Tracce di arcaismo greco nella scultura egizia di epoca tolemaica, in “Rendiconti della Pontificia...

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Estratto dai RENDICONTI della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, volume LXXIII 2000,2001 (fuori commercio) - -- - ------ Traeee di areaismo greeo nella seultura egizia di epoca tolemaiea DI G. CAPRIOTTI VITTOZZI Tipografia Vaticana

Transcript of Tracce di arcaismo greco nella scultura egizia di epoca tolemaica, in “Rendiconti della Pontificia...

Estratto dai RENDICONTI

della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, volume LXXIII 2000,2001 (fuori commercio) - --- ------

Traeee di areaismo greeo nella seultura egizia di epoca tolemaiea

DI

G. CAPRIOTTI VITTOZZI

Tipografia Vaticana

TRACCE DI ARCAISMO GRECO NELLA SCULTURA EGIZIA DI EPOCA TOLEMAICA *

Dr

GIUSEPPINA CAPRIOTTI VITTOZZI

1. P REMESSA

II campo di rice rca di questo lavoro e l'espressione artistica del periodo

tolemaico, quello che potremmo definire un territorio di confine: nella ter­

ra d 'Egitto, da tempo immemorabile meta di gruppi culturalmente eteroge­

nei, l' impiantarsi della cultura greca produce frutti di grande valore. COSl, se

da un lato nasce la grande arte alessandlina di espressione eUenistica, dal­

l'altra Ie officine indigene, particolarmente queUe che possiamo chiamare fa­

raoniche, continuano a realizzare progetti di tipo tradizionale. Tra questi

due poli culturali e artistici, nasce, e diventa sempre piu produttiva, un tipo

di arte, quella «greco-egizia ", che doveva essere particolarmente efficace e

compresa in un orizzonte culturale vario e «bilingue " come l'Egitto tole­

maico, un 'arte tuttavia che per noi presenta spesso vere difficolta esegetiche.

el XX sec., comunque, grazie soprattutto all'attivita p ionieristica di Ber­

nard von Bothmer e della sua scuola americana, I 10 studio deU'arte tolemai­

ca ha compiu to dei poderosi passi in avanti rive lando iI grande fascino di

quest' espressione multiculturale.2

* Letta nell 'Adunanza pubbJica del 26 aprile 200l. 1 Ringrazio la dott. Laura Fabbrini che mi ha incoraggiato a svi luppare in questo studio

a1cune idee e osservazioni, mettendo generosamente a disposizione conoscenze e riflessio­ni nel corso di numerose quanto memorabili conversazioni. Ringrazio la dott. Dorothea Ar­nold, Direttrice della sezione egizia del Metropolitan Museum of Art di New York, e il dott. France co Buranelli, Dire ttore dei Musei Vaticani, per aver concesso rispettivamente Ie foto 0. 2 e 3, 1 e 6. Un grazie di cuore, infine, al dott. P.E. Stanwick per l'amichevole aiuto.

! Esemplifican do, ci cita solo la prima grande opera nel settore, il catalogo ESLP, e il pili recente volume in corso di starnpa di P. E. Stanwick, fr utta della dissertazione di dot­lOralO ( r.-\." \1CK 1999). el presente lavoro non viene citato nelle note ESLP, aI quale si li­

sale daIIa bibliografia successiva qui riportata per Ie varie sculture.

178 REI D. DELLA PO IT. ACCAD. ROM. D'ARCH. - VOL. LXXIII

2. aTE SU ALCUNI ASPEITI DELL' ICOI OGRAFIA Dr REGINE TOLEMAICHE

La presente indagine prende in esame particolarmente a1cuni sviluppi

nell 'ambito della statuaria regale femminile: 3 in epoca tolemaica sopravvivo­

no antichissime tendenze iconografiche e, spesso, il ricorso a modi tipici di

un glorio 0 passato svela precisi intenti propagandistici.4 In altri casi, ad una

impo tazione tradizionalmente egizia della figura femminile, si aggiungono

elementi di provenienza diversa come Ia cornucopia.5

n modo di considerare e rappresentare Ia figura femminile, paiesemente

rno trata nella sua anatomia, resta nell 'arte egizia di epoca ellenistica e ro­

mana anche quando si progredisce in una degenerazione del can one tradi­

zionale. come si puo osservare in una regina conservata a Yale 6 0 in un 'alu'a

figura non regale al Museo Gregoriano egizio 7 (fig. 1), nelle quali Ie linee al­

lungare del bu to, Ia rotondita delle spaUe, Ie proporzioni dei seni e dei fian­

chi no ormai Iontane dalle figure u·adizionali. Tornando al genere di regi­

na con cornucopia, ci meraviglia dunque, in una statuetta al Metropolitan _fuseum di _ -ew Yorks (fig. 2), il rapporto totalmente diverso, che qui tro­

viamo. tra il corpo femminile e la veste che nulla las cia u'apelare, quasi fosse

modeUata un cilindro: l'abito e di ascendenza egizia, annodato suI petto,

pur rispondendo al !!USto ellenistico per i panneggi; esso e dello stesso tipo

di quello della tama ,-aticana (fig. 1) rna produce un effetto totalmente di­

,·erso nelle due f!Ure. modellandosi completamente suI nudo femrninile in

un caso. nelralrro na.scondendolo del tutto. Puo essere utile, dunque, porre

a confronro i due tipi sculrorei 0 servando come nella statua vaticana l'abito

perde importanza rispeno al corpo rnentre ne acquista nella scultura di New

York: nella prima il panneggio dell'abito e appena disegnato, nell'altra esso

e meglio ,. ·bile. descrino da pieghe geomeu'iche e calligrafiche, quasi rne­

talliche. n tipo rappresentato dalla tatua vatican a e piu evidentemente lega-

3 E pro imo alia pubblicazione un mlume di . Albersmeier su questo argo mento, de­rivante anch'esso da una tesi di donorato.

< CAPRIOlTl VrrroZZl199 . 5 Si consideri La bella tama delrErmi cre (n. 3936) 0 quell a frarnmentaria di Torino

(Cat. 1385): CAPRIOlTl VrrroZZl 1995: 1:.-\.'"" 1999. cal. F3, pp. 498-499, tav. 122 (statua di Torino) ; STAN\\~CK 1999, cat. F6, pp. 502-504 SIatua di San Pietroburgo); Cleopatra Tegina d'Egitto, p . 119 cat. n. 11.4, pp. 122-123 cat. n. 11.9.

6 Yale University Art Gal lery, YAG 1931.106: 1 6. p. 169 cat. n .95; STANWICK 1999, cat. D12, pp. 464-465 , tav. 98.

7 Museo Gregoriano Egizio n . 22800, alt. COL 143: Born - Ro~-\"'ELLl 1951 , pp. 99-100 n. 148, tav. LXIX.

8 Metropolitan Museum of Art n. 20.2.21: Cleopairns EgJpt. pp. 170-172 cat. n. 66; CA. PRIOTT! VITTOZZI 1995; STAN\I'ICK 1999, cat. C25, pp. 445-447. ta,-. 7.

G. CAPRIOTTI vrrrOZZI - TRACCE Dl ARCAISMO GRECO NELlA SCULTURA EGIZlA... 179

Fig. 1. Statua femmin ile nel Museo Gregoriano

Egizio, inv. n. 22800 (foto gentilmente concessa

dall 'archivio fotografico dei Musei Vaticani)

Fig. 2. Statua di Arsinoe II aI Metropolitan Mu­

sewn of Art di New York, inv. n . 20.2.21; Rogers

Fund, 1920 (foto gentilmente concessa dal

Metropolitan Museum)

180 REND. DEllA POI T. ACCAD. RO~l O'ARCH- - \'OL L\Q(JII

to alIa tradizione autoctona anche nel ,iso e nelracconciatura; n ell 'altra fi­

gura, il volto, di un gusto massicciamente geometrico poco 0 nulla deve alIa

tradizione egizia sui visi femminili. L'acconciatura e composta da boccoli,

che scendono ordinatamente sulla fronte, incorn.iciano il viso, raggiungono

Ie spalle; il coronamento, che e andato perduto per la frattu ra, doveva esse­

re tipicamente egizio. L'iscrizione geroglifica, dietro il pilastrino dorsale del­

la statua del Metropolitan, ci dice che la regina e Arsinoe II Filadelfo divi­

nizzata. Sicuramente nella stesso ambito artistico va collocata anche un 'altra

tatuetta al Metropolitan Museum (fig. 3) ,9 una Cleopatra: l'abito e dello stes­

so tipo, COS! come il totale disinteresse per il corpo sottostante; anche qui ab­

biamo un'acconciatura di boccoli, in questo caso, pera, piccole trecce ritor­

te coprono la fronte. Un'altra testa al Museo di Brooklyn 10 apparteneva ad

un tipo simile. L'attestazione pill antica in Egitto, di un'acconciatura a sin­

goli boccoli, allo stato attuale delle nostre conoscenze, si trova nella tomba di

Peto iri a Tlma el-Gebel, datata al IV sec. a.c. La tomba, 0 meglio il tempio

funerario di que to santo sacerdote, e un monumento famoso per la coesi-

tenza di rilievi tipicamente egizi con altri che propongono grandi novira ico­

nografiche Ie quali farebbero pensare ad una provenienza dall'arte grecaY

n tipo di capigliarura, spesso definita «libica », fu in epoca tolemaica e ro­

mana diffusa dall'iconografia delle regine tolemaiche e da quella isiaca: tale

acconciatura embrerebbe piuttosto diversa da quelle a piccoli riccioli com­

patti proprie della tradizione egizia. ell 'ultimo scritto di B. von Bothmer,

stampato postumo, 10 studioso accennava ad una possibile derivazione di

questa capigliatura dalla scultura greca. 12 Alcune statue di komi ad Atene mi

sembrano particolarmente significative, per i lunghi boccoli che scendono

sulle spalle e anche per Ie ciocche, intrecciate e ritorte sulla fronte , che ab­

biamo visto n ella Cleopatra del Metropolitan e nella testa a Brooklyn : si os­

servi in particolare la kore n . 682 del Museo dell'Acropoli 13 (fig. 4). Tornan­

do ora a considerare l'anomalia, dal punto di vista egizio , dell 'abito nelle due

statuette a New York, possiamo notare che anche qui Ie piegh e calligrafiche,

che scendono simmetriche sull 'asse della figura a sottolineare il mazzo di

stoffa che sembra una trave, hanno un preciso riscontro nelle figure femmi-

9 Metropolitan Museum of Art, n. 89.2.660: CAPRIOTTI VITTOZZI 1995 (vi si propon e

un 'amibuzione a Cleopatra I); CleO'patra regina d'Egitto, p. 121 cat. n. II. 6 (vi si propon e

un 'attribuzione a Cleopatra VII) ; STANWICK 1999, cat. F2, pp. 497-498. 10 Brooklyn Museum of Art, n. 71.12: STAI'IWICK 1999, cat. Fl, pp. 495-496, tav. 120; Cleo-

palm regina d'Egitto, p. 122 cat. n. II.7. 11 LEFEBVRE 1923-24, III, taw. XXXV e XLVI. 12 BOTl-L\1ER 1996, p. 225. 13 RiCl-ITER 1968, pp. 73-75 n. 116, fig. 362-367.

G. CAPRIOTII VlTIOZZI- TRACCE OJ ARCAISMO CRECO ELlA SC LTURA EGIZLA .. 181

Fig. 3. Statln d i regina tolemaica (Cleopau'a) al Metropolitan Museum of

An di New yo,'k, in\'. n. 89.2.660; Gift of Joseph W. Drexel, 1889 (foto gen­ti lmente concessa dal Meu'opoli tan Museum)

182 REND. DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'MCH. - VOL. LXXllI

Fig. 4. Statua di kore ne! Museo dell 'Acropoli di Atene, inv. n. 682 (foto ri­

prodotta da RICHTER 1968, fig. 366)

C. CAPRlOTTl VrnOZZl - TRACCE Dl ARCAlSMO CRECO NEllA SCULTURA ECIZIA... 183

nili arcaiche della scultura greca. La trabea e Ie pieghe che da essa divergono

diventano poi uno dei motivi p ortanti dell 'arte arcaizzante. Infine, il drap­

peggiarsi dell 'abito non direttamente sulle forme femminili, come ancora

nelle figure tolemaiche di tradizione autoctona (fig. 1) , ma su una sorta di

solido geometrico, che Ie lascia solo in parte intravedere, non ha alcun ri-

contro n elJa millen aria tradizione egizia bensi e tipica espressione della pill

antica scultura greca. E inevitabile supporre l'esistenza di un modelIo im­

portante cui queste statuette fanno riferimento.

3. BREVI CENNI AI PRODROMI Dl UN RAPPORTO FECONDO: AUCRATI E ME FI

La cul tura figurativa egizia incontro molto presto quelJa greca di epoca

arcaica, e anzi illustri studiosi hanno, negli u ltimi decenni, ampiamente di­

mostrato che la scultura greca arcaica monumentale, quelIa dei kouroi, mol­

to deve alIa tradizione egizia. 14 E utile richiamare l'attenzione su due centri

che particolarmente dovettero essere veri laboratori culturali nei quali Egit­

[0 e Grecia si incontrarono in epoca piuttosto antica, quando la Grecia era in

uno dei maggiori momenti creativi, il periodo arcaico, mentre in Egitto l'ar­

te guardava al glorioso passato producendo raffinati arcaismi. el periodo

aitico, tra VII e VI sec. a.c., molti Greci giunsero in Egitto: mercenari al ser­

vizio del faraone , che si stanziarono numerosi anche a Menfi; commercianti

che ebbero a Naucrati un emporio di grande importanza; ma anche uomini

di cultura e d'arte che giungevano in Egitto in una sorta di pelIegrinaggio at­

rratti dalla sua milIenaria civilta.

Naucrati , sono venute alIa luce piccole sculture di tipo greco, come

piccoli kouroi in pietra egiziana, Alcuni studiosi hanno messo in rilievo la

pre enza di Ciprioti a Naucrati. e il ruolo di Cipro nel porre in contatto l'E-'tto e il mondo greco: 15 Ateneo 16 ci narra che durante la 23° Olimpiade

(nella prima meta de l VII sec.) , Erostrato di laucrati, un commerciante,

ayeya acquistato a Pafo una statuetta di Afrodite; avvicinandosi all 'Egitto, la

nave ulla quale era imbarcato era stata coinvolta in una terribile tempesta

dalla quale benevolmente la dea di Pafo, invocata, 10 aveva salvato. Tornato

a ::\aucrati, Erosu'ato aveva dedicato la statua, ornata di mirto , n el locale

tempio dando inizio alla tradizione delle corone di Naucrati , della quale

speci.ficamente Ateneo si vuole occupare in questo capitolo. Nel porre in

]. Gt.,'RAI..l 1CK 1978, p. 470; K YRJELEIS 1996, pp. 68-86, 108-120, 121-127; CHINERY 1996. 1> i \'eda in particolare DAVIS 1979 e DAVIS 1980, come pure DE SALVIA 1989; D E SALVIA

1993: JE.'.1ill1S 2001. Ateneo XV, 676 c-d.

184 REND. DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'ARCH. - VOL. UOmI

circolazione idee e irnmagini egizie , la Grecia insulare, oltre a Cipro, ebbe

un ruolo importante e particolarmente Sarno con il suo santuario, dove so­

no stati anche trovati molti oggetti egiziY Dall 'ambiente samio, proviene an­

che un 'interessante figurina femminile in bronz~, testimonianza degli scam­

bi tra Ionia e Vicino Oriente e particolarmente dei rapporti tra Sarno e I'E­

gitto: 18 il viso tondo e sorridente e incorniciato da un 'acconciatura liscia

molto simile, n ella forma, alIa parrucca tripartita egizia; l' abito, dal quale

spuntano grandi piedi geom etrici, fascia la figura affusolata conferendole

quasi l'aspetto di un ushabti.

Menfi , grande capitale e centro religioso, attiro gli stranieri fin da un 'e­

poca molta antica: in torno al grande tempio di Ptah si stabilirono genti di

origine vicino-orientale, poi Cari, Ioni e, genericamente, persone di cultu­

ra greca. Si noti una figura femminile trovata a Menfi 19 (fig. 5), nell 'area di

Mit Rahina, e attribuita all 'arte greca del VI sec. a .C. Gli studiosi hanno ri­

levato, nella kore di Menfi, delle anomalie che rivelano una contaminazio­

ne con l'arte egizia e sono davvero notevoli n el trattamento della testa: non

solo gli occhi e Ie sopracciglia erano incastonati, ma anche la capigliatura

e il coronamento circolare, un modio 0 un polos, erano aggiunti in diverso

mate riale. I solehi che ospitavano i riccioli sparsi sulle spalle conservano

tracce di pasta blu e que to particolare allude forse ad una contaminazio­

ne iconografica oltre che stilistica: in Egitto la chioma blu 0 azzurra e tipi­

ca di divin ici e in particolare di Hathor, dea della bellezza e dell 'amore poi

assirnilata ad Mrodite, oltre che ad lsi; azzurra e dunque la chioma d i don­

ne descritte nella loro bellezza, come la celebre principessa ramesside al

Museo del Cairo .20 Una lirica d 'amore datata al Nuovo Regn o,21 tramanda­

ta dal papiro Ch ester Beatty I, lodando la be llezza della donna, ne canta 10

splendore aureo della pelle e la chioma azzurra come lap islazzuli, in una

d escrizione ch e la assimila ad Hathor, la Dorata, o ltre ch e alla stella Sothis

che annuncia la buona annata. 22 La statuetta di Mit Rahina, dunque, appa­

re com e l'eccezionale creazio ne dell 'ambiente multiculturale menfita do-

j7 SCl-L\UDT 1968, pp. 113-119;J ANTzEN 1972; DAVIS 1981.

18 E conser vata nel museD eli Sarno . BlANCH] BAN DI NELU - PARlJlENI 1976, n. 159. Devo que­

sta indicazione alIa cortesia de lla dott. Laura Fabbl-ini.

19 EDGAR GGG, p . 3 n. 27431, tav. I; RICHTER 1968, p. 94 n. 170, fig. 540. Si noti l' attinenza

di questa figura con quella al Museo dell 'AcropoJi, n. 681 (RICHTER 1968, pp. 69-70 n. 110,

fig. 340).

20 BORCHARDT GGG, II, p. 152 cat. n. 600, tav. 108; DONADONI 1981, p. 200 .

21 MATI-liEU 1996, p . 22: si tipona la tradizion e egittologica che data approssimativa­

mente il papiro alia XX dinastia.

ti BRESC!ANI 1969, p. 428; MATHI EU 1996, pp. 26-27. Su\l'associazione tra la chioma di la­

pislazzu li e la divinitii , si veda MATHlE:u 1996, p. 36 n ota 34.

G. CAPRIOTTI VITTOZZI - TRACCE Dl ARCAlSMO GRECO ELLA SCULTURA EGIZIA... 185

Fig. 5. Slatua di kare aI Museo del Cairo, Cal. Gen. n. 27431

(foLO riprodotta da RICHTER 1 968~ fig. 540)

186 REND. DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'ARCH. - VOL. LXXIII

ve, al culto di Hathor, si sovrappose in epoca molto antica Astarte, I'Mro­

dite degli stranieri citata da Erodoto 23 e, forse molto presto, anche l'Mro­

dite greca.24 Quando in epoca tolemaica, dunque, emergono nella scultura

egizia stilemi de ll 'arcaismo greco, questo trova in Egitto degli archetipi

precisi e significativi. Cercheremo ora di formulare delle ipotesi per la com­

prensione di questo fenomeno.

4. ELEMENTI Dr ARCAISMO GRECO IN AMBIENTE TOLEMAICO

Un certo gusto per l'arcaismo impronta la propaganda tolemaica fin dal­

Ie monete battute da Tolemeo Soter prima dell'ascesa al trono d 'Egitto, n elle

quali si vede I'Atena Promachos arcaizzante, del tipo che continuava ad essere

riprodotto nelle anfore panatenaiche del IV sec.: tale figura doveva promuo­

vere l'immagine del Macedone presso i Greci rifacendosi ad una tradizione

venerabile.25

4.1. ate sull'immagine di Arsinoe II

na figura da prendere in considerazione e quell'Arsinoe II Filadelfo cui

e dedicata la statuetta del Metropolitan Museum gia presa in esame 26 (fig. 2).

Arsinoe, figlia del Soter, ormai vedova, torna in Egitto e sposa il fratello re­

gnante Tolemeo IF? Arsinoe II e un personaggio chiave nella elaborazione

del culto dinastico dei Tolemei e la sua immagine viene formulata in riferi­

m ento a grandi modelli della storia egizia; intorno alIa sua figura si coagula­

no gli sforzi degli ambiente di corte e di que1li templari.28 La regina porta ti­

toli sacerdotali di grande prestigio nella tradizione indigena: e «Sposa del

dio » e «figlia di Amon »; 29 divinizzata dopo la morte, e spesso definita lsi: 30

nel colosso, rispondente all 'iconografia egizia pili. tradizionale , conservato ai

Musei Vaticani insieme a quello di Tolemeo II, trovati negli Horti Sallustiani

e provenienti probabilmente da Eliopoli, Arsinoe e «Figlia di Geb » e «im-

23 Erodoto II, 112. 2. CRAWFORD 1983, p. 18.

25 ZAGDOUN 1989, pp. 53-54. 26 Cfr. nota 8.

27 HOLBL 1994, pp. 32-33.

28 WRIOITI VrrroZZl 1998, pp. 58:5.9 ~'on bibliografia precedente . 29 Q UAEGEBEUR 1971b, pp. 207-209.

30 Si deve aJ. Quaegebeur 10 studio ampio e approfondito della figura e del protocol-10 di Arsinoe II: in tale ambito si fa dunql\e riferimento alia sua bibliografia, a partire da Q UAEGEBEUR 1971a e 1971 b fino a ,quella pili recente, citata nei volumi in sua memoria: Egyp­tian Religion, I, pp. xv.XXIV. Si veda anche MAlAISE 1994, p . 359.

G. CAPRIOTTI VTlTOZZI - TRACCE DI ARCAISMO GRECO 'ElLA SC LTURA EGIZIA... 1 7

. e di Isi ».31 Da un lata, dunque, abbiamo l'impegno della regina sui

e interno ed egizio, ehe la porta probabilmente a gratifieare gli am­

ri templari al punto di essere eonsiderata come una nuova Ahmose-Ne-

·.la regina che all'inizio del Nuovo Regno aveva avuto un ruolo fonda­

male nei confronti del eulto fino alIa divinizzazione post-mortem; 32 dall'al­

Arsinoe conduce un'importante attivita suI fronte della diplomazia tole­

'ca nel Mediterraneo, fino a divenire, dopo la morte, Arsinoe-Mrodite, Ar­

oe Cypria, cioe l'Arsinoe del Capo Zefirio, tempio fondato dal grande na-

'4rca di Tolemeo II, Callicrate di Samo. 33 Nell 'eterogeneo ambiente di Men­

-. inoltre, tanto importante per l'elaborazione del culto dinastico, Arsinoe fu

molto presto accolta come paredra del dio Ptah.34 Si tratta dunque di una fi­

gura complessa, che focalizza in se aspetti di due culture diverse e coesisten­

ti. La documentazione della sua divinizzazione e piuttosto varia sui due fron­

ti e ei limitiamo qui a citare alcune fonti: una stele geroglifica trovata a Men­

des ci testimonia la volonta di Tolemeo Filadelfo di far collocare in ogni tem­

pio un 'immagine di Arsinoe in compagnia di queIle degli altri dei d 'Egitto.35

Una fonte greca invece, <U1cora Ateneo di Naucrati , ci racconta che 10 stesso

Tolemeo volle per Arsinoe l'attributo del dikeras carico di frutti, la doppia

cornucopia 36 che abbiamo visto nella statua di San Pietroburgo e in queIla

del Metropolitan (fig. 2). Sempre Ateneo ci ha conservato il ricordo di epi­

grammi di CaIlimaco e Posidippo suI tempio del Capo Zefirio, dedicato ad

Arsinoe Mrodite, 0 Arsinoe Cypria, «amante del vento deIl'ovest », patrona

dei naviganti. 37 In questo tempio Berenice II, alIa vigilia della partenza della

sposo per la guerra di Siria, dedi co una ciocca di capelli.38 Lo stesso Ateneo

ricorda, con un epigramma di Edilo, un meraviglioso congegno meccanico

dedicato nello stesso tempio da Ctesibio, un Thy ton, un corno appunto, che si

apriva a suon di music a per versare vino. 39 Cio che sembra veramente inte­

ressan te di questo mirabolante congegno e la caratteristica forma di Bes, di­

vinita egizia a forma di nano parzialmente teriomorfo, tradizionalmente rap­

presentato nell'atto di suonare e danzare mentre accompagna Hathor; il

31 Bom . R OMANELU 1951 , pp. 22·23, taw. XXII·XXIV; Q UAEGEBWR 1988, p . 47; STANWICK

1999, cat. A3, pp. 334-336, tav. l ; STANWICK 1999, cat. A4, pp. 336-337, tav. 2; MAL-\1SE 1994, p . 359.

32 Cfr. nota 28. 33 HAUBEN 1983, pp. 111·114. M Q UAEGEBEUR 1971a, pp. 262·263; THOMPSON 1988, pp. 127·13l. 35 D E M EUL ENAERE · MACKAY 1976, pp. 174-177,205. 36 Ateneo XI, 497; RICE 1983, pp. 202·208; STANI\~CK 1999, pp. 122·123. 37 Aleneo VII, 31 8. 38 H OLBL 1994, pp. 98-99. 39 Ateneo XI, 497.

188 REND. DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'ARCH. - VOL. LXXIIl

poeta ci descrive la musica prodotta da Bes come la melodia ancestrale delle

divine acque del Nilo che portano la piena e dunque i frutti . 11 componi­

mento, con il tono leggero di una lirica di corte, sembra alludere ad una

complessa stratificazione mitologica: Arsinoe e Afrodite CypTia, Afrodite Eu­

ploia; a lei si dedica un simbolo dell 'abbondanza accompagnato da Bes,40 per­

sonaggio legato ad Hathor, la Dea Lontana 41 che, al suo ritorno in Egitto, si

assimila alIa piena portatrice di fecondita: si intuisce, dunque, la sovrapposi­

zione tra Afrodite-Arsinoe e H athor. La figura di Arsinoe si arricchisce di

sempre nuove sfumaulre: I'attributo della cornucopia la avvicina a Tyche, e il

suo nome e giustapposto a quello di Agathe T)IChe 42 sulle oinochoai in faience,

utilizzate secondo la Thompson in occasione di grandi feste tolemaiche, for­

se Ie Arsinoeia.' 3 Per l' elaborazione dell'immagine di Arsinoe in arnbiente gre­

CO, il navarca Callicrate di Sarno dovette avere un ruolo fondamentale :44 que-

to per onaggio, politicamente fedelissimo al Filadelfo, fu il primo sacerdote

eponimo di Arsinoe II e si adopero per propagandare il culto della regina.

Oltre aHa fondazione del tempio del Capo Zefirio ,45 conosciamo una sua de­

diea per Arsinoe e Tolemeo in un tempio di lsi e Arlubi a Canopo.46 Molto. in­

tere ante e la riflessione di M. Malaise su lsi di Canopo: 10 studioso suppo­

ne che, grazie al navarca e per il tramite di Arsinoe la quale e lsi rna anche

Afrodite Euploia, lsi di Canopo abbia acquisito il ruolo di protettrice dei na­

viganti. 47 Callicrate e conosciuto an che da documenti che ne testimoniano

l'attiyiti in vari siti del Mediterraneo, dana patria Sarno, a Delo, a Cipro.48

4.2. Ipotesi su un simulacro arcaizzante di Afrodite-Arsinoe

on sappiamo come fosse il simulacro di Arsinoe al Capo Zefirio: 49 sem­

bra improbabile che si trattasse di un 'Afrodite nuda; e forse possibile che fos­

se stato creato till mode no che riproponesse un tipo arcaico e percio parti-

.0 Su Bes: M-\L\ISE 1990 (con ampia bibliografia preceden te); H. ALTENMOLLER in LA I , coll. 720 SS. , s. v. Bes, V. T RAN TAN T lNH in LIMCIII,l , p. 98 55. , s. v. Bes; BRESCIANI 1992; DASEN 1993, p. 55-83; VOLOKHlNE 1994.

41 Sulla Dea Lontana: F. DAUMAS in LA IT, 1024-1033, S.Y. H athoT.

42 THOMPSON 1973, pp. 51-59 . • 3 Ibid. , pp. 117-122.

0\4 HAUBEN 1970, particolarmente pp. 6~67.

'5 Ibid., p. 43-44. 46 Ibid. , p. 40-41; M ALAISE 1994, pp. 353-354 . • 7 MALAISE 1994, particolarmente p. 364. SuI SilO di Canopo, si e in attesa de i risultati

delle ricerche subacquee del gruppo eli F. Godelio. 48 HAUSEN 1970, p. 64 .

• 9 Da Canopo, invece, conosciamo immagini femmin ili portau;ci eli cornucopia (MAL-\lSE 1994, pp. 368-369).

G. CAPRlOrrI VIrrOZZI - TRACCE Dr ARCAlSMO GRECO NELLA SCULTURA EGIZlA... 189

colarmente venerabile? La scelta del genere iconografico fu sicuramente

condizionata da Callicrate: forse peso, sulla sua scelta, la formazione samia,

e nell'isola erano an cora visibili immagini arcaiche; 50 d'altro canto, anche nel

resto dell'ambiente mediterraneo insulare, nel quale Callicrate si muoveva,

sana ben conosciuti degli attardamenti 0 il riafforare del gusto arcaico: e

dobbiamo guardare a Cipro, Rodi, Delo.

Sembra interessante fermare l'attenzione su dei coni monetali battuti a

ea Paphos da Tolemeo III: vi si vede una figura femminile dall'alto poZos,

Afrodite, Ie cui caratteristiche sono tipicamente arcaiche. B. Lichocka,51 che

ha studiato queste monete, nota anche la probabile presenza di una trave as-

iale nell 'abito e osserva che tale figura doveva rappresentare una statua im­

portante eben conosciuta: si trattava di un antico simulacro, del tipo ripro­

dotto da quello portato da Erostrato a Naucrati,52 oppure era un 'immagine

arcaizzan te creata in epoca ellenistica? La Lichocka ricorda, a proposito, che

a Cipro eben attestato il culto di Arsinoe II e conclude che queste monete

pon-ebbero rappresentare un ' immagine di Afrodite, e insieme di Arsinoe­

Afrodite, dedicata come ringraziamento per il ritorno del re dalla guerra di

iria. Monete analoghe furono battute anche a Rodi.

4.3. Aspetti dell'arcais1no nella Qrecia insulare

Merker, nel suo studio sulla scultura ellenistica in quest'isola,53 si soffer­

rna a sottolineare i legami tra Rodi e Alessandria ricordando tra l' altro la pre­

senza di ritratti di dinasti tolemaici e di sculture egizie importate. Riguardo

alia produzione arcaizzante, che a Rodi e particolarmente importante,

~ferker suppone che la scultura greco-egizia possa aver influenzato 10 stile

dei tipi femminili arcaizzanti locali.54 Da notare l'uso, frequente a Rodi, del

p iegone centrale [ormato dalle vesti, una sorta di trave in cui la ricaduta e di­

segnata in pieghe piatte, a zig-zag 0 a losanghe.55

Anche Delo offre spunti interessanti alIa nostra riflessione. Marcade, nel

suo studio sulla scultura delia, nota che sono rare Ie sculture arcaizzanti, tra

que te ci presenta un frammento dal Serapeo C dell'isola e un altro molto si­

mile dei quali sottolinea 10 stile rigido: 56 la figura e addossata al manto, che

50 Apuleio, Flmi.de XV . • 1 UCHOCKA 1986. 5!! Cfr. nota 16. 55 ~1£RKER 1973 . .... Ibid., pp. 13-l4. -- Ibid., p. 33 n. 136. ;0 ~1ARC:o\DE 1969, p. 431 , nn. A5369-A5370, tav. LVII.

190 REND. DEliA PONT. ACCAD. ROM. O'ARCH. - VOL. LXXI II

costituisce quasi un pilastro dorsale; il piegone centrale fo rma una trave as­

siale alIa cui sommita si intravede parte del cosiddetto no do isiaco; la mana

sinistra sui fian co sembra alludere alia presenza di una cornucopia. Secondo

Marcade, il grafismo delle pieghe e la rigidita della figura stabiliscono un rap­

porto tra Ie sculture egittizzanti e quelle arcaizzanti dell 'isola. Lo studioso os­

serva che si esita a definire certe sculture egittizzanti 0 arcaizzanti; e proba­

bile che Ie due correnti si rafforzino a vicenda.57 Tale riflessione di Marcade

sembra calzante anche di fronte alle statuette del Metropolitan Museum: 10

stile egizio, nella sua predilezione per Ie form e geometriche, ben si fonde

con l'arcaismo greco; d 'altra parte si puo notare la vicinanza del frammento

di Delo (n. A5370) alle sculture del Metropolitan. A Delo sono ben cono­

sciuti culti egizi e dediche dei dinasti tolemaici: qui esisteva un tempio di cul­

to di Arsinoe II, de tto Philadelpheion; un altro alto funzionario di Tolemeo II ,

il nesiarca Ermia, due anni dopo la morte di Arsinoe, vi fondo Ie feste dette

Philadelpheia.58 Tali iniziative creano un corrispettivo a quelle gia citate di Cal­

licrate ill Sarno e corroborano Ie testimonianze sull ' importanza del culto di

Ar inoe II nel Mediterraneo orientale, attestato nella gia citata Cipro, a Le-

bo, Paro, Thera, Milet0 59 ecc. Restando a Delo, sembra molto interessante

I'os ervazione fatta da Vallois molti anni or sono su un sovrapporsi della

figura ill Agathe Tyche a quella della Filadelfo; 60 oltre che sulla corrisponden­

za tra I'iconografia de lla dea e quella della regina con cornucopia e sullega­

me ben attestato tra Arsinoe e Agathe Tyche, Vallois appoggia Ia sua ipotesi su­

gli oggetti di un inventario fatto alia meta del II sec. a .C. secondo il quale, nel

tempio delio di Agathe Tyche, sono presenti, tra I'altro, conchiglie marine, co­

m e quelle care ad Mrodite Cypna e dedicate anche al Capo Zefirio; vi si tro­

va inoltre una statuetta di can efora, e sappiamo che la sacerdotessa di Arsi­

noe ad Alessandria e Tolemaide era tale; infine abbiamo due piloi stellati ed

una testa di ariete ch e Vallois vede in corrispondenza con i misteri di Samo­

tracia, rna, possiamo ricordare, 1'ariete e particolarmente legato ad Arsinoe

in ambiente egizio dove la regina era detta «figlia di Amon » 61 e veniva

rappresentata, ad esempio sul1e monete, con il corno di montone die tro 1'0-

recchio.

Come si puo osservare , e difficile definire il n esso di causalita tra gli

aspetti arcaizzanti dell 'iconografia di Arsinoe in Egitto e Ie forme di arcaismo

57 Ibid., pp. 431-432. 58 B RUNEAU 1970, p. 544. 59 Ibid.

60 VALLOIS 1929. In BRUN EAU 1970, p. 540, si ritiene una semplice ipotesi l' identificazio­ne fatta da Vallois de l Philadelpheion nel tempio di Agathe Tyche.

61 efr. nota 29.

G. CAPRIOTII VJITOZZI - TRACCE Dl ARCAlS 10 GRECO NELLA SCULTURA EGIZIA. .. 191

riscontrate a Rodi 0 a Delo, stabilendo una priorita cronologica; tuttavia, at­

tenendosi aIle osservazioni di Marcade e di Merker, sembra possibile che una

certa iconografia di Arsinoe possa aver stimolato alcune produzioni locali.

Un tentativo di ricostruzione del fenomeno potrebbe dunque partire dalle

osservazioni della Lichocka: un'iconografia arcaica 0 arcaizzante di Afrodite

Cypria avrebbe condizionato quella di Arsinoe-Mrodite per il tramite, forse,

di Calli crate di Sarno, in osservanza ad una tradizione venerabile in ambito

greco che tuttavia ben si sposava con il gusto egizio; tale iconografia avrebbe

improntato alcune forme di arcaismo nell 'arnbiente mediterraneo pili lega­

to all'Egitto tolemaico. Una bella scultura in Vaticano,62 uscita da un'officina

greco-egizia, propone una bella sintesi degli aspetti fin qui delineati (fig. 6):

in questo caso la pietra e nera, tipicamente egizia; la posizione flessa della

gamba sinistra e I' himation che awolge la figura si riferiscono esplicitamente

all'arte ellenistica; il trattamento duro e calligrafico delle pieghe dell'abito ri­

cavate dalla pietra piuttosto ostica, Ie proporzioni piccole e la forma rigida

della cornucopia ricordano precisarnente Ie sculture del Metropolitan 63

(figg. 2-3). Queste ultime, nel coniugare modi egizi e greci arcaici, potreb­

bero testimoniare l'esistenza di un simulacra di Arsinoe, cui si sarebbero ispi­

rate anche regine successive come, appunto, una Cleopatra.

5. CONCLUSION I

A conclusione di queste osservazioni, bisogna ricordare quanta notato da

Zagdoun nel suo studio sulla scultura arcaizzante: alcuni tipi iconografici im­

prontati alIo stile arcaizzante dell'Asia Minore rappresentano molto spesso

divinita di origine orientale come Tyche, Agathodaimon, Isi-Tyche, Eirene, Sera­

pi,64 filone iconografico che si irradia fino all' epoca romana. Si ricordano qui

alcuni oggetti esemplificativi: un bronzetto di pregevole fattura mostra una

figura femminile che reggeva un sistro, ora mutilo; la capigliatura a boccoli

e ordinata sulIa fronte in modo non dissimile da quello delI'Arsinoe del Me­

tropolitan (fig. 2) .65 Un'acconciatura piuttosto simile si ritrova anche in una

bella statuetta di Isi-Demetra a Berlin0 66 fino a immagini arcaistiche di 'T-/che

62 Museo Gregoriano Egizio, n. iny. 22799, alt. em. 129. Bom - R OMANELU 1951 , pp. 97-9 n. 147, tay. LXVIII; lside, p. 160 cat. n . IV.I.

63 Si noti l'analogo U'attanlento di questo attributo in immagini di Tyche di diyersa pro­,enienza, ad es. in una scultura al Louvre (MA 2571) : ZAGDOUN 1989, p. 245 n. 325, tav. 54 litT, 196 .

... Z AGDOUN 1989, p. 178, 65 D E RIDDER 1895; Z~GDOUN 1989, p. 228 n. 66, tav. 49 fig. 180. 66 Berlino, Agyptisehes Museum, n. inv. 12440: lside, p. 108 cat. n. I1I.22.

192 REND. DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'ARe H. - VOL. LXXIII

Fig. 6. Statua di Isi-Tye" e 0 regina al Museo Gregoriano

Egizio, inv. n . 22799 (fotc genti lmente concessa dall 'ar­

chi\~o fotografico dei Musei Vatican i)

C. CAPRJOTTI VIrrOZZJ - TRACCE DJ ARCAlSMO CRECO NELLA SCULTURA ECJZlA. .. 193

di epoca romana.67 Ii caso pili. evidente di arcaismo greco nella scultura di

ambiente isiaco e la bella statua di lsi dall'iseo di Pompei: 68 qui assisriamo.

pen'>, ad una sorta di rovesciamento, rispetto alle statuette del Metropolitan.

per quanto riguarda il rapporto veste-corpo femminile: l'abito, infatri, sveia

completamente Ie forme come nella pili. antica tradizione egizia; la figura

brandiva un sistro come il bronzetto gia citato. M.-A. Zagdoun commenta la

scultura osservando che il genere egittizzante, al servizio di una divinita

orientale, si serve dello stile arcaizzante per meglio suscitare la pieta popola­

re .59 Una chiara impronta arcaistica si puo trovare ancora, ad esempio, :in una

tatua isiaca al Museo azionale Romano. 70 E difficile, allo stato attuale delle

nostre conoscenze, supporre con chiarezza l' esistenza di un Urbild, un mo­

dello cui tale filone iconografico si sarebbe ispirato, tuttavia, gia nel 1927, nella presentazione di una testa identificata come lsi nella collezione von Sie­

o-lin,71 sottolineando la fusione di aspetti egizi e tratti di arcaismo greco, si for­

mulava l'ipotesi dell'esistenza di un importante simulacra di culto che aves­

se queste caratteristiche.

In un ambiente cuIturalmente poIiedrico come I'Egitto tolemaico, Ie esi­

o-enze del culto e della propaganda fecero ricorso a modelli autorevoli del

passato, siano essi egizi che greci e cio forse non awenne solo nell 'ambito

dell ' iconografia femminile che pure presenta il fenomeno pili. vistoso: una

insolita testa trovata dagli scavi Vogliano a Medinet Madi nel Fayum in un cu­

mulo di rottami nel tempio locale (fig. 7) , identificata come un principe to­

lemaico, e pili. precisamente da A. Leone 72 come Tolemeo VIII, mostra delle

caratteristiche che la rendono del tutto inusuale. La studiosa, che l'ha ana­

lizzata di recente, la ritiene frutto di un genere iconografico idealizzato di

ambiente egizio, tuttavia, aIle studioso di antichita egizie, la testa appare co­

me p rofondamente estranea. Vorrei fermare l'attenzione sulla struttura del

- e della mandibola, sulla forma della piccola bocca di tipo figuIino awi­

cinata al naso, rna soprattutto sugli occhi, delineati da un taglio netto e si­

uosa ulla superficie leggerrnente modulata e priva di pieghe corrispon­

deme ai globi oculari , e infine Ie sopracciglia definite da un sernplice cordo­

piuITO to sfumato. La testa, in calcare bianco, rnostra una consonanza con

opere di tradizione tardo-arcaica cipriota, dai tratti del visa alIa lavorazione

es. una statua all'A1bertinulU di Dresda: Z AGDOUN 1989, p. 235 n. 173, tav. 51

Xapoli. ~fuseo Archeologico Nazionale, in\!. n. 976: [side, p. 428 ca t. n. V.46 . z:aa.x." 1989, p. 199.

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194 REND. DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'ARCI-!. - VOL. LXXIII

Fig. 7. Sculmra n e lle Civiche Rac­

colte Archeologiche Numismati­

ch e di Milano, inv. n. EO.9.4075

(foto riprodotta da L EONE 1996,

fig. 3)

della chioma a piccole ciocche calligrafiche: gii A. Vogliano, notando l' e­

straneiti dell'opera alIa tradizione egizia, vi aveva riconosciuto d elle analogie

rispetto alIa scultura di Cipro.73 Perc he in un tempio del Fayum di lunga

tradizione egizia si trovi una scultura simile, idealizzata S1, rna non nella

tradizione egizia, e un interrogativo aperto: e si tratta davvero di un dinasta

tolemaico? Ma qui si apre un nuovo problema che potra essere affrontato in

futuro.

73 VOGLIANO 1938, pp. 30-31 n.7: «L'opera e estranea all 'arte egizia e non si spiega can Ie sale influenze dell' arte greeD arcaica (si conn-anti la testa dell 'auriga di Delfi). Difficil­mente ci si sotu'ae all'impressione ch e il vicino orien te n on abbia esercitato il suo influsso. Le analogie piu vicine sono con I'arte cipriota, dove queste correnti si sono incontrate ".

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