S. Daris, Lettere di Girolamo Vitelli ad Aristide Calderini, «Aegyptus» 73, 1993, pp. 197-236

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Lettere di Girolamo Vitelli ad Aristide Galderini Quale speranza poteva essere più ragionevolmente concepita da parte di un giovane studioso sul punto di pubblicare la primaimpe- gnativaopera personale - correva Tanno 1908 - se non quella di arricchire la completezza della propria ricerca conil contributo deitesti su papiro, di recente acquisiti dallo studiofiorentino ed ancora ine- diti? Ad esplorare la potenzialità delle nuove fonti, il venticinquenne Aristide Calderini era stato spinto nonsolodalla innatacuriosità verso ogni testimonianza del mondoanticoe dallo speciale interesse susci- tato in lui dai testi papiracei, ma anche dalla certezzache Girolamo Vitelli, affettuoso amicodi Attilio De Marchi, suo maestro, e già a quel punto con un ruolo di primissimo piano nelle sortidella papirologia italianae fiorentina in specie, avrebbedato ognipossibile risposta al suo appello. Poco importa che i papiri fiorentini si rivelassero, anche per la parteinedita, assai avarirelativamente alla storia della manomissione e quasi del tutto silenziosi sulle persone e sulle attivitàdei liberti; interessa invecerilevare che questa occasionedi studio, suggerita al- lora dalla imminente pubblicazione di un libro,rappresentò l'avvio di un rapporto tra Girolamo Vitelli ed Aristide Calderini, destinato a durarenel tempo e ad esseretestimoniato in termini epistolari (1). Le quarantuno lettere, scritte dal maestro fiorentino al suo cor- rispondente milanese lungo un quarto di secolo (1908-1934), non pos- il) La pubblicazione delle lettere scritte da Girolamo Vitelliad Aristide Calderini è dovutaalla generosa disponibilità di Rita e SandraCalderini, alle quali vannoi sensidella mia gratitudine ; esse hanno trascelto, oltre a queste, anche la corrispondenza di altristudiosi (Breccia, Norsa,Pieraccioni) che, in varia misura, hanno avuto parte nelle vicende della papirologia italiana.

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Lettere di Girolamo Vitelli ad Aristide Galderini

Quale speranza poteva essere più ragionevolmente concepita da parte di un giovane studioso sul punto di pubblicare la prima impe- gnativa opera personale - correva Tanno 1908 - se non quella di arricchire la completezza della propria ricerca con il contributo dei testi su papiro, di recente acquisiti dallo studio fiorentino ed ancora ine- diti?

Ad esplorare la potenzialità delle nuove fonti, il venticinquenne Aristide Calderini era stato spinto non solo dalla innata curiosità verso ogni testimonianza del mondo antico e dallo speciale interesse susci- tato in lui dai testi papiracei, ma anche dalla certezza che Girolamo Vitelli, affettuoso amico di Attilio De Marchi, suo maestro, e già a quel punto con un ruolo di primissimo piano nelle sorti della papirologia italiana e fiorentina in specie, avrebbe dato ogni possibile risposta al suo appello.

Poco importa che i papiri fiorentini si rivelassero, anche per la parte inedita, assai avari relativamente alla storia della manomissione e quasi del tutto silenziosi sulle persone e sulle attività dei liberti; interessa invece rilevare che questa occasione di studio, suggerita al- lora dalla imminente pubblicazione di un libro, rappresentò l'avvio di un rapporto tra Girolamo Vitelli ed Aristide Calderini, destinato a durare nel tempo e ad essere testimoniato in termini epistolari (1).

Le quarantuno lettere, scritte dal maestro fiorentino al suo cor- rispondente milanese lungo un quarto di secolo (1908-1934), non pos-

il) La pubblicazione delle lettere scritte da Girolamo Vitelli ad Aristide Calderini è dovuta alla generosa disponibilità di Rita e Sandra Calderini, alle quali vanno i sensi della mia gratitudine ; esse hanno trascelto, oltre a queste, anche la corrispondenza di altri studiosi (Breccia, Norsa, Pieraccioni) che, in varia misura, hanno avuto parte nelle vicende della papirologia italiana.

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sono competeré, quanto a numero, con la mole di altri carteggi inter- corsi tra il Vitelli ed i suoi destinatari (2).

La stessa distribuzione delle lettere nel tempo risulta alquanto irregolare (3): una buona metà dell'intera corrispondenza si colloca nel quinquennio del primo conflitto mondiale e dell'immediato dopo- guerra, in un momento di sofferto impegno e non solo scientifico.

I piani di lettura ed ì modi di accostamento a questo, come ad ogni qualsivoglia epistolario, possono essere molto differenti tra loro, perché si identificano con la varietà degli interessi propri di ciascun lettore, ma sarà comunque impresa non ardua, per chi voglia scorrere i fogli di questa corrispondenza, constatarne il valore di testimo- nianza (4).

La personalità scientifica dei due corrispondenti, accomunati dal medesimo impegno sul fronte della papirologia, fa di questa disciplina il tema centrale dei loro interessi, al punto che proprio la prospettiva papirologica può essere ritenuta come una privilegiata visuale sul- l'intero complesso della corrispondenza.

Fanno da cornice ad un quadro composito di riflessioni personali sulla validità del proprio lavoro e sulla corretta impostazione di me- todo, alcune notizie, all'apparenza di natura squisitamente crona- chistica, circa le acquisizioni e la costituzione della raccolta di papiri della Società Italiana, iniziative queste spesso sofferte, se non addirit- tura compromesse dalla modestia delle risorse economiche disponibili.

(2) Cfr. Cinquanťanni di papirologia in Italia. Carteggi Breccia-C omparetti- Norsa- Vitelli a cura di D. Morelli e R. Pintaudi con una premessa di M. Gigante, Napoli 1983; la panoramica che ne emerge risulta ulteriormente ar- ricchita da F. Longo Auricchio, Carteggio (1921-1936) Vitelli- Vogliano, Cron. Ere. 19 (1983) pp. 271-279 e Lettere di Medea Norsa ad Achille Vogliano, in Miscellanea papyrologica in occasione del bicentenario dell'edizione della Charta Borgiana a cura di M. Capasso, G. Messeri Savorelli, R. Pintaudi, Firenze 1990, pp. 361-366.

(3) II rapporto di amicizia tra G. Vitelli ed A. Calderini non conobbe solu- zione di continuità, sino alla morte del maestro fiorentino. Le lettere qui pub- blicate sono tutte quelle ancor oggi superstiti da un carteggio che ha subito perdite rilevanti e danni considerevoli, soprattutto in conseguenza degli avve- nimenti della seconda guerra mondiale.

(4) Sulla figura di Girolamo Vitelli v. M. Gigante, Girolamo Vitelli e la nuova filologia, Santa Croce del Sannio 1986, nonché L. Canfora, Ideologie del classicismo, Torino 1980, pp. 48-56, E. Degani, La filologia greca e latina nel secolo XX, Pisa 1989, pp. 1084-1088, P. Tbeves, Lo studio dell'antichità clas- sica nell'Ottocento, Milano 1962, pp. 1113-1126.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERIKI 199

A superare le gravi difficoltà di ordine materiale, sono lanciati appelli, rinnovati con instancabile lena, a quanti fossero nelle condi- zioni di intervenire e di soccorrere l'impresa; collaborazione che dal piano economico viene estesa anche a quello editoriale, con un pres- sante invito ad altri centri di studio fuori di Firenze, che intendessero contribuire ai costi delle attività di scavo о di acquisto.

L'immagine dei due piccoli vagoncini della ferrovia agricola del Fayum, ricolmi di papiri zenoniani, che trasportano verso una meta sconosciuta il loro carico prezioso di documenti, restano emblematici dell'angosciata preoccupazione del Vitelli di vedere disperso tanto im- portante materiale di studio ; uno sconforto tanto giustificato da valu- tazioni scientifiche quanto alimentato dalla consapevolezza di non avere le forze per modificare tale nefasto sviluppo degli eventi.

Sin qui la cronaca delle vicende legate alla scoperta ed agli ac- quisti di papiri, assai indicativa però dell'atmosfera di evidente tre- pidazione e di fervida attesa che animarono i primi decenni del lavoro papirologico in Italia.

Ma al di là dello spunto cronachistico, per quanto significativo ed accattivante, a catalizzare l'attenzione del lettore sono alcune consi- derazioni sullo specifico della papirologia, alle quali va riconosciuto il segno di una attualità, come si conviene a spunti di meditazione, che si rivelano, nella sostanza, lezioni di metodo.

In primo luogo, la decisa affermazione della identica dignità che deve essere attribuita ai testi letterari ed ai documenti, senza una preconcetta discriminazione di valori, che non vanno confusi ma nep- pure misconosciuti.

L'indifferenza nei confronti dei papiri documentan in genere, tende a divenire nociva indifferenza verso la disciplina nel suo complesso ed è proprio ad un simile atteggiamento (anche accademico) che il Vitelli intende opporsi con risoluzione.

Una tale ferma presa di campo potrebbe essere interpretata come il momento centrale di una polemica contro parte del mondo dei classicisti, se non valutassimo la profondità del convincimento so- prattutto dai modi nei quali appare essere stato vissuto.

Non può non rivelarsi segno e prova di coerenza - sempre per limitarci alla testimonianza di questo epistolario - la scrupolosità con la quale sono affrontate minute questioni di lettura e di esegesi documentaria da parte di chi, contemporaneamente, stava misuran- dosi con le problematiche delle più raffinate espressioni letterarie.

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200 SERGIO DARIS

Compito ineludibile del papirologo appare al Vitelli la sollecita pubblicazione dei testi.

L'indugio eccessivo nel far conoscere frammenti inediti è una scelta di lavoro che va respinta e che non è giustificata neppure dal buon proposito di procurare la meno imperfetta delle edizioni possibili.

Il rischio dell'errore è tutto da correre, la correttezza assoluta di una editio princeps altro non può rivelarsi che un'utopia perché « le pubblicazioni di papiri dovrebbero cominciare con la edizione seconda о meglio ancora terza ».

Il papirologo è chiamato a ripensare ed a sottoporre a rinnovati controlli i passi di più ardua comprensione, alla luce delle certezze via via raggiunte, compito questo da affrontare con il bagaglio della pre- parazione specialistica, la quale però, da sola, non sempre costituisce assoluta garanzia per superare le difficoltà proposte.

A buon risultato può essere possibile approdare fruttuosamente quando alla dottrina si accompagnano doti di sensibilità e di « espe- rienza psicologica », che riconsegnano gli scritti degli antichi alla di- mensione della loro quotidiana umanità.

Quanto scetticismo il Vitelli dichiara circa le personali capacità per progetti di largo respiro, altrettanto favore dimostra verso le ini- ziative altrui e soprattutto per i molti programmi di ricerca ideati e realizzati da Aristide Calderini.

La comparsa di « Aegyptus », rivista italiana dedicata tutta alla papirologia, riceve pieno consenso dal Vitelli che, anche in anni suc- cessivi, non risparmierà la propria ammirazione per una impresa di non poco impegno, a tutti i livelli.

La disponibilità alla collaborazione nella ricerca papirologia con altri studiosi - e nel caso di questo epistolario, con Aristide Calde- rini ed i suoi discepoli - appare atteggiamento abituale di Girolamo Vitelli.

Alle primarie necessità della Scuola Papirologia - appena costi- tuita nell'ambito dell'Accademia Scientifico-letteraria di Milano - di disporre di materiale di studio originale, il maestro fiorentino risponde con generosità e fornisce, nella misura possibile al momento, frammenti inediti di papiro, indispensabili ai fini di un produttivo tirocinio dei giovani studiosi.

Con lo stesso slancio sollecita il contributo attivo di Aristide Cal- derini per l'edizione di testi da inserire nei volumi della Società Ita- liana, assicurandone, nel contempo, ottimali condizioni di studio. L'in- vito per visite a Firenze in questa prospettiva, ricorre sovente nelle

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 201

lettere e dimostra la personale partecipazione del Vitelli alle fortune della papirologia in Italia.

La volontà di una operosa collaborazione non si esauriva nel mo- mento, pur tanto significativo, della generosa offerta di materiale nuovo ed originale, ma si realizzava e maturava in un continuo con- fronto di letture e di proposte, ove il carattere del testo lo richiedesse.

Piace constatare con quanta naturalezza il Vitelli si assoggettasse agli impegni dei ripetuti controlli di pezzi in corso di studio da parte di altri, così come riteneva proprio compito l'intero assetto redazio- naie di ogni volume della Società Italiana, compreso il gravoso alle- stimento degli indici, egli che dichiaratamente non si sentiva portato ad imprese di tipo sistematico-organizzativo.

Buona parte dell'epistolario attraversa tempi tormentati nella sto- ria civile d'Italia e di forti contrapposizioni culturali che lasciano il loro segno anche in una corrispondenza motivata da sollecitazioni con- tingenti, al punto che una esclusiva lettura papirologia del carteggio, come quella sin qui proposta, corre il rischio di rivelarsi riduttiva.

Accanto alla determinazione nella polemica accademica, sentita appare la partecipazione alle vicende militari e politiche degli anni tra il 1915 ed il 1920, avvenimenti che inducono ad un ripensamento di molti aspetti del vivere quotidiano.

A tale riflessione non sfugge neppure la rinnovata analisi sul ruolo stesso dell'intellettuale, al quale il Vitelli rivendica il compito di affer- mare, anche in tempi di tragedia, la continuità della elaborazione del sapere.

Sergio Daris

1. Cartolina postale Firenze 21.2.908

41. Via Masaccio

Pregino Signore Un terzo volume di papiri è ancora in mente Dei (5): speriamo

non tardi troppo il 2°, già annunciato da più tempo (6). Che io sap-

(5) La stampa del terzo volume dei Papiri Fiorentini sarà completata nel 1915.

(6) Uscirà nel 1911.

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202 SERGIO DARIS

pia, nei papiri nostri non c'è nulla che possa interessare per la storia della manumissione e degli атсеХгиберсн. Un атсеХеиберос comparisce in Pap.Fior. I 22, 10 - e questo è tutto!

Ad ogni modo, Le ricorderò che nello stesso volume n. 4, 22 (scheda di censimento) comparisce, come risulta ora dalla revisione del Wilcken (7), Mápxoç [7cpó]Tgpov 8ouX(oç) yjjjl&v $TQX(oi>0elç) TeTsX(euTìQxévat) xai Y)XeuG(ep6>[/,évoç) (8). [Il seguente stcov ̂ è anche esso falsa let- tura mia (9), e in ogni caso non ha che vedere con ciò che precede].

Mi dispiace di non aver di più. Con mille saluti per Lei e per il Vogliano (10) sono Suo

G Vitelli

2. Cartolina postale

S. Croce del Sannio 7.7/908

(Benevento) Caro Signore

Ricevei in Firenze, proprio mentre mi preparavo a partire, La Sua lettera e il Suo bel libro (11). Mi rallegro con Lei della bella indagine che Ella ha compiuto con tanta diligenza e dottrina: e La ringrazio così del libro come della lettera. Ma per ora mi son dovuto contentare di guardare un pò alla sfuggita il libro : mi propongo di trame tutto quel vantaggio che potrò, dopo le vacanze. Qui, in campagna, dovrò occuparmi - inter nemora et lucos - di poesia . . . omerica !

(7) W.Chr. 206. (8) II Vitelli riporta il proprio svolgimento dell'abbi evi azione ma in W.Chr.

206.22 si legge ^Xeu0(epcoa6ai) (9) II Wilcken rinuncia alla lettura. (10) Achille Vogliano (1881-1953) professore di Letteratura greca a Cagliari,

Bologna e Milano, si dedicò allo studio dei papiri sin dal 1908; scavò con suc- cesso a Tebtynis nel 1934.

(11) A. Calderini, La manomissione e la condizione dei liberti in Grecia, Milano 1908 (ora in ristampa anastatica Roma 1965) : la prefazione del libro è del giugno 1908 ed in essa, il Calderini esprime la propria riconoscenza al Vitelli (p. X) ; a p. 453 viene riportata la citazione del Vitelli di P.Flor. I 4.22 della prima lettera (v. le note 7-9).

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 203

Quanto al Monandro (12), faccia il Suo comodo. Basterà che me lo rimandi nella prima metà di Novembre.

Le sarò molto grato se vorrà ricordarmi affettuosamente al De Marchi (13) e agli altri amici. A Lei mille augurii di buona salute e di buon lavoro, mentre sono sempre

Suo aff. GVitelli

3. Cartolina postale

Firenze 12 Nov. '908 41. Via Masaccio

C(aro) A(mico) Grazie del Menandro (14) che ho ricevuto puntualmente. A Roma

nell'Ottobre scorso ebbi a rallegrarmi molto che Ella fosse tra i vinci- tori del concorso per un posto di perfezionamento. Mi auguro che Ella possa profittarne molto: sono anzi sicurissimo che ne profitterà degnamente.

Mi ricordi agli amici Milanesi, specie al prof, de Marchi e mi creda sempre

Suo aff. GVitelli

4. Cartolina postale

Firenze 22.6.'911 55. Via Masaccio

Caro Prof., L'invio del Suo ms. (16) è stato di buon augurio per la continua-

zione degli 'Studi di filol.' Soltanto ieri, infatti, si è fissato col tipo-

(12) È probabile che si tratti di uno dei due volumi citati a pagina 39 della Manomissione, Guizot, Ménandre, Paris 1855 (nota 2) о Benoit, Essai sur la comédie de Ménandre* Paris 1854.

(13) Attilio De Marchi (1855-1915), professore di Antichità classiche nel- l'Accademia Scientifico -letteraria di Milano, del quale A. Calderini sposò (1911) la figlia Bita.

(14) Vedi nota 12. (15) A. Calderini, Intorno a un passo di Suida e di Arpocrazione riportato

da Francesco Filelfo, St. it. Filol. CI. 19 (1911) pp. 713-723.

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204 SERGIO DARIS

grafo il da fare; e il Suo ms., di cui La ringrazio, è già in tipografia. Mi son raccomandato che non si vada per le lunghe . . . Ma se le raccomandazioni mie non basteranno, faccia Ella da 'svegliarino'! (Tipografia Ariani, 61 Via Ghibellina).

Mi ricordi affettuosamente a Suo suocero, e presenti i miei rispetti alla Sua Signora.

Ella poi mi creda sempre Suo GVitelli

5. Cartolina postale

S. Croce d. Sannio (prov. Benevento) Firenze 29.1.'912 55. Via Masaccio

C(aro) A(mico) Mi scusi se rispondo con ritardo. Fra il resto, ho avuto attacchi

molto dolorosi di gotta, e non sono ancora guarito. Kat tocutoc, essendo tutt'altro che un mangione о un bevitore!

Mi farà molto piacere avere il Suo lavoro sul Filelfo per il voi. XX (16). Mi basterà che io l'abbia non più tardi del prossimo Giugno. E grazie antecipatamente a lei e al Sabbadini (17).

Mi ricordi affettuosamente a Suo suocero ; presenti i miei ossequii alla Signora e mi creda sempre

Suo aff. GVitelli

6. Caro prof.

Faccia pure il Suo comodo, e poi mandi il manoscritto (18) alla Tipografia Ariani, 51 Via Ghibellina, Firenze. E mi perdoni se nel da fare di questi giorni, ho tardato a risponderle.

(16) A. Calderini, Ricerche intorno alla Biblioteca e alla cultura greca di Francesco Filelfo, I, St. it. Filol. cl. 20 (1913) pp. 204-424.

(17) Remigio Sabbadini (1850-1934), professore di Letteratura latina a Catania e a Milano пе1Г Accademia Scientifico -letteraria.

(18) Vedi la lettera precedente e la nota 16.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 206

II mio indirizzo sino alla fine del mese è : Villino Marini, Forte dei Marmi, (Lucca) in seguito: 8. Croce del Sannio (Benevento).

Buona estate a Lei, alla Sua Signora, ai signori De Marchi: mi ricordi affettuosamente a tutti e mi creda sempre

Suo GVitelli

Firenze 7 luglio '912

7. S. Croce di Sannio 10.8.'913

Caro prof., Senza dubbio la Sua appendice sarà nella prima parte del volume

seguente : e potrebbero in tipografia già cominciarne la composizione, se non temessero di restare a corto di caratteri. E quando fosse com- posta, non c'è difficoltà a fare l'Estratto (19). Appena avrò occasione di scrivere al Paoletti (20), gli raccomanderò la cosa.

Auguro a Lei, a Suo Suocero, a tutti loro buone vacanze, ed è augurio di vero cuore.

Stia sano e mi creda Suo GVitelli

8. Cartolina poetale

Pregino Collega 11 Diels mi scrive che i versi citati nel comm. al Petrarca del

Filelfo (p. 297 del Suo lavoro) (21) si riferiscono, a quanto sembra,

(19) Questa appendice, / codici milanesi delle opere di Francesco Filelfo 9 sarà invece pubblicata nell'Archivio Stor. Lomb. 42 (1915) fase. VII parte II pp. 79.

(20) II proprietario dello Stabilimento tipografico E. Ariani di Firenze. (21) A proposito di questi versi Caldebini scriveva: «Ho confrontato i

frammenti di Empedocle così quelli raccolti dal 'Mullach* che quelli riuniti nel *Diels' ma con mia meraviglia non ho trovato questi versi citati dal Filelfo; ho pure esteso le mie ricerche altrove, ma sempre con frutto negativo. Li tra- scrivo dunque qui in attesa che altri sappia risolvere il piccolo problema ».

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206 SERGIO DARIS

a Die Sphaera dee Empedocles pubbl. da F. Wieck nel 1897 (dissertaz. di Greifswald). Anche se io avessi riguardato le bozze in Firenze, non avrei saputo indicarle nulla, perché ignoro questa pubblicazione.

Ma in campagna poi, non potevo fare addirittura nulla - ed Ella mi scusi.

Mille saluti al prof. De Marchi ed a Lei dal Suo G.Vitelli

Firenze 22.Dic.'913 55 Via Masaccio

9. Cartolina postale

Firenze 22.5.914 55. Via Masaccio

Caro prof., Le ho spedito or ora (raccomand.) tre о quattro pezzi di papiro,

che possono benissimo essere utili per esercitazioni paleografiche (22). Fra il resto, c'è una letterina quasi completa e spropositata, che con un pò di pazienza potrà anche essere interpretata e pubblicata (23). Del resto, il meglio sarebbe che Ella, quando avremo un pò di materiale, venga a Firenze a lavorare con noi una settimana. Così potrà farsi una idea e scegliere qui quello che si adatta alla sua inclinazione etc.

Degli 'Studi' si occupano ora il listelli ed il Festa. Al Pistelli ho raccomandato il Suo manoscritto che aspetta in Tipografia. E la tipo- grafia non ha greco disponibile oltre quello occupato per i papiri. È una vera disperazione.

Ella ricordi al prof. Pistelli la cosa (34 Via Venti Settembre, Fi- renze) e sarà bene - perché manoscritti ce n'è molti, e non si trova la via di smaltirli.

Mi ricordi affettuosamente a Suo Suocero, mi saluti lo Scherillo (24), ed Ella mi creda Suo

G.Vitelli

(22) Sono i frammenti che saranno pubblicati Tanno successivo, nel primo volume desii Studi della Scuola Paviroloaica, юю. 4-16.

(23) II n. 2, ora SB III 6267. (24) Michele Scherillo (1860-1930), professore di Letteratura italiana nel-

l'Accademia Scientifico -letteraria di Milano.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 207

(nel margine di sinistra in direzione perpendicolare)

Per quel che riguarda le fotografie, il n. 120 costerebbe troppo perché è di dimensioni grandi. I n. 131 e 136 non credo sarebbero molto fotografabili. Del resto sono tutti in Laurenziana, e perciò le fotografie costerebbero di più. Bianco in nero non gioverebbe nulla. Ma se Ella insiste nel desiderarle gliele farò fare (25).

10. Cartolina postale

Firenze 23.6.'915 55. Via Masaccio

Caro Prof., Grazie del Suo nuovo lavoro sul Corbinelli (26), documento di

pietà verso la scomparsa diletta compagna (27), e di operoso interesse per i nostri studii. Non oso dire che le citazioni e le allusioni a scrittori greci del C. abbiano importanza molta per la storia dell'umanesimo, ma non è dubbio che a qualche cosa giovi tirar la somma da molte speciali ricerche come questa Sua.

Suppongo che nel luogo citato nella nota 2 alla pag. 8 il Corbi- nelli (28) avrà confuso 'Eschilo' con 'Sofocle', e intenda & Qç>èy.yf àvatSéç Soph. El. 622. Si noti che 'II Trag.' può essere l'Elettra di Sofocle, mentre i Sette a Tebe di E. sarebbero 'III Trag.' A p. 26 (29) il Nolano e il Giordano sono evidentemente Giordano Bruno Nolano, che appunto in quegli anni scandalizzava Parigi col suo antiaristo- telismo. Salvo errore (non ho in casa libri per riscontrare), fu proprio nel 1686 che il Bruno fuggì da Parigi dopo la discussione delle tesi

(25) Le fotografìe dei tre papiri erano state richieste in preparazione dei contributi di E. Amadeo, Intorno al P.S.I. 120 (raccolta di sentenze), Studi della Scuola Papirologica, I, Milano 1915, pp. 57-67, di D. Zappa, Intorno al P.SJ. 131 (frammento epico), ibid. pp. 68-71, di M. Bestetti, E. Babioli, P.S.I. 136, ibid. pp. 72-77.

(26) В. Caldebini De Marchi e A. Caldebini, Autori greci nelle epistole di Jacopo Corbinelli (Mss. Ambros. В 9 inf.; T 167 вир.), Milano 1915.

(27) Bita Calderini De Marchi era morta nel giugno del 1913. (28) « Eschilo брецщос áveóríc nella II Trag. ». (29) Nella sezione dedicata ad Aristotele (p. 17 sgg.).

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208 SERGIO DARIS

dell'Hennequin (30). - Ma non è questo il tempo per pensare a simili bazzecole.

È toccata proprio alla nostra generazione la gran fortuna di liqui- dare la nostra partita con l'Austria, e a questa santa lotta siano diretti oggi tutti i nostri pensieri.

Mille cose affettuose a Lei e al De Marchi dal Suo G.Vitelli

11. Firenze 28.6.916 55, Via Masaccio

Caro prof. Ho ricevuto il primo volume di Studi della Loro scuola papirolo-

gica (31) : credo che ringraziar Lei valga quanto ringraziare colui a cui sono dovute le maggiori grazie per il cospicuo dono fatto alla nostra scienza ... ed a me.

Mi rallegro che intorno a Lei si sieno raccolte così cospicue forze : già questo primo volume, oltre l'importanza pedagogica, è documento di accurato e metodico lavoro scientifico. Non si stanchino presto: e per quello che possiamo contribuire noi altri di qui, non abbiano ri- guardo di comunicarci i Loro desiderii. Vedrà che ci daremo sempre ogni cura di fare Loro cosa grata. Aspettiamo in questi giorni una spedizione di papiri dall'Egitto, e ci auguriamo ci sia da lavorare utilmente. Pur troppo, non sono questi i giorni e mesi migliori per attendere a studii così . . . pacifici.

Il pensiero di tutti noi è coi nostri soldati al fronte e con le nostre navi nell'Adriatico. Ma quanti non siamo in grado di prestare l'opera nostra al confine e sul mare, forse non facciamo male a sforzarci di continuare serenamente le occupazioni consuete.

Dunque io La prego caldamente di presentare i miei più vivi rin- graziamenti a tutti i Suoi collaboratori, e non dimentichi il carissimo amico U. Pestalozza (32). Forse in seguito se avrò tempo di studiare il

(30) Sono i Centum et viginti articuli (Acrotiemus) proclamati nel giugno di quell'anno.

(31) II già citato Studi della Scuola Papirologica, I, Milano 1915 (R. Acca- demia Scientifico -Letteraria in Milano).

(32) Uberto Pestalozza (1872-1966), professore di Storia delle religioni.

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LETTERE DT G. VITELLI AD A. CALDERINI 209

volume come merita, mi permetterò di sottoporre a Lei e ai suoi colleghi e discepoli quello che mi accadrà di osservare.

Molti dubbi ho sul n. 2 (33), che non mi pare abbia alcuna rela- zione con la corrispondenza eroniniana; ma senza aver l'originale sottocchio non mi arrischio a congetturar nulla.

Così nel n. 6 (34) temo che la lettura рщагис (г. 20) non sia esatta, e in ogni caso non vorrei pensare a iniziazione cristiana, то creola tou $есг7гоЧоо (35) vorrà dire soltanto lo schiavo del padrone. Del resto il testo è tanto mutilo che sarà meglio valersene per semplice esercita- zione paleografica. Nell'ultimo rigo, come risulta dal facsimile, va letto тосита, SécTTcoToc y,n¿ov xu[p]t[e. Nel r. 10 è certamente 7uocXX[, e nel r. 12 (36) 7iaX .тас (Un nome IIocXtTocç? con 7caXt тосс о anche con 7taXLVT<xç; non pare si guadagni molto) (37). Ma . . . basta.

Giorni fa Le scrissi qualcosa di Giordano Bruno: in realtà avevo ricordata esattamente la data. Per le sue tesi antiaristoteliche egli fuggì da Parigi verso il 26 maggio 1686.

Si tratta, dunque, proprio di lui. Stia sano con tutti i Suoi, mi ricordi affettuosamente al De Marchi

e mi creda sempre Suo GVitelli

12. Firenze 25.12.915 55. Via Masaccio

Caro prof.,. Mille grazie del Suo opuscoletto di epistolografia papirologia (38).

C'è molto da fare in questo campo ; ma pur troppo sarebbe necessario cominciare da una revisione di tutti i testi sugli originali. Chi avendo già accuratamente studiato il materiale nelle singole pubblicazioni,

(33) Ora SB III 6267. (34) SB III 6270, cfr. BL VII, p. 190. (35) Biga 23. (36) In realtà è la riga 11. (37) Esatta è la lettura e la correzione del Grenfell 7còtX[iv (riga 10) e 7cáXi(v)

iàç (riga 11). (38) Lettere private dell9 Egitto greco-romano. Prolusione e i corsi della Scuola

Papirologia per Tanno 1915-1916, Milano 1915.

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210 SERGIO DARIS

sia oramai padrone del formulario stilistico e, dirò così, psicologico di tali testi, e sottoponga gli originali a nuova revisione, certamente tro- verà da correggere e supplire moltissimo. Ben s'intende però, che non si avrà nulla di definitivo per ил pezzo, poiché fortunatamente le fonti non sono ancora inaridite. L'anno scorso a Philadelpheia (nel Fajum) vennero fuori migliaia di documenti in papiro : se ne riempi- rono, a quanto mi si dice, due piccoli vagoncini di quella ferrovia agricola! Circa ISO ne abbiamo avuti noi, e forse ne avremo degli altri. Ma come salvare dalla dispersione tutti gli altri? E per la mas- sima parte sono appunto lettere e biglietti del 3° secolo av.Cr. (Filadelfo e Euerg.), parecchi veramente interessanti.

Del resto, io sono interamente del Suo parere. Per meschini che possano sembrare questi nostri studi nel momento

in cui si combatte per l'esistenza e per la indipendenza delle nazioni, e mentre anche tanto sangue italiano si versa per il pazzo orgoglio della Germania e dell'Austria, io credo con Lei si debba continuare a lavo- rare tranquillamente, a meno che non si abbia da far meglio sia com- battendo sia altrimenti. È bene che il ritmo solito della vita continui quanto è possibile. A guerra finita (e non potrà finire altrimenti che con la umiliazione definitiva dei prepotenti), è bene che si trovi non interrotta l'abitudine al lavoro scientifico, di qualsivoglia specie. Ma certamente io stesso mi meraviglio come non mi manchi il coraggio di investigare se debbo leggere xal ovvero áXXá in ила lettera spro- positata di un ignorante antico. Ci vuoi, dunque, coraggio anche per questa opera tanto pacifica!

Nel suo discorso Ella si vale di alcune letterine pubblicate in Ita- lia. Un malinteso è accorso a p. 17 nella interpretazione di PFlor 367 (39): 'affinchè anche per mezzo di lettere tue (cioè direttamente etc.) etc. Poiché neppure tu ignori che io con ogni interesse (тсоХи- 7rpaYH-ovuv, curiose) m'informo della tua salute volta per volta da coloro che vengono di costì' etc. Forse anche a p. 14, a proposito di PFlor 303 (40), sarebbe stato meglio tradurre : 'Molti e molti saluti a te e alla tua distinta famiglia' etc. r¡ ar¡ ápgfrç, итсер<риеьа, [xeyaXóvota, 7caíSeu(Ttç etc. vogliono dire niente altro che ťV.S.' o sim.

A p. 12 (PFlor 176) Lei segue fiduciosamente il Comparetti, che sa troppo poco di greco, per esser seguito con tanta fiducia. Nella 1. 16 di questa lettera è da scrivere izpòç ocòtouç (= rcpòç r^aLç ocòtoÓç).

(39) P.Flor. Ill 367.16 sgg. = Sel. Pap. I, n. 147. (40) Riga 8 sgg.; cfr. BL II, 2, p. 69.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 211

'Ma di ciò faremo a suo tempo i conti fra noi*. Né occorre dire che

Xayaptov non è sentito come diminutivo (v. la nota del Сотр.): XoY<xpiáÇeiv è già in iscrizioni ciprie del V secolo av. Cristo, e nel linguaggio degli affari vuoi dire sic et simpliciter Xóyoç, 'conto'.

Non si meravigli se io protesto contro le sue parole p. 11: 'Colla dotta guida di un italiano' etc. Nessuno meglio di me conosce e ap- prezza le doti d'ingegno e di dottrina che aveva il Comparetti, ma fidarsi del suo greco non è possibile. Anche la corrispondenza Eroni- niana ne da prova: egli non sa quando si usa il medio e quando l'at- tivo (v. la nota a 118, 4 e cfr. 163, 7.154, 13 [p. 184]. ; un'altra mirabile nota [aiTtá(jetç!] 176, 16). Gli avevo detto che era errore mio tsivo- ^évouç 127, 2(41) e nonsiè persuaso che я póç az Teivojiévouç è assurdo!

A 177, 18 ha inventato 'il toccti' 'il posi9, mentre lì si vuoi dire: 'è assurdo manchi ora a noi quello di cui noi un tempo noi fornivamo tutti', o sim. (42). Almanacca non so che diavolerie su Seu^epoxÚTťov (178, 2), perché ignora тсрсатохитос.

Non sa che 9jpxev è perfetto di ocl'pca (209.16). In un altro testo (43) legge a sproposito Ù7UYipecxtav ty)v етсабос^еу e Ь^-^ргаш^/йу^гу (44) mentre anche lo spazio indica u7nqpeav ty)v Ы. e u7uiQpe/á<Ta>jJLev -

perché nei lessici non trova u7uiQpe(t)oc = è7CTQpe(b)a etc., ma un u7tY)p- eáffOiq lo ha stampato lui stesso nel n. 209 (46).

194, 6 annota cose impossibili su OTQcraupóç (1. 6), perché ha letto olvocptov invece di crtraptov, e nella 1. 18 non c'è bisogno di essere

grecisti per eliminare il 'Matteo' che fa inopinatamente capolino : cioè

(jLá6at/[t] = [ла&е el informati se (anche un'altra volta nello stesso testo L, = gì) (46).

197,8n ßpou dovrebbe essere SeuTÉpou (47), mentre Xtqvóç è co- stantemente femminile in questi documenti.

226.11 лХеу^атоас 'ai trecciamoli', come se per es. da тср&у^а a

chiunque sappia un pò di greco possa mai venire in mente di formare un 7грау{лата1^!

(41) P.Flor. II 127 = Sel. Pap. I, n. 140; la correzione figura regolarmente accolta in BL I, p. 149.

(42) Cfr. BL I, p. 161. (43) P.Flor. II 189.4; le correzioni in parola si trovano in BL I, p. 162. (44) Alle righe 14-16. (45) Alla riga 13. (46) BL I, p. 162. (47) BL I, p. 152: non sembra una interpretazione esatta.

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212 SERGIO D ABIS

233.7 vendemmia le olive, perché nella 1. 9 ha letto Xoiáx mentre c'è Mtìctopy) (48).

235, 5 ha letto xap quello che è ßoTj (cioè ßoYjOoc) (49) e ha quindi aggiunto ила gustosissima nota.

241.8 si legge zwctyi cioè еутахеь, e nell'indice troviamo ¿vtoc^í!!! Legge altrove (50) per errore xûv èv6áSe ̂ocptov (1. invece [i.ep¿ov)

e non so che parola almanacca da paragonare al francese marécage etc. E potrei continuare all'infinito. Ma mi basta, per giustificarmi del

rimprovero blandissimo che mi son permesso di rivolgerLe. Tutti er- riamo (io più degli altri), e meritiamo compassione : ma il Сотр. sca- raventa gli spropositi con tale aria di superiorità che è impossibile resistere alla tentazione di riderne.

In conclusione, stia in guardia verso la Sua 'dotta guida'. E con molti affettuosi augurii per Lei e per il carissimo De Marchi Sono sempre Suo

GVitelli

Ebbi il piacere di vedere un momento il prof. De Francisci (51). Speravo di rivederlo. Voglia salutarlo per me.

13. Cartolina poetale

Firenze 6.6.'916 55. Via Masaccio

Caro prof., Voglia scusarmi se rispondo con tanto ritardo alla Sua lettera.

Volevo spedirLe insieme un pò di fogli di stampa del voi. IV di pap. d.Soc. ital (52), ma la tipografia ... mi fa disperare. Credo ad ogni modo che oggi о domani Le manderà, secondo le mie raccomandazioni, i primi 8-9 foglietti già stampati. Ci saranno errori, e non di stampa soltanto: per indicazioni in proposito Le sarò obbligatissimo, e La

(48) BL I, p. 154. (49) BL I, p. 154. (50) P.Flor. II 152.5 (non 151.5 come appare nell'indice), cfr. BL I, p. 150. (51) ťietro de Francisci (1883-1971), storico del diritto romano. (52) II volume sarà stampato nell'anno seguente 1917.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 213

ringrazio anticipatamente. - Forse non m'ero spiegato bene col nostro Pestalozza. Un lessico del greco epistolare dei papiri farà certamente comodo. Dico soltanto che molte lettere sono enormemente difficili, e non è possibile dare un lessico non troppo provvisorio fino a che non siano progrediti gli studii ermeneutici sul nuovo materiale. Di più è difficilissimo spesso distinguere lettere private da lettere più о meno ufficiali. Lei vedrà che anche in questo nostro IV voi. la distinzione, specialmente per i documenti d'età tolemaica, è in molti casi addi- rittura impossibile. - A giudizio mio, quello che importa oggi è di avere un lessico quale lo aveva concepito il Preisigke ; naturalmente provvisorio anche quello, ma tale da agevolare notevolmente il lavoro papirologico in corso . . . per molto tempo ancora! Ma la guerra credo abbia mandato all'aria tutto. E auguriamoci che sia questo uno dei maggiori mali. In ogni caso, oggi la guerra rappresenta per noi indipendenza, libertà, compimento di aspirazioni nazionali, rea- zione alla barbarie che. Poco male se ne soffrono i papirologi, e se ne avvantaggia l'Italia!

Quanto alla pubblicazione dei pezzi di papiro inviati, Ella faccia come meglio crede. Dissi al Pestalozza che forse non sarebbe stato male pubblicarli, di regola, nei volumi della Società - ma dissi anche che lasciavo Lei interamente libero di far come meglio credeva. Se qualche cosa vogliono pubblicare nel nostro voi. V, procuri di man- darmi le trascrizioni e le illustrazioni nel prossimo Novembre : io mi impegno di riscontrare tutto sugli originali, e di mettere a Loro dispo- sizione quella poca esperienza che posso avere acquistata. Ma, ripeto, facciano come vogliono. Bene sarebbe che dopo l'autunno Ella ci fa- cesse una visitina a Firenze: potrebbe così rifornirsi di materiale. Noi speriamo di averne fra poco dell'altro.

Molti affettuosi saluti dal suo GVitelli

14. Cartolina illustrata

Multedo (Pegli) 1.8.916 Caro Prof.,

Dalla tipografia Ariani (51 Via Ghibellina, Firenze) dovrebbero averLe mandato fino a p. 128 del IV voi. di Pap. Soc. ital. ; se non ha ancora ricevuto gli ultimi cinque foglietti, abbia la bontà di richie-

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214 SERGIO D ABIS

derli direttamente alla Tipografia. E se finora Le è accaduto di notare errori ed inesattezze, me ne dia notizia, La prego, mentre io lavoro all'indice.

I numeri 400-446 sono in corso di stampa, e non so quando fini- remo (53), perché al Tipografo mancano gli operai. Non è il caso di dolersene, perché quegli operai sono a fare il loro dovere contro Veterno barbaro!

Stia bene e mi creda sempre Suo G.Vitelli

15. Firenze 19.12.916 55. Via Masaccio

Caro Professore, Avevo tardato ad andare a prendere alla posta l'oggetto racco-

mandato - che era poi il Loro bel volume (54) - , e andai a prenderlo ieri dopo ricevuta la Sua lettera. Grazie mille dell'uno e dell'altra a Lei e ai Suoi collaboratori, e molti rallegramenti. Mi fa proprio pia- cere che costì non manchino giovani, dell'uno e dell'altro sesso, a cui gli studi papirologici non sembrino perditempo ! E senza dubbio anche il nuovo volume farà comodo a tutti noi in molte circostanze - ma sarebbe bene ne prendessero notizia anche quelli che di papiri non si occupano. Avranno molto da imparare.

Б Repertorio (SS) renderà utili servigii indubbiamente. Ma, come temevo, non è stato possibile evitare incoerenze essenziali. Gli ùrco- [Л утрата molte volte non sono che lettere private : la differenza dalle lettere è puramente formale. Ella vede, per citare qualche esempio, che se si ammette PSI 419, non si deve escludere 416. E perché inclu- dere 402 ed escludere 407 E non è un documento privato 413? Etc. etc.

Mi auguro che in seguito Le riesca stabilire un criterio meno

(53) Nella lettera successiva del 19 dicembre 1916 si parla del volume appena uscito.

(54) II secondo degli Studi della Scuola Papirologica, Milano 1917 (anche se nel dicembre del 1916 era già stato pubblicato).

(55) Repertorio per lo studio delle lettere private delVEgxtto greco-romano, Studi della Scuola Papirologica, II, pp. 109-245.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 215

formale, e possa riordinare il cospicuo materiale - ma è forse pre- tendere troppo dalla abnegazione Loro. So che cosa vuoi dire lavo- rare in codesto genere!

Le accludo un foglio, dove ho annotato currenti calamo quello che mi è capitato sottocchio scorrendo le pagine.

Vedo purtroppo che spesso hanno preso come moneta buona gli effati Comparettiani ; per carità, ci badino. È peccato che il Preisigke non abbia pensato anche alla interpretazione nella sua Berichti- gungsliste. - Tutte le nostre collezioni ne avrebbero bisogno.

Il nostro volume (66) è finalmente pronto, e ne ho avuta la prima copia. Sicché fra pochi giorni l'avrà anche Lei, e se crederà di annun- ciarlo all'Istituto Lombardo, farà cosa grata a tutti noi.

La perdita del Gentilli (67) è stata grave. Avremmo avuto da Lui della gran bella roba.

Ma mi vergogno persino di pensare ai papiri e cose sim. La pace di Bethmann Hollweg c'impone ben altro - c'impone di vigilare perché non s'infiacchisca la volontà di ridurre a dovere quei malfattori. A furia di debolezze e di tergiversazioni si finirà davvero col perdere i grandi vantaggi che abbiamo contro di loro. Pare che Inglesi e Fran- cesi comincino a persuadersene anche loro!

Mi perdoni il disordine. Saluti gli amici, Si abbia Lei mille cose affettuose e mi creda

Suo GVitelli

Foglio accluso

p. 12 1. ó афбоуос. p. 28n. Mi figuro sarà da scrivere cpcoacpópe, çcoacpóp' souaa cpíXov çc5ç, çcoç

cpépe Xocjí-ttócç. p. 30n. 1. 'ApaßapxTQC. p. 39 (duecento giorni!): a è da intendere ç (6 giorni). p. 45 e 46 Apollonopolites non è una città. La città è Apollónos polis Hepta-

komias e il nomos si chiama naturalmente Apollonopolites Heptakomias. p. 46 e n. 1. Non capisco più che cosa pensasse di Eudaimonis; ma eviden-

temente è colpa mia. p. 48 extr. ('Una vecchia serva'). Perché non può essere una 'giovane'? p. 50.9. Voleva dire axóXXsaOai (axuXTjvoct) elç то Sixaaf. 50.16 sarà 7гро(теХеое?£б>с - e il significato è incerto.

Ì56Ì PSI IV. (57) Cfr. la presentazione di PSI IV, p. VII, volume dedicato appunto alla

sua memoria.

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216 SERGIO DARIS

p. 62, 11 eXouaápLTjv e TrpocjexuvYjaa non sono futuri ('né prenderò il bagno' etc.).

p. 69 1. 'Avaußtetov, Sapocreiov etc. p. 73 Adottavano le pratiche religiose agli dei onorati nel luogo di dimora:

ecco tutto. Un tale che era, poniamo, in Arsinoe e scriveva ai suoi parenti in patria, diceva то 7rpocrxóvr)[xá стой 7rai£> тсоср' oîç éTciÇevou(jt.at osotç (come avrebbe detto 'la città che mi ospita', così diceva 'gli dei presso i quali sono ospite').

p. 129 In PSI 333.6 è aXaßoctrrpoi non - tioc. p. 130 а[Аф1?а7гос 'coperta da letto': era da citare PSI 442. p. 131 Per атгаутгт)т7)рьоу (in Oxyrh.) cfr. PSI 175.5. p. 132 ápvetç non è nulla (ápvóç, ápvsç etc.). p. 135 ßopivov non può voler dire vasca (significa settentrionale: ?ò

ß. urcoSoxetov). p. 136 1. yevéoXioc p. 139 SeuTepoxÚTCOv. Non debbono mai fidarsi del Comparetti, che non

avendo trovato la parola nei Lessici ha almanaccato sciocchezze. Cfr. тсрсо- tó*xutoç (se. otvoç). Dunque 'secondo vino', 'vinello' sim.

p. 141 II SoxiixáÇeiv di PSI 330.5 etc. non ha nulla a vedere con la Soxt- [хастСа "

8рау{лата sono i manipoli о covoni e Spayixocnqyeiv significa 'traspor- tarli'.

p. 142 8с5[ха non è mai la casa ma (nella xoivq) una parte di essa (a volte una camera, a volte la terrazza). V. indice P.Flor voi. I.

" еухХт)[латюу andava aggiunto da PFlor 332. p. 144 ¿VTuyxavetv intrans, non può voler dire 'chiamare in giudizio'. p. 145 1. е7Г1ст?ратт)уьа p. 148 1. ^)tcy)t^ç e ^TCTQTpta p. 151 tCTTQupyóç in PSI 371, 8 è una tessitrice non un tessitore. p. 152 xoc{xt)X<óv, non deposito ma 'stalla di cammelli'. p. 153 xocV àvSpa non vuoi dire altro che 'lista nominativa' (anche rò

x. àvSpa). p. 159 XaxavÓCTirep[AQV, non 'ortaggi', ma semenza di civaie, legumi etc. p. 159 Xixy.av. Non credo si dica 'stacciare'. Credo si dica 'ventilare'. (Cfr.

'ventilabro'). p. 161 [xavSáxY) Solite fantasie del Comparetti. p. 163 [xópov non è 'mirra', ma 'unguento' in genere. p. 165 Ciciar^ (così) non è 'veste' ma balteum. p. 166 olxoSójjLOç 'muratore' sarà meglio. oívYjyáç fantasie del Comparetti che Loro hanno preso sul serio (In PFlor

175.17 sq. è ётсг^хфа Sé HepiyévY)v ?òv tìxtovoc etc.). p. 169 Non c'è dubbio che 7саратгг)хи (plur. ятаратт^х7!) significhi oggetti di

abbigliamento femm. Così non v'è dubbio per сти^етрСа р. 178. " Trocen! Oh! Comparetti! Forse l'unica cosa che si capisce bene in PFlor 177 sono i r. 16 ätotcov у ар

¿cttìv ocutoùç ¿veiCTÖoct тоте тсасл ocòtouç 7nxpéxovraç 'E' strano che noi si com- pri la roba che un tempo si forniva a tutti. E anche i leprotti sono, credo, fantasia Comparettiana.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERIKI 217

p. 177 (araojAÓc). 'Staffa' sarà errore tipografico per 'stalla'. Ma non è adoperato così nel luogo che si cita: per <jt<x6jxóç v. Lesquier etc.

p. 181 таф-rç in PSI 328 non può voler dire 'mummia'. Si tratta, se mai, della ceremonia della sepultura di Apls.

fsTpaoivta (cf. Tptovía) significa 'quattro asini9 - né più né meno. Il tiro a quattro etc. è tutta fantasia.

" s.v. TtXoc (Nel luogo ivi cit. PFlor 232, 9 il papiro non ha [ir¡ Xíocv, ma ha Sta as, come risulta dal facsimile!).

p. 182 tóÇov (non tóÇoç) трахаи-ата non gonfiezza ma 'tracomi' (dicono così i medici).

p. 184 i>7coÇÚYia vaóì dire 'asini'. p. 185 cpiXixòv той ßo7)0oö. è una tassa о gravezza, non un funzionario. "

çopfixóç è detto lo атсгхоиХагсор 'Ajzjacovioc, né форт1хос può voler dire (77rsxooXáir<up.

p. 187 x<*p?T)ç (non -xt') è masch. : dunque £7uaToXixoL Xeipi(i[AÓç = corporazione. E come è possibile? p. 188 xopTÓ(J7rep(jLOv non è 'erba'. Cfr. Xaxocvóa7rsp{xov

16. Cartolina postale

Firenze 26.12.916 55. Via Masaccio

Caro Prof. Mi faccia la gentilezza di comunicarmi gli indirizzi di Arnaboldi C.te B. Pisa Luigi Sessa cav. Rodolfo Mylius cav. uff. Giorgio (68) È probabile che Lei li conosca, о almeno non Le sia di troppo

disturbo procurarseli. In tipografia non li hanno più e si rivolgono a me! Mi perdoni la seccatura. Le rinnovo mille augurii per il prossimo

anno, e La prego di credermi Suo GVitelli

(58) Sono alcuni dei membri milanesi della Società italiana per la ricerca dei papiri greci e latini in Egitto.

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218 SERGIO DARIS

17. Cartolina postale

30.12.916 Caro Prof.,

Grazie della cartolina e della Prolusione (69) che ho letta con molto piacere: sinceri e vivi rallegramenti!

Dalla Tipografia dovrebbero averLe spedito da un poco una copia rilegata del 4° Volume dei PSI, e i fogli che ancora Le mancavano dell'altra copia già speditaLe prima della pubblicazione : compresa la copertina etc. Se non ha ancora ricevuto, creda non è colpa mia - e farà forse bene a sollecitare direttamente l'invio. Se poi oltracciò Le farà comodo un altro esemplare, mi avvisi e procurerò di farglielo mandare.

Lavoro sul resto che abbiamo dell'archivio di Zenon, e pur troppo trovo difficoltà molte. Ci sono pezzi completi e importantissimi, ma molti altri pezzi sono frammentarii - e non c'è peggio della lettura di frammenti, quando il contesto non da aiuto! Alcuni papiri sono poi paleograficamente indiavolati ... ed io sono oramai troppo vecchio (60) per vedere quello che riuscirebbero a vedere i giovani. Ma si fa quel che si può.

Mille grazie di nuove. Augurii affettuosi a Lei, ai Suoi, agli amici da GVitelli

18. Caro prof.,

Mille grazie della cartolina e delle notizie che mi da. Le sarò molto grato se mi comunicherà il resto : sto lavorando appunto su altri docu- menti Zenoniani, e non mi parrà vero di profittare delle Loro osser- vazioni e combinazioni. Mi scrisse il Grenfell alcune settimane fa, che durante l'inverno mi avrebbe mandato delle prove di stampa del 3° volume di Tebtunis, nella speranza che i nostri papiri potessero gio- vare a qualcosa. Ma poi non ho saputo più nulla. La posta è molto irregolare: e non me ne dolgo, purché le vie di comunicazione sieno

(59) Immagini ed echi della morte nella civiltà greca di Alessandria. Prolu- sione ai corsi della Scuola papirologia per Гаппо 1916-1917, Milano 1916.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERUGI 219

meglio adoperate allo scopo di indurre a miglior consiglio i nostri nemici.

Zoilos è nome molto comune, e non sono riuscito finora a stabilire quante persone dello stesso nome occorrano nei papiri Zenoniani (61). Fra gli altri c'è uno Zoilos trapezites (62), che certamente va distinto da parecchi degli altri. Non mi pare per ora che Dikaiom. 261 possa giovare per PSI 340 (63). Il papiro di Halle proviene (certamente, mi pare) dall'alto Egitto, dall'Apollonopolites (Apollinopolis Magna). Im- probabile è quindi che lo Zoilos a cui si rivolge il dioiketes Apollonios sia uno degli Zoilos zenoniani. Di più se anche nel nostro 340 si tratta di palestra etc. non riesco a vedere relazione con una афеслс dalla tassa àXtxiQ di cui si tratta nel Pap. di Halle. Che poi il ПтоХе^осТос del nostro 340 possa essere il re, mi sorprende (64). Come spiegare allora árcoxéxptfoa toiç èvruYxávoucri 7t.II. etc. (ťa chi gli parlava di Ptol. ha risposto, così dicendo a corte' etc.). Ma pur troppo capisco pochissimo di quella lettera, e sarò ben contento de le Sue 'combina- zioni' mi ci faranno capire.

Aspetto con interesse le Loro illustrazioni dei pezzi di papiro che Le mandai (65). Mi sarebbe caro comprenderle nel voi. V. Ma se non è possibile, si prowederà in seguito. - Stia sano e mi creda sempre Suo aff. GVitelli

Fir. 27.1/917

19. Cartolina postale

Firenze 25.6.917 55. Via Masaccio

Caro prof., Come Ella vede - dalla tipografia dovrebbero averLe mandato i

fogli 4-6 - il V volume è in corso di stampa, e spero sarà composto

(61) Per tutti i problemi prosopografici v. A Guide to the Zenon Archive (P. L. Bat. 21), I, Leiden 1981, pp. 333-334.

(62) PSI V 491.10; cfr. Guide cit., I, p. 334, n. 3. (63) II recupero ed il ricongiungimento di altri frammenti hanno permesso

una ricostituzione della lettera quale ora appare in P. L. Bat. XXI 51. (64) Infatti il personaggio, noto da altri testi, si rivelerà come allenatore di

atleti ad Alessandria (v. Pros. Ptol. VI 17174 e Guide cit., I, p. 409 п. 17). (65) Vedi le lettere successive.

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220 SERGIO DARIS

tutto il testo nel prossimo giugno: così potrò attendere agli indici durante le vacanze estive. Ma non escludo che, se Ella mi manderà le loro trascrizioni nelle prime settimane di novembre, si possa fare entrare nel volume о tutto о parte di esse.

Per ora avevo composto il volume con una prima parte di papiri romani e bizantini (una quarantina di numeri), poi 67 documenti Zenoniani, e poi ancora un pò di miscellanea (66). Ma poiché le nostre pubblicazioni, per ragioni tipografiche, non possono essere ordinate sistematicamente, non sarà gran male se in fondo ricompariranno an- cora documenti romano-bizantini.

Mi rallegro che Ella si dia da fare per pubblicazioni papirologiche. Gran bella cosa sarebbe se si potesse avere un pò di danaro per nuovi acquisti, ed Ella avrebbe gran merito se riuscisse anche in questo senso !

Purtroppo, io qui non posso far nulla. Coloro che potrebbero, о danno generosamente il loro danaro per la nostra gloriosa guerra, о dicono di darlo . . .

Proprio durante la guerra c'è da raggiungere in Egitto risultati ottimi, purché si abbia danaro alla mano. Quando penso che il povero Gentilli arrivò solo di alcune ore più tardi per l'acquisto di altri 300 pezzi Zenoniani, non so consolarmene. E gran disgrazia è stata per noi la morte di quel valentuomo.

Mi figuro come sarete contenti a Milano di quello che sanno fare i nostri soldati: in questo mi sento milanese anch'io. Suo aff. G.Vitelli

20. Cartolina illustrata

Quinto a Mare (Genova) 10.7.917 9. Via Umberto Primo

Caro prof., Mi scrivono da Firenze che è giunto colà per me un esemplare delle

antiche epigrafi del nostro compianto De Marchi (67) : credo di doverne a Lei l'invio, e La ringrazio di aver pensato al piacere che mi avrebbe fatto il ricordo dell'ottimo e caro amico.

(66) La struttura del volume non venne modificata nella sostanza. (67) A. De Marchi, Antiche epigrafi milanesi, Milano 1917.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERIKI 221

Del volume V di PSI Ella dovrebbe avere già tutti i fogli stampati (fino a p. 80). Fra non molto ne avrà altre 48 pagine. Mi farebbe cosa grata segnalandomi errori ed inesattezze : me ne varrò per gli Add. et Con.

Non Le dirò come e quanto io stesso mi meravigli di pensare a queste bazzecole, mentre tanto fiore di nostra gioventù combatte, vince e muore per il nostro paese. Quello che non mi riesce addirittura è di bollare come meritano coloro che della nostra santa guerra si valgono per fare una guerricciola pettegola alla serietà dei nostri studi. Veri pagliacci: ecco quello che posso dire.

Mi creda sempre l'aff. GVitelli

21. Firenze 9.1.918

55. Via Masaccio Caro Prof.

Abbia la bontà di dirmi quante pagine Ella ha ricevuto del V volume dei papiri della Soc. ital. Provvedere perché Le sia spedito il resto (indici etc.).

Credo che fra non molto avrà occasione di venire a Milano mio genero Schiapparelli (68). Ella potrà consegnare a lui ciò che avranno preparato di quei pezzi di papiro che Le mandai, insieme agli originali.

Così mi metterei subito a riguardarli. Buona continuazione d'anno a Lei e a tutti i Suoi. Mi ricordi agli

amici Scherillo, Sabbadini etc. e mi creda sempre Suo aff . GVitelli

Cosa dice Lei di questa quasi esaltazione universale ? Si dovrebbe credere non lontana la pace, perché il Io ministro inglese ha detto quello che si vuole! Invece è chiaro che prima bisogna battere i te- deschi. E allora a che scopo questa esaltazione?

(68) L. Schiapparelli (1871-1934), professore di Paleografia Latina al- l'Istituto di Studi Superiori di Firenze, aveva sposato la figlia di Vitelli, Maria.

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222 SERGIO DABIS

22.

Cartolina postale Firenze 20.2/918

Caro prof., Ieri Suo padre ebbe la grande bontà di portarmi i papiri e le

cinquecento lire che codesta Scuola gentilmente contribuisce per la Soc. dei papiri etc. Grazie a Lei di tutto.

Per quel che riguarda le Loro trascrizioni, io avevo insistito perché non tardassero a mandarle, avendo in mente di affrettare la stampa del 6° volume. Ma ora visto quello che è costata la stampa del 5°, abbiamo pensato di ... aspettare tempi e condizioni migliori. Dunque non c'è più urgenza. Ad ogni modo, nelle prossime settimane mi metterò a riguardare il più attentamente che potrò i papiri rimandatimi, e se qualche resultato mi riuscirà di ottenere, gliene darò comunicazione etc.

Spero anche di poterLe mandare alcuni altri pezzi. I continui trasbordi, perché il nostro Istituto è in massima parte ospedale, hanno portato gran confusione. E non è f acuissimo esaminare il materiale che ancora abbiamo a disposizione.

Quanto alle 600 lire, le consegnerò al tesoriere appena lo vedrò (non so se attualmente è in Firenze). Ella avrà da lui una regolare ricevuta; ma non si meravigli se eventualmente ritarderà a venire.

Appena la tipografia mi avrà mandate le copie ancora disponibili del 6° volume, gliene spedirò una per la Loro Scuola papirologia, alla quale tocca di diritto ora che ha preso posto nel numero dei Socii. Pur troppo, per ora non abbiamo mezzi per nuovi acquisti. Ma cer- cherò di procurarmi un pò di quattrini, perché qualcosa si possa fare nel prossimo inverno 1918/19. Sarebbe male non profittarne della mancanza di concorrenza . . . Comunque, oggi importante è ben altra cosa. Ho ferma fiducia che tutto andrà bene. Il nostro paese, tutto compreso, ha fatto molto - e nonostante l'infamia di alcuni c'è da sperare bene.

Molti affettuosi saluti dal Suo GVitelli

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERIKI 223

23. Firenze 22.3.'918

Caro prof. Poiché per ora non è il caso di cominciare la stampa, posso riman-

darle i pezzi di papiro (69), perché Ella abbia la bontà di riguardarli e ristudiarli: intendo dire quei pezzi che vai la pena di pubblicare.

Li abbiamo riguardati la sig.na Norsa ed io, ma naturalmente rimane ancora parecchio da fare.

Abbia la bontà di assicurarmi che questa spedizione Le è arrivata senza . . . danni. Ha ricevuto per codesta Soc. papirol. il Vo volume dei nostri papiri? Il nostro Economo dovrebbe anche averLe spedita la ricevuta delle 500 lire: è giunta? Si compiaccia d'informarmi, per- ché, nel caso, io possa provvedere.

Come avrà visto, quel vecchio bricconcello del Fraccaroli insinua granitescamente che tutto questo nostro sgobbare sui papiri non vai nulla. E tutti i bricconcelli letterati si danno un gran da fare, special- mente contro di me - che mi sento onorato della loro disapprovazione.

lei faccia come me. Tiri diritto per la sua strada, e non si curi dei loro abbaiamenti.

Molti affettuosi saluti dal Suo GVitelli

24. Firenze 29.3/918 55. Via Masaccio

Caro Prof. Naturalmente sarò sempre contento di fare cosa che Le faccia

piacere. Quando mi manderà altre trascrizioni, cercherò di fare come per quelle che mi mandò e Le ho rimandate ora. Queste ripetute revi sioni, sono sempre utili. Le pubblicazioni di papiri dovrebbero co- minciare con la edizione seconda, о meglio ancora terza.

Mi fa piacere che Ella non si lasci turbare dalle voci incomposte della nobile schiera dei propugnatori della scienza amena.

Le mando un n° del Marzocco - a questo proposito. Stia sano, e con molti affettuosi augurii per Lei e per tutti i Suoi Sono devmõ aff . GVitelli

(69) Sono i papiri che saranno pubblicati come PSI VII 800, 801, 823 nel 1925.

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224 SERGIO DABIS

25. Cartolina postale

Firenze 1.5/918 Caro Prof.,

Se non è lontana la pubblicazione di un terzo volume dei Loro Studi Papirol. potrebbero trovarvi posto due о tre pagine di Aggiunte e Correzioni al 5° volume di PSI? (70) Non è possibile per ora stam- pare il voi. 6°, e però mi farebbe comodo antecipare un pò di aggiunte e correzioni al volume pubblicato alcuni mesi fa. Ma se questo genere di 'letteratura' (!) non Le sembrasse adatta per il Loro volume, sia come non detto.

Uno di quei pezzi di papiro che Le rimandai era di annona mili- taris (71). Fra il resto c'erano delle poste di oivóxpeov ma non ricordo quale misura fosse adoperata. Dovrebbero essere o Xt ( = XiTpat) op- pure £/(=£scTTat). О forse non c'è nulla? Ma pure bisognerebbe de- terminare di che quantità si tratta. - In un altro pezzo c'era il nome ©eoScopáxtoç (72). Le ho indicato che il nome è frequente, per es. nei PKlein Form del Wessely?

Stia sano, e mi mandi Sue buone notizie. Per i signori tedeschi le cose non vanno bene in Francia e in Fiandra. Auguriamoci che con- tinuino con l'usata cocciutaggine a dissanguarsi ben bene. E con- serviamo noi i nervi a posto per le prossime battaglie sul nostro fronte. Ricordiamoci che questa guerra terribile si vincerà non coi successi militari piccoli о grandi, ma con la resistenza a oltranza. E per resi- stere efficacemente non ci mancano né gli uomini né le armi. Solo non dobbiamo perderci d'animo noi . . . che siamo in casa ! E nonostante gli sforzi di parecchi mascalzoni, ci riusciremo - ho salda fiducia che riusciremo. Dirò con Demostene che, se nonostante le molte corbelle- rie nostre, il nemico non ha potuto finora trionfare, è mai presumibile che le nostre corbellerie non ci abbiano insegnato nulla?

Mi saluti il Sabbadini. Suo aff. G.Vitelli

(70) G. Vitelli, Appunti e correzioni a papiri della Società Italiana (voi. IV e V) : il contributo sarà pubblicato nel 1920 appunto negli Studi della Scuola Papirologia, III, Milano 1920, pp. 149-155.

(71) II pezzo non può essere identificato tra quelli editi da A. Calderini; al contenuto, qui sommariamente indicato, corrisponde PSI IX 1074 (meglio che PSI IX 1073, molto simile ma senza esplicito riferimento all'annona).

(72) PSI VII 823; cfr. BL II, 2, p. 143 e III, p. 225.

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LETTEBE DI G. VITELLI AD A. CALDERINT 225

26. Cartolina postale

S. Croco dol Sannio 28.5.'918

(Bonovonto) Caro prof.,

Prima di partire da Firenze mi fu impossibile preparare quelle pagine di Errata-corrige di cui Le avevo scritto (73), e qui natural- mente non posso far nulla. Presumibilmente sarò ancora in tempo nel Novembre; altrimenti pazienza. Sarà per un altro volume.

Quanto alla rassegna dei documenti Zenoniani finora pubblicati, io non ho attitudini per farla come va fatta. Potrebbe farla la sig.na M. Norsa, che conosce bene, anche quelli non ancora pubblicati, e in gran parte trascritti da Lei. Gliene parlai infatti, e non mi sembrò mal disposta. Sarà bene che gliene scriva Lei, insistendo (Prof. Medea Norsa, R. Liceo-Ginnasio Michelangiolo, Firenze).

Son dovuto partire da Firenze prima del solito per ragioni di fa- miglia. Qui si sta bene, ansiosi di buone notizie dalla fronte. Non pare che gli Austriaci e i tedeschi possano tenere duro oltre l'autunno. Ma in ogni caso prepariamoci a tenere duro noi per tutto il tempo che sarà necessario. Del resto, ogni mese che passa è un mese che ci avvi- cina all'abbattimento dei nostri nemici che sono da un pezzo V odium generis fiumani, meritamente!

Mi saluti lo Scherillo ed il Sabbadini e Lei voglia bene al Suo aff. GVitelli

27. Cartolina postale

Firenze 4.3.'919 6. Via Repetti

Caro Prof., Essendo già passati tanti mesi, avevo pensato non fosse più il

caso di mandarLe quegli appunti di aggiunte e correzioni etc. (74). Ma giacché Lei ha avuto la bontà di rinfrescarmi la memoria, e

poiché il nostro volume chi sa quanti mesi ancora si trascinerà in

(73) Vedi nota 70. (74) Vedi le due lettere precedenti e la nota 70.

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226 SERGIO PARIS

stamperia, ini metterò subito a compilarli, e certamente Ella li avrà prima della fine del mese. Intanto mille grazie.

E mille grazie anche della Sua lettera che ho ricevuta stamane. M'importa ripeterLe che non ho mai pensato che l'impressione da me ricevuta potesse rispecchiare una intenzione Sua. Forse mi sono ingannato anche nel resto: meglio così.

Cerchiamo di lavorare e sarà il modo migliore di rispondere a certa gente.

Stia sano e mi creda Suo aff. GVitelli

28. Cartolina poetale

Savignone (Genova) 31.7.919

Caro Professore Ho ricevuto stamane da Firenze le bozze di stampa (76), che oggi

stesso Le spedisco corrette e raccomandate. A risparmio di tempo - dopo che per colpa mia se n'è perduto parecchio! - , prego Lei di dare il visto per la stampa.

Giorni fa ricevei l'annunzio della nuova Rivista 'Aegyptus'. Ammiro sinceramente il Loro coraggio, e mando mille augurii. Ho

scritto alla biblioteca dell'Istituto di Firenze perché prendano senz'al- tro l'abbonamento, e credo sarà fatto.

Mi abbonerei molto volentieri anche io personalmente, ma ho tanti impegni analoghi, e ... i fondi sono in ribasso.

Ella sa bene che col greco e la papirologia ai tempi che corrono c'è da esser poco allegri. Ma non vuoi dire. L'essenziale è che l'Italia continui a dimostrarsi degna del nome che ha.

Stia sano con tutti i Suoi e mi creda Suo aff .

GVitelli

(75) Delle Aggiunte e correzioni, ricordate nelle tre lettere precedenti.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 227

29. Savignone (Genova)

3.8.'919 C(aro) A(mico)

La Sua cartolina del 29, col bollo di Milano del 30, mi è giunta soltanto stamane. Dobbiamo esserne soddisfatti. Hanno raccontato i giornali che una lettera del 1857 era arrivata felicemente il 1919 in non so quale città della Francia !

Venticinque estratti (76) sono anche troppi, e La ringrazio anteci- pat amente.

Se avessi avuto i miei libri, avrei potuto far molte aggiunte; ma, dopo tutto, anche così come è la lista potrà far comodo a qualcuno.

Molti augurii a Lei ed ai Suoi dall'aff. GVitelli

Resterò a Savignone ancora una quindicina di giorni. Andrò poi a Genova (20 Via Corsica), e poi . . . Sarò a Firenze nel Settembre (6 Via Repetti)

30. Firenze 10.1/920

6. Via Repetti Caro prof.,

Ho ricevuto il primo fascicolo di Aegyptus: ти^у) ауосбт)! Credo possa riuscire molto utile, se Lei non si stancherà di atten-

dervi con ardore ed abnegazione. Il materiale da elaborare è immenso, e in continuo aumento. Questa condizione di cose rende me incapace di aiutarla efficacemente. Son fatto così. Non mi riesce di lavorare, quando c'è la probabilità che domani cambino notevolmente le basi di lavoro. Ma non dico di far bene così, e ammiro chi sa fare altrimenti. Per esempio, la corrispondenza Zenoniana offre materiale ricchissimo. Ma io penso quante corbellerie non avrei messe in circolazione, se non avessi aspettato, non dico altro, la pubblicazione dei papiri del Museo del Cairo !

Ad ogni modo, Loro possono fare molto bene, vagliando accurata-

(76) Sempre delle Aggiunte e correzioni delle quattro lettere precedenti.

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228 SERGIO DAEIS

mente quello che c'è già a disposizione. Ed io ringrazio già ora chi mi risparmierà faticose ricerche - di vario genere, specialmente del genere per cui io sono incapace; pur troppo, dunque, un genere molto . . . vasto !

Ho dato una semplice occhiata al contenuto del fascicolo, e vedo già quali e quante sono le Loro benemerenze.

Ernesto Schiapparelli va in Egitto fra poche settimane. Fo conto di mettere a sua disposizione per acquisto di papiri un pò di danaro. Ma sarà troppo poco. Difficilmente potrò dargli più di 100 sterline (naturalmente in oro)!

Se Loro costì hanno mezzi e vogliono profittare della fortunata occasione, facciano. Naturalmente ci distribuiremo quello che si avrà in proporzione del contributo, e anche in proporzione vantaggiosa per i contribuenti milanesi. Lei credo sappia già che per me l'importante è che si lavori in f talia - e Firenze non è più Italia di quello che è Milano !

Aspetto dalla tipografia le bozze corrette del papiro degli exactores (77), per mandargliele ed avere le Sue correzioni e il Suo benestare. Il Gelzer ha trovate suppergiù le difficoltà che avevamo trovate noi. Ma egli crede che il papiro sia da riferire all'epoca Giustinianea, e questo a me pare impossibile. Ieri in una cartolina mi dice che almeno bisogna scendere al V secolo, e questo lo avevo già concesso.

Quel papiro era stato nelle mani di un bravo restauratore di To- rino. Un frammentino era stato incollato tanto bene, che né la sig.na Norsa né io ci eravamo accorti della falsa incollatura (a rovescio)!

Si ricorda che avevamo finito con l'ammettere un è[x]^voev! (78) Rovesciato il frammentino ne è venuto fuori quello ci voleva: aiT7;a]6>^sv. Così è scomparso anche il (Tocupivov) tov Xa[X7rp(ÓTaTov) (79) che dava molta noia.

Mi capita sottocchio nella Sua ricerca sul regime delle acque etc. (80) a p. 65 il [ларей o [¿ápa di PFlor 162, б sg. Ma quello è uno dei soliti qui pro quo del Comparetti; il papiro ha naturalmente t&v èv6á§e [j.epc5v, e, se non mi sbaglio, è già segnato nella Berichtigungs- liste del Preisigke (81).

(77) PSI VII 684; cfr. BL III, p. 224 e VII, p. 236. (78) Riga 15. (79) Riga 23. (80) A. Calderini, Ricerche sul regime delle acque nell'Egitto greco -romano , I,

Aegyptus 1 (1920) pp. 37-62. (81) BL I, p. 150.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDEBXNT 229

Sono passati già nove giorni del 1920. Io auguro a Lei ed ai Suoi felicissimo l'intero anno, e quelli che verranno dopo. Ella si unirà a me nell'augurare qualcosa di bene anche all'Italia nostra, che lo merita, a dispetto dei cari alleati e associati.

Stia sano e mi creda ancora sempre Suo aff. GVitelli

31. Firenze 31.1.920

Caro prof., Da un pezzo non ricevo Sue notizie. Mi assicuri che sta bene di salute; la mia preoccupazione non è

ingiustificata nelle presenti condizioni sanitarie di quasi tutta l'Italia. Insieme La prego di dirmi se posso far stampare il papiro degli

exactores suppergiù nella forma che ha nelle bozze di stampa manda- tateLe un paio di settimane fa.

Molti auguri e saluti cordialissimi dal Suo

GVitelli

La sig.na Norsa mi dice di averLe già spedita la trascrizione del famoso e enigmatico Neoptolemos (82) GVitelli

32. Firenze 22.1O.'92O

Caro prof., Le sarò molto obbligato se vorrà far sapere alla Signora Salvioni

(83) (di cui non ho l'indirizzo) quanta parte prendo anche io al suo

(82) M. Nobsa, Scolla a testi non noti, Aegyptus 1 (1920), pp. 154-158, ripubblicato come PSI XIV 1399.

(83) Carlo Salvioni (1858-1920), professore di Glottologia a Torino, Pavia, Milano.

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230 SERGIO DAJtIS

grande dolore. Ho saputa un'ora fa la funesta notizia e non so proprio darmi pace della scomparsa di un uomo che ammiravo come scienziato e amavo moltissimo come amico e italiano.

Troppi dolori erano serbati a quella buona signora; possa avere la forza di tollerarli. Tutti quelli che l'hanno conosciuta glielo augurano di cuore.

Ricevei l'invito ad una adunanza in Milano per l'Egittologia etc. ; mi duole di non essere potuto intervenire. Viaggiare al giorno d'oggi non possono se non i ricchi, e per giunta giovani : ed io . . . sono quello che sono !

Mi raccomandai alla Tipografia perché Le spedissero la prima copia pronta del voi. VI, e mi dicono di averlo fatto. Quando ci daranno le altre copie? È una vera disperazione.

Stia sano e mi creda Devm. aff . GVitelli

33. Cartolina postale

Firenze 24.11.'92O Caro Prof.,

Mille grazie dell'Aegyptus, per parte mia e per parte della biblio- teca dell'Istituto. Il fascicolo mi pare ben nutrito; e auguro alla pub- blicazione il successo che merita. - Grazie anche delle circolari e delle schede di sottoscrizione. Io personalmente non sono in grado di sot- toscrivere, ma mi dispiace proprio molto di non potere. Ho dovuto rinunziare in questi ultimi tempi persino a comprare qualche libro, dei più indispensabili. Ma non disperiamo ; forse finirò cantoniere fer- roviario, e allora qualche svago 'intellettuale' mi sarà possibile. - Ne ho lasciate delle copie alla Società Leonardo da Vinci; ma dubito molto che qualcuno sottoscriva. Anche perché l'opera nostra papiro- logica in Firenze è stata sempre onestamente svalutata da certe per- sone, о per vanità propria о per invidia о per altri inconfessabili motivi. - Del resto, comincio ad essere seccato di tante cose.

Per es., il voi. VI non credo sia ancora in vendita, e ogni iniziativa verso il tipografo è vana.

Lei ha ricevuto il volume perché tempestai affinchè lo spedissero subito. Ma probabilmente non avranno ricevuto l'esemplare destinato

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 231

alla Scuola Papirologia. E così tutto diventa noioso. Né la mia pa- zienza è inesauribile. Mi auguro sia più paziente Lei, e a Lei e ai Suoi collaboratori auguro di cuore ogni bene. Stia sano e mi creda sempre

Suo aff. GVitelli

34. Fir. 14.12.'22

Caro prof. Eccole un pò di Errata-Corrige, per quando avrà spazio. Profitto dell'occasione per mandarLe molti affettuosi augurii. Se

vede lo Scherillo si ricordi di salutarlo per me e mi creda Suo GVitelli

35 Cartolina poetale

Firenze 27.6/23 Caro Professore,

La prego di scusarmi se con tanto ritardo La ringrazio del gradito invio del Suo Aegyptus.

Con la vita nomade che vivo, molto si spiega, se non si giustifica. A Lei debbo, senza dubbio, anche le 'Lettere Cristiane' del Ghedini (84), del quale ignoro l'indirizzo. Voglio ringraziarlo vivamente da parte mia. Gli debbono essere costate molta fatica, della quale dob- biamo essergli grati moltissimo quanti abbiamo interesse per questi studii. Egli ha raccolto materiale in quantità ed ha contribuito non poco alla interpretazione. Di tutto, ripeto, dobbiamo essergli gratis- simi.

Non so quando sarà pronto il nostro volume VII ! (86) La tipografia mi fa proprio disperare. Fra poco dovrò assentarmi da Firenze, e

(84) F. Ghedini, Lettere cristiane dai papiri greci del III e IV secolo, Milano 1923.

(85) Sarà edito nel 1925.

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232 SERGIO DABIS

fuori di Firenze naturalmente non posso correggere le stampe. Pa- zienza.

Ella con tutti i Suoi procuri di star sano, e mi ricordi all'occasione al carissimo Schedilo, e mi creda

sempre Suo GVitelli

36. Firenze 10.7/25

Caro prof. Ho ricevuto gli Estratti del Voi. Lumbroso (86) e La ringrazio

cordialmente. Penso alle seccature che ha avute Lei da tutti noi - e noi ce la

caviamo con un semplice 'grazie' ! Stia sano. Io andrò via da Firenze Lunedì prossimo. Buona estate Suo aff . GVitelli

37. Firenze 18.1.26 6. Via Repetti

Caro professore, Nel papiro da Lei pubblicato nel voi. Lumbroso p. 84 sq. (col.

I 9. II 10) non capisco la parola eõpoç, e siccome Lei non dice nulla mi figuro che è puramente colpa mia non intendere (87). Mi è venuto persino in mente di supporre possa essere izpòç in tutti e due i luoghi. In somma veda Lei e mi illumini (88).

(86) Raccolta di scritti in onore di Giacomo Lumbroso, Milano 1925; il Vitelli» membro del Comitato promotore, contribuì con l'articolo Atti di istruttoria a carico di funzionari dell'Egitto romano, pp. 23-28 (poi SB III 7173).

(87) A. Calderint, Contratto di somministrazione di stoppa m un papiro inedito della raccolta Castelli, pp. 77-92, ora P.Med. I 52; cfr. BL VI, p. 76.

(88) La lettura corretta è évóç.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 233

Che bellezza il Io volume del catalogo dell'Edgar (89), non è vero? Potremmo far qualcosa di ... analogo anche noi - se avessimo

mezzi! Segrè e Norsa saranno arrivati oggi ad Alessandria (90). Speriamo

non tornino a mani vuote. Siamo ancora nel Io mese del 1926. Le auguro ogni bene, non

solo per questo ma per molti e molti anni. Suo aff. GVitelli

38. Firenze 3.6.'26 6. Via Repetti

Caro Professore La ringrazio di Aegyptus VII 1-2: e mi rallegro con Lei del buono

che esso contiene, in grande quantità, e di vario genere. La ringrazio anche delle cortesi parole con cui ha rivendicato il

nostro lavoro fiorentino, dimenticato dal signor Hombert (91). La ringrazio, ma quando anche Ella non avesse detto nulla, nes-

suno avrebbe mai attribuito a Lei dimenticanza analoga a quella del signor Hombert. Del resto, tutto ciò importa ben poco: purché si possa continuare a lavorare.

Le mando un pò di noterelle per Г Aegyptus, posto che abbia spazio disponibile.

Stia sano, e buon lavoro Suo aff. GVitelli

(89) È il primo volume dei papiri zenoniani del Cairo, С. С Edgab, Zenon Papyri, I, 1925 (Catalogue générale des Antiquités Egyptiennes du Musée du Caire).

(90) Si tratta del primo viaggio della Norsa in Egitto. (91) II Vitelli fa riferimento alla recensione di Calderini, comparsa nel me-

desimo fascicolo di Aegyptus 7 (1926) pp. 164-165, alla pubblicazione di M. Hombert, La Papyrologie grecque, Rev. Univ. de Bruxelles 31 (1925/26) pp. 167- 189; a p. 165 Calderini precisava il ruolo primario di Firenze negli studi papi- rologici italiani, quale sede della più importante collezione.

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234 SERGIO DARIS

39. Caro Professore

Eccole i 6 papiri, con la revisione delle trascrizioni (92). Non occorre dirLe che quasi tutto, anzi tutto (senza il quasi) è

dovuto alla sig.na Norsa. Naturalmente avremo preso anche noi qualche granchio: veniam

petimusque damusque vicissim. Stia sano e buon

lavoro Suo aff

GVitelli

Firenze 25.2.28

40. Cartolina poetale

Firenze 5.1/30 6. Via Repetti

Caro professore Mille augurii, a Lei ed ai Suoi, per il nuovo anno. Ella mi scrisse già di aver ordinato per me il volumetto di papiri di

Goteborg (93): ne ha saputo più nulla? Mi rincresce di averLe dato questo disturbo, che ha ora come conseguenza ил nuovo disturbo. Debbo aspettare ancora, о posso senz'altro ordinare il libro ad un li- braio di qui?

Le ho mandato qualche settimana fa la trascrizione di un fram- mento di Commedia (94). Voglio dirLe ora che dell'enigma del v. 15 si è trovata facilmente la soluzione, emendando gli errori dello scriba: tchç Sa{jLÓ0paÇtv еъхетаь (cosìWilamowitz, S. Eitrem,W. M. Edwards etc.)!

(92) Da identificare con PSI VI 684, VII 800, 801, 813. (93) Papyrus grece de la Bibliothèque de Gotembourg par H. Fbisk, Goteborg

1929. (94) PSI X 1176, pubblicato precedentemente m St. it. .buoi. cl. n.s. 7

(1929), pp. 235-242, ed ora Adesp. Nov. 265 in Comicorum Oraecorum Fragmenta in papyris reperto, ed. С Austin, BeroJini 1973.

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LETTERE DI G. VITELLI AD A. CALDERINI 236

E dire che io stesso avevo pensato ai Dioskuroi, e non ignoravo davvero che Dioskuroi e Kabeiroi compaiono con lo stesso ufficio nella mitologia antica!

Anche per alcuni altri luoghi l'emendazione o l'interpretazione è trovata. Ma rimangono molti altri enigmi, aumentati dall'infelice si- stema dello scriba di segnare con lettera dell'alfabeto i personaggi. C'è da sbizzarrirsi come si vuole.

È vero che Ella ha un frammento del Telefo Euripideo? (96) Se è vero, perché non lo pubblica? Creda pure, che il vantaggio di pubbli- care presto, anche imperfettamente, supera di gran lunga il vantaggio di un più accurato esame.

Nuovamente, mille affettuosi augurii del Suo GVitelli

41. Cartolina postale

Firenze 16.2.'34 6. Via Repetti

Caro Professore Ho ricevuto poco fa il nuovo fascicolo di Aegyptus (96), ricco di

molti e buoni studii - che, purtroppo, non posso leggere di seguito, ma certamente dovrò e potrò leggere un pò per volta.

Ho visto, nel Suo articolo (97), descritto il papiro di cui mi ac- cennò a Firenze, e mi rincresce che Ella non abbia trascritto i versi Euripidei (quanti versi?) del recto. Li pubblichi presto, La prego cal- damente (98).

Anche in cattive condizioni, è bene sapere subito quello che c'è: questo basta a fare evitare errori e congetture vane.

(95) Vedi la lettera seguente. (96) II secondo fascicolo del 1933. (97) A. Camerini, Un nuovo papiro del Serapeo di Memfi nella raccolta

milanese, Aegyptus 13 (1933) pp. 674-689. (98) A. Calderini, Dai papiri inediti della raccolta milanese, Aegyptus 16

(1935) pp. 239-245, ora P.Med. I 15; il fascicolo nel quale compare Teditio princeps del papiro venne « dedicato a Girolamo Vitelli in occasione del IV Congresso Internazionale di Papirologia, Firenze, 28 aprile-2 maggio 1935 »•

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236 SEEGIO DARES

Per esempio, due anni or sono abbiamo congetturato (Favorin. Пер1 <риу?)с 2, 43) che il verso (oío° etatv) 'AXéou tou тсоХихрисгоо Só^ot potesse essere del prologo о del Telefo Eurip. о della Auge (99) Forse ci saremmo risparmiati di tirare in ballo il Telefo, se nel pap. milanese quel verso non comparisse.

A p. 676 Ella accenna al Cresfonte di Euripide, ma quel frammento di tali versi non è niente affatto del Cresfonte, e non di Euripide (come dapprima anche io avevo creduto), ma di una commedia, pro- babilmente di Menandro (Qualche indicazione è data anche nella mia noterella di Stud. ital. di Filol. class. N.S. Ili (1929) p. 249) (100).

La sig.na Norsa è in Egitto, e manda discrete notizie anche per gli scavi in Oxyrh. Al Prefetto di Firenze furono consegnati domanda e documenti, come avevamo fissato con Lei : aspettiamo risposta. Na- turalmente ho scritto anche al Ministro.

Di nuovo, mille grazie, e mille saluti dal Suo GVitelli

(99) L'ipotesi è ancora sostenuta da A. Barigazzi nella sua edizione di Fa- vorino di Arélate (Firenze 1966), p. 416.

(100) Sul fr. 953 Nk.

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