Ferrara: Valorizzazione del Patrimonio Culturale di una Diocesi

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Ferrara: Valorizzazione del Patrimonio Culturale di una Diocesi

Figura 1: Facciata della Cattedrale di San Giorgio

A Cura dell’Associazione Culturale Minerva

(Tommaso Saccone, Cristiana Margherita)

Il progetto è sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Storia,

Cultura e Civiltà di Ravenna. La direzione scientifica è quindi affidata

dall’Associazione Minerva al Professor Maurizio Tosi (Docente di

Paletnologia presso l’Università di Bologna)

In collaborazione con la Cooperativa Il Laboratorio

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Premessa

Durante gli ultimi dieci anni, grazie al massiccio sviluppo delle tecnologie digitali, è mutato il

metodo con cui il visitatore accede al Patrimonio Culturale. Oggi, utilizzando Internet, l’utente,

prima di mettersi in viaggio, ha la possibilità di informarsi sull’offerta culturale del determinato

territorio che desidera visitare, in questo modo egli può valutare quali sono gli elementi

culturali dal valore eccezionale e strutturare così la propria visita. I manager del Patrimonio

Culturale devono assolutamente tenere in considerazione questa nuova rivoluzione

dell’informazione tradizionale. Un ente che, comprendendo questo fenomeno, sviluppa un

sistema efficace nella comunicazione delle proprie informazioni culturali, grazie alle moderne

tecnologie digitali, avrà la possibilità di moltiplicare esponenzialmente il suo mercato.

Attraverso questo lavoro si desidera rendere la Diocesi di Ferrara e Comacchio competitiva con

i principali Enti Culturali presenti nel territorio regionale dell’Emilia Romagna.

Moltissimi enti locali e nazionali hanno provato a sviluppare sistemi innovativi per la

comunicazione di queste informazioni, ma il risultato è stato, in molti casi, pessimo. Spesso

sono ingaggiate aziende di grafica Web che creano siti splendidi dal punto di vista grafico, ma di

scarsa utilità per quanto riguarda la gestione del Patrimonio Culturale e della documentazione

scientifica ad esso legata. Non è possibile infatti evitare che ad occuparsi di un lavoro di tale

complessità sia una persona formata nel settore archeologico o storico-artistico1. Deve essere

considerata in modo meno superficiale la parte di reale importanza e cioè quella legata al dato

scientifico contenuto sia nel Patrimonio Culturale che in quello naturalistico. E’ inutile stupire

con stupende scenografie virtuali senza possedere i contenuti a carattere culturale.

Entrando nello specifico non mi è possibile considerare l’allestimento di una o più sale del

Museo della Cattedrale senza prima conoscerne, in modo approfondito, il Patrimonio Culturale

conservato sia nei magazzini che nell’intera Diocesi di Ferrara. Al contrario è possibile analizzare

l’attuale allestimento rilevandone i punti deboli che, grazie alle nuove strategie di

comunicazione, possono divenire gli elementi di spicco della nuova esposizione del museo. Le

nuove tecnologie digitali forniscono un’infinita gamma di possibilità per la valorizzazione del

1Un esempio è il Sito Nazionale del Turismo, dove è molto curato l’aspetto grafico ma non c’è nessuna attenzione

particolare al valore scientifico e culturale dell’informazione data.

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Patrimonio Cultural esposto. Un grande lavoro in questo senso è stato svolto presso il Museo

Nazionale di Ferrara per quanto riguarda i lavori archeologici svolti a Spina.

L’esperienza di Heritage On-Line

L’idea che dà vita al progetto “Heritage On-line” si basa sulla costituzione di una piattaforma

web creata per la condivisione e la valorizzazione delle informazione archeologiche, storico-

artistiche e culturali in genere, in modo da aumentare la promozione del Patrimonio Culturale

dell’Italia e non solo. Il progetto non nasce per essere legato ad un luogo circoscritto, MA PER

ANALIZZARE UN QUALSIASI FENOMENO CULTURALE DI UNA QUALSIASI NAZIONE E

DOCUMENTARE LO STESSO ATTRAVERSO LA PUBBLICAZIONE DEI DATI DESUNTI DAL LORO

STUDIO.

La piattaforma è implementabile e modificabile secondo le esigenze dell'ente,

dell'Associazione o del Museo che intende usufruire del suo servizio. E' facilmente fruibile da

ogni utente, ed efficace nella comunicazione vista la sua naturale visibilità su Internet e Social

Network. Ogni pagina della piattaforma Heritage On-line è condivisibile dagli utenti tramite i

più importanti Social Network, dove sono già disponibili i profili della stessa

(Twitter ;Facebook).

Ad oggi sono stati inseriti i lavori sviluppati dall’Associazione Culturale Minerva (Poggio San

Marcello,Lido Silvana,Maiolo), e la documentazione relativa alle missioni archeologiche del

Professor Maurizio Tosi.

Il primo test è stato l’acquisizione della documentazione del “Progetto di Valorizzazione del

Patrimonio Culturale di Poggio San Marcello (AN)”, realizzato dall’Associazione Culturale

Minerva. I Punti di Interesse (POI), relativi al Patrimonio Culturale del borgo marchigiano, sono

stati posizionati su una cartografia satellitare e caratterizzati con le informazioni relative ad

ogni edificio storico o evidenza archeologica. Sono stati così condivisi, oltre ai testi, anche le

gallerie fotografiche, i rilievi topografici e la documentazione relativa ai materiali ceramici

rinvenuti durante i lavori di pulizia della Grotta della Cripta di San Nicolò e della Grotta dell’Ex

Ambulatorio.

Grazie all'interesse dimostrato da parte del Professor Maurizio Tosi, docente ordinario

dell'Università di Bologna, è stato possibile inserire nel sistema il suo archivio personale

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composto da tutte le informazioni di carattere archeologico e culturale che sono state raccolte

nel corso della sua carriera straordinaria. L’archivio è essenzialmente composto da tre nuclei

(gli estratti, la documentazione di scavo, l’archivio fotografico) relativi ai seguenti Stati:Arabia

Saudita, Baharain, Cambogia, Canada, Egitto, Emirati Arabi, Grecia, India, Iran, Italia, Libano,

Mongolia, Oman, Pakistan, Palestina, Qatar, Qwait, Spagna, Turchia, Turkmenistan, Regno

Unito, Yemen. In data 12-11-2013 le fotografie gestite dal sistema sono oltre 15.000.

Un altro obiettivo che si propone “Heritage On-line” è di utilizzare i codici QR per la fruibilità

delle informazioni da parte del pubblico, tecnologia che è a costo zero (sia nella fase di

produzione che in quella d’impiego) e utilizzabile allo stesso tempo da più persone; inoltre

proponiamo l’utilizzo di Tour Virtuali e filmati didattici per catturare l’interesse del turista, che

quasi mai è un esperto del settore. Grazie all’utilizzo di sistemi digitali sarà possibile inoltre

eliminare i costi di archiviazione del supporto cartaceo o fotografico aumentando la qualità del

lavoro.

Il progetto Heritage On Line, precedentemente descritto, è stata la prima elaborazione di un

sistema di archiviazione simile ed ha fornito ottimi risultati con dei costi assolutamente

contenuti.

Il sistema è stato valutato in modo positivo dalla Dott. Barbara Cerasetti e adottato dal

progetto del Dipartimento di Storia Culture e Civiltà relativo al Murgab (Turkmenistan) per la

fruizione di tutti i dati acquisiti dal progetto decennale.

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Base Dati di Partenza

Per sviluppare un sistema ad hoc per la diocesi di Ferrara è necessario sviluppare una “base

dati di partenza”che contenga in primo luogo: l’”Archivio Fotografico”, l’”Archivio delle

Pubblicazioni” e l’”Archivio Disegni”, liberamente accessibili. Inoltre andranno sviluppati alcuni

database per lo studio, con metodologia ben precisa, del Patrimonio Culturale della diocesi: il

“database dei reperti esposti al museo” e il “database degli edifici ecclesiastici” presenti sul

territorio diocesano. Questi due database dovranno interfacciarsi, cioè utilizzare dati comuni,

fornendo così la possibilità di eseguire indagini complesse. Questo sistema è stato testato

nell’ultimo anno in Oman dando risultati eccellenti: il reperto non è così decontestualizzato dal

proprio luogo di provenienza e dalla sua documentazione di riferimento. I database, al contrario

degli archivi, non saranno liberamente accessibili e consultabili solo dal personale del Museo

cui sarà fornito un nome utente ed una password per accedere ai dati riservati. Sin da subito

pensiamo sia necessario creare una postazione di lavoro, presso gli uffici della Diocesi, dove

caricare i dati ad alta risoluzione, necessari per lo sviluppo di nuovi lavori sul Patrimonio

Culturale.

Parallelamente alla creazione della nostra “base dati” va avviata anche la creazione di

un’applicazione web, il nostro “contenitore d’informazioni”. Per fare ciò utilizzeremo un CSM

(Joomla), molto semplice da usare, che fornisce la possibilità di caratterizzare il sito secondo le

esigenze che man mano si presentano. Questo crescerà di contenuti man mano che aumenta lo

spessore della “base dati”. Sin da subito va sottolineato che i contenuti che vi verranno

pubblicati dovranno fondamentalmente essere scritti nella lingua italiana e in quella inglese, in

questo modo da essere realmente aperti alla Comunità Europea ed Internazionale.

Gli Archivi Liberamente Consultabili

Archivio Fotografico

Le immagini, quando possibile, vanno acquisite dai negativi ad elevata risoluzione (Jpeg a

2400 dpi) e poi ridotte per la gestione on line. Per tale gestione delle immagini il progetto

Heritage On Line ha utilizzato Flickr, sistema creato da Yahoo, che fornisce 1 TB di spazio per

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conservare e condividere le proprie immagini. La piattaforma Heritage On Line conserva al

momento circa 15000 immagini utilizzando meno dell’1% dello spazio a disposizione.

Archivio delle Pubblicazioni

Desidero impostare quest’archivio come una sorta di Bibliografia consultabile con oggetto la

Diocesi di Ferrara. Questo lavoro è indispensabile per l’elaborazione di qualsiasi progetto futuro

sul patrimonio diocesano e sul territorio ad essa legato. E’ molto utile rendere accessibile agli

utenti la copia digitale di queste pubblicazioni e per fare questo è consigliabile utilizzare sistemi

come Dropbox (la versione gratuita concede 2GB di spazio o Google Drive).

Archivio dei Disegni

E’ necessario sviluppare quest’archivio elaborando due sottogruppi: materiali conservati e

rilievi planimetrici degli edifici ecclesiastici. Il primo gruppo sarà gestito con Flickr, proprio come

le fotografie, mentre il secondo gruppo sarà gestito con sistemi GIS (Allegato 1). Per sviluppare

questo sarà necessaria la Carta Tecnica Regionale della provincia di Ferrara.

Sarebbe interessante coinvolgere in questo segmento del progetto tutti i Comuni della

diocesi, ampliando l’oggetto di analisi anche all’architettura civile così da arricchire il piano

urbanistico provinciale dell’elemento culturale, spesso tralasciato dai lavori urbanistici.

Inoltre sarà riutilizzato il database degli edifici come tabella degli attributi, così da non

decontestualizzare i disegni archiviati.

I Database accessibili solo con le credenziali (ID e password fornite ai Funzionari del Museo)

Database dei Reperti

L’impostazione di questo Database serve innanzitutto ad uniformare le conoscenze relative al

Patrimonio Culturale conservato presso il Museo; in secondo luogo serve anche a creare un

modello per la gestione dei cartellini utilizzati nell’esposizione dei materiali. Spesso l’aspetto dei

cartellini viene, erroneamente, considerato poco importante: essi invece forniscono la sola

informazione cui il visitatore può accedere una volta arrivato nel museo e devono dunque

essere sempre presenti fornendo informazioni esaurienti.

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Utilizzando le Tabelle di Google per elaborare il database è possibile visualizzare i dati con i V-

Card, un particolare formato originariamente pensato per i biglietti da visita elettronici. Questa

tecnologia risponde in modo eccellente al bisogno che un museo ha per uniformare i dati

proposti nell’allestimento. Questo sistema permette di inserire delle immagini nei singoli record

utilizzando i Codici QR, particolari codici che possono codificare un web link in un’immagine. In

questo modo è possibile fornire al visitatore una moltitudine di contenuti senza però

appesantire l’allestimento del museo.

Database degli Edifici

Altra importante funzione del database di Google è di registrare le informazioni geografiche

(latitudine e longitudine) e visualizzare i dati inseriti su cartografia satellitare. Per utilizzare al

meglio questa funzione elaborerei il secondo database, quello relativo ai singoli edifici che

uniformerà le conoscenze sul territorio della diocesi portando lo stato della documentazione ad

un livello di completezza. Questa funzione di elaborazione di carte satellitari fornirà la

possibilità, in base ai dati inseriti nel database, di produrre in modo molto semplice carte

tematiche di differente natura.

Analisi dell’attuale allestimento

Per comodità si differenzia l’allestimento in tre parti: Chiostro, Piano Terra e Piano Rialzato.

Chiostro

Il chiostro è scandito da

colonne in marmo e da archi a

tutto sesto, al centro è presente

un pozzo.

Quello dei pozzi è un contesto

archeologico interessante e

spesso ricco di reperti ceramici.

Essi erano utilizzati, in antico,

per attingere l’acqua dai pozzi.

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Attualmente l’ambiente è completamente estromesso dall’allestimento del museo, ma

potrebbe, in modo molto semplice, essere utilizzato per introdurre il Museo e la storia della

Diocesi al visitatore. Per fare questo utilizzerei dei pannelli in alluminio che raccontino, su due

lati, la storia dell’edificio che ospita il Museo (Convento di San Romano) e della città di

Ferrara.Gli altri due lati del chiostro potrebbero invece essere utilizzati per raccontare la storia

della Diocesi di Ferrara dalla prima cristianizzazione del territorio sino al Rinascimento.

I dati necessari per delineare questa presentazione sono composti da immagini, rilievi

planimetrici, filmati illustrativi e brevi testi. Le immagini devono raccontare la nostra storia, i

testi devono essere essenziali e scritti nella lingua italiana e in quella inglese. Gli

approfondimenti, almeno uno per tema, saranno pubblicati sul sito che contiene l’archivio, al

quale il visitatore potrà accedere direttamente con il proprio Smart-Phone grazie ai QR code.

I filmati illustrativi potranno essere di due tipi: dalle normali riprese degli edifici e del

territorio diocesano fino ai filmati ottenuti grazie alle elaborazioni 3D, di grande impatto nel

visitatore.

Importante sottolineare che la gran parte dei contenuti necessari sono presenti nella

Documentazione Base di Partenza precedentemente descritta: quello che serve è

semplicemente un lavoro di editing dei contenuti.

Piano Terra

In quest’ambiente è esposto l’elemento di maggior pregio dell’intero museo: la serie di fregi

che decoravano gli accessi alla Cattedrale di San Giorgio.

L’allestimento è discreto: i testi descrittivi sono un po’ troppo lunghi e dispersivi e dunque il

visitatore non è certamente invogliato a leggere il fitto testo di presentazione. Valuterei la

possibilità di alleggerire la parte testuale dando maggior rilievo alle immagini ed ai disegni. Il

lungo testo potrebbe essere proposto al visitatore come un approfondimento, sempre

accessibile con il dispositivo mobile dell’utente.

Inoltre si potrebbe utilizzare un filmato elaborato su modello 3D della Cattedrale2 per

mostrare come questa si doveva presentare in antico. Il modello 3D servirà anche per produrre

delle immagini ad alta risoluzione che serviranno a far comprendere dove era posto ciascun

fregio. 2 Esempio elaborazione 3D:”Il Castello di Rontana”. A Cura del Dottor Massimiliano Montanari.

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Quest’ambiente dovrebbe inoltre ospitare altri due studi: uno sui dipinti ed uno sulle statue

che abbelliscono la Cattedrale. Sarebbe auspicabile spostare in un altro ambiente i paramenti

liturgici, introducendo altri oggetti legati alla storia della Chiesa di Ferrara. Questo però potrà

essere considerato in modo più puntuale solo dopo aver studiato i materiali conservati nel

magazzino del Museo.

Piano Rialzato

Il Piano Rialzato risulta essere la parte meno curata dell’allestimento: vi trovano spazio alcuni

busti e dei volumi miniati.

I busti sono poco contestualizzati e non se ne comprende la provenienza. Alcuni pannelli

illustrativi aiuterebbero a mostrare la loro storia, la loro committenza e le maestranze che li

hanno prodotti.

Sempre in quest’ambiente troviamo in allestimento alcuni volumi, tra cui dei messali antichi.

Essendo dei libri, ovviamente, è possibile mostrare una sola pagina ai visitatori. Per migliorare

dunque la loro esposizione e la loro comprensione sarebbe sicuramente utile proiettare le

fotografie, in alta risoluzione, delle singole pagine utilizzando come audio la registrazione di

qualche brano tratto dai volumi stessi, cantato magari dal coro della Cattedrale. Proporrei

inoltre l’inserimento di alcuni pannelli illustrativi che mostrino il lavoro dei monaci amanuensi

nel tramandare la cultura. Inoltre renderei disponibile sul sito internet i cataloghi, sempre in

alta risoluzione, dei singoli volumi e la loro trasposizione in Italiano dei contenuti.

Conclusioni

I mezzi di comunicazione, grazie ad internet, ed ai Social Network, hanno subito una brusca

evoluzione.

Per risultare un museo moderno e al passo con queste tecnologie è necessaria la creazione di

un profilo su i più importanti Social Network (Facebook e Twitter). Questi servono sia a portare

le informazioni più essenziali agli utenti (come gli orari di apertura, i giorni di chiusura del

Museo ed eventuali visite guidate). Inoltre questi sistemi sono utili per rendere pubblici gli

aggiornamenti che caratterizzano il Sistema di gestione dati del Museo. Se il lavoro viene

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eseguito con metodo gli aggiornamenti, quanto meno nei primi otto mesi, saranno anche

giornalieri.

Per concludere, nella parte pubblica del Sistema Web creato, sarà predisposta un’area

riservata alla pubblicizzazione degli eventi pubblici promossi dal Museo. Oltre ai testi ed

immagini sarà possibile condividere, per intero, eventuali convegni, relazioni o presentazioni di

libri o di nuovi lavori riguardanti il Museo.

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Ferrara: Valorizzazione del Patrimonio Culturale di una Diocesi (Allegato 1)

Le evidenza culturali documentate con i Sistemi Informativi Geografici (GIS)

A Cura di:

Dottor Tommaso Saccone

Dottoressa Cristiana Margherita

Introduzione

I Sistemi Informativi Geografici (GIS) consentono di arricchire l’elemento cartografico di tutte

quelle informazioni derivanti dall’analisi dei differenti elementi che interessano lo spazio dato,

divenendo uno strumento fondamentale per valutare, analizzare e rappresentare ogni tipo di

fenomeno geografico - spaziale, incluso quello archeologico.

Il Dato Geografico

Il dato geografico presenta caratteristiche specifiche rispetto agli altri tipi di dati perché

l’informazione che contiene è caratterizzata da una specifica posizione nello spazio e nel

tempo.

L’uso dell’informazione geografica e della sua rappresentazione sul territorio tramite mappe

si è rivelato fin dai tempi antichi uno strumento insostituibile per conoscere, descrivere e

visualizzare vari aspetti del mondo circostante.

Le attuali tecnologie GIS hanno offerto l’opportunità di poter manipolare quantità molto

vaste d’informazioni geografiche potendo così capire le effettive relazioni che possono esistere

tra di esse.

Peculiarità dei Software GIS

Una delle caratteristiche peculiari che distinguono un software GIS da altri programmi grafici,

in particolare i CAD, è la capacità di utilizzare in modo integrato dati geografici e dati

alfanumerici, lavorando con database spaziali sui quali operare analisi e ricerche di vario tipo e

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complessità. A ciascuno degli oggetti geografici presenti nel database possono essere associati

dati descrittivi.

Sinteticamente si può dire che i CAD sono strumenti che lavorano esclusivamente su

informazioni geografiche, sono utili per la rappresentazione geometrica della realtà, mentre i

GIS, permettendo di combinare informazioni geografiche con dati alfanumeriche, danno la

possibilità di analizzare ed interpretare la realtà.

Il GIS in campo archeologico

All’interno del panorama archeologico, la scelta di Software di questo tipo ha permesso di

migliorare lo scambio d’informazioni tra la parte cartografica e quella alfanumerica,

consentendo di individuare altre e più articolate risposte al tema dell’organizzazione dei dati.

I Software GIS grazie alla loro possibilità di gestire dati geografici, alfanumerici, cartografici e

fotografici sono uno strumento utile alla gestione delle informazioni archeologiche. In campo

accademico l’utilizzo di questi Software è diventato ormai abituale, ma le possibilità di sviluppo

sono ancora numerose.

Quasi tutte le elaborazioni GIS sono eseguite post scavo, raramente durante il lavoro in

cantiere. L’interpretazione dei dati e la gestione degli stessi avvengono attraverso la

compilazione, corretta e ben organizzata, del database che nasce dalla documentazione

prodotta sul cantiere.

L’archeologia non è una scienze esatta, spesso l’interpretazione dei dati cambia con il

progredire con i lavori. L’organizzazione dei dati in un GIS è dinamica perché mutevole nel

tempo; essa può cambiare a mano a mano che lo studio e le analisi archeologiche permettono

di approfondirne la conoscenza, modificando, se necessario, i dati di partenza.

I Beni Culturali come Bene Comune

Da alcuni anni a questa parte è possibile notare come le pubblicazioni dei rapporti di scavo

siano sempre minori. Questo assolutamente non è dovuto alla mancanza di lavori, ma in primo

luogo alla speculazione delle case editrici che hanno fatto; infatti pubblicare è diventato un

ingente costo. In secondo luogo spesso questa mancanza è dovuta al fatto che i ricercatori sono

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troppo protezionisti verso i dati raccolti e fanno in modo di non condividerli con la comunità

scientifica ed il mondo intero. Questo scambio d’idee ed informazioni è necessario e non potrà

fare altro che migliorare le possibilità di collaborazione in campo Archeologico e Storico

Artistico a livello Nazionale ed Internazionale.

I Software GIS possono diventare uno strumento utile, non solo a rappresentare la realtà, ma

anche, grazie alle possibilità fornite dal Web, alla condivisione delle informazioni raccolte.

La piattaforma Heritage On-Line, grazie all’uso delle nuove tecnologie digitali, vuole essere una

rete in cui ogni persona abbia la possibilità di conoscere, e far conoscere, lavori a carattere

archeologico, storico artistico e culturale in genere. Questo meccanismo di condivisione vuole

essere un primo grande passo verso una gestione responsabile di un Patrimonio Culturale

inteso, in senso stretto, come Bene Comune.

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Bibliografia

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Groma 2. In profondità senza scavare, Bologna, pp. 421-438.

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