Sussurri arcani dalla Tomba Monumentale M di Orthi Petra, Eleutherna Il contributo dell'indagine...

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Sotto l'Alto Patronato di S.E. il Presidente della Repubblica Ellenica Dott. Karolos Papoulias

e di S.E. il Presidente della Reppublica Italiana On. Giorgio Napolitano

, P R,I N C I P E S SE' del Mediterraneo all'alba della Storia

MUSEUM OF CYCLADIC ART N1CHOLAS ANO DOLLY GOULANDRIS l-ou'~nA TION

• • • • • • •

Catalogo a cura di

NIKOLAOS CHRISTOS STAMPOLIDIS

con la collaborazione di MIMIKA YANNOPOULOU

Promosso e ideato da

TIANEflILTHMIO KPHTIE ~ UNIVERSITY OF CRETE ~

HELLENIC REPUBLIC Ministry of Education and Religious Affairs Culture and Sports

Con il contributo dell'Ambasciata di Grecia a Roma

Atene 2012

Fig. 1. La lastra rinvenuta al di sopra della base per incensiere, ricolma di vaghi e gioielli, ora rimossi. Si conserva in maniera straordinaria la mascella di una delle defunte dell'edificio M.

Sussurri arcani dalla Tornba A10nuntentale JJ1 di Orthi Petra, Eleutherna:

Il contributo dell 'indagine antropologica

Inginocchiandoci con reverenza, all'interno dell'edificio tombale monumentale M, ci

siamo trovati davanti ai corpi di quattro donne affidate all'abbraccio protettivo della

Madre Terra per l'ultimo viaggio nell' Aldilà, obbedendo al richiamo, in un istante privo

di respiro, di divini suoni taciuti che tramandavano il significato e lo scopo del loro

trasporto nei campi di asfodeli ...

Nel tempo, all'interno dell'edifìcio tombale M si sono accumulati strati archeologici, a

seguito di eventi che comprendevano non solo i premurosi preparativi ali 'inumazione per

la vita ultraterrena, ma anche la successiva osservanza dei riti e delle tradizioni funebri,

nonché processI tafonomici verificati si nel corso dei successivi secoli e millenni.

Inoltre, processi diacronici dei mutamenti diagenetici a carico dei resti organici e

inorganici delle quattro inumate hanno alterato il materiale antropologico, costituito,

di conseguenza, da resti scheletrici parzialmente preservati (fig. 1). La composizione

strutturale di un notevole numero di ossa conservatesi ha evidenziato superfici

alquanto fratturate e deteriorate. Nonostante ciò, è stato possibile acquisire alcuni dati

particolarmente impOitanti, indclebilmente impressi sulle ossa e sui denti delle defunte.

Fondamentali indizì riguardanti la loro complessa condizione umana sono stati ricavati

grazie a un'attenta indagine osteologica e rispecchiavano caratteristiche della variabilità

genetica e/o epigenetica, aspetti dei processi biologici di sviluppo e, in alcuni casi, perfino

dei processi di degenerazione dovuti all'invecchiamento. Prendendo in considerazione

parametri legati all'ambiente fisico, sono state inoltre identificate patologie acquisite

in vita o effetto delle conseguenze, dirette e/o indirette, di usi culturali che spazi ano

dalla dieta a questioni motorie, oppure ancora risultato di scelte o di esigenze imposte da

abitudini, strutture e modelli socio-culturali. Tutti questi dati, assieme all' analisi di tipo

archeologico, hanno costituito preziosi tasselli del singolare lavoro di ricostruzione e

decifrazione della vita condotta da queste quattro donne.

Dopo aver completato la raccolta e la documentazione del materiale antropologico e con

l'aiuto delle analisi fisico-forensi, tuttora in corso (fig. 2), è stato possibile concludere,

grazie a un processo deduttivo a carattere interdisciplinare, che tre delle quattro donne

erano state deposte l'una molto vicina all'altra, in posizione supina e distesa, disposte con

orientamento nord-sud sul pavimento dell'edificio funebre. La quarta donna, di età più

avanzata, era stata deposta a contatto con le altre, ma in posizione di maggior riguardo,

seduta su un trono, come se sorvegliasse le tre donne più giovani durante le operazioni

all' interno del contesto funerario e al tempo stesso presidiasse a imperscrutabili questioni

legate a forze invisibili. I piedi poggiavano sul pavimento dell'edificio tombale, a

contatto col busto della seconda e della terza donna, che le si trovavano più vicino; i piedi

e le cosce, invece, ricoprivano leggermente la regione del torace e del ventre della terza

donna, che si trovava più vicino a lei.

L'analisi antropologica ha consentito di stabilire che le quattro donne erano state deposte

l'una accanto all'altra, secondo un ordine ben preciso, non casuale, correlato alla loro età

biologica - dalla donna più giovane alla più anziana, seduta. Così, la donna più giovane,

che ai fini dello studio antropologico è stata convenzionalmente chiamata 'H', dell 'età

di circa 13 anni e mezzo, era posta a una distanza maggiore dalla donna più anziana.

A seguire erano, nell'ordine, la defunta 'N', dell'età di circa 16 anni, e la defunta 'Y',

dell'età di circa 28 anni, che giaceva accanto alla quarta e più anziana defunta, denominata

T', di circa 72 anni d'età.

Sulla base delle stime archeo-antropologiche effettuate in situ, e prendendo in

considerazione i dati della stratigrafia culturale in relazione alla variabilità del substrato

(a un livello sia geopedologico, sia culturale) sul quale erano stati deposti questi corpi,

ma anche considerando le relazioni particolari della disposizione anatomica, nonché

i numerosi eventi precedenti e successivi il seppellimento, capaci di influenzare

l'assestamento dei tessuti corporei prima e dopo i processi diagenetici determinati

da fattori geodinamici e tafonomici (i cui risultati visibili si rispecchiano nella natura

dell'accumulo e della sequenza degli strati archeologici e dei gruppi di sedimenti

eterogenei), attivi all'interno dell'edificio funerario M, è stato possibile concludere che le

quattro donne furono deposte nel corso di un processo contiguo nello spazio e nel tempo.

Stando a quanto esposto, sembra che le donne H e Y siano state senz'altro deposte per

prime, andando a costituire la stratigrafia laterale iniziale delle sepolture, in due fasi

successive; prima, con ogni probabilità, fu la donna H e seconda fu la donna Y. La

posizione supina e quasi completamente distesa dei loro corpi delimitò uno spazio quasi

rettangolare, che avrebbe ospitato le salme alla fine della loro vita mortale. La posizione

delle donne H e Y, con le cosce rivolte in modo da essere leggermente contrapposte, a

sinistra e a destra rispettivamente, in combinazione con le ginocchia lievemente flesse,

indirizzava le superfici plantari dei piedi destri in una convergenza contigua di flessioni

plantari, delimitando uno spazio quasi isoscele tra le gambe; qui era stato deposto sul

pavimento, tra gli altri oggetti, anche un vaso di bronzo, il cui perimetro superiore era

toccato dalle superfici dorsali delle gambe e dei piedi delle donne, laddove i piedi sinistri,

disposti simmetricamente, rispecchiavano la disposizione anatomica dei piedi destri.

Di seguito fu deposta la donna N, in posizione supina e distesa tra le donne H e Y; il

braccio destro poggiava mollemente sul braccio sinistro della donna Y, mentre il br~ccio

sinistro copriva in parte quello corrispondente, destr~, della donna H. In seguito a tale

deposizione, i busti delle tre donne più giovani aderivano l'uno all'altro, in successione,

con relazioni spaziali isometriche tra le teste; invece, le estremità inferiori della donna

N, completamente distese e leggermente flesse alle ginocchia, coprivano le gambe della

donna H. Allo stesso tempo, la parte laterale destra della gamba destra della donna N

toccava il lato sinistro del succitato vaso bronzeo.

Fig. 2. L'analisi del materiale osseo nel laboratorio di restauro del Museo Archeologico di Iraklio.

a

Fig. 3. Dallo scavo delle inumazioni nell'area orientale dell'edificio M, all'interno dello spazio rettangolare irregolare. Si distinguono il cranio e le ossa della defunta r e delle. defunte Ye N.

La donna r fu deposta per ultima, poggiata su un trono, molto probabilmente

dotato di una base costituita da un unico pezzo di legno. Le cosce, le

ginocchia flesse e il terzo superiore delle gambe che sporgevano, coprivano

la parte superiore del corpo della donna Y, segnatamente il torace e la regione

addominale superiore (dal livello acromio-sterno-clavicolare fino alla regione

epigastrica). Le superfici posteriori dei due terzi inferiori delle gambe della

donna r (dal li vello della tibia fino all' area posteriore prossimale I del tallone)

erano disposte nel seguente modo: la regione destra toccava la regione laterale

sinistra del gomito sinis,tro della donna Y e il lato destro del gomito destro

della donna N, mentre il corrispondente lato sinistro delle gambe della donna

r toccava la regione della scapola e della spalla destra della donna N. Le

superfici plantari dei piedi della donna r toccavano il terreno: la pianta destra era in

parte coperta dalla regione addominale destra della donna N, mentre la regione del tarso

e del tallone del piede sinistro era in posizione laterale rispetto alla regione delimitata

dall'estremità superiore della spalla della donna N, con le aree metatarsiche e delle

falangi distali2 dello stesso piede assicurate sotto la nuca della donna N.

Dal punto di vista antropologico, indipendentemente dalla ricchezza e dall'unicità dei

beni di corredo e dagli altri dati archeologici, se si prende in considerazione il criterio

della particolare collocazione delle quattro donne all'interno della camera funebre

dell'edificio M come componente basilare di un processo di sepoltura e di un più generale

rituale funebre indicativo, a quanto sembra, di rispetto e venerabilità, questa sepoltura può

essere definita come lo specchio concettuale di alcuni soltanto dei numerosi aspetti di un

processo arcano e particolarmente sofisticato; tale processo comprendeva lo spostamento

e il trasferimento delle peculiarità, possibilità e funzioni di questo gruppo di donne dalla

vita mortale a quella eterna.

I corpi di queste quattro donne, deposti in ordine successivo eppure differenziato nel

suo uso gerarchico della tridimensionalità fra le tre donne più giovani e la quarta, la

più anziana, offrivano una serie interconnessa di forme, come a creare una continuità,

dalla più giovane alla più anziana e viceversa, rispecchiando cosÌ una progressione,

una successione e probabilmente anche una precedenza all'interno del gruppo delle tre

donne più giovani, soggette a essere controllate o anche guidate dalla donna più anziana,

superiore quanto a gerarchia e responsabilità.

l. Nella descrizione dell'anatomia scheletrica, col termine 'prossimale' si indica la posizione anatomica che si trova più vicina al cranio.

2. Nella descrizione dell'anatomia scheletrica, col termine 'distale' si definisce la posizione anatomica che si trova più lontana dal cranio.

Come in un'improvvisa pausa prosodica di parole e frasi alate, assiomi proverbi ali di una

saggezza non convenzionale, giacevano unite tra loro in muta comunicazione, le teste

collocate con dignità e con precisione quasi assoluta lungo uno stesso profilo lineare.

La profonda dedizione, l'amicizia e il senso del dovere erano rimasti immutati, incapaci

di essere cancellati dal passare dei secoli. I dettagli di un simile spettacolo, seppur

radicati nell'ambiente fisico dell'edificio tombale M, aleggiavano nella sfera del Tempo,

con l'ambiziosa intenzione di restare animati in eterno. Per quanto le funzioni interne

di un simile animismo siano incomprensibili e sfuggenti agli occhi di un osservatore

non iniziato, i suoni emessi dalle vive impressioni e dalle relazioni simboliche di questo

gruppo di quattro donne hanno sconfitto l'assenza di parola, un dato loro imposto come

contratto fatale, ma incapace di fermare il senso della preparazione del contesto, della

deposizione e dell'affinità degli oggetti del corredo funerario.

Eppure, il simbolismo espresso e le relazioni apparenti tra queste quattro defunte, rivelati

dalla loro singolare disposizione funebre, dovevano essere avvalorati da ulteriori aspetti,

emersi dalla catalogazione dei resti scheletrici; ciò ha permesso, come suoni della

circostanziata relazione di un testimone oculare, senza tuttavia le affrettate implicazioni di

tecniche distruttive di natura archeometrica e forense su materiali insostituibili, di gettar

luce su importanti condizioni e circostanze della loro vita precedente la morte, perfino su

una serie di qratteristiche fisiologiche genetiche e congenite, elementi imprescindibili

della loro costituzione scheletrica.

La predominanza di un certo numero di evidenti caratteristiche morfologiche dentarie

di natura epigenetica, presenti sulle superfici cliniche e anatomiche dei denti di

questi individui, è culminata nell'osservazione del tratto ereditario del Carabelli3, una

manifestazione fenotipica osservata in prossimità della cuspide mesiolinguale dei molari

permanenti superiori, che qui si riscontra con una frequenza superiore rispetto a quelle

osservate in altre popolazioni europee. Tale tratto può apparire bilateralmente, più spesso

simmetricamente tra i corrispondenti denti sinistri e destri della mascella superiore, e può

presentare quattro gradi di espressione; essi vanno dalla forma a fossa, a quella a solco, a

quella a rilievo cuspidale, fino al tubercolo/escrescenza.

3. Descritta per la prima volta dal Carabelli, nel 1844. Si v. Hofman-Axthelm 1981. La classificazione delle varianti del tratto dci Carabelli, nonché di altre degenerazioni della corona dentaria, si deve a Dahlberg 1963, 149-178.

La variabilità nella manifestazione (ad es., nel caso del tubercolo/escrescenza, da un

piccolo tubercolo fino a un'escrescenza pronunciata) supporta un'origine poligenica4, che

agisce sui processi di formazione delle cuspidi dei molari superiori permanenti nel più

ampio contesto dello sviluppo oro-facciale. Come ha dimostrato un notevole numero di

studi interdisciplinari, incentrati su analisi bio-culturali, un numero determinato di isolati

popolazionistici fortemente endogami presenta il tratto del Carabelli sul primo molare

superiore, con frequenze che raggiungono addirittura 1'86% (percentuale che riflette

un'endogamia ancestrale nell'ambito di una piccola comunità)5; d'altro canto, la presenza

del tratto del Carabelli sul second? e sul terzo molare superiore è caratterizzata da una

significativa diminuzione della frequenza. Alla luce di quanto esposto, va rimarcato che

le tre donne più giovani, H, N e Y, presentano il tratto del Carabelli sui primi molari

superiori, espresso bilateralmente e simmetricamente, sotto forma di tubercoli ben

evidenti.

La presenza di tale tratto in tutte e tre le donne, osservato nella sorprendente percentuale

del 100%, rappresenta un dato unico nel contesto di questo campione popolazionistico

ed è indicativa, a quanto pare, di una probabile relazione di parentela. La donna più

anziana (r) aveva già perduto la gran parte dei molari prima della morte, ad eccezione

del terzo molare superiore sinistro, che però non è stato possibile analizzare a causa della

forte corrosione delle superfici occlusali e mesiolinguali, risultato dell'invecchiamento

che ha favorito la deformazione funzionale legata allungo processo masticatorio. Anche

i secondi e terzi molari delle tre donne più giovani presentavano il tratto del Carabelli,

bilateralmente e simmetricamente, sotto forma di tubercoli meno accentuati e di fosse;

si è riscontrata anche stavolta un'incidenza di questa caratteristica dentaria ereditaria

polimorfica pari al 100%, fatto che accresce l'unicità della loro correlazione nello stesso

contesto archeologico, dal momento che la presenza del tratto del Carabelli nei secondi

molari permanenti superiori è inusuale e nei terzi molari superiori è rara6• Inoltre, la

manifestazione bilaterale simmetrica del tratto del Carabelli, soprattutto nei primi molari

permanenti superiori, suggerisce che esso si sia manifestato durante il processo di

odontogenesi a causa di fattori soprattutto ereditarÌ e non a causa di parametri ambientali.

4. Si v. Goose - Lee 1971,64-69. 5. Si v. la bibliografia relativa: Rudan - Rudan 2000, 117-128; Lauc 2003, 65-72. 6. Hillson 1996, 91.

Pertanto, è evidente che perlomeno le tre donne più giovani, data l'inevitabile esclusione

della donna r a causa dei problemi legati alla conservazione e all'età della stessa,

condividessero in misura notevole un certo numero di caratteristiche genetiche derivate

dal poDi genico di una popolazione dalle dinamiche demografiche molto limitate a causa

di un basso 'flusso genico'7 e quindi fortemente endogama.

Le caratteristiche dentarie ereditarie qui osservate, che nel caso specifico si manifestano nel

massimo grado di espressione possibile8, testimoniano condizioni di singolare parentela

genetica perlomeno tra le tre donne più giovani, rafforzando il valore simbolico delle

complesse associazioni tombali e dei costumi funerarì praticati all'interno dell'edificio

monumentale M. Oltre a confermare una comune discendenza e una parentela genetica,

ulteriori prove emerse dall'analisi antropologica e paleopatologica delle inumate hanno

chiarito aspetti sconosciuti delle loro abitudini di vita, offrendo sostanziali indicazioni

circa i primi anni della loro vita, connessi alla loro educazione in un ambiente socio­

culturale definito da specifiche caratteristiche. Sulla base di dati provenienti ancora una

volta dal contesto dentario, più precisamente dalle ipoplasie dello smalt09, è stato possibile

dimostrare che tutte e tre le donne più giovani furono soggette a stress durante i primi

anni di vita. Quest'ultimo è stato caratterizzato da momenti di interruzione e successivo

miglioramento dello sviluppo biologico, che sono rimasti impressi in maniera indelebile

sullo smalto di tutte e tre le donne più giovani, sotto forma di linee di ipoplasia dello

smalto lO. Dal inomento che è possibile calcolare l'età biologica in cui si sono verificati

tali episodi di ipoplasia, si è potuto constatare un pattern ricorrente nelle tre donne più

giovani. Dal terzo al primo quarto del sesto anno di vita (all'incirca dai 3 ai 5,25 anni),

esse affrontarono complessivamente tre episodi consecutivi di stress fisico, distanti

mediamente l'uno dall'altro appena nove mesi. Tali espisodi furono così importanti da

limitare temporaneamente aspetti dello sviluppo biologico di queste tre donne, arrestando

così il funzionamento degli ameloblasti, responsabili della produzione di smalto, e

interrompendo di conseguenza la regolare formazione di questo tessuto dentale. Ogni

volta che le tre donne si riprendevano da ciascun evento stressante, l'attività delle cellule

ameloblastiche cominciava nuovamente, segnando tuttavia in maniera indelebile il dente

con una linea ipoplasica nel punto in cui lo sviluppo si era arrestato per poi riprendere.

7. Il 'flusso genico' è un concetto relativo alle dinamiche evolutive di una popolazione; esso descrive le condizioni ehe possono influenzare, permettere o impedire la distribuzione di materiale genetico allelomorfo ed è pertanto in relazione con la varietà genetica a livello interno a un gruppo/una popolazione della stessa specie.

8. Vale a dire che eccedono la percentuale del tratto ereditario del Carabelli, nel coevo campione antico, osservato nella popolazione femminile di Eleutherna.

9. Tale fenomeno fu inizialmente denominato 'difetto ipoplasico' da Zsigmondy 1893, 709-7l7. Della vasta bibliografia relativa alla natura dell'ipoplasia dello smalto dentario si v. ad es.: Sarnat - Schour 1941, 1989-2000; Goodman - Armelagos - Rose 1980,515-528; Goodman - Rose 1990,59-110; Hillson 1992, 460-466; Witzel et alii 2008, 400-414.

10. Per questioni metodologiehe si v.: Swardstedt 1966; Reid - Dean 2000,135-139; Reid - Dean 2006, 329-346; Hubbard et alii 2009, 177-189.

Le cause dell'ipoplasia dello smalto dentario sono molteplici e sono in relazione o con

l'ambiente prenatale e le condizioni di salute della madre, oppure con l'ambiente post­

natale, legato a una serie di condizioni idiopatiche, come reazioni di ipersensibilità

auto-immunitaria, traumi, fattori epidemiologici (ad es. malattie infettive infantili

incluse quelle esantematiche), condizioni socio-culturali (ad es. gli effetti del cattivo

adattamento allo svezzamento), nonché fattori ambientali che causano malnutrizione

elo fame periodica. Il caso di queste tre donne, dal punto di vista qualitativo, offriva

un'occasione unica per gettar luce sulle loro condizioni di vita attraverso le ipoplasie,

che probabilmente rispecchiano anche più in generale l'ambiente socio-culturale di

Eleutherna. Sulla base dei risultati paleopatologici, nella misura in cui lo ha consentito

lo stato di conservazione delle ossa, ma anche sulla base dell'indagine scheletrica e del

profilo generale paleopatologico di un campione popolazionistico di Eleutherna loro

coevo, si è supposto che i traumi e le insufficienze alimentari vadano esclusi dal novero

dei possibili fattori che scatenarono i parametri stressogeni dei primi anni della loro

vita, causando effetti ipoplasici sullo smalto dentario. Sebbene non si possa escludere

l'ipotesi alternativa, che cioè complicazioni relative allo svezzamento siano state un

probabile fattore di stress, forse anche della manifestazione precoce di ipoplasia, si

sta valutando la possibilità che malattie infettive dell'età infantile con febbre, quindi

fattori epidemiologici relativi a una specifica fascia d'età della popolazione, siano stati i

probabili fattori che causarono tale stress in età precoce. Tali eventi di stress, derivati da

probabili patologie infettive che si manifestarono con relativa frequenza nella seconda

metà del sottogruppo d'età denominato 'infanzia 1'11 nel contesto di Eleutherna, sembra

siano perdurati come manifestazioni endemiche-epidemiologiche potenzialmente nocive,

che inesorabilmente colpirono le tre donne più giovani quando ciascuna di esse raggiunse

l'intervallo cronologico cui si è fatto riferimento.

Le manifestazioni età-specifiche di questi eventi di arresto e ripresa dello sviluppo

biologico, rivelati dall'indagine sui denti delle tre donne più giovani, che coprono un

ampio spettro di classi d'età, hanno offerto informazioni preziose su specifici fattori

fisici, sociali e ambientali ai quali erano state esposte durante i primi anni di vita.

Il. La fascia d'età 'infanzia l' riguarda il periodo della vita compreso tra la nascita e il sesto anno di vita.

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Tali fattori sembra si siano mantenuti con una certa costanza nel periodo coperto dalle

età delle tre donne più giovani e pare abbiano afflitto ripetutamente, per tre volte, le tre

donne, sulle quali le conseguenze furono evidenti nella prima età infantile; tali eventi

hanno interessato in sequenza dapprima la donna Y, poi (12 anni dopo) la donna N e

infine (14,5 anni dopo la prima manifestazione nella donna Y) la donna H. Dal punto

di vista paleopatologico e paleoepidemiologico, questi episodi di stress manifestatisi in

età infantile suscitano ulteriori interrogativi che esigono risposte, dal momento che una

triplice ripetitività e un'incidenza età-specifica sono state osservate, seppure con una

minore frequenza, anche sui denti del coevo campione femminile di Eleutherna12•

Di conseguenza, si sta valutando la plausibilità delle seguenti ipotesi esplicative 13 , pur

non limitandosi solo a esse: a) che condizioni idiopatiche, legate a caratteri genetid4,

possano aver reso le tre donne più giovani più suscettibili all 'impatto di malattie infettive

dell'età infantile, rispetto alle altre donne del campione coevo; b) che queste tre donne,

accomunate dalla discendenza come dimostrato dalla singolare manifestazione dei tratti

dentari ereditari, possano aver vissuto i primi anni della loro vita in un altro luogol5, dove

le malattie infettive dell'età infantile non venivano affrontate in modo particolarmente

risolutivo; c) che durante il primo periodo di vita di queste tre donne, nel territorio di

Eleutherna, possano essere stati assenti forme di aggregazione, vuoi a causa delle distanze

tra le varie aree, vuoi a causa di misure culturali imposte al fine di evitare la diffusione

di malattie infettive dell'età infantile; infine, in aggiunta alle possibilità precedenti, d)

che nel contesto sociale di Eleutherna, perfino tra persone accomunate da una stessa

discendenza, vi fossero restrizioni dettate dalla posizione sociale, che avevano generato

norme o addirittura obblighi di stratificazione sociale e particolari contesti in cui allevare

in modo preciso una prole selezionata, con la finalità, tra tutti gli obiettivi socio-culturali,

di proteggere dall'indesiderata diffusione di malattie infettive dell'età infantile.

12. Sebbene il campione relativo alla contemporanea popolazione femminile di Eleutherna possa comprendere un nucleo di attributi qualitativi e pertanto possa non essere adatto per trame risultati statistici più ampì, è tuttavia l'unico che a questo momento offra la possibilità di una prospettiva, in questo sito, per un certo numero di circostanze bio-culturali di questo specifico lasso temporale, riguardanti minimamente le donne di Eleutherna.

13. Isolate o combinate tra loro. 14. Una tale ipotesi indicherebbe una mutabi1ità genetica minore determinata da una minore distanza

biologica. Questo argomento è ancora in corso di attento studio, tramite una serie accuratamente programmata di misurazioni archeometriehe.

15. Nonostante l'assenza di prove che conducano in questa direzione, si deve prendere in considerazione una tale possibilità, che va adeguatamente tenuta in conto confrontando i dati a disposizione ed eventuali nuovi dati.

Le 'Sacerdotesse-Aristocratiche' di Eleutherna

Sebbene ulteriori dati archeo-antropologici possano meglio chiarire le circostanze che

nelle prime fasi della vita di queste tre donne causarono gli episodi di stress, che in tutti e

tre i casi esse riuscirono a superare16, è possibile che esistessero, nell'ambito del contesto

socio-culturale, adeguati meccanismi o risorse che furono evidentemente in grado di

alleviare condizioni di stress biologico in quel periodo critico che è l'età infantile.

Per quanto riguarda la donna r, la più anziana, la conservazione delle superfici dentarie

(tenendo conto delle conseguenze dell'usura e della patogenesi relativa all 'età e a processi

degenerativi) non ha permesso di effettuare osservazioni simili, eccezion fatta per quei

pochi anelli di smalto sulla superficie della corona dentaria in prossimità delle giunture

tra cemento e smalto; tali anelli hanno stimato un'età biologica dello smalto superiore

agli iniZI del primo quarto del sesto anno di vita. In ogni caso, tali superfici dentarie non

presentavano linee ipoplasiche dello smalto, come nel caso delle tre donne più giovani

e del campione femminile coevo, caratterizzato per l'appunto dall'assenza di ipoplasie

dello smalto dopo il primo quarto del sesto anno di vita (5,25 anni). Ciò è indizio di una

crescita e di uno sviluppo privi di episodi di intenso stress, che avrebbero altrimenti

segnato la formazione dello smalto, fino alla metà circa del dodicesimo anno di vita.

L'indagine dentaria delle quattro donne sepolte nell' edificio tombale M - soprattutto delle

tre più giovani, le cui superfici dentarie erano in uno stato di conservazione migliore - ha

fornito ulteriori informazioni circa la loro dieta, la quale, a quanto pare, comprendeva

alimenti preparati con notevole cura.

Tracce di usura lievemente omogenee sui denti anteriori e posteriori, in cui si erano ben

conservati il bordo incisale nel caso dei denti anteriori e le superfici occlusali nel caso

dei denti laterali, indicano che nei cibi accuratamente preparati eràno in gran misura

assenti, sia perché erano stati eliminati, sia perché non vi erano stati inclusi casualmente

o di proposito, elementi di una durezza pari o superiore a quella dello smalto dentario 17.

16. Come è testimoniato con efficacia anche dal campione antropologico della popolazione femminile di Eleutherna risalente a questo stesso periodo.

17. Avendo come punto di riferimento la durezza 5 per lo smalto dentario nella scala Mohs e la durezza lO, la più alta, per il diamante.

Le tracce di usura l8 variavano dall'appiattimento dell'apice delle cuspidi fino a una lieve

abrasione del bordo incisale nelle donne più giovani H e N19; fanno eccezione alcuni

punti isolati, soprattutto sui denti anteriori, che di solito erano impiegati anche per altri

scopi, fungendo da 'terza mano'20 e per mordere esclusivamente materiali morbidi. Un

moderato grado di usura è stato rilevato nella donna Y, mentre un grado di usura notevole

è stato documentato sulle superfici dentarie della donna più anziana (r); le condizioni

dei denti di quest'ultima sono proporzionate all'età e alle modifiche determinate dalla

masticazione nel corso della lunga vita, modifiche tuttavia indicative del consumo di

cibi sempre accuratamente preparati. Mutamenti osservabili sulle mascelle e sui denti

furono consecutivi ad alterazioni causate dalla sinergia di diversi fattori: periodontite,

lievi depositi infragengivali di tartaro, ipercementazione della radice dentaria, processi

di riassorbimento alveolare, perdita di alcuni denti durante la vita, un ascesso apicale in

via di guarigione21, spostamento di denti combinato al mutamento dell' asse di pressione

durante la convergenza masticatoria tra mandibola superiore e inferiore22, nonché infine

le conseguenze di osteoartropatia e indurimento osseo delle aree di giunzione temporo­

mandi boIari.

Come rivelato dall'indagine dentaria delle tre donne più giovani, sulla base dei

cambiamenti acquisiti che si sono evidenziati sia sulle superfici dentarie cliniche sia su

quelle anatomiche, nonché delle condizioni periodontali delle ossa alveolari, è chiaro che

gli alimenti consumati contenevano adeguate quantità di ingredienti ricchi di carboidrati,

provenienti da prodotti agricoli. Fenomeni di carie al colletto23 sono stati documentati in

percentuale notevolmente maggiore rispetto ad altre popolazioni, la cui dieta si basava

su alimenti ricchi di carboidrati24 e di glucosio, ad es. quelli derivati da cereali o dal

consumo di prodotti coltivati come la vite, o perfino ricchi di lattosio assunto dal consumo

di derivati del latte.

18. Si v. Fine - Craig 1981,335-344; Johansson et alii 1993. 125-131. 19. La donna N presentava inoltre una tendenza, allo stadio iniziale, a isole di dentina su alcune zone delle

superfici occ\usali. 20.Si v. gli esempi in Molnar 1971,175-190, e Molnar 2008.423-431. 21. Si v. Alexandersen 1967,551-595; Brook et alii 1991, 123-125; Alt et alii 1998,387-415. 22. Khcra et alii 1990, 139-147. 23. Si v. ad es.: Magitot 1875; Mande11983, 926-929; Kim 1990,48-53; Hahn 1991,147-153; Ismail 1997. 13-

23; Hillson 200 I, 249-289.

24. Questo soggetto è in corso di valutazione sulla base degli studI clinici derivati dall'analisi epidemiologica di Gustafson ct alii 1954,232-364; Srecbny 1983, 148-155; Kashket el a1ii 1994,291-296.

II' W:, Le 'Sacerdotesse-Aristocratiche' di Eleutherna

Sia i denti della mascella superiore sia quelli della mascella inferiore erano affetti da carie

in egual misura, che interessava prevalentemente i denti posteriori rispetto a quelli anteriori

e, in molti casi, superficì cervicali multiple dello stesso dente. Data la documentazione di

un elevato numero di carie, che nella maggior parte dei casi interessava il collett025 e solo

in alcuni casi anche le superfici occlusali26, è probabile che queste donne consumassero

prevalentemente alimenti ricchi di fruttosio - acquisito, si propone, soprattutto dal miele,

il cui favo con ogni probabilità era trattenuto per un tempo alquanto lungo nel cavo orale

- combinato con il possibile consumo di carboidrati cotti, che forse contenevano miele o

altre sostanze dolcificanti a base di glucosio.

Quest'ultimo, assieme al fruttosio, sarebbe stato metabolizzato dai batterì del cavo orale

per le loro funzioni, innescando l'attività infettiva27 che avrebbe favorito la proliferazione

della flora batterica e la successiva deposizione di placca dentaria calcificata28; quest'ultima

è ben distinguibile sulle superfici dentarie delle tre donne, a dispetto della loro igiene

dentaria complessivamente buona, con conseguenze nocive soprattutto a livello delle

giunzioni tra smalto e cemento. L'elevata incidenza delle carie del colletto nelle tre

donne più giovani dell'edificio tombale M supera di gran lunga quella documentata

nella contemporanea popolazione femminile di Eleuthema. Ciò suggerisce che queste

tre donne avessero più facile accesso a cibi più ricchi in zuccheri rispetto alle donne di

Eleuthema loro contemporanee. Assumendo la giovane donna H, di 13,5 anni d'età, in

rappresentanza di tutto il gruppo delle tre donne più giovani, si può considerare un altro

aspetto riguardante la dieta, relativo all'assunzione di tali alimenti ricchi di zuccheri in

una fase più precoce della vita e con una frequenza superiore rispetto al coevo campione

femminile di Eleuthema.

25. Nella donna Y si sono riscontrate carie su 13 (40,625%) dei 32 denti o su 18 (11,25%) delle 160 superfici dentarie interessate (ogni dente ha cinque superfici dentarie: 32 denti x 5 superfici = 160 superfici); inoltre, su 16 (12,5%) delle 128 superfici di congiunzione tra smalto e dentina si è riscontrata carie del colletto (si eccettuano i bordi incisali e le superfici occlusali dei 32 denti: 32 denti x 4 superfici = 128 superfici) - si escludono dal computo due superfici occlusali con carie. Nella donna N si è riscontrata carie del colletto su 6 (40,0%) dei 15 denti disponibili per le analisi o su 9 (12,0%) delle 75 superfici dentarie interessate, mentre 9 (15,0%) delle 60 superfici di congiunzione tra smalto e dentina erano state colpite da carie del colletto. Nella donna H si è riscontrata carie del colletto su 5 (17,0%) dei 29 denti disponibili per le analisi o su 7 (4,82%) delle 145 superfici dentarie interessate, mentre 7 (6,03%) delle 116 superfici di congiunzione tra smalto e cemento erano state colpite da carie del colletto. L'alto numero di superfici di congiunzione tra smalto e cemento colpite da carie potrebbe ulteriormente aumentare dopo la conclusione della ricerca, ora in corso, sulla differente diagnosi tra carie del colletto e conseguenze dell'attività post mortem di bacilli acidi, in grado di causare processi di degenerazione del tessuto della dentina, nei punti di congiunzione tra smalto e cemento, tali da somigliare ai danni provocati dalla carie del colletto.

26. Ciò si è osservato solo nel caso della donna Y, la più adulta delle tre donne più giovani. La sua età ha permesso che fosse esposta per un tempo sufficiente alle condizioni che possono aver causato due carie su superfici occlusali.

27. Come quella dello Streptococcus mutans e del Lactobacillus acidophilus, responsabili soprattutto delle malattie dentarie.

28. Swardstcdt 1966; Powell - Garnick 1978, 621-624; Dobney - Brothwell 1986, 55-82; Driessens -Verbecck 1989,7-18; Licvcrse 1999,219-232.

Le 'Sacerdotesse-Aristocratiche' di Eleuthema

Quanto alla donna più anziana (O, in merito alla presenza o meno di carie e alla caduta

di numerosi denti prima della morte29, i denti preservati mostravano superfici occlusali

e bordi incisali fortemente usurati; tale dato potrebbe aver cancellato eventuali tracce

di carie cervicali. Sia i bordi incisali, sia le superfici occlusali si presentavano inclinate

lateralmente, scoprendo la dentina terziaria all'interno di una cavità, la cui estremità

inferiore era posta più in basso rispetto alla giunzione tra smalto e cemento, laddove

originariamente sarebbe insorta la carie. Appare altamente probabile che la carie del

colletto, assieme ad altri processi di usura dentaria, abbia contribuito a tali mutamenti

della superficie della corona, indebolendone la struttura attraverso un processo di graduale

erosione fino a raggiungere la polpa dentaria. Ciò avrebbe condotto alla distruzione e

destabilizzazione della porzione di corona affetta da tale processo, con un conseguente

sfaldamento della sua superficie, perfino durante le normali condizioni di masticazione.

Un' altra documentata manifestazione dentaria riguarda una singolare caratteristica,

propria delle quattro donne dell'edificio tombale M e non del campione femminile

popolazionistico di Eleutherna loro contemporaneo: la colorazione delle superfici

dentarie. Le sfumature di colorazione delle superfici dentarie di queste donne variavano

dal giallo-rossiccio (7.5YR 6/6 della scala Munsell) e dal giallo-marroncino (lOYR 6/6

della scala Munsell) al marrone intenso (7 .5YR 5/8 della scala Munsell) e al marrone scuro

(7.5YR 3/4 della scala Munsell), mostrando un aumento dell'intensità di colorazione in

relazione all' aumentare dell' età; di conseguenza, la colorazione non può essere attribuita

esclusivamente a fattori tafonomici (ad es. decolorazione dovuta all'infiltrazione di

ossidi di ferro). Sebbene sia macroscopicamente sia a basso ingrandimento non si siano

osservati, né sulle corone dentarie né sullo smalto, sintomi di un'imperfetta amelogenesi,

viene presa in considerazione l'ipotesi di ereditarietà di questo disturbo, legata a forme

autosomiche dominanti o recessive e/o recessive legate ali 'X30.

29. Si v. Lukacs 1995. 151-156. 30. Poiché la manifestazione di tale malattia, dal momento che è di tipo genetico, può essere particolarmente

più alta tra parenti.

Le 'Sacerdotesse-Aristocratiche' di Eleutherna

In ogni caso, si sospetta che il cavo orale di queste donne sia stato esposto, in vita, a

una sostanza organica di origine vegetale con funzioni molteplici3l, tra cui anche

quella di colorante; tale sostanza sarebbe penetrata, provocando la colorazione della

corona dentaria32• L'intensità della colorazione dipendeva dalla durata, dall 'incidenza e

dagli effetti cumulativi dell 'impiego di tale sostanza, a seguito di penetrazione e/o di

reazioni chimiche a carico delle zone acellulari più sottili dello smalto e della sostanza

intercellulare della sotto stante dentina33• Tale fenomeno era molto evidente sui bordi

incisali e sulle superfici occ1usali, come mostrato dall'assottigliamento dello smalto,

nonché a livello di isole di dentina non pienamente formate (nel caso della donna N), di

isole di dentina già esposte (nel caso della donna Y) e ancor più sulle superfici occlusali

e sui bordi incisali fortemente usurati (nel caso della donna n. Le manifestazioni di

colorazione dei denti di tutte e quattro queste donne suggeriscono che esse siano state

esposte a fattori ad alto potenziale colorante, fatto che rivela l'assenza di fondamentali

differenze interne al gruppo riguardo a questo aspetto. Tali informazioni ulteriori vanno

ad aggiungersi alle manifestazioni fenotipiche derivate da fattori ereditari e all' insieme di

tutte le altre manifestazioni finora documentate, che rispecchiano le relazioni particolari e

interdipendenti tra queste quattro donne sepolte nell'edificio tombale M.

Bisogna ammettere che, sebbene i denti delle quattro donne fossero in uno stato di

conservazione migliore rispetto ai rimanenti resti scheletrici, si sono potuti ottenere dati

importanti anche dalle ossa craniche ed endocraniche, in aggiunta alle informazioni fornite

dall'indagine dentaria; si sono cosÌ ottenuti nuovi dati, relativi soprattutto a questioni

di biologia scheletrica e di plasticità delle ossa, indici mio-scheletrici che riflettono il

movimento durante la vita e lo stress da lavoro abituale, ma anche la paleopatologia.

31. Tale sostanza poteva avere diversi impieghi c non essere esclusivamente di tipo alimentare. Durante l'indagine antropologica, ora in corso, si prende in esame una serie di sostanze derivate dai fiori, dai frutti e dalle foglie di alcune piante aromatiche, incluso il Papaver somniferum.

32. Va riconosciuto (sebbene ciò non valga nel caso di questo specifico materiale dentario) che, in casi di amclogcnesi imperfetta, l'insufficiente mineralizzazione e/o la presenza di uno strato più sottile di smalto dentario e il conseguente processo di mineralizzazione precoce possono favorire una maggiore colorazione delle superfici dentarie tramite l'assunzione o la masticazione di diverse sostanze.

33. Lo strato superiore-esterno di dentina primaria, coperto dallo smalto dentario.

Le 'Sacerdotesse-Aristocratiche' di Eleutherna

1/ I Si è data grande importanza allo studio delle componenti scheletriche dell'asse I endocranico34, integrato dall'indagine dello scheletro degli arti, al fine di acquisire

informazioni relative allo sviluppo successivo i primi anni d'infanzia e, ave possibile

(per le donne Y e r), fino ai primi anni dell' età adulta35• Si è potuta in tal modo constatare

l'assenza di ostacoli o di condizioni debilitanti, tali da impedire i processi di sviluppo

corporeo e che d'altro canto avrebbero lasciato chiari segni di stress sul materiale

osseo. Tenendo conto dei fattori limitanti, imposti dalla conservazione parziale del

materiale scheletrico, è stato possibile constatare che, a dispetto della costituzione

anatomica relativamente gracile, tutte e quattro le donne svolsero, fino a quando il

sopraggiungere della morte non ne impose la sospensione, attività che richiedevano la

partecipazione coordinata di tutto il sistema mio-scheletrico, senza tuttavia osservare

mutamenti scheletrici imputabili ad attività particolarmente faticose, tra cui ad es.

- ma non solo - il sollevamento di pesi eccessivi e i conseguenti effetti traumatici.

Tali considerazioni chiariscono aspetti della vita di queste quattro donne, suggerendo

una sistematica astensione da attività fisiche impegnative36, nell'ambito delle diverse

mansioni femminili. Questa condizione trova riscontro in quanto osservato anche nel

campione coevo femminile di Eleuthema, che evidentemente apparteneva a un ceto

sociale elevato37•

Tuttavia, sembra che le due donne più anziane (Y e r) non si astenessero del tutto

da attività relativamente intense, che richiedevano un movimento continuo e preciso

della parte superiore del corpo. Tali processi hanno riguardato le articolazioni sterno­

c1avicolari e delle estremità superiori, spalla e gomito, nonché l'articolazione distale

del polso, mettendo in moto i muscoli agonisti con i loro corrispondenti antagonisti, al

fine di preservare un angolo di circa 45° tra la spalla e l'omero e le braccia abdotte e in

parziale estensione, come ad es. richiede il lavoro di filatura all' arcolaio. Testimonianze

delle conseguenze di movimenti ripetuti, eseguiti regolarmente e per un lungo periodo

di tempo durante la loro vita, sono anche fornite dalla precoce comparsa di mutamenti

osteo-artropatici, evidenti sull'articolazione distale dell'avambraccio, in concomitanza

con un focolaio osteo-sclerotico a livello dell'articolazione del gomito nella donna

Y, mentre importanti mutamenti osteo-artropatici, accompagnati da aree fortemente

interessate da processi osteo-sclerotici, erano dominanti sulle articolazioni degli arti

superiori della donna più anziana (r).

34. Con particolare attenzione agli elementi dello sviluppo corporeo. 35. Dai 18 ai 20/21 anni d'età, vale a dire i primi anni della cd. 'prima età adulta' (18-25 anni). Tale termine

designa una fascia d'età, in stud'ì bio-archeologici e demografici, che non prende in considerazione modelli culturali antichi, come ad es. questioni riguardanti la fertilità, i riti di passaggio all'età da matrimonio e la procreazione.

36. Come ad es. la partecipazione forzata ad attività agricole, che solitamente procurano stress dovuto al trasporto di pesi eccessivi o a traumi.

37. Si v. Agelarakis 2010.

w ..... _-.;,4""1;..1131 Le 'Sacerdotesse-Aristocratiche' di Eleutherna

Per quanto consentito dallo stato di conservazione, l'indagine ossea della donna r ha

evidenziato un quadro di salute relativamente buono e di notevole longevità. Afflitta

dalle inevitabili conseguenze della vecchiaia, come osteoporosi e disturbi spondilo­

artropatici, con frequenti manifestazioni di dolorose infiammazioni e gonfiori a carico

delle articolazioni durante gli ultimi anni di vita, la donna r presentava tuttavia un

notevole grado di sopportazione; i segni delle inserzioni muscolari a livello degli

arti inferiori, afflitti anch'essi da osteoartropatie, hanno fornito prova di movimenti

locomotori lunghi e continui, nello splendido territorio di Eleutherna.

Le relazioni tra queste quattro donne, inizialmente emerse dal complesso simbolismo

tombale, erano destinate a superare l'angusto contesto funerario, fino a riflettere

l'ambiente sociale di appartenenza in vita, illuminando aspetti della loro vita e

permettendo perfino di ricostruire la sfera del loro passato attraverso parentele

ancestrali precedenti la loro vita. È unica la storia di queste quattro donne e delle

relazioni particolari che esse avevano intrecciato prima della morte e che erano

inevitabilmente destinate a continuare anche nella esistenza ultraterrena. Le relazioni

e le importanti esperienze di vita condivise dalle quattro donne dell'edificio tombale

M hanno trovato un comune denominatore perfino nell'assenza di prove, nell'ambito

dell' indagine scheletrica, che avrebbero potuto indicare la causa della loro morte in

una costrizione, una violenza o nelle conseguenze di un trauma fisico. Sebbene l'ampio

range temporale coperto dall'età di queste quattro donne potesse suggerire, come

possibile causa di morte, una malattia infettiva, non si hanno dati archeo-antropologici

coevi a questo periodo e relativi allo stesso ambiente che possano provare un'ipotesi

simile. Tra le poche ipotesi ancora in corso d'indagine vi è una proposta, che cioè in

una circostanza temporale iscritta sulle pergamene di Clio, forse determinata da un

evento di portata storica, e in un'espressione assoluta di sacrificio volontario, in un

comportamento pregno di rispetto e obbedienza mosso da un obbligo morale e dai

dettami della virtù e della coscienza, con dedizione e fede nel compimento legale e

onesto delle azioni richieste da determinate posizioni socio-culturali e/o per pietà,

devozione e obbedendo a un giuramento di sudditanza all'occulta esistenza del divino,

una sostanza dagli effetti mortali, e forse con un precursore sonnifero, che aveva lo

scopo di chiamare Atropo ad agire, abbia permesso alle quattro donne di travalicare

insieme i limiti e di continuare in eterno, l'una in compagnia dell'altra, i propri doveri

e le proprie funzioni nei campi di asfodeli di Ade.

Bisogna ammettere che probabilmente non conosceremo mai i loro nomi, i loro pensieri

e le responsabilità di ciascuna di esse, le loro ambizioni, le loro speranze, i loro sogni.

Eppure, guardando fugacemente aspetti delle significative e complesse relazioni che

intercorrevano tra di loro nell' antico sciogliersi di questo arcano enigma e nella narrazione

che si è finora decifrata, si possono scoprire avvenimenti di eccezionale importanza. In

tal modo si è svelato un legame ancestrale, ma si sono anche avvertiti la responsabilità e

l'obbligo di indagare più a fondo, al di là dei fondamenti percepibili, nella speranza che

un' ulteriore ricerca interdisciplinare e un lungo studio basato su processi metodologici e

su un' analisi accurata possano illuminare ulteriormente l'ispirata sequenza di eventi e gli

splendidi risultati ottenuti dagli antichi abitanti di Eleuthema38 •

Pro/. Anagnostis Pan. Agelarakis

3S. Desidero esprimere la mia più viva riconoscenza al mio collega. il prof. N. Chf. Stampolidis. Direttore del Museo di Arte Cic1adica. che scava a Orthì Petra. per la fiducia di lunga data e il sostegno offcrtomi durante i venti anni della nostra collaborazione a Elcutherna. Ringrazio anche la sig.ra Argyrò Moutafì­Agelaraki per le sue cure, le attenzioni e l'aiuto offerto durante gli anni di scavo a Orthì Petra.

Le 'Sacerdotesse-Aristocratiche' di Eleutherna