A CIPRO, L'ISOLA NATALE DELLA DEA, STUDIOSI ITALIANI PORTANO

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A CIPRO, L'ISOLA NATALE DELLA DEA, STUDIOSI ITALIANI PORTANO ALLA LUCE UN VERO E PROPRIO CENTRO INDUSTRIALE DELL'ETÀ DEL BRONZO PER LA PRODUZIONE DI COSMETICI: BALSAMI ED ESSENZE A BASE DI INGREDIENTI MEDITERRANEI, TRA CUI... L'OLIO D'OLIVA zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Nel 2003 la missione arche­

ologica italiana del C N R

a Cipro mise in luce una

fabbrica di profumi nell'area indu­

striale di un villaggio dell'età del

Bronzo Antico e Medio situato a

est del porto antico di Amathunte,

nel distretto di Limassol, Pyrgos. E

la ricerca archeometrica organizza­

ta nei laboratori dell'Istituto per le

Tecnologie Applicate ai Beni Cul­

turali del C N R (già famosi per aver

studiato, sotto la guida di Giuseppe

Donato, la fabbrica dei profumi di

Cleopatra di E n Boqeq sul Mar

Morto) riusci a trarre dati sulla

composizione delle fragranze che vi

si producevano.

Seguirono prove di archeologia

sperimentale per verificare l'eff i­

cienza delle tecnologie estrattive

rinvenute sullo scavo, nonché vari

tentativi per ricostruire i possibili

profumi in uso all'epoca, ben con­

sapevoli del fatto che, non cono­

scendo le quantità utilizzate di ogni

ingrediente, era praticamente im­

possibile risalire alla ricetta origina­

ria. Su questa scoperta furono orga­

nizzate mostre a Cipro, in Italia e in zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Nella pagina

accanto:

Nascita

di Venere, zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBAolio su tela

di William

Adolphe

Bouguereau.

1879. Parigi,

Musée d'Orsay

E uropa, che, oltre a riportare in

auge l'importanza sociale e com­

merciale dei profumi nelle antiche

civiltà Mediterranee, riaccesero la

discussione sull'origine cipriota del

mito di Afrodite, dea della bellezza.

LA PRIMA DISTILLAZIONE I n quell'occasione si rinvenne un

corredo di utensili di pietra, macine,

mortai e pestelli, insieme a decine

di vasi di eccellente qualità tra cui

spiccavano due completi apparati

per distillare, che predatano la co­

noscenza della distillazione di 2600

anni. Grazie a loro, si ebbe la con­

ferma che tale pratica era già nota

nell'età del Bronzo, confermando

l'identificazione di altri apparati

frammentari, trovati in Mesopota-

mia, in Sardegna e a Creta.

Tra gli utensili si rinvennero anche

tavolette di scisto quarzifero e un

raro mortaio multiplo per cosme­

tici, unico anche per le 14 coppel­

le di cui era composto, che indica­

va una possibile produzione di

prodotti cosmetici e farmaceutici,

SCOPERTE •zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA PYRGOS zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

A destra: l'isola di Cipro, con,

in evidenza, il sito di Pyrgos. zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Qui sotto: planimetria del laboratorio

per la produzione di cosmetici

scoperto nel 2012.

In basso: area di lavorazione con

accumulo di pendagli di conchiglia

e picrolite verde grezzi, semilavorati

e finiti, utensili e selci per la

lavorazione, a testimonianza della

polifunzionalità del laboratorio. zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Dipkarpaz

Keryneia

Guzelyurt

Nicosia Fam agosta

Pano Panayià

Pàphos

C I P R O

°0t'Troodos

Pyrgos

Larnaca

Episkopi

Lim asse-^ . A m a t h o u s

Kourion Baia di Akrotiri Penisola

dì Akrotiri zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Mar Mediterraneo zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

connessa all'estrazione delle fra­

granze profumate.

Negli anni successivi la prosecuzio­

ne degli scavi delineò il ca­

rattere industriale del com­

plesso architettonico, che si

trovava originariamente in

posizione centralizzata r i ­

spetto all'abitato circostante.

Le strutture emerse appar­

tengono, infatti, a laboratori e

botteghe artigiane che produ-

"cevano mercanzia pregiata come

profumi, farmaci, bronzi, tessuti e

28 ARCHE O

A destra:zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA lo scavo di una grande giara,

trovata accanto alla banchina centrale

della corte interna all'ambiente Sud.

In basso: una veduta d'insieme del

laboratorio dei cosmetici. zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

vino. Considerando che il villaggio

preistorico si trova a soli 4 km dalla

costa, dove ancora sono attivi due

piccoli ancoraggi, e che l'area indu­

striale si trovava al centro dell'inse­

diamento lungo il principale asse

viario che collegava i villaggi dislo­

cati a corona del golfo di Limassol,

si è ipotizzato che gli abitanti com­

merciassero attivamente e che il

luogo fosse rinomato per le immen­

se risorse minerarie e la produzione

di beni «di lusso», quali, appunto, i

tessuti, i profumi e le spezie.

INGREDIENTI AUTOCTONI L'indagine archeometrica rivelò

che tutte le sostanze utilizzate pro­

venivano dalla flora dell'isola e che

(nei limiti delle campionature esa­

minate) non c'erano ingredienti

provenienti dal mercato estero co­

me l'incenso e la mirra largamente

utilizzati in E gitto fin dal I V mil­

lennio a.C. Sono le stesse piante

utilizzate per produrre l'antico pro­

fumozyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Kypros, il Myrtinum e YAmari-

k inon di cui Plinio ilVecchio e D io -

scuride riportano la ricetta del pe­

riodo romano. B enché la fabbrica

dei profumi fosse situata in un vasto

ambiente che ospitava anche la

pressa per l'olio d'oliva e un magaz­

zino per le giare, strumenti e mate­

riali simili a quelli della profumeria,

come imbuti, mortai e portaprofu-

mi furono trovati anche in ambien­

ti limitrofi, cosa che fece ipotizzare

che questa attività si svolgesse anche

in altre botteghe più piccole (vedi

«Archeo» n. 278, aprile 2008).

La scoperta della profumeria di

Pyrgos ci ha costretto e a riesami­

nare la storia dei profumi di Cipro

ed è stato possibile accertare che

l'isola, nonostante le dominazioni, i

conflitti e i disastri naturali non ha

mai cessato di produrre sostanze

aromatiche, profumi e cosmetici.

Tanto che l'unica base olfattiva che

porta il nome di un luogo geogra­

fico, Chypre, è stata recentemente

riconfermata da Fragonard tra le

sette famiglie olfattive del mondo. zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

RICERCA E TRADIZIONE L'approccio multidisc iplinare

dell'indagine testimonia lo spirito

di cooperazione che ha alimentato

la ricerca stessa, al fine di ricostruire

gli elementi della più antica civiltà

cipriota, facendo emergere, raffor­

zando e consolidando la continuità

di una delle tradizioni più antiche.

I l tutto, senza tradire le sue origini

fondamentali, per creare sinergie tra

la ricerca scientifica e l'eredità uma­

nistica, unitamente all'intento di

conservare e trasmettere parte di

un'identità culturale che possiamo

considerare mediterranea.

Alla fabbrica dei profumi si aggiun­

ge oggi una seconda scoperta che

SCOPERTE • PYRGOS zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

accompagna la prima, quella di un

laboratorio di cosmetici e monili, e

a quella si affianca nel fornire altri

elementi che confermano come il

mito di Afrodite dovesse gioco forza

nascere a Cipro. Le motivazioni che

hanno portato all'allestimento di un

centro commerciale come quello di

Pyrgos alla fine del I I I millennio

a.C possono essere diverse, ma si

basano principalmente sulla realiz­

zazione di economie differite, con zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA(segue a p. 36) zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Le pa le tte cosme tiche :

t ipo log ie a confronto CIPRO PYRGOS EGITTO

PETRIE MUSEUM

occhio

disco

trapezio

losanga

rettangolo

rettangolo allungato

I COLORI DELLA VANITA L'oggetto denominato «paletta cosmetica» è una lastra sagomata di

pietra, quarzite o scisto basaltico, di spessore variabile da 1 a 3 cm sulla

cui superficie erano mescolati colori ottenuti dallo sfarinamento di ocre o di minerali compositi tipo malachite e turchese. Sporadici esempi di palette, generalmente frammentarie, provengono da diversi contesti neolitici mediterranei, ma è l'Egitto predinastico che ha restituito il numero più rilevante e le realizzazioni più elaborate di questi oggetti, dedicati alla cura del proprio aspetto. Oltre a costituire una caratteristica culturale del periodo a cavallo tra il IV e il III millennio a.C, le palette Egiziane assunsero valori di prestigio personale fino ad assumere valenze politiche e di potere in ambiente faraonico. La loro collocazione nei corredi funebri (dal Fayyum alla Nubia e dalla Libia al Sudan) ha permesso anche di valutare lo stato sociale del defunto a seconda della presenza o assenza della tavoletta cosmetica nel corredo, nonché della raffinatezza o se mplic ità dell'oggetto stesso.

IIzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA corpus tipologico di queste palette, comprendente anche le più

semplici e frammentarie, conservate in massima parte nel Petrie

Museum of Egyptian Archaeology di Londra, fu stilato da Sir William Matthew Flinders Petrie nel 1910 e costituisce ancora oggi un valido strumento di confronto anche per Cipro. Occorre, tuttavia considerare che, a differenza dell'Egitto, le palette cipriote non sono state ritrovate nei corredi funebri, ma nei contesti insediamentali, generalmente in associazione all'utilizzo dell'ocra come pigmento, in siti neolitici e calcolitici, mentre sporadici esemplari provengono da abitati de ll'e tà del Bronzo Antico e Medio. La considerevole quantità di palette rinvenute a Pyrgos (ben oltre un

centinaio, calcolando le 70 dal laboratorio dei cosmetici del 2012 e le

oltre 40 trovate negli altri ambienti), be nché giustificabile dalla presenza . di un contesto industriale, costituisce un caso unico e un raro

esempio di utilizzo strumentale di tavolette di pietra per la produzione, presumibilmente a scopo commerciale, di cosmetici e belletti. La presenza di questi oggetti, accompagnati dai relativi pestelli in altri ambienti collaterali al laboratorio indagato nel 2012, fa supporre che più di una bottega di produzione si sia avvicendata nell'area industriale nel corso de ll'e tà del Bronzo Antico e Medio. Il confronto delle palette di Pyrgos con quelle «non

configurate» egiziane ha permesso di isolarne alcuni elementi

identificativi, che le rendono uno strumento maneggevole:

• lo spessore è tra 1 e 3 cm, generalmente intorno al,5 cm; • la forma è arrotondata (per quelle di basalto) o rettangolare (per quelle di quarzite), con i bordi accuratamente tagliati e smussati, spesso con una sorta di invito o taglio trasverso a un'e stre mità , in modo da poter essere impugnate con una mano, mentre l'altra mescola o impasta il colore sopra la superficie con una spatola di legno o un pestello di pietra. • la superficie destinata all'uso si differenzia da quella non adoperata poiché risulta liscia e levigata. • una concavità rotondeggiante più o meno pronunciata formatasi dall'uso e dallo sfregamento delle spatole si nota al centro del lato utilizzato. Seguendo ilzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA corpus del Petrie sono state definite 6 tipologie distinte: a occhio, a disco (rotondo e ovale), a trapezio, a losanga, a rettangolo squadrato e a rettangolo allungato.

30 ARCHE O

ARCHE O 31

SCOPERTE • PYRGOS

CIPRO, AFRODITE E LA COSMESI: UNA QUESTIONE DIzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA MARKETING...

di Alessandro Lentini

Le ricerche archeometriche sono state attivate sui

residui di impasto prelevati sulla superficie delle

palette, identificati cromaticamentezyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA e suddivisi in quattro gruppi: bianchi, grigio chiaro, bruno terra di Siena, giallo e rosso. Le analisi hanno rivelato un quantitativo di Piombo, con valori compresi tra il 35 e il 52%, corrispondente a una percentuale che suggerisce la preparazione di un composto simile alla biacca (PbC03)2. Pb (01-1)2), un pigmento bianco, inorganico, tossico, a base di piombo. La biacca, oltre a essere tra i colori più conosciuti e usati nella pittura su tavola e nelle miniature, fu largamente utilizzata, nonostante la sua nociv ità , come cosmetico per le sue qua lità coprenti. In alcune palette sono state identificate due tipologie

diverse di ocra, relative ai colori giallo e rosso,

prevalentemente costituite da ossido idrato di ferro

(FeO (OH) nH20), che si trovano normalmente vicino alle miniere di rame (famose a Cipro quelle di Ambelikou, Apliki, Skouriotissa e Mathiati). Della stessa origine sono le terre rosse e brune, caratteristiche dei sub areali Mediterranei, composte in prevalenza da ematite (Fe203 • nH20). I caratteristici suoli rossi di Cipro indicano la presenza di molte va rie tà di ossidi di ferro, con diverse proprie tà cromatiche relative alla presenza o assenza d'acqua. Depositi di ocra rossa e terra d'ombra (la ben nota «umbra ») sono noti in tutta l'isola e furono ampiamente utilizzati come scorificanti nell'estrazione del rame, come dimostra la composizione dei milioni di tonnellate di scorie che caratterizzano il paesaggio circostante le storiche miniere di rame dell'isola. Inoltre, durante la prima fase analitica, relativa

all'essiccamento in muffola dell'acqua igroscopica

presente nei sedimenti selezionati, sono stati osservati alcuni viraggi di colore verde, rosso, blu e bianco. Le prime osservazioni allo stereomicroscopio hanno evidenziato per alcuni di questi sedimenti una serie di aggregati con abiti pseudocristallini, tridimensionali, dalla morfologia cubica o romboidale. I sedimenti presentano vari gradi di soprasaturazione di elementi che hanno nuovamente cristallizzato dei centri (germi) già esistenti, secondo un processo già noto nelle descrizioni di Aristotele relative al cloruro di sodio e in quelle di Plinio il Vecchio relative al solfato di rame. Nell'identificazione del pigmento verdastro, i sedimenti flocculati in pseudoreticoli cristallini sono stati portati in

soluzione con diversi metodi (acqua deionizzata acidificata, acidi e basi forti a caldo). Nei cristalli di colore bianco si sono notate composizioni diverse: in una è presente il magnesio (MgCI2), nella seconda il sodio (NaCI). I cristalli di colore blu sono caratterizzati dalla presenza di rame (CuS04), il verde e il rosso da una argilla dalla composizione particolare, ricca di silicati, alluminio, ferro e magnesio (Mg2+ Fe2+ Fe3+ AI3). Tra le sostanze identificate ci sono due tipi diversi di

composizioni saline: il cloruro di sodio normalmente

disciolto in acqua di mare, che a Cipro si trova anche sotto forma di salgemma minerale, e il cloruro di magnesio, presente in natura nelle marcite e nei laghi salati, caratteristici del paesaggio costiero cipriota, nella penisola di Akrotiri, nel golfo di Larnaca e in quello di Famagosta, dove i fiumi stagionali, prima della costruzione delle dighe per le riserve d'acqua, creavano lagune e paludi, ricche dei sali minerali, trascinati dal dilavamento delle acque dai giacimenti ofiolitici del massiccio della Troodos di Cipro. Di particolare interesse è l'uso dei sali di rame (CuS04. 5H20), esistenti in diverse concentrazioni, ampiamente utilizzati e commerciati per scopi farmaceutici anche nella tarda e tà imperiale (come testimoniano gli scritti di Zosimo di Panopoli e Galeno) e nel Medioevo, come riporta Francesco Balducci Pegolotti, gonfaloniere della compagnia dei Bardi a Firenze nel 1300 nel suo trattatozyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA La Pratica della

mercatura, dal quale provengono preziose informazioni anche sulla continuità del commercio delle spezie e delle fragranze cipriote, inclusa la resina del Laudano (Cistus

Laudaniferous) simile alla mirra. In parallelo con le metodologie tossicologiche, le

soluzioni estratte da questi sedimenti, trattate con la

reazione di Bellier, si sono colorate di rosso, per la presenza di alcuni acidi grassi caratteristici dell'olio d'oliva. La presenza di olio di oliva e sali di sodio e magnesio rimandano a un qualcosa di simile alla nota composizione dermatologica «scruò» o «gommage»,

adoperata per rimuovere i depositi organici e le cellule morte dell'epidermide, in cui si ha l'associazione nutriente, antinfiammatoria e rigenerante dell'olio di oliva con il magnesio, dalle molteplici proprie tà fisiologiche che ostacolano la penetrazione delle sostanze tossiche nelle cellule epiteliali. L'uso del sale marino nei diversi

32 ARCHEO

A destra:zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA una tavoletta sottoposta alle

analisi di laboratorio. Trattato con una

soluzione che innesca la reazione di

Bellier, il reperto si colora di rosso,

prova della presenza di acidi grassi

tipici dell'olio d'oliva.

Nella pagina accanto: un ramo d'olivo

con i suoi frutti. zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

preparati farmaceutici è attestato a Cipro già nel periodo romano ed è ancora oggi commercializzato (per esempio il sale nero di Cipro) per i preparati galenici contro disturbi intestinali e intossicazioni. Anche i sali di solfato di rame, ampiamente utilizzati e

commerciati per le proprietà disinfettanti e astringenti

(Plinio) sono ancora oggi considerati un importante ingrediente farmaceutico nel Sistema di Classificazione Anatomico Terapeutico e Chimico dell'Organizzazione Mondiale della Sa nità . Infine i test eseguiti con il reattivo dì Lugol hanno dato un riscontro positivo per la presenza di amido di frumento, ingrediente che si rigonfia in acqua calda e può essere usato come addensante o adesivo. La soluzione acquosa colloidale a temperatura ambiente forma la salda d'amido per una parziale condensazione dell'amido, che acquista anche una certa insolubilità in acqua, associata alla sua igroscopic i tà . Questa soluzione è stata utilizzata fino a un passato recente, come emolliente per la pelle e come protettivo per le infiammazioni, incluse quelle dello stomaco. L'amido è presente nelle composizioni di polveri cosmetiche pediatriche e nel «ta lco» cosmetico, ma è sempre stato impiegato come sostanza inerte per dare consistenza e forma a molti prodotti cosmetici e coloranti di diversa natura.

I risultati delle indagini preliminari condotte sui

sedimenti selezionati su alcune tavolette cosmetiche,

consentono di svolgere alcune brevi considerazioni

sulla provenienza delle sostanze evidenziate e sul paesaggio naturale antico. La presenza di piombo potrebbe essere un elemento indicativo sulle conoscenze relative alle ofioliti dei Monti Troodos e alle miniere di rame dell'isola, mentre i sali riscontrati in molti dei sedimenti analizzati rimandano a ingredienti specifici per composizioni cosmetiche o farmaceutiche. Le argille minerali, caratteristiche dell'isola, mostrano un'attenta conoscenza delle loro proprie tà e pote nz ia lità cosmetiche e curative, nonché del sistema di approvvigionamento e sfruttamento dei giacimenti. Questi elementi uniti alla presenza di olio di oliva (peraltro riscontrati nei diversi ambienti del contesto industriale di Pyrgos) possono confermare l'ipotesi già avanzata dai risultati delle analisi effettuate nella fabbrica dei profumi, circa l'impiego dell'olio di oliva come matrice di base per preparati officinali.

Gli amidi di frumento rilevati per la prima volta a Pyrgos

sembrano integrare le testimonianze archeologiche e

archeobotaniche per le numerose mole di pietra

scoperte e per i microresti vegetali di varie specie di granozyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA (Triticum dicoccum, Triticum monococcum,

Triticum durum e Triticum sp.) recuperati durante le campagne di scavo 2004-2008. Pertanto, l'indagine archeometrica, be nché condotta su un esiguo numero di tavolette, rappresenta un primo interessante approccio nell'identificare l'utilizzo e la provenienza delle materie prime impiegate nella produzione dei preparati officinali e per la manifattura di composti che preludono a forme di cosmesi verosimilmente già note in questo periodo. Se è vero che la continuità sulla produzione dei profumi ciprioti è attestata nei secoli dalla documentazione storico-letteraria e dai profumi diffusi in tutta la «Ve cchia E uropa », è a ltre sì innegabile e a tutti noto che il cosmetico più diffuso e rinomato al mondo è stato ed è la cipria, i cui contenitori hanno fornito occasione di altissime espressioni d'arte e artigianato, dai metalli preziosi, alla tartaruga, dal vetro alla porcellana. Non meno noti e usati fin dal periodo predinastico

egizio, sono il trucco per gli occhi, il fard per le guance

e il rossetto per le labbra. Prodotti che si avvalgono delle ocre naturali di Cipro, materiale primario rinvenuto nel laboratorio di Pyrgos, ancora oggi preferito dall'industria cosmetica poiché ritenuto tra i migliori del mondo. La scoperta del laboratorio dei cosmetici si affianca quindi a quelle l'hanno preceduta (www.pyrgosmavroraki.eu; www.pyrgos-archea.it), completando e avvalorando il carattere industriale, commerciale e sociale del sito. Infatti, l'insieme dei prodotti che sono identificabili nel materiale rinvenuto nel complesso industriale e commerciale di Pyrgos/ Mavroraki può essere considerato il pacchetto de ll'e tà del Bronzo che ha trasformato Cipro in un Paese commerciale competitivo durante il II millennio a.C. come ben dimostrano le mercanzie rinvenute nei vascelli naufragati, come quello di Uluburun, e le citazioni nelle tavolette commerciali micenee ed egiziane. In questo «pacchetto» è inclusa la cultura materiale

legata alla posizione geomorfologica di Pyrgos, in cui

era possibile trovare tutte le risorse per produrre manufatti e beni effimeri per uso privato e per il mercato d'elite. Come ha dimostrato l'indagine archeometrica, la

34 ARCHEO

produzione di beni accessori a Pyrgos ne ll'e tà del Bronzo Antico e Medio si è basata non solo su unazyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA jf

elevata conoscenza tecnologica, ma anche su un contesto agricolo fortemente diversificato per la presenza di tutti gli elementi che costituivano fin dal Neolitico i cosiddetto «pa cche tto agricolo «de l Mediterraneo orientale. zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Attraverso i dati raccolti in dieci anni di ricerche,

possiamo dividere il pacchetto in 7 categorie funzionali:

• Olio e vino (utilizzati anche come ingredienti industriali) • Metalli (soprattutto rame e sue leghe) • Fibre tessili, vegetali e animali (inclusa la seta

selvatica) • Cura del corpo (profumi, cosmetici e rimedi

farmacologici) • Stato sociale (gioielli, ciondoli, collane, ferma-trecce,

tessuti preziosi) • Strumentalità in pietra (intesa come risorsa

tecnologica diversificata, a basso costo).

Questo pacchetto conteneva tutte le variabili che non possono mancare in un sistema produttivo evoluto, caratterizzato da alternanza stagionale e organizzazione altamente strutturata del lavoro, affiancato alla straordinaria ricchezza mineraria dell'isola che supportava la qua lità dei prodotti di Cipro, rinomati già dalla me tà del II millennio a.C (come testimoniano le tavolette micenee in Lineare B, le lettere di Teli el Amarna o i poemi biblici e omerici). Fu l'inizio voluto o casuale di una fama che portò l'isola

a essere identificata con una div inità, poiché il

commercio dei prodotti di Cipro non si basava certo sulla qua ntità , dato il numero esiguo degli abitanti e degli artigiani, ma sulla qua lità . Una dote per eccellenza, che ne ll'a ntichità era considerata un'arte divina, cosi come ogni espressione tecnologica troppo «a rdita e a va nz a ta » per essere considerata frutto della mente umana. In proposito, è curioso notare che, tranne il vino, riferito al toro e a Dioniso, l'intera alta tecnologia

«me dite rra ne a » fu in seguito considerata

frutto di due divinità femminili: Atena per la tessitura, la

metallurgia, l'ulivo e l'olio, e Afrodite per i profumi, i cosmetici e il rame.

Dopo la metà del II millennio a.C, la maggior parte di

queste categorie di prodotti non hanno sostenuto il

confronto con la produzione dei Paesi d'oltremare, fatta eccezione per il settore dei profumi e dei cosmetici legati al mito di Afrodite che, lungi dallo scemare, invase i campi della bellezza e della religione. A questo proposito, si può ragionevolmente ipotizzare una mirata propaganda cipriota nel collegare i prodotti dell'isola al mito della bellezza per eccellenza. Sta di fatto che la fama di Cipro e Afrodite è ancora presente nel mercato mondiale, basti pensare alla «cipria », azyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Chypre, una delle sette famiglie olfattive di profumi, al verbo «ve ne ra re », da Venere, nome latino di Afrodite, sinonimo di rispetto e preghiera verso la div inità , nel senso più pieno del termine (vedi

anche, in questo numero alle pp. 110-111).

Considerando questi dati, sembra proprio che la Cipro

del II millennio a.C. sia riuscita nel primo tentativo della

storia di pubblicizzare i propri prodotti, creando intorno a loro un mito. Lo stesso tipo di informazione mediatica che è ancora oggi usato per pubblicizzare le nuove nuance di profumo e i prodotti di bellezza che vengono di solito presentati da indiscutibili icone femminili dello spettacolo. Tutte le antiche divinità mediterranee sono connesse in qualche modo con la storia del profumo, e tutte le religioni antiche hanno usato aromi e tinture particolari nei loro rituali. Ma la più famosa di queste divinità è certamente Afrodite, la dea per antonomasia della bellezza, che non poteva che nascere in un'isola dove, molti secoli prima che lei si affacciasse al mondo (considerando Esiodo il padre del suo mito), già si producevano prodotti destinati ad accrescere e favorire il fascino della donna e forse non solo il suo.

ARCHE O 35

SCOPERTE •zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA PYRGOS zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

l'intento di diversificare la produ­

zione per ridurre i rischi di perdite

e di accumulo dei prodotti. La posi­

zione dell'impianto a ridosso di due

ancoraggi in un'area ricca di mine­

rali e di piante aromatiche, gioca un

ruolo di primaria importanza sia per

l'approvvigionamento delle materie

prime che per la mobilità dei pro­

dotti e fu probabilmente la base

della spinta commerciale. La studio

del modello di insediamento e della

localizzazione dell'impianto può fa­

vorire la creazione di ipotesi funzio­

nali circa un'economia commercia­

le volta al mercato interno e d'oltre­

mare, che era riuscita a organizzare

una catena produttiva e distributiva

pienamente efficiente.

INDAGINE PARZIALE Scoperto nel 2012, il nuovo edifìcio

è adiacente l'area di culto dall'ori­

ginale pianta triangolare, separato

dal resto dell'area industriale da una

larga strada che attraversa diagonal­

mente l'insediamento, da est a ovest.

A causa delle forti piogge che han­

no caratterizzato l'autunno cipriota

del 2012, delle due stanze di cui si

compone è stata investigata solo

quella Sud. L'ambiente è rettango­

lare e presenta due ingressi distinti:

uno al centro, a sud, e uno sul lato

opposto nell'angolo di nord-ovest.

U n terzo passaggio, ancora da defi­

nire, aperto nel muro Nord, verso

l'estremità Est, collegava probabil­

mente la stanza al secondo ambien­

te, di cui solo una parte del muro

Est, in linea con quello della stanza

precedente, è stata portato alla luce.

La tecnica costruttiva dell'edificio è

quella caratteristica del Bronzo An­

tico e Medio, con muri di mattoni

crudi, poggianti su fondazioni in

pietrame dello spessore variabile dai

40 a agli 80 cm.

36 ARCHE O

La stanza ha una pianta diversa da

quella degli altri ambienti messi in

luce: è formata da due perimetri

pseudorettangolari, uno all'interno

dell'altro, con ingressi in asse. I con­

fronti disponibili suggeriscono che

si tratti di un vano a cortile interno,

con tettoia su tre lati che protegge­

va l'ambiente di lavoro, illuminato

dalla grande apertura centrale.

Esempi di costruzioni strutturate in

questo modo si hanno nelle case

sumeriche, spesso distribuite su due

livelli abitativi, collegati da una sca­

la interna. I l ritrovamento dei buchi

per i pali di sostegno della tettoia

punto di vista lavorativo, ma di dif­

ficile confronto con architetture

cipriote dell'età del Bronzo.

Soluzioni simili sono infatti comu­

ni nelle case tradizionali del Maroc­

co e del Vicino Oriente dei secoli

più recenti, anche se l'apertura sul

soffitto, giustificabile per gli usi più

diversi (tra cui l'accesso alla super­

ficie del tetto per la lavorazione e

l'essiccazione dei prodotti agricoli)

è nota in Anatolia fin dall'VI I I mil­

lennio a.C. (Catal Hòyùk). Si tratta­

va, comunque, di aperture molto

più piccole, mentre quella della

stanza-laboratorio di Pyrgos crea zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

L'architettura d i alcuni ambienti ha caratteristiche che li avvicinano a modelii attestati nei Vicino Oriente

conferma che il perimetro interno

era aperto e le strutture che lo de­

limitavano erano utilizzate come

banchine d'appoggio e divisori del­

le attività che vi si svolgevano. I l

lato Ovest interno ha un andamen­

to irregolare, in parte curvilineo,

che sembra riutilizzare un tracciato

più antico, inglobato dopo diversi

episodi di ristrutturazione, mentre il

lato Est della stanza è caratterizzato

da una banchina a semicerchio vi­

cino all'ingresso. Abbiamo quindi

una sorta di corte squadrata su tre

lati, all'interno di una stanza rettan­

golare, estremamente funzionale dal

proprio una piccola corte interna.

La pianta sembra studiata non solo

per dare piena luce allo spazio lavo­

rativo, ma anche per garantire una

certa riservatezza al luogo.Al centro

di questa piccola corte c'era una

grande giara, sistemata accanto alla

banchina centrale, costruita con

pietrisco e calcina utilizzando il

dislivello del terreno.

L'alloggiamento di due pali, posi­

zionati davanti all'ingresso e al cen­

tro della banchina a semicerchio,

indica la posizione della trabeazione

che sosteneva la tettoia su tutti e

quattro i lati interni della stanza. zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

5 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA: 4 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Nella pagina

accanto: un

momento dello

scavo, con la griglia

per consentire

il posizionamento

in pianta dei reperti.

A sinistra: oggetti

finiti in picrolite,

rinvenuti durante

lo scavo.

Si riconoscono

pendagli, «perle»

e palette

cosmetiche.

ARCHEO 37

SCOPERTE •zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA PYRGOS zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Nell'area coperta dalla tettoia lo

spazio lavorativo, scandito dai pali

che sostenevano la tettoia, era orga­

nizzato in modo diverso nel lato Est

e in quello Ovest.

Subito accanto alla porta, a ridosso

della banchina semicircolare, c'è

inoltre un angolo attrezzato con

una robusta lastra di basalto, perfet­

tamente piatta e liscia, fissata al suo­

lo con numerosi ciottoli di andesite

e quarzite legati da malta calcarea.

Accanto, una profonda fossa scavata

nella roccia, serviva da ripostiglio

per utensili e oggetti in lavorazione.

Nell'angolo di nord-est il crollo di

una struttura aggiuntiva suggerisce

la posizione di una scala di legno a

pioli e l'esistenza di un soppalco

interno, elemento spesso presente

nelle case cipriote fin dal periodo

neolitico. Proseguendo, nel settore

Est si notano sul pavimento altre

fosse: alcune intonacate, altre rif ini­

te con frammenti di bacili riutiliz­

zati, altre con piccole macine inca­

strate nel fondo.

VERSO L'ABBANDONO Sparso all'intorno, il ricco reperto­

rio di mortai, macine e centinaia di

utensili litici in pietra levigata e da

taglio, testimonia che il laboratorio

era in piena attività quando fu ab­

bandonato. D i notevo­

le interesse sono le cir­

ca 70 palette cosmeti­

che in quarzite e basalto

che, insieme ai numerosi

grumi di ocra di diverso

colore, costituiscono una

documentazione rarissima

sul sistema di produzione 1 dei cosmetici all'inizio del I I

millennio a.C. Nello stesso

ambiente decine di conchiglie e

27 oggetti di picrolite verde, rife­

ribili a tutti i diversi stadi di lavora­

zione dal materiale grezzo al moni­

le finito, testimoniano la plurifun-

zionalità del laboratorio interamen­

te dedicato alla bellezza.

I l repertorio ceramico indica una

continuità abitativa dalla fine del I I I

millennio a.C. all'inizio dell'età del

Bronzo Medio, un periodo che do­

vrebbe coincidere con l'abbandono

del laboratorio, poiché non sono

stati trovati frammenti ceramici del­

la cosiddettazyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA «metallìc ware», cioè

della Red Polished I V — classe dia­

gnostica del Bronzo Medio I I —, di

cui esiste un vasto repertorio prove­

niente dall'adiacente fabbrica dei

profumi, allestita probabilmente in

quel periodo.

Considerando il fatto che alcuni

elementi strumentali caratteristici

del laboratorio dei cosmetici sono

presenti anche nel repertorio rinve­

nuto nella fabbrica dei profumi, è

possibile che questo laboratorio

fosse adibito anche alla lavorazione

delle essenze e che sia stato abban­

donato per trasferire l'attività nella

stanza più grande, nell'età del B ron­

zo Medio I . Un'ipotesi che giustifi­

cherebbe la presenza di alcune pa­

lette nel laboratorio dei profumi

identificato nel 2003.

G li elementi datanti di cui si è te­

nuto conto sono quindi, oltre ai

frammenti ceramici: i pendagli e gli

oggetti in picrolite, gli utensili in

pietra levigata, scheggiata e osso, le

fusaiole, le scorie di rame e i fram­

menti di crogioli, di metallo e di

vetro. A questi si aggiungono i mi­

nerali e i materiali paleo-organici,

quali le ossa, i semi, i pollini, le con­

chiglie e le fibre tessili. zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

In alto: vasetti dell'età del Bronzo Antico III,

dalla fabbrica dei cosmetici.

In basso: una pisside della classe White Painted

IV, la cui presenza a Pyrgos prova l'esistenza

di scambi commerciali ad alto livello.

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38 ARCHE O