioni, tn pratica, la cittadina non era governata. Dopa che orano ca­late sto la MIMI** di cesti*

«niella di una ctonia •*»*• cj/fd» si profilava U pericolo

e di nuove elezioni.

Sì a giunte col Pei

Gava: per Napoli elezioni

anticipate CERVIA — La rinatone nel comune di Napoli, le giunte •anomale» che vedono insie-me Pei e De; sono alami degli argomenti che ieri II ministro dette Poste e teJeconmnkaxro» ni Antonio Gora ha affronta­to aHa Fetta deiramieizto di Cervia in una improvvisata conferenza stampa prima di un dibattito su «tecnotogia e comunicazioni-. «A Nai ha detto Gava — la migliore sohutone, a mio avviso, éH ri» corso alle elezioni anticipate*»

atmVrenttntegtariui «tome Pel e De, Ca­

rila eottaso in nude n» la ritiene «del

tatto improbabile». Le allear» so nato negli aitimi tempi tra comonhti e democristiani in alami commi pesantemente criticate da Fettoni, vengono invoce commentate da Gara con una battuta: «Se gli altri

a tatto campo sarà pure togHUino che la Oc si per»

Dal nostro inviato LAMEZIA TERME — Nel cuore della notte, mentre i consiglieri si apprestano a votare gli otto assessori della nuova giunta di Lamezia con 11 sindaco Materazzo già eletto da De, Pel, Psdi e Pri, l'annuncio dell'opposizione del Psi arriva Improvviso. E Inaspettato il colpo di scena. Mezzanotte è passata da un pezzo quando li commissario della De Fiorita fa chiedere al suol un rinvio del lavori. Ufficialmente per cercare un ultimo tentativo verso il Psi per inserirlo nella nuova maggioranza che governerà Lamezia. Ma Indetcrezionl Interne allo scudo crociato rivelano che rimprowiso stop arriva dopo una telefo­nata dall'alto che frena I de­mocristiani locali, in ogni caso la giunta non viene elet­ta. Se ne riparlerà sabato se­ra quando si riunirà nuova­mente il consiglio comunale. Ma già da oggi i partiti tor­neranno ad Incontrarsi, I quattro deU'ficcordo più Psi ePW.

La complessa vicenda po­litica di Lamezia Terme si è In ogni caso ingarbugliata e complicata proprio sulla di­rittura d'arrivo quando sem­brava cosa fatta la nuova giunta a quattro eoa demo­cristiani, comunisti, repub­blicani • socialdemocratici. L'interrogati vo è

Improvviso stop all'elezione della giunta

Lamezia, si • ^ > i eletto poi 9 dietrofront de

L'accordo tra Pei, Psdi, Pri. De ave?a portato alPeterione del primo cittadino - Il ripensantento dopo una telefonata da Roma?

derà dopo il rinvio di lunedi notte: che giunta si farà? En­treranno i socialisti? Si man­terrà raccordo a quattro? n rinvio a sabato — questo è un dato —non è stato votato dal Pei che si è espresso con­tro ma da De e Psi ed appare quantomeno incauto fare a questo punto previsioni su quel che accadrà.

n fatto nuovo è arrivato, conio detto, dopo l'elezione del sindaco, il de Materasso. Si paT-a di una telefonato nel cuore della notte dello stesso leader andreottiano calabre­se, l'ori. Carmelo Puija, che impone ai commissario tic, Fiorita, una pausa, fórse per contrasti sui nomi, più pro­babilmente per paura di un isolamento nel partito vista la dichiarata opposizione al­l'operazione Lamella del ca­

po della segreteria politica di De Mita, MisasL Ma sono vo­ci incontrollate. Non resta cosi che affidarsi alle prese di posizione ufficiali e la De ma dice — lo fa 11 segretario provinciale Cimino — che raccordo fra I quattro resta integro anche se occorre fare di tutto per recuperare i so­cialisti. I comunisti rilevano come la situaslone si sta complicata: «nessuno di noi — dice Baso Cleonte, segre» tarto della federazione — ha mai pensato di escludere 11 Psi che si è In verità mosso fuori da solo, mentre n Pst lametino ha lavorato per escludere il Pei. Ma d west chiarezza ed è in ogni caso un fatto salii marninto ne­gativo che pressioni esterne al consiglio abbiano impedi­to una libera

deirassembiea elettiva di Lamezia Si vuole insomma una soluzione che sta svinco-tota dalle vecchie logiche del paura tir eh* tanto male han­no fatto a questa città», Cl­eonte aggiunge che Hot* prowiso rinvio conferma tatto sommato «recceztona-Utà del caso Lamezia, lo sta­to incredibile dei partiti, del­le istituzioni, la gravità della questione morale, che ave-vano portato all'accordo fra De e Pel». Una città pratica­mente mal governata (negli ultimi tempi t sindaci e 1 commissari prefettizi), in ba­lia della mafia (M omicidi Impuniti), gli accordi di po­tere fra spezzoni di De e Psi In cnt a góttre gn affari pub-btici sono stati senio leggo massoniche e patti segreti. Da qui è parino lo storio per dare a Inrirrtii un'ammini­

strazione che superasse ogni schieramento tradizionale e dal quale il Psi lametino — dilaniato da furibonde falde interne, con accuse incredi­bili, che a giugno avevano portato all'esclusione dalla listo del candidati di 5 consi­glieri uscenti — s'è tratto fuori. Una situazione in so­stanza eccezionale e di de-grado alla quale si è risposto in modo eccezionale. Co­stantino FUtante, deputato e consigliere comunale del Pei, snocciola le cifre di que­sto degrado: 104 sezioni di scuola materna alloggiate in sottoscala; il dilagare dell'a­busivismo (l'edilizia è cre­sciuta in 15 anni del 300 per cento mentre la popolazione cresceva del 20 per cento); 70 mila abitanti serviti di acqua potabile solo fino alle 11; tut­ti i servizi comunali appalta­ti a privati; spinte municipa­listiche fra i tre comuni che diedero vita a Lamezia—in­castro, 8ambiasr e Sant'Eu­femia — mai sopite. L'accor­do a quattro—bisognerà ve­dere che sorte subirà dopo l'Inatteso stop di martedì — ha puntato con un program­ma dettagliatissimo a porre mano a questa drammatica emergenza di Lamezia det­tando soprattutto - regole nuove In tema di appalti, no­mine e questione morale. .

Filippo Vdltli

1 cornpafni «Iella » • tenone del Pei partecipano conwnoan^ dolore del-la caraLaura per la morte del padre

M1CHEUE PIANTA irrita»-

g ttlUOStUs'aa

.Mauro «Al le awiéiietiiim »

Renaio e Maddalena i del loro con-

•UCCAftUttOTTARELLO penembre ^

addolorato

ELENA AMMANO vedova Benino. Funerali gioeedi 4 attuinole ore S.15 dtlllstituto di nuditi»», leana*. via CMabrer* 37. Torino. 3 «età-more IMO

É morta U. ELENA ARMANO

1 conrunitti della 1» anione comuni-anv, eddulurati per la ma «compara farcita e demontica, iniziata ai

della Reùteua. In sua me-perrVfttU.

Nella ricorretta del 11- della i parsa della tontpafna

EMILIA REBAGLIATI 0 fratello, la cognata, la nipote Ma­rnacela. O nipote Antonio e famifUa

ricordarla con immutato nffeno Mi 30O000 lire per

Savona, 3 «eneinbie Ito*

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MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l'Unità - DAL MONDO

SICUREZZA E DISARMO

I Ps europei ricercano una piattaforma comune Riuniti a Francoforte i socialisti della Cee - La Spd crede in una intesa della sinistra - I punti di accordo e di disaccordo - Le posizioni di francesi e italiani

Dal nostro Inviato FRANCOFORTE — Una piattaforma comune di tutta la sinistra europea sul disar­mo e la sicurezza? L'obietti-^ vo non appare dietro Tango-* lo, tenuto conto delle diffe­renze e del contrasti che an­cora esistono non solo tra le forze diverse della sinistra, ma nel seno stesso della «fa­miglia» socialista. Eppure la Spd ritiene che ci si possa ar­rivare, e relativamente pre­sto. Entro la fine dell'87, al­meno 1 partiti socialisti euro-pel, quelli della Cee e quelli dellaNato, potrebbero elabo­rare un «comune concetto della sicurezza» in Europa cui adeguare le proprie poli­tiche e, soprattutto, cui ispi­rare una iniziativa colletti­va.

È quanto ha sostenuto Egon Bahr, esperto di politi­ca della sicurezza per la Spd, In una riunione del gruppo socialista al Parlamento eu­ropeo che si tiene In questi giorni a Francoforte. In un certo senso, Bahr, esponendo il documento sulla politica della sicurezza approvato la settimana scorsa dal con­gresso della Spd, doveva convincere 1 socialisti dell'a­rea «latina», ostili (soprattut­to francesi e italiani) al «ra­dicalismo» dei partiti del centro e del nord Europa, sulla giustezza e sulla prati­cabilità della «linea tedesca».

Ci è riuscito? Su alcuni punti un avvicinamento c'è stato, mentre restano divi­sioni, anche profonde, su al­tre questioni. Ma l'impres­sione generale che si è avuta a Francoforte è che la situa­zione, all'interno della «fa­miglia socialista» sia In mo­vimento.

Con 1 francesi — ha ricor­dato Bahr — la Spd ha lavo­rato tre anni (con un'apposi­ta commissione mista) per avvicinare le posizioni, e qualche risultato si è visto. Anche con gli italiani un cer­to disgelo c'è stato. Mario Di-dò, l'unico socialista italiano che ha partecipato alla di­scussione sul disarmo e sicu­rezza a Francoforte, sostiene che le posizioni tra 1 due par* titl sono oggi meno lontane, pur se ne attribuisce il meri­to al maggior «realismo che dimostrerebbe la Spd, co­minciando a «tener conto de­gli aspetti militari della sicu­rezza».

Vediamo dunque le con­vergenze e le divergenze emerse a Francoforte, tenen­do conto che quella del grup­po parlamentare europeo non e l'unica sede in cui si discuta di piattaforma co­mune. Sforzi, sempre pro­mossi dalla Spd e dal parittl nordici, si sono fatti nell'In­ternazionale socialista (in particolare nella commissio­ne disarmo presieduta dal finlandese Mauno Kolvisto) e più ancora nel gruppo del partiti socialisti della Nato che ha tenuto due riunioni particolarmente significati­ve, a Lisbona nell'64 e a Bonn l'anno scorso, e ne ter­rà una terza a Oslo la prossi­ma settimana.

Accordo c'è, secondo quanto ha riferito ai giorna­listi Rudi Arndt, esponente Spd e presidente del gruppo ai Parlamento europeo, sulla necessità di eliminare dal­l'Europa le armi nucleari tattiche; sul mantenimento del trattati esistenti; sulla ri­nuncia a partecipare alla Sdì; sulla non installazione di armi chimiche; sulla ridu­zione degli armamenti con­venzionali; e soprattutto su un concetto di sicurezza reci­proca che sfoci nella creazio­ne di un «sistema di sicurez­za collettivo» composto dagli Stati del due blocchi e da neutrali e non allineati.

I contrasti non risolti, pe­rò, toccano un punto assai profondo. TJ concetto di «si­curezza reciproca» implica o no la rinuncia, almeno In prospettiva, alla dottrina della dissuasione nucleare? I socialisti francesi, come è noto, difendono la force de frappe e questo ha costituito, finora, la difficoltà maggio­re. di fronte alla rigida pre­giudiziale antinucleare del partiti nordici. Proprio In questo campo, però, si segna­lerebbero le novità più inte­ressanti. Dai lavori del grup­po franco-tedesco è emerso lo schema di un compromes­so In base al quale 1 francesi accetterebbero una limitata europelzzazione del loro ar­senale nucleare, che farebbe cos. da •ombrello» anche alla Germania (e sostituirebbe la funzione ineliminabile at­tualmente svolta dalle forze nucleari americane nel qua­dro della «risposta flessibi­le»). Dall'altro lato, 1 partiti nordici accetterebbero un temporaneo mantenimento della deterrenza nucleare. Un cenno di flessibilità In questo senso era contenuto nel discorso che il rappresen­tante olandese Wlm Kok ha pronunciato «torni fa al con­gresso della spd.

Egon Bahr

Siamo, comunque, solo ai prodromi di un difficile dia­logo: 11 contrasto resta, e non è da poco. Proprio questo, però, rende più interessante la novità che la Spd ha Intro­dotto con il congresso di No­rimberga nella linea che, an­che dal punto di vista milita­re, dovrebbe sostenere Tipo-

Rudi Arndt

tesi del sistema di sicurezza collettivo: la trasformazione, reciprocamente negoziata, delle forze delle due alleanze in Europa in senso «struttu­ralmente inadatto all'attac­co». Durante il congressosi è abbondantemente Insistito sul significato di questa pro­posta (nonché sulle resisten­

ze che essa è destinata aln-contrare presso l'attuale am­ministrazione Usa e anche presso alcuni governi euro-pel che hanno imboccato la strada della «riforma stri­sciante» In senso offensivo della dottrina militare Nato), ma Francoforte à stata la prima occasione In cui essa è stata discussa fuori dal par­tito socialdemocratico tede­sco. Con reazioni — va detto — significative anche tra 1 rappresentanti del partiti più lontani dalle posizioni della Spd. Didò, per esemplo, ha affermato, a nome del Psl, di trovarla «Interessan­te» e «da discutere».

Il nuovo concetto intro­dotto dalla Spd non sarà, forse, la chiave che apre tut­te le porte e cancella tutte le divisioni, ma si presenta co­me uno del «contenuti possi­bili» di quella piattaforma comune sul disarmo e la si­curezza la cui costruzione è problema non solo del partiti socialisti, ma di tutta la sini­stra europea.

" Paolo Soldini

GUERRA DEL GOLFO

Gli iraniani occupano una base radar irakena L'improvviso attacco all'alba, nelle acque dello Shatt el Arab « È la seconda operazione offensiva nel giro di appena 48 ore

KUWAIT — Il fronte tra Iran e Irak è in movimento, si colgono insistenti segnali sul-l'approssimarsi della preannunciata «offen­siva finale» da parte delle forze di Teheran. Dopo aver lanciato lunedi l'operazione «Ker-bela 2» sul fronte settentrionale del Kurdi­stan, Ieri gli iraniani hanno sferrato un at­tacco navale, denominato «Kerbela 3», contro una importante postazione radar irakena nell'estremo sud, nelle acque dello Shatt el Arab. Anche In questa occasione il comando di Teheran annuncia la «vittoriosa conclu­sione» dell'attacco, mentre le fonti irakene — contrariamente al solito — si mantengono piuttosto prudenti. -

La base attaccata è l'isola di Al-Ummaya, una trentina di chilometri al largo del porto di Faw (già occupato dagli iraniani da qual­che mese). Un tempo piattaforma petrolife­ra, l'isola era stata abbandonata come tale all'inizio della guerra ma era stata occupata poi dal militari che vi avevano installato una sofisticata stazione radar, importante per il controllo e la guida delle Incursioni dell'a­

viazione di Baghdad contro obiettivi in Iran e soprattutto contro le installazioni petroli­fere nemiche. Secondo Teheran, l'isola è sta­ta occupata «di slancio» all'alba di ieri dopo un attacco delle forze navali; una fregata ira-. kena sarebbe stata affondata e un aereo ab­battuto. Contemporaneamente è stato pe­santemente bombardato il porto Irakeno di Qasr, di fronte alla penisola di Faw sopra citata. Baghdad ha ammesso l'attacco, defi­nendo tuttavia quello di Al Ummaya un «ter­minale abbandonato» e affermando che l'a­zione iraniana è un «tentativo di propaganda flagrante, votato al fallimento».

L'occupazione della base è indubbiamente un successo di importanza immediata, giac­ché — come ha sottolineato l'agenzia di Te­heran, Ima — dà agli Iraniani «la sicurezza aerea e marittima nel settore settentrionale del Golfo» rendendo più difficili i rald irake­ni. Al tempo stesso, il rapido susseguirsi di operazioni d'attacco sia al nord che all'estre­mo sud degli oltre mille chilometri di fronte tra 1 due belligeranti costituisce una evidente conferma dei preparativi offensivi del co­mando di Teheran.

URSS

«L'arresto diDaniloff non è una ritorsione» MOSCA — Il portavoce del ministero degli Esteri sovie­tico. Ghennadl Onerassi-mov, ha smentito ieri che l'arresto del giornalista americano Nicholas Dani-loff rappresenti una ritorsio­ne per quello, avvenuto a

New York il 23 agosto scorso. di Ghennadl Zakharov, un funzionario sovietico delle Nazioni Unite. Si tratta, ha detto, di un «caso separato».

Gherasslmov, che è stato sollecitato a discutere il caso dai giornalisti occidentali al termine di una conferenza stampa sulle verifiche dei test nucleari, ha definito la vicenda Danlloff «spiacevo­le». A suo avviso il corrispon­dente di «Us News and World Report» è stato colto «con le mani nel sacco» mentre rice­veva un pacco contenente documenti segreti, in un «luogo fuori mano» dove «era andato di propria volontà». Ad ogni modo ha aggiunto che a decidere sulla colpevo­lezza o l'innocenza di Danl­loff sarà la magistratura cui il caso verrà affidato al ter-

COLOMBIA

mine delle indagini degli in­vestigatori. Gherasslmov ha concluso osservando che l'e­pisodio «non dovrebbe inci­dere» sui rapporti Urss-Usa, e ha ribadito che da parte so­vietica prosegue la ricerca di un miglioramento delle rela­zioni.

A Mosca è intanto giunto il proprietario e direttore del settimanale «Us News and World Report» per cui Danl­loff lavora, Mortiroer Zu-ckerman. Zuckerroan ha In­contrato Nicholas Danlloff In carcere. All'uscita ha det­to ai giornalisti: «Ho dichia­rato ai funzionari della pri­gione che vorrei portare Da­nlloff con me quando giovedì ripartirò. Mi è stato risposto che probabilmente partirà con un altro aereo. Spero che questo significhi che sarà ri­lasciato presto».

Brevi

LIBANO Positivi risultati della prima riunione del governo dopo nove mesi

Beirut, torna la speranza Tregua e avvio del dialogo fra cristiani e musulmani

Proclamato un cessate il fuoco immediato e generale, venerdì nuova riunione per gettare le basi di un «accordo nazionale»

BEIRUT —• Ferree misure di sicurezza per la riunione del go­verno. La foto mostra uno dei tiratori scelti che hanno tenuto sotto controllo l'ippodromo dove i ministri erano riuniti

BEIRUT — Quel che sem­brava irrealizzabile è invece avvenuto: dopo nove mesi di dura contrapposizione, an­che con le armi, 1 «signori della guerra» cristiani e mu­sulmani si sono riuniti sulla «linea verde» che divide in due la capitale libanese — protetti da un mastodontico apparato di sicurezza — ed hanno gettato le basi per un dialogo di riconciliazione, proclamando «un cessate 11 fuoco immediato, generale e stabile» che renda possibile 11 raggiungimento di «una pa­ce definitiva su tutto 11 terri­torio del Libano». Un annun­cio in questi termini è stato dato dal primo ministro (musulmano) Rashid Kara-meh al termine della riunio­ne del governo, la prima ap­punto da nove mesi a questa parte, che in tre ore ha supe­rato il muro della incomuni­cabilità fra ministri cristiani e musulmani. Karameh ha

USA-LIBIA

Ora Walters rinuncia a sollecitare sanzioni

Deludente per l'inviato di Reagan anche la tappa di ieri a Bru­xelles - Tindemans ribadisce il no belga a misure economiche

BRUXELLES — La missione europea del­l'inviato di Reagan, Vernon Walters, si sta svolgendo decisamente in tono minore: dopo Madrid, anche a Bruxelles egli ha riscontra­to ostilità verso l'imposizione di nuove san­zioni contro la Libia e ancora più verso la prospettiva di azioni militari; ed anzi, con quella che non può che essere considerata una marcia indietro (alla luce delle indiscre­zioni della vigilia), ha rinunciato a chiedere esplicitamente ai governi alleati l'adozione di misure concrete. In una intervista alla ra­diotelevisione belga Rtbf (suo unico contatto con la stampa a Bruxelles) Walters ha detto infatti che non intende sollecitare ai governi europei misure antiliblche: «Ho dato al mini­stro Tindemans le nostre informazioni, ho ascoltato il punto di vista belga e ne riferirò al presidente Reagan». D punto di vista belga non è molto diverso da quello spagnolo. Il ministro degli Esteri, Tindemans, ha detto che Walters gli ha esposti 1 «segnali» secondo cui gii Usa ritengono che Gheddafi stia pre­parando nuove azioni terroristiche (ma già a Madrid gli «Indizi» portati da Walters erano

stati giudicati «insufficienti») ed ha aggiunto di aver ricavato l'impressione che «per il mo­mento non si parli» di un attacco alla Libia; lo stesso Tindemans ha ribadito l'opposizio­ne del Belgio alla messa in atto di sanzioni economiche, poiché l'atteggiamento del Pae­si della Cee verso la Libia va definito «nella eornlce della cooperazione politica». In pro­posito, a fine settimana ci sarà a Bruxelles una riunione del ministri degli Esteri della Comunità.

Successivamente Walters ha incontrato 11 vicesegretario generale della Nato, l'Italiano Marcello Guidi (essendo assente lord Carrin-gton). Non c'è stata alcuna dichiarazione, un portavoce si è limitato ad affermare che «so­no stati affrontati temi di interesse comune, fra cui la lotta al terrorismo in tutto il mon­do». Poi Walters è partito per Parigi, anche se non se ne è data notizia per ragioni di sicu­rezza.

In definitiva, sembra che Reagan si veda costretto a rivedere la sua linea; e il «Wall Street Journal» parla infatti di un nuovo pia­no per combattere Gheddafi incoraggiando 1 suol oppositori interni.

M.O.

Shultz al vertice Mubarak-

Peres? AMMAN — Il vicesegretario di Stato americano Richard Murphy è Impegnato In una missione di sondaggio In Medio oriente, che lo ha por­tato lunedì a Tel Aviv e Ieri ad Amman e che proseguirà oggi o domani in Egitto. Sco­

po essenziale della missione è non solo di verificare la di­sponibilità di Giordania ed Egitto a rilanciare il proces­so di pace con Israele, ma anche di sondare la possibili­tà di un viaggio nella regione dello stesso segretario di Stato Shultz ed in particola­re di una sua eventuale par­tecipazione al prossimo ver­tice fra il presidente egiziano Mubarak e il primo ministro israeliano Peres.

Come si sa, il vertice do­vrebbe svolgersi il 10 o N I settembre ad Alessandria d'Egitto (anche se data e luo­go non sono ancora stati an­nunciati ufficialmente). A premere per una partecipa­zione di Shultz è l'israeliano Pero, ed è evidente perché: la sua presenza suonerebbe come un rilancio di quella

concertazione triangolare su cui si fondava la politica di Camp David. Proprio per questo sembra che Mubarak sia tutt'altro che entusiasta dell'idea; ed è questa la ra­gione per cui Shultz, prima di prendere una decisione, ha mandato Murphy in avanscoperta.

L'inviato Usa ha avuto lu­nedi sera un incontro di oltre un'ora e mezzo con Peres al termine del quale non ha vo­luto rilasciare dichiarazioni, precisando solo che resterà nella regione «alcuni giorni»; Ieri mattina si è trasferito ad Amman dove si è incontrato con 11 primo ministro Zeld Rifai ed è poi stato ricevuto da re Hussein. È interessante ricordare che nei giorni scor­si era stato ad Amman 11 vi-cerolnistro sovietico degli Esteri Vorontsov.

Assassinati in 48 ore 2 deputati di sinistra

BOGOTÀ — n precario pre­cesso di pace avviato nel paese grazie agli accordi tra Il governo e la guerriglia ri­schia ormai di naufragare definitivamente, sotto I colpi di mitra di un'estrema de­stra troppo tollerata e pro­tetta da settori Importanti delle forze armate. La ten­sione nella capitale è nuova­mente molto alta dopo che gli «squadroni della morte» hanno assassinato l'altro Ieri 11 senatore Pedro Jimenez Obando, dell'Unione patriot­tica (Up) un partito di recen­te costituzione In cui sono raggruppati gli ex guerri­glieri delle Fare, comunisti e altri gruppi di sinistra. Jime­nez Cibando è U secondo par­lamentare della sinistra uc­ciso nelle ultime 48 ore (Il primo era Leonardo Posada

Pedraza), e il venticinquesi­mo dirigente della «Up» as­sassinato nelle ultime due settimane.

L'attentato di cui £ stato vittima 11 senatore Jimenez Obando, amico personale del presidente Virgilio Barco Vargas, è avvenuto a Volla-vicenclo. In quello stesso momento, nella capitale, 1 dirigenti della «Up» erano riuniti con il ministro degli Interni, Fernando Cepeda TJlloa, per esaminare proprio I meccanismi di difesa dal gruppi paramilitari di estre­ma destra. L'ex candidato presidenziale dello schiera­mento di sinistra, Jaime Parco LeaL ha accusato Ieri del recenti crimini gli «Squa­droni delia morte» protetti da alcuni settori del servizi segreti dello Stato e appog­giati da civili dell'estrema destra.

Colloqui Usa-Urss «uT Afghanistan MOSCA — la quatti»»» afghana* afeantro di un iimasut abitalo lari • " sa ira una duUmaiora W W I M ad una americana. napanfraumija guV

òs Yìa*i AMksayav # Arnold Raphael. Llnconflro riarare nel < $huttz~Scsvsronadzs.

Rivista d'opposizione sequestrata in Cile SANTIAGO — U rivista «Aneiiiai. accusata H vici— te !____ _^_ sicurezza dato Stato, a stata aoapass par tra numeri. I (franerà Juan Paolo Cardanaa are stato Morato pochi sferra te • di i

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Prossimo incontro Thatcher-Lutfi LONDRA — I primo irànisvo agajano Ai LntR andrà a Londre le piOMÌH» par incorili aia i prsrmar Uitanmco

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Destituito generale argentino BUENOS AHES S rnMseo data Difesa argentino IMsUu masso in congedo santa usawiau i comandano» daia di Rosario, oso» ala Eduardo Generi.

Rabat chiederà H visto agii arabi? RABAT — • governo rnaracctvtìo ihiende oNedoro S visrtstori cria provangano da Lontanacele ^ "

N sindaco di Pechino a Mosca MOSCA ^ Uria ostsoexiBno dal aGovarno popolani et sinoscadaUCttUCnsnsSf^.SstaaricawifuaMoai 0*PmiiiQcOmHmtomomiavn9m*e*m.l*i1lm1eco* di una

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BELGIO

Piduista non sarà portavoce

del governo BRUXEU.ES — Hans De Belder, 11 diplomatico belga LI cui nome figura negli elen­chi degù iscritti alla loggia P2, non sarà, almeno per ora, 11 portavoce del ministero degU Esteri <*-< Bruxelles. È stato lo stesso De Belder a chiedere un rinvio «sine die» in attesa che si chiarisca la sua posizione. La nomina è stata sospesa. Per l'esame del suo caso U governo belga ha chiesto Informazioni e documenti alla Commissio­ne parlamentare d'inchiesta italiana sulla P2. Proprio Ieri U quotidiano «Drapeau rott-ge», organo del Pe belga, che

Sprinto rivelò lo scandalo, pubblicato il contenuto di

set tìecumenu relativi «ile qvsot* pagate da De Belder per iscriversi «IDI loggia nel 1978 e 1877.

SUDAFRICA

Proteste per i l religioso torturato

PRETORIA — n ministro sudafricano per la Legge e l'Ordine, Luis Le Grange, ha dichiarato alla Corte Supre­ma di Pretoria che U segreta­rio della Conferenza sudafri­cana del vescovi cattolici, Smangallso Mkatshwa, in­segnava al giovani neri come fabbricare molotov. Questi ha replicato, dalla prigione dove è detenuto, che le accu­se sono •assurde, ridicole, diffamatorie e vili». La Con­ferenza del vescovi ha chie­sto che la prigionia del reli-gtoso sia dichiarata Illegale se U tribunale confermerà che padre Mkatshwa e stato torturato. Intanto dopo U Papa, Ieri hanno indirizzato lettere di protesta a Botha U primate cattolico inglese e I presidenti delle Conferense episcopali Usa, canadese,

anche aggiunto che una nuova riunione si terrà ve­nerdì — sempre nell'Ippo­dromo di Beirut, che si trova praticamente a cavallo della linea di demarcazione — per discutere «I fondamenti di un nuovo patto (fra le diver­se confessioni, ndr) e gU strumenti che permettano al governo di riassumere U controllo delle installazioni pubbliche e del porti, attual­mente nelle mani di varie milizie».

È un risultato che va deci­samente al di là delle aspet­tative della vigilia, anche se l'esperienza di questi undici anni di guerra induce a con­siderarlo con una certa cau­tela. È la quarta volta, nel so­li ultimi tre anni, che le con­trapposte parti libanesi ten­tano di mettere fine alla guerra civile; questa volta tuttavia l'elemento di novità risiede nel fatto che è la pri­ma volta che 1 libanesi trat­

tano autonomamente, senza «mediatori» esterni, e sul loro territorio (l precedenti tenta­tivi ebbero luogo a Ginevra nell'ottobre 1983, a Losanna nel marzo 1984 e a Damasco nel dicembre scorso).

«È stato discusso — ha detto Karameh — un plano di accordo nazionale. Abbia­mo anche deciso di riorga­nizzare l'esercito libanese In modo che possa servire tutti 1 libanesi senza distinzioni religiose. È stato discusse un plano per la liberazione del sud del Libano dall'occupa­zione israeliana (ma nel sud ieri si sono rinnovati gli at­tacchi contro postazioni di "caschi blu" dell'Onu) e per la messa in pratica delle riso­luzioni dell'Onu».

Oggi si riunirà a Beirut-est il vertice del leader cri­stiani per valutare l'accordo raggiunto. Radio Damasco ha salutato l'intesa con en­tusiasmo, garantendo l'ap­poggio della Siria.

MUNICIPIO DI POZZUOLI PROVINCIA DI NAPOLI

Licitazione privata per il servizio trasporti alunni per l'anno scolastico 1986/87

A norma dell'art. 7 della legge n. 14 del 2 .2 .1973 . cosi come sostituito dall'art. 7 della legge 6 8 7 dell'B. 10.84. Avvisa che questo Comune dovrà indira licitazione privata per l'appalto del servizio trasporti alunni per l'anno scola­stico 1 9 8 6 / 8 7 , per corse urbane dì andata e ritorno ed extraurbane, per gli importi rispettivi a base dì appalto di U è 1 .103 .272 .500 e Lire 1 .164 .762 .500 . La licitazione avverrà secondo le modalità previste dal­l'art. 1 L A della legge 2 . 2 . 1 9 7 3 n. 14. Le ditte interessate dovranno far pervenire a questa Am­ministrazione comunale (tramite la segreteria generale) eventuale richiesta in bollo nel termine di giorni 10 dalla pubblicazione del presente avviso sul bollettino ufficiala delia Regione Campania nell'intesa che ciascuna delle concorrenti potrà aggrudtearsi un solo lotto. Pozzuoli. 14 agosto 1986

IL SINDACO: dr. Antonio CiariegUo

MUNICIPIO DI POZZUOLI PROVINCIA DI NAPOLI

Oggetto: livori di recupero n. 3 lotti rione Terra

Questa Airwiinisuazione devo indéosi^^ Sta fissate dar art 1 tot*, a) detta legge 2.2.1973 n. 14 (senza prefissano di Imita di ribasso) • con i metodo di cui alla tetterà e) dola legge 23.S.1924 n. 827 e successive modifìcaziont e con 1 procedvnento di cui sTart. 76 de*» stesse legge 827/84 par r appalto dei lavori di recupero edSz» dei sottokKfcati corpi di fabbrica del rione Terra par gi importi a baso di apparto appresso JOsJClfìCJTs"

11 lotto A Lire 811.855.209 2) lotto 8 Uro 444.054.400 3) lotto C Lire 482.488.400

Le Impresa interessate dovranno far pervenire atta segretaria del Comune di Pozzuoi domanda di partecipazione in competente bolo per ciascun lotto entro e non ottre 10 giorni dato purjb&eazio-ne Osi presente 'avviso sul BoSattino atti ufficiai dato Regione Campania. Per la partecipazione al presente apparto le imprese concorrenti dovranno essere iscritte aTANC per la categoria 2 e per l'importo di rsuittone almeno pari a guaio posto a base d'asta. Sono ammesso a partectpara al presente appalto anche imprese riunite o che dichiarino di volersi riunire nonché consorzi di coope­rative regolati data legge 25.6.1909 n. 422 a successive modrlt-cazioni ed integrazioni purché ciascuna delle stessa sia iscritta aJTAnc per la categorie corrispondente e per almeno un quinto daTimporto a basa di apparto ed in ogni caso la somma degfi importi per i quei sono iscritte deve essere almeno pari st'importo dei lavori da appartare, ai sansi di quanto previsto dato legge S84/1977. __ _ L'AmiTWMD'Aziono si riserva di affidare al*appaltatore lavori og* giuntivi ai sensi, con le modafta ed ale condtioni di cui erari. 12 dato legge n. 1 del 3.1.1978. Le istanze di pertecipaz'one non vincolano rAnwninisu azione. Poz-zuofi. 16 lugfo 1986.

•.SINDACO: dr. Antonio Oarlegfio

MUNICIPIO DI POZZUOLI PROVINCIA DI NAPOLI

Amrnii astrazione con le modeste fissate darert. 1 lati, d) dato fogge 2.2.1973 n. 14 per rapporto dai lavori di ampSarnento dal civico cimitero relativo ala 2* parte del 1* torto per rimporto a base d'asta di L 1.900.114.896. Le Imprese aitsrsssete dovrai aio far parvenàe ala segre­taria del Comune di Pozzuoi domanda di partecipazione in competente bolo entro e non dire 21 giorni dato pubtoKc azione del presento avviao aula Gazzetta ufficiale dato Con*wnjta europea. Per le partoupozione al pi esenta appalto le imprese con­correnti dovranno eeaare leu il te al'ANC per le categorie e per nmpui io di rsxiUiono almeno pari • quoto posto e beee d'asta. Sono ammesse e partecipare af presente appalto anche imprese riunito o che dottorino di volerai riunire nonché iiuiieui a o> cooperative regolali osse legge 2b.o. t "ava n. 422 e Buccesjiiro nwdrficariuni ed immutazioni purché

ttaaee sia iscritta aTAnc per la categoria e par eknenc un Quinto daTimporto e

i di appalto ed in ogni caso la somma dagli Hnportiper i Quei aono (aortite davo essere almeno pari aTimporto dai lavori da appartare), ai aenei di quanto previsto dato legge 584/1977. ^ ^ Lo istanze di penecipazione non vincolano rAmminiseév «"Mve. H preeente bando viene in data ooserna invialo asT Ufficio puMktoaxiona dito Ceo. Pozzuoi. 29 lugfo 1986

IL SINDACO, dr» AneaMB) ClertooJHo

8 l ' U n i t à - ECONOMIA E LAVORO MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

Cresce il capitale Montedison MILANO — Di fronte a 161 azionisti, riuniti per approvare un aumento di capitale di oltre 900 miliardi (che si andrà ad aggiungere a quelli realiitati da varie società del gruppo nei mesi scorsi per un totale di ol­tre 1630 miliardi), il presidente della Montedison Mario Schimbemi ha finalmente par-lato delle ultime clamorose operazioni che hanno visto la capogruppo o qualcuna delle controllate in veste di protago­nista. Chi si attendeva rivela­zioni a sensazione sulla tratta­tiva con il finanziere egiziano Hefaat El Sayed per il controllo della Fermenta e però rimasto deluso. Ma — e questo è più preoccupante — delusa a mag­gior ragione dovrebbe essere la Consob, che nei giorni scorsi aveva pubblicamente intimato al presidente della Montedison di fornire agli azionisti infor­mazioni che invece sono so­stanzialmente mancate.

Ma andiamo con ordine, ana­lizzando punto per punto l'an­damento di una assemblea e conclusasi con l'approvazione presso che unanime della pro­posta di aumento di capitale.

Innanzitutto Schimbemi ha letto la relazione semestrale approvata l'altro giorno dal consiglio di amministrazione. La capogruppo — ha annuncia­to — chiude il primo semestre con 83 miliardi di utile, contro i eoli 2,8 del primo semestre 85. A livello di gruppo gli utili sai-

Schimbemi glissa sugli interrogativi

della Consob L'aumento è di 900 miliardi - Fermenta: via libera (condizionato) dei sindacati

gono a 227 miliardi contro i 16 dell'anno scorso. A fine anno, secondo una stima che lo stesso presidente ha definito «forse eccessivamente prudenzialet, gli utili di gruppo dovrebbero sfiorare i 500 miliardi.

Fin qui, come si dice, le buo­ne notizie. II gruppo rimane pe­rò ancora oberato da una massa enorme di debiti (6.050 miliar­di a fine giugno, contro i 4.988 del 31 dicembre 85). E quanto ciò pesi, lo testimonia meglio di tante parole la cautissima rea­zione della Borsa all'annuncio dei buoni risultati semestrali: il titolo Montedison, ha perduto ieri mattina a Milano oltre il

2%. Ma torniamo all'assem­blea. La Consob aveva intimato a Schimbemi di chiarire i det­tagli delle operazioni che han­no portato Montedison e Paf (che appartiene a Varasi, il quale e come noto anche il maggiore azionista della stessa società di Foro Bonaparte) a scambiarsi la Intermarine in cambio della Fidenza Vetraria e di una quota consistente della Mira Lanza. Per le sue acquisi­zioni Montedison — ha confer­mato Schimbemi — si è limita­ta a una propria stima, e la somma pagata è la media delle medie delle quotazioni borsisti­che degli ultimi mesi. Un prez­

zo di favore, indubbiamente. Ma perchè questo scambio? Perchè ci è parso utile, ha detto in sostanza Schimbemi, il qua» le quando vuole evidentemente sa anche scambiare elementari ovvietà per clamorose notizie.

Ma il clou dell'assemblea Io si è avuto con le «rivelazioni» sull'affare Fondiaria. E noto che Montedison- ha acquisito attraverso Iniziativa Meta un 12% abbondante di azioni del­ia compagnia assicurativa fio­rentina al bel prezzo di 740 mi­liardi senza nemmeno curarsi si avvisare gli altri componenti del sindacato di blocco. La ver­sione di Schimbemi è che un

giorno (il 30 luglio scorso) ino-

E(notamente un agente di cera­io milanese, Attilio Ventura,

gli ha offerto il pacchetto rac­colto da non meglio precisati •clienti esteri». Poi c'è stato l'affare.

Il pagamento è avvenuto fin Italia e in lire», ha aggiunto il

{•residente dell assemblea, de-inendo «fantascienza» le voci

secondo le quali alcuni grandi azionisti Montedison si sareb­bero arricchiti in misura note­volissima proprio con questo affare, realizzando addirittura per questa via ì mezzi per par­tecipare proprio all'aumento di capitale in discussione ieri.

Una stroncatura ad effetto, che però non ha consentito agli azionisti di farsi un'idea di co­me effettivamente siano anda­te le cose. Gli «scalatori» hanno pagato circa 350 miliardi le azioni che Schimbemi ha ri­comprato a oltre 700, e questi soldi sono con ogni probabilità finiti all'estero. E stato davvero un affare? E davvero si vuol far credere che 11 vertice della Montedison sia rimasto del tutto ignaro ed estraneo all'o­perazione fino al 30 luglio? In verità se la Consob fosse davve­ro un organismo di controllo avrebbe di che indagare.

Dulcis in fundo la Fermenta. Le trattative continuano, ha detto Schimbemi. L'obiettivo è quello di conquistare «gradual­mente, ma in tempi brevi» il controllo del gruppo. La società italiana è disponibile a pagare per il 44,16 % del capitale (e per il 76,6% dei voti in assemblea) un massimo di 340 milioni di dollari (al cambio attuale 476 miliardi). A questa ipotesi han­no dato il via libera (ma condi­zionato) i sindacati svedesi. Se le azioni comprate saranno me­no, spenderà di meno. In caso contrario, ha concluso minac­ciosamente Schimbemi, «sono già previste alternative equiva­lenti». Refaat El Sayed è avver­tito.

Dario Venegoni Nella foto: Schimbemi • Figa

Lira sopravvalutata? Diminuiamo i tassi Le proposte di De Michelis e il silenzio di Goria sulla crisi monetaria - La utilizzazione di «indicatori» di divergenza fra una maggiore disciplina dei cambi - Il «monetarismo» dei tedeschi e quello degli italiani: dimenticate le politiche fiscali

ROMA — La Banca di Fran* eia è intervenuta per il se* condo giorno consecutivo a parare l'effetto di fughe di capitali che minano la posi­zione del franco nel confron­ti del marco. Per il resto il mercato aveva ieri l'aspetto di una superflce tranquilla. Il dollaro, In parole povere, è •fissato» al di sotto delle 1.400 lire in attesa di qualche decisione politica. Il mercato del preziosi, più libero, resta effervescente e l'oro sale an­cora, a 395 dollari l'oncia di circa 33 grammi; così anche U platino che tocca 646 dolla­ri l'onda­

si attribuisce al governa­tori della banche centrali, che dovrebbero trovarsi 1*8 settembre a Basilea per la riunione mensile, un qual­che «lume» sul futuro imme­diato. Al convegno dell'Aspen Institute che con­tinua a Venezia da venerdì scorso si parla invece al fu­turo. Il ministro Gianni De Micheli*, in alcune dichiara­zioni fatte al giornalisti (l la­vori sono a porte chiuse) par­la della necessità di creare un «sistema globale» nelle re­lazioni internazionali per poi, discretamente, ridursi a chiedere decisioni ai «tre rie-

Brevi

chi» (Stati Uniti, Giappone e Germania occidentale).

Strana mancanza di am­bizioni del governo italiano — su questo pare concordi anche il ministro del Tesoro Goria che da tempo non for­nisce alcuna indicazione cir­ca la politica monetaria del­l'Italia — in una situazione nella quale persino 11 primo banchiere degli Stati Uniti, Paul Volcker, si richiama agli «Indicatori di squilibrio monetario* cui sta lavoran­do 11 Fondo monetario quale possibile strumento di disci­plina collettiva.

Questi «Indicatori» indica­no, ad esempio, che gli Stati Uniti Introducono nel mer­cato mondiale un profondo squilibrio con 1 loro disavan­zi e 11 loro indebitamento. Tutu gli altri 145 paesi ade­renti al Fondo monetario in­ternazionale dovranno fare da spettatori in attesa di un nuovo «sistema globale» che verrebbe definito, alla fine, in consessi di tre, cinque o al massimo sette paesi?

Si dà rilievo al fatto che l'Italia parteciperà il 27 set­tembre alla riunione «a sette-in cui si prenderanno le deci­sioni «di maggioranza* nel­l'assemblea del Fondo mo­

netario. Queste decisioni ve­nivano prese, finora, nel Club dei Dieci (ora undici) comprendente altri quattro paesi di minor dimensione ma attivi nel mercato inter­nazionale anche più dell'Ita­lia, come l'Olanda e la Sviz­

zera. C'è da chiedersi in cosa consista il progresso con la formazione di questi ristretti «direttori* dal momento che nessuna decisione presa nel loro seno pare capace di por­tare un minimo di disciplina e coordinazione nella politi-

Cala di poco in agosto la raccolta dei rondi Diminuitiiriscatti MILANO — I fondi comuni di diritto italiano hanno raccolto nel mese di agosto altri 2.000 miliardi (2.054, per la precisio­ne). 81 tratta di una cifra inferiore a quella del mese prece­dente (2.369) ma indubbiamente elevata in valori assoluti, se si tiene conto del rallentamento di tutte le attività economi­che nel mese classicamente riservato alle ferie. I riscatti ri­spetto al mese precedente sono diminuiti in misura molto superiore (256 miliardi contro 1707 di luglio e i 1.162 di giou-gno). col riusultato di un'ulteriore crescita del patrimonio netto, che ha superato i 61.600 miliardi.

La ripresa delle quotazioni azionarle ha riportato fiducia In questo genere di investimento a medio e lungo termine, e in particolare nei fondi più direttamente impegnati nell'atti­vità borsistica. Ad agosto sono tornati al vertice della raccol­ta I fondi bilanciati (862 miliardi, +13,4%). Praticamente sta­zionari (507 miliardi contro 513) quella del fondi azionari, e in dimionuzione infine quella dei fondi obbligazionari (684 con­tro 1.094).

ca monetaria degli stessi paesi a «moneta forte».

Tanto è assente una ini­ziativa politica italiana, quanto più vengono offerte da ministri ed esperti pom­pose teorizzazioni. Ci viene spiegato, ad esemplo, che l'I­talia non può ridurre 11 tasso di sconto per colpa dei tede­schi e dei giapponesi. Benin­teso, il tasso di sconto è del 12% in Italia contro il 3,5% in quei paesi. E tuttavia la riduzione dipenderebbe dal­la .riduzione dello 0,5% in Germania.

Passando disinvoltamente sulla sponda opposta, ci vie­ne anche detto che la lira è sopravalutata, ha subito un apprezzamento eccessivo. Ma se fosse sopravalutata, si potrebbe cominciare intanto col ridurre proprio il tasso di sconto. Non lo si fa perché 11 gioco rischia di scoprirsi: il Tesoro potrebbe restare sen­za finanziamenti qualora il «premio* (maggiorazione di rendimenti) venisse elimina­to. - SI accusano di «monetari­smo* 1 tedeschi, in quanto non intendono aumentare più che tanto la massa mo­netaria. Salvo poi esibire la forma più pericolosa di «mo­

netarismo», quella di separa­re interamente la manovra monetaria da quella fiscale, dal modo concreto in cui vie­ne utilizzata la moneta. A co­minciare dal suo costo per gli operatori di un paese de­terminato — in questo caso l'Italia — svantaggiati certo assai più dal costo del dena­ro creato dalla pressione del Tesoro che dalla «sopravalu­tazione» della lira. -

L'amministrazione Rea-gan è giunta ai grandi disa­vanzi di bilancio anche per la via di alleggerimenti fiscali accoppiati ad incrementi'so­stanziosi della spesa milita­re. Ih Italia questi medesimi alleggerimenti fiscali tocca­no ad una parte soltanto del redditi — quelli di capitale — ma non sono meno so­stanziosi. La politica di bi­lancio squilibra l'economia prima ancora che si arrivi al­le decisioni di spesa che ri­sultano, in parte, indotte: di­savanzo, bassi investimenti. volume degli interessi pagati dal Tesoro. Fatti noti ma la­sciati volutamente da parte dal «monetarista* intento a far piroette col suo giocatto­lo.

r. s.

Fiat Avio: 3 0 0 miliardi per un nuovo motore LONDRA — Tf*ggntom»^aa»t«èU»^<ch«pT»^*x)*dlric»v»Tetoriat Avi» partecipando «te costruzione 01 un nuovo motore per 1 futuro «caccia europeo Era». I motore seri ratizzato dai consorzio Eurojet, I» cu costituto.

1 3 3 % . ts tedesca Mtu con i 3 3 * . la Rat Aviazione con 121 * • la spagnola Sanar con 113%. La previsioni inescano una produzione di duamia motori per pfi ottocento aorai che saranno acquistati osse >Mror«auMia rnStari dai quat­tro paesi cl»a partactparn al pregar» t£fa> (Gran IVatagna. Gar^ • Spagna).

Banco Roma: si decide l'aumento di capitale ROMA — Gè" azionisti dal Banco dì Roma ai riiv^scof» riamar* maasamolea straordinaria par deBwara suta proposta — avanzata da» consigio di anvnt-rasliarione 1 3 0 giugno scorso — di aumento dal capitata socie»*, che dovrebbe cosi passera da 420 a 700 rrtaardL L'oparaziona segue raumanto affaituato nel settembre scorso che alavò 1 capitala da 280 a 420 mtordu L'aun»jntu»«* effettuato Miravano remissione di 56 m»»om di nuova azioni

maamo nominate di caiquamfla fera.

Delegazione italiana al Gatt DOMA — La iliilinaiinni itatene ai negoziati Gatt. che avranno inizio a 14 eeuemtoo a Muiiwwoao. Uruguay, sart guidata o^rraoi»%oparBCommeido estero, Mno Formica. • negoziato Gatt dovrebbe consentir» e* parseguà-a I

gt aàm ala produtiona.

Orefieeria: cala l'export bene 1 marcato intomo, mano bene la esportazioni- In Hata masi derea sono stati spasi 686 rnSardl in oggetti di

i 562 milera delo scorso arma Dopo ivtUlanuumiu '65, convana, ne» primi cinque masi di quest'anno la i

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Brindisi, ancora proteste in piazza Per la centrale Enel si decide il 5 Dopo l'ordinanza che ha fermato la costruzione deiTiropianto a carbone i la?oratori, che rischiano il licenziamento, hanno bloccato le strade - Venerdì a Roma da Zanone

Nostro sarvezJo BRINDISI — Per la seconda giornata consecutiva, ieri mattina, Brindisi è rimasta isolata: picchetti di operai hanno bloccato per ore tutte le vie di entrata e di uscita della città pugliese. Malgra­do questo, poca o nessuna tensione da parte degli auto­mobilisti bloccati: a prote­stare non erano, infatti, le maestranze di una «qualsia­si* fabbrica in crisi ma i 2mi-Ia lavoratori impiegati fino a quindici giorni fa nel cantie­re della mega-centrale a car­bone di Cerano (2.640 Mega-watt) e dall'oggi al domani

•messi in libertà* senza sti­pendio a seguito dell'ordi­nanza di sospensione dei la­vori emessa dal sindaco, il socialista Ortese. A Brindisi, nel bene e nel male, negli ul­timi cinque anni delle cen­trali a carbone (oltre a quella in costruzione ce n'è un'altra più piccola, la «Brindisi nord* per un potenziale com­plessivo di 4mila Megawatt, una concentrazione unica in Europa) se ne è discusso molto: è una città attana­gliata dalllnqulnamento ma anche da unadurlssiroa crisi (45mila disoccupati), e la scelta «carbone sì o no* o, so*

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Giuseppe Ferrari

Le guerre stellari Il controllo militare

dello spazio. La pace nucleare

L»brì di base Formato uscabie. 160 pagine.

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Buitonifa ricorso La Sme in tribunale ROMA — È stato presentato In mattinata da parte dei legali della Bultonl il ricorso in appello contro la sentenza emessa dal tribunale di Roma in relazione alla vicenda Sme. La società di Carlo De Benedetti ha agito, dunque, con largo anticipo rispetto al termine massimo per la presentazione del ricorso, che sarebbe scaduto il 15 ottobre.

Come si ricorderà la sentenza del tribunale di Roma aveva negato validità di contratto all'Intesa firmata 11 29 aprile dello scorso anno fra lo stesso De Benedetti e il presidente dentri, Romano Prodi, per la vendita del gruppo alimentare pubblica

Toma, dunque, in tribunale la privatizzazione della Sme: la prima udienza potrebbe essere fissata già In ottobre, ma non è esclusa una sotuxtooe extra giudiziaria (si i parlato negli ultimi tempi di un nuovo accordo) In grado di mettere la parola «fine» a tutta l'Ingarbugliata vicenda.

prattutto, «carbone come* ha diviso e cambiato profonda­mente partiti, sindacati e arnmlnlstrazlonl. «Le preoc­cupazioni degli ambientali­sti sono diventate anche le nostre — mi dice ad un pic­chetto un giovane operalo («no, non scrivere il nome, salta sempre fuori il magi­strato che ci accusa di blocco stradale*) —. Come sindaca­to, ma anche come singoli, ci siamo battuti perché l'Enel desse precise garanzie sul li­velli dell'inquinamento e su­gli impianti di depurazione. Ma adesso ci troviamo a spasso, senza neppure cassa integrazione: vogliamo al più presto risposte precise dall'Enel ma, a questo punto, anche dalla presidenza del Consiglio*. I comunisti brin­disini sono dello stesso arri­so: «In questi anni — dice Carmine Di Pietrangelo, se­gretario della Federazione — abbiamo cercato di tenere insieme le questioni relative al lavoro e all'ambiente. In pratica abbiamo elaborato noi le proposte che si ritrova­no oggi nella piattaforma unitaria del partiti brindisi­ni. L'Enel sembra, finalmen­te, disponibile a dare risposte positive alle richieste del movimento ambientalista: dall'impianto di desolfora­zione (che costerà da solo 1400 miliardi, necessario per ridurre al minimo la fuoriu­scita dell'anidre solforosa) a quelli per lo smaltimento delle ceneri. Chiediamo inol­tre la riconversione a meta­

no o, meglio, la progressiva chiusura della «Brindisi nord*. Duemila posti di lavo­ro per la costruzione della centrale sono Importanti — aggiunge DI Pietrangelo — ma non abbiamo mal pensa­to che gli insediamenti ener­getici siano alternativi all'a­rea chimica (da anni il gran­de Petrolchimico è In grave crisi, ndr) o fini a sé stessi: devono servire per dare un nuovo impulso allo sviluppo della zona. La sfida alpenta-partìto — conclude DI Ple-trangelo — è proprio questa: noi poniamo la questione della capacità di governo del territorio, loro vedono la centrale come un "affare" di appalti*. Difficile non ricor­dare la faccia paonazza di Ortese — che nel mesi più caldi di confronto con l'Enel si era più rotte rifiutato di firmare una delibera di so-spensione e che ora inalbera la bandiera dell'ecologia — mentre pochi mesi fa, duran­te un vertice con 1 dirigenti Enel, litigava furiosamente col presidente della Regione, Il de Fìtto, con reciproche ac­cuse di intromissione negli affari altrui.

Mentre gli operai blocca­vano le strade, a Bari si è te­nuto un vertice di ammini­stratori regionali e locali. Ol­tre a ricapitolare le richieste per la tutela ambientale nel documento si richiede che della «vertenza Brindisi* si faccia carico la presidenza del Consiglio, portando tutte te parti Intorno ad un tarola

Gtencarlo Somma

BORSA VALORI DI MILANO Tendenze

L'indie» Mediobanca del mercato azionario ha fatto registrare quota 346.95

con una variazione in ribasso dello 0.93 por canto. L'indica globale Comit

(1972<*100) ha registrato quota 810,88 con una variazione negativa dallo

0.63 par cento. Il rendimento medio dalla obbligazioni italiane, calcolato da

Mediobance, a stato pari a 9.603 per cento 19,897 per canto il precedenti).

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L'UNITÀ / MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

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uliura «Il mondo in un trifoglio», una

stampa del 1588 e sotto un'immagine del narratore

portoghese José Saramago

Non si potrebbe fare peg-gior torto all'ultimo libro di Primo Levi (I sommersi e i salvati, Einaudi, lire 10.00C) che lodarlo d'ufficio in consi­derazione della gravità dei temi che affronta, dell'indi­scutibile nobiltà delle idee che esprime e della quantità di sofferenza — sofferenza personale, personalmente vissuta — depositata in esso. Tutte queste cose sono vere, naturalmente; ma credo che non sia questo il punto. Non credo, voglio dire, che Levi abbia voluto scrivere un li­bro nobile o edificante, né che sia stato mosso dal desi­derio o bisogno di raccontar­ci un'altra volta, a distanza di tanti anni, le sue vicende terrìbili e paradossalmente «fortunate» (nel senso che a lui è toccato in sorte di esse­re, appunto, uno dei pochi •salvati» di fronte a milioni di «sommersi»).

I fatti sono noti, ed è appe­na il caso di richiamarli bre­vemente. Levi è stato, giova­nissimo, nei lager nazisti; è stato a Auschwitz; è, nel vero senso della parola, un so­pravvissuto. E su questa esperienza atroce, quasi non raccontabile, ha scrìtto e pubblicato (nel '47) un rac­conto, Se questo è un uomo, che è diventato presto un pic­colo classico e ha segnato l'i­nizio, necessario e al tempo stesso casuale, di una più che decorosa carriera di scritto­re. Una carriera nel corso della quale Levi è tornato a volte su quei fatti, su quei ri­cordi, ma ha anche dato l'im­pressione di volersi creare a poco a poco, legittimamente, un'immagine diversa e auto­noma di scrittore, l'immagi­ne di un narratore e non più di un memorialista.

Può darsi che Isommersi e i salvati nasca in qualche mi­sura, inconsciamente, pro­prio dal rimorso di aver al­lontanato i compiti e i limiti. del testimone, di essersi vo­luto scrittore anziché scriba. Ma la cosa più importante, la cosa decisiva è, come ho già accennato, un'altra, e cioè che con questo saggio o pam­phlet Levi non ha voluto dar­ci un libro edificante, e nem­meno un libro «bello», ma un libro essenzialmente polemi­co e «irritante».

Se questo era, come perso­nalmente credo, il suo propo­sito, penso che Levi ci sia perfettamente riuscito. Biso­gna pensare al contesto cul­turale, prima e più che politi­co, nel quale il libro è matu­rato e oggettivamente si in­serisce. Da una parte, ci sono i tentativi di falsificare la storia e di organizzare l'o­blìo. Nel primo capitolo del libro, Levi ricorda uno dei casi più clamorosi: le dichia­razioni rilasciate nel 78 a un settimanale francese da Louis Darquier de Pellepoix, ex funzionario del governo collaborazionista di Vkhy. Secondo Darquier (che, pur­troppo, non è un pazzo isola­to, ma l'esempio estremo e grottesco di un atteggiamen­to mentale assai più diffuso di quanto non si creda), i campi di sterminio nazisti, semplicemente, non sono mai esistiti; sono un'inven­zione propagandistica dei vincitori del conflitto per screditare i vinti, e degli ebrei per attirare l'attenzio­ne su di sé e per farsi «com­piangere». Tutto inventato: statistiche, cataste di cada­veri, camere a gas™ Le foto scattate subito dopo la libe­razione? Nient'altro che fo­tomontaggi E così via.

Dall'altra parte, c'è l'insi­dia, molto più sottile, dell'in­tellettualismo. Anche qui, Levi non si perde in una casi­stica che sarebbe infinita; ci­ta un solo caso, davvero ag­ghiacciante nella sua sche­maticità presuntuosa e sug-f estiva. Molti ricorderanno U ilm di Liliana Cavaci uscito

nel 74 e intitolato II portiere di notte E stato un successo di pubblico e, in parte, anche di critica. Personalmente, mi parve detestabile; Levi, con molto fair play, lo definisce «bello e falso». Ma non è tan­to sul film (centrato sol rap­porto erotico fra la reduce da un lager e il suo ritrovato aguzzino) che Levi concentra la sua stupefatta e indignata attenzione, quanto, giusta­mente, sulla spavalda autoin­terpretazione fornitane dal­l'autrice: «Siamo tutti vitti­me o assassini e accettiamo questi ruoli volontariamente. Solo Sade e Dostoevskij l'hanno compreso bene~».

Volontariamente! E come se in questo avverbio avven­tato sì annidassero tatti i mi-

Una recente immagine dello scrittore Primo Levi

«I sommersi e i salvati»: un pamphlet volutamente irritante di Primo Levi che risponde ai

«piccoli inganni» sui lager

ìanto e scomodo il buon senso

cidiali equivoci di un atteg­giamento che non appartiene soltanto, come in questo ca­so, alla sottocultura, ma an­che, non di rado, alla cultura •vera». Ad essi Levi contrap­pone la sacrosanta banalità del senso comune: «Non so, e mi interessa poco sapere, se nel mio profondo si annidi un assassino, ma so che vittima incolpevole sono stato ed as­sassino no; so che gli assassi­ni sono esistiti, non solo in Germania, e ancora esistono, a riposo o in servizio, e che confonderli con le loro vitti­me è «ina malattia morale o un vezzo estetistico o un sini­stro segnale di complicità.»».

Verrebbe voglia di applau­dire; ma sono sicuro che Levi non k> gradirebbe. Levi non vuole il nostro consenso, ma il nostro disagio; vuole, ap­punto, «irritarci», noi lettori che non abbiamo commesso, ma nemmeno subite, violen­ze e soprusi come quelli che lui ha subiti, e che troppe vol­te abbiamo rinunciato a sa­pere di più, a capire, a rivol­tarci™

Spero che si sia intuito, a questo punto, in cosa consi­stano a mio avviso il senso, l'importanza e la tempestivi­tà del libro. Consistono nel ri­proporci la verità, la nuda, insuperabile oggettività dei fatti, e neirinnalzarle come una barricata contro le ten­tazioni dell'oblio e più anco­ra contro il fascino insinuan­te, forse incontrollabile, in ogni caso troppe volte incon­trollato, deir«interpretazione>, dei pensiero che interpreta e non

Sodica. Isommersi eisalva-è. dalla prima all'ultima

pagina, una sfida alle sotti­gliezze dell'intelligenza in nome di un solido, dolente senso comune; una sfida alle labirintiche delizie della

complessità in nome di una memoria elementare, opaca, faticosa; una sfida alle mera­viglie dell'irrazionale in no­me di una razionalità rozza­mente, eroicamente irriduci­bile...

In effetti, il punto di vista che Levi assume e ostenta è quello, ingrato e mediocre, del reduce. Un reduce che non vuole condannare (o, per­lomeno, non vuole eseguire condanne), ma nemmeno vuole essere «assolto»; che continua a interrogarsi, osti­nato, su ciò che è stato fatto di lui e di tanti come lui, e non accetta spiegazioni «bril­lanti», ma cerca (anche se sa eh?, il più delle volte, non esi­stono) spiegazioni chiare, semplici, alla portata di tut­ti, compreso chi, come egli scrìve con ingenua ironia, «non si intende di inconscio e di profondo».

La questione non è davve­ro secondaria. Solo le spiega­zioni del secondo tipo sono in­fatti capaci di trasformarsi — una volta che si siano tro­vate, ma anche già, si può sperare, per il fatto stesso che qualcuno si sforzi di tro­varle — in indicazioni e am­monimenti Quello die è ac­caduto, dice Levi, non potrà accadere mai più; ma altre cose possono accadere, anzi sono accadute, anzi stanno accadendo, che gli «assomi­gliano». che replicano (in al­tri modi, con altre dimensio­ni) quel non replicabile erro­re. E ricordare l'irripetibile, il mostruoso, riflettere SUA»' esso, è probabilmente runico modo per evitare che l'irri­petibile si ripeta, che il mo­struoso diventi, da verità sto­rica, una verità intima ed eterna con la quale convive­re.

Giovanni Raboni

Incontro con lo scrittore portoghese

José Saramago «Dicono che il romanzo e la poesia

siano morti: resiste solo la parola.

possibilmente simbolica»

«La verità è barocca» MILANO — Romanziere, poeta, drammaturgo, Jose Saramago, autore di Memo­riale del convento e L'anno della morte di R leardo Rels, pubblicati da Feltrinelli, è stato ospite d'eccezione al Festival Nazionale dell'Uni­tà dove, lo scorso sabato, si è imposto per l'acutezza, la va­stità di cultura e lo straordi­nario humour che contribui­scono a fare di lui uno dei più grandi scrittori viventi, sen­za dubbio degno del Nobel e, accanto a Fernando Pessoa, il più significativo rappre­sentante della letteratura -portoghese del 900. Gli ab­biamo rivolto alcune do­mande.

— Chi era José Saramago prima della pubblicazione di «Memoriale del conven­to» e de «L'anno della mor-- -te di Ricardo Reis»? «Prima della pubblicazio- -

ne di questi romanzi Sara­mago era uno scrittore sènza' ' molta importanza — che non è detto abbia oggi. Mi ri­tengo uno scrittore tardivo. Nonostante abbia dato alla stampa un romanzo nel 1947 non ho pubblicato altro fino al 1966 e da quel momento ho scritto alcuni libri che co­stituiscono un'opera mode­sta. E necessario giungere agli avvenimenti del 25 no­vembre 1975 quando in Por­togallo scoppio la rivoluzio­ne socialdemocratica. Ero al­lora direttore dei Diario de notlclas, collaboravo al Dia­rio de Lisboa e facevo del giornalismo rivoluzionario che mi "bruciò" sul plano professionale: dovetti subire la censura che mi alterava 1 testi, li modificava, li ampu­tava, e fui costretto ad ab­bandonare l'attività di gior­nalista. Restai senza lavoro e senza speranza di trovarne. Fu allora che dovetti accet­tare la sfida: scegliere la strada dell'arte ed affrontare i rischi che l'attività di scrit­tore a tempo pieno compor­ta. Prima avevo lavorato co­me funzionario di una casa editrice per dodici anni, cre­do; ancora prima avevo fatto i mestieri più disparati per sopravvivere: avevo comin­ciato come fabbro, quindi ero stato meccanico e ope­ralo metallurgico e persino disegnatore. Nel momento della decadenza coloniale e nell'ultimo e più oscuro pe­riodo del fascismo, come ho detto, facevo giornalismo e militanza politica attiva nel Pcp, attività che fecero pre­cipitare la decisione a dedi­carmi, con molte difficoltà all'inizio come è comprensi­bile, alla mia vera vocazione: la letteratura*.

— Nei caso particolare non c'è contraddizione fra mili­tanza politica e attività let­teraria? •Praticamente no. Perché

anche se l'essere scrittore adesso limita molto la mia attività politica, continuo una militanza politico-cul­turale nelle iniziative diret­tamente o indirettamente promosse dal partito e faccio parte di associazioni di cul­tura popolare che, in fondo. hanno relazione col mio la­voro letterario. Partecipo a conferenze e dibattiti net sindacati e in associazioni di vario genere. Oggi 11 Porto-callo manifesta un grande Interesse verso 1 propri arti­sti, U che dimostra come le cose siano cambiate».

— Come si può vedere rin­contro fra una cultura se­colare vincolata alla tradi­zione e una cultura «emer­gente* nel Portogallo di og-

«Giustamente come uno degli aspetti più rilevanti della situazione attuale del mio paese. Condivido l'idea di una cultura emergente In Portogallo, fatto che potreb­be apparire contraddittorio con l'esistenza di una vec­chia cultura che ha otto se­coli alle spalle. Semplice­mente penso che le conse­guenze della Rivoluzione siano più profonde dell'Idea riduttiva dì aver soppresso le

tismo, tonalità, spazialità, ritmo, musicalità. Il narra­tore contemporaneo deve fa­re appello all'esperienza di tutte le arti, cinema compre­so».

— Ma nelle sue opere, delle quali le due ultime sono state pubblicate in Italia, questo confluire tende al barocchismo. «In un certo senso sì. So di

essere uno scrittore barocco e desidero spiegarne 11 senso. Il barocco letterario è, in fondo, una drammatica ne­cessità di chiarezza; il baroc­co dice di più perché vuole dire meglio. In modo più pre­ciso. Si comincia col dire una cosa, poi un'altra e si conti­nua dicendone altre e altre come se si trattasse di un'amplificazione delle pre­cedenti, fino ad arrivare al­l'ultima che si possa dire. Af­finché l'espressione finale non spenga le altre, né vi si sovrapponga, tutte devono essere visibili contempora­neamente e il tocco conclusi­vo deve esserne la sintesi. U barocco dice di più e forse di­ce inutilmente da un punto di vista rigorosamente carte­siano, ma alla fine si resta con la certezza che niente potrà mai essere "detto in modo compiuto».

— Malgrado l'apparente mancanza di speranza nel­la sua opera, e malgrado ciò che afferma Ricardo Reis a proposito dell'ago­nia del cristianesimo, non si tratta di prospettare un recupero di miti, una nuo­va visione del mondo? «La mancanza di speran­

za, 11 senso di rottura sono una realtà nel mondo odier­no, quindi una chiave di let­tura superficiale del miei ro­manzi. Mi propongo di offri­re una visione ampia del mondo, che tradurrei così: 11 mondo cambierà quando

istituzioni di un regime colo­niale e successivamente fa­scista. È come se improvvi­samente questo vecchio pae­se si fosse svegliato e si pro­ponesse un nuovo ciclo evo­lutivo. L'accettazione di que­sta nuova fase, una demo-' crazla con i suoi limiti e i suol pregi, spiegherebbe il fenomeno emergente della letteratura e dell'arte in ge­nerale. La rivoluzione ha an­che permesso l'apertura di nuovi campi di ricerca; stia­mo assistendo allo sgorgare del portoghese più profondo sia a livello linguistico che nella presa di coscienza della nostra identità. Ce l'esigen­za di capire il perché e il co­me si è portoghesi, cos'abbia significato per noi la mesco­lanza di razze e culture con arabi, ebrei e genti dei paesi colonizzati nel corso della nostra storia. Assistiamo a una sorta di bilancio, come se il Portogallo ad un tratto si guardasse allo specchio e si volgesse al passato per ve­rificare ciò che realmente sa­remo».

— E riguardo alla protezio­ne della cultura portoghese sulle ex-colonie e suIl'Euro-P»? «A mio parere le relazioni

con le ex-colonie sono insuf­ficienti e ciò per responsabi­lità dei governi porteghesi, I quali hanno assunto posizio­ni di aspettativa come se, per stabilire relazioni normali, si attendessero cambiamenti di ordine politico e ideologi­co in quel nuovi paesi. L'im­portanza del portoghese è quasi una ironia storica: sembra follia che molti paesi che furono colonie, dopo la loro indipendenza abbiano adottato fa nostra come lin­gua ufficiale mentre noi non ci rendiamo consapevoli di questa realtà. Un esempio emblematico: 11 Portogallo è stato il centoseiesimo paese a riconoscere l'Angola men­tre, paradossalmente, il Bra­sile fu 11 primo a farlo. Per quanto concerne il resto del mondo e l'Europa In partico­lare, non parlerei di proiezio­

ne della nostra cultura, ma piuttosto di interesse verso di essa. Questo fenomeno che si avverte ad esempio In letteratura si verifica, credo» perché In Europa una sorta di vuoto creativo ha condot­to a indagare e a scoprire fer­menti nuovi in periferia e a constatare, con sorpresa, che un piccolo paese chiamato Portogallo (come è accaduto con l'America Latina e come sta accadendo con l'Africa) sta forse producendo la mi­gliore fiction e la migliore narrativa di oggi*.

— E d'accordo sull'essere definito un romanziere sto­rico? •Assolutamente no. Ciò

che posso affermare è che in ogni romanzo c'è la storia della società che ricorre alla finzione per raccontarsi alla rovescia ma veramente e non secondo il contenuto del testi ufficiali*.

— Ma si sostiene che il re­manzo e morto. •Sentiamo dire sempre che

il romanzo è morto. E morto con Proust, con Joyce e pro­babilmente è morto con José Molina i quali, secondo 1 cri­tici, l'avrebbero portato ai massimi estremi. Non discu­to sul fatto che il romanzo sia o non sia morto. Sempli­cemente affermo che si con­tinua a scrivere. Metterei la questione In questi termini: il romanzo è In uno stato di "vita sospesa". Neppure so quando sia morta la poesia. Ma credo che dalla fusione di narrativa e poesia (entrambe morte secondo la critica) prenda avvio il ritorno alla grande saga, alla grande "fa­vella" primitiva, intendo di­re che l'uomo contempora­neo ha bisogno di una gran­de "favella^che sia voce, vo­ce generale, voce collettiva, voce del profondo. Da questa esigenza può derivare l'in­contro di narrativa e poesie perché forse le stesse non servono più separatamente, ma urge che confluiscano in un'unica corrente che defi­nirei "parola poetica". Biso­gna però aggiungere croma-

tutti gli uomini e tutte le donne della terra, di ogni razza e di ogni colore, gene­reranno figli gli uni con le al­tre. Con questo intendo dire che bisognerà recuperare 11 vissuto storico, spaziale e temporale degli uomini sulla terra. Non si tratta di unifi­care culturalmente la terra che è una mentre l'uomo, fortunatamente, non lo è. Ma di valerci di tutti i miti, di tutte le culture, non per creare un sincretismo miti­co, ma una mitologia nuova. Contrariamente a ciò che so­stiene Ricardo Rels, penso che l'uomo contemporaneo agonizzi non perche il cri­stianesimo stia morendo co­me in realtà accade, ma piut­tosto perché, esaurita la reli­giosità, si trova dinanzi ad aspettative di vuoto, sorte dall'uso e abusò delle comu­nicazioni di massa.:Queste, invece di condurre verso una mitologia nuova, hanno ge­neratoli vuoto con il consu­mo di pseudo miti che, so­vrapposti vertiginosamente, non possono mettere radici nello spirito dell'uomo, il quale è quindi rimasto spo­glio di legami col passato e senza prospettive per il futu­ro*.

—Può anticiparci qualcosa sul suo nuovo libro la cui pubblicazione è prevista in Portogallo per il prossimo ottobre? •Non lo faccio mai, ma per

l'amicizia che ci unisce e per le ragioni che mi hanno por­tato in Italia, infrango la mia consuetudine. A janga-da de pedra (La zattera di pietra) è il titolo del nuovo romanzo che nasce da una mia tesi sulla quale abbiamo già avuto occasione di discu­tere a lungo e secondo cui la penisola iberica è, almeno culturalmente, una realtà molto diversa dall'Europa. Col passare del secoli, men-

Corrisi e canzona

tre questa si andava Inte­grando, la penisola Iberica si andava confinando come corpo estraneo. Nonostante il sottofondo latino, la loro appartenenza fisica e in cer­to modo culturale al conti­nente e malgrado l'affaccen­darsi per europeizzarli, Spa­gna e Portogallo conservano un'indole misteriosa che li distingue e 11 separa dagli al­tri paesi. (Personalmente di­fendo la necessità di avvici­nare i paesi appartenenti al­l'area culturale e linguistica lbero-americana e Ibero-africana e ritengo un cattivo affare l'ingresso di Spagna e Portogallo nella Cee). Facen­do ricorso alla finzione, as­sumo la penisola Iberica co­me un natante di pietra. Seb­bene il tempo delle grandi navigazioni sia lontano e non resti niente da scoprire o conquistare, sono convinto che la nostra penisola abbia un destinò diverso dal rap­presentare una modesta ap­pendice europea: essa costi­tuisce il punto d'incontro fra America Latina e Africa, "navigando" attraverso l'A­tlantico. Questa è la grande utopia che alimenta il ro­manzo, parallela a quella del Mediterraneo che fu la culla delle civiltà che ci hanno nu­trito. Facendo ricorso alla finzione, la storia passa at­traverso 11 futuro in un tem­po indeterminato e si serve di cinque personaggi — due uomini portoghesi e uno an­daluso, una donna portoghe­se e una gallega — i quali escludono qualsiasi forma di integralismo iberico. Trat­tando un'utopia, A Jangada. de pedra vuol essere un ap­pello alla bontà e al volere degli uomini; non inventa nuovi miti ma tende a con­giungere le nuove forze la­tenti in questa area della ter­ra*.

Fabio Rodrlguez Amaya

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10 L'UNITÀ/MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

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È morto l'attore

Peter Chatel BONN — È morto una setti* mana fa ad Amburgo — ma la notizia si è diffusa solo Ieri l'altro • l'attore tedesco Peter Chatel. SI chiamava In realtà Peter Schlaeter, ma il cogno­me era stato da lui modificato perché «impossibile da prò» nunclare per gli stranieri».

Egli dovette la sua iniziale notorietà in Germania, nei 1971, alla condanna a due an­ni di carcere che un tribunale di Roma gli inflisse il 2 dlcenv bre 1970 per essere stato trova­to 11 7 aprile dello stesso anno in possesso di 40 grammi di marijuana contenuti in un

pacchetto di 150 grammi di tè. Venne rilasciato and tempo su intervento dell'ambasciata te­desca a Roma che fece da me­diatrice ad una domanda di 5razia rivolta all'adora presi-

ente Saragat e firmata, tra gli altri, dagli scrittori Hein­rich Boll (che allora non era ancora Premio Nobel per la letteratura) e Ingeborg Ba-chmann, dal regista Luchino Visconti e dal giornalista Pe­ter Von Zahn. In seguito, la sua popolarità si consolidò sull'onda del successo di sette film girati con Rainer Werner Fassbinder e della parte svolta nel film «Trolski» di Joseph Losey. I francesi lo conosceva*

- no meglio come regista, anche se in Germania aveva realiz­zato più spettacoli teatrali che a Parigi, dove decise di vivere dopo le esperienze romane

Curante le quali aveva anche vorato con Ronconi).

Un festivai di teatro

ad Amandola AMANDOLA — È iniziato 111* settembre il festival interna­zionale di teatro che si svolge, ormai da tre anni, nella citta­dina marchigiana di Aman­dola, In provincia di Ascoli Pi­ceno. La giornata di apertura è stata «affidata* ad una rap­presentazione degli stessi abi­tanti, guidati da Marco Di Ste­fano e Brigitte Christensen, del danese Teatrat La Luna, In qualità di direttori artistici del festival fé presentano i loro spettacoli: «Romeo and Juliet» e «Madame Eva»). Molti gli ar­tisti invitati: i giocolieri Hot e

Neon, uno americano l'altro canadese, che insieme danno vita ad uno spettacolo in «bill-co» tra circo e teatro; Johnny Melville, attore comico, can­tante pantomimo, che presen­ta «Troubleshooter», uno spet­tacolo affidato al suo eccleti-smo e travestiamo; Jordcirkus, una famiglia teatrale compo­sta da 10 adulti e 3 bambini che vive e lavora a Stoccolma, presenta «The duel», tratto da due brevi racconti di Joseph Conrad. Per l'Italia Argia Lau­rini della Cooperativa Teatra­le La Piccionaia presenta «A mezzanotte si chiude», testo e regia di Armando Carrara. Ol­tre agli spettacoli «canoni-ci*,sono previsti numerosi in­terventi a sorpresa, sia in tea­tro che nelle strade. Il festival si chiude il 6 settembre.

/ / «Goethe» a Fortini

e Chiusano ROMA — Ripristinato que­st'anno, dopo trentasei anni di interruzione, il premio «Goe­the». La giuria, riunitasi a Malcesine (Verona) ha asse­gnato il premio a Franco For­tini «per la traduzione e l'in­terpretazione del testo» (con riferimento al «Faust») e a Ita­lo Alighiero Chiusano «per gli studi sulla figura di Goethe e l'intera sua opera». La conse­gna del premi avverrà al ca­stello di Malcesine (una signi­ficativa tappa del viaggio goe-thiano sulle rive del Garda), sabato 11 ottobre.

Videoguida

Raiuno, ore 20,30

La grande festa

di Maria Callas

Festa grande per Maria Callas. Questa sera la Bua voce si alzerà di nuovo dall'Arena di Verona e correrà via tv e via radio per tutta Italia e al di là delle frontiere: un satellite porterà le note della «Casta diva» per l'Europa. Il gTande omaggio che l'Arena di Verona rende alla Callas, scomparsa nove anni fa, con una carrellata di quasi cinquecento artisti che si esibiranno sul palco dove si rivelò la cantante lirica nel '47 (e di cui stasera verrà riproposta la regi­strazione della celeberrima interpretazione nei panni di Norma) viene trasmesso in diretta da Raiuno dalle 20,30: lo spettacolo, dal titolo Questa è l'Arena, qui è nata la Callas è stato organizzato anche per celebrare i fasti del famoso anfiteatro, inaugurato nel 1913. Ma l'Arena, «cuore» della lirica, ha conosciuto uno dei mo­menti più alti proprio quando quella sera del 2 agosto 1947 ospitò il debutto di una giovane greca di 24 anni, nella Gioconda di Ponchielli. Si chiamava Maria Kalogeropulos, in arte Maria Cal­las. Un trionfo indimenticabile. Quella sera era nato un mito. Ideatore e regista dello spettacolo è Pier Luigi Pizzi, che ha coniu­gato generi diversi, dalla lirica all'operetta — per la prima volta qui presentata, — dal balletto alla musica popolare, al tango. E alla moda: i costumi infatti sono stati disegnati e realizzati da alcuni fra i più noti stilisti italiani. Fendi, Ferré, Trussardi, Genny, Capucci. Renderanno omaggio alla Callas Agnes Baltsa, Katia Ricciarelli. Renato Bruson, José Carreras, Carla Fracci, Gheorge Jancu, Mifva, Astor Piazzolla, Maurizio Arena, e poi orchestrali, coristi, ballerini, indossatrici, tutti presentati — non poteva man­care — da Pippo Baudo.

Canale 5: il grande Bang finale Si conclude questa sera con la decima puntata su Canale 5 alle 20,30, Big Bang, il programma scientifico di Jas Gawronski che ci ha accompagnato per tutta l'estate alla scoperta delle meraviglie del mondo. Si conclude anche, in questa trasmissione, il «viaggio» nell'Antartide iniziato la scorsa settimana. L'Antartide non solo è un territorio cruciale per il nostro clima, ma racchiude nei ghiacci la storia climatica degli ultimi lOOmila anni: negli strati di ghiaccio che anno dopo anno si sono depositati sulla sua superficie gli scienziati sono in grado di leggere il passato della Terra. Ma è al di aopra della superficie dei ghiacci che si stanno verificando fenome­ni misteriosi, come il grande buco nello scudo di ozono che ci difende dai letali raggi ultravioletti provenienti dal sole, di cui non si sa nulla e che si sta ampliando anno dopo anno. Il secondo filmato sarà dedicato a una delle fabbriche più curiose del mondo, una fabbrica di campane che è anche un monumento di archeolo­gia industriale: fondata nel 1570 è tuttora attiva. Torneremo quin­di al mare, per andare a visitare uno degli acquari meglio attrezzati del mondo, a Montery, in California, dove vivono ben cinquemila creature marine. Per il gran finale della serie Big Bang ha scelto uno degli strumenti di tecnologia avanzata che sempre più spesso incontriamo nella vita quotidiana, dalle grandi fabbriche agli ospedali: il laser, cos'è e come funziona.

Raidue: Hemingway e la Fiesta Va in onda questa sera alle 20,30 su Raidue II sole sorge ancora, lo sceneggiato americano diretto da James Gondstone. liberamente tratto dal famoso romanzo di Ernest Hemingway. Ambientato a Parigi e in Spagna negli anni Venti, si racconta il dramma di gente che cerca di dimenticare l'inferno della guerra: interpreti, fra gli altri, Jane Seymour, Robert Carradine, Jan Charleson, Léonard Nimoy e Andrea OcchipintL

Euro tv: il mito del cinema Cinema, terza parte: continua su Euro tv (alle 20,30) il lungo film televisivo di Pupi Avati dedicato al cinema ed alla sua capitale italiana. Cinecittà, interpretato dai suoi «attori scelti», Carlo Delle Piane e Gianni Cavine, oltre a Lino Capoliccbio e Roberta Paladi­ni. Questa sera incontreremo i sogni che diventano — quasi — realtà: ai può «volare» dalla provincia al mito?

(a curo di Silvia Garambois)

S I I !

Scegli il tuo film

LA TERRAZZA (Canale 5. ore 21.30) L'estate è proprio finita. Tornano le vacche grasse per ì telecinefili. Oggi è una giornata da scelte dolorose. Partiamo da questo film di Ettore Scola che di una lussuosa terrazza romana fa una metafora dei vertici politico-intellettuali del nostro paese. E non son tutte rose e fiori Ricco fl cast: Vittorio Gassman, Marcello Mastroiannì, Stefania SandreUi, Ugo Tognazzi, Carla Gravina, Ombretta Colli, Jean-Luis Trintignant. IL GRANDE SONNO (Raidue, ore 22.10) DMariowepiùclatsicccèHumprireyBogar^affuuicatodaLatiren Bacali in un delizioso «nero» diretto dai grande Howard Hawks. Tutto nasce dalla telefonata a Marlowe di un vecchio generale la cui figlia è ricattata per episodi di dubbia moralità. Dal libro omonimo di Raymond Cbandler. UCCIDERÒ WILUE KID (Italia 1, ore 21.25) Passato molte volte in tv, questo western di Abraham Polonsky resta un gioiello da non perdere. La caccia, condotta dallo sceriffo Cooper, a un indiano fuggito da una riserva diventa una durissima parabola sulla violenza che domina il pianeta America. Ottimo Robert Redford, al suo fianco Robert Blake e Katherine Rosa. EVA (Euro TV. ore 21.30) Una surreale Venezia fa da sfondo alla folle storia d'amore tra uno scrittore e la sua indecifrabile amante. Vi accorgerete che il film è un po' sconnesso: fu sottratto al montaggio al regista Joseph Lo­sey, che qui ha modo di sfoderare solo a tratti la sua classe. Un bel cast con Jeanne Moreau, Virra Lisi e Stanley Baker. GUAI AI VINTI (Raitre, ore 21.30) Continua 0 ciclo su Raffaello Matarazzo. Il film di stasera è un drammone con tutti gli attributi: due gentildonne, all'epoca della prima guerra mondiale, vengono violentate da ufficiali austriaci. Rimangono entrambe incinte. Una tenta il suicidio. Il cast: Lea Padovani. Pierre Cressoy e pochi altri (1955). CRONACHE DI POVERI AMANTI (Retequattro, ore 15.45) Dal romanzo di Vasco Pratolini, un celebre film di Cario Lizzani Siamo nella Firenze del 1925: 0 tipografo Mario fa amicizia con due antifascisti, Ugo e «Maciste», uno di questi viene ucciso dai fasciati e Mario intreccia una tormentata relazione con tua moglie. Ben interpetato da Gabriele Tinti, Marcello Maatroianni Anna Maria Ferrerò, Adolfo Conaolini • Wanda Capodaglio. MAMMA ROMA (Raidue, ore 0.15) Chiudiamo con un Piar Paolo Pasolini poco noto ma pregevole, con una «mattatoriale» Anna Magnani nel nic4o di una prostituta che sogna per il figlio un avvenire rispettabile. Tra fiaba e reali­amo, in uno smagliante bianco e nero (1962).

MILANO — Vent'annl di vita, una crescita continua e ora. nell'edizione che si apre domani, un bambino che promette bene. La fie­ra al giro di boa del ven­tennale è il Slm Hi-Fi Ives, vale a dire il più grande contenitore europeo di ag­geggi per produrre suoni; dagli strumenti musicali, alle apparecchiature audio e video, a tutte le sfumatu­re di qualità e prezzo possi­bili nell'universo della fruizione di immagini e musica. La fiera di Milano accoglierà l'esposizione per quattro giorni, da do­mani all'8 s ettembre, in quello che sarà probabil­mente, come tradizione co­manda, un arrembaggio alle ultime novità, sempre luccicanti, del settore.

Il bambino, Invece, espo­sto per la prima volta e do­tato di vita e strutture au­tonome rispetto alla fiera-madre, è il primo Ibts, si­gla doverosa per semplifi­care 11 salone: Itallan broa­dcasting telecomunica-tlons show, destinato ad ospitare tutto ciò che inve­ce ha 11 compito di produr­re suoni e Immagini dal ponti radio al mixer, alle apparecchiature di sala. È probabile che a conquista­re gli onori della ribalta siano, come al solito (e il Sim Hi-Fi ha una grande tradizione in materia) le manifestazioni collaterali e le iniziative, oltre ovvia­mente alle mirabilie che una tecnologia in continua gara con se stessa sforna a getto continuo.

Lo si capisce dalle cifre del settore, si tratta anche di un comparto economico di estrema solidità, capace di dare soddisfazioni e fat­turati da capogiro. Il mer­cato dell'Hl-Fi, per esem-

.plo, fattura la bellezza di oltre 476 miliardi (dati '85), vince la crisi superando del 12,2 per cento le cifre dell'84 e si avvia a una ri­conferma nell'anno in cor­so» grazie anche alla cla­morosa impennata di ven­dite di quel miracolosi glo-cattollnl che sono i com-pact-dlsc, veri astri na­scenti dell'alta fedeltà. Il loro fatturato dell'85 è di 39 miliardi, che non è cifra spaventosa, ma supera ad­dirittura dell'84 per cento i risultati dell'anno prece­dente.

Ancora più stupefacenti 1 traguardi raggiunti dal mercato della videoregi­strazione. Con un televiso­re a colori quasi in ogni ca­sa, 11 comparto delle video­cassette e dei videoregi­stratori sta conoscendo un boom che non ha prece­denti: 574 miliardi spesi nell'85 con una variazione

Domani si apre a Milano la fiera dell'Hi-Fi: il mercato della musica e delle immagini, ormai, colleziona record di vendite

n futuro del suono sarà «fedelissimo»

percentuale sull'anno pre­cedente che tocca il 110 per cento. Se si somma il mer­cato dei nastri vergini e tutto l'indotto che la vi­deoregistrazione si trasci­na appresso si arriva ai 658 miliardi. Meno bene vanno gli strumenti musicali, an­ch'essi massicciamente presenti al salone milane­se.

In tempi di musica dif­fusa — e di riproduzioni sempre più perfette — pare che il consumo di stru­menti per suonare davvero (e non per sentire) soffra parecchio. Le cifre, però, denunciano un arresto del trend discendente e qual­che produttore parla final­mente di fine dell'emer­genza. Sommando tutti gli strumenti possibili e im­

maginabili, aggiungendo le edizioni musicali e qual­che accessorio, si arriva comunque a totalizzare la bella cifra di 257 miliardi di venduto nell'85, con una variazione negativa, ri­spetto all'84, di appena lo 0,2 per cento. Anche qui» comunque, la parte del leo­ne la fa l'elettronica, non solo grazie ai prezzi conte­nuti, ma soprattutto a cau­sa delle spaventose evolu­zioni qualitative che sono intervenute negli ultimi anni: non c'è strumento che una tastiera elettroni­ca di buona qualità non possa imitare alla perfe­zione e ciò influisce neces­sariamente sul mercato e anche sull'utente profes­sionale.

Quella che si apre doma­

ni a Milano, insomma, è una kermesse di grandi proporzioni, grande al punto che alcuni appunta­menti europei del settore sono saltati proprio per far spazio alla manifestazione italiana, come ha fatto la fiera di Francoforte dedi­cata agli strumenti musi­cali che ha rinunciato que­st'anno alla sua edizione primaverile. Altra prova del consistente interesse economico che ruota in­torno al Sim Hi-Fi, lo sbar­co diretto (e non più per in­terposto importatore) di alcuni bel nomi che sono colonne del mercato, pro­venienti dagli Usa e dal Giappone a curare da vici­no ì loro interessi in una galassia che minaccia forti espansioni.

Per quanto riguarda l'Ibts, 11 nuovo salone alla prima edizione solo per co­modità collegato al Sim, fare il punto della situazio­ne del settore sarà compito prioritario. Con 10 ne­twork nazionali, 600 tv pri­vate e oltre 3.500 radio li­bere, l'etere italiano è una giungla di suoni e immagi­ni che poggia su due pila­stri essenziali. 1100 milio­ni di spot pubblicitari dif­fusi ogni anno portano la linfa finanziarla, le appa­recchiature di trasmissio­ne assicurano la possibili­tà logistica di agire e, forse (ma questo lo diranno 1 convegni del salone) pro­sperare.

Alessandro Robecchi

Programmi Tv

D Raiuno 10.30 «TRATTO DI DONNA VELATA - Sceneggiato (3* puntala) 11.30 %m TERRRMLE COCCO DI IMAMMA - Telefilm 12.00 JO GARXARD - Sceneggiato con Ivo Garrani 13.00 MARATONA D'ESTATE - Internazionale e* danze 13-30 TEUGtORNALE 13.46 MTRftSO A TAORMINA - Ffcn con Walter Chiari is.3o MUPPET SHOW-varietà 16-10 PAC MAN-Cartonieremati 18.68 SETTE SPOSE PER SETTE FRATELLI - TetoHm 17.45 LISOLA DEL TESORO- Cartoni animati I M O POESIE DELLA SERA 18.18 TRENrANM DELLA NOSTRA STORIA: «1959» 19.40 ALMANACCO DEL «ORNO DORO -CHE TEMPO FA -TG1 20.30 QUESTA £ L'ARENA. QUI £ NATA MARIA CALLAS - m drena

da Varane 22.40 APPUNTAMENTO AL CMEMA 22.48 MERCOLEDÌ SPORT - Pugeato: titolo ìtaiano pesi medi 24.00 TOI NOTTE - OGGI AL PARLAMENTO - CHE TEMPO FA

Salvatore Sciarrino

Musica Fiamminghi e Valloni a città di Castello

Ma il Belgio è diviso anche

dalle note Dai nostro inviato

CITTA DI CASTELLO — Ab­biamo visto a Città di Castello conchiglie bellissime. Ciascuna ha il mistero nel gusle è avvol­ta, e la sua storia, autonoma, ma pur sempre legata alle altre stone del cosmo, con le quali poi concorre a portare avanti una storia del mondo e dell'uo­mo. Le «conchiglie» sono del Festival delle Nazioni, e que­st'anno c'è il Belgio — nazione ospite — preziosa conchiglia tutta da esplorare.

Non ci inoltriamo, però, sui Fiamminghi che stanno da una parte e i Valloni dall'altra, i pri­mi operanti in un'area olande­se, i secondi ansiosi di Parigi. C'è di mezzo una demarcazione linguistica, che oggi, diremmo, trova un processo di unifi­cazione nel suono, nella musi­ca.

La conchiglia belga è aperta a tutte le risonanze. E una mu­sica che vive dentro, e per que­sto richiama l'idea della con­chiglia. C'è stato un po' di traf­fico, tuttavia, per equilibrare, nel Festival, gli apporti Fiam­minghi e quelli Valloni. La stessa principessa Paola, che è stata qui in nome del Belgio, ha dovuto poi assistere ad un con­certo di stampo fiammingo e ad un altro di marca vallone. Ma l'involucro in cui vive la musica è lo stesso. '. • <- - - •

Qua! è, poi. questa musica belga? Cosi a bruciapelo la ri­sposta sembrerebbe imbaraz­zante. Senonché, ecco i nomi, importanti e gloriosi, di Cesar Franck, di Vincent D'Indy, Henry Vieuxtempa, Eugène Ysaye e quelli, fondamentali, di Fracois-Joseph Fétis, Fra­ncois-Auguste Gevaert. Una conchiglia nuovissima è quella che contiene la musica di Henri Pousseur, e tante altre ce ne so­no che portano all'orecchio la vibrazione della musica come quella del mare. Il risultato è che con i belgi — esecutori e compositori — si sta benissimo, anche nell'ipotesi di scrutare una parte sconosciuta del fir­mamento musicale. Ed è il grande merito del Festival

Abbiamo intravisto la luce (ma fu subito sera, per lui) di Guillaume Lekeu, un musicista di genio, scomparso a venti­quattro anni (1870-1894). il cui avvolgersi nel suono è ben più fitto ai quello del suo maestro: Cesar Francie, che ha avuto qui occasioni smaglianti per riaf­fermare la sua presenza. La So-

19.00 TG3 NAZIONALE E REGIONALE 19.2S SEMBRA ERI - Documentario 20.00 OSE: GEOGRAFIA OGGI - «Tipi di canai fluviaf» 20.30 XUI MOSTRA MTERNAZrONALE DEL CMEMA- (DaV< 21.30 GUAI Al VMTI-Fern di Raffaeeo Matarazzo 23.06 TG3 NOTO*- NAZIONALI E REGIONALI 23.30 CAPITALI CULTURALI DELL'EUROPA - Documentario

D Canale 5

D Raidue 12.00 A PASSO DI FUGA-Telane «In IvrnigEs» 13.00 TG2 ORE TREDICI 13.18 SARANNO FAMOSI -Tetofìm con Debbia Alan 14.10 L'AVVENTURA - Programma con Alessandra Canale 17.00 DONNE SOLE - Fam con Eleonora Rotai Drago 18.30 TG2 SPORTSERA 18.40 CERA UNA VOLTA m SAMURAI - TetoHm 19.40 METEO 2 -TG2-TG2 LO SPORT 20.30 R. SOU SORGE ANCORA - Sceneggiato con Jane Seymour.

Boctown reoie di Jernes Gondttone 22.00 TG2 STASERA 22.10 R. GRANDE SONNO-Firn con H.Boaan

0.08 TG2 STANOTTE 0.18 MAMMA ROMA -Firn con Anna Magnani

D Raitre 11.00 OSE -MATBNAUDRMTTtCl 11.30 OSE-MOaftMRAFK 12.00 PAUAVOIA'CariipìeriMdslrMnAilemminee 14.00 DI OBMUStCA-V puntata) 18.00 8, CAPPEUO DEL PRETE- (Ultima puntata) • •a*» 6"#» Bjp^RBBj#Btojajp^BBjB7er4)

17.20 IOAANMLAVC*1Dn MONDO • * • » * 18.28 GRANDI MOSTRE . Arturo Martini a Milano

8.30 UNA FAM»LM AMERICANA-Telefibn 9.20 UNA VITA OA VIVERE-Sceneggiato

10.10 GENERAL HOSPITAL - Telefilm 11.00 AUCE-Tetofam 11.30 DALLE NOVE ALLE CINQUE - TeleHm 12.00 LOU GRANT . Teiefam 13.30 SCNTRTRI-TetoHm 14.20 Ut VALLE DB PM-Sceneggiato 10.30 HAZ2ARD-TetoHm con Catherine Badi 17.30 R. MK> AMICO RrCKY - TeleHm 18.00 L'ALBERO DELLE MELE-TeteHm 18.30 KOJAK-Tetofìrn con Taly Sevala» 19.30 LOVE BOAT — TetoHm con Gevin Mac 20.30 BIG BANG ESTATE - Documenti 21.30 LA TERRAZZA -Fam con Ugo Tognazzi 0.30 SCERVFOANEWVORK-TelaHm

D Retequattro 9.20 MARY BENJAMIN- TetoHm

10.10 M CERCA D'AMORE • Firn con Connie Fri 11.80 SWITCH - TeMim con Roben Wagner 12.48 CIAO CIAO-Varieté 14.18 BRAVO DICK-TetoHm 14.48 CON AFFETTO. TUO SaONEY- TetoHm 16.16 CHARLESTON-TetoHm 16.48 CRONACHE DI POVERI AMANTI - Fam con M. 17.60 MARY BENJAMM - TetoHm 18.40 MAI OBOI St - TetoHm con S Zènbefst 18.30 CHARUE'SANGELS-TatoHm 20.30 YELLOW. ROSE - Sceneggiato 22.30 CAMPIONATI USA OPEN DI TENNrS

D Italia 1 • TÉflvfnVn 8.36 SANTORO AND SON

9.00 DANNI BOONE 9.80 L'OVEST SELVAGGK)- Firn con Dato Robertson

11.10 SANFOROft SON-TetoHm 12.30 DUE ONESTI FUORILEGGE- TetoHm

13.30 T.J. HOORER- TetoHm 14.16 DEEJAY TELEVtSION 16.00 FANTASa^UARMA-Tatofikn 16.00 BIM BUM BAM-Variet* 18.00 STAR TREK - TeleHm con VVKem Shatner 19.00 STORIE DI MAGHI E DI GUERRE»-TetoHm 20.00 MEMOLE. DOLCE MEMOLE - Cartoni aremati 20.30 RJPT.DE-TetoHm 21.26 UCCOERO WBJJE KR) - Ftm con R. Redford

1.36 KAZMSKI - TetoHm con Ron Letamai

D TeJetnootecarlo 12.00 PALLAVOLO - Campione* monda* 14.00 VITE RUBATE-Tatanoveto 14.45 GLI ESCLUSI - Fftn con Bm Lencaster 18.30 SNACK - Cartoni animati 17.40 MAMMA VTITORM - Tetonoveto 18.30 SRENZtO-. SI MDE 18.45 HAPPY ANO - Tetonovela 19.46 ASSASSBBO PER CAUSE NATURALI - Firn 23.00 TMC SPORT NEWS 24.00 GUBVTOCCABBJ- TetoHm

• Euro TV 9.00 CARTONI ANBttATI

12.00 MISSIONE BRPOSSaiRX - TetoHm 13.00 L'UOMO TIGRE • Cartoni 14.00 ANCHE IRJCCH. PIANGONO - Tetomjveto 15.00 TELEFRM 18.30 VIAGGJO N FONDO AL MARE - Tel 18.00 CARTONI AMMATI 20.30 CSMEMA- Firn con Certo Deee Piane 21.30 EVA - Fem con Jeanne Moreau 0.20 FBJM A SORPRESA

D Rete A 8.00 ACCENDI UN'AMICA

14.00 L1DOLO - Tetonoveto 16.30 R. SEGRETO 16.30 FEUCrrA DOVE SEI - Tetonovela 17.30 CARTONI ANIMATI 19.30 FEUCrr A DOVE SEI - Ti 20.30 R. SEGRETO - TetonoveU 21.30 Al GRANDI MAGAZZM - T< 22.30 LIOOLO - Tetonovela 23.30 WANNA MARCHI-Vendite

nata per violino e pianoforte, un Quartetto e il celebre Quin­tetto: un mondo Bonoro, con le sue leggi, le sue fatali mutazio­ni •cicliche», ancora cosi cari­che di energia.

In un ambito post-impres­sionistico si Bono protese le mu­siche di Joseph Jongen (1873-1953), di Albert Huy-brechto (1899-1938), Victor Le-gley (1915), Marcel Poot (1901), eseguite dallo splendi­do complesso fi Fiamminghi», diretto da Rudolf Werthen, che, con il luminoso intervento di Angelo Pereichilli, aveva fat­to anche ascoltare pagine anti­che di De Croes, Stamitz, Fioc­co, Van Maldere. Come si vede, esiste un più lontano cosmo musicale, che ha, poi, attraver­so le sue stelle, un incidenza su tante altre stagioni della musi­ca.

I colori della natura sono tantissimi, ma l'uno richiama l'altro, per lontanissimo che fiorisca.

II felice programma belga del XIX Festival è raccordato dai classici, riproposti ad alto livel­lo (Mozart, Schubert, Beetho­ven: Dino Aaciolla punta, stase­ra, come su una sua «scoperta», sul Quintetto op. 29 di Beetho­ven che è in realtà una pagina «pazza* e unica nella produzio­ne beethoveniana), e da escur­sioni nel nuovo.

L'altra Bera, Roberto Fabbri-ciani, con i suoi meravigliosi flauti, ha dato intensi brividi di suono al soffio di pagine astrali di Salvatore Sciarrino e Brian Ferneyhoug-, domani, Luigi Lanriflotta, con fl suo Gruppo Musica d'Oggi, farà conoscere le nuove esperienze belgbe (Jacqueline Fontyn, Hean Louis Poliart, Karen Goe-jvaerta, Henri Pousseur). H 5 c'è un omaggio al centenario di Liszt (un concerto di Lieder, prezioso nel dissipare dubbi sulla produzione liaztiana in questo campo: un promesso Liszt con Gloria Lanni, impe­gnata però altrove, è stato ri­mandato ad altro momento). Verrà poi fl 7. per concludere il Festival, fl aCollegium Institi-mentale Brugense», diretto da Patrick Peire, a tirar fuori dal conchylium belgicum suoni an­tichi e moderni.

Larga è la partecipazione del pubblico il che anche conferma come una scelta d'ordine cultu­rale aia sempre la «cosa» più im­portante da seguire, e difende­re.

Erasmo Valente

Radio

D RADIO 1 «ORNALI RADIO: 7.0.12.13.19. 23. Onde verde: 6.56. 7.56. 9.57. 11.57. 12.56. 14.57. 16.57. 18.57. 20.57. 22.57. 9.00 «Rad» anch'io '86»; 11.00 Afta stagione: 11.30 Leonardo da Vinci; 12.03 Anteprima «aieobig Parade: 14.00 Master Crty: 15 «Eia-alta, storia de*» invenzioni»: 16 • Peginone; 17.30 Rado uno jazz; 16 Obiettivo I 18.30 Musica «ara; 20 Un i campagne: 21.30 Musica none: 22 Din don din: 23.28 Nomano {tafa­na

D RADIO 2 «OrUiÀU RADO: 6.30. 7.30. 8-30, 9.30. 11.30. 12.30. 13.30. 14.30. 16.30. 17.30. 18.30. 19.30. 22.30. 6 I giorni; 8.45 cLa tornane»; 9.10 Tra Sc9a • Ceriddh 10.30 «Che ooa-47»; 12.45 «Dova state?»: 15 «€... statemi bene»; 19 Redo due jazz: 19.50 Spiagge mus»-caf; 21 «Helzapoppro; 22.40 Scen­da la notte nei gtordra JooàdaiHe. 23.28 Nomano i

D RADIO 3 «ORNALI RADIO: 7.25. 9.45. 11.45. 13.45. 18.45. 20.45. 23.53. 6 Preludo: 6.55-8.30-10.20 Concerto del mattino: 7.30 Prima pagine: 11.52 Pomeriggio musicato; 17-19 Spezio Tre; 21 Concerto dei premia* al XXXVW conca so piaraatiweiwi le­sionato «Ferruccio Buaorea 23.58 Nomano Rafano.

D MONTECARLO Ore 7.20 Merrtfcit, gioco | 10 Farti noeti, a cura di f " rara; 11 «lOoiCOOf Mbto.fl tetanico: 12 Oggi a tavola, a cure di Roberto Biaaiol; 13.15 Da chi e per chi. le dedea (par poetai: 14.30 Orto al Mms (par poetai; Seeao • musica: • mewhio data aammene; Le atea» data se**: 15.30 Imtodu-CeftQ. ÌAVBYVÌIIQÌ 16 StwtMF-vfcl fWPftl.

16.30 Ì:17Ubroe 4 rmghor Dreno.

L'UNITÀ PAG, 11-MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

VENEZIA — Neoclassico. sentimentale, romantico, persino necrofllo: non sanno più cosa escogitare pur di imbalsamare 11 nuovo film di Alain Resnals, Mèlo (fuori concorso per Venezia XLIII), In una definizione schemati­ca che soltanto In minima f>arte riuscirebbe a cogliere a globalità, la complessità

della stessa opera. Un po' è colpa del medesimo Resnals. A chi gli chiedeva, spesso senza aver visto il film in questione, come effettual­mente è Mèlo, che cosa tende a dimostrare, Il cineasta, sorridente e distaccato, ha continuato infatti ad asse­condare semplicemente le domande retoriche del suol

to tempo va discettando nel suol film, proprio come un il­luminato enciclopedista set­tecentesco, sulle controverse ragioni del cuore e della mente, sull'amore e la man­canza d'amore, sulla vita e sulla morte. Anzi, gli ultimi titoli della sua pur prestigio­sa carriera suonano per se stessi eloquenti, e, in effetti, sono del segnali sintomatici di una coerente, inconfondi­bile strategia filosofica ed esistenziale: da Mon onde d'Amérlque a La vie est un roman, da L'amour a mort appunto a Mèlo.

La traccia narrativa di questo film che vede inter­preti gli assidui complici-commedianti dello stesso

«Melo», H nuovo film di Alain Resnais presentato a Venezia

Un grande regista e un quartetto di prodigiosi attori per «Mèlo» Bello «li silenzio del poeta», di cui ci parla l'autore Lilienthal

Quattro evviva per Resnais Interlocutori. In effetti, non ci sono grandi segreti da sco­prire sul conto di questo Mè­lo. Si tratta di una ulteriore trascrizione cinematografi­ca dopo la mezza dozzina di film realizzati in passato sul­la base dello stesso testo tea­trale, della datata, omonima pièce) scritta e rappresentata nel 1929 dai già celebre com­mediografo parigino Henry Bernsteln (1876-1953).

Un'altra contrastatlsstma disputa è stata poi Innescata, prevedibilmente, dal fatto se, appunto, l'opera compiu­ta proposta ora sugli scher­mi del Lido sia semplice­mente teatro fotografato o retnvenzlone cinematografi­ca. Non diciamo che questi Interrogativi siano fuori di luogo, ma forse, così manl-chelstlcamente prospettati, rischiano di prevaricare ciò che, infine, è e resta la più solida, significativa sostanza dell'opera In sé. Alain Re­snals, sloé, ha operato una scelta tutta autonoma, per­sonalissima in forza della quale l'intrico originarlo del­la fortunata commedia di Bernsteln si dispone ora sul­lo schermo In una disinibita, Incalzante rappresentazione che offre, fuse insieme, le particolarità del teatro e del cinema. Tutto qui. Che poi, di quando In quando, un si­mulacro di sipario venga a scandire ritualmente lo svol­gersi dello spettacolo, poco importa. E semmai determi­nante che la narrazione ap­passioni, coinvolga anche gli spetta tori più pervicacemen­te refrattari.

Si dirà, allora, ma che cosa è mal questo Mèlo! Elemen­tare, una storia d'amore. Tormentosa, complicata, do­lorosa e amarissima, ma nel­la sua nuda e cruda essenza essa costituisce appunto quell'atavico groviglio di emozioni, di sentimenti per i quali ogni uomo, ogni don­na, sono disposti a darsi in­teramente, come forse per nessun'altra causa o ideolo­gia. Alain Resnais, da uomo colto e da cineasta raffinato qual è, queste cose le ha capi­te da un pezzo e da altrettan-

Resnals, Sabine Azèma e Fanny Ardant, André Dus-solller e Pierre Arditi — un •quartetto» formidabile, af­fiatassimo che fa giusto da omologo controcanto al quartetto originarlo che, nel '29, sulle scene, rappresentò con successo la commedia di Bernsteln, cioè Gaby Mor-lay, Marie Fromet, Charles Boyer e Pierre Blanchar — ripercorre sentieri già battu­ti, ma lo fa con una finezza di accenti, di toni, un rispetto rigoroso, eppure nuovo delle convenzioni drammaturgi­che da suscitare subito in­condizionato, ravvicinato In­teresse. Dunque, Pierre Bel-croix (Arditi), primo violino fors'anche di scarso talento, è sposo all'apparenza felice della bella, fervida Romaine (Azèma). Una sera, nella loro modesta casa di periferia, i due intrattengono un ospite di riguardo: il famoso, pre­stante concertista interna­zionale Marcel Blanc (Dus-sollier), già compagno di conservatorio di Pierre e, ora, inconfessato «oggetto del desiderio» della frustrata Romaine.

All'inizio questo insidioso incombere di eventi amoro­si-sentimentali resta ancora nell'inespresso, forse soltan­to pensato, appunto deside­rato. Ma, finite le cortesie, esaurita la liturgia del bon ton borghese, la passione tra la bella Romaine e l'elegan­te, vissuto Marcel divampa incontenibile. E presto, In­fatti, travolgerà drammati­camente il conformistico ménage coniugale tra la stessa Romaine e il medio­cre, ignaro marito Pierre, a sua volta fatto segno di un tenace, devoto sentimento d'amore da parte della schi­va, grigia cugina Christiane (Ardant). Va a finire, insom­ma, che la vicenda si incupi­sce di colori torvi. Romaine pur di unirsi finalmente e per sempre al suo Marcel, tenta goffamente di avvele­nare li marito, poi, pentita, placherà 1 propri rimorsi dandosi ella stessa la morte.

Come si può constatare, dunque, una vicenda fre-

cll silenzio del poeta» di Peter Lilienthal

Oggi

Sala Volpi, ore 9. Documenti del cinema: «Wenders in video* di Andrea Martori (Italia); «Directed by William Wyler» di Aviva Slesin (Stati Uniti). Sala Volpi, ore 10,30. Retrospettiva Glauber Rocha: ili leone ha sette teste» (1970). Sala Grande, ore 12. Venezia De Sica: «La seconda notte» di Nino Bizzarri, opera prima. Sala Grande, ore 16. Settimana della critica: «Abel» di Alex Van Warmerdam (Paesi Bassi), opera prima. Sala Volpi, ore 17,30. Spazio libero: «Ein blick - und die liebe brìcht aus* di Jutta Bruckner (Repubblica federale tedesca). Sala Grande, ore 18,30. Venezia XLIII: «O melissokomos» di Theo Angelo-poulos (Grecia), in concorso. Arena, ore 20,30. Venezia XLIIL* «Linna» di Jaakko Pakkasvirta (Finlandia), in concorso; «O melissokomos», in concorso. Sala Grande, ore 21,45. Venezia XLIII: «Il castello», in concorso. Sala Grande, ore 24. Venezia Giovani: «About last night» di Edward Zwick (Stati Uniti), opera prima.

Jack Valenti: «Europa, fai

Vamericana!» Da uno dal nostri inviato

VENEZIA — Jack Valenti, presidente della Mpaa e gran capo del produttori americani, piglia Impavido il sole sulla spiaggia dell'Excelstor, bardato di cal­zoncini e scarpe da Jogging, marca Spaldlng. E uno dei pochi americani che hanno rispettato la consegna data da «Variety* a ferragosto: «La mostra di Venezia sconfigge la paura del terrori­smo». Già, al posto del Carpenter e dei NIcholson promessi, i frequentatori del Lido quest'anno devono accontentarsi di «spalle» come il piccolo cinese Dennls Dun o esordienti come Scott Goldsteln. Agisce davvero la paura del terrorismo, oppure gli americani ne hanno appro­fittato per dirigersi alla chetichella ver­so 11 festival di Montreal che si sta svol­gendo In questi giorni e, benché meno prestigioso culturalmente, sembra più «redditizio» dal punto di vista commer­ciale? Valenti nega: «Arrivo ora dal Ca­nada e Loslque, lldlrettore di quel festi­val, mentre partivo si lamentava con me: non era affatto soddisfatto del ri­sultato ottenuto quest'anno».

Ma se gli americani non arrivano, ci sarà un motivo— «Un attore non è un sacco di patate. Può avere mille ragioni fersonall per non mettersi in viaggio».

, per Valentlnl, l'argomento è chiuso.

Parliamo ora del buon andamento de-

?;ll affari del cinema hollywoodiano. Ci­ré alla mano, ci spiega che dopo aver

raggiunto un top di incassi nell'84, nell'86 l'industria incasserà un pochino di meno, ma pur sempre quasi 4 miliar­di di dollari. «Tenete conto che negli Stati Uniti il cinema deve contendere occhi e orecchie dei suol spettatori a 30 milioni di video registratori, due milio­ni di antenne paraboliche (quelle che servono ad acchiappare le immagini via-satellite) e 30 milioni di abbona­menti alla pay-tv. Se ce l'abbiamo fatta noi a risalire la china, ce la possono davvero fare tutti. D'altronde è nel mondo intero che la situazione sta mi­gliorando: in Italia, nei primi sei mesi dell'anno, avete avuto un 18% di spet­tatori in più, in Australia 1110%„... GII americani, in questo momento, a quali segreti si affidano per richiamare gli spettatori nelle sale? «Miglioramenti tecnici. Un buon condizionatore d'aria può farci avere un 50% di spettatori In più. Gli esercenti, da noi, hanno già convertito 1 loro Impianti "Dolby" in impianti per 11 fono "Thsn. E poi si stan­no smantellando le multlsale». Vera­mente da noi stanno ancora faticando per ottenerle... «Sono sorpassate. Ora la gente crede solo nel"grande evento".

Nostro servizio VENEZIA — Peter Lilienthal, uno dei pionieri del Nuovo cine­ma tedesco, si presenta a Venezia con «Il silenzio del poeta», tratto dal racconto dello scrittore israeliano Abraham B. Yeho-shua. Gli chiediamo i motivi di questa scelta.

Yehoshua è un autore a cui mi sento affine, per il modo come racconta: egli non giudica 1 suol personaggi e vuole che siano 1 lettori a farsi un'idea di chi realmente sono. Ciò che mi affascina in Yehoshua è il sottofondo morale, biblico della sua narrativa: In ogni suo racconto c'è sempre un personag­gio che tramite l'esperienza modifica la propria vita — le sue sono figure caratterizzate da una grande passionalità nell'in­contro con gli altri. Naturalmente non e un politico ma al miei occhi ogni sua opera rappresenta un appello alla com­prensione tra i due popoli, anche se egli non tratta tale tema in maniera diretta.

— E perché ha girato e ambientato una storia universale come questa in Israele? Ce una connessione con le sue origi­ni ebraiche? Io sono soprattutto un latino-americano in visita in Euro­

pa e dò che conosco della tradizione ebraica l'ho imparato in un secondo tempo, non l'ho vissuto. Tel Aviv è un po' Miami, un po' una città mediterranea, e comunque un luogo costrui­to di recente ma già in rovina — il segno di una cattiva coscienza. E una città che non si collega più agli inizi, al periodo pionieristico dello Stato di Israele, ne rappresenta un sguardo sul futuro. Sotto un certo aspetto è la città di questo poeta in conflitto tra silenzio, congedo e partecipazione. Inol­tre era per me una sfida girare in.un paese di cui non capivo la lingua, in cui ero costretto ad accettare dei ségni che forse interpretavo male. E comunque tutto ciò è parte del film. Per me la società israeliana rimane un mistero: ci si è sistemati tra le macerie e si vive tra un'apparente spensieratezza e un profondo panico. Non a caso, per esemplo, Israele è il paese al mondo dove si sente di più la radio e continui notiziari. Ho però evitato di accentuare tali particolari perchè nel mio film volevo evitare ogni riferimento diretto e mostrare la situazio­ne solo per cenni tramite alcuni personaggi. Io mi sono senti­to come uno straniero a Tel Aviv, al pari delle figure del mio film che vivono con le valìgie sempre pronte...

— Qual è stato il suo maggiore problema nella costruzione delfìim? «Fare amicizia» con la figura di Joram. Io sono un ottimi­

sta che ama del personaggi idealisti, ingenui, che credono In un futuro migliore o che sono impegnali politicamente. Non ho mai avuto a che fare con una figura come questa alla ricerca di un alibi per il suo silenzio. E stata una provocazio­ne nel confronti del mio carattere.

— Lei quindi non si identifica affatto con Joram? No. Inoltre Yehoshua mi ha convinto a non idealizzare

questo poeta. Joram ha anche dei tratti caratteriali negativi, è vanitoso, per esemplo, non è un buon padre ma una perso­na che, come afferma una volta, non vuole perdere la faccia con la gente. Se lo spettatore si sforzerà di guardare nel volto del due protagonisti, potrà riconoscere tutte le possibilità della coscienza umana. L'uno è come una pietra in cui il tempo ha lasciato traccia, l'altro è un «marziano» sorpreso da quanto vede in terra. Ognuno a proprio modo parla una lin­gua del corpo che fa presagire tutto. Perciò era molto impor­tante per me scegliere nel ruolo di Joram un attore che non corrispondesse allo stereotipo del poeta: dolce, romantico, sensibile, scontroso. Ho pensato ad un tipo che ricordasse un marinaio o una persona con esperienze manuali, come i poeti della beatnik-generation. Per il figlio invece volevo assoluta­mente evitare ogni riferimento esteriore ad una malattia mentale: solo l'estrema ingenuità di Gldeon, il suo essere maldestro nella vita quotidiana, portano la gente a pensare che lui sia ritardato.

Giovanni Spagnoletti

quentatisslma, ricorrente e classica nella sua progres­sione pslcologlca-patologlca, ma Alain Resnals e tutti i suol — in Ispecle il quartetto Azémat-Ardant-Ardltl-Dus-solller, In contrappunto esemplare con le auree «so­nate» di Brahms e di Bach — conferiscono, anche al di là di una ostentata stlllzzazlo-' ne scenografica e ambienta­le, un'Intensità, un fervore espressivi tali che II rovinoso approdo, tutto sommato, im­maginabile della disgraziata passione, e la spettacolarità. calibrata dell'Insieme si su­blimano, con parabola pres­soché perfetta, In una col­laudata e pur sempre attua­le, divampante moralità. Certo, Mèlo concede ed esige molto margine per quella pratica sofisticata In cui 1 ci­neasti francesi — da Truf-faut allo stesso Resnals, da Rohmer a Tavernler — re­stano insuperati maestri, cioè le loro perlustrazioni un po' corsare nel «ragionar d'a­more». Ma sulle tracce del grande Marlvaux, quant'al-tri mai esperto nel parlare di queste stesse edificanti vi­cende, Resnals anima, scal­da anche la favola più triste del sapidi umori dell'ironia, della tollerante bonarietà dettata dall'esperienza. Per questo place, per questo di­verte Mèlo, sia che arieggi al teatro, sia che pertenga a tutti gli effetti la sfera del ci­nema-cinema.

Nella sezione competitiva Venezia XLIII è giunto, frat­tanto, un denso, drammati­co lavoro del cineasta tede­sco occidentale Peter Lilien­thal intitolato II silenzio del poeta. Basato su un testo del­lo scrittore ebraico Abraham Yehoshua, interamente gi­rato e realizzato in Israele, questo stesso film offre fin dal suo primo approccio de-. scrittivo-evocatlvo un pò-' tente, tragico quadro di una particolare situazione esi­stenziale. Qui, Infatti, si par­la soprattutto del poeta-giornalista Yoram che, ri­masto vedovo e da tempo inaridito nella sua Ispirazio­ne creativa, è costretto a vi­vere col figlio ritardato men­tale ed a contigua vicinanza della dissestata società israe­liana, travagliata dalle vi­cende angosciose di una guerra perenne e da Irrisolte questioni sociali e individua-

LUlenthal, pilotando ener­gicamente i bravi e poco noti attori che si prodigano nei ruoli centrali, tiene bene in mano la complessa materia narrativa per circa tre quarti dello stesso film, ma, quando poi dalle molteplici ed acute notazioni soc'.ologlche-pst-cologiche deve cavare l'indi­cazione precisa per una con­clusione logica della storia, divaga troppo. Tanto che, a conti fatti, li ripristino di un tollerabile rapporto con fi­glio e il ritorno alla poesia del protagonista risultano tutti e soltanto giustapposti, non convincenti fino in fon­do.

Sicuramente meglio ha fatto, invece, li poco meno che quarantenne cineasta indiano Pradip Krisben che con r«opera prima» Massey Sahlb è venuto a proporre al­la Settimana della Critica un robusto, denso spettacolo in­centrato sulla tragica odis­sea di un piccolo travet in­diano che nel declinanti anni '20, determinato a ritagliarsi un posto nell'ambito della esosa amministrazione colo­niale inglese, finisce nono­stante ogni suo sforzo con­dannato quasi incolpevole alla forca. Unico gesto di so­lidale pietà che riuscirà ad avere da un funzionarlo In­glese meno cinico degli altri, sarà per il disgraziato Mas­sey Sahlb, questo il nome del nostro eroe, una risolutiva revolverata in fronte. Analo­go per tema e cadenza narra­tiva a Passaggio In India del­lo sperimentato David Lean, l'esordio registico di Pradip Krishen risulta in sostanza di tutto rispetto e, per di più, sorretto, sul piano ideale, da frequenti, polemiche, pur se indirette, notazioni anticolo­nialiste.

Sauro Sorelli

E la Chiesa disse: Ite,

Mostra est Vogliono stare insieme a centinaia, nel­le sale, altrimenti, se cercano concen­trazione, tranquillità, se ne restano a casa propria». I film inviati quest'anno a Venezia non sembrano pero promet­tere molto In termini di novità, né di contenuto né di forma. La «Chlnatown» di Carpenter è un giocandone alla Spielberg,gli «affari di cuore»di Nlchol­son e la Streep ricalcano l duetti di Tra-cy e Hepburn del bel tempi. I migliora­menti tecnologici allorabastano a pla­care gli appetiti? «Sono film che ranno Incassare. Non quello di NlchoU, ma quello .di Carpenter si. D'altronde qui vedete un'America filtrata dallo sguar­do del selezionatori itallanL Secondo me bisognava portare a Venezia un film come Top Oun con Tom Crulse (avven­tura «reaganlana» In testa al box-office, ndr>. Quale film consiglierebbe di pro­durre a un europeo che volesse ottenere negli Stati Uniti il successo che Rambo ottiene da noi? «Un film divertente. E quello che la gente cerca. Non per forza costoso, invece. I soldi non producono automaticamente soldi: Io conferma Lucas con il fiasco del suo ultimo film. E stato due settimane nelle saie, poi è scomparso nel nulla e ha portato con sé nella tomba I 45 milioni ut dollari che era costato».

Maria Serena Palieri

Da uno dei nostri inviati VENEZIA — Che la Mostra cosi vada benone, anzi, che abbia ^ritrovato una pro­spettivi mondiale», l'ha det­to pure un arcivescovo dal pulpito, l'autorevole mons. Maccarl, presidente della Commissione per le comuni­cazioni sociali della CeL A giorni, poi, l'Imprimatur più prestigioso: quello di Ciriaco De Mita che approderà qui ai Udo. Un clima così «ospita­le», quello di quest'anno, che anche l'assessore democri­stiano Salvador!, quello di •O' sole mio» e del sacchi a pelo, ha deciso che 11 5 set­tembre (fatto mai avvenuto prima) userà l'Excelsior al Lido, per una conferenza-stampa. Annuncerà la solita regata storica di gondole nel canali dì Venezia, ma, visto >1 tipo, di sicuro ci sarà da di­vertirsi.

1988, anno quarto dell'e­poca Rondi alla Mostra del Cinema. Dopo il clima ecu-

rttenico. In apparenza, delle prime edizioni, ecco la ster­zata. Quest'anno, al Lido, si respira un'aria che più de­mocristiana non si può, co­stellata di episodi che sfiora­no il grottesco. Il perché è evidente, n mandato sta per spirare ma basta quella pic­cola modifica allo statuto perché 11 direttore venga ri­confermato. E, In questa aspirazione, Rondi trova l'appoggio e l'aiuto del suo partito che scende in campo con tutte le sue forze.

Un'operazione cominciata con previdenza già l'anno scorso alla chiusura quando, per la serata del Leone d'oro a Felllnl, arrivò al Lido il neo-presidente della Repub­blica Cosslga, con un seguito di ben sei ministri. In picco­lo, la serata i stata ripropo­sta quest'anno di mattina, 11 X agosto, quando per dare 11 via alla XLIII Mostra è vola­to fino a qui Fanfanl. Fra quella mattinata d'apertura

e la chiusura in cui — come dubitarne — si faranno fa­ville (il primo a prenotarsi un posto in platea per 11 10 è il ministro del Beni culturali} Gullottl) ci sono dodici gior­ni. Il secondo del quali, come' si accennava, al festivalieri è arrivato per esemplo un In-. vito del Centro cattolico ci­nematografico. Come per un party. Invece era lievito per la Messa che mons. Maccarl avrebbe celebrato nella chie­sa di S. Antonio al Lido, ri­prendendo (guarda caso) un'abitudine caduta nel di­menticatolo da più d'una de­cina d'anni. Un comunicato stampa che profumava di cronaca mondana ha riferito-poi chi Vera e ha diffuso le invettive del monsignore contro ^edonismo», «materia-llsmo», «evasione ludica», •cruda violenza*. Eia sua ri­flessione sull'enorme im-, portanza» delle immagini Tamburi, bit, messaggi? Certo l'iniziativa si colloca. bene In questo scorcio d'e-, state in cui CI si è già fatta sentire.

Più difficile capire a che titolo si presenterà De Mita, che l'anno scorso bene o ma-* le era nell'entourage di Cos­slga: forse nelle vesti esplici­te di 'padrino* per 11 nuovo battesimo di Rondi? Il quale, comunque, In questi giorni non ha perso occasione per' fare professione di fede sul giornali. Democristiana, non cinematografica. Ma la Mo­stra non era un'istituzione pubblica?

m. a. p.

Un'inquadratura del film «Grosso guaio a Chlnatown»

L'atteso film di Carpenter e «Il cugino americano» di Battiato

Grossa farsa a

Chìnatown Da uno dei nostri inviati

VENEZIA — John Carpenter. basta la parola? Ormai pare di si. Per l'anteprima delle 8,30 riservata al quotidianisti si face­va praticamente la fila l'altra mattina: è un segnale che la dice lunga sulla popolarità che avvolge questo brillante regi­sta di fantasie horror approdato alla consacrazione critica. Ne sono passati di anni da quando, cineasta squattrinato, confezionò una gustosa parodia di 2001: Odissea nello spazio chiamata Dark Star e un vigoroso western metropolitano uscito da noi col titolacelo Distretto 13: le brigate della morte. Col tempo sono venuti i soldi, i favori del pubblico, l'attenzio­ne delle major (anche se lui continua a comporre le colonne sonore per risparmiare). In questo senso, Grosso guaio a Chl­natown (primo titolo di richiamo della rassegna «Venezia Giovani») racchiude in sé, quasi programmaticamente, i ma­teriali del successo hollywoodiano. Prestigiosi effetti speciali firmati da Richard Edlund» interi quartieri ricostruiti, mega­camion sbuffanti e centinaia di comparse: insomma, tutto ciò che ci si aspetta dal grande film d'avventura. Eppure. nella sovrabbondanza carpenteriana c'è la crisi di una prati­ca cinematografica che si avvia a saturazione. Spielberg sta mettendo mano stancamente al terzo Indiana Jones e perfi­no Stallone sta cominciando a perdere colpi dopo Cobra.

Il patito del fanta-film ha di che essere soddisfate to.Mlschlando il fascino sempiterno dell'Oriente alle virtù americane, l'antica magia cinese ai suoni onomatopeici dei fumetti, Carpenter ha allestito un incorerente ma spassoso carnevale d'azione. Tutto è puro divertimento In Grosso guaio a Chlnatown in un tripudio di quadrupli saiti mortali e di ossa spaccate che costeggia la farsa. Farsesco è, infatti, l'eroe di turno, 11 camionista Jack Burton (il consueto Kurt Russe!), uno che trasporta maiali e grida al microfono: «L'ho sempre detto alle donne, vado forte solo quando posso». E farsesco è 11 contesto, nonostante il crepitare del mitra e il fracasso degli effetti speciali. Qual è il «grosso guaio» nel quale si imbuca Jack? Come al solito, è una questione di donne. Il suo amico Wang-Chl attende con ansia l'arrivo dalia Cina della fidanzata Mlao-Yin, stupenda ragazza dagli occhi verdL Ma ecco che, appena scesa dall'aereo, la fanciulla viene sequestrata dai gorilla del malvagio Lo-Pan. Che cosa c'è sotto? Solo un giro di prostitute? No, ovviamente. Scettico e pragmatico come ogni bravo americano, il nostro Jack Burton sarà risucchiato infatti in un'avventura sotterranea dal risvolti magici alia quale dovrà credere per forza. L'ultra­centenario Lo-Pan non è, infatti, solo un vecchietto malri­dotto: duemila anni prima l'imperatore cinese Qln-Shi-Huang si liberò di lui condannandolo ad un inferno imperi­turo di esistenza incorporea. Per tornare al vigore di allora, a essere carne e sangue, deve possedere una cinese con gli occhi verdi: insomma, Miao-Yin è la donna che aspettava da secoli. Ribatte strafottente Jack: «Ehi, devi avere qualche problema con le donnei».

Avrete già capito che Jack e Wang, spalleggiati da due amiche ficcanaso e da uno stregone cinese che sembra uscire da un film con Vincent Price, penetreranno nel regno oscuro di Lo-Pan giusto in tempo per salvare la fanciulla e far pas­sare a miglior vita (definitivamente) il mago cattivo. Freneti­co e coloratissimo, Grosso guaio a Chlnatown saccheggia la mitologia cinese (è tutto un rincorrersi di simboli magici, di luoghi infernali dai nomi bizzarri: la Magione degli Sleali, la Stanza dell'Olio Bollente) in nome di un cinema burlone dove tutto è permesso, anche la contaminazione tra Bruce Lee e 1 mostri di Guerre stellari. Carpenter spiega di aver voluto provare a vedere II mondo esotico dell'avventura con gli oc­chi del figlio: l'idea è giusta, eppure non si sfugge all'impres­sione di assistere agli ultimi bagliori di un cinema che, a forza di mostrare II mirabolante, non ha più niente da rac­contare. Con buona pace di Jack Burton, simpatico e malde­stro «camionista nel paese delle meraviglie».

A costo di passare per «schermici» pentiti, confessiamo di esserci appassionati di più al terzo appuntamento offerto dalla sezione televisiva: si tratta di Quel cugino americano di Giacomo Battiato prodotto da Raiuno (lo vedrete questo In­verno in tre puntate) e interpretato da uno stuolo di bravi attori americani e itallanL Si, è un'ennesima storia di mafia ambientata in Sicilia, ma non pensate ad un seguito dalia Piovra o a pigrizie del genere. La forte impronta cinemato­grafica e il vigoroso taglio avventuroso servono agli autori Battiato e Augias per imbastire un discorso non superficiale sul rapporti mai recisi tra emigrati e terra d'origine, su quel •legami di sangue» più volte indagati dal cinema hollywoo­diano. Il cugino americano è Jullan Salina (Brad Davis), un affermato Ingegnere di Baltimora che la mafia obbliga (gli hanno sequestrato il padre italiano) a partire Improvvisa­mente per Palermo. Presto scopre che la sua è una missione da killer: deve entrare in confidenza con il giudice Giuliano Salina (Tony Lo Bianco), in modo da esporre più facilmente al piombo mafioso quel magistrato «super blindato» scampa­to a numerosi attentati. Tutt'attorno una folla di personaggi — buoni, cattivi, perdenti — legati a Jullan per 1 motivi più diversi. Ce l'avvocatessa Luisa (Barbara De Rossi), Il giovane boss cocainomane Mark Cluni (Vincent Spano), il banchiere Ammirati (Arnoldo Foà), la fragile moglie del giudice (Delia Boccardo), la figlia di Ammirati (Maria Conchlta Alonso) sposa del nobile Riccardo (Ricky Tognazzi) e amante di Clu­ni.

L'idea è un po' quella di raccontare l personaggi ancora prima della storia, quasi che fossero t loro comportamenti a condizionare l'Intreccio poliziesco e non viceversa. In questo Battiato si conferma abile narratore attento alle sfaccettatu­re psicologiche e al gioco del sentimenti; e tutto ciò — a parte qualche «rigonfiamento» di natura televisiva—all'insegna di uno stile compatto, denso, molto all'americana che avvince senza rinchiudersi in se stesso. Ogni riferimento di cronaca, ovviamente, non è puramente casuale, anche se sarebbe for­se sbagliato cercare nell'agra solitudine politica e umana del magistrato il ritratto di qualche giudice reale. Battiato un po' come il migliore Damiani, non rincorre le pagine dei giornali, né fa comizi su «fenomeno mafia»: e proprio per questo 11 suo film colpisce ancora più in alta

Michele Ansetmi

12 l'Unità MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

Un dibattito «vecchio» come il femminismo alla prova concreta di un grande incontro di massa

Donne alla tela: doppia cittadinanza Non soltanto nel «loro» Caffè si parla al femminile

MILANO — Torte squisite e beveroni soavissimi, al Caffè delle Donne. E un'accoglien­za mal rude, neppure quan­do la calca è spaventevole e anche le zanzare stentano a farsi largo. L'ha progettata la Cini Boeri (Cini è 11 nome, uno di quel vezzeggiativi me­neghini che sovente nascon­dono donne che nelle arti e nei mestieri spianano la con­correnza maschile come gentili bulldozer); ed è il quartler generale delle don­ne della Festa.

Oddio, quartler generale è un'espressione un po' arci­gna. Ma forse limitarsi a de­finirlo, pacificamente, «luo­go di ritrovo», è anche peg­gio: un po' ipocrita. Perché al Caffè, assieme a tutto 11 re­sto, si servono anche, dibat­tendo e chiacchierando, i di­stillati di almeno quindici anni di discussioni del movi­mento delle donne. Non cer­to indolori non solo per chi 11 ha faticosamente seleziona­ti; ma anche, in pieno Ottan­tasei •post-femminista», per chi volesse miscelare quegli umori con le attuali «regole del gioco».

«Il Caffè — dice Ornella Piloni, responsabile femmi­nile del Pel milanese — è lo spazio fisico dove ritrovarsi. Intanto, se vuoi banalmente,

per 11 semplice piacere di sta­re Insieme alle compagne che lavorano con te per tutto l'anno, e di farlo In un posto gradevole. Poi, soprattutto, per conservare uno spazio di elaborazione autonoma delle donne. Questo non vuol dire, ovviamente, che le donne non siano In tutta la Festa; né, ancora più ovviamente, che gli uomini non affollino, numerosissimi, il Caffè».

«La presenza delle donne In questa Festa — le fa eco Barbara Pollastrinl, segreta­ria cittadina del partito — mi seambra molto forte. Forse meno immediatamen­te «visibile» di quanto qual­cuno potrebbe immaginare: ma capillare e profonda. Per esempio nel temi del dibatti­ti l'accento è stato messo an­che sul valori. I valori nella cultura della sinistra, 1 valori nella democrazia, i valori nella politica. Questo è an­che il frutto del lavoro delle donne, Il risultato dell'ela-borzlone politica femminile. Ovvio che al Caffè, poi, si di­scuta dello specifico, di don­ne e lavoro, di donne e socie­tà. Ma mi sembra che la sto­ria del movimento femmini­le sia andata qualche passo più in là del separatismo».

Dunoue uno «spazio-don­na» reso meno «riserva» (e

meno «ghetto») dalla struttu­ra aperta ed ospitale del Caf­fè, pur conservando Inalte­rata la sua natura di «luogo femminile». E poi, insieme e in più, il lavoro delle donne nella Festa, in tutta la Festa. Doppio binario. Doppio lavo­ro (le donne, del resto, ci so­no abituate...). Doppio lin­guaggio, anche? Qui 11 pro­blema si fa difficile e sfuma­to. Si rischia di scrivere qual­che sciocchezza di troppo, magari avendo perso qual­che battuta del lungo e acce­so dibattito che, passando per la Festa di Tirrenia, è ar­rivato fino a Milano. Di se­paratismo si sente parlare sempre di meno, è vero. Ma di «specifico femminile» non si è mai smesso di parlare, neppure un Istante. Ed è con diversi accenti, e forse diver­se opinioni, che la nostra conversazione continua.

«Credo di essere stata la prima — dice Anna Del Bo Boffino, scrittrice e giornali­sta — ad usare 11 termine "schizofrenia" riferito al movimento delle donne. Nel senso che nel separatismo si creano luoghi di Identità, di autenticità; ma poi non si può stare solo lì, bisogna uscire, vivere fuori, confron­tarsi, partecipare alla vita della politica e delle istitu­zioni. TDunque esiste un no­

stro linguaggio privo di me­diazioni, interno, ed uno me­diato, che nasce dal confron­to e dal compromesso. Per questo, secondo me, è impor­tante e giusto che alla Festa ci sia 11 Caffè delle Donne, ed è altrettanto significativo che le donne siano anche al­trove. Doppia presenza, pro­blematica ma ricca».

«Che barba, vorrei che la piantassimo di fare i censi­menti del sesso, andare a ve­dere dove ci sono più uomini e dove più donne», dice Gian­na Schelotto, deputato co­munista. «Credo che il nu­cleo emotivo del femmini­smo ormai abbia "sfronda­to", che la sua impronta strutturale sia presente nel Pel. Avere dato importanza a cose che prima non erano nella politica, come 1 senti­menti, e che adesso sono essi stessi parte della politica: ci siamo, mi sembra. Però, se non esiste più separatismo, esiste ancora, eccome, diver­sità. Basta leggere i titoli del dibattiti del Caffè delle Don­ne per accorgersi che uno specifico femminile esiste ed è giusto che abbia spazio, che si metta in mostra. Se non altro per sottolineare che non si rinnega niente. Poi, certo, siamo anche al­trove. E ci mancherebbe al­tro».

E allora? Allora la discus­sione è aperta. Qualche ac­centuazione «entrista» In chi sostiene che, ormai, le donne devono far politica nella po­litica cosi com'è, mettendo in discussione le regole del gioco ma insieme giocando proprio a quel gioco. Qual­che sottolineatura «separati­sta» in chi, pur accettando il confronto con le istituzioni e la prassi del potere, è ancora certa di poter fare il pieno di «identità femminile» e di au­tenticità solo in spazi e luo­ghi che si autodefiniscono femminili anche se non per sole donne.

Nessuna, invece, mette davvero in discussione il concetto di diversità. Con un §ÌovÌalissimo sorriso, più

olee dei dolci del Caffè delle Donne, Ornella Piloni con­clude dicendo che «poi, in­somma, bastava essere al congresso per accorgersi che il rinnovamento radicale, profondo della politica era un'esigenza delle donne. Che, in materia, hanno sem­plicemente una sensibilità superiore».

Semplicemente. E ritorna, la compagna Ornella, al suol energici e inesauribili giri di

Perlustrazione per la Festa. 1 Caffè è delle Donne, la Fe­

sta lo sarà. Michele Serra

OGGI

Improbabile ricerca di postcomunismi e red yuppies tra gli stilisti

La moda? non è più da scoprire Come si vestono i comunisti: un giusto equilibrio tra grandi magazzini, libertà di sciatteria e abiti firmati - Le serate con Krizia: vestire non deve essere un'ossessione

MILANO — Sui trent'anni, moglie e bimbo: sembra il tipo ideale. Scusi, per cortesia: lei è un post-comunista? «Prego?». Voglio dire, sarà almeno un red yuppie. «Ma che vuole?», chiede allibito alla consorte. Insisto: e questo golf, non è forse di Missoni? tNo: Upim», taglia corto e svicola. Niente da fare: una sera intera di appostamenti, ma nessuna traccia, ancorché labile, dei «nuovi co­munisti», quelli che hanno sostituito Rinascita con Class, le gite Etli a Sofìa con quelle Francorosso ad Antigua, gli scrìtti giovanili di Marx con quelli senili di Borges; quella fauna rampante e "a/-fluent di sinistra a cui l'espressione «autunno caldo» fa venire in mente solo una nuova linea di maglióni Annani. Di questo'falli­mento, ovviamente, è colpevole solo la pochezza del cronista, non essendo neppure da sospettare che si tratti di un'esagerazione dei settimanali. Sta scritto dappertutto: questa è la loro festa, dei post-comunisti, e questo stand della moda, nella capitale della moda, questo stand che sdegnosamente volge le spalle al resto della festa e all'odor di grìglia, è il tempio sacrale ove splendide vestali che solo l'incolto crede indossatrici celebrano riti esoterici alla divinità delle grìffes.

Di grìffes invece qui dentro se ne vede una sola sugli abiti dei visitatori: quella comunista (senza post) distribuita all'ingresso della Festa dalle mani implacabili dei coccardisti. Famigliole più in stile Intimità che Linea Capital, coppie di ragazzi votati al jeans economico, coppie anziane carrozzate Rinascente. L'ultima speranza di rintracciare Io yuppie di sinistra è Mimmo Uliano, intervistatissimo. La biografia e ideale: da sindacalista Filtea a manager nello staff Krizia, come dire dalle sfilate per il nuovo contratto a quella per la nuova collezione primavera-estate. Ma anche lui, una delusione: neanche un po' di gommina nei capelli, nessuna traccia di orecchini, solo camicia e pantalone, ha perfino la cintura e le stringhe in tutte e due le scarpe. «Ma che ti credevi? Bisogna piantarla di pensare che questo sia il mondo della luna; la moda è un sistema industriale avanzato, un'attività economica complessa. Nessuno più, a sinistra, pensa che la moda sia la vetri­na del capitale. Semmai il difetto è l'indifferenza, la scarsa atten­zione».

«Di treni ne stiamo perdendo troppi — sopraggiunge Franco Fedele, segretario del sindacato tessili, — come la scuola per stili­sti, il museo della moda: cose che abbiamo proposto noi e che stanno realizzando i privati. Spero che questa festa dia uno scosso­ne».

Lo spera anche la signora Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, che intanto è arrivata, lanciando baci volanti a conoscenze e am­miratori. Per lei è la seconda sera qui: quella precedente è stata movimentata e fuori schema, lei su un trespolo nel box «stilisti», esposta a sguardi e domande dei passanti, mentre attorno fotogra­fi e truccatori rapivano visitatorì/trìci e li trasformavano per pochi minuti in modelli/e. Moda, la rivista stampata e televisiva ette ha autogestito le prime serate dello stand, ha videoregistrato tutto,

Parla l'inglese Collingridge

Tecnologia controllo

impossibile II consigliere dei sindacati britannici inter­viene s^ nucleare è informatica «totale»

per mandarlo in onda fra breve; tutto quanto, compresa la com­parsa inattesa di Giancarlo Pajetta, costretto ad ammettere di non intendersi di cravatte. La presenza di Krizia questo lunedì sera è invece più tranquilla, un normale dibattito: «Trovo sorprendente e giustissimo che il Pei si occupi di moda, è un atto di coraggio e a me piacciono i partiti coraggiosi. E poi significa che, finalmente, non si considera più la moda un fatto effimero e un'esteriorità», dice la signora Mandelli, e non solo per dovere di cortesia.

Le parti si invertono: Tinin Mantegazza, che rappresenta la Festa, parla di moda-arte ed evoca il costruttivismo russo e il Bauhaus; Krizia tira fuori cifre e statistiche, sbandiera i 18mila miliardi di attivo def settore moda, che nella bilancia commerciale con l'estero si pappano tutto il deficit del petrolio e anche metà dell'alimentare. Dice che la moda è industria, occupazione, ricer­ca. Le chiedono con ansia come si fa a sfondare, e lei dà consigli più da saggia capitana d'industria che da estrosa creativa: studiare, lavorare, farsi conoscere, se c'è talento verrà fuori; nella moda non ci sono solo star ma soprattutto tanti professionistL

Ormai è chiaro: nemmeno da Krizia sapremo qualcosa di più sull'esistenza dei post-comunisti. «Ma per forza non li ha trovati — ci rincuora; — se esistono, si vestono come tutti gli altri. Si mime­tizzano. E se Io vuol sapere, a me i tossicodipendenti della moda fanno un po' pena. Noi stilisti siamo dei suggeritori, non dei ditta­tori». E allora, questi comunisti vestono tutti anonimi, un po' sciatti? «Ma tutti siamo sciatti, che significa. Vestire non deve essere un'ossessione. Lei per esempio, perché oggi si è messo una camicia gialla? Vede, non Io sa. E giusto cosi, ormai vestiamo tutti allo stesso modo».

Michele Smargiassi

TORINO

Da domani è Eurofesta Una scelta di identità

Dalla nostra redazione TORINO — L'.Eurofesta dell'Unità» apre i battenti domani pomeriggio nella grande area"verde del Parco Ruffìni e terrà banco per di-ciotto giorni. Il titolo rac­chiude e suggella i contenuti politici di questa nuova ini­ziativa che arricchisce il ca­lendario delle manifestazio­ni nazionali organizzate sot­to l'egida del quotidiano del Pel; e I dati che gli fanno co­rona danno di per sé un'im­magine abbastanza eloquen­te delle dimensioni dell'av­venimento: saranno rappre­sentati ad altissimo livello una cinquantina di partiti e organizzazioni di 21 Paesi, comunisti, socialisti, social­democratici, verdi, laburisti, movimenti progressisti di varia estrazione, 1 federalisti, Il partito della sinistra basca, Il Flanna Fall irlandese, pa­recchie centrali sindacali. •L'Eurofesta — ha detto ti se­gretario della Federazione comunista torinese Piero Fassino, illustrando 11 signi­

ficato della manifestazione col responsabile del settore feste Campione e con altri dirigenti — vuol tradurre e approfondire in un incontro politico di massa quella scel­ta di Identità, l'essere parte Integrante della sinistra eu­ropea, che 11 Pel ha sanziona­to nel congresso di Firenze».

Dal 4 al 21 settembre Tori­no sarà dunque la «capitale» di tutte le forze che si collo­cano a sinistra nel vecchio Continente, il luogo di un appuntamento politico de­stinato ad avere larghissima eco. Naturalmente avranno modo di Interloquire nel di­battito gli esponenti di tutu i partiti democratricl italiani (ci saranno 11 vicesegretario della De Bodrato e quello del Psl Martelli, U repubblicano La Malfa, liberali, Dp, ecc.), del gruppi ambientalisti, del­la coopcrazione. E prestigio­se figure della cultura come Norberto Bobbio e Milan Kundera, giuristi come Be­rla d'Argentine, politologi e specialisti dell'economia, teologi ed esponenti del mondo religioso.

TI confronto sarà allargato anche alle voci di altri Paesi i cui interessi si Intrecciano strettamente con quelli dei popoli europei. Accanto al presidente del Parlamento di Strasburgo Pierre Pfllmlin, accanto a dirigenti della Spd tedesca, del Pasok greco, del Psoe spagnolo, dei socialisti francesi, de! Labour Party e del maggiori partiti comuni­sti Interverranno il senatore democratico statunitense George Me Govern e 11 VICP-responsablle delia sezioni esteri del Pcus Vadim Zagla-dln, Ieaders del Fronte di li­berazione del Nicaragua, del movimento sudafricano contro l'apartheid, desìi esu­li cileni, rer ta prima volta si troveranno l'uno accanto al­l'altro, a discutere ai dò che può essere fatto per ridare un pò- di pace al" Medio Oriente, un rappresentante dell'ufficio politico dell'Olp di Arafat e un delegato del Mapam israeliano, il partito del primo ministro Peres. .

FERRARA

Così si raccolgono fondi per l'ospedale nello Zaire

Dalla nostra redazione FERRARA — Si chiama «Evviva» perché l'hanno dedicata al bambini. È la prima vol­ta che In una festa de «l'Unita» i più piccoli escono dal ghetto del solito «spazio ragazzi» per diventare protagonisti IncontrastatL «I dibattiti di politica generale — dice Alfredo Sandri, segretario della federazione — sono stati ridotti proprio per far posto al temi del bambino, del rapporto tra genitori e figli ed alla condizione dell'infanzia nel Terzo Mon­do». Ed è proprio su quest'ultimo punto che la Festa registra un'altra novità: una raccol­ta di fondi da destinare ad un ospedale di Kamltuga (Zaire) dove una missione cattoli­ca cura bambini colpiti dalla poliomielite.

In pratica gli organizzatori della festa si sono fatti promotori di un appello alla città nel quale si Invitano cittadini, associazioni, imprese, enti pubblici e privati a sottoscrive­re per fornire aiuti materiali all'ospedale di Kamltuga. L'obiettivo è quello di acquistare un'autolettiga da campo del valore di cin­quanta milioni. Si potrà sottoscrivere diret­tamente presso un conto corrente alla Cassa di Risparmio. Il comitato organizzatore della festa parteciperà devolvendo il ricavato di uno spettacolo.

Il capo della missione cattolica a Kamltu­ga, Don Dioll, interverrà personalmente alla festa per spiegare 1 problemi dell'ospedale

che gestisce. Sempre attivamente interessato alle sofferenze delle' popolazioni del Terzo Mondo, don DIoli lasciò Ferrara sedici anni fa per recarsi nello Zaire nella zona dei gran­di laghi Kamltuga. Qui con un piccolo ospe­dale ha iniziato a curare I bambini poliomie­litici del posto dove il temibile morbo, non essendovi ancora alcuna vaccinazione, con­tinua ad avere una diffusione di massa. Fi­nora gli aiuti finanziari a don DIoli sono sempre venuti da una comunità cattolica di Ferrara legata alla sua ex parrocchia. Se In un primo momento l'iniziativa del comitato organizzatore della festa di lanciare una sot­toscrizione a favore dell'ospedale ha destato qualche sorpresa via, via ha raccolto nume­rosi consensi.

Positivo anche il giudizio della curia che, attraverso il suo vescovo ausiliare mona. Giulio Zerbini, ha fatto conoscere il proprio placet all'iniziativa sostenendo che essa non comporta nessun «impegno a livello Ideologi­co».

La festa si svolge sulla mura della città. CI saranno le conferenze sull'Infanzia con stuo­li di esperti; iniziative soprattutto rivolte agli addetti al lavori cioè chi ha a che fare con 1 bambini, educatoti, ma anche 1 genitori. Ce poi la parte «giocata»: un megamaterasso do­ve si può saltare fin che si vuote, giostre e scivoli per tutti I gusti, un planetario dove ogni sera si potrà andare alla scoperta del­l'Universo.

MILANO — Un catastrofi-sta? Sicuramente uno stu­dioso molto pessimista sulla capacità dell'uomo di domi­nare la scienza e I suol effet­ti. Le sue argomentazioni so­no serie, 1 suoi studi pure, co­stituiscono uno dei poli del dibattito scienza-politica sul futuro tecnologico soprat­tutto dopo Chernobyl. Parla David Collineridge, ricerca­tore della Tecnology Policy Unlt dell'Università di Aston a Birmingham, consigliere scientifico delle Trade unio­ne inglesi. Collingridge ha seguito passo dopo passo la lotta dei lavoratori della stampa per il controllo del­l'automazione e ha dedicato i suol ultimi studi sull'ener­gia nucleare (pubblicati da-fli Editori Riuniti). Qui al

arco Sempione slede sul banco dello spazio scienza con De Filippi, Giorgio De Michells, Mario Grasso, Il sovietico Vallev, dell'Acca­demia delle Scienze, per di­scutere di lavoro nell'era ml-croelettronlca. Ma nella con­versazione con lui il discorso sul rapporto scienza e politi­ca è obbligato.

•Slamo travolti da tecno­logie fortemente spettacola­ri, che esprimono interessi finanziari e politici paurosi, mobilitano risorse che è or-mal Impossibile stimare. Il sistema militare difensivo è Il caso più estremo. Questio­ne energetica, nucleare si­no, e nucroelettronica non sono da meno. Qui si gioca 11 nostro futuro, se non è già Irrimediabilmente compro­messo. Secondo me gli spazi di azione sono sempre più stretti: i governi si accorgono degli effetti negativi se non distrattivi dello sviluppo tec­nologico quando è troppo

Un quadro apocalittico. Nessuna sfumatura? «Non ne abbiamo bisogno. Sono semplicemente realista».

Il nostro è il dilemma del controllo, sostiene Collingri­dge: quando correggere è possibile non si riesce a con­vincere nessuno. Quando questa necessità è sotto gli occhi di tutti, almeno all'or­dine del giorno, allora non si riesce più ad arrestare la macchina In movimento. •Costa troppo, gli interessi In gioco sono soverchiane le grandi imprese mulUnazio-nall che determinano scelte di investimento, conUnuano con 1 loro programmi. E1 go­verni si adeguano. Sul nu­cleare sono molto pessimi­sta. La mlcroelettronlca? Dietro l'angolo ci sono I prò-

Setti dell'informatica totale 1 cui si parla con troppa in­

sistenza. Non mi tranquilliz­zano».

Lo studioso Inglese Ura fuori dalla borsa un ritaglio del FIIUUICIMI Times.

•Legga qui. Macklntosh ha già un'Idea sul sistema europeo di informatizzazio­ne, un "mostro" transnazlo-naie in grado di trasmettere dau In tutu I paesi. I messag­gi corrono via cavo attraver­so fibre ottiche. SI pone lo stesso problema di venfannl

fa con le tecnologie nucleari. Finiremo allo stesso modo, premuti da due-tre grandi multinazionali che lance­ranno un'operazione di quattrocento miliardi di dol­lari per un sistema che tutu dovranno usare per lo scam­bio di informazioni commer­ciali, societarie, sugli indivi­dui? Se gli europei non tro­veranno un accordo per il po­lo telematico saranno guai».

Insomma, secondo lei non ci sono alternative, il futuro tecnologico sarà quello dise­gnato da Orwell.

«Quando una tecnologia complessa come quella nu­cleare o elettronica è larga­mente diffusa, ha già mo­dificato comportamenU, pla­smato la giornata delle per­sone, l'assetto delle città dei servizi. Cosi è difficile, se non impossibile, controllarla. Oggi non siamo in grado di prevedere quali saranno in dettaglio, precisamente, le conseguenze sociali di do-manL Non sono supposizioni di un catastrofista, è la sto­ria della tecnologia degli ul­timi cinquantanni a dire che le cose stanno così».

Il dilemma del controllo può essere affrontato in che modo se non ci si può fidare delle previsioni?

«In Inghilterra in questi ultimi mesi fioriscono studi sull'introduzione della ml­croelettronlca nel processi produtUvL Ma a chi credere? A chi dice che i posU di lavo­ro aumenteranno o a chi af­ferma il contrario? Cifre? Proiezioni quanUtaUve? Tutto falso. Sull'automazio­ne del lavoro slamo solo agU Inizi, ma sappiamo poco del­l'impatto sociale di quelle tecnologie. L'uomo è consi­derato In modo aritmetico. Eliminiamo la faUca, ren­diamo più veloci le mansio­ni, ma impoveriamo la pro­fessionali», in fabbrica si creano nuove differenziazio­ni, condizioni salariali basse per 1 nuovi "parla" del com­puter. Non ci sono solo i tec­nici o gli operai che diventa­no operatori qualificati. Di­ciamolo apertamente, con modestia: ci stiamo muoven­do alla cieca. E allora perché dire che tutto va bene?».

Chi salverebbe lei, la scienza o la poliUca? «Io met­to sotto accusa i governi eu­ropei. ConUnuano a costrui­re centrali nucleari o almeno fa così la maggior parte di essi. E sono suggestionaU dall'era telematica a tal pun­to che passa per buono tutto quando ai riva dal centri di ricerca delle grandi multina­zionali. Scelte che coinvolgo­no nel profondo la vita quoti­diana, che rischiano di met­tere In discussione gli equili­bri della convivenza. Io stes­so ambiente, non possono es­sere affidati al centri del po­tere. Penso all'autogoverno regionale, alle comunità che via via affrontano queste de­cisioni. alla lotta sindacale che contratta contenuti e modi di applicazione delle tecnologie».

A. Podio Sohmboni

D CENTRO DIBATTITI Ore 21 Attualità politica Medio Oriente: le regioni della pace. Partecipano: Hanna Siniora. diretto­re del quotidiano palestinese «Al Fa-jer»; Ario Yarl. direttore del Centro Internazionale per la pace in Medio Oriente di Tel Aviv. Presiede: Elio Quercioli. del Ce del Pei

D CAFFÈ DELLE DONNE Ore21 A proposito di amicizia Proiezione di «Speriamo che sia fem­mina». Partecipano: Gianna Schelot­to. deputato del Pei; Athina Cenci, attri­ce

D PADIGLIONE SCIENZA Ore 18 Modelli regionali e realizzazione della riforma psichiatrica Partecipano: Giuseppe Dell'Acqua, psichiatra: Teodoro Maranesi, psica­nalista; Fabrizio Asioli. psichiatra; Tommaso Losavio, psichiatra. Con­duce: Benedetto Saraceno, psichia­tra

• LIBRERIA Ore 1B Novità In libreria «Tempo da vendere, tempo da usa­re» di Carla Ravaioli. Partecipano: Carla Ravaioli. scrittrice; Claudio Na­poleoni, vicepresidente del gruppo della Sin. Ind. al Senato; Carla Passa-lacqua, Resp. Naz. del Coordina­mento femminile della Osi; Elisabet­ta Oonini, docente di fisica all'Uni­versità di Torino.

Q LIBRERIA Ore 21 Novità in libreria «La pelle degli altri» di Maurizio Chie­rici. Partecipano: Maurizio Chierici. giornalista; padre Davide Turoldo, della Comunità di S. Egidio sotto il monte: Valter Marossi. Resp. Naz. delle questioni ambientali della dire­zione del Psi; Emilio Sarzi Amadé, giornalista. Presiede: Giorgio Oldrini, giornalista

D SPAZIO MODA Ore 21.30 Mafia V. Cartoni di «Panorama»; Adriana Mulassano direttore di «Li­nea Capital*; Angela Di Pmto di «Donna». Marina Fausti di tModa». Intervistano: Renato Nicolini. Clau­dio Petruccioli. Maria Luisa Sangior-gio

D SPETTACOLI Ore 17 Spazio bambini Romano Danieli), presenta per i ra­gazzi «Burattini» Mimi e Clown ceco­slovacchi Ore 21.30 Variety-Caffà concerto Nonsenso Ore 21 Dsncing Orchestra spettacolo «F.tli Onerar del­ti» Ore 21 Piano Bar Suona il Ma Tony Daina Arena Concerto con Eros Ramazzotti Ore 21.30 Teatro del Castello Rimato «La notte dei publivori» Ore 22 Teatro Burri Concerto con Mimmo LocascMfi

DOMANI D CENTRO DIBATTITI Ore 18 Attualità pernice «Buongoverno per l'Italia: program­mi e alleanze»: Emanuele Macaluso. della Direzione del Pei intervista Gio­vanni Spadolini, ministro della Difese Ore 21 Scelte di programma «La democrazia giusta», partecipa­no: Virginio Rognoni, ministro di Grazia e Giustizia: Aldo Tortorefla, della segreteria nazionale del Pei: Franco Russo, deputato di Democra­zia proletaria; Lelio Lagorio. presi­dente del gruppo Psi della Camera: Nando DaOa Chiesa, docente di so­ciologia «D'Università Bocconi di Mi­lano: presiede: Alberto Malagugini, avvocato -.

D TENDA UNITA Ore 21 Informazione «Mriano-Lombardia le cronache pos­tiche», partecipano: Bianca Mazzoni, giornalista de l'Unità; Oaucso Schi-rinzi, giornalista del Corriere detta Se­ra: Gino Morrone. giornalista de D Giorno; Mauro Buffa, giornefista dtrf-rAvvenire; Giancarlo Botti, capo uffi­cio stampa delle Adi; Cesare Marti­netti. giornalista di Repubblica; pre­siede: Roberto Camagni, capogrup­po Pei d Comune di Maano

D CAFFÉ DELLE DONNE Ora 21 Questa sera parRemo di «Successo», partecipano: Arme Dei Bo Soffino, scrittrice: Enza Sampò, gtornafista: Fulvio Scapano, psicolo­go: presiede: Daniela Bene», consi­gliere afta Regione Lombardia

D PADIGLIONE SCIENZA Ore 18 ' Strategia del controSo dei limimi Partecipano; Cesare Mattoni, eiet­tore deS*Istituto di Oncologie di Bo­logna; Giovan Giacomo Gìordeno. primario del servizio di Oncogenesi Arr£»sntale-EpidemiologBs e Preven­zione; Sivào MonfaròM, direttore scientifico del Centro di Riferimento Oncologico: Francesco Pocchiari, di­rettore deTistmrto Superiore dHU Sanità; Giacomo Mattoni, drenerà dei Centro per lo studio e prevenzio­ne Oncoiogca

D SPETTACOLI Ora21.30 Affette spettscoS Concerto di Renzo Arbore con le «Bario» Boogie Beno» e i «Bluesac-chietti» (ingresso L. 13.000) Or» 21.30 Teatro del Cestello Anteprime cànematogr ance. «Dove sognano la fuMimJn vere*» di W. Herzog (ingresso L. 5.000) Ore 21.30 Compagnia aaùbaika cf Stangai (ingrasso gratuito) Ora 21.30 Dancing Orchestra spettacolo di Vaiano Bor ghwi Ora 21.30 Vertety-Ceffà concerto «Viva Toperetta'» Ore 21.30

Al pianoforte e M* Tony Daete Ore 17

La Compagnia dola Fragola presenta

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MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l'Unità ROMA REGIONE

Ieri a Roma mìnima 11°

massima 30°

13

Tor Fiscale: l'altra notte nuovo assalto al campo dei «rom»

Fuoco contro i nomadi Erano rimaste quattro

donne con una decina di bambini. Due baracche e due vecchie roulotte. L'al­tra notte con 11 fuoco hanno distrutto gli ultimi resti di quello che per anni era sta­to 11 campo degli zingari al­l'Acquedotto Felice. Le donne «khorakhanè» hanno raccontato alla polizia che l'altra sera poco prima del­le undici tre uomini sono arrivati al campo e hanno incendiato baracche e rou­lotte. Gli abitanti della bor­gata di Tor Fiscale hanno •vinto*. Gli zingari cacciati si sono rifugiati presso un campo di loro parenti nella zona di Torre Spaccata. «E sconcertante — commenta l'assessore al servizi sociali del Comune Gabriele Mori —, erano nove anni che gli zingari sostavano in quel campo e non è mal successo nulla. Poi. all'improvviso, questa esplosione di intol­leranza. Ma credo — conti­nua l'assessore — che gli zingari siano solo un prete­sto. Gli abitanti della bor­gata hanno incominciato ad allarmarsi quando han­no visto che il Comune ha spianato il campo e ha mes­so i secchi per l'immondi­zia. Si trattava di un campo Eirovvlsorlo. C'erano In tut-o dodici famiglie. Ed inve­

ce nella borgata, che riven­dica servizi e attrezzature, hanno incominciato a gira­re voci sull'arrivo di duemi­la zingari».

Bruciate le ultime roulotte

Erano rimasti poche donne e molti barn» bini - L'assessore Mori: «Una vicenda sconcertante» - Il Comune punta ad un campo sosta attrezzato ad Acilia

Ora il campo non c'è più. Che cosa pensate di fare? •Sono convinto che non ci dobbiamo fermare di fron­te alle difficolta. Il progetto di un vero campo sosta at­trezzato deve andare avan­ti. Trovare aree disponibili non è facile. Una per 11 mo­mento è stata trovata ad Acilia. L'area è stata requi­sita. Ora farò pressioni in giunta per arrivare al più presto all'allestimento».

Quanti nomadi potrà ac­cogliere? «Una quarantina di roulotte, circa duecento persone». E quanti sono gli zingari che passano per Ro­ma ogni anno? «Intorno ai

quattromila». Anche una volta fatto 11 campo sosta di Acilia sarà una goccia in mezzo al mare? «Sì certo, ma realizzarlo vorrebbe di­re plantare un punto fermo sulla strada di una città più ospitale e tollerante. E per evitare quello che è succes­so a Tor Fiscale questa vol­ta sonderemo il terreno più. a fondo. Ho già preso con» tatti con il presidente della Circoscrizione e ne discute­remo di più con la gente».

Il campo sosta prowiso* rio di Tor Fiscale non era l'unico. Sulla Tiburtlna nel pressi di Ponte Mammolo, su un'area golenale dell'A­

SI muovono attraver­sando la penisola in lun­go e in targo. Sono mi' gitala e solo a Roma ne passano ogni anno circa 4 mila. Per lunghi periodi vengono, se non ospitati, perlomeno sopportati. Poi a ondate cicliche scoppiano gli episodi di intolleranza. O arriva la polizia a rimettere in ^cammino» i nomadi o vengono, come è accadu­to a Tor Fiscale, cacciati dal locali. Cosa c'è dietro questo odio per gli zinga­ri? Quali molle fanno esplodere un'atavica dif­fidenza? Quali meccani­smi trasformano la pau­ra per gli zingari In aper­ta violenza?

«In sociologia questi fe­nomeni si spiegano con la terza legge di Ber-nsteln — dice Alfonso Maria Di Nola, antropo­logo e docente di Storia delle religioni all'Istituto di studi orientali di Na­poli —. Quando all'inter­no di una maggioranza esistono del conflitti, del­le questioni irrisolte la maggioranza sceglie di scaricare 1 suol problemi sulla minoranza. In so­stanza è la legge del "ca­pro espiatorio". Il diver­so: zingaro, omosessuale o prostituta che sia fa da

La paura degli zingari

«Ma non sarà la nostra civiltà a vedere mostri damertutto?» «Troppo spesso scarichiamo su di loro i nostri conflitti» - Una identità forte, difficile da sconfìggere - Intervista all'antropologo Alfonso Maria Di Nola

sfogatolo e da panacea per 1 mail della maggio­ranza».

La paura del diverso. Ma nel caso degli zìngari non c'è qualcosa di... di­verso?

•In questo caso entra in gioco, oltre alla diversità, anche l'alterità. Gli zin-

ari si definiscono "figli el vento". Il loro modo

di vita, la loro cultura che U porta ad un'esi­stenza concepita come continuo movimento è qualcosa che mette In crisi 1 nostri modelli, 1 nostri canoni culturali. Per una civiltà che fa del­lo star fermo, del radica­mento, della casa di pro­prietà i suol comanda­menti, il nomadismo è

qualcosa di incomprensi­bile che inquieta e procu­ra una sottile angoscia».

Afa gli zingari hanno dovuto pagare sempre lì

Srezzo deua loro diversi-i e alterità? «Le loro tracce storiche

risalgono al 1450. Veni­vano dall'India e per cir­ca un secolo e mezzo hanno circolato Indistur­

bati. Venivano confusi con i pellegrini che si re­cavano a visitare il santo sepolcro e per tutto que­sto periodo beneficiaro­no anche di privilegi pa­pali e vescovili. Porci fu un'inversione di rotta nei loro confronti e finirono per essere Identificati. assieme agli ebrei, con il demonio».

nlene, ne esiste un altro at­trezzato con bagni e luce elettrica dove vive una co­munità di nomadi «Rom» rudari» di origine rumena «Lì — dice Massimo Con­verso, segretario regionale dell'Opera nomadi e re­sponsabile dell'ufficio no­madi dell'VIH ripartizione — le cose vanno oenee fi­nora problemi con l locali non ce ne sono stati*. Ma agli zingari i campi sosta attrezzati piacciono? «Non il amano, 11 accettano. E in altre regioni d'Italia non sono più una novità. Torino da questo punto di vista è all'avanguardia: 1 campi sono otto. In Emilia campi sosta sono stati realizzati a Modena e Reggio Emilia e se ne sta costruendo un al­tro a Bologna e poi ci sono quelli della Toscana ed an­che uno al sud: a Lametta Terme. Una civile coesi­stenza — continua Conver­s o — s i può trovare e per avvicinarci a questo obiet­tivo chiederemo al Comune di assegnare uno degli stand natalizi di piazza Na-vona agli zingari che lavo­rano il rame». Uno del mae­stri di quest'arte zingara, Nazif Halilovlc, SO anni, è stato arrestato dopo gli scontri di Tor Fiscale, in­tanto Ieri sera è stato scar­cerato l'altro zingaro arre­stato Halli Ahamethic, det­to «Riba», di 22 anni.

r. p.

E come procede questo storico conflitto tra stan­ziali e nomadi?

•I segnali di una "vitto­ria" della nostra civiltà si fanno sempre evidenti. Sono tornato da poco dalla Spagna e a Sara­gozza ho incontrato zin­gari che ormai non aspettano altro che di trasformarsi in "gagè" (stanziali). Fenomeni si­mili stanno accadendo in Finlandia e nell'Unione Sovietica. Anche qui da noi, tra Avezzano e Sul­mona, da anni vivono ex zingari denominati gli "abruzzesi"».

La cultura tzigana in­somma è destinata fatal­mente a soccombere. Al­la fine metteremo tutu 1 nomadi a sedere?

•Non ne sarei cosi sicu­ro. I segnali di uno stra­volgimento della loro cultura esistono, ma c'è anche da dire che ogni anno in Francia, nella regione della Camargue, arrivano in 500-600 mila per partecipare al radu­no degli zingari di tutta Europa. Lo spessore del­la loro identità è ancora molto forte».

Ranaldo Peraofinl

Ermanno Stazi, mister Lui '86, è tornato nella sua casa a S. Maria delle Mole

E qualcuno m'ha gridato: *bella bimba9...» Timido, introverso e delicato, il vincitore del concorso di bellezza a Salsomaggiore racconta come ha deciso di partecipare L'attesa della famiglia davanti alla televisione - «I miei» progetti? Voglio fare il modello» - Ma a casa non sono tatti daccordo

«

I tortellini sono pronti sul ta­volo per dare il via ai festeggia­menti La famiglia Stazi al completo è sulla veranda della villa a S. Maria delle Mole, nei pressi di Ciempino, ad aspetta­re Ermanno, «Mister Luì», il giovane biondo e delicato che ha sbaragliato inaspettatamen­te una schiera di finti, proprio con i suoi modi teneri e infanti­li. La televisione adesso è spen­ta, ma fino a qualche minuto prima, erano tutti seduti attor­no all'apparecchio a vedere il loro figliolo in tv. Anche papi Antonio, macellaio, occhi e ca­pelli scurìssimi, il torace com­presso sotto la maglietta bianca s'è lasciato sfuggire un sorriso pur se a malincuore. A lui quel­la stramba idea di suo figlio di partecipare ad un concorso di bellezza non è mai andata giù ma di fronte alle immagini del telegiornale non riesce a tratte­nere un pizzico di soddisfazio­ne per quel figlio famoso a 16 anni anche se i dubbi non gli sono passati del tutto.

Per questo, forse, quando Ermanno finalmente verso le nove e tre quarti di sera s'affac­cia al cancello di casa ha un at­timo di incertezza prima di ab­bracciare il padre. Per sicurez­za e per evitare discussioni s'è portato dietro due amici Massi­mo Germani e Christian Pa­trick Damiano, due dei dodici

romani che hanno partecipato al concorso di Salsomaggiore.

Ecco finalmente «Mister Lui». £ un ragazzino alto, ma­gro, leggermente imbarazzato ì capelli lunghi gli cadono sul vi­so e lui li rimanda indietro con un gesto ampio e morbido della mano. In blue Jean e maglietta color pastello è ancora più gra­zioso che sulle foto ufficiali ma anche più timido di ogni previ­sione. Ha in mano la striscia del vincitore e la mostra contento al fratello, alla madre e alla zia ma non al padre. Quando s'ac­corge che a casa c'è pure una giornalista sorride rassegnato, dopo tutte le domande che gli hanno fatto a Salsomaggiore, sperava di stare tranquillo per un po'. Di parole ne dice poche e a bassa voce. Tirarglierle fuo­ri è un'impresa. «Come tono ar-rivato al concorso? Un po' per caso un po' per gioco. Pensavo di dover solo sfilare. Non ere. devo di vincere». Progetti? Per ora i fotoromanzi ma il suo so­gno sono le sfilate. Poi basta, il capitolo concorso per lui sareb­be chiuso. Sono 5 suoi amici, en-trarabi muratori, che hanno una valanga di cose da raccon. tare e talvolta tolgono d'impac­cio Ermanno che alle domande risponde con un sorriso a disto. glie lo sguardo. «Pensi che noi non sapevamo neppure che era in concorso dica la madre — una donna bionda con gli occhi

Ermanno Stasi, in passera».

durante a concorso

antieisi lui.: proprio laauo

deicatezza

•••«aWaakAàaW l*aV«m W i T o W V U f W I l ì *

avuta vinta sui fusti cho orano

ini

chiari e i modi a ntflsMÙBi —. ' Domenica eravamo in gita. Er-manoo è riuscito a parlarci solo laser*».

Solo una volta «Mister Loia ride di gusto. E quando i suoi amici raccontano la rabbia dì Paolo Broscia, il candidato ro­mano eh. sa sentiva la vittoria in tasca e quando ha saputo che la giuria gli ha preferito Er­manno ss i . presa con mezzo mondo fincne non sono affiteli a calmarlo i carabinieri.

n clima si sdoglie piano pia-no. Ermanno accenna con la te­sta ad un amico: cCosa dici glie­lo possiamo raccontare a mio padre cosa m'hanno gridato la prima volta che sono uscito in passerella? Ma si oramai i fat-la. Beh, m'hanno detto "bella bimba"». Quando s'accorge che l'espressione del padre non è troppo divertita corregge, «poi però durante la ptemiazìone m'hanno detto "biondo"».

Infine un dubbio lo prende; «Ma qui in borgata lo sanno in molti che sono stato a Salso. maggiore? chiede ai genitori. A & Maria d«Ue Mote la famiglia Stazi è di quelle in vista. La lo­ro villa • proprio di front* allo

teche le tagli vita.

dal tutto cesvn* vittoria laeaptrta*

N

È stato indetto per la giornata di venerdì

Asili nido chiusi: al Poligrafico

sciopero generale Anche ieri proteste contro la decisione di chiudere le due strutture aziendali di via Verdi e di via Salaria - Sospesi gli straordinari

Sciopero generale In difesa degli asili ni­do. Lo hanno proclamato per venerdì 1 la-voratori e le lavoratrici del Poligrafico del­lo Stato dopo un'altra mattinata di mani­festazioni e proteste. Non entreranno a la­vorare per tutta la giornata. La vertenza che oppone direzione e dipendenti sul de­stino del due nidi di via Verdi e via Salaria tocca cosi il punto più aspro e non si vedo­no per ora vie di uscita.

Anche ieri centinaia di lavoratori, con 1 bambini nei passeggini, hanno protestato sotto la sede centrale del Poligrafico in via Verdi, ai Parloll. Ma la direzione dell'ente pubblico ha continuato a ripetere che 1 nidi interni (ospitano ottanta bambini) devono essere chiusi: «Per motivi di sicurezza — ha detto Alfredo Maggi —. È sistemato al sè­sto plano e non è conforme alle norme».

Ma è solo una scusa, ribattono 1 dipen­denti: «Non si capisce allora perché viene chiuso anche quello dello stabilimento di via Salarla dove non esistono problemi di sicurezza. Slamo di fronte ad un attacco In piena regola contro un servizio storico». I due nidi (presso la direzione centrale e lo stabilimento del Poligrafico) funzionano

da cinquanta anni. Vi lavoravano 20 assi­stenti, in gran parte puericultrici, che sono già state spostate in altri uffici. Il servizio iniziava la mattina presto, alle 6,30, prima del turno di lavoro delle sette.

La direzione ha promesso solo un «inte­ressamento» per, far Inserire l bambini ne­gli asili comunali. «Ma quelli della zona so­no già pieni — dice una dipendente — e poi chi aprirebbe alle 6,30? Vogliono costrin­gerci a cercare strutture private spenden­do moltlsslomo».

In questi giorni 1 lavoratori hanno bloc­cato tutti gli straordinari. Ora sono decisi ad andare fino in fondo con lo sciopero generale. La federazione Cgil-Cisl-Uil ha annunciato che per venerdì è prevista una nuova manifestazione seguita da un comi­zio sotto la sede di via Verdi. «Non c'è gran­ché da discutere — chiude una lavoratrice —. Le nostre proposte sono semplici. I due asili devono essere riaperti. Se ci sono pro­blemi per la sicurezza dei bambini possono essere risolti con 1 lavori opportuni oppure trasferendo 11 nido al plano terra. Ma fino­ra la direzione non ha voluto cercare solu­zioni possibili. Ha tentato solo di dare un colpo ai lavoratori».

Traffico-caos? Idea... chiudo il centro di sera La giunta si è riunita, ha preso atto delle 5.960 buche e ha aggiornato i lavori - Quarto settore «off-limits» di sera: come e quando?

Facili profeti. A leggere tutte le cronache cittadine dei quotidiani, ieri mattina, non poteva venire alla mente nessun altro com­mento. Profezia ovvia, pur­troppo, quella di una città che si sarebbe trovata con­gestionata da tutti i proble­mi (meglio sarebbe dire, i drammi) della circolazione che 1 romani avevano appe­na fatto In tempo a dimen­ticare con qualche giorno trascorso fuori e che hanno ritrovato identici, con il «trascurabile* aggravio del* le ben 5960 buche (sì, le hanno contate» ma non

coperte) aperte negli ultimi tre mesi per 1 lavori di I tal-gas, Acea, Sip ed altre aziende ancora. La foto che

Eubblichiamo è stata scat-ita appunto ieri mattina:

ci mostra un'imbocco di vìa del Tritone in situazione di •ordinaria follia».

La giunta capitolina è però tornata a riunirsi, ha

Ereso atto del numero delle uche, ha sollecitato «il ri­

spetto delle norme adottate a suo tempo per il coordi­namento dei lavori» (come a dire: noi non c'entriamo nulla) ed ha rimandato la definizione di un quadro preciso della situazione alla

prossima riunione. Unica •novità» la comunicazione dell'assessore al traffico, Palombi, di voler creare una mlnitangenziale ester­na a quella «intèrna» dello scorso anno e di voler estendere (su voto del Con­siglio comunale) a tutta la settimana la chiusura sera­le del Quarto settore. Come adottare queste decisioni? Dove trovare le imponenti forze necessarie alla vigi­lanza? Quali prospettive of­frire in cambio ai cittadini? Anche su questo la decisio­ne è rinviata a data da de­stinarsi.

CaMit Cheto

Le Usi non rimborsano, protesta dei medici

dal 15 settembre le visite specialistiche I k-i l ^

Assistenza specialistica paralizzata a Ro­ma? È questo 11 nuovo colpo alla già caotica attuazione sanitaria cittadina minacciato dagli specialisti convenzionati a partire dalla metà di questo mese. «Solo visite a pagamen­to dal 15 settembre*, è la decisione della Cu-ape (la confederazione degli specialisti ester­ni) per protestare contro 1 ritardi macrosco­pici «e deliberati» — sottolineano — delle Usi net pagamenti, «un atteggiamento — affer­mano alla Cuspe — divenuto a questo punto davvero provocatorio».

Quindi più nessuna prestazione gratuita per analisi, radiografìe, ecografie, cure fUia-trtebe, accertamenti cardiologici, terapie odontoiatriche. Tutte visite specialistiche che saranno fatta soltanto a pagamento. 2 dira mille operatori di Roma e provincia af­fermano, infatti, di aver fornito soltanto nel

1965 un milione e duecentomila prestazioni, finora In pratica a fondo perduto. E per dare ancora più forza alla loro decisione si sono rivolti al Procuratore della Repubblica che ha convocato, per 1120 settembre, l'assessore regionale alla sanità Vlolenzio Ziantonl. La Confederazione degli specialisti chiede al­l'assessore di segnalare davanti al procura­tore tutte le Usi inadempienti e decidere gli opportuni Interventi. La Cuspe afferma, In­fatti, che moltissime Usi contravvengono de­liberatamente ad una delibera della giunta regionale con la quale sono stati loro asse­gnati 1 fondi «finalizzati al convenzionamen-to esterno* e che non vengono accreditati

6resso la «banca tesoriera» (quella della Usi im*) per l pagamenti. Da qui la decisione di

sospèndere le prestazioni: l'ennesima disfun­zione della sanità di cui faranno le spase I cittadini.

14 l 'Unità • ROMA-REGIONE MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

Mostre

• RAFFAELLO E LA ROMA DEI PAPI — L'ambiente della cit­tà durante il pontificato di Giulio II e di Leone X: manoscritti, miniatu­re. incisioni, disegni, incunaboli. Salone Sistino della Biblioteca Apostolica Vaticana (Viale Vatica­no). Ore 9-13 — domenica solo l'ultima del mese. Fino al 3 1 otto­bre. • L'ORNAMENTO PREZIOSO — Una raccolta di oreficeria popo­lare italiana dei primi del secolo. attrezzi e insegne delle botteghe

Taccuino

Numeri util i Soccorso pubblico d'emergenza 113 - Carabinieri 112 • Questura centrale 4686 - Vigili del fuoco 44444 . Cri ambulanze 5100 -Guardie medica 475674-1-2-3-4 - Pronto soccorso oculistico: ospedale oftalmico 317041 - Poli­clinico 490887 - CTO 517931 -Istituti Fisioterapici Ospedalieri 8323472 - Istituto Materno Regi­na Elena 3595598 - Istituto Regi­na Elena 497931 - Istituto San Gallicano 584831 - Ospedale del eambino Gesù 6567954 - Ospe­dale G. Eastman 490042 - Ospe­dale Fatebenefratelli 58731 -Ospedale C. Forlanini 5584641 -Ospedale Nuovo Regina Marghe­rita 5844 - Ospedale Oftalmico di Roma 317041 - Ospedale Policli­nico A. Gemelli 33051 - Ospedale S. Camillo 58701 - Ospedale S. Carlo dì Nancy 6381541 - Ospe­dale S. Eugenio 5925903 - Ospe­dale S. Filippo Neri 330051 -Ospedale S. Giacomo in Augusta 6726 - Ospedale S. Giovanni 77051 - Ospedale S. Maria della Pietà 33061 - Ospedale S. Spirito 650901 - Ospedale L. Spallanzani 554021 - Ospedale Spolverini 9330550 • Policlinico Umberto I 490771 - Sangue urgente 4956375 - 7575893 - Centro an­tiveleni 490663 (giorno), 4957972 (notte) - Amed (assisten­za medica domiciliare urgente diur­na. notturna, festiva) 6810280 • Laboratorio odontotecnico BR & C 312651-2-3 -Farmacie di turno zona centro 1921; Salario-Nomentano 1922: Est 1923: Eur 1924: Aurelio-Flaminio 1925 - Soc­corso stradale Aci giorno e notte 116: viabilità 4212 - Acea guasti 5782241 - 5754315 - 57991 • Enel 3606581 • Gas pronto inter-

Il partito

C O M I T A T O REGIONALE — Le federazioni di Roma. Castel­li, Civitavecchia: i gruppi consi­liari: Comune. Provincia. Regio­ne; i responsabili di zona Ostia-Fiumicino e Anzio-Nettuno; le sezioni del Pei del litorale sono invitati a partecipare alla riunio­ne che si svolgerà oggi alle 17

orafe. Nelle sale del Museo Arti e Tradizioni Popolari (piazza Marco­ni. 8). Ore 9-14, festivo 9-13. lu­nedi chiuso. Fino al 30 novembre. • SCRIPTA MANENT — A Ponte Sant'Angelo, per iniziativa della Confesorcenti. 125 anni di storia attraverso libri, manifesti, cataloghi, spartiti musicali, locan­dine e stampe. Una rivisitazione delle pagine più importanti della vita italiana dal 1861 ad oggi. La mostra resta aperta tutti t giorni fino alla mezzanotte (chiude il 30

settembre). • DISEGNI DECORATIVI DEL BAROCCO ROMANO — La mo­stra si ò riaperta il 25 agosto pres­so l'Istituto nazionale per la Grafi­ca (Via della Lungara, 230) e chiu­derà il 14 settembre. Orano: 9-13 feriali e domeniche, 9-13 15-18 venerdì. • PICASSO MON AMI — Cento fotografie del grande pittore rea­lizzate da Lucien Clergue sono esposte sino al 21 settembre nelle sala di Villa Medici (via Trinità dei Monti, 1) con questo orario: 10-13 17-20 (lunedi chiuso

vento 5107 - Nettezza urbana ri­mozione oggetti ingombranti 5403333 - Vigili urbani 67691 -Centro informezione disoccupati Cgil 770171.

Farmacie notturne APPIO: Farmacia Primavera, via Ap-pia Nuova. 213/A. AURELIO: Far-macia Cichi. via Bonilazi. 12. ESQUILINO: Farmacia Cristo Re dei ferrovieri. Galleria Testa stazione Termini (fino ore 24). Farmacia De Luca, via Cavour, 2. EUR: Farmacia Imbesi. viale Europa. 76. LUDOVI-Sl: Farmacia Internazionale, piatta Barberini. 49. MONTI: Farmacia Pi-tan. via Nazionale. 228. PARIOL1: Farmacia Tre Madonne, via Bertolo-m. 5. PIETRALATA: Farmacia Ra-mundo Montarsolo. via Tiburtina. 437. CENTRO: Farmacia Doncchi, via XX Settembre. 47; Farmacia Spi-nedi. via Arenula. 73 PORTUEN-SE: Farmacia Pwtuensa. via Por-tuense. 425. PRENESTINO-LABI-CANO: Farmacia Collatina, via Col-latina. 112. PRATI: Farmacia Cola di Rienzo. via Cola di Rienzo. 213; Farmacia Risorgimento, piazza Ri­sorgimento. 44. OUADRARO-CI-NECITTA-OON BOSCO: Farmacia Cinecittà, via Tuscdana, 927. TRIE­STE: Farmacia Carnovale, via Poc-cantica. 2; Farmacia S. Emerenzia-na. via Nemorense. 182. MONTE SACRO: Famaaa Gravina, via No-mentana. 564 (sospende dal 15 al 30 agosto). TOR 01 QUINTO: Far­macia Chimica, via Flaminia Nuova, 248. TRIONFALE: Farmacia Frattu­ra, via Cipro. 42. OSTIA: Farmacia Cavalieri, via Pietro Rosa. 42. LUN­GHEZZA: Farmacia Bosico, via Lun­ghezza. 38. NOMENTANO: Farma­cia Di Giuseppe, piazza Massa Carra­ra. 1 tO. GIANICOLENSE: Farmacia Garroni, piazza San Giovanni di Dio. 14. MARCONI: Farmacia Marconi. viale Marconi. 178. ACIDA: Farma­

cia Angeli Bufalini, via B onte hi, 117. OSTIENSE: Farmacia S. Paolo, via Ostiense. 168.

Giornalai di notte Questo ò l'elenco delle edicole dove dopo la mezzanotte A possibile tro­vare ì quotidiani freschi di stampa-Minotti a viale Manzoni, Magistri-

ni a viale Manzoni, Pieroni a via Ve­neto. Gigli a via Veneto, Cempone-schi a"a Galleria Colonna, De Santi* a via del Tritone, Ciocco a corso Francia.

Soccorso stradale Il servizio funzionerà 24 ore su 24: Roma Centro Ovest 5410491: Roma Centro Sud 260331; Bor-ghesiana. Palastrena, Colonna, Zagaroto 6163393; Roma Centro Nord 6233330; Roma Centro Est 6141735; Civitavecchia 0766/23093: Ostia, Fiumicino 5650474; Pomezia 9195782: Aprilia (Latina) 9257422; Colla-ferro 9770043; > Prosinone 0775/523159: Passo Corese 0765/287184; Frascati. Marino, Rocca di Papa 9386014; Colle-vecchio 0765/58290; Bracciano 9023626; Monterotondo 9001592; S. Lucia di Mentana 9050173; Labaro 6913701: Rieti 0746/481704; Olgiata 9089214.

Lutto È scomparsa Rosa Nasco, la madre dei compagni Enza. Salvatore. Maria e Franco della sezione Fiumicino Ca­talani. In questo triste momento giungano ai compagni le più sentite condoglianze di tutti i compagni della sezione, della zona, della Federazio­ne romana e dell'Unità

presso il Comitato Regionale (Via dei Frentani, 4 ) per esami­nare le proposte e le iniziative del Partito per il risanamento del litorale romano e del Mar Tirreno. (A. Fredda-P. Vanzi). C I V I T A V E C C H I A — Prose­gue la festa de l'Unità di S. M a ­rinella. Inizia Ladispoli. In fede­

razione ore 1 7 . 3 0 commissio­ne Sanità (Cascianelli). L A T I N A — FONDI ore 2 1 . at­tivo F.U. (V. Recchia). A V V I S O ALLE SEZIONI — Ritirare in federazione i depliant sulle feste de l'Unità di settem­bre a Roma. Sono disponibili in federazione le mostre su Roma, e sui problemi internazionali.

Festa nazionale dell'Unità

Vieni atta festa e visita Milano Con U servizio prenotazioni conviene

M&ANO - PARCO SEMPIONE

2S agosto • 14 settembre

Comitato organizzatore: via Volturno 33

20124 Milano - Tel (02) 68.80.151

In occasione della Festa nazionale dell'Unità, che si terrà a Milano al Parco Sempione dal 2 8 agosto al 1 4 settembre, è stato predisposto un servizio di prenotazione alberghiera per i visitatori che intendono fermarsi più di una giornata a Milano. I prezzi indicativi sono i seguenti: in albergo, con stanza a due letti:

• « * • 1 5 0 / 1 7 0 . 0 0 0 in città • * • 1 0 5 / 1 1 0 . 0 0 0 in c i t t à - 7 0 / 9 5 . 0 0 0 fuori città «* 6 5 / 8 2 . 0 0 0 in città - 4 5 / 6 0 - 0 0 0 fuori città • 3 0 / 4 5 . 0 0 0 in città - 2 5 / 3 5 . 0 0 0 fuori città

Le stanze singole e quelle a tre letti sono da concordare. Ostello della gioventù L 1 2 . 6 0 0 (camera e prima colazione). Campeggi: al giorno, posto roulotte, camper, tenda l_ 3 . 7 0 0 ; posto auto L. 2 - 0 0 0 : adulti l_ 3 . 7 0 0 ; bambini ( 3 - 1 2 anni) U 1 . 9 0 0 : luce L 2 . 0 0 0 . Si prega di compilare la seguente scheda di prenotazione e inviarla a: Fasto n a z i o n a l e « M « U n i t à » - Serviz io prenotaz ioni o ospitolr tè - c / o federaz ione P e i , v i a Vo l tu rno 3 3 - 2 0 1 2 4 M i l a n e - Tot. ( 0 2 ) 4 t . t 0 . 1 5 1 - Ta le * 3 2 2 4 0 2 - 3 1 0 4 5 1

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Invio con vaglia postale intestato P o . Milano, via Volturno 3 3 . 2 0 1 2 4 Milano, la caparra d»

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Rieti: polemici i dirigenti della Dismec, contenti gli abitanti del luogo

Chiusa la f ica che puzza «Quelle ossa da triturare sono pericolose» La piccola azienda produceva farine per alimentazione animale ricavate dalle carcasse delle bestie macellate - La «materia prima» accumulata emanava un odore nauseabondo che rendeva l'aria irrespirabile - Il provvedimento è stato preso dalla Usi e dal sindaco

Dal nostro corrispondente RIETI — «Qui alla Dismec non distilliamo certo profu­mi e acque di colonia». Que­sto eufemismo, usato per de­finire la produzione della fabbrica reatina di farine per alimentazione animale, non rende certo l'idea. Special­mente se si è appena usciti dal recinto dello stabilimen­to, nel quale vengono smalti­ti ogni giorno dalle venti alle trenta tonnellate di ossa di animali da macello e anche pesce. Se poi si viene investi­ti da una folata di vento pas­sata sopra un mucchio di os­sa non ben spolpate e scalda­

te dal sole, beh, anche la sconveniente espressione «puzza di carogna» è il caso di usarla. La triturazione delle farine prodotte dalla Dismec per mangimi bilan­ciati necessita infatti la bol­litura e l'essiccazione di ossa e pesci.

•È un colera» rincarano la dose a Villa Reatina e a San­ta Rufina i cittadini che da due anni indirizzano petizio­ni ed esposti a Pretura e Uni­tà sanitarie soprattutto dopo 1 mesi torridi dell'estate in cui il tanfo si amplifica.

Così si giunge all'ordinan­za di chiusura della fabbrica Dismec, quindici dipendenti

dallo stomaco d'acciaio, compresa la graziosa segre­taria nel suo ufficio lindo e moderno ma inerosabilmen-te fedito. L'ordinanza con­trofirmata dal sindaco di Cittaducale quale autorità sanitaria competente è par­tita dalla Usi Rleti/1 in base agli articoli 216 e 217 del Te­sto unico della legge sanita­ria. Si parla di esalazioni in­salubri e motivi di salute pubblica, anche se «produ­zioni di questo tipo sono de­finite dallo stesso testo di legge non nocive e ammissi­bili anche nei centri urbani se all'avanguardia per i si­

stemi di abbattimento degli odori». Lo afferma Massimo Chiaretti, direttore della Di­smec, una società per azioni locale, lo stesso dell'eufemi­smo alla Verbena di cui so­pra. Chiaretti ricorda come nel '78, al momento del rila­scio delle autorizzazioni, di fronte ai tre miliardi di inve­stimenti di Casmez e privati non furono create difficoltà, «pur sapendo che non si as­semblavano asettiche com­ponenti elettroniche».

Inoltre, continua, la com­missione regionale di esper­ti, presieduta dal sindaco di Cittaducale, che avrebbe do­

vuto dare indicazioni per l'abbattimento degli odori non si è mossa. Così le mi­gliorie apportate in novem­bre dalla Dismec, evidente­mente, non sono bastate.

Intanto continuano ad ar­rivare camion colmi di car­casse e lische. Li inviano la Simmenthal, una filiale del­la Riomare, produttori locali e soprattutto la reatina Icar. In parte vengono dirottati verso Napoli, in parte torna­no indietro, ma in parte ini­zeranno ad accumulare il loro carico sotto il sole di set­tembre. Lo stallo quindi non potrà durare a lungo.

«Il novembre scorso», con­clude Chiaretti, «avevamo palesato la nostra disponi-blità a trasferire il reparto bollitura delle ossa altrove, lasciando nel capannone at­tuale il trattamento dello scatolame per cani e gatti che invece non emana odori. Purtroppo non siamo stati ascoltati». La situazione, giudicata dagli interessati unica In Italia, è forse più complessa. Sono attese nei prossimi giorni le prese di posizione di Prefettura e sin­dacati.

Rodolfo Calò

Corredo scolastico a offerta speciale in trecento negozi

I cartolai dichiarano guerra a penne e quaderni firmati Un pacco contenente cartella, zaino, quaderni e articoli da cancelleria costerà 52.750 lire L'iniziativa organizzata dall'associazione cartolai per contenere l'aumento dei prezzi

A strisce coloratissime, a pois, in bianco e nero, oppure bluette, come vuole la moda. Ormai anche i quaderni di scuola «vestono» Benetton. I più ri­cercati poi sono sponsorizzati da Fendi o Trussardl. Possono costare anche lire 2000 ciascuno e gli studenti ne vanno pazzi. Molto meno le loro famiglie. Ma la celebrità della firma non sempre ga­rantisce la qualità del prodotto. Insom­ma, un buon quaderno Pigna o Faber (tanto per citare alcune delle ditte più consolidate del settore) non ha assolu­tamente nulla da invidiare ai più cele­bri quaderni firmati. Costano meno e la qualità della carta spesso è anche mi* gllórè. Partendo da questo ragiona­mento per la seconda volta anche que­st'anno l'associazione dei commercian­ti di carta e cancelleria della provincia di Roma organizza l'iniziativa «Felice scuola». In circa trecento cartolerie del­la capitale, a partire dai prossimi gior­ni, verrà messa in vendita una vasta

gamma di articoli scelti tra la produzio­ne «non firmata», a prezzi estremamen­te convenienti. Un corredo composto da zainetto, cartella, dieci quaderni, sei penne a sfera, sei matite, una riga, due squadre, un album, un blocco da dise­gno, una scatola con dodici colori, co­sterà lire 52.750. La cartella, tanto per fare qualche esempio, costerà lire 21.500 (quasi quarantamila lire di meno rispetto alle oOmila che occorrono per acquistare la celebre cartella Master), dieci quaderni lire 5000, la scatola con dentro dodici colori Giotto lire 2.700. Le cartolerie che parteciperanno all'inizia­tiva esporrano nel proprio esercizio una vetrofania con la dizione «Felice scuola •86».

«L'iniziativa - è stato detto nel corso di una conferenza stampa svoltasi ieri mattina nella sede dell'associazione dei commercianti di carta e cancelleria — è tesa a contenere l'aumento dei prodotti scolastici. Un aumento determinato sia dalle industrie, che anno per anno sta­

biliscono i prezzi di listino al pubblico, sia dai consumatori, che tendono al­l'acquisto dei prodotti firmati, a scapito del risparmio. II conseguente incre­mento dei prezzi, che può andare a se­conda degli articoli malamente al 7%, non è perciò da imputare agli operatori commerciali ma alla più ampia e gene­rale strategia di mercato. La riprova di ciò è data, del resto dalla vendita agli stessi prezzi di quello dei cartolai, a pa­rità di articolo, da parte della grande distribuzione.

L'anno scorso «Felice scuola» ottenne un buon successo. Staremo a vedere se anche quest'anno migliala di famiglie riusciranno a convincere 1 propri, figli che in fondo là vecchia scatola di colori' è più conveniente anche sul piano della qualità dei pastelli firmati. Certo è che le grandi firme ce la stanno mettendo davvero tutta per convincere gli stu­denti dell'esatto contrario.

Paola Sacchi

.—' A v

Ritornano i vandali: scuola incendiata Finita l'estate riprendo­

no i raid teppistici nelle scuole romane. Ieri notte è stata la volta della media •Pergolesi» in via Portuen-se. I vandali hanno forzato una finestra del primo pia­

no e sono entrati nell'edifi­cio. Prima hanno messo sottosopra le aule, rom­pendo banchi, sedie e arre­damenti, poi sono passati nella sala dei professori.

Dagli scaffali hanno

buttato a terra libri, regi­stri, contenitori e altro ma­teriale didattico, hanno co­sparso il mucchio di carte con liquido infiammabile appiccando poi 11 fuoco. Le fiamme hanno attaccato

immediatamente gli ar­madi della piccola sala e distrutto completamente le pareti, fatte semplice­mente con pannelli diviso­ri.

Giovane sposo arrestato durante la luna di miele Il decimo giorno di luna di miele lo ha passato (solo) a

Regina Coeli. Protagonista dello sfortunato viaggio di nozze nella capitale U giovane di Acerra Vincenzo VlgllotU, 22 anni, presunto camorrista della cutotiana «Nuova Famiglia». Do­menica scorsa si era sposato nel suo paese d'origine, con tanto di cerimonia e pranzo con gli invitati. La sera stessa era partito per Roma con la sposina, ospite di parenti romani.

Il 29 agosto la procura di Benevento ha spiccato però nei suoi confront) un* mandato di cattura per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e porto abusivo di armi. I carabinieri, dopo averlo cercato nelle case di alcuni familiari, lo hanno trovato ieri mattina all'alba nell'apparta­mento di uno zio in via dei Colombi 114 a Torre Maura. «Non ne sapevo niente*, ha detto 11 giovane al militari che Io arre­stavano. Oggi verrà accompagnato nel carcere di Benevento.

VI M Morto in vespa: del camion abbandonato?

n camion del tragico in­cidente di via Midna a Fiu­micino (il quindicenne Do­menico Di Vito ha perso la vita mentre il suo amico Franco BurlinU è ricovera­to in gravi condizioni) era stato abbandonato lungo la strada in una posizione molto pericolosa. La polizia stradale sta perciò cercan­do il proprietario dell'auto­mezzo senza motore che 11 codice della strada conside­

ra ugualmente in circola­zione. Oli agenti interro­gheranno nei prossimi giorni Franco Burìlni, l'u­nico In grado di spiegare cosa ha provocato l'inci­dente. I due giovani viag­giavano su una vespa 50. Domenico «veva ceduto il suo casco all'amico seduto su) sellino posteriore. Im­provvisamente Il motorino e finito sotto il camion, par­cheggiato lungo la strada. Un urto terribile che ha uc­ciso 11 quindicenne.

Avvistato un meteorite sul cielo di Roma

Un meteorite molto luminoso ha solcato il cielo di Roma pochi minuti dopo le 20 con direzione da Sud a Nord. L'oggetto, che è rimasto visibile per circa 6 secondi, ha lasciato una traccia blu che si è stagliata nel cielo ancora parzialmente illuminato dalla luce del crepuscolo. Prima di scomparire, il meteorite ha lasciato cade­re alcuni frammenti.

i

Racket estorsioni: attentato a Formia

«Il racket delle estorsioni ha colpito di nuovo». È il parere dei carabinieri della compagnia di Formia sull'attentato compiuto la scorsa notte ai danni di una agenzia turistica. Un ordigno infatti è stato fatto esplodere all'esterno della saracinesca dell'agenzia turi­stica •Orantours» a piazza Mattei a Formia, di proprietà di Anna Antonini, 32 anni. L esplosione, molto violenta, ha provocato all'a­genzìa danni ingenti, in frantumi anche i vetri di alcuni palazzi circostanti e di un negozio di profumeria adiacente. Le schegge di metallo della saracinesca divelta dall'esplosione sono state proiet­tate sull'intera piazza. Numerose le autovetture in sosta danneg­giate.

Bloccati a Ciampino per un giorno 250 turisti

Dovevano partire per Palma di Mallorca ma l'aereo che avrebbe dovuto partire da Ciampino non s'è fatto vedere così i 250 tonati per il momento si sono accontentati di una gita ai Castelli. E la seconda volta dall'inizio dell'estate che una compagnia di turisti è costretta a ridimensionare drasticamente il proprio viaggio. I turi­sti dovevano partire ieri mattina alle 10 con un DC 8 deua compa­gnia spagnola Aviaco. Ma l'aeroplano per motivi tecnici è rimasto nelle Baleari fino a sera. I turba si sono dovuti così accontentare di un pranzo ai Castrili.

Dp: facciamo un ostello al S. Maria della Pietà

Continuano le polemiche sui saccopelisti. Dopo la decisione del­l'assessore Bernardo di dedicare ai turisti in sacco a pelo le aree di Castelfusano e di Spinacelo la Federazione romana di Democrazia proletaria è intervenuta ritenendo la scelta insoddisfacente. «Si potrebbero individuare invece — dice Elio PacOio, della segreteria romana — aree da attrezzare *d ostelli ma anche come centri di interscambio cultura dentro alla città. Una di queste potrebbe essere l'ex ospedale psichiatrico S. Maria della Pietà*.

Incontro tra prosindaco e questore

La presenza di oltre 150mila stranieri nella capitale, i campi-nomadi, l'acuirsi delle tensioni nelle carceri cittadine, il problema dell'ordine pubblico durante le partite di calcio: sono stati questi i temi affrontati durante un incontro tra il questore Marcello Monarca e il prosindaco di Roma Gianfranco Redavid, avvenuto ieri presso la questura centrale.

Troppi «lavori in corso» Le proposte della Cgil

Gli edili della Cfìl del Lazio « proposito deue polemiche sullo «tato della citta per i continui lavori in corso nel sottosuolo ricordano che da tempo hanno avanzato la proposta di definire orari flessibi­li • turni sull'intera settimana per rispondere meglio alle esigenze dei lavoratori e della città. Proposta che non ha mai ricevuto una risposta positiva. Gli edili della Cgil ritengono inoltre che l'ammi­nistrazione comunale debba coordinare "insieme dei programmi d'intervento senta complicate articolazioni di responsabilità.

MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l 'Unità - ROMA-REGIONE 15

Per quasi duemila anni so­no rimaste adagiate sotto mezzo metro di terra, a qual­che chilometro dal centro abitato di Palombaro. Due statue di marmo greco pre­sumibilmente di età impe­rlale romana, per uno strano gioco di coincidenze positive hanno «riposato», una accan­to all'altra, sotto le radici di alcuni olivi. Sono venute alla luce casualmente mentre il proprietario del terreno sta­va estirpando gli olivi seccati dall'ultima gelata Invernale per sostituirli con alberi di fico. Da tempo un giovane archeologo, Zaccaria Mari, seguiva la zona per uno stu­dio sulle ville romane dell'a­rea tiburtina e della bassa Sabina. tMI è bastato vedere un frammento di marmo che emergeva dalla terra per ca­pire che poteva trattarsi di una scoperta Inattesa ed im­portantissima!. Zaccaria Mari in quel momento stava facendo delle ricerche insie­me ad una sua collega, Ma­ria Sperandlo, su pez2i di co­lonna, intonaci e ceramiche che lo «scasso» della ruspa, per estirpare gli alberi, aveva portato in superficie. La zo­na del ritrovamento è un faz­zoletto di terra tra alcune piccole abitazioni, vicino ad un capannone dove si alleva­no polli.

Le due statue venute alla luce sono state scolpite con marmo greco in ottimo stile, sono alte più di due metri; una rappresenta una Peplo-phoros, e coperta da un pan­neggio che scende fino ai piedi con delle pieghe lavo-

«Erano sepolte sotto una

villa romana» L'archeologo Zaccaria Mari racconta come si è arrivati alla scoperta delle due statue

rate abilmente, che creano un meraviglioso effetto di chiaroscuro. La testa, stac­cata, è scolpita in modo pre­gevole: «È solamente stupen­da», afferma Mari. L'altra, virile, rappresenta probabil­mente un cacciatore, con una muscolatura ben resa, tipico della statuaria greca-, si pensa che possa trattarsi di una divinità. Due statue di valore inestimabile che sicu­ramente sono copie romane di bronzi greci, eseguite di­rettamente in Grecia nel I e II secolo.

— Perché studiavate pro­prio quel lembo di terra, sa­pevate che lì sotto c'era una villa romana? •Ho visitato quel campo la

prima volta lo scorso 25 lu­glio. Sono andato a colpo si­curo perché in quella zona nel 1961 fu trovata un'epi­grafe latina, resti di una tomba ed un sarcofago. Già

da allora si disse che doveva esserci una villa romana e quel campicello rappresen­tava la platea. Ancora ades­so si vede il muro di costru­zione, alto 3 metri e lungo 4, in opera poligonale, fatto di grandi blocchi di calcare. La villa era costeggiata da un'antica strada romana, i cui resti si possono vedere, che collegava la bassa Sabi­na a Tivoli».

— Dunque è una villa e non come inizialmente si era detto un tempio dedica­to a Giove? «Il ritrovamento è stato

fatto da me e da Maria Spe­randlo, non capisco chi ab­bia mandato in giro notizie cosi clamorosamente false. Le statue giacevano distese sotto la platea di una villa romana patrizia». . — Perché stavano distese una vicino all'altra? «Al momento questo è un

mistero. In genere si trovano cadute in terra a pezzi, forse erano state sistemate così per altri motivi». . — Potrebbe questa zona ri­

servare altre sorprese? «Tutta l'area ha enormi

potenzialità, solo che è poco conosciuta. Già In passato il ritratto di vecchia sabina fu trovato a Palombara ed an­che un busto di Athena. Solo che c'è la piaga del mercato clandestino. SI ha notizia di ritrovamenti solo dopo che sono sfuggiti al controllo».

Intanto proseguono i lavo­ri nella zona dove sono state trovate le statue e la terra ha già restituito parti del colon­nato che doveva costituire ti peristilio, ceramiche e into­naci finemente pitturati. Nella mattinata di ieri c'è stato un braccio di ferro tra la soprintendenza, la pretura ed 11 sindaco' di Palombara. La pretura ha sequestrato le statue ed Impedito alla so­printendenza di prelevarle dal castello Savelli dove sono riposte. Dietro questa clamo­rosa decisione c'è la forte vo­lontà dell'amministrazione Jialombarese e della città In-era di non far andare via,

verso Roma o Villa Adriana le due importanti statue. Proprio a castello Savelli la giunta di sinistra della Re­gione diversi anni fa istituì il museo della bassa Sabina, che poi non è stato mal fatto decollare. Questo ritrova­mento sembra l'occasione giusta per dare il via alla rea­lizzazione del progetto.

Antonio Ciprìani NELLA FOTO: una dell* due statue ritrovate a Palombara

Ormai è tutto pronto. Én­tro la fine di settembre en­trerà in funzione il nuovo ospedale di Ostia. Il comita­to di gestione della Usi Rm 13 ha dato ampie assicura­zioni, ieri nel corso di un in­contro con l'assessore regio­nale alla Sanità, Vlolenzio Zlantonl, che quanto prima 1 malati potranno usufruire del nuovo nosocomio. Secon­do 1 dirigenti della Usi Rm 13 non dovrebbero più esserci ritardi.

La Regione ha già reso no­to l'elenco dei vincitori dei concorsi pubblici che ver­ranno dunque assunti lm-

Ostia: l'ospedale nuovo funzionerà a fine mese mediatamente. Inoltre gli uffici regionali hanno dato mandato alla Usi stessa di procedere all'assunzione di tutto 11 personale specializ­zato di cui potrà avere biso­gno, perché finalmente ven­gano superati tutti gli osta­coli e si avvìi l'ospedale. Du­rante l'incontro tra dirigenti della Usi Rm 13 e Zlantonl,

quest'ultimo ha dato le sue assicurazioni che 1 fondi per la partenza operativa del no­socomio sono già disponibili. A chi gli chiedeva come'pen-sava di risolvere il problema del finanziamenti necessari per il funzionamento della struttura, l'assessore ha ri­sposto che la questione verrà affrontata e risolta sulla ba­

se delle esigenze che si mani­festeranno.

L ; L'apertura-~ del * '••• nuovo ospedale di Ostia, il supera­mento di tutte le difficoltà che si prospetteranno, rap­presenta — ha detto Zlanto­nl — uno degli obiettivi prin­cipali che la giunta penta-partitica della Pisana si po­ne. Da parte sua il comitato di gestione della Usi Rm 13, ha deciso che dai prossimi giorni verranno iniziati i la­vori per il trasferimento dal­la vecchia struttura ospeda­liera del Sant'Agostino, alla nuova.

/ crolli dimenticati

In via Principe Amedeo, ancora oggi non si è deciso a chi spetta la ricostru­

zione - I lavori di prima necessità avviati dal Comune sono terminati e intanto le cinquantatré

famiglie evacuate aspettano di sapere se potranno rientrare nelle proprie abitazioni

Il palazzo sventrato Esquilino, tutto come 4 mesi fa

Via Principe Amedeo angolo vìa Ricasoli. Comincia qui, al-l'Esquilino, il nostro viaggio nella «Roma dei crolli», tra i pa­lazzi lesionati dagli improvvisi cedimenti di mura e di struttu­re portanti all'apparenza ina* movibili che si sono succeduti a un ritmo impressionante dall'i­nizio dell'anno fino allo scorso luglio lasciando nella parte vec­chia della città, ma anche nella periferìa più recente, stabili sventrati, appartamenti di­strutti e migliaia di famiglie senza casa.

Uno dei primi fu proprio quello di via Principe Amedeo: alle 13 e 42 del 28 aprile un'in­tera ala dell'edificio al civico 257 venne giù lasciando a terra in un cumulo di macerie sei piani. Se non ci furono vittime fu un puro caso: gli abitanti messi in allarme da un inquili­no, l'unico che per una specie di sesto senso avvertì il pericolo imminente, riuscirono a met­tersi tutti in salvo. Da allora nessuno di loro ha potuto ri­mettere piede nelle rispettive abitazioni.

Sono passati più dì quattro mesi e tutto è ancora come il giorno della tragedia: la strada e transennata e le 53 famiglie evacuate anche dagli altri edifì­ci attigui sono costrette a resta­re negli alloggi e nei residence messi a disposizione dal Comu­ne. Nel palleggiamento delle responsabilità non si è riuscito a stabilire chi deve provvedere alla ricostruzione oppure alla definitiva demolizione della struttura. «L'amministrazione — assicura l'assessore Pietro Giubilo (lavori pubblici) — in questo caso ha fatto tutto quanto era di sua competenza». Cioè, con un'ordinanza firmata dal sindaco il 1* maggio è stato possibile dare il via e completa­

mento che posso dare è quello che gli stessi proprietari si fac­ciano promotori della richiesta presso la Regione. Può darsi che riescano ad ottenere qual­cosa. In ogni caso sono del pa­rere che runica soluzione è la grevenzione. Anche per gli sta­

ili bisognerebbe ricorrere a una sorta di verifica come si fa per le automobili quando han­no raggiunto una certa età. Una specie di check-up obbligatorio

per ogni edifìcio che ha più di quaranta anni. Questo evite­rebbe guaì peggiori».

Dopo quattro mesi, da chi governa questa città si riescono ad avere le solite rassicuranti promesse, owii consigli e qual­che futuribile proposta. Davve­ro un po' poco per chi ha perso il proprio tetto e non sa quando lo riavrà.

Valeria Parboni

Il palazzo dell'Esquilino il giorno del cròllo e come è oggi

re le opere di prima necessità (rimozione delle macerie, tran-sennamento dell'area, rinforzo e punteliamento delle parti le­sionate) a tutela della incolu­mità pubblica. Tutto qui. Nien­te di più. "

Per il resto, infatti, tutto viaggia nel vago. Chi dovrà de­cidere adesso il da farsi? «Se­condo me il proprietario — ri­sponde Giubilo — che dovrà

nominare un tecnico per stilare un elenco dei lavori...». Ma non tutti i proprietari hanno la pos­sibilità di poter affrontare spe> se cosi consistenti, «fi vero, al momento il problema non mi sembra che sia facilmente risol­vibile. Da più parti si è parlato della possibilità per l'accesso dei privati a mutui agevolati o finanziamenti speciali. Ma a quanto mi risulta finora non c'è nulla di concreto. Un suggerì-

Il presidente deirArci Cipriani risponde alle polemiche sull'Isola Tiberina

«La musica non dà noia all'ospedale» Permessi irregolari? Suoni troppo alti? All'in­

chiesta della Procura sulla manifestazione mu­sicale dell'Isola Tiberina ha risposto ieri il presi­dente dell'Arci di Roma, Felice Cipriani. Secon­do Il dirigente dell'associazione culturale, che ha organizzato l'iniziativa, «Un'Isola per Pesta-tei ha avuto tutti 1 regolari permessi delle auto­rità preposte alla vigilanza degli spettacoli. In­giustificato dunque — secondò Cipriani — lo strascico giudiziario, e superate anche le pole­miche, soprattutto quelle legate alla vicinanza

dell'ospedale Fatebenefratelll. Il dirigente Arci ammette le«posslbili disfunzioni e disattenzio­ni», ma afferma che «gli spettacoli sono concilia­bili con l'ospedale perché, se vi è un rumore che disturba 11 nosocomio e gli ammalati è quello del traffico incessante sul lungotevere e sul pon­ti, aumentato anche dalla chiusura di via Luigi Petroselli». L'inchiesta giudiziaria era nata dal­l'esposto di un cittadino che durante una delie serate all'Isola Tiberina, li 20 agosto aveva assi­stito all'intervento delle forze dell'ordine per il

«troppo rumore» provocato dal concerto di un gruppo brasiliano. L'indagine è stata affidata dal sostituto procuratore Davide lori ai carabi­nieri, per stabilire l'entità del disturbo provoca-to all'ospedale. «Ma è dal 1980 — ha ricordato Cipriani — che nell'isola si organizzano spetta­coli, ed anche dentro all'ospedale si svolgono concerti e letture teatrali. Tutto ciò — dice il dirigente Arci — per la comprensione dei frati francescani e dell'ospedale, ma anche per l'attu-timento del rumori tra i ponti Cestio e Fabri* tius*.

didoveinquando

n manifesto detto performance «Wet Features»

«Oltre l'attore», un confronto

tra Italia e Olanda Venerdì alle ore 11 presso

l'Istituto di cultura olandese a Roma (Valle Giulia) si ter­rà la conferenza stampa di presentazione della IV edi­zione del Festival Intema­zionale di teatro «Oltre l'at­tore» (in programma a Mon-terotondo e Mentana dall'I 1 al 14 settembre), organizzato dalla compagnia «La Grande Opera» In collaborazione con la Provincia di Roma, il mi­nistero Turismo e Spettacolo e i Comuni di Monterotondo e Mentana.

Tema di quest'edizione: «L'Italia, l'Olanda. Il Teatro*. Il festival, infatti. In quattro giorni si propone di presen­tare una" panoramica delle tendenze artistiche di due paesi che, in questo momen­to, per il teatro, sono due im­portanti punti di riferimento a livello europeo. Per l'Olan­da alcune tra le più apprez­zate giovani compagnie:

Harry De WIt tn «Embodl-ment» Studio Hlnderik In «Stoeprand», per il teatro danza Usa Marcus e B. Duy-fjes in «Wet Features», Dan­zerà Kollektltf in «Har-tstuck». Per l'Italia, tra gli al­tri: Giorgio Barberìo Corset­ti, Roberto Orlandi, il teatro GlocoVlta, Donatl-Olesen, Tea trombila.

Una proposta interessante sarà «D Congresso degli Uc­celli*, spettacolo allestito da settanta ragazzi di una scuo­la marchigiana al Convento dei Cappuccini di Montero­tondo. In collaborazione con l'Officina Filmdub sarà proiettato sabato 13 «Soirée Starewitcb*, un filmato sul­l'opera di Starewitcb (1882-1965) pioniere del cine­ma di animazione. Un con­vegno e la proiezione di vi­deo-opere olandesi saranno un ulteriore momento di ri­flessione e confronto tra gli studiosi del due paesi invita­ti al festival.

-1 «Fritti troupe» ' ! di Lucia Latour

i • Gloria Mujica

uuu A Viterbo il notturno della

«Macchina di S. Rosa» VITERBO — Questa sera alle ore 21, cosi come avviene or­inai da secoli, le vie di Viterbo si ©cureranno di colpo e dal­l'antica Porta Romana inlzlerà il passaggio della •Macchina di S. Rosa» la quale, portata a spalla da cento «facchini*, dopo aver percorso circa 2 chilometri, si fermerà dinanzi al sagra­to della chiesa dedicata alla patrona viterbese.

L'interesse che si accentra su questa manifestazione è do­vuto alla mole della •macchina», 50 quintali di peso e 34 metri di altezza, che compie l'Intero percorso a passo di marcia per terminarlo addirittura di corsa. Quest'anno i viterbesi ed 1 turisti che assisteranno al trasporto vedranno un nuovo mo­dello di macchina. «Armonia celeste*: è questo il titolo che gli ideatori, l'architetto Aifiero Antonini e lo scultore Roberto Ioppolo, hanno dato alla loro •creatura*,

Il decentramento culturale nella città può diventare una realtà. Se ne è parlato a lungo, ma Tino ad oggi molte delle esperienze fatte, comprese le ultime all'Eur, non hanno dato fiducia all'idea.

Il successo di pubblico ottenuto dalla rassegna cinemato­grafica che si è svolta a! Teatro Espero a Montesacro quest'e­state — come gli stessi organizzatori affermano — fa tornare alla ribalta il tema. «Portare* la cultura nelle periferie è diffi­cile, movimentare le stesse lo è altrettanto. Forse, però, è solo questione di qualità, oltre che quella di individuare punti strategici — che richiamano un pubblico di fedelissimi — a cui dare Impulso e stabilità di elaborazione.

È una aspirazione dell'Esperò, che già da molti anni non fa una «buca» negli appuntamenti musicali, teatrali e cinema­tografici. E in questa estate romana ha detto la sua: oltre 200

Decentramento culturale: dall'Espcro idee

che hanno funzionato presen?: per sera durante l ventlnove giorni di cinema orga­nizzati dall'Arci IV Zona, patrocinata e flnanttata da diversi enti pubblici, radio, tv e sponsor privati. Un ritorno al decen­tramento caparbiamente auspicato dagli operatori culturali di Montesacro. «Un'esigenza da non sottovalutare», come di­ce Orazio Casteilaneta.

Basti pensare che 11 quartiere conta 350mIIa abitanti, con pochi spazi di aggregazione, alcuni dei quali destinati a mori­

re se non ci saranno immediati provvedimenti. L'Arci Io sot­tolinea, e chiede perciò che Io spazio del teatro diventi un punto fisso di riferimento per lo svolgimento delle future manifestazioni culturali promosse dal Comune. Ma se è vero che tale «adozione» porterebbe 11 quartiere nel vivo del dialo­go culturale non solo cittadino, qualificando il livello e le capacità aggregative delle sue strutture ricreative, è altret­tanto evidente il rischio di essere risucchiati nelle esperienze rovinose in cui il Comune più volte è Incappato.

Il cinema, secondo le proposte di manifestazioni culturali che l'Arci sta mettendo a punto per le prossime stagioni, dovrebbe essere solo li fulcro Ideale Intorno al quale ruote­rebbero le altre sale cinematografiche, oggi per lo più a «luce rossa*, I parchi e I luoghi poco frequentati del quartiere, -

•. Gìtmfsrìco D'Atomo

Nuovi corsi di danza

• ALTROTEATRO — Il gruppo di danza contempora­nea riprende la sua attività di­dattica con corsi e seminari pratici condotti da Lucia Latour e Gloria Mujica. La lezioni ini­ziano lunedi 8 settembre pres­so 1 Cid (via San Francesco di Sates. 14). Osi 15 settembre si svolgerà i seminano «Per un'altra idea di gravità», sotto la drerione di Lucia Latour. Per informazioni telefonare ai se­guenti numeri: 6875967 tutto 1 giorno. 6568138 data 10 al­la 12. • ISOLA TIBERINA — Ale 21.30 sul Palco cantra)* la compagnia dei"Atto presenta cTi darò quel fior...», assassini in due tempi di Marco Mete cori Gennaro Camavacciuolo, Renato Campese. Gloria Sapio a Alfredo Messina (tutta la emozioni dei cafè-chaman). Al­la 22.30 discoteca, data 21 . attrova, spazio giochi. • L'ALTRA META DELLA SCENA — Quatta sera la mu­sica: «He ora 21.30 al Parco del Turiamo (Eur) concerto d Gami Russo. Dopo i piano bar con molti nuovi telanti femmine. • CINEMA — M'Arena Esedra (via del Vìminsi*. 9) «L'anno del dragona» d Mi­chael Cimino, con Mickey Rourke. A Ponte S. Angelo •Scripta Manent» presanta quatta sera (or* 23) «Kramer contro Kramer» di Kubrick, fri-

Ima (ora 21.30) ala Mostra inarcato dal fioro a... affini En­nio Parts parta di td gioco dai rumati data tacca ani battona afta Cabala», brava viaggio nei mondo dai numan.

Le intense Sonate beethoveniane di un promettente pianista Un concerto con la «C* maiuscola quello presentato dal

tempietto domenica nella Basilica di San Nicola in Carcere, dovuto alla pregevole interpretazione del pianista Ugo Cam-pini, U quale ha reso omaggio a Beethoven con tre delle «ne più significative Sonate; POp, 14 n. 2 «La Primavera*. POp. 31 n. 2 «La Tempesta» e l'Op. 57 «Appassionata*. Il giovane musi­cista ha dimostrato di possedere, oltro alle eccellenti qualità tecniche, una spiccata sensibilità artistica ed un nitido tocco, Indispensabile per l'esecuzione dell'Op. 14 n. 2, Sonata appar­tenente al primo periodo beethoveniano che risente ancora degli influssi di Haydn e Mozart. Grinta e decisione non sono poi mancate nella difficile Sonata Op. 57. con le quali Campi-ni è riuscito a tirar fuori l'Intensa drammaticità di questa opera, n pubblico, accorso numerosissimo, ha applaudito a lungo e con calore questo giovane e promettente pianista.

fa. a.)

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Scelti

voi O Un bel

pasticcio Il talento comico di Blake Edwords non sarà qui ai livelli di Hollywood Party, ma la sceneg­giatura ù di ferro e un buon nunv ro di risate è garantito. I poco noti interpreti. Ted Oanson e Ho-wie Mandel. vestono i panni di due gaglioffi che vincono una forte somma alle corse. Ma c'è di mezzo una banda di gangsters e la cavalla che ha vinto era dro­gata con una super-supposta... Nasce un inghippo maledetto, davvero un «bel pasticcio» in cui amore e denaro cambiano spes­so e volentieri di padrone.

ADMIRAL. ETOILE

O A 30 secondi dalla fine

Da un soggetto giapponese (di Akira Kurosawa) e da una regia russa (di Andrej Koncialovskij) nasce un film americano che è tra i grossi calibri della Cannon per la stagione ' 8 5 ' 8 6 . Due pe­ricolosi malfattori riescono ad evadere da un carcere di massi­ma sicurezza in Alaska. Per la fuga, ò pronto un treno incusto­dito che però si rivela una trap­pola mortale: la locomotiva è lanciata a folle velocità e nessu­no la guida... A metà tra film d'azione e metafora sulle follie umane. A 3 0 secondi dalla fine funziona a sbalzi. Ottimi, comun­que, Jon Voight e Eric Roberts.

COLA RIENZO. EURCINE KING. PRESIDENT.

SUPERCINEMA

• Follia d'amore Un motel nel deserto del Moja-ve. Una ragazza che si é sepolta in una vita senza speranze. Un uomo che torna a vederla, da chissà dove. Un rapporto inten­so. esasperato, folle... Sam She-pard, attore e drammaturgo alla moda, firma il testo e recita (quasi) nel ruoto di se stesso. Robert Altman, l'autore di Na­shville. dirige conowia maestria. Kim Basinger (la «lei» di Nove settimane e mezzo) sfodera una bravura rhe ta candisa al ruolo di «diva per gli anni Ottanta». Il film 6 (quasi sempre) bello, coinvol­gente, anche se l'origine teatrale ogni tanto gli nuoce.

F I A M M A

• Choose Me (Prendimi)

Che strane cose succedono in America! Intrecci amorosi, storie di corna, confessioni via radio... Lo ammettiamo: la trama di Choose Me) è impossibile da raccontare: tutto gira intorno a un belloccio (Keith Carradtne) che arriva fresco fresco in città e fa innamorare di sé una lunga serie di belle signore (le due più importanti sono Genevieve Bu-jold e Lesley-Ann Warren). Ma ciò che conta sono le atmosfere. gli ambienti e lo stile un po' ba­rocco del regista. Alan Rudolph. già autore dell'ottimo Ricorda il mio nome e allievo di un illustre maestro: Robert Altman.

ARCHIMEDE

D Hannah e le sue sorelle

Dopo le «Ricostruzioni d'epoca* di Zefig, Broadway, Danny Roso e La rosa purpurea del Cairo, Woody Alien torna al­l'ambiente prediletto, quello in cui vive e opera: la Manhattan un po' chic degli artisti e degli intel­lettuali. Ma la sua Manhattan è. soprattutto, un «luogo dì cuore», ed è sempre sull'amore (con tutti i suoi risvolti psicologici, co­me già in lo • Anna e in M a n ­hattan) che il cineasta newyor­kese ragiona. Tra Hannah e le serene si intrecciano rapporti sentimentali e intellettuali, cui dà corpo una magnifica squadra di attori: Mia Farrow. Barbara Her-shey. Dianne Wiest. Michael Caino, oltre naturalmente allo stesso Woody AUen.

A M B A S S A D E , CAPITOL INDUNO

• Fuori orario Commedia noir di Martin Scor-sese in bilico tra scherzo gratuito e (Svenimento newyorkese. È la cronaca di una notte incredibile vissuta da un tenero «yuppie» (è Griffin Durine) coinvolto suo malgrado in un giro di fughe e omicidi. Tutto per aver scambia­to. nel bar sotto casa, quattro parole con una bella ragazza (è Rosanna Arquette) in cerca di compagnia. Tra avventure arti­stiche e rischi di linciaggio. n* gio­vanotto riuscirà la mattina ad ar­rivare, lacero e tumefatto, da­vanti al proprio ufficio. E succes­so tutto, appunto, «fuori orario».

EDEN, PARIS

O O T T I M O O BUONO • INTERESSANTE

l 'Unità - ROMA-REGIONE MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

ACADEMY HALL Via Stamira . 17

L 7.000 Brivido caldo di Lawrence Kasdan, con Wil-Tel. 426778 liam Hurt - OR (17-22.30)

ADMIRAL L. 7.000 Un bel pasticcio di Blake Edwards • 6R Piana Vernano. 15 TeL 851195 117-22.30)

ADRIANO L 7.000 I 5 della squadra d'assalto • di Paul Mi-Piana Cavour. 22 Tel. 352153 chael Glaser • A (17-22.30)

AIRONE Vis lidia. 44

L. 3.600 Tel. 7827193

Chiusura estiva

ALCIONE L 5.000 Shinlng di Stanley Kubrick, con J. Nichol-ViaL di Lesina. 39 Tel. 8380930 son-H (17-22.301

Spettacoli DEFINIZIONI A: Avventuroso C: Comico OA: Disegni animati OO: Documentano OR: Drammatico F: Fan lascien/a G: dallo H. Horror M; Musicale S: Sentimentale SA: Satirico SM: Storico Mitologico

A L B A N O

AlBARADIANS Tel. 9320126 Chiusura estiva

FLORIDA Tel. 9321339 Non pervenuto

F R A S C A T I

POLITEAMA Tel. 9420479 R ,P«°

SUPERCINEMA Tel. 9420193 L a monaca del peccato di Dar» Donati. con Eva Grimaldi • E (VM 18)

(16 30-22 301

G R O T T A F E R R A T A

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Film per adulti (10-11.30/16-22.30) AMBASSADOft Tel. 9456041 Chiusura estiva

AMBASSADE Accademia Agiati. 57

L. 7.000 Tel. 5408901

Hannah e le sue sorelle di e con W. Alien e M. Farrow - BR (17-22.30)

AMERICA via N. del Grande. 6

L. 6.000 Tel. 5816168

Un mercoledì da leoni di John Miltus - OR (17-22.30)

ARENA ESEDRA Via Tel.

del Viminale. 9 463880

L'anno del dragone di Michael Cimino • A

ARISTON Via Cicerone. 19

L. 7.000 Un mercoledì da leoni • di John Milius -Tel. 353230 (17-22.30)

ARISTON II L. 7 000 Tartaruga ti amerò con G'enda Jackson e Galleria Colonna Tel. 6793267 Ben Kmgsley - A (17-22.30)

ATLANT!P L. 7.000 9 settimane e mena con Michey Rourke • V. Tuscolana. 745 Tel 7610656 OR (17-22.30)

AUGUSTUS Csn V. Emanuele 203

L 5.000 Dressage di P.Reinhard: con VeromqueCa-Tel. 6875455 tartaro - E (VM 181 (17.30-22.30)

A22URRO SCIPIONI V. degli Scipiom 84

L. 4.000 Ore 18 Zio Vania / Cekov di Micha&ov; Tel. 3581094 20.30 Lo specchio di Tarkowsky: 22 Gu-

stav Mahler (La perdqione) di Russel BALDUINA L 6 000 Signori il delitto e servito di Jonathan P.za Balduina. 52 Tel. 347592 Lynn. con Timm Curry - G (17.30-22.30)

BARBERINI Piazza Barberini

L. 7.000 Tel. 4751707

L'assassino è ancora tra noi di Camillo Teti - G (17.30-22.30)

BLUE M00N Via dei 4 Cantoni 53

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Film per adulti (16-22.30!

BRISTOL Via Tuscolana. 950

L 5.000 Tel. 7615424

Film per a±j"ti (16-22)

CAPITOL Via G. Sacconi

L 6.000 Tel. 393280

Hannah e le sue sorelle di e con W. Alien e M. Farrow • BR (17.30-22.30)

CAPRANICA L 7.000 Piazza Capranica. 101 Tel. 6792465

La fantastica sfida - con Kurt Russe! dì R. Zemeckis (17.30-22.30)

CAPRANICHETTA L 7.000 P.za Montecitorio. 125 Tel. 6796957

Battuta di caccia di Alan Bridges. con J. Mason - OR (18-22.30)

CASSIO Via Cassia. 692

L 5.000 Tel. 3651607

Riposo

COLA DI RIENZO L 6.000 Piazza Cola di Rienzo. 90 Tel. 350584

A 30 secondi dalla fine - di Andrei Koncha-lovsky • OR , (16.30-22.30)

MADISON L. 5.000 La bella addormentata nel bosco • DA ViaChiabrera Tel.S126926 (16.30-22.30)

MAESTOSO L 7.000 Poltergeist 2' - L'altra dimensione di Via Appia, 416 Tel. 786086 Brian Gibson - H (17-22.30)

MAJESTIC L. 7.000 Via SS. Apostoli. 20 Tel. 6794908

Videodrom di David Cronemberg - H (17-22.30)

METRO DRIVE-IN L. 4.000 Via C. Colombo, km 21 Tel. 6090243

Chiusura estiva

METROPOLITAN L. 7.000 Poltergeist - L'altra dimensione di Brian Via del Corso. 7 Tel. 360093 Gibson - H (17-22.30)

M0DERNETTA Piazza Repubblica. 44

L. 4.000 Tel. 460285

Film per adulti (10-11.30/16-22.30)

MODERNO Piana Repubblica

L. 4.000 Tel. 460285

Film per adulti (16-22.30)

NEW YORK Via Cave

L 6.000 Tel. 7810271

La monaca nel peccato di Dario Donati, con Eva Grimaldi - E (VM 18) (17-22.30)

NIR Via B.V. del Carmelo

L 6.000 Tel. 5982296

Chiusura estiva

PARIS L 7.000 Via Magna Grecia. 112 Tel. 7596568

Fuori orario di Martin Scorsese con Rosan­na Arquette - BR (17-22.30)

PRESIDENT (ex Oiana) L 6.000 Via Appia Nuova. 427 Tel. 7810146

A 30 secondi dalla fine di Andrei Koncha-lovsky-DR (17-22.30)

PUSSICAT Via Carob. 98

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QUATTRO FONTANE Via 4 Fontane. 23

L. 6 000 Chi A sepolto in quella casa? di Stephen Tel. 4743119 C. Miner - H (17-22.30)

QUIRINALE L 7.000 II miele del diavolo di Lue» Fulci. con Co-Via Nazionale. 20 TeL 462653 rinne Clery-E (VM18) (17.30-22.30)

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DIAMANTE Via Prenestina. 232-b

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Chiusura estiva

EDEN L 6.000 P.zza Cola di Rienzo. 74 TeL 380188

Fuori orario di, Martin Scorsese. con Ro­sanna Arquette - BR (17-22.30)

EMBASSY L 7.000 La fantastica sfida di R. Zemeckis con Kurt Via Stoppare, 7 Tel. 870245 Russell - FA (17.30-22.30)

EMPIRE L 7.000 Vie Regina Margherita. 29 Tel. 857719

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ESPERIA L 4.000 9 settimane e Vi di A. Lyne. con Michey Piazza Sonnino, 17 Tel. 582884 Rourke - DR (17-22.30)

ESPERO Via Nomentana. 11

L 3.500 Tel. 893906

Nigthmare 2 - La rivincita di J. Shoner. con Marc Patton - H (16.30-22.30)

ETOILE L 7.000 Un bel pasticcio di Blake Edwards • BR Piazza in Lucina. 41 Tel. 6876125 (17-22.30)

(17-22.30) EURCINE L 7.000 A 30 secondi dalla fine di Andrei Koncha-VaUszt.32 Tel. 5910986 krvsky-DR (16.30-22.30)

EUROPA L 7.000 Poltergeist 2* - L'altra dimensione di Corso d'Italia. 107/a Tel 864868 Brian Gfcson - H (17-22.30)

FIAMMA Via Brssolati. 51 SALA A: Follia d'amore-di R. Altman. con TeL 4751100 K. Basmer - OR (VM 14) (17.15-22.30)

SALA & t a mia Africa di S. Pota*, con R. RedfordeM.Streep-DR (18-221

GARDEN L 6.000 U mto Africa di S. PoBacfc. con R. Redforo Viale Trastevere TeL 582848 ' e M. Streep - DR (16.15-22)

GIARDINO L 5.000 Biade Runner con H. Ford - A P.ZZaVurture Tel 8194946 (16.30-22.30)

GIOiEUO Via Nomentana. 43

L 6.000 TeL 864149

Chiusura estiva

GOLDEN L 6.000 Tra uomini e una culla con André Dussot-Via Taranto. 36 TeL 7596602 Ber - BR (17.30-22.30)

GREGORY Va Gregorio VII. 180

L 6.000 Poltergeist 2* - L'altra dimensione di Tel. 6380600 Brian Goson • H (17-22.30)

HOUOAY L 7.000 la ragazza dei La* di F. Moghermi. con Via B. Marcel». 2 TeL 858326 Laurent Teróff - E (VM 18) (17-22.301

INDUNO VaG. indura

L 5.000 Tel 682495

Hannah e le sue sortile di e con W. ASen e M. Farrow-BR (17.30-22.301

KMQ L 7.000 A 30 seco»* osila fine* Andrei Koncha-ViaForfano.37 TeL 8319541 tovsky-DR (16.30-22.30)

REALE L 7.000 Chi A sepolto in quella casa? di Stephen Piazza Sonnino. 15 Tel. 5810234 G. Mmer - H (17-22.30)

REX L 6.000 Signori il delino è servito di Jonathan Corso Trieste. 113 Tel. 864165 Lynn. con Tim Curry - G (17-22.30)

RIALTO L. 5.000 Diavolo m corpo di Marco Bellocchio, con Via IV Novembre Tel. 6790763 M. Detmers - DR (16.30-22.30)

RIT2 Viale Somalia. 109

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Chi è sepolto in quella casa? di Stephen C. Mmer-H (17-22.30)

RIVOLI L 7.000 Speriamo che sia femmina con Giuliana Via Lombardie. 23 TeL 460683 DeS»-SA (18-22.30)

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ROYAL Via E. Filiberto. 175

L 7.000 Tel. 7574549

Chi è sepolto in quella casa? c5 Stephen C. Mmer-H (17-22.30)

SAVOIA L 5.000 Cobra mission efi Larry Ludman. con CHivar Via Bergamo. 21 Tel. 865023 Tobias-A (17-22.30)

SUPERCINEMA L 7.000 A 30 secondi dalla fine di Andrei Koncha-Via Viminale TeL 485498 kwsky - DR (15-22.30)

UNIVERSAL L 6.000 II miele del diavolo <S Lue» Futó. con Cto Via Bari. 18 Tel. 856030 nnneOery-E(VM18) (17-22.30)

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DEI PICCOLI Vaia Borghese

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Mad Max oltre la sfera dei Tuono con M. Gbson-FA

MOUUN ROUGE Via M. Corono, 23

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PALLADIUM P.zza 8. Romano

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PASQUINO L. 3.000 Betrayol di David Jonnes con Jeremylrons Vico» del Piede. 19 Tel. 5803622 • SA (16.30-22.30)

SPLENDIO Via Pier delle Vigne 4

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ULISSE ViaTiburtina. 354

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Film per adulti

VOLTURNO L 3.000 (VM I8i M ° f l " P»rtlcoujrl e rivista spogliarello - E Via Volturno. 37) (VM 18)

Cinema d'essai

ARCHIMEDE D'ESSAI L 7.000 Via Archimede. 71 Tel. 875567

Choose Me (Prendimi) di Alon Rudaph. con Keith Carradine - DR (17-22.30)

ASTRA > Viale Jon». 225

L 4.000 Tel. 8176256

Chiusura estiva

FARNESE L. 4.000 Rassegna FeUM: Satiricon con Giulietta Campo de'Fiori Tel. 6564395 Masma e Marcel» Mastroianni- DR

(17.30-22.30)

MIGNON L 3.000 Cercasi Susan disperatamente con Ma-Via Viterbo. 11 Tel. 869493 donna e Rosanna Arquette - BR

NOVOCWE D'ESSAI L 4.000 Via Marry Del Val. 14 Tel. 5816235

Shinlng con Jack Nichotson - H (VM 14)

KURSAAL ViaPai«erJo.24b Tel. 864210

Riposo

SCREENING POLITECNICO 4.000 Tessera bimestrale L. 1.000 VJaTiepc4o13/a Tel. 3619891

Riposo

TIBUR Via deofi Etruschi

Chiusura estiva Tel. 4957762

Cineclub

LA SOCIETÀ APERTA - CENTRO CULTURALE Via Tiburtina Antica 15/19 Tel. 492405

Riposo

GRAUCO Via Perugia. 34

Chiusura estiva Tel. 7551785

H. LABIRINTO Via Pompeo Magno. 27

Tel. 312283

SALA A: Chiusura estiva SALA B: Chiusura estiva

Sale diocesane

ONEFIORELU Va Terni. 94

Rjposo TeL 7578695

DELLE PROVINCE . Viale defle Prownee. 41

Riposo

NOMENTANO Va F. Re*. 4 "«Pose-

ORIONE Ripose

Via Tortona. 3

S. MARIA AUSOJATRfCE Riposo

P.zza S. Maria AusSatrice

Fuori Roma

M O N T E R O T O N D O

NUOVO MANCM TeL 9001888

Ercole a New York con A. Stivar roncg-ger - A (18-22)

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Tel 9454592 ^ rn ia Africa di S. Poccack. con R, Re-dford - DR

rVlARINO

COUZZA Tel. 9387212 Chiusura estiva

V A L M O N T O N E

MODERNO Tel. 9598083 RlDOS0

Cinema al mare

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Telefono rosso con Occiolina - E (VM18) (17.30-22.30)

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TRAIANO Tel. 6440045 "t5050

M A C C A R E S E

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Doppio taglio di Richard Marquand • H (21-23)

M I N T U R N O

ARENA ELISEO Via Appia Tal. 0771/683688

9 settimana e H con Michey Rourke - DR

ELISEO Via Appia Tei 0771/683688

Rambo 2 con S. Sianone - A (21-23)

F O R M I A

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MIRAMARE Pinocchio (18-22.30) Via Vitruvw. 31 Tel. 0771/21605

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ARENA ROMA Lungomare Caboto

La rosa puepera del Cairo di e con W. Alien - SA (20.45-22.30)

ARISTON TeL 0771/460214 0 r " " » «W cuore (17.30-22.30) Piazza dela Lorna

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GALLERIA Diavolo in corpo di M. Bellocchio, con M. Cataria Garibaldi TeL 0766/25772 Detmers - DR

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ARENA LUCCIOLA Via Aurei». 311

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ARENA HRGUS V» Garibaldi Non pervenuto

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ARENA CORALLO Via dei Normanni Non pervenuto

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BELLI (Piazza S. Apollonia. 11/a -TeL 5894875) Chiusura estiva

CENTRALE (Va Cetsa, 6 - TeL 6797270) Riposo

DELLE ARTI (Via Saba 59 - Tei. 4758598) R«poso

DE SERVI (Via del Mortaro 22 - TeL 6795130) Rooso

FAHRENHEIT (Via Garibaldi. 56) -TeL 5806091 Rposo

GHMNE (Va dese Fornaci. 37 - Tei. 6372294) Riposo

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O R M O CESARI (Viale Giuto Ce­lare. 229 • TeL 353360) Chwswra estiva

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LA CHANSON (Largo Brancaccio. 82/A - Tel. 737277) Rooso

LA COfMJNITA (Via G. Zanazzo. 1 •Tel 5817413) Rooso

LA MADDALENA (Parco del Turi-smo-Eur - Tel. 6569424) Atte 21.30 concerto co Gami Rus­so

LA SCALETTA (Via del Collega* Romano 1 • Tel. 6783148) Riposo

META-TEATRO (Via Marne*. 5 -TeL 5895807) Riposo

POLITECNICO (Via GB. Tiepolo 13/a-TeL 3619891) Riposo

aUMaNO-ETl (Via Marco Mughet­ti. 1 - Tel 6794585) Riposo

SALA UMBERTO-CTI (Via della Mercede. 50 - Tel. 6794753) Rooso

SPAZIO UNO 85 (Via dei Panieri. 3 - Tel 5896974) Riposo

SPAZIO ZERO ?-'•> Galvani. 65 -Tel 573089) Riposo

TEATRO ARGENTINA (Largo Ar­gentina - Tel. 6544601) Rooso

TEATRO DELL'OROLOOO (Via cteFSppmi. 17-A-Tel 6548735) SALA GRANDE: Rooso

SALA CAFFÉ TEATRO Rooso

TEATRO DELL'UCCELIJERA (Viale derucceBera) - TeL 855118 AGe 21.15. L'uomo «W fioro In «meco di Liegi PrandeBo e •Mono­logo» di KaroW Pmter. Con Aberro Di Stasio e Conni Caruso

TEATRO DI ROMA - TRE NOTTI PER ROMA-Te l 6544601/2 Riposo

TEATRO DUSE (V-a Cren». 8 • Tel 7570521) Riposo

TEATRO ELISEO (Via Nazionale. 183-Tel . 462114) È apena la campagna abbonamen­ti per la stagione Teatrale 1986-87 — Orano botteghno ore 10-19, sabato ora 10-13. dome­nica riposo. Per crtuniiaduni tal. 462114-465095

TEATRO FLAIANO (Via S. Stefano del Cecco. 15 - TeL 6798569) Rooso

TEATRO m TRASTEVERE (Vico­lo Moroni. 3 • Tel. 5895782) SALA A: Riposo SALA S: Rooso SALA C. Rooso

TEATRO OLIMPICO (Piazza G, da Fabriano, 17 - Tel. 3962635) Riposo

TEATRO StSTMA (Via Sestina, 129 - TeL 4756841) Rooso

TEATRO STUDIO (Via GerOatt. 30 - TeL 5891637) Riposo

TEATRO TEATROH (Via Antonio di San Giuliano • TeL 6788259) Rooso

TEATRO TORDBNONA (Via dagli Acquasparta. 16 - TeL 6545890) Riposo

TEATRO TfUANON (Via Muzio Scevofa. 101 • TeL 7880985) Riposo

TEATRO VALLE-ETI (Via del Tea­tro Vane 23/A - Tel. 6543794) Chiusura estiva

Per ragazzi

ANTEPRIMA (Via Capo D'Africa 5/a) Rooso

CATACOMBE 2000 (Via Iside -Tel. 75S34S5) Riposo

CfUSOOOWO (Via S. GaBcano. 8 -Tel. 5280945) Rooso

GRAUCO (Via Perugia. 34 - TeL 7551785-7822311) Riposo

H. TORCMO (Via Morosa». 16 -Roma) Riposo " '

LA CRJEGsA - Associazone per bambmi e ragazzi (Via G. Battista Sona. 13 • TeL 6275705) Riposo

LA COMUNITÀ (VaG. Zanazzo, 1 - Tel. 5817413) Rooso

tWARfUNLIIE OEOU ACCET-TELLA (TeL 8319681) Rooso

TATA DI OVADA (Via a Coppola. 20 - Lactspc* • TeL 8127063) Riposo

Musica

TEATRO DELL'OPERA (Via Firen­ze. 72 - TeL 463641) Chweura estive

*a^w*apS*A R J # * N N ^ N B Ba^Res^r^*jp*^o^'jB^prjpe^% % w MS

Adolfo Apotoni. 14 - TeL 5262259) Rooeo

ACCADEMIA NAZIONALE D I SANTA CfiCRJA (Vie Vittorie. 6 - TeL 67B0742/3/4/5) Rooso

(Vie teL 3601752)

118 -

SB (Via dkeo Penitenza. 33 TeL 8530211) • >•

Rooso ITALIA SS

ARCUM Riposo

ASSOCIAZIONE AMtCI D I CA­STEL S. ANGELO (Tel. 3285088 • 7310477) Riposo

ASSOCIAZIONE CcNECITTÀ Riposo

ASSOCIAZIONE MUSICALE Q. CAWrSSBNJ - Tel 6786834 Riposo

ASSOCIAZIONE CORALE C A N -TtCORUM JUBffLO - (Via Santa Prisca. 8) - TeL 5263950 Rooso

Rooso ASSOCIAZIONE M U I I T A l l "

ITALIANA PAUL IHBPEBJHH (Viale dei Salesiani. 82) Riposo

ASSOCIAZIONE MUSICALE ROLANDO MCOLOSI Rooso

A 1 V M I A I H M O T MUTICAtF CORO F-NL SARACENI (Via Bassarione. 30) Rooso

ROMANA (TeL 6568441) Reposo

Reposo AUDITORRJBJ DEL FORO ITALI­

CO (Piazza Lauro De Borni Rooso

(Avemmo - TeL 613690) Rooso

CARCERE ( V * del Teatro Marcel­lo) Riposo

CENTRO ITALIANO MUSICA ANTICA - CBHA (Vie 11-TeL 3279823) Riposo

(Largo To­n o » . 20-22 - TeL 656486») ROOSO

COOP ART (Vie Lisbona. 12) Riposo

COOP. TEATRO URICO M BBV ZtATTVS POPOLARI (P.zza Giro-temo da Monteaarcno. 6)

COROMJNSL1ANO (Via di Vigna Roseci. 13 • TeL 6257581)

• R A U C O (Vie Perugia. 34 - TeL 7SS178S) Riposo

• M O N E (Va stale Fornaci, 37 • Tel 6372294) Rooso

M^B"J*4BB*R"TOB' BWa^è'NpBNjPP» BB*B^BJBB^BBBRE f V W

data Borgata data MagMna. 117-TeL 5236998) Rooso

GRUPPO DI RICERCA E SPERI-MENTAZKMK MUSICALE (Vìa Monti Parie*. 61 - Tel. 360.8924) Riposo

BTTERNATIONAL CHAMBER ENSEMBLE (Via Canone. 93/A) Rooso

I SOLISTI DI ROMA " Domani ale 21.0O c/o Basilea Santa Francesce Romana (Via dei Fori Imperiai) Concerto da «I SoB-sti di Roma» • Musiche di Vrvak*. Paganini. Rota. BoccherinL

ISTITUZIONE UNIVERSITARIA DEI CONCERTI (Lungotevere Fla­minio. 50) - TeL 3610051) Riposo

ISTITUTO FANCIULLI CANTORI SANTA MARIA M VIA (Via del Mortaro. 24) Riposo

NUOVA CONSONANZA (Va l i -«te. 5 • TeL 7824454) Riposo

ORATORIO DEL GONFALONE (Via del Gettatane 32/A - TeL 655952) Riposo

ORATORIO DEL CARAVITA (Via del Carevita. 5 • TeL 6795903) Riposo

ORIONE (Vie Tortosa. 3) • TeL 776960

SCUOLA POPOLARE DI MUSI ­CA M TESTACOO («Sala 8» • V a Galvani. 20 - TeL 5757940) Riposo

TEATRO ALL'APERTO L'ACCADEMIA D I OANZA (Largo Arrigo VII.,5)

Jgor StravinsKij. con F. 8uffa e S. Marano. Regia di Domenico Mon-geel (Urtime repkche).

VRJLA MEDICI (Via Triniti dei Monti. D - TeL 6761271 Riposo

VILLA I C B T I O M (Via di Porta Leti-ne.10) Aea ore 21.30. D'ansar e! eoo

Spettacolo di baleno in ve tempi. Ananasso

Sratuieaf

Jazz - Rock

cv» Ostia. 9 • TeL 3599398) Chiueara estiva

I B I - TeL llSSt 21.SS

• D I «NANO (Vie dal 10 -Te l 0787518) Riposo

M RIAMA (V.lo S, Fri Ree. 18-Tei . 582551) Chiusura estive •

— _ MOUDAV (Via degli Orti di Trastevere, 4 3 • TeL 5816121) Chiusura estiva

DORJAN GRAV - MUSIC CLUB* (Piazza Trikjssa. 41 Tel. 5818685) Chiusura estive

FOUCSTUOtO (Vie G. Secchi, 3 • TeL 5892374) Chiusura estiva

FONCLEA (Vìe Creccenzio 82/a • TeL 6530302) Chiusura estiva

Non pervenuto GRtOJO NOTTE One dei FtenaroS.

30/B - TeL 5813249) Non pervenuto

LA PRUGNA (Piazza dei Ponziani. 3 - TeL 5890555-5890947) Alle 22. Piano-bar con UOo Lauta e Vittorio Lombardi. Discoteca con a D.J. Marco. «Musica par tutte le età»

MUSIC MeN (Largo dei Fiorentini. 3 - TeL 6544934) Chiusura estiva

R O M A - M (Vie Aoerìco II. 29 - Tel. 6547137) Chiusura estiva

SARfT LOUIS MUSIC « T V (Via dal Cardalo. 13/a • TeL 4745076 Chiusura estiva

TUSfTALA One dai Neofiti, 13/c -TeL 6783237). Chwsurai

Rinascita

Cabaret

(Vie Francesco Cadetti. 5 - TeL 57B3S95) Chiusura estiva

B PUFF (Via Giggi Zanazzo. 4 -TeL 5810721) Róooo

Tour del PortogaBo

PARTENZA: 15 settembre DURATA: 8 giorni QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE LIRE 1.150.000

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Unità vacanze MILANO - VUle Fulvio Testi. 75 Tei (02) 64.23.557

ROMA Via dei Taurini, 19 Tel. (06) 49.50.141 e presso tutte le Federazioni del Pei

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TURISMO E Dieci giorni nel Mediterraneo

a bordo della nave «Enrico C» dopo l'intesa tra la compagnia e la struttura di Unità-vacanze

Le facilitazioni ai lettori e per le «cooperative soci» Sistemazioni le più diverse

ma il menù è uguale per tutti

Autunno in crociera Ed è ancora estate

L'UNITÀ / MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 17

Dalla nostra redazione GENOVA — Cari lettori, cari soci, benvenuti a bordo della •Enrico C». Avete capito be­ne: per la prima volta nella sua storia, non breve e nep­pure priva di una certa glo­ria, «Unità Vacanze» propone al suol clienti e al lettori del nostro giornale una crociera a bordo di una nave tutta ita­liana. Dieci giorni nel Medi­terraneo orientale tra Egitto, Israele, Cipro e Grecia — partenza e arrivo a Genova, con tappa a Napoli solo al­l'andata — dal 29 ottobre ali'8 novembre, a bordo della Enrico C, uno del •gioielli» della flotta passeggeri Costa.

Diciamo subito che al membri della Cooperativa Soci — ma solo a loro — la crociera viene offerta con uno sconto del 10% sul listi­no della Compagnia. È un assaggio di quelle che, In fu­turo, saranno le «facllitles» riservate al sottoscrittori (speriamo tanti) di quote azionarie de l'Unità.

Questa offerta rientra nel­la nuova strategia inaugura­ta da Unità Vacanze, di aper­tura verso una fascia più ampia di mercato, all'inter­no della quale vengono scelti 1 tour operatore capaci di of­frire le maggiori garanzie nel rapporto qualità-prezzo. Sotto questo profilo, la cro­ciera di primo autunno della Enrico C. è senza dubbio col­locata al massimi livelli: la nave, come affermano alla Costa Armatori, è «brillante, animata, ricca di svaghi e di buon umore*. E, bisogna ag­giungere, con una gamma di tariffe in grado di rispondere ad un ampio ventaglio di esi­genze e di capacità di spesa; tariffe che si differenziano solo per la sistemazione in cabina in quanto il tratta­mento a bordo, paragonabile a quello di un hotel a cinque stelle, è lo stesso per tutti.

Non va neppure trascura­to 11 fatto che la crociera è studiata per offrire un Indi­menticabile colpo d'occhio su una fetta di Mediterraneo ricca di storia e di cultura.

Sono possibili escursioni fa­coltative, non incluse nel prezzo, nell'Egitto delle Pira­midi, a Gerusalemme e sul Mar Morto, a Nlcosla e Rodi, In occasione delle soste nel porti mediorientali. Faccia­mo un esempio: 11 program­ma dell'escursione In Egitto prevede la partenza alle 8,30 circa dal Porto di Alessan­dria con pullman gran turi­smo, visita guidata a due moschee e al grandioso Mu­seo Egizio del Cairo. Quindi colazione all'Hotel HUton, visita guidata alle Piramidi, ad una fabbrica di carta di papiro e, per chi lo desidera, una scappata al Bazar per qualche acquisto; non ci so­no solamente falsi o souve-nirs da strapparsi 1 capelli, si possono vedere anche i pro­dotti dell'artigianato «vero». La sera, alle 21 circa, rientro sulla Enrico C. che nel frat­tempo si è trasferita a Porto Sald. La gita costa 96 dollari tutto compreso, circa 140 mi­la lire. Ed è la più cara delle dieci in programma: quella di Gerusalemme, invece, co­sta 50 dollari (poco più di set­tantamila lire) sempre com­preso il pranzo in albergo. Senza contare che a bordo, prima di ogni scalo, città e Paesi vengono presentati con video o diapositive.

Ma la crociera resta so­prattutto un momento di svago, di riposo, di vita not­turna, una occasione per ri­caricare le batterie. La-miti­ca tradizione dell'epoca d'o­ro del grandi transatlantici resiste solidamente, almeno nella sostanza: con la note-vole differenza che oggi è al­la portata di molte famiglie e non soltanto di una ristretta élite. Ed è naturalmente sfrondata da quel rituali, dai vincoli di etichetta di sapore ottocentesco (l'abito da sera di rigore, ecc.) il cui ricordo contribuisce tuttora ad af­fermare una immagine di­storta della crociera.

La Enrico C. dispone di un Udo (dove è possibile riserva­re sdraio e ombrellone «per­sonalizzati» per tutto il vlag-

Per tutte le tasche Da 900mila lire sino a 2 milioni e mezzo

La crociera sulla Enrico C. costa da un minimo di 890mila a un massimo di 2 milioni 490mila lire a persona, secondo la cabina occupata. La tariffa più bassa, ad esempio, si riferisce ad una sistemazione in cabina quadrupla interna senza servizi (sì tratta comunque di posti confortevoli, con servizi e docce di fronte e separati per uomini e donne, per un totale di 12 toUettes e 8 docce ogni 12 cabine). La quota massima riguarda invece la sistemazione in cabina esterna su ponte Soggiorno o Passeggia» ta (due persone), con bagno e WC privati. A metà strada c'è un'ampia possibilità di valide soluzioni a prezzi competitivi: ad esempio, una cabina per due con servizi privati nei ponti B e C costa 1 milione 530mila lire a testa. Ma, dicevamo, le combina­zioni sono veramente tante: meglio chiedere i dettagli agli uffici di Unità Vacanze. Ricordiamo che per i soci della cooperativa vale un ulteriore sconto del 10%. La Tassa di iscrizione, che si paga a parte, è di llOmila lire per gli adulti e 60 mila per i ragazzi. I ragazzi sotto ì 12 anni hanno diritto a tariffe spedali: 450mila in sistemazione senza servizi e SSOmila con servizi. Sono previste altre riduzioni (non cumulabill) per sposi in viaggio di nozze ó famiglie di almeno quattro persone occupanti la stessa cabina, lutti i prezzi comprendono, oltre al posto nella cabina prescelta, tutti i pasti, i mezzi di imbarco e sbarco dai vari porti, il facchinaggio bagagli a inizio e fine crociera. Sono escluse le mance, le bevande, le escursioni a terra.

gio), tre piscine, due sale da pranzo («Ischia» e «Positano») due sale da ballo («Alasslo» e •Riviera»), tre bar, un cine­ma, una dlscoteca-tavernet-ta che tira sino alle 3,30 del mattino, due giardini d'in­verno (piante e zone floreali riparate) per chi desiderasse la quiete più assoluta.

Fra i numerosi servizi di supporto figura anche un «duty free» dove è possibile acquistare le mlgllonl «grlf-fes» a prezzi fuori dogana. Circa 320 persone d'equipag­gio saranno Impegnate gior­no e notte a rendere confor­tevole, allegra, sicura la na­vigazione e la vita di bordo. Il direttore di crociera, An­tonie Mezzina, faccia simpa­tica In una corporatura di ri­spettabile stazza, è l'uomo che ha la responsabilità di far filare per 11 giusto verso servizi e divertimenti: pur di stare In prima linea — lo ammette lui stesso — dorme solo quattro ore per notte.

«A bordo — spiega Mezzi­na — ci sono in permanenza un Insegnante di ginnastica diplomato Isef e un'inse­gnante di danza e aerobica. Tutte le sere si balla dalle ventuno in poi con orchestra (ce ne sono tre) sino alle 2,30. Per i nottambuli c'è anche la tavernetta-dlscoteca. - In questa crociera avremo an­che quattro spettacoli: bal­letto, magia, marionette, giocolieri. Alle 22 si gioca al Bingo, organizziamo sempre giochi di società per permet­tere al crocieristi di cono­scersi meglio. C'è anche — aggiunge Mezzina — il club degli "Anni Cinquanta", de­dicato in particolare agli ospiti anziani. A questo ag­giungiamo lezioni di - co-cktails e di alta cucina, con­ferenze, una serata in ma­schera, due o tre serate di ga­la, la "Corrida" (che contra­riamente a quanto si crede non è stata inventata da Cor­rado, ma è una tradizione nata proprio dalle crociere), gare sportive e tornei di va­rio genere. Insomma, non c'è un minuto vuoto. Tutte le se­

re consegniamo In cabina 11 programma del giorno suc­cessivo: cosi ogni passeggero può organizzare 11 proprio tempo come meglio crede, al limite rinunciando a tutto per trascorrere la giornata esclusivamente nel giardino d'inverno: come del resto ho visto fare, ultimamente, da una coppia di crocieristi messicani per l'intero viag­gio. Posso dire con tranquil­lità che sulle navi Còsta l'o­spite non è mai considerato un numero. Tutti noi faccia­mo Il possibile per venire in­contro ad ogni singola esi­genza. Certo — conclude Mezzina — questo significa tanta fatica, ma anche la soddisfazione di aver svolto il nostro compito nel miglio­re del modi».

C'è un altro aspetto, nien-t'affatto trascurabile, che rappresenta un po' il flore all'occhiello delle navi Costa: la gastronomia. A bordo si fa una ricca prima colazione, poi alle 10,30 c'è la focaccia genovese, quindi colazione «à la carte», nel pomeriggio thè con pasticcini, pranzo se­rale e a mezzanotte un buffet di gran classe. Più tardi an­cora, in sala da ballo, c'è sempre una sorpresa: un ge­latone, l'ananas flambé, lo spaghetti-party, ecc. Ma, tanto per stare nel concreto, ecco il menù del pranzo di gala del Comandante, offer­to nella penultima*crociera: Caviale Malossol, Prosciutto e melóne ghiacciato. Velluti­na Ambasciatore, Zuppa di cipolle con crostini, cannel­loni alla nizzarda, code di aragosta in bella vista con salsa Chantilly, fagiano in cocotta al brandy, piccata di vitello al Marsala,' cuore di filetto grigliato al burro «Maggiordomo», - contorni, salse, frutta fresca, millefo­glie al cioccolato, frivolezze del pasticcere, coppa Bella Elena. Che ne dite? Se non dovesse bastare, potrete ri­farvi con il buffet notturno. Oppure protestare con Unità Vacanze. '- - - -

Pierluigi Ghigginj

Dalla Romagna in Jugoslavia con l'aliscafo superveloce

E ci son pure viaggi speciali per i cacciatóri Dal nostro inviato

ROVIGNO (Istria) — L'A­driatico è un piccolo catino. Le sponde sono a due passi runa dall'altra. Qui, le ster­minate spiagge romagnole, brulicanti di ombrelloni, con alle spalle il muro continuo degli alberghi e delle pensio­ni che a Ferragosto sono pie­ni come uova. Là, le verdissi­me isole dell'arcipelago istriano, la costa sassosa del­la Dalmazia, con un mare blu d'incanto, spazi ancora da conquistare, lidi fantasti­ci sperduti nelle mille inse­nature. n catino si varca In un attimo, o quasi. li «coast-to-coast» (11 viaggio costa a costa) dura due ore e mezzo, massimo tre. Dalla Roma­gna alla Jugoslavia in alisca­fo, velocità di crociera lntor-

Le notizie

no ai 40 nodi, 60-65 km orari, è una passeggiata sull'auto­strada azzurra. Il tralt-d'u-nion è impresa recente, di quest' anno.

II battesimo è avvenuto a metà luglio, padrino un al­bergatore ricclonese dall'in­traprendenza tutta emiliana («15 anni fa facevo il contadi­no a Mollnella») che è riusci­to a stabilire rapporti di pie­na fiducia con la «Kompas», una delle più grandi agenzie turistiche Jugoslave. «I ba­stoni tra le ruote non sono mancati—ci tiene a precisa­re Giuseppe Franceschi, cosi si chiama l'ideatore del ser­vizio — e continuano ancora. Ma noi teniamo duro, perché questa iniziativa merita*. «I risultati hanno subito dato ragione al nostro amico: ali­

scafi pieni dopo poche setti­mane di rodaggio. Il viaggio è praticamente una bella gi­ta, dalla destinazione insoli­ta per il medio turista roma­gnolo, solitamente indirizza­to sul canali che portano a San Marino e Gradara, mas­simo Firenze o Venezia. L'a­liscafo, poi. è anche più co­modo del pullman: 118 posti a sedere, bar, «duty free shop» con l'abituale mercan­zia franco-dogana (liquori, sigarette, profumi), due gen­tili hostess slave, tre marinai e il capitano costituiscono al dotazione operosa del nostro «transadriatlco*.

Si parte alle 7,30 dal molo sud di Rlmlnl; alle 10 è già sbarco al porto di Rovlgno. Giro in città, bellina, con an­goli caratteristici e Intorno

un paesaggio che ricorda l'I­talia di mezzo secolo fa. Su­bito dopo mezzogiorno si sa­le in pullman per il pranzo in campagna. Qualcuno prefe­risce restare in riva al mare e non c'è problema (il pranzo è facoltativo), c'è completa li­bertà fino al reimbarco, pre­visto per le 18. Oltre al pran­zo, il viaggio offre un altro optional al pomeriggio: un viaggio In pullman attraver­so le località inteme dell'I­stria, tanto per rendersi con­to delle allettanti opportuni­tà che offre questa bellissi­ma penisola.

Quanto si spende, in tutto? Pranzo e gita compresi si ar­riva a 95mlla a persona, mentre U solo biglietto di an­data e ritorno costa 70. In­somma con una modesta spesa si può varcare la fran­

ai La valle dei templi sari china di «otte AGRIGENTO — La sovrintendenza alle antichità di Agrigento ha emesso un decreto con il quale dispone la chiusura durante le ore notturne, a partire dalle ore 21,30 della Valle dei templi. Il provvedimento è motivate dalla necessità di tutelare il patrimo­nio archeologico e dell'astenia di vigilanza notturna nel parco archeologico.

ìa Italia ROMA — Lieve diminuzione della ricettività nei campeggi italia­ni. Secondo i dati della Federcampeggio, infatti, il numero degli impianti è diminuito quest'anno del £36 per cento rispetto al 15*5, scendendo a 2J6S unità, fc diminuita anche la ricettività (meno 1,85 per eente) che è scesa a 2.139.000 porti mentre è au­mentata dei 2J33 per cento la superficie disponibile nel campeggi (71 milioni di metri quadri), fi ribasso ala forte della ricettività e stato registrilo nelle regioni meridionali (meno 4.42 per cento) mentre l'aumento pia forte della superficie dei campeggi si e avuta al Nord (più 1.44 per cento). Le regioni che hanno il mag­gior numero drcamaeggl sano la Calabria (213), la Toscana (lsf) e la Lombardia (188). Le superne! maggiori si trovano Invece In

Veneto (8J milioni di metri quadrati) ed in Tsscaaaf^l «affisai).

• «Ro**a traajsK» e «R ROMA — Si chiamano «Roma traastt* e_>Roma shopping» nuove iniziative che stanno per punto dairastessorato al Turismo della ratori turistici per il rilancia deirimasagine e «M nella capitale. -Berna transtt», organizsata In < l'Alitalla e i ristoratori, albergatori e te cu i* turistiche a Roma, consentirà, in particolare, di offrire al tarliti stranieri in transita dalla capitale un •pacchetto» tutto compress per un gier» nodi permaaensa a pressi

marsi 24 are a Roma pernottando in un albergo di pi liaa cattga» ria, con pasti, trasferimenti a serata aM«dat*c assapresi, a un c««UdiMmitaUrv.nprefMf<rmteaXSmilslireseaclt«nte sceglie di pernottare in un alberga di sscenda cassgarss. L'iaisia-ttva sarà probabilmente lanciata in uewubie..

«li araficcrta «vi Arezzo . ROMA — f>iecento aziende w3st i metri quadrati ispwiaiiwa al

tlera adriatica, per una gior­nata diversa, senza l'assillo del traffico automobilistico e senza neppure problemi do­ganali. Neanche il passapor­to è necessario: In base agli accordi con le autorità di frontiera, è sufficiente mu­nirsi della carta d'Identità. Attenzione al programmi giornalieri, però (basta rivol­gersi alle agenzie di viaggio che trattano onesta linea), perché sono diversi. Esem­plo: mercoledì si va a Rovl­gno, giovedì a Porec (Paren-zk»), venerdì a Portorose, sa­bato a Pola e la domenica di nuovo a Porec Lunedi e martedì è vacanza.

«Il programma è valido fi­no a questa settimana di set­tembre — Informa France­schi—poi offriremo del pac­chetti speciali per cacciatori:

Centro affari e di articoli del

soggiorni di 2-3 giorni tutto compreso per gli appassio­nati della doppietta che dalie nostre parti devono adattar­si a lunghe astinenze. Pen­siamo di coprire così settem­bre e ottobre. Per l'anno prossimo vedremo: l'inten­zione è di riaprire già in apri­le ampliando al massimo e diversificando le offerte*. - Una breve chiacchierata

che conclude il viaggio di ri­torno. Sono appena le nove, già si accendono le prime lu­ci nel nero serpentone che fronteggia la costa romagno­la. L'aliscafo sembra planare davanti ad una piccola Man­hattan.

Florio Amrtorì NELLA FOTO: rafiscafo in

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Tutti a Rothenburg nella Baviera

delle grandi bevute È la città del borgomastro Nusch che tracannò tre litri d'un fiato

Dal nostro inviato ROTHENBURG — Ottobre, per 1 bavaresi, non è solo 11 mese delle grandi bevute di birra. Nel mentre a Monaco e dintorni l'infuso di malto, orzo e luppolo scorre a fiumi solo se si sale di poco verso settentrione ci si rende conto che anche il vino conta numerosi fedeli. A Rothen­burg, poi, cittadina di neanche 13mila abitanti — che all'incrocio tra la Romantlsche strasse e la Burgstrasse rappresenta l'ambiente medioevale tedesco meglio conservato — si sentono

addirittura «obbligati a bere

Una veduta di Rothenburg

Italiani in Usa ire di più

e senza rancore Sempi

• M

ROMA — Oli italiani non se la sono presa con gli Stati Uniti per le defezioni in massa dei turisti americani dalla penisola e, anziché «ripagarli* con la stessa moneta, forti anche del netto apprezzamento che la lira ha avuto sui dollaro, si sono buttati (e così faranno anche l'anno pros­simo) alla «scoperta» degli Usa. Cosi come gli americani, negli ultimi due anni, si erano buttati alla scoperta di monumenti e paesaggi italiani grazie ad un dollaro che rendeva estremamente conveniente le loro vacanze nel vecchio continente. Secondo uno studio della «Chase eco-nometics» pubblicato in questi giorni da una rivista spe­cializzata del gruppo editoriale dell'«Economist» ed effet­tuato per conto del governo americano, quest'anno gli arrivi di turisti stranieri negli Stati Uniti, dopo quattro anni di costanti flessioni, aumenteranno del quattro per cento per salire, nel 1987, al cinque per cento. Gli italiani, Inonesto contesto, aumenteranno del sette per cento nel 1966 e del quattro per cento l'anno successivo, n numero di turisti italiani che sbarcherà negli Usa — secondo queste previsioni — sarà di 235mila quest'anno e di 245mila nel 1967, complessivamente il numero di turisti che visiteranno eli Stati Uniti passerà dai 22.075.000 del 1986 a 23.110.000 del 1987. .

Cosi la Paesi d'origina

Canada Massica Gran Bretagna Germanie rad. «*- — -, rrancss itaae Olande Sud America Asia deppone Medto Orienta Oceanie • -AestraNa Africa Cara** Cantra America

TOTALE

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2.440 1.700

390 410 286 136

' 740 326

22.076

airAmerica Ver. % 85-88

• 1 - 6 • 5 + 8 • 4 • 7 : + 8 +10 • 13 • 11 • 11 • 16 • 14 • 8 • 1 • 13

• 4

Arrivi *87 tmiafisH)

11.800 2.300 .

965 580 366

. . . 246 . 160 950

2,685 1.850

416 450 315

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Var. % 88-87

• 5 - 6 • 4 • 5 + 4 + 4 • 7 • 10 • 10 • 9 • 6 • 10 • 1 1 • 11 J • 3 • 6

• 6

dalla storia (o dalla leggen­da)» ed ogni bevuta rappre­senta un rito. Narrano infat­ti le storie di queste terre che durante la guerra del Trenta Anni, nel 1631, 11 gen. Tilly espugnasse la città affer­mando che l'avrebbe rispar­miata dalla distruzione sola­mente se uno del consiglieri comunali avesse vuotato, di un sol fiato, un enorme boc­cale capace di tre litri ed un quarto di vino. Secondo ti raccanto popolare, si offrì 11 borgomastro Nusch, che tra­cannò l'intero contenuto senza respirare. Cosi la città fu salva e 11 Nusch dimostrò la sua forza vivendo ancora 37 anni, chiudendo gli occhi solamente quando ebbe su­perato l'ottantina.

Oggi di questa «grande be­vuta» Rothenburg ha fatto una professione puntando tutte le sue carte, ed a ragio­ne, sul turismo. Quotidiana­mente, nelle ore di punta, tra le 11 e le 14 ogni 60 minuti sulla facciata della Locanda dei Consiglieri, quando l'oro­logio ricorda il tempo, al suol lati si aprono due finestrelle ed appaiono 1 due protagoni­sti: 11 generale Tilly e 11 bor­gomastro dall'enorme sete. Storia o leggenda che sia la «grande bevuta» richiama ogni giorno una moltitudine di turisti che con il naso al-l'insù attende che si affacci­no i due eroi.

Interamente cinta da anti­che mura, la città è adagiata sul pendio di una collina e poche decine di metri più in basso, lungo la valle, scorre il fiume Tauber. Un tempo godeva del privilegi di città imperiale, da 180 anni fa parte della Baviera. Nel 1945 e stata parzialmente distrut­ta-e successivamente rico­struita nel suo stile origina­rlo con l'aiuto di mecenati da ogni parte del mondo. Dieci anni fa lo storico magazzino delle Decime dell'Ospedale è stato trasformato in «Salone delle Feste» della città, capa­ce di ospitare 500 persone si­stemate a tavola.

Magnificamente ' conser­vata, Rothenburg è tutta un museo. I camminamenti co­perti sulle mura di cinta so­no tutti percorribili; le torri ' ed 1 bastioni sono uno più bello dell'altro, ammirevoli ' le porte. La «grande bevuta» ricordata giornalmente dal­l'orologio meccanico ha of­ferto anche lo spunto per una rappresentazione tea­trale che viene allestita — a Pentecoste ed in altre occa­sioni — sulla piazza del Mer­cato dove, con il Municipio, fanno bella mostra alcune case patrizie. La sede del Co­mune — Rothenburg è stata anche Città Libera — risale al 1250 ed è un ibrido rinasci-mental-gotlco, con una torre campanaria alta 60 metri. Ospita la SalR Imperiale, con sotto le prigioni sotterranee.

La cittadina conta oggi 19 alberghi, 35 pensioni e came­re private per oltre duemila posti letto. A sottolineare la sete degli abitanti (e degli ospiti) basta ricordare che tra ristoranti e taverne, me­scite di vino e birrerie, se ne contano circa un centinaio. Il ritrovo più famoso (e più salato!) è il Baumelsterhmus, ospitato in una sontuosa di­mora cinquecentesca. Da ammirare, e fotografare. 11 Castello con I giardini, la Ca­sa dell'Architetto e la fonta­na Herterich (entrambe ri­nascimentali), la Casa dei Macelli (con 11 Museo delle Bambole), la Herrengasse, l'arteria più larga della loca­lità. Molte le insegne in ferro battuto, le inferriate, parti­colare caratteristico 1 cortili interni con I tradizionali pozzi. Nel convento delle Do­menicane (1265) è ospitato U Museo della Città Libera con la più vecchia cucina della Germania fedelmente con­servata; poco più avanti l'ex mulino a cavalli è oggi sede dell'ostello della gioventù.

A ridosso delle mura di cinta si può visitare un at-trezxatisslmo Museo Crimi­nale Medioevale. Sul duemi­la metri quadrati del quattro plani del palazzo al ha una storia visivamente espressa circa la tortura medioevale. Nelle ultime vetrine si giun­ge al punto di fare un para­gone tra 1 metodi di allora e quelli odierni. SI sono però dimenticati di fare anche un solo timido accenno alla tri­ste e tragica esperienza nazi­sta. Ma, d'altra parte, se a Monaco chiedete perché è consigliabile visitare Da-chau non vi rispondono for­se: «Per ammirare 11 magni­fico castello, naturalmente»?

SRVBOO Qonippi

18 l'Unità - SPORT MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986

Elaborati ieri dal computer del Coni i calendari di «A» e «B»

Udinese ed Empoli, avvio terrìbile In serie B la «X» del Palermo

ROMA — Il computer del Coni ha elaborato ieri i campionati di serie A e B della stagione 1986-B7. L'iinput» era però pilotato: le sei squadre finite nei primi sei posti della classifica della passata stagione non si dovevano incontrare nelle prime tre giornate. Que­sto perché Juventus, Roma, Napoli, Fiorentina, Torino e Inter saranno impegnate nelle coppe europee che avranno inizio il 1* e il 2 ottobre (al «via» Inter e Fiorentina). Ma ieri è accaduto anche un evento straordinario: il calendario di serie B al posto del Palermo avrebbe contenuto una «X«. Alla società siciliana era stato dato tempo fino alle 12 di ieri per regolarizzare la sua posizione. Il •colloquio» del «messo. del Palermo col presidente della Lega-calcio, Antonio Matarrese, ha sortito il risultato dapprima di far slittare i calendari alle 16, per poi arrivare alla decisione definitiva di concedere una ulteriore proroga sino alle 12 del 9 settembre prossimo. Ecco, perciò, la ragione della «X» nel calendario di «B. e Io slittamento anche dei calendari di serie C/1 e C/2 che dovevano, viceversa, essere emanati oggi in Federcalcio. I due calendari ver­ranno elaborati il prossimo 10 settembre, alle ore 12, presso la sede della Figc, in via Allegri. La decisione ha comunque suscitato le proteste del Pescara che, in caso di passaggio alla «B», avrebbe soltanto 4 giorni per reperire eventuali rinforzi.

La comunicazione è stata fatta dallo stesso presidente Matarre­

se, il quale ha detto che non «sarebbe stato giusto abbandonare gli sportivi palermitani; sarebbe stato un affronto per la stessa città». Quindi ha continuato: «Abbiamo fatto questa scelta, la prima nella storia del calcio italiano, perché non sorgessero spiacevoli equivo­ci». Quindi ha concluso: «Vogliamo ridare credibilità al calcio, ri­dargli smalto. Se non ce la dovessimo fare sarò io il primo a farmi da parte». Sulla stessa linea si è mosso anche il Commissario della Figc e presidente del Coni, Franco Carraro. «In presenza di situa­zioni particolari, si debbono trovare soluzioni particolari. Quanto al problema economico è emersa una prima indicazione di senso di responsabilità da parte delle società: si è speso meno per la campa­gna acquisti. La deroga al Palermo è una decisione giusta: non si poteva fare altrimenti». Quindi ha proseguito: «Quanto alle sen­tenze della Caf non entro nel merito e non Io farò neppure in futuro, dico soltanto che è umano che non soddisfino tutti. Guar­diamo avanti, ridiamo credibilità al calcio. L'opinione pubblica, lo sportivo devono riacquistare la certezza che i risultati che scaturi­ranno dai campi saranno puliti, veritieri. Quindi vigilanza, tensio­ne morale da parte delle società. Guai se non riuscissimo a ridare credibilità; è un patrimonio irrinunciabile: gli appassionati po­trebbero veramente abbandonare il calcio».

Detto che A e B avranno inizio il 14 settembre, per terminare rispettivamente il 17 maggio e il 21 giugno 1987, e che le soste

saranno 6 in A e 3 in B, diamo una scorsa al calendario di A. Ci accorgeremo subito che la partenza sarà dura soprattutto per l'U­dinese. Infatti nelle prime quattro giornate incontrerà rispettiva­mente la Juventus, il Napoli, l'Inter e la Fiorentina. Ma anche l'Empoli non sta meglio: in avvio incontrerà l'Inter, la Juventus, il Torino e il Milan. I due derby Milan-Inter e Juventus-Torino si giocheranno rispettivamente alla 5' e alla 12' giornata. Avvio più abbordabile per Juventus e Roma. I giallorossi giocano la prima in casa contro il Como, i bianconeri in trasferta contro l'Udinese. Da notare poi che la Juventus, delle ultime cinque partite, ben quat­tro ne gioca al Comunale: Roma, Torino, Samp e Brescia. I grandi scontri: Inter-Roma, Juve-Milan, Napoli-Torino, Fiorentina-Ju-ve, Torino-Roma, Juve-Inter, Roma-Napoli, Napoli-Inter, Juve-Napoli, Roma-Juve, Torino-Milan, Roma-Milan, Fiorentina-Na­poli, arriveranno a cavallo degli incontri internazionali della na­zionale e degli impegni delle coppe europee. Al termine è stato comunicato che il Rende non sarà incluso nella C/2, mentre in C/1 sono incluse Pescara, Alessandria, Carbonia, Frosinone, Paganese, Pistoiese. Siracusa e la Turris in C/2. Oggi, infine, si terrà la Giunta del Coni che darà una risposta anche alla lettera indirizza­ta dal presidente del Pisa a Carraro a proposito della sentenza Caf.

g. a.

7 giorni di tempo ai siciliani La Lega mole la nuova società Ma ci sono venti miliardi di debiti da coprire

Nostro servìzio PALERMO — «Mister X» salva il Palermo. Con una trovata dell'ultima ora la Le­ga calcio ha evitato la morte della società rosanero, ma ha negato nello stesso tem­po, nuovo credito ad una di­rigenza che ha sepolto sotto i debiti la squadra. La X che si ripete diciannove volte nel calendario di serie B potreb­be dunque, tra sette giorni, trasformarsi nel nome del Palermo se dalla capitale si­ciliana le lettere di intenti re­capitate lunedì pomeriggio al presidente Matarrese di­verranno concreti impegni finanziari. Il pool di impren­ditori e di banche che ha di­chiarato la propria disponi­bilità a rilevare la squadra, dunque, ha una settimana di tempo per costituire la fi­

nanziaria che dovrà gestire la Palermo calcio ed accen­dere le fidejussioni necessa­rie a saldare 1 debiti più ur­genti che risultano scoperti in Lega. Questa la situazione Ieri pomeriggio allo scadere dell'ultimo termine concesso dalla Lega nazionale calcio alla società siciliana. Altre dilazioni, con un conseguen­te ritardo nella emanazione del calendari, non erano pos­sibili.

Il vertice della Federcalcio ha deciso quindi, per la pri­ma volta dopo trentacinque anni, di far uscire un calen­dario che non contiene ì no­mi di tutte e venti le squadre partecipanti al campionato cadetto. Dopo quasi quaran-tott'ore di tensione la città ha tirato un sospiro di sollie­vo. Tra lunedì pomeriggio e

lunedì mattina i centralini dei quotidiani e delle televi­sioni palermitane erano stati tempestati di telefonate. E quasi mai si sono staccati dagli apparecchi anche i pro­tagonisti di questo disperato tentativo di salvataggio: il ministro per gli Affari regio­nali Carlo Vizzini (Psdl) e il sindaco Leoluca Orlando. Vizzini ieri pomeriggio sem­brava abbastanza soddisfat­to. «Credo che per quanto ci riguarda abbiamo fatto la nostra parte. Adesso tocca alla città dimostrare il suo attaccamento alla squadra».

Il riferimento è alla parti­ta che oggi il Palermo-baby, la squadra primavera, visto che i titolari sono stati squa­lificati tutti, tranne il portie­re Paleari, per la vicenda del calcio-scommesse, disputerà

alla Favorita. Una richiesta ai tifosi di essere presenti in massa allo stadio. Ma i passi decisivi per giungere il 9 set­tembre alla cancellazione della X e alla iscrizione del nome del Palermo nel cam­pionato, dovranno essere compiuti dalla Sicilcassa e dalla Associazione indu­striali. E del resto è stata proprio la Lega a far inten­dere che vuol trattare ormai con la nuova dirigenza della squadra rosanero e non più con Matta e C.

È stata questa in pratica la ragione per cui si è creata una sorta di limbo di sette giorni in cui il vecchio Paler­mo non è ancora morto e il nuovo non è ancora nato. In­dustriali e Cassa di rispar­mio . dovranno affrettare i

Leoluca Orlando

tempi per compiere tutte le operazioni necessarie a ga­rantire la gestione della squadra. C'è da tenere pre­sente che, mentre tra Roma, Milano e Palermo, si discute sul futuro della squadra e sulla sua iscrizione alla B, la Coppa Italia va avanti. E se oggi si gioca a Palermo, ve­nerdì la squadra rosanero dovrà recarsi a Bergamo per l'incontro con la Virescit. Sembrano problemi di ordi­naria amministrazione: il pagamento dei biglietti ae­rei, degli alberghi; ma chi firma in questa fase le auto­rizzazioni a spendere? Ma la questione più delicata è la definizione del deficit della società rosanero. Ormai da due mesi, da quando si parla di un cambio al vertice, gli esperti della nuova finanzia-

Antonìo Matarrese

ria si sono arrabbattati at­torno ai libri contabili della Palermo calcio. Ne sono ve­nuti fuori risultati contra­stanti, ma sempre allarman­ti. Secondo alcuni ci sono da coprire quasi venti miliardi di debiti. Una stima più otti­mistica parla di sedici. Sono le cifre sulle quali per tutta l'estate si è arenata la tratta­tiva; adesso l'emergenza sembra aver sbloccato l'im­passe. Ma per avere la rispo­sta definitiva, forse, occorre­rà attendere proprio il 9 set­tembre. La storia della Pa­lermo calcio ha ormai dimo­strato di essere un thrilling che solo un mago del giallo sarebbe stato in grado di co­struire.

Roberto Leone

M a queste «grandi» sono davvero grandi? Oggi il quarto turno di una Coppa Italia senza sorprese La situazione

GIRONE i

CLASSIFICA Como 4 3 1 2 0 4 3 Casertana 4 3 2 0 1 3 2 Empoli 4 3 1 2 0 2 1 Arezzo 2 3 0 2 1 1 2 Fiorentina 2 3 0 2 1 1 2 Pescara 2 3 0 2 1 1 2

COSÌ OGGI AREZZO-COMO (ore 20.30)

Arbitro: Sguainato FIORENTINA-EMPOLI (ore 20.30)

Arbitro: Longhi CASCRTANA-PF.SC ARA (ore 20.30)

Arbitro: Fabbricatore 5* GIORNATA: 7/9

Como-Fiorentina; Pescara-Arezzo; Empoli-Casertana.

GIRONE S

CLASSIFICA Napoli 6 3 3 0 0 5 0 Cesena 4 3 1 2 0 1 0 Taranto 3 3 1 1 1 1 1 Vicenza 2 3 0 2 1 1 2 Lazio 2 3 0 2 1 1 3 Spai 1 3 0 12 0 3

COSÌ OGGI LAZJO-SPAL (ore 20.45)

Arbitro: Testa NAPOLI-VICENZA (a Benevento) (ore 17.30)

Arbitro: Magni TARANTO-CESENA (a Lecce) (ore 20,30)

Arbitro: BaWas 5'GIORNATA: 7/9

Lazio-Taranto; Napoli-Cesena; Spal-Vicenza.

GIRONE 2

CLASSIFICA Inter 6 3 3 0 0 11 3 Bologna 4 3 2 0 1 7 1 Udinese 4 3 2 0 1 5 4 Catanzaro 3 3 1 1 1 5 6 Catania 1 3 0 1 2 2 9 Cavese 0 3 0 0 3 2 9

COSI OGGI CATANIA-UDINESE (ore 16.45)

Arbitro: Baldi BOLOGNA-INTER (ore 20.45)

Arbitro: Agnofin CAVESE-CATANZARO(ore 20.30)

Arbitro: Comieti 5* GIORNATA: 7/9

Inter-Udinese; Catania-Cavese; Catanzaro-Bologna.

GIRONE 6

CLASSIFICA Atalanta 5 3 2 1 0 5 1 Genoa 4 8 1 2 0 3 2 Brescia 4 3 2 0 1 3 2 Virescit 2 3 1 0 2 3 3 Messina 2 3 1 0 2 1 3 Palermo 1 3 0 1 2 1 5

COSlOGG! PALERMO-BRESCIA (ore 16.30)

Arbitro: Mattei MESSINA-ATALANTA (ore 20.30)

Arbitro: Boschi GENOA-VTRESCrr (ore 20.30)

Arbitro: ricchi 5* GIORNATA: 7/9

Brescia-Atalanta; Messina-Genoa; Virescft-Palenno.

G I R O N E 3

CLASSIFICA Juventus 6 3 3 0 0 7 1 Cremonese 5 3 2 1 0 5 0 Samp 5 3 2 1 0 3 0 Reggiana 1 3 0 1 2 1 6 Monza 1 3 0 1 2 0 5 Lecce 03 0 03 0 4

COSI OGGI M0NZA-SAMPD0RIA (ore 20.45)

Arbitro: Lombardo JUVE-CREMONESE (ore 20.30)

Arbitro: Leni REGGIANA-LECCE (ore 20.45)

Arbitro: Amendolia 5* GIORNATA: 7/9

Sampdoria-Juventus; Cremonese-Reggiana; Lecce-Monza.

GIRONE 7

CLASSIFICA Torino 4 3 1 2 0 3 2 Cagliari 3 3 0 3 0 4 4 Pisa 3 3 1 1 1 4 4 Modena . 3 3 0 3 0 3 3 Avellino 3 3 1 1 1 3 4 Siena 2 3 1 0 2 2 2

COSI OGGI PISA-TORINO (ore 20.45)

Arbitro: CoppetelJi AVELLINO-MODENA (ore 20.30)

Arbitro: Lamorgese CAGLIARI-SIENA (ore 20.45)

Arbitro: Feficani 5* GIORNATA: 7/9

Torino-Avellino; Modena-Siena; Cagliari-Pisa.

GIRONE 4

CLASSIFICA Milan 6 3 3 0 0 5 0 Parma 4 3 2 0 1 3 1 Triestina 3 3 1 1 1 2 2 Samb 3 3 1 1 1 1 1 Ascoli 2 3 1 0 2 3 5 Barletta 03 0 03 1 6

COSI OGGI M1LAN-PARMA (ore 20.30)

Arbitro: Luci ASC0U-SAMBENE0. (ore 20.45)

Arbitro: Bergamo BARLETTA-TRIES. (ore 17.30)

Arbitro: Novi 5'GIORNATA: 7/9

Ascoli-Miian; Samb-Bartetta; Trie-stina-Parma.

GIRONE 8

CLASSIFICA Roma 6 3 3 0 0 8 2 Verona 6 3 3 0 0 6 1 Piacenza 3 3 1 1 1 3 4 Bari 2 3 1 0 2 3 4 Campob. 13 0 1 2 0 5 Perugia 0 3 0 0 3 0 4

COSÌ OGGI BARI-ROMA (ore 20,30)

Arbitro: Paìretto VERONA-PIACENZA (ore 20.30)

Arbitro: Erigerlo PERUGIA-CAMPOB. (ore 20,45)

Arbitro: Scalee 5* GIORNATA: 7/9

Verona-Roma; Campobasso-Bari; Piacenza-Perugia.

È un caffè molto annac­quato ma nella tazzina della Coppa Italia i fondi comun­que ci sono e uno può anche provarci a cercare di capire che stagione sarà. Tutto faci­le e scontato con queste «grandi» che sono belle e pimpanti come poche altre volte è capitato alla fine del mese di agosto? L'impressio­ne, e non solo quella, visto che ci sono anche delle clas­sifiche è proprio questa. Tre partite giocate e Inter, Juve, Milan, Napoli, Roma e Vero­na che sono tutte a punteg­gio pieno e con alle spalle an­che un bel po' di risultati grassi. Tutte forti, grande equilibrio, grande incertezza e, infine, grande divertimen­to? Forse sarà così ma non basta questo inizio di Coppa Italia a garantirla Anche il pubblico, guai a non conti­nuare a tenerlo d'occhio, non si fa abbagliare: sono già centotredici mila in meno ri­spetto ad una stagione, quel­la scorsa, che non era stata certo esaltante.

È che accoppiamenti e sorteggi hanno confezionato gare dove tutto era scontato e dove notizia avrebbe fatto solo qualche scivolone o an­che solo qualche inciampo delle squadre più attese. Da sottolineare quindi più il punto perso dalla Samp che 1 sei tondi tondi della Juve.

Partite vere poche, gol a grappoli ma tutto all'acqua di rose. Qualche cosa di più sostanzioso si prospetta per domenica prossima con qualche anticipazione già questa sera per vedere so­prattutto all'opera alcune delle squadre che vengono definite sorpresa. Dovrebbe essere divertente stasera l'incontro di ' Bologna con questa squadra rossoblu as­sai ringalluzzita che cerche­rà di fare bene con l'Inter e certo il Trap non sciuperà l'occasione per cominciare a verificare il carattere dei suoL Stesso discorso, se si vuole, per Milan-Parma so­prattutto per vedere in fac­cia questa squadra emiliana di cui si cantano meraviglie.

Per il resto è giusto atten­dersi delle conferme soprat­tutto per capire se è vera l'impressione che le varie pretendenti ai posti alti del campionato sono veramente tutte molto avanti nella pre­parazione con meno proble­mi di crescita e di assesta­mento delle alte stagionL Se cosi è, buone prospettive per un avvio del campionato già ad alto regime di girl e so­prattutto qualche garanzia in più per quel primo turno di gare europee che è sempre stato cosi arduo per le nostre rappresentantL

II cammino della Serie A 1. G IORNATA (14 settembre 1986) Avellino- Fiorentina Brescia • Napoli Empoli- Inter Milan • Ascoli Roma- Como

Sampdoria • Atalanta Torino- Verona

Udinese • Juventus Rit.: 18 gennaio 1987

5. G IORNATA (12 ottobre 1986)

Atalanta - Ascoli Avellino - Como

Fiorentina - Juventus Milan- Inter Roma- Brescia

Sampdoria- Napoli Torino- Empoli

Udinese- Verona Rit.: 1 marzo 1987

9. G IORNATA (9 novembre 1986)

Ascoli - Fiorentina Atalanta - Como Avellino • Brescia Empoli • Verona

Inter - Torino Juventus- Napoli

Roma- Udinese Sampdoria- Milan

Rit.: 29 marzo 1987

2. G IORNATA (21 settembre 1986)

Ascoli • Empoli Atalanta- Roma

Como • Torino Fiorentina - Sampdoria

Inter • Brescia Juventus - Avellino

Napoli • Udinese Verona- Milan

Rit.: 1 febbraio 1987

3. G IORNATA (28 settembre 1986) Avellino - Napoli Brescia- Fiorentina Empoli - Juventus

Milan • Atalanta Roma- Verona

Sampdoria- Como Torino - Ascoli

Udinese- Inter Rit.: 8 febbraio 1987

6. G IORNATA • • 7. G IORNATA (19 ottobre 1986) Ascoli • Juventus

Brescia- Udinese Como- Fiorentina

Empoli • Milan Inter • Sampdoria

Napoli • Atalanta Torino - Roma

Verona- Avellino Rit.: 8 marzo 1987

10. G IORNATA (23 novembre 1986)

Brescia - Torino Como- Inter

Fiorentina- Roma Juventus • Atalanta

Milan - Avellino Napoli- Empoli

Udinese • Sampdoria Verona • Ascoli

Rit.: 5 aprile 1987

(26 ottobre 1986) Ascoli- Como

Atalanta- Torino Avellino- Udinese

Fiorentina - Verona Juventus - Inter

Milan • Brescia Roma- Napoli

Sampdoria - Empoli Rit.: 15 marzo 1987

1 1 . G I O R N A T A (30 novembre 1986) Atalanta- Brescia

Como - Udinese Empoli - Fiorentina

Inter - Avellino Napoli - Verona Roma - Juventus

Sampdoria - Ascoli Torino - Milan

Rit.: 12 aprile 1987

13. GIORNATA •• 14. GIORNATA •• 15. GIORNATA (21 dicembre 1986) Atalanta - Avellino Brescia - Verona Empoli - Udinese

Inter • Ascoli Napoli- Como Roma- Milan

Sampdoria - Juventus Torino- Fiorentina

Rit.: 3 maggio 1987

(4 gennaio 1987) Ascoli - Brescia

Avellino • Empoli Como • Milan

Fiorentina • Napoli Inter - Atalanta

Juventus- Verona Sampdoria- Roma

Udinese - Torino Rit: 10 maggio 1987

(11 gennaio 1987) Atalanta- Fiorentina Brescia- Juventus Empoli - Como

Milan • Udinese Napoli • Ascoli Roma- Avellino

Torino - Sampdoria Verona- Inter

Rit: 17 maggio 1987

4. G IORNATA (5 ottobre 1986) Ascoti • Avellino

Atalanta • Empoli Como- Brescia

Fiorentina- Udinese Inter- Roma

Juventus - Milan Napoli - Torino

Verona- Sampdoria Rit.: 22 febbraio 1987

8. G IORNATA (2 novembre 1986) Brescia - Sampdoria

Como • Juventus Empoli - Roma

Milan- Fiorentina Napoli- Inter Torino - Avellino

Udinese- Ascoli Verona - Atalanta

Rit.: 22 marzo 1987

12. G IORNATA (14 dicembre 1986) .

Ascoli - Roma Avellino - Sampdoria Brescia- Empoli

Fiorentina- Inter Juventus- Torino

Milan - Napoli Udinese- Atalanta Verona- Como

Rit.: 26 aprile 1987

Soste: 16 novembro par Itatia-Svixiera; 7 dicem­bre per M.Mta-ltalia; 28 dicembre per il Natale; 25 gennaio 1987 per Ita­lia-Malta; 15 febbraio 1987 per Portogallo-Ita­lia; 19 aprile 1987 per Pasqua che coincide con Italia-Germania (18 apri­le). N.B.: il 28 maggio si gioca Norvegia-Italia; il 3 giu­gno Svezia-Italia.

...e quello della Serie B 1. G I O R N A T A (14 settembre 1986)

Arezzo- Cagliari Bologna- Catania Cremon. - Triestina

L. Vicenza - Taranto Lecce- Campob.

Messina- Bari Parma- Lazio

Pisa- Modena Samb.- Genoa XXXX - Cesena

Rit: 8 febbraio 1987

5. G IORNATA (12 ottobre 1986) Arezzo • Campob.

Bologna- Triestina Catania- Modena

Cremon.- Lazio L Vicenza - Genoa

Lecce- Bari Parma- Messina

Pisa- Cesena . Samb.- Cagliari XXXX-Taranto

Rit: 15 marzo 1987

9. G IORNATA (9 novembre 1986)

Arezzo- Parma Bari - Cagliari

Campob.- Pisa Cesena- Lazio

Cremon.- Bologna L Vicenza • Catania

Lecce- Samb. Messina- Genoa Modena • Taianto

Triestina- XXXX Rit: 12 aprile 1987

13. G I O R N A T A (7 dicembre 1986) Cagliari- Bologna Cesena- Bari

Cremon.- Campob. Genoa- Lecce Lazio- Triestina

Messina- Modena Parma- L Vicenza

Pisa- Arezzo Taranto- Catania

XXXX-Samb. Rit: 10 maggio 1987

2. G I O R N A T A (21 settembre 1986)

Bari - Parma Cagliari - L Vicenza

Campob.- Bologna Catania- Cremon. Cesena • Arezzo Genoa-XXXX Lazio- Messina

Modena- Lecce Taranto- Pisa

Triestina - Samb. Rit: 15 febbraio 1987

6. G IORNATA (19 ottobre 1986)

Bari - Triestina Bologna - L Vicenza Cagliari - Cremon.

Genoa • Campob. Lazio - Catania

Messina- Cesena Modena • Arezzo

Pisa - Samb. Taranto - Parma

XXXX- Lecce Rit: 22 marzo 1987

10. G IORNATA (16 novembre 1986) Bologna - Messina Cagliari- Cesena Catania- Campob.

LVicenza- Bari Lazio- Modena

Parma- Lecce Pisa- Genoa

Samb.- Arezzo Taranto- Triestina

XXXX-Cremon. RiL: 19 aprile 1987

14. G IORNATA (14 dicembre 1986)

Arezzo- Lazio Bari- Cremon.

Bologna- Pisa Campob.- Taranto

Catania- Messina Genoa- Cagliari Lecce- L Vicenza

Modena-XXXX Samb.- Parma

Triestina- Cesena Rit: 17 maggio 1987

17. G I O p N A T A • • 18. G IORNATA (11 gennaio 1987) Arezzo- Taranto

Cotogna- XXXX Campob.- Bari Catania- Triestina

Genoa- Cesena LVicenza- Messina

Lecce- Lazio Parma- Cremon.

Pisa* Cagliari Samb.- Modena

RiL: 7 giugno 1987

(18 gennaio 1987) Bari- Genoa

Cagliari- Catania

Cremon.- LVicenza Lazio- Pisa

Messina* Lecce Modena- Campob. Taranto- Samb.

Triestina- Parma XXXX-Arezzo

RiL: 14 giugno 1967

3- G I O R N A T A (28 settembre 1986)

Arezzo- Bari Bologna- Genoa Cremon. - Taranto

L. Vicenza • Modena Lecce - Triestina

Messina- Cagliari Parma- Campob.

Pisa- Catania Samb.- Cesena XXXX-Lazio

Rit: 1 marzo 1987

7. G IORNATA (26 ottobre 1986) Arezzo - Messina

Bari-XXXX Campob. - Lazio

Catania - Samb. Cesena- Taranto

Cremon. - Genoa L Vicenza - Pisa

Lecce* Bologna Parma- Cagliari

Triestina - Modena Rit: 29 marzo 1987

11. G IORNATA (23 novembre 1986)

Bari - Bologna Campob.- XXXX

Cesena- L Vicenza Cremon. - Samb.

Genoa- Modena Lazio • Taranto .

Lecce- Arezzo Messina- Pisa

Parma- Catania Triestina- Cagliari RiL: 26 aprile 1987

1 5 . G IORNATA (21 dicembre 1986) Cagliari- Lazio Catania- Arezzo Cesena- Lecce

Cremon. - Modena L Vicenza - Campob.

Parma- Genoa Pisa • Triestina

Samb.- Bologna Taranto- Bari

XXXX - Messina Rit: 24 maggio 1987

19. G IORNATA (25 gennaio 1987) Arezzo- Triestina

Bologna- Modena Campob.- Messina Catania- Cesena

Genoa- Taranto LVicenza- Lazio

Lecce- Cagliari Parma-XXXX

Pisa- Cremon. Samb.- Bari

RiU 21 giugno 1987

4. G IORNATA (5 ottobre 1986)

Bari - Pisa Cagliari-XXXX

Campob. • Samb. Catania- Lecce Cesena- Cremon. Genoa - Arezzo Lazio - Bologna

Modena - Parma Taranto - Messina

Triestina • L. Vicenza Rit: 8 marzo 1987

8. G IORNATA (2 novembre 1986) Bologna- Arezzo Cagliari- Campob.

Genoa- Triestina Lazio- Bari

Messina- Cremon. Modena- Cesena

Pisa- Parma Samb. - L Vicenza

Taranto- Lecce XXXX- Catania

Rit: 5 aprile 1987

12. G IORNATA (30 novembre 1986)

Arezzo- Cremon. Bologna- Parma Cagliari - Taranto

Campob. • Cesena Catania- Genoa

L Vicenza -XXXX Lecce- Pisa

Modena- Bari Samb. - Lazio

Triestina - Messina Rit: 3 maggio 1987

16. G IORNATA (4 gennaio 1987) Arezzo • L Vicenza

Bari- Catania Cesena- Parma

Cremon. - Lecce Lazio- Genoa

Messina - Samb. Modena- Cagliari Taranto- Boiogna

Triestina- Campob. XXXX-Pisa

Rit: 21 giugno 1987

Soste: 28 bre per 8 Nata!*; 1 febbraio 1987 per ntotiYi tecnici* 2 2 febbraio 1987 per motivi t#cmci»

Pagamenti in «nero» Il Genoa rinviato

a giudizio per frode Dalla nostra radaxiona

GENOVA — L'ex presidente del Genoa Renzo Fossati, 27 giocatori che Indossavano le maglie rossoblu nell*82 e '83. alcuni componenti il consi­glio direttivo della società, gli allenatori Simonl e Perot-tl e persino il massaggiatore

Cravlotto dovranno difen­dersi davanti al giudici del­l'accusa di frode fiscale. L'ammontare del reato si ag­gira sul novecento milioni. Secondo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal giu­dice istruttore Franco Cozzi sulla scorta di una accurata Indagine della guardia di FI*

nanza la frode fiscale sareb­be collegata alla pratica di pagamenti in «nero*. Una parte sostanziosa dei soldi passati ai giocatori cioè non veniva conteggiata sul mo­dello 101.1 giocatori stranie­ri (Vandereyken, e Peters) addirittura non avevano presentato 11 101 pensando che bastasse al fini fiscali la ritenuta d'acconto e si trat­tava di cifre cospicue: 180 milioni per 11 primo e 215 per Il secondo.

Fra gli accusati ci sono differenze assai forti: c'è chi come Simonl, Vitali, Onofri, Gorln, Gentile, Martina è ac­cusato d'aver tenuto nasco­

sto al fisco decine di milioni, chi invece si è limitato a po­chi mllionL

Renzo Fossati è poi rite­nuto responsabile di un giro di fatture fasulle che — se* condo l'accusa — alcuni im­prenditori genovesi avrebbe­ro emesso a favore della squadra certificando presta­zioni e servizi inesistenti. Operazione, questa, destina­ta a •scaricare* Ingenti per­centuali di Iva altrimenti do­vute al fisco. L'Inchiesta era scaturita da una denuncia sporta dal piccoli azionisti del Genoa nel confronti della gestione Fossati.

Zoff e l'Olimpica I l Portogallo primo ostacolo verso Seul

ROMA — Comincerà 11 18 febbraio 1987 In Italia contro Il Portogallo e si concluderà il 29 maggio 1968 con la tra­sferta In Islanda, l'avventu­ra della nazionale olimpica di calcio Italiana nel girone di Qualificazione per Seul l W d l cui sono sufe stabili­te ieri a Roma le date. Gli altri Impegni degli azzurri In

programma sono: 1125 mar­zo 1987 fuori casa contro la Repubblica democratica te­desca; 11 15 aprile deliro In Italia contro l'Islanda; 11 18 novembre deliro sempre In casa contro la Germania: 11 24 febbraio del 1988 in Porto­gallo; Il 9 marzo 1988 In tra­sferta contro l'Olanda e 111S aprile 1988 In Italia sempre

contro gli olandesi. A Seul andrà solo la prima classifi­cata di ogni girone.

•È stato un problema con­ciliare 1 mille impegni delle nazioni in gara. Comunque mi pare che tutto sia andato bene*. Dino Zoff, nuovo alle­natore della nazionale olim­pica, è soddisfatto della com­pilazione del calendario del girone di qualificazione. •Cercavo un certo equilibrio. L'alternanza tra partite In casa e In trasferta — ha pro­seguito Zoff — e l'abbiamo trovato*. • '

Ha In programma qualche convocazione prima dell'e­sordio? «Spero di riuscire a svolgere un allenamento

verso metà dicembre e, per 1 primi di febbraio, qualche Incontro amichevole*.

Che nazionale sarà l'ohm' pica? «È ovvio che la nazio­nale maggiore abbia la pre­cedenza. Io non ho particola­ri problemi e, dunque, mi adeguerò alle scelte di Vicini. Dovrebbe, comunque, venir fuori una discreta compagi­ne. Ritengo che 11 torneo di caldo allvllmplade stia ac­quistando Interesse. Molte nazioni ne hanno capito l'Importanza. Faremo In modo di non farci trovare In­dietro*.

Zoff ha poi rievocato un gustoso precedente: «Sapete che lo ho fatto anche parte da giocatore di una naziona­

le olimpica? Ho preso parte proprio a un girone di qua­lificazione, vivendolo, con Polonia e Turchia prima dei Giochi del 1964. Con me c'e­rano giocatori come Mazzo­la, Pizzaballa e tanti altri. Però poi non ci mandarono a Tokyo perché eravamo pro­fessionisti. Allora c'erano al­tri problemi giuridici*. A Zoff, inoltre, è stata chiesta un'anticipazione sulle sue concezioni tattiche. L'ex por­tiere azzurro, però, non al è sbilanciato. «Devo valutare — ha detto — le caratteristi­che del giocatori che avrò a disposizione. Vedremo In se*

fufto quale tattica adottare. er 11 momento vi dico che

chiamerò 18 giocatori*.

MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l'Unità - SPORT 19

A Colorado Springs scoppia un'altra polemica I azzurri in rivolta contro i giornalisti

«Scrivete troppe cose false...» Domani in gara il quartetto dello scandalo

Nostro servizio COLORADO SPRINGS — Chiude la pista e l riflettori sono tutti In direzione del mondiali su strada. Domani la cento chilometri a squadre dove l'Italia scenderà In campo col veronese Eros Po~ 11, Il ligure Massimo Poden-zana, Il bergamasco Mario Sclrea e ti trevigiano Flavio Vanzella, un quartetto che pur affrontando formazioni molto agguerrite spera di trovarsi In zona medaglie. L'anno scorso si giocava In casa, cioè sul circuito del Montello e abbiamo ottenu­to la moneta di bronzo con una prova dignitosa. Netta-men te primi gli sca cena ti so­vietici (media record con 53,729), secondi I cecoslovac­chi. C'è una storia di doping dietro 1 nostri ragazzi, tolto

Sclrea si sa che gli altri tre corrono per un vergognoso accordo tra la federazione tedesca e la federazione ita­liana, ma pur con la spada di Damocle del mese di squa­lifica che scatterà il 9 set­tembre mentre a rigor di lo­gica e di giustizia doveva en­trare In vigore dal 14 agosto. I tre azzurri promettono bat­taglia, promettono una bella gara. Dice Poli con candida Innocenza: ^Appurato che nell'uso della pomata Incri­minata non c'è alcuna ini­ziativa dei corridori, io mi aspetto un atto di clemenza, una giusta amnistia qualora dovessimo vincere...*. In­somma, se è da condannare il sistema, il modo di proce­dere del dirigenti, I vari pa­sticci e 1 vari intrighi, non spariamo sugli atleti, anzi auguriamo loro una giorna­

lai nostro inviato COLORADO SPRINGS — Le medaglie di bronzo di Alloc-chlo nell'individuale a punti professionisti e quella del tan­dem Faccini-Nicotti sono tutto il lusso che il ciclismo italia­no s'è potuto permettere nel campionato mondiale su pista a Colorado Springs. Un risultato davvero deludente considera­te anche tutte le attenuanti. Nella giornata conclusiva della pista la Cecoslovacchia, che già aveva conosciuto il trionfo nell'Inseguimento, ha fatto nuovamente bottino con l'oro del tandem Voboril-Rehounek che ha avuto ragione degli statu­nitensi Kyle-Llndsey. I francesi Invece hanno avuto il loro momento di gloria grazie a Jeannie Longo che nella finale dell'Inseguimento femminile (tre chilometri) ha superato Rebecca Whitehead (Usa) realizzando con 3'39f,323 la miglio­re prestazione mondiale.

Contlnaundo una storia iniziata a San Cristobal in Vene­zuela nel 1977, quando comparve per la prima volta sul podio iridato, il giapponese Kolchi Nakano ha vinto ancora nella velocita professionisti centrando il suo decimo titolo mon-diale.Con tre giapponesi in semifinale il tedesco Giebeken è toccato proprio a Nakano che Io ha eliminato in due prove con l'abituale autorità, la stessa che ha poi messo in evidenza nel chiudere ancora con due prove secche la finale nella qua­le aveva di fronte il connazionale Matsui. Nello sprint del

ta di soddisfazioni. Passando ad un altro ar­

gomento, eccoci In casa del professionisti dove Saronni, Moser, Argentin e compagni accusano quel giornalisti che travisano quel che dico­no, che nel loro servizi parla­no di zizzania e divisioni nel­la squadra. In una riunione promossa da Martini per concordare gli Incontri fra stampa e corridori, Saronni non ha avuto peli sulla lin­gua e rivolgendosi In parti­colare al rappresentanti del quotidiani sportivi ha detto: *11 problema non è quello di concedere udienze collettive o separate anche se avvici­nandoci al giorno della corsa vorremmo stare tranquilli, il problema di fondo sta nel fatto che scrivete delle ozile, cose false, nettamente con­trarie alla verità. Non c'è

Pista: i 2 bronzi azzurri

non fanno storia

tensione fra di noi. Slamo tutti Impegnati per cercare 11 miglior risultato possibile e, se comprendiamo le vostre esigenze, permetteteci di pretendere da voi la massi­ma chiarezza e la massima onestà...».

Eravamo in una saletta dell'hotel Chejenne, quartler generale degli azzurri, e la discussione si faceva vivace. 'Volete portare 1! ciclismo sulla strada del calcio? Io non ci sto» aggiungeva Sa­ronni. *Avete creato fra di noi del clan che non esisto­no», rimarcava Argentin. Masclarelll prendeva le dife­se di Baronchelll che attra­verso certi scritti sembrava in rotta con Moser e Corti dopo le vicende dello scorso Giro d'Italia e lo stesso Ba­ronchelll precisava: «Avevo i

miei motivi per andarmene dalla Supermercati Brianzo­li, motivi che escludono qualsiasi forma di rancore nel confronti di Francesco e di Claudio». »È esatto. Con Baronchelll slamo rimasti in buoni rapporti», diceva Cor­ti. E Moser: *Cl voleva questa spiegazione altrimenti ci fanno sopra del castelli. È un giornalismo cosi: dici una cosa e ne stampano un'al­tra...». Interveniva Martini verso 11 quale 1 corridori ave­vano mostrato concordanze di vedute, collaborazione e simpatia per il suo delicato lavoro di concordia e di uni­tà: *Ho l'Impressione, amici giornalisti, che qualcuno di voi abbia piacere che ci siano dei contrasti fra 1 miei uomi­ni. L'impegno è di creare un forte gruppo. Avrò da limare

j qualcosa, ma niente mi

preoccupa...». Dunque, un Incontro piut­

tosto acceso, ricco di polemi­che e In ultima analisi mi pa­re giusto l'atteggiamento del corridori, giusto porre fine ad una situazione che perdu­ra da anni per cattivo costu­me, per 11 grave difetto di certa stampa sportiva sem­pre più lanciata verso 11 sen­sazionale, che avrebbe il compito di educare ma Inve­ce getta benzina, soltanto benzina sul fuoco dei tifosi. La nazionale di Alfredo Mar­tini non sarà composta da 12 fratelli, ma nemmeno da 12 nemici. Occorre 11 pungolo della critica sincera, con pro­poste che possono migliora­re il mondo del ciclismo, per costruire e non per distrug­gere.

Gino Sala

Ste fano Adocch io

quinto posto Claudio Golinelll ha avuto ragione degli ameri­cani Barczewski e Hatton e del francese Da Rocha, dando consistenza all'ipotesi che senza le sviste della giuria il suo ruolo nel torneo avrebbe potuto essere diverso. Episodi, quel­li che Golinelll rimprovera alla giuria, che hanno portato nuove polemiche in casa italiana, con Maspes, commissario

tecnico della nazionale, che mostra la sua irritazione verso il vicepresidente della federazione ciclistica italiana Aldo Spa­doni che a Colorado Springs faceva parte della giuria d'ap­pello.

Come Nakano, leader incontrastato del ciclismo su pista. lo svizzero Freuler si è confermato campione del mondo nel­l'individuale, concludendo il programma dei mondiali sul podio più alto davanti al belga Vaarten e all'azzurro Alloc-chio. Campione a Bassano, Barcellona, Zurigo, Leicester e Brno, Io svizzero è al suo sesto titolo, tanto più prezioso que­st'anno che stava per chiudersi per lui senza alcun risultato apprezzabile nonostante l'Intensa attività. Con un Freuler, specialista eccellente, tanto assetato di successo, la gara è apparsa subito proibitiva per gli azzurri Allocchlo e Marti-nello così come per gli altri. Già al terzo sprint l'elvetico ha preso in mano la gara. Vinta quella volata, ne ha poi domina­te altre sette, compresa quella conclusiva. Con 6?. punti ha distanziato Vaarten (46) e Allocchlo (39) in modo inequivoca­bile. Allocchio ha corso bene, con intelligenza tattica apprez­zabile, puntando molto sulla volata conclusiva (punteggio doppio) dove è stato superato soltanto da Freuler. Il belga Vaarten ha avuto la mossa vincente nei riguardi di Allocchlo alla penultima volata e si è poi difeso in quella conclusiva.

Eugenio Bomboni

Europei, le donne brave quanto i maschi L'unico argento della Fogli frutto del coraggio, la squadra època cosa

Le prime immagini dei piovosi Campionati d'Euro­pa (per le donne tredicesima edizione) incorniciano Rosa Mota e Laura Fogli racchiu­se nell'aspra fatica di 42 chi­lometri e 195 metri da corre­re in fretta. Le ultime imma­gini, nel sole morente, ri­traggono lo sfolgorio della staffetta lunga suggellata dalla regale frazione di Ma­rita Koch. Rosa e Marita hanno raccontato cose assai belle ma la regina di Stoc­carda è Heike Drechsler con due medaglie d'oro (lungo e 200) e un record mondiale. La radiosa tedesca dell'Est ha verificato a Stoccarda quel che intende fare l'anno prossimo ai Campionati mondiali di Roma: quattro gare (100, 200, lungo e staf­fetta veloce) con relativi tito­li e magari con un paio di re­cord. Vuol fare quel che non è riuscito nemmeno a Cari

Lewis che di medaglie d'oro ne ha sì vinte quattro ma col solo record mondiale della staffetta.

Heike Drechsler è Wonder Woman. Sarebbe sbagliato dire che correre e saltare non le costi fatica. Ma corre e sal­ta con tale morbidezza, con tanta bellezza nel gesto atle­tico da far credere che lo fac­cia così, come passeggiare. Giovedì 28 dopo la vittoria di Vladimir Krylov sui 200 in un mediocre 20"S2 (l'ottavo, Frank Emmelmann corse in 21"03) tutu fummo portati a giustificare la modesta pre­stazione tecnica dei duecen­tisti col fatto che la pista era bagnata e il clima pessimo. Erano le 1 9 3 , un quarto d'ora più tardi Heike corse i suoi 200 metri in 21"71, pri­mato del mondo eguagliato. Era la prova che la pista non c'entrava per nulla anche perché alle spalle della splendida tedesca la france­se Marie Christine Casier aveva corso in 22"32, prima­to del suo Paese.

CLASSIF ICA | FEMMINILE

Punti

1)RDT 2) URSS 3) Bulgaria 4)RFG 5)G.B. 6) Romania 7) Polonia 8) Francia 9) Svezia

10) Spagna 11) Portog. 12) Cecos.

e Italia 14) Norvegia 15) Olanda

e Rnlan. 17) Svizzera 18) Ungheria

190 159 66 41 36 31 28 24 19 15 13

12 11

10 3 1

l e dacarfica ofebala (uomini

(9+5+6) (4+5+5] (2+4+1) (0+1+1) (1+0+2) (0+1+1) (0+0+1) (0+1+0) (0+1+1) (1+0+0 (1+0+0]

(0+1+01 i1+H (0+0+1)

adorna) ve-de prima TUrss con 347 punti davanti ala

HOT (306). a b Gran Braugna ( 166). a b RFG (134). a b Bulgaria (98). atftaia (94). a b Francia (70). ad a aitri pacai

Il livello tecnico dei Cam­pionati europei è così alto da sbalordire se non si sapesse che la bravura delle donne è ormai tale da non invidiare nulla a quella dei maschi. Ci sarebbero da raccontare mil­le cose e così ve ne proponia­mo una come simbolo per tutte. Nel giavellotto tra la tedesca dell'Est Petra Felke e la britannica Fatima Whi-tbread si è sviluppata una battaglia così intensa da te­nere gli spettatori sul filo del thrilling. Petra ha tentato subito di uccidere la gara con un lancio da ko e quasi c'è riuscita. Fatima l'ha in­seguita e l'ha superata. La tedesca è ripartita all'inse­guimento e si è arresa solo alla sesta e ultima prova. A quel punto Fatima avrebbe anche potuto rinunciare al­l'ultimo lancio, visto che aveva comunque vinto la ga­ra, o almeno limitarsi a.una esibizione accademica. E in­vece la britannica ha voluto ringraziare la folla che l'ave­va applaudita e, soprattutto,

dimostrare che U record mondiale del mattino prima, giovedì 28, alle 9,18, non era Frutto del caso. Ha lanciato e il sottile attrezzo è volato al­to e lontano, 76 metri e 32 centimetri più in là. Il record mondiale di Petra Felke era di 75,40. II record mattutino di Fatima Whitbread 77.44.

L'atletica leggera italiana al femminile e, purtroppo, povera cosa: per antiche ra­gioni di cultura, di disinte­resse, di scarsa informazio­ne, di maschilismo. Anche la squadra italiana era povera cosa e tuttavia ha vinto una bellissima medaglia d'ar-§ento con Laura Fogli, una

eliziosa signora dal volto di madonna. Laura non ha in­seguito Rosa Mota. Ha corso sui battiti del suo cuore, ascoltando le sensazioni che le arrivavano al cervello dai muscoli, dal cuore, dal fega­to. Ha corso e ha ripetuto l'argento di quattro anni pri­ma ad Atene. Solo che a Stoccarda il campo di gara era infinitamente più valido,

era addirittura olimpico. Mancavano soltanto Grete Waitz — ormai interessata solo alle vicende professio­nali con in palio molti dollari — e Ingrid KrisUansen.

Ecco, Ingrid non ha corso la maratona per correre i lOmila metri dove ha dop­piato quasi tutte le concor­renti (si è salvata solo Olga Bondarenko). Ingrid Kri­sUansen ha corso da prota-?;onista meravigliosa e ha allito di poco il record del

Mondo. È stata sostenuta da un pubblico semplicemente straordinario che ha applau­dito le concorrenti per più di mezzora. La piccolissima to­rinese Maria Curatolo (è alta meno di un metro e mezzo e

rsa meno di quaranta chili) finita decima col record

italiano. Ciò significa che le ragazze azzurre hanno co­raggio, che sanno battersi. Hanno la sfortuna di vivere in un mondo che non crede in loro.

Remo Musumed

E ora Ecclestone vuole fondere la deludente Brabham con la Lola

Per il peso nervosismo nel «clan» di Brunette NAPOLI — C'è aria di polemiche nel ritiro di Pompei di Brian Brunette che sabato sera affronterà a Napoli Patrizio Oliva nella sfida mondiale per U corona dei superleggeri. Il nervosismo è causato probabilmente dalle difficolta di Brunette di rientra» net limiti di peso della categoria. Il suo peso attuale ti aggira sui 66 chilogrammi, superiore ai 63.500 che rappresentano il limite di peso dei superleggeri. Ma secondo il fratello del pugile, Tom Bru­nette, non ci sono problemi. NCUA FOTO: Brwnetie al dmltaro di Nettuno dspon* f ier i su*» tomba di uno sto morto nsMo SDOTCO dotte truppe •moricuno in flato»

Il mondiale di Formula 1 si è concesso una pausa pri­ma del rush finale che parti­rà domenica prossima col Gran Premio d'Italia a Mon­za. In questo periodo però i vari team non sono andati in vacanza ma si sono impe­gnati nella sistemazione del­le proprie situazioni tecniche (piloti, motori e assetti orga­nizzativi) in vista della pros­sima stagione. Un colpo a sensazione lo sta per compie­re (Ce chi dice l'abbia già messo a segno) Bernie Eccle­stone. Il padrino della For­mula 1, Insoddisfatto dei ri­sultati ottenuti dalla sua scuderia, la Brabham, ha ac­quistato la Loia-Force, un team in difficoltà organizza­tive ed economiche che que­st'anno ha in gran parte de­

luso le aspettative. Ecclesto­ne ha fiutato l'affare, soprat­tutto in relazione al fatto che la Lola usufruisce dei motori Ford che quest'anno, al de­butto, non hanno certamen­te fatto sfracelli, ma sembra­no avere però grosse poten­zialità e offrono garanzia di continuità, cosa questa rile­vante in Formula 1, alla luce del ritiro della Bmw e delle incertezze della Renault L'intenzione del presidente della Foca non sembra esse­re quella di mantenere in vi­ta sia la Brabham che la Lola ma di operare una fusione tra le due scuderie. Verreb­bero presi i tecnici migliori dall'una e dall'altra (non Gordon Murray comunque) e costituito un unico grande e attrezzaUssimo team che avrebbe come base l'Inghil­terra.

La Ford fornirebbe i mo­tori, probabilmente in esclu­

siva. A Detroit sono convinti che l'anno prossimo farà se­gnare {'•esplosione» del pro­pulsore fatto debuttare in questa stagione. E la struttu­ra tecnica che Ecclestone metterebbe in piedi soddisfe­rebbe in pieno la casa auto­mobilistica statunitense.

Del quattro piloti attual­mente in forza alle due scu­derie (Patrese e Warwick per la Brabham, Tambay e Jo­nes per la Lola) rimarebbe solo l'italiano. Ecclestone ha infatti in mente un'ulteriore manovra tesa ad allargare ancora di più l'Interesse de-gU sportivi americani per la Formula l. Oltre al motore intenderebbe infatti avvaler­si anche di un pilota ameri­cana Si tratta di una delle più promettenti, amate e fe­steggiate guide del campio­nato Cart, Michael Andretti, figlio di quel Mario Andretti molto conosciuto anche dal­

le platee italiane per aver guidato la Ferrari negli anni 1971,1972 e 1982.

La gigantesca operazione euro-americana (di cui non si conoscono i dettagli eco­nomici) manca per ora di un solo tassello, che tuttavia preoccupa poco Ecclestone: il top sponsor. Pare infatti che la Olivetti, che ha spon­sorizzato per due anni la Brabham (con un esborso complessivo di oltre quindici miliardi di lire) abbia deciso di abbandonare la Formula 1 visti gli scarsi risultati fin qui ottenuti. Il team appog­giato dal gruppo piemontese in quasi due stagioni di gare, ha centrato una sola vittoria, quella di Piquet nel Gran premio di Francia del 7 lu­glio 196S. Un pò* poco per le grosse ambizioni con cui la Olivetti s'era affacciata alla Formula 1.

Walter GoagneR

MILANO — L'autodromo di Monza si è dato una «inciprisU.. Con una spesa complessiva di 800 milioni di lire, come è stato spiegato ieri nel cono della presentazione dell'avvenimento mon­zese. Sono stati eseguiti lavori «per aumentare la sicurezza e migliorar* gli impianti nel loro insie­me*. «Ma l'impegno è gravoso e si avverte sempre

iù la necessità di un contratto più lungo* per "fitto dell'impianto. A parte queste spese di

più li rafiit

A Monza spesi 800 milioni per

l'autodromo L'Osella trova

lo sponsor

•aggiornamento» a Monza costerà — ha spiegato fl presidente dell'Automobile Club Milano, Piero Stucchi rnnetti — quattro miliardi e 700 milioni questa edizione n. 57 del suo Gran Premia Dì «ueetLun Biliardo e 800 milioni andranno afta Foca. Dasegnalare che sarà regolarmente al via 1 Osells che ha trovato uno sponsor, la Landa e yyr- « GJ> di Monza verrà trasmesso da Raidue daue 14.10.

MUNICIPIO Di FERRARA Avviso dì gara

Il Comune di Ferrara indirà quanto prima una licitazione privata per l'appalto dei seguenti lavori: Costruzione opere murarie, affini e degli impianti tecnologici per l'adeguamento alle norme di preven­zione incendi e di sicurezza delle seguenti scuole comunali: scuole materne «Casa del Bambino» e «Gobetti»; scuole elementari «Pascoli», «Govoni» e «S. Martino»; scuola media «G. Garibaldi». Importo presunto a base d'appalto L 630.662.868

L'appalto sarà aggiudicato ai sensi dell'art. 1 leti, d) della legge 2/2/1973 n. 14. È richiesta l'iscrizione all'Albo nazionale dei costruttori per la categoria 2*. Le ditte interessate potranno chiedere di essere invitate a partecipare alla gara inviando apposita domanda, in carta legate, al seguente indirizzo:

COMUNE DI FERRARA - Sezione Contratti Piazza Municipale 2 - 44100 Ferrara

Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro giorni 10 dalla presente pubblicazione. L'opera è finanziata con mutuo della Cassa DD.PP. Le domande di partecipazione non vincolano l'Ammini­strazione.

p. IL SINDACO L'ASSESSORE Al LL.PP. Alfredo Bertelli

Consorzio per l'acqua potabile ai comuni delia provincia di Milano

Avviso di gara per collettore fognatura Si renda nolo che questo Consorzio indirà una gara d'appalto, mediante licitazione privata, da svolgersi con le modalità previste dall'art. 24 lett. a) punto 2) della legge 8.8.1977 n. 584 e successive modifiche ed integrazioni, relativa alla fornitura e posa tubazioni per la costruzione di collettori di fognatura al servizio dei comuni di Rodano e Settala (provin­cia di Milano). L'importo stimato dell'opera da realizzare è di L 6.000.000.000 circa {oltre Iva). Il termine di esecuzione non dovrà superare i 600 giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori. Le richieste d'invito, redatte in lingua italiana, su carta legale, dovranno pervenire alla sede del Consorzio, via Rimini 3 4 - 2 0 1 4 2 MBano, entro il 15 ottobre 1986. Alla domanda di partecipazione dovrà essere allegato certificato di iscrizione (o dichiarazione sostitutiva) all'Albo nazionale costruttori (per le ditte straniere eventuali iscrizioni su albo o liste ufficiali) dal quale risulti la iscrizione nella categoria IO/A per un importo non inferiore a 6 miliardi. Possono presentare domanda anche le imprese riunite che abbiano conferito mandato speciale con rappresentanza ad una di esse, a' sensi degli art. 20 e seguenti defla legge 8.8.1977. n. 584 e successive modificazioni dì cui agli artt. 9 e 12 della legge 8.10.1984 n. 687. Le Imprese, singole o associate, dovranno includere nella domanda le seguenti dichiarazioni, autenticate, successivamente verificabili: a) inesistenza delle cause di esclusione di cui all'art. 13 deHa legge

584/77. co;? come sostituito dall'art. 27 detta legge n. 1/78; b) inesistenza delle condizioni che comportino l'impossibilità di assun­

zione di appalti prevista dada legge n. 646/82. cosi modificata con legge n. 762/82 e legge n. 936 /82 ;

e) quali istituti bancari, operanti negK Stati membri deHa CÉE, possono attestare ridoneità finanziaria ed economica dell'impresa ai fini del­l'appalto;

d) inorare l'elenco dei lavori eeeguitt neojB ultimi dnque anni, «vacando l'importo. B periodo ed a luogo OWeiecunone degli atessi.

Le richieste di partecipazione non vincolano t'Ammiriate azione. Il presente bando viene inviato «s'Ufficio deSe pubbBcarioni ufficia*' deoa'CEE in data 29 agosto 1986. '

MUNICIPIO di REGGIO nell'EMILIA

V DIPARTIMENTO - 3» SETTORE - EDILIZIA PUBBLICA

Avviso di gara IL SINDACO visto l'art. 7 della legge 8.10.1984 n. 687

rende noto che questa Amministrazione comunale prov­veder all'appalto delle opere murarie ed affini per l'ampliamento del cimitero di Villa Rivalta per l'importo a base d'asta di lire 734.360.859. mediante licitazione privata, con la procedura di cui all'art. 1 lett. b) della legge 2.2.1973 n. 14; che tutti coloro che sono interessati all'appalto possono chiedere di essere invitati alla gara, facendo pervenire apposita richiesta, in carta legale, al 1B dipartimento, 3° settore, edilizia pubblica entro 10 giorni detta data di scaden­za della pubblicazione del presente avviso. La richiesta d'invito non vincola l'Amministra­zione comunale. Per l'appalto di lotti successivi l'Amministrazio­ne comunale potrà a sua discrezione avvalersi della procedura di cui all'art. 2 deHa legge 3.1.1978 n. 1.

p. IL SINDACO Ettore Borghi

CONSORZIO PER L'IGIENE AMBIENTALE

tra i Comuni di Cattoica Rimini - S. Giovanni in M. - Santarcangeto di R.

SEDE INCORIAMO-VIARAtSANOCFo)

A w w o di gara per i lavori di sistemazione e recupero area discarica

Questo Consorzio intende indre una «citazione per l'appalto dei lavori di sistemazione «nate e recupero dell'area data «scarica di Ca* BaMacci sHa nel Co­mune di Rimini per un importo a base d'asta di L. 963.935.380.

L'aggiudteazìone avverrà con a metodo di cui aR'ert. 1. lett. a) deta legge 2.2.1973 n. 14. Le Imprese interessate iscritte al*Atro nazionale dei Costruttori neta categoria V e per r importo compe­tente rispetto all'importo sopra inrJcato, possono richiedere con domanda in carta botata di essere invitate, facendola pervenire entro i quinolcesimo giorno decorrente deHa data di pubMcazione indriz-zata al Consorzio per l'igiene ambientate - Via Reiba-no - Corieno (Fo). l e richieste di invito non vincolano l'Amministrazio-ne. L'opera verrà finanziata della Cassa DD.PP. con i fondi dei risparmio postale.

IL PRESIDENTE don. Enrico Gnossi

I

la raccolta dei primi 10

numeri di

L. 5000 Collana Documenti

Edizioni l'Unità

un libro

di 128 pagine

tutte Iffi

ridere

MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 1986 l'Unità - CONTINUAZIONI 20

La prostituzione 2000 anni fa

Le venticinque «case di piacere»

di Pompei Il lupanare più famoso era quello gestito dall'«Africano» - Le schiave di Catone il censore - Le malattie veneree e la fama di Primigenia

Qui a fianco e nel tondo: due scene erotiche affrescate nella casa del «Bell'impluvio» e nella casa del Centenario. In alto: Marte e Venera -rappresentati in un affresco rinvenuto nella casa del Citarista

NAPOLI — Il cataclisma del 19 dopo Cri­sto ha fermato di colpo la vita a Pompei. E da questa straordinaria 'macchina del tem­po* ecco emergere, In tutta la loro umanità, anche i *vizi privati» degli antichi pompeia­ni. Ultimo in ordine di tempo il ritrovamen­to di alcuni quadretti con scene erotiche di gruppo — essenzialmente tra uomini nelle terme suburbane. Decoravano un *vene-reum*, un luogo di piacere che serviva a rilassare il corpo e lo spirito dopo essere stati nella parte delle terme dedicata alle attività fìsiche e il nome deriva appunto dalla dea Venere, notoriamente la protet­trice dell'amore. Fatto nuovo ed inconsueto nei quadretti sono raffigurate scene di gruppo ed eccezionalmente 'hard*. Ma chi cercava sensazioni forti a Pompei non ave­va che l'imbarazzo della scelta. 125 bordelli 'Ufficiali» e quelli 'privati* davano ampia facoltà di scelta a chi fosse alla ricerca di esperienze diverse e nuove. Il più noto ed apprezza to dei lupanari di Pompei era quel­lo che si trovava nel vicolo omonimo ed era gestito da un certo Africano. La «casa* era ben fornita di ragazze, delle quali ci sono giunti persino I nomi; disponeva di 10 posti-letto, di cui 5 al secondo piano con stanze più spaziose ed arieggiate e di servizi igieni­ci su entrambi i piani. -

Nel termopolio di Aselllna, in via dell'Ab­bondanza (una specie di bar moderno), sì poteva a poco prezzo mangiare qualcosa in fretta e poi godere — al piano superiore — della piacevole compagnia di una delle tre giovani serve: Smirina l'orientale, Egle la greca e Maria la giudea.

ti lupanare di Africano ed il termopolio di Aselllna erano tra le più note case di piacere di Pompei. Se ne sono contate fino­ra 25 di 'bordelli ufficiali; per non parlare di quelli più discreti, sistemati nelle case o al primo piano di un 'osteria. I maggiori fre­quentatori delle 'case* appartenevano in genere alla classe servile. I ricchi, Invece, non avevano che l'Imbarazzo della scelta fra le loro giovani schiave (o, secondo 1 gu­sti, anche tra gli schiavi), quasi sempre con l'approvazione più o meno esplicita delle mogli

Persino Catone il Censore, il più rigido sostenitore delle virtù morali romane, rice­veva ogni notte la visita di una giovane schiava! Ma, oltre ad essere *censore* era anche molto attaccato al denaro: e così, fa­ceva pagare «una tassa fissa* agli schiavi che volevano avere Incontri amorosi con le schiave di sua proprietà,

n commercio del sesso era anche allora molto proficuo. Le prostitute venivano re­clutate in genere fin da piccolissime. SI al­levavano a tale scopo soprattutto le neona­te esposte sulla pubblica via perché non ri­conosciute legittime dal padre o quelle ven­dute dal genitori. Il prezzo medio per pre­stazione era di due assi.

Tanto per fare del paragoni, quanto co­stava all'epoca un chilo di pane, oppure un vino di discreta qualità, o ancora, un asse In meno di una misura d'olio. Un prezzo, tutto sommato, abbastanza contenuto. SI cono­scono, però, anche •quotazioni* di otto o se­dici assi, quanto due o quattro 'misure* dell'ottimo e ricercato vino Salerno.

Alla stessa categoria delle prostitute, an­che se erano tenute In maggiore considera-alone sociale, appartenevano le attrici, le mime, che non dirado compativano nude a rappresentare scene fortemente erotiche. Una prostituta aveva un'unica possibilità

per tentare di cambiare vita ed elevarsi so­cialmente: sposarsi e diventare, quindi, una 'matrona*. - . r

Il lenone incamerava l'intero guadagno, almeno sino all'epoca dell'imperatore Cali­gola, che impose, tra le altre Imposte, anche una tassa sulla prostituzione pari al com­penso di un clien te al giorno.

Le prostitute non godevano degli stessi diritti delle altre donne. In particolare, non potevano ricevere eredità, non potevano te­stimoniare nei processi, non potevano in­dossare neanche gli stessi tipi di abiti usati dalle *signore*.

Pompei ci offre un'ampia campionatura di tschemata veneris», una specie di ma­nuali o pubblicazioni pornografiche del mondo antico. Forse proprio da questi mo­delli traevano ispirazione quadretti con pit­ture illustranti le varie *specializzazioni* della «casa» che si ritrovano in molti del bordelli. Famosissimi quelli rinvenuti nel lupanare di Africano, che sino a qualche decennio fa erano visibili solo da parte dei visitatori maschi.

Le malattie veneree dovevano essere ab­bastanza diffuse e le donne cercavano di difendersi dal contagio con veri sistemi che costituivano, nel contempo, anche del me­todi antifecondativi. Il più comune era quello dell'in troduzione di un pezzo di lana, Imbevuto di succo di limone, accompagna­to da spalmature di olio, ma di certo si co­nosceva anche l'uso di un corrispondente del moderno profilattico, ricavato da sottili membrane di pecora. .

Alcune di queste prostitute raggiunsero una notevole notorietà. Una delle più fa­mose nell'Intero agro pompeiano era Nove­lla Primigenia, citata in un graffito della casa del Menandro e In un distico ancora leggibile su una tomba a Porta Nocera. Do­veva essere una donna splendida, se è vero quanto si legge nel distico: 'Vorrei essere la coppa gemmata nella quale tu bevi all'ora nona nella gioia del convito. Soltanto così potrei toccare le tue labbra per imprimervi sopra I baci altrimenti impossibili*.

La sua fama è attestata anche ad Ercoli­no. Un certo Ermerote, impiegato di banca, scrive: 'Ermerote saluta la signora Primi­genia*.

Tanta notorietà non era sprecata: sebbe­ne nocerini e pompeiani fossero divisi da un odio profondo che scoppiava specie in occasione del giochi nell'anfiteatro (una volta furono tanto violenti che 11 Senato decise di *squalificare il campo* di Pompei per dieci anni dopo Incidenti avvenuti tra 'Ultras* delle due città) erano uniti nella passione per questa donna ed il campanili­smo davanti a lei segnava 11 passo.

Oli tschemata veneris* Impressionarono molto l bempensantl, soprattutto nell'800, tan toche qualcuno giunse alla conclusione — a dire 11 vero poco scientifica — che su Pompei ed Ercolano sì era abbattuta la pu­nizione divina come su Sodoma e Gomorra. Ma sono proprio questi quadretti, insieme a tante altre testimonianze della.vita quoti­diana, a farci avere una visione della storia antica molto più «umana», meno caratteriz­zata da eroi, battaglie, guerre.

Tutto ciò, anche I <vizi privati*, rende questi nostri lontani antenati più slmili a noi e, forse, queste loro 'passioni* ce II ren­dono anche un po'più simpatici.

Luisa Melillo Archeologi

bara in fondo al mare qulrentt. L'«Admlral Nakhl* mov* era salpata dal porto di Novorossljsk alle 22,30 di do­menica, diretta a Soci, rino­mata località balneare sovie­tica della regione di Krasno-dar, sul Mar Nero. A bordo aveva 888 passeggeri e 346 membri dell'equipaggio, tut­ti di nazionalità sovietica, in gran parte turisti. La colli­sione si è verificata circa un'ora dopo la partenza, quando la nave si trovava a non più di otto miglia a largo della costa. La nave mercan­tile «Piotr Vasiev», della staz­za—a pieno carico — di cir­ca 41.000 tonnellate, ha spe­ronato la nave passeggeri colpendola nella parte cen­trale della chiglia, all'altezza della sala macchine, spez­zandola praticamente in due tronconi. L'affondamento è stato rapidissimo. Leonid Neelak ha detto ai giornalisti che la tragedia si è consuma­ta in pochi minuti, forse me­no di una quindicina. La na­ve è colata a picco prima che le scialuppe di salvataggio potessero essere calate in mare e prima che l'equipag­gio fosse in grado di predi­sporre le misure di soccorso

previste dall'emergenza. L'altissimo numero di vit­

time si spiega probabilmente con la estrema rapidità del­l'affondamento e con il fatto che la grande parte del pas­seggeri stava in quel mo­mento dormendo o si trova­va comunque sottocoperta. Da qui l'estrema difficoltà di organizzare il salvataggio e di fare fronte al panico che deve avere Investito coloro che si sono resi conto della irrimediabilità della situa­zione. Le misure di soccorso, immediatamente scattate, hanno consentito di trarre in salvo 836 persone, 29 delle quali sono state successiva­mente ricoverate in ospedale per ferite varie. Fra i salvati — ha precisato Neelak — cinque bambini. Altri due bambini sono fra i 79 cada­veri ripescati nelle acque, in quel momento calme, del mare. L'oscurità ha reso co­munque assai difficili le ri­cerche, che si sono protratte spasmodicamente nel corso della notte e che sono poi proseguite per tutta la gior­nata di lunedi e continuano — secondo le dichiarazioni del portavoce sovietico —

ancora oggi. È 11 più grave incidente

della marineria civile sovie­tica. Grave e ' sconcertante anche perché, secondo la ri­costruzione ufficiale, in quel momento le condizioni del mare e atmosferiche erano discrete e la visibilità norma­le. Entrambi i capitani delle due navi, Vladimir Markov, deU'aAdmlral Nakhlmov», e Viktor Tkacenko, della «Piotr Vasiev», sono vivi e so­no ora a disposizione della commissione di inchiesta governativa che, com'è noto, e presieduta da Gheidar Allev, membro del Politburo incaricato del problema del trasporti e primo vicepresi­dente del Consiglio dei mini­stri. Saranno in primo luogo i due capitani, probabilmen­te, a poter fornire ulteriori elementi per chiarire le cau­se del disastro che, per ora, restano Inspiegablll. L*«Admiral Nakhlmov» per quanto varata nel lontano 1925, era dotata di moderni mezzi di rilevazione e avvi­stamento e, come ha ulte­riormente precisato il porta­voce sovietico, non aveva mai avuto il più piccolo inci­

dente in tutta la sua lunga carriera.

La nave è ora adagiata su un fondale di 43 metri di pro­fondità. Probabilmente è nelle sue cabine squarciate che molti di coloro che sono annoverati tra i dispersi, an­cora giacciono Imprigionati. Nella drammatica circo­stanza va rilevato che le au­

torità sovietiche hanno, in questo caso, fornito con tem­pestività tutte le informazio­ni essenziali alla stampa mondiale. Altrettanto è stato fatto nel confronti dell'opi­nione pubblica sovietica. Lu­nedi i giornali hanno pubbli­cato, con qualche rara ecce­zione, il comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri dell'Urss che dava notizia

dell'incidente e parlava di vittime. Ieri sera il telegior­nale Vremia ha trasmesso le fasi essenziali della confe­renza stampa del vlceminl-stro della Flotta marittima nelle quali veniva dato 11 re­soconto completo delle vitti­me e veniva descritta la di­namica dell'incidente.

Giuliette) Chiesa

«Così ci sono venuti addosso...» ROMA — A raccogliere le prime, drammatiche testimonianze sull'affondamento della nave passeggeri è stato un inviato dell'agenzia sovie­tica Novosti. Il giornalista ha raggiunto l'alber­go «Brigantina» a Novorossiysk, dove sono stati trasporati i sopravvissuti. «Ero sulla mia bran­da — racconta V. Prosvirniev, un membro del­l'equipaggio — quando c'è stato il colpo, imme­diatamente si è spenta la luce... Io sono riuscito a prendere i documenti. Ma quando ho nuova­mente raggiunto il ponte, la nave era già sotto il pelo dell'acqua. Sono riuscito a nuotare verso una zattera. La falla era enorme, tutto è acca­duto troppo in fretta».

Il marinaio Smirnov era di vedetta al mo­mento della collisione: «Siamo usciti da Novo­rossiysk normalmente tutu» andava bene. E abbiamo visto questo mercantile in lontanan­

za. Il marinaio di turno ha cominciato a chia­marlo per Tallio. Abbiamo rilevato la distanza e dalia misurazione radiogoniometrica abbiamo compreso che la nave ci stava tagliando la stra­da. Dopo qualche momento di pausa dal «Piotr Vasev» ci hanno risposto: «Non preoccupatevi. Stiamo per allontanarci. Lo facciamo imme­diatamente». Alcuni minuti dopo abbiamo ri­petuto l'appello perché il mercantile non aveva abbandonato la sua rotta. La seconda vedetta A. Ciudnovskij era preoccupato. Ho.visto che il mercantile si dirigeva verso di noi. È stato dato il «marcia indietro», ma era troppo tardi. II ca­pitano V. Markov è rimasto in plancia fino alla fine. Ha tentato di portare la nave in secca. Ma il timone non rispondeva. Quando il capitano mi ha ordinato di abbandonare la nave per attraversare la porta è stato come passare at­traverso un oblò».

sinistra (e ha già mostrato di saperlo fare), così come vuole contendere alla De­mocrazia cristiana i con­sensi degli strati «centrali» del corpo sociale e dell'elet­torato, facendo appello a una sensibilità crescente per le nuove sfide e i nuovi bisogni e valori della nostra epoca. Non ci si venga a

Le scelte Spd raccontare che la Spd si è fatta estremista o si è spo­stata più a sinistra del Pei, sol perché ha dato alla sua ricca e seria piattaforma

Ser la pace, la sicurezza e il isarmo, presentata come

base per la ricerca di intese

bilaterali ed equilibrate tra Est e Ovest, una caratteriz­zazione — che non è certa­mente sconosciuta alla no­stra elaborazione ed espe­rienza — di lotta decisa contro il rischio delle armi

nucleari, di revisione delle strategie della Alleanza Atlantica, di autonomia e di affermazione del ruolo del­l'Europa rispetto agli Stati Uniti. O sol perché ha scel­to una linea di fuoriuscita dal massiccio impegno pri­ma sviluppato nel campo dell'energia nucleare, a fa­vore del risparmio, della

valorizzazione delle ener­gie rinnovabili, e del ricor­so al carbone (alle risorse di carbone di cui dispone la Repubblica federale tede­sca). Dobbiamo, con corag­gio innovativo, e con senso di concretezza e responsa­bilità, saper dare anche noi in Italia, come forze di sini­stra, risposte convincenti a

tutti i problemi sul tappeto — programmatici, politici e istituzionali — quali nel nostro paese effettivamen­te si pongono, con l'obietti­vo di una svolta sostanziale nella direzione e negli indi­rizzi del governo.

Giorgio Napolitano

Martelli ha detto che i so­cialdemocratici tedeschi e noi non avremmo capito che non esisterebbe più una maggioranza sociale per la sinistra. Ed io invece dico che esiste ed è fatta non solo di classe operaia, ma anche di impiegati, di addetti al terziàrio, nuovi professionisti, giovani di­soccupati. Il problema è quello di saper interpreta­re questa maggioranza so­ciale».

— Non è colpa anche vo­stra se non riuscite ad an*

Sul nucleare dare al governo e a co­struire una prospettiva riformista? «È il Psi che ritiene che

non ci siano le condizioni e accetta un governo immo-bilista. È da sei anni che si sottrae ad un impegno co­mune. Non sono qui per di­re che loro sono il diavolo e noi l'angelo liberatore del­la sinistra. Abbiamo sapu­

to apprezzare Ctaxi, ad esempio, quando ha detto che il Pei è stato l'unico, durante la crisi, ad avan­zare una proposta seria e che però i comunisti devo­no entrare al governo dalla porta e non dalla finestra. Noi ci battiamo per que­sto». -

— Perché applaudite Craxi per Sigonella e non per altri aspetti della po­

litica estera? •Abbiamo la stessa posi­

zione della socialdemocra­zia europea, siamo per l'autonomia dell'Europa nell'Alleanza atlantica. Oggi critichiamo Craxi perché accetta la strategia dello scudo spaziale e per­ché vorremmo una inizia­tiva più energica per la pa­ce nel Mediterraneo».

— Qua! è i l male oscuro del Pei? Ha bisogno di più grinta? «Non è un male oscuro.

Lo abbiamo esaminato al

congresso e abbiamo an­che detto come deve essere curato. Non è una questio­ne di grinta; occorre fidu­cia verso gli obiettivi e maggiore combattività, Non siamo stati ancora ca­paci di esprimere una for­za, un grado di mobilita­zione adeguati».

— La crisi di governo co­munque è stata risolta. Come è possibile aver fi­ducia in un mutamento? «Io pensavo che questo

governo dovesse avere una vita breve, ma non pensa-

più diverse onde d'opinio­ne dell'elettorato ed ora, dopo l'attenzione partico­lare per radicali e ciellini, sia la volta dei verdi.

Ma l'obiezione fonda­mentale comunque investe un altro campo dì pensieri.

Chernobyl ci ha posto di fronte a problemi profon­dissimi. Non risolvibili fa­cilmente con le folgorazio­ni sulla via di Damasco (o di Norimberga) di questo o quel dirigente. Il primo problema è quello dell'in­formazione. Senza una dif­fusione dell'Informazione, non è possìbile né un con­trollo sociale né un gover­no democratico di sistemi complessi, come quelli del­le alte tecnologie. La con­ferenza nazionale sulla energia (di cui intanto il governo a presidenza so­cialista deve garantire, se­condo gli impegni, la tem­pestività, la serietà, la rap­presentatività), e i referen­dum popolari (a comincia­re dal consultivo, per il quale il Pel è fortemente impegnato), non sono vie tortuose per eludere più pronte e radicali decisioni. Sono le vie per un coinvol-

Qualche domanda gimento di massa in deci­sioni che riguardano il fu­turo del paese e dell'uma­nità. E consentire la pon­derazione del rapporto tra vantaggi, costi, fabbisogni e rischi, sulla base di giudi­zi Informati.

È alla prova tutta una cultura politica. 'Non c'è progresso senza rischi*... Ma quale peso diamo al ri­schio di incidente nuclea­re? 'L'uomo può dominare la natura*... Ma quale futu­ro ha una società che pro­duce e sì riproduce di­struggendo, o alterando ir­reversìbilmente, le basi stesse della vita? Dove stanno I nuovi punti di equilibrio?

Stiamo finalmente sco­prendo che la termodina­mica è una branca della politica moderna, e che l'e­cologia è un pilastro del nuovo socialismo.

Ma allora devono fare un salto di qualità, nel mo­do di guardare il mondo, e di maneggiarlo, i gruppi dirigenti, insieme a grandi masse di popolo e ad ogni

singolo individuo. C'è dell'altro. Chernobyl

ci manda a dire che il pro­blema nostro non si re­stringe ad una conta dei 'nuclearisti* e degli 'anti­nuclearisti*. Il colpo di fre­no allo sviluppo del nu­cleare civile è inatto ed è certamente brusco dopo l'incidente sovietico. Gli Stati Uniti lo avevano già dato, ed era bastato Three Miles Island a confortare il drastico rallentamento del loro programmi. È natura­le allora che tanto più sia­no cresciuti i dubbi in Ita­lia, che è ancora agli Inizi e che dispone del più sfavo­revole dei territori per la installazione degli impian­ti nucleari. -••

Ma oggi, fermarsi al *sì* e al 'no* è del tutto insuffi­ciente. Altri interrogativi si affacciano e altre scelte urgono. Può indefinita­mente crescere il consumo di energia, verso un model­lo americano che, se diffu­so su scala planetaria, la­scerebbe poche chances ai 'pianeta azzurro* che abi­

tiamo? O non è in discus­sione proprio questo mo^ dello sociale energìvoro? È da revocare in dubbio l'e­quazione 'crescente benes­sere più crescenti consumi di energia uguale crescen­te libertà*?

La Spd, a Norimberga, presentando un progetto di 'modernizzazione ecolo­gica dell'economia* e di •pace con la natura*, pone esattamente questa que­stione. Che in Italia è stata vista — o intravista, se sì vuole — solo da un incom­preso e bistrattato Berlin­guer. Si vada a leggere il tiiscorso dell'austerità*, del 1976! Lo si troverà cen­trato su due questioni: la necessità di modificare il rapporto Nord-Sud, svi­luppo-sottosviluppo, in modo che non cresca la forbice tra il benessere cre­scente dei pochi e la mise­ria crescente dei più; e la necessità di correggere il disordine, la rapina, lo spreco che peggiorano, nelle società capitalistiche sviluppate, il rapporto tra gli uomini e tra gli uomini e la natura. Un tale disor­dine, la scienza termodina­

mica lo chiama 'entropia*, e calcola il punto di non ri­torno, in alcuni settori già toccato o quasi raggiunto, oltre il quale la modifi­cazione negativa dell'am­biente, umano e naturale, diventa irreversibile, le condizioni di riproduzione della vita non si rinnovano più.

E ancora. Se non il nu­cleare, che cosa? Il rispar­mio, innanzitutto, ma an­che le tecnologie alternati­ve. CI sono molte opzioni possibili. Quella su cui in­sìste Rubbia, la fusione nucleare, e il sole, il vento, la geotermia, l'idroelettri­co, le maree... forse il 'car­bone pulito* di cui ci parla ora l'ing. Corbellini.

'Possibili», non vuol dire disponibili, o tutte deside­rabili, o tutte sicuramente realizzabili Per discernere il possibile e il desiderabi­le, e realizzarli, c'è bisogno di ricerca scientifica e tec­nologica, di risorse da de­stinarvi, di massicci inve­stimenti, di organizzazio­ne delle forze intellettuali e di lavoro.

Insomma, c'è bisogno di una grande politica. E di

vo che, nello stesso mese di agosto, già risultasse così diviso. È la dimostrazione che la crisi è irrisolta. Il problema oggi più impor­tante è il ripristino di un gioco democratico corret­to. Servono maggioranze parlamentari coerenti, buone leggi, un governo che sappia decidere. Non mi pare che i governi di questi anni abbiano sapu­to decidere».

Bruno Ugolini

grandi riforme. Vere. Ecco il terreno d'elezione sul quale la sinistra può dav­vero raccogliere le sfide della modernità e misurar­si con le dimensioni nuove dei problemi che ha di fronte oggi l'umanità, re­sponsabile, proprio perché potente come non mai, verso se stessa, verso le specie coabitanti il piane­ta, verso le generazioni fu­ture. Per quanto ci riguar­da, poi, qui in Italia, una sinistra responsabile verso il proprio paese e ì suoi bi­sogni di innovazione e di sviluppo. Le opinioni di merito, nel nostro partito, ancora divergono. Però, tutte, si misurano con tale dimensione dei problemi

Non è questa, Martelli, la polpa della discussione in corso? Noi, proveremo a metterci di nuovo I denti, anche come giornale, nelle prossime settimane. Quale contributo alle decisioni da assumere, attraverso una maturazione colletti­va e senza improwisazio-ni.

Fabio Mussi

gretario, Giovanni Negri (e pubblicata oggi sul «Manife­sto»).

Palmella critica il riserbo di Negri e scrive che «le scelte compiute dal compagni An-draous e Piromalli» andava­no invece subito pubblicizza­te. «Avete scelto — afferma il leader radicale — di non da­re pubblicità, naturalmente "per il momento", a questi due fatti, scandalosi e bellis­simi tanto da viverne o da morirne. Avete scelto di non farne saper nulla nemmeno al partita Avete avuto pau­ra».

Dopo aver sottolineato che

Il boss Piromalli le due iscrizioni «sono fra le prime e le poche che ci siano giunte dopo quell'assemblea degli iscritti radicali che ha consentito a chi Io ha voluto di comprendere finalmente qualcosa sulle prospettive e sulle ragioni delia cessazione di attività del partito», Pan-nella aggiunge che «avrem­mo quindi avuto, probabil­mente sull'onda delle scelte compiute dai compagni An-draous e Piromalli, dallo scandalo conseguente, mi­

gliala di iscritti e di militanti del partito; migliala, cioè un partito in maggioranza di re­clusi, un partito che dalla violenza fallita e fallimenta­re (risposta errata, tragica, a esigenze e attese altrimenti fondate) trae la fona della conversione non violenta, democratica, alternativa. Avremmo potuto meglio or­ganizzare la campagna d'au­tunno della giustizia giusta*.

Piromalli e - Andraous, conclude PanneUa, «si strin­

gono con noi attorno alla bandiera di un partito che lotti per la vita del diritto e per il diritto alla vita. Io di questo li ringrazio. Di questo e del fatto di averci reso quel partito che si stava e sta cambiando, dentro di noi e nei palazzi che abitiamo».

Il tesoriere del Pr, Peppino Calderisi, interpellato per te­lefono, ci ha confermato che Andraous aveva manifestato l'Intenzione di iscriversi già alcuni mesi fa. «L'iscrizione al Pr —ha spiegato — è sem­pre e comunque un atto libe­ro, nel senso che nel nostro partito non ci sono, a diffe­

renza di altri, organismi in­caricati di valutare una ri­chiesta di iscrizione. Anzi, noi abbiamo per statuto il di­vieto di rifiutare l'accetta­zione. Possiamo solo, e que­sto vale sempre e comunque, accogliere l'iscrizione, pur­ché essa risponda alle due condizioni póste dallo statu­to: il versamento della quota e l'impegno ad attuare la mozione votata al congresso. Questo vale in generale, e nel caso dell'iscrizione di Piro­malli, attraverso sua figlia, sono state adempiute en­trambe queste condizioni. Al momento non conosciamo altre motivazioni della sua

scelta. Naturalmente anche noi vogliamo avere un qua­dro più chiaro delle motiva­zioni che lo hanno spinto a questa decisione».

Ma non c'è imbarazzo, a dir poco, ad accogliere nel Pr un capo criminale come Pi­romalli? Risponde Calderisi: «Di fatto, il ritardo nella co­municazione della notizia è una prova di questo imba­razzo. Ce stata una preoccu­pazione nel segretario e negli organismi che infatti Pan­neila critica apertamente. A mio avviso è stato certamen­te un errore aver atteso per dare la notizia*.

Per le zone a «più alto ri­schio», dove cioè sono stati segnalati più casi di «afta epizootica», le •misure decise sono ancora; più'drastiche: blocco delle esportazioni di carne per tre mesi (ci si rife­risce sempre ovviamente alle esportazioni di carni non tratute).

L'organismo tecnico di Bruxelles che ha preso que­ste decisioni tornerà a riu­nirsi ai primi di ottobre. Solo

Bloccate le carni allora ai deciderà se revocare le misure restrittive.

La decisione di «blocco del­la commercializzazione» dei prodotti italiani è stata presa Ieri a maggioranza: contra­ria la delegazione del nostro paese.

Tutto ciò avviene dopo che Oran Bretagna e Grecia, fin

dalla metà 41 luglio, avevano deciso di sospendere l'impor­tazione del prodotti di alle­vamento dal nostro paese, Insomma, per gli operatori italiani si prepara un duris­simo colpo economico. E, in­fatti, non sono mancate im­mediate reazioni. L'Ala (As­sociazione italiana allevato­ri) natela fatto sapere che

vuole il «totale indennizzo per I capi abbattuti». Anche il presidente della Confcolti va­lori, Avello, dopo aver ricor­dato che l'afta «e arrivata in Italia dall'estero*, chiede •misure opportune ed effica­ci per la salvaguardia degli interessi degli allevatori*. Tra queste misure, le più im­portanti riguardano una nuova legge che disciplini la profilassi e la vaccinazione degli animali. Misure Unto più urgenti proprio perché

ieri ta Cee, pur «apprezzan­do» le misure prese dalle au­torità italiane quando si so­no manifestati i primi casi dell'infezione, non le ha giu­dicate «sufficienti».

Per dare un'Idea del danno economico che verrà al no­stri allevatori basterà ricor­dare che più di due terzi delle centosessantamtta tonnella­te di carne esportate dal l iu-lia durante l'anno scorso erano destinate al mercati europei.