Bibliografia delle opere di Giovanni Sabadino degli Arienti e Bibliografia critica, in «La...
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BIBLIOGRAFIA
I) BIBLIOGRAFIA DELLE OPERE (MANOSCRITTI E STAMPE)
«LE PoRRETANE NovELLE»
l) Codici
L'unico manoscritto che ci ha tramandato l'opera maggiore dell'Arienti è l'autografo certamente di dedica conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (cod. Palatino 503) . Per una sua esaustiva descrizione e per i suoi rapporti con l' editio princeps v d. B. BASILE, Nota al testo, in SABADINO DEGLI ARIENTI, Le Porretane, Roma, Salerno, 1981, pp. 593-607.
2) Edizioni
a) Edizioni quattro-cinquecentesche:
- Le poretane novelle, Bologna, per Henrico de Colonia, MCCCCLXXXIII (in Italia ne detengono copia la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna e la N azionale di Firenze); - Settanta novelle, novamente historiade et correcte per el doctissimo homo Sebastiano Manilio, Venetia, per Bartholomeo de Zanni da Portese, MCCCCCIIII; - Le medesime, Venetia, s.n.t. [de Zanni?], MCCCCCX; - Settanta novelle [ ... ] intitulate poretane [. .. ], in Venetia, per Gregorio di Gregorii, MDXXV; - Porretane di M. Sabadino de li Arienti Bolognese dove si narra Novelle Settanta una [. .. ], in Venetia, per Merchio Sessa, MD XXXI; - Porretane di M. Sabadino de li Arienti Bolognese dove si narra Novelle Settantauna [ ... ],in Verona, per Antonio Putelleto Portese, MDXXXX.
b) Edizioni sei-ottocentesche:
Per tali irrilevanti stampe: rare, spesso emendate nella lezione e comunque sempre parziali (una tradizione a sé vanta la novella XXXV,
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pubblicata singolarmente già nel sec. XVI [in Venetia, per Girolamo Calepino, s.d.]), cfr. U. DALLARI, Della vita e degli scritti di Gio . Sabadino degli Arienti, «Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le provincie di Romagna», s. III, VI, 1888, pp . 189-191.
c) Edizioni moderne: - Le Porretane, a cura di G. Gambarin, Bari, Laterza, 1914 («Scrittori d'Italia», 66); - Novelle Porretane, a cura di P. Stoppelli, L'Aquila, Japadre, 1975 («Testi Commenti Saggi di Letteratura Italiana»); - Le Porretane, a cura di B. Basile, Roma, Salerno, 1981 («I Novellieri Italiani», 13) (cfr. la ree. di A. BATTISTINI, in «Studi e problemi di critica testuale», n. 25, 1982, pp. 208-212).
d) Scelte antologiche novecentesche: Delle numerose antologie di testi letterarì quattrocenteschi, special
mente novellistici, pubblicate in questo secolo, mi limito a indicare quelle che, per varì rispetti (l'eccellenza del curatore; l'attenzione e lo spazio concessi alla narrativa arientesca - sovente neppure contemplata in tali florilegi-; la validità illustrativa del commento, etc.), appaiono meritevoli di segnalazione: - A. VAN BEVER & E. SANSOT-0RLAND, Oeuvres Galantes des Conteurs Italiens (XIVe, xve & XVIe siècle), traduction littérale accompagnée de notices biographiques et historiques et d'une bibliographie critique, Paris, Société du Mercure de France, 1904, seconde série, pp. 21-30 (traduzione delle novv. XXVI e XLIX); - Novelle del Quattrocento, a cura di G. Fatini, Torino, UTET, 1929 (19442) («Collezione di classici italiani con note», XLIII), pp. 226-254 (novv. VII, XII, XIX, XLIV, XLVI); - Il Novelliere: sette secoli di novelle italiane, a cura di G. Bellonci, I , Roma, Casini, 1953 (Firenze, Sansoni, 19732), pp. 514-518 (novv. XVIII e XLII); - Prosatori volgari del Quattrocento, a cura di C. Varese, Milano-Napoli, Ricciardi, 1955 (1965 2) («La Letteratura Italiana. Storia e Testi», XIV), pp. 885-917 (Lettera dedicatoria e novv. I, XXII, XXXVII, L, LII); - Novelle del Quattrocento, a cura di A. Borlenghi, Milano, Rizzoli, 1962, pp. 615-702 (Lettera dedicatoria, Prologo, novv. I, XII, XVIII, XIX, XX, XXII, LII, LVII, LVIII); - Il Quattrocento, a cura di V. Pernicone, in Antologia della Letteratura Italiana, diretta da M. Vitale, II (Il Quattrocento e il Cinquecento), Milano, Rizzoli, 1965 (19745), pp. 635-647 (Lettera dedicatoria, Prologo, I, XX);
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- A. TISSONI BENVENUTI, Il Quattrocento settentrionale, in La Letteratura Italiana. Storia e Testi, diretta da C. Muscetta, vol. III, t. II, Bari, Laterza, 1972 (19742), pp. 434-438 (qualche stralcio e nov. I); - Novelle del Quattrocento, a cura di G. G. Perrero e M. L. Doglio, Torino, UTET, 1975 («Classici Italiani», XLIII), pp. 203-289 (Lettera dedicatoria e novv. I, VII, XII, XIX, XXII, XXX, XXXVII, XLIV, XLVI, XLIX, L, LII, LV, LVI); - G . CoNTINI, Letteratura Italiana del Quattrocento, Firenze, Sansoni, 1976, pp . 515-518 (nov. I) ; - Il Quattrocento, a cura di G. Chiarini, in Novelle italiane, II, Milano, Garzanti, 1982, pp. 449-482 (novv. XII, XXII, LII) .
OPERE MINORI
l) Codici
Sono qui registrati, in ordine verosimilmente cronologico, tutti gli scritti di Giovanni Sabadino consegnati a codici attualmente reperibili (o comunque noti), con le informazioni relative alla loro odierna ubicazione e, là dove è possibile, qualche cenno sulle vicende, spesso fortunose, della loro trasmissione. Onde evitare una caotica selva di rimandi a indicazioni frammentarie, ripetitive o obsolete, già opportunamente selezionate e assemblate, le fonti bibliografiche vengono segnalate solo quando giudicate strettamente indispensabili. L'asterisco contrassegna quei testi di cui esistono una o più pubblicazioni a stampa (per il regesto delle quali rimando al paragrafo successivo):
- *Civica o De civica salute o Liber civicae salutis: si conserva nel ms. B 1444 - autografo di dedica al conte Lodovico Bentivoglio - della Biblioteca Comunale di Bologna (che ne possiede pure una copia esemplata nel 1830 da A. G. Masetti-Romani [B 1504] su altra di V. Lazzari del 1790). Vi pervenne nel 1894 dalla collezione del conte Giacomo Manzonidi Lugo, che a sua volta l'aveva acquistato nel1863 dagli eredi del patrizio felsineo, presso i quali il codice ancora si trovava (nell'Archivio privato della Casa senatoria) . Nel repertorio del KRISTELLER è segnalata l'esistenza di un apografo ottocentesco anche presso la Biblioteca Casanatense di Roma (ms. 3622; cfr. Iter Italicum [ ... ], II, Leiden, Brill, 1967, p. 96); - *Libro consolatorio a messer Egano Lambertini: è tramandato da un esemplare quasi certamente autografo (ms. 256; segnatura di scaffale: rx. U. 6 22) della Biblioteca Estense di Modena, mutilo del principio. Tale codice figurava tra i libri posseduti dal duca di Ferrara, come attestano s1a il Registro della Guardaroba di Ercole I, 1471-79 pubblicato da A.
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VENTURI nel suo saggio L 'arte ferrarese nel periodo d'Ercole d'Este (in «Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le provincie di Romagna», s. III, VI, 1888, p. 104), sia l'inventario de La Libreria d'Ercole I del1495 (ove è censito con il n. 217) edito da G. BERTONI nell'Appendice II allo studio La Biblioteca Estense e la coltura ferrarese ai tempi del duca Ercole I (1471-1505), Torino, Loescher, 1903, p. 242; - *Il Torneo fatto in Bologna il IV ottobre MCCCCLXX: è affidato a un codicetto autografo, presumibilmente presentato a Giovanni Bentivoglio, attualmente di proprietà della Biblioteca Palatina di Parma (ms. 273 del Fondo Palatino), che ancora il Dallari, nel 1888, reputava perduto (cfr. U. DALLARI, Della vita e degli scritti di Gio. Sabadino degli Arienti, cit., p. 185); - *De Hymeneo o, meglio, Hymeneo Bentivoglio: si ha notizia a tutt'oggi dell'esistenza di due manoscritti contenenti l'opericciola. n primo testimone, sicuramente autografo, anepigrafo e mutilo in fine, si conserva nella Palatina di Parma (ms. 1294 del Fondo Parmense) ed è identificato dal CHANDLER (Il «Torneo» di Sabadino degli Arienti, «Esperienze letterarie», XI, 1986, pp. 21-22 nota 3), senza tuttavia minimamente motivare tale induzione, con quel «Gioani Sabadino a misser Zoane bentiuogli in vulgare coperto de corame verde» inventariato con il n. 216 nel catalogo dei libri posseduti da Ercole I nel 1495 (vd. G. BERTONI, Appendice II a La Biblioteca Estense, cit., p. 242). Resto in dubbio circa l'esattezza di questa equazione, se essa è esclusivamente dettata dalla considerazione che l' Hymeneo fu composto per il signore di Bologna, in quanto pure il Torneo vede Giovanni II quale suo dedicatario. Sulle vicende del secondo esemplare, sempre di pugno arientesco, è ancora la nota chandleriana a ragguagliarci: passato per svariate mani, approdato alla fiorentina raccolta Landau e, intorno al 1950, a quella newyorkese del Radsch, è pervenuto di recente a una libreria antiquaria di Southport (la descrizione riportata dal catalogo di vendita è riprodotta in P. STOPPELLI, Due manoscritti e un incunabolo sconosciuto di Giovanni Sabadino degli Arienti, «Studi e problemi di critica testuale», n. 25, 1982, p. 27), per tornare nell' '80 in una collezione privata in Italia. Questo è senz' altro il codice presentato al Bentivoglio, come dimostra la perfetta coincidenza delle sue caratteristiche esteriori desumibili da catalogo (legatura in seta rossa, borchie d'argento, presenza di lettere in oro e di divise e stemmi bentivoleschi) con quelle fornitene dallo stesso autore (cfr. c. 73r del ms. parmense); - *Dieci poesie per Colomba [Bruni?]: sono affidate alle cc. 31-35r del cod. 165 della Biblioteca Universitaria di Bologna (un miscellaneo, appartenuto nel '700 all'erudito felsineo Giacomo Biancani, recante il titolo Poesie antiche di diversi poeti per la maggior parte Bolognesi del sec. XV, con aggiunte di alcuni de' secoli XVI e XVII, di cui Giovanni Sabadino
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esemplò le prime 34 cc., la 35r e la 36r). Pur comparendo adespote nel ms., le dieci rime sono oggi concordemente attribuite all' Arienti; - *Gynevera de le clare donne: se ne conoscono due esemplari autografi, di cui uno è conservato nell'Archivio di Stato di Bologna già dal 1605 (cod. 71; ora Codd. miniati, n. 46) e l'altro, presente fino alla fine del XVIII sec. nella Libreria dei Carmelitani di Parma e poi passato al padovano Michele Colombo, nella Palatina di Parma (ms. 1295 del Fondo Parmense). Esistono inoltre tre copie manoscritte dell'opera: una, seicentesca, è posseduta dalla Biblioteca Comunale Federiciana di Fano (n. 49); la seconda, eseguita con scarsa cura da A. M. Mazzoni nel 1794, si trova nella Comunale di Bologna (B 314 7), e la terza, ottocentesca, alla Casanatense di Roma (ms. 3622, contenente anche la Civica salute); - *Vita del Conte e Senatore Andrea Bentivoglio o Vita Clarissimi Senatoris Comitis Andreae Bentivoli Bononiensis: un codice certamente autografo della biografia vantava, ai primi di questo secolo, nella sua collezione di rarità letterarie (n. 6607) il bibliofilo bolognese R. AMBROSINI (Un codice autografo di Giovanni Sabadino degli Arienti, «Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per la Romagna», XXVII, 1909, pp. 40-61). li manoscritto, inventariato con il n. 355, è oggi di proprietà della Cassa di Risparmio di Bologna (cfr. P. O. KRISTELLER, Iter Italicum, cit. , I, 1963, p. 27). Un secondo esemplare, sul finire del Settecento nella Biblioteca felsinea di San Salvatore, è invece irreperibile; ma se ne conservano due copie nella stessa Bologna, rispettivamente all'Universitaria (nel tomo XII della Miscellanea erudita di P. A. Trou [ms. 2948], esemplata nel 17 41) e all'Archiginnasio (si tratta di un codice del 17 68 di pugno del conte B. Carrati [B 3604]); - Elogio di Isabella di Castiglia o, secondo che lo denominava il suo autore, Isabel o Isabella : ci è pervenuto in un solo esemplare, attualmente posseduto dalla Siichsische Landesbibliothek di Dresda (ms . F. 134), cui pervenne nel 17 68 per l'acquisto della libreria del conte Heinrich Briihl (ancora nel1736 ne era detentore il conte Christian Heinrich von Watzdorff);
- * Ateonia: la facezia, non inclusa nel corpus de Le Porretane Novelle, si trova autografa nel cod. Vaticano-Urbinate 1205 della Biblioteca Apostolica Vaticana di Roma; - *De triumphis religionis: lo scritto è tramandato dal ms. Rossiano 176 (ex VIII, 115) della Biblioteca Vaticana di Roma, autografo di dedica al duca Ercole d'Este. Il codice, nella prima metà dell'Ottocento nella collezione romana di Giovanni Francesco de Rossi, seguì le sorti di tale raccolta: donata nel 1855 dalla vedova del bibliofilo alla Compagnia del Gesù, essa passò a Vienna (nella Wien-Lainz) nel1877, per tornare nel primo dopoguerra a Roma, nell'attuale sede;
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- *Vita di Anna Sforza moglie di Alfonso d'Este [ ... ]: dell'operetta pare esistessero primamente due autografi arienteschi, da uno dei quali (quello probabilmente originario, destinato alle monache di San Vito, nel cui convento Anna fu sepolta), oggi perduto, fu nel XVIII secolo tratta copia da V. Bellini. Questo apografo, conservato nella Biblioteca Civica Ariostea di Ferrara fra le carte della raccolta Antonelli (ms. 211, n. 7), è al presente l'unico testimone del testo, risultando disperso anche il manoscritto di dedica a Ercole I, censito nel catalogo della biblioteca del duca con il n. 220 (cfr. G. BERTONI, Appendice II a La Biblioteca Estense, cit., p. 242), alla fine del Settecento ancora nella collezione Baruffaldi;
- *Descrizione del «Zardin Viola» in Bologna o Descrizione del Giardino della Viola in Bologna: se ne conoscono attualmente due esemplari, entrambi di mano arientesca, in forma rispettivamente di lettera alla marchesana di Mantova, Isabella d'Este Gonzaga, e di trattatello di dedica ad Annibale Bentivoglio (rielaborato sulla precedente epistola, tale testo rappresenta la volontà ultima dell'autore). Il primo testimone è compreso in un miscellaneo della Biblioteca Comunale di Treviso, contenente opere dei secc. XV-XVI (cod. Miscell. 43, opuscolo n. 3), cui giunse dalla libreria di]. Capitanio, collezionista trevigiano entratone in possesso allorché, sotto il Regno italico, vennero soppresse le biblioteche monastiche quale quella degli Eremitani di Padova, detentrice del codice. Il secondo testimone si trova nella piacentina Biblioteca Comunale Passerini Landi (ms. 202 del Fondo Comunale), alla quale venne forse donato nel secolo scorso da Pietro Giordani (alla fine del Settecento apparteneva ancora alla nobile famiglia bolognese dei Piatesi Carrati);
- Lettera consolatoria a Nicolò Lardi ferrarese: si conserva autografa nel già citato codice miscellaneo della Biblioteca Comunale di Treviso, contigua alla Descrizione di cui sopra (opuscolo 4). Come la precedente, anche questa epistola è pervenuta alla sede attuale a mezzo dell'iter EremitaniCapitanio;
- Colloquium ad Ferrariam urbem e anche, ma impropriamente, Colloquium ad Femlriensem plebem [. .. ] : dell'operetta l'Ari enti allestì almeno due copie: una per Lucrezia Borgia (del cui coniugio con Alfonso d'Este tratta appunto lo scritto) e una per Ercole I. Di questo secondo esemplare si sono perse le tracce, mentre il codice offerto alla figlia di Alessandro VI, appartenuto nel sec. XVIII all'Abbazia di Saint-Germain-desPrés a Parigi (lo descrisse e in parte minima trascrisse il Tioli nella sua Miscellanea erudita, cit., tomo III) e reputato smarrito a séguito della rivoluzione francese, è di recente ricomparso nel catalogo di vendita di una libreria americana per immediatamente reintrodursi in una imprecisata collezione privata: già dal 1829 infatti, e fino al momento del nuovo negozio, giaceva incognito nella raccolta Phillipps (vd. P. STOPPELLI, Due
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manoscritti e un incunabolo sconosciuto di Giovanni Sabadino degli Arienti, cit., pp. 25-27).
2) Edizioni
a) Incunabuli:
Entrambe le quattrocentine sottoelencate costituiscono il testimone unico delle rispettive opere: - Contemplatione del divo Bernardo [ma in realtà il testo è adespota] sopra il cantico de la Salve Regina traducto de latino in materna lingua [ . .. ], Mutinae, per M. Dominicum Rocociolam, intorno al 1489 (l'unica copia conosciuta è alla Biblioteca Casanatense di Roma); - Hystoria del sacrato tempio de laureto traducta de latino in vulgare [ ... ]. Composta da lo excelso theologo Maestro Baptista Mantuano Carmelita [ ... ], s.i.l. né n.t. né d. [ma Bologna, per Platone de' Benedetti, dopo il settembre del 1489] (ne posseggono esemplare la Biblioteca Colombina di Siviglia, la Estense di Modena e la Comunale di Bologna [ove è segnata 16. Q. II. 33]).
b) Edizioni otto-novecentesche: Per le opere tramandate da più manoscritti, faccio seguire tra paren
tesi alla notizia sull'edizione l'indicazione del codice (o dei codici) che la stampa riproduce: - Descrizione del Giardino della Viola in Bologna, pubblicata [per cura di G. Giordani] nella occasione delle Nozze Hercolani-Angelelli [ ... ], Bologna, pei tipi del Nobili e Comp., 1836 (dal ms. Com. 202 della Biblioteca Comunale Passerini Landi di Piacenza, all'epoca probabilmente di proprietà di Pietro Giordani); - Vita del conte e Senatore Andrea Bentivoglio, a cura di G. Giordani, Bologna, Tipi della Volpe, 1840 (dalla copia di monsignor Tioli dell'Universitaria di Bologna, allora alla Biblioteca di San Salvatore, collazionata con «altre copie [. .. ] vedute in particolari librerie» petroniane [iv i, p. 34]);
- Vita di Anna Sforza moglie di Alfonso d'Este [ ... ], a cura di P. Benedetti e fratelli, Ferrara, Stab. Tip. Libr. di D. Taddei e Figli, 1874 (dall' apografo del Bellini, a quei tempi nella collezione privata Antonelli, oggi alla Biblioteca Ariostea di Ferrara); - Il Torneo fatto in Bologna il IV ottobre MCCCCLXX, a cura di A. Zambiagi, Parma, coi tipi di Luigi Battei, 1888; - Gynevera de le clare donne, a cura di C. Ricci e A. Bacchi Della Lega, Bologna, Romagnoli-Dall' Acqua, 1888 («Scelta di Curiosità Letterarie Inedite o Rare», Disp. CCXXIII); rist. anast., Bologna, Commissione
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per i testi di lingua, Forni, 1968 (dal cod. 46 dell'Archivio di Stato di Bologna). Cfr. la ree. di U. DALLARI, La «Gynevera de le clare donne» di Gio. Sabadino Degli Arienti, «Il Bibliofilo», IX, 1888, pp. 9-10;
- Novella edita [per O. Guerrini dal cod. Vat. Urbinate 1205] per le nozze Guerrini-Orsini [ ... ], Bologna, Zanichelli, 1892;
- V. FINZI, Libro consolatorio di Giovanni Sabadino degli Arienti a messer Egano Lambertini, «Ateneo Veneto», vol. I, a. XXIV, 1901, l pp. 129-140; 2 pp. 240-260; 3 pp. 384-397;
- Vita di Andrea Bentivogli, in R. AMBROSINI, Un codice autografo di Giovanni Sabadino degli Arienti, cit., pp. 50-61 (la biografia vi è riprodotta secondo il ms. all'epoca di proprietà dell'erudito, oggi della Cassa di Risparmio di Bologna);
- Novella [dal cod. Vat. Urbinate 1205] edita da G. Gambarin in appendice all'edizione Laterza cit. de Le Porretane, pp. 415-438;
- Art and li/e at the court o/ Ercole I d'Este. The «De triumphis religionis» o/ Giovanni Sabadino degli Arienti, edited with an Introduction and Notes by W. L. Gundersheimer, Genève, Droz, 1972;
- Descrizione del «Zardin Viola» in Bologna per M. Giovanni Sabadino degli Arienti, in Appendice a B. BAsiLE, «Delizie» bentivolesche. Il «Zardin Viola» nella descrizione autografa di Giovanni Sabadino degli Arienti, in AA.VV., Bentivolorum magnificentia. Principe e cultura a Bologna nel Rinascimento, a cura del medesimo, Roma, Bulzoni, 1984, pp. 274-284 (l'edizione è condotta sul testo dell'autografo piacentino, redazione definitiva dell'opera, con le varianti del manoscritto della Comunale di Treviso in apparato);
- Appendice a P. VECCHI GALU, Il ms. 165 della Biblioteca Universitaria di Bologna (con inediti di Sabadino degli Arienti), ivi, pp. 246-253 (vi sono riprodotte le dieci poesie adespote, ma di evidente paternità arientesca, per Colomba).
Segnalo qui di séguito le pubblicazioni di opere minori sabadiniane in recenti tesi di laurea di cui ho notizia:
- Hymeneo, edito e commentato da I. Campari nella sua tesi discussa all'Università di Pavia, a. a. 1980-'81 (è da avvertire che un'edizione critica dello scritto aveva a suo tempo annunciato il Rosiello, per la Commissione dei Testi di Lingua di Bologna, in Grafematica, fonematica e critica testuale, «Lingua e stile», I, 1966, pp. 63-78);
- Civica Salute, «edizione interpretativa» dell'autografo allestita da D. Volta quale tesi di laurea discussa all'Università di Bologna, a. a. 1983-'84 (del solo cap. XIII esiste una pubblicazione bolognese [f.lli Merlani] del1880 per le cure di L. Manzoni).
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OPERE PERDUTE
Sono attualmente irreperibili le Rime amorose che un giovanissimo Giovanni Sabadino destinò a una fanciulla bolognese adombrata sotto il senhal di «Fiore» o «Fiore intarsiato» (cfr. Libro consolatorio a messer Egano Lambertini, cit., pp. 390-391, dove l'autore si querela diffusamente della sua infelice passione), sull'esistenza delle quali è proprio l' Arienti a renderei edotti nelle pagine proemiali della Civica salute (c. 3r-v). Parimenti smarrito è quel Trattato della pudicizia, assegnabile alla primaveraestate del 1487, che illetterato compose in onore della consorte Francesca Bruni, da poco defunta, e dedicò alla cognata «Colomba», di cui un codice ancora nel 1900 si trovava a Firenze presso L. S. Olschki (fu descritto da C. MAZZI, Il Trattato della pudicizia di Sabatino degli Arienti, «La Bibliofilia», II, 1900, pp. 269-274). Un Trattato della nobiltà e una non meglio precisata Historia attribuisce all' Arienti il GHIRARDACCI (Della historia di Bologna, parte II, Bologna, Monti, 1657, rispettivamente p. 286 e p. 573 [ma pure in altri luoghi dell'opera il notaio è additato come fonte per notizie non deducibili dai testi sabadiniani oggi conosciuti: cfr. in merito S. VON ARx, Giovanni Sabadino degli Arienti und seine Porrettane, «Romanische Forschungen», XXVI, 1909, pp. 296-297]). Anche OviDIO MoNTALBANI, nell' Helioscopia, ovvero l'Historico Colosso di Felsina antica [. .. ], in Bologna, per il Zenero, 1650, rammenta arientesche Memorie antiche della Patria: è probabile che tale titolatura designi lo stesso scritto che padre Ghirardacci nomina Historia. Di un'epistola latina a Ferdinando il Cattolico, su Giovanni II capitano di ventura, è notizia in un passo dell'Introduzione all'Elogio di Isabella di Castiglia (lo si legge in appendice al saggio ci t. dell' Arx, p. 800), mentre di una non meglio specificata «cosa Latina» inviata al «Re de Romani [Massimiliano IJ» nel febbraio del 1491 si fa cenno in una lettera al Dei del 12 aprile dello stesso anno, riprodotta da S. B. CHANDLER, The correspondence of Sabadino degli Arienti and Benedetto Dei, «Italica», XLII, 1965, p. 234.
OPERE DI DUBBIA ATTRIBUZIONE
È stata più volte ascritta al corpus della produzione arientesca un'Bistoria di Piramo e Tisbe, volgarizzamento di una versione latina della leggenda, tràdita da quattro codici: il ms. Oct. 14 della Prinzliche Sekundogeniturbibliothek di Dresda, ora a Moritzburg, Schlossbibliothek (da cui la pubblicò fedelmente E. Lommatzsch, in «Supplementhefte der Zeitschrift fi.ir franzosische Sprache und Literatur», XIII, 1927, pp. 231-274); il ms. 1739 della Biblioteca Universitaria di Bologna, il notorio «fragmentario poetico» quattrocentesco meglio conosciuto come codice Isoldiano (da cui ne allestl un'edizione assai discutibile C. C avara per la
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«Collezione di Opere Inedite o Rare dei primi tre secoli della Lingua», nella Miscellanea di opuscoli inediti o rari dei secoli XIV e XV. Prose, I, Torino, Unione Tipografica-Editrice, 1861, pp. 181-204); il ms. Q.v.XIV, l della Biblioteca di Stato di Leningrado e infine il miscellaneo Landau 253 della Biblioteca Nazionale di Firenze. Il CHANnLER, in due lucidi interventi degli anni '50 (Appunti su Giovanni Sabadino degli Arienti, «Giornale Storico della Letteratura Italiana», CXXX, 1953, pp. 346-350, e Due raccolte di rime compilate nel Quattrocento, «Rinascimento», V, 1954, pp. 113-116), ha addotto ragioni abbastanza convincenti volte a respingere la paternità sabadiniana della traduzione e nel contempo a decisamente confutare l'ipotesi di un'ideazione, o meglio di una vera e propria 'regìa' del codice Isoldiano da parte dell'Adenti, sostenuta da Lodovico Frati a più riprese e favorevolmente accolta da tanta critica (cfr. L. FRATI, Per la storia del codice Iso/diano, «Giornale Storico della Letteratura Italiana», XXV, 1895, pp. 461-464; In., Una raccolta di rime offerta a Giovanni II Bentivoglio, «li Libro e la Stampa», n.s., II, 1908, pp.l76-179; In., Prefazione a Le rime del codice Isoldiano [Bologn. Univ. 1739], pubblicate per cura del medesimo, I, Bologna, Romagnoli-Dall'Acqua, 1913, pp. V-IX). Ultimamente uno scrupolosissimo punto della situazione ha fornito BRUNO BENTIVOGLI (La poesia in volgare. Appunti sulla tradizione manoscritta, in Bentivolorum magnificentia. Principe e cultura a Bologna nel Rinascimento, cit., pp. 177-214), definitivamente sottraendo, con argomenti inoppugnabili, al notaio petroniano l'una e l'altra fatica. H. 0MONT, in Nouvelles acquisitions du département des manuscrits de la Bibliothèque Nationale pendant l'année 1891-1892, «Bibliothèque de l'École cles Chartes», LIII, 1892, p. 379, segnalò, inventariato con il n. 2063 dei mss. italiani, un opuscolo (secc. XV-XVI ineunte) di cc. 63 contenente un dialogo De fide tra Ercole I e Eleonora d'Aragona dubitativamente («peut-etre») attribuito all'Arienti (cfr. P. O. KRISTELLER, Iter Italicum, cit., vol. III [Alia Itinera], t. I, 1983, p. 314).
LETTERE
l) Lettere inedite
È da deprecare la mancanza a tutt'oggi di un'edizione rigorosa di tutta o parte della produzione epistolare di quell'infaticabile corrispondente di personaggi tra i più ragguardevoli del Quattrocento che fu Giovanni Sabadino. Fatta salva qualche più o meno generosa inserzione di missive in articoli, o qualche sporadica - e sempre esigua- pubblicazione specifica (per cui rinvio al paragrafo seguente), il mare magnum di tali preziosi reperti giace ancora manoscritto, dislocato per di più in svariate sedi. Dò qui le indicazioni relative all'ubicazione di tutte le lettere superstiti di
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cui sono a conoscenza, ma è fatale che successive indagini possano incrementare di nuovi reperti il già nutrito catalogo:
- 50 lettere autografe ascrivibili agli anni 1481-1505 si conservano nell' Archivio di Stato di Modena (Archivio Segreto Estense, Cancelleria Marchionale poi Ducale, Estero, Ambasciatori, Agenti e Corrispondenti Estensi: Bologna, Busta I, filza e). Sono epistole indirizzate agli Estensi: 34 sono scritte al solo Ercole, altre a sua moglie Eleonora d'Aragona, ad Alfonso, al cardinal Ippolito, etc. (per le 14 di queste missive pubblicate, anche parzialmente, vd. il paragrafo successivo). 1 lettera del 1509 è invece censita nel carteggio dei Letterati;
- 116 lettere autografe del periodo 1492-1510, inviate per lo più a Isabella d'Este e al di lei consorte marchese Francesco, si trovano nell' Archivio Gonzaga di Mantova (E. XXX, n. 3, Buste 1143-1146; E. LXI, n. l, Busta 1890; F. II, n. 8, Busta 2461) : ne sono state edite complessivamente 28, su cui vd. ancora il paragrafo seguente; - 1 lettera autografa a Sisto IV del 21 agosto 1483 è posseduta dalla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (Cod. Lat. Class. X, cod. 174 [3621], lett. n. 33, c. 44r): si tratta di una delle rarissime epistole in lingua latina dell'Ari enti;
- 2 lettere autografe a Benedetto Dei, dell'8 maggio 1488 e del 17 gennaio 1490, a detta di S. B. CHANDLER (The correspondence of Sabadino degli Arienti and Benedetto Dei, cit., p. 236) sarebbero conservate nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, ms. Ashburnham 1761; ma dalle mie ricerche non sono emerse: l'attuale cod. Ashb. 1761 ospitando tutt'altro materiale e anche l'ex Ashb. 1761 (ora Ashb. 1841)- che ho esaminato fidando in sempre possibili equivoci tra vecchie e nuove segnature - contenendo singolarmente sempre missive sabadiniane al Dei, non però quelle medesime (trattandosi di epistole edite, rinvio per esse al paragrafo seguente). Sulla scorta di una vecchia indicazione di Maria Pisani sopra una lettera arientesca al viaggiatore fiorentino datata proprio 17 gennaio 1490, ho spostato le mie indagini all'Archivio di Stato di Firenze, dalla studiosa indicato quale detentore della missiva (cfr . M. PISANI, Un avventuriero del Quattrocento: la vita e le opere di Benedetto Dei, Napoli, Petrella, 1923, p. 29 nota 3). Qui, nel Fondo Conventi Soppressi 78 (n. 317), ove sono raccolte numerosissime epistole della e alla famiglia Dei, ho rintracciato non soltanto la lettera in questione (Filza 301-310, n. 301), ma pure un'altra lettera del bolognese, del13 maggio 1488 (o '89?) (Filza 281-290, n. 288). Se queste due missive si identificano, come credo, con quelle ricordate dal Chandler - l'unico elemento di divario, la data della seconda, può essere agevolmente spiegato, stante la consuetudine di scrivere in numeri romani i giorni in calce alle lettere, con una confusione tra VIII e XIII -, non è irragionevole pensare a una
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loro sottrazione dalla cartella Ashburnham quando questa era ancora censita con il n. 1761 (sl che anche la notizia dell'italianista sarebbe spiegabile come frutto della consultazione di qualche vecchio catalogo); - l lettera autografa a Cesare Nappi del 15 giugno 1493 si conserva, con le carte del Palladium eruditum di quest'ultimo, in un miscellaneo proveniente dalla collezione Biancani, nella Biblioteca Universitaria di Bologna (ms. 52, Busta II, n. 3. l); - l lettera autografa a Lodovico il Moro del 13 settembre 1496, frammentaria, si trova nell'Archivio di Stato di Milano (Busta 1047).
2) Lettere edite
Fornisco qui l'inventario, nelle speranze completo, delle epistole arientesche riprodotte in articoli e studi, secondo l'ordine cronologico di questi ultimi, segnalando per ognuna (o gruppi) di esse il relativo luogo di conservazione:
- l lettera al segretario ducale Tebaldo Tebaldi (26 settembre 1491) sta in G. FANTUZZI, Notizie degli scrittori bolognesi, I, Bologna, Nella Stamperia di S. Tommaso d'Aquino, 1781, pp. 288-289; rist. anast., Bologna, Commissione per i testi di lingua, Forni, 1965 (è esemplata dall' autografo all'epoca di proprietà dell'abate Tiraboschi); - 8 lettere a Isabella d'Este Gonzaga e l lettera al duca Alfonso d'Este (quelle alla marchesana, tutte del 1504, rispettivamente in data 13 maggio; 16 e 23 luglio; l [in latino], 16, 28, 31 agosto; 7 settembre; quella al duca in data 8 giugno 1505) si leggono in G. CAMPORI, Giovanni Sabadino degli Arienti e gli Estensi, «Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le provincie dell'Emilia», n.s., vol. IV, a. II, 1880, pp. 213-219 (si conservano nell'Archivio Gonzaga le 8 a Isabella e in quello di Modena l'una ad Alfonso); - l lettera a Isabella (24 febbraio 1506), dell'Archivio Gonzaga, fu edita parzialmente da R. RENIER nell'Appendice al suo Gaspare Visconti, «Archivio Storico Lombardo», XIII, 1886, pp. 823-824; da qui l'ha riprodotta P. ToscHI, Le origini del teatro italiano (origini rituali della rappresentazione popolare in Italia), Torino, Boringhieri, 1976, pp. 152-153, e indi, a stralci, P. CAMPORESI, La maschera di Bertoldo. G. C. Croce e la letteratura carnevalesca, Torino, Einaudi, 1976, pp. 47-48; - 3 lettere a Ercole I, 3 lettere al cardinale Ippolito, 2 a Isabella e l al Tebaldi (quelle al duca in data 8 ottobre 1482; 6 maggio 1493; 24 gennaio 1500; quelle al cardinale in data l febbraio e 6 marzo 1502; 20 gennaio 1509; quelle a Isabella in data 29 giugno 1492 e 17 novembre 1508; quella al Tebaldi in data 15 novembre 1501) sono state pubblicate da U. DALLARI, Della vita e degli scritti di Gio. Sabadino degli Arienti, cit., pp .
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207-215 (si trovano tutte nell'Archivio di Stato di Modena, eccetto le 2 alla marchesana di Mantova dell'Archivio Gonzaga); - 3 lettere a Isabella (31 gennaio 1506; 24 febbraio 1508 [parziale]; 29 giugno 1492 [edita anche nel sopracitato articolo del Dallari]), possedute dall'Archivio di Mantova, sono riprodotte nella ree. a Gynevera de le etare donne, cit., di R. RENIER, apparsa sul «Giornale Storico della Letteratura Italiana», XI, 1888, pp. 209-212;
- 12 lettere a Benedetto Dei (21 aprile 1484; 12 aprile, 20 luglio, 28 febbraio, 10 ottobre, 28 ottobre, 23 novembre 1488; 1luglio e 3 settembre 1489; 16 aprile, 27 maggio e 31 luglio 1492), tratte dalla cartella Ashburnham 1841 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, sono state edite per cura di Francesco Roediger in Lettere inedite di Sabadino degli Arienti e di Francesco Tranchedino a Benedetto Dei, Firenze, Tip. Cooperativa, 1889, pp. 3-12 (gà in «Zibaldone», I, 1888, pp. 161-170); - l lettera a Benedetto Dei (11 dicembre 1489) fu pubblicata da G. ZANNONI, Una rappresentazione allegorica a Bologna nel1487, «Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei», s. IV, VII, 1891, p. 417 nota l, per concessione di Luigi Azzolini, allora proprietario dell'autografo. Oggi l'epistola in questione si trova nella Biblioteca Comunale di Forlì, cui pervenne negli anni '20 (fondo Piancastelli, Coli. autografi dei secc. XII-XVIII [rubricata nell'Iter Italicum, cit., I, p. 232, con il n. 115]); - l lettera al marchese Francesco Gonzaga (10 giugno 1503) e stralci di lettere alla sua consorte, già edite altrove, stanno in A. LuziO e R. RENIER, La coltura e le relazioni letterarie di Isabella d'Este Gonzaga, «Giornale Storico della Letteratura Italiana», XXXVIII, 1901, pp. 50-53 (dall' Archivio Gonzaga);
- l lettera a Ercole I (20 dicembre 1482 [parziale]), dell'Archivio di Stato di Modena, è riprodotta dal DALLARI in Carteggio tra i Bentivoglio e gli Estensi dal 1401 al 1542 esistente nell'Archivio di Stato di Modena, Bologna, Zanichelli, 1902, p. 102 nota l (estratto dagli «Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per la Romagna», s. III, XVIII e XIX);
- l O lettere a Isabella, 3 lettere a Francesco Gonzaga, 2 a Ercole I, 2 al cardinale Ippolito e l a Eleonora d'Aragona (quelle alla marchesana in data 31luglio 1492; 30 agosto 1494; 10 giugno 1501;? gennaio 1503; 12 e 20 febbraio, 30 marzo, 21 giugno, 9 novembre 1505; 6 giugno 1507; quelle al Gonzaga in data 3 agosto, 12 novembre 1493; 6 gennaio 1494; quelle al duca Ercole in data 6 gennaio e 22 dicembre 1481; quelle al cardinale in data 21 dicembre 1501 e l settembre 1503; quella a Eleonora in data 30 luglio 1486) sono state edite da S. VON ARx in appendice a Giovanni Sabadino degli Arienti und seine Porrettane, cit., pp. 803-813 (si trovano
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nell'Archivio di Mantova le 13 mis si ve per i coniugi Gonzaga, in quello di Modena le restanti 5);
- 1 lettera a Benedetto Dei (24 maggio 1490) riprodusse dall'autografo di sua proprietà F. PATETTA in Sulla «Glycephila» di Mario Filelfo in un nuovo esemplare autografo di Giovanni Sabadino degli Arienti, e sulla data di composizione della «Gynevera de le clare donne», «Atti della Real Accademia d'Italia: Rendiconti della Classe di Scienze morali e storiche», s. VII, II, 1941, p. 335 (ibidem è fatta menzione anche di un'altra epistola dell'Ari enti al Dei del 6 marzo 1488, già nella collezione di Benjamin Fillon, venduta all'asta a Parigi nel1879);
- 3 lettere a Lodovico il Moro (28 agosto e 15 dicembre 1494; 24 agosto 1499) sono state pubblicate da S. B. CHANDLER (Un corrispondente di Lodovico il Moro, «Archivio Storico Lombardo», LXXX, 1954, pp. 234-236). Se ne conservano gli autografi nell'Archivio di Stato di Milano, Buste 1044 e 1051;
- 7 lettere a Benedetto Dei (11 e 10 maggio 1488; 30 e 12 aprile, tra il 30 aprile e il 10 giugno, 10 giugno 1491; 23 marzo 1492), di proprietà del British Museum di Londra (Additional Ms. 24.215, cc. 5, 6, 10, 11, 12, 13, 14), sono state edite ancora da S. B. CHANDLER, The correspondence of Sabadino degli Arienti and Benedetto Dei, cit., pp. 233-235 (nell' articolo è ricordata pure un'epistola dell' 11 dicembre 1489, sempre al Dei, già nella collezione Succi, su cui cfr. Catalogue d'une belle collection de Lettres Autographes de personnages illustres depuis le Xve siècle jusqu'à nos jours, composant le cabinet de M. le docteur Fr. Egide Succi de Bologne, Paris, Charavay, 1863, p. 8 nota 60).
II) BIBLIOGRAFIA CRITICA
l) Profili e monografie
Non vale la pena segnalare i contributi dedicati all' Arienti dagli eruditi felsinei precedenti il Fantuzzi (Montalbani, Pellegrino Antonio Orlandi, etc.), la cui notizia, che qui si cita, costituendone ottima sintesi:
- G. FANTUZZI, Notizie degli scrittori bolognesi, cit., I, 1781, pp. 283-289; IX, 1794, pp. 24-29;
- G. CAMPORI, Giovanni Sabadino degli Arienti e gli Estensi, cit., pp. 209-224;
U. DALLARI, Della vita e degli scritti di Giovanni Sabadino degli Arien-
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ti, cit., pp. 178-218 (segnalato da C. ALBICINI già nella «Gazzetta dell'Emilia», n. 186, del1887); - R. RENIER, ree. a ]oANNE SABADINO DE Lr ARIENTI, Gynevera de le clare donne, cit., pp. 205-218 (pur presentandosi come saggio di ragguaglio su uno scritto singolo, il contributo è di fatto una complessiva indagine sulle opere e i giorni del letterato petroniano); - In., Nuove notizie di Giovanni Sabadino degli Arienti, «Giornale Storico della Letteratura Italiana», XII, 1888, pp. 301-305; - L. FRATI, Arienti (Degli) Gio. Sabadino, Bologna, s. n.t., 1898; - A. Luzw-R. RENIER, La coltura e le relazioni letterarie di Isabella d'E-ste Gonzaga, cit., pp. 49-56; - S. VON ARx, Giovanni Sabadino degli Arienti und seine Porrettane, cit., pp. 671-824, già apparso come Inaugura! Dissertation der philosophischen Fakultiit der Università"ts Freiburg in der Schweiz [ ... ], Erlangen, K. B. Hof - und Universitiits- Buchdruckerei von }unge & Sohn, 1909 (vd. la ree. anonima in «Giornale Storico della Letteratura Italiana», LV, 1910, pp. 176-177); - G. GHINAssr, Arienti, Giovanni Sabadino degli, in Dizionario Biografico degli Italiani, diretto da A. M. Ghisalberti, IV, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1962, pp . 154-156; - Arienti, Giovanni Sabadino degli, in Dizionario Enciclopedico della Letteratura Italiana, diretto da G. Petronio, I, Bari-Roma, Laterza-Unedi [Palermo, I.R.E.S.], 1966, pp. 179-180 (voce non firmata); - S. B. CHANDLER, Arienti, Giovanni Sabadino degli, in Dizionario Critico della Letteratura Italiana, diretto da V. Branca, I, Torino, UTET, 1973, pp. 112-113.
2) Interventi su «Le Porretane Novelle»
- A. VAN BEVER & E. SANSOT-0RLAND, Gio Sabadino degli Arienti, in Oeuvres Galantes des Conteurs Italiens (XIVe, xve & XVIe siècle), traduction littérale accompagnée de notices biographiques et historiques et d'une bibliographie critique, cit., pp. 5-20; - E. LoMMATZSCH, Ein italienisches Novellenbuch des Quattrocento. Giovanni Sabadino degli Arientis «Porrettane», Halle a.S., Max Niemeyer, 1913 (cfr. la ree. anonima in «Giornale Storico della Letteratura Italiana», LXIV, 1914, pp. 454-455); - L. Dr FRANCIA, La novellistica, I (Dalle origini al Bandella), Milano, Vallardi, 1924 («Storia dei generi letterari italiani»), pp. 478-496; - F. SoRBELLI BoNFÀ, Il fondo storico delle «Porretane di Sabadino degli Arienti», «Annuario del R. Istituto Magistrale "Laura Bassi" in Bolo-
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gna», III, 1926-1927, pp. 37-52 (anche in opuscolo: Bologna, Cappelli, 1927);
- G. FATINI, Introduzione a Novelle del Quattrocento, cit., pp. XVIII-XXI (cfr. anche le scarne note, premesse alla scelta di novelle arientesche, alle pp. 225-226);
- V. Rossi, Il Quattrocento, Milano, Vallardi, 1933 (1973 7) («Storia letteraria d'Italia»), pp. 204-206;
- A. BARILLI, Guglielmone da Parma, «Aurea Parma», XX, 1936, pp. 89-93;
- A. CHIARI, La fortuna del Boccaccio, in AA.VV., Questioni e correnti di storia letteraria, Milano, Marzorati, 1949 («Problemi ed orientamenti critici di lingua e di letteratura italiana», III), pp. 313-316;
- E. RAIMONDI, Codro e l'umanesimo a Bologna, Bologna, Zuffi, 1950, pp. 72-82;
- C. VARESE, Introduzione a Prosatori volgari del Quattrocento, cit., pp. IX-XIII (e cfr. pure il profilo bio-bibliografico di Giovanni Sabadino tracciato alle pp. 883-884);
- L. GRAEDEL, La cornice nelle raccolte novellistiche del Rinascimento italiano e i rapporti con la cornice del Decameron, Firenze, Il Cenacolo, 1959, passim;
- A. BoRLENGHI, Introduzione a Novelle del Quattrocento, cit., pp. 15-30 (cfr. anche la nota biografica del novellista alle pp. 613-614);
- V. PERNICONE, Introduzione a Il Quattrocento, cit., pp. 25-27 (vd. pure il profilo arientesco alle pp. 634-635);
- D. DE RoBERTIS, L 'esperienza poetica del Quattrocento, in Storia della letteratura italiana, diretta da E. Cecchi e N. Sapegno, III (Il Quattrocento e l'Ariosto), Milano, Garzanti, 1966, pp. 633-636;
- A. TARTARO, Una storia per Sabadino degli Arienti: Porrettane, XXV, «Cultura Neolatina», XXVI, 1966, pp. 253-276 (poi ne Il manifesto di Guittone e altri studi fra Due e Quattrocento, Roma, Bulzoni, 1974, pp. 187-221);
- B. BoNATTI, Elementi dialettali e culturali nella fonetica delle «Porretane» di Giovanni Sabadino degli Arienti, «Scriptoria», II-III, 1968-1969, pp. 29-4 7 (dalla tesi di laurea Aspetti della lingua delle Porretane di Giovanni Sabadino degli Arienti, discussa all'Università di Firenze, a.a. 1964-'65);
- E. RAIMONDI, Quattrocento bolognese: università e umanesimo (1956), ora in Politica e commedia. Dal Beroaldo al Machiavelli, Bologna, Il Mulino, 1972, pp. 30-33 (cfr. la ree. di B. BASILE in «Lettere italiane», XXV, 1973, pp. 441-446);
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- A. TrssoNr BENVENUTI, Narrativa e teatro, in Il Quattrocento settentrionale, cit., pp. 433-438; - G. G. PERRERO, Introduzione a Novelle del Quattrocento, cit., pp. 25-30 (vd. anche la modestissima informazione bio-bibliografica su Giovanni Sabadino alle pp. 201-202), recensite da E. BIGI nel «Giornale Storico della Letteratura Italiana», CLIII, 1976, pp. 301-309; - P. STOPPELLI, Introduzione all'edizione Japadre cit. delle Novelle Porretane, pp. v-xxv;
- In., Parole dell'Arienti, «Studi e problemi di critica testuale», n. 12, 1976, pp. 120-126; - G . CoNTINI, Giovanni Sabadino degli Arienti, in Letteratura italiana del Quattrocento, cit., p. 515; - R. J. CLEMENTs-J. GIBALDI, Anatomy of the Novella. The European Tale collection /rom Boccaccio and Chaucer to Cervantes, New York, New York University Press, 1977, passim; - B. BASILE, Introduzione all'edizione Salerno cit. de Le Porretane, pp. !X-LII;
- A. BATTISTINI, ree. a SABADINO DEGLI ARIENTI, Le Porretane, a cura di B. Basile, cit., pp. 208-212; - G. CHIARINI, Introduzione a Il Quattrocento, cit., pp. XL-XLII (vd. pure le pp. 449-450, 459, 476); - E. AuERBACH, La tecnica di composizione della novella, Roma-Napoli, Theoria, 1984, passim (il saggio, tesi di laurea originalmente intitolata Zur Technik der Friihrenaissancenovelle in Italien und Frankreich, apparve dapprima in «Literaturblatt fiir germanische und romanische Philologie», 47, 1926, col. 244 sgg., e solo nel 1971 in volume, per i tipi di Cari Winter di Heidelberg);
- M. 0LSEN, Amore, virtù e potere nella novellistica rinascimentale, Napoli, Federico e Ardia, 1986, passim; - B. BASILE, Arienti, Battista Mantovano e i «Balnea Porrectana», in La novella italiana. Atti del Convegno di Caprarola: 19-24 settembre 1988, II, Roma, Salerno, 1989, pp. 795-804.
Segnalo qui di séguito gli interventi riguardanti la questione testuale (e i connessi problemi di datazione del codice autografo e dell' editio princeps) de Le Porretane, costituendo nell'àmbito degli studi sulla silloge una sottosezione omogenea:
- G . GAMBARIN, Nota all'edizione Laterza cit . de Le Porretane, pp. 441-445;
- P. STOPPELLI, Ancora per il testo delle «Porretane», «Cultura Neolatina», XXXII, 1972, pp. 231-245;
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- In., Sulla datazione dei due testimoni quattrocenteschi delle «Porretane», «Studi e problemi di critica testuale», n. 10, 1975, pp. 29-38; - In., Nota al testo, nell'edizione Japadre cit. delle Novelle Porretane, pp. xxxv-XLI; - In., Preliminari per una nuova edizione delle «Porretane», in AA.VV., Letteratura e critica. Studi in onore di Natalino Sapegno, III, Roma, Bulzoni, 1976, pp. 145-158 (ma l'articolo è stato composto prima di tutti gli altri contributi dallo Stoppelli dedicati al problema della riedizione del novelliere arientesco, i quali quindi necessariamente lo presuppongono); - B. BASILE, Nota al testo, cit., pp. 593-607.
3) Interventi sulle opere minori e sulle lettere
- ]. PETZHOLnT, Ueber zwei Dresdner Handschriften des Giovanni Sabadino degli Arienti, in «Serapeum. Zeitschrift. Bibliothekwissenschaft, Handschriftenkunde und altere Litteratur», I, 1840 (Nendeln/Liechtenstein, Kraus Reprint, 1968), pp. 39-42; - U. DALLARI, La Gynevera de le clare donne di Gio. Sabadino degli Arienti, cit., pp. 9-10; - G. ZANNONI, Una rappresentazione allegorica a Bologna ne/1487, cit., pp. 414-427; - L. FRATI, Per la storia del codice Iso/diano, cit., pp. 461-464; - C. MAZZI, Il Trattato della pudicizia di Sabatino degli Arienti, cit., pp. 269-274; - L. FRATI, Una raccolta di rime offerta a Giovanni II Bentivoglio, cit., pp. 176-179; - R. AMBROSINI, Un codice autografo di Giovanni Sabadino degli Arienti, cit., pp. 40-61; - L. FRATI, Prefazione a Le rime del codice Iso/diano (Bologn. Univ. 1739), cit., pp. V-IX; - F. PATETTA, Sulla «Glycephila» di Mario Filelfo in un nuovo esemplare autografo di Giovanni Sabadino degli Arienti, e sulla data di composizione della «Gynevera de le e/are donne», cit., pp. 275-341; - S. B. CHANnLER, A Renaissance news correspondent, «Italica», XXIX, 1952, pp. 158-163;
In., Appunti su Giovanni Sabadino degli Arienti, cit., pp. 346-350; - In., Due raccolte di rime compilate nel Quattrocento, cit ., pp. 113-116; - In., Il «Trattato della pudicizia» di Sabadino degli Arienti, «La Bibliofi-lia», LVI, 1954, pp. 110-113;
In., Un corrispondente di Lodovico il Moro, cit., pp. 233-236;
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- In., Il «Colloquium» di Sabadino degli Arienti, «La Bibliofilia», LXIII, 1961, pp. 221-226;
- In., The correspondence of Sabadino degli Arienti and Benedetto Dei, cit., pp. 226-238;
- L. Rosmno, Grafematica, fonematica e critica testuale, cit., pp. 63-78; - S. B. CHANnLER, La «De civica salute» di Sabadino degli Arienti, «La Bibliofilia», LXIX, 1967, pp. 129-145; - V. ZACCARIA, La fortuna del «De mulieribus claris» del Boccaccio nel secolo XV: Giovanni Sabbadino degli Arienti, Iacopo Filippo Foresti e le loro biografie femminili (1490-1497), in AA.VV., Il Boccaccio nelle culture e letterature nazionali. Atti del Congresso internazionale. Firenze-Certaldo, 22-25 maggio 1975, a cura di F. Mazzoni, Firenze, Olschki, 1978, pp. 519-545;
- G. CAZZOLA, «Bentivoli machinatores». Aspetti politici e momenti teatrali di una festa quattrocentesca bolognese, «Biblioteca teatrale», n. 23-24, 1979, pp. 14-38;
- S. B. CHANnLER, «La Gynevera de le clare donne» di Sabadino degli Arienti, «Giornale Storico della Letteratura Italiana», CLVIII, 1981, pp. 222-234;
- P. STOPPELLI, Due manoscritti e un incunabolo sconosciuto di Giovanni Sabadino degli Arienti, cit., pp. 25-30; - B. BASILE, «Delizie» bentivolesche. Il «Zardin Viola» nella descrizione autografa di Giovanni Sabadino degli Arienti, cit., pp. 255-284; - P. VECCHI GALLI, Il ms. 165 della Biblioteca Universitaria di Bologna (con inediti di Sabadino degli Arienti), cit., pp . 223-253; - S. B. CHANnLER, Le due lettere consolatorie di Sabadino degli Arienti, «Rivista di Studi Italiani», II, 1984, pp. 1-9; - In., Il «Torneo» di Sabadino degli Arienti, cit., pp. 21-25 (segnalato da F. DE NICOLA nella «Rassegna della Letteratura Italiana», XCI, 1987, p. 172).
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