Peirce e le lingue
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Sommario• Posizione del problema (sull’utilità di una semiotica non glottocentrica – ma potente e raffinata – per la semiotica delle LSN)
• Peirce contro le lingue– Pars destruens: limiti del pensiero verbale
– Pars construens: la logica diagrammatica• Peirce e le lingue• Prospettive
Milano - 2 aprile 2014
Due semiotiche generali• Peirce e Saussure rappresentano la nascita delle due semiotiche generali possibili: una che dà una forma minima del segno, e una che parte da un modello (linguistico). – Saussure compie la mossa di Agostino 23 secoli dopo, ma con la differenza che il segno linguistico diventa modello (non solo termine di paragone).
• Nessuna delle due può completamente fagocitare l’altra: quella di Peirce è (molto) più potente, quella di Saussure irrinunciabile relativamente al suo oggetto specifico*.
Milano - 2 aprile 2014
Una semiotica non-glottocentrica
in senso forte• Se ‘razionalista’, in filosofia del linguaggio, è chi vuole ricondurre la forma del linguaggio a (una qualche) forma del pensiero, Peirce è un razionalista di tipo particolare: il pensiero di cui lui parla non è specie-specifico (idealismo oggettivo).
• Dunque non solo il linguaggio non è un oggetto di studio ultimo, ma neanche il pensiero umano (qua umano) lo è.– Antropomorfismo “al contrario”: CP 1.316
Milano - 2 aprile 2014
L’inverso di Peirce: Barthes, L’impero dei segni
• Barthes si pone all’estremo opposto di Peirce: arriva a comprendere tutta la semiotica nella linguistica (contro Saussure)
• Una palinodia (ma parziale, e in fondo finzionale) è L’impero dei segni, in cui egli interpreta/immagina la cultura giapponese come non-primariamente-linguistica
• È interessante provare a compiere questa operazione (sul lato opposto) con Peirce
Milano - 2 aprile 2014
La struttura predicativa delle lingue indoeuropee come travestimento della forma proposizionale
genuina• La copula è inutile (ipostatizza una relazione già contenuta nella forma degli altri elementi, come se fosse una cosa ulteriore e aggiunta)
• La distinzione nome(comune)-verbo non è fondamentale
• La forma “buona” è predicati-indici
Milano - 2 aprile 2014
Idea non verbale della logica
• Peirce ha chiara l’idea dei limiti (o al limite, dell’inservibilità) delle LSN per gli scopi della logica e della scienza
• L’etica della terminologia è un tentativo di emendare questi limiti
• Ma la sua via alla logica è matematico-sperimentale (ratio piuttosto che logos)– lo dimostra il suo modo di elaborare (indipendentemente da Frege) i quantificatori
Milano - 2 aprile 2014
Disagio nei confronti delle LSN
• Coerentemente con queste idee, Peirce esprimeva talvolta disagio per l’espressione verbale (giustificando tale disagio anche col proprio mancinismo), ma in realtà tale disagio è fastidio per l’irrazionalità* e imprecisione delle LSN rispetto agli scopi scientifici, piuttosto che fatica nel parlare o nello scrivere
Milano - 2 aprile 2014
Esperienze di Peirce con le lingue
• Esperienze poetiche e declamatorie giovanili, studi sulla pronuncia shakesperiana, ecc.
• Dimestichezza col francese– I saggi di fondazione del pragmatismo devono molto della loro chiarezza all’essere scritti in un’altra lingua
• Conoscenza delle lingue classifiche e delle principali lingue di cultura/scienza dell’epoca
• Studi su lingue non indoeuropee più vicine a ideali logici (basco, egiziano)
Milano - 2 aprile 2014
Distinzioni peirceane che hanno trovato
fortuna in linguistica• Type/token– Ma si dimentica il tone
• Icona/indice/simbolo– Concezione banalizzante dell’iconismo
– In linguistica l’indicalità è solo indessicalità
– Identificazione frettolosa dei simboli con le parole
Milano - 2 aprile 2014
Prospettive (1a): linguistica delle LV
• Di fatto, il poderoso apparato peirceano di classificazione dei segni risulta largamente sottoutilizzato dalla semiotica delle lingue verbali*
• Inoltre, alcune analisi raffinate (p. es. quella sui nomi propri)** sono interessanti sia per il linguista che per il filosofo analitico
Milano - 2 aprile 2014
Prospettive (1b): linguistica delle LS
• La concezione dell’iconismo è fondamentale per una semiotica delle lingue segnate (studi di T. Russo)– Le LS hanno una batteria di risorse iconiche impressionanti di cui le LV non possono disporre
• Semiotica delle LV e delle LSN si illuminano a vicenda (e la prospettiva saussuriana è davvero logocentrica)
Milano - 2 aprile 2014
Prospettive (2): semiotica
• La semiotica peirceana non focalizza le due fondamentali caratteristiche del segno linguistico secondo FdS: sistemicità e trasmissione (che non sono però assenti*)
• Il “limite” maggiore della semiotica peirceana rispetto alle LSN può essere in qualche misura ribaltato: proprio perché le non prende come modello, ci può dire molto su di esse attraverso un confronto con altri sistemi (esistenti, ma soprattutto possibili)
Milano - 2 aprile 2014