Il Paesaggio salentino dei «monotoni argentei ulivi» e la speculazione attorno alla questio...

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Modelli di città e di «borghi di fondazione italiani»

in italia, nel Mediterraneo e in oltreMare

a cura di ferruccio canali

ANNO 2013 (ma 2015) NUMERO 1

a S U Pannali di Storia dell’UrbaniStica e del PaeSaggio

«ASUP-Annuario di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio »Collana editoriale fondata e diretta da Ferruccio Canali Volume finanziato con i Fondi di Ateneo dell’Università degli Studi di Firenze ex 60% - assegnazioni annuali, dott. Ferruccio Canali e con il contributo del singoli Autori

Comitato sCientifiCo italiano

Ferruccio Canali (Università di Firenze), Giovanna de Lorenzi (Università di Firenze), Virgilio Carmine Galati (Università di Firenze), Valentina Orioli (Università di Bologna), Massimiliano Savorra (Università del Molise), Simona Talenti (Università di Salerno), Ulisse Tramonti (Università di Firenze), Stefano Zagnoni (Università di Ferrara)

Comitato sCientifiCo internazionale

Valter Balducci (école Supérieure d’Architecture de Normandie, Rouen – Francia), Vittoria Capresi (Università Tecnica, Baladilab, Vienna – Austria), Romeo Carabelli (Università di Tours – Francia), Roberto Goycoolea Prado (Università Alcalà di Madrid – Spagna), Adriano Marinazzo (Muscarelle Museum of Art - Va,USA), Olimpia Niglio (Università di Kyoto-Giappone), David Rifkind (International University of Miami - Fl,USA), Karin Templin (School of Architecture and Landscape, Kingston University, Londra)

Proprietà letteraria e artistica: divieto di riproduzione e di traduzioni. La Direzione della Collana Editoriale, i Membri dei Comitati Scientifici e l’Editore non si assumono responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori, né per la corresponsione di eventuali Diritti di Riproduzione gravanti sulle singole immagini pubblicate (i costi di tali eventuali Diritti d’Autore ricadranno infatti unicamente sull’Autore/i del saggio/i liberando sia l’Università di Firenze, sia la Direzione della Collana, sia l’Editore di ogni eventuale obbligo al proposito); tale liberatoria resta comunque valida unicamente per l’edizione del contributo scientifico cui tali immagini sono connesse. È la Redazione che si prende cura della correzione delle bozze, per cui i testi consegnati dagli Autori vengono considerati definitivi. L’invio di contributi per la pubblicazione non implica né l’edizione degli stessi (per ogni contributo una “Valutazione di accettazione” verrà espresso dalla Direzione o dal Curatore/i che possono consigliare o ritenere indispensabili integrazioni o puntualizzazioni sia scientifiche sia bibliografiche sia redazionali da parte degli Autori, tanto da poter eventualmente esprimere anche parere negativo alla pubblicazione del materiale inviato); né una loro edizione immediata (i tempi verranno infatti stabiliti di volta in volta sulla base delle priorità o delle esigenze editoriali indicate dalla Direzione o dal Curatore/i, in relazione alla preparazione di numeri monografici). I materiali grafici e fotografici inviati, oltre che i testi, verranno comunque soggetti, sia come dimensione di pubblicazione sia come numero, al progetto editoriale approntato. Non si restituiscono i dattiloscritti, né le immagini, né i disegni pubblicati o non; il materiale inviato viaggia a rischio del mittente. La pubblicazione di foto, disegni e scritti da parte degli Autori implica la loro totale rinuncia alla corresponsione di ogni compenso di Diritto d’Autore o di rimborso spese sia da parte della dell’Università, sia della Direzione, sia da parte dell’Editore, trattandosi di pubblicazione scientifica e senza fini di lucro. Al momento dell’edizione le presenti condizioni si considerano accettate, anche tacitamente, da parte degli Autori a partire dalla consegna dei testi per la stampa (che da parte degli Autori è quella di inoltro alla Direzione e/o al Curatore/i).

referee – Peer review

I contributi scientifici inviati vengono valutati, per conto della Direzione e del Curatore, ai fini della procedura di peer review, da un Lettore interno, membro della Redazione, e da un secondo Lettore, individuato come Esperto (adottando la procedura di blind peer review; e di clear peer review, con indicazione, in ogni saggio, del Lettore)

«ASUP-Annuario di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio»n. 1 – 2013 (ma 2015)Modelli di città e di «borghi di fondazione italiani» in Italia, nel Mediterraneo e in Oltremarea cura di Ferruccio Canali (le Sezioni sono aggiornate al marzo 2015)

ideazione e Cura sCientifiCa: Ferruccio Canalirevisione editoriale: Maria Natalina Brigliadoritraduzione in inglese: David Rifkind e di Karin Templindisegno di CoPertina: Virgilio Carmine GalatiCoPertina: Ferruccio Canali e Virgilio Carmine Galati

ISSN 2284-4066ISBN 978-88-89999-85-1Finito di stampare in Aprile 2015 da Litografia I.P., Via Giovanni Boccaccio 26 rosso, 50133 FirenzeCopyright 2013 by emmebi edizioni firenze Proprietà letteraria riservata

3SOMMARIO

EditorialE E introduzionE5 Ferruccio Canali

ModElli di città E di «borghi di fondazionE italiani» in italia, nEl MEditErranEo E in oltrEMarE

8 Ferruccio Canali«borghi SEMirurali PEr la rESidEnza oPEraia»: ModElli di «cEntri Minori» («borgatE»/«QuartiEri PErifErici SEMi-autonoMi», «Villaggi») nEi ParadigMi intErnazionali E nElla riflESSionE tEorico-Pratica dElla riViSta “urbaniStica” (1933-1942)

48 Stefano Zagnonii cEntri abitati dEl PriMo PEriodo colonialE italiano nEl nord dElla cirEnaica (1911-1920)

58 David Rifkind«crocEViE dEll’iMPEro». urban Planning in EthioPia (1935-1941)

63 Ferruccio CanaliaddiS abEba «italiana»: il Piano rEgolatorE E la SEriE dEllE SuE Varianti (1936-1939). lE attEStazioni docuMEntariE dal fondo “Mai-MiniStEro dEll’africa italiana”

127 Virgilio C. Galati“bari d’EtioPia” (harar): lE VicEndE dElla fondazionE dEl cEntro urbano E l’utoPia dElla colonizzazionE agricola nEll’EtioPia italiana (1937-1941)

162 Romeo Carabellil’ESPEriEnza dEi Villaggi di colonizzazionE agricola nEl Portogallo SalazariSta (1933-1974)

177 TommasoCarrafielloborgatE rurali, Villaggi oPErai, cEntri di SErVizio E altrE fondazioni nElla Piana dEl SElE (SalErno) (1935-1942)

PErSonaggi

200 Olimpia Niglioil contributo di JoSiah condEr PEr l’architEttura dEl PaESaggio in giaPPonE alla finE dEl XiX SEcolo

206 Ferruccio CanaligiuSEPPE taSSinari E la “rElazionE al ducE dEl Viaggio attraVErSo i tErritori dEll’iMPEro”: PaESaggi E tErritori nElla ProSPEttiVa dElla colonizzazionE dEll’africa oriEntalE italiana (gEnnaio-fEbbraio 1937)

215 Massimiliano SavorraarchitEttura, città, PaESaggio: daVidE PacanowSki E il MoliSE

224 TommasoCarrafiellocoStruirE il PaESaggio con lE archiStar. VincEnzo dE luca E SalErno

4 «ASUP», 1, 2013 (2015)

dossier unesco in progress

235 Olimpia Niglioi villaggi minerari dell’isola di sado in giappone verso il patrimonio mondiale dell’umanità

242 Romeo Carabellicasablanca e il processo di iscrizione al patrimonio mondiale unesco

248 Marco Fratila via Francigena patrimonio dell’umanità: una strada incerta per l’unesco

252 Ferruccio Canali e Virgilio C.Galatiil complesso di santa caterina a galatina, sito unesco? un importante cantiere tra tardo gotico e “umanesimo gentile” per l’espiazione cristiana del tarantismo

recensioni e segnalazioni264 Costantino Ceccanti

Firenze e l’Unità d’Italia: un nuovo paesaggio urbano, a cura di Gabriella Orefice, Roma, Edizioni Kappa, 2011

265 Ferruccio Canali Michele Dau, Mussolini l’anticittadino. Città, Società e Fascismo, Roma, Castelvecchi, 2012

267 Valentina Orioli Regole e progetti per il Paesaggio. Verso il nuovo piano paesaggistico della Toscana,

a cura di Daniela Poli, FUP-Firenze University Press, 2012

268 Virgilio C. Galati segnalazione Il Paesaggio salentino dei «monotoni argentei ulivi» e la speculazione attorno alla questio “Xilella fastidiosa”: una ventilata ‘mutazione paesaggistica’ e il problema dell’abbattimento degli ulivi secolari (2013-2015)

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SEGNALAZIONIIl Paesaggio salentino dei «monotoni argentei ulivi» e la speculazione attorno alla questio “Xilella fastidiosa”: una ventilata ‘mutazione paesaggistica’ e il problema dell’abbattimento degli ulivi secolari (2013-2015)

La “Xylella fastidiosa” - un batterio fitopatogeno capace di attaccare oltre all’olivo, diversi tipi di piante fra le quali la vite, il pesco, il mandorlo, etc. … Poco si sa, però, riguardo all’ambiente di diffusione, agli insetti vettori etc., se non che si è diffuso dalla California, al Canada, fino all’Europa, nel Salento e ultimamente in Francia … in www.regione.toscana.it - è un agente del “Complesso del disseccamento rapido dell’ulivo” (detto «CoD-iRO»). Le prime segnalazioni di questo agente patogeno per l’ulivo sono avvenute nell’estate del 2013 in alcune parti del territorio salentino coltivate ad uliveti e precisamente nella zona a Sud di Gallipoli nella Provincia di Lecce: gli ulivi secolari colpiti presentavano una sintomatologia che gli esperti hanno considerato essere la tipica rappresentazione di un attacco di ‘Xilella fastidiosa’. Gli effetti sono stati quelli del rinsecchimento diffuso sulla chioma (limitato ad alcuni rami isolati o, nei casi più gravi, all’intera chioma); mentre alcune parti del tronco presentavano imbrunimenti interni del legno a diversi livelli dei rami più giovani, delle branche e del fusto; l’attacco del morbo alla chioma ha cominciato dalle foglie che parzialmente si presentavano accartocciate, color bruno/bruciato/disseccate nella parte apicale e nella zona marginale. Nelle indagini immediatamente svolte dal “Servizio Fitosanitario della Puglia” con il supporto dell’Università degli Studi di Bari e del CNR, nell’area col-pita sono stati individuati, però, «diversi agenti parassitari che associati costituiscono il cosiddetto ‘Complesso del disseccamento rapido dell’olivo’-CoDiRO)», giungendo alla conclusione che si tratta dell’azione associata di più agenti patogeni come il «lepidottero Zeuzera pyrina o Rodilegno giallo ed alcuni miceti lignicoli vascolari (Phaeoacremonium parasiticum, P. Rubrigenun, P. Aleophilum, P. Alvesii e Phaemoniella spp.) che sono, anche noti per causare disseccamenti di parti legnose di altre piante arboree e della vite» (in www.regione.toscana.it). Tra quegli agenti, il più pericoloso risulta però la «Xylella fastidiosa che è un batterio incluso nella lista degli organismi nocivi di quarantena dall’Unione europea (allegato I AI della Direttiva del Consiglio 2000/29/CE) … riscontrato per la prima volta sul territorio comunitario» nel Salento. Dato il rischio della sua diffusione pandemica e per la sua particolare pericolosità, non solo per l’ulivo, ma anche nei confronti di numerose specie vegetali produttive, di coltivazione che spontanee, sono state adottate una serie di azioni comunitarie preventive su più livelli a cominciare da un dictat direttivo europeo, volto ad azioni nazionali e regionali, la cui specifica intenzione è stata, sin da subito, quella di circoscrivere il danno nella zona salentina, individuando tre fasce geografiche digradanti. Sono state segnate sulle carte, cioè, tre ‘zone’ di diversa estensione: a Nord tra Brindisi e Taranto, una prima linea in cui si prevedeva la totale eradicazione degli ulivi; una ‘fascia cuscinetto’ nei Co-muni a Nord del Leccese in cui si prevedeva eradicazione e trattamento con fitofarmaci; nella terza fascia “di mantenimento”, più a Sud, il solo trattamento con aratura e fitofarmaci. Tutto ciò per evitare l’espansione del «focolaio pugliese e contenere la diffusione della malattia sul territorio nazionale» (in www.regione.toscana.it).Una svolta importante ai fini della gestione della crisi per l’attuazione degli interventi, dopo lunghi mesi di stalli e notizie contraddittorie al riguardo, si si è avuta il 12 febbraio del 2015 quando il Ministro Martina nomina il Comandante del Corpo Forestale dello Stato della Regione Puglia Giuseppe Silletti come Commissario de-legato. È stata data così la possibilità al Commissario di avvalersi come «soggetto attuatore dell’Istituto per le attività irrigue e forestali della Regione Puglia » del supportato dalla stessa Regione per l’aspetto logistico e del servizio fitosanitario regionale e dei soggetti territoriali interessati. Il Comandante, oltre a tenere costantemente informato il Ministero, la Regione e il Dipartimento, nei successivi venti giorni ha avuto l’onere di redigere un piano da sottoporre «all’approvazione del Dipartimento della protezione civile» una volta istruito dal «comi-tato di monitoraggio costituito da 7 elementi, 3 nominati dal Ministero», il quale ha assunto la Presidenza, «2 dalla Regione Puglia e 2 dal Dipartimento» (in www.politicheagricole.it). Il 16 marzo già il Commissario redige un piano per contenere l’emergenza, che sotto la spinta degli agricoltori salentini, cerca di ridurre l’eradicazione totale delle zone interessate attraverso pratiche poco invasive. Infatti il Piano prevedeva una prima aratura delle erbe spontanee per eliminare l’insetto nella fase giovanile (in www.lagazzettadelmezzogiorno.it del 16 marzo 2015); dopo (a maggio) si dovrebbe passare agli interventi fitosanitari, attraverso l’utilizzo di insetticidi. Se-condo le previsioni del “Piano Silletti” è stata definita una fascia di «profilassi che abbraccia alcuni comuni del Brindisino, del Tarantino e della Provincia di Lecce; una fascia cuscinetto indenne dal parassita e una fascia di eradicazione lunga 50 chilometri e profonda 15 voluta dalla Comunità europea per garantire maggiore sicu-rezza. Il braccio operativo del Commissario sarà l’ “Arif” che attuerà anche gli interventi sostitutivi nei campi abbandonati» (in ivi). Nella stessa nota veniva annunciato l’avvio di una campagna sistematica di informazione per «favorire il coinvolgimento di tutti i cittadini» (in ivi). Le critiche al piano, però, non sono tardate ad arri-vare da vari gruppi di interesse tra cui quelli politici: viene infatti criticata da una parte l’azione tardiva della Regione, insistendo sul fatto che un intervento più tempestivo avrebbe scongiurato il diffondersi dell’epidemia, dal momento che le prime segnalazioni di casi di Xylella risalirebbero all’ottobre 2013. Viene anche chiesto se il Piano prevedeva «ristori [risarcimento] per gli agricoltori danneggiati e se vi fosse stata la possibilità di segnalare le perdite subite». Altri hanno voluto chiarimenti riguardanti lo «stanziamento di fondi per la ricerca e l’esistenza di sanzioni per chi non rispetta gli obblighi prescritti dal Piano». Ulteriori dubbi rispetto al Piano riguardavano il ricorso all’uso di pesticidi che avrebbero potuto «determinare rischi sanitari». Da altri è stato suggerito di far «pervenire alla Comunità europea la richiesta di modificare il meccanismo per l’attribuzione del contributo agricolo in modo da incentivare la cura e la coltivazione dei suoli» in quanto negli ultimi 15 anni la

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Surano (Lecce), zona Murta, tipico ulivo salentino secolare, 2014 (foto V.C.Galati, 2014)

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buona pratica del dissodamento del terreno era stata sostituita dal solo trattamento fitosanitario lasciando la superficie agricola quasi inerte.Dopo i dubbi posti da varie parti (Enti, Associazioni …) anche la reazione dell’Opinione pubblica salentina e pugliese è stata immediata: è stato criticato l’uso di insetticidi che avvelenerebbero ulteriormente il terreno già impoverito negli ultimi venti anni dai vari trattamenti (con pesticidi ed erbicidi) attuati dagli agricolto-ri, con gravi conseguenze anche sull’uomo. Nel frattempo il 17 marzo si è pronunciata la Commissione UE nella persona del Commissario alla salute Vytenis Andriukaitis il quale categoricamente ha sottolineato che «devono essere rimossi tutti gli alberi colpiti, questa è la cosa numero uno da fare» (D.Pastore in www.lagaz-zettadelmezzogiorno.it del 17 marzo 2015). Intanto veniva comunicato da Silletti che i Comuni contagiati sono già arrivati a 40; nel frattempo il neo comandate regionale della Forestale Fabiano Amati aveva ribadito l’ur-genza del contenimento del batterio killer e l’adozione del piano del commissario Silleti. Il 18 marzo c’è però stato un dietrofront dalla Commissione UE: si comunicava che non ci sarebbe «alcun piano che prevede tagli indiscriminati degli ulivi pugliesi» dopo l’allarme creato giorni prima dal Commissario Andriukaitis e veniva assicurato che ci sarebbero stati solo tagli selettivi. Mentre il 27 marzo, il Piano proposto dal commissario Sil-leti sarebbe stato valutato dal Comitato Ue il quale avrebbe espresso il suo parare sugli interventi indicati per «affrontare l’emergenza Xylella Fastidiosa e rispondere ai timori espressi da altri Paesi potenzialmente esposti al pericolo come Francia e Spagna» (www.lagazzettadelmezzogiorno.it del 18 marzo 2015).Nel frattempo però (tra la fine di marzo e la fine di aprile), in ogni modo è stata prevista l’eradicazione delle piante infette, che sarebbe stata resa necessaria dalla nascita di nuovi focolai nel Brindisino. Da tale lunga serie di ‘bollettini’ (a volte anche contraddittori) sull’argomento, negli ultimi mesi attraverso vari comunicati, se da una parte ha creato una parvenza di distensione della ‘crisi Xylella’ verso l’opinione pubblica nazionale e internazionale, dall’altra, e non si capisce come mai, ha prodotto una reazione all’interno della Comunità europea inappropriata, tanto che alcuni Paesi membri come la Francia (e non proprio in maniera cautelativa), hanno decretato l’embargo verso le esportazioni pugliesi delle coltivazioni vivaistiche della regione e non solo ulivicole, nonostante la nomina del Commissario. Intanto una serie di piante provenienti dal territorio della regione sono state inserite nella lista delle coltivazioni a rischio infezione. Nelle ultime riunioni del “Comitato permanente sulla salute delle piante” è emerso, nella seduta di fine marzo, che non tutti i paesi UE sono con-cordi sia sul blocco dell’esportazioni sia sull’eradicamento totale degli ulivi pugliesi. Tra i promotori di misure drastiche ritroviamo i paesi direttamente coinvolti nelle produzioni olivicole come «Spagna, Francia e Grecia» che «spingono per misure precauzionali più radicali, mentre l’Italia» come era ovvio è tra sostenitori di una posizione meno violenta per le piante salentine ponendovi un «freno». Un ulteriore dietrofront, riguardante il trattamento fitosanitario, veniva, però, adottato dallo stesso Silletti il 18 marzo. Il Commissario, attraverso un comunicato, affermava che «sarà una lotta mirata e non aggressiva per l’ambiente … che non prevede diser-banti, ma arature dei terreni ed eradicazione solamente delle piante infette» (Xylella, da Bruxelles: tagli ulivi solo selettivi, in www.lagazzettadelmezzogiorno.it del 18 marzo 2015).Secondo il Commissario sarebbe stato «importante effettuare la lotta ai vettori e in modo particolare attraver-so le arature dei terreni». Lo stesso sosteneva, nell’illustrare il Piano alla Camera, «che non si prevede alcuna distribuzione di erbicidi, sarà una lotta selettiva che andrà ad invadere l’ambiente nel modo e nella quantità meno aggressiva possibile». Quanto all’eradicazione delle piante infette, Silletti precisava che si tratterà di «un’azione indispensabile», ribadendo «il ruolo centrale che dovrà giocare la ricerca» (in ivi). Il 19 marzo il Capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, approvava il Piano del Commissario Silletti, prevedendo anche uno stanziamento di 13,6 milioni di euro. Il piano contemplava aree dove abbattere gli ulivi e «aree cuscinetto». E precisamente: una “Fascia A” che corre da Est ed Ovest del Tacco ed ampia ben 15 chilometri (in origine erano 2 km, ma l’Europa ha chiesto un sostanziale allargamento), che comprendeva un piccolo focolaio nel comune di Oria e tutti i terreni di ben 16 comuni leccesi: Arnesano, Campi, Carmiano, Copertino, Guagnano, Lecce, Leverano, Monteroni, Nardò, Novoli, Porto Cesareo, Salice Salentino, Squin-zano, Surbo, Trepuzzi e Veglie.La “Fascia B” è composta dalla «zona cuscinetto» - comprendente i Comuni brindisini di Cellino San Marco, San Donaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Oria, Francavilla e i Comuni taran-tini di Avetrana e Manduria - verranno realizzati tutti gli interventi agronomici e fitosanitari per contenere l’espandersi del morbo. E poi un ulteriore «cordone fitosanitario», per prevenire l’avanzata a Nord del pestifero batterio, dove rientrano l’altra fascia dei comuni del Brindisino, oltre al capoluogo, Erchie, Latiano, Mesagne, Torre Santa Susanna, ancora Oria e Francavilla Fontana. Nel tarantino: Avetrana, Manduria, Maruggio, San Marzano, Sava e Torricella (D. Pastore, Xylella: ok a Piano Protezione civile da 13,6 mln di euro in www.lagazzet-tadelmezzogiorno.it del 19 marzo 2015). All’interno sono previste 5 tipologie di intervento, così che si sarebbero eliminate «solo le piante ammalate». Operazione difficile in quanto molte piante pur essendo infette non pre-sentano sintomatologie; solo «una serie di analisi scientifiche» puntuali, assicurava il Commissario, avrebbero aiutato nelle scelte; fermo restando le arature (Via allo sradicamento in www.lagazzettadelmezzogiorno.it del 20 marzo 2015). Su questa pratica il Commissario non transigeva, pena delle sanzioni, anche perché il rischio nel frattempo si era esteso ad altre piante fruttifere come i Ciliegeti. Entro aprile, ha aggiugeva Silletti, si dovrebbero realizzare i primi interventi per il controllo dei vettori: in particolare le arature dovrebbero essere fatte dai privati (proprietari o conduttori) entro il 5 aprile. Infine la “Fascia C: di mantenimento”, a Sud di Lecce, dove, oltre all’eradicamento puntuale delle piante ma-

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late, sarebbero stati previsti solo l’aratura dei terreni attorno agli ulivi e il trattamento con fitofarmaci.Intanto come risposta il Tar di Puglia ha bloccato l’abbattimento degli ulivi grazie ad alcuni ricorsi fatti da Privati cittadini contro le eradicazioni (Xylella, il Tar blocca l’abbattimento degli ulivi in www.lagazzettadel mezzogiorno.it del 27 marzo 2015). Tra i nodi in discussione ritroviamo: «la dimensione della zona di contenimento»; il numero di piante ospiti da eradicare; le altre varietà vegetali oltre agli ulivi; i limiti al «movimento di piante vive» (Pesi UE divisi nella lotta contro la Xylella in www.lagazzettadelmezzogiorno.it del 27 marzo 2015). Se venissero attuate tali direttive, sul territorio pugliese, l’intera produzione agricola della regione subirebbe una stasi che si abbatterebbe come una vera e propria ‘plaga’ economica oltre che sulla regione, anche sull’intera produzione italiana, considerato che quasi il 40% della produzione totale di olio d’oliva nazionale viene prodotto in Puglia. In generale Bru-xelles premerebbe per l’adozione di alcune «‘misure precauzionali’ come l’eradicazione del 10 % delle piante malate per poter salvare il 90% di quelle che sono ancora sane». Detto ciò, i ventotto membri dell’UE non sono però concordi nella delimitazione e l’estensione della cosiddetta ‘zona cuscinetto’ che sarebbe la zona di ‘mantenimento’ del morbo. Ma la discussione continuerebbe anche nella redazione del numero da inserire nell’elenco delle specie vegetali che sarebbero gli «ospiti suscettibili d’infezione», che porterebbe ad ampliare la lista, da nove specie sensibili sospette fino ad arrivare a 100, salvo, (come si afferma dalla Commissione UE),

«fino a prove scientifiche certe che dimostrino il contrario» (in ivi). A questo si aggiungerebbe, in quella che si pone come una sorta di ‘no fly zone’, il divieto assoluto di ripiantare le stesse essenze: insomma una fascia ‘desertica’ che non si saprebbe per quanti anni rimarrebbe brulla con un conseguente cambiamento delle con-dizioni igrometriche e quindi climatiche del territorio imponendo una desertificazione artificiale, un ritorno ad una parte della Puglia che gli Antichi denominavano «sitibunda». Un altro punto di discussione molto contestato sarebbe stato il divieto assoluto di «movimento di piante vive tranne su specifica autorizzazione delle autorità italiane e purché ne sia garantita la tracciabilità» (in ivi). In ogni modo, alla fine di marzo, tra i 28 stati membri della Commissione europea non sarebbe risultata nessu-na «maggioranza qualificata» per l’adozione delle misure in discussione. Infatti, secondo i risultati in possesso della Commissione, sarebbe stato il batterio patogeno ‘Xylella’ ad indurre l’attacco agli ulivi di alcune specie di funghi e poi la morte delle piante. Al contrario alcuni portavoce degli Agricoltori locali e di associazioni del settore sostengono che la ‘Xylella’ ci sarebbe sempre stata nel territorio salentino e sarebbe una variante specifica autoctona e non patogena. Il problema del morbo degli ulivi sarebbe, dunque, da imputare solo ed esclusivamente a questi funghi sviluppatisi in seguito al trattamento di particolari antiparassitari e pesticidi, con cui gli agricoltori pugliesi trattavano i terreni e gli ulivi stessi. Quindi la causa primaria della malattia sarebbe dovuta ai trattamenti chimici moderni che avrebbero impoverito il terreno distruggendo la maggior parte della flora e della fauna (insetti capaci di eliminare e trasformare le muffe e i funghi) presenti naturalmente nel terre-no. Insomma tutto questa moria sarebbe dovuta ad un estremo impoverimento della fauna naturale capace di scindere i funghi che da sempre avrebbero attaccato gli alberi in generale e gli ulivi in particolare. A suffragare questa ipotesi ci sarebbero stati alcuni coltivatori, proprietari dei terreni che fungono da corona attorno a Gal-lipoli, che hanno ottenuto risultati confortanti a seguito del riutilizzo di una pratica che da sempre i contadini leccesi avrebbero adoperato e cioè un trattamento a base di Solfato di Rame e Calce. Un trattamento antifungi-neo che porterebbe all’annientamento dei funghi presenti sulla pianta d’ulivo e alla conseguente rigenerazione apicale della chioma dell’albero nell’arco di circa sei mesi. Alberi aventi tronchi secolari a suo tempo dati per spacciati secondo i tecnici e privi di foglie e dell’intera chioma. Alla fine di marzo, però, i test ufficiali di effettiva patogenicità della Xylella erano ancora in corso e si aspettavano i risultati delle analisi di laboratorio effettuati dalle Autorità italiane. Nel frattempo, il 29 marzo, dopo la pronuncia del Tar all’arresto degli abbattimenti, una manifestazione è stata organizzata da varie Associazioni e dagli stessi Agricoltori in piazza Sant’Oronzo a Lec-ce, proprio contro l’eradicazione indiscriminata nella Fascia A, con la mobilitazione anche di alcuni personaggi del mondo dello spettacolo (quali il cantante Albano, proprietario terriero in quelle zone). Intanto la risposta alla pronuncia del Tar da parte di Lavarra, Consigliere per il Mezzogiorno del Ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, non è tardata ad arrivare: addirittura nello stesso 29 marzo, il consigliere ha ribadito che non ci sarebbe stata alternativa al “Piano Silletti” (F.Serraverra, Lavarra: “Non c’è alternativa al ‘Piano Silletti’” in www.lagazzettadelmezzogiorno.it del 29 marzo 2015). A questo punto alcuni Paesi europei come la Francia hanno definitivamente bloccato l’importazione delle piante provenienti dalla Puglia e non solo degli ulivi. La reazione del ministro Martina è però stata chiara: «difenderemo i nostri interessi nazionali». C’è da sottolineare, però che nel caso venisse adottato in maniera integrale il “Piano Silletti”, con la conseguente attuazione dell’era-dicazione totale della prima fascia, si creerebbe uno scempio di proporzioni inusitate al territorio e soprattutto al paesaggio salentino, tanto decantato da viaggiatori e studiosi sin dal Settecento e in epoche più antiche da poeti del calibro di Virgilio e Orazio. Paesaggio dalla ‘Natura naturata’ creato dalla sapienza del lavoro umano in svariati millenni. Il punto su cui discutere è proprio quello di evitare un devastante scempio paesaggistico e territoriale su cui nessuno si è ancora pronunciato e neanche i più fervidi sostenitori del nuovo PPTR (Piano Paesaggisto e Territoriale della Regione Puglia) entrato in vigore proprio a fine marzo del 2015. Un silenzio assordante di cui non ci si spiega la motivazione!?!

VirgiliO C.galati