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Monica Ibsen
CAPITOLO SESTO93
L'ancona
di San Bartolomeo
e l'attività bergamasca
di Pietro Bussolo. SPUNTI DI RIFLESSIONE
L'edizione integrale della relazione di Pionnio e dei Valzurio, Gorno, Oneta, Nembro (ivi, pp. 347, 370, ra osservabili in sacrestia; per l'organo si vedano le
decreti è in PARATICO 2008, pp. 352-353. L'indagine 379, 460); che ci siano svariate formule lo testi- notizie contenute in BAM, ms. gab. Psi 5.2, c. 45)
sulla Valseriana è stata condotta sull'edizione di monia la notazione di icona parva cum statuis, adot-
Roncalli (Gli atti 1946). tata per Valgoglio, Premolo, Gorno (pp. 307, 363, La coincidenza tra rinnovamento tardo quattrocen-
371) un'anchona de relevo sopra adorata è regi- tesco e commissione di ancone scolpite si riscontra
Gli atti 1946, p. 195; una verifica per le pievi della strata a Gazzaniga (ivi, p. 479), e a Clusone è il paliot- anche a Pagliaro, dove nella chiesa conclusa nel
Valseriana attesta ad esempio la presenza di anco- to dell'altar maggiore della pieve ad essere inta- 1494 sarebbero state commissionate un'ancona
ne con statue lignee di santi nella pieve e in San gliato con l'Adorazione dei Magi (ivi, p. 195). In scolpita per l'altar maggiore e una per l'altare della
Bernardino di Clusone, in San Martino di Sovere, questo contesto di predilezione per l'intaglio e le Maddalena, cui è riconducibile la Maddalena di Bus-
Cerete Basso, Rovetta, Songavazzo, Villa d'Ogna, statue si devono aggiungere i Compianti registrati a solo ora nella chiesa del Corpus Domini (sull'opera:
Ogna, Nasolino, Barzizza, Nembro, Ardesio (ivi, pp. Gandino (Gli atti 1996, p. 388, in terracotta: LUGLI CASCIARO 2000a, p. 271; sui rapporti Bussolo-Mari-
195, 245, 250, 261, 279, 328, 332, 338, 343, 441, 1990, p. 347) e Alzano Maggiore e il Presepe di Santa noni: PARATICO 2008, p. 68).
456-457, 316); di flügelaltar (o di altari con cassa Trinità a Casnigo (Gli atti 1996, pp. 531, 411).
chiusa da ante dipinte) si hanno registrazioni a Per Santa Maria Maggiore: PINETTI 1928.
Clusone, Castione e a Bratto (ivi, pp. 195, 267, 269), La commissione dell'ancona dell'altar maggiore è
ma a queste registrazioni si possono associare quelle ricordata da FORNONI 1914, p. 30, e PINETTI 1931, e
di ancone “cum statua … quae valvis clauditur” di ricollegata al complesso eterogeneo di sculture allo-
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Giungendo nel 1575 ad Albino, il visitatore Gian Andrea
Pionnio registra sull'altar maggiore di San Bartolomeo
un'“hiconam decentem”: definizione asciutta e ambigua
rispetto alle ricche informazioni che gli atti della visita
apostolica restituiscono per altri centri della Val Seriana .
Sono proprio queste ultime a consentire di inquadrare l'an-
cona scolpita di San Bartolomeo entro una chiara preferenza
verso le immagini scolpite. In un contesto che vede la fun-
zione della pala assolta assai spesso da imagines dipinte sulla
parete, le numerose formule che descrivono ancone con
statue, bassorilievi, altari a portelle con uno o più scomparti
testimoniano la vivacità di un processo di aggiornamento dei
luoghi di culto che nell'intaglio ligneo vede una delle strade
maestre. Si tratta - ad esempio in Valseriana - non solo di
polittici con statue e tavole o solo statue stanti, ma anche di
ancone di più complessa articolazione e iconografia, come a
Clusone dove l'ancona dell'altar maggiore accoglie un'Assun-
zione . Un'ulteriore verifica consente per il territorio e in
particolare per le valli, di correlare spesso la presenza di dipinte di Antonio Boselli (1507-1515) per Santa Maria Mag-
ancone scolpite a lavori di ampliamento o rinnovamento giore e della scelta di un'ancona in rame nel 1521.
degli edifici di culto nel corso degli anni Novanta del Quat- L'intagliatore milanese Pietro Bussolo fu sicuramente uno
trocento: esemplare il caso di Gandino dove appena conclusi dei personaggi principali di questa scena, forse grazie al
i lavori per la collegiata vengono commissionati la pala favore garantitogli dalla sua attività nei cantieri bramanteschi
dell'altar maggiore (1492) e gli organi (1493) e dove tuttora si di Milano, riflessa nel rigore costruttivo e linguistico delle
conserva una serie ricchissima di testimonianze scultoree di cornici, nei valori architettonici e nel plasticismo solido e
provenienze diverse ma per lo più collocabili nei lustri a solenne delle sue figure, che nell'attività bergamasca vennero
cavaliere del 1500 . Per Bergamo la situazione è più comples- presto temperati grazie a una sensibilità per certi inteneri-
sa e si deve notare il progressivo allontanamento della com- menti che riecheggiano la cultura figurativa di Venezia, pro-
mittenza cittadina dall'intaglio ligneo: si pensi alle ancone tagonista nella Bergamasca attraverso i polittici inviati dalla
L'ANCONA DI SAN BARTOLOMEO E L'ATTIVITÀ BERGAMASCA DI PIETRO BUSSOLO.
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1. Pietro Bussolo,Apostolo,da un’Assunzione,ubicazione ignota(da Sculture antiche 1969)
Dopo le pioneristiche indagini di PERONI 1963, il pri- te è pertinente la cornice, con una cronologia da CASCIARO 1999, p. 47, fa riferimento, a ragione, alle
mo quadro complessivo dell'attività bergamasca di arretrare di alcuni lustri rispetto alla proposta di cornici veneziane, e ricorda come prototipi i polittici
Bussolo si deve a BATTISTONI 1982, mentre il recu- BACCHI, ivi). Ritengo siano da espungere dal corpus belliniani degli anni '60 e la cornice per il polittico di
pero di quella milanese si ricostruisce attraverso gli autografo e da riportare nei riflessi locali il Crocifisso Cima a Olera (HUMPHREY 1987, pp. 538-550).
studi su Amadeo e Bramante (infra); al fondamen- di Montichiari (GUGLIELMETTI 2001), le statue val-
tale studio di OLIVARI 1989 e ai ripetuti, importanti tellinesi dei santi Bernardino e Sebastiano (per le Per la documentazione su Treviglio, SHELL 1995, pp.
contributi di VENTUROLI (1985a, 1985b, 2000) si quali dopo l'attribuzione proposta da SICOLI 2005, 249-250; CORTESI BOSCO 1987, I, p. 22, II, p. 52. Le
deve il costituirsi di un corpus e di una fisionomia FRANCI 2010 mostra di ignorare il giudizio negativo condizioni di pagamento trasmesse dai documenti
dell'artista; gli interventi di chi scrive (1999, 2001, di CASCIARO 2006) mentre mi sembra opera di (compensi più cospicui, 1 lira al giorno oltre il vitto,
2003) hanno proposto puntualizzazioni cronologi- Bussolo la Madonna col Bambino di Piano di Bove- rispetto a quanto percepirà Pietro Maffei, chiamato
che e nuove attribuzioni in area gardesana; dopo gli gno (IBSEN 2009). Per il percorso bergamasco a succedergli da febbraio a novembre del 1526, e
interventi di CASCIARO 1999, e 2000 che hanno for- dell'artista, oltre alle opere e ai contributi critici nessun collaudo documentato da parte del Capo-
nito un'attenta sintesi del percorso critico, si sono citati infra, si deve ricordare la segnalazione di ferri, ibidem) credo fughino le legittime cautele
moltiplicate le opere attribuite all'intagliatore: ricor- Mariolina Olivari e Matteo Ceriana del Crocifisso sull'identificazione dell'artefice pagato dalla MIA
do il San Vigilio e il Sant'Antonio di collezione privata dell'altar maggiore in S. Alessandro in Colonna con il maestro milanese espresse da BATTISTONI
mantovana, di sicura autografia (CASCIARO 2005, (CERIANA 2002, p. 116). Proprio il progressivo 1982.
pp. 101-102), mentre andrebbe meglio valutato il emergere di sculture dipendenti da Bussolo (elabo-
rapporto di autografia o di copia di modelli di Busso- rate nella sua bottega o più o meno intelligenti AarSalò, Estimi, n. 607, c. 11v.
lo delle statue di San Giovanni Battista e di San riprese di suoi modelli) credo imponga di riportare a
Vigilio dalla parrocchiale di Massimeno, la cui identi- un ambito non più che di contiguità con la produzio- SCHOFIELD, SIRONI 2000, p. 47.
tà con le opere ora in collezione privata a Mantova è ne di Bussolo la statua reliquiario di oreficeria raffi-
stata rilevata da SAVA 2008, p. 123 (l'ancona è ripro- gurante San Pietro (Milano, Civiche Raccolte del Ivi, p. 48.
dotta in Imago lignea 1989, p. 268, ove appare evi- Castello Sforzesco: GALLERANI 2002 e 2005), come
dente il ricorso ad altro, più antico e nordicizzante più volte suggerito da Raffaele Casciaro.
modello culturale per la Vergine, mentre sicuramen-
95L'ANCONA DI SAN BARTOLOMEO E L'ATTIVITÀ BERGAMASCA DI PIETRO BUSSOLO
Laguna. Arrivando a Bergamo, mostra di muoversi con
autorevolezza e autonomia nella cultura tra Bramante e
Zenale, e di perseguire una forte accentuazione dei caratteri
architettonici e monumentali nella realizzazione delle corni- Iohannis
ci e dei casamenta il cui ruolo nell'economia dell'ancona egua-
glia almeno quello delle immagini che sono chiamate a con- legale
tenere .
L'attività di Pietro Bussolo a Bergamo e nel territorio ber-
gamasco appare documentata dal 1485 (quando risiede Iohannis
ancora certamente a Milano, da dove è tenuto a spedire
secondo il contratto, l'ancona di Treviglio) all'estrema vec-
chiaia quando, nell'inverno del 1525-1526, è pagato per
“unum canem ligneum nucis” e “unum monstrum marinum
ligneum cum facie leonis” e si interromperà nell'intaglio di
un terzo elemento per il coro di Santa Maria Maggiore . Si
vagabundus
tamente ignota alle carte. Ai dati salodiani si oppone tuttavia
l'atto di scioglimento della società con Marco Garibaldi per
la Maiestas di San Satiro nel 1479: Bussolo è detto infatti
“magister Petrus de Bussero filius domini , habens
licentiam a dicto patre suo”, dato che suggerisce non avesse
ancora raggiunto la piena autonomia . L'ipotesi è con-
fermata da un altro atto del cantiere di San Satiro, il collaudo
dell'ancona della scuola di Santa Maria, nel 1482, in cui
Pietro compare come “filius emancipatus domini ”.
tratta di una serie documentaria che copre l'intera carriera
documentata dell'intagliatore, i cui estremi biografici appa-
iono ancora incerti. Un estimo salodiano intorno al 1515
registra infatti Pietro Bussolo “70rius, ”: ne con-
seguirebbe che la nascita dell'artista si porrebbe intorno al
1440-1445 e che dovesse essere già attivo e autonomo intor-
no al 1465, conclusione che imporrebbe di ricostruire una
formazione accanto a figure ancora legate alla cultura tardo-
gotica come Martino Benzoni e un'attività giovanile comple-
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2. Particolare del Polittico di S. Bartolomeo
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Secondo tali documenti la nascita dell'intagliatore si deve nell'atto di stima della statua di Bartolomeo Colleoni, in cui è
collocare intorno al '60-'62: emerge dunque una notevole già defunto e viene registrato come .
precocità del maestro che non ancora ventenne, nel 1479, è Dopo il contratto di Treviglio le attestazioni documentarie
impegnato in interventi di notevole prestigio tra San Fran- vengono meno fino al 1497, quando Bussolo risulta resi-
cesco Grande e . Le attestazioni milanesi edite dente a Bergamo in San Michele al Pozzo : a quelle
sembrano restituire inoltre un'estrazione non artigianale di date aveva già realizzato l'ancona di Albino, per la quale il
Bussolo: il padre, infatti, è ricordato più volte come dominus, saldo nel gennaio 1497 ai Marinoni per la policromia garan-
ad eccezione che nell'atto di assunzione di Santino da Cor- tisce una datazione al .
betta come apprendista nella bottega di Pietro (1480) e
magister
San Satiro Bianco
1495-1496
Pietro Bussolo intorno al 1495
Ad Albino giunge dunque un artista nella prima maturità,
attraverso un tramite al momento non precisabile: per quan-
to si conosce dell'attività di Bussolo, la commissione di Albi-
no precede infatti l'incarico a Bergamo in Santa Maria Mag-
giore, l'unico agganciato con certezza a una cronologia
(1497-1498), mentre per le ancone di San Domenico si
dispone solo della citazione di Marc'Antonio Michiel (1521-
1543), cui accostare con molte cautele un'attestazione salo-
diana del .
Il punto fermo immediatamente precedente rispetto all'in-
tervento in San Bartolomeo dovrebbe essere l'ancona di
Grosio in Valtellina, per la quale la firma del pittore Andrea
de Passeri nel 1494 costituisce al pari del pagamento ai
Marinoni ad Albino un'indicazione . Per la chiesa di
Grosio Bussolo realizza un polittico a sei scomparti con la
1500
sicura
Per l'impegno in San Francesco e l'ancona della Ver- descrizione e le fonti successive: CERIANA 2002, p. precedenti di Grosio e Trezzo d'Adda (OLIVARI
gine delle Rocce si veda il documento in SCHOFIELD, 115ss.). Nessun cenno al problema in BUGANZA 2002). Si vedano inoltre le schede e le note di
SHELL, SIRONI 1989, pp. 119-121 e da ultimo PASSO- 2011, p. 59. CASCIARO 2000a, pp. 268-269.
NI 2004-2005; sull'attività in San Satiro: CASCIARO
1999; SCHOFIELD, SIRONI 2000, con l'edizione dei I documenti milanesi si possono leggere in SCHO- Se come proposto da chi scrive una di queste fosse
documenti sulla maiestas, l'anchona e il tabernacu- FIELD, SIRONI 2000. l'ancona che il deputato salodiano Vincenzo Tacconi
lum commissionati dalla scuola tra il 1479 e il 1483: va a vedere nel marzo 1499, si dovrebbe immaginare
CERIANA 2002, come SCHOFIELD, SIRONI 2000, pro- BATTISTONI 1982, p. 110. una posa in opera recente, su cui per l'appunto ci si
pone di ricondurre i documenti a un unico oggetto; deve documentare (IBSEN 1999, p. 79). Al momento
mi sembra tuttavia importante la distinzione propo- La bibliografia dell'ancona non è sterminata: alla dunque il passaggio in Bergamasca sembrerebbe
sta da ALBERTARIO 2005, p. 31, che riporta il termine registrazione di PINETTI 1933, fa seguito la proposta segnato dal San Benedetto di Trezzo, attribuito a
maiestas a un'incorniciatura dell'immagine venera- attributiva di Adriano Peroni che nel 1963 accostava Bussolo da OLIVARI 2002, con una cronologia ante-
ta: lo scioglimento della società con Marco Gariboldi alle sculture salodiane le statue di Albino e Villa cedente il '94, ma su cui sarà ancora il caso di riflet-
potrebbe aver condotto Bussolo a terminare da solo d'Adda (PERONI 1963, p. 739), proposta accolta da tere, anche per la distanza che lo separa dal San
il lavoro, come autorizza a credere il pagamento per BATTISTONI 1982, COPPA 1985 e OLIVARI 1989. Le Cristoforo di Milano (per il quale si veda CASCIARO
un'anchona in cui pure credo sia da ravvisare la cor- indagini documentarie, con la conseguente colloca- 2005a) e dall'ancona di Grosio.
nice; il tabernaculum deve invece essere, come pro- zione cronologica e puntualizzazione stilistica si
pone CERIANA 2002, la complessa struttura di cui devono a Mariolina Olivari che ha proposto una Sull'ancona di Grosio: VENTUROLI 1985, COPPA
Federico Borromeo chiede il trasferimento (per la seriazione fra l'intervento di Bussolo ad Albino e i 1985; CASCIARO 2000b, pp. 191-195; IDEM 2005.
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3. Sistus Frei, Monumento equestre di Bartolomeo Colleoni, Bergamo Cappella Colleoni
97L'ANCONA DI SAN BARTOLOMEO E L'ATTIVITÀ BERGAMASCA DI PIETRO BUSSOLO
Natività al centro, fra i santi Giorgio e Antonio abate, nel
registro superiore l'Imago pietatis fra i santi Giacomo e Gre-
gorio Magno, e nella cimasa Dio Padre, nella predella infine
una teoria di busti a bassissimo rilievo di Cristo e degli Apo-
stoli, dalla singolare ; la cornice, con le propor-
zioni tendenti al quadrato, dispiega gli elementi di un lessico
decorativo imbevuto delle esperienze dei cantieri braman-
teschi: candelabre, grifoni, cornucopie, cantari si distendono
ariosamente sulle strutture come mai più nelle opere super-
stiti dell'intagliatore.
Tra l'ancona di Grosio e le statue di Albino (per la cornice
rinvio alle puntuali osservazioni di Amalia Pacia) si osserva
un mutamento espressivo abbastanza sensibile. Il linguaggio
di Bussolo si compone infatti progressivamente attraverso
un confronto e un'elaborazione degli stimoli provenienti dai
due principali ambiti in cui l'artista si muoveva: Milano e
Bergamo, non senza scatti e passaggi repentini. Se l'Imago
pietatis si rivela perfettamente consonante con il precedente
valtellinese (e lo stesso vale per quella di Gandino, quasi che
si tratti di un'immagine cultuale che per questo si sottrae a
esigenze di aggiornamento stilistico e viene riproposta con
la fissità dell'icona) nelle statue del registro inferiore (i santi
Bartolomeo, Pietro e Marco) e nei busti dell'ordine superiore
(la Madonna col Bambino tra san Giovanni Battista e
sant'Andrea) si respira un vigoroso plasticismo, sottolineato
dalle cadenze piene dei panneggi, che suggerisce ancora una
volta relazioni intelligenti e solide con quanto si realizzava
nei cantieri bramanteschi e al contempo un percorso tutto
personale: il carnoso plasticismo, le fisionomie caricate
attraverso le smorfie, le muscolature, le rughe intorno agli
occhi si ritrovano nel Sepolcro di Agostino de Fonduli, o -
ancora attribuiti a quest'ultimo - nei due busti di Cristo di
collezione . Ma rispetto a questi termini - che si
animazione
privata
ritrovano ad esempio con forte evidenza nel Profeta del
Musée des Arts Décoratifs a Parigi, nei Santi Pietro e Paolo
della collezione Legler, per i quali il rapporto con i docu-
menti per l'ancona di Treviglio appare assai o,
ancora, nei due Apostoli in ginocchio resi noti nel 1969 e di
poco successivi - si assiste a un progressivo riproporziona-
mento delle figure verso canoni classici e a uno sciogliersi del
panneggio in pieghe meno accartocciate, con il corpo che
emerge con la tensione della gamba sotto il manto, a un
variare negli atteggiamenti, che si staccano dalla frontalità
verso una libertà e autonomia anche rispetto allo schema del
polittico o della sacra conversazione, in un percorso che
toccherà il culmine nell'ancona di Salò (1500).
I riferimenti più intriganti per questo percorso sembrano
individuabili per un verso, nel confronto con Zenale, che
innerverà sempre più profondamente la riflessione di Bus-
solo sulla figura stante, come emergerà con piena evidenza a
Salò, per l'altro nell'attenzione a Pietro Lombardo e alle sue
statue per la cappella Colleoni (1491), che si possono util-
mente accostare al polittico di . Si osservi il rapporto
tra le due statue di San Marco, immerse nella stessa posa -
nella lettura quella del Lombardo, nella scrittura del rotolo
quella di Bussolo -, e tra quelle di San Bartolomeo, lo sguardo
levato verso l'alto, in uno scatto, il corpo poggiante sulla
gamba destra, con la sinistra emergente attraverso le pieghe.
Bussolo non si spinge alle soglie di raffinato classicismo di
Pietro Lombardo, ma attraverso la riflessione sul suo
modello si stacca dal più terragno e fisico linguaggio mila-
nese su cui si era formato. Come se dal cantiere di San Satiro
e dalla frequentazione bramantesca, che dovette favorirne il
successo a Bergamo che Bramante aveva accolto nel ,
l'intagliatore si distacchi proprio grazie alla cultura più mor-
bidamente classicheggiante di tradizione lagunare e bellinia-
suggestivo
Albino
1476
Si leggono nelle statue di Grosio delle notevoli disso- anche alle esigenze della committenza con i modi di sunzione (si ricordi l'esempio di Clusone), sono pub-
nanze tra le figure del registro superiore - in cui le Andrea de Passeris (una sintesi delle vicende critiche blicate in Sculture antiche 1969, tavv. XX-XXI.
fisionomie larghe ed accentuate trovano piena con- in TANZI 2010).
sonanza con il corpus di Bussolo negli anni Novanta - BERIZZI 1997. Il richiamo al modello dei Lombardo -
e le più esili e sfinate, scarsamente espressive figure MOZZATI 2006. tuttavia per l'ancona di Grosio, dove lo si legge a
del registro inferiore, problema sul quale varrà la fatica - è proposto già da
pena di ritornare, per valutare se e quanto questi Per il Profeta di Parigi e i Santi della collezione Legler:
caratteri si debbano a una riflessione su Butinone, OLIVARI 1989, CASCIARO 2000, p. 264, IDEM 2005c.
superata successivamente dal modello di Zenale, o Le due statue di Apostoli in ginocchio (alte cm 90)
se vi si debba leggere una consonanza legata forse che si potrebbero facilmente immaginare in un'As-
CASCIARO 1999, p. 49.
Per le circostanze dell'arrivo e il profilo di Bramante a
Bergamo: BUGANZA 2004-2005.
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na che accosta a Bergamo. Ne deriverà nella Lombardia di
fine secolo una sorta di divaricazione negli eredi di Bramante
fra il linguaggio più fedele di De Fonduli e , e il lin-
guaggio di Bussolo, incline a mitigare certa asprezza e rigore
bramanteschi con influenze di matrice veneta.
In un percorso come quello dell'intagliatore milanese che
non appare lineare ma sembra procedere piuttosto per
momenti di massimo avvicinamento a modelli che vengono
poi progressivamente riassorbiti in un linguaggio personale,
le statue di Albino rappresentano una fase di particolare vici-
nanza proprio al modello di Pietro Lombardo (che scompa-
rirà nei Santi delle Salò e quelli di Villa d'Adda), ma tale con-
fronto si compone con le citazioni esplicite di modelli mila-
nesi: è il caso della Madonna con il Bimbo fasciato da una
tunichetta che posa i piedi sul cuscino appoggiato sul para-
petto, omaggio alle Madonne di Foppa.
In merito alla committenza di Bussolo ad Albino e a Ber-
gamo, oltre alla figura del cappellano della Misericordia Gia-
como de Bonasio può essere interessante comprendere
l'eventuale ruolo di Leonardo Comenduno, figura di primo
piano della società albinese, che dal '97 risulta deputato della
.
L'ancona albinese si collega a una serie di interventi di Bus-
solo in Valseriana, che si scalano dagli anni '90 del Quattro-
cento alla metà degli anni '10 del secolo successivo. La statua
per la pala dell'altar maggiore di San Pietro a Desenzano,
Cairano
MIA
entro il polittico dei Marinoni, si colloca molto vicino all'in-
tervento in San Bartolomeo, forse seguendolo di poco se le
asprezze nel volto di matrice milanese che non si riscontra in
quest'ultima e che invece caratterizzano la statua di San
Pietro e quelle di Salò possono suggerire una vicinanza
. La figura dovette essere replicata - forse da un col-
laboratore, certo a un livello di finitura più modesto - a Gan-
dino, nella statua ora esposta presso il Museo della Basilica: la
differenza tra le due opere è evidente nella fattura della
barba, non rifinita nelle parti non a vista, e dei capelli.
L'attività per la pieve di Gandino presumibilmente si colloca
negli anni Novanta, al termine del cantiere architettonico,
come si è accennato all'inizio; il verbale della visita del vesco-
vo Lippomano nel 1535 ricorda che i tre altari del presbiterio
“haec tres iconas habent sculptura et pictura ornatas” e degli
altri sette nelle navate, “quatuor etiam sculptura decoratae
” ; quarant'anni più tardi gli atti della visita borromaica
registreranno all'altare di San Giuliano “tres imagines scul-
ptas pulchras et inauratas”, a quello di San Pietro una “pul-
chra icona”, a quello dei tre martiri una “pulcherrima ”.
Meglio documentato è l'impegno per i Disciplini di Santa
Croce, che commissionarono un'ancona a Bussolo nel 1498
per la quale disponiamo degli atti di una controversia per la
ritardata consegna (1501) e di alcune statue recentemente
individuate e accostate alla Madonna col Bambino del Museo
della Basilica, da tempo ricondotta al polittico per Santa
: si tratta di statue diseguali per qualità e conservazione
e palesemente problematiche sul piano dell'esecuzione. Se
infatti è evidente che il Sant'Antonio e l'Imago pietatis (quest'ul-
tima di altissima qualità) sono accostabili nei dettagli ese-
cutivi come nelle formule iconografiche e nella resa anato-
mica all'opera di Bussolo (stringente in particolare il con-
cro-
nologica
sunt
icona
Croce
Bussolo in Valseriana
Per Cairano si veda ora ZANI 2010. Gli atti 1946, pp. 385-389. È arduo ricongiungere con
qualche sicurezza le sculture superstiti a queste noti-
Per la presenza di Comenduno alla MIA si vedano le zie la coppia di busti dei Santi Stefano e Vincenzo e il La Madonna del Museo di Gandino ha una ricca
registrazioni in BAM, Terminationes, n. 1253, pas- San Pietro in cattedra sono affini ai modi di Bussolo bibliografia (si vedano almeno BATTISTONI 1982,
sim. Un sintetico ritratto in BELOTTI, BELOTTI 1996, ma non ne raggiungono la qualità e non ne condivi- OLIVARI 1989); l'Imago pietatis ora presso il Museo
con riferimenti. dono alcuni dettagli operativi. delle Orsoline è stata attribuita a Bussolo e collegata
a Santa Croce da Silvio Tomasini (BALINI, TOMASINI
Sull'opera, attribuita a Bussolo da VENTUROLI 1985a 2010, pp. 50-51) e riproposta in FRANCI 2010; sulle
(si legga ora in VENTUROLI 2006, p. 36), si veda statue dei santi Alessandro e Antonio di Padova (non
CASCIARO 2000, p. 269. Nicola da Tolentino), reimpiegate con una ridipin-
La trascrizione degli atti della controversia è in tura a imitazione del marmo o stucco nell'altare
SAVOLDELLI 1999, p. 136. FRANCI 2010 (ma si corregga l'inesistente termine barocco di Santa Croce, si veda FRANCI 2010
casamantum con casamentum)
verbalmente da Marco Albertario; il suggerimento è
recepito ma non segnalato da Tomasini 2012, p. 34.
Per queste statue e gli
altri materiali di Gandino si veda ora anche quanto
scrive Silvio Tomasini, che ringrazio per aver agevo-
lato le verifiche a Gandino, in Tomasini, Franci 2012.
, e ora
, come comunicato TOMASINI 2012.
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fronto con l'Imago pietatis di Albino e con quella di Grosio), nordica, e non sorprende trovare un Risorto, di qualche lustro
più complesso appare il discorso per il Sant'Alessandro che al più recente, di un maestro tedesco a Gandino presso il
linguaggio del maestro milanese aderisce solo in parte: il museo della . È dunque possibile che nelle valli ber-
panneggio del mantello intorno alle gambe con l'emergere gamasche in più stretto rapporto - grazie ai traffici mercantili
del ginocchio richiama infatti con precisione le soluzioni di - con l'area transalpina si fosse affermata una preferenza per
Salò e Albino, così come gli spallacci della corazza riprendo- l'adozione di raffigurazioni del Risorto in relazione alla
no puntualmente il precedente di Grosio. Diversamente il venerazione eucaristica o alle celebrazioni della Pasqua e
volto richiama solo nella misura squadrata i modelli di Bus- dell'Ascensione che non trova al momento attestazioni in
solo e pare plausibile una rilavorazione o un completamento .
da parte di un aiuto.
Nell'attività più tarda si collocano il Crocifisso proveniente da
Ardesio e ora a Fontanella al Monte, e il Cristo di Gromo San
, che attestano un'ulteriore evoluzione stilistica
dell'intagliatore, che attinge ora a un plasticismo morbido,
innervato di riferimenti all' . Meriterebbe più ampio
spazio una riflessione sul modello presente a Bussolo e sulle
modalità di aggiornamento di un artista che, per quanto è
noto, doveva continuare a risiedere sul , ma interessa
qui una breve osservazione sulla funzione dell'opera. Gli atti Quella che si era presentata ai committenti albinesi intorno
della visita di Carlo Borromeo la ricordano non sull'altar al '95 era una figura prestigiosa e certo non facile: dalle carte
maggiore, ma a cornu Evangeli, sul tabernacolo; la stessa solu- e dalle opere emerge il profilo di un maestro pienamente
zione è registrata nella vicina chiesa di Gromo San Giacomo, consapevole dei dibattiti culturali in corso. È questo il pro-
dove “a cornu Evangelii in angulo est icona Christi resur- filo che emerge dalla lettura di due documenti bergamaschi
gentis que valvis clauditur”. Anche a Cerete Alto la cappella tra i quali sembra racchiudersi la prima fase dell'attività
del Sacramento è dotata di “iconam cum statua satis pulchra dell'intagliatore in Val Seriana.
Christi ”. Il riferimento alle portelle per la statua Il primo riguarda il collaudo del lavoro “ad fabricandum
di Gromo San Giacomo suggerisce un manufatto di cultura organi” per Santa Maria Maggiore: il lavoro riguardò non la
Basilica
pianura
Marino
antico
Garda
resurgentis
Per un profilo di Bussolo
tra 1495 e 1500
99L'ANCONA DI SAN BARTOLOMEO E L'ATTIVITÀ BERGAMASCA DI PIETRO BUSSOLO
Per una sintesi CASCIARO 2006, con ulteriori riferi- fino secundo apparerà al dicto comune et dicto te Alto Ivi, pp. 256; un'iconografia differente, quella
menti; sulla cronologia dell'ancona, dopo la propo- comune debia far le spese al dicto magistro Zoanne del Cristo eucaristico che mostra il calice, è attestata
sta di PINETTI 1933 di ascriverla (con la statua) al XVII Maria per quello precio sarà taxato et laudato per nella pieve di Clusone dove l'eucarestia è conservata
secolo, Casciaro ha proposto di collegarla alla com- uno magistro depentore et pratico et operante dicta in una scatola lignea ai piedi della statua del Cristo,
missione della statua, datandola dunque intorno al arte” (FORMENTI 1990, p. 45). ivi, p. 196.
1515.
Nel 1501, nel 1507-1508 nel 1515, infine nel 1521 Sulla presenza di statue del Cristo risorto in relazione
Il Crocifisso è stato riconosciuto a Bussolo e riportato Pietro Bussolo risulta residente a Salò, come attesta- con le celebrazioni pasquali si veda ANDERGASSEN
alla chiesa di Ardesio da PACIA 2002, con una propo- no gli atti della causa con i Disciplini di Albino (da 2006.
sta cronologica avanzata intorno al 1515, sicura- ultimo FRANCI 2010), i pagamenti per opere inviate
mente condivisibile. Conferma questo itinerario la a Milano citati da CASCIARO 1999, p. 49, gli estimi La verifica sugli atti della visita borromaica non ha
possibile datazione del Sant'Antonio abate di Bago- salodiani (supra) e il contratto per l'ancona di Mu- offerto altri termini di confronto: va tuttavia ricorda-
lino (lo si veda in CASCIARO 2000a, p. 48): nel 1510 slone (BOSELLI 1968). to come i curatori dell'apparato di note dell'edizione
marzo 5 viene stipulato il contratto con Giovanni manifestamente si soffermino su differenti argo-
Maria depentor de Iorcii habitante in Bresa “de Per Gromo San Marino: Gli atti della visita apostolica menti all'interno delle minute degli atti e come dun-
depinzere cum azuro et colori fini et de indorare la 1946, p. 283: “a cornu Evangelii est icona fixa parieti que solo la verifica diretta dei volumi di queste
imagine intagliata de sancto Antonio frate in la gesia Christi resurgentis cum custodibus in statuis sub qua ultime possa offrire - a prescindere dall'eterogenei-
de Sancto Zorzo de Bagolino quale immagine debea alias sanctum sacramentum servabatur”. La presen- tà delle osservazioni dipendente dalla pluralità dei
bene et diligenter depinzere et colorare secundo se za dei soldati è registrata ancora in PINETTI 1933; per visitatori - un livello accettabile di attendibilità.
convene a simile imagine et etiam indorare de oro- Gromo San Giacomo, Gli atti 1946, p. 290; per Cere-
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cassa ma un ampliamento della cantoria a seguito della rea-
lizzazione del nuovo strumento, e vide Bussolo impegnato
nella realizzazione di foyamina, intalia, . La MIA,
sentito il parere di Zaccaria Suardi designato da Bussolo
come liquidatore del proprio lavoro, deliberò il pagamento
di 30 ducati e mezzo d'oro; il compenso non riguardava la
doratura per la quale venne pagato il pittore Paolo Agazzi;
per la valutazione del cospicuo compenso soccorre il con-
fronto con un altro cantiere, quello di Treviglio, dove l'anno
successivo i fabbricieri stipuleranno un contratto per l'inta-
glio della cassa dell'organo su disegno di Zenale con l'inta-
gliatore Benedetto Canzoli, fissando una base per il compen-
so del lavoro di 60 lire imperiali, cui seguirà il .
Ma il documento certamente più significativo è l'atto nota-
rile, ben noto alla , con cui nel 1500 Pietro Bussolo è
chiamato da Sistus Frei a stimare la statua equestre di Barto-
lomeo Colleoni da lui compiuta - alcuni anni prima, e questa
doveva essere tra le ragioni del contendere - per la cappella
del . L'intagliatore milanese era dunque figura
ben nota al maestro : le ragioni della scelta - oltre una
non dimostrabile amicizia, o alla volontà di servirsi di una
figura altamente accreditata a Bergamo per la sua precedente
attività - sembra risiedere proprio nella provenienza milane-
se di Bussolo e nella sua conoscenza dei meccanismi del
mercato in una delle capitali della cultura artistica, come si
deduce dal tenore della perizia. Questa si svolse infatti su un
duplice binario: in primo luogo infatti viene valutata la qua-
lità dell'opera in rapporto ai principi di “ratio, et debitus
modus ac mensura”, in secondo luogo - per la definizione del
compenso dovuto a Frei - Bussolo fa riferimento proprio
ornamenta
collaudo
critica
condottiero
tedesco
alla situazione milanese: “et viso per ipsum magistrum
Petrum opere simile quod fiebat Mediolani de terra, quod
tamen opus solutum est maximo pretio et in eo expensa
maxima pecunie, et tamen maioris laboris est opus ligneum
quam terreum”. Il riferimento è ad evidenza al cavallo di
Leonardo per il monumento Sforza, di cui l'atto diviene una
delle prime : conseguentemente Bussolo stima
l'opera di Frei 1600 ducati d'oro. La cifra paradossale non
trova confronto nei contratti coevi dell'Italia settentrionale e
all'intagliatore, che se ne lamenta giudicandola inadeguata,
non verrà mai . Dunque il documento ci tra-
smette un profilo dell'artista rappresentante riconosciuto di
una capitale culturale e direttamente partecipe delle polemi-
che sul valore delle arti (non diversamente si può leggere la
riduttiva definizione del colossale monumento leonardesco,
alto 7,20 m, come “ ” ) e in grado di portare le
polemiche e le rivendicazioni da Milano a Bergamo, guada-
gnandosi tuttavia una posizione di tutto rispetto nella scena
produttiva, non solo per il prestigio dei cantieri in cui è
coinvolto, per l'entità delle commissioni ma anche per le
condizioni contrattuali che fino alla fine della sua attività per
la MIA, alle soglie della morte lo distingueranno dalla massa
degli artigiani e degli intagliatori operanti nelle chiese ber-
gamasche. A sostenerne tale profilo era certamente la for-
mazione milanese, ma non sorprenderebbe ritrovare qual-
che filo che lega più strettamente Bussolo al mondo germa-
nico dove - Sistus Frei insegna - il prestigio degli intagliatori
doveva mantenersi altissimo nel momento in cui nell'Italia
padana il loro ruolo veniva compromesso dall'esaltazione
dell'opera in marmo.
attestazioni
corrisposta
cavallo de terra
La delibera della MIA del 12 giugno 1497 fa esplicito stato reperito. I documenti sono stati parzialmente Della scultura nonostante la pesante ridoratura si
riferimento a un intervento volto all'allargamento editi da SCOTTI 1901, PINETTI 1928, p. 132, ripresi da devono apprezzare le notevoli qualità nella resa ana-
del pozolum (BAM, Terminationes, n. 1253, c. 189: BATTISTONI 1982. tomica del cavallo e la fine resa ritrattistica del volto
“necesse est alargare pozolum organi quia non dell'anziano condottiero. L'ansia degli Anziani del
potest adaptare locus sedis organiste nisi alarget”); SHELL 1985, p. 251. comune di Bergamo per la dignità e il decoro del
nel marzo 1498 i deputati del Consorzio pagheranno monumento e le pressioni veneziane spinsero a evi-
il pittore Paolo Agazzi per la doratura di “omnia illa ASBg, Notarile, n. 817, 1500 novembre 8. Citato da tare un monumento celebrativo di stampo dinastico
foyamina modionum et cornisonum solarii lapidei BELOTTI 1951, p. 435, il documento è edito parzial- o eroico (come la statua equestre di Francesco Sfor-
organi ecclesie Sancte Marie”, con un ulteriore riferi- mente e con molte scorrettezze da BORTOLOTTI za o quella dello stesso Colleoni a Venezia) e a richie-
mento nel testo a pontilia; il verbale del collaudo 1987, pp. 176-184, che tuttavia non identificò né il dere l'adesione a un modello - quello dei capitani
dell'opera di Bussolo è in ASBg, Notarile, 879, c. 507 Bussolo né il riferimento al cavallo “de terra”; suc- della Serenissima - che si perpetuava pressoché
(1497 novembre 16), e fa riferimento a un contratto cessivamente è stato utilizzato da CASCIARO 1999, costante dal primo '400 (sul tema, sui suoi prece-
che in un sommario spoglio delle carte presso l'Ar- pp. 45, 49 e nota p. 54, che ne segnala anche una denti si veda FRANCO 1996, sulla continuità: TELLINI
chivio di Stato del notaio Giovanni Antonio Agazzi - trascrizione di Michele Caffi. PERINA, ROSSI 1989, con il riferimento al monumen-
rogante al tempo per la MIA e citato nell'atto - non è to funerario di Niccolò Orsini, 1510), da cui si distac-
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ca appena per lo scarto della testa del destriero. La L'extimatio si pone quindi tra le prime attesta-zioni lire: ALBERTARIO 2000, p. 158; nel 1529 infine i
rappresentazione come capitano a cavallo è ricor- della fortuna dell'opera (per le altre fonti note: fratelli Del Maino per un Compianto con statue di
rente nell'iconografia di Colleoni: si vedano la minia- VILLATA 1999, in particolare p. 78ss.). due braccia e mezzo dipinte a colori fini e oro si
tura dell'antiporta della Vita di Antonio Cornazzano accorderanno con le monache dell'Annunziata di
(Bergamo, Biblioteca A. Mai), o l'affresco da Casa Non conosco comparazioni puntuali ma ricordo che Piacenza per un compenso di 50 ducati da 50 lire
Colleoni (Bergamo, Luogo Pio Colleoni: MAZZINI, per l'ancona di Treviglio nel 1485 era stato fissato un imperiali (VENTUROLI 2006, p. 35).
MULAZZANI 1986, p. 243). compenso di 200 lire imperiali per Bussolo e di
altrettante per il pittore Fachino Tivizoni; nel 1504 Sul rapporto nella cultura milanese tra plastica e
Su Frei si vedano gli interventi di SÖDING 2010, pp. per il Compianto di otto figure alte almeno 2 braccia intaglio si vedano le riflessioni di ALBERTARIO 2005.
60, 174-177, e, in particolare, di DAL PRÀ 2008, cui si e 3 quarte realizzato dai De Donati per la famiglia
rinvia anche per ulteriori riferimenti bibliografici. Scaccabarozzi e dipinto da Antonio e Francesco Rai-
Una certa vicinanza all'esasperato patetismo del mondi i periti fissano un compenso di 200 lire impe-
Crocifisso di Trento di Frei si riscontra nel Crocifisso riali per gli intagliatori e di 60 ducati per i pittori
del museo di Gandino, di alta ma non eccelsa quali- (SHELL 1995, pp. 258-261); nel 1515 Giovanni Ange-
tà, i cui rapporti con l'opera di Frei meriterebbero un lo del Maino per l'ancona di Santa Maria del Carmine
approfondimento. a Pavia (circa 3,5 x 2 m) pattuirà un compenso di 350
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Un sincero ringraziamento a Eugenio e a
Luciano Gritti, per la grande e amichevole
disponibilità.
6. Pietro Bussolo, statua di S. Pietro,
del Polittico di Desenzano al Serio, Foto Antonio Zaccaria
Restauro Beni Culturali, Bergamo
7. Pietro Bussolo, S. Giovanni evangelista,dall’ancona del Duomo di Salò, 1500Foto di Eugenio Gritti
4. Pietro Bussolo, Madonna col Bambino,
Piano di Bovegno (Bs) Foto: Fotostudio Rapuzzi
5. Pietro Bussolo,statua della Madonna, Polittico di S. Bartolomeo, chiesa di San Bartolomeo, AlbinoConcessione Fondazione Adriano BernareggiFoto di Marco Mazzoleni