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Unione dei Comuni Bassa Romagna giovedì, 18 giugno 2020

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Unione dei Comuni Bassa Romagnagiovedì, 18 giugno 2020

18/06/2020 Italia Oggi

18/06/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)

18/06/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

18/06/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 39

18/06/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 45

18/06/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 53

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18/06/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

18/06/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 55

18/06/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 60

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18/06/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 2 FEDERICO SPADONI

Unione dei Comuni Bassa Romagnagiovedì, 18 giugno 2020

Prime Pagine

Prima pagina del 18/06/20204

Prima pagina del 18/06/20205

Prima pagina del 18/06/20206

Il Resto del Carlino Ravenna

«Non ci sono prove schiaccianti contro Igor»7

«Presto le visite dei parenti ai familiari»9

Cosa significa essere eroi? Aiutare tutti e non volere niente11

Gandhi, l' esempio di un piccolo grande uomo13

Prima pagina15

La cerimonia e la riapertura del Museo16

Gli imputati prendono la parola: «Non c' entriamo»17

Carabiniere ucciso, tre rinviati a giudizio18

«Quei cani liberi sono pericolosi, poi fanno strage di selvaggina e danni alle colture»20

Nubifragio con raffiche di vento e rami rotti21

«Lavori in via Lunga per la rotonda, così migliorano sicurezza e viabilità per le imprese»22

Esame di maturità per 500 Più della metà sono al Polo23

Pipistrelli, si prenota la pedalata25

Un libro a 102 anni dalla morte26

«Un brano metal per Baracca, l' asso dei cieli»27

Corriere di Romagna Ravenna

Omicidio Minguzzi, dopo 33 anni un processo per i tre accusati29

18/06/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 3 FEDERICO SPADONI

18/06/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 39

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18/06/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 39

18/06/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 39 AMALIO RICCI GAROTTI

18/06/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 39

18/06/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 41 ALESSANDRO CASADEI

18/06/2020 Italia Oggi Pagina 33 SERGIO TROVATO

18/06/2020 Italia Oggi Pagina 33 VINCENZO GIANNOTTI

Quella frase intercettata dal trojan : «Ormai, se non c' è quello che si pente...»31

All' ospedale 23mila euro grazie alla raccolta di fondi di "Selvatico"33

Consiglio di zona di Boncellino Insediamento e nuove cariche34

Contributo al Consorzio di bonifica Arrivano gli avvisi di pagamento35

Lugo non dimentica Francesco Baracca a 102 anni dalla morte36

Via Lunga, «terminare le opere nei tempi stabiliti»38

Tanta tensione prima dell' esame ma poi si stappa una bottiglia39

Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

Imu, regolamenti locali entro il 31 luglio41

Proroga revisori non obbligatoria43

giovedì 18 giugno 2020 Italia Oggi

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[ § 1 § ]

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[ § 2 § ]

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[ § 3 § ]

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«Non ci sono prove schiaccianti contro Igor»

Archiviata l' indagine che vedeva il serbo accusato di aver ucciso il metronotte Salvatore Chianese nel 2015 alla CavaManzona di Savio

I tabulati telefonici avevano rilevato che in effetti Igor era passato da

aree adiacenti a quella dell' efferato omicidio del metronotte. Ma le

verifiche, sebbene cospicue, non avevano consentito di accertare che lo

avesse fatto proprio il giorno del delitto o nei giorni adiacedenti. Ragioni

che hanno spinto il Gip Corrado Schiaretti ad archiviare l' indagine sul

39enne serbo Norbert Feher, alias Igor il russo, in relazione all' omicidio

della guardia giurata 42enne Salvatore Chianese, uccisa con una fucilata

nel la notte tra il 29 e il 30 dicembre 2015 durante un servizio di controllo

alla cava Manzona Vecchia di Savio. Richiesta in tal senso era stata

formula dai Pm Alessandro Mancini e Daniele Barberini titolari del

fascicolo, anche alla luce del fatto che gli accertamenti su un' armeria di

Ravenna che avrebbe potuto vendere i pallettoni a Igor, non hanno

sortito elementi utili. Naturalmente se in futuro dovessero emergere

elementi determinanti a carico di Igor sul delitto Chianese, l' indagine

potrà essere riaperta in ogni momento: scenario che invece non sarebbe

stato possibile là dove ad esempio Igor fosse stato processato e assolto in via definitiva alla luce di prove ritenute

non schiaccianti. Va dato atto che le verifiche dei carabinieri coordinate dalla procura sulla morte di Chianese, i cui

familiari sono tutelati dagli avvocati Giovanni Scudellari, Antonio Primiani e Anna Gargiulo, sono state tantissime e in

più direzioni. A partire dalla vita dello stesso defunto, la cui condotta «sia in famiglia che sul lavoro - si legge nella

richiesta di archiviazione del settembre 2019 - è sempre stata irreprensibile». Ed è a questo punto che lo sguardo si

era posato su Igor: per via di una rapina a lui attribuita a Consandolo, nel Ferrarese, il 30 marzo 2017. Protagonista,

sempre una guardia giurata, quella volta intervenuta in una piadineria e affrontata con un colpo di avvertimento all'

auto: il metronotte si era quindi steso a terra ed era stato rapinato della pistola. La rapina di pistola - e portafogli- l'

aveva subìta appunto pure Chianese, con tanto di colpo di avvertimento sparato sempre con fucile di stesso calibro

(12) e che aveva mandato in frantumi il lunotto della sua vettura di servizio. Tuttavia forse il 42enne aveva compiuto

un gesto improvviso (tipo mano alla fondina) che gli era costato la scarica di pallettoni. Ma fino a quel momento le

«modalità della condotta criminosa» dei due episodi, erano state «perfettamente sovrapponibili». Dai successivi

tabulati telefonici, qualche sorpresa era venuta fuori: una delle due utenze in uso a Igor, la mattina e la notte del 12

luglio 2015 aveva agganciato celle di via Titano a Cervia: cioè non distante dalla scena del crimine. Un' altra utenza di

Igor, aveva agganciato celle di Lugo e di Ravenna tra il pomeriggio del 16 giugno 2016

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[ § 1 6 0 1 2 2 1 9 § ]

e la mattina del giorno dopo. Igor cioè in effetti «frequentava le zone in cui è avvenuto l' omicidio»: tuttavia le

analisi non hanno permesso di dimostrare la sua presenza il giorno dell' omicidio» o comunque a ridosso. Altri

accertamenti si erano concentrati su un dettaglio arrivato da Scrima il quale, pur non fornendo «indicazioni utili che

permettessero di sostenere» che Igor si trovava nel Ravennate nei giorni del delitto Chianese, aveva riferito che il

serbo gli avvrebbe parlato di un' armeria che si trova alle porte del centro di Ravenna: il titolare tuttavia non è stato in

grado di «fornire alcun elemento utile». Lo stesso vale per gli altri compagni di cella del 39enne. Da ultimo, armi e

munizioni trovate a Igor durante l' arresto in Spagna, «sono diverse sia da quella utilizzata per uccidere Chianese»

che a quella sottratta al defunto il cui omicidio era il primo dei tre attribuiti a Igor in Italia. Insomma, indagine

archiviata. Almeno per ora. Andrea Colombari.

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«Presto le visite dei parenti ai familiari»

Il lento ritorno alla normalità dell' ospedale. Il dottor Tarlazzi: «Ci sono tantissime richieste, ma servirà ancoraqualche settimana»

L' emergenza è arrivata e se n' è andata, ma non senza strascichi.

Soprattutto là dove la battaglia ha visto le sue fasi cruciali: negli ospedali.

Ieri la Regione ha annunciato di avere pronto un piano da oltre 180

milioni di euro per la riorganizzazione dell' assistenza nelle strutture. L'

obiettivo è aggiungere stabilmente 196 posti di Terapia intensiva a quelli

già presenti (per un totale di 645 complessivi). È l' ultimo passo di una

trasformazione che da febbraio ha visto i nostri ospedali cambiare

completamente. «Noi siamo ormai ritornati alla normalità - spiega Paolo

Tarlazzi, direttore sanitario del Santa Maria delle Croci -, anche se è una

normalità relativa. L' unica a non essere tornata come prima è Medicina

interna, che ha 30 posti letto al primo piano che sono tuttora un' area

filtro per i pazienti in attesa dell' esito del tampone». L' obiettivo è infatti

non intasare il lavoro del Pronto soccorso: «Dei positivi non ce ne sono

più, o sono veramente pochi - aggiunge Tarlazzi -, ma dobbiamo sempre

garantire le stesse attenzioni della fase 1». A Ravenna, infatti, la Terapia

intensiva è tornata totalmente non Covid, mentre alcuni pazienti positivi rimangono solo nel reparto di Malattie

infettive. La normalità non è più la stessa, ma le limitazioni cominciano piano piano a cadere per lasciare spazio a

nuove, diverse libertà. E così a breve l' ospedale di Ravenna progetta di poter prendere una decisione attesa da tanti

familiari di pazienti: poter andare a trovare i propri cari ricoverati (ovviamente se la patologia per la quale si trovano

in ospedale non è il Covid-19). «Stiamo cominciando a riaprire alle visite - spiega Tarlazzi - anche perché continua a

essere pressante la richiesta da parte dei parenti. Noi finora abbiamo avuto un atteggiamento più restrittivo rispetto

ad altre strutture dell' azienda sanitaria. L' accesso però deve essere regolamentato: c' è un gruppo di lavoro che sta

cercando di capire come strutturarlo al meglio. L' obiettivo è aprire alle visite a breve, nel giro di qualche settimana.

Già ora, a discrezione dei sanitari, ci possono essere delle aperture verso i familiari in casi particolari e in maniera

discrezionale». Ci sono, poi, i piani per un possibile futuro nero. Ovvero la possibilità che si verifichino contagi legati

al turismo, o quello ancora più funesto legato a un ritorno del virus in autunno, con l' influenza stagionale. Per questo

motivo ieri la Regione ha annunciato l' arrivo di strutture mobili con posti letto per fronteggiare eventuali picchi

temporanei di fabbisogno. Tra gli ospedali che beneficerebbero di questa possibilità c' è anche quello di Ravenna.

All' interno sono previsti 75 posti letto. Ovviamente

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la struttura ora non verrà installata: verrà montata velocemente solo in caso di fabbisogno per la ripresa del virus in

autunno, e posizionata nel parcheggio del Pronto soccorso dietro all' ospedale. «La struttura andrebbe in aiuto del

Pronto soccorso - spiega Tarlazzi - per tenere separati i flussi dei pazienti e per dividere anche gli utenti in attesa dell'

esito del tampone dagli altri». Per quanto riguarda i 180 milioni messi a disposizione dalla Regione, una parte di

questi arriveranno anche a Ravenna, «ma non c' è ancora certezza di quanti e a quale scopo - prosegue Tarlazzi -.

Sono al vaglio una serie di ipotesi. Una di queste vede la riconversione dei letti di recovery room nel blocco

operatorio a Terapia Intensiva, un' altra l' implementazione dei posti letto in una zona dove prima c' era la

Rianimazione. Siamo alle fasi finali della contrattazione per definire le cifre complessive disponibili dalla Regione».

Infine l' organizzazione del lavoro coordinato tra gli ospedali è un altro punto importante per l' era post fase acuta del

Covid. Nel momento dell' emergenza un ruolo chiave è stato giocato dall' Umberto I di Lugo, tramutato in Covid

hospital. «E Lugo rimarrà comunque, non solo per il Ravennate ma per tutta la Romagna, uno dei punti di rapida

riattivazione Covid in caso di una nuova ondata di contagi - spiega Tarlazzi -. Attualmente però anche Lugo sta

ritornando, in maniera controllata e graduale, alla normalità. Esiste comunque ancora un settore dove si trovano

pazienti Covid provenienti anche da altri ambiti provinciali, soprattutto anziani che non possono fare la

convalescenza a domicilio». Sara Servadei.

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Cosa significa essere eroi? Aiutare tutti e non volere niente

Un' allieva prova a rispondere alla domanda: «Non voglio seguire le orme di altri ma ammiro chi s' impegna»

Cos' è per me un eroe? Bella domanda. Ad esser onesta, io non ce l' ho

un eroe e non l' ho mai avuto, perché non sento né il bisogno né la

necessità di avere per forza una figura a cui fare riferimento, e non

perché mi reputo superiore agli altri, semplicemente non voglio copiare o

seguire le orme già calcate da qualcun altro preferirei compiere gesti che

nessuno ha ancora compiuto. Ho alcuni personaggi per cui provo molta

ammirazione (Gandhi, Mandela, Rosa Parks), che hanno compiuto gesta

eroiche e rivoluzionarie attraverso la non violenza e la gentilezza, e che

ancora oggi vengono ricordati da tante persone nel mondo come

esempi, ma non li ho mai definiti "miei eroi". In realtà per me un eroe può

essere anche colui che riesce a risolvere situazioni difficili, politiche o

familiari, una persona che si fa in quattro per tutti e non vuole mai niente

in cambio, non per forza uno che soccorre, non per forza solo medico o

infermiere o vigile del fuoco, perché non sono solo loro ad aiutare la

società; anzi, in questo periodo tutte le categorie di lavoratori che ogni

giorno si trovano a lottare contro il Covid-19 sono eroi (anche i netturbini!). Devo però ammettere che quando ero più

piccola mi sono sempre immaginata come eroe un uomo con poteri sovrumani, come gli eroi dei fumetti: saltano tra

i palazzi, nella cintura nascondono gadget misteriosi, possiedono macchine stravaganti e vivono in posti sconosciuti,

tipo Paperinik. Anche se una volta quando mi chiesero chi fosse il mio eroe preferito dissi che era Sdribadrin, perché

non mi intendevo di supereroi (una delle scene più imbarazzanti della mia vita). Ci si può accorgere che lo stereotipo

dell' eroe è cambiato parecchio rispetto all' antichità: nell' Epica l' eroe doveva essere un semidio, molto potente,

invincibile, conquistatore e lottatore. Era una figura rappresentativa della propria città e patria, soprattutto. Era il

primo che si presentava in battaglia ed era il più forte dell' esercito. Preferisco un eroe greco a uno dei fumetti,

perché lo trovo originale e più reale, quello dei fumetti invece sembra quasi ripetitivo, perché i vari supereroi hanno

poteri che bene o male si conoscono; mentre quelli dell' Epica avevano poteri e caratteristiche uniche e realistiche.

Nella storia più recente, invece, si possono considerare eroi anche le donne che combattono per i loro diritti e la loro

libertà contro il maschilismo o la discriminazione. In conclusione, è vero che non ho identificato nessuno come mio

eroe preferito, però penso che di eroi ce ne siano tanti e che un mondo senza eroi non sia così bello: per avere

esempi da cui prendere spunto. Gaia Anna Facchini Masotti, classe prima della scuola media 'Sacro Cuore' Lugo

Prof.ssa Lara

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Menniti.

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Gandhi, l' esempio di un piccolo grande uomo

Uno studente di terza della scuola media 'Sacro Cuore' di Lugo' è rimasto colpito dalla storia del protagonista di tantebattaglie per l' India

Il film 'Gandhi', un kolossal di Richard Attenbourgh sulla biografia di una

delle più grandi personalità del '900, mi ha particolarmente colpito.

Conoscevo Gandhi solo come "un nome", il film mi ha dato l' opportunità

di capire l' importanza del "piccolo grande uomo" e dei valori che hanno

caratterizzato tutta la sua vita. Nel 1893, Gandhi, giovane avvocato

indiano, laureato in Inghilterra, si veste all' occidentale e nulla fa presagire

quello che farà in futuro. Recatosi in Sudafrica per difendere gli interessi

di una ditta indiana, si scontra presto con una realtà fatta di leggi razziali

e discriminazioni etniche. Penso che i primi cambiamenti in lui

avvengano proprio in questo momento, infatti rifiuta di sottomettersi a

leggi che egli ritiene ingiuste, anche a costo di sacrificare i propri

interessi personali. Nella sua battaglia per la parità dei diritti umani, la

grande novità consiste nell' uso della parola e della ricerca della verità

senza l' utilizzo della violenza anche a costo della propria incolumità.

Certamente, per il Mahatma (Grande Anima), la pluralità di opinioni

diverse porta ad un maggiore progresso sociale ma non ci deve essere posto per la violenza, bensì solo per la

ragione come qualità fondamentale che è alla base della dignità umana. Quando Gandhi torna in India e visita le varie

regioni, si rende conto della drammatica situazione sotto il dominio inglese e inizia la sua lunga lotta per l'

indipendenza del paese. In questo percorso ho notato che, oltre al cambiamento spirituale, si verifica in lui anche un

cambiamento esteriore, infatti non indossa più abiti occidentali ma tuniche, come ad immedesimarsi nelle persone

povere. Anche il suo corpo appare sempre più magro perché purificato, secondo il suo pensiero, dal digiuno e dalla

castità. Affronta il dominio inglese attraverso una lotta basata sulla non-violenza, organizza boicottaggi delle merci

inglesi, delle ribellioni pacifiche e delle manifestazioni eclatanti come la marcia del sale. Secondo me, nelle sue

azioni, possiamo vedere applicati principi che possono essere condivisi da molte religioni, infatti egli, pur essendo

Hindu, conosceva e apprezzava anche il cristianesimo, l' Islam e l' ebraismo avendo molti amici appartenenti a

queste religioni, quindi è un esempio concreto di tolleranza e fratellanza religiosa. Questa sua caparbietà e grande

forza interiore gli permisero di affrontare prove durissime come il carcere, il digiuno e altre rinunce che per noi uomini

comuni sarebbero impensabili. Purtroppo, oggigiorno, guardando ciò che avviene nel mondo, come ad esempio la

guerra in Siria o il razzismo nei confronti dei migranti e di tutte le altre minoranze etniche, mi sembra che gli

insegnamenti

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[ § 1 6 0 1 2 2 2 6 § ]

di Gandhi siano stati dimenticati o, forse, semplicemente scavalcati dagli egoismi nazionali e dalla ricerca

esagerata del profitto. L' incredibile trionfo del "piccolo grande uomo" sulla potenza inglese è la dimostrazione che si

può rispondere al male con il bene, alla violenza con la non-violenza, alla forza delle armi con la forza della fede.

Penso inoltre che, se le persone avessero letto gli scritti di Gandhi, oggi, forse i diritti fondamentali dell' uomo

sarebbero rispettati anche perché la differenza di opinioni politiche e religiose è molto importante, non solo per ogni

convivenza umana e democratica ma anche come forma di rispetto della dignità umana. Come studente di terza

media, cattolico e boyscout mi sento molto vicino al pensiero di Gandhi che si può sintetizzare nella frase: "la

ragione non è del più forte". Io non so se Gandhi sia stato un politico, un profeta, un capo religioso o tutti e tre

insieme ma so che il messaggio che il Mahatma ci lascia è molto attuale e ci dimostra come la forza di un singolo

uomo possa cambiare la storia. Mario Capra, classe terza della scuola media 'Sacro Cuore' di Lugo Prof.ssa Lara

Menniti.

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[ § 1 6 0 1 2 2 3 8 § ]

Prima pagina

Prima pagina Faenza Lugo

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[ § 1 6 0 1 2 2 2 7 § ]

In ricordo di Baracca

La cerimonia e la riapertura del Museo

Domani ricorrono i 102 anni dalla morte del Maggiore Francesco

Baracca, avvenuta nel 1918 a Nervesa della Battaglia (Tv). La città di

Lugo ricorderà anche quest' anno l' Asso degli assi dell' aviazione

italiana, anche se in maniera diversa dal solito. Non mancherà la

cerimonia ufficiale, con la deposizione di corone davanti alla tomba di

Baracca nel cimitero monumentale e davanti al Monumento in piazza. Le

celebrazioni saranno anche l' occasione per presentare alle autorità il

nuovo allestimento della rinnovata "Sala dello Spad" nel Museo Baracca,

realizzato grazie al contributo del Rotary Club di Lugo. Il Museo riaprirà al

pubblico da sabato 20 giugno e sarà visitabile, gratuitamente, nelle

giornate di venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

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[ § 1 6 0 1 2 2 4 1 § ]

Gli imputati prendono la parola: «Non c' entriamo»

Per le difese processo solo indiziario, la prova regina del Dna è stata negativa

L' avvocato di Tarroni, Massimo Martini (a destra), dopo un' eccezione

per un difetto di notifica respinta dal giudice (gli arrivò a casa anziché

nello studio del legale), ha depositato una memoria con la quale

chiedeva al Gup una sentenza di non luogo a procedere per il suo

assistito, l' idraulico Tarroni. E ha evidenziato come nei confronti dello

stesso non ci fossero a suo avviso neppure elementi indiziari tali per

sostenere l' accusa in giudizio. Secondo la tesi difensiva si è tentato di

dare una rilettura degli stessi elementi che avevano portato alle

precedenti archiviazioni, alla luce dei progressi scientifici e tecnologici. E

«se l' esame del Dna, accertamento irripetibile, doveva rappresentare la

prova regina, non si è invece rivelata una prova neutra come sostiene l'

accusa ma una prova negativa». Dai resti del cadavere di Minguzzi,

riesumato, infatti, non fu trovato Dna degli imputati né di altri in ragione di

risultati «parziali e di bassa qualità», scrive il consulente medico legale.

Riguardo alla consulenza fonica, che in chiave accusatoria associa la

voce del telefonista del caso Contarini a quella di Tasca, per la difesa non entra nel patrimonio probatorio e ad essa

sarà data battaglia attraverso la richiesta di una perizia che la possa smentire. Sulle intercettazioni, inoltre, nulla

emergerebbe oggi rispetto al quadro indiziario di allora e quello che si aprirà a febbraio 2012 sarà «un processo

indiziario». Per il legale Martini, inoltre non si sarebbe indagato a fondo su eventuali piste alternative, come quelle

che in quegli anni vedevano attivi sul territorio anche gruppi di estorsori cagliaritani. A termine dell' udienza hanno

reso dichiarazioni spontanee due dei tre imputati, peraltro tutti presenti. Tarroni si è detto estraneo ai fatti e ha

consegnato una memoria a propria firma nella quale auspica «che la giustizia faccia finalmente luce sul caso una

volta per tutte e si trovino i veri responsabili». Tasca ha depositato una lettera anonima recapitatagli, il cui contenuto

sarebbe di natura minatoria. l. p.

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[ § 1 6 0 1 2 2 2 3 § ]

Carabiniere ucciso, tre rinviati a giudizio

Il 'cold case' di Alfonsine finisce in corte d' assise, imputati due ex carabinieri e un idraulico. Prima udienza il 2febbraio 2021

Finisce a processo il 'cold case' sul delitto di Pier Paolo Minguzzi,

giovane carabiniere di leva sequestrato la notte del 21 aprile 1987 mentre

rincasava, strangolato e gettato nel Po di Volano, incaprettato a una

grata sradicata da un casolare abbandonato. Il Gup di Ravenna Sabrina

Bosi ha infatti rinviato a giudizio davanti alla Corte di assise per il 2

febbraio 2021 i tre imputati di omicidio, sequestro di persona e

occultamento di cadavere del 21enne studente universitario, rampollo di

una famiglia di imprenditori di Alfonsine, nel Ravennate, e militare alla

caserma di Mesola, nel Ferrarese. Si tratta di due ex carabinieri all' epoca

in servizio ad Alfonsine, Orazio Tasca, 55enne, e Angelo Del Dotto, 57, e l'

idraulico del paese, il 64enne Alfredo Tarroni. Gli imputati sono difesi

dagli avvocati Luca Orsini, Gianluca Silenzi e Massimo Martini. Le

indagini sono state seguite dalla squadra mobile di Ravenna insieme allo

Sco di Roma, coordinate dal procuratore Alessandro Mancini e dal pm

Marilù Gattelli. In udienza si sono costituiti parte civile i familiari della

vittima, difesi dagli avvocati Luca Canelli, Luisa Fabbri, Paolo Cristofori. L' accusa ha evidenziato la sussistenza di un

quadro indiziario univoco e unidirezionale nei confronti dei tre imputati. Il fascicolo, aperto inizialmente contro ignoti,

era stato archiviato a metà anni '90. Ma a inizio 2018 i pm di Ravenna, anche in seguito a un esposto dei familiari del

ragazzo, avevano sia riletto elementi già emersi all' epoca, che valutato nuovi elementi probatori nati dalle verifiche

degli investigatori. I Pm hanno fatto leva sul fatto che gli imputati fossero gli stessi poi successivamente condannati

(con pene già espiate) per il caso della tentata estorsione all' imprenditore Contarini che sempre nel 1987 costò la

vita a un giovane carabiniere. Per il Pm Mancini «i tre erano accomunati dal fatto che non avevano denaro ma

tuttavia volevano mantenere un tenore di vita migliore». E ha rilevato come «nel 1987, in un paese di dodicimila

abitanti come Alfonsine e con piena occupazione», sarebbe «un' offesa all' intelligenza comune» ritenere che «vi

fossero più bande dedite al racket dell' estorsione». Dall' udienza preliminare è emerso che nei cellulari di due dei tre

imputati (al terzo no perché desueto) durante le indagini riaperte fu impiantato un troian che consentì di carpirne

sfoghi e confidenze. In due occasioni, ad esempio, Tasca mentre era in giro col suo furgone sembra preoccuparsi

per la riesumazione del cadavere: «Dopo 32 anni mi chiamano a me per ste cose?». E ancora: «Ma non lo trovano più,

basta, ormai, se non c' è quello che si pente che so' stato io?». Altri elementi su cui si basa l' accusa è la perizia

fonica su una telefonata di natura estorsiva dell' epoca in cui il consulente riconosce

Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

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giovedì 18 giugno 2020

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l' inflessione siciliana di Tasca, il quale prima si riferisce a Contarini - quasi che il tentativo di quel rapimento fosse

già in programma - poi si corregge e chiede della famiglia Minguzzi. Inoltre nell' armadietto di uno dei due ex

carabinieri fu trovato un libro su tecniche di incaprettamento, la stessa usata per ancorare ai fondali melmosi del Po

il cadavere del 21enne. l. p.

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giovedì 18 giugno 2020Pagina 61

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«Quei cani liberi sono pericolosi, poi fanno strage di selvaggina e danni alle colture»

L' allarme di alcuni agricoltori di via Lombardina, strada tra Ciribella e S.Bernardino

«In via Lombardina, strada in aperta campagna che da Ciribella conduce

a San Bernardino, in territorio Atc (Ambito territoriale di caccia) 'Ra 1

lughese' ci sono alcuni cani liberi con legittimi proprietari, che continuano

a fare razzìa di selvaggina, tra lepri e fagiani. Nonostante siano state

fatte pervenire ripetute segnalazioni agli organi direttivi della stessa Atc,

che dovrebbero salvaguardare e gestire nel migliore dei modi la fauna,

però finora non si è fatto alcunché. Si continua purtroppo ad accampare

scuse e a gestire con superficialità questo vero e proprio problema».

Sono le parole di alcuni coltivatori diretti i quali, precisando di non essere

cacciatori, segnalano una situazione che si protrarrebbe ormai da mesi.

«L' auspicio - proseguono - è che chi di dovere intervenga in tempi rapidi,

in modo da scongiurare altre razzìe di selvaggina. Questi cani liberi

arrecano anche danni all' agricoltura, in particolare alle colture nella loro

fase embrionale. Senza poi dimenticare che gli animali in questione,

proprio per il fatto di essere spesso liberi, potrebbero costituire un serio

pericolo pure per le persone che risiedono in quella zona e per coloro che percorrono via Lombardina per fare una

passeggiata a piedi o in bicicletta».

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giovedì 18 giugno 2020Pagina 61

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Nubifragio con raffiche di vento e rami rotti

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Ieri la Bassa Romagna è stata particolarmente colpita dal maltempo. A Boncellino è caduto pure qualche chicco digrandine

Pur non avendo provocato grandine (solo in alcune aree sono stati

segnalati chicchi di piccole dimensioni), i temporali che ieri hanno

interessato parte della nostra provincia non hanno risparmiato la Bassa

Romagna. Non sono mancati interventi da parte dei vigili del fuoco del

Distaccamento di Lugo per alberi pericolanti e rami spezzati dalle forti

raffiche di vento, come tra Villa San Martino e Bagnara, non lontano dal

Canale emiliano romagnolo. «In effetti - osserva il meteorologo Roberto

Ghisell i - nel la Bassa Romagna si sono registrati due episodi

temporaleschi, uno in mattinata e uno nel pomeriggio, di un certo rilievo.

A differenza però del rovinoso episodio registratosi lo scorso 10 giugno,

quando ad esempio a Lavezzola si scatenò una fitta grandinata, ieri non

abbiamo fortunatamente assist i to , a parte qualche area del

Bagnacavallese, a fenomeni di questo tipo. In tarda mattinata a essere

più colpita è stata la zona di Voltana dove si è registrato un accumulo di

10 millimetri di pioggia, con un rain rate di 130, il che significa che se

avesse continuato a piovere per un' ora con quella intensità avremmo assistito a un accumulo di 13 centimetri. Il

secondo episodio temporalesco, più intenso rispetto al precedente, si è registrato nel primo pomeriggio,

interessando principalmente la parte est di Lugo e ha colpito in maniera vistosa la frazione bagnacavallese di

Boncellino, dove oltre a qualche grandinata con chicchi di piccole dimensioni, sin sono accumulati 30 millimetri di

pioggia in poco meno di mezz' ora. In questo caso l' intensità oraria delle precipitazioni ha superato i 200 millimetri».

Non sono mancate raffiche di vento: «Le celle temporalesche - spiega Ghiselli - erano associate a raffiche tra i 70 e

gli 80 chilometri orari, con rami spezzati e cartelloni volati via». Tornando alla pioggia «la località con il maggiore

accumulo è stata Boncellino con 30 millimetri, seguita da Bagnacavallo con 20, Lugo con 16 e Voltana con 10. Una

curiosità: da inizio giugno in località come Voltana e Lavezzola nei primi 17 giorni di giugno è stato pari

rispettivamente a 100 e a 128 millimetri». Previsioni? «Domani (oggi, ndr) residua instabilità soprattutto al pomeriggio,

con bassa probabilità di locali acquazzoni nella parte a nord della provincia. Venerdì cielo sereno o poco nuvoloso e

temperature in risalita. Nella prima parte del weekend, probabile aumento della nuvolosità. Da domenica però il

tempo migliora e dalla prossima settimana è prevista la prima ondata di caldo con massime sui 30 gradi». Luigi

Scardovi.

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«Lavori in via Lunga per la rotonda, così migliorano sicurezza e viabilità per le imprese»

Bagnara, il presidente della Coldiretti Francesco Giovannini plaude all' intervento, frutto di una sinergia concreta epositiva tra diverse istituzioni

«Con l' avvio dei lavori per la messa in sicurezza della via Lunga e la

realizzazione della rotatoria all' incrocio tra le strade provinciali 'Delle

Ripe-Bagnara', 'Molinello' e la stessa via Lunga, si sta per concludere

positivamente un lungo percorso partecipato che, grazie agli interventi

programmati e condivisi, garantirà al contempo più sicurezza sulla strada

a beneficio di tutta la comunità e una viabilità più idonea a servizio delle

attività economiche ed agricole». Così Francesco Giovannini, presidente

della sezione Coldiretti di Bagnara di Romagna, commenta l' attesa

apertura del cantiere «che mira a dare finalmente risposta a quelle

necessità avvertite da decenni dalla nostra comunità, ripristinando, con

le dovute limitazioni, anche il doppio senso di marcia sulla via Lunga». Un

progetto che parte con piena soddisfazione di tutti gli attori coinvolti,

riconosce Coldiretti, e che è frutto di una sinergia concreta e positiva tra

le istituzioni coinvolte, amministrazione di Bagnara d i Romagna

ovviamente, ma anche Provincia di Ravenna e Comune di Solarolo, e i

vari portatori di interesse. «La capacità di ascolto degli enti, così come l' azione propositiva del mondo economico e

agricolo - afferma Giovannini - sono gli aspetti che hanno caratterizzato questo lungo percorso propedeutico all'

avvio del cantiere. Ringraziamo perciò le istituzioni pubbliche, che hanno saputo accogliere e far proprie le nostre

istanze». «L' auspicio, ora - conclude il presidente della Coldiretti di Bagnara - è che le opere procedano nei tempi

prestabiliti al fine di avere la nuova viabilità operativa per quando, con l' avvio della vendemmia, il traffico sarà

ovviamente più sostenuto. Questa sarà la prova del nove della 'nuova via Lunga' e come Coldiretti confidiamo che l'

arteria possa superarla a pieni voti».

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Esame di maturità per 500 Più della metà sono al Polo

Lugo, ecco i numeri degli studenti alle prese con la prova orale nella forma stabilità dal Miur in seguito all' emergenzaCoronavirus

Sono 502 gli studenti delle scuole superiori di Lugo che in questi giorni

sostengono l' esame di maturità. Di questi, 241 sono del liceo e 261 sono

del polo tecnico professionale. Gli studenti del liceo fanno capo ai 5

indirizzi dell' istituto: liceo scientifico, scienze applicate, liceo classico,

l iceo l inguistico, scienze umane. Gli studenti del polo tecnico

professionale fanno capo a 4 plessi scolastici: ragioneria Compagnoni,

Itis Marconi, professionale Stoppa, Ipsia Manfredi. Com' è noto, per

ciascun 'maturando' è previsto un unico colloquio 'in presenza' della

durata di circa un' ora, in cui si parlerà delle tesine preparate sulle materie

d' indirizzo, di letteratura italiana, di materie stabilite dalla commissione,

dell ' esperienza di alternanza scuola-lavori e di cittadinanza e

Costituzione, in sostanza educazione civica. Sia il liceo che il polo si

sono organizzati per rispettare tutte le misure di sicurezza. «Noi siamo

stati facilitati dall' essere distribuiti su 4 plessi», afferma Milla Lacchini,

dirigente scolastico del polo tecnico professionale, «questo ci ha aiutato

ad avere più spazio per organizzare gli esami». Quanto alla inevitabile emotività dei ragazzi, la dirigente afferma: «Noi

cerchiamo di metterli a proprio agio: non tutti i ragazzi reagiscono alla stessa maniera nel rapporto con i docenti;

quelli con problemi di relazione ad esempio si sono trovati meglio con le lezioni a distanza, ma questo non va bene

perché il rapporto normale è in presenza, e quelli che invece hanno bisogno della relazione diretta non si sono trovati

molto bene con i soli rapporti via web. Del resto la didattica a distanza non sostituisce la didattica in presenza,

perché la scuola è relazione e socialità. E' comunque encomiabile l' impegno profuso dai nostri docenti nell'

affrontare questa esperienza». Le commissioni, aggiunge, «potranno tenere conto delle situazioni di disagio vissute

dai ragazzi durante l' emergenza epidemiologica. Va detto anche che la scuola, dopo un' iniziale analisi dei bisogni, si

è adoperata per fornire gli strumenti necessari ai ragazzi che ne avevano fatto richiesta, privilegiando gli studenti

delle prime e quelli delle quinte per via dell' esame; purtroppo non è stato possibile soddisfare tutte le richieste; una

parte degli studenti ha seguito le video lezioni utilizzando lo smartphone, in condizioni di notevole disagio». Dato che

quest' anno non potranno esserci i consueti abbracci dopo l' esame, la prof Lacchini, grazie alla disponibilità di

Unitec, gruppo internazionale con sede principale a Lugo, ha ideato questa iniziativa: al termine dell' esame di stato, a

ogni ragazzo del polo fresco di diploma verrà donata una borraccia personalizzata, «da portare con sé questa estate

e soprattutto da custodire e utilizzare

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giovedì 18 giugno 2020

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in futuro, quando le superiori saranno lontane». Lorenza Montanari © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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ALFONSINE

Pipistrelli, si prenota la pedalata

Sabato e domenica Casa Monti di Alfonsine promuove diverse iniziative.

Sabato alle 15 in giardino c' è il laboratorio 'E tu che esploratore sei?'.

Domenica alle 9 partirà la pedalata dei pipistrelli con tappa alla casa dei

pipistrelli all' argine del Reno. Si può noleggiare la bici e fare picnic.

Prenotazioni entro oggi; 0545.38149 (9-13).

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l' iniziativA

Un libro a 102 anni dalla morte

S' intitola 'La Grande Guerra di Francesco Baracca' di M.Luisa Suprani Querzoli

In occasione del centoduesimo anniversario della morte del maggiore

Francesco Baracca, asso dell' aviazione italiana in particolare durante la

prima guerra mondiale, che ricorre domani, in libreria esce il volume 'La

Grande Guerra di Francesco Baracca' di Maria Luisa Suprani Querzoli,

edito da CartaCanta Editore, gruppo editoriale Capire edizioni.

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giovedì 18 giugno 2020Pagina 64

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«Un brano metal per Baracca, l' asso dei cieli»

È l' omaggio della band bolognese 'Hyperion', in cui milita il ravennate d' adozione Michelangelo Carano, che hascritto 'The Ride Of Heroes'

Rende omaggio alla figura di Francesco Baracca, l' asso dell' aviazione di

cui domani ricorre l' anniversario della morte, il nuovo singolo 'The Ride

Of Heroes' della heavy metal band bolognese degli Hyperion, tratto dall'

ultimo album 'Into The Maelstrom' uscito in aprile per Fighter Records. Il

brano è stato pubblicato anche in una speciale versione sinfonica, con gli

arrangiamenti orchestrali a cura di Marco Rosetti. E, proprio in questi

giorni, è stato ultimato il video che lo accompagna, un documentario

storico sulle imprese di Baracca durante il conflitto. Il cantante del

gruppo è Michelangelo Carano, ravennate d' adozione: da anni lavora

come odontoiatra e ortodontista all' ospedale di Ravenna. Carano, il

brano 'The Ride Of Heroes' è stato scritto a quattro mani con Davide

Cotti, chitarrista e autore del gruppo. Come è nata l' idea? «Da una mia

esperienza molto toccante di due anni fa, quando ho partecipato al

motoraduno 'Cavalcata degli eroi' organizzato dal Moto Club Baracca in

occasione del centenario della morte dell' aviatore abbattuto alla fine

della prima guerra mondiale sul Montello. Siamo partiti dal museo di Lugo per arrivare a Nervesa della Battaglia in

Veneto, dove c' è un sacrario». Cosa l' ha affascinata in particolare di Baracca? «Ne ho sentito parlare per la

prima volta da bambino, leggendo la storia a fumetti di Enzo Biagi. Non era il tipico soldato della Grande Guerra: in un

conflitto in cui i tradizionali valori di cavalleria erano stati del tutto abbandonati, si è fatto conoscere come il

'cavaliere dei cieli' non solo per il suo stemma, ma anche per il suo approccio onorevole al combattimento aereo. D'

altra parte, la sua celebre frase 'È all' apparecchio che miro, non all' uomo', testimonia un orientamento votato alla

vittoria cercando di evitare inutili spargimenti di sangue». Parlando dello stemma, c' è un aneddoto che merita di

essere ricordato «Sì. La visita di Enzo Ferrari alla madre di Baracca per chiederle di poter usare, come emblema del

suo marchio automobilistico, il cavallino dell' asso dei cieli. Lei diede il suo consenso, dicendo che avrebbe portato

fortuna». Musicalmente parlando, non è la prima volta che dedicate un brano al tema della guerra «Esattamente. Già

nel primo disco avevamo scritto e suonato un pezzo alla guerra di trincea della prima guerra mondiale».

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giovedì 18 giugno 2020

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È vero che è entrato a far parte degli Hyperion dopo aver letto un annuncio e sostenuto un duro

provino? «Sì. Ho dovuto prepararmi su tre brani ed è stata una bella sfida per me che già, comunque, avevo

esperienza in cover band. Da lì è cominciato un bel percorso, una passione in comune, un' amicizia». Il secondo

album 'Into The Maelstrom' in che misura si differenzia dal primo? «Rispetto al precedente è meno incentrato sulla

fantascienza e di più su tematiche anni Ottanta, quali il Wresling, i Ninja con citazioni cinematografiche, i videogiochi.

Il titolo, invece, è un omaggio a un brano di Edgar Allan Poe». Che progetti avete per l' estate? «Sarebbe più

corretto dire, 'avevamo'. Ci aspettava un tour nel Nord Europa ed Europa dell' Est che, ovviamente, è saltato con l'

emergenza sanitaria Covid-19. Fino all' autunno i live sono bloccati, poi si vedrà. L' unica soddisfazione sono le

buone recensioni che riceviamo da riviste specializzate estere, dalla Grecia alla Finlandia». Roberta Bezzi.

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IL COLD CASE ARRIVA ALLA SVOLTA

Omicidio Minguzzi, dopo 33 anni un processo per i tre accusati

Rinvio a giudizio per i due ex carabinieri e per l' idraulico di Alfonsine accusati di aver sequestrato e ucciso nel 1987 il21enne figlio di facoltosi agricoltori della Bassa

FEDERICO SPADONI

RAVENNA Che si ricordi, si tratta del cold case più datato che sia mai andato a

processo dopo la sua riapertura. L' omicidio di Pier Paolo Minguzzi attende

giustizia dal 1987. Da quando cioè il 21enne di Alfonsine, studente di agraria e in

quel momento carabiniere di leva a Bosco Mesola, fu rapito la notte tra il 20 e il

21 aprile dopo essere tornato a casa in congedo per Pasqua. Fu ritrovato morto

il Primo maggio nel Po di Volano. Ieri, 33 anni dopo, sono stati rinviati a giudizio

con l' accusa di sequestro di persona, omicidio volontario e occultamento di

cadavere Orazio Tasca, 54enne originario di Gela, Angelo Del Dotto, 56 anni di

Ascoli Piceno, e il 63enne di Alfonsine Alfredo Tarroni. I primi due all' epoca

erano carabinieri nella locale stazione, mentre il terzo faceva l' idraulico nella

cittadina. Erano tutti presenti in aula, davanti al giudice per l' udienza preliminare

Sabrina Bosi. A fatica si sono scambiati uno sguardo. Eppure non è il primo

processo che affrontano insieme. Furono arrestati tutti nel luglio di quello

stesso anno, due mesi dopo il ritrova mento del cadavere del 21enne, per un

altro rapimento "fotocopia": quello ai danni della famiglia Contarini-che con i

Minguzzi erano fra i più facoltosi imprenditori della Bassa Romagna nel campo

dell' ortofrutta -, culminato nella sparatoria costata la vita all' appuntato dei carabinieri Sebastiano Vetrano, ucciso

alla consegna della valigetta con 150 milioni di lire. Per quel fatto hanno già scontato pene tra i 22 anni e mezzo e i

25 anni. Ma da quando, nel 2018, sono state riaperte le indagini si sono sempre dichiarati innocenti per il caso

Minguzzi. Le tappe dell' omicidio Così ieri sono tornati indietro nel tempo, tra fatti, testimonianze, prove e indizi

raccolti nel corso delle indagini. Ad analizzarli in aula il procuratore capo Alessandro Mancini, preceduto dalla

ricostruzione dei fatti esposta dal pubblico ministero Marilù Gattelli. Aprile 1987. A segnare il destino di Minguzzi è la

decisione di prendere il congedo per Pasqua, e tornare ad Alfonsine. Il ragazzo arriva sabato sera a casa dei genitori

e il giorno seguente fa una sorpresa alla fidanzata. Passano assieme anche il lunedì di Pasquetta, vanno Marina

Romea e in serata si spostano al bowling a Imola. Il rapimento avviene probabilmente la notte stessa, subito dopo

averla salutata. La Golf rossa del 21enne viene trovata parcheggiata in centro paese con le chiavi nel cruscotto,

dopo l' allarme dato dalla madre. Qualche ora più tardi i familiari ricevono la prima telefonata dei rapitori, con la

richiesta di un riscatto di 300 milioni. La voce è di uno sconosciuto con spiccato accento siciliano. Sarà il primo di

una serie di contatti che svaniranno nel nulla in meno di dieci giorni. Infatti il

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giovedì 18 giugno 2020

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Primo maggio il corpo di Minguzzi riaffiora dall' acqua. Il cadavere è legato con il metodo dell' incaprettamento,

assicurato con una corda gialla a una grata in ferro da 16 chili, usata come zavorra. Il volto è parzialmente coperto

da un passamontagna. La morte, così dirà l' autopsia, è avvenuta per asfissia meccanica prodotta da

strangolamento, non per annegamento. Già all' epoca le indagini portano a un casolare abbandonato, dove il 21enne

ha passato i giorni del rapimento prima di morire. E in quello stesso casolare, poco prima dei fatti, viene avvistata l'

auto di uno degli indagati; secondo l' accusa, un sopralluogo prima di dare vita al piano. Due mesi dopo ecco che

tocca ai Contarini. Il figlio viene rapito e la richiesta estorsiva è la stessa: 300 milioni, da dividere in tre. Ma non

finisce bene. A Taglio Corelli nel corso della consegna della valigetta con parte del riscatto ci scappa il morto.

Tarroni ha una pistola, Del Dotto spara e uccide uno dei carabinieri appostati. Già allora il collegamento con l'

omicidio Minguzzi viene automatico. Tuttavia le indagini arrivano a un punto cieco e il caso viene archiviato come

irrisolto. Ma per l' accusa, ora più che mai, le prove sono sopravvissute al tempo, e saranno portate davanti alla corte

d' assise nel processo che partirà il 2 febbraio 2021.

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giovedì 18 giugno 2020Pagina 3

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L' ASSO DELL' ACCUSA, FINORA MAI EMERSO

Quella frase intercettata dal trojan : «Ormai, se non c' è quello che si pente...»

Gli inquirenti potevano ascoltare le frasi degli indagati anche quando i loro cellulari erano spenti

FEDERICO SPADONI

RAVENNA «Avranno trovato il dna». Orazio Tasca parla tra sé e sé, ad alta voce.

Sembra preoccupato nel luglio del 2018, alla luce della decisione della Procura

di riesumare il cadavere di Pier Paolo Minguzzi. Ma non è da solo. Lo stanno

ascoltando gli investigatori della squadra Mobile, grazie a un particolare

dispositivo che consente di captare il microfono del suo telefono. Qualche

giorno più tardi pare tranquillizzarsi, e si lascia scappare una particolare

esternazione: «Ormai, se non c' è quello che si pente che sono stato io...». Una

frase che porta l' accusa a una riflessione: perché, se è innocente, anziché

entrare nel merito e chiedersi come mai ce l' hanno con lui, va sul tecnico e si

interroga su ciò che potrebbe emergere? C' è anche questa intercettazione

inedita nel fascicolo che raccoglie il frutto delle indagini della squadra Mobile

diretta dal dottor Claudio Cagnini, in collaborazione con la seconda divisione del

servizio centrale operativo, in cui è formata l' Unità delitti insoluti della Polizia di

Stato, seguita da Alfredo Fabbrocini. E chi potrebbe essere «quello che si

pente»? Per l' accusa non ci sono dubbi. Tascapensa a uno dei due presunti

complici del sequestro di persona a scopo di estorsione, l' allora collega militare

Angelo Del Dotto e l' idraulico del paese, Alfredo Tarroni. Contro di loro la Procura è certa di avere raccolto un

compendio indiziario e probatorio tale da arrivare alla condanna per tutti. La perizia fonica Alcuni degli elementi sono

emersi nel corso dell' inchiesta. Una è la perizia fonica, che ha confrontato le intercettazioni delle telefonate

estorsive. La consulenza affidata all' ingegner Sergio Civino ha analizzato 10 audio: cinque contenevano la voce di

Tasca, reo confesso di essere stato il telefonista nell' estorsione ai Contarini. Le restanti erano quelle dello

sconosciuto che chiamò i Minguzzi. La perizia conclude che tra le due parlate, in un accento siciliano dall'

inflessione dialettale tipica di particolari zone delle province di Catania, Ragusa e Siracusa, c' è "una forte

propensione all' identità". Singolare che nemmeno dopo l' arresto dei tre per il secondo sequestro non sia mai stato

effettuato un confronto, forse perché la tecnologia in quegli anni non lo consentiva. La trappola saltata Secondo gli

inquirenti, poi, all' epoca dei fatti i rapitori sapevano delle indagini. Tasca e Del Dotto, ai tempi carabinieri ad

Alfonsine, potevano esserne venuti a conoscenza dai colleghi di Ravenna, che in quei giorni si appoggiavano spesso

alla locale stazione nel tentativo di risolvere il caso. È probabilmente per questo che la sera del 30 aprile 1987 va a

monte l' appostamento alla cabina telefonica di Lido delle Nazioni, da dove gli investigatori erano ormai certi che

sarebbe

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giovedì 18 giugno 2020

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partita la telefonata estorsiva ai Minguzzi. Confusione fra i nomi Indicativo anche l' errore in una delle chiamate dei

rapitori. Alla cornetta l' interlocutore fece confusione: «Pronto parlo con Contarino? ... parlo con Contarini? ... Pronto

Minguzzi? », chiese per poi correggersi con il cognome giusto. Per l' accusa è un' ulteriore evidenza che la banda

stava già architettando il secondo piano estorsivo per colpire l' altra facoltosa famiglia di Alfonsine.

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All' ospedale 23mila euro grazie alla raccolta di fondi di "Selvatico"

COTIGNOLA È stata interamente devoluta all' ospedale "Umberto I" di Lugo la

somma raccolta grazie alla raccolta fondi "Selvatico contro Covid-19": si tratta

di 23.630 euro, ottenuti grazie alla vendita di oltre 160 opere e che saranno

destinati al potenziamento del reparto di terapia intensiva del presidio lughese.

La campagna, partita dal Museo civico "Luigi Varoli", si è avvalsa della vasta

rete di artisti provenienti da tutto il territorio nazionale e che si sono avvicinati a

Cotignola grazie a "Selvatico", la rassegna di arte contemporanea diffusa sul

territorio. È stata creata una galleria virtuale sul sito www.museovaroli.it con le

opere messe a disposizione da oltre 100 artisti, per una vendita online a prezzi

notevolmente ribassati rispetto al valore di mercato. La raccolta, tuttora fruibile

online, spazia tra disegno pittura, fotografia e scultura. Gli artisti hanno

partecipato nel corso degli anni, oltre che a "Selvatico", anche al progetto di

street art "Dal museo al paesaggio" e alla città dei bambini "Saluti da

Cotignyork". L' amministrazione comunale di Cotignola ha inviato una lettera di

ringraziamento sia agli artisti, sia agli acquirenti delle opere: «Siamo sorpresi e

felici per la grande generosità dimostrata, la qualità dei lavo ridonati, i numeri

finali dell' intera operazione - dicono il sindaco Luca Piovaccari e l' assessore Federico Settembrini -. Un

ringraziamento speciale va a Marilena Benini che, oltre ad aver donato un suo lavoro, ha costruito e gestito a titolo

volontario la galleria web».

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Consiglio di zona di Boncellino Insediamento e nuove cariche

BAGNACAVALLO Insediato martedì sera il Consiglio di Zona di Boncellino. I

sette consiglieri eletti alle elezioni del gennaio scorso hanno incontrato l'

assessore a Partecipazione e Decentramento del Comune di Bagnacavallo Vilio

Folicaldi e iniziato ad affrontare alcune questioni di interesse per la frazione.

Questa la composizione del Cdz di Boncellino con le relative cariche, assegnate

nel corso dell' incontro: Gilberto Ballardini, presidente; Carlo Fiorentini,

vicepresidente e segretario; Giorgio Benghi, Roberto Billi, Michele Corzani, Carlo

Felice Ravagli, Claudio Zannoni consiglieri.

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Contributo al Consorzio di bonifica Arrivano gli avvisi di pagamento

LUGO In questi giorni sono in arrivo, a tutti i cittadini proprietari di immobili, gli

avvisi del Consorzio di bonifica della Romagna occidentale per la riscossione

del contributo alle spese di manutenzione delle opere di bonifica: canali

artificiali e impianti idrovori per la raccolta e l' allontanamento delle acque di

pioggia per la sicurezza idraulica del territorio e per mantenere adeguati i livelli

della falda, briglie e altre opere di regimazione contro il dissesto idrogeologico.

La riscossione avverrà in due rate, con scadenza 30 giugno e 31 luglio per gli

importi superiori a 50 euro e in una rata unica, con scadenza 30 giugno, per gli

importi fino a 50 euro. Le scadenze di questo 2020 rappresentano «una misura

eccezionale messa in atto dal Consorzio per via dell' emergenza Covid-19 - si

precisa dal Consorzio -. Infatti, sono state posticipate di circa due mesi e mezzo

rispetto agli altri anni (solitamente i pagamenti avvengono a partire dal mese di

aprile)».

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giovedì 18 giugno 2020Pagina 39

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DOMANI LE CELEBRAZIONI

Lugo non dimentica Francesco Baracca a 102 anni dalla morte

Deposizione di corone alla tomba al cimitero e davanti al monumento in piazza Baracca

AMALIO RICCI GAROTTI

LUGO Ricorrono domani i 102 anni dalla morte del maggiore Francesco

Baracca, avvenuta nel 1918 a Nervesa della Battaglia (Tv). La città di Lugo

ricorderà anche quest' anno l' Asso degli assi dell' aviazione italiana, anche se in

maniera diversa dal solito, nel rispetto delle disposizioni per limitare la

diffusione del Covid-19. Non mancherà la cerimonia ufficiale, con la

deposizione di corone davanti alla tomba di Francesco Baracca nel cimitero

monumentale e davanti al monumento in piazza Baracca, alla presenza del

sindaco Davide Ranalli, della famiglia Baracca, dei rappresentanti delle

associazioni combattentistiche d' arma, del Rotary Club di Lugo e del moto club

"Francesco Baracca". Le celebrazioni saranno anche l' occasione per

presentare alle autorità il nuovo allestimento della rinnovata "Sala dello Spad"

nel Museo Baracca, realizzato grazie al contributo del Rotary Club. Il Museo

Baracca riaprirà al pubblico da sabato e sarà visita bile, gratuitamente, nelle

giornate di venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. L'

ingresso sarà contingentato e nel rispetto delle disposizioni in vigore contro il

Covid -19. La storia Renzo Preda (presidente Unuci) ricorda così il giorno della

scomparsa dell' eroe lughese: «Al culmine della Battaglia del Solstizio, il 19 giugno 1918, Francesco Baracca e il suo

gregario Franco Osnago decollarono alle ore 18.15 dal campo di volo di Quinto di Treviso verso Nervesa, per una

missione di mitragliamento a bassa quota contro le truppe austro -ungariche in parte del Montello. Fu l' ultima volta

che Baracca venne visto vivo». Alle 18.45 Osnago ritornò, atterrò sul campo di volo «e con espressione trafelata

comunicò di avere perso di vista il suo comandante durante la missione, nono stante si fosse trattenuto in volo per

cercarlo. Subito alcuni compagni della squadriglia decollarono per sorvolare la zona, mentre altri si avviarono nell'

area teatro dei combattimenti: le ricerche furono senza esito». Il 21 giugno il bollettino di guerra comunicava: «Il

valoroso maggiore Baracca che aveva raggiunto la sua 34ª vittoria aerea, il giorno 19 non ha più fatto ritorno da

eroico volo di guerra». I funerali Il 26, una delegazione lughese, composta dal sindaco Giovanni Corelli Grappadelli,

partendo da Lugo per Quinto, partecipò alle solenni onoranze funebri, alla presenza delle maggiori autorità militari,

civili, ottenendo che la salma fosse trasferita il 28 a Lugo Nel primo pomeriggio di domenica 30 giugno, sotto un

caldo sole estivo, i plotoni di fanteria si disposero dinnanzi alla Rocca; alla presenza di molti aviatori compagni dell'

eroe. Alle ore 16 i resti di Baracca vennero trasferiti dalla camera ardente. Sulla cassa avvolta dal tricolore

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giovedì 18 giugno 2020

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erano posati la giacca, le decorazioni, l' elmo e la sciabola da cavaliere. Il carro condotto dai pompieri era trainato

da tre coppie di cavalli e il corteo si avviò verso corso Mazzini fino al cimitero dove l' eroe fu tumulato nella tomba di

famiglia.

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Via Lunga, «terminare le opere nei tempi stabiliti»

BAGNARA «Con l' avvio dei lavori per la messa in sicurezza della via Lunga e la

realizzazione della rotatoria all' incrocio tra le strade provinciali Delle Ripe-

Bagnara, Molinello e la stessa Via Lunga, si sta per concludere positivamente un

lungo percorso partecipato ch, garantiro più sicurezza sulla strada a beneficio di

tutta la comunità e una viabilità più idonea a servizio delle attività economiche

ed agricole». Così Francesco Giovannini, presidente della sezione Coldiretti di

Bagnara, commenta l' attesa apertura del cantiere «che mira a dare finalmente

risposta a quelle necessità avvertite da decenni dalla nostra comunità,

ripristinando, con le dovute limitazioni, anche il doppio senso di marcia sulla via

Lunga». «L' auspicio ora - aggiunge Giovannini - è che le opere procedano nei

tempi prestabiliti al fine di avere la nuova viabilità operativa per quando, con l'

avvio della vendemmia, il traffico sarà ovviamente più sostenuto».

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IL GIORNO DELLA MATURITÀ

Tanta tensione prima dell' esame ma poi si stappa una bottiglia

Fuori ad attendere c' è anche qualche mamma che scalpita per abbracciare il proprio figlio all' uscita. E ci sono puremolti amici pronti per festeggiare il superamento della prova

ALESSANDRO CASADEI

LUGO Non c' era la campanella ma era la giornata più importante del

quinquennio; ieri mattina hanno preso il via gli esami di maturità nelle scuole di

Lugo, anche se gli effetti del coronavirus hanno stravolto l' iter di questa prova.

Solo un colloquio orale, al qua lesi aggiungerà la valutazione del percorso

realmente fatto dagli studenti, incluso il credito. Quest' ultimo parametro è stato

rivisto, potendo valere fino a 60 punti (prima era 40 ); la prova orale potrà

raggiungere 40 punti. Il voto massimo finale possibile resta 100/100, ma in casi

eccezionali si potrà ottenere la lode. L' istituto più grande nel lughese è il Liceo

Gregorio Ricci Curbastro, dove ieri mattina sono stati esaminati 5 alunni per

ognuna delle 6 commissioni predisposte. Felicità all' uscita Sono le 9.30 quando

tutta contenta esce una delle prime neodiplomate. «Sembrerà banale dirlo che

questo esame è più facile, in realtà la commissione mi ha messo subito a mio

agio - risponde esultante Valentina Forlivesi del Linguistico -;speravo di non

esser la prima perché c' è sempre un po' di timore, ma ora sono felice». Accanto

c' è una mamma che scalpita per abbracciare il proprio figlio appena uscito; ci

sono anche molti amici pronti con lo spumante, pronti per festeggiare. «È

andata bene, la commissaria è stata gentilissima-risponde Sara di Conselice, mentre stappa la sua bottiglia -. Nella

mia classe la didattica a distanza non è stata utile, perché le lezioni online delle prime ore qualcuno le saltava».

«Sono un po' tesa perché il mio esame è abbastanza strutturato - riferisce Maria Chiara della 5 L, mentre fa gli ultimi

scalini -; mi porto il babbo come supporto psicologico e quando tutto sarà finito voglio solo andare a letto». Il nuovo

esame Ma com' è esattamente questo nuovo esame? Si svolge davanti a una commissione composta da sei

membri interni e un presidente esterno. Ciascun candidato discute un elaborato trattando un argomento concordato,

assegnato dai docenti. Segue la discussione di un breve testo di lingua e letteratura italiana. In chiusura, vengono

esposte le esperienze svolte nell' ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l' orientamento e accertate le

conoscenze relative a "Cittadinanza e Costituzione". Si entra solo con la mascherina, ci si deve igienizzare le mani e

compilare un' autocertificazione;

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giovedì 18 giugno 2020

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è ammesso l' ingresso di un solo accompagnatore. Anche per l' aula ci sono norme particolari: il distanziamento di

due metri fra candidati e commissari. Tutti con la mascherina, gli studenti possono abbassarla nel colloquio. «In ogni

istituto c' è il concordato con la Cri, un loro volontario si occupa del rispetto delle norme - spiega Nicola Cazzamali,

Vicario dell' Aeronautico e presidente della I commissione all' Ist. Compagnoni -. Qui abbiamo scelto di esaminare

solo 4 candidati al giorno per non dover far le cose di fretta e perché ogni sessione facciamo una sanificazione». È

proprio in questo istituto che sta ultimando la sua audizione Maria di Cotignola; dopo pochi minuti uscirà con un

timido sorriso: «Partiva tutto dall' elaborato, una specie di tesina, che andava studiato e sul quale si apriva la

discussione». Tranquillità e i prof L' ultimo passaggio è all' Ipsia Manfredi, dove incontriamo due ragazzi di Bagnara di

Romagna, che frequentano la stessa classe, ossia la 5 A di meccanica. «L' esame è stato tranquillo, i professori

hanno attenuato l' ansia - esulta Simone Adinolfi uscendo in cortile con lo champagne da sbocciare -. Il bello di

questa scuola è che impari una professione, aspetterò l' esito per poi iniziare subito a lavorare». Mentre lui festeggia

bevendo, il suo amico deve rinunciare al brindisi per mantenere quella sobrietà che dopo pochi minuti gli servirà per

la prova orale. «Sono tranquillo, nel mio elaborato ho simulato un guasto meccanico di un' automobile, nel mio caso

la cinghia di distribuzione-risponde Luca mentre sta per varcare l' ingresso dell' aula-: illustrerò gli stage degli anni

scorsi e poi spero basta, se tutto va bene uscirò bevendo ciò ce mi ha lasciato Simone».

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giovedì 18 giugno 2020Pagina 33

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Imu, regolamenti locali entro il 31 luglio

SERGIO TROVATO

Per le amministrazioni comunali è il tempo delle scelte sulla nuova imposta

municipale. Entro i l prossimo 31 luglio dovranno essere adottati i

regolamenti Imu, la cui finalità è quella di introdurre delle regole nei limiti

consentiti dalla legge. L' articolo 1, comma 777, della manovra di bilancio

2020 (legge 160/2019), infatti, attribuisce agli enti le facoltà di determinare

periodicamente e per zone omogenee i valori di mercato delle aree

edificabili, per limitare il potere di accertamento, di disporre il rimborso per le

aree divenute inedificabili, in seguito alle modifiche urbanistiche, di prevedere

che i versamenti dell' imposta possano essere fatti anche da un solo

contitolare, di differire i termini per i versamenti e esentare gli immobili dati in

comodato gratuito al comune o a un ente non commerciale. Con la legge di

Bilancio 2020, quindi, viene riconosciuto agli enti locali di fare delle scelte,

anche in deroga ai l imiti fissati dalla norma attributiva del potere

regolamentare generale in materia di entrate, vale a dire l' articolo 52 del

decreto legislativo 446/1997. Uno degli obiettivi che il legislatore si prefigge

con il citato comma 777 è quello di dare maggiori certezze ai contribuenti

sulle somme dovute per le aree fabbricabili e, allo stesso tempo, di ridurre il contenzioso che si è creato sulla

determinazione del loro valore. Gli enti hanno il potere di determinare, con delibera del consiglio, periodicamente e

per zone omogenee, i valori venali in comune commercio delle aree, per autolimitare il potere di accertamento,

qualora l' imposta venga versata sulla base di un valore non inferiore a quello predeterminato. Il dubbio che ancora

oggi permane è se l' amministrazione locale possa accertare un valore maggiore delle aree, rispetto a quello

deliberato, qualora il contribuente versi l' imposta uniformandosi a quello prestabilito. Al riguardo la Cassazione

(ordinanza 4969/2018) ha precisato che i comuni hanno il potere di accertare i valori delle aree edificabili in misura

superiore a quelli fissati dallo stesso ente, con delibera del consiglio comunale o della giunta, se questi valori

risultino inferiori a quelli indicati in atti pubblici o privati di cui l' ufficio tributi sia in possesso o a conoscenza. La

disposizione che consente ai comuni di fissare dei valori predeterminati ha la finalità di ridurre il contenzioso con i

contribuenti, ma non può impedire la rettifica di quelli dichiarati che non siano in linea con i valori di mercato degli

immobili. La deliberazione dei valori non può avere altro effetto che quello di autolimitare il potere di accertamento

dell' imposta. L' ente si obbliga a ritenere congruo il valore nel caso in cui sia stato dichiarato in misura non inferiore

a quello deliberato. Tuttavia, il valore minimo delle aree edificabili è un elemento presuntivo che deve essere

riconsiderato, se contraddetto da quello maggiore accertato dall'

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giovedì 18 giugno 2020

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[ § 1 6 0 1 2 2 3 9 § ]

ente impositore. Il comune, sempre con regolamento, può stabilire che il contribuente ha diritto al rimborso dell'

imposta pagata per le aree divenute inedificabili, in seguito a variazioni urbanistiche, fissando i termini, i limiti

temporali e le condizioni. La norma, però, non può avere effetto per il passato, ma si applica solo dal 2020. Per i

rimborsi del tributo devono essere deliberati anche i termini massimi per la retroattività, che non può comunque

andare oltre i 5 anni d' imposta precedenti. Infine, il comune può ritenere valido il pagamento da parte di un

contitolare per conto degli altri, differire i termini di versamento del tributo, per situazioni particolari, e, infine, esentare

gli immobili dati in comodato gratuito al comune, a altro ente territoriale (provincia, regione) o a un ente non

commerciale, purché lo utilizzino esclusivamente per scopi istituzionali o statutari. © Riproduzione riservata.

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giovedì 18 giugno 2020Pagina 33

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Parere Viminale sui 45 giorni in più

Proroga revisori non obbligatoria

VINCENZO GIANNOTTI

L' istituto della proroga del revisore è nell' interesse dell' ente e non del

revisore. Il ministero dell' interno è dovuto intervenire, con proprio parere, sul

presunto contrasto tra la normativa che imporrebbe, per i revisori dei conti, il

preavviso dei 45 giorni dopo la scadenza dell' incarico triennale, e le

dimissioni presentate nel caso di specie dal revisore in coincidenza della

scadenza triennale del suo mandato. Secondo il Viminale non vi sarebbe

alcun contrasto con la normativa del Testo unico degli enti locali. Infatti, il

revisore dura in carica per tre anni (art. 235), e alla scadenza può essere

prorogato non più di quarantacinque giorni. Si tratta della generale proroga

dei termini prevista in generale per tutti gli organi amministrativi e, quindi, non

solo per l' organo di revisione contabile. In considerazione di una facoltà e

non di un obbligo da parte dell' ente nel concedere la citata proroga, il

Viminale con proprio regolamento n. 23 del 2012, ha previsto che gli enti

locali debbano dare comunicazione di tale scadenza alla Prefettura della

provincia di appartenenza almeno due mesi prima della scadenza per

permettere alla Prefettura di procedere all' estrazione per tempo. In altri

termini, precisano i tecnici del Viminale, non vi è alcuna discrasia tra la scadenza dell' organo di revisione e l' istituto

della proroga prevista dal legislatore, in quanto quest' ultima non è imposta come obbligatoria, con la conseguenza

che l' ente non è obbligato ad attendere il decorso effettivo della scadenza dell' incarico prima di procedere alla

sostituzione dell' organo di revisione. È rilevante per l' ente l' opportunità della comunicazione due mesi prima della

scadenza per la sostituzione e la nuova nomina e tale decorso del tempo rende compatibile le dimissioni del revisore

in prossimità della scadenza del suo mandato. Ricorda, infine, il Viminale come l' istituto della proroga sia stato

disposto a favore degli organi amministrativi e non certo a favore degli organi collegiali, la cui scelta di avvalersene

rientra pertanto nella piena discrezionalità dell' ente locale. © Riproduzione riservata.

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