Il precoce approdo dell'iconografia di Thomas Becket nella penisola iberica. Il martirio di Becket o...

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ry I Rotte mediterranee della cultura. 4 I Santivenutidal mnre Atti del V Convegno Internazionale di Studio (Bari-Brindisi, 14-I8 dicembre 2005) a cura di Maria StellaCalb Mariani Mamo Aroa Eorronp

Transcript of Il precoce approdo dell'iconografia di Thomas Becket nella penisola iberica. Il martirio di Becket o...

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Rotte mediterranee della cultura. 4

I Santi venuti dal mnre

Atti del V Convegno Internazionale di Studio(Bari-Brindisi, 1 4-I8 dicembre 2005)

a cura di

Maria Stella Calb Mariani

Mamo Aroa Eorronp

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rsBN 9788880828518o 2009

C o rdiname nt o r e daz.i onal e :Emanuela Elba

Re dazio ne, r ic erc a i c ono gr afic a e imp a ginazi one :Simonetta Berardi, Giulia Civitano, Sabrina di Paola, Rosalinda Romanelli

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Il precoce approdo delf iconografia di Thomas Becket nella penisola iberica.

I1 martirio di Becket o il racconto di una morte annunciata

Milagros Guardia

Pochi Santi, sempre che ce ne siano stati altri,

hanno avuto la rara opportunith di definire fino al

minimo dettaglio, la propria agiografia. Becket, in

piena coscrenza, previde e preparb il suo martirio,

dando informazioni e indizi sufficienti per qualun-

que esegeta avesse voluto intenderli. E, indubbia-

mente, la maggior parte degli autori delle sue Vitae,

li compresero e seppero ffasmetterli con precisionel'

Gid nel momento in cui cominciavano gii anni del

suo esiiio, nel i165, nel giorno della festivitd di San-

to Stefano, dette inizio alla messa solenne con una

frase senza dubbio significativa'. etenim sederuntprincipes, et adversum me loquebantuf alludendo

alla comparsa che 1o attendeva in seguito davanti al

re e ai vescovi per udire la propria sentenza di con-

danna, facendo un parallelo con il concilio di ebrei

che giudicd Stefano.Il primo martire andava a unirsiimmancabilmente all' uitimo.

E molto conosciuta I'associazione di entrambinegli oggetti e nei mezzi che diffondevano il cultodi Thomas Becket3. E il caso delle mitre lavorate inopus anglicanLtm, datate intorno agii ultimi anni del

XII secolo, che raffigurano sui due lati i supplizi dei

martiria. Probabilmente, come d stato suggerito. ven-

nero commissionate con f intenzione di essere uti-

hzzate c ome arrna prop ag andistica dall' arcive scovoBaldwin di Canterbury, il quaie, con I'assenso o con

I'opposizione papale, pretendeva di trasportare il

corpo di Becket in una nuova chiesa a Hackington,fuori da1le mura di Canterbury, dedicata al protomar-tire Stefano e al martire Thomas, contro la volontd

della comunitd della Christ Church. La polemica si

prolungd fino all'anno 1185, ben oltre la morte di

Baldwin, e in essa si schierarono e si opposero i papi

Lucio III e Gregorio VIII, i vescovi cistercensi, che

approvavano f iniziativa, e i monaci di Canterburys '

Questi fatti portarono addirittura i monaci a sospen-

dere il culto a Canterbury durante l'anno 1188-1189'

Proprio una delle quattro mitre conservate fu ricevu-

ta nell'arcivescovado di Tarragona, sede primaria del

regno di Aragona (fig. 1)u. Le altre si trovano nella

cattedrale di Sens, nel tesoro di Oignies aux Soeurs

de N6tre Dame de Namour e nel Bayerisches Na-

tionalmuseum di Monaco - proveniente dal Kloster

Seligenthal vicino Landshut - e a queste si deve ag-

giungere quel1a della cattedraie di Anagni. L'identi-

ficazione tra Becket e Stefano si pud anche osservare

in alcune delle contaminazioni iconografiche proprie

dei cofanetti di Limoges, per esempio, tra le altre,la

rappresentazione della mano di Dio che sorge dalle

nubi accettando ii loro sacriflcioT.Alf interno di uno di questi, forse aquitano e, per-

tanto, anteriore alf inizio della produzione delle bot-

teghe di Limoges, bench6 sefiza decorazione figura-

ta, giunsero le reliquie di Becket, Stefano e Martino

al monastero di Santo Domingo de Silos, in Castiglia(Madrid, Museo Arqueol6gico Nacional)8'

Questa associazione si manifesta in modo con-

vincente in uno dei compiessi monumentaii di cui ci

occupiamo in questa sede: ia decorazione pittorica

di una cappella dedicata al Santo inglese nella chiesa

di S. Maria di Terrassa, in Catalogna, nella quale, in

una pecuiiare cerimonia di consacrazione o di glo-

riflcazione, sono incoronati da un Cristo con libro

I'arcivescovo Becket e il diacono Stefano (fig' 2)e'

Milagros Gttardia36

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I - 'Iarragona, Museo Diocesano, mitra dell'arcivescovo Olivelles"

2 - Barceiiona, chiesa di S. Maria di Terrassa, conca absidale, affreschi.

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Il precoce approdo dell'iconografa di'fhomas Becket nella penisola ibertcaa -3 t

I presagi e gli annunci della sua passio durante il

periodo dell'esilio in Francia sono raccolti, tra gli al-

tri, nella cronaca scritta all'inizio del XIII secolo da

Roger di Hoveden, che narta la visione avuta dal futu-

ro Santo che lo portd ad accettare la necessiti del suo

ritomo a Canterbury per offrire la propria vita nell'in-

teresse della Chiesa: "ptostrato in preghiera in chiesa,

davanti a un altare, udi una voce proveniente dal cielo

che gli diceva: "alzali rapidamente, e dtorna nella tua

sede, e cosi gloriflcherai la mia Chiesa con il tuo San-

gue e tu sarai glorificato in me" (Cronica di Hovedan,anno 1170)'0.

Durante il sermone di Natale dell'anno 1170, pochi

giorni prima della sua morte, Becket pronunciava frasisufficientemente esplicite rispetto al sacrificio di cui si

faceva carico e giunse addirittura ad annunciare che la

chiesa di Canterbury avrebbe in breve incluso un altro

martire, unito a SanAlphdge: "in questa chiesa ci sonomartiri e, prima che sia passato molto tempo, Dio ne

incrementeri il numero" (Cronica di Hovedan).Nella narrazione dei fatti delle Vitae, il ritorno a

Canterbury, d'altra parte, si colora di immagini cherimandano immancabilmente all'entrata trionfale di

Cristo a Gerusalemme. In definitiva, la cosciente ac-

cettazione da parte di entrambi del proprio destino. E

un'immagine che il poeta Thomas S. Eliot, basando-si soprattutto su una lettera di Salisbury e sui testi di

Guerno di Pont Saint-Maxence e di Roger di Hovedan,trasmise magistraimente nella celebre opera teatrale

Murder in the Cathedral.Salisbury in effetti, nella sualettera a William Brito, a Roberto e ad altri monacidella Christ Church, esortava i fedeli di Canterbury a

preparare un'accoglienza d'onore, alla maniera in cuiera stato accolto Anselmo di ritorno dal suo esiliorr"La sua richiesta fu compiuta in ossequio a cid che lui

stesso racconta nella lettera a Pietro, abate di Saint

Remi di Reims nel 1170 ("...he was received by ciergyand people with great honour (...) the royal servants

3 - Soria. chiesa di S. Michele di Almazrin, Iastra d'altare

Milagros Guardia38

might have used force, but they were afraid of a riotand lvere restrained by the great crowds which wereas excited in receiving back their bishop as if Christhimself had come down from heaven among men")r2.E anche Roger di Hovedan: "L'arcivescovo e futuromartire fu ricevuto nella sua chiesa con riconoscenza,onore e gloria, soprattutto dai monaci che, in solenneprocessione, piangendo di gioia, esclamavano mentreringraziavano: "Benedetto colui che viene nel nomedel Signore".

Roger di Pont I'EvOque, uno degli istigatori del-la sua mofie, sard paragonato, anni dopo, allo stessoGiuda da Guerno di Pont Saint-Maxence (col. 512D13.

E precisamente il parallelo tra il sacrificio di Cristoe quello dell'arcivescovo, la linea argomentativa edesegetica pii chiara e piir insistente seguita da diversiautori. In particolar modo b John di Salisbury che cioffre questa audace lettura, con l'articolazione propriadi un discorso preciso e brillante, nella sua famosa ediffusa lettera al vescovo di Poitiers (Epistola 305),che anni dopo incorporb ne1la suaVitat4. Vi si ricorda-

no le parole pronunciate da Becket come conclusionedeila discussione che ebbe con Salisbury riflutandosidi sfuggire al supplizio che lo attendeva sicuramentee che portd proprio Salisbury a rifiutarsi di seguirlonel suo cammino: "che sia fatta la volontd di Dio",le stesse che utiiizzb Cristo secondo i Vangeli, nelmomento culminante del dramma. O ancor meglio,lasupplica ai carnefici, perch6 si limitassero a scaricarela loro ira contro di 1ui e non toccassero ia sua gente("E se chiedete la mia testa, vi proibisco, da parte diDio onnipotente e sotto pena di scomunica, di fare deimale a qualsiasi altro...") che Salisbury, tra altri autori,paragona esplicitamente alle parole di Cristo durantela sua passione, secondo il vangelo di Giovanni, quan-

do dopo aver chiesto due volte ai suoi carnefici chicercavano, disse loro: " Se cercate me,lasciate andarecostoro" (Giov. 18, 6-7).

Ii gioco dei paralleli che stabilisce Salisbury tra idue, lo porta a paragonare, non senza vantaggio per ilSanto,la crudeltli del suo sacrificio" Cristo, a diff'eren-za di Becket, ebbe I'opportunitd di difendersi di fronte

Il precoce approdo deIL'iconografia di Thomas Beclcet nella penisola ibenca39

4-6 - Soria, chiesa di S. Michele di Almaziln, lastra d'altare, particolari.

a un tribunale. Cristo fu condannato dai gentili, daisuoi nemici, Becket da coloro che professavano la leg-ge di Dio e la lealtd verso i propri amici. Cristo vennefatto uscire dalla cittd per essere crocifisso, Becket fumafiirrzzato nella casa stessa di Dio, nella sua catte-drale e in un momento particolarmente significativoper il calendario liturgico: il Natale.

A questa esegesi obbediscono alcuni programmi odettagli iconograflci gii osservati in un cofanetto diLimoges in cui la crocifissione di Cristo condivideIo spazio con il martirio di Becketls, o nel celebre af-fresco di Spoleto nel quale i1 sangue che sgorga dallatesta di Becket cade sull'altare in cui la liturgia ram-menta il sacrificio di Cristol6.

E secondo questa stessa linea interpretativa che

dobbiamo leggere, a mio giudizio, le immagini scol-pite nel frontale di altare, quasi inedito, che si trovain una piccola abside aperta per accogliere il culto diBecket verso la fine del XII secolo, nello spessore delmuro della chiesa di S. Michele de Almaz6n a Soria(lig. 3)tt. In effetti, al centro osserviamo una versioneripresa, con leggere varianti, del martirio del Santo: iquattro nobili vestiti con la cotta di maglia che impu-gnano la spada sguainata nell'atto di colpire il coliodel martire e con la figura di Edward Grim che, neltentativo di proteggerlo, riceve una profonda ferita nelbraccio destrol8 (fig. 4).1,'aitare dietro a Becket vienerappresent4to basandosi su1la versione non "storica"

dei fatti, ma ampiamente presente nella sua iconogra-fia a partire dall'esegesi che insiste sul carattere sa-

Milagros Guardia4A

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7 - Barcellona, chiesa di S. Maria di Terrassa, catino absidale, affreschi

Il precoce approdo clell'iconografia di Thontas Becket nella penisola iberica4 1

8 * Parigi, Musde des Thermes di Cluny, cofanetto proveniente da Palencia.

---

MiLagros Guardia42

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crilego dell'attole. Nei due spazi laterali, di formatoirregolare, si rappresentano a destra l'ascesa al cielodell'anima di Becket portata dagli angeli, e a sinistra,da quello che si pud leggere considerando le perditesofferte da1 rilievo, 1a flgura di un angelo che alzail coperchio di un sarcofago e altri due turiboiari, inalto (figg. 5-6).

La prima di queste immagini risponde alla formu-la abituale dell'ascesa deil'anima, ampiamente diffu-sa nelf iconografia dei Santi, anche se ridotta, in que-sto caso, alla sua espressione minima. Per esempio,possiamo ricordare alcuni dei cofanetti di Limoges ole stesse pitture di S. Maria di Terrassa (fig.7).

La seconda, anche se necessariamente abbreviata,rimanda, a mio giudizio, alla scena de11a Resurrezio-ne di Cristo, nell'episodio del1a Visita delle Marie.Non si pub in alcun modo confondere con 1a deposi-zione del defunto nel sarcofago, uno dei temi ricor-renti nell'iconografia di Becket - e di alffi Santi - ,divulgata soprattutto a partire dai cofanetti di Limo-ges e, pii tardi, nelle ampullae deipellegrini, in cui si

trasmette questo tema nonostante si parta da modeliipresi da alcune formule proprie de la mise au tombe-au dr Crrsto. In nessuno di questi appare la figura diun angelo che apre il coperchio del sepolcro, ma piut-tosto i monaci di Canterbury e, in alcune occasioni,i1 chierico che officia di fronte al sepolcro (fig. 8)to.

E alla stessa lettura de1 martirio di Becket in pa-rallelo con il sacrificio di Cristo che obbedisce, comepenso di aver dimostrato in un'altra occasione, lastraordinaria composizione che osserviamo nellepitture murali di S. Maria di Terrassa, della fine delXII secolo o inizi de1 XIIIz1. Anche in questo casola cappella dedicata a San Tommaso di Canterbury'venne aperta nello spessore del muro del lato sud diuna chiesa preesistente. Ne1 fregio centrale si succe-dono tre rnomenti della narrazione che coincidonocon quelli della passione di Cristo. Il primo di questid la derisione, che allude a cid che Becket subi da

parte dei suoi carnefici il cui modeiio iconograiicod senza dubbio queilo di Cristo (fig. 9).Ricordiamoa proposito che alcuni dei suoi biografi (Benedetto

Il precoce approdo dell'iconografia di Thomas Becket nella penisola ibericaA '+J

di Peterborou-eh, Herberto di Bosham e Salisbury)paragonano la derisione che subi Becket con le gri-da degli ebrei contro Cristo: "Crocifiggetelo". Cosicome dobbiamo ricordare che la scena della derisionericorre neli'iconografia di alcuni Santi, in particolarmodo Santo Stefano.

Il momento culminante del martirio, ordinatocome una composizione centrata sulla figura del San-to, perrnette di far coincidere la sua immagine conquella di Cristo nel catino absidale, e perfino di insi-nuare un gioco di contrasti con i colori delle rispettivevesti. In questo caso, la fedeld ai dettagli narrati daglispettatori diretti del fatto, in concreto la vita scrittada Grim, d assoluta22. Coincide 1'assenza deli'altare,dato che Becket fu assassinato vicino a un pilastrodella navata laterale della cattedrale e che non stavacelebrando la messa in quel momento; la presenza diGrim e, soprattutto, il suo abbraccio protettore, chegli procurtr una grave ferita nel frapporsi al colpo dispada destinato a Becket. Il dramma culmina infinecon la scena della sepoltura e della resurrezione, conI'anima di Becket portata da due angeli in un drappoal grembo di Abramo. Ogni singolo dettaglio ammet-te paralleli con f iconografia di Cristo o dello stessoBecket a partire da altri complessi. Tuttavia, nel suoconfigurarsi come ciclo, quello di Terrassa d, tra i co-nosciuti. eccezionale.

Vorrei ora prendere in considerazione un terzoesempio monumentale conservato nei regni ispanicidi interpretazione pii complessa e fino ad oggi inedi-to. Si tratta di un'altra cappella aperta nel muro sud diuna chiesa, questa volta quella di S. Nicola di Soria,anch'essa dedicata al Santo di Canterbury (fig. 10).Inquesto caso,la decorazione pittorica, di datazione pir)aYanzata delle precedenti, sviluppa un ciclo in cui sisovrappongono, alla maniera dei manoscritti miniati,tre registri. Nel pii basso d possibile riconoscere lascena del martirio di Becket con la figura del Santodi spalie mentre officia davanti a.1l'altare, che riceveil colpo del carnefice da dietro, in presenza di spetta-tori atterriti. Nel fodero della spada si riconoscono ifiordalisi e il leone passante propri dei vassalli del red'Inghilterra.

9 - Barcellona, chiesa di S. Maria di Terrassa, catino absidale,affreschi. particolare.10 - Soria, chiesa di S. Nicoia, affreschi.

Ne1 secondo registro si identifica, in un lato, unsarcofago dal quale appare il defunto sorretto da unofficiante, che sostiene il sudario, alla maniera delledeposizioni che abbiamo osservato nei cofanetti diLimoges. Tra i personaggi che completano la scena sipud identificare una figura reale, dotata di una coro-na. Non possiamo escludere, in attesa dei lavori di re-stauro delle pitture danneggiate, che si possa riferirea un momento della pubblica penitenza di Enrico IIpresso la tomba di Becket che ebbe luogo nell'anno1174. Nel registro superiore appare di nuovo il mo-

Milagros Gtnrdia44

narca, a capo di un corteo, in atteggiamento di com-punzione menfte si porta la mano al mento, di frontea un sarcofago dal quale esce di nuovo il defunto, an-cora una volta Becket. I1 ciclo, come gihL ho segnala-to, suggerisce una datazione tarda, forse di una faseavafizata del XIII secolo, che coincide con un periododi notevole sviluppo della cittd di Soria. Tuttavia, ilfrontale d'altare che la cappella ospitava in origine,decorato con rilievi, ammette una datazione anteriore,date le relazioni che si possono stabilire con la scultu-ra soriana e castigliana della fine del XII secolo e ini-zio del XIII, oitre a una comparazione immediata conquello che abbiamo visto anteriormente a Almaz4rn,cittd vicina a Soria. Non possiamo escludere che que-sto frontale. verso la fine del XII secolo o alf inizio

del XIII, fosse stato dedicato unitamente alla cappellaa1 nuovo Santo, Thomas Becket. Nel frontale si rap-presenta precisamente I'Entrata di Cristo in Gerusa-lemme, un'iconografia che ammette, come abbiamocommentato, un vincolo con l'esegesi del sacrificiobeckiano.

Sono i tre esempi monumentali che si conosconofino a oggi nei territori della penisola iberica come te-stimonianze - le pii antiche -, del cuito de1 martire diCanterbury e che possiamo confermare a partire da a1-tri indizi, materiali e documentari. In effetti,le notiziesu1 dramma accaduto a Canterbury e le reliquie delnuovo Santo martire della chiesa cattolica, ThomasBecket, arrivarono fino ai regni della penisola ibericain un'epoca precoce.

Corona di Aragona

Ramiro II ttil moni1g6"=============,{ gnese di Poitiers e Toulouse (sorella di Guglielmo IX ezralnonna di Eleonora di Aquitania)

Petronila===--=-Ramon Berenguer IV (conte di Barcellona +1162)

I

Alfonso II (1157-1196)=*-5*cha di Castiglia (zia diAlfonso VIII)I

Costanza (==Federico II di Sicilia) Pedro II il Cattolico

Corona di Castiglia

Alfonso VII,(1105-1157)==(1128) Berenguela (figlia di Ramon Berenguer tII di Barcellona)

Sancho III (Castilla)====(1151) Blanca di Navarra, (sua sorella Margarita sposata conGuglielmo I di Siciiia)

(I1 fratello di Sancho III, Fernando II, re di Leon, era figlio di Alfonso VII con Rica di Polonia e

aveva due sorelle: Sancha (==Sancho VI di Navarra) e Costanza

Alfonso VIII---- 1 I'7 O==Le onor P lanta+ eneta

Enrique, Berenguela (==Alfonso IX di Leone), Blanca (==Luigi VIII de Francia), Leonor (==Jaime I

di Aragona), Urraca (==Alfonso II di Portogallo).

Il precoce approdo dell'iconografia di rhomas Becket neila penisola iberica45

I1 mosaico dei regni ispanici costituito negli anniSettanta del XII secolo si divideva in domini distinti,alleati o successivamente awersari e, ognuno di que-sti, in un modo o nell'altro, si trovava ad affrontareal-Andalus. Aragona, unita nel regno alla contea diBarcellona, era governata daAlfonso II (1 I57 -1196) ealla flne del XII secolo da suo figlio pedro II il Catto-lico. Il padre di Alfonso II, Ram6n Berenguer IV nelsuo testamento (T162)23, aveva affidato 1a custodia e laprotezione degli interessi dei suoi figli al suo alleato,il re Enrico II Plantageneto e questa stretta relazioneverrd mantenuta da Alfonso IL Bisogna inoltre ricor-dare i vincoli di parentela di Alfonso II con il casatodi Aquitania dato che, come nipote di In6s de poitiers,era cugino di secondo grado di Eleonora diAquitania.

Nel regno di Castiglia, dopo i difficili anni di mi-nore etd, Alfonso VIII sali al trono nell,anno 1169,contro gli interessi dello zio, tl re Fernando di Le6nche ambiva a ottenere il vassallaggio e la sottomissio-ne del nipote, futuro detentore del regno di Castigtia.Nel 1170, proprio l'anno in cui venne assassinato Be-cket, Alfonso VIII sposd una delle figlie di Enrico IIPlantageneto e di Eleonora di Aquitania, Leonor. Alricevimento della sposa, proveniente d.a Bordeaux,e alle nozze celebrate aTarazona parteciparono, traaltri magnati e prelati, il re Alfonso II di Aragona eI'arcivescovo di Toledo, Cerebruno2a. I conflitti cheentrambi mantengono con i vicini regni di Le6n e diNavana, ma anche con i1 Portogallo, non arrivano aoffluscare I'unitd dei pit potenti regni della penisola,Aragona e Castiglia2s. Il primo manterri., seguendouna tradizione che ha le sue origini ne1 secolo XI, unastretta relazione con il Papato, di cui il Regno di Ara-gona era vassallo, con i suoi uomini e i suoi territori.Il matrimonio di Berenguela, figlia di Sancho il Sag-gio di Navarra con Riccardo Cuor di Leone, figlio diEnrico II, nel 1191, contribui ad aumentare i iegami,oltre che a integrare ii regno di Navarra, nella retefamiliare e culturale del cosiddetto ambito plantage-neto26. A sua volta, alcune delle sedi ecclesiastiche pir)rilevanti della Castiglia erano occupate da personaggidi indubbia origine aquitana e di provata fedelth a1 re.I1 vescovo di Sigiienza, il gid citato Cerebruno, origi-nario di Poitiers, era stato nominato neI 1167 arcive-scovo di To1edo27.

Le alleanze politiche e matrimoniali,la fedeltd do-

vuta aile origini,l'appoggio al Papato di Roma, sono1e condizioni che si sono abitualmente addotte perspiegare la rapida introduzione del culto di Becketsubito dopo la sua canonizzazione nell'anno 1173e specialmente in seguito all'espiazione, pubblica erilevante, del re Enrico II per le sue mai dimostrateconnivenze con I'assassinio di Becket2s" Non c,d altromodo di spiegarlo nei regni della penisola iberica. Letestimonianze che abbiamo di questo, utili a configu-rare un dossier beckiano, intenzione ultima della miarelazione, si riferiscono sia al ricevimento delle reli-quie, sia alla consacrazione di chiese o altari in suoonore, sia all'introduzione nel calendario della suafestiviti2e.

Tra le iniziative pit rilevanti che documentanoI'introduzione del culto di Thomas Becket in Ca-stiglia, si conta la precoce dedica, nell'anno 1175,a Tommaso di Canterbury di una chiesa nella citt)di Salamanca, che si conserva ancora, per iniziativadi due chierici membri della corte e del seguito cheaccompagnd la regina Leonor, conosciuti con i nomicastiglianizzati di Ricardo e Randulfo Ing16s - i loronomi vernacolari erano Richard e Randolph -. Ci ri-sulta che Randulfo fosse magister scholarum nellacattedrale salamantina.

Nell'anno llll 1l conte castigliano Nuflo p6rezde Lara fondava e dotava una cappellania in onore diThomas Becket nella cattedrale di Toledo. Il cappel-Iano Guglielmo era con molta prclbabilitd un chiericoinglese3o. Due anni dopo, neI ll79,la regina Leonor,una volta morto ii conte Nuflo, assumeva il patro-cinio delia cappellania e confermavaLa dotazione ei'incarico di cappellano allo stesso Guglielmo3r. Nonpossiamo escludere che fossero lei o il circolo a leipii vicino a promuovere questa iniziativa anche seattraverso il conte Nuflo, il quale, in questo modo,cercava di ingraziarsi la famiglia reale.

Tuttavia, dobbiamo ricordare che in questi anni(1166-1181) la sede principale di Toledo era occupa-ta dai gid ricordato Cerebruno, di origine poitevina,pictavino,come si autodefinisce nei documenti"

Questo.personaggio - che precedentemente ave-va occupato la sede di Sigiienza (1156-1166) - erastato il precettore del re Alfonso VIII durante la suarnfanzia. Non c'd dubbio che fu in conseguenza diquesto che venne promosso arcivescovo di Toledo32.

Milagros Guqrdia

46

I1 suo stretto vincolo con la famiglia teale, e il sup-

posto protagonismo della regina Leonor nella diffu-

ilone Oet culto del nuovo martire, potrebbero essere

la causa della sua risaputa devozione personale ai

Santo e delle sue iniziative per la promozione del

culto stesso. Tuttavia, si conosce anche I'esistenza di

relazioni personali tra Cerebruno e il papa Aiessan-

dro III, che canonizzd Becket tre anni dopo la morte'

dato il valore del suo martirio nel contesto della lotta

con f impero e con ii re d'Inghilterra' Cerebruno fu

un convinto sostenitore della sua politica nel regno

di Castiglia, cosa che 1o portb a essere direttamente

coinvolto nella riscossione dei fondi per sostenere

gli scontri del Papato contro f imperatore33 '

Fu il suo successore a Sigiienza, probabiimente di

origine aquitana, Joscelmo (1168-1178), il responsa-

bitJ Oeila precoce dedica di una delle cinque cappel-

ledell 'absidealsantoinglesenellastessacattedraleche, a sua volta, fu il luogo scelto dai vescovo per la

propria tomba3a. Le donazioni a questa sede episco-

paie da parte dei monarchi castigliani continuarono

la politica rniziata da Alfonso VII e si accrebbero a

partire da questo momento35. Non possiamo, tutta-

uiu, sup.r" cofi cettezza se 1a causa diretta della de-

cisione di Joscelmo fosse dovuta al riconoscimento

di questi favori reali, o all'esempio e alf istigazione

di Cerebruno, suo predecessore nelf incarico e ora

vescovo di Toledo.Alla diocesi di Sigiienza apparteneva la cittd di

Almazin nella cui chiesa di S. Michele si apri' alla

fine dei XII secolo,la cappella dedicata a San Tom-

maso di Canterbury e al cui frontale d'altare in pietra

ci siamo riferiti in precedenza. Mancano, in questo

caso, notizie precise sui promotori dell'opera'

Nella vicina citti di Soria che era pafie del ve-

scovado di Osma, e alf interno di un complesso di

attivitd notevoli che si prolungano durante il XIII se-

coio, il culto per Thomas Becket si introduce nella

chiesa dedicata a San Nicola,la seconda per impor-

tanza della citth. La cappella b quella che abbiamo

gid descritto e i due frontali, a cui si pub aggiungere

un terzo localtzzato in un'aitra chiesa di Soria, per

quanto privo di relazioni con Becket, possono essere

inalizzati nel contesto della scultura tardoromanica

della regione di Soria36. Anche in questo caso, non si

conoscono 1'autore o gli autori di tale iniziativa; solo

ci si d abituati a propofie, senza solidi fondamenti'

che il motivo non fosse altro che il vincolo della cittd

di Soria con il monarca castigliano, che vi risiedette

durante i primi anni di vita e, quindi, la volontd di

appoggiare iniziative promosse dal1a coppia reale37'

SiUtt" di un'ipotesi che sosteniamo sulla base del

presunto vincolo sentimentale, che non d provato da

nessun fatto, del re con questa cittd'

Se, come sembra dimostrato, i cofanetti prodot-

ti nelle botteghe di Limoges, principalmente tra gli

anni 1195 e 7210,con la rappresentazione della mor-

te e della salita al cielo di Becket, erano ii veicolo

di diffusione del suo culto, in Castiglia ne abbiamo

conferma nei due esemplari sicuramente provenienti

da Palencia.In effetti, entrambi gli esemplari furono

venduti nel XIX secolo dai responsabiii della loro

custodia nella cattedrale di Palencia' Uno di questi d

attualmente disperso, mentre I'altro si trova aI museo

di Cluny a Parigi (fig. 8).Mancano, tuttavia' dati cer-

ti sul momento e sulle circostanze che li portarono a

tale destinazione e sulla precisa provenienza'aparte

il fatto di appartenere alla cattedrale o a una chiesa

di questa ditcesi. Non si pud attribuire al contesto di

diffusione del culto di Becket verso la fine del XII" secolo o nel XIII' un altro esemplare conservato in

Spagna, nel monastero dell'Escorial poich6 il suo in-

gi"tto d documentato nell'anno I574 come regalo di

Finppo II, che lo aveva ottenuto dall'ambasciatore

della corte spagnola a Venezia e che proveniva dal

convento di S. Zaccaria38.Rispetto ai due cofanetti di Palencia, vortei richia-

mare l'attenzione su un dettaglio che li caratterrzza

rispetto alla maggior pafte dei cinquanta inventariati

f,nb ad oggi. Si tratta della rappresentazione precisa'

rispetto allatti conosciuti tramite Ie Vitae, del colpo

ricevuto da Becket nella parte superiore della testa'

nella tonsura e non nel collo' Coincidono in questo

con i cofanetti del British Museum, di Gu6ret e della

Collezione Burrell.I1 monastero castigliano di Santo Domingo de

Silos, sotto la protezione di Alfonso VIII nell'anno

ll'll3s e depositario di generose donazioni negli anni

seguenti, possecleva certamente reliquie del Santo'

p"id tott Ci risulta che gli fosse dedicata alcuna cap-

pellaoo.ln effetti, nelf inventario del 1440 si menzio-

,tu un cofanetto dipinto, a1 quale abbiamo gid fatto

I

Il precoce approdo dell'iconografia ci rhomas Becket neila penisora iberica47

riferimento, che conteneva le reliquie di Santo Stefa_no, San Martino e di Thomas Becket. eueste ultimeconsistevano nel sangue e in frammenti del cilicio edelle vestia'. Non d improbabile che, in questo caso,si trattasse di una donazione della stessa Eleonorae di suo marito proprio per contenere le reliquie diBecket.

Altre notizie che confermano questa acquisizio_ne prima che le reliquie di Becket venissero traslate,nell'anno 1220,nella nuova cappella a Canterbury,sono quelle che riferiscono dell,esistenza di cappeliededicate al Santo in localitd della Castigiia e di Ledncome Toro (1194), Zamora (11g0?), Lugo (1195) eI 'ospedale di Asrorga (1195).

Nel regno diAragona le testimonianze sono menoabbondanti, ma di rilevante significato. Nell,anno

1186, durante il vescovato di Bernat de Berga (lIjZ_1188), si dedicd un altare in suo onore nella cattedra-le di Barcellonaa2. L'altare era situato sopra l,ingres_so della cattedrale romanica, attualmente scomparsa,ma ia cui documentazione di archivio conferma ilricevimento di un beneficio da parte del papa Cal_listo III nel 1188, ottenuto grazie al fautore delladedica dell'altare, il canonico pere de Ripollet. Leconcessioni di beni da parte del monarca aragonesesono documentate negii anni 11g9, 1190 ,IIgl, l lgze 119543 , cosi come sono documentate le donazionitestamentarie del re Alfonso II al santuario di Can_terburyaa. Ricordiamo i1 vincolo quasi familiare delre con Enrico Plantageneto.

Le relazioni della chiesa di S. Maria di Terras_sa, nell'antica sede di Egara e dei suoi domini. con

11 - Londra, Society of Antiquaires, cofanetto di Limoses.

Milagros Guardia48

=i - .,.,,tff;::.i

12 - Soria, chiesa di S. Baudelio di Berlanga, affreschi.

la cattedrale di Barcellona ma anche con la famigliacomitale. sono perfettamente conosciute. E per que-sto che la dedica della cappella, di cui abbiamo com-mentato il ciclo pittorico e rispetto alla fondazionedella quale non conserviamo testimonianze testuali,poteva rispondere sia a un'intziatla ecclesiasticache realea5. Non si pud escludere, tuttavia, un'altrapossibile via di contatto con i promotori del culto,vale a dire le comunitd di canonici agostiniani, a cuiapparteneva, per la dipendenza da S. Rufo di Avi-gnone.la chiesa di Terrassao6.

Come conseguenza di cib che fino ad ora abbiamocommentato, dobbiamo concludere che la presenzadella regina Leonor e de1la sua folta corte inglese inCastiglia, se davvero ebbe quel ruolo protagonista

che si suppone, non permette che si esauriscano levie di promozione del culto di Becket e, senza dub-bio, non spiega 1a diffusione in relazione al comples-so dei numerosi e avversi regni ispanici, come si dvoluto interpretare abitualmente. Molto pii dei do-veri familiari di Leonor rispetto al suo progenitore,pesd la forte volontd del clero di appoggiare simbo-licamente con quel culto 1a politica papale. Perfinorispetto al protagonismo del re d'Aragona, oltre allasua fedeltd politica e familiare con i Plantageneti,si imponeva I'assunzione de1 vassallaggio verso ilPapato che continud ad essere assunto secondo ghaccordi siglati ne1 secolo XI dal re Sancho Ramirez.

In un altro ordine di cose, le particolarit), icono-grafiche dei complessi monumentali conservati, alle

Il precoce dell'iconografia di Thomns Becket nella penisola iberica

13 - Barcellona, chiesa di S. Maria di Terrassa, catino absidale, affreschi. particolare.

49

sfoggiano anche i soldati rappresentati nelle pitturemurali romaniche di S. Michele di Gormaz o S. Bau_delio di Berlanga o nei capitelli di Tiermes e Cara_cena (fig. 12).

Dovremo aspettare ia conclusione dei lavori di re_stauro in corso nella chiesa di S. Nicola di Soria perpoter analizzarc in dettaglio i particolari iconograficidel ciclo pittorico che, al momento, non consente unesame suffi cientemente preciso.

In uno studio precedente, credo di avere indivi_duato i modelli iconogra{ici e la loro provenienza ri_spetto al ciclo pittoric0 di S. Maria di Terrassa, anchein relazione ai numerosi tituli che era possibile ieg_gere al momento del1a sua scoperta, come possiamodimostrare a partire dali'acquerello che venne realiz_zato aLlora e dalle vestigia che tuttora si conservano(flg. 13)a?. Si tratta di un gruppo di poemi in esametrileonini inscritti nelle linee di separazione tra le sce_ne o incastrati nelle pieghe del tendaggio inferiore.Dalla loro lettura, anche se parziale, si pud dedurreche si tratti di riferimenti ai poteri miracolosi e cu_rativi del Santo di Canterburyas" In effetti, Thomasbonorum d la formula abituale che incontriamo nelleiscrizioni che accompagnano le ampullae dei pelle_grini e alcuni sigilli provenienti da Canterbury e cherimandano con molta probabiliti alle composizio_ni poetiche che Benedetto di peterborough redasseper il programma iconografico del complesso dellevetrate raffiguranti la vita e i miracoli nella TrinityChapel di Canterbury. Secondo gli studi di Caviness,

quali abbiamo fatto brevemente riferimento, ci apro_no un'altra direzione di analisi, che non d altro chequella dei modelli in esse trasportati e dei mezzi del_la loro ricezione.

Per quanto riguarda il frontale di Almazdn, abbia_mo indicato gid alcuni paralleli, forse indotti dallostesso formato, che ci riportavano ai cofanetti di Li_moges, ciod a dire, ai modelli che vennero ttilizzattnella loro realizzazione e, quindi, a un momento in_determinato degli ultimi anni del XII secolo. Coinci_dono, con la formula ripetuta nella maggior parte deicinquanta pezzi inventariati, il modo di avvicinarsidei nobili a Becket, la genuflessione e la posizionedelle- sue mani in preghiera, il colpo che gli tagliail collo ed anche il caratteristico terreno ondulato osassoso, che sembra suggerire un esterno in cui simuovono le figure (fig. 11). D'altra parte, rispettoa questi modelli si discosta l,abbigliamento milita_re dei quattro nobili, cosi come il protagonismo diGrim, specificato nella narrazione dei fatti accaduti.Non possiamo ignorare nernmeno certi dettagli checi riportano alla scultura castigliana del momento e,quindi, che insinuano apporti locali nella configura_

1io1e del ciclo. Segnaliamo in particolare ii suppor_to del piano dell'altare, a forma di colonna a fascimultipli tortili, assai simile alle colonne che si con-servano nei chiostri, ricordando tra gli altri esemoipii vicini quelli di Silos, di EI Burgo di Osma e iiTiermes. E perfino il tipo di cotta di maglia e forseI'elmo con nasale che, secondo la moda normanna.

Milagros Gr.rctrdia50

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14 - Londra, British Library, Ms. Cotton Claudius B.11, fol

Il precoce approdo dell'iconografi.a di rhomas Becket nella penisola iberica5 1

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16 * Lincolnshire, chiesa di St. Mary a Stow, disegno degli affreschi'

egli vi stava gid lavorando dal 1180 sebbene i lavori

si prolungassero negli anni successiviae.Nel programma di Terrassa, tuttavia, d,la Passio

di Becket e non i suoi miracoli cid che si rappresenta,

in uno sforzo di creazione iconografica, riconosciutogid nello studio di Borenius, che considerb questo

complesso monumentale tra i pit antichi conserva-

ti e, quindi, modello per la configurazione dei cicli

riferiti al nuovo Santo verso la fine del XII secolo e

nei primi decenni del XIII.Abbiamo gii accennato alla interpretazione che

ci suggerisce lo stesso Salisbury nell'epistola 305,

testo incluso nella suaVita e che, al margine di que-

sta, fu illustrato in un momento molto precoce (fig.

14)50. Anche lo studio dei modelli utlltzzatt a Terras-

sa ci conduce a questo periodo iniziale della realiz-

zazione, ciod ad una fase anteriore alla traslazionedel corpo e alla diffusione delle reliquie a partire

dal !220st . Oltre alle vitae ed ai libelli illustrati, in

cui, come in quello che osserviamo, si configura in

immagini il ciclo della sua vita e dei suoi primi mi-racoli e di cui non possiamo documentare la ricezio-ne in Spagna, bisogna tenere presenti altre strade dicreazione e di diffusione. In effetti, in determinatireliquiari dell'acqua di Tommaso, o delle sue prime

vestigia, come possono essere i cofanetti di Limo-ges del Victoria and Albert Museum o la cassa di

argento, di discussa provenienza, attualmente al Me-

tropolitan Museum di New Yorks2, possiamo osser-vare alcuni dettagli che coincidono con la versionedelle nostre pitture. E cosi nella rappresentazione digruppi binari e nelle allusioni alla derisione, o anche

nella doppia scena della sepoltura e dell'ascesa al

cielo di Becket.Il particolare della caduta delia mitra con la parte

superiore della testa di Becket, cosi come I'incur-varsi della spada prodotto dalla violenza del colpoe il taglio nel braccio protettore di Grim, preso per

Il precoce approdo dell'iconografia di Thomas Becket nella penisola iberica53

il manipolo da uno dei nobiii, sono traduzioni let-terali della narrazione dei fatti nellaVta di Grim, eincontrano un buon parallelo in uno dei cicli pitto-rici beckiani in Inghilterra, nei dipinti della chiesadi Stow, nel Lincolnshire, della fine del XII secoio( f igg. 1s-16) .

Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che il ciclopir) importante elaborato in relazione alla vita e aimiracoli di Becket d quello che si sviluppava sullevetrate della Trinity Chapel di Canterbury, alle qualiabbiamo gii fatto riferimento in relazione ai tituli.Le due scene dedicate alla vita di Becket si sono per-se in parte, perd un riflesso o un riassunto del iorocontenuto pud essere recuperato partendo d.a una ve_trata della cattedrale di Sens53. In questa, le due sce_ne superiori rappresentano il martirio e la sepolturadi Becket presiedute da Cristo tra due angeli. Nellaprima, una composizione centripeta, osserviamo Be_

cket che cade sotto il colpo della spada e Grim checon la mano alzata cerca di proteggerlo, entrambiaffiancati dai carnefici e senza riferimenti all,altare.

Non c'd dubbio che la decorazione del suo san-tuario a Canterbury ebbe, come in altri casi, un enor-me impatto come modeilo per le opere di piccoloe modesto formato che diffusero la sua iconogra-fia54. Possiamo constatarlo, senza ombra di dubbio"nelle numerose ampLrllae che contenevano l,acquadi San Tommaso, o nel sigillo dell'arcivescovo diCanterbury, datati agli ultimi anni del XII secolo oall'inizio del XIII, su cui possiamo osservare com-posizioni centrali, abbreviate, per le quali non si pudrespingere la coincidenza con le immagini di Terras-sa ( f igg. t7-18) .

I nuovi Santi, in deflnitiva, si coprirono di pro-poste iconografiche non solo vecchie ma anche in-novatrici.

17 - Parigi, Mus6e des Thermes de Cluny, ampolla di Becket.18 - Langton, bollo dell'arcivescovo Stephen (l}}1-)"

Milagros Guardia< A

1 I testi delle Vitae e delle cronache che permettono di

conoscere i dati relativi alla vita di Becket sono stati raccolti

in buona parte in Materials for the History of Thomas Be-

cket archbishop of Canterbury (canonized by Pope Alexan-

der III, A.D. 1173), a cura di J. C. Robertson e J' B. Shep-

pard, Londra 1875-1885,7 voll. (dstampa, Kraus 1965).2 Secondo la cronaca di Roger de Hoveden, dell'anno

1165 (cfr. H. T. Riley, The Annals of Roger de Hoveden,

Londra 1853.2 vol l . ) .3 Per un elenco delle rappresentazioni di Becket fi.no alla

data della sua pubblicazione d imprescindibile I'opera di T.

Borenius, S t. Tho mas B e cket in Art, Londta 1932.a Sulle mitre, cfr. A. Geijer, Engelske broderier av ro'

mansk typ, irr "Nordenfieldske Kunsindustrimuseum Ar-

bok", 1956, pp. 43-69, English Romanesque Art' 1066-

1200, Londra 1984, p. 357; Opus Anglicanum: English

Medieval Embroidery, The Victoria and Albert Museum,

Londra 1963, n. 13. Segue questa interpretazione che col-

lega Becket a Esteban, C. R. Dodwell, Artes pict6ricas en

Occidenre, 800-I200,Madrid 1995, p. 54. Bisogna ricorda-

re che si conservano altre mitre, anch'esse datate tra gli anni

I 1 80 e 12 10 neile quali si conseryano altre scene di martirio

di Becket, di Stefano e, occasionalmente, di San Lorenzo.5 Su questa polemica e sul suo contesto, si veda: M. Ca-

viness, The Earty Stained Glass of Canterbury Cathedral,

Pr inceton Mass, 1977, pp.24 ss.6 La mitra fu trovata nella tomba del vescovo Bernat di

Olivelles (t 1287). Cfr. Arte Romdnico, Catalogo della Mo-

stra (Barcellona-Santiago di Compostella 1961), Barcellona

1961, pp. 300-301, durante la quale venne esposta assieme

ad altre tre, quella proveniente dal Bayerisches National-

museum di Monaco, quella della cattedrale di Sens e quella

del convento di N6tre-Dame di Namur. Sulla mitra di B'

De Olivelles, cfr. R. Vinyas, Fragment de la mitra de I'ar'

quebisbe Olivella in Millenum. Histdria i Art de I'Esgl6sia

C atalana,Barcelona 1989, P. 224.? A proposito dei cofanetti di Limoges, cfr' M'

M.Gauthier, E*ou* mdridionaux. Catalogue international

de l 'Oeuvre de Limoges. 1. L'dpoque romane, Paris 1987'8 Yedi infra.e Cfr. M. Guardia, Sant Tomds Becket i el programa ico-

nogrdfic de les pintures murals de Santa Maria de Terrassa,

in "Locus Amoenus", IV,1998-1999, pp. 37 -58.to I b i d . , n .2 .11 Cfr. 1' Ep. 303 in The Letters of John of Salisbury, a

cura di W. J. Mil lor, C. N. L. Brooke, Oxford 1979, vol' II,

pp.7l2-115, The Letters of John of Salisbury, a cura di W'

J. Mil lor, E. Butller e C. N. L. Brooke, Oxford 1986" 2 voll ' ;

Materials for the History of Thomas Becket cit", voll' V-VII'\2 Ep .3O4. Cito secondo la traduzione inglese di The Let-

ters of Johnof Sal isbury c i t . ,1979, vo l . I I (1163-1180),pp '

7t5-',125 "13 Cito come in Garnier's Becket, traduzione da J' Shir-

ley, Londra 1975, pp. 132-165, indicando i versi nella ver-

sione in francese antico. Si veda altresi Guernes de Pont

Saint-Maxence, La Vie de Saint Thomas de Canterbury, a

cura di J. T. E. Thomas, Louvain-Paris 2OO2, vol. II.1a The Letters of John of Salisbury cit., vol. II, pp ' 724'

'139. La Vita viene raccolta in Materials for the History of

Thomcts Becket cit., vol. II ed in Giovanni di Salisbury, An-

selmo e Becket. Due vite, a cura di I. Biffi, Milano 1990"

Si veda anche A. Duggan, John of Salisbury and Thomas

Becket, in The World of John of Salisbury, a cura di M'

Wilks e B. Blackwell, Oxford i984, pp. 427-438.15 Cfr. M. M. Gauthier , Higways of the Faith, Relics and

Reliquaries from Jerusalem to Compostela' Fribourg 1983,

pp. 83-86; U. Nilgen, The manipulated Memory' Thomas

Becket in Legend and Art, in Memory and Oblivion, a cura

di W. Reinink e J. Stumpel, Boston 1'999,pp.765-772'

Le chasses di Limoges con episodi del martirio di Tho-

mas Becket sono raccolte da S. Caudron, Les chasses de

Thomas Becket en 6mail de Limoges, in Thomas Becket,

Actes du colloque international (S6didres, 1913)' a cura di

R. Foreville, Paris 1975, pp. 233-253:Id., Les chdsses reli-

quaires de Thomas Becket 6maill6es d Limoges: le'ur g4o'

graphie historique,in "Bulletin de la Soci6t6 arch6ologique

et historique du Limousin", CXXI, 1993, pp. 55-83; Id"'

Thomas Becket et l 'Oeuvre de Limoges,inValdrie & Tho-

mas Becket. De I'influence des princes Plantage'n€t dans

l'Ouvre de Limoges" a cura di V. Notin, S" Caudron e G'

Frangois, Limoges 1999,pp.56-68; L'oeuvre de Limoges'

Emaux limousins du Mctven Age' New York, Metropolitan

Museum of Ar t , 1996'16 Cfr" E. Parlato, La pittura medievale in Umbria,in La

Il precoce approdo dell'iconografia di Thomas Becket nella penisola iberica55

Pittura in ltalia. L'Altomedioevo, Milano 1994, pp. 180-1 96 .

'? J. M. Rodriguez Montafl6s, Iglesia de San Miguel,in Enciclopedia del Romrinico en Castilla y Le6n. Soria,Agui lar de Campoo 2002,vol . I ,pp.134-143; M. A. e M.P. Ridruejo Gll, Cuatro frontales romdnicos de Soria,"inArchivo Espaflol de Arte" , XVil, 1945 , pp . 9'7 -106 .

18 II numero quattro corrisponde a quello dei nobili, Re-ginald Fitzurse, Hugo di Moreville, Guglielmo di Tracy eRiccardo il Bretone, secondo quanto trasmesso nelle Vitaeconservate, eccetto quella di Salisbury nella quale non ven-gono forniti i nomi. Nella maggior pafte delle rappresenta-zioni del martirio, come nel caso del dossale in questione,si pone I'accento sugli indumenti militari dei suoi carne-fici, per rinforzare l'idea del sacrilegio, dato che la scenasi svolge all'interno di una chiesa, cosi come il fatto cheaffrontano armati un uomo disarmato. Dall'altra parte, ildettaglio della ferita inferta da Grim che condivide con ilciclo degli affreschi di Santa Maria di Terrassa, viene com-mentata esplicitamente in alcune delle Vitae, in particolarequella scritta proprio da Edward Grimm (Vita Sancti Tho-ntae, Cantuarensis archiepiscopi et martris, in Materials

for the historlt cit., voi. II, pp. 353-450 e I 'appendice a pp.451-458). Il dettaglio b incorporato, in altri casi, nell'illu-strazione del salterio di Londra, British Library, ms. Harley5 102 , fol . 32 , degli inizi del XIII secolo; nei dipinti muraridelle chiese di Saint Mary a Stow (Lincolnshire) e di SaintJohn a Winchester, o in quelli di Spoleto, gid menzionati.

'e In effetti, I'assassinio di Becket si produsse all'internodella cattedrale, nonostante in quel momento egli non stes-se ceLebrando i l r i to eucar is t ico e, per tanto, non s i t rovavaa lato dell'altare. Ciononostante, Salisbury nella sua Vitalocolloca vicino all'altare per accentuare il carattere sacrilegodell 'atto: in ecclesia quae caput regni est (...), coram altariqui Christi corpus et Sangttinem solitus erat offerre in al-tari, coram altari prostratus.Pertanto, I'altare diviene uneiemento essenziale nell'iconografia del martirio di Becket.Comunque nel pii antico esempio conservato, l'illustrazio-ne del manoscritto contenente le lettere di Becket, si indicachiaramente la separazione spaziale tra I'altare e il luogodel sacrificio di Becket. Queste lettere vennero raccolte perI'allora priore di Canterbury,Alan, che sard in seguito abatedi Tewkesbury, precedute dalla Vita e dalla lettera 305 diSalisbury (Londra, British Library, Cotton Claudius, B.11,fo l . 341 , ca . 1180 ) .

20 Sui caratteri della mise au tombeau in relazione allevetrate e alle chasses di Limoges situate nell'ambientePlantageneto, cfr. A. Granbouian, Le vitrail au XII' siicledans le domaine Plantagenet, in L'Oeuvre de Limoges. Artet histoire au temps des Plantagen€ts, Actes du colloque(Paris, Musde du Louvre 1995), Paris 1998, pp.241-214.Inriferimento aitopoi della vita dei Santi, tra i quali si trova ladeposizione nel sepolcro e I'ascesa deli'anima al cielo, cfr.B. Abou-El-Hai, The Medieval Cult of Saints. Formations

and transformations, Cambridge lJniv. Press 1997. Sullescene del martirio di Becket rappresentate sulle insegne deipellegrini o sulle ampullae nelle quali portavano l'acquamiracolosa, cfr. B. Spencer, Medieval pilgrtm badges, inRotterdam Papers. A contribution to medieval archaeology,a cura di J. G. N" Renaud, Rotterdam 1 968, pp. 137 -147 ; B "Spencer, Pilgrim Souvenirs and secular badges,in Medie-val finds from the excavations in London,7, Londra 1998,passim; Id." Pilgrim souvenirs, in Age of Chivalry, Art inPlantagenet England, 1200-1400, Londra 1987, pp. 2L9-224;D" Bruna, Enseignes de p€lerinage et enseignes pro-

fanes, Mus6e National du Moyen Age, Thermes de Cluny,Paris 1996, pp.2O9-2I1 . Romei e giubilei. I l pellegrinaggiomedievale a San Pietro (350-1350), Catalogo della Mostra(Roma 1999-2000), a cura di M. D'Onofrio, Milano 1999.

2t M. Guardia, San Tomiis Becket cit., passim.22 Edward Grim,Vita S. Thomae Cantuariensls cit., pp.

353-450"23 Dimisit omnem suum honorem, ac .filios, in bajulia tu-

icione, defensione domini Enrici Regis Anglie (Prdsper deBofarull, Los condes de Barcelona vindicados, Barcelona1836, vol. II, p. 208). D'altra parte l 'al leanza tra i l regnod'Aragona e quello di Castiglia durante questi anni si con-solidd con il matrimonio tra il re Alfonso II e una sorella-stra del padre di Alfonso VIII, Sancha (1I73). Quest'ultimafondd il monastero di Sigena e sua figlia Dulce promosseI'ingresso dalla Sicilia e dall'Inghilterra delle correnti bi-zantineggianti, fatto questo attestato nel ciclo pittorico diSigena. Costanza, anch'essa figlia di Alfonso II e di Sanchadi Castilla, fu sposa di Federico II di Sicilia. Si veda a taleproposito D. Oc6n, El papel artistico de las reinas hispa-nas en la segunda mitad del siglo XII: Leonor de CastillaySancha de Arag6n,in VIII Jornadas de Arte. La Mtrjer enel Arte espaftol,Madrid 1997, pp. 21 -39.

2a L'ambasciata che ricevette la futura regina di Borde-aux era composta da Cerebruno, arcivescovo di Toledo edai vescovi di Burgos, Segovia, Palencia e Calahorra oltreche da un nutrito gruppo di nobili. Durante il viaggio ver-so Tarazona, dove venne celebrato iI matrimonio, la sposavenne accompagnata da diversi vescovi aquitani, almenofino alla frontiera (L Gonztlez, El reino de Castilla en Iadpoca de Alfunso VIIL,Madrid 1960, vol" I). Sono ben co-nosciute le relazioni di Leonor con i suoi genitorj e conlo stretto circolo di inglesi che I'accompagnarono nel suonuovo paese per seguire Ia sua educazione (dato che avevasolo 8 anni). Si racconta che quando Eleonora di Aquitaniavenne in Castiglia nel 1199 per prelevare sua nipote Biancaed offrirla in sposa al delfino di Francia la accompagnaronoun gruppo di nobili e prelati provenienti da Tours, Burdeos,Poitiers, Saintes. A proposito della politica matrimonialedei Plantageneti in relazione con i regni ispanici" cfr. D.Oc5n, El papel artistico de las reinas hispanas cit., passim"

2s Secondcl il documento firmato aSaragozza nel 1170 idue sovrani si impegnavano a mantenere una "alleanza e un

Milagros Guardia56

aiuto reciproco contro tutti eccetto il re d'Inghilterra il quale

d considerato come un padre" (facimus et firmamus veram

amicitiam et perpetuam concordiam et pacem inter nos om'

nibus diebus vite nostre per bonam fdem, sine ftaude, dolo

atque aliquo malo ingenio, quod invenimus nos ad invicem

super et contra christianos, preter regem Anglie, quem pro

pitre habemas): J. Gonz6lez, El reino de Castilla cit', vol' I,

pp. 188, 250-253, doc.74"l . Questi vincoli con la corte dei

Piuntug"n"ti si esplicitano nell'arrivo di modelli e artigiani

di provenienza inglese, anch'essi tuttavia bizantineggianti

grazie all'influsso siciliano, come risultato della studiata e

complessa politica matrimoniale. A questo proposito basti

ricordare la diffusione del culto di Becket ad opera della

zia materna di Alfonso VIII, Margherita di Navarra (1095-

1 I 88), sposa di Guglielmo I di Sicilia, la quale fu una soste-

nitrice deila causa di Becket presso il papa. Quando vennero

celebrate le nozze del figlio con una delle figlie di Enrico II,

ricevette dal vescovo di Bath alcune reliquie tessili da con-

tatto, macchiate del sangue del nuovo Santo, ora conservate

nel pendente-reliquiario del Metropolitan Museum di New

Yori (English Romane s que Art, I 066- I 200 cit.'n' 303)' Cfr'

E. Jamison, A lliance of England and Sicily in the second half

of the welfth centut], in "Journal of the Warburg and Cour-

tauld Institutes", VI, 1943, pp. 2-32. Si veda in proposito una

precoce rappresentazione di Becket nel duomo di Monreale

(B. Calisti, Iconografia di S-Tommaso Becket nel duomo di

Monreale. in "Arte cristiana", LVIII ' 1970, pp.2'7-288)'

Nei regni ispanici, i migliori esempi dell'ingresso di tali in-

flussi bizantineggianti dovuti a questi vincoli matrimoniali

sono i gi) citati dipinti del monastero di Sigena e quelli di

San Pedro di Arlanza, le Bibbie di Burgos e di Avila' il Beato

di San Andr6s del Arroyo ed i rilievi di Santo Domingo di

Silos, per non parlare di altri esempi minori del XIII seco-

lo (D. Oc6n, El papel artfstico de las reinas hispanas citl'

ld", Alfunso VIII, ta llegada de las corrientes artisticas de

la corte inglesa y el bizantinismo de Ia escultura hispana a

fines del sigLo XII , in II Curso de cultura trtedieval Alfunso

VIII y su 6poca (Agurlar, 1990),Aguilar 1992'pp'301-320;

Id., E/ renacimiento bizantinizante de la segunda mitad del

siglo XII y la escultura monumentol en Espafia, in Viajes y

viajeros en la Espafia Medieval, Actas del V curso de cultura

medieval (Palencia, settembre 1993), Madrid 7997 ,pp' 263-

290 . i n pan i c . p .265 .26 V. nota precedente. Sulla politica dei Plantageneti, cfr'

i contributi pubblicati in La cour Plantagen/t (1154-1204),

Actes du Colloque (Thouars, 1999), Civilisation M6di6-

vale, VIII, Poitiers 2O0O Noblesses de l'espace Plantagen€|

(1154-t224),Tabie ronde tenu ) Poitiers (2000), Civilisation

M6di6vale. XI, Poitiers 2001.27 Sull'operato del vescovo Cerebruno a Sigiienza si veda

'I" Minguella , Historia de la di1cesis de Sigilenza y de sus

obispos, Madrid 1910,2 voll. Nei documenti il re Alfonso

VIII si rivolge a lui usando il termine di "padrino" - pa-

trino meo Celebruno - alludendo all'attenzione che questi

gli aveva mostrato quando era minore d'etd' L'infanzia del

*orr.ono fu in effetti turbolenta: questi dovette pii volte fug-

gire e cercare rifugio in diverse citth del regno (dapprima a

Soria, successivamente a San Esteban di Gormaz, Atrenza

ed Avila) ma venne sempre accompagnato dal vescovo di

Sigena, Cerebruno.2s R. Foreville, La diffusion du culte de Thomas Be'-cket

dans la France de I'Ouest avant la fin du XII' siDcle, in "Ca-

hiers de civilisation m6di6v ale", 191 6, pp' 3 47 -369 ; Ld', M ort

et survie de s aint Thomas B e cket, ibid', 197 I, pp' 2l -38'

2e In relazione all'espansione del culto di Becket in Casti-

glia durante l'epoca di Alfonso VIII, si veda J' Gonz|lez' El

reino de Castil la cit., vol. I 'p'373'30 Ibid., pp. 505-506, doc" n' 307 (nel documento viene

confermata la donazione del 1 178, di alcune case di Toledo e

del viilaggio di Alcab6n).31 I documenti che vi fanno riferimento sono quello del

30 aprile l l lg (lbid.,p.542,n.324): ego ALienot, Dei gratia

regiia Castella... pono sub protectione mea totam heredita-

tem illius altaris Sancti Thome, quod est situm in e'cclesia

beate Marie Toleti. Hac igitur ratione compulsa, facio vobis

W (Wilhelmo), eiusdem altaris beati Thome capellano' Ce'

rebruno ed i vescovi di Avila, Segovia, Sagunto, Burgos ed

altri conti, firmano a lato della regina di Castiglia; e quello

del 1181 ( lb id. ,p.603, doc. n.355) ove 1a regina designa

tale Wilhelmo protettore della cappella di S" Thomas Becket

di Toledo.' 32 Anni prima, Cerebruno era stato arcidiacono a Toledo'

durante I'episcopato di Raimondo"33 Come si pud dedurre dalle bolle papali inviate durante

questi anni e raccolte da T. Minguella, Historia de la di6ce'

sis de Sigiienza cit., vol. I, pp.416 ss"3a Infatti Joscelmo mori fuori dalla sua diocesi, perd, se-

condo la sua volontd, una parte del suo corpo ed il braccio

destro vennero inumati nella cappella. Si tratta della cap-

pella dedicata a San Giovanni e a Santa Catenna" recente-

mente ristrutturata(Ibid.,p.I25). Si veda altresi E' Spencer

Dodgson, Thomas d Becket and the cathedral of Sigiienza"

in "Notes and Queries'",I) ' ,1902"pp' 341'-346, in partic' p'

344.3s Sono rilevanti le donazioni di una decima parte di tutte

le rendite reali del vescovato (T. Minguella, Historia de la

di1cesis de Sigtienza cit., pp. 115 ss.).36 Sotto gli affreschi della chiesa di S' Nicola, venne tro-

vato nel 1935 un dossale raffigurante J-'Ingresso di Cristo a

Gerusalemme che faceva parte dell'arredo liturgico della

cappella stessa, oggi al museo della cattedrale cli S ' Pietro (B '

Taracena, Sor ia,Sot ia 1979"pp.101 104)" Si vedano' ino l -

tre, M. A. e M. P. Ridruejo GlI, Cuatro ftontales romdnicos

d.e Soria cit.; e i tre volumi dedicati alla provincia di Soria

in Enciclopedia del Romdnico en Castilla y Le6n 'Aguilar de

Campoo ZOOt " 2002. Sono particolarmente interessand per

i1 prelente studio le sculture di Burgo de Osma e di Tierrnes'37 Sebbene con ampi margini d'errore, le cronache per"

Il precoce approdo dell'iconografia di rhomas Becket nella penisola iberica5l

mettono di seguire gli eventi dalla morte del re Sancho IIIfino alla maggiore eti. del suo unico figlio Alfonso. La tutela,o la custodia, del bambino venne affidata a Guti6rrez Fer_n6ndez de Castro mentre Manrique de Lara ricopri la caricadi reggente; si ricorda che entrambi erano membri delle duefamiglie castigliane pii importanti. In seguito la custodia delbambino sar) affidata interamente aiLarache lo condurran-no a Soria nel 1159. Nel 1162 quesra famiglia lo affiderd alconsiglio di Soria, fino a quando non si fecero espiiciti gliinteressi del re di Le6n, zio del futuro sovrano, concentratisoprattutto nel manovrare il bambino a suo vantaggio. Fuallora che alcuni seguaci dei Lara lo nascosero a San Estebandi Gormaz, Atienza ed infine ad Avila. Il conflitto rimaseaperto fino al 1169 anno in cui il sovrano Alfonso VIII ras-giunta la maggiore etd (14 anni) venne investito del titolo licavaliere nella chiesa di S. Zoilo di Carri6n de los Condes.Riguardo ai presunti privilegi riservati alla cittd di Soria du-rante il regno di Alfonso VIII per aver protetto la sua personadurante gli anni della sua infanzia, si d pronunciatoE.L6pezLozano, La portada de Santo Domingo de Soria. Estudioformal e iconogrdfico, Universitat Rovira i Virgili (Tesisdoctoral in6dita), 2003, pp. 14 ss. I benefici concessi dal realia congregazione di Santa Cruz presso la quale risiedetteil bambino sono gli unici argomenti contro I'interpretazionefornita da M. Diago Hernando, Alfunso VIII y el concejo deSoria,in II Curso de cultura medieval cit., pp. 355_360.38 D. Oc6n ("Regnum et sacerdotiu*,, iu monastire cleSj/os, in "Les Cahiers de Saint-Michel de Cuixi,', 2005, pp.195-208, n.26) raccoelie le conclusioni di S. Caudron i/.echasses de Thomas Becket cit.: Les chasses relisuaires tleThomas Becket dmaillds cit.) rispetto alla prima iiotesi, ched stata comunque rettificata dallo stesso autore (Id.. ThomasBecket et I'Oeuvre de Limoges cit.).

3e J. Gonz6le z, El reino de Castilla cit., pp. 450_451, doc.273 del l l11 .

a0 D. Ocdn, "Regnum et sacerclotium,' cit.,p. ZO4, n.30:

raccoglie l'invenrario delle principali reliquie dell,abbaziadel 25 giugno 1440, secondo qrrunio afferma F6rotin: ..E esotra arca de madera pintada, en que son reliquias de SantoTomds de Canturberi de Inglaterra, el qual mataron sus pa_ryentes en la yglesia, e es en ella de la su Sangre e del sugiligo e la su cinta e uno de los sus calgones,'. L,arcaconte_neva inoltre reliquie di Santo Stefano protomartire e di SanMartino (D. M. F6rotin, Recueil des chartes de l,abbaye deSilos, Paris 1897, doc. 480). Si veda inolrre lo studio dellereiiquie di Silos svolto da A.L6pezyarto, El relicario delmonasterio de Silos,in Siios. Unmilenio,Actas del Conpre_so Internacional sobre la Abadia de Santo Domingo di Si_los, Studia Silensia,XXVH, Burgos_Abadia de Silos 2003,pp. 341-383. Si ricorda che queste reliquie si conservano dal1891 in un contenitore di epoca moderna.

ar D. Oc6n, Regnum et sacerdotium cir.. ipotrzza che sipossa identificare con un esemplare forse di fattura limosinao silense conservato nel Museo Archeologico Nazionale di

Madrid, acquisito nel 1872. Si tratta di un oggetto dipinto diverde, con resti della primitiva copertura in cuoio e decoratocon bottoni smaltati e con motivi floreali, che lo avvicina_no agli esempi limosini degli ultimi decenni del XII secolo.Si vedano le opere inventariate in L,Oeuvre de Limoges,Emaux limousins du Moyen Age, Mus6e du Louvre_Metro_politan Museum of Art 1996: le appliques della Bibbia diSouvigny (n. 34), e quelle di una serie di scrigni di bronzo(n. 35). Tuttavia non d del tutto trascurabile I'ipotesi di unadata anteriore dal momento che tale tipo di oggetti si trovagid tra le opere aquitane della prima metd del XII secolo,come ad esempio lo scrigno dell'abate Bonifacio di Con_ques (1110-1130) (Ibid., nn. 7 e 36). I l cofanetto del Mu_seo Archeologico Nazionale non d incluso in questa lista n6viene preso in considerazione nel catalogo della mostra DeLimoges a Silos, a cura di J .yarza, Madrid 2001.

a2 Archivio della cattedrale di Barcellona. Libri Antiqui_tatum,I, fol. 350, doc. 999 del29, dicembre 11g6 (J" Vil la_nueva, Viaje literario por las iglesias de Espafia, Madrid1851, vol . XVI I , p . 199) .

a3 P. Muns, Rrtbrica dels Libri Antiquitatum de la Seu deBarcelona, Barcel lona 1914, vol . IX, nn. ZI14,2 lgg,2Zl4,2219,2220,2222.22s0.

a Prdsper de Bofarull, Les condes de Barcelona cit., vol.II,p.2l: Sancto Thome de Cantuaria unum calicem et tu_ribulum de octo marchis argenti et pixid,em de una marcha.a5 Dai documenti possiamo dedurre soltanto che fu Ra_mon di Castellvell (1189-1199) a consacrare di nuovo la

, chiesa di S. Maria di Terrassa (J. M. Marti Bonet, Barcelonai Egara-Terrassa. Histdria primerenca fins I'alta eelat mi_tjana de le s due s e s g16 sies dioc e sane s,Terrassa_B arcellona2Oo4,pp.23s-236).

a6 I documenti che fanno riferimento al vincolo tra lachiesa di S. Maria de Terrassa e S. Ruf di Avignone sonoraccolti da P. Puig, V" Ruiz, J. Soler, Diplomatari de SantP ere i S anta M ari a d' E g ar a-Te rr as s a, 9 5 g _ I 2 07, B arcello_na 2001, pp. 438 ss, docc. n. 173 ss.

a7 Si veda M. Guardia, SanTbmds Becket cit., per I,anali_si dell'iconografia di Becket negli esempi anteriori al 1220.Oltre agli esempi conosciuti bisogna aggiungere anche ilpettine liturgico studiato da Ch. Little,The Roqcl to Glory:New Early Images of Thomas Becket's Lift,tn Reading Me_dieval Images. The Art Historian and the object, a cura di E.Sears e Th. K. Thomas, University of Michigan,ZOO2.o, E(...) ES(...) THOMA BO|NORUMI ( "..) ws s],+u16771A PLVS UALET ARTE SUA( "..)

PRO XRIrST]O.".." tspoLrIARI ("..)NON DUBTTAVTT Vr_vrT QVM (...) [THO]MAS QUEIMI SEM?IER] AMAVTT

Cfr. con i versi che si possono leggere in altre opere be_ckiane:

. Optimus egrorum medicus f.t Toma Bonorum (am_pulia Mus. London)

. Est huic vita mori/ pro qua qum vixit amori/ morserat et memori/ per mortem vivit honori (bollo di Canterburv)

Milagros Gt'tardia

5 8

. Tht,tmas coram Dominol Vixit in timorel ldeo cum

Dominolregn(LtcLImdecore(antifonadellafestade||atrasla.tio. l72O)

. Exilitas omnis offert dolor excidit omis Sana[tus]

bibit comeclit m[alum] cu[m] morte recedit (ampulla Mus'

Cluny).4e M. H. Caviness, The Early Stained Glass of Canter-

bury Cathedral, Princeton 1971 ' passim; si veda anche M' F'

H"arn, Canterbury Catheilral and the cult of Becker' in "The

Art Bulletin" , LXXXVV I , 1994, pp ' 19-52; P' Binsky' Beck-

et's Crown: Art antl Imagination in Gothic England' 1170-

1J50, Londra 2004; S. Blick, ReconstrLtcting the Shrine of

S t. Tho mas B e c ke t, C ant e r b ury C athe dr al,in "Konsthistorisk

Tidskrift". LXX[, 2003, fasc. 4' pp. 256-286'50 Londra, British Library, Ms. Cotton Claudius B'11' fol'

3 4lr, ca. 1 1 80. Cfr. En gli sh Romane s que Art' I 066 - I 200' Ca-

taiogo della Mostra (Londra, aprile-luglio 1984), a cura di G'

Zarnecki, Londra 1984, n' 12;R' Kauffmann, Romanesque

manuscripts, 1066-1190. A Survey of manuscripts illuminctt'

ed in the British 1sles, Londra I97 5 , p ' 176 '

51 R. Forevill e, Le Jubitd de Saint Thoma's Becket ' Dt't XIII4

auXVa siicte (1220-1470). Etude et documents' Paris 1958s2 Engl ish Romanesque Art c i t ' ,p '282"n '3O2'53 L. Grodecki, Le Vittail gothique au XIIP sidcle"Pais

1984, pp. 84 ss.; L. Grodecki, J' Taralon, F" Perrot" Recense'

^nrt ir,, vitraux anciens d'e la France, Paris 1986' vol' III'sa Si veda la bibliografia citata nella nota 20' Sulla diffu-

s i onede l l asua i conog ra f i aa t t r ave rsoques t i ogge t t i s i r i co r -dano le ampullae conservate in Svezia (M' Rydbeck "Thomas

B e cket ampullae,Fronvannen I 964), le rappresentazioni su1

fonte battesimale di Linko ed in{ine il ciclo di affreschi del-

la chiesa di Bjdrsiiters sulla cattedrale di Linkoping (A' An-

dersson, L'Art Scandinave, La-p\erre-qui-vire 1968 ' p " 240

e A. Lindblom, Bjorsciters Malningarna/The legends oJ St'

Thomas Becket and of the Hoty Cross painted in a Swedish

Church,stoccolma 1 953).

Immagini dell'Archivio dell' Autore'

Citar como: GUARDIA, MILAGROS, “Il precoce approdo dell’iconografia di Thomas Becket nella penisola iberica. Il martirio di Becket o il racconto di una morte annunciata”, I Santi venuti dal mare, Atti del V Convegno Internazionale di Studio (Bari-Brindisi, 14-18 dicembre 2005), a cura di Maria Stella Calò Mariani, Bari, Mario Adda Editore, 2009, págs. 35-58.