Falcone di Bistam

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II falcone di Bistamlntorno alJ'iranica fenice/Samanrl- un progettoeli sintesi per il volo del Pegaso iranico traPonto, AJessandretta e lnsulindia

A CUM 01 ~'~\lTEO COMPAHETI E C~\NHOBEHTO SO\HC~

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A eura di Matteo Compareti e Gianroberto Seareia

© 2003 Universita Ca' Foseari, Venezia

Prima edizione Maggio 2003

Li~reria Editrice Cafoscarina P.s.c. a r.l.Ca Foscari, Dorsoduro, 3259, 30123 Veneziawww.cafoscannajr

Tutti i diritti riservati.

Stampato in Italia presso Selects Group _ Milano

lndice

GlANROBERTO SCARCIASullo Fenice del Baluci 7

MA TIEO COMPARETlNote sull 'iconogrofia del pegaso e del cavallo bardatonell 'arte iranica 27

MATTEOCOMPARETlAppendice: Presenza sasanide in Africa 39

Bibliograjia 53

- i

GlANROBERTO SCAR CIA

Sulla Fenice dei Baluci

Una sorta di storia fenomenologica della fenice iranica, ricostruita ri-correndo a spie emergenti qua e la dalla ricognizione e dalla ricucitura didati sparsi e apparentemente eterogenei e irrelati, che costituiscono glielementi in superficie di una storia "sommersa" della fenice stessa; senzarinunciare, nel contempo, a una perlustrazione abbastanza disincantatadel sottobosco che, viceversa, adeguatamente problematizzi certe "evi-denze": e una possibilita che proveremo a verificare ancora una volta,con l'apporto di qualche elemento "nuovo".

Van Der Broek ha notoriamente fornito la sintesi di una storiaaccidentale della fenice pre-c1assica, c1assica (ellenistica e ellen.istico-romana) e paleocristiana; Hoi, assai pili modestamente, vorremmo pro-cedere con un metoda indiziario teso alIa ricomposizione di un mosaicoorientale, 0, meglio, che parta forse dall'Oriente, e all'Oriente ritomi,chissa se e fino ache punto "arricchito".

Elemento stimolante primario - 111apursempre occasionale - di questenuove riflessioni era stato un articolo di J. During sull'al/liale (che nonvuole necessariamente dire persistente) presenza del simurgh nellacultura baluci (During). Questo, vista I'appartenenza dei baluci al mondoiranico e islamico, non fa certo l'effetto di cosa straordinaria; l'articolo eperil centrato sui simurgh che da i1nome anche a un modo della musica

8 GlANROBERTQ SCARCIA

baluci, folcloricarnente rilevante per Ie sue proprieta medicali, e con ciosuggerisce I'interrogativo specifico: quale pertinenza possa riscontrarsinel ricorso baluci al simurgh per fa denominazione di un modo musicale.Pili precisamente, quale sia il simurgh che, accostato a un aspetto parti-colare, come quello musicale, potrebbe rivelare una presenza, magari sta-bile, del mito della fenice tra Ie figure della cultura baluci.

11modo musicale di cui stiamo parlando ha precise funzion.i terapeu-tiche, che riflettono da un lato un nesso, immaginabile come tanto pilitipico quanto pili mitico, fra il simurgh e la musica, e dall'altro Ie facolraguaritrici dello stesso, per eccellenza mitico, uccello. Ci sembra di coglie-re, nella rappresentazione di questa simnrgh mediata dal dato musicale,due proprieta logicarnente distinte, si, ma forse separate, forse gemellari 0

gemellabili: i poteri terapeutici e il legame con Ie origini della musica.Tenteremo allora di risalire aile "radici" di tali due proprieta, pur restan-do, la nostra, una ricerca, come si diceva, "neo-iranica",

Se la funzione di adiuvante dell'eroe in pericolo e, nella nostra "feni-ce'", un tratto regionale di fenomenologia universale, che ben traspare dal-

I lndichiamo convenzionahnente cosi, rivelando una nostra non implausibile "preferenzaelettiva", questa ibrida crearura antica, questa iranico "ippocampo " (0 pistrice, 0 sirena, 0makara, 0, in fondo, checche altri preferisca intomo a Quanta il dubbio amleuco sospetta"very like a whale" (Boardman, 1987), rna sempre entre orizzomi d'ordine salvifico e psi-copompo), e convenzionalmente ci riferiamo aile sue proprieta. Del fatto che la problema-tica storico-religiosa e iconologica intorno ad esse sia ancora ben aperta, siamo ovviamentequantc mai consapevoli. Ogni popolo dell'Oriente, Vicino e non solo, ha avuto il suo "redegli uccelli'' 0 forse meglio dei volalili (e se non altro per questo non e del tutto arbitrariochiamarlo in ogni caso con 10 stesso nome evocative ill "fenice"), per Quante varianti dicomposizione (sempre ibridi animali, comunqua perche solo con il ricorso all'ibrido ani-male e possibile dar corpo a un "mostro verosimile'', senza che questo fuoriesca doe daquel regno animale cui deve ovviamente appartenere: e dove I'ibrido pill evidente, scienti-ficameme attestato, e I'alljibio, quasi natllralmente portato ad acquisire L1naler:a natura,c.o~~ del,resta sommessamente suggerito da qualunque brutto anatroccolo) siano poi repe-nbth CO~t~a ~uei diversi popoli come presso 10stesso popolo, e per quanto (di pill 0 dimenD)Sl sla ncamato intorno alIa sua molteplicita di natura e aUe sue funzioni. Inollre, eun fano c~e fra tlltte queste "fenici" (e qui bisogna tener presente, ohre il forse ovvio Ga-ruda, pur II prodolto "cinese", che quanto meno in chiave esotica viene effettivamentechiamato. ~ causa qua e la anche a prescindere dal tardo esito icol1ografica persiano) sisana datt 1IlCOntrisui p' . . . d

. ,lanQ ora tematlco, ora figurattvo, ora filologlco (0 pseu 0-filolog1CO) Donche'su tun' ..... ,. .'. I queSli planl mSleme. E un fatto, in particolare, che gli arabi

abbtano ldentlficato la loro 'anqii' "dal lungo colla (di cigno)", protagonista di loro leg-gle~de(I0TOa COmlUlquefane proprie), da un lata can la fenice "occidentale" dall'altro conI Sl1JWI"gh neo-iranico Un altr 't . t' . . '..." '. . 0 la to e avvenllto mcontro, 0 remcontro fra J1 "tIPOfem-ce e II "lipo Pegaso" la "c I (a1)"" ' .

. .' ava catura ata neOtramca (e turanica) samcmc! che raggmn-ge la Malesla per II tramite della" I dr "(, sa arnan a samand, samandar, sCllI/cmc!alecc., Scar-

Stfl.-LA FENICE DEI BALUCI 9

I'epica sistanica - nonche, forse, dagli affreschi "rustamici" di Pangaqand>-la guarigione in particolare, 0 per essere piu esatti, la capacita di guarire,lambendole, Ie ferite degli eroi (Drower, 379) (e di qui al capovolgimentodel segno. la persecuzione dell'anti-eroe del tipo Prometeo - ill Iran e ilcaso del "nuovo eroe" Isfandyar, inopinatamente demonizzante il vecchio-', chiede attenzione anche la tappa mediana della perenne rna vanacorrosione canina - e qui si pensa anche a Scilla - delle catene del tipoanneno Artavazd) pertiene con ogni probabilita al senmurv iranico (lingui-sticarnente "l'uccello sen", cioe can un nome proprio seppur etimologi-camente accostabile at tipo aquila/falco, iconograficamente "cane alato"),pero soprattutto, molto esplicitamente, all'esito subcaucasico (Ajello:Curatola, 1978: Charachidze, 1988; Scarcia, 1991). La musica pertiene,invece - si parla sempre di cio che e esplicito - sia alia fenice neopersiananella sua rielaborazione sufi - che e ovviamente una fenice islamica (arabo-islamica)' - sia gia alIa fenice ellenistica, secondo quanta precisava Fi-lostrato (Van Der Broek, 2001). Dunque, il simurgh taumaturgo che da ilnome a un modo musicale si direbbe till esito di sintesi. Ma una sintesiquanta antica? Che si tratti poi di ill} esito di sintesi inferno al sistemaculturale baluci, ovvero dell'eco ultima di una "sintesi a priori" (comiestremi di un dilemma che non esclude certo mediane vicende di percorso,cioe piu banali sintesi a posteriori)?

Una risposta logica non sembra cosa troppo ardua. Seuza nullaaggiungere a quanto si sapeva almeno fm dai tempi di G.hiz (cfr. infra),'Attar solamente preferisce chiamare il "re degli uccelli" alia persiana,simurgh, piuttosto che all'araba, 'onqa' - come si dava nel suo predeces-

cia, 1970), anch "essa tito1are di rapporti privilegiati con il fuoco ma con "connected que-stions" di epidermide/mantello/piurnaggio: Haugenschild, 207. Un po', cioe, come un'altratradizione esegetica - che peraltro, la nella latinita, non fuoriesce dal soleo granunaticaleper invadere sui serio il mito (Scarcia, 2002) - ha condotto a un gemellaggio tra il (grande)grifone e it (piccolo) picchio. E cosi come 1apressoche inevitabile suggestione di pica hafatto del secondo ladruncolo un'immagine miniaturizzata, davvero da bigiotteria, del primoCerbero, "tesoriere" in grande stile. lntrigante pendant, questa, dato proprio iI contesto da"gazza ledra" di ambo i casi (e il picchio e davvero "sacro" a Roma, come il corvo e "sa-cro" almeno a Mithra), con la coppia iranica 'anqii 'lslnlul'gh e cornacchia, di cui si hannomaggiori, se pur sempre labili tracce (Vercellin, 1972, 101; per l'altro gemellaggio-oppo-sizione corvo/colomba: Loi; per lU1"furto calendariale" che in certo senso trasforma unuccello bianco in uccello nero v. Cristoforetti 2002).1 During chiama in causa per la musica, quale "slmllrgh nUstico", queUo che, piu letteral·mente, e il qllqllllS (cigno) di 'Attar, Mantiq, 26 (ovvero II, 12) (e per qualche traccia filo-Jogica di questo e altri trapassi si veda NaIlino, 191-201). Cio puo apparire lU1po' arbitra-rio, ma in realta, pensiamo, e solo trappo sintetico: di quella sinteticita, applU1to,che qui ciproporremmo di sciogliere un poco.

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GIANROBERTO SCARCLA

sore al-Gazzali anche tradotto in persiano dal fratello Ahmad - perdu;simurgh equivale, corn'e nota, ai "trenta uccelli" che di quel Re, cioe de!Se - 0 se si vuole dell' 10 - sono alia ricerca. Contestualmente, COSIfacendo, egli pare peril "degradare" a un uccello fra gli altri, sia purestraordinario, quel quqnus che, per la verita, e non solo "funzionalmente''una fenice, ma e anche almeno corresponsabile fonnale, con il suo collodi cigno, dell'assurgere dell' 'anqa' "dal lungo collo" alIa posizione di "redegli uccelli", 0 Fenice per eccellenza.

Nei fatti si ha cosi che la musica non si trovi connessa, in 'Anar, al"re degli uccelli" Simurgh, per rimanersene ancorata, come del resto bensi conviene, a quel cugino formale dell' 'anqii' che e il quqnus.

Senonchs, giit in Suhrawardl (nel Safir-i Slnl/lrgh) la musica era delsimurgh, cioe si era, evidentemente, sui stmurgh gia trasferita, qualenaturale conseguenza dell'identificazione orrnai da tempo prodottasi vuoidal quqnus via 'anqa " vuoi direttamente dalla fenice ellenistica, jimiks,sempre via 'anqa' (v. nota 14).

Tutto cio sembra abbastanza consequenziale, e porterebbe a ipotiz-zare, senza remore, perlappunto una sorta di sintesi a posteriori, neoper-siana e islamica, tra antiche autoctone virtu terapeutiche, magari di "canialati'', e musicalira ellenistica: senza bisogno, ovviamente, di nessun pro-tagonismo e neppure contributo baluci, ma certo non senza un forte cat a-Iizzatore sufi.

Resta, peraltro, che i baluci sono di casa in una zona in cui sembraparticolannente di casa anche - diciarno soprattutto _ I'altra feniceneopersiana, quella sistanico-firdusiana, senz'altro meno musicale, ma,come s'e detto, non perch) meno adiuvante _ assistenza terapeutica,quindi, non esclusa - che si caratterizza specificamente come nurnetutelare di zu e della sua famiglia, quindi COl11eparedro di Zurvan, Percui Ie considerazioni che seguono, relative in particolar modo a questaseco~da fenice - 0 altro asperto del "motivn simurgico" _, potrebberoservire ~ corroborare, per via anche analogica, l'ipotesi or ora avanzatasostanzlalmente tendente a non sottovalutare il peso delle tradizionioccldentali suI risultato complessivo finale nelle sue varie sfaccettature,che sono epiche, mistiche, fiabistiche ... Cerlo e che il materiale di cuidisponiamo, anche a guardar solo il lato adiuvante della vir/lis simur-gica, e compos ito allimite della confusione e vi si inseriscono profon-de venature intrise dl' qu I t' h' .'

e sen Ire c e generalmente e genencamente 51suole definire "gnostic ". '. h. 0 . e certa analogla era II carattere del slmurg

baluCl e quello mandeo - taumaturgo e musico 3nch'esso _ che sem-brano s I' D .mgo an a unng (During, 32; ma cfr. Drower, 369-385; Fauth,

SULLA FENICE DEI BALveI 11

123-124), in rea Ita potrebbero essere solo consequenziali". Tant'e,comunque, che l'immaginario collettivo baluci, nel memento in cui ladoppia connotazione traspare, sembra essere sintesi non gia straor-dinaria rna piu semplicemente paradigmatica di un mito plurimo.

Ora, pill che sospettare, sappiamo che il "predecessore presunro a]trono", I'antenato a prima vista "legittimo" (intendiamo infatti una pre-sunzione iuris - non iuris et de iure -, cioe valida frno alia prova eontra-ria, extralinguistica, eventualmente fornita da un disconoscimento sci en-tifico seriamente documentato della paternita, con piena ammissibilita,comunque, di un eventuale "incesto" ad opera di cugini di clan) del SI-murgh iranico classieo - firdusiano, islamico -', il seml1urv, non e deltutto scornparso dalla seena mitologica vicino-orientale. Addentellati chesi rifanno nel motivo e nell' iconografia al favoloso animale iranico,attinente ai tre mondi (aequatico, terrestre e aereo) sono stati ritrovati eidentificati, come s'e gia ricordato, nelle "satrapie" occidentali cauca-siehe delliranismo, mentre almeno eerte affinita iconografiehe paionobaluginare in uranografie (Bausani), e, per tramite magari partico se nonanteriore. nel mondo buddhista 0 affine, a monte del makara indiana(Viennot. 198-208) Ira Sand e Paugaqand (Azarpay, 1975'). Che i baluciconsetvino Ie proprieta taumaturgiche di un antico tema mitico iranicofinito per svilupparsi extra moenia, con I'effetto del "ritorno a casa" delmedesimo? Effetto, forse, storicamente illusorio, se non fosse ehe nonpossiamo trascurare come il prodotto, che magari resta, eomunque anehelorna in quanta prod otto rifinito e sistematizzato. Non possiamo cioetrascurare proprio quell'accumulo di elementi di cui il simurgh si trovacaricato nel momento in cui "torna": proprio quell'amalgama di elementignostici, cristiani, siriaci, quand'anche mandei, di cui si scorgono indiciche, pur nella lora frammentarieta indiziaria, consentono di tracciarelipotetica mappa di una geografia mitica.

Considerando ancora una volta che un supposto sistema culturale ba-luci sarebbe comunque tina variante del pili ampio sistema culturale ira-nico (come tale inestricabile, da quando disponiamo di fonti affidabili,dalla sua componente islamica), diamo senz'altro per scontato ehe l'epicasistanica, da cui il simurgh per cosi dire firdusiano rivive, sia l'evemeriz-zazione di mitologie piu e meno remote, e il risultato di sincretismi ovve-

3 Si veda come imiti consultati da Drower "rinviiuo" a loro volta allv'Afghanistan"; si no-ti. in particolare, in Drower, 369, I'origine "afghana" di Rustam e il nome del suo cavallo,RakhS (mandeo "cavallo")!4 Quello che I'eutrice qui altrimenti analizza e con ogni probabilita i1pill ·'autentico" sen-murv-sll1llfl'ghdella saga rustamide, anche nell'autorevole opinione di Boris Mar~ak.

12GlANROBERTO SCARCIA

ro compromessi e "riforme"; e proprio a proposito del deuteragonistadella vicenda simurgiea in questo Iran, il rap ito e allevato Ziti, abbiamo inpassato insistentemente contribuito a illustrare i con ten uti evidentemente

. ,zurvanici, e i caratterimorfologici del mito, virtu terapeutiche comprese .Ma cio che immediatamente consegue, nella presente sede, dalle primeriflessioni relative a una presunta e possibile specificira del simurghbaluci e l'idea che, sui fondo di questa tematica, si agiti la rappresen-tazione culturale di una venuta da Occidente.

E appena il caso - rna 10 e - di ricordare che I"'etnogenesi secondotradizione" baluci vuole non solo questo popolo provenire da Ovest (e lalingna, per parentele - peri> qnesto e un fatto - dalla zona occidentaledell'altipiano iranico), rna secondo una traiettoria di trasmigrazione _molto circostanziata - che vede i baluci partire addirittura dalla regionedi Aleppo dopo aver partecipato alia banaglia di Karbala' al fianco diHusayn, e Con un albero genealogico che centra in tin MIrHamza, zio delProfeta, illoro capostipite (dove il nome Hamza, peraltro, e gilt presenzasospetta in zona ed e spia di acculturazioni locali; eerte contaminazionipossono essere antiehe (Scarcia, 1964)).

Quale sia l'ovvieta rnitologica che dovrebbe legare Aleppo a unapartnership husaynide, al di fuori di un contesto sciita", si fatica a intuire;rna probabilmente i due dati sono interdipendenti, ognnno dei dne fun-zionale a una differenziazione nel pedigree. La partigianeria husaynide eil capostipite imparentato col Profeta sembrano proprio essere un tipieomodo da "parenti poveri" di entrare nella storia dell'Islam da una portache non sia troppa di servizio: forse meno di servizio, si direbbe in que-sto caso, della porta "giudaica'', pill genericamente usuale (Scarcia Amo-

s Data la lunga nostra frequentazione di questi temi, ci Iimitiamo qui a segnalare, a rue' di~jassunto,Scarcia,.1973; Scarcia, 1987; Scarcia, 1991.. La testa mczza di Husayn sarebbe transitara per Aleppo, lasciandovi anehe tracce, duranteII.trasporto.~a Karbaia' a Damaseo (al-Gazzl, 23); rna questo serve solo a spiegare Je crigi-ru dello scnsmo aleppino e della euhualita connessa. Certo, Aleppo sta anehe per .l:;f.arrannell'analogo Prototipieo viaggio di Abramo lunge il Creseente Fertile e il "rita della testa"e notoriamente il fulcra di eerte dieerie sui "sabei". Si confronti in~tre Teofane Chroll.,4.31, 16-21, ~e~la "t~sta di Giovanni" a Emesa. Ma perche i baluci dovrebbero pe:correre an~r~soquelll.tmerano? Preparati come siamo dal During a eerte Slmne analogie, ci mera-vigherebbe dl.m~no se si trattasse di mandei. In ogni caso, e anche un fano ~ per quantopossano defUllrsl jalli quelli mitologico-rituali ~ che il motivo harranitalabramitico della/~s/a.mo::::a (e castrazione/circaneisione/generazione "difettosa" ~ aberrante) lOrna a incro-ClarSIcon quello di Medusa p. .,. . _ .. ropno per I tranute del samal/d-, aslar dell'A1essandro JU-mar, ~ssendo ~essandrena il pOrto di Aleppo. Su questa limes deltema Biseno, 1995 eSearcla, 2001 e mfra.

SULLA FENICE DEI SALUeI 13

retti, 1968,51-52; Scareia Amoretti, 1986), attraverso Ia quale entrano gliafghani; quella, comunque, non del tutto gratuita, si rammenti, proprionelle sue connessioni con 1a locale storia ghuride e con le suggestionirustamidi (Scarcia, 1967). Ma gli interrogativi piu densi nascono dallasedicente provenienza aleppina.

La nostalgia baluci di un Oceidente compreso nella regione diAleppo ricorda fortemente it motivo di una "Siria d'Oriente" (Scarcia,1984) che ispirava, persino nelnome di Ghiir, dei Suri e degli Abdal, ilmondo ghuride, con il quale i baluei sembrerebbero avere avuto contat-ti non necessariamente ed esclusivamente offensivi nei lora confronti,visto che "after a time another ruler called Badr aI-DIn (of whom wehave no independent record, unless he was a Ghurid) persecuted them[i balnei] and drove them out" (Spooner, 609). Qnell'lInless ci puomettere in guardia contro i pericoli di una chiamata in causa un po' ex-machine di cio di cui sentiamo it bisogno, ma e in quell'after a timeche si potrebbe cogliere un proficuo transfert di nostalgie, analogo altransfert ghuride-afghano: intomo alia dinastia ghuride si elaboravainfatti un'autorappresentazione intrisa di motivi occidentali, fra I'altro"siriani", tesi quasi a una riproduzione di certi tratti, che definiremmoscenografici. della dinastia seleucide; a cominciare da cio che sembre-rebbe almeno una vivida suggestione etimologica nel nome, Ghur -similissimo e, ahneno graficamente, identico a quello della valle delGhawr7 -', e, per amor di brevita, finendo col monte che accompagna Ievicende storiche dell'apogeo ghuride, quell'azzurro e/o vittorioso Fi-riizkiih (Vercellin, 1976), non troppo casuale gemello del monte Casioai cui piedi sorgevano e Selencia e Antiochia.

Molti elementi sono stati gia esaminati: oltre al Firuzkflh/Mons Vic-torialis, l'epopea di Bastam e di Mandis (Scareia, 1980; Vercellin, 1976),Ia presenza giudaica con Ia sua puntuale funzione di medium; ma il filodel discorso che qui seguiamo sembra anche avvilupparsi in un nodo, nonnecessariamente gordiano, intorno all'episodio della "morte di Zal", an-gosciosamente saneita dal grido del sinntrgh dall'alto del primo montanoinsediamento ghuride, sua sede ovvia se non unica e "predecessore" diFiruzkuh, cui e unito da simbolici percorsi d'acqua sotterranei. Oltre aidentificare il dove del pianto del simurgh (Donini), sarebbe interessante

7 Interessanti osservazioni in proposito ci vengono suggerite da Loi, 253, dove, rimandandoa Campbell, 237-242, si coglie lID profondo motivo mithraico in un brano di Nizami sullamutilazione del cavallo di Khusraw Parvrz, punizione connessa con la vendemmia orgiasti-ca in \IDa vigna officiata da un "ministro di culto afghano".

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GlANROBERTO SCARClA

precisare anche i1 quando, che Guzgani (Guzganl, I, 318-19; cfr. I'ed,Habibl, I, 328) non e evidentemente riuscito ad appurare in modo mec-cepibile, anche se evidentemente ha fatto ricerche che 10 hanno condottoa datare I'evento fra il 500 e il 600 dell'egira, cioe fra il 1106 e il 1204,che e I'epoca della decadenza e consunzione ghuride; Mu'izz aI-DInmuore proprio nel 1206, alia fine di quel secolo.

All'interno di un'eventuale acquisita "gemellarita" fra Ghuridi eSeleueidi, l'episodio sembra porsi in posizione speculare (di chiusurairispetto a quello della fenice che appare, simbolo del Grande Anno _dunque in coincidenza di una nuova era - all 'avvento della dinastia se-leucide (Van Del' Broek, 103-105). La questione, ridotta ai suoi terminiessenziali, risulta ruotare intomo alia compresenza di una montagnaarchetipale (vittoriale) e di una fenice, accompagnata _ ma da quando?- da uno Zal che essa alleva in apertura e compiange in chiusura di tillCiclo.

Posto che la rappresentazione originale del senmurv si sia dispersa _con esiti buddhisti, 0 armeni (visap), 0 anche astrali (Ia Balena, Cetus),fra i piu evidenti - la fenice di Firdusi, emblema di una tradizione iranica- islamizzata - matura, e in rapporti assolutamellle problematici con lafenice-senmllrv "medio-persiana", e per di pill si accompagna a Zal pro-prio come Ia fenice ellenistico-romana, talora, si accompagna ad A ion(Van Der Broek, 105): puo esserne prova il fatto che, appena il simurghfirdusiano viene illustrato, questa non ha figurativamente nulla a che farecol "cane a1ato" (Curatola, 1989, 48), ne con la creatura pili singolare diPangaqand, ne Con it "classico" senmurv di Taq-i Bustan provvidenzial-mente riapparso a Afrasyab. Vero e che non sappiamo Come Firdusistesso "inunaginasse" it suo simurgh: vera e anche che, stando a postda-tazioni in voga, qualche senmurv gia ritenuto sasanide potrebbe essereinvece post-sasanide (come certa letteratura). Tuttavia resta quello che equanto rneno un grosso iato tra iI mondo del senmurv e il mondo dellacoppia s'imurgh-Zal, senza dire che Zal non e personaggio "antico".Deduciamo che non if senmurv, cost com'era, sia stato assorbito dalcomplesso milo persiano classico della fenice-simltrgh.

Ricordlamo allora, a questo punto, che dietro Firdusi c'e addiritturaTabart, e ci sono i secoli della penetrazione in Iran, su vasta scala, dellacultura araba (e ellerustico-araba). II simurgh delle miniature sara orien- .taleggJante (sinizzante) nell'aspetto, COncio sancendo i1 trionfo dell'esitoornltologico - fenice COnfrapposfa a drago - di un mostro di base cheavrebbe potuto cO,noscereanche esiti "dragologici", come magari risulte-rebbe da eventuah responsabilita iraniche nell'iconografia "standard" del

SULLA FENICE DEI BALVeI

mostro debellato da San Giorgio" Ebbene, a maggior ragione puo esserestato, qualche secolo prima, occidentalizzante (elleno-semitizzante) nelconcetto. Quanto a immagini sicure, di propriamente persiane, per queitempi non ne abbiamo, e possiamo solo supporre che, fra quella diPangaqand e quella di Alt'amar (Curatola, 1978), e evenlualmente diKaxuli (ove, incidentalmente, I'ibrido contempla una testa di cinghiale,confronta Boardman, 1987, 81; Scarcia 1988), si siano prodotte magarianche altre e diverse varianti.Nella dispersione subita dal senmurv si possono isolare alcuni tratti di

Ull motivo che da Oriente si sposta morfologicamente a Occidente, e conesso la geografia che 10contiene e ad esso pertiene. II monte verdazzurro,o vittorioso (ffniz), 0 Qaf, tramandatoci come sede del simurgh e di Zal-iZar, con la sua morfologia zurvanita, che sembra avere una fra Ie sue va-rie repliche proprio in zona aleppina, sulla costa siro-libanese (v. infra], estato assimilato e fatto proprio dalla culttua araba; il monte della Fenice,al Centro 0 al Limite che sia, come si conviene alia Montagna Cosrnica,pervade infatti tutto I'Inuuaginario arabo-islamico. Ma, quanto a Zal "inpersona", la geografia occidentale che ne ingloba iI motivo mitico deveconsiderarsi replica, 0 non piuttosto culla? Domanda imbarazzante, per-che cio che costantemente ci segue, e fino a oggi, sui Monte, e la fenice,non Zal f- Zurvan, nanostonte che iI motivo in se sia "zurvanita''. E davedere, cioe, se, in parole povere, sulla Montagna Cosmica (Uovo eCorpo di Zurvan) sia apparso, a simbolizzarlo, prima I 'uccello 0 primaZal . Ebbene, l'uccello c'e sempre; rna in quale momento preciso compareZal, fra le volte - meno frequenti - in cui egli ricorre?Sulle origini del mito della fenice, it greco materiale raccolto da Van

Der Broek puo essere sintetizzato con una traiettoria che "pare" averinizio nel1'Egitto romano. Tale elaborazione vede la fenice connessa auna concezione del tempo religiosamente (nonche poiiticamente, in sensodinastico) inteso come successione di ere, alcune delle quali particolar-mente fauste, e coincidenti con eventi storici ritenuti di immensa portata,

S Che questo mostro appartenga al tipo senmnrv-arlez-viiap di Curatola 1978 sarebbe pos-sibilita confortata dallavversione yazidI per Giorgio, considerata insieme alia devozioneper il "pesce' di Giona, onde due paral1eli tabu (Furlani, 44 e 102). Tuttavia e difficile direfino a che punta il "rnotivo iranico" eventualmente penetrato in Occidente resista al reflus-so nella tradizione iconografica ellenistica, fino ache punto non sia autonoma la produzio-ne ellenistica di "pistrici" isolate, e fino ache punto non si ricolleghi ad essa la produzionemedievale. Cia fermo restando che molti Giona occidentali si accompagnano con ogni evi-denza piuttosto al "tipo visap' di Ah'amar che non al "tipo pistrice", poniamo, deUa Scilla

virgiliana.

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--16 GlANROBERTO SCARCIA

tali da coinvolgere il cosmo, e quindi sottolineati dall'apparizione dellafenice e si e detto del caso seleucide che vorrerumo riprodotto nella"Siria'd'Oriente" dei Ghuridi. Testimoni di una connessione in cui it tem-po non e elemento meramente astronomico, rna viene sentito soprattuttocome la rappresentazione della versione ellenistica di Zurvan, Aion, sonoIe monete coni ate da Adriano e da Antonino Pio nel sec. II (Van derBroek, 70, 105), in cui la fenice compare iconograficamente come ipo-stasi di Aion (0 viceversa).

Le monete di Antonino Pio furono coniate nel 138-139 e nel 142-143,estremi, stando a Ceusorino, di un momenta straordinariamente propizio(Van Der Broek, 70). 11dato e singolare, soprattutto se confrontato (Vander Broek, 106-108) allo spirito del decreto di Canopo, che consisteva nellanota riforma del calendario, voluta nel 238 a.C. da Tolomeo ill, con cui siaggiungeva un sesto giorno ogni quattro anni ai cinque giomi intercalari: ilcapodanno restava cosi segnato astronomicarnente da Sirio (Cane Maggio-re). E Tacitn scrive che ai tempi di quel Tolomeo apparve la fenice.

PUGessere plausibile un'analogia, del resto anche intuitiva, tra il con-cetto di fenice, regale creatura dei cieli per eccellenza, e quello di stella?Forse si, e tanto pili se, in un'iscrizione vaticana studiata dalla Guarducci(Guarducci, 32 sgg.), un canis-avis fosse un "uccello-cane" e non "uccel-10, canti" - rna iI testa e dubbio di per 569. Tuttavia, que I testo rimaneestremamente suggestivo, e lascia adito a riflessioni che purtroppo sonopure fantasticherie intomo alia baluginante inunagine di una fenice-canedei cieli. Certo e che la parallela innnagine di una fenice-cavallo dei cielinon solo e plausibile, rna addirittura scontata, se e vero che, suI pianoerudito, l'assimilazione tra la regale creatura iranica dei cieli e la fen iceclassica passa soprattutto attraverso I'esegesi del termine samand (evarianti), cioe in pratica attraverso }'equivoco cavallo (alato) e salaman-dra (cavallo con manteuo sam and). Scontato, poi, sui piano sostanziale,il puntuale rapporto iranico fra Sirio e il cavallo alato (Nallino, 195-196,n. 2; Scarcia 1970; Panaino, 1990 28 44 89-90 11-112' Panaino 1995,105-106). Allora sarebbe davvero' un ~ec~ato ch~ tutto c:o fosse sfuggitoa Monnerer de Villard, soprattulto hi dove egli rintracciava, nella siriacaCronaca di Zuqnin, Ia sede dei Magi - da cui essi attendevano la stella>a oriente dell 'Oceano, sui Mons Victorialis _ Gabal al-Fath _ Monte del-Ia Fenice - (Monnerer de Villard, 54). .

~eFerrua,. 276, non :.eputa ~uffici.ente.mente assoda~e ne Ie didascalie (pur preziose) che sigg~?O~~~mo al~lIlUnagme, dl CUI la Guarducoj ha proposto linterpretazione "uccello,cann , ne I munagine stessa.

SULLA FENICE DEI BALUCI 17

In un simile c1ima gnostico, si rintraccia un testo copto (Van DerBroek. 41-47) che, inserendo l'evento in lila pili ampia storia cristianadella salvezza, parla dell'apparizione della fenice suI piu alto pinnacolodel tempio di Gerusalemme (quello ehe sara poi il luogo della Tenta-zione: non si dimentichi che anche dietro Satana vi e I'ombra di Zurvan-Aion) in eoineidenza con la naseita di Gesu, Qui pare proprio di trovarel'anello (un altro anello) di eongiunzione fra Cristo-Aion e la fenice, Co-me eben noto, iINatale era infatti celebrato originariamente - e in Egittosenza aleuno dei dubbi altrimenti ventilati - iI 6 gennaio; per quanto sipossa eavillare intomo a Epifanio (Seareia, 2000.a, specie 179) sappiamoehe a Alessandria la notte fra il 5 e il 6 gennaio si festeggiava la proto-tipica nascita di Aion (Pettazzoni, 173; Van Der Broek, 41 sgg., 127).Qual e il senso del tempio di Gerusalemme, in un contesto che evidente-mente gemella non solo a-onoiogicamente Aion con Cristo, rna e anchepreciso nel suo riferimento all'apparizione della fenice come segno di rin-novamento temporale? E significativo che si tratti, qui, di un testa COpfO.

Charbonneaux (specie 270-272) sottolineava con particolare eonvinzioneit "sapore" egizio dell'atmosfera aionita entro cui va a suo parere cello-eata I'ideologia imperiale (non solo ma soprattutto) di Filippo l'Arabo, ilsolenne celebratore del millennia di Roma: ciclicita appunto, cui sirieonnette l'Invenzioue da parte di Orosio (Contra paganos, pag. VII, 20,28: "Ad hoc tantum eonstitutus ut millesimus Romae annus Christo potiusquam idolis diearetur") di un Filippo primo imperatore romano cristianoche dara luogo a un'analoga, corrente tradizione arabo-islamica.

11nome stesso della fenice rimanda eontinuamente al Libano, sia nellasua intuitiva valenza di fenicelFenicia sia nel rimbalzo linguistico cheaffonda in connessioni micenee capaci di legare po-ni-ka = grifone a po-ni-ki-ja = color porpora (Van Der Broek, 63-65), e dunque a qualeosaebe proviene dal Libano (e noto ehe il grifone giunge alla cultura mieeneadal mondo semitieo per iI tramite fenieio, con l'esito linguistico di po-nt-ke/phoinix = ueeello fenieio): elementi tutti ehe eonfluiseono nel simbo-lisrno giudeo-eristiano foealizzante nel Libano (nella foresta libanese)una metafora del tempio di Gerusalemme (Van Der Broek, 51-66, 308,312-313)10 Non staremo qui a riprendere Ie versioni offerte dal mondoclassico sui luogo in cui la fenice andava a morire: cio che ora prioritaria-

10 Si veda il processo esegetico sulla base di Deut., 4:25, e lsaia, 10:34 ("Questa buonamontagne, e it Libano/e il Santuario), in Neusmer, 149, e soprattutto in Vajda, 48, 89, 250,259 n. 7. 323. Per una bellissima irrunagine celeste, "stellare", della fenice, naturalmentesui monte Qaf e presso l 'Uiu ogo~ (il sanawbar della 'anqii', <Oredelle conifere", "cedro delLibano") Boratav 1969, 85: una luce che "par co1are"giu dal cielo.

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GlANROBERTO SCARClA

mente ci interessa e la segnalazione di Van der Broek secondo cui esisteuna trafila di tradizioni "marginali" (Van Der Broek, 177-179) che par-lana di una fenice che costruisce un altare prima di sacriflcarsi: un altarela cui immagine potrebbe rivivere in un 'ulteriore tradizione che vuole lafenice rinascere su un'alta montagna, quest'ultima documentata, fra l'al-tro, da un mosaico del sec. VI a Daphne, ora al Louvre (Van der Broek,179). Quale complesso di idee ispirava I'ignoto artista musivo antioche-no? Forse egli rappresentava, con I'inserzione di una montagna, e con unsottinteso zurvanita connettivo, "il piu alto pinnacolo del Tempio"? Que-sta, gnosticamente, potrebbe stare alia Montagna Cosmica dei Fenici unpo' come la "vera vita" del misticismo islamico sta all'Acqua di Vita pri-mordiale.

n madelia del tempio di Gerusalemms ricorre nelle fonti medievaliche parlano della consacrazione del tempio ebraico di Leontopolis: quan-do il sacerdote accende il fuoco sacriflcale, la fenice appare e si getta fraIe fiamme. L'evento e una replica di quanta avvenne durante la consacra-zione della stesso tempio di Gerusalemms, allorche la prima offerta fuconsumata dal fuoco celeste; in cio si puo leggere il segno di un interven-to divino che si compiace del sacriflcio (Van Der Broek, 118). I dueeventi in questione rivelano una stretta affinita Illorfologica con un terzo,avvenuto sui monte Casio in occasione di un celebre pellegrinaggio diAdriano": quel monte Casio" da cui uu'aquila rapi la vittima sacrificalee la lascio cadere, sancendo nel punta della caduta I'atto di fondazione diSeleucia (Malala, Chron., vm, 0, 253-254). Tutto cio e evidentemente untopos (Seyrig, 343) che pero riproduce piu puntuahnente del soliro ilmitodi fondazione di Alessandria, dove un' aquila parimenti ghermisce I'of-ferta sacriflcale di Alessandro e la lascia cadere in un luogo sui quale _per ordine di un dio innominato - si erigera la citta (Pettazzoni, 168).

Una tipologia e tale se gli elementi che la compongono possono esse-re ndotti a variabili ruatanti attorno a una costante. Ebbeue, it dio scono-

II Tanto e noto l'episodio, che ci permettiamo, nel caso, di tralasciare la cronaca filolcgica~/~ore della "testimonianza" estetica di Marguerite Yourcenar, 428-429,

arr, 105-106, segnala come quel monte venga detto anche "Caucaso'': raramente, pe-raltro, e solo nene opere agiografiche cristiano-orienlali (per i Crociati si tratta del MontParlerills, ,0 Mont (Saint) Parlier, denominazione abbastanza suggestiva che pure lasce- .re~be ~paZ1Oa .sensazioni oracolari, se non si trattasse di una deformazione di Barlaam, perCUI v. I1Ifra; gh aOTIenidirebbero, in eta modema "ParI on'" Peeters 813) "Misleading" inO·ob dz .'. .. .

~ a e, que~t,OCaucaso del MezzoglOmo trova una Sua giustificazione tm po' banale mPeeters 804 PIU suggesiva I' fl· d· C' ' '. e IrnQ Ogla 1 ampbell, 177, dove troviamo ancora rna Sll illlplano Cosmogomco un saIdo r k fr 0'. . ' .

" ' In a nente e Occldente. n mOnte e poi diventato In ara-bo, pili banalmente ancora, Gaba1 Aqra', onde il Kel Dag turco.

SULLA FENlCE DEI BALUCI

sciuto del Romanzo a cui Alessandro sacrifica e poi esplicitamente Aion,il quale, oltretullo, non riappare solamente (v. infra) nella sua ipostasi difenice celebrante l'avvento della dinastia seleucide, 0 di aquila cherapisce Ia preda.

Se guardiamo alia doppia endiade Fenice-Aion (per quel che ne sap-piamo "immaginata", e certo testimoniata molto prima), e Sf11111rgh~Zal(quest'ultima attestata molto piu tardi, e palesemente, piu che everneriz-zata, fiabizzata addirittura), esito firdusiano e definitivo della feniceorientale (iranica), la sovrapposizione fra i secondi termini, passante perZurvan (Zurvan caldeo-ellenistico ~ Aion ~ Zal-i Zar), dovrebbe rende-re ragione di un motivo ulteriore di corrispondenza, cioe queUo del rapt-menlo, che pure comincia a intravedersi nei miti di fondazione segnalatipoc'anzi; rapimento che, nel caso di Seleueia, introduce la presenza delmonte Casio: e dunque questa il monte rappresentato a poche miglia didistanza nel mosaico di Daphne? 13

E stato ampiamente detto che l'iranieo sennturv cambia radicalmenteasperto, facendosi simurgh, dopa I'arrivo degli arabi, e che i due mitieianimali sono separati da uno "iato". L'anello di congiunzione tra quellafenice e it Sf111111'ghpuo essere sintomaticamente costituito dall'interioriz-zazione araba del data ellenistico-rornano. In altri termini, sara ben vera einevitabile che Aion presuppone Zurvan, cioe, per dirla can Junker, ehenon possiamo ignorare, qualunque sia il "malo" dell'Egitto esaltato dalPettazzoni, Ie Iranische Quellen del' hellenistischen Aion-vorstelhmg; rnaII "personaggio' Zal, che pure naturalmente (diremmo mediatamente) e-vemerizza Zurvan, presuppone a sua volta e pili immediatamente eveme-rizza Aion, a piu esattamente it eontesto immaginifico entro cui l'ambien-te ellenistico 10 ha plasticamente modellato. Un contesto che II conlributoarabo arriechisee anche favolistieamente, oltre ehe sul piano dell'erudi-zione e delle pseudo-etimologie (Nallino, 195), trasformando l'ipostasi, 0

"gemello" della fenice, in "rap ito" dalla fenice. A nriente degli arabi cisana i persiani, con Ie lora facili etimologie, e Ga~ puo, coru'e nota,tradurre tranquillamente, alia persiana modema, alia ~Anar, sf-11111rgb con"30 uccelli" (Ga!J4, 29). Ma se tanto fa come consequenziale inferenza aproposito della 'anqii', significa appunto che l'ordine di idee a cui il rife-rimento rinvia can tanta disinvoltura e uno solo. E infatti, immediatamen-te dopo, I'autore scrive: "Gli arabi, quando si racconta lora qualcosa di

13 Proprio ad Antiochia. c'e un altro mosaico (sec. ill) che, per Duchesne-Guillemin costi-tuisce addirittura it "modello" (I'iconografia principe) del triplice Aion (Duchesne-Gull-lemin, 1986. 141).

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palesemente falso, dicono che sta volando in aria una 'anqii' mugrib "(Ibid.)". E aneora: "Di un uomo ehe eeeede nel riso, si dice ehe agraba,cioe fa qualcosa di strano, poiche il verbo significa 'esagerare in qualco-sa' (Ibid.); nella fraseologia riportata da Giihi~ c'e proprio "ridere III

maniera sgangherata". Del resto, it campo semantico in cui si inscrivemugrib connette anche istagrabo ("meravigliarsi, stupirsi") con "moriredal ridere" (Lisim al-tarab, IT, 123, che richiama a questo proposito ilmitico e onomatopeico qahqah). Con il che, pare di "tornare" a un tipico"mosrro" sistanico, quello che fa morire dal ridere la gente, la variante"grottesea" del tipo Medusa (Tate, 266-267), rna in realta e molto piuplausibile che nel Sistan questo mostro venga importato (come il khari-gismo di Hamza): non va dimenticato che la stessa tradizione persiano-islamica rieollega il mostro ai tempi del "figlio di Alessandro" (undirnidiatus Alexander, un Alessandretto), oltre che al nome, niente affattocasuale, della salamandra (Vullers, IT,sub voce samand asliir )15.

MIIg,·ib in quanto rapitore (e anche Satana "rapisce" Cristo sui pinna-colo del tempio, Matteo, 4, 5; Luca, 4, 9; ) e un epiteto che fa tutt'uno colnome dell'uceello 'anqa ': I'attitudine al rapimento di fanciulli eben chia-rita non solo Con intenti "scientifici" da Damlri (Damiri, 218-222), rnasoprattutto, e in termini che focalizzano un preciso motivo culturale, dallafunzione ehe la 'onqa' svolge aWintemo del mito coranico degli A.hiibal-Rass e nel suo tofsir (Scarcia Amoretti, 1968). Qui e forse il nodo delleidentificazioni fra Ie endiadi di cui sopra.

11mito arabo localizza la 'anqii' nel Gabal al-Fath _ che non e Ull

nome qualsiasi, ma I'esatta forma araba del MOils Victoria lis indagatocosi puntigliosamente, eppure non abbastanza, dal Monneret de Villard-

14In Nallino, 195, si legge: "l...] simili leggende erano (... ] diffuse nelloriente arabo netIY. secolo dell'egira [... ] perche il nestoriano Abn'l-Hasan bar Bahlttl nel suo dizionarios~naco arabo, composto poco prima dell'anno 1000 ac.. dice: Fimiks e la 'anqa' del Mag-nh [sic' J'" in at l' . .

, . , n. a, autore aggrunge: "II teste e molto sgranunaticato ... "; sgrammatleatu-ra e forse eonslderata pure I'assenza dell'articolo al- fra '{lIIqa'e quanta Nallino legge"[del] Magrib", invece del pill ovvio mugrib (Iezione perfettamente carretta senza 01-). efr.Lexicon syriaclim aUc/ore Hassano bar Bahlitle ... instruxit Rubens Duvall tomus seeun-dus, Parisiis, 190 I, col. 1514. 'l~L I at" .

a DC 12ZaZlOUee quella pill corrente per ilmito di Andromeda e anche per il mito di Dio-na col suo cetus e del mito dell de .. .''m . a caplt<lZlonedl Medusa. Nella variante islamica (lma Medu~sa eretnce" del tipo gron ) ·1 . . .

h 1 esco t mostro VteI1eUCCISOponendo di Crontea esso W10 specchtoCeo fa, applllltO monre dal .d ."adiuv " d II'E' . n ere a sua volta. Lo specchio, cioe, mantiene la sua funzlOneante e roe rna d segno ' " 01" . d.Na r INV 33" e capov to. Un vaso apulo del Museo Archeologlco tpo I. . 25, Clpresenta per inCl·0 'a! d·· tla . " s un tra enva del motlVO:Andromeda vi contemp asua stessa effige di salvala dalle aeque" (Boardman, 1987, fig. 7).

Sm.LA FENlCE DEI BALUCI

e contiene un elemento zurvanita (demonizzato) nella rappresentazionedel diavolo sovrano adorato dagli Ashab al-Rass e combattuto (come la'anqa ') dal profeta Hanzala: esso, come Cristo, si manifesta in modoalmena duplice, in eta diverse, negli Atti di Pietro a nel Vangelo armenodetl'infanzia (v, da ultimo Favaro), rna anche come Satana negli Atti diTomaso (Festugiere, 67); e questo non ci stupisca.

Perche il risultato di un costrutto culturale come la 'onqa' sfocilinguisticamente in una risata (sebbene mortifera), conservando nella suaversione sistanica questa attitudine a far morire dal ridere, non e certolimpido e chiaro. Tullo porterebbe a pensare che, in ambito arabo, il grot-tesco abbia la meglio sui terrifico, e ilmostruoso faccia necessariamenteridere, pur se e un riso che pietrifica (Capezzone, 49-50). Accade anchenell'assalto alia Citta di Rame (Miquel, 492). La fenomenologia e,comunque, quella analizzata da Vernant (v. anche Scarcia, 2000.b). Mal' idea del rapimento, donde viene agli arabi? E qualcosa che si sovrap-pone al mostro che fa morire dal ridere, 0 viceversa? Possiamo ipotizzareuna suggestione di Zeus e Ganimede, rna forse, piu verosimilmente, sitratta di precise forme di evemerizzazione del mito di una fenice (aquila)rapitrice di vittime sacrificali (alia categoria delle quali appartiene, comeeben noto, 10 stesso Gesu), Si ripropone quindi il problema di una 10-calizzazione della fenice, che sintomaticamente il suo alter ego arabo'anqii' risolve sostando sui Gabal al-Fath, il simurgh sull'Elburz, e lafantasia poetica islamica sui piu astratto Qaf (verdazzurro, comunque,qual e il Mons Victorialis).

Se e vero che le idee si spostano, trasmigrano, si riproducono ammet-tendo alterazioni genetiche, sara anche vero che la morfologia delle ideeconservi somiglianze con l'originale, mantenendo comunque un'aria difamiglia: il monte abitato dalla fenice deve essere un luogo gemello aquello che ospita il simurgh, quest'ultimo appunto identificato col Da-mavand, nome moderno della Montagna Cosmica, dell'Elburz, dei MontiQaf, e di cui il Gabal al-Fath non e se non una precisa variante".

Gli indizi che consentono di scorgere un filo lungo Ie trasmigrazionicu!turali della fenice verso il simurgh sotto il segno di Aion-Zurvan-Zalconsentono di isolare altre spie di quella connessione fra Aion e il monteCasio, gia messa in luce attraverso Ie profonde analogie tra i miti di fon-dazione di Seleucia e di Alessandria. La zurvanicita e caratterizzata ingenere da due montagne (0 acque) rivali, dimore di due demoni rivali

16 Come, e con quanta disinvoltura, il nostro Monte sia capace di spostarsi nell'ecwneneiranica, si puc vedere benissimo nella versione "fiabistica" eli cui si legge in Pistoso, 201.

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GlANROBERTO SCARClA

(Scarcia, 1991) - peraltro anche sovrapponibili. In Iran, e Dahhak, de-mane rosso, suI quale Zur trionfa. Queste montagne (0 acque) cambianoaspetto per frane e ricostituzioni, 0 tempeste; alcune di esse sono statesegnalate percio dai geografi, fra i quali Mas'iidf: il Damavand, appunto,e poi il Gabal Aqra', cioe il monte Casio'". Quest'ultimo gia dava provadi essere luogo significativo della devozione rnithraica; ma ecco altri in-dici di zurvanieita riscontrabili in questa monte: cola si assisterebbe all~strano fenomeno per cui si puo cogliere la linea di demarcazione fra IIgiomo e la notte (Scareia, 2000); esso e un mitico confine del mondo,segnato dal pill celebre e celebrato fra gli incroci de; due mar; (magma'al-bahrayn) di Mose e di Hidrl'; nel romanzo di Alessandro, da quelleparti scorre un flume chiarnatn Oceano'? (e nella Cronaca di Zuqnin, s'egia delta, i Magi abitano su un Mons Victorialis-Gabal al-Fath a orientedeII'Oceano). Si puo pensare, entro una cosmologia iranica, che Ii flniscal'Asia e inizi ilmar Bianco (Scarcia, 1985). Da Mas'udf (Mas'Iidi, I, 195-196, 263), il monte Casio ('agz al-babr = fondamenta del mare, in quantaquel tralto di mare e profondissimo e pieno di mostri marini) viene de-scritto, per Una deformazione che ha del favolistico, con un'orografia checambia aspetto, stando ai resoconti dei marinai.

Le viscere del monte Casio tenevano prigioniero il principe de; de-morn, secondo la regola damavandica, sistanica e caucasica, concernenteDahhak e varianti. L'agiografia cristiana ha conocato, Come legittimoalter ego del demone, San Barlaam, il santo buono che appunto si install a

17p 1 .,er un a tro m.onte ancora della trafila damavandica, che cambia aspetto come il Casto,

ed e certo uno del nostri si veda Masse U 409III ,. , '"

N~lI~t1ca cosmologia fenicia, in corripondenza del maAma' {/1-ba/~YI)'11 si dispiega unavongiunzione fra cielo e mare circolare attraverso una montagna: 'ih~ House of the Pheni-Clan EI, called the Bull of Heaven, was located at the top of the sky-firmament where theTwo Oceans separate lcorsi t J Th' ,. 'd t of

. . Y" vo nos ro . e conceptlOn of a great mountalll In the 1111 Sthe enclrclmg sea is akl·o to th M .. . od'. e esopotamlan conception of the Mountam of Heaven a

Earth In the ~Idst of the primeval Apsu." (Campbell, 174). E interessante in proposito se.gnalare (Tekm 15) che s I II d' . '. .'' '. 0 0 a e pen ICIdel Caslo, In tutta la regione di Antiochla pur COSIdevota a HIde SI celebri I ''N d II .. .

- , , a one e a ConglUnzlone" astrale cosi efficacemente descnttada Yasar Kemal 297' qu s·'. . .'. . a I un eplcemro, 0 sacro recmto circondato da LUlazona dl T1spel-to per catecumem. ,

19 Eschilo 1 Persia . T C . ..b b·1 ' m, erzo anto illtomo all'Ara Strofa 2 nomina I'Halys (KizJl Innakpro a Imente rosso ci dice R g sr .. ~, , ' gJ.

OUoman' fil ' '. u gero te1anml, gta ill epoca hittita. Piu tardi, presso 1ne fr E I, uno I 0 rosso dlstmguera, nel BosfoTO, il Mar Nero dal Mar Bianco) come confi.a St e vest, che sarebbe ed h . .di quell'anti ,F;' ' era stata, rybris vahcare. E interessante 10 spostamentoco cOIblJle m un Juogo -'" I 'b"" .annegamemo di Al ..,1_' pili P ausl tie ; nel Roman=o, oltretutto, II mancatoessanwo III quell'Oce (II 8) , .sto, in quanto itera-· d· I 4 ~o, Suona un po falso, 0 meglio glUstappO.

-lOl1e I , 1 (Centanni, 81, 97, 252).

SULLA FENlCE DEI BALUCI

nel monte prendendo il posto del demone, ossia del dio pagano, dopoaverlo sconfitto e fatto precipitare, ancora secondo la regola, in una vora-gine sottostante dove resta imprigionato (Peeters, 810; Marr, 105-106,118, 124, 125)'°.

Sulle due rive dell'Oronte, gia Drakon, poi l'indomito 'Asf, che ladevozione locale continua a intendere "Acqua di Vita" (Kjzildagli, 6012-6013), il cristianesimo ha del resto collocato, ancora una volta, una cop-pia di santi, emuli se non rivali: Barlaam appunto, e Simeone. Con it che,ancora una volta si ricostituisce e mantiene la coppia simplegadica diPropp (Propp, 460; Scarcia, 1998).

Ma i tempi moderni continuano a produrre analogie incredibili. Le vi-cende religiose del Damavand harmo fatto di quella zona un perenne og-getto di culto e meta di pellegrinaggi: vi e, da quelle parti, un antico san-tuario legato nel nome a Bastam, celebre zio di Cosroe n, ribelle antisa-sanide, "messia" diverso da quello della dinastia ufficiale, da cui il topo-nimo, In Islam, il santuario ospitera il santo Bayazid Bastami (meglionota come Bistami), di famiglia zoroastriana di recente conversione"(Scarcia, 1980), E talmente importante, la connessione fra Bastam e la fi-gura, diremmo quasi archetipale, della Montagna Cosmica, nell'inconsciocollettivo siriano-occidentale, che di fatto la si ritrova, sempre nel vilityetdi Aleppo: a una cinquantina di chilometri a Nord del Casio, e statoinfatti "scoperto" da poco piu di un secolo it "vera santuario" di Baya-zTd22. Chi se ne intende ammette che si tratti di un maqiun (cenotafio,

20 Un angelo (MaTT,J 18) consiglia a Barlaam di recarsi sui Caucaso (efr. n. 12) poiche hic'e il diavolo da far sprofondare (anche negli Aui di Tomaso il serpente sprcfonda, Festu-giere, 62). Da notare en passant che a Barlaam, cui e ignota la direzione verso il monteCasio, fa da guide lU13 croce luminosa che ricorda moltissimo, com'e state notate, la stelladei Magi (Peeters, 810). Ancora sui Caucaso avviene Wla ''tentazione'' analoga a quella diGesu sul pinnacolo del tempio (Marr, 124); sui monte si aprire una voragine, subito doparichinsa (Marr, 125).21 Tutta questa problematica e assente dalle voci "Bestam" e "Bestjmf" dell 'Encyclopaedialranica (Adle, passim). Perc, e interessante cio che si legge alia voce "Bestam" a propositodelloeale minareto, in cui fra Ie decorazioni vi e "un'aquila fra due alberi di vita" (Adle,179~180). Bestgml era solo figlio di figlio di zoroastriani convertiti, ed era anche un tena-cissimo sedentario: si veda Meddeb, 73, 59, 108,230. Per caso, ivi, 108, e questione di unpotente che fa "muovere un monte"; ma 10 saykh non vuole divulgare it suo segreto fra Iegenti, e ordina alia tllontagna di tornare at suo posto. Nel presente volume e riprodotta incopertina la decorazione del nunareto di cui sepra, in cui si e voluto vedere it mi'rag delsanto, detto !ax/ii" (faleone).22 Cosi suona, in loco, lm cartello del servizio turco delle antichita: "Nei pressi di Alabeyli,a cinque ore daUa cittadina di Belen, all'intemo di lU1 ediftcio cubico tra Ie rovine di unarocca, il Merkadi mllbarekleri olan mescidi del grande santo Ebayazid-i Bestami caduto in

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GlANROBERTQ SCARClA

heroon?); rna del resto, qui, in terra nusayn, non si da altro sautuario ~hequello in cui Ie funzioni di tomba e di maqiim si identificano. QUI Ietombe sono sempre cenotatt. si pensa che vi siano ben 365 tombe di Hidr,ed evidentemente corre una significativa confusione/equazione fra il con-cetto di tomba e quello di maqiim (Scarcia 1991,609-610).

In nuce, si profila la storia del monte Casio venera to, in epoca pagana,da Traiano, e Adriano soprattutto (noto iniziato almithraismo, quindi VI-

cino a Zurvan). Dopa Adriano, visitatore d'eccezione e Giuliano: ness~nmithraista ha mai saputo parlarci della slla fede segreta, ma e probabtleche iI Sole dell' Orazione giulianea (Orai., IV, 148) fosse "1' Aion caldeo",un Aion "con influenze iraniche pill che platoniche" (Lewy, 152, 405-406). Noi abbiamo soltanro aggiunto (Scarcia, 2000.a) che iI famosoepisodio che vide Giuliano, il 6 gennaio del 361, celebrare a Vienna diGallia il Natale potrebbe aiutare a definire verso che cosa fosse rivolto IIsingolare atto di devozione dell'imperatore romano. .

Sui monte Casio, oggi, aleggia pennanente I'islamico Hidr, anch~e~I,1patrono di un calendario pastorale nel quale si staglia la solita festivitainvemale del 6 gel1l1aio,quel turco saya che deriva dall'iranico sada (Cri-stoforetti, 2002). Ma questa e un'altra storia, ulteriore e posteriore, a CUiconviene solo accennare qui. Ogni -tIi4r ha Ie sue particolari valenze netvari punti dell'Islam; non Ie universalizzeremo neppure nel caso di An-tiochia, cost come non 10 facciamo nel caso del Hidr baluci, che, laggi«,si ritrova coinvolto nei riti della "circoncisione femminile", cioe con coseche alia costa baluci giungono addirittllra dall' Africa Nera (Riyahi, 3).Prima di ~i<;lr, sui Casio c'era Barlaam antico vincitore del principe deidemoni, cioe Zeus Casius. Prima aneora: chi c'era?

Questo :",0(0 potrebbe essere riempito per l'appunto dalla Fenice,adeguata abltatnce della Montagna Cosmica dei fenici dando ragione delsuo strano e misterioso legame col Libano. Legame ~he ci indllceva alduphc~ commento; leggere in tal senso la metafora gilldaica della fo-restaILlbano = tempio d' G I " . to

. I erusa emme, sui CUIpllllmcolo II testo copvuole che Sla apparsa Ia fenice per segnare la naseita di Cristo-Aion;probablle analogia fra iI coneetto di stella e quello di fenice, alia Illee diquanta ncordato circa I' It· '. .

. u enore comcldenza fra l'apparizione, 111terra,della felllee ehe sane' I' . . Id II . . ISee avvento del Grande ArulO e quell a, 1I1ele 0, .e a stella SUIO.

rovina fu fano restaurare a I.:;;e.fkiPasha (si confronti I mp lare ~ addobbare nel 1306 da parte di Mursalzade Mustafa

a p. 238 dl HOlep I'iloyeli solnomesi)".

SULLA FENICE DEI BALVCl

La fenice che torna in Iran in forma di simurgh firdusiano e islamizza-to, accompagnata dal suo "alunno" Zal, e l'ultimo prodotto di un'idea checircola, trasmigra, si riproduce per innesto 0 per scissione (rna mai iden-tiea a se stessa), (ri)proponendo peril la morfologia mitiea, quanta menoesp/icitata dall'ellenismo, ed elaborata dall'arabismo, di una feniee in-sieme a Zurvan/Aion sulla Montagna Cosrnica. Con queste parentesi, conquesti termini e can questi corsivi vogliamo in pratica dire che neppureI'eventuale seoperta, in un eventuale bronzo del Luristan imparentato conil "proto-Zurvan' di Girshman (Girshman, 1958), di un prototipo del mo-saico antiocheno del sec. III, e, nel contempo, della moneta di AntoninoPia, anche pill convincente di certi pretesi prototipi sasan..idi del Santuariodel Graal, renderebbe del tutto fallaee J'ipotesi qui esposta di una trafiladel tipo Iranische Quellen (con funzione di stimolo intellettuale para-gonabile a quello delle "fonti egiziane" per la feniee occidentale) ~ mitoellenistieo della eoppia Feniee (stella) - Aion ~ fiaba firdusiana dellaeoppia Silllll/'gh-Ziil. Su altro livello 0 registro, ovviamente, si dipana lasublimazione persiano-islamiea (sufi) del motivo con gli stessi materialicostituito, La presenza di un simurgh e Ie correlate "virtu" in ambito ba-luci [a1UlO ovviamente parte di questa ricca trafila: la quale, in ultima ana-lisi, e parte. non certo esclusiva, dell'assorbimento dellintero patrimonioenlturale delliranismo in quello ehe e il "precipitato estetieo" tipieo delKunstwollen persiano. Dove la denominazione che it sfmurgh presta almodo musicale baluci non e ricordo, bensi ricorso puramente nominaledi un aspetto eulturale, nome itmnaginifieo eomparabile con gli immagi-nifici nomi, superanti un rapporto univoco di necessaria significazione iraparol a e cosa. dei "livelli" ({Pitt/f, anch'esse "modi" di quel mito) dellacoppa di Gamsld, 0 della scoufitta, a ogni alba (Scarcia, 1973), dellesch..iere di Ahriman,

lndubbiamente, dunque, l'aria dell'Occidente esiste, non solo in quan-to voluta: quello voluto e un Oeeidente mitico, ehe ispira piu ehe offrirereali radici. Sia l'idea che i baluci "partano can", sia l'idea che essi "por-tina qualcosa' (qualche cosa di rutto "lora") - e mera costruzione a po-steriori di un'etnogenesi autosancita, pur in ultimissirna analisi nongratuita, purche se ne espunga l'esclusivita: "portigiani di Husayn siamotutti noi", potrebbero dire tutti i persiani, e "di l1essuno di noi puo soste-nersi ehe non venga da Aleppo"! Tutto infatti proverebbe piuttosto ehe Iiin quellOriente i baluci si siano trovati a misurarsi can "qualche cosa" sucui fonnulare un'etnostoria.

Cio che risalta, dal fondo di tanta nostalgia occidentale, e la sugge-stione culturale di una Siria matrice, forse trasmessa ai baluci proprio dai

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GIANROBERTO SCARCIA

Ghuridi. E piuttosto che cedere sia aile tentazioni di un'etimologia zurva-niana di rondo, sia aile troppo suadenti e accomodanti ipotesi del mer~etimologico "incrocio" per quel baluci (ma certo non solo baluci, anzladdiritlura afroasiatico) ziir (demonietto, spiritello) che peraltro curiosa-mente si associa a bad (vento), come nel grande Archetipo gia sarebbeoccorso (Zurvan e Vayu), ci piacerebbe pensare a una capillare indagm~sui campo alia ricerca, con questa pulee nell'orecchio, di tutti i possibiliindizi di un rapporto ghuri-baluci da disseppellire.

MATTEO COMPARETT

Note sull 'iconografia del pegaso e del cavallo bardatonell' arte irontca

La vasta produzione letteraria persiana d'epoca islamica presenta una se-rie di difficolta interpretative relativamente aile figure di animali fanta-stici e mostruosi appartenenti alla mitologia iranica,La fenice rappresenta un caso indicativa essendo spesso confusa con

tutta una gamma di esseri fantastici di per se problematici e per la sua in-tercambiabilita con figure provenienti da tradizioni esterne alia Persia eall'Islam, accomunate pero da una simbologia equivalente avvertita anchesui piano iconografico' (Caterina; Scareia, 2002, 33-34).

I Sullassociazione fenicelsi/1/lIl"gh-.S€flmurv: Schmidt, 3-4; Curatola, 1989,51-52; Taver-na, 217. Per due delle prime raffigurazioni della fenice sotto fonna di un uccello crestatodalla lunga coda in ambito indo-iranico in alcuni rilievi da Begram (epoca kusana, l-Ill sec.d.C.): Hackin, tav. XLIl, figs. 92, 94. Nell'arte indiana si riscontra una notevoJe somiglian·za tra queste "fenici' e Ie raffigurazioni del pavone, come attestato in un rilievo dallo stupa2 di Sand (Madhya Pradesh, India), datato agli inizi dell seeolo a.C; Taddei, fig. 7. Peruno studio relativo aUe relazioni tra fenice, pavone e sfmurgh-se"mlln': Schmidt, 45·52.Sugli esseri mostruosi associabili al semlllln' nell'arte classiea: Boardman, 1987. Curiosa-mente, net mosaico dell'ambiente 36 a-c della Villa del Casale a Piazza Armerina (IV seco-10 d.C}, la figura fenuninile interpretabile probabilmente con la personifieazione dell'lndiae collocata centralmente con aecanto una fen ice nimbata posta su un piedistallo Infuocato:Carandini, Ricci, de Vos, J04, tav. I. Una seconda Ienice a Piazza Annerina - molto similea queUe di Begram _ si ritrova nel mosaico dell'ambiente del lata meridionale della sela

absidata: Carandini, Ricci, de Vos, fig. 67.

28M'HTEO COMPARETI

Nella letteratura islamica, la fenice (ma anche il bnriiq, altra mitic~cavalcatura ultraterrcna, v. Piemontese; Bellingeri,243; Curat~la, 197;:Scarcia, 1983, 88-89) assume connotazlOm eohche (Scarcia, 198 ,Scarcia, 2002, 33-38) e la medesima funzione di intermediario traclelo:terra, umana e divino, traspare dall'associazione della fenice degli antonpersiani can esseri chiaramente correlati all'aldila (0 meglio al passaggionell'aldila), quali appunto il vento (Scarcia, 1983; de' Maffei, 111-112;Scarcia, 2000), il cavallo alato e il suo doppio, la salamandra' (Laufer,317-345; Scarcia, 1970; Bellingeri, 231-233; Alabiso, 164).Ma I'associazione fenice-vento si rintraccia tanto nella tradizione oc-

cidentale quanta in quella orientale. In aggiunra all'evidente caso di o.mo-fonia nella pronuncia cinese, sembra che nel Celeste Impero, in tempt as-sai remorl, esistesse una stretta correJazione tra i caratteri di feniee )XI,

lfeng a PlM ]enghllong, in caratteri non semplificati scritto !~l a l!il)jt epronunciato anticamente buwn a blnv'! )'Iva'!) e vento !A tfeng, )!Ilt pro:nuncia PIIlV'!') e che la Suprema divinita del pantheon cinese si servisse diessa come di un messaggero'. Senza addentrarsi troppo nella complessa,seppur affascinante, discussione, in questa sede ci si occupera della raf-figurazione del pegaso a comunque del cavallo nell 'arte pre-islamicadella Persia e dell'Asia Centrale can particolare riguardo alia produzionesas3nide e sogdiana.

Presso Ie genti di cultura iranica, esattamente come nel caso di altrianimali simbolici, nella scultura pittura tcreutica tessitura ecc., il ca-

' " .vallo presenta nonnalmente alcuni elemenn decorativi caratteristiciquali i nastri svolazzanti legan al colla e aile zampe (Bromberg, 1983,255-261; Bromberg, 1990, 2) e un particolare tipo di bardatura COIII-

prensiva anche di un'applicazione dentellata sulla criniera e di un ciuf-fa di crini a un pennacchio a un'astina sulla sommita del capo. A se-conda della direzione verso cui e volta (normalmente a destra), I'a-

2Anche rupupa Svolge un molo di intennediario nella leggenda di Salomone e I. Reginadl Saba: Pennacchietti.

) La pr~nuncia corrisponde all"antico cinese del periodo che va dalla dinastia Sui (589-~18) all uluma pane dei Tang (618-906) secondo Pulleyblank. 1991.

In Cma la cOSlddella fenice viene raffigurata ugualmente come un uccello crestato di co- .lore rosso. dalla lunga coda e COnIe ali spiegate; Rawson, 99-107; Salviati, 5. Nelle pitture~erane Vleneposto a sUd; Willets: PP. 151-154. fig. 31, lav. 114-115; Salviati. cat i3S-

. La medesun.a Iconografia St liScontra lo alOhiro funerario anche in Giappone, dovetale essere fantastlco si e fu I fi . . Iso con a Iguradl un uccello appanenente alla mitologla loea e

~~uaJ~en(NteCon funzione di psicopompo; Benhier, 148. n. 2. Per aleune fenici dal telOpiot}'t1JI ara) con carallensuche nlenute d'origine iranica: Hayashi, 256. fig. 31.

NOTE SULL'ICONOGRAFLA DEL PEGASO E DEL CAVALLO BARDATO NELL' ARTE mANlCA 29

nimale ha sempre una delle zampe anteriori leggermente piegata inavanti.Piuttosto comune e anche il pegaso, anch'esso con una delle zampe

anteriori piegata in avanti e in alcuni casi raffigurato con il tipo di bar-datura appena descritto. Le ali del pegaso presentano caratteristiche pecu-liari quali una netta distinzione Ira il fitto piumaggio vicino all'attaccaturadella spalla e la parte terminale composta da plume piu lunghe arricciate.Solitamente, una banda 0 un filo di perle separa Ie due parti. L'ala suIlato non visibile compare solo parzialmente in maniera innaturale, comese si trovasse quasi di fronte all'animale, ma seguendo uno schema benpreciso, il quale lascia intendere una probabile ricerca di resa prospetticada parte degli artisti iranici. Questa formula sembra una caratteristicatardo-sasanide anche se risulta nota da tempo nell'arte mesopotarnica(Collon, Fig. 111).Nell'arte achemenide il cavallo bardato e presente nei rilievi di Per-

sepoli accompagnato da personaggi appiedati in processione (Fig. 1, v.Ghirshaman, 1982.a, figg. 217, 222, 224, 231), una scena molto simile aquella del tappeto di Pazyryk" (Fig. 2, v. Ghirsharnan, 1982.a, fig. 467) edi alcuni rari sigilli (Fig. 3, v. Boardman, 1970, tav. 7.169; Boardman,2000, figg. 5.] 4, 5.30)". Anche durante il periodo sasanide (226-642d.C.) il cavallo bardato viene rappresentato nei sigilli (Gignoux, Gyselen,93,30.27, tav. XIV)nei graffiti a Persepoli (Fig. 4, v. Calmeyer, figg. 3-4;Hermann, fig. 3.a-b)' e nelle arti suntuarie quale la toreutica' (Fig. 5, v.Gunter, Jett, tav. 20).

s La similitudine era gia stata notata in: Rubinson, 54, figg. 5 a, b-6. Si veda anche la fig.

22 del creseue lavoro6 Per alcune raffigurazioni in metallo di cavalli d'epoca achemenide, muniti del solito

ciuffo di crini: Dalton, pI. Xlll, cat. 8,44,46.7 Can I'avvento dei Sasanidi [anna Ia lora comparsa tra gli elementi della bardatura regaleuna sorta di grossi "pon-pon" Iegati nella parte posteriore dell'animale e lasciati liberi di

fluttuare durante la corsa: Tanabe, 1998, 98.g Praticamente tutte Ie raffigurazioni di cavalli nella toreutica sasanide includono W1 ogget-to sulla sommira del capo dell'animale: Ghirshman, 1977, tavv. Il-ID; Harper, Meyers, 69,tavv. 8-10, 1La, 11.b, 14-15, 17_23,25_26,28,30,32,37; Sasanian Silver, cat. 4-5, 7-8,24-25, 47. Si veda anche: Tanabe, 1990, p. 52. Per un esempio di rbyton in argento datatoal periodo achemenide con caratteristiche simili: Tanabe, 1989. Alcuni piatti d'argento a-scrivibili al periodo partico ritrovati in Georgia riproducono un cavallo dotato di crinieradentellata di fronte a un altare: Lukonin, fig. 34. n pennacchio su11a testa del cavallo evi-dentemente identificava le cavalcature dei Persiani anche presso i Greci. Nel celebre rna-saico posto ad abbellire l'esedra della Casa del Fauna a Pompei (oggi conservato al MuseoArcheologico Nazionale di Napoli, Inv. 10020), con la scena di battaglia tra Alessandro eDario (circa 125-120 a.C.), copia di un originale greco del IV secolo a.c., i cavalli dei Per·

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MATTEO COMPARETI

Nei sigilli di eta sasanide il pegaso - raffigurato singolarmente 0 inqualche caso affrontato a un secondo speculare - costituisce uno dei mo-tivi pili diffusi' (Fig. 6, v. Ettinghausen, 11-16; Lukonin, figg. 79-84;Brunner, figg. 152, 166,218; Gignoux, Gyselen, tavv. XX-XXI, 40.7-40.26; Shepherd, tav. 106 (I); Gyselen, 1989, tav. IV b 9; Gyselen, 2001, fig.4-5). In altri ambiti artistici sasanidi il motivo risulta ugualmente molto

10 • di casfruttato come, ad esempio, su una brocca di vetro (forse pero I epoislamica, Fig. 7, v. Ghirshman, 1982.b, fig. 291. B; Fedi, fig. 3), in unostucco da Ctesifonte (Fig. 8, v. Kroger, 119, fig. 65, tav. 49) e su almenodue piatti in argento secondo canoni iconografici differenti, con gli ani-mali raffigurati nell'atto di bere a una fonte ai lati di un albero centrale ill

posizione assials!' (Fig. 9 e 10, v. Sasanian Silver, cat. 24-25; Ettinghau-sen, 11-16, figg. 38, 40). La medesima scena ricorre con una certa fre-quenza in alcuni tessuti rinvenuti presso i complessi funerari di Astana eQara-khoja nell'Oasi di Turfan (Provincia Autonoma degli Uighuri delXinjiang), una regione anticamente abitata da molti immigrati iranici,

siam Presentano tutti un ciuffo di crini raccohi sui capo. Un'ornamentazione simile compa-re anche su un rilievo anneno danneggiato proveniente da Dvin datato al VI- VU secolo,Corse.parte di una stele: Cuneo, fig. a p. 823; Donabedian, Thierry, fig. 228. La scen~ edescnna come ~ UO~O a cavallo, IDa la sola mana visibile regge Ie briglie in una pOSiZIO-~e ~ale da lasciare lfitendere che invece il personaggio stia piurtostc accompagnandol.ammale. l!n altro rilievo armeno con la rappresentazione di un cavallo bardato alia rna-n~era sas~lde (rna privo di pennacchio) compare sulla facciam settentrionale della chiesadi Mr~n (Circa 629-640 d.C): Cuneo, 632, fig. a p. 823. Per un parallelismo tra questa ge-~~e di pennacchio nell'arte cinese e nell'arte persiana e centrasiatica: Still, 257, note 18,

9 Per una discussion II fi . '. ,., .. . e su a igura del cavallo alato per 10 pru relativarnente all arte narnca:Fedi. St veda anche: Taverna 220

10 • . '.

Su alC.unl St~Pl ornamentali eseguiti SU oggetti in vetro considerati islamici, ma chia-~~ente Impostatl su modelli persiani: Balog, pI. 8.a-9.

La Scena sembra essersi d'ffu /. . .. . t sa nel arte perSlana attraverso modelli eilenistici come te.stlmoma un soggeno molt . '1 . . , .

I 0 sum e m uno del nquadri di una pittura pompeiana (oggl con-servata a Museo Archeol . N. .d S·I . oglco aZlOnale di Napoli Inv. 9625) can Eracle ebbro son-ettaa I em, 0 una mOneta di Mit 'd VI 'intento. b be nate Eupatore (120·63 a.C) in cui compare un pegasorucare a re 0 fors' d..

on . .' em auo I nverenza can una mezzaluna contenente un astraa punte III cornspond d II 'd'· '. enza e a testa dell'animale (Fig II)' Shelov fig. 9, Non vaImentlCato che Mitndate era d'. , . '. ,5egnat. d. d' . " uno t quel personaggI mttizzati la cui nascita sarebbe stataIVem prodlgJ tra cu' I' . . , .Mazza 1966 p 451 n 1 appanZlOne dl una corneta a di una stella a otto punte.

' ,. . cavallo alato 0 I II' rtetessile COpta del VI secolo de. ..C n a testa abbassata compare poi anche ne amedievale: Bromberg, 1983, 26i_~~nllmg, 198,2, .fig~ 2?) e si rivela ~o.ta nell'arte ellro~eaganlbe del trono 50no d II 7. In alculU platH d argenta sasamdl can scene regah Ierna e atecomec II.H

ava l. arper-Meyers, taw. 19,33.

NOTE SUlL °JCONOGRAFlA DEL PEGASO E DEL CAVALLO BARDATO NELL' ARTE IRANlCA 31

soprattutto sogdiani" (Lubo-Lesnicenko, 113; Pulleyblank, 1992, 427-28: Mair, Skjeerve, 464-65; Jiang, 150-265; Yoshida, 70; Zhang, Rong,18-19: Sheng. 1998, 138-45; Rong, 120-26).

Tali tessuti, per 10 piu in seta, erano adoperati come particolari ma-schere funerarie (in cineseflllllian) per coprire il volto del defunto secon-do un'usanza non han (Riboud, 1977.a, 64-65; Riboud, 1977.b; Riboud,1987) ed erano decorali con vari soggetti - normalmente zoomorfi 0

fitomorfi - contenuti entro comici circolari note col nome di medaglioniperlati (Fig. 12, v. Meister; Carmel; Fedi, fig. 1; Sheng, 146-49; Compa-reti, 1997/98). In questa decorazione, cornici circolari contigue sono or-nate lungo il bordo con dischi di dimensioni minori, mentre vari elementicollegano i medaglioni tra loro nei punti di contatto posti lungo gli assiortogonali. La decorazione a medaglioni perlati e tipicamente iranica,particolarmente diffusa ill Asia Centrale e in Persia e ben nota anche inCina e nell'impero bizantino.

Le vesti dei personaggi raffigurati nelle pitture murali sogdiane pre-sentano molto spesso decorazioni a medaglioni perlati e contenenti - nelcaso specifico di Afrasyab (terzo quarto del VII secolo d.C.) - un singolopegaso bardato" (Fig. 13, v. Al'baum, tavv. tn.un). Le pittme di Afra-syab (ma anche quelle di Varakhsa e Pangaqand) riportano I'ornato ditessuti fabbricati molto probabilmente ill manifatture sogdiane associabiliper stile ed iconografia ad a1cuni frammenti serici scavati ad Astana'",

A giudicare dalnumero di reperti archeologici tessili rinvenuti nell 'OO5idi Turfan, tra i soggetti animali piu rappresentati all'interno di medaglioniperlati vi era certamente il cavallo alato. Come osservato sopra, normal-mente. i cavalli sono due, affrontati sinuuetricamente ai lati di un assecentrale costituito da un albero (Fig. 12), anche se figure di pegasi singoliesistono e difatti aleuni sono stati scoperti ad Astana e Qara-khoja (Fig. 14,v. Meister, fig. 27; Turfan Museum, fig. 141). Nel complesso cimiteriale di

12Per un 'aggiomatissima bibliografia sui tessuti di Turfan: Otavsky, 173-84.13 Lo studioso cinese Sun Ji riconosce che nei medaglioni sogdiani it soggetto e riprodottosempre singolannente, mentre gli animali affrontati sono una earatteristica dell'arte cinese:Sun, 342, n. 40 Fino alla fine del VII secolo d.C. e gli inizi dell'Vlll nell'arte scgdiana,all'intemo dei'medaglioni perlati, si potevano osservare solo soggetti singoli, mentre sue-cessivamente _ in epoca islamica - si impose la raffigurazione di elementi sdoppiati, unfatto probabilmente imputabile aU'influenza cinese e bizantina: Marshak, 2001.a, 237;Compareti, di prossima pubblicazione 2002. Per una raffigurazione di cavalli alati singolientre medaglioni perlati si vedano ad esempio Ie pitture di Bamyan: Tarzi, vol. 2, otav.~5 ..1-1 Repetti simili non sono mai stati ritrovati nei sin sella gogdiana vera e propria; dl~~tt.l,gli unici frammenti di stoffe rinvenuti presso Ia fortezza sogdiana sui Monte Mugh (TaJIki-stan occidentale) sono ritenuti dagli esperti prodotti d'importazione: Mar~ak,1997,235.

32 M>\TTEO COlvtpARETI

Dulan (Provincia del Qinghai) gli archeologi cinesi hanno rinvenuto stoffe amedaglioni perlati contenenti cavalli alati affrontati su di un piedistallovegetale del tutto identici ad altri tessuti di Astana (Fig. 15)1'. .

Solitamente, in questi medaglioni perlati il motivo ornamentale netpunti di tangenza e costituito da un grosso fiore, mentre il pegaso all'in-temo presenta sui corpo alcuni elementi geometrizzanti in forma di trian-goli scalari", nastri svolazzanti legati al colIn e un'astina sulla testa sor-rnontata da una mezzaluna contenente un motivo floreale. Quest'ultimoparticolare ricorre con una certa frequenza nei tessuti rinvenuti in AsiaCentrale (come in una seta scoperta da una spedizione tedesca di iniziosecolo a Turfan, Fig. 16, v. Venco Ricciardi, fig. 182) ed e probabile cheI'elemento racchiuda una determinata simbologia astrale".

La rappresentazione del cavallo bardato sembra essere connessa apratiche funerarie iraniche ed in particolare al sacrificio 0 all'adorazionedell'animale documentato in alcune fonti estranee alia tradizione avestica

IS La maggior parte dei tessuti a medaglioni contenenti cavalli alan sono raccolti in: Mei-ster, figg. 54-57. Per Ie stoffe di Dulan: Xu, Zhao, fig. II. In alcuni tessuu preziosi un ar-ciere cavalca il pegaso (si veda, ad esempio, 10 stendardo dell'imperatore Shomu nelloShoso-in a Nara, Giappone: Meister, tavv. 1-2; Ghirshman, I982.b, fig, 445) e, in un unicoframmento danneggiato proveniente da Astana, un cavaliere stringe il eollo dell 'animate:Societe scientifica per gli studi archeclogici nel Xinjiang, fig, 228; Fedi, fig. 5, Tale icono-grafia si ineontra in altri ambiti artistici dell'Asia Centrale (si veda ad esempio: Stein, vol.4, Mi xi 00138, tav. CXXXVI) rna era certamente conoscium in Persia all'epoca snsanide(c?me t~stimonia un piano d'argento dorato del rv-v sec.: Catalogo Wien, cat. 39) e isla-rruca (51 veda: Lukonine, Ivanov, cat. 153). Quest'ultima raffigurazione e connessa alia~;ena d~Ua "caduta nella fossa" di Bahram V Gur (421-439).

Specificamenjj, su questa elemento decorativo Come caratteristico deU'arte sogdiana:Compareti,2002.

17 ~'identific,azione e?n ~a stella 0 il sole e suggerita dall'esistenza di tale elementonell arte perslana pre-Islarruea e mesopotamica: Melikian-Chirvani 6-15' Parrot fig. 280.Sull~O~gine ~e~ simbolo nel Vicino Oriente: Campbell, 93-94. S~lIa su~ diffu;ione tra i~~rtl" I Sasanldl e ~~I ~andhara: Tanabe, 1988~89 (rna si veda anche: Shepherd, 1980,52).Asia Cen.trale Sl e nvelata panicolannente ricettiva riguardo aUa sirnbologia reJigiosa

mesopotamlca: Azarpay, 1976; Azarpay, 1981, 132-39; Belenitskii, Marshak, 30; Grenet,1995 III Grenet Marshak Lo stes 0 "fi ",. . rt a

" , . 5 lOre e mCISOsu un vaso in terraeotta scope 0

TU!ibanb'l' ~at~to al Vll-VIIT seeolo: Mu, Qi, Zhang, fig. 65. B. MarSak ha insistito sull'altapro a I Ita ctl un'orioine so d' . .. 0" g lana per questo pezza: comUllteaZlOne personale avvenllta

durante d breve soggiom.o del professore a Venezia, 29 novembre-I dieembre 1996. La~n2eZZalun~con I.a stella 51 osserva anehe nell'ossario di MoUa Kllrgan: Pugatenkova, fig.

'1D motlvo POI nOn era prerogativa unieamente dei cavalli infatti un elemento molto si-mi e appare suU t di I '. ,I d· a esta a eune Copple ctl llcceUi affrontati entro medaglioni perlati in WIessuto I seta da Astana: Mu, Qi, Zhang, fig. 285.

NOTE SULL'ICONOGRAFIA DEL PEGASO E DEL CAVALLO BARDATO NELL' ARTE IRANICA 33

genuina'", come in un testo sogdiano studiato da Henning" (Helming,140; Grenet, 1993,61 n. 44; Grenet, Marshak 9-10), 0 a una "Iiturgia" sa-sanide nella testimonianza di Giorgio di Pisidia (vn secolo d.C. n tenninegreco impiegato per definire il cavallo bardato e 'ivo"AOr; 'innoc, v.Pertusi, 1958, 25-27; Pertusi, 1971, 616, 625-626). Anche una fonteTang sulla vita di Perez (figlio dell'ultimo imperatore sasanide Yazdagirdill, 631-651 e morto in Cina nel 679 d. C. circa) riporta la presenza di unosplendido cavallo durante la celebrazione del suo funerale".Nella sfera religiosa, Ie popolazioni iraniche della Persia e dell'Asia

Centrale nonnalmente associavano it cavallo a Mithra, a Verethragna, aTistrya (la stella Sirio), a Druvaspa e a Apamnapat. Erodoto riportachiaramente che al seguito dell'esercito allestito da Serse per conquistare

IS Su alcuni riferimenti a "reminescenze leggendarie" di sacrifici di buoi, cavalli e arietinell'Avesta: Duchesne-Guillemin, 1988, 270; Duchesne-Guillemin, 1993,230; Taverna,

219-220.19 Riguardo al sacrificio in ambito iranico: Frye, 253; Boyce, 1967,42-43; Lang, 534, fig.3; Boyce, Grenet, 11-12, 151, 172-173; Boyce, 1996, 11-112, lSI, 172-173, 176 (nota101),297-298; Gignoux, 406. SuI sacrificic del cavallo tra altre popclazioni iraniche cen-trasiatiche: Carter, 1981,88 n. 57; Thordarson, 731; Carter, 1988, 131, 136; Abetekov,YUSlipOV, 1994, 31; Silvi Antonini, 66. Sui sacrificio tra Ie popolazioni altaiche: Benke,126-130. Per una lista dei sacnfici nella Persia antica con particolare riguardo all'epocaachemenide e per un parallelismo can il sacrificio indiana del cavallo nota comeoivamedha: Jairazbhoy, 148-150; Mallory, 135-137. Nel sacrificio dell'asl'Omedha rivesti-va un ruolo importante lU1 ciuffo della criniera posto a rappresentare Ie Pleiadi, can un esat-to parallelismo in WI rito sacrificale babilonese: Albright, Dumont, 123-128. Anche pressoi Persiani era adottato il ciuffo di crini it quale simbolizzava forse il cosiddetto Arna: Tana-be. 1989,525; Tanabe, 1990,52. Una moneta gupta mostra il cevallo reale con una deco-razione sui capo: Pal, fig. 8; Harle, fig. 2.c. In un 'altra moneta gupta coniata espressamenteper la ce1ebrazione dell'asmmedha tale decorazione non e riprodorta: Pal, fig. 7; vanaja,fig. 2. Per tracce di un sacrificio del cavallo tra i riti della festivita iranica invemale chia-

mata Sade: Cristoforetti, 265-271.20 La notizia resta tuttavia molto incerta a causa dell'inattendibilita della fonte: Compareti,di prossima pubblicazione 2003. Le fonti cinesi confermano Ia presenza eli WI culto solaretra i Sasanidi: Daffina: 163. Sull'origine occidentale deU'iconografia del cavallo alato nel-l'arte cinese: Matsubara, 108, fig. 242. Una brocca in metallo del VII secolo d.C. conserve-tasi intatta per secoli nel tempio H6ryuji a Nara (Giappone), forse proveniente dalla Cina,presenta la raffigurazione di illl cavallo alato molto vicino ai prototipi iranici ossetvati so-pra: Haussig. fig. 520. Uno dei fregi decorativi della pagoda di Xiuding (provincia delloHenan, Cina) ha~come soggetto un cavallo bardato di tutto punta circondato da una sorta elivolute fumose: Museo della Provincia dello Henan, tav. 3.3. L'associazione eli questa ca-vallo bardato can gli iranici stanziati in Cina e legittimata dal fatto che altri fregi a Xiudingritraggono danzatori centrasiatici barbuti, abbigliati can caftani e stivali: Museo della Pro-vincia dello Henan. tavv. 2.7 e 2.8. Per altre inunagini di cavalli raffigurati nell'atto di es-sere adorati da personaggi iranici nell'arte cinese: Marshak. 2001.b, 238; Gong_

r

34MATTEO COWARETl

la Grecia "era collocato il cocchio sacro di Zeus (cioe di Altura/Mazda),trascinato da otto cavalli bianchi, e Ii seguiva, a piedi, l'auriga che ?eteneva Ie briglie, poiche nessun uomo sale mai su questo seggio" (Stone,VilAO). L'episodio non sembra affatto riferito all'ambito funerario. Laletteratura religiosa persiana indica Mithra quale giudice dell' anima deldefunto nell 'aldila collegandosi in tal sensa can la figura del cavallo alatoe alia connotazione funeraria che esso assume, riconducibile alia funzionedi psicopompo propria del pegaso ellenistico' '.

Nell 'arte sogdiana si incontra la figura di un cavallo ancora viv~ nellescene a carattere funerario, come nell' assaria scoperto a Sivas (Sahr-eSabz, nell'Uzbekistan meridionale) dove e raffigurata la cerimonia delcakharom in preseoza anche dell'animale sacrificale bardato e con un'a-stina sui capo" (Fig. 16, v. Grenet, 1993, fig. 6).

L'elemento composto da una mezzaluna contenente una stella (0 unfiore) snlla testa del cavallo ricorre in molti campi artistiei dall' Asia Cen-trale all'Egitto, per esempio in una tavoletta di legno dipinto khotanese\Fig. 17, v. Talbot Rice, fig. 196; Williams, fig. 66), a in uno stucco daCal Tarkhan-'ESqabad (Fig. 18, v. Harper, cat. 46) ed in un franune,nlotess.'le da Khasaur (Regione di Stravopol, Russia, Fig. 19, v. Ierusalim-sk'\Ja, 1972, fig. 5.2).

Nelle tombe di Antinoe, in Egitto, Ie missioni francesi del prime '900hanna scoperto akuni frammenti di seta decorati can medaglioni perlaticontenenti singoli pegasi bardati rivolri alternativamcnle a destra e a sini-str~: Nei punti di tangenza compaiono dischi pill piccoli can un cres~enleall Intemo (FIg. 16, 20, v. Ghirslunan, 1982.b, fig. 278; Martiniam-Re-ber cat II) GI' ". . I' d

'. . . I annual] sana nccamente adorn. davvero enop 01, eogni den l' ' . '.. ag 10 e rtprOdotto con la massima cura: nastri svolazzanti sono

legatI al collare e aile zampe, sutla criniera vi e un'applicazione dentel-

21 Nell'arte sogdiana d"v. d 1 .all (I • I erse rappresentazlOni di Mithra sono connesse alia figura e ca~; ;o~~~~~o): Skoda, 1980: Sims-Williams, 199t, 178: Comparerf 2000, 340: Mar-SI'ben'· ."d" 4. Sui cavallo alato tra Ie popolazioni nomadi di stirpe iranica attive nellaa men lonale Ul epo . , . . Ipeg

aso C 1" ca pm antlca: Silvi Antonini 163. Secondo A. Ierusalimskaj3 Ion astma sui capo e ~ . .' . 993117. una trasJlguraZlone dl Verethragna: JerollssalimskaJa, 1 ,"p

er altre figure di cavallo b . k1994 11-12' G 1 ardatl nell'ane sogdiana: Grenel 199361 n. 44' Marsha,, , renet Bopera h h' 7 ".ficatamente sui tipo'di b 'g1'c C I, 6·78; Marshak, 2001, 238, 254, fig. 6, 22.a-b. Specl.

n la e morso' Jakubc k" B '.. . taV33; Belenizki, fig. a p 120' Dan" . vs 11, elemskil, D'Jakonova, KostTov, .Con un'astina sui cap" , I, Jettmar, Thewalt, fig. a p. 24 tav. 21. Un caval10 bardalO

. a SOnnOntato da un . . '. . . .tanon ldentificata nel Te ' I astro raggIante (?) SI trova aSSleme a Lilla dlVlll1

mplO a Pangaqand . " 10'Mar§ak, Raspopova fig 11 I ,.' SI veda la figura 16 del presente artICO .' . . n quest ultimo caso it Contesto non e funerario.

NOTE SULL 'ICONOGRAFLA DEL PEGASO E DEL CA VALLO BARDATO NELL' ARTE IRANlCA 35

lata, la coda presenla un nodo eleganle" e sulla testa la solila astina conla mezzaluna contenente iI disco solare. Allre perle abbelliscono il col-lare, Ie ali del pegaso e anche la banda che separa gli zoccoli dall'artico-lazione. Negli interstizi compaiono tralci vegetali.

Dal punto di vista delluogo d'origine, i frammenti tessili con pegasida Antinoe costituiscono un enigma. Difatti la maggior parte degli stu-diosi Ii considera un prodotto sasanide certo (Pfister; de Francovich,173; Grabar, 683; Jerussalimskaja, 1993; McDowell, 69), altri ne Ioca-lizzano la provenienza in Iran 0 Transoxiana (vale a dire in Sogdiana,v. Manson Bier, 51), altri individuano in essi un esempio di produzionelocale su imitazione di temi iranici importati da ufficiali bizantini distanza in Egitto" (Trilling, fig. 49; Del Francia Barocas, 173). Ad ognimodo, e possibile osservare la variante copta del pegaso racchiusoenlro cornici circolari in un altro tessuto antinoita (Fig. 21, v. Volbach,fig. 27), molto diverso sui piano stilistico da quello della figura 20".Evidentemente i tessitori egiziani conoscevano il motivo e preferivanoper Ie raffigurazioni di cavalli alati una resa stilisticamente pill vicina allorn gusto.

Daile caratterisliche del cavallo alato rna anche dai medaglioniperlati, i motivi interstiziali e di tangenza, le sete di Antinoe richia-mano i tessuti di Turfan, in particolare quello recuperato dalla missionearcheologica ledesca (Fig. 16) 0 I'omamentazione tessile delle pitturedi Afrasyab (Fig. 13), secondo mode iii di riferimento sogdiani piuttoslOche sasanidi (Fig. 8).

Sempre dallEgitto proviene uo tessuto di lana decorato da file di cavallileggennente impennati con motivi geometrici stilizzati sui corpo, volti ora adestra ora a sinistra, accompagnati da personaggi vestiti con caftani eraffigurati alternativamente nell'atto di lenerli per Ie briglie 0 di stringereuna spada nella mano sollevata verso l'animale (Fig. 22, v. Catalogo NewYork, cat. 242; Trilling, 1982, cat. 17). Quest'ultima scena potrebbe essere

13 Annodature simili sono riprodotte nei dipinti raffiguranti cavalli alati ad Afrasyab:Al'baum, figg. 17-18,27.1~D. Shpepherd ha proposto per questi tessuti una produzione nella zona del Mediterraneoorientale, in una localita non specificate dove ci si basava su prototipi sasanidi oramai per-duti: Shepherd, 1986, 1112; Muthesius, 82.zs Diversi tessuti antinoiti decorati con pegasi secondo l'iconografia copta mostrano co-munque chiari segni di una forte infiuenza da modelli iranici: Benaki Museum. cat. 1O~fig. 1; Catalogo Rome, tav. II cat. 39. Per un esempio di cavallo barda.to ce~amente diproduzione copta, contenuto entro un medaglione costituito da una fila di cuon: CatalogoNew York, cat. 240. Sullinfluenza sasanide nell'arte copta: Badawy, 18-19.

36MATTEO COMIIARETI

facilmente interpretata come un sacrificio del cavallo, raffigurato (comenell'ossario di Sivas, fig. 16) privo di ali, in quanto si tratta di eventi forserealmente accaduti e degn.i di essere tramandati. Un altro dettaglio presentein questo tessuto e I'esile albero non troppo alto dal tronco bipartite postodietro a ogni cavallo, quasi a costituirne I'asse. Alberi di questo tip~ com-paiono in una serie di piatti in metallo persiani e sogdian.i, databili tra II VIl el'vm secolo d.C., in cui pero non compare mai un cavallo bensi un felmo 0

WI altro predatore 0 un cervide (Fig. 23, 24, v. Marsak, 1971, T6, T9, TID,Tl6, tav. 31; Marschak, 1986, tav. 39-41,51, 69, 196-197; Trever, Lu-konin, pp. 89,114,118-119, cat. 23, 39-40). .

La figura del cavallo sembrerebbe quindi correlata all 'aldila presso I

popoli di cullura iranica. A questo proposito vale la pena di evidenziareche tanto i siti di Antinoe ed Astana quanto quello di Dulan, ed anche diKhasaut, siano cimiteri dove i prodotti conness] al rituale funebre pra-ticato da Persiani e Sogdiani potrebbero essere giunti facilmente: pressola prima localita per via della situazione politica dell 'Egitto sottomessoall'autorita sasanide tra il 616 ed il 629 e, conseguentemente, ill direttoContatto COil l'Asia Centrale attraverso la Persia" (Christensen, 447;Stratos, 7-9, 247, 283-285; Altheim-Stiehl); nella second a per la co~n-provata presenza di genii iraniche nel Xinjiang. Presso Dulan la maggrorparte degli oggetti rinvenuti nelle tom be si sono rivelati di manifatturasogdiana

27

(Xn; Heller) e infille, nella regione caucasica e molto pro-babile che i mercanti (sogdiani e non) pagassero i pedaggi per I'attra-versamento dei valichi aile popolazioni indigene proprio in sere preziose,effettivamente rinvenute nelle tombe di Moscevaja Balka (Riboud, 1976,23) e Khasaut (Fig. 19, v. Bromberg, 9).

Queste osservazioni contribuiscono ulterionnente a confermare l'ipo-tesi. che I'arte sogdiana (la quale possiede una componente persiana nonmdIfferente) abbia di rimando esercitato una certa influenza suI lardogusto sasanide, in particolare neW ambito della decorazione tessile (Peck,122-123; Azarpay, 2000, 72), coinvolgendo successivamente anche laproduzione bizantilla e islamica. Una tendenza simile doveva essere parti-cOlannente forte in Persia durante il periOdo che va dal regno di Cosroe I(531-579) a quello del nipote, Cosroe u (590-628), quando alia corte im-

26 La Sogdiana e l'E"tt . .. gI, 0 51 trovavano connessl anche per via del credo manicheo ugllal-

mente moho dlffuso ne, due paesi: Monner" de Villard 135-136 167-171' Gnoh 43, Sul-latrasmlSSlonedit"· fi ') . . .' .' , , .em, ICOnogra lei egat! alia c1fcoiaZlone del tessuti tra Egitto e Asia Cen-trale: Renner 294

21 '.

A Dulan gli scavi archeologk h . '. . .all' 1 anna reSlllUHO1 rest, di animali sacrificali come cam e

cav I.

NOTE SULL 'ICONOGRAFlA DEL PEGASO E DEL CA VALLO BARDATO NELL' ARTE IRANICA 37

periale sasanide confluivano tutti i tipi di esotismi dalle terre pill lontanee la produzione artistica pare ave sse ricevuto U11 nuovo impulso, recepitoed enormemente sviluppato piu tardi in epoca islamica.

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MATTEO COMPARETI

Appendice: Presenza sasanide in Africo"

II settimo secolo d.C. e un periodo dell'antichita scarsamente noto soprat-tutto per quanto riguarda Ia cornplessa storia del tardo impero sasanide(226-642). Allo scopo di ricostruire gli eventi relativi a questo periodo,gli studiosi basano Ie Ioro argomentazioni sulle fonti bizantine (chiara-mente non imparziali, v. Christensen, 74-77; Pertusi; Papathomopoulos;Haldon, xvii-xxxiii; Palmer), anche se Ie fonti islamiche (Christensen, 59-74) e cristiano-orientali' possono risultare estremamente irnportanti.Negli ultimi anni del VI secolo, l'irnperatore bizantino Maurizio (582-

602) stipulo un trattato di pace potenzialmente durevole con Ia Persiagrazie all'appoggio militare garantito allo sahonsah Cosroe II Parvez(599-628) nel riconquistare il trono usnrpato dal generale ribelle BahramVI Cobin (Christensen, 443-445; Goubert; Om·solan, 579; Frendo, 1989).In quell'occasione Cosroe II restitui a Bisanzio quelle regioni della Me-sopotamia e del Caucaso annesse dai suoi predecessori e anche alcune

• D presente lavoro e pubblicato anehe su internet: in lingua Inglese sul site http://www.trans-oxiana,com.ar/Ol04/sasanians.html, e in lingua spagnola: http://\V\vw.transoxiana.com,ar/0104/sasanians esp.htmlI Per Ie fonti armene: Christensen. 77-79; von Esbroeck. Per Ie fonti siriache: Brock. Per Iefonti georgiane: Toumanoff; Hitchins. Per Ie fonti copte: Altheim-Stiehl, 1992: Altheirn-Stiehl, t 998; Butler. 69-92, 498-507. Per Ie (scarse) fonti non cristiane medio-persiane e inaltre Iingue iraniche: Widengren, 1269-1283; Schippmann, 3-9 ; Cereti.

40MATTEO COMPARETI

preziose reliquie cad ute in mano sasanide al tempo delle guerre di suononno - Cosroe I Anosirvan (531-579) - con Giustiniano (527-565) (Pee-ters, 1947; Higgins; Stratos, 14-56; Scarcia, 2000). . .

Questo eccezionale periodo di pace subi un arresto allo SCOpplOdiuna rivolta nell'irnpero bizantino terminata con l'ascesa al trono dell'u-surpatore Foca (602-610). II conseguente massacro di Maurizio e di buo-na parte della famiglia imperiale provoco I' indignazione di Cosroe. ediede ai Persiani il pretesto per invadere i coniini orientali di BisanzlO:Ufficialmente Ie armate sasanidi furono inviate in supporto ai generalibizantini che non avevano riconosciuto FOC3, tuttavia, presto, Ie realiintenzioni di Cosroe si rivelarono quando Eraclio (610-641), una voltascontitto e giustiziato l'usurpatore, venne proclamato imperatore. II n-fiuto di Cosroe di riconoscere Eraclio diede inizio a una invasione suvasta scala dell'impero bizantino che comport" anche I'assedio dellastessa Costantinopoli (626)' (Barisic; Stratos, 145-150, 173-196) e labreve annessione alIa Persia di parti dell'Anatolia (609-629) (Stratos, 64-65, 104-105, 115-117, 152-153, 173-196; Foss; Schippmann, 66-70),della Siria (611-629) (Stratos, 63-64,104-105,107_109; Morony, 1987),della Palestina (614-629) (Stratos, 107-111, 252-255; Schik; Atlantestorieo del popolo ebraico, 76; Maeir, 178) e dell'Egitto'' (616/619.629)(Dihel, 1896, pp. 517-532; Christensen, 1944, p. 447; Stratos, 1968, pp.7-9, 111-114, 123,247,283.285; Mac Coull, 1986, p. 308-309; Altheim-Stiehl, 1991; Altheirn-StieW, 1992; Frendo, 1995; Altheim-Stiehl, 1998).

L'occupazione dell'Egitto bizamino cO la prima testimonianza docu-mentata della presenza sasanide in territorio africano". In rea Ita, un prece-dente incontro tra i Persian; e un popolo africano si verifico quandoCosroe I espulse gli Aksumiti (0 Abissini) cristiani dallo Yemen attornoal 570 (Conti Rossini, 195-201; Pigutevskaja, 331-335; Harmatta, 1974;Mnller, 1984, 129-130; Smith, G. R., 129; al-'Mad'aj, 2; Muller, 1993,53-54; Bosworth, 1999).

2 Per una ram urazjon . . . . . . .. g e piu tarda dl tale assedio In una miniatura conservata nella Blbho-

~eca Apo~tohca. Vaticana (cod. Vat. Siavo 2): Cilento 76~77.Per altri studi generali sull I" .' ..

586' e re aziom tra Persia e Bisanzio nel VI~Vll secolo: OarsOlan,, Halden, 33-35 42-46· C ., S·. II'. " an e. I veda anche: Martindale Per un'cttima mappa de asUuazlOne da un pu t di . .

'In E . .n 0 vtsta geografico: Atlas :ur Geschichle 22.1.gltto - come m altre pani d II fri"" ..'

testalo II C: '. e a COstaa cana meta blzantina ~ il Manlchelslllo eat-ne e !ontl SCntte quind" I 'b.I .aim c .' I e P aUSl 1 e supporre che durante la sua prima diffuslOne,eno una lonna dl COnlatt '" . . ' ..siani) e Ia Pl' 0 .tra 1 IUISslonan mamchei (nel ill secolo d,C. per 10 plU per-opo aZlone locale Sla aWen t S 1M' . . .trion ale' larry· P I k u a. U amchelsmo In Egitto e nell' Afnca Setten-. , 0 ots 'Y; Decret.

API'ENDICE: PRESENZA SASANlDE IN AFRICA

II regno di Aksum fu fondato nella regione occupata attualmente daglistati di Eritrea e Etiopia da un papal a di lingua semitica originariamenteimrnigrato nell' Africa Orieutale dall' Arabia Meridionale attorno al VI-Vsecolo a.c. (Giglio, 14; Anfray 57; Phillipson, 41-42). Gli Aksumiti ave-vano accettato il Cristianesimo nel IVsecolo d.C.' anche se, almena dal Isecolo d.C., vi sana prove dell'esistenza di una cuilura altamente svilup-pata e ricca, per 10piu basata sui controllo delle rotte commerciali marit-time tra l'Egitto romano e I'lndia' (Monneret de Villard, 1948; Monneretde Villard, 1937-38, 328-329, 345; Kobischanov, 1969; Kobishchanov,1979, 171-182; Munro-Hay, 1982; Munro-Hay, 1991, 52-60; Weiner,403-405; Munro-Hay, 1996). Aksum mantenne buone relazioni can Co-stantinopoli per I'intera durata della propria esistenza (fino al VDsecolod.C.') e durante il VI secolo fu coinvolto nella guerra che vedeva oppostiBisanzio e la Persia per una serie di motivi economici (Smith, S., 426-429; Harmatta. \974; Hannatta, 2000). Nel 525 circa il negus aksumitaKaleb 'Ella 'Asbeha appronto una flotta per scagliarsi contra il re diHiruyar Yilsuf As'ar Yath'ar (nato anche come Dii Nuwiis), iI qualeperseguitava i Cristiani nella Yemen e tentava di opporsi all'ingerenzaabissina nell' Arabia Meridionale (pigulevskaja, 309-335; Smith, S., 451-462; Macmichael, 10; Kobishchanov, 1979, lOS-Ill; Bosworth, 1983,604-609; General History of Africa. n, 203-233; Anfray, 70-86; MWlIo-Hay, 1991,84-87; Phillipson, 51,112,124).

Tra il III e il IV secolo d.C. il regno di Himyar riusci nell'intento diunificare \0 Yemen per la prima volta, dopo la sconfitta di Saba e Hadra-mawt (von Wissmann; Doe, 67-70; Gajda, 1996; de Maigret, 223-237).Successivamente Himyar impose una sorta di prottetorato nell'ArabiaCentrale attraverso il controllo esercitato dai propri vassalli Hujridi (notianche come Kinda) (Shahid, 1979.a; Potts; Robin). Nel 521 divenne re ilcristiano Ma'adikarib Ya'fur e, can iI sostegno di Aksum, diede inizio auna serie di spedizioni per sottomettere Ie tribu dell'Arabia Centrale e

5 Ufficialmente attomo al 325 : Monneret de Villard, 1937-38, 311; Phillipson, 112. Ma si

veda anche: Hable Sel1assie, 5.6 Nel ruonastero etiope di Dabra Dammo sono state rinvenute alcune rnonete d'oro ku~adatate approssimativamente al II secolo d.C.: Mordini, 1960.a. Una moneta ku~}a. e ~tataritrovata casual mente in Zimbabwe: Horton, 448. IKusjna avevano intensi rapportt diplo-

matici can l'Egitro romano: Ahrens; Serkova; Yehya. .' ,.,.7 Esistono alcuni indizi circa un certo rilievo attribuito a Aksum dagli Arabi all WIZlO

dell'VIll secolo in quanto Ie pitture _ alquanto rovinate - di Qusayr 'Amra (711-715) rna-strano il negus tra i sei re sconfitti dall'Islam: Conti Rossini. 214; Creswell, 400-409; AI-

magro, Caballero, Zozaya, Almagro, 57, tav. XVII.a.

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MATTEO COMPARETI

preparare una guerra contro i Lakhmidi di Hira (0 Nasridi), vassalli deiSasanidi (Smith, S., 441-448; Bosworth, 1983, 597-602; Shahi~, 1983;b;Potts, 228-241, 250-257). Alia sua morte occupo il trona Yusuf As arYath'ar, di religione ebraica e nemico mortale dei Cristiani e dei loraalleati (Gajda, 2000).

Su pressione dell'imperatore Giustino (518-527) Kaleb intervenne uf~ficiahnente a protezione dei Cristiani perseguitati della Yemen, III realtaper Controllare uno dei passaggi obbligati del transito di beni tra l'India eBisanzio. Nel 525 circa (0 nel 528-530 per altri) gli Aksumiti guidati dalnegus in persona scontissero gli Rimyariti e proelamarono re un cnsnanodi nome SllIl1iyafa' Ashwa'. Ma al ritomo di Kaleb in patti a, il general~aksumita 'Abraha prese il potere promettendo a Giustiniano di attaccare I

LakIunidi, avvicinandosi - di conseguenza _ pericolosamente alia Persia.Nel 552 'Abraha penerro profondamente nell'Arabia Centrale fino aliaMecca (Smith, S., 431-441; Anfray, 86; van Donzel, 8; Gajda, 2000,228).

A quel punta, Abu Morra Sayf b. Du Yazan della casata reale himya-rita invoco un aiuto estemo (Bosworth, 1985, 226; van Donzel, 9). IBizantUti e i Lakhmidi, pare, rifiutarono di mandare lora truppe a soste-gno del rivoltoso, rna non i Persiani. Stando a quanta riportato da Tabarf(Zotenberg, 210-211; Noldeke, 167), Cosroe I Anosirvan armo otto navrcan ottocento prigionieri daylamiti graziati perche affrontassero I'impresae ne pose a capo un tale Vahrez", Questa esercito improvvisato ebbe lameglio sulle tl1lppe aksumite comandate dal figlio di 'Abraha, Masriiq.Say[ b. Du Yazan fu prOelamato re del regno yemenita _ oramai un pro-tettorato sasanide passato alia storia col nome di Samarsn (Monneret deVillard, 1937-38,313; Monneret de Villard, 1948, 157) _ tuttavia, dopapochi anni, egli peri durante una rivolta probabilmente avvenuta tra iI 575e il 578. Vahrez intervenne nuovamente ma questa volta can till esercitoben pi" numeroso. A pacificazione avvenuta, iI figlio di Sayf b. Dii Ya-zan, Ma'adikarib, prese il posta del padre, mentre Vahrez divelllle primogovematore della nuova satrapia sasanide e capo di un distaccamento mi-litare ancora attivo dopa I'islamizzazione della Yemen' (Bosworth, 1985;Crone) .

• ES~llamenteCOme~el caso di molti altri nonu di eminenti personaggi d'epoca sasanide, .non e.chJarn 50Vatuez 51aun nome proprio 0 un ti'nlo: Boswonh 1985 226' van Donzel,9; Gajda, 2000, 229. , , ,9 N' h'

on e ancora c Jarn I'influ

sso esercitato dalla civiJta sasanide nelle zone della penisolaarablCaoeeupate Slabilmente.Circa la scopena nello Yemen di un unico capitello scolpilOcon elementl decorall'l dl probabile derivazione sasanide Keall 1995 a' Keall 1995.b;Keall 1998 D d " . . .' . , , .

' . gran e Slonco dell alle MonelTet de Villard allnbuiva I'intrnduzione degli

APPENDICE: PRESENZA SASANIDE IN AFRICA

Questo e stato il primo reale contatto tra i Sasanidi e un regno afri-cano, tuttavia la presenza concreta persiana nel continente nero avvennesolo all'epoca di Cosroe II.

La conquista sasanide dell'Egitto tra il 616 e iI 620 presenta ancoraalcuni punti poco chiari. Innanzitutto esiste una certa confusione riguardoal generale persiano a capo delle operazioni. Le fonti parlano di due capimilitari: Sahrbaraz e SabIn (Christensen, 1944, 448). Gli studi piu recenti~embrano inclini a riconoscere nel conquistatore dell'Egitto la persona diSahrbaraz, 10 stesso che, successivamente, avrebbe intrattenuto rapportiamichevoli con i Bizantini, occupando alIa fine iI trono sasanide perbreve tempo nel 630 (Stratos, 231-234, 309-311; Mango; Haldon, 352;Hickey). Fu Sahrbaraz a trattare la pace con Eraclio, a evacuare i territorisottratti ai Bizantini e a restituire attomo al 630 la Vera Croce, profanatae deportata in Persia durante il sacco di Gerusalenune nel 614 (Frolow;Stratos, 245-252). Relativamente a questa episodio esistono tracce di uncontatto indiretto tra la Persia e Aksum. Difatti, il negils Annah conio unparticolare tipo di moneta con una possibile rappresentazione del SantoSepolcro proprio per commemorare il riscatto bizantino di Gerusalenunedai Sasanidi (Munro-Hay, 1993, 32).

Non e poi chiaro se i Sasanidi limitarono la lora presenza al soloEgitto 0 se attaccarono Ie province limitrofe. Le fonti scritte lasciano in-travedere la possibilita quantomeno di scorrerie sasanidi in Cirenaica aovest e nella Nubia a sud. 1 fatti si svolsero probabilmente in questomodo gia all'epoca della conqnista dell'Egitto da parte dell'imperatoreachemenide Cambise (529-522 a.C.), senza cioe risolversi in un'occnpa-zione stabile delle regioni africane di cui sopra (Snowden, 121-125, 184;Law, 98-103 105' Bresciani Morkot; Torok, 377-392; Huyse). Alcuni" , ,monumenti achemenidi accompagnati da un'iscrizione testimoniano ineffetti la condizione di regioni tributarie dell'impero persiano per I'odier-na Libia (P/lfiiyii) e l'Etiopia (K,lSiyii); cosi, per eserupio, rilievi di Per:sepoli (Fig. 25)10. Secondo Erodoto questi non erano Etiopi veri e propn

elementi deccrativi meriati nell 'architettura araba ai Nabatei: Monneret de Villard, 1966.31. Tale decorazione si riscontra in parecchi monumenti yemeniti pre-islamici c.~me, peresempio, nel tempio di 'Amrit, non lontano da Tartus: Schmidt, 148,.tav. ~3.b. PIU probe-bilmente, questi elementi _ ben noti in Persia sin dall 'epoca achemenlde (SI veda: Reuther,521-523) _ furono introdotti nella Yemen proprio dai Sasanidi. Chi scrive deve.questa se-gnalazione alla Prof. M V. Fontana dell'Istituto Universitario Orientale (Napoli). ~er .duestudi generali sulle relazioni tra i Sasanidi e gli Arabi in epoca pre·islamica dotan di un

ottimo apparato bibliografico: Bosworth, 1983; BOSWOlth, 1985-87 ..10 P . . d li nei monumentl e nelle 1-

er lIDO studio dettagliatc sulla presenza di quest! ue papa I

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44MATTEO COMPARETI

bensi Nubiani, vale a dire gli abitanti di pelle nera stanziati nelle regionicorn manti a sud con l'Egitto (Cook, 263). Sebbene vi siano vari problem~di ident!ficazione esistono similitudini incontrovertibili tra I'aspetto diquesti tributari neri raffigurati a Persepoli e quello di alcune statue e ri-lievi etiopi di epoca pre-aksumita (Fig. 26) (Leroy; Anfray, 40; Munro-Hay, 1996,413; Garlake, 37-38).

Durante il VIIsecolo tre regni neri dominavano la scena politica a suddell'Egitto: la Nobadia, estesa dal confine egiziano alia terza cateratta,Mukurra (ia Makouria delle fonti c1assiche 0 Dongola), estesa dal confinecon la Nobadia alia quinta cateratta, e Alwa (0 Alodia) dalla quinta ca-teratta alia confluenza del Nilo Blu col Nilo Bianco. Nel VI secolo i mis-sionari bizantin.i convertirono al Cristianesimo i tre regni neri, risperti-varnente nel 543 circa la Nobadia aderi al Monofosismo, tra il 567 e il570 Mukurra diveune melkita e nel 570 Longino (discepolo del Patriarcaesiliato Teodoro) convert! ugualmente al Monofisismo Alwa" (Micha-lowski, 1967, 13-15; Frend; Shinnie, 1978.b, 559-564; Giglio, 12-13;Vantini, 1981, 33-50; Munro-Hay, 1982-83, 89-91; Kirwan, 121-132;General His/OIY of Africa, IT, 185-191; General His/OIY of Africa, Ill,103-117). Mukurra divenne monofisita solo successivamente all 'arrivodeg1i Arabi nella regione (meta del VII secolo). Secondo Mas'Iidi pre-sente in territorio egiziano nel 940, Mukurra conquisto la Nobadia nel651 e anche Alwa diveune sua tributarial2 (Giglio, 80).

Gli scavi archeologici condotti a Faras, I'antica capitale della Noba-dia, hanna rivelato restl palaziali civili e religiosi con tracce di incendionei livelli inferiori attribuibili al VII secolo d.C, Monneret de Villard eMichalowski, i primi due archeologi che condussero scavi a Faras, artri-buirono i livelli di distruzione aWinvasione sasanide del 616-61913(Mouneret de Villard, 1938,70, 186,224; Michalowski, 1966,9; Micha-lowski, 1967, 16; Michalowski, 1969, 15; Vantini, 1971,73,87-88,171-

scrizioni aChemen.idi: Walser, 27-67, 99-101, tav. 29-30, 79-82, tavole fuori testo 1-2. Siv~da anche: COnti Ros.sini, 54; Monneret de Villard, 1937-38,305, nota 3; Monneret deV,Uard, 1948, 154-15); Leroy, lay. CLXII, a-b; Snowden, 125; Roaf, 75-92, 137-143;~,hmme, 1978.a, 223; Cook, 214, 219, 247, 263; Bresciani 503 523.

Sulla domanda biZ3lltm d· . I" . , "a 1 aruma I selvatici da queste region. impervie: Papathomopou-los, 340.

12 L' ifi .

d I ~ caZl~ne dell'mtera Nubia a opera di Dongola pare sia da attribuirsi all'miziativa''"S',eanderkudnlos attomo.al 6~7: Shinnie, 1978.b, 569; General History of Africa. n, 187.

a a a cune fonti annche i S idi b .. .114- V '. 9 ' asaru 13VIeb ero persino raggnmro l'Etiopia: Stratos,' antml, I 71,87-88; Morany, 1997,79.

APPENDICE: PRESENZA SASANIDE IN AFRICA

172, 181, 191,291; Jakobielski, 25 nota 53, 27 nota 15; Rassart, 370;Shinnie, 1978.b, 560, 564; Vantini, 1981,60; Vantini, 1985, 104, nota I).

Non esistono tracce concrete di un'occupazione stabile della Cirenai-ca da parte dei Persiani. Alcune fonti riportano brevemente della sotto-missione della Libia (vale a dire della Cirenaica, divisa, in epoca bizan-tina, nelle Prefettura della Libia Pentapolis, nella parte occidentale, ePrefettura della Libia Inferior, nella parte confinante con \'Egitto) ai Sa-sanidi (Stratos, 114; Vantini, 1970, 87-88; Pertusi, 1971,618; Altheim-Stiehl, 1992, 87). Specificamente in relazione al periodo compreso tra it575 e it 650. le fonti tacciono (Roques, 1992, 18), un dato che noneselude la possibilita del verificarsi ahneno di saccheggi da parte dei Sa-sanidi" (Goodchild, 1971,51; Cameron, 562-63).

Tracce materiali dell'occupazione sasanide dell'Egitto sono associa-bili ad alcuni tessuti scoperti all'inizio del XX secolo a Antinoe. L'artecopta mostra chiari influssi persiani, soprattutto per quanto riguarda arti-coli suntuari quali gli avori e i tess uti, tuttavia buona parte dei ritrova-menti in questione costituiscono un esempio di produzione locale egizia-

!5na (Badawy, 18-29).Tre frammenti di seta provenienti dal complesso funerario di Antinoe

potrebbero essere considerati importazioni esteme, non solo sui pianoiconografico 111aper Ie stesse tecniche di tessitura (Ghirshman, 1982.b,fig. 273,277-278; Martiniani-Reber, 1986,44-46, cat. 10-11; MartinianiReber, 1997, 50-53, 111-112; cat. 4, 6). 1 soggetti omamentali cornpren-dono cavalli alati entro medaglioni perlati (Fig. 20) e arieti, sia entro me-daglioni perlati (Fig. 27, v. Ghirshman, 1982.b, fig. ), sia disposti su lineeorizzontali, Dettagli quali la disposizione delle coma degli arieti, le alidel pegaso, i collari con i tre pendenti e i nastri svolazzanti sono tuttielementi iranici. Lo stesso medaglione perlato - sebbene ancora velato dimistero circa la propria origine e significato - rappresenta una soluzionetipica dell'arte iranica persiana e centrasiatica, diffusissima nel mondoantico (Venco Ricciardi; Meister; Carmel; Jeroussalimskaja, 1993; Com-pareti, 1997/98; Otavsky). Molto e stato detto riguardo a questi tessuti rnaattualmente non e ancora possibile asserire se essi siano un esempio diproduzione persiana 0 centrasiatica (molto probabihnente sogdiana, v.Pfister; de Francovich, 173; Geijer; Grabar, 683; Manson-Bier, fig. 51;

U Probabihuente Ie direttive di tali seccbegsi sene state Ie stesse della successiva invasionearabe: Goodchild, 1967, fig. I; Roques, 1994, fig. a p. 76.1~Specificamente sui tessuti egiziani decorati con motivi iranici: genaki Museum, 24-25,

fig. I: Renner, 294; Trilling, 1982.

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46MATTEO COMPARETI

McDowell, 69), giunti in Egitto grazie all'eccezionale estensione dell'im-pero sasanide sotto Cosroe D, dall'Africa Nord-orientale all'Asia Cen-trale. .

Alcuni eminenn personaggi nella pittura nubiana sono rappresentanabbigliati con indwnenti a medaglioni per/ati 16. Cio potrebbe esser.e do-vuto a lin riflesso iranico indiretto avvenuto attraverso I contatn conCostantinopoli e gli Arabi, infatti tali pitture sono databili al periodo ch~va dal IX al XlI secolo (Innemee, 161-63), un'epoca in cui i Sasanidierano estinti e cio che restava delI'impero cornmerciale sogdiano soprav-viveva solamente in alcune zone dell'Asia.

Un unico tessuto di lana scoperto nel monastero di Dabra Dammo(Etiopia, VI secolo d.C., rna restaurato parecchie volte), sebbene cons ide-rato sasanide in un primo momento, sembra in realta piu tardo" (Fig. 28)(Mordini, 1960.b, 233-34, fig. A).

Ecru delI'arte persiana ormai filtrati dalI'Islam affiorano anche nellapittura etiopica Soprattulto del X-X!IIsecolo (Etiopici, centri e tradizioni,132; Lepage, 1975,70 e figure a p. 66 e 71; Lepage, 1977,337-40 fig. 8,342 fig. 9). Recentemente, elementi sasanidi giunti in Etiopia attraversoBisanzio sono stati riconosciuti in un'unica milliatura aksumita dal 1110-nastero di Abba Garirna a Madara (Etiopia), datato al VI-IX secolo (Fig,29, v. Lepage, 1990, 809; Mercier, 42-43, fig. 2). Anche nei pannelli li-gnei del soffilto del monastero di Dabra Diimmo (Fig. 30) _ molto pillprobabilmente di ispirazione Copta (Conti Rossini, tav. XXXVIll, 116;Mordini, 1947; Etiopici, centri e tradizioni, 130-31; Anfray, 170-172;Gar/ake, 80-81, fig. 42) - e nelle ceramiche (Etiopici, centri e tradizioni,133) si e voluro riconoscere elementi di matrice sasanide.

In altre parti della Costa sud-orientale africana, la cosiddetta ceramicapartho-saSanide e sasanide-islamica si e registrata negli scavi distribuitidalla Somalia al Mozambico (Smith, Wright, pp. 121, 140; Freeman-Grenville, 1988.a, 5; Horton, 441, 445-446, 449). Inoltre, benche ra-

" Per alcuni esempi di medaglioni perlati sugli indumenti dei Petsonaggi dipinti nelta cat-tedrale di Faras. datali aI IX-XlI secolo Michalowski, 1966, tav. V2, XlY.2, XVI. I ; Mi-chalowski, 1974, tav, 55, 56 e fig a p. 254; Manens-Czamecka, tav, 29 (prima meta del IXsecolo). Per alcuni esempi di medaglioni perlati comenemi uccelti affrontati ai lati di unalbero sUgiiabiti di un religioso nelte pitture delt'abside a Faras, datali at XlI secolo: Mar-teos-Czamecka. 9t, 98, tav. 157. SUIt'Egitto quale centro di produzione e esponazione ditessutl prezIOSIm epoca islamica, ma usufruendo di temi iranico-bizamiui: Caldenui;~ombard~35-3,8, ~7-50,:0-71, 94,151-74; Del Francia, 1994,

Tessutl preZIoSIerano rmponati in Etiopia flOdaJ I secolo a.C, specialrneme d'II'Egitto:MunrO-Hay,1991, 130-131, 137-138 (si veda ancbe: Munro-Hay, 1982, 110).

ApPENDICE: PRESENZA SASANIDE IN AFRICA

ramente, monete parthiche e sasanidi sono state rinvenute a Zanzibar(Tanzania, v. Horton, 447) e in altre parti della costa orientale africana(Freeman-Grenville, 1988.b, 5; Knappert, 146, 150-151).

Non e da escludere che i Sasanidi fossero in contatto con un paeseafrieano non meglio identificato fin dal periodo di regno di Narseh (293-302). Difatti, 1'iscrizione di Paikuli parla anche delle relazioni intercorsetra i Sasanidi e un a Zand cfrik siih, dove Zand (0 Zang) e probabilmentela forma persiana del nome greco Azania, vale a dire, della costa orien-tale africana (Monneret de Villard, 1937-38,314; Monneret de Villard,1948, 157), una zona dove sarebbero successivamente emigrati moltipersiani in epoca islamica (Monneret de Villard, 1937-38,335-336).

Tale mole di scoperte, per quanto modesta, considerata alia luce degliscavi condotti in altre zone del Golfo Persico (Bahrain, Qatar, EmiratiArabi Uniti, Oman) fino in Pakistan e a Sri Lanka, sembrerebbe sostenerequanta a1cune fonti lasciano intravedere riguardo a un'impressionante e-spansione marittima attuata dai tardi Sasanidi (Conti Rossini, 198; Mon-neret de Villard, 1937-38, 313-317; Tibbetts, 6; Williamson, 1972;Whitehouse, Williamson, 1973; Wilkinson, 1973; Whitehouse, 1979;Wilkinson, 1979,888-889; Qatar Archaeological Report, 147-149; Wil-kinson, 1983, 190-192; Frye, 1983; Prickett-Femando; Tampoe; Gropp;Fiorani-Piacentini: Potts 124-125 250-257, 296-340·, Kervran, 1992;" ,Kervran, 1994; Whitehouse, 1996; Kennet). Secondo TabarT, Cosroe I

AnosTrvan avrebbe sottomesso un regno di Sri Lanka (Weerakkody,1997)18 e addirittura la costa somal a grazie a spedizioni non dissimili daquella con cui aveva annesso 10 Yemen (Conti Rossini, 200; Monneret deVillard, 1937.38,315, nota 2; Perera, 304; Tibbetts, 6-7; Colless, 14-15;Imam, 173). Le informazioni di Tabari devono essere considerate cauta-mente anche se qualche indizio in questo senso I'aveva fornito Procopioparlando dell'Impossibilita da parte degli agenti akswniti, al soldo del-l'imperatore bizantino, di competere con i mercanti persiani in India e aSri Lanka, in quanta questi ultimi riuscivano a impossessarsi degli intericarichi di merci preziose (Perera, 303-304; Kobischanov, 1969,21-22;Colless, 1969, 15). Costitnirebbe un argomento interessante riuscire acap ire Ie motivazioni di questo trattamento privilegiato riservato ai Per·

siam.Sembra assurdo pensare che i Persiani pagassero di piit Ie ste~se me.'ci

riehieste anche da Aksurniti e Bizantini: si potrebbe essere indotti a

18 Sulle monete sasanidi trovate a Sri Lanka durante scavi archeologici docwnentati; Bope-

rachchi, 79; Weerakkody, 1995, J 1-12,19,23.

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48 MATTEO COMPARETJ

riconoscere un fondo di verita nelle fonti antiche (sebbene non con-fennate dall'archeologia) e che quindi i Sasanidi proteggessero i loro in-teressi nell' Oceano Indiana tramite l'impiego di una forza navale mi-nacciosa, pronta a intervenire contra quei partner commerciali troppointraprendenti. Stando a questa seconda (affascinante) ipotesi, pero, 10sbarramento costituito dalla flotta persiana non avrebbe dovuto permet-tere nemmeno agli Aksumiti - alleati di vecchia data dei Bizantini - diavvicinarsi aile coste indiane e, conseguentemente, di riportare tramiteProcopio i fatti appena descritti.

APPENDICE: PRESENZA SASANIDE IN' AFRICA

Fig. 4

Fig. 7

Fig. 5

(:\\" " ... -;.\, 1

Fig. 8

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Fig. 3

Fig. 6

Fig. 9

50MATTEO COMPARETI

Fig. 16

Fig. 12

Fig. 17

APPENDICE: PRESENZA SASANIDE IN" AFRICA

Fig 19

Fig. 22

Fig 25

Fig. 28

Fig. 20

Fig. 26

Fig. 21

Fig. 24

Fig. 30

51

---------------_.

Btbtiogrcfia

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