Il Lusitania e la Nave Tang.

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Il Lusitania e la Nave Tang Di due navi irrecuperabili, e di due cacciatori di relitti di diversa natura Quattro protagonisti: due navi e due uomini. Greg Bemis compro' per poche migliaia di dollari il relitto del Lusitania da John Light, che lo aveva acquisito per duemilaquattrocento nel 1967, diventando prima socio del Light, poi proprietario unico nel 1982. Da allora, non cessa di cercare di ricostruire la ben controversa vicenda del suo affondamento. Per la Storia, non per denaro. E' un facoltoso industriale Statunitense. La “sua” nave colo' a picco con milleduecento anime. Il suo affondamento fu senza dubbio la causa, meglio, il necessario motivo ad usum populi della decisiva entrata in guerra degli USA nel primo conflitto mondiale. “Irlandesi Vendicate il Lusitania. Arruolatevi in un Reggimento Irlandese, Oggi.” Si… arruolo' al conflitto la Potenza USA.

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Il Lusitania e la Nave Tang

Di due navi irrecuperabili, e di due cacciatori di relitti di diversa natura

Quattro protagonisti: due navi e due uomini.

Greg Bemis compro' per poche migliaia di dollari il relitto del Lusitania da John Light, che lo avevaacquisito per duemilaquattrocento nel 1967, diventando prima socio del Light, poi proprietario unico nel 1982. Da allora, non cessa di cercare di ricostruire la ben controversa vicenda del suo affondamento. Per la Storia, non per denaro. E' un facoltoso industriale Statunitense.

La “sua” nave colo' a picco con milleduecento anime. Il suo affondamento fu senza dubbio la causa,meglio, il necessario motivo ad usum populi della decisiva entrata in guerra degli USA nel primo conflitto mondiale.

“Irlandesi Vendicate il Lusitania. Arruolatevi in un Reggimento Irlandese, Oggi.” Si… arruolo' al conflitto la Potenza USA.

Tilman Walterfang aveva una ditta di recupero metalli, in Germania. Sostenuta dal lavoro migrante di genti diverse. Tra i suoi dipendenti, un Indonesiano gli parlo' con una certa insistenza di grandi relitti nel canale della Sonda e nella zona, associando credo il mito locale di grandi tesori perduti a mare con il ferro delle navi moderne. Fu cosi' che Tilman si fece esploratore sottomarino, e si ritrovo' a recuperare il contenuto del relitto di Belitung. Fondamentale, finora, per capire i grandi commerci che legarono l'Africa dell'Est ed il Corno d'Africa all'oriente piu' lontano. Lo fece per soldi, e le sue scelte, che portarono alla distruzione della Nave di Belitung, dell' 826 AD, intorno al 1998, presto convinsero l'UNESCO a finalizzare una convenzione sul patrimonio sommerso. Firmata da dozzine di paesi, ma non da altri con grandi patrimoni abissali, ora ostacola il lavoro di Greg. Come le leggi Irlandesi specifiche.

Greg Bemis Tilman Walterfang

Quanti soldi hai messo nel tuo relitto, Greg? “Diversi milioni di dollari, ora, mi e' difficile contarli tutti”. Certo, siccome il poco che lui ha recuperato, molto probabilmente meno di quanto clandestinie ladri di tesori han sottratto al Lusitania, non gli ha fruttato nulla, non lo ha fatto per soldi. Ma per una passione per la nave e la Storia. Che lo rode da decenni, almeno quattro. Ha donato tre eliche, delle quattro originali -le sole che ha potuto portar su- all'Irlanda. Anche il servizio del 2005 di BBC e Discovery channel sul Lusitania non han fruttato molto a lui direttamente. Passa il tempo e la vita tra numerosi litigi legali per poter accedere alla nave. Piu' di quanto dedichi alla sua ditta. Con scarso risultato davvero: non puo' accedere all'interno del relitto.

Il Lusitania a Liverpool, il giorno del lancio. Una delle Eliche. Ora davanti al museo del mare, Liverpool.

Il Lusitania ai moli Chelsea, New York

Tilman, invece, ha venduto il tesoro della Nave Tang, il relitto trovato a Belitung, nella zona insidiosa tra lo stretto di Malacca ed il canale della Sonda, Indonesia, a investitori legati al governo di Singapore. Sentosa Leisure Group, i proprietari del piu' grande museo del mare al mondo, per trentadue milioni di dollari. Nelle mie stime, almeno quattro volte il valore delle ceramiche Tang, digrande produzione, che costituiscono l'essenza del recupero. Minacciando, avessero calato il prezzo,di vendere il recuperato ad altri musei come quello dello Smithsonian Institute, che invece delibero' di non voler aver nulla a che fare col Walterfang, per via dei suoi modi di operare. Per rispettare il rigore della convenzione UNESCO, per quanto ne' USA ne' Indonesia vi abbiano aderito. Di maggior pregio dei piatti erano, pronti per la vendita probabilmente in Africa, alcuni pezzi singolari. Come un boccale in oro che riporta l'immagine di due fratelli dai capelli ricci -certo non carattere Cinese o Indonesiano- e una serie di ceramiche di ben altro valore: una consegna speciale, forse un regalo nuziale secondo esperti Cinesi, trovate ben stipate nel gavone di prua, non nel cargo della chiglia. Peccato che, tentando di recuperarla in un botto senza mezzi specifici, e senza un permesso specifico, dato che la sua convenzione con l'Indonesia prevedeva il salvataggio del cargo, abbia distrutto la nave intera. Era fatta nella sua parte essenziale, l'intera struttura, di Afzelia africana. Un legno endemico del continente nero, scuro, denso e stupendo, perfetto per fare quelle navi cucite che dell'Africa sono emblema, dai tempi dei Grandi Faraoni di cinquemila anni fa. Una nave africana, insomma, sostengo io, di quasi venti metri, mono o bialbero, la cui replica Tom Vosmer, membro del nostro gruppo dei “Past Masters” ha costruito in Oman, e fatto navigare fino aldetto museo, l'Experiential Maritime Museum a Singapore. Li' e' ammirata da oltre dieci milioni di turisti l'anno. La nave Vasa dell'Africa, sostengo, affondata non dove il lago Mälaren incontra il mare di Svezia, davanti al suo cantiere -che qui, direi, fu tra le isole Swahili- ma nell'Oriente di spezie, ceramiche e sete. Distante dall'Africa, in un viaggio di ritorno a pieno carico, fatale.

Imputo al Walterfang, e ai suoi archeologi, che a loro volta ebbero dispute con lui, soprattutto la

perdita dei legni della nave. Tutto il recuperabile sta a Singapore, in un lotto unico, non disperso. Ci ha tolto per avidita' poco consapevole la prova essenziale di un'Africa marinaria e Grande. Da allora con alcuni amici proviamo a ricostruire, in convegni internazionali ed esplorazioni, quel passato, tra Axum, Kilwa, Zimbabwe e lo Shoa dei Davidi, in Etiopia, in cui l'Africa dominava l'oceano Indiano e le loro ricchezze inondavano l'Oriente: oro, mirra, medicine, avorio e schiavi in cambio di sete, ceramiche e monete degli imperatori di Cina.Per le ceramiche ed il resto, ecco, ha fatto bene affermo, a recuperarle dove cacciatori locali di tesori le avrebbero presto sottratte e disperse. Lui era un cacciatore di tesori di altra classe. In fondo, il Bemis del Lusitania, all'inizio, a quella classe, doveva pur lui appartenere.

Due distanti giorni fatali

Forni di Changsha, 826 AD. Non e' stato difficile ricostruire la data del naufragio. La data stava su una di oltre cinquantamila tazze stoccate da nuove nella chiglia, in genere in larghe anfore “Dusun”.Verso Persia, Oman, Yemen o costa Africana andavano i prodotti di un noto forno Tang, ceramiche insuperate per secoli in occidente, merce di scambio con i prodotti africani che ho menzionato, ritengo. E il forno metteva la data, come fosse la ora perduta Richard Ginori del lago Maggiore, da noi, nel vicino secolo scorso. Il test del Carbonio 14 di semi d'anice presi a bordo conferma la data.

Per tornare diretti in Africa, per esempio verso la costa Swahili di isole e mare, alla Kilwa dei grandi navigatori eredi della tradizione Axumita, per lo stretto della Sonda, dove palesemente era diretta la nave Tang, si costeggiava la grande isola Belitung. Insidiosa. Ho argomentato che la navigazione diretta verso l'Africa, vendendo altra parte del cargo ritornando lungo la costa verso oriente, era frequente in quel periodo storico. Sia perche' permetteva di ridurre di mesi, in pratica di un anno la durata del viaggio circolare tra Africa Orientale e Cina. Perche' dipendeva dal regime monsonico. Sia perche' da sempre lo stretto di Malacca era infestato da pirati, attivi parassiti armati attratti da quegli stessi commerci. Ben piu' larga la Sonda, e non difficile la navigazione diretta, attraverso l'antico trucco Africano, Hyamarita (Yemen) e, o Indiano del valutarecon le dita l'altezza sull'orizzonte delle stelle dell'Orsa minore.

Era la prima navigazione longitudinale. Gli stessi Axumiti, tramite nei commerci d'oriente dei nostridell'antichita' classica Romano-Bizantina, o i loro controllati Yemeniti la fecero sperimentare ad Eudosso di Cizico, poco avanti la nascita di Cristo, o al mercante Greco del Periplo del Mare Eritreo: diretti in India senza veder costa, dal Corno d'Africa. Nel 160 AD, ben avanti quel giorno tragico a Belitung, Indonesia. Usando l'altezza di stelle di riferimento sull'orizzonte, per tenere una latitudine precisa, fino ad incontrare coste distanti, ma ben note ai naviganti della costa Africana.

La nave Tang, prima della distruzione dovuta al tentativo di recupero affrettato e privo di criterio storico.

Non e' difficile immaginare la scena: si naviga notte e giorno, la grande isola si vede, ma non quellesecche davanti, vulcaniche e taglienti. La nave di solidissimo legno africano e' cucita. Planche

ricurvate di oltre venti metri di lunghezza sostengono urti molto meglio delle navi di legno di corte doghe inchiodate, per l'elasticita' data dalle cuciture in corda di raffia di cocco, e dalle larghe calafature di resine e paglie. Ma fino ad uno specifico punto. Non si erano inventati, nel nono secolo, i compartimenti stagni. Fu una scoperta utilissima dei Sung, la dinastia successiva, presso i grandi cantieri di Nanjing. I piu' grandi della storia, prima della Liverpool dei transatlantici.

Dall'ottavo secolo commercianti e funzionari visitarono il Corno d'Africa dalla corte Tang, un nomeritenuto ed un viaggio comprovato fu quello di Du Huan ad Eritrea, Etiopia e Somalia nel 735 AD, ho ritrovato e datato due monete Sung, una del 1040 e una del 1080, da Kaifeng, Cina interna, in Etiopia, presso Harla, Dire Dawa.

A Nanjing nel solo 1403 novantatre' navi Tesoro dei Ming vennero approntate per le sette spedizionidi Zheng He verso l'Africa e l'Oceano Indiano occidentale. Portavano fino a tremila persone l'una. Secondo le fonti Cinesi, le maggiori erano da 444 Li, 139 metri, solo cento per gli storici del mare Inglesi. Furono i Britannici, dopo il 1850 a fare i primi transatlantici che si avvicinassero per stazza.Non di legno... Ma accumulando quattro secoli e mezzo di ritardo.

La nave cargo Tang era piena, cinquantamila tazze di Changsha circa e altro, in parte perduto, qualcosa come venti e passa tonnellate. Colo' a picco in acque poco fonde. In pochi minuti, meno didieci, deduco dal tipo di costruzione navale: se l'urto fu, e ben fu, tale da vincere quell'elasticita' intrinseca, non apri' un piccolo, ma probabilmente un vasto squarcio. I marinai si salvarono, si puo' azzardare. A patto di saper ben nuotare, in acque calde. La costa era a poche centinaia di metri. Nulla a che vedere con il mar d'Irlanda del sette Maggio 1915: 11,5 gradi.

Da quell'affondamento prossimo, di un secolo fa esatto, 1090 anni dopo quello della nave Tang, si salvo' solo piu' di un terzo dei passeggeri, settecentosessantuno, nonostante accorsero pronte dalla costa un vascello e diverse barche a salvataggio.

Il meglio del tesoro della Nave Tang.

La nave, no, due pezzi di legno rimasti. Un mio contatto, l'archeologo marino Agus Sudaryadi, ha trovato solo questi.

Tom Vosmer spiega la sua replica della nave Tang, il Juwel of Muscat, video.

Ecco il fattaccio, invece. A poco valse il chiaro avviso pagato dall'ambasciata Tedesca su cinquanta quotidiani, tra cui il New York Times, che pregava i passeggeri di non salire sul Lusitania, nave ufficialmente militare e con carico anche di munizioni. L'annuncio fini' di fianco alla pubblicita' delle Cunard Lines per il viaggio di ritorno, Liverpool-New York e Boston, via Queenstown (Cobh),Irlanda. E salvo' probabilmente della gente, dato che sollevo' molte reazioni. Ma a bordo c'erano comunque 1921 persone, di cui tre Tedeschi arrestati per spie e annegati nella loro cella.

Il regista-esploratore Cameron nel film Titanic, che ha fatto a suo modo dell'archeologia marina scienza fortunata, ricca e popolare -almeno per una volta- prende da questo naufragio ambientandolinel Titanic almeno due particolari: la scena cruciale della cella inondata col prigioniero ammanettato e i quadri di grande valore perduti e -forse- creduti recuperabili: il miliardario Hugh Lanes aveva decine di tubi sigillati di opere d'arte famose e di difficile stima, con se'.

Quel primo pomeriggio del sette Luglio, 1915, un siluro colpi' la nave sul lato destro, dopo l'arrivo di un ordine contrastante agli altri: non filare a tutta velocita' per sfuggire agli U Boot tedeschi. Era capace di 21.5 nodi, non piu' i 25 del nastro azzurro, che il Lusitania aveva detenuto come nave piu' veloce sull'Atlantico, visto che un motore si era chiuso per ridurre i costi. Ma viaggiava a velocita' ridotta in approccio a Dublino. L'U20, il sottomarino che le fu fatale, poteva essere esattamente sulla rotta del Lusitania per caso. Piuttosto, la cercava, o sapeva esattamente dove fosse: c'e' chi ipotizza che la posizione fu lasciata conoscere al nemico. Di certo, il codice di comunicazione con le navi civili era stato rotto dai Tedeschi, e gli addetti Inglesi lo sapevano. Fu cambiato. Dopo.

Un solo siluro colpi' la fiancata di dritta verso il centro, ma immediatamente dopo scoppio' la nave, che colo' a picco in diciotto minuti, del tutto sventrata da un'esplosione interna.

Secondo il Bemis, che ha visitato il suo relitto oltre venti volte, una grande esplosione di materiale interno alla nave, secondo altri, l'esplosione di polveri di carbone ed ora piuttosto, dimostrato che quello era fattualmente impossibile, di una caldaia. Progettate per non far affondare nulla in caso di scoppio per pressione eccessiva, nella logica del tutto incapace di affondare una nave, ripeto, scoppio di caldaie, numerose ma piuttosto piccole, non esplosione! Greg non ha mai potuto aprire un'entrata dove, sul lato del Lusitania potrebbe studiare le cause esatte dell'affondamento.

Fatti certi, solo che il Cancelliere Churchill aveva espresso piu' volte la necessita' di “attrarre navi mercantili e passeggeri Americane in zona di guerra, affinche' un affondamento possa mettere gli USA contro la Germania”, e alcuni punti che la Wiki “Lusitania, Sinking of “ sulla wiki Inglese pone, incontrastati da alcuno, pur nella recente, velenosa guerra di dati e informazioni che circonda

le cosiddette “teorie della cospirazione”:

1.The British authorities were aware that a German submarine was in the path of the Lusitania, but failed to divert the ship to a safer route.2.They also failed to provide a destroyer escort, although destroyers were available in a nearby port.3.The ship was ordered to reduce speed in the war zone, for reasons that have been kept secret ever since.4.How did such a big ship sink so quickly from a single torpedo strike?

1. Le autorita' Britanniche erano a conoscenza della presenza di un sottomarino tedesco sulla rotta del Lusitania, ma non han fatto cambiar rotta alla nave (!).

2. Non fornirono la scorta di un torpediniere, per quanto ve ne fossero di disponibili in un porto vicino. Nota dell'autore: nonostante tutto il clamore suscitato intorno al suo viaggio.

3. La nave ebbe l'ordine di ridurre la velocita' in acque nemiche, per ragioni da allora secretate (!).

4. Come pote' una nave tanto grande affondare tanto presto, colpita da un solo siluro? (!!).

La mia impressione sostanziale e sostanziata e' che ci fu la chiara intenzione -nessuna misteriosa cospirazione- di far affondare il Lusitania. Suggerita a chi in USA aveva interessi finanziari diretti nella guerra, dai Servizi Inglesi. Per poter vincere le note forti resistenze degli americani, e del loro Presidente, il legalista e pacifista Woodrow Wilson. Churchill, che tanto teneva ai mercantili e navi passeggeri affondate per una giusta causa, certo sapeva, non poteva non sapere di un'ordito simile.

Testo originale della lettera di Winston Churchill a Walter Runciman, Presidente della camera di Commercio Britannica, di una settimana prima dell'affondamento del Lusitania, come a mettere le mani avanti, tutto il piano preparato e gia' in atto: "most important to attract neutral shipping to our shores, in the hope especially of embroiling the United States with Germany." Il capitano Turner rifiuto' di rispondere a domande chiave durante le inchieste sull'affondamento, citando il segreto militare, e mancano pagine intere del rapporto relativo. Il “Defence of Realm act” venne modificatoil 10 giugno, immediatamente prima delle riunioni della commissione parlamentare sull'affondamento, specificamente per rendere illegale ogni questione sulla presenza di materiale esplosivo a bordo. Fino ad allora solo il passaggio di tali informazioni al nemico era reato. Cosi' il pezzo assolutamente cruciale, il punto quarto e vitale viene lasciato affatto sospeso: come pote' cotanta nave andare a fondo in pochi minuti se colpita solo da un siluro? Fatto del tutto impossibile senza l'esplosione nota e successiva. Si fecero enormi provati sforzi per impedire le ricerche: “la nave intera appare come groviera, e tutto l'intorno e' pesantemente minato”, Des Quigley, sommozatore Irlandese che visito' il relitto negli anni novanta.

Si avanza che il “pelame”, “furs” del manifesto, a centinaia di metri cubi, prodotto dalla Dupont, fabbricante di esplosivi, fosse ben altro, mentre Bemis ha stimato a 4 milioni i proiettili trasportati. Un passeggero descrisse il rumore negli istanti successivi alla seconda esplosione come un “continuo scoppio di mitraglia”. Si sono ritrovati nel 2008 proiettili militari in una zona creduta priva di cargo.

Una chiara analogia con il fattaccio di ottantacinque anni dopo: due vaste esplosioni sotto le torri gemelle a Nuova York, e numerose altre ai piani, apparentemente, assicurarono anche li' l'impossibile: la caduta in tempi simili a quelli della caduta libera di due torri progettate per resisterea diversi impatti di aerei simili, con 27 putrelle ciascuna, di cui solo tre, se non fuse da sotto, avrebbero sostenuto ciascuna delle torri. Impossibile, anche qui, che un aereo fondesse 24 travi, allabase. Colpendone tre o quattro a trecento metri di altezza.

Ricordo che le grandi famiglie di banchieri USA come i Rotschild, Stanley, Sachs, Goldman,

-impegnate ora a sostenere spese militari moltiplicatesi decine di volte dopo quell'11 Settembre- avevano finanziato allora le due parti in guerra, ma in misura nettamente maggiore gli Inglesi in particolare. Un default a seguito di una sconfitta dell'Intesa avrebbe molto intaccato quegli interessi.

La guerra duratura appare, comunque, in genere la miglior opzione economica a chi per le guerre presta, e' cosa palese. Come le leggi esponenziali della matematica finanziaria. Almeno da quando i banchieri Fiorentini e Fiamminghi nel medioevo produssero, per se' soli, ricchezze immense prestando per guerre assai durature per nome e definizione, quella dei trenta e quella dei cento anni!

Apprendiamo con sconforto e sofferenza ora che ad ogni gruppo mediorientale sfugga alla mano dell'Intesa di oggi, la vasta NATO, subito ci si affretti a dichiarare che la guerra dei moderni professionisti sara' molto lunga, “di almeno venti anni”. Mentre se e' un popolo vicino ad essere fomentato a peleare, certo, si dichiara che la guerra sara' “lampo”, un “Blitz”. Entrambi falsi grossolani, verissimi gli interessi celati, che arrivano a uccidere concittadini per fomentare guerre.

Gli alunni Italiani, di ogni ordine di scuola, presentando immancabilmente all'esame di Stato la storia del periodo, trattano il cambio di fronte dell'Italia. Un tradimento pianificato degli Imperi centroeuropei, che invero poco o nulla fece per cambiare alcunche' nella guerra, nel 1915. Quando ogni tensione era invece posta per rompere la neutralita' di chi poi, nel 1917, finalmente decise la guerra in pochi mesi: gli Stati Uniti.

Il Lusitania, per tutti i suoi 240 metri, listo' di trenta gradi in circa tre minuti. Decisamente meno deltempo necessario per trasmettere ed effettuare l'ordine di adunata sui ponti.

Difficilissimo far scendere le scialuppe, contraríamente a quelle del poco precedente disastro del Titanic, piu' che sufficienti ai passeggeri. Solo sei scialuppe furono calate bene, in una totale confusione che costo' la vita a moltissimi, caduti a mare dai bordi altissimi, perche' due scialuppe si rovesciarono, per essere rioccupate da chi, in quel mare freddo, se le trovo' poi a portata di bracciata. Le altre si schiantarono a bordo, una calata correttamente e ben piena affondo' subito, invece. Per l'incuria del personale di manutenzione, che non aveva rimesso il tappo dello scarico delle acque di lavaggio e di pioggia.

Un'impressione d'artista contemporaneo degli ultimi cinque minuti del Lusitania, sotto bordo.

Riuscira' Greg Bemis a carpire il segreto del relitto?

La chiara associazione che molti fanno tra l'aver lasciato fare, o aver provocato le forze aeree Giapponesi a Pearl Harbor, con come desiderata e, nel 1943 immediata conseguenza l'ingresso USAnel secondo conflitto mondiale complicano la ricerca della verita'. Soprattutto dall'inizio di questo millennio.

Molti, troppi hanno applicato le loro intelligenze, dall'infausto undici settembre, compresi esperti delle demolizioni controllate, di avionica e di associazionismo islamico, a dimostrare come l'edificio sette presso le torri gemelle sia caduto in caduta pressoche' libera, intonso da aerei o seri incendi. Proprio come caddero le due torri principali. O come un razzo, non un aereo abbia colpito il Pentagono, come uno di cinque aerei dirottati -tonnellate di alluminio rivettato, sedili, persone- non si sia certo volatilizzato nel nulla, mentre il solo aviogetto mancante non potesse essere affatto tra le masse di rifiuti ferrosi abbandonati in un campo, si capisce da chi. Dagli stessi che avrebbero inscenato gli attentati. Nessuno dei miei contatti negli States, persone molto intelligenti, crede ad unattentato. Ecco una semplice nota del medico legale convocato su questo ultimo sito di “aereo caduto”: “Non ci sono corpi ne' tracce di aereo, il mio lavoro e' concluso, minuti dopo il mio arrivo”. Per esempio, non c'erano sedili...

Da allora i rifugiati si sono triplicati nel mondo, e salite alle stelle le spese militari di quelli che Noahm Chomski chiama gli “Stati Canaglia”. Negli USA primi, dove si sono moltiplicate fino ad ottanta volte. La sua e' una reazione al tanto terrorizzare il mondo per avidita' organizzato da pochissimi; il grande filologo ribalta a guanto la graduatoria della CIA. Europa scimmiotta, cercando guerra in Ucraina, raccogliendo solo gli effetti collaterali indesiderati: accogliamo masse di rifugiati che spingono a rinchiudersi, non a trarre profitto dalle risorse, per esempio, dell'Africa spartite intanto fra USA e Cina. Indenni dai rifugiati del mare le due vere strapotenze, ben distanti dai flussi migranti provocati dalleguerre volute nel dopo “9 11”. Non dagli Stati in guerra, che ne sono le tragiche vittime.

Il mondo si riarma di testate nucleari: senza un nemico non si possono organizzare o perlomeno preparare, per poi provocarle, lucrosissime guerre. Poco importa qui chi soffra. Non vive in quegli “stati canaglia”, che applicano piuttosto in politica internazionale un semplice principio, che potremmo chiamare quello della massima entropia: per vivere in condizioni di ordine perfetto in quegli Stati, necessario e' che da altre parti si crei il massimo disordine molecolare possibile.

Silenzio abissale sul Lusitania

Ecco perche' dossiers normalmente da lungo desecretati -dopo cento anni- restano coperti dal segreto di Stato, e Greg Bemis incontra tanta, tanta resistenza, sotto ogni pretesto possibile, per poter ispezionare a fondo il Lusitania.

Non credo sara' mai possibile ricostruire la verita' sul suo affondamento.

La massa di azioni rivolte alla sua distruzione in sito, ad evitare poi che venisse avvicinato e che persino il proprietario del relitto lo studiasse si spiegano solo con le righe che ho appena tracciato. L'Impero delle Guerre si fonda su grandi somme, e necessita di capace e capillare propaganda.

Non un cimitero di antenati che avevano sperato arrivare in Europa, nonostante quel trafiletto di avviso dei Tedeschi, chiarissimo. Non un relitto di unico valore, intoccabile per non perderne alcunaparte, dopo che e' stato abbondantemente bombardato e provatamente minato. Non uno scrigno di tesori, veri o presunti, atti ad abbindolare ricchi imprenditori culturali, come l'antica nave Tang.

Eccovi, in debole, soffusa luce blu il Lusitania: cimitero della Ragione, e della Pace duratura fra

razze, Stati e religioni.

Sepolte in un'ottantina di metri d'acqua dall'impervia avidita' di pochi guerrafondai detentori di un enorme potere. Sproporzionato alle cose, ai tempi ed alle aspettative decenti degli uomini comuni.

Del prezzo, e del recupero dei fondi dedicati all'archeologia marina

Non discuto del valore di certe liberta' che abbiamo conservato per due volte successive, nel secolo scorso, in Europa. Evviva quell'interventismo USA del secolo passato! Sono un fondamento dei nostri diritti acquisiti, compreso quello, per me essenziale, del combattere le guerre fondate solo sul perpetuarsi di situazioni di dominio economico. Il diritto di scriverne.

La convenzione sul patrimonio culturale sommerso e' una vittoria della Cultura mondiale.

Figlia in buona parte della distruzione di relitti fatta da gente della classe del Walterfang, e altri pureben peggiori, per quanto il caso Belitung fu fondamentale per la sua approvazione all'UNESCO.

Grazie ad essa migliaia di relitti, in grandissima parte ancora da scoprire, ed altri gia' identificati, di navi soprattutto -anche di aerei- sono protetti, nella maggior parte dei mari del mondo. Sulla carta, almeno. L'UNESCO stima che vi siano circa tre Milioni relitti di navi, naufragate a partire dal 5000 AC, senza azzardare quante siano raggiungibili o in qualche misura, anche minima, preservate. Per storici ed archeologi, una nave con carico vale piu' di un palazzo o di un forte scavati e ben studiati.

Una nave ritrovata racconta non solo la tecnica con cui fu fatta. Grazie alla provenienza dei legni, da dove viene, salvo il caso piuttosto raro -a volte documentabile- in cui i legni fossero stati importati per lo scopo. Studiando il carico, come fu stipato, il cibo e gli effetti personali dei marinai permette di ricostruire frammenti molto significativi di vita sociale di una gente, e di un tempo.

Pochi investono in ricerche marine.

Pochissimi rispetto alle risorse inesplorate e alle potenzialita' di scoperte colossali. Troppi mari restano inesplorati, o vengono continuamente saccheggiati di patrimonio sommerso da ogni classe di pirati dei fondi marini. Diversi siti sono inaccessibili dopo la crescita di attivita' belliche dopo l'undici Settembre. Eppure, dove vi e' una volonta', i mezzi e le vie, si trovano.

Cito ad esempio la nave dell'Assarca Nera, un cargo del quarto secolo, probabilmente Axumita, scoperto in acque praticamente superficiali dai turisti del Nobile, presso l'isola omonima. Il Nobile e' una goletta ormai inattiva in zona. Sosteneva fino a meno di venti anni fa un turismo di nicchia tra le stupende isole dell'Eritrea.

Nel 1995, con maschere, pinne e tubo -dalla superficie- italiani in vacanza trovarono masse di anfore. Un caro amico, Ralph Pedersen, archeologo professionista, era allora ad Asmara, prospettando ricerche marine. Pote' ben presto esaminare, poi iniziare a studiare il relitto. Ed iniziare a pubblicarlo, dopo il 1997.

Fu la guerra tra Etiopia ed Eritrea, l'anno dopo. Ralph non aveva modo di rientrare in Eritrea. Ci siamo conosciuti in rete, per il mio interesse nelle vie di schiavi, oro, mirra medicine ed avorio dall'Africa. Ha presentato proprio quel relitto alla conferenza mondiale “Exploring China's Ancient links to Africa”, organizzata con me ad Addis Abeba da Ian McIntosh, leader dei Past Masters.

A mesi Ralph sara', dopo diciotto anni, ancora sulla “sua” antica nave, grazie alle relazioni che si imbastirono allora e culminarono a Procida questo maggio ad un incontro sui commerci antichi nel mar rosso, quando il direttore del museo di Asmara lo invito' ufficialmente a proseguire le ricerche.

L'archeologia marina costa. Costa anche la ricerca di relitti. Mentre Googleearth viene usato ogni giorno da decine di tecnici per l'archeologia ed i beni culturali -e' la materia che insegno ad Addis Abeba- pochissimi, nessuno ora in Africa per esempio, scandaglia i fondi con il telerilevamento equivalente, il Sonar. I sonar ad apertura sintetica, SAS, sono macchine rarissime, mentre dozzine di

satelliti osservano in continuazione la terra. I dati delle poche ricognizioni SAS mai fatti al mondo sono tenuti come patrimonio segreto. In genere da pochissimi. Tutti da ormai quasi dieci anni possiamo vedere il tetto di casa, la nostra via su Googleearth, Bing maps e altri servizi gratuiti.

Poco male, ci sono sonar meno sofisticati ovunque, anche da poche centinaia di euro, e molti appassionati cercatori, non cacciatori di relitti pronti ad assistere.

A titolo esemplicativo cito il mio progetto di sondare, per la prima volta, sei zone di Gibuti e del Somaliland ex Britannico. Presso zone note per aver costituito i porti dei vasti commerci medievali ed antichi che ho qui citato, tra Africa e Cina via Arabia, Persia ed India. A costo zero per il Governo locale, e assai limitato per i partecipanti, grazie al volontariato di persone di quattro paesi, Etiopia, Gibuti, Francia ed il supporto vitale del gruppo ricerche Cycnus di Finale Ligure, Italia. Avremo i necessari permessi?

Un relitto trovato in queste zone costituira' una prima assoluta, da affiancare alla Nave Tang, non per vendibilita' del recuperato, ma per valore delle informazioni raccolte!

Se ci fosse un tesoro, andrebbe in un museo locale, e le navi, come suggerisce l'UNESCO, preservate dai pirati dei fondali, in loco. Con la costituzione di limitati parchi marini. A Gibuti i fondali sono relativamente bassi, o tanto profondi, oltre una cortissima piattaforma, da escludere per ora ogni ricerca. Potrebbero benissimo essere relitti visitabili da turisti degli abissi. Per poter generare reddito, l'unico movente, causa possibile della loro prolungata conservazione.

Indicazione sommaria delle zone da sondare proposte dall'autore al Governo di Gibuti.

Crescente consapevolezza, e capacita' economica di paesi come l'Etiopia, un tempo grande potenza navale dell'Oceano Indiano offrono nuove prospettive. Un paese dalla grande Storia necessita di documenti del proprio passato, come di pace. Piu' del pane, meglio, dell'injera quotidiana.

Sta lentamente finendo l'era delle “esplorazioni” europee iniziata con Venezia ed il Portogallo per poi costruire gli Imperi Spagnolo e Turco Ottomano nel tardo medioevo. E l'era coloniale.

Sta svanendo la mentalita' dannossissima che vedeva Europa come centro di cultura, potere e invasioni culturali sufficientemente sofisticate da falsificare la Storia e pagare falsi archeologi, come avvenne a Great Zimbabwe. Per distruggere le prove dello splendore dell'Africa del Medioevo. Cacciati nel disonore gli archeologi veri che sapevano cosa si fosse trovato la': una civilta' ricca e sofisticata, diffusa non solo nell'Africa del Sud, ma da molto prima signora di terre e mari nel Corno d'Africa. Paesi ora schiavi di una guerra del tutto frivola, quella sospesa e mai chiusa fra gli stretti fratelli Etiopi ed Eritrei, tenuta aperta nella speranza di vendere altre armi, e di sostenere “per molti anni”, magari almeno venti, lo status quo criminale, demenziale, antiumano:

“L'Eritrea, professore e' uno Stato Canaglia, La Russia, resta il Nemico” (sic!). Come chioso' un alto funzionario di Stato USA, quando fui inviato da Lei a chiedere di assisterci a fomentare pace

tra quei fratelli strettissimi, che nessuna lingua, cultura o religione ha mai diviso.

La materia Pace pare forse qui fuori luogo. Io, personalmente, non dimentico, ogni giorno, che un terzo dei morti per naufragio nel canale di Sicilia e circa un quarto dei migranti che hanno messo in scacco la fortezza Europa sono Eritrei. In genere, militari o sempre medio-abbienti, spinti al disastrodal fatto consolidato che un Eritreo, figlio di uno “Stato Canaglia amico del nemico Putin”, viene immediatemente accolto in Europa come rifugiato, coccolato, rispetto al suo destino patrio. Mentre dietro quella linea di confine tracciata dai coloni Italiani sui fiumi Mareb e Setit, Etiopia cresce rapidamente. E si perdono ogni giorno almeno cinquanta milioni di dollari USA di commercifra due paesi, l'Eritrea soprattutto, che non devono ne' possono, a logica e giustizia, farne a meno.

Profughi si salvano, o muoiono, nel mediterraneo.

Chi verrebbe in Europa rischiando il naufragio, se fosse la Pace, se si accettasse almeno di far parlare di pace Asmara e Addis? Eritrea ed Etiopia rappacificate romperebbero insieme diversi record di crescita nel mondo. Turistica in primis.

Avviso dell'Ambasciata tedesca agli imbarcanti il Lusitania. Non avvisi, ma inviti al suicidio potenziale per gli Eritrei? Il Giornale, quotidiano della destra in Italia indaga sul gran numero di Eritrei in Svizzera, accolti, nutriti, alloggiati. A Lugano, ieri, ho raccolto proteste pesanti di un uomo di destra locale. Non riferisco come li vorrebbe rimpatriare.

Marco Vigano'

Varese, cinque Luglio 2015.

Bibliografia essenziale:

1. Belitung Shipwreck. Trafficking Culture site:

http://traffickingculture.org/encyclopedia/case-studies/biletung-shipwreck/

2. Treasure Trove making Waves, BBC news:

http://news.bbc.co.uk/2/hi/7675866.stm

3. Flecker, M.: A Ninth-Century Arab or Indian Shipwreck in Indonesia First Evidence of Direct Trade with China:

http://nsc.iseas.edu.sg/documents/belitung/The%20Belitung%20Wreck/01_flecker_002to039.pdf

4. Wiki “affondamento del Lusitania”: https://en.wikipedia.org/wiki/Sinking_of_the_RMS_Lusitania#Controversies

5. e Wiki “Lusitania”: https://en.wikipedia.org/wiki/Sinking_of_the_RMS_Lusitania#Controversies

Riporto per entrambe il riferimento diretto alla parte sulle controversie in corso.

6. Vigano, M. Axum only had seas as borders. A contribution of History and Archaeology to Peace in the Horn of Africa, academia.edu, pp. 25. https://www.academia.edu/5777454/Axum_only_had_seas_as_borders._A_contribution_of_History_and_Archaeology_to_Peace_in_the_Horn_of_Africa

7. Preston, D. (2003) Wilful Murder. The Sinking of the Lusitania. London: Black Swan. ISBN 978-0552998864.

Chiosa finale

Tilman Walterfang ed i suoi dicono la “nave Tang” di Belitung fosse una nave Araba. Con questo convinsero lo sceicco dell'Oman a farne la replica, a caro prezzo. Ma i legni sono africani, come la presumibile destinazione del cargo piu' di pregio, e la piu' antica tecnica marinara su quelle rotte. I soli Axumiti armarono tre flotte inpochi anni, tra il 517 e il 525 d.c.. La tradizione orale dell'Indonesia, dell'Australia e dell'Oceano tramanda degli “Universal travellers”, popolazioni marinare Nere che trafficavano da immemorabile in zona. Chi se non degli Africani dell'Est? L'Emiro al Shirazi signore di Kilwa, fondatore dello Stato Swahili sulla costa e sulle isole del Kenya e della Tanzania era figlio di un'Etiope, aveva l'Amarico come lingua materna e preferite abissine. Cinque monete del suo sultanato, del 1100 AD circa sono state ritrovate in Australia. Chi accompagno' Eudosso di Cizico, Eudosso di Cnido e l'autore del “Periplo” direttamente da Eritrea e Somalia inIndia non era Arabo, ma locale. Le navi Africane del nono secolo erano le eredi dirette di quelle di Axum. Quelle che portavano gli elefanti. Le descrisse Cosmas Indicopleutes, durante la spedizione del 525 contro lo Yemen.

Le ultime indagini archeo-televisive basate su antichi crimini e la prova del DNA, cercando la tomba di Shakespeare a Stradford Upon Avon, hanno scoperto che l'occupante di una tomba medievale e particolarmente signorile era un facoltoso africano dell'Est, mentre la tomba piu' ricca di un cimitero a York era di un Africano, pure. Di epoca Romana. I vuccumpra' africani dell'antichita' in Europa compravano. Palazzi.

Foto in alto: il Juwel of Muscat arrivato in cinque mesi dall'Oman e' stato collocato all'Experiential Maritime Museum, Singapore.