Prima di leggere Platone. Frammenti di un commentario neoplatonico a Isocrate (con una postilla...

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FILOLOGIA, PAPIROLOGIA, STORIA DEI TESTI giornate di studio in onore di antonio carlini udine, 9- 10 dicembre 2005 PISA · ROMA FABRIZIO SERRA · EDITORE MMVIII

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FILOLOGIA,PAPIROLOGIA,

STORIA DEI TESTI

giornate di studioin onore di antonio carlini

udine, 9-10 dicembre 2005

PISA · ROMA

FABRIZIO SERRA · EDITORE

MMVIII

SOMMARIO

Premessa 11

Franco Maltomini, Salutoall’aperturadelConvegno 13Ernesto Berti, AntonioCarlinistudiosoedocente 15

Francesca Maltomini, Carlo Pernigotti, psi xv 1454. Consi- derazionisull’assettotestualedeipapirieccentricidiOmero 25Veronica Prada Moroni, Nuovicontributiallastoriadeltestodi DionediPrusa 41Nigel Wilson, SomeObservationsontheFortunesof Lucian 53Filippomaria Pontani, DodecasillabianonimisuMicheleVIIInel Conv.soppr.48 63Michele Bandini, SenofonteallascuoladiGuarino 83FabioVendruscolo, L’AlcibiadediFrancescoBarbaro 111Rino Avesani, La«Pandetta»diRamoRamedelli: livellidicultu- raaMantovafraTreeQuattrocento 131David Sedley, LotsunamidiPlatone 175Maria Tanja Luzzatto, UnnuovoframmentodiAristoteleelana- scitadellaretoricagreca 187Michael Erler, Direilnuovoinmodovecchioeilvecchioinmodo nuovo: gli spuria del Corpus Platonicum fra poetica e retorica ellenistica 225Mariella Menchelli, PrimadileggerePlatone:frammentidiun commentarioneoplatonicoaIsocrate(conunapostillapaleografica) 243Stefania Fortuna, Galenoeil Timeo diPlatone(91a) 273Amneris Roselli, Solita noctis hora consurgens. Insegnamentoe apprendimentonelleRecognitiones pseudoclementine:ilruolodel- lamemoria 289Riccardo Di Giuseppe, LaconclusionduproèmedeParménide. Constitutio textusethistoiredelatradition 317

Bibliografia di Antonio Carlini (1958-2008) 371

PRIMA DI LEGGERE PLATONE: FRAMMENTI DI UN COMMENTARIO

NEOPLATONICO A ISOCRATE (con una postilla paleografica)

Mariella Menchelli

i. Simplicio, ierocle, Elias

Nel commento di Simplicio al Manuale di Epitteto, il Manuale rap-presenta un primo strumento di preparazione etica : 1 il metodo

iniziale è il metodo della « retta opinione » 2 e per questo servono anche esortazioni non tecniche. 3 La lettura del Manuale si colloca nel primo gradino del cursus studiorum neoplatonico : 4 Simplicio cita, accanto al

* Devo preziosi suggerimenti a una conversazione con il Prof. John Dillon, in partico-lare per la familiarità di Siriano con Isocrate. Desidero ringraziare inoltre gli amici Marco Fassino e Stefano Martinelli Tempesta per la preziosa lettura del lavoro.

1 Per il Commento al Manuale di Simplicio cito dagli appunti delle lezioni del Profes-sor Antonio Carlini dell’anno accademico 1984-1985, dedicate in parte alla lettura del Manuale di Epitteto, delle Parafrasi cristiane del Manuale (di Nilo e Anonima), del Com-mento di Simplicio e del Commento alla Parafrasi Anonima, edito in primis (parzialmente) da Alphonse Dain (Dain 1956) : cfr. Fuentes gonzáles 2000, con bibliografia. Per la nuova edizione del Manuale e delle parafrasi cfr. Boter 1999 ; sull’Epitteto cristiano cfr. ora Carlini 2004, con bibliografia. Per il commento di Simplicio cfr. Hadot 1996 (per il ruolo cfr. in particolare p. 94) ; Hadot 2001 ; Brennan, Brittain 2002. Su Simplicio cfr. anche Hadot 1987a.

2 In contrapposizione al metodo apodittico ; cfr. le indicazioni di Simplicio nel Com-mento alle Categorie di Aristotele (cfr. Hadot 1990), sul quale cfr. anche Hoffmann 1987, pp. 61-90.

3 Cfr. Simp., In Ench., Prooem., 62-64 : kommatikoi; dev eijsin oiJ lovgoi kai; gnwmo-logikoiv, kata; to; tw`n uJpoqhkw`n kaloumevnwn para; toi`~ Puqagoreivoi~ ei\do~ (3 Hadot). Per il Manuale di Epitteto come serie di massime, uJpoqh`kai, cfr. anche Hadot 1995, in particolare p. 176.

4 La lettura è utile per l’anima che si serve del corpo come di uno strumento. Simp., In Ench., Prooem., 35-36 : paideuvei de; to;n a[nqrwpon wJ~ kata; yuch;n logikh;n oujsiw-mevnon, th;n tw`/ swvmati crwmevnhn wJ~ ojrgavnw/ (2 Hadot), e ancora Prooem. 96-102 : oJ de; o[ntw~ a[nqrwpo~ ei\nai boulovmeno~ [...] ou|to~ spoudavzei th;n eJautou` logikhvn yuchvn, w{sper e[cei fuvsew~, ou{tw zh`n, a[rcousan tou` swvmato~ [...] wJ~ ojrgavnw/ crwmevnhn (5 Hadot). Come afferma Simplicio di seguito, Prooem. 102-104 : kai; touvtw/ proshvkousin aiJ hjqikai; kai; politikai; ajretaiv, ejf j a}~ ou|toi protrevpousin oiJ lovgoi (5 Hadot) : rientra nel primo gradino il conseguimento delle virtù etiche e politi-

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Manuale, l’Alcibiade i, 1 il dialogo introduttivo allo studio di Platone nella scuola neoplatonica, 2 già in prima posizione con Albino nel me-dioplatonismo. 3

La funzione del Manuale è comune ad altri scritti : rientrano tra le letture iniziali i Versi Aurei, come attesta esplicitamente Ierocle nel suo commento, e come già appare presupposto da Giamblico, anch’egli commentatore della breve raccolta. 4

I parenetici di Isocrate vengono citati per il loro ruolo propedeu-tico da Elias nel vi secolo ormai inoltrato. 5 Secondo Elias si leggono all’inizio perché sono utili a preparare i caratteri, e bisogna preparare i caratteri prima di affrontare la logica. 6

che, per le quali cfr. ancora il quadro tracciato, in rapporto alla lettura dei dialoghi plato-nici, da Festugière 1969, in particolare p. 285 ; cfr. inoltre Saffrey, Segonds, Luna 2001, con ricca introduzione, e ora anche O’Meara 2003, con bibliografia. Il commento al Manuale di Simplicio è comunque autonomo dalle lezioni (e non rientra tra i commenti ajpo; fwnh`~). Al Manuale di Epitteto fa riferimento anche Olimpiodoro : cfr. e. g. Olymp., In Phaed., Praxis 6 (97, 18 Westerink).

1 Simp., In Ench., Prooem., 105-108 : ∆All jo{ti me;n ou|tov~ ejstin oJ ajlhqino;~ a[nqrwpo~, oJ kata; th;n logikh;n yuch;n oujsiwmevno~, prohgoumevnw~ me;n oJ Plavtwn h] oJ tou` Plavtwno~ swkravth~ e[deixen, ∆Alkibiavdh/ tw`/ kalw`/, tw`/ kleinivou dialegovmeno~ (5 Hadot).

2 Secondo il canone di Giamblico, al quale fanno riferimento i Prolegomena Anonimi del vi secolo : cfr. Westerink, Trouillard, Segonds 1990. Il canone comprendeva, come è noto, un ciclo di dieci dialoghi : Alcibiade I, Gorgia, Fedone, Cratilo, Teeteto, Sofista, Politico, Fedro, Simposio, Filebo, ai quali seguivano Timeo e Parmenide ; cfr. ancora soprat-tutto Festugière 1969, pp. 281-296 ; O’Meara 2003, pp. 62-65.

3 Cfr. di recente Reis 1997, pp. 237-267. Per l’Alcibiade i cfr. Carlini 1964,pp. 47-56,sulla tradizione indiretta ; cfr. inoltre Marboeuf, Pradeau 1999, p. 23, n. 2 : Pradeau vi sostiene l’autenticità dell’Alcibiade I e il suo legame con il Gorgia nella composizione ; nota inoltre come sia necessario tenere distinto l’uso dell’Alcibiade I nella scuola neopla-tonica dalla grande fortuna goduta dal dialogo presso diversi autori, in tutta l’antichità. Fortuna che è all’origine dei numerosi ‘inquinamenti’ subiti dalla tradizione del dialogo ; sulla fortuna dell’Alcibiade cfr. ora Carlini 2000, pp. 53-65 ; cfr. inoltre Segonds 1985, con ampia introduzione. Per Alcibiade e Gorgia correlati cfr. ancora Festugière 1969, pp. 281-296 ; O’Meara 2003, pp. 64-65 (sul Gorgia e le ragioni della scelta in rapporto a Repubblica e Leggi cfr. O’Meara 2003, p. 65 et passim). 4 Cfr. Schibli 2002,p. 15.

5 Già Ilsetraut Hadot indicò lo scopo comune della lettura per il Manuale di Epitteto, i Versi Aurei e i parenetici di Isocrate : cfr. Hadot 1984, p. 201 n. 58 (e ora Hadot 2005) ; cfr. anche O’Meara 2003, p. 66. Nella biblioteca neoplatonica comparivano anche altri testi : sembra rientrare tra le letture Galeno, per il quale il Commento al De sectis mostra una fitta rete di rapporti con Ammonio ed Elias, cfr. Manetti 1995, pp. 19-38 e cfr. infra.

6 Elias, In Arist. Cat. : ajll∆ ejpeidh; didaskovmeqa ta; h[qh oujk ejk sunhqeiva~ kaqavper ta; plhgh`/ nemovmena zw`/a, dei`n a[rcesqai ajpo; th`~ logikh`~, mhde; ou{tw~ ajmelhvsanta~ tw`n hjqw`n ajll∆ aJmwsgevpw~ au\ kosmhvsanta~ dia; parainevsewn ejggravfwn h] ajgravfwn, oi|aiv eijsin aiJ ∆Isokravtou~ (118, 27-31 Busse ; lo stesso tema viene richiamato in 119,13-15 e 119,24-25 Busse).

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Per il suo significato parenetico e per la sua forma gnomica, so-prattutto l’A Demonico appare a più riprese citato insieme ai Versi Aurei in Ammonio e in un lettore di Isocrate, Olimpiodoro, nel Com-mento all’Alcibiade i e nel Commento al Gorgia. 1 Prima della scuola di Ammonio già Siriano mostra la stessa familiarità con il retore.

I commenti di Simplicio al Manuale e di Ierocle ai Versi Aurei, tra-smessi in tradizione autonoma, ci sono stati restituiti da Bisanzio. Per il Manuale di Epitteto abbiamo, come è noto, una ricca tradizione con altro materiale esegetico correlato, 2 in particolare un commento fi-losofico di ambiente cristiano, il Commento alla Parafrasi Anonima, an-ch’esso forse tardo-antico e filosofico-scolastico. 3 Ugualmente negli studi moderni il Manuale di Epitteto e i Versi Aurei sono gli scritti più sovente evocati quale primo gradino del cursus studiorum della scuola neoplatonica, anche in virtù dell’esistenza di commentari ad essi espli-citamente dedicati, trasmessi dalla tradizione medievale. 4 Per i parene-tici del corpus isocrateo (e per Isocrate), possiamo tuttavia raccogliere vestigia, seppure frammentarie, di uno scritto neoplatonico dedicato alla loro lettura. Il ‘commentario’ appare conservato principalmente in brani su vita e opere di Isocrate in quanto utile lettura ‘introdutti-va’, a cominciare dai parenetici (A Demonico, A Nicocle, Nicocle).

1 Jackson, Lycos, Tarrant 1998. Cfr. Westerink 1990, in particolare p. 348. Per le citazioni dell’A Demonico cfr. anche Menchelli 2005c.

2 Per il Manuale di Epitteto e le parafrasi cristiane cfr. ora Boter 1999, géhin 2000 ; osservazioni ulteriori in Carlini 2004.

3 Il commento alla parafrasi anonima ha una tradizione complessa, in forme diverse nella lunghezza : per lo status quaestionis cfr. Fuentes gonzáles 2000, con bibliografia. L’opera è presente nel Vat. gr. 2231, che reca anche il Commento di Simplicio al Manuale e il Commento di Ierocle ai Versi Aurei e pare essere una miscellanea filosofica dell’inizio del sec. xiv (databile dalle filigrane agli anni 1317-1338 : cfr. Hadot 1996, pp. 170-171 n. 9) che raccoglie testi significativi per le sorti del neoplatonismo a Bisanzio. Pérez Martín 1996, p. 353, vi ha rilevato filigrane comuni con il Vat. Urb. gr. 151, copiato da Giovanni Pepagomeno e nel quale un titolo è di mano di Niceforo Gregora ; il copista principale del Vat. gr. 2231 ha trascritto due opere di Manuele Moscopulo nel Vat. Urb. gr. 151 e nel Marc. gr. 154 (ff. 1-165) ; una delle filigrane del Vat. gr. 2231 e del Vat. Urb. gr. 151 appare nel Marc. ix, 4. Su Gregora, attivo, come è noto, nel monastero di Chora a Costantinopoli cfr. ora Bianconi 2005, pp. 391-438, con bibliografia, Clérigues 2007, passim.

4 Altri testi potevano rientrare nella ‘biblioteca’ neoplatonica. Westerink ritiene pos-sibile che vi sia stato un corso di Elias dedicato al De sectis, cfr. Westerink 1981, p. xvii, 157 ; Westerink 1990, p. xxxii ; cfr. Manetti 1995, p. 30 : « il riferimento a De sectis di per sé non è una indicazione sufficiente ad ipotizzare un commento di Elia all’opera, ma piuttosto, privo come è del nome dell’autore, testimonia della fama di questa operetta di Galeno nella scuola platonica e della sua utilizzazione con intenti ‘dossografici’, per il suo interesse filosofico generale nel dibattito sulle technai più che per le sue valenze mediche ». Sulle letture dei neoplatonici cfr. ora D’ancona 2007.

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ii. Frammenti e stemmatica: una possibile ricostruzione

I brani di esegesi di matrice neoplatonica 1 vengono tramandati nei manoscritti di Isocrate, all’interno della seconda famiglia, la famiglia della vulgata. Nella forma più ampia, figurano con la sottofamiglia dei codici ‘umanistici’, nella quale tale materiale appare organizzato, con una chiara distinzione, in una biografia iniziale e nella serie di Argumenta preposti ai tredici scritti che la sottofamiglia conserva (con l’eccezione del Panegirico), 2 corrispondenti a circa la metà del corpus e copiati secondo l’ordine comune al Vat. gr. 65 (L), il codice più ampio poiché contiene le ventuno opere della raccolta. 3

Per la sezione biografica, compresi i paragrafi finali di raccordo, sono testimoni primari tre codici : il Par. gr. 2932 (P), il Laur. 58.5 (N), di Gian Pietro d’Avenza, e il Salm. M 279 (S), di Lianoro Lianori. 4 Per la sezione dedicata alle opere la tradizione appare più complessa.

ii. 1. La sezione biografica e i parenetici : ta; h[qh pro; tw`n lovgwn

– Frammento A. Il frammento più cospicuo (A) corrisponde allaVita anonima di Isocrate con in più due paragrafi finali, spesso tagliati via nelle edizioni a stampa o diversamente stampati. 5

La sezione biografica prende inizio dal genos di Isocrate, per il quale restano numerosi termini di confronto : Dionigi di Alicarnasso, Ps.-Plutarco, Filostrato, e almeno due testimoni diretti antichi (il P. Oxy.

1 Per l’individuazione di elementi riconducibili al neoplatonismo cfr. Hoffmann 2000, pp. 601-632, in particolare pp. 611-612.

2 Ma posposti nel Vat. gr. 1383 (Vat), che ha cinque opere e i relativi Argumenta nella parte finale. Dei tredici scritti conservati dai codici umanistici nella loro forma più ampia soltanto il Panegirico ne resta privo : abbiamo dunque una breve trattazione per dodici opere. Per gli Argumenta isocratei cfr. géhin 2004, p. 297.

3 Sui manoscritti medievali di Isocrate, dopo la messe di dati raccolta nei Prolegomena dell’edizione di Drerup 1906, cfr. ora Pinto 2003 ; Martinelli Tempesta 2003 ; Fassi-no 2003 ; Menchelli 2003. Sugli apografi di L cfr. ora Martinelli Tempesta 2007. Sull’editio princeps cfr. ora anche Menchelli 2005d, Martinelli Tempesta 2006a.

4 Per Gian Pietro d’Avenza cfr. Cortesi 2000 ; sul codice S e Lianoro Lianori cfr. Mar-tinelli Tempesta 2003, pp. 112-114 ; Martínez Manzano 2004, p. 22 ; Martínez Man-zano 2006, pp. 15, 18 e bibliografia citata.

5 Cfr. Menchelli 2003,pp. 296-299 ; per l’edizione critica si fa riferimento a Mathieu, Brémond 1928-1962 (per la sezione relativa alla Vita i, 1928 ; gli Argumenta vengono stam-pati prima dei relativi discorsi) ; la recente edizione di Mandilaras 2003 riprende l’edi-zione di Dindorf 1852 degli scolii e non rappresenta un significativo progresso negli studi, cfr. Martinelli Tempesta 2006b.

frammenti di un commentario neoplatonico 247

3543 del ii secolo e il P. Maspero 67175 del vi secolo). 1 A proposito dellaVita da ultimo nel Dictionnaire des Philosophes Antiques vengono notate alcune peculiarità dello scritto : ad esempio sarebbe la sola delle biografie superstiti a fare di Isocrate un discepolo anche di Socrate. 2

Dopo le prime notizie biografiche, viene affrontata una lunga trat-tazione sui parenetici e la loro lettura (Mathieu-Brémond, i, pp. xxxiv-xxxv), alla quale fa seguito una nuova sezione biografica. Il P. Oxy. 3543, del ii secolo d. C., nella sua parte superstite è portatore di uno spezzone biografico affine ad alcuni dei paragrafi della seconda sezio-ne biografica della Vita anonima, in particolare per il richiamo al Fedro platonico e per la menzione dei discepoli di Isocrate di seguito ad esso. 3 Dunque per le note biografiche la sezione della cosiddetta Vita anoni-ma avrà attinto a materiali precedenti in circolazione (nel testo viene ad esempio citato almeno due volte Ermippo e il suo Su Isocrate). 4

Gli ultimi paragrafi, spesso omessi nelle edizioni, sono significativi perché mostrano l’unità dell’opera ora smembrata, 5 e segnano il pas-saggio all’analisi degli scritti, a cominciare dai parenetici. A conferma del ruolo ‘introduttivo’ dei parenetici si può osservare che essi sono i primi scritti ad essere trattati, dopo la fine della sezione biografica, con un richiamo al problema degli skopoi, per poi passare alle hypothe-seis e alle esegesi (con esplicito riferimento, pare, a un’operazione di commento o annotazione/note di lettura). 6

Sui parenetici si era soffermata l’attenzione nei paragrafi centrali. 7

1 Per i papiri biografici isocratei cfr. ora Carlini 2008a e Carlini 2008b.2 Cfr. López Cruces, Fuentes gonzáles 2000, in particolare p. 894.3 Cfr. l’edizione di P. Oxy. 3543 ; per la testimonianza relativa al Fedro cfr. Berti 1999 ;

ora Carlini 2007.4 Per la tradizione relativa a Isocrate cfr. ora Vallozza 2003, pp. 17-29, Vallozza 2004.5 Gli stralci provengono dunque da uno scritto unitario che aveva in apertura un

bios (cfr. Mansfeld 1994). Per una riflessione sulle forme dei commenti cfr. soprattutto D’ancona 2002.

6 La trattazione biografica del commentario si conclude con gli onori attribuiti a Iso-crate dagli Ateniesi, uno schema comune ad esempio ad Olimpiodoro per il genos di Platone all’inizio del Commento all’Alcibiade I. Non si può escludere in effetti che il ‘commentario’ isocrateo rientrasse, nella forma a noi giunta, tra gli ajpo; fwnh`~ ma la struttura è del tutto dubbia (e occorrerebbe al tempo stesso chiedersi se sia possibile ricondurre il testo alle forme dell’Introduzione, eijsagwghv).

7 e[graye de; pollou;~ lovgou~, w|n eijsin aiJ parainevsei~ eij kaiv tine~ hjboulhvqhsan aujta;~ eijpei`n mh; ei\nai aujtou` dia; to; ajsqene;~ th`~ fravsew~: a}~ prw`ton eijkovtw~ ajnaginwvskomen oujc wJ~ beltivona~ ou[sa~ tw`n a[llwn lov- gwn kai; ga;r kai; oJ Panhguriko;~ aujtw`n proevcei kai; a[lloi polloiv, ajll∆ o{ti peri; hjqw`n dialambavnousin. ∆Anagkai`on de; ta; h[qh pro; tw`n lovgwn kosmh`sai, w{sper oJ gewrgo;~ ojfeivlei pro; tw`n spermavtwn kai; h|~ mevllei katabavllein fu-

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I termini sono quelli dell’autenticità (eij gnhvsio~) (secondo l’autore del commentario sono autentici tutti e tre), dell’utilità (ti crhvsimon) (sono utili ad abbellire i caratteri, secondo una affermazione diffu-sa per la precettistica), dell’ordine (ajnagignwvskomen kata; tavxin) reciproco e prima degli altri scritti : 1 bisogna infatti porre in ordine, adornare i caratteri « prima » dei discorsi, ovvero « prima » dell’oratoria, ajnagkai`on de; ta; h[qh pro; tw`n lovgwn kosmh`sai.

Lo schema della successione degli studi è ricorrente nei commenta-tori neoplatonici. In Elias, nel passo citato sopra e nei paragrafi ad esso successivi, si insiste sulla necessità di preparare i caratteri (i termini sono gli stessi della Vita) ‘prima’ di procedere con la logica, ovvero gli scritti aristotelici dell’Organon, a iniziare dalle Categorie. 2 Nella trattazione su Isocrate il riferimento appare invece relativo al rapporto tra etica e re-torica politica : all’interno del corpus isocrateo la lettura deve rivolgersi prima ai parenetici – che già presentano un passaggio dalla sfera indivi-duale alla sfera politica – e poi agli altri scritti, propriamente politici ; in termini più generali la virtù etica si consegue prima della virtù politica. 3

ii. 2. Sulle opere

Ai paragrafi finali di raccordo doveva seguire nel testo del commen-tario lo studio degli scritti. Per questa sezione concorrono a formare la trattazione gli Argumenta superstiti, che di fatto non sono soltanto Argumenta.

La sottofamiglia degli umanistici, ancora una volta, reca il numero più ampio di brani : dodici Argumenta sono traditi da P N, sette dal

teiva~ ejkkovptein ajpo; tw`n cwrivwn ta; lumainovmena touvtoi~ oi|on a[grwstin kai; ta; touvtoi~ paraplhvsia di∆ o{, wJ~ kai; pro;~ paivda~ tau`ta gravfwn hjnagkavsqh tapeinotevra/ crhvsasqai th`/ fravsei, w{st j aujtou` a]n ei[hsan kai; aiJ parainevsei~. a[xion de; zhth`sai dia; poivan aijtivan ou{tw~ aujta;~ ajnaginwvskomen kata; tavxin, prw`ton to;n pro;~ Dhmovnikon, e[peita ta;~ pro;~ Nikokleva, kai; mh; ajdiafovrw~ w{sper ejn toi`~ a[lloi~ aujtou` lovgoi~ [...] (i, xxxiv-xxxv Mathieu-Brémond) (ta;~ pro;~ Nikokleva Mathieu-Brémond, to;n pro;~ Nikokleva codd.).

1 La discussione sembra conoscere le successioni canoniche negli schemata isogogica ma forse per la natura della conservazione o dello scritto, la sequenza non viene os-servata del tutto : degli skopoi si parla soltanto più avanti, nel passaggio alla trattazione relativa ai discorsi (e non qui) ; delle ragioni del titolo troviamo traccia nelle discussioni che precedono i singoli discorsi (come si è detto, sulla forma generale del testo occorre tuttavia tornare).

2 Retorica e Poetica diverrebbero quasi un’appendice all’Organon stesso (Black 1990). Sulla lettura neoplatonica di Aristotele cfr. Hadot 1987b ; sull’Organon a Bisanzio in rap-porto al corpus aristotelico cfr. Mondrain 2000, con bibliografia. 3 Cfr. infra.

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codice S, e cinque dal codice Vat. gr. 1383 (Vat). Concorrono inoltre a ricomporre il testo, almeno in parte, le annotazioni scoliastiche a Iso-crate, in particolare lo strato antico delle annotazioni del codice L. Se i codici della sottofamiglia umanistica sono quasi del tutto privi di sco-lii, L è in effetti portatore di un ricco apparato scoliastico, e, all’inter-no di esso, anche di una lunga trattazione che corrisponde alla parte finale dell’Argumentum dell’Evagora nei codici umanistici. 1 Infine alcu-ni Argumenta ricompaiono negli apografi di L : i brani sono otto nella misura più ampia se si comprende anche il testo relativo all’Evagora, copiato su L ; sette sono gli Argumenta assenti in L e aggiunti da altra fonte : Contro i sofisti, Plataico, Areopagitico, Filippo, Sulla pace, Archidamo, Busiride. 2 Per alcuni dei brevi testi si assiste inoltre ad una circolazione ‘isolata’ della quale occorre rendere conto per ogni singolo brano. 3 Un solo Argumentum, estraneo alla tradizione manoscritta medieva-le, proviene da tradizione indiretta, lo stralcio relativo all’Antidosi. 4

La trattazione relativa alle opere va dunque ricomposta sulla base di numerosi frammenti.

– Frammento B (A Demonico). Nel commentario il primo scritto del quale si parla è l’A Demonico, di fatto uno scritto non di Isocrate, 5 del quale tuttavia si accetta la paternità isocratea (così si dice, nel framm. a, delle paraineseis in genere : pro;~ paivda~ tau`ta gravfwn hjnagkav-sqh tapeinotevra/ crhvsasqai th`/ fravsei, w{st j aujtou ̀a]n ei[hsan kai; aiJ parainevsei~). Per l’A Demonico i codici portatori dell’Argumentum sono P N S Vat, ai quali si aggiunge il codice Laur. 55.7(s), soltan-to per un brano del testo, come si è detto, e l’annotazione scoliasti-ca (in verità uno scolio linguistico : è incerto se sia da commentario) da L.

– Frammenti C (A Nicocle), D (Nicocle). Seguono A Nicocle e Nicocle, per i quali si ricorda ancora, nelle sezioni di testo conservate come Argu-

1 Sugli scolii isocratei e la loro fonte, comune con Vita e Argumenta, cfr. soprattutto Münscher 1916, con bibliografia ; gärtner 1972. Nel codice L occorre distinguere lo strato dei vetera, di Teodoro, notaio imperiale, da commentario, dalle annotazioni suc-cessive, stampate senza distinzione di mani nelle edizioni degli scolii (Menchelli 2005a).

2 Tali brani sono tutti ricorrenti anche nei codici umanistici.3 Per esempio il codice Laur. 55. 7 (s), del xiv secolo, presenta soltanto un breve stral-

cio dell’Argumentum dell’A Demonico ; una sua copia è ora conservata a Londra, il codice Burn. 75. Sul Laur. 55. 7 cfr. ora Menchelli 2005b, con bibliografia.

4 Cfr. Pinto 1999, pp. 11-18.5 Cfr. anche Menchelli 2007a, con bibliografia ; sull’A Demonico cfr. ora Piccione

2005, con bibliografia.

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menta, il problema dell’ordine di lettura, stabilito in questa successio-ne esplicitamente. 1 Abbiamo i codici della sottofamiglia umanistica P N S Vat (ma viene segnalato anche il codice di Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, ag. xi. 2, 4 per la sezione relativa all’A Nicocle), e gli scolii di L.

Le collocazioni successive sono incerte. Nella sezione biografica ini-ziale non si fa riferimento ad un ordine di lettura delle altre opere oltre ai parenetici, e si dice invece che per le altre opere non vi è un ordine prestabilito. 2

– ? Framm. E. Evagora ?. Sembra che la trattazione sull’Evagora sia legata alla discussione relativa alle altre ‘cipriote’ perché il testo del ‘commentario’ pone in rilievo come l’Evagora sia stato scritto dopo l’A Nicocle e sempre per Nicocle. Per l’Evagora abbiamo, come si è detto, anche i marginalia di L, 3 nel quale l’opera costituisce lo scritto più ricco di scholia vetera.

– ? Framm. F (Busiride), g (Elena). Per Busiride ed Elena la successione dei due scritti deve essere questa (nei codici viene prima l’Elena e dopo il Busiride) perché nel ‘pezzo’ dedicato all’Elena si dice che è stato detto che « anche questo discorso » venne scritto contro Policrate, nel ‘pezzo’ de-dicato al Busiride si dice soltanto che il discorso venne scritto contro « un certo » Policrate (anche Policrate viene posto in relazione con Cipro). 4

– ? Framm. H. Contro i sofisti. Per quanto riguarda l’ordine, sembra certa l’aggregazione del Contro i sofisti ai tre scritti encomiastici perché si dice esplicitamente che è uno dei « quattro encomi ». 5

Se si torna ai manoscritti, per il frammento relativo all’Elena la tradi-zione è ancora una volta costituita dai codici umanistici P N e S.

Per gli ‘encomi’ Busiride, Contro i sofisti e per cinque dei discorsi ‘po-litici’ non abbiamo, come si è detto, Argumenta in L, ma alcune copie di L reintroducono il materiale esegetico. Per l’Argumentum del Pla-

1 Cfr. Mathieu, Brémond 1928-1962, ii, p. 119, per il Nicocle.2 Cfr. Mathieu, Brémond 1928-1962, i, p. xxxv, rr. 71-72.3 Cfr. Menchelli 2005a ; alcuni degli apografi del Vat. gr. 65 presentano anche l’Argu-

mentum dell’Evagora derivato dal modello.4 Cfr. Mathieu, Brémond 1928-1962, i, pp. 187-188, per l’Argumentum del Busiride. Per

il passo relativo al Busiride e per la Kathgoriva Swkravtou~ di Policrate cfr. ora Living-stone 2001, pp. 5-21,28-40 (e cfr. infra). Su Isocrate lettore di Policrate cfr. anche Pinto 2006, p. 56.

5 Cfr. Mathieu, Brémond 1928-1962, i, pp. 142-144. Il ‘pezzo’ superstite relativo al Contro i sofisti è assai significativo perché ci dà la cifra di lettura dell’opera di Isocrate, cfr. infra.

frammenti di un commentario neoplatonico 251

taico è stata riconosciuta da Marco Fassino l’indipendenza del Par. gr. 2930 (T). 1 Tra gli apografi di L, T contiene gli Argumenta nella misura più ampia, esaminata sopra : Busiride, Contro i sofisti, Plataico, Areopagi-tico, Filippo, Sulla pace, Archidamo (l’Argumentum dell’Archidamo si trova sul margine inferiore del manoscritto). 2 Portatori di Argumenta sono inoltre i seguenti codici : il Par. gr. 2990, forse da attribuire al sec. xiv, 3 per gli Argumenta di Plataico, Areopagitico, Filippo, Sulla pace, Archidamo, Busiride (manca dunque rispetto a T l’Argumentum del Contro i sofisti) ; il Par. gr. 2991, copiato da Michele Suliardo, 4 per gli Argumenta di Con-tro i sofisti, Plataico, Areopagitico, Filippo, Sulla pace, Archidamo, Busiride (sono in margine gli Argumenta di Contro i sofisti e Busiride) ; il Vat. Pal. gr. 135, assegnato al sec. xiv, per l’Argumentum del Busiride ; 5 il Crem. 160, attribuito da Dieter Harlfinger alla mano di Isidoro di Kiev e ap-partenuto a Teodoro Gaza, maestro di Demetrio Calcondila (il codice è riconducibile a T) 6 per l’Argumentum del Filippo ; il Ricc. 12, in parte trascritto da Nicodemo monaco (f. 167), come rilevò Drerup, 7 e nel quale gli Argumenta presenti, di Sulla pace e Contro i sofisti (soltanto par-ziale), sono stati copiati da Giorgio Scolario ; il codice Ambros. C 69 sup., per tre Argumenta (a Contro i sofisti, Plataico, Areopagitico). 8 Come i codici umanistici appaiono legati da un anello comune, così per gli apo-grafi di L (una volta eliminate le copie, come il Cremonensis) occorre presupporre un anello comune, già affetto da errori, al quale i mano-scritti appaiono riconducibili per la serie di Argumenta reintrodotti. 9

Un caso a sé è rappresentato dal Panegirico.

1 Cfr. Fassino 2003, pp. 194-195. Se è lecito chiedersi, con Engelbert Drerup, se vi sia stata una linea di contaminazione dalla sottofamiglia poi rappresentata dagli ‘umanistici’, poiché la forma e il taglio degli Argumenta sono gli stessi, ciò non implica la dipendenza da testimoni conservati : già Drerup 1906, p. lvi, presenta una notazione sulle ‘varianti’ degli Argumenta nelle copie del Vat. gr. 65 (cita T) rispetto agli ‘umanistici’ : « quae in T memoriam a P N paulo diversa servant ». La dimostrazione di Fassino trova conferma nelle collazioni degli altri brani esaminati. 2 Cfr. ora Pinto 2003a, pp. 54-55.

3 In particolare sembra appartenere al sec. xiv la mano che aggiunge al termine del codice il frammento demostenico (avvicinabile nell’impressione d’insieme ad es. alla scrittura di Giorgio Galesiotes), ma i fogli potrebbero essere stati agglutinati.

4 Cfr. Hunger, gamillscheg, Harlfinger 1989, nr. 392 (rgk ii) ; cfr. anche Pinto 2003, pp. 56-57. 5 Cfr. anche Pinto 2003a, pp. 36-37.

6 Cfr. Harlfinger 2000, pp. 765-766, con bibliografia.7 Cfr. Drerup 1906, p. xxiv.8 Sul Ricc. 12 cfr. Pinto 2003b, in particolare pp. 86-87 e cfr. infra ; sull’Ambrosiano cfr.

géhin 2004.9 Sui rapporti tra i codici negli Argumenta di Filippo, Sulla pace, Archidamo, i primi ad

apparire a stampa, già nell’incunabolo del 1493, e sull’Argumentum del Busiride cfr. Men-chelli 2005d ; sulle edizioni cfr. ora soprattutto Martinelli Tempesta 2006a.

252 mariella menchelli

– ? Framm. i. Panegirico ?. Forse primo dei ‘politici’, il Panegirico viene posto in evidenza nel frammento biografico (fr. a), come opera supe-riore ai parenetici, « così come molte altre », e sarebbe il più fortunato dei discorsi ‘politici’ di Isocrate già nell’antichità. Non abbiamo alcun ‘pezzo’ lungo di trattazione (pur essendo presente negli umanistici sembra esserne rimasto privo per un guasto della tradizione), ma il codice L reca alcuni scholia vetera.

Tradizione comune hanno gli argumenta già citati di alcuni dei po-litici.

– ? Framm. L (Plataico), M (Areopagitico), N (Filippo), O (Sulla pace), 1 P (Archidamo), tràditi dalla sottofamiglia dei codici umanistici e rein-trodotti, come si è detto, in alcuni apografi di L ; 2 con l’Archidamo termina il ‘primo tomo’ ricostruibile dagli ‘umanistici’.

– ? Framm. q (Panatenaico). Di seguito sembra si collochi il Panatenaico (secondo l’ordine di L, condiviso perfettamente dagli ‘umanistici’ per le opere superstiti nella sottofamiglia), per il quale restano solo scarne an-notazioni scoliastiche (scholia vetera) forse riconducibili al commentario.

– ? Framm. R (Antidosi). Infine, accanto alla tradizione diretta, la tra-dizione indiretta restituisce un frammento come Argumentum dell’An-tidosi in un Commento alla Retorica di Aristotele tràdito nel Vat. gr. 1340 : la porzione di testo è stata segnalata solo di recente e non compare dunque nelle edizioni a stampa. 3

Per le altre opere superstiti (Contro Lochite, Contro Eutino, Contro Cal-limaco, Eginetico, Trapezitico, Sul tiro di cavalli) non abbiamo, sembra, né trattazione né scholia vetera, ma occorre approfondire l’indagine. 4

Senza dubbio nel ‘commentario’ la precettistica è in primo piano : dei tre parenetici si parla come di scritti aggregati insieme, a forma-re un corpusculum preesistente che viene collocato in apertura ; anche

1 La ‘sottofamiglia’ degli ‘umanistici’ non appare portatrice di scolii ma un passo margi-nale nel Laur. 58.5 relativo al Sulla pace potrebbe essere riconducibile alla medesima fonte.

2 I frammenti lunghi superstiti dei ‘politici’ sono in gran parte hypotheseis, né appaiono conservate notazioni filosofiche significative negli scolii, di contenuto prevalentemente retorico, dallo stesso commentario.

3 Cfr. Pinto 1999, pp. 11-18. Sul Vat. gr. 1340 cfr. anche Pérez Martín 1997, p. 76 e n. 15.4 Non si può escludere che in quanto giudiziari non siano stati trattati perché l’assen-

za di scolii appare singolare, ma non si può argomentare e silentio ; anche il Trapezitico sembra essere stato letto nel neoplatonismo, come attesterebbe una possibile citazione in Longino, cfr. più avanti.

frammenti di un commentario neoplatonico 253

la trattazione relativa ai quattro encomi li presuppone come raccolti in un corpusculum codificato (in due punti si dà ragione dell’apparte-nenza di scritti ai quattro encomi) ; nel ‘commentario’ viene trattata anche la ‘retorica politica’.

iii. La precettistica e il suo ruolo. Sentenze morali e neoplatonismo

L’attestazione esplicita del ruolo dei parenetici di Isocrate ricorre tardi, in Elias, secondo i passi sopra citati, in un’epoca posteriore all’opera presa in esame, che forse contribuì a codificarne il ruolo : per il ‘com-mentario’ la consonanza tra Ammonio e l’Argumentum del Nicocle sem-bra consentire di stabilire una relazione con Ammonio o con la sua scuola e altri indizi orientano per una localizzazione ad Alessandria. 1

La posizione ‘curricolare’ di Isocrate non sembra essere tuttavia solo alessandrina. L’A Demonico appare citato con i Versi Aurei in Ammonio e nel suo discepolo Olimpiodoro, ma anche, ad esempio, in Simpli-cio. 2 La preoccupazione è sempre di ‘abbellire i caratteri’, come si leg-ge nei contesti delle citazioni etiche dell’A Demonico e dei Versi Aurei. A questo proposito, prima di Ammonio, Siriano indica la precettistica etica isocratea come lettura « fin da ragazzi ». 3 Alle virtù etiche come proprie dei ragazzi fa riferimento Damascio nel Commento al Fedone e il tema delle virtù viene ripreso nel Commento al Fedone di Olimpiodoro. 4

1 Per il problema della paternità dell’opera e la relazione con Zosimo di Ascalona o di Gaza cfr. di recente gärtner 1972 ; Menchelli 2003, pp. 300-302. Su Zosimo anche Wilson 1967.

2 Cfr. anche Hadot 1990, p. 94 : Isoc., Ad Dem. 16 e Carm. Aur. 40-44 (cfr. anche p. 95 n. 8 a proposito delle virtù civili e della prima parte dei Versi Aurei secondo Ierocle).

3 Cfr. Syr., In Herm. (ii, 2, 15-17 Rabe): è in particolare significativa l’espressione ejk meirakivwn. La lettura appare attestata naturalmente anche al di fuori del neoplatonismo. È in particolare significativa la testimonianza di Libanio e della sua scuola (su Libanio cfr. anche Cribiore 2001, p. 8 e ora Cribiore 2007), oltre alla messe di testimoni diretti antichi che rimandano all’ambiente della scuola, esercizi scolastici ed esemplari attribuiti all’insegnante (sull’utilizzazione scolastica cfr. Pruneti 1986 ; Cribiore 1996, pp. 46, 49, 221, 229) : a un professore di scuola secondaria viene generalmente ricondotto il Papiro Kellis di Isocrate, del iv secolo (Worp, Rijksbaron 1987) ; lo stesso si può forse affermare per P. Berol. 8935, del ii-iii secolo, un altro testimone assai esteso dell’A Demonico (18-52), trascritto sul verso di un documento relativo all’inventario di un tempio, la cui presenza può suggerire una utilizzazione per l’insegnamento (su tempio e scuola cfr. Cribiore 2001, pp. 22-23) ; a differenza del P. Kellis, il P. Berol. 8935 presenta il testo scandito in sentenze, con spazi bianchi per le pause, una circolazione dell’opera parallela alla trascri-zione come testo unitario (lo stesso P. Bodl. mss Gr. Class. d 163 (P) presenta paragraphoi che distinguono le sentenze dell’opera); su P. Berol. 8935 cfr. anche Menchelli 2007b.

4 Per l’ambito neoplatonico cfr. anche Festugière 1969, p. 288. Commentando il Fe-

254 mariella menchelli

I testi citati possono essere considerati come rappresentativi ormai, tra v e vi secolo, della funzione ‘propedeutica’ e normativa delle gno-mai (o di opere gnomiche). 1 La lettura del Manuale di Epitteto si col-loca sullo stesso piano.

Se si risale più indietro, per la lettura della precettistica e il suo ruo-lo, è forse significativo il confronto con il passo del Protrettico di Giam-blico dove si fa riferimento a gnomika homoiomata, che si collocano all’inizio del percorso educativo (katav tina~ gnwrivmou~ toi`~ pol-loi`~ gnwvma~). Si citano di seguito, esplicitamente, i Versi Aurei, per le gnomai in versi. 2 Nel secondo capitolo del Protrettico ricorre anche l’immagine della preparazione del terreno (kaqavper cwvra~ mavli-

done, si richiama lo schema delle virtù, che nel primo gradino sono, come è noto, fisiche, etiche, politiche : nelle etiche si crea un’abitudine alla retta opinione, e Damascio afferma che sono le virtù dei ragazzi quando vengono educati bene : Damasc., In Phaed. i 138-151 (68c5-69c3) : o{ti aiJ hjqikai; uJpe;r tauvta~, ejqismw`/ kai; ojrqodoxiva/ tini; ejggignovme-nai, paivdwn ou\sai ajretai; ajgomevnwn eu\ kai; tw`n qhrivwn ejnivoi~ uJpavrcousai (85, 21 Westerink). Sulle virtù etiche cfr. anche Olimpiodoro nel Commento allo stesso passo del Fedone : Olymp., In Phaed., Praxis 8 (68c5-69e5) : aiJ de; hjqikai; oijkei`ai mavlista hJmi`n kai; tw`n a[llwn zwv/wn o{sa teleiotevran e[cei fantasivan kai; sunhqivzesqai dunamevnhn, h}n kalei` didaktikh;n oJ ∆Aristotevlh~ (119, 7 sgg. Westerink), e ancora ivi : kai; aiJ hjqikai; de; ajretai; a[logoiv eijsi (119, 24-25 Westerink).

1 Per la fortuna in particolare dell’A Demonico presso i neoplatonici occorre proba-bilmente risalire più indietro, cfr. infra. Non sappiamo quando Isocrate venga assunto a lettura ‘canonica’ del primo gradino. Epitteto sembra emergere più tardi dei Versi Aurei come lettura introduttiva, forse solo con Simplicio, mentre i Versi Aurei erano indicati chiaramente almeno già da Giamblico.

2 Cfr. iambl., Protr., 2 : e[sti de; ta; ejnargh` tau`ta kai; fainovmena pa`si [...] aj-negeivronta hJmw`n th;n proqumivan katav tina~ gnwrivmou~ toi`~ polloi`~ gnwvma~ ajpeikazomevna~ pro;~ ta; ejnargh` deivgmata tw`n o[ntwn. “Ecousi de; au|tai w|dev pw~ [...] (41-42 Des Places). Tra gli esempi citati da Giamblico compaiono Sentenze di Menandro : per la loro circolazione nell’antichità cfr. Pernigotti 1997, pp. 71-84 ; Pernigotti 2000, pp. 171-228. Una sentenza sembra parafrasare una delle gnomai dell’A Demonico (krei`tton meta; peniva~ ajreth;n uJpolhptevon h] plou`ton meta; kakiva~: 42,13-14 Des Places), ma non è certo (per una possibile tendenza a ‘parafrasare’ l’A Demonico si può confron-tare la raccolta di PSi 120 sul quale cfr. Funghi 2004, in particolare pp. 384-401, Messeri 2004, pp. 341-354. Il capitolo 2 del Protrettico si conclude con il riferimento alle similitudini gnomiche e il cap. 3 si apre con il riferimento ai Versi Aurei : toiau`ta a[n ti~ ajpo; tw`n ejnargw`n gnwmika; oJmoiwvmata paratiqevmeno~ koinw`~ a]n eij~ filosofivan protrev- yeien. “Esti de; kai; a[llo~ tuvpo~ gnwvmai~ crwvmeno~ kai; aujtov~, oujkevti de; dia; parabolh`~ ajntiparatiqei;~ ta;~ oJmoiwvsei~, e[mmetro~ kai; ejnarmovnio~, gnhvsio~ tw`n ajndrw`n touvtwn, o}n e[comen pareilhfovte~ ejn a[lloi~ te kai; ejn toi`~ Crusoi`~ e[pesin, w|n ojlivga a[tta deivgmata paraqetevon ta; toiau`ta [...] (43,15-22 Des Places). Il termine parainesis ricorre spesso in Giamblico, che sembra d’altro canto fare uso di Iso-crate nelle Lettere. Nell’ambito di un uso scolastico delle massime e sentenze morali, atte-stato sia per l’A Demonico sia per le Sentenze di Menandro, compare una precisa assunzione di alcuni scritti gnomici nella scuola neoplatonica per migliorare i caratteri degli allievi.

frammenti di un commentario neoplatonico 255

sta ejpimelhtevon tw`/ th`~ ajrivsth~ ejpitucovnti, kai; yuch`~, o{pw~ th`~ fuvsew~ a[xion ejnevgkhtai to;n karpovn) che compare anche nel ‘commentario’ isocrateo : Mathieu, Brémond, xxxiv-xxxv, w{sper oJ gewrgo;~ ojfeivlei pro; tw`n spermavtwn kai; h|~ mevllei kata-bavllein futeiva~ ejkkovptein ajpo; tw`n cwrivwn ta; lumainovmena touvtoi~ [...]. Subito prima ricorre la necessità di dare un ordine, di abbellire l’anima negli stessi termini nei quali il ‘commentario’ isocra-teo ritiene necessario (come anche Ierocle), porre in ordine i caratteri degli allievi : a Mathieu, Brémond, xxxiv, ajnagkai`on de; ta; h[qh pro; tw`n lovgwn kosmh`sai corrisponde nel Protrettico kosmhtevon iJero;n me;n ajnaqhvmasi, th;n de; yuch;n maqhvmasin. 1

L’uso della successione delle sentenze morali sembra risalire dunque nel neoplatonismo più indietro nel tempo. Ancora prima, lo stesso uso delle sentenze morali appare attestato dalla Epistola a Marcella di Porfi-rio (che forse contiene un rimando anche all’A Demonico). 2 La posizio-ne iniziale dell’etica è codificata del resto nel neoplatonismo fin dalla organizzazione del corpus delle opere di Plotino ad opera di Porfirio. 3

Se per l’uso dei parenetici di Isocrate la prima testimonianza esplici-ta potrebbe essere costituita dall’indicazione di Siriano, sopra citata, la pratica sul testo sembra anteriore, come per i Versi Aurei.

iv. gli ‘argumenta’ non sono ‘argumenta’: stralci da una trattazione filosofica

iv. 1. La ‘retorica politica’ e la ‘virtù politica’ : una sezione sul Contro i sofisti e la trattazione su retorica, politica e filosofia

Con il commentario ci troviamo tuttavia in epoca più tarda e non solo i parenetici, non solo le successioni di sentenze morali, sono oggetto

1 In preciso riferimento all’anima (invece che ai caratteri) il termine compare in Olymp., In Plat. Gorg. 41, 5 : [...] th;n yuch;n ejn pa`si kosmei`sqai (210, 22 Westerink) e riferito all’anima era già nel Fedone. L’uso del termine è anche nel plotiniano katakosmein. Per il lessico cfr. anche Festugière 1969, p. 288 n. 38 : porre in ordine, ma sembra vi sia un implicito senso della bellezza nell’ordine.

2 Cfr. Porph., Ad Marc., cap. xxiv, 13 e il rimando all’Ad Dem. 39, in Pötscher 1969, p. 93, con bibliografia. Il testo della Lettera a Marcella di Porfirio è tràdito dal solo mano-scritto Ambros. q 13 sup. (gr. 667), ff. 214v-222r (cfr. anche Des Places 1982, p. 102), nel quale compare la mano dell’Anonymus delta-kai Harlfinger, copista attivo nella cerchia del Bessarione. Sull’opera in relazione con le raccolte pitagoriche ed epicuree cfr. anche Sodano 1991.

3 Per la divisione delle parti della filosofia e per l’orientamento lineare pedagogico che si afferma dal I secolo d. C. in avanti cfr. Hadot 1979, pp. 201-223 (ora in Hadot 1998).

256 mariella menchelli

della trattazione, ma in ampia misura Isocrate e i suoi discorsi po- litici.

La Vita di Isidoro di Damascio attesta la lettura di Isocrate come fi-losofo piuttosto che come retore : a questo proposito Hoffmann ha notato come la lettura dell’Isocrate ‘politico’ sia consona al consegui-mento della virtù politica nel percorso verso la homoiosis al Dio. 1

Nel ‘commentario’ isocrateo per le opere di ‘retorica politica’ com-mentate (Panegirico, Plataico, Areopagitico, Filippo, Sulla pace, Archidamo, Panatenaico, Antidosi) risultano superstiti soltanto frammenti relativi ai contenuti, dunque propriamente hypotheseis, o osservazioni di con-tenuto strettamente retorico (e. g. con riferimenti alla dottrina delle staseis), o ancora scolii e. g. di partizione del discorso, né abbiamo an-notazioni aggiuntive (inoltre, come si è detto, per il Panegirico non abbiamo materiale conservato come hypothesis). 2

Al contrario per i cosiddetti quattro encomi (come già per i tre pare-netici) non risultano conservate soltanto propriamente delle hypothe-seis o delle notazioni retoriche ma porzioni di testo più ampie.

Una lunga sezione conservata è relativa al Contro i Sofisti.Isocrate vi figura quale maestro di tutta la retorica, prezioso per ap-

prendere come deve essere l’allievo e come deve essere il maestro. 3 Il

1 Cfr. Hoffmann 2000, p. 612. Tali temi ricorrono entrambi nella porzione di testo conservato come Argumentum del Contro i Sofisti, nel quale la retorica viene presa in esa-me in quanto retorica politica, cfr. infra.

2 Ciò può essere dovuto anche ad ‘accidenti’ materiali della tradizione successiva, che avrebbe conservato solo queste porzioni di testo (Isocrate non venne più letto come ‘filosofo’ a Bisanzio, ma conservò tutto il suo valore ‘retorico’).

3 [...] ejn touvtw/ ga;r scedo;n a{pasan dievlabe th;n rJhtorikhvn. Didavskei ga;r hJma`~ ejn aujtw`/ oJpoi`o~ ojfeivlei ei\nai oJ maqhthv~, oi|o~ de; oJ didavskalo~, kai; diairei` to;n lovgon eij~ duvo, ei[~ te th;n ejristikh;n filosofivan kai; eij~ th;n politikh;n ajrethvn, o{ ejsti th;n rJhtorikhvn, tou;~ ejn aujtai`~ kakw`~ ejxetazomevnou~ ejxelevgxai boulovmeno~, kai; levgei prw`ton peri; tw`n ejristikw`n, ei\ta peri; tw`n politikw`n: tevmnei de; tou`to eij~ duvo, ei[~ te tou;~ ejpaggellomevnou~ didavskein, mh; eijdovta~ de; kai; eij~ tou;~ gravyanta~ tevcnhn rJhtorikhvn, pavlin de; aujtou;~ ajgnoou`nta~. ∆Ezhvthsan dev tine~ dia; poivan aijtivan ou{tw~ h\lqen ejpi; tou`ton to;n lovgon, w{ste aJplw`~ katadramei`n touvtwn. kai; oiJ me;n ajpeloghvsanto, levgonte~ th;n aijtivan h}n proeivpomen, dia; to; to;n ∆Aristotevlh luph`sai aujtovn, dia; to; ajfelevsqai to;n maqhth;n aujtou`, Qeodevkthn ojnovmati. au{th de; hJ aijtiva wJ~ e[stin eujhvqh~ ouj duvskolon katamaqei`n: oujde; ga;r kata; movnwn filosovfwn poiei`tai to;n lovgon, ajlla; kai; rJhtovrwn aujtw`n. poiva ou\n a]n ei[h ajlhqh;~ aijtiva h] au{th, diovti eJwvra ejn tw`/ crovnw/ tou` lovgou touvtou pollou;~ ejpiphdw`nta~ tai`~ tev- cnai~ ajperiskevptw~, kai; ejpaggellomevnou~ didavskein a{per oujk i[sasi, kai; sofizomevnou~ th;n ajlhvqeian. dio; kai; oJ lovgo~ aujtw`/ ejpigevgraptai kata; tw`n sofistw`n, oujc aJplw`~ tw`n sofisteuovntwn, ajlla; kata; pavntwn tw`n sofizomevnwn th;n ajlhvqeian [...] (i, 143, 2-23 Mathieu, Brémond). Cfr. Roselli 2008.

frammenti di un commentario neoplatonico 257

Contro i Sofisti, per l’autore, contiene un’accusa contro chi pratica l’eri-stica o la retorica. Contro chi le pratica male : forse Platone qui non è coinvolto. In ogni caso la ‘retorica’ è ‘virtù politica’. 1 Vi è probabil-mente una forzatura nel presentare Isocrate in accordo con Platone, ma la lettura verrebbe a confermare quanto suggerito da Hoffmann.

Il testo contiene in questo punto anche un esplicito riferimento alla mimesi del dio, platonica, affine alla dottrina platonica della homoio-sis. 2 Quando si parla del termine sofista si spiega che gli antichi lo intendevano in tre modi :

tricw`~ ga;r tou`to tou[noma levgetai para; toi`~ palaivoi~: oi|on ou{tw sofo;n kalou`sin aujto; to; ajlhqe;~ kai; to; kalovn: o{qen kai; oJ Plavtwn filovso-fon kalei` to; prw`ton ai[tion, to; filou`n aujto; to; ajlhqe;~ kai; to; kalovn, o{qen kai; oJ a[nqrwpo~ oJ metiw;n th;n filosofivan ejk touvtou parwnovma-stai, kaqa; kai; aujto;~ mimei`tai to;n qeo;n kata; to; dunatovn: kai; pavlin sofisth;n kalou`si aujto;n to;n rJhvtora, to;n didavskonta tou;~ rJhtorikou;~ lovgou~: sofisth;n de; kai; to;n sofizovmenon th;n ajlhvqeian, peri; ou| nu`n dievrcetai (i,143,26-144,35 Mathieu-Brémond).

Nella mimesi del dio, « per quanto è possibile », il richiamo è alla ho-moiosis, l’assimilazione, al dio, « per quanto è possibile ».

Per l’‘Isocrate politico’ siamo ancora al gradino introduttivo, il primo gradino, al quale appartengono le virtù politiche. 3 Nella successione della lettura dei dialoghi platonici, per il suo conseguimento il cursus prevedeva lo studio della sequenza, quali primi due dialoghi, di Alcibiade i - Gorgia. 4

1 Su Isocrate e l’educazione retorica cfr. anche Haskins 2004, p. 18 : « for Isocrates proper rhetorical education is a training ground for citizenly conduct, [...] a different type of democratic rhetoric, which he terms logos politikos ».

2 Sulla homoiosis e i commenti cfr. Manetti 1995, rr. 18-19 (della filosofia : tevlo~ de; to; oJmoiwqh`nai qew`/ kata; to; dunato;n a[nqrwpon), p. 32 e pp. 37-38, con rimando a Platone, Teeteto, 176b ; la formula venne ripresa dagli Stoici, dalla tradizione platonica (Alcinoo, Did. 28, 181, 19 sgg. Whittaker), dai neoplatonici, in primis da Plotino ; è una delle sei definizioni della filosofia delle introduzioni generali. Cfr. ora anche O’Meara 2003, cap. 3 (Divinization in Greek Philosophy), pp. 31-39, per la imitatio dei (con il rimando a Platone, Repubblica, 500c2-d1 : O’Meara 2003, p. 35) e la homoiosis, con bibliografia citata, e su Platone cfr. ora Lavecchia 2006. Anche i brevi cenni a questo tema sembrano con-fermare i suggerimenti di Hoffmann 2000, p. 612.

3 Cfr. anche O’Meara 2003, pp. 40-49, per la trattazione della scala delle virtù, con bi-bliografia ; O’Meara 2003, p. 66, rimanda in particolare ai parenetici come già gli studi di Ilsetraut Hadot, ma il ‘commentario’ sembra suggerire una lettura più estesa di Isocrate, pur prendendo avvio senza dubbio dai parenetici.

4 Dopo il dialogo di apertura del cursus studiorum, l’Alcibiade I, viene il Gorgia, inteso come il dialogo sulla retorica nella sua correlazione con la politica. È noto che la stessa successio-ne dei dialoghi platonici nel cursus studiorum organizzato da Giamblico (sul quale si riflette nei Prolegomena anonimi del vi secolo) avviene secondo il conseguimento dei gradi di virtù.

258 mariella menchelli

Nel cursus studiorum neoplatonico, come ha ben mostrato Festugière, i due dialoghi sono legati poiché l’uno prelude all’altro. 1 Il Gorgia ha guadagnato questa posizione non nel medioplatonismo ma più tardi : appare tuttavia in seconda posizione senz’altro con Giamblico. 2 Sol-tanto dopo Alcibiade i e Gorgia che ancora si collocano al gradino in cui il corpo è strumento dell’anima, si passa al Fedone, dove il corpo è impedimento per l’anima, che aspira a liberarsi di esso. Così si può spiegare forse come Isocrate compaia sovente citato nei due commen-ti di Olimpiodoro all’Alcibiade I e al Gorgia. 3

iv. 2. Isocrate nel neoplatonismo. Isocrate ‘socratico’ : la sezione sul Busiride e l’uso del Busiride in Olimpiodoro

Nella sezione sul Contro i sofisti non vi è traccia di alcuna polemica Isocrate - Platone. La visione è del tutto conciliatoria, come accade per Aristotele, introduttivo a Platone.

La via alla lettura di Isocrate era aperta da Platone e correlata a Platone dal passo del Fedro relativo a Isocrate (anche detto hetairos di Socrate). 4 Il commento di Hermia al Fedro, raccolto dalle lezioni di Siriano, interpreta positivamente l’accenno al retore : si dice esplicita-mente che il giudizio, positivo, di Platone riguarda non la retorica ma la physis di Isocrate. 5 Hermia (Siriano) racconta nel Commento al Fedro, un aneddoto ‘socratico’ : Isocrate, dopo la morte di Socrate, prese i discepoli e li portò da Anito e Meleto e disse loro « (ora che Socrate

1 Cfr. Festugière 1969.2 Al Gorgia dedicò, come è noto, un commento anche Proclo (perduto, in parte rico-

struibile dagli scolii secondo Dodds 1959, p. 58,61).3 Può essere significativa anche la discussione sullo skopos del Fedro nel commento di

Siriano (Hermia) e il rifiuto di attribuirgli come skopos la retorica : la discussione sulla retorica sarebbe quella del Gorgia, (poiché anche sulla retorica in rapporto con la po-litica) ; il Fedro ha un’altra collocazione, è posto, come è noto, vicino al Simposio. Per il commento al Fedro cfr. Couvreur 1901, Bernard 1997.

4 Per il passo del Fedro cfr. Heitsch 1993, pp. 218-229 (con rimando alla Vita anonima per l’affermazione relativa a Isocrate discepolo di Socrate, cfr. ivi, p. 219, n. 519) ; Tulli 1990 ; sul rapporto di Platone con Isocrate cfr. anche Erler 1992, Mazzara 1992. Nella Vita le porzioni di testo conservate tendono a porre Isocrate in relazione con Socrate (come già del resto l’inizio della biografia).

5 È forse interessante notare come Isocrate abbia sempre voluto dire che per physis non avrebbe potuto fare il retore : gli mancava la voce, non ne aveva il carattere ; è stato osservato come si tratti di una presa di posizione contro un certo tipo di reto-rica, e forse contro Atene e la retorica richiesta per la vita politica che vi si svolgeva (anche la Vita qui rappresentata come fr. A ribadisce queste caratteristiche invocate da Isocrate).

frammenti di un commentario neoplatonico 259

non c’è più), ammaestrateli voi ». Lo stesso aneddoto su Isocrate viene narrato da Olimpiodoro. 1

Riguardo a Socrate, nella sezione relativa al Busiride il commenta-rio isocrateo sviluppa il problema di Policrate e della sua Kathgoriva Swkravtou~. 2

Vi sono alcune interpretazioni ‘ingenue’ (le nuove divinità introdot-te da Socrate sarebbero uccelli e cani ; 3 la peste in Atene, di trent’anni precedente la morte di Socrate, viene detta una punizione per la sua morte ; 4 Euripide avrebbe scritto il Palamede alludendo a Socrate e alla sua morte quando invece Euripide, come è noto, morì prima di Socrate 5) ma quanto si vuole affermare è che Isocrate difese Socrate contro Policrate. 6 La notizia secondo la quale Policrate sarebbe stato

1 Olymp., In Plat. Gorg., 210, 17-18 Westerink ; Hermeias, In Plat. Phaedr., 264,22-23Couvreur. Ma, come si è detto, il Fedro si colloca per i neoplatonici su un altro piano : significativamente è nei commenti ad Alcibiade I e Gorgia che Isocrate ricorre sovente.

2 Il Busiride di Isocrate è in realtà assai poco perspicuo riguardo alla Kathgoriva Swkravtou~ di Policrate, mentre il ‘pezzo’ ad esso dedicato nel commentario sembra voler recuperare in parte i dati della vicenda. Tou`ton to;n lovgon gravfei pro;~ Po-lukravth tina; sofisthvn, ejx ajnavgkh~ ejlqovnta ejpi; to; sofisteuvein dia; penivan, ∆Aqhnai`on me;n tw`/ gevnei, sofisteuvonta de; nu`n ejn kuvprw/. gravfei de; aujtw`/ wJ~ fivlo~, ejpanorqouvmeno~ aujto;n dh`qen wJ~ sfalevnta ejn touvtoi~ toi`~ lovgoi~ oi|~ e[grafen, e[n te tw`/ ejgkwmivw/ tou` bousivrido~ kai; ejn th`/ kathgoriva/ tou` swkrav- tou~ […] oJ parascw;n to;n lovgon th`~ kathgoriva~ swkravtou~ toi`~ peri; “Anuton kai; Mevlhton, i{na kathgorhqei;~ ajpoqavnh/ (i, 187, 1 sgg. Mathieu, Brémond). grav- fei ou\n aujtw`/ to;n lovgon tou`ton, w{sper ei[pomen, ejpilambanovmeno~ aujtou`. Eij dev ti~ zhthvsei th;n aijtivan dia; tiv mh; kai; to;n a[llon lovgon ei\pen eij~ to;n swkrav- thn, levgomen wJ~ h[dh peri; touvtou proeirhvkamen, i{na mh; ojrgisqw`sin aujtw`/ oiJ ∆Aqhnai`oi e[nagco~ katayhfisavmenoi (i, 188, 30 sgg. Mathieu, Brémond).

3 kathgovroun de; aujtou` wJ~ o{ti kaina; daimovnia eijsfevrei toi`~ ∆Aqhnaivoi~ levgwn dei`n sevbein o[rnea kai; kuvna~ kai; ta; toiau`ta, kai; dia; touvtou diafqeivrei tou;~ nevou~ tou;~ manqavnonta~ (i, 187, 9 sgg. Mathieu, Brémond).

4 ∆Ezhvthsan dev tine~ dia; poivan aijtivan mh; fanerw`~ to;n kat j aujtou` lovgon eijsh`lqen, ei[ ge tou` didaskavlou. kai; levgomen: i{na mh; ojrgisqw`sin oiJ jAqhnai`oi ajrtivw~ swkravtou~ katayhfisavmenoi (i, 187, 13 sgg. Mathieu, Brémond).

5 ∆Apevqane de; ejpi; Lavchto~ a[rconto~. ”Oqen loipo;n ejkevleusan mhdevna dhmosiva/, oi|on ejn koinw`/ qeavtrw/, levgein peri; swkravtou~. ∆Amevlei levgetaiv ti toiou`ton, wJ~ o{ti tou` Eujripivdou boulomevnou eijpei`n peri; aujtou` kai; dediov- to~ Palamhvdhn, i{na dia; touvtou scoivh kairo;n tou` aijnivxasqai […] ejkavnete, ejkavnete tw`n ÔEllhvnwn to;n a[riston, o{ ejstin ejfoneuvsate. kai; noh`san to; qev- atron a{pan ejdavkruse, diovti peri; swkravtou~ hj/nivtteto (i, 187, 21 sgg. Mathieu, Brémond). L’episodio può forse essere riferito ad una rappresentazione postuma del Pa-lamede e ad una identificazione posteriore di Socrate nelle parole pronunciate.

6 Per Isocrate tra retorica e filosofia cfr. anche Haskins 2004, p. 3 : « Indeed I would like to argue that Isocrates shuns the term rhetorike and instead chooses the word philo-sophia to describe what he professes to defend : a broad conception of discursive educa-tion over and against a narrow Platonic-Aristotelian notion of rhetoric » Cfr. anche « The

260 mariella menchelli

l’autore della reale accusa di Socrate pronunciata da Anito e Meleto ebbe una certa diffusione (e ricorreva in Ermippo 1 fonte citata altrove dall’autore del commentario). Al testo di Policrate sembrano riman-dare Senofonte (Memorabili e Apologia di Socrate) e l’Apologia di Socrate di Libanio. Dubbio è il rapporto con il Gorgia di Platone. 2

Olimpiodoro richiama il Busiride di Isocrate nel Commento al Gorgia (41, 2-4 Westerink) per una questione cruciale, il problema di Alcibia-de per Socrate, che doveva essere uno dei temi chiave dell’accusa di Policrate. 3 Di seguito nella medesima lezione Olimpiodoro registra a proposito della morte di Socrate il dolore in Atene e parla del dolo-re personale di Isocrate : il tema ricorre negli stessi termini in Olim-piodoro e nel ‘commentario’ isocrateo ; come si è detto, era già di Hermia la registrazione dell’aneddoto relativo a Isocrate e ad Anito e Meleto. 4 Forse i neoplatonici in questo modo attribuivano a Isocrate una collocazione nella ‘famiglia’ socratica : il commento vuole essere conciliante e sincretistico. In Olimpiodoro, come in Siriano, Isocrate continua ad essere definito anche retore e il neoplatonismo conosce una discussione sulla retorica. 5 Tuttavia la doppia lettura, retorica e filosofica, attestata dalla Vita di Isidoro e l’interpretazione di Hoffmann

telltale scarsity of rhetorike in Isocrates’ vocabulary » (Isocrate si è sempre dissociato da un certo tipo di retorica, dalla retorica ‘pratica’, ha sempre voluto parlare di retorica politica, come discussione sul bene dello stato, come esortazione a chi governa e a chi è governato, come raffigurazione della discussione politica, in maniera filosofica, anzi, come filosofia).

1 Cfr. Livingstone 2001, p. 32, per la discussione.2 Se anteriore o posteriore : Dodds pensa che non sia possibile rispondere (cfr. la di-

scussione in Dodds 1959, pp. 28-29).3 Olymp., In Plat. Gorg., 41, 2-4 : oJ ou\n ∆Alkibiavdh~ oujk ejpeivqeto ajkouvwn ta; crh-

stav, oujde;n ou\n pro;~ to;n swkravthn: […] a[llw~ te de; oujde; polu;n crovnon parev-meinen ∆Alkibiavdh~ swkravtei wJ~ dra`saiv ti eij~ th;n yuch;n aujtou` tou;~ lovgou~: ajmevlei kai; ∆Isokravth~ mevmnhtai touvtou ejn tw`/ bousivridi levgwn Ôo}n oujdei;~ h[/sqe-to par j aujtw`/ paideuovmenon j, dhlonovti dia; to; ojlivgon tou` crovnou. pro;~ de; touv- toi~ kajkei`no ijstevon, o{ti oujde; ejpoliteuvsato ∆Alkibiavdh~ kakw`~ foitw`n eij~ swkravthn, ajll∆ u{steron ajpofoithvsa~ (209, 11-20 Westerink).

4 Olymp., In Plat. Gorg., 41 : o{qen kai; polloi; ejluphvqesan ejpi; tw`/ qanavtw/ aujtou` (210, 13 Westerink).

5 Per retorica e neoplatonismo cfr. Hadot 1987a, p. 35 ; cfr. anche il quadro tracciato da Marino per Proclo nella Vita di Proclo di Marino (Saffrey, Segonds, Luna 2001 ; nella retorica eccelleva anche Proclo, che poi la abbandonò). Per l’uso della retorica in Siriano cfr. ora Dillon 2005 ; sono noti inoltre gli studi di retorica di Damascio ad Alessandria. Sembra che alla scuola di Longino, fra i molti altri autori, venisse letto Isocrate, del quale viene citato ad esempio l’Areopagitico (e forse il Trapezitico). Cfr. Brisson 2001, p. 10 ; p. 152 (Eusebio).

frammenti di un commentario neoplatonico 261

che pone l’accento sul conseguimento della virtù politica sembrano confermate dalle note di lettura relative agli altri scritti di Isocrate, dopo i parenetici. 1

v. ‘Prima’ di leggere Platone

Ci troviamo al primo gradino del curriculum neoplatonico, il gradi-no delle virtù fisiche, etiche, politiche. Alcuni testi servono alla prima preparazione etica : 2 per Isocrate la pratica potrebbe essere più antica, rispetto ad esempio al Manuale di Epitteto, e associata nel tempo alla lettura dei Versi Aurei. A questo scopo il più citato è l’A Demonico, spu-rio ma inteso come di Isocrate.

Di seguito all’etica, sempre al primo gradino, è la politica. Forse si comprende in questo senso l’affermazione del commentario su come sia necessario abbellire i caratteri prima dell’oratoria (politica) : prima della oratoria ‘politica’ isocratea si colloca la preparazione etica intro-duttiva data dai parenetici, ta; h[qh pro; tw`n lovgwn.

Lo schema è uno schema di scuola, con le sue priorità pedagogiche. Al problema delle priorità si richiama anche Elias in riferimento alla preparazione etica e alla logica : uno schema curricolare, quest’ulti-mo, riprodotto anche nel commento alla Parafrasi cristiana anonima del Manuale di Epitteto, nel quale si fa riferimento alla lettura dell’eti-ca prima della logica.

Lo scritto dedicato a Isocrate sarebbe dunque saldamente incardi-nato nel neoplatonismo anche dalla successione delle virtù.

Postilla paleografica: il Par. gr. 2930 (T) e giovanni Crisocefalo Holobolos

Nel codice T di Isocrate (Tav. ii) deve essere identificata la mano di Giovanni Crisocefalo Holobolos, copista del Par. Coisl. gr. 201 (Tav. i). 3

I tratteggi propri della mano di Holobolos ricorrono nel codice T in maniera sistematica, come già secondo l’impressione d’insieme. Il

1 In questo senso lo scritto più che un commentario a un oratore è un commentario a Isocrate, ai suoi (sic apud Vita) parenetici e alla sua retorica, letta soprattutto in quanto ‘retorica politica’.

2 E a questo fine si assumono anche scritti stoici. Si può citare a questo proposito la predilezione di Sinesio per Dione di Prusa, suggerita già da Brancacci 1985 (cfr. anche Menchelli 2007b) che nel neoplatonismo non sembra tuttavia avere avuto seguito.

3 Cfr. Hunger, gamillscheg, Harlfinger 1989, nr. 253.

262 mariella menchelli

copista è noto : operò a Costantinopoli tra xiv e xv secolo, legato alla Megale Ekklesia della capitale. 1 Non è al momento possibile ricostrui-re come il codice giunse in Occidente : appartenne a Giano Lascaris e approdò alla Biblioteca dei re di Francia con i codici lascariani, seguen-do le sorti della raccolta, passata a Ridolfi, a Piero Strozzi e a Caterina dei Medici. 2

La copia di T sul Vat. gr. 65 non appare diretta ma mediata attra-verso un intermediario perduto. Agli stessi anni risalgono altre copie isocratee nelle quali come in T appaiono reintrodotti alcuni degli Ar-gumenta, e che a T risultano legate per l’Isocrate commentato.

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1 Cfr. anche Trapp 1989, nr. 21044.2 Cfr. ora Jackson 1999-2000, pp. 77-133, in particolare p. 116.

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270 mariella menchelli

Tav. i. Par. Coisl. gr. 201, f. 508 r.

frammenti di un commentario neoplatonico 271

Tav. ii. Par. Gr. 2930, f. 20 v.

composto, in carattere dante monotype, impresso e rilegato in italia dalla accademia editoriale®, pisa · roma

*Settembre 2008

(cz2/fg3)

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