"Un modello intepretativo complesso per la Valutazione Ambientale Strategica del Piano Urbanistico...

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1 UN MODELLO INTEPRETATIVO COMPLESSO PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI DUE COMUNI RURALI Massimiliano Bencardino (1) Laboratorio Sistemi Informativi Geografici per l’Organizzazione del Territorio; DISAT - Università degli Studi di Salerno, Via Ponte don Melillo 1; [email protected] Abstract (in inglese) The purpose of this job is the experimentation and validation of a decisions support system (SSDS) for the Strategic Environmental Assessment (SEA) of the Town Urbanistic Plan (PUC) of a rural town. The model, that has been elaborate here, is separated in two macros categories of territorial analysis: the analysis of the plans of superior order and the bonds and the implementation of an experimental model for the excellent individualization of an industrial area. The first one represents the category defined of the "Bonds", the second of the "Territorial Propensities". As the same scheme we have individualized an optimal residential area and an optimal surface agricultural use. The model is developed “ad hoc” for each town in examination and has been supported by a series services conferences with the planners of the PUC and forum with the population and with the category’s associations with the purpose to individualize the shared strategies, you define 'visions', for the development of a participated plan. 1. Introduzione Lo scopo di questo lavoro è la sperimentazione e validazione di un sistema di supporto alle decisioni (SSDS) per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Urbanistico comunale (PUC) di un comune rurale. Tale modello prende spunto dalla ricerca scientifica nell’ambito dei sistemi informativi geografici sempre più visti non come semplice mosaico dell’analisi territoriale, ma come strumento valutativo complesso delle strategie territoriali. In particolare si è qui cercato di esaminare l’uso dei GIS nella Valutazione Ambientale Strategica come strumento di supporto alle decisioni. Il risultato del lavoro è parso molto soddisfacente, in quanto il modello ha permesso con ragionevole sicurezza di individuare le sensibilità dei sistemi presi in esame e le potenzialità degli stessi, nella individuazione di una allocazione ottima di un’area industriale, di una area residenziale ottima, e di una superficie uso agricolo ottima. Verranno quindi qui rappresentati due casi di studio, il primo riguarda il Comune di Casalbore, in provincia di Avellino; il secondo il caso di San Marco dei Cavoti, in provincia di Benevento. Si è cercato quindi di utilizzare nel processo di Pianificazione Urbanistica tecniche GIS, anche piuttosto semplici, evitando di creare modelli troppo complessi, cercando così di dare un metodo piuttosto elastico alla Pianificazione che migliori l’analisi del territorio, ed uno strumento che aiuti i policy makers nella fase delle decisioni. 2. Lo stato dell’arte in materia Nell’ambito dell’elaborazione di strategie di sviluppo territoriale, l’Unione Europea raccomanda di strutturare le politiche di settore secondo un approccio integrato, considerando il contesto fisico-spaziale come riferimento. Questo riguarda non solo le città e le aree urbane a scala territoriale, ma anche i centri storici minori.

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UN MODELLO INTEPRETATIVO COMPLESSO PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI DUE COMUNI RURALI Massimiliano Bencardino (1)Laboratorio Sistemi Informativi Geografici per l’Organizzazione del Territorio; DISAT - Università degli Studi di Salerno, Via Ponte don Melillo 1; [email protected] Abstract (in inglese) The purpose of this job is the experimentation and validation of a decisions support system (SSDS) for the Strategic Environmental Assessment (SEA) of the Town Urbanistic Plan (PUC) of a rural town. The model, that has been elaborate here, is separated in two macros categories of territorial analysis: the analysis of the plans of superior order and the bonds and the implementation of an experimental model for the excellent individualization of an industrial area. The first one represents the category defined of the "Bonds", the second of the "Territorial Propensities". As the same scheme we have individualized an optimal residential area and an optimal surface agricultural use. The model is developed “ad hoc” for each town in examination and has been supported by a series services conferences with the planners of the PUC and forum with the population and with the category’s associations with the purpose to individualize the shared strategies, you define 'visions', for the development of a participated plan. 1. Introduzione Lo scopo di questo lavoro è la sperimentazione e validazione di un sistema di supporto alle decisioni (SSDS) per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Urbanistico comunale (PUC) di un comune rurale. Tale modello prende spunto dalla ricerca scientifica nell’ambito dei sistemi informativi geografici sempre più visti non come semplice mosaico dell’analisi territoriale, ma come strumento valutativo complesso delle strategie territoriali. In particolare si è qui cercato di esaminare l’uso dei GIS nella Valutazione Ambientale Strategica come strumento di supporto alle decisioni. Il risultato del lavoro è parso molto soddisfacente, in quanto il modello ha permesso con ragionevole sicurezza di individuare le sensibilità dei sistemi presi in esame e le potenzialità degli stessi, nella individuazione di una allocazione ottima di un’area industriale, di una area residenziale ottima, e di una superficie uso agricolo ottima. Verranno quindi qui rappresentati due casi di studio, il primo riguarda il Comune di Casalbore, in provincia di Avellino; il secondo il caso di San Marco dei Cavoti, in provincia di Benevento. Si è cercato quindi di utilizzare nel processo di Pianificazione Urbanistica tecniche GIS, anche piuttosto semplici, evitando di creare modelli troppo complessi, cercando così di dare un metodo piuttosto elastico alla Pianificazione che migliori l’analisi del territorio, ed uno strumento che aiuti i policy makers nella fase delle decisioni. 2. Lo stato dell’arte in materia Nell’ambito dell’elaborazione di strategie di sviluppo territoriale, l’Unione Europea raccomanda di strutturare le politiche di settore secondo un approccio integrato, considerando il contesto fisico-spaziale come riferimento. Questo riguarda non solo le città e le aree urbane a scala territoriale, ma anche i centri storici minori.

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La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è stata introdotta dalla Direttiva Europea 42/2001/CE e recentemente recepita a livello statale dal D.Lgl. 3 aprile 2006, n. 152, riguardante le nuove Norme in materia ambientale, ed a livello regionale dalla L.R. Campania 22 dicembre 2004, n. 16, concernente le Norme sul governo del territorio. L’uso di supporti informatici alla pianificazione, e quindi anche alla redazione di valutazioni territoriali è ormai elemento diffuso nell’iter della pianificazione, meno lo è però lo sviluppo di modelli, sia per le difficoltà che i pianificatori tradizionali incontrano nell’uso di queste tecniche e delle scarsa sensibilità a trattare tali strumenti, che per un certo scetticismo sulla validità degli stessi. Si è ritenuto quindi di procedere ad una fase di sperimentazione di detti modelli nell’ambito di un Piano Urbanistico Comunale allo scopo di sviluppare, nell’ambito della redazione di una Valutazione Ambientale Strategica, un algoritmo che sia un supporto decisionale al pianificatore che abbia interesse a risolvere un problema di allocazione ottima, in questo caso specifico il problema è quello dell’allocazione di una area industriale. Lo stato dell’arte in materia è piuttosto variegato, perché il problema del “what if”, ‘cosa succede se faccio questo’ nasce con il nascere della pianificazione e dell’urbanistica, così come non vi è niente di nuovo nel trattare dati quali quelli utilizzati in questo lavoro; la novità è piuttosto rappresentata dall’utilizzo di tecniche su base GIS per problemi di Valutazione Ambientale Strategica. In particolare ci si è posti il problema di dove allocare una nuova area industriale tenendo conto di tutte le sensibilità ambientale, le propensioni territoriali ed i vincoli urbanistici. 3. La redazione del P.U.C. Questo tipo di modelli vengono realizzati a corredo della redazione del PUC, entrando quindi nelle diverse fasi di painificazione territoriale cercando di dare supporto ad una corretta elaborazione. Le diverse fasi nelle quali si può articolare la elaborazione del Puc richiedono metodi diversi a seconda del livello di dettaglio del piano e possono essere identificate come: • Elaborazione del piano considerando le ragionevoli alternative (compresa l’alternativa “zero”) alla

luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano. • Individuazione, descrizione e valutazione degli effetti significativi dell’attuazione del piano (e quindi

delle alternative) sull’ambiente. Si tratta della valutazione vera e propria degli impatti delle alternative • Redazione definitiva del piano che, a sua volta, conduce alla successive fasi di adozione, approvazione

e monitoraggio. Particolare cura va data alla fase di screening ambientale e ricerca della base dati da utilizzare, che sia essa completa, consistente ed accurata (Teti, 2004). Si cerca quindi qui di esporre in che modo strumenti e tecniche innovative possono inserirsi nella varie fasi di elaborazione del PUC, e di analisi critica delle specificità territoriali cercando appunto di offrire quello strumento di supporto alle decisioni che ci si prefigge di dare. In fase di elaborazione, la prima delle fasi descritte, il piano viene diviso in due macro categorie di analisi territoriale: 1) l'analisi dei piani di ordine superiore e dei vincoli sovracomunali; 2) l'implementazione di un modello sperimentale per la individuazione ottima di una area industriale. La prima rappresenta la categoria definita dei "vincoli", la seconda delle "propensioni territoriali". 3.1 I casi di studio Il modello che verrà qui presentato è quindi stato applicato a due contesti territoriali, simili, ma con peculiarità diverse l’uno dall’altro. Essi verranno qui di seguito analizzati nel dettaglio. Nel primo caso quindi parliamo di Casalbore (Av), un comune di 2.012 abitanti della provincia di Avellino. Il paese è situato a circa 601 metri di altitudine e fa parte della Comunità Montana dell'Ufita. Esso un comune lontano dalle grandi infrastrutture ed è a caratterizzazione soprattutto agricola come molti comuni dell’appennino meridionale.

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Ci si è occupati della ricerca di un’area di sviluppo residenziale ed una di sviluppo industriale1. L’altro caso presentato è il comune di San Marco dei Cavoti (Bn). Il comune è un comune del Fortore, area a dominante rurale-manifatturiera. E’ un comune di circa 3800m con un movimento migratori molto basso rispetto agli altri comuni della stessa area, che presentano un sostanziale e progressivo depauperamento della popolazione di diverse migliaia di residenti. Ciò può essere parzialmente giustificato dal fatto di essere un comune sul quale gravitano alcune attività industriali, in particolare ruotanti intorno al tessile, e ad una tipicità alimentare, quella del torroncino, che che da alcuni anni ha assunto una rilevanza nazionale. Il territorio presenta un carattere montano o pede-montano, con quote altimetriche che vanno mediamente per l’intero territorio dai 300m ai 1100m. Verrà mostrata la sola individuazione di una area industriale ottima per il comune di San Marco dei Cavoti (Bn). Il modello sviluppato ad hoc per il comune in esame è stato supportato da una serie conferenze di servizi con i progettisti del PUC2 e forum con la popolazione e con le associazioni di categoria al fine di individuare le strategie condivise(che saranno da qui espunti), al fin di giungere alle 'visioni', per lo sviluppo di una piano partecipato. 3.2 Modello proposto per la V.A.S. Nella fase di pianificazione territoriale è sempre necessario sviluppare metodi per l'identificazione di aree di espansione industriali e di nuova residenza. Fare questo in un modo ottimale è necessario una conoscenza profonda del territorio. Oggi, attraverso l'uso di specifico software è possibile perfezionare algoritmi per una pianificazione intelligente come la procedura di V.A.S. prevede (direttiva 42/2001 europeo; L.R. la Campania 16/2004), che tenga conto in maniera spaziale di tutta la legislazione vigente e che disegni delle prospettive spaziali dello sviluppo territoriale in maniera sintetica ma puntuale. Questi algoritmi sono perciò Sistemi di Supporto alle Decisioni Spaziali (SSDS). Essi si esprimono attraverso indicatori: variabili che servono ad esaminare i cambiamenti spaziali e/o puntuali. Non c'è ancora quindi una metodologia condivisa per la VAS, questo modello vuole perciò dare un contributo alla definizione di una metodologia convincente. Il modello ha contribuito alla creazione di scenari che danno la possibilità di ottimizzare la scelta, scegliendo fra le alternative previsto dal modello spaziale.

1 Il progetto è stato realizzato dagli ing. Massimiliano Bencardino, ing. Carmine Basco, ing. Gaetano De Nigris e il dott. Gennaro Florio per conto della Geosystems S.r.l. 2 Il gruppo di lavoro è costituito da: arch. Pellegrino Soriano per la progettazione urbanistica; arch. Maria Cerreta, arch. Pasquale De Toro, arch. Saverio Parrella, incaricati alla redazione della VAS; ing. Massimiliano Bencardino, ing. Carmine Basco, ing. Gaetano De Nigris, dott. Gennaro Florio, per la VAS e per il Sistema di Supporto alle Decisioni della VAS e per il GIS.

Fig. 1 – Quadro sinottico del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica

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4. Il caso di Casalbore (Av) Ai fini della creazione del Modello di Analisi per un SSDS (Sistema Supporto alle Decisioni Spaziale) per la Valutazione ambientale Strategica del Comune di Casalbore sono stati presi in considerazione i seguenti layer informativi:

- Strade principali - Edificato - Uso del suolo - Carta dell’Autorità di Bacino - Carta delle pendenze - Reticolo idrografico - Vincoli urbanistici (Regio tratturo, Ferrovia)

Il modello di Analisi (gigura 2) ha due obiettivi principali: si propone di individuare le aree con una destinazione più spiccatamente residenziale e le aree a maggiore propensione industriale, su scala comunale; ha quindi seguito lo schema qui di seguito evidenziato:

Fig. 2 – Modello di analisi applicato al Comune di Casalbore Gli elementi nella parte alta della figura 2 rappresentano i vincoli, mentre quelli nella parte bassa sono gli elementi che danno una propensione allo sviluppo di nuove aree. Il modello è basato su questi due gruppi fondamentali di dati, che rappresentano concettualmente il senso del modello. Infatti nel modello sopra presentato, i quadri programmatici in cui opera il Prg del Comune in esame rappresentano i vincoli di cui il Prg deve tenere conto (in questo caso la carta dell’Autorità di Bacino),

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a questi vanno aggiunti vincoli di natura ambientale, quali la carta delle pendenze, l’uso del suolo, il reticolo idrografico ed i vincoli urbanistici quali la ferrovia ed il Regio tratturo. Per l’idrografia è stata fatta una differenza fra i fiumi sottoposti a tutela dalla legge Galasso (L. 8/08/1985, n. 431) per una fascia di rispetto di 150 metri e gl'impluvii, esclusi dalla legge, per i quali si è fissato un limite di 20 metri arbitrariamente. Per le frane, si è fatto riferimento alla mappa dell'autorità di Bacino come ricordato; per le pendenze il territorio è diviso in quattro classi di inclinazione dal suolo più acclivo a quello meno acclivo. Per la geologia loro sono esclusi terrestri con una più alta propensione alle frane. Per l'uso del suolo i terreni di particolare interesse quali frutteti, vigneti, oliva-boschetti, pino boschi, boschi sono stati considerati come un vincolo. Sono stati inseriti come previsto dalla legge fasce che rispetto alla ferrovia, al cimitero ed il "regio tratturo." L'unione di tutti questi che informazioni hanno disegnato lo scenario dei vicoli presenti sul territorio. Per ciò che riguarda invece i layer informativi (Strade ed Edificato) essi sono stati usati in questo modello come elementi che danno indicazione sulla propensione allo sviluppo territoriale. Ma il modello ha due obiettivi quello di individuare un’area di sviluppo residenziale ed una di sviluppo industriale; le strade rappresentano le direttrici principali di espansione in entrambi i casi; ma mentre per l’espansione urbanistica l’edificato rappresenta un elemento di propensione alla edificazione perché concettualmente nuove aree saranno sempre prossime all’edificato presente, sia per motivi di prossimità che per i costi dovuti alla urbanizzazione primaria ed i sottoservizi, per l’individuazione di una nuova area industriale l’edificato stesso rappresenta un vincolo. Attraverso quindi semplici funzioni di masking si è proceduto alla esclusione di aree che rappresentano un vincolo assoluto per il Prg, alle altre invece è stato associato un peso che rappresenta il livello di recettività della singola area per l’intervento preso in considerazione. Attraverso invece le funzioni di buffer ed i concetti dell’analisi probabilistica di Bayes e la logica fuzzy si è creato un modello di propensione allo sviluppo indicando quindi della soglie di distanza che classificano il territorio in funzione del dato d’origine. Ad esempio si è dichiarato che alla distanza di 50m da una strada vi è un propensione più alta a costruire una nuova zona residenziale che non a 200m. Attraverso funzioni di overlay topologico pesato si è quindi creato uno ‘scenario’ da sottoporre alle scelte dell’amministrazione comunale. Le aree che in questi scenari hanno un coefficiente maggiore rappresentano quelle maggiormente indicate; è quindi una valutazione quali-quantitativa della propensione e quelle che danno un minore impatto territoriale. Quindi il modello è stato applicato creando delle carte che rappresentano dei vincoli veri e propri, dei quali va tenuto conto, e vengo esclusi dalla aree di ricerca della nostra area ottima, e il resto del territorio è classificato in funzione delle caratteristiche che maggiormente ci interessanto. In questo caso di analisi semplificata, dalle strade selezionate è stata quindi generata una mappa di propensione alla edificabilità. E’ stato sostenuto che la maggior vicinanza alle strade rappresenti un elemento di propensione all’edificabilità. Questa ha origine dalle fasce di vicinanza alle strade suddette, secondo la seguente classificazione:

Distanza: Classe: 0 – 50 m Alta propensione 50 – 100m Medio-alta 100m – 150m Media 150m – 200m Medio-bassa > 200m Bassa

Tab. 1 – Propensione delle strade

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Stesso ragionamento è valso per quanto riguarda il tessuto urbano. Il territorio è stato classificato in aree a diversa propensione alla edificabilità, secondo le seguenti classi di distanza dall’edificato ad oggi presente.

Distanza: Classe (caso a): Classe (caso b): 0 – 20 m Fascia di rispetto Fascia di rispetto 20 – 70m Alta propensione Bassa propensione 70 – 120m Medio-alta Medio-bassa 120m – 170m Media Media 170m – 220m Medio-bassa Medio-alta > 220m Bassa Alta

Tab. 2 – Propensione dell’abitato Questo indicatore però può assumere due diversi significati nel modello di analisi. Se siamo in cerca di una area residenziale (caso a, tab 2) allora la vicinanza con l’abitato esistente ha una serie di vantaggi in termini di collegamento ai sottoservizi e di creazione di un aggregato urbano. Se siamo invece alla ricerca di una area industriale (caso b, tab. 2), allora questo indicatore ha tutt’altro significato perché la vicinanza del centro abitato rappresenta un vincolo. Verranno quindi qui di seguito mostrati due scenari che questa diversa scelta dell’indicatore comporta, con una classificazione del territorio in termini di propensione territoriale all’accoglienza dell’are di progetto molto diversa tra i due casi (figure 3 e 4).

Pr

Fig. 3 – Carta delle propensioni alla realizzazionedi un’area residenziale

er quanto riguarda il primo scenario, fig. 3, è ben evidisultino aree con una più alta propensione ad un nuovo

Fig. 4 – Carta delle propensioni alla realizzazionedi un’area industriale

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ente come alcune aree in prossimità del centro abitato sito residenziale, laddove non sono presenti rischi e o

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naturalità da proteggere, e altre due aree vengono individuate nel nord del territorio, lungo le arterie principali. Per il secondo scenario, in cui si ricerca un sito per un’area industriale vengono proposte, alcune aree del territorio, in base ai criteri sovraesposti, lungo le direttrici principali, ma ben lontane dal centro abitato. Il metodo complessivamente risponde alle caratteristiche richieste. 5. Il caso di San Marco dei Cavoti (Bn) Il modello di analisi assunto in questo lavoro al fine di perseguire la valutazione ambientale delle varie potenzialità di trasformazione del territorio del Comune di San Marco dei Cavoti, è un metodo MCMD (Multi Criteria Metod Decision) e nella fattispecie il metodo AHP. Tale metodo permette di risolvere problemi non strutturati, scompone il problema secondo una struttura gerarchica (composta di obiettivi (goals), criticità e alternative), e definisce quindi il contributo di ogni componente alla decisione finale; questo approccio rappresenta una metodologia compensativa, poiché il contributo di ogni componente viene soppesato congiuntamente ad ogni altro. In pratica a dispetto di una somma algebrica dei “pesi” che ogni fattore di pressione può contribuire a dare alla componente ambientale, tale modello tiene conto di una logica compensazione dovuta alle illogicità o incongruenze che una scelta ponderale può comportare. La risoluzione di un problema di valutazione attraverso la metodologia AHP passa attraverso tre passi fondamentali:

1. Decomposizione del problema 2. Giudizi comparativi 3. Sintesi gerarchica

Al fine della creazione del Modello dell'Analisi per un SSDS (Sistema dell'Appoggio della Decisione Spaziale) per la VAS del Comune di San Marco dei Cavoti sono stati considerati gli strati informativi e seguenti:

- Strade principali - Gli edifici - L’uso del suolo - Carta dell'autorità di Bacino - I pendii - La rete idrogeologica - Vincoli urbanistici (cimiteri….)

Il modello dell'Analisi ha tre obiettivi principali: vuole individuare aree con una maggiore propensione industriale. Il modello è basato su due gruppi fondamentali di dati che concettualmente rappresentano il senso del modello. Nel modello le tavole programmatiche quali il PUC, il PTCP o la carta dell'autorità di Bacino rappresentano dei vincoli di progetto, a questi devono essere aggiunti, vincoli ambientali, oppure vincoli quali la carta dei pendii, la carta dell'uso di terra, vincoli idrogeologici e vicoli urbanistici. Elementi come le caratteristiche territoriali, l’urbanizzazione, l’accessibilità, la messa a sistema, la naturalità, rappresentano invece le propensioni territoriali. Questi che ora sono solo degli obiettivi di progetto del pianificatore devono essere tradotti in numeri. E’ stato affermato che il primo punto importante di una progettazione intelligente e riproducibile attraverso un modello di analisi è la scomposizione del problema Il problema viene scomposto in:

• Obiettivi (goals) • Criteri • Alternative

Attraverso il modello A.H.P. è possibile valutare l’importanza relativa delle alternative rispetto ai singoli criteri ed all’obiettivo. Con il modello AHP è possibile prevedere anche più livelli di criteri, infatti i criteri generali possono anche essere scomposti in criteri specifici. Nel nostro caso il criterio generale è l’individuazione di una locazione ottima dell’area industriale. Questo passa attraverso il rispetto delle componenti ambientali, attraverso dei principi generali: le caratteristiche territoriali, l’urbanizzazione, l’accessibilità, la messa a sistema, la naturalità. Le alternative non sono nient’altro che confronti a coppie tra le componenti, come mostrato qui di seguito:

dove:

Il risultato finale che produce l’analisi AHP è una gerarchia dei pesi dei singoli criteri e la combinazione lineare di questi ai fini di raggiungere l’obiettivo prefissato:

Quindi in virtù dei pesi che si ritiene di assegnare il modello disegnerà diversi scenari alternativi. I pesi saranno il rislutato di una discussione collettiva quindi lo scenario che verrà fuori a valle sarà uno scenario condiviso. In ogni analisi AHP è necessario sempre fare una verifica di consistenza della matrice impostata, per fare ciò si verifica l’indice CR (Consistency Ratio): CR = CI / RI dove:

dove λ* = autovettore principale normalizzato. 9

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La struttura dati elaborata per la valutazione delle potenzialità produttive del Comune di San Marco dei Cavoti prevede l’utilizzo di cinque macro-criteri di natura ambientale:

1. Urbanizzazione: in cui sono evidenziate le caratteristiche urbanizzative, locative sia residenziali che industriali esistenti e la viabilità.

2. Caratteristiche del territorio: sono sviluppate soprattutto attraverso la permeabilità dei terreni, il grado di sismicità, e la stabilità degli stessi.

3. Accessibilità: E’ la distanza dalle strade principali

4. Messa a sistema: E’ la vicinanza alle aree produttive esistenti.

5. Naturalità: E’ un parametro che tiene conto dell’uso del suolo, della rete ecologica, e del paesaggio.

Quindi il modello è stato così strutturato attraverso la seguente sintesi gerarchica, rappresentata in figura 5, così come esaminato fin’ora dove sono ben evidenziati i due raggruppamenti fondamentali dei dati, vincoli e propensioni ed i macrocriteri di natura ambientale evidenziati:

Fig. 5 – Sintesi gerarchica del modello di SSDS per la VAS In alto è rappresentato l’obiettivo ossia aumentare la potenzialità produttiva, questo lo si persegue attraverso il criterio evidenziato dalla complessità del modello. Le alternative progettuali sono rappresentate dalla capacità di sviluppare più scenari diversi a seconda dei pesi che si ritiene di assegnare ad ogni componente ai fini della produttività. Il pianificatore, in pratica, da solo o possibilmente interrogando quanto più la comunità locale potrà sviluppare diversi scenari a seconda della componente ambientale, territoriale, economica che la comunità ritiene di tutelare maggiormente. Tutti questi criteri sono a base dell’analisi con la metodologia AHP su base georefernziata, una volta ottenuto il risultato su base GIS del modello di valutazione ad esso vengono sottratte tutte quello aree del territorio comunale che sono vincolate in qualche modo. Il risultato sarà una carta delle propensioni alla individuazione delle aree industriali ottime.

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L’ elenco dei macro-criteri considerati e del modello di analisi basato sulla metodologia AHP sono esposti nella seguente tabella:

Urbanizzazione Caratteristiche del territorio

Accessibilità Messa a sistema Naturalità

Urbanizzazione 1 1/3 1/5 1/5 1/3

Caratteristiche del territorio

3 1 1/2 1/2 1

Accessibilità 5 2 1 1 2

Messa a sistema 5 2 1 1 2

Naturalità 3 1 1/2 1/2 1

Tab. 1 Elenco dei criteri del modello AHP Per ognuno dei macro-criteri esposti viene realizzato un sotto-modello AHP, attraverso i parametri prima evidenziati, che in questa sede non vengono riportati per motivi di sinteticità. Ai suddetti criteri vengono assegnati dei pesi relativi, in funzione del grado di potenzialità produttiva. Tali pesi sono elaborati su base spaziale. Criteri Pesi Urbanizzazione 0,0578 Caratteristiche del territorio 0,1609 Accessibilità 0,3102 Messa a sistema 0,3102 Naturalità 0,1609

dove CR = 0,0012 (Saaty raccomanda che questo valore sia CR > 0.1) I pesi vengono quindi ad equilibrare nello schema gerarchico il contributo dei vari criteri adottati, così come si può notare nella sintesi gerarchica del modello nella precedente figura 5. Il risultato è evidenziato nella seguente cartografia (fig. 6), dove è possibile stabilire con una gradualità di colori e di numeri il grado di propensione alla locazione di una zona industriale. La carta divide il territorio in cinque fasce di analisi, dove il verde rappresenta una alta potenzialità ed il rosso una scarsa potenzialità. Come è bene evidenziato il modello presenta anche diversi “buchi” o aree a cui non è assegnato nessun peso, questo è dovuto al fatto che diverse porzioni di territorio non sono classificabili in quanto escluse proprio dalla valutazione poiché rappresentano quelli che sono dei vincoli territoriali, imposti dalle leggi urbanistiche vigenti e da i piani di ordini superiori che vanno ad escludere, come evidenziato in fig. 5, quali le aree a vincolo idrogeologico, i boschi, le aree a rischio frane, le fasce fluviali e tutti quegli elementi urbanistici o del paesaggio che debbono essere esclusi in una localizzazione di una area industriale. Si è addirittura tenuto anche conto nella caratteristica “Paesaggio” dei punti di particolare pregio ambientale, assegnando un peso alle aree che risultano comprese nei coni di prospettiva.

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Fig. 6 – Potenziale produttivo territoriale del comune di San Marco dei Cavoti (Bn) 6. Conclusioni Il metodo appare piuttosto compesso seppur nella sua semplicità, ma di grande utilità ai pianificatori, perché ad oggi un pianificatore che voglia tener conto di tutti i vincoli ambientali e tener conto di questi su base spaziale non si può esimere dall’utilizzare modelli di analisi quali quelli esposto. I risultati inoltre appaiono piuttosto soddisfacente, e per il riscontro che questo lavoro ha avuto sulle comunità locali, e per i risultati dello stesso. Il metodo presentato ci permette di individualizzare, attraverso un modello solido che considera tutte gli aspetti ambientali di cui dover tener conto in forza su un territorio, in un rapido ed automatico modo le aree di criticità di un territorio e anche le aree con una più grande propensione all’ubicazione di un nuovo sito residenziale, industriale o commerciale. Perciò il modello costituisce un supporto alle decisioni dei policy makers, perché esso non fornisce una soluzione univoca ma fornisce una tolleranza del territorio all'intervento, accogliendo quindi ciò che indica la normativa europea contempla, ossia la possibilità di prevedere più alternative e più scenari. Comunque il modello ancora risulta incompleto perché esclude altri aspetti che possono essere presi in esame in una analisi di questo tipo, non riproducibile tout court ma che deve sempre essere contestualizzata al territorio, ma esso può rappresentare una buon metodologia. Il risultato esposto in fig. 6 per San Marco (così come nelle figure 3 e 4 per Casalbore) è perfettamente congruente con quello che ci si aspettava, l’area con una maggiore propensione alla locazione di questa

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nuova area industriale cade proprio nella zona in cui è presente una vecchia area industriale; per cui per quanto questa valutazione non rappresenta elementi di novità e di discontinuità con quello che era stato già realizzato, si può essere fiduciosi della bontà del modello proprio perché tale modello si pone in accordo con elementi valutativi da parte dei progettisti del vecchio piano, che non sono mutati nonostante si sia usato un metodo analitico informatizzato. A questo però vengono aggiunte altre aree che sembrano risultare ottime per la realizzazione di una nuova zona residenziale. In particolare a nord del centro abitato dove, vuoi per la particolare posizione geografica non particolarmente impattante, vuoi per la vicinanza ad una rete di collegamento, vuoi per la distanza da aree di particolare pregio o pericolosità ambientale, vi è un’area in cui è possibile realizzare un impianto industriale. Probabilmente le scelte del progettista propenderanno per una localizzazione a ridosso dell’area industriale esistente, sia per ridurre i costi di prima urbanizzazione, sia per favorire la nascita di un polo industriale del tessile tutto localizzato nella stessa area. Si è quindi riusciti in questo particolare caso a far collimare interessi industriali di riduzione delle spese con interessi collettivi di riduzione degli impatti per cui tale caso di studio può risultare un buon esempio di pianificazione. Riferimenti Bibliografici BENCARDINO M. “Un modello intepretativo complesso per la Valutazione Ambientale Strategica del Piano Urbanistico Comunale di San Marco dei Cavoti (Bn)”. Atti della 10th Conferenza italiana utenti ESRI 2007. Roma 18-19, aprile, 2007.

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