A. Camiz (ed.), Progettare Castel Madama. Lettura e progetto dei tessuti e del patrimonio...

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progettare castel madama lettura e progetto dei tessuti e del patrimonio archeologico a cura di Alessandro Camiz Presentazione di Giuseppe Strappa Testi di Alessandro Camiz Paolo Carlotti Carmen L. Guerrero Alessandro Franchetti-Pardo Nicola Saraceno Edizioni Kappa workshop internazionale di progettazione laboratorio di sintesi finale prof. G. Strappa A.A. 2007/2008 Quaderni del Corso di laurea in Scienze dell’Architettura e della Città Sac

Transcript of A. Camiz (ed.), Progettare Castel Madama. Lettura e progetto dei tessuti e del patrimonio...

progettare castel madamalettura e progetto dei tessuti e del patrimonio archeologico

a cura di Alessandro Camiz

Presentazione diGiuseppe Strappa

Testi diAlessandro CamizPaolo Carlotti Carmen L. GuerreroAlessandro Franchetti-PardoNicola Saraceno

Edizioni Kappa

workshop internazionale di progettazionelaboratorio di sintesi finale prof. G. Strappa A.A. 2007/2008

Quaderni del Corso di laurea in Scienze dell’Architettura e della Città Sac

Roma 2011

progettarecastel madamalettura e progetto dei tessuti e del patrimonio archeologico

a cura di Alessandro Camiz

Edizioni Kappa

workshop internazionale di progettazionelaboratorio di sintesi finale prof. G. Strappa A.A. 2007/2008

Quaderni del Corso di laurea in Scienze dell’Architettura e della Città Sac

SAC - Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura e della Città Via Antonio Gramsci 53 00197 ROMA, TEL .+39 6 49919133, FAX +39 6 49919240,http://w3.uniroma1.it/sac, email: [email protected] di lettura e progetto dell’architetura LPA - Dipartimento di Architettura eCostruzione Ar_Cos “Sapienza Università di Roma” http://w3.uniroma1.it/lpa

DirettoreGiuseppe Strappa

Comitato scientificoCorrado BozzoniDaniela EspositoMarcello FagioloBenedetto TodaroAlessandro Viscogliosi

Volume a cura di Alessandro Camiz

Sito del workshop http://www.paesaggioarcheologico.info

ISBN 978-88-6514-061-1

© Copyright Edizioni KappaVia Silvio Benco 200177 - Roma

Editing Anna Rita AmatoGrafica Giacinto Giuliani

Il Volume è stato stampato con il contributo del Comune di Castel Madama (Sede del Polodi Ricerca e Alta Formazione della Facoltà di Architettura “Valle Giulia”), del Co.Tra.L.Compagnia Trasporti Laziali S.p.A, della IX Comunità Montana del Lazio dei Monti Sabini,Tiburtini, Cornicolani, Prenestini Con il Patrocinio dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Romae ProvinciaCon il Patrocinio e il contributo della Azienda di Promozione Turistica della Provincia diRoma.

Immagine di copertinaMappa del corpo macchioso, bosco di altofusto, e pezzi pascolivi atti anche a seminarsi posto nel ter-ritorio di Castel Madama in vocabolo La selva, spettante a S.E. sig.r Marchese D.N. AlessandroPallavicini di Parma 1825, Archivio di Stato di Roma, Congregazione speciale di sanità, reg. 601.

Quaderni SACCorso di Laurea in Scienze dell’Architettura e della CittàQuaderno n. 1

Introduzione. Materia materiale costruzioneGiuseppe Strappa, Presidente SAC - Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura e della Città 5

Presentazioni

Franco Cervi, Amministratore delegato Co.Tra.L. S.p.A. 6

Giuseppe Salinetti, Sindaco di Castel Madama 7

Michele Civita, Assessore alle Politiche del Territorio e Tutela ambientale, Provincia di Roma 8

Luigino Testi, Presidente IX Comunità Montana del Lazio 9

Il parco archeologico degli acquedotti aniensiAlessandro Camiz, Coordinatore scientifico del workshop 10

Dai caratteri del territorio al progetto nel centro anticoPaolo Carlotti, Coordinatore del Seminario Territorio 13

Lettura e progetto dell’organismo urbano e del suo territorioAlessandro Franchetti Pardo, Coordinatore del Seminario Tessuto 20

Lettura archeologica e modificazione contemporaneaAlessandro Camiz, Coordinatore del Seminario Archeologia e Progetto 32

InfrastruttureNicola Saraceno, Coordinatore del Seminario Infrastrutture 40

Preservation of the archaeological landscapeCarmen L. Guerrero, Upper Level Studio, University of MiamiSchool of Architecture 44

Bibliografia 46

Crediti 47

Ringraziamenti 48

Indice

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Mappa del corpo macchioso, bosco di altofusto, e pezzi pascolivi atti anche a seminarsi posto nel ter-ritorio di Castel Madama in vocabolo La selva, spettante a S.E. sig.r Marchese D.N. AlessandroPallavicini di Parma 1825, Archivio di Stato di Roma, Congregazione speciale di sanità, reg. 601.

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Questa pubblicazione riguarda alcuneriflessioni progettuali sull'assetto urbano diCastel Madama emerse nel corso delLaboratorio di Sintesi finale da me direttonell'anno accademico 2007-8. Il tema pre-senta diversi aspetti, a cominciare da quel-lo didattico. Al quinto anno di corso lo studente ha quasicompiuto per intero il proprio corso di studi:possiede proprie convinzioni in una discipli-na che chiama essenzialmente a prenderedecisioni, e una propria identità progettuale,a volte anche marcata. Questo spiega lavarietà degli esiti che qui si presentano eche sono il risultato di una scelta nella dire-zione di rispettare le scelte dello studente,di seguirlo cercando di coltivarne caratteriindividuali e potenzialità. Il Laboratorio ha,tuttavia, anche proposto, come è suo com-pito, un metodo di lavoro. Questo metodo èbasato sull'interpretazione della realtàcostruita come trasformazione continua,processo che inizia con il riconoscimento el'individuazione della materia trasformatadalla coscienza dell'artefice in materialefino alla costruzione, e che si conclude, altermine della vita dell'edificio e dei tessuti,con la rovina. Si legano così, in un unicoproblema di interpretazione e progetto, idiversi aspetti che collaborano alla decisio-ne progettuale, dalle tracce dell'uso anticodel territorio, ai tessuti storici, alle espansio-ni recenti. Il tema riguarda la lettura del ter-ritorio e dell'organismo urbano di CastelMadama e la progettazione di alcuni inter-venti ritenuti significativi. Il criterio didatticoimpiegato è stato quello di considerare lescale fondamentali del costruito (territoriale,urbana, aggregativa, edilizia) come legateda uno stesso rapporto di potenziale orga-nicità. Un rapporto in parte spezzato dallacrisi contemporanea che l'intero territoriolaziale sta attraversando e che lo studentearchitetto è chiamato a sottoporre a critica,decidendo quali relazioni possono essereabbandonate, quali ricostruite, quali intro-dotte nel nuovo paesaggio, intendendo conquesto termine, in senso antipittoresco, laforma (l'aspetto visibile) della struttura terri-toriale.Anche nell'applicazione di questi criteri ilcorso ha lasciato le più ampie libertà discelta, limitandosi a proporre alcuni stru-

Introduzione. Materia Materiale CostruzioneGiuseppe Strappa, Presidente del corso di Laurea SACScienze dell’Architettura e della Città

menti di lettura ed a seguire lo studentenelle proprie valutazioni. Pur con le difficol-tà di un corso al primo anno di attivazione,gli studenti hanno condotto alcune delle let-ture in modo rigoroso e, a volte, innovativorispetto alla letteratura consolidata e pro-dotto progetti spesso coerenti. Il rapportocon l'amministrazione di Castel Madama, isopralluoghi effettuati, il workshop tenutosul luogo insieme agli studenti dellaUniversity of Miami (di cui si presentanoalcuni elaborati) nelle sale del CastelloOrsini, hanno contribuito a propiziare unatteggiamento passabilmente realistico deiprogetti, cosa non sempre agevole nellenostre facoltà universitarie. Ne sono prova ilcontributo concreto dato dal Laboratorioalla definizione dell'area vincolata a parcoarcheologico in corrispondenza del percor-so degli acquedotti (contributo inserito nellavariante del PRG approvata dal C.C.), edanche la presentazione dei progetti delLaboratorio nella sala del ConsiglioComunale di Castel Madama, che hadestato vivo interesse. Per questa fertilecollaborazione, che speriamo di continuarein futuro, vogliamo apertamente ringraziareil Sindaco del Comune e quanti hanno con-tribuito alla riuscita dei nostri sforzi didattici. I temi dei progetti hanno riguardato:

1. L'organismo territoriale e urbano diCastel Madama (lettura del tessuto e deisuoi nessi territoriali; riconoscimento dellagerarchia dei percorsi e delle polarità; pro-getto di trasformazioni congruenti in sostitu-zione dell'attuale espansione ai margini deltessuto storico);

2. L'espansione contemporanea del centrourbano e il problema dell'urban sprawl diffu-so in tutto il territorio comunale;

3. Il rapporto con le preesistenze archeolo-giche, molto importante soprattutto per lapresenza cospicua degli acquedotti antichie delle rovine nella valle dell'Empiglione.

4. Le infrastrutture territoriali nella valledell'Aniene e nel raccordo con l'autostrada,oggi insufficienti, che rischiano di essererealizzate in futuro senza alcuna attenzioneal carattere del paesaggio.

Franco CerviAmministratore delegato, Co.Tra.L. S.p.A.

Era la fine del 2007 quando ci venneproposto di sponsorizzare il workshopinternazionale “Progettare il paesaggioarcheologico” – Designing the archaeo-logical landscape, un piano di lavoroambizioso che avrebbe coinvolto laFacoltà di Architettura “Valle Giulia”,specialisti del settore e membridell’Upper Level Studio dell’Universitàdi Miami, fu impossibile non lasciarsicoinvolgere dall’entusiasmo e dallapassione mostrata dai promotori. Iltema correva parallelo alla politicaaziendale: promuovere e valorizzare ilpatrimonio culturale regionale attraver-so progetti sostenibili. Argomentoquanto mai attuale e patrocinato, nonsoltanto da organismi istituzionali qualiRegione e Provincia, ma anche daassociazioni di categoria più vicine aCo.Tra.L. come ASSTRA che, in parti-colare negli ultimi tempi, ha intensifica-to la battaglia verso una mobilità piùsostenibile. Ecco che la proposta persua natura, si allineava alla missione esoprattutto allo spirito aziendale e acome Co.Tra.L. S.p.A., interpreta lemolteplici funzioni del servizio di tra-sporto pubblico. Dunque Co.Tra.L.vedeva realizzarsi la sinergia intrapre-sa in passato, attraverso protocolli d’in-tesa con l’Assessorato alla Cultura,Sport e Spettacolo della RegioneLazio, con l’Agenzia regionale del turi-smo, e risolversi ora, ancora una volta,in una maggiore promozione del pro-dotto Lazio e nel totale rispetto dell’am-biente. Attraverso i propri veicoli, sem-pre più all’avanguardia e sempre menoinquinanti, la nostra Azienda, graziealla peculiarità che la distingue, quellacioè della capillarità dalla rete di tra-sporto, che le permette di servireanche i paesi più lontani del territorioregionale, ha contribuito, in modo signi-ficativo, alla valorizzazione del patrimo-nio culturale, architettonico, folcloristi-co, eno-gastronomico, paesaggistico e

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molto altro ancora. Per questo motivo,a nome di Co.Tra.L. S.p.A., ringrazioper averci scelto e dato l’occasione diessere presenti al Convegno, masoprattutto, di averci reso partecipi deiprogressi del workshop e della mostra.Un progetto che allo stato embrionalesembrava ambizioso, oggi trova la suaaffermazione mediante questa pubbli-cazione. Aver in piccola parte, contri-buito alla realizzazione dei progettidegli studenti delle Università di Romae di Miami ci inorgoglisce e ci spinge amigliorare il nostro compito, agevolan-do la fruizione dei luoghi d’eccellenzadel Lazio. Nel complimentarmi col Prof.Strappa, con la Prof.ssa Guerrero, conl’Arch. Camiz, con tutti gli studenti, l’au-gurio è senz’altro quello di veder realiz-zati altri importanti progetti che palesi-no al mondo intero le enormi ricchezzedel nostro territorio. Buon lavoro.

L’attenzione riservata a CastelMadama dai docenti e dagli studentidel Polo di Ricerca e Alta Formazionedella Facoltà di Architettura “ValleGiulia”, con il valore aggiunto della par-tecipazione e dell’attività di ricerca deidocenti e degli studenti dell’UpperLevel Studio della University of Miami -School of Architecture costituisce moti-vo di soddisfazione per il sindaco e lacomunità locale e attribuisce maggiorprestigio alle emergenze storico-artisti-che e paesaggistiche del territorio. Abbiamo avuto modo di apprezzaregrandemente i risultati delle ricerche edei progetti prodotti dal Workshop inter-nazionale di progettazione sostenibilein area archeologica svoltosi nel gen-naio 2008 a cura del Laboratorio di sin-tesi finale della Facoltà di architettura“Valle Giulia” tenuto dal prof. GiuseppeStrappa e dai suoi collaboratori. Per noi è stato un grande piacere forni-re il miglior supporto possibile a questaattività, offrendo spazi e servizi, tra cuila possibilità di consultare i documenticonservati presso l’Archivio storicocomunale.La soddisfazione maggiore è stataquella di vedere quanto i progetti ela-borati dagli studenti e più volte presen-tati ed esposti al pubblico abbianogenerato, in particolare qui a CastelMadama, interessanti e proficuediscussioni tra i cittadini, i tecnici, glioperatori della cultura e della politica. Essi hanno avuto la possibilità di con-frontarsi a un livello qualitativamentealto con visioni del territorio provenien-ti da soggetti esterni alla comunitàlocale, che ha una percezione ormaiconsolidata e abitudinaria dei luoghi.Un primo effetto positivo delle attività distudio svolte è stato quello di migliora-re la conoscenza e la consapevolezzastorica dei caratteri urbanistici, architet-tonici e storico-artistici del nucleo abita-to e delle emergenze archeologiche più

Giuseppe SalinettiSindaco di Castel Madama

notevoli, come gli acquedotti romani.Un secondo segnale di crescita è statolo svilupparsi di una dialettica tra l’ap-proccio conservativo degli abitanti e leproposte di intervento, talvolta sorpren-denti ed estremamente innovative, pre-sentate dai giovani autori dei progetti,più tesi a migliorare la funzionalità deiluoghi e delle strutture che a mantener-ne inalterati i caratteri attuali. In questa dialettica l’Amministratore èdirettamente coinvolto e sta a lui stimo-larla ulteriormente in modo da giungeread un prodotto di sintesi che possaconciliare le diverse istanze con la piùalta qualità possibile del vivere e dell’a-bitare una città ed un territorio.

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Valorizzare le risorse culturali e ambientaliè fondamentale per la tutela e lo sviluppodel territorio. Un impegno necessario e funzionale anchealla crescita turistica della provincia diRoma lungo tutti i suoi itinerari, inclusi quel-li finora meno conosciuti, ma che hannomoltissimo da offrire per il loro patrimonionaturalistico e storico-artistico, per la ric-chezza di tradizioni e di cultura enogastro-nomica.È proprio in questo ambito che si è mosso ilworkshop internazionale "Progettare il pae-saggio archeologico, Designing thearchaeological landscape", svoltosi nel2008 nel Castello Orsini di Castel Madama.Un progetto integrato, nato per portare uncontributo di idee e di cultura in questa areacosì ricca di risorse e potenzialità, che hapreso in esame anche il recupero delle areestoriche e del tessuto urbano. Una prospettiva che risponde pienamenteall'obiettivo di valorizzare il patrimonio cul-turale e ambientale locale, per costruire unosviluppo equilibrato, con effetti positivi sullacrescita turistica, economica e sociale delterritorio.Recuperare e rendere più fruibili al pubblicoi tanti tesori della nostra provincia significainfatti puntare su una crescita moderna esostenibile.Favorire modalità di fruizione delle destina-zioni turistiche che non siano improntatesoltanto a un consumo veloce e disattento,ma che assecondino l'esigenza di conosce-re in modo consapevole, piacevole e gratifi-cante le tante opportunità che la nostraterra sa offrire ai suoi visitatori, diventa unobiettivo importante per tutte le amministra-zioni.L’estendersi di una nuova forma di ospitali-tà, come “l'albergo diffuso”, che consiste inuna struttura ricettiva "sostenibile" formatada più edifici vicini che tra loro, invita al sog-giorno nei piccoli centri storici dellaProvincia e della città e contribuisce a valo-rizzare destinazioni legate alla natura, ailaghi, ai percorsi culturali e religiosi, agli iti-

Michele CivitaAssessore alle Politiche del Territorio e Tutela ambientaleProvincia di Roma

nerari storici e archeologici. Lo studio e la ricerca, accompagnati daquesti nuovi strumenti, saranno la garanziaper favorire l’accessibilità e la fruizione, maanche per riqualificare i nostri preziosi cen-tri storici, favorendo una crescita che coin-volga anche gli abitanti del territorio interes-sato.

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Le tematiche e gli argomenti discussi nelcorso del workshop hanno offerto l’occasio-ne per ribadire l’attualità e l’urgenza con laquale deve essere affrontata la pianificazio-ne del territorio, per la tutela e lo sviluppodelle aree interessate dalle emergenzearcheologiche. Il territorio della IX ComunitàMontana, che comprende l’area dellaSabina Romana e dei Monti Prenestini, èricchissimo di manufatti archeologici di par-ticolare pregio non solo storico, ma anchepaesaggistico, come nel caso degli acque-dotti Romani che hanno segnato storica-mente e visivamente la Valle Empolitana ele pendici del Monti Prenestini. A fronte diuna ricchezza di giacimenti archeologici edi beni storico-artistici, che ha attirato neinostri centri numerosi studiosi e turisti giànell’Ottocento non è seguita una politicaattiva di valorizzazione e di tutela che limettesse al riparo dai danni del tempo edall’azione spesso distruttiva degli interven-ti urbanistici. La IX Comunità Montana giànegli anni novanta ha intrapreso una politi-ca attiva di conservazione capace di ricolle-gare le popolazioni al loro territorio, nellaconvinzione che la tutela di un manufatto odi un monumento debba partire dal basso,prima di tutto attraverso la conoscenza delbene stesso da parte delle popolazionilocali cui far seguire operazioni di valorizza-zione di più ampio respiro. In questa pro-spettiva è stato realizzato il catalogo gene-rale di tutti gli edifici pubblici e privati di inte-resse storico-artistico e di quelli religiosiedificati tra il IV e la metà del XX secolo,pubblicato nel volume Patrimonio artistico emonumentale dei Monti Sabini, Tiburtini,Cornicolani, Prenestini. Nell’ambito dei beniarcheologici è stata realizzata un’interes-sante mostra itinerante, I monumenti del-l’acqua, cui ha fatto seguito la pubblicazio-ne del vasto materiale di documentazione edi studio, riguardante gli acquedotti romaniche la mostra aveva messo a disposizionedel pubblico. Il campo della conservazionee della tutela esige dagli Enti preposti inter-venti integrati che mettano da parte le per-

Luigino Testi Presidente IX Comunità Montana del Lazio, dei Monti Sabini, Tiburtini,Cornicolani, Prenestini

formance individuali, per favorire un appro-fondimento collettivo della conoscenza euna familiarità col tempo che appartiene aidiversi luoghi della nostra esistenza, in cuil'uomo si deve mettere da parte, a favore diun lavoro paziente, di ascolto della bellezzadi un paesaggio, di riappropriazione dellasapienza dei nostri antenati che hannosaputo integrare armoniosamente natura ecultura. Si mescolano allora il rispetto dellanatura, l'ascolto dei paesaggi stratificati,l'ingegno e l'abilità di ricercare soluzioni cherendano leggibili documenti e luoghi per iquali il tempo si manifesta attraverso formequanto mai diversificate - il clima, la vegeta-zione, il suolo, ecc - ma che, proprio perquesto, accompagnano e sollecitano ilnostro incontro con il luogo, con i documen-ti archeologici e con i beni storico-artistici.Nell'ambiente l'abbandono delle modalità dicura del paesaggio storicamente sedimen-tate ha determinato una progressiva incuriadel territorio, il cui degrado è andatoaumentando parallelamente all'incrementodello sfruttamento delle risorse ambientali(distruzione delle difese naturali dei suolisuperficiali, disboscamenti dei versanti, atti-vità di escavazione e estrazione di materia-li dai letti fluviali, eccesso di dissodamentodei suoli agrari, sfruttamento delle risorseidriche a fini energetici, urbanizzazioni con-nesse alla creazione di nuovi insediamentituristici, formazione di nuove infrastruttureviabilistiche) alla crescita esponenziale delpotere dell'uomo sulla natura. Attraversouna complessa e articolata pianificazioneterritoriale, per la quale si dovrebbe auspi-care il coinvolgimento degli Enti rappresen-tativi del territorio e in cui la scienza archeo-logica può essere proposta come strumen-to diagnostico di conoscenza sempre piùapprofondita, sarà possibile una tutela deiresti archeologici come testimonianza divicende del passato, ma anche comememoria da trasferire quanto più possibileintegra, alle future generazioni.

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valle dell’Aniene, individuato come pos-sibile ambito di un distretto culturale.Nell’ambito dei lavori della Agenda 21locale della Provincia di Roma avevamoproposto l’azione “workshop internazionaledi progettazione sostenibile in area archeo-logica” a seguire il progetto “Architettura inProvincia” avviato da E. Guidoni. Questaazione è stata svolta con la collaborazionetra la Facoltà di Architettura e l’upper levelstudio, University of Miami School ofArchitecture, Prof. C. L. Guerrero. Il con-vegno dal titolo “Progettare il Paesaggioarcheologico” sul tema degli acquedotti, icui atti sono in corso di stampa, si è svoltoil 27 gennaio 2008 a Castel Madama.Successivamente trenta studenti, proveni-enti dalle due facoltà, hanno lavorato suidiversi temi del territorio e del centro urbanoe in particolare sui quattro acquedotti anien-si (Anio Novus, Anio Vetus, Aqua Marcia,Aqua Claudia) che attraversano il territoriodi Castel Madama. Tra i risultati del work-shop è da evidenziare il vincolo di inedifi-cabilità assoluta lungo l’intero tracciato deiquattro acquedotti aniensi nel territoriocomunale, largo 71 m (pedes CCXL) se-condo il modello della antica iugeratio. Laproposta del vincolo di inedificabilità asso-luta in prossimità dei tracciati degli acque-dotti è stata presentata al Sindaco G.Salinetti e all’Assessore all’Urbanistica A.Paolacci ed è stata inserita dall’Arch. E.Cicerchia nella variante generale del PRG.Questo vincolo è un risultato di portata stra-

Questa ricerca si basa su di una con-cezione “non pittoresca” di paesaggio, doveper paesaggio non si intende quello chel’uomo percepisce, ma quello che l’uomolavorando trasforma, ovvero “quella formache l’uomo, nel corso ed ai fini delle sueattività produttive agricole, coscientementee sistematicamente imprime al paesaggionaturale”1. La Facoltà di Architettura “ValleGiulia” ha avviato nel 2005 uno studio sulterritorio di Castel Madama in seguito ad unprotocollo di intesa con il Comune per unPolo di Ricerca e di Alta Formazione consede nel Castello Orsini. Le ricerche diStoria della città2, condotte da E. Guidoni3 edalla Associazione Storia della Città, hannogettato qui le fondamenta per la costruzionedel centro di eccellenza del più grandeAteneo di Europa. Il Laboratorio di sintesifinale diretto da G. Strappa4 ha assegnatocome tema per l’anno accademico 2007-2008 l’intero territorio di Castel Madamacon il fine di coordinare la ricerca con ladidattica. La ricerca si proponeva di studi-are la forma del territorio, i tessuti urbani, learee produttive (in particolare quelle rurali)come sistemi di un unico organismo da arti-colare alle diverse scale. Lo studio proces-suale delle piante urbane e territoriali, medi-ante la collazione delle fonti catastalistoriche e attuali, era finalizzato alla ricercasistematica del processo formativo di cias-cun territorio, per individuare le trasfor-mazioni possibili, anche mediante la com-parazione con gli altri comuni della media

Il parco archeologico degli acquedotti aniensiAlessandro Camiz, Coordinatore scientfico del workshop

1. Le tre arcate dell’AnioNovus, località Osteriola,

Castel Madama (foto dell’autore)

2. Cippo iugerale dell’AquaMarcia, Castello Orsini,

Castel Madama(foto dell’autore)

3. Partizione iugerale inprossimità del tracciato

di un acquedotto romano, schema ricostruttivo (disegno dell’autore)

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ordinaria e costituisce la premessa per larealizzazione di un grande parco archeo-logico degli acquedotti che, collegando laalta valle dell’Aniene con Roma,assumerebbe una dimensione parago-nabile a quella della Grande Muragliacinese. L’individuazione del perimetro si èbasata sul tracciato indicato dalla cartaarcheologica5. Tale tracciato, come ab-biamo verificato con le ricerche, presentaalcune incertezze, specialmente nei trattisotterranei. In attesa di studi specifici erilievi approfonditi, abbiamo proposto unafascia di rispetto dell’ampiezza del latolungo di uno iugero (ca. 71 m), equivalentealla partizione agraria in prossimità degliacquedotti, in modo da costituire un parcolineare (corridoio ecologico) incentrato sultracciato antico degli acquedotti e sufficien-temente ampio per contenere eventuali dis-costamenti dei tracciati reali dalle indi-cazioni in letteratura. La disponibilità dialcuni terreni di proprietà della Universitàagraria di Castel Madama e il forte inte-resse degli archeologi per questo contesto,suggeriscono di sviluppare l’azione propos-ta con il proseguimento degli studi scientifi-ci sul tema degli acquedotti, con la riedi-zione del workshop internazionale e infinecon la realizzazione di un grande parcoarcheologico degli acquedotti nel territoriocomunale. Il tracciato degli acquedotti,forse la più impegnativa rete infrastrutturaledell’antichità, ha offerto l’opportunità perverificare quale sia il livello di permanenzadelle strutture proprietarie del suolo duranteil medioevo. Il percorso extraurbano degliacquedotti, segnato dalla posizione pro-gressiva di cippi iugerali ad intervalli rego-lari, costituiva con la sua fascia di rispettoun limite al diritto di edificare e coltivare.

Analogamente ai suoli attraversati dallestrade, ma con una rete di manutenzionemolto più impegnativa, questi terreni pubbli-ci, alla caduta dell’impero subirono alcunetrasformazioni che sono state analizzatesovrapponendo testimonianze epigrafiche emonumentali, fonti topografiche, fonti nota-rili quantitative e catasti descrittivi moderni,alla ricerca di eventuali corrispondenze ingrado di delineare l’evoluzione della par-tizione agricola del suolo in relazione ai reti-coli iugerali di epoca romana. Si tratta diun’esemplificazione di metodologie consoli-date - già applicate ai casi urbani - quiinvece sperimentate sul paesaggio agrario.Il caso di studio della media valledell’Aniene è caratterizzato da una alta per-manenza insediativa e fronte di cicli antrop-ici distinti e in molti casi verificabili con unacerta precisione. La medesima dinamicainsediativa potrebbe trovare alcune signi-ficative corrispondenze anche nelle par-tizioni proprietarie dei suoli urbani durantel’incastellamento (sec. X-XII). Alcuni deirisultati scientifici del workshop sono giàstati pubblicati6 e divulgati in convegni inter-nazionali7. I lavori degli studenti sono statidiscussi con la cittadinanza nella sala con-siliare del Comune di Castel Madama esono stati oggetto di due diverse mostre:“Materia, Materiale, Costruzione”, Facoltàdi Architettura “Valle Giulia”, Gennaio 2009,Roma, e ”Itinerari naturalistici e storico-artistici nel territorio di Castel Madama”, 24aprile - 7 maggio 2009, Castello Orsini,insieme alla mostra “I Giganti dell’acquaAcquedotti romani del Lazio nelle fotografiedi Thomas Ashby 1892-1925”8. Il progetto èstato presentato al Forum delle Grandi cittàstoriche del Mediterraneo e il loro paesag-gio, organizzato da Hispania Nostra sotto

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Note

1 E. SERENI, Storia del paesaggio agrario italiano, Bari 1961.2 A. CAMIZ, Palazzo Orsini a Castel Madama, “Dimore Storiche” (XXIV/1/2008) pp. 56-58.3 Cfr. E. GUIDONI, L’archivio, il polo muesale e il patrimonio storico di Castel Madama: un progetto inte-grato; E. DE MINICIS, L’archeologia, la città e il territorio: studi e musealizzazione; I. SERCHIA, Il museodella città e del territorio per Castel Madama: studio preliminare, Atti del Convegno di Studi “I museidella città e del territorio per lo studio e la tutela dei centri storici e del paesaggio”, 24-25 novembre2005, Castel Madama (RM), in corso di pubblicazione.4 G. STRAPPA, Gli acquedotti e Ashby. Uno sguardo sulle rovine, “Corriere della Sera”, (12 ottobre 2007).5 C. F. GIULIANI, Forma Italiae, regio I, volumen tertium,Tibur, pars altera, Roma 1966.6 A. CAMIZ, Progettare con i modelli e l’Agenda 21 locale nel paesaggio archeologico, “ArchitetturaCittà”, (4/2009) pp. 88-91; A. CAMIZ, II° incontro, Regione Lazio, Provincia di Roma, DirezioneRegionale per i Beni architettonici e paesaggistici del Lazio: introduzione, “AR” (84/2009) pp. 26-27.7 A. CAMIZ, Permanenza delle partizioni iugerali nella divisione medievale dei suoli. La media valledell’Aniene, IV Congresso AISU, La città e le Reti, Milano 19-21 febbraio 2009; A. CAMIZ, Iugeral modelsfor the park of the aquaeducti aniensi: a new archaeological restraint. Castel Madama (Rome) Italy,“Landscape and urban form”, ISUF Conference 2008 Artimino, 21-23 November 2008; A. CAMIZ,Tracciati agricoli medievali nel parco archeologico degli acquedotti aniensi a Castel Madama, “Romaregina aquarum ieri come oggi”, 2 febbraio 2009, Palazzo Altieri, Roma; A. CAMIZ, La sperimentazioneprogettuale e i Beni Culturali, “Il progetto di restauro e la ricerca storica. Workshop di restauro”, 16 apri-le 2008, Acquario Romano, Roma; A. CAMIZ, Progettare il paesaggio con le viti: una sperimentazione,V Convegno di Studi sui Centri Storici della Tuscia. Realtà urbane e paesaggio agricolo, 18 ottobre2008, Museo della città e del territorio, Vetralla (VT).8 I giganti dell’acqua: acquedotti romani del Lazio nelle fotografie di Thomas Ashby (1892-1925), a curadi S. LE PERA e R. TURCHETTI, Roma 2007. 9 European Landscape Convention, European Treaty Series, No. 176, Florence 20/X/2000.10 Sapienza ricerca. Chi ricerca trova, Repertorio delle ricerche di eccellenza, Roma 2010, p. 77.

gli auspici della Agenzia per la cooper-azione internazionale del Ministero degliAffari Esteri del Governo spagnolo a Toledoil 27 -28 giugno 2008, per mettere a con-fronto le diverse soluzioni che diverse cittàcome: Roma (area metropolitana) Toledo,

Gerusalemme, Istambul, Atene e Tunisistanno adottando per le politiche relative aiBeni Culturali secondo le indicazioni dellaConvenzione europea del Paesaggio9. Laricerca è stata recentemente presentataalla iniziativa Sapienza Ricerca 201010.

Il perimetro per un vincolo archeologico di inedificabilità assoluta proposto dal Laboratorio di Letturae Progetto dell’Architettura ed inserito dal Comune di Castel Madama nella Variante generale delP.R.G.

Dai caratteri del territorio al progetto nel centro anticoPaolo Carlotti, Coordinatore del Seminario Territorio

Il seminario da me diretto all'interno delLaboratorio di sintesi finale del prof.Giuseppe Strappa A.A. 2007/08, è statoarticolato alternando alcune lezioni teoriche(in occasione delle quali sono stati esposti ilcriterio e l'approccio disciplinare) con laproposizione di esempi che hanno espostolo stato dell'arte e infine con verifiche stori-che e preprogettuali che hanno offerto l'oc-casione preziosa per mettere in praticaquanto appreso in modo teorico, tanto sul-l'abitato antico, quanto sull'intera areacomunale. Ho portato gli studenti lungo unpercorso critico di lettura del paesaggio edell'abitato durante il quale hanno progres-sivamente acquisito gli strumenti necessariper l'organizzazione e la rappresentazionedel progetto. L'itinerario didattico prevedevauna serie di riflessioni, che gradualmentefornivano gli strumenti interpretativi prope-deutici all'esame critico delle forme e dellestrutture degli organismi architettonici reali,soprattutto in relazione alla struttura urba-na. Si sono indicate le relazioni estetico-for-mali e compositivo-strutturali dell'organis-mo architettonico locale e individuati i carat-teri tendenziali del tipo edilizio in quantocontributi al progetto architettonico contem-poraneo. I progetti, di cui si allegano alcuniestratti, sono sintetici delle attività svolte daciascun gruppo; personalizzati attraverso lalettura individuale e la soggettiva compren-sione della lezione che storia e culturamateriale hanno reso riconoscibile nellepietre della città e nel disegno ordinativo delterritorio.

Il territorio come testo

C'è un contenuto, un messaggio o un'indi-cazione dell'oggetto materiale, del luogofisico e dell'organismo architettonico che vaoltre le intenzioni e gli argomenti intesi esuggeriti da ogni artefice. Un testo, un libro

o un manufatto edilizio e allo stesso modoun luogo costruito trasmettono suggestionie presentano suscettività che variano inrelazione alle capacità interpretative e pro-gettuali di chi legge, osserva o vive unarealtà. Parimenti nel paesaggio, come neldocumento antico, si possono acquisireinformazioni e impressioni che l'autore o gliesecutori non intendevano prospettare; unterritorio può suggerire, esprimere caratterio valenze nelle testimonianze storicheancora significanti dello spazio antropizza-to. Nel lento processo di formazione e uma-nizzazione dell’ambiente originario si deri-vano infatti soluzioni tecniche che rendonocol tempo il contesto naturale progressiva-mente meno ostile alla presenza dell'uomo.Tali segni artificiali e strutture rappresenta-no la memoria materiale dello sforzo intrap-reso dall'uomo, in quanto soggetto plurale,nell'adattare il luogo originario alle sue sem-pre nuove esigenze. Dunque il territorio èun ente "organico" (perché espressionemutevole di tanti) in continua evoluzione, dicui occorre conoscere le regole che sonostate alla radice dei cambiamenti e che dal-l'originario status lo hanno condotto finoall'ultima sistemazione. Parimenti la città èun organismo1 in divenire, e non può chemostrare il suo "essere divenuto", i suoicaratteri strutturali, passati attraversomomenti di formazione-trasformazione insuccessione, riconoscibili mediante la rico-struzione logica e analogica del succedersidelle "fasi", relativamente finite e rappre-sentabili graficamente ridisegnando la rap-presentazione geografica depurata di voltain volta dalle ultime opere realizzate. Il divenire e il trasformarsi di un territorio,come quello di Castel Madama, rimane untema importante e allo stesso tempo scon-certante per il fatto che tante volte preferia-mo esprimere nel progetto anziché unafase in sintonia con il suo divenire l'espres-

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sione statica delle tensioni maggioritarie delmomento; il protagonismo di un luogoantropizzato come scena conclusa, piuttos-to che la modesta rappresentazione nonfinita del processo. L'analisi dello stato del-l'arte della disciplina del progetto urbano earchitettonico denuncia la predisposizionegenerale e dominante a considerare l'orga-nizzazione delle forme e delle strutture,come un prodotto per il presente, ma indicaanche una minoritaria avanguardia interdi-sciplinare che, al contrario, intende per pro-getto l'espressione significativa contempo-ranea mediata dagli artefici e la cui bozzapuò derivare dalle indagini sul processoattuato nel tempo e in sinergia con ogni sin-golo attore. Emerge la sottile convergenzadelle antitetiche posizioni sul ruolo che pas-sato e futuro giocano nel progetto, partico-larmente attraverso quelle addizioni e quel-le sottrazioni di elementi architettonici signi-ficativi e capaci di esaltare le qualità o, alcontrario, di deprimere il carattere di unluogo. Il problema della previsione dell'as-setto strutturale per la progettazione del ter-ritorio è allora oggi più importante che mai.Gli anni recenti ci hanno messo di fronte aduna profonda crisi disciplinare derivata dal-l'incertezza del fare che ha preferito impri-mere, cavalcando la vulgata, forme edesign più pertinenti alla sfera delle arti visi-ve piuttosto che a quella della costruzione,di progetti esito di riflessioni e di studi stori-ci sul paesaggio umanizzato, probabilmen-te più adeguati per esprimere scelte com-

patibili con l'ambiente e con l'uomo.L'atteggiamento d'avanguardia va comun-que diffondendosi attraverso la ricostruzio-ne di quadri antropici e geografico ambien-tali, disegnati per suggerire piani di vastascala strategici da attuare con microazionitattiche dalle ricadute locali, talvolta stimo-lando l'innovazione nel territorio ancheattraverso azioni logistiche immateriali (chelavorano sull'immagine collettiva del territo-rio) articolate sul lungo e medio periodo.

Spazio naturale strutturabile sul crinale Vs.luogo artificiale consumato di fondovalle

La forma di un luogo varia continuamente epresenta delle differenze di quota che inrelazione ad altri fattori rispondono diversa-mente o inversamente alle istanze econo-miche, sociali o culturali della comunitàresidente. Esistono alcune componentimateriali: le caratteristiche dei suoli, le com-ponenti climatiche e le suscettività morfolo-giche che influenzano il paesaggio storico.Queste particolari situazioni geograficherappresentano delle discontinuità sul pianomateriale. Se selezioniamo gli elementi e lestrutture che compongono il territorio pos-siamo riconoscere una serie completa distrutture antropiche finite che si ripetono eche si avvicendano una volta sulla linea delcrinale e un'altra al contrario evidentemen-te organizzata sul fondovalle. Ogni azioneumana altera l'ecosistema ambientale (e lasocietà contemporanea ha effettivamente i

Seminario Territorio, lettura del territorio come organismo regolamentato da connessioni tra i sistemiviari, insediativi, produttivi, urbani.

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mezzi per incidere molto e gravemente suquesto insieme) per una nuova "naturalità"oggetto di una ulteriore trasformazione. Sevalutiamo il territorio antropizzato, o comedicono i geografi "umanizzato", quale sinte-si della dialettica tra ambiente naturale ecomportamento collettivo -sarà pureespressione molto arcaica- in connessionediretta con la morfologia originaria dell'am-biente fisico, diventa allora strategico l'usodel crinale2. Si tratta della sede privilegiata(in diretto rapporto al suo variare di quota)di spostamento, di contatti, di scambi,ognuno dei quali successivamente verrà adessere ricollocato in posizione spontanea-mente favorevole quando nuove e risolutivestrutture artificiali saranno capaci di propor-re un nuova "naturalità" del luogo. Sarà per-ciò da considerare espressione "moderna"l'uso, quale luogo produttivo, del compluvio,

Seminario Territorio, studio del processo di antropizzazione del luogo. Relazione tra morfologia eresistenza plastica del rilievo all'utilizzo da parte dell'uomo.Fase di prima strutturazione: progressione dell'antropizzazione dal crinale al fondovalle.

del fondovalle che opportunamente mitiga-to è reso adatto allo sfruttamento intensivoda parte di una collettività umana dalla ele-vata capacità tecnica. Questo andamentodall'alto verso il basso con infinite fasi inter-medie e frequenti destrutturazioni porta adallargare sempre di più l'area di pertinenza(area culturale) di un gruppo culturale domi-nante, che è spinto oltretutto a riorganizza-re percorsi e insediamenti ad ogni conclu-sione di ciclo. E' evidente quanto questoprogressivo spostamento verso estensionisempre più ampie, uniformi e in pianurarappresenti una inclinazione costante econtinua, congruente alla società contem-poranea, che tende in ultimo a renderecomplementari anche aree culturali tradi-zionalmente contrapposte, come d esem-pio le regioni transfrontaliere mitteleuro-pee o la pan-regione euromediterranea.

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Note:1 Il termine organismo ben rappresenta quella condizione della città e del territorio che crescono cam-biando forma e proporzioni, talvolta aggiungendo elementi o sistemi componenti che via via li comple-tano; così come accade, se l'osserviamo sul lungo periodo, nell'organismo vivente.2 Chiaramente non qualunque crinale, ma quello che risponde maggiormente alle necessità, alle capa-cità e alle suscettività dell'area.

Seminario Territorio, studio del processo di antropizzazione del luogo. Relazione tra morfologia eresistenza plastica del rilievo all'utilizzo da parte dell'uomo. Fase di consolidamento della strutturazio-ne: densificazione dell'antropizzazione dal fondovalle al crinale.

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Seminario Territorio, studio del processo di antropizzazione del luogo. Confronto tra morfologia edocumentazione storica (serie diacronica delle carte IGM, dal 1895 alla data odierna).

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A lato: Seminario Tessuto, intervento nella valle dell'Empiglione, analisi archeologico-territoriale; plani-metria di progetto; schema di formazione del tessuto di progetto; planivolumetrico di progetto; Sopra: pianta piano terra, prospetto delle case in linea, prospetto dei dormitori degli studenti, pianta delpiano terra dei dormitori degli studenti, piano primo dei dormitori degli studenti.

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duttivo a cui la città è storicamente connes-sa. Anche l'agricoltura, infatti, risentepesantemente di un uso pendolare del ter-ritorio. La progressiva parcellizzazione deilotti agricoli, esprime infatti una produzionenon più legata ad attività produttive destina-te al commercio, bensì ad un consumo pre-valentemente familiare dei prodotti. A que-sto fenomeno si accompagna quello paral-lelo della incontrollata proliferazione delleseconde case che producono il fenomenodello "urban sprawl" con conseguenzedevastanti per il consumo del territorio sia insenso economico che ambientale. Nellacittà tale dinamica ha per così dire reso"periferia" ciò che era centro e svuotato disignificato quelle relazioni che, stratifican-dosi, avevano nel tempo formato il tessutourbano che viene per così dire "enucleato"dalla città contemporanea, se non progres-sivamente abbandonato. Castel Madamanon rappresenta, in altri termini, il caso diun nucleo urbano abbandonato ma, al con-trario, di una città che cresce abbandonan-do il suo centro, rinnegando a se stessoquella dignità di organismo urbano secondola quale si è formato e cresciuto per secoli. Lo studio condotto ha inteso invece propor-re una lettura di Castel Madama e del suoterritorio alla luce della nozione di organis-mo inteso come esito di un processo forma-tivo. Nel corso di tale processo si riconosco-no così quelle trasformazioni che risultanoad esso coerenti, e quindi vitali per il suosviluppo, e quelle che viceversa si rivelanoincoerenti, rispetto al processo che ne hacontrassegnato lo sviluppo urbano. Dallalettura sono state quindi individuate le lineeguida delle proposte progettuali che tendo-no a restituire a Castel Madama e al suoterritorio un assetto organico. A questo pro-posito è stato messo appunto un "masterplan" ovvero un piano generale organico ingrado di accogliere, alle varie scale, le indi-

Lettura e progetto dell'organismo urbano e del suo territorioAlessandro Franchetti Pardo, Coordinatore del Seminario Tessuto

Castel Madama, al pari di molti altri centriminori del Lazio, rappresenta un casoemblematico del processo che, dopo l'ab-bandono degli anni ‘50 e ‘60 del '900, havisto una rinnovata fase di espansionelegata a nuove dinamiche, essenzialmentedi tipo pendolare, che si sono create nelrapporto con le limitrofe città maggiori e conRoma in particolare. Ciò ha comportato unacrescita che non è avvenuta in prosecuzio-ne ai processi formativi dell'organismourbano preesistente, bensì in un certosenso al contrario, ovvero configurandosicome un aggregarsi del costruito a ridossodel centro storico "dall'esterno", con principie caratteri derivanti dall'esperienza dellezone periferiche dei grandi centri urbani eperciò estranei e disorganici rispetto alleleggi di crescita del nucleo antico. Più chedi espansione, in questo senso, sarebbepiù opportuno parlare di addensamento o diproliferazione delle aree marginali ed ester-ne del nucleo antico. Conseguenza di taledinamica è che il centro storico nel temponon si è dotato delle strutture specializzatenecessarie al funzionamento della vita dellacittadinanza, cosicché appare oggi abitatoprevalentemente da pendolari e perciòsostanzialmente disabitato durante l'interagiornata per venire poi ripopolato solo lasera. Questo distacco tra luogo di abitazio-ne e luogo di lavoro spinge i residenti adusufruire altrove di quei servizi e luoghiricreativi che qualificano normalmente icentri urbani, i quali rimangono così esterniall'antico centro abitato. La riduzione delcentro storico, inteso come organismo cheesprime l'abitare come funzione comples-sa, fatta di relazioni tra casa e luogo di lavo-ro, di studio, di cura e di rapporti sociali, asemplice luogo per le ore di riposo, ne hacomportato un profondo snaturamento. Nonsolo: tale distacco provoca un progressivoabbandono anche dell'intero territorio pro-

Particolare della planimetria catastale di Castel Madama, Archivio di Stato di Roma, Catasto rusticodella provincia di Roma, versamento U.T.E., Mappe, Castel Madama, I, Comarca 226, V (1858); Fotoaerea.

cazioni progettuali fornite dalla lettura pro-cessuale. Esso, sulla base della lettura delterritorio e dei percorsi che nel tempo lohanno strutturato, si è sviluppato su quattroscale d'intervento: quella del centro storico,quella dell'espansione otto-novecentesca,quella della recente espansione del secon-do dopoguerra e quella del territorio agrico-lo e produttivo.

Centro storico

La lettura delle strutture edilizie del nucleoantico, formatosi a partire dal X sec. attornoal castello, indica una prima fase in cui leabitazioni si collocano lungo il percorsomatrice posto sul crinale che collegava que-sto castello con la via Empolitana. La pree-sistenza di tale percorso al nucleo abitato siriscontra peraltro in alcuni documenti cheattestano l'esistenza di un precedente romi-torio nei pressi dell'attuale castello. La suc-cessiva espansione al di fuori della primacinta muraria, avvenne in fasi diverse, stori-camente individuate dai riscontri documen-tari, con un percorso attorno al castello det-tato dalla posizione acrocorica di quest'ulti-mo. L'impulso decisivo alla formazione di

ciò che costituisce oggi il nucleo maggioredel centro antico, risale all'espansione volu-ta da Margherita d'Austria dopo che, nel1538, era entrata in possesso del feudo diCastel Madama. La lettura di questa partedella città, attorno alle antiche mura, hacondotto al riconoscimento di un impiantoformato essenzialmente da case a corte,individuate sia mediante la lettura dellestrutture edilizie murarie sia attraverso ilriscontro delle planimetrie catastali. Taleespansione, che risulta in gran parte fruttodi una pianificazione, vede i lotti di case acorte attestarsi radialmente lungo un per-corso che segue l'orografia del terreno, aformare una nuova cinta fortificata costituitadai recinti stessi delle corti. Tale struttura hacostituito per secoli la legge di crescita deltessuto e ne ha guidato la sua trasformazio-ne. Ancora oggi si riconosce il processo diconsumo delle corti che, progressivamenteintasate, hanno dato luogo alla formazionedi case a pseudo-schiera, basate spessosulla dimensione monocellulare. Il successi-vo processo di rifusione delle unità ha con-dotto poi sia alla formazione di case in lineache di piccoli palazzetti signorili. Si ricono-sce quindi che il processo formativo di

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Castel Madama è da secoli proceduto peraccrescimento di cinte urbane successiveformate dai confini dei lotti delle case, invirtù della nozione di recinto sulla qualesono basate le case a corte. Si tratta quindidi un organismo fortemente unitario nelquale il percorso urbano (dettato dall'oro-grafia), la distribuzione dei lotti, il tipo edili-zio e la forma del recinto urbano coincido-no. L'analisi del tessuto così condotta haevidenziato diversi lotti lungo il margineesterno che per crolli, abbandoni o demoli-zioni recenti, presentano oggi delle anoma-lie evidenziate dall'inserimento di tipi edilizie tecnologie improprie. Il metodo seguitoper il progetto è stato quello del "riammag-liamento urbano" inteso come strumentoper ricucire il tessuto secondo i caratteri chegli sono propri. Sono stati così proposti

alcuni progetti che, partendo dall'impiantodi case a corte, ne ripercorrono lo svilupposecondo diverse fasi e modalità di trasfor-mazione fino alla formazione di tipi derivatio speciali, intesi come esito di tali trasfor-mazioni. Conservazione e progetto delnuovo, in questo caso non costituisconodue termini antitetici, ma al contrarioappaiono complementari e legati insiemedal metodo della lettura processuale. Ilnucleo antico comprende anche l'espansio-ne avvenuta nella prima metà del '700 conla realizzazione della nuova piazza del"borgo nuovo" che doveva costituire ilnuovo limite urbano. Esso è costituito, inaccordo con quella che abbiamo riconos-ciuto come legge di crescita del tessuto, daun recinto composto da case costituite,questa volta, da edifici in linea, intenzional-

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percorso matrice

prime cellule abitative

addensamento

dislivelli

Seminario Territorio, letturadelle fasi formative del cen-tro storico.

1. Ricostruzione congetturale della formazione del castello e del romitorio, prime cellule edilizie deltessuto del centro storico che si attestano sul percorso matrice.2. Formazione delle successive cellule abitative sull’area che si affaccia sulla valle dell’Aniene. 3. Nascita di un secondo percorso matrice a ridosso della prima cinta muraria e conseguente attesta-mento su di esso di nuove cellule abitative4, 5. Successivi sviluppi del tessuto e dei percorsi.

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mente e razionalmente progettate. Tuttavia,questo nuovo limite della città, espressionedi una cultura ormai settecentesca, per dipiù frutto di un progetto prodotto in una areaculturale assai diversa (il feudo di CastelMadama era passato in proprietà deiPallavicino di Parma) presenta dei gradi diastrazione dal luogo che hanno di fattominato il suo rapporto con il centro antico.La forma di questo recinto, infatti, non è piùdettata dall'orografia del terreno e quindi dalpercorso dal quale si accede alle case,quanto piuttosto dai principi razionali (ed inparte astratti) tipici della incipiente culturailluminista. Il risultato è un lungo edificio cheaccoglie al suo interno la nuova porta citta-dina, fiancheggiato da due ali laterali a deli-mitare una nuova piazza. Questa (attualepiazza Garibaldi) che nelle intenzioni dei

progettisti doveva costituire il nuovo fulcrourbano, è tuttavia costituita da un piano conuna pendenza talmente accentuata da nonconsentire, nella pratica, alcun reale puntodi sosta e da risultare pertanto estrema-mente disagevole. Per di più l'edificio, cheovviamente si distribuisce in piano, presen-ta gli accessi alle abitazioni su di uno stret-to passaggio giocoforza incassato rispettoal piano inclinato della piazza. Tutto ciò ha reso questa parte della città difatto impraticabile per le normali attività tipi-che di una piazza urbana. Piazza Garibaldicostituisce a tutt'oggi un problema irrisolto,uno iato tra l'esterno e l'interno del nucleoantico. Per restituirle il ruolo che le compe-te e per realizzare l'assetto che consenta ilfunzionamento per il quale è stata inizial-mente immaginata, la proposta progettuale

partizione fondia-ria ipotizzata

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A. Seminario Territorio, ricostruzione parzialedelle planimetrie catastali del centro urbanoB. Seminario Territorio, schemi dei tipi edilizi

A B

prevede di riportare l'intera piazza in pianoal fine di realizzare anche un corretto rap-porto fruitivo con l'edificio che la delimita.Ciò a comportato la progettazione, al margi-ne del centro antico, di alcuni edifici che,ricostruendo una quinta parzialmente pree-sistente, ne continuino la cerchia muraria eaccolgano al loro interno i collegamenti dirisalita. Complementare alla ridefinizione dipiazza Garibaldi, è anche il riassetto dell'a-rea alla quota superiore, piazza dell'Olmo,che ritrova così la sua identità di accessoal centro antico, immaginato completamen-te pedonale.

Espansione otto-novecentesca

Al di fuori della nuova porta, all'inizio delpercorso di crinale verso Tivoli, lungo ilquale si è sviluppata la successiva espan-sione otto-novecentesca, si è formato,come di consueto, uno spazio urbano aper-to. Anche questa volta il carattere della cre-scita urbana obbedisce spontaneamentealla legge secondo la quale, seguendo l'o-rografia, le case si dispongono su di un per-corso anulare a determinare una nuovacinta urbana. In questo caso il tessuto si èdisposto lungo un percorso che circondauna piccola collinetta, denominata Collicelli,la cui sommità è occupata da una cappella

votiva, polo di una processione tradizionale,rimasta perciò inedificata e interamenteoccupata da alberature (oggi un giardinopubblico).Lo spazio aperto tra la porta settecentescae la salita ai Collicelli è divenuta di fatto ilnuovo centro urbano. Questo, però, non hamai acquistato la valenza di piazza, diven-tando di fatto solo luogo di svincolo purdovendo assolvere a tutte quelle funzioniche non hanno potuto trovar luogo nellaadiacente piazza Garibaldi. In particolare lasede del Comune si trova oggi inserita inmaniera incongrua nel tessuto seriale dicase in linea che circonda i Collicelli, lungoun percorso di modeste dimensioni fian-cheggiato su di un lato dalla scarpata dellacollina. Si tratta perciò di una collocazionefortemente antinodale nel quale è inseritauna funzione che per sua natura dovrebbeinvece rappresentare la maggiore nodalitàurbana. Questa complessa serie di proble-matiche evidenziate dalla lettura, ha con-dotto ad un progetto complesso che parten-do dal tessuto, ne sviluppa le sue leggi dicrescita fino a definire un edificio formatodall'annodamento del tessuto stesso. Una serie di vani, in continuità con quellipreesistenti, sono distribuiti da percorsiche, "ribaltati" all'interno dell'edificio, si uni-scono tra loro a formare il "nodo" principale

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p. 25. Seminario Territorio, lettura del processo di formazione dell'intervento edilizio 1. Con il raddop-pio orizzontale della cellula elementare si ha una prima specializzazione d'uso dei vani. 2.Determinante nella formazione della casa a corte unifamiliare è la forma di occupazione del lotto stret-tamente legata all'orientamento del percorso viario (nord-sud) e al tipo di edificazione (serie chiusa). Inriferimento a questi fattori, inizialmente il costruito occuperà il lato parallelo alla direzione d'ingresso inadiacenza al recinto perimetrale del lotto. 3. Insulizzazione: completa plurifamilizzazione del costruitocon utilizzazione monofamiliare delle cellule componenti e conseguente formazione di pseudoschieremonocellulari. 4. Rifusione delle pseudoschiere monocellulari in schiere pluricellulari su più livelli. 5.Progetto del Margine urbano: pianta piano interrato, prospettive, sezioni.

dell'edificio: la sala consiliare, nodo istitu-zionale dell'intero Comune. Questo proget-to, ripercorrendo le tappe del processo tipi-co formativo della città, si ricollega così allanozione di palazzo, inteso quale organismoedilizio derivato processualmente dal tes-suto urbano e specializzato per ospitare lasede di un'identità collettiva: quella appuntodel "Palazzo Comunale" di Castel Madama.

Espansione recente

Se fino agli inizi del '900 l'espansione diCastel Madama, anche attraverso alcuneincoerenze evidenziate dalla lettura, è pro-ceduta con una medesima legge caratteriz-zata da successivi recinti costituiti dallecase, il secondo dopoguerra, ha visto, vice-versa, un'aggregazione del costruito a

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Seminario Territorio, completamento del tessuto e definizione del margine, prospettive, pianta pianoprimo.

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Seminario Territorio, progetto di completamento del tessuto di definizione del margine, prospettive.

ridosso nella città consolidata i cui caratteri,come già detto, tendono a riproporre i modipropri di una generica periferia metropolita-na slegata dalla nozione di tessuto. L'esitoè stato il proliferare di edifici che poco onulla hanno a che fare con la precedentecrescita urbana. In particolare il distacco trapercorso ed edificio, tipico della palazzina,ha provocato la frammentazione del tessu-to che nega radicalmente la legge formativadella città. Lo stesso skyline, oggi, per chiarriva dalla valle dell'Aniene o dal nodoautostradale, non permette di leggere inalcun modo il rapporto tra centro urbano e

territorio assai chiaro, invece, fino agli inizidel secolo scorso. La proposta progettualeha teso a recuperare tale rapporto a partiredalla lettura e valorizzazione dei percorsiprincipali che si dipartono dal centro storicoe che naturalmente si adattano all'orografiadel terreno. Ciò ha condotto ad un progettoche, non potendo ovviamente sanare idanni prodotti dall'edilizia recente, costitui-sce un'indicazione forte per la futura espan-sione. Il progetto consiste in un nuovo mar-gine murario, costituito da un tessuto dicase in linea, dal carattere architettonicofortemente massivo il quale, collocato su di

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Seminario Tessuto, piazza Dante, sezione-prospetto, planivolumetrico, planimetria, prospettiva.

un percorso di collegamento tra due percor-si principali, contiene e conclude provviso-riamente l'espansione seguendo l'anda-mento dell'orografia: una sorta di nuovorecinto urbano che realizzi l'espansione inaccordo con i caratteri di quelli precedenti,immediatamente percepibile per chi arrivadall'autostrada.

Riassetto del territorio

La lettura del territorio e dei percorsi che nelcorso dei secoli lo hanno strutturato, indicaCastel Madama come un centro di basso

promontorio, appartenente alla secondafase del ciclo di consolidamento, formatosiin seguito all'abbandono del precedenteinsediamento romano di Castrum Apollonii.La prima fase di tale ciclo, avvenuta in etàromana, aveva visto la strutturazione delledue valli che lo delimitano, quelledell'Aniene e dell'Empiglione, con la forma-zione dei percorsi di fondovalle rappresen-tati rispettivamente dalla via TiburtinaValeria e dalla via Empolitana. Il centro siforma dunque, a partire dal X sec., nelluogo di un antico insediamento collocatosul promontorio al termine di un percorso di

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Seminario Archeologia e Progetto, progetto di riqualificazione di Piazza Garibaldi e piazza Mazzini,prospetto, sezione e pianta delle coperture.

crinale secondario collegato indirettamenteal più antico sistema di percorrenze costitui-to dai crinali equo, latino ed hernico.All'epoca romana appartiene anche la rea-lizzazione di importanti opere infrastruttura-li costituite dal sistema degli acquedotti pro-venienti dall'alta valle dell'Aniene, i cui restiarcheologici oggi punteggiano l'intera area.Malgrado queste complesse connessioni alivello territoriale, il promontorio su cuisorge Castel Madama risulta relativamente

isolato, mentre maggiore sviluppo hannoavuto le zone vallive. La valle dell'Aniene,racchiusa tra declivi in forte pendenza, ècaratterizzata dalla presenza delle principa-li vie di comunicazioni stradali e ferroviariaa livello regionale, che in vario modo si sno-dano al fianco dei resti degli antichi acque-dotti. La sua conformazione orografica nonne ha permesso però, nel tempo, un fortesviluppo agricolo e presenta quindi unascarsa edificazione, fatto questo che la

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rende di grande interesse naturalistico-ambientale. Al contrario la valle dell'Empiglione, soprattutto verso Tivoli, havisto un discreto sviluppo agricolo già pre-sente in età romana del quale si intravedo-no probabili tracce di un sistema centuriale.Anche questa parte del territorio è segnatodalla presenza dei resti degli acquedottiche, correndo in elevato, hanno da semprecaratterizzato la zona e destato grandeinteresse archeologico in particolare a par-tire dagli studi condotti da T. Ashby alla finedell'Ottocento. Si tratta in definitiva di unsistema territoriale complesso e delicato.Ma è l'avvento dell'autostrada che hasegnato negli ultimi decenni il destino diquest'area che, divenuta sede di un nodo alivello regionale e nazionale, presenta oggitutte le problematiche ad esso connesse. Inparticolare l'attraversamento da parte di untraffico veicolare pesante, l'attestarsi dicapannoni industriali ed il proliferare delleseconde case con il fenomeno dello "urbansprawl", sono i principali effetti che minanol'antico equilibrio del territorio e che per dipiù mettono a repentaglio la conservazio-ne e la fruizione dei resti archeologici. Ilprogetto del Master Plan prevede unarazionalizzazione dell'area produttiva indu-striale, ovviamente in relazione al nodoautostradale, e contemporaneamente dettale strategie per la conservazione del territo-rio e del suo patrimonio archeologico.Queste consistono: nella proposta dellarealizzazione di un nuovo centro abitato,lungo la valle dell'Empiglione che accogliela sede dell'università agraria; di un parcoarcheologico-fluviale, raggiungibile dallastazione ferroviaria di cui si propone unriassetto. La proposta del nuovo centroagricolo mira da un lato a contrastare ilfenomeno dello "urban spawl", da un altroallo sviluppo del sistema agricolo. Il nuovocentro infatti accoglie, accanto alle abitazio-ni, la sede dell'Università Agraria con i suoiservizi, dando nuovo impulso all'agricoltura.Tale centro dovrebbe progressivamenteindurre gli abitanti a sostituire le secondecase, spesso prive dei servizi urbani essen-

ziali, anche immaginando incentivi da partedel Comune, in cambio di nuove abitazioninel nuovo centro dotato di maggiori servizied in grado di realizzare una forte coesionesociale tipica dei centri urbani. L'intero pro-getto è stato pensato in maniera organica,connesso alla viabilità esistente e sviluppa-to tra due polarità principali (un centro con-gressi e l'università agraria). Lungo il percorso che connette i due poli sisviluppano le abitazioni ed i servizi condiversi tipi edilizi in rapporto alla loro posi-zione nel tessuto. A questa proposta chemira al rilancio della vocazione agricoladella zona si affianca quella della creazionedel parco archeologico fluviale. Il parco,realizzato mediante piccole attrezzaturericettive e operazioni di "land project", per-metterà una nuova fruizione e la lettura deitracciati degli antichi acquedotti e del terri-torio da essi attraversato. Ciò nella convin-zione che il territorio, inteso in modo organi-co e ricco delle stratificazioni che lo hannonel tempo strutturato, sia oggi la vera risor-sa da cui procedere per una corretta salva-guardia e per uno sfruttamento compatibilenon solo in senso ambientale, ma anche insenso storico e culturale. Nella società con-temporanea che tende alla progressivaassimilazione e perdita delle identità cultu-rali ed areali, queste ultime diventano unbene prezioso, vera ricchezza e patrimonioche non a caso costituisce oggi una delleprincipali fonti di reddito dell'economianazionale. Il turismo, nel mondo globalizza-to, tende ad accentrare l'interesse in pochipunti nodali (in questo caso la città diRoma) lasciando fuori dai suoi circuiti patri-moni di immenso valore. E' questo il casodei centri minori, custodi silenziosi dellanozione di città intesa come organismo edel suo processo formativo nel territorio.Questo processo genera ed alimenta i cen-tri stessi, con le loro stratificazioni profondee le loro antiche strutturazioni: le rovinecostituiscono pertanto solo i frammenti,emergenti dal suolo, di un palinsesto vivo eancora in grado di dettare le leggi dello svi-luppo futuro.

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Lettura archeologica e modificazione contemporaneaAlessandro Camiz, Coordinatore del Seminario Archeologia e Progetto

“L’arte architettonica degli antichi è veramente una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi civili”1.

Il seminario ha analizzato l’intero territorioarcheologico di Castel Madama, cheinclude, oltre agli acquedotti, presenzenotevoli come le rovine di Empulum, per poiorientarsi soprattutto verso lo studio degliacquedotti, o meglio del territorio attraver-sato dall’acquedotto (monumento) comeparte integrante del monumento stesso.“Quando Sklovskij - il grande estetologorusso - coniava il termine di ostranenije -straniamento - a indicare come la «decon-testualizzazione» d’ un brano letterario - main generale d’ un qualsiasi elemento artisti-co - portasse ad alterare e spesso adaccrescere l’ efficacia di quel testo, nonaveva forse considerato il processo inverso:quanto, cioè, sia importante per il significa-to e la valutazione d’ un’ opera d’ arte, ilmantenimento del suo contesto.”2

Analogamente il ristabilimento delle

relazioni tra il monumento e il suo territoriodiventa una delle premesse per il restauro ela valorizzazione del monumento stesso.Alcune delle indicazioni provenienti dallalettura delle partizioni attuali dei suoli agri-coli in prossimità degli acquedotti sonostate utili per capire alcuni aspetti dellaforma del centro storico, come ad esempioil singolare allineamento del rettangolodella piazza Garibaldi con il tratto interratopiù lungo dell’Anio novus. La lettura degliacquedotti ha contribuito quindi alladefinzione del master plan complessivo perCastel Madama studiato dal laboratorio dilettura e progetto dell’architettura3.E’ un’assunto teorico del seminario che l’ar-chitettura contemporanea abbia bisogno diprofonde radici nella storia per resistereall’attuale mercificazione estetizzante delcostruire. Il seminario riconosce pertanto il

Pianta del tracciato degli acquedotti aniensi nel comune di Castel Madama, da T. ASHBY, The aque-ducts of ancient Rome, London 1908.Pagina accanto schema ricostruttivo della iugeratio per l’Anio novus, località Osteriola.

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carattere processuale della modernità eindividua nel rapporto con l’antico uno deglielementi fondativi del necessario rinnova-mento del progetto contemporaneo. Il paradigma figurativo moderno, che pergran parte della storiografia è conseguenzadella rivoluzione industriale, non deveessere ascritto solo all’universo semanticomacchinista (e oggi digitale) ma soprattuttoallo studio dell’antico, alla poetica del sub-lime e del frammento e infine alla signifi-cazione del luogo nei suoi caratteri esem-plari. Per queste ragioni il seminario si ri-volge ai contesti archeologici, per ritrovarein essi il nesso “non macchinista” con lamodernità.Il territorio del comune di Castel Madama èparte del distretto culturale della valledell’Aniene, insieme a Tivoli e numerosi altricomuni. Progettare lo sviluppo di un distret-to culturale vuol dire localizzare i centri deldistretto (poli), progettare e realizzareorganicamente le principali sedi per le attiv-ità culturali del distretto culturale (nodi) e laloro rete proattiva di relazioni materiali eimmateriali (percorsi) all’interno di un con-

testo ambientale-paesaggistico basato sulciclo dell’acqua.La costituzione del distretto comporta ilriconoscimento del ruolo attrattore dei BeniCulturali per il rilancio della economialocale, pertanto i Musei della città e del ter-ritorio, sedi di raccolta sistematica e osten-sione dei ritrovamenti materiali, ma ancheluoghi fondamentali di apparizione dellarinascita culturale attraverso le diverseattività, mostre, seminari, workshop, con-ferenze, master, diventano i nodi di una retedi percorsi territoriali archeologici e natural-istici, capaci di mettere in relazione i fram-menti del passato e rilanciarli verso unanuova e organica economia locale. Lo studio del tracciato degli acquedottianiensi4, in relazione con il territorio cheattraversano, è il punto di partenza di unasperimentazione progettuale che dall’ap-profondita conoscenza storica e materialedel contesto è arrivata al radicamento attra-verso la lettura dei processi formativi deitessuti urbani e rurali, per raggiungere ilnecessario vitalismo mediante l’operazionedidattica della “modificazione di individui

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Archivio storico comunale di Castel Madama, Libro delle piante dei fondi posti entro il territorio delfeudo di Castel S. Angelo Madama di pertinenza dell'Ecc.ma Casa Pallavicino di Parma formatonell'Anno 1715.

edilizi”. Il seminario Archeologia e Progetto,analizzando il rapporto tra gli acquedotti e illoro territorio, ha affrontato più in generale ilrapporto tra preesistenze e progetto comeragione fondativa di una maniera di con-cepire l’architettura: la continua modifi-cazione dell’esistente. La modificazioneinterpreta il progetto di architettura e di pae-saggio come trasformazione materiale cheavviene all’interno di un’area delimitata, mache estende le sue relazioni di senso e diforma agli edifici adiacenti, al paesaggio edinfine al sistema delle preesistenze archeo-logiche. L’individuazione delle reti iugerali inprossimità del percorso degli acquedottianiensi e, nel centro urbano i tessuti storici,hanno fornito un modello che i diversi prog-etti hanno sperimentalmente modificato.L’assunto teorico del seminario, la perma-nenza del sistema iugerale nelle partizioniagricole attuali, è servito alla costruzione diuna fascia vuota in adiacenza al tracciatodegli acquedotti (della semiampiezza di 120piedi) come sistema segnico per la comuni-

cazione del tracciato degli acquedottianiensi alla scala del paesaggio. Unoschema ordinatore accolto da tutti i progettidel seminario e che la Variante Generaledel P.R.G. adottata dal comune di CastelMadama, ha trasformato in vincolo archeo-logico monumentale, prefigurando ungrande parco archeologico-naturalistico5. Ilparco archeologico costituisce una dellepossibilità di sviluppo economico, per laquantità di siti archeologici noti e ancora dascavare: la sua natura ambivalente, cheunisce cultura e natura, si presta a costi-tuire meccanismi virtuosi di attrazione turis-tica, ma puo’ diventare anche uno strumen-to importante per il radicamento identitariodelle popolazioni locali e per unire in unoscenario suggestivo la vita all’aperto, laricerca scientifica ed eventi culturali dialtissimo profilo. Questo parco inclu-derebbe i tracciati degli acquedotti6, già vin-colati7, fino alla riva sinistra dell’Aniene epotrebbe includere alcune proprietà dellaUniversità agraria di Castel Madama.

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Valore didattico del progetto in area arche-ologica

Il motivo per il quale proponiamo una didat-tica del progetto architettonico contempora-neo incentrata sull’archeologia è che -soprattutto in Italia - il rudere assume unvalore simbolico notevole: per lo studente ilrudere è la testimonianza vivente (o da ris-uscitare) di un passato misterioso. Perquesto motivo le diverse esperienze didat-tiche hanno mostrato come gli studenti diarchitettura di fronte alla rovina assumonoun atteggiamento riflessivo che li costringea considerare il contesto (in questo caso ilcontesto archeologico) come parte inte-grante del progetto di architettura. Spessolo studente delle facoltà italiane di architet-tura non è in grado di comprendere questaarchitettura antica, e allora si interroga sullasua reale competenza disciplinare: d’altraparte la rovina dell’architetura lo riguarda,perché si tratta di una architettura, seppureantica, seppure abbandonata. In altre

parole il rapporto con il contesto archeologi-co innesca negli studenti una attenzioneparticolare che li porta a considerare illuogo e i manufatti che vi erano in passatocome un unico organismo. Il processo men-tale di ricostruzione delle relazioni tra lediverse parti dell’organismo facilita latrasposizione del medesimo processo alprogetto contemporaneo. Il passaggio piùdifficile per la didattica del progetto in areaarcheologica è l’educazione al progettocome completamento di fase, ovvero lascelta di una poetica del silenzio, facilmentemotivabile in questi contesti dalla necessitàprogrammatica di valorizzare il sito archeo-logico, ovvero le architetture in rovina che visi trovano. Questo percorso didattico portaad un rigore compositivo basato sulladialettica figura-sfondo: se la figura princi-pale è il rudere, l’architettura contempo-ranea da proporre assumerà le vesti dellosfondo, senza nessuna volontà di emergerein termini di figura. Tale esercizio composi-tivo diventa fondamentale nel panorama

Seminario Archeologia e Progetto, profilo del tracciato dell'Anio Novus.

Seminario Archeologia e Progetto, progetto di parco archeologico naturalistico lungo il fossodell’Empiglione.

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contemporaneo dell’architettura, dove sem-brano prevalere le ricerche finalizzate allarealizzazione di figure eclatanti piuttostoche alla costruzione della città tramite tes-suti. Un altro elemento didattico del proget-to in area archeologica è l’assenza dellecornice come dato preordinato. Se nel tipi-co esercizio didattico progettuale la corniceviene fornita dal limite del lotto come luogoove far comparire le figure compositive, nelprogetto archeologico si sovrappongonodiverse cornici, quella del perimetro del-l’area di scavo, quella fornita dai limiti delleproprietà private e pubbliche attuali, quelladelle indicazioni urbanistiche e dei vincoliarcheologici e infine il perimetro dell’ar-chitettura antica ovvero della sua area di

pertinenza, molto difficile da determinarecon precisione. Quindi in casi come questolo studente si trova ad elaborare figurearchitettoniche che insistono su un quadrocomplesso e che non possono ridursi ad ununico soggetto. Se normalmente il progettodidattico consiste nella elaborazione di unafigura architettonica (progetto) da inserire inuna cornice data (lotto) in questo caso l’e-sercizio progettuale consiste piuttosto nellaelaborazione di un sistema complesso dicornici da attribuire ad un quadro esistente,il sito archeologico. Solitamente un ruderesi presenta come figura incompleta, figuradeteriorata. In questi contesti il progettocontemporaneo può assumere unarelazione indipendente con tali figure senza

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pp. 36-37 Seminario Archeologia e Progetto, parco archeologico dell'Acqua Claudia e museo archeo-logico: planimetria generale, sezione BB', sezione CC', pianta quota -4,32, prospetto e sezione.

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Parco archeologico naturalistico e centro cultura-le "Le 3 arcate", planimetria.

scadere nel mimetismo storicista. Si trattadi un modo di camminare sul suolo classi-co, ovvero di costruire il margine dell’anticocome luogo della modernità. Inoltre l’esamedel rudere mette in evidenza la sostenibilitàdell’architettura precapitalista, di fronte allaquale risulta difficile proporre oggi architet-ture contemporanee insostenibili8. Lareversibilità degli interventi proposti e laimpermamenza si affiancano alla stratifi-cazione storica con la ricostruzione di per-corsi attuali che intersechino il tessuto anti-co e si annodino con quelli antichi in mododa rivitalizzarli e metterli in confronto conl’emozione storica. Da Vitruvio ad Alberti,passando per Pirro Ligorio, Michelangelo,Bernini, Borromini, agli envois del Prix deRome9, fino a Schinkel, e poi Louis Kahn,Le Corbusier, per finire ai Libera e Quaroni,tutti i grandi architetti si sono cimentati conl’archeologia, dove questa sembra esserestata più il luogo di una catarsi innovatriceper l’architettura che il luogo dove seppel-lire antichi o moderni stilemi ripetibili.

Modelli archeologici e contesto

Il modello fornito dagli acquedotti èsostanzialmente una griglia regolatrice dipasso 240 piedi, dimensionata secondo ilsistema mensurale romano: tutti i progettihanno desunto dal modello l’indicazione diposizione, di orientamento e forma. Il mod-

ello di spazio vuoto della fascia iugerale èstato interpretato lasciandolo vuoto e collo-cando tutti i progetti al suo margine in mododa definirne il limite. Inoltre la medesimagriglia è stata impiegata nella definizionedelle misure degli elementi architettonici,delle campate strutturali e degli assi accen-tranti: ogni progetto quindi risuona con lamedesima frequenza desunta dall’elementoprincipale della composizione: l’acquedotto.Questa stessa griglia è stata impiegatanella definizione dei suoli interni alla zonavincolata, da destinare ad apposite coltureagricole produttive come vigne e ulivi. Lepiantumazioni forniscono un’indicazionealla scala del paesaggio, un segno visibiledella presenza dei tracciati, anche quando icondotti si trovano sottoterra. Il sistemamensurale romano, che a partire dal pesarriva fino alla centuria e al saltus ha costi-tuito quindi un modello immateriale al qualenon è stata possibile applicare alcunamanipolazione perché significante di persé. Soprattutto non si è voluto alterare ilrapporto tra il modello e il suo territorio.L’uso a fini compositivi del modello fornitodal sito archeologico, in questo caso, si èridotto pertanto alla continuazione in unprocesso di trasformazione ancora in atto,dove la rovina è una delle fasi dell’architet-tura10. I risultati di tutti i seminari sono statioggetto di due mostre e di una discussionepubblica con l’amministrazione comunale.

Seminario Archeologia e Progetto, divisioni pro-prietarie e griglia iugerale, località Casa Maria.

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Seminario Archeologia e Progetto, parco archeologico fluviale in località Fosso della Noce, centroCulturale e Forestale, sezione, pianta, prospetto.

Inoltre uno dei progetti del seminarioArcheologia e Progetto è stato insignito del“Premio Archeoclub” durante il XIXSeminario internazionale e Premio diArchitettura e Cultura urbana di Camerinonel 200911. Il progetto in area archeologicafornisce pertanto alcuni strumenti didatticiper guidare i futuri progettisti verso

architetture conformi anche nei piccolicentri storici: qui la medesima poetica delsilenzio e l’equilibrata relazione tra figura(contesto storico) e sfondo (progetto) pos-sono essere ragionevolmente riproposti esperimentati con il preciso fine di ricosti-tuire un rapporto formale e organico tra lacittà storica e il progetto contemporaneo.

Note

1 J. W. GOETHE, Viaggio in Italia, 1786. 2 G. DORFLES, Archeologia e paesaggio, un restauro d’atmosfera, “Corriere della Sera” (28 settembre2005), p. 53.3 http://w3.uniroma1.it/lpa4 G. STRAPPA, Gli acquedotti e Ashby. Uno sguardo sulle rovine, “Corriere della Sera” (12 ottobre 2007).5 M. ANGRILLI, Reti verdi urbane, Quaderni del Dipartimento di Architettura di Pescara, Roma 2002.6 I giganti dell’acqua: acquedotti romani del Lazio nelle fotografie di Thomas Ashby (1892-1925), a curadi S. LE PERA, R. TURCHETTI, Roma 2007.7 A. CAMIZ, Progettare con i modelli e l’Agenda 21 locale nel paesaggio archeologico, “ArchitetturaCittà”, (4/2009) pp. 88-91.8 A. CAMIZ, II° incontro, Regione Lazio, Provincia di Roma, Direzione Regionale per i Beni architettoni-ci e paesaggistici del Lazio: introduzione, “AR” (84/2009) pp. 26-27.9 L. BASSO PERESSUT, P.F. CALIARI (a cura di), Premio Piranesi. Progetti per Villa Adriana, Themenos02, Milano 2005.10 G. STRAPPA, Unità dell’organismo architettonico, Bari 1995.11 A. DERETTA, S. URAS, Progetto del Museo e del Parco Archeologico dell’Acqua Claudia, “Architetturae Città” (5/2010) pp. 220-222.

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InfrastruttureNicola Saraceno, Coordinatore del Seminario Infrastrutture

I sistemi infrastrutturali sono un aspetto rile-vante nella definizione dei caratteri non solofunzionali di un territorio. Essi coinvolgonola sua forma, le direttrici e la qualità del suosviluppo. Spesso hanno una scala irriduci-bile a quella dell'essere umano e troppospesso sono del tutto indifferenti alle quali-tà specifiche del territorio. Sono l'ossaturadurevole su cui si innervano e a cui si adat-tano fenomeni urbani più o meno mutevoli.Hanno il ruolo di mettere in relazione cosee persone e sono naturalmente sistemistratificati e interconnessi. I temi presi inesame dal seminario da me condotto nel-l'ambito del Laboratorio di Sintesi finale delprof. Giuseppe Strappa (A.A. 2007-08)riguardano le reti della mobilità, le infrastrut-ture per l'approvvigionamento energetico,l'infrastrutturazione che accoglie le attivitàproduttive, le reti ambientali ed ecologichee le infrastrutture turistiche. La situazione

della mobilità del territorio di CastelMadama si presenta oggi apparentementeambigua. Il centro storico di CastelMadama osserva infatti, sui due versantidel crinale su cui sorge, due nodi infrastrut-turali apparentemente equivalenti, la stazio-ne ferroviaria a nord-ovest e lo snodo auto-stradale a sud-est. La ferrovia, sistema pre-moderno (risalente al 1888 ed elettrificatatra il 1927 e il 1929) ricalca il tracciato stori-co della via Tiburtina-Valeria, che in queltratto corre sul fondovalle dell'Aniene. Sitratta di una linea (la Roma-Pescara) evi-dentemente inadeguata tanto al trafficointerregionale verso l'Abruzzo (Roma-Pescara, sei collegamenti al giorno, circa240 km in 3h 50'), quanto al traffico pendo-lare verso Roma che solo grazie a recentiadeguamenti (raddoppio del tratto Roma-Lunghezza e intensificazione dei treni fino aTivoli) è uscito dalla soglia dell'indecenza

Seminario Infrastrutture, progetto di infrastrutture per il ciclo di trattamento dei prodotti oleari, planivo-lumetrico, sezioni. A lato, pianta del piano terzo, sezione. A pagina 42, prospettive del progetto.

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per un intorno territoriale della capitaleancora assai esiguo. Da Castel Madama siraggiunge Roma sette volte al giorno, il chevuol dire che il treno non è un'opzione per ilpendolarismo né sembra esserlo nei pro-getti di amministrazioni locali e Ferrovie.Conseguentemente la stazione ferroviaria èin uno stato di semi-abbandono e offre lasua modesta architettura al ruolo di puratestimonianza di un'epoca in cui infrastrut-ture e paesaggio intrattenevano un rappor-to istintivamente più armonico. La valledell'Aniene si presenta dunque in questotratto come un sistema stratificato di com-ponenti naturalistiche, paesaggistiche einfrastrutturali molto organico ma decisa-mente obsoleto e inefficiente. Una linea fer-roviaria a binario unico, la centrale idroelet-trica che la fronteggia, il fiume, asciugatodallo sfruttamento energetico, la Tiburtina-Valeria e persino i lacerti del sistema diacquedotti romani testimoniano un passatoinfrastrutturale che dalla grandiosità dell'an-tichità è ridotto oggi a componente periferi-ca e depotenziata nel sistema infrastruttu-rale dell'area. L'autostrada ha invece un

tracciato ovviamente meno tortuoso e piut-tosto indifferente alle caratteristiche orogra-fiche del territorio che sono piuttosto acci-dentate. L'uscita Castel Madama distaappena quattro chilometri dal centro abitatoed è situata nella piana dell'Empiglione, finora per lo più risparmiata da uno sviluppoindustriale e commerciale intenso, tipicodelle aree in prossimità dei nodi autostrada-li, quale ad esempio la Piana del Cavaliere,poco più a est, in corrispondenza dell'uscitaCarsoli-Oricola della stessa A24. Lo strabismo con cui il centro abitato diCastel Madama guarda a questi due siste-mi di connessione con il territorio circostan-te è dunque solo apparente. In realtà, inattesa che la linea ferroviaria venga ammo-dernata la mobilità su gomma continua apresentare vantaggi incalcolabili. All'internodi quest'ultima anche il trasporto pubblicosu gomma vede Castel Madama penalizza-to come potenziale nodo di scambiogomma-gomma in favore di Mandela, pre-ferito evidentemente per la sua connessio-ne con l'area sublacense totalmente priva dicollegamenti ferroviari. Il centro storico, infi-

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ne, ha un accesso monodirezionale che eli-mina il traffico veicolare di attraversamentoe rende piuttosto facile la pedonalizzazionedella sua parte sommitale che ne costitui-sce l'insediamento castellare originario. Ilproblema dei parcheggi incontra invece dif-ficoltà non indifferenti per la saturazionedelle aree limitrofe al centro storico. Conseguenti a questa lunga premessasono le strategie di intervento messe in attonell'ambito del seminario nella descrizionee nel progetto del territorio di CastelMadama. Il paesaggio infrastrutturale dellaValle dell'Aniene è stato connotato comeinfrastruttura del turismo e del tempo libero,legata alla valorizzazione e alla messa asistema di un patrimonio frammentato edeterogeneo attraverso una pista ciclo-pedo-nale attrezzata con strutture ricettive. Gliaffioramenti archeologici degli acquedotti,grande infrastruttura lineare ridotta allo

stato frammentario e intermittente, vengonoriconnessi e portati a unità con il fiume, conle sue dighe e centrali idroelettriche, oltreche con la viabilità storica e con la linea fer-rata. Così la trasformazione della stazionein nodo di scambio ferro-gomma si radica inun più realistico processo di ri-connotazio-ne turistica dell'area.Il nodo autostradale è invece caratterizzatodalle opportunità di un territorio perfetta-mente collegato alla rete autostradale, pococompromesso e pertanto ottimale per lo svi-luppo di attività produttive legate al territorioe alla sua tradizione agricola e culturale. Inquesto ambito si è puntato dunque sullaprogettazione di un nodo di scambio chefunzioni insieme come testata di un sistemaproduttivo finalizzato alla valorizzazione diuna risorsa produttiva storica del territoriocastellano: il ciclo produttivo dell'olio. In ununico impianto si concentrano la lavorazio-

Seminario Infrastrutture, Walkaway Aniene, masterplan: A. Info parco; B. Zona sosta con verdeattrezzato, C. Land art; D.Verde attrezzato e giochi bimbi; E. Verde Didattico; F. Info parco; G. Puntoper Birdwatching. Pagina seguente, prospetto ovest, prospetto est, prospettive, planimetria.

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Seminario Infrastrutture, Walkaway Aniene, hotel sulla diga Fiumerotto, stazione ferroviaria di CastelMadama; planimetria; prospetto; sezione B-B'.

ne delle olive e dei suoi prodotti derivati (ali-mentari e non) la produzione dell'olio, laproduzione di energia elettrica da biomassee la depurazione delle acque. Connessoall'impianto produttivo e alla sua appendicecommerciale è previsto il nodo di scambiogomma-gomma, consistente in un piccoloautoporto merci e in un terminale bus ingrado di organizzare la relazione tra mobili-tà privata e trasporto pubblico (parcheggiodi scambio) nonché di razionalizzare larelazione tra le varie scale del trasportoregionale su gomma. Tale nodo dovrebbefunzionare come attestazione del futurosistema produttivo (ovviamente indetermi-nato) fornendo alcune regole insediative edefinendone la vocazione (cos'altro è, senon questo, un'infra-struttura ?).Infine la soluzione alla relazione tra trafficoveicolare e fruizione pedonale del nucleostorico si è affrontata attraverso parcheggipubblici alle pendici del centro come occa-

sione di definizione del bordo sfrangiatodell'abitato, in particolare in quelle aree,molto scoscese, in cui un'articolazione aterrazze permette di ridefinire un sistema dispazi pubblici molto aperti sul paesaggiocircostante. Inoltre la ricucitura di tali spaziattraverso percorsi pedonali di attraversa-mento dei corpi di fabbrica ricostruisce ilrapporto visivo originario tra il centro e ilpaesaggio circostante. Ciò che costituisce l'aspetto unitario dellestrategie di intervento descritte per lediverse aree è una concezione convinta-mente eteronoma delle infrastrutture chele considera sempre in funzione di altri usidel territorio e congiuntamente alla voca-zione generale di un'area. Poiché tali usi etali vocazioni discendono da letture artico-late e metodiche del territorio la qualitàmaggiore di tale approccio è che le infra-strutture tendono a radicarsi nel contestoe, di conseguenza, a farsi architettura.

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Hadrian’s Villa, whose water supply wasprovided by the ancient aqueducts in theregion. During the Renaissance, CastelMadama gradually developed as an agra-rian center protected by the ruling feudalfamilies, such as, Orsini and Farnese. Itwas not until the 19th century thatit transformed into a commercial society,primarily producing crafts and artisinalgoods. In an effort to preserve and dignifythe ancient architectural heritage of theacqueducts in the region, revitalize themunicipality and accommodate the growingtourism in the region, the Comune of CastelMadama has requested the design of amaster plan to include the following pro-gram for the designated areas on the topo-graphic plan. In collaboration with Prof. G.Strappa and arch. A. Camiz of the Facoltà diArchitettura Valle Giulia, “Sapienza”Università di Roma and their students,Miami students worked in teams of 2-3developing ideas for the reorganization andrevitalization of two of the areas highlightedon the map. A 3-day charrette and confe-rence at Castel Madama served as projectcommencement for the site research con-ducted by the studio. During this charretteboth groups of students worked togetherwith architecture students from SapienzaUniversity di Roma in gathering site docu-mentation and developing an initial con-cept for the re-design of two areas. The

Preservation of the archaeological landscapeCarmen L. Guerrero, Upper Level Studio, University of MiamiSchool of Architecture

Castel Madama is a municipality in theItalian region of Lazio. It is located approxi-mately 40 km east of Rome in a predomi-nantly hilly landscape traversed by tworivers: the Aniene and the Empiglione. Theformer from its source at Filettino flowssouthward - west, and the latter pours inArci-Tivoli. It is along the Aniene river thatthe Ancient Romans built four great acque-ducts: Anio Vetus, Aqua Marcia, AquaClaudia and Anio Novus. Presently onlyremains can be found of these aqueducts,which are partially buried. Nonetheless, theimposing remains offer a historical andscenic element to the region. The center ofCastel Madama is located on the ridge of ahill about 454 meters high, which is thewatershed between the Aniene and theEmpiglione valley. It is surrounded by somemountain groups: Prenestini Mountains tothe south, covered by forestsof mixed oaks, hornbeams and maples;Tiburtini Mountains to the east with thehighest peak, Cerrito with its characteristicrounded top; Monti Lucretili to the north,beyond the river Aniene, which by theirenvironmental quality are a natural regionalpark. The population is roughly 7,000 withinan area of 28.5 kmq. Castel Madama bor-ders the municipalities of Ciciliano,Sambuci, San Gregorio da Sassola, Tivoliand Vicovaro. In Tivoli we find one of themost valuable ancient monuments-

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project dealt with two neglected areaswithin the confines of Castel Madama: apiazza in the center of the town and a sitecontaining an open field defined by frag-

ments of the ancient acqueduct line. Thestudio dealt with an urban problem and arural problem in which the latter dealt withintervening in an archaeological site.

A sinistra, Upper level studio, Aqueous Spa andHotel at Osteriola, rendering. Al centro, Museumof the Anio Novus aqueduct, planimetria.

A destra, Upper level studio, New PalazzoComunale and Piazza Dante at Castel Madama,prospettiva.

A. Entrance Gate for the archaeological park ofthe aqueducts, Visitor’s Center, Museum &Archive, Study Center, Administrative building,Forestry, Cafeteria.B. Experimental Area: Restoration pavilion,Archaeological laboratory, Office, Media room,Center for Landscape Architecture, River spor-ting resort.C. Center for Ecological Activites, undergrounddisplay area for the aqueducts, Exhibition pavi-lion, Canooing Center.

D. Castrum Apolloni-Center for Medieval stu-dies, Pavillion, Antiquarium, Small forestry buil-ding.E. Naturalistic- Archaeological path along theEmpiglione River, Pavillions, Center forNaturalistic Activites.F. The Square of Castel Madama- redesign ofthe two central squares with a new civic center.G. University Center-Archaeology andLandscapeH. Excavation areas.

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Bibliografia

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Siti internet

Corso di Laurea in Scienze dell'Architettura e della Città http://w3.uniroma1.it/sac/Laboratorio di lettura e progetto dell’architettura http://w3.uniroma1.it/lpa/Laboratorio di Sintesi prof. G. Strappahttp://w3.uniroma1.it/strappaPaesaggio archeologicohttp://www.paesaggioarcheologico.infoInternational Study Centre for Urban Designhttp://www.progettazioneurbana.it

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Workshop Progettare il paesaggio archeologico - Designing the archaeological landscapeWorkshop internazionale di progettazione sostenibile in area archeologica (azione proposta nel Piano di Azionelocale della Agenda 21 della Provincia di Roma) Castel Madama - Roma - 23 Gennaio - 22 Aprile 2008.Laboratorio di sintesi finale (Prof. Giuseppe Strappa) FACOLTA’ DI ARCHITETTURA “VALLE GIIULIA”, Upper LevelStudio (Prof. Carmen L. Guerrero) UNIVERSITY OF MIAMI - SCHOOL OF ARCHITECTURE, COMUNE DICASTEL MADAMA, AGENDA 21 DELLA PROVINCIA DI ROMACon il Patrocinio di:Regione Lazio, Assessorato allo sviluppo economico ricerca innovazione turismo; Provincia di Roma; OrdineArchitetti PPC di Roma e Provincia; International Seminar on Urban Form- Sezione Italia; Fondo Fabretti; Bibliotecadel Dipartimento ARCOS "Enrico Guidoni"; Confederazione Italiana Archeologi - Lazio; RomaEnergia - Agenzia perl’Energia e lo Sviluppo Sostenibile del Comune di Roma; Con il Patrocinio e il Contributo della IX ComunitàMontana del Lazio dei Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani, Prenestini; Con il Patrocinio e il Contributo della Aziendadi Promozione Turistica della Provincia di Roma; Con il Contributo della Co.Tra.L. S.p.A.Sponsor tecnici: Co.Tra.L. Compagnia Trasporti Laziali S.p.A; Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Roma; Proloco diCastel Madama; International Study Centre for Urban Design; Centro Ricerche Sotterranee "Egeria"; Società,Cooperativa Matrix 96 (Ricerche e servizi archeologici); Confederazione Italiana Archeologi - Lazio; Caprioli Aldo,Cad and Office solutions.Direttore del Workshop:Giuseppe StrappaCoordinatore scientifico del Workshop:Alessandro CamizTutors:Alessandro Camiz, Paolo Carlotti, Alessandro Franchetti Pardo, Nicola SaracenoComitato Scientifico del workshop:Spiridione Curuni (Sapienza Università di Roma); Maria Grazia Fiore (Soprintendenza per i Beni Archeologici delLazio); Carmen L. Guerrero (University of Miami); Alessandro Guidi (Università degli studi di Verona); Jean-FrançoisLejeune (University of Miami-American Academy in Rome); Maria Cecilia Mosconi (Biblioteca del Dipartimento diArchitettura e Costruzione “Enrico Guidoni”); Virginia Rossini (Consulta Beni Culturali, Ordine degli Architetti P. P. C.di Roma e Provincia); Giuseppe Strappa (Sapienza Università di Roma); Benedetto Todaro (Sapienza Università diRoma)Comitato organizzativo del workshop:Jacob Brillhart (University of Miami); Alessandro Camiz (Sapienza Università di Roma); Luciano Chiolli; GiorgioFabretti (Presidente Fondo Fabretti); Carlo Germani (Centro Ricerche Sotterranee "Egeria"); Simona Gini(Biblioteca del Dipartimento di Architettura e Costruzione "Enrico Guidoni"); Francesca Marini (Provincia di Roma,Ufficio Sviluppo Sostenibile, Dip. V Servizio Ambiente); Andrea Schiappelli (Confederazione Italiana Archeologi -Sezione Lazio); Tom Spain (University of Miami)Segreteria organizzativa:Albertina Ronci, Maria S. Bianchi, Maurizia Ruggeri e Viviana Marazza

Progetti di:

Antonio Deretta (pp. 36, 37)Silvia Uras (pp. 36, 37)Ylli Taci (p. 30)Tilde Pirozzolo (p. 30)Claudia Martinelli (pp. 35, 38)Giorgia Valsenti (pp. 35, 38)Francesco Ippolito (p. 39)Francesco Storto (p. 39)Flavia Millozzi (p. 39)Carmela Parrotta (p. 35)Alessandro Scarabotti (p. 35)Miriam Vacca (p. 35)Antonio Suriano (p. 38)Cynthia Valenzuela (p. 38)Enrico D'Errico (pp.15, 16, 23)Antonio Delicata (p. 29)Pierpaolo Di Matteo (p. 29)Melissa Domenici (p. 29)Donia Hopkins (pp. 44, 45)Timo Hoefs (pp. 44, 45)Maria Newstrom (pp. 44, 45)Andrea Rossi (pp. 40, 41)

Anna Rita Amato (pp. 18, 19)Maria Francesca Piazzoni (pp. 18, 19)Elena Pellegrini (pp. 42, 43)Giuliano Primi (pp. 42, 43)Federica Durante (p. 29)Marcello De Felicis (pp. 15, 16, 23)Paola Fortunato (pp. 15, 16, 23)Elena Kornapoulos (pp. 15, 16, 23)Benedetta Balestra (pp. 27, 28)Eleonora Ciula (pp. 27, 28)Giuseppe Zampi (pp. 27, 28)Rossella David (pp. 24, 25)Simone Iacovitti (pp. 24, 25)Pierpaolo Michelangeli (pp. 24, 25)Rosario Lamberti (pp. 24, 25)Naomi Ross (p. 44)Christopher Sowers (p. 44)Christian Barragan (p. 45)Brian Lemmerman (p. 45)Rachel Thomas (p. 45)Elena Persiani (pp. 40-41)Alfredo Montano (pp. 40-41)

48 finito di stampare nel mese di febbraio 2011Edizioni Kappa Roma

Si ringrazia il Marketing e Relazioni Istituzionali della Co.Tra.L. S.p.A. per la gentile partecipazione.Si ringraziano per la collaborazione:Giuseppe Salinetti, Sindaco di Castel MadamaAmerina Paolacci, Assessore all’urbanistica del Comune di Castel MadamaClaudio Mancini, Assessore allo ASiluppo Economico, Ricerca, Innovazione, Turismo, Regione LazioAlfredo Scardala, Presidente della Pro-loco di Castel MadamaZaccaria Mari, Soprintendenza per i Beni Archeologici del LazioArmando Pistoia, Assessore alla Cultura del Comune di Castel MadamaDina Salinetti, Consigliere delegato per la tutela e la valorizzazione del Patrimonio naturale, Culturale e storico arti-stico, e per i rapporti con la facoltà di Architettura “Valle Giulia”del Comune di Castel MadamaVirginia Rossini, Consigliere delegato ai Beni Culturali dell'Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provincia -Responsabile della Consulta dei BB.CC.Flavia De Bellis, Responsabile Archivio Storico Comunale di Castel Madama Paola Onorati, Co.Tra.L. S.p.a.Giulio Ciotola, Direttore della Azienda di promozione Turistica della Provincia di RomaGiovanni Carapella, Presidente della commissione Lavori Pubblici della Regione LazioFabrizio Garofoli, Sindaco del Comune di S. Gregorio da SassolaAmedeo Rossi, Sindaco del Comune di S. Vito RomanoFranco Vicinanza, Assessore alla Cultura del Comune di NerolaBeatrice Sforza, Assessore alla Cultura del Comune di Vivaro RomanoGiorgio Fabretti, Presidente del Fondo FabrettiSara del Gobbo, Provincia di Roma, Dip. V. Serv. Ambiente Uff. sviluppo sostenibileVincenzo Vita, già Assessore alle Politiche Culturali e ai sistemi informativi territoriali dellaProvincia di RomaRita Turchetti, Curatrice della mostra “I giganti dell’acqua. Acquedotti romani del Lazio nelle fotografie di ThomasAshby. 1892-1925”.Anna Maria Ramieri, Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di RomaElisabetta Cicerchia, Architetto progettista della variante del PRG di Castel Madama

La collana dei Quaderni delCorso di Laurea in Scienzedell’Architettura e della Città(SAC) raccoglie i risultati dellericerche, nelle loro componentidisciplinari, riguardanti le que-stioni metodologiche dell’inse-gnamento dell’architettura.

PREZZO 8,50 €

ISBN 978-88-6514-061-1