Corredi funerari femminili di rango a Vulci nella prima età del ferro: il caso della Tomba dei...

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PPE.Atti IX PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA L’alba dell’Etruria Fenomeni di continuità e trasformazione nei seco li XII-VIII a.C. Ricerche e scavi PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA ATTI DEL NONO INCONTRO DI STUDI CENTRO STUDI DI PREISTORIA E ARCHEOLOGIA Milano

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PPE.Atti IX

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA

L’alba dell’EtruriaFenomeni di continuità e trasformazione

nei secoli XII-VIII a.C.

Ricerche e scavi

Da molti anni gli studiosi di Protostoria e gli Etruscologi focalizzano la loro attenzionesulle vicende e sulle trasformazioni avvenute in Etruria tra i secoli XII e VIII a.C.,un’epoca cruciale in cui si forma quella che nei secoli successivi sarà la Civiltà etruscaormai completamente sviluppata. Lo scopo del convegno è stato quello di indagare queste trasformazioni, i processi che le sottendono, e la spiegazione delle loro cause, sia dal punto di vista del territorio,sia da quello dello sviluppo sociale, culturale, ideologico.I dati archeologici ora a nostra disposizione, frutto di scavi e studi recenti permettono di rivisitare gli eventi di questo lungo periodo e di ricostruirli e leggerli in modo critico.Si sono prese in esame le continuità e le trasformazioni che avvengono nel tempo in situazioni particolarmente indicative: quali l’uso del territorio; gli insediamenti, le singole strutture abitative o di servizio, la programmazione degli spazi interni; la formazione di villaggi rurali e artigianali; i luoghi del culto, la concezione del sacro e l’ideologia funeraria; gli oggetti del quotidiano; l’organizzazione sociale e i corrispondenti indicatori; la concezione del potere e i simboli di status; la mentalità.Come sempre il tema ha riguardato l’Etruria in senso lato, ma per i necessari confronti sono stati accettati anche interventi relativi ad aree diverse, purché conproblematiche collegate. In qualche caso, strettamente legato all’Etruria, è stato anchepossibile analizzare elementi di epoca più recente, come esiti di situazioni protostoriche. La seconda sezione ha raccolto gli interventi relativi agli studi e alle scoperte pre e protostoriche effettuate in Etruria durante gli ultimi anni.

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vol. I

llee eeddiizziioonnii ddeell CCSSPP Centro Studi di Preistoria e Archeologia

Atti del Nono Incontro di StudiValentano (Vt) – Pitigliano (Gr), 12-14 Settembre 2008

L’alba dell’EtruriaFenomeni di continuità e trasformazione nei secoli XII-VIII a.C.

Ricerche e scavi

a cura di Nuccia Negroni Catacchio

In copertinaL’alba dell’Etruria, disegno di Ercole Negroni

Questo volume è stato stampato con il contributo dell’Università degli Studi di Milano

È vietata la riproduzione anche parziale a uso interno o didattico,con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia non autorizzata.

ISBN 978-88-639-9038-6

© 2010 by Centro Studi di Preistoria e Archeologia – Onlusvia Fiori Chiari 8, 20121 Milanowww.preistoria.it

Nono Incontro di StudiValentano (Vt) – Pitigliano (Gr), 12-14 Settembre 2008

Direzione scientificaNuccia Negroni Catacchio

Coordinamento scientificoMassimo Cardosa, Laura Guidetti, Enrico Pellegrini

SegreteriaChiara Fizzotti, Maria Teresa Peragine, Centro Studi di Preistoria e Archeologia

Enti PromotoriUniversità degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze dell’Antichità,Sezione di ArcheologiaCentro Studi di Preistoria e Archeologia – Onlus, MilanoComune di Pitigliano (Gr) – Museo Civico Archeologico della Civiltà EtruscaComune di Valentano (Vt) – Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese

Enti di patrocinioMinistero per i Beni e le Attività Culturali: Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaSoprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria MeridionaleIstituto Italiano di Preistoria e ProtostoriaRegione Toscana – Assessorato alla CulturaRegione Lazio – Assessorato alla CulturaProvincia di Grosseto – Assessorato alla CulturaProvincia di Viterbo – Assessorato alla Cultura

Contributi diCentro Studi di Preistoria e Archeologia – Onlus, MilanoFondazione Carivit, ViterboProvincia di Viterbo – Assessorato alla CulturaComune di Pitigliano Comune di ValentanoBanca di Credito Cooperativo di Pitigliano

PresidenzeFilippo Delpino, CNR. Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo AnticoMaurizio Harari, Università degli Studi di PaviaFulvia Lo Schiavo, Soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana,FirenzeLuigi Malnati, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’EmiliaRomagna, BolognaAnna Maria Moretti Sgubini, Soprintendente per i Beni Archeologicidell’Etruria Meridionale, RomaEnrico Pellegrini, Musei Civici di Pitigliano Anna Maria Sestieri, Presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria

Atti del Nono Incontro di StudiCoordinamento, redazione e impaginazioneLaura Guidetti

Preistoria e Protostoria in Etruria

Due anni or sono, in questa stessa sede, avevamo dato notizia deiprimi risultati del lavoro di riordinamento dei contesti e dei ritrova-menti sporadici della prima età del ferro di Vulci, lavoro che ha per-messo di recuperare, come già per i materiali di età storica, una seriedi dati utili a colmare, almeno in parte, le lacune di una documenta-zione notoriamente assai frammentaria1. In quella stessa occasione siera ribadito come, in assenza di nuovi scavi sistematici2, le unicheinformazioni relative all’assetto topografico dei sepolcreti villanovia-ni3 si debbano ancora sostanzialmente allo Gsell4. Come è noto, que-sti aveva inoltre individuato, in un settore della necropoli orientaleubicato a nord-ovest della Cuccumella, quattro raggruppamenti ditombe a pozzetto, due dei quali contrassegnati da una grande pietrainfissa nel terreno e grossolanamente sbozzata5, che documentano,sin da un momento avanzato del Primo Ferro iniziale, un’articolazio-ne sociale particolarmente complessa.

Se le aree funerarie si qualificano come i luoghi nei quali la comu-nità, con atti appropriati, iscrive i propri antenati nella memoria col-lettiva, le singole sepolture e il rituale funerario dovrebbero rappre-sentare, seppure in chiave simbolica, l’identità sociale dell’individuo ei suoi rapporti con gli altri membri del gruppo6. Relativamente a que-sto secondo aspetto, la nostra attenzione si è doverosamente soffer-mata su uno dei più noti contesti del Primo Ferro: quella Tomba deiBronzetti sardi che, scoperta cinquant’anni fa nella necropoli di Ca-valupo7 (fig. 1A-C) e resa nota da Maria Teresa Falconi Amorelli nel19668, si conferma di fondamentale importanza per la ricostruzionedelle dinamiche storiche, economiche e sociali della prima Vulci.

Al contributo della Falconi Amorelli, cui nel tempo gli studiosihanno fatto riferimento9, si deve la restituzione grafica dei materiali.Non vi si trova, invece, alcun cenno alle circostanze di rinvenimento

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* Soprintendenza per i Beni Archeolo-gici dell’Etruria Meridionale.1 Arancio et alii 2008. Per la tormentatastoria degli scavi, cfr. Moretti Sgubini c.s.2 I dati d’archivio registrano nel 1964 unintervento, rimasto inedito, condotto daGiovanni Scichilone sul Poggio Menga-relli (Ricciardi 1989, p. 35, nota 63), delquale tuttavia non si conserva agli atti ladocumentazione di scavo. Non utili aifini del nostro studio i risultati acquisitia seguito di un circoscritto intervento discavo effettuato sempre sul PoggioMengarelli nel 1979 (Sgubini Moretti1980; Ricciardi 1989, p. 35, nota 69), nelcorso del quale furono rinvenute, larga-mente sconvolte, nove tombe a incine-razione databili tra la fine della prima

età del ferro e l’Orientalizzante Antico.3 Arancio et alii 2008; cfr. anche Iaia1999, pp. 87, 91; Mandolesi 2005, p. 59.4 Gsell 1891, figg. 62, 72, 78 e planime-tria generale fuori testo.5 Gsell 1891, pp. 219-221; 226-231, fig.78; 252. 6 Bloch-Parry 1982, in particolare si cfr.l’introduzione dei due curatori, pp. 1-44.7 Sulla topografia delle necropoli e dellacittà di Vulci, cfr. da ultimo Moretti Sgu-bini c.s., con riferimenti bibliografici.8 Falconi Amorelli 1966, pp. 1-15.9 Fugazzola Delpino 1984, pp. 56-57;96-106; M.A. Fugazzola Delpino, in Ci-viltà degli Etruschi, pp. 64-66, n. 2.5.2;Iaia 1999, p. 89; Pacciarelli 2001, pp.64, 250, fig. 135.

Maria Letizia Arancio*Anna Maria Moretti Sgubini*Enrico Pellegrini*

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né ad aspetti del rituale come, ad esempio, il trattamento e le moda-lità di deposizione degli oggetti del corredo. L’esame autoptico del-l’intero contesto ha subito posto in evidenza alcuni fondamentaliaspetti del complesso funerario legati non soltanto al rituale, comel’esposizione di una parte dei materiali all’azione del fuoco, ma anchel’arbitraria ricomposizione di alcune staffe e fibule rinvenute disarti-colate, conseguente all’intervento di restauro effettuato poco dopo lascoperta, e numerose imprecisioni nella documentazione grafica deimateriali10. L’insieme di questi elementi, coniugati ai dati di rinveni-mento disponibili11, ci hanno incoraggiato ad approfondire la ricercasu questo importante contesto funerario12.

Consideriamo, anzitutto, le notizie relative alla sepoltura, tornatacasualmente in luce il 25 settembre del 195813 (fig. 2A-C) partendodall’esame della struttura. È stato già sottolineato come la presenzadella custodia cilindro-ovoide di tufo (fig. 2D-E) appaia episodica aVulci14, dove l’uso di deporre il cinerario in un siffatto contenitore li-tico è infatti documentato solo in altri sei casi15. Ciò che tuttavia larende un unicum, e non solo a Vulci, oltre alla monumentalità16, en-fatizzata dalle massicce modanature disposte sui bordi della custodiae del coperchio, funzionali anche al trasporto e alla collocazione delmanufatto, è il singolare apprestamento presente al suo interno. L’ur-

10 In questa fase del lavoro siamo in gra-do di presentare una nuova documenta-zione grafica (realizzata da Daniela DeAngelis, cui peraltro siamo debitori an-che di preziosi suggerimenti e consigli),soltanto per il cinerario e la scodella dicopertura, per i quali la vecchia restitu-zione appariva del tutto carente e pocoaffidabile. 11 Archivio SBAEM, pos. 3 Vulci: Gior-nale degli scavi che si eseguiscono nellanecropoli di Vulci, 25 settembre 1958;Paglieri 1992, pp. 123-124.12 Dal momento che i dati inventariali ri-portati dalla Falconi Amorelli risultanoin più casi errati, come da tempo reso no-to (cfr. Rizzo 1985, p. 519, nota 5, in cuisi citano anche la staffa a disco inv. 59943e i numerosissimi anellini (inv. 59921) ebottoncini (inv. 59922d), omessi nellapubblicazione) si è ritenuto opportunoripresentare in questa sede il catalogocompleto dei materiali con il corretto ri-ferimento inventariale: cfr. Appendice I.13 E non nel 1957 come in Falconi Amo-relli 1966, p. 1.14 Iaia 1999, p. 86. 15 Scavi Gsell, necropoli orientali, area

della Cuccumella, tombe LXXXIII,CXV e altre due depredate senza nume-ro (Gsell 1891, pp. 191, 223); scavi c.d.Bendinelli 1923, necropoli settentriona-le, loc. Osteria - La Cantina, sporadico(Bendinelli 1927, p. 136: quivi l’autoreriferisce che gli scavi, condotti fra i me-si di febbraio e di marzo “1922” [sic],furono in realtà eseguiti da privati, co-me risulta anche dalla documentazioneagli atti della Soprintendenza. Il Bendi-nelli si occupò, negli anni successivi, didefinire le quote dei materiali spettantiallo Stato e ai Guglielmi, proprietari deiterreni); cfr. Arancio et alii 2008, p. 328.A questi è da aggiungere l’esemplaresenza provenienza (inv. provv. 177) con-servato presso il Museo Nazionale Ar-cheologico di Vulci (cfr. Scuola cantiere,p. 126, n. 1; Scuola cantiere. Allegati, p.35, fig. 1); lo Gsell (1891, p. 251) riferi-sce inoltre che altre custodie cilindrichesarebbero state rinvenute nella necro-poli della Polledrara nel corso degli sca-vi eseguiti da Francesco Marcelliani(Helbig 1882-1883, pp. 168-170).16 Altezza complessiva m 1,36, di cui cm83, la custodia e cm 53 il coperchio.

1. Vulci. A. Planimetria generaledella città e delle necropoli. B. Necropoli orientale. L’area di rinvenimento della Tomba dei Bronzetti sardi sul ciglio del pianoro di Cavalupo, in corrispondenza dell’ipogeo dei Saties. C. Schizzo di SergioPaglieri, redatto al momentodella scoperta della tomba.

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na era, infatti, collocata su un “piedistallo” costituito da due elemen-ti di tufo (fig. 2E) il primo dei quali, cilindrico e ottenuto a risparmio,risulta internamente conformato per accogliere il secondo elemento,mobile, a profilo convesso e rastremato alla base (fig. 2F-G). La fac-cia superiore di quest’ultimo è lavorata a incavo per offrire uno sta-bile alloggiamento al cinerario che vi era deposto.

Per la sua forma complessivamente tozza, con collo poco svilup-pato (fig. 3A; fig. 7.43), questo risulta tipologicamente più vicino aivasi a collo distinto che ai biconici di tipo canonico, richiamando for-me vascolari del Bronzo Finale17, e comunque non locali18. L’esamedel cinerario ha inoltre evidenziato una decorazione assai più artico-lata di quella resa nota, come pure ha permesso di accertare che il va-so fu realizzato con un’unica ansa e non con due, come appare nellapubblicazione del 196619. La scodella (fig. 3B; fig. 7.42)20, al contra-rio, trova numerosi confronti in esemplari della prima età del ferro diTarquinia, di Veio e della stessa Vulci21.

Sia l’urna sia la scodella di copertura sono decorate esclusivamen-te con la tecnica delle lamelle metalliche applicate22 e il reciproco ri-

17 Non trova infatti riscontri nelle tipolo-gie dei biconici recentemente elaborate:De Angelis 2001, pp. 209-217, tavv. 58-69, A. Mandolesi, Classificazione delle ur-ne e delle scodelle-coperchio d’impasto vul-centi della prima età del ferro, in Mando-lesi 2005, pp. 443-458; può confrontarsiinvece con l’urna della tomba 7 di Mon-tetosto Alto (Trucco et alii 2000, fig. 4, 8). 18 La forma del vaso trova analogie anchein alcuni esemplari di Pontecagnano; inparticolare con il cinerario sporadico dal-la propr. Stanzione (d’Agostino-Gastaldi1988, fig. 32, 1, fig. 50, 1) simile ancheper la sintassi decorativa. L’adozione diun ossuario non canonico potrebbe esse-re correlata al sesso del defunto, come èampiamente documentato nella necro-poli del Sorbo di Cerveteri, che annove-ra numerosi ossuari non canonici riferi-bili a individui di sesso femminile, forse aindicare una peculiare condizione nel-l’ambito della comunità: olle ovoidi conquattro prese: tombe 24, 38, 420 (Pohl1972, figg. 4.1; 9.1; 83.1); olla biansata:tomba 255 (Pohl 1972, fig. 235.1); vasi abasso collo distinto (cfr. De Angelis2001, gruppo IB, p. 217, tav. 70): tombe36, 151, 193, 216, 408, 416 (Pohl 1972,figg. 7.1; 28.1; 38.1; 45.1; 172.1; 79.1);vasi a collo distinto mediamente svilup-

pato (cfr. De Angelis 2001, gruppo II, p.217, tav. 70) tombe 198, 252, 263; 293(Pohl 1972, figg. 40.1; 52.1; 56.1; 64.1);orciolo: tombe 129, 253 (Pohl 1972, figg.129.1; 53.1). In proposito appare tuttaviacerta, nonostante le modalità di forma-zione della raccolta, l’associazione comeurna e coperchio relativo dell’orciolo acollo e dell’elmo coperchio della colle-zione Massimo (Falconi Amorelli 1968,n. 2) citati in Iaia 1999, pp. 81. 19 Falconi Amorelli 1966, fig. 1.20 Orlo non molto rientrante, vascaprofonda con pareti pressoché rettilineee ansa impostata obliquamente sull’orlo;piccoli fori in prossimità dell’orlo realiz-zati dopo la cottura.21 È inserita da Daniela De Angelis (DeAngelis 2001, p. 223) nel Gruppo II, a va-sca profonda, Tipo 5, varietà B con deco-razione varia, e da Alessandro Mandolesinel suo tipo 1 (Mandolesi 2005, p. 455).22 Assai rari, in Etruria meridionale, so-no i vasi biconici decorati con questatecnica, che talora è associata all’uso delpettine (De Angelis 2001, p. 19, nota 4,con elenco). Non è questo il caso dell’e-semplare in esame, che non reca tracciaalcuna della “normale decorazione aschemi geometrici incisi” segnalata inFugazzola Delpino 1984, pp. 56-57.

2. Vulci, necropoli di Cavalupo,Tomba dei Bronzetti sardi. A-C. La tomba durante lo scavo;D-E. Custodia cilindro-ovoide ditufo, inv. provv. 178 (restituzionegrafica a cura della Soc. Mastarna; scala 1:15); F. Elemento troncoconico mobiledi tufo; G. Lo stesso posizionatoall’interno della custodia.

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chiamo dei motivi crea un insieme omogeneo, realizzato apposita-mente per la sepoltura. Quanto alla sintassi decorativa, a parte i mo-tivi geometrici più semplici23 e l’ornato posto, all’esterno, sul fondodella scodella24, va segnalato come le metope si articolino, nel casodell’urna, in almeno due schemi diversi: a croce gammata25 e a crocegreca campita. Quest’ultimo elemento, presente anche sulla scodella,è attestato, seppur raramente, in Etruria meridionale soltanto nella

23 Denti di lupo campiti, meandri, ecc.24 Per il motivo, a croce retta con angoliconcentrici tra i bracci, presente anchesulla scodella della tomba Gsell LXXXIII(Mangani 1995, fig. 2.2), cfr. De Angelis2001, motivo 22 A, p. 135, tav. 51, sempre

attestato sul fondo di scodelle. Il motivo èdocumentato, sia pure più raramente, an-che nella tecnica a incisione: De Angelis2001, motivo 22 A, p. 71, tav. 27, in pre-valenza nella stessa posizione.25 De Angelis 2001, p. 54, n. 23, tav. 18.

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tecnica a incisione26 mentre, sempre con questa tecnica, risulta larga-mente diffuso nella Campania meridionale27, ove compare anche sucinturoni a fascia28.

Numerose altre novità sono emerse dall’analisi degli oggetti checompongono il corredo funebre, in particolare per quanto riguarda lefibule. Il loro esame ha consentito di evidenziare alcuni aspetti utili a de-finire la cronologia del complesso, che Marco Pacciarelli, in attesa chegli studi in corso e in modo particolare quello relativo agli scavi condottinella necropoli di Villa Bruschi Falgari a Tarquinia29 portino a ridefini-re l’articolazione della fase I del Primo Ferro dell’Etruria meridionalegià definita da Renato Peroni30, ha proposto, sia pure in via ipotetica, diassegnare al PF1A2 dell’Etruria31, rilevando all’interno del contesto lapresenza di fibule attribuibili all’orizzonte da lui definito “Le Rose”32.

Per quanto riguarda le fibule, il primo problema è stato quello diuna corretta ricomposizione dei corpi e delle staffe rinvenuti disarti-colati, operazione questa che è stata facilitata dalla constatazione chequasi tutte le fibule con staffa a disco del contesto, ovvero dieci sudodici, sono rappresentate da cinque coppie del tutto identiche33 eche un numero analogo di coppie si riscontra tra le staffe34. La

26 Cfr. il biconico della tomba GsellLXXXIII: Mangani 1995, fig. 2, 1; ilmotivo a croce greca presente sull’urnae sulla scodella di copertura risulta at-tualmente privo di confronti tra il mate-riale edito, almeno nell’ambito della de-corazione a lamelle metalliche applicate.27 A Sala Consilina (Kilian 1970, motivi126-128, 140, 174-176, 202-208, p. 329,beil. 18) e a Pontecagnano (Gastaldi 1998,motivo C210, p. 30, fig. 16, tabella 7).28 Sala Consilina: Kilian 1970, motivi 63-64, beil. 19. 29 Trucco 1999; Trucco et alii 2001;Trucco 2002; Trucco et alii 2002; DeAngelis 2002; Iaia 2002; Trucco et alii2003; Trucco et alii 2005; Trucco 2006.30 Peroni 1979; Peroni 1989, pp. 393-426.31 Pacciarelli 2001, p. 250. 32 Pacciarelli 2001, p. 64.33 Due fibule con arco rivestito da dischi dibronzo distanziati, una delle quali integra(inv. 59934: fig. 4.1, fig. 6.15) e l’altra (inv.59933 b: fig. 4.2b, fig. 6.14) riassemblataerroneamente a una staffa non pertinente(inv. 59933 a: fig. 4.8a, fig. 6.2), due con ar-co rivestito da dischi serrati, deformate dalcalore (inv. 59935 b: fig. 4.4b, fig. 6.11, einv. 59935 c: fig. 4.3b, fig. 6.13), quattrocon arco ingrossato e tre noduli lisci (inv.

59926: fig. 4.10b, fig. 6.20; inv. 59930: fig.4.9b, fig. 6.21; inv. 59931: fig. 4.8b, fig.6.18; inv. 59932: fig. 4.6, fig. 6.17) una del-le quali (inv. 59932) riassemblata corretta-mente a una staffa del tipo a disco spira-liforme a contorno circolare con decora-zione incisa e impressa, con fascia margi-nale poco estesa, bande trasversali e riem-pitivi “a rosetta”; due con arco ingrossatomassiccio a sezione quadrangolare e trenoduli con spigolo centrale e decorazionea spina-pesce (inv. 59928: fig. 5.1b, fig. 6.9;inv. 59929: fig. 5.2b, fig. 6.5). Esemplarisingoli: fibula integra del tipo con arco ri-vestito da dischi di bronzo serrati (inv.59935 a: fig. 4.5, fig. 6.16) e fibula ad arcoingrossato con tre noduli a spigolo centra-le (inv. 59927: fig. 4.7b, fig. 6.19).34 Coppia di staffe del tipo a disco spira-liforme a contorno circolare con decora-zione incisa e impressa, con fascia margi-nale poco estesa, riempitivi “a rosetta” efori per il fissaggio (staffa della fibula in-tegra inv. 59934: fig. 4.1, fig. 6.15 e staffainv. 59939: fig. 4.2 a, fig. 6.7); due cop-pie, di dimensioni diverse, di staffe del ti-po a disco spiraliforme a contorno circo-lare con decorazione incisa e impressa,con fascia marginale poco estesa, bandetrasversali e riempitivi “a rosetta” (staffa

3. Vulci, necropoli di Cavalupo,Tomba dei Bronzetti sardi. A. Vaso biconico monoansato di impasto, inv. 62947 b. B. Scodella monoansata a orlo rientrante, inv. 62947 a (restituzione grafica di D. De Angelis, scala circa 1:3).

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conformazione35 e la decorazione delle staffe a disco, oggetto di unaspecifica sequenza elaborata per Pontecagnano36 e di un recente stu-dio sulla tecnica di realizzazione e sulla sintassi decorativa37, ci hannopermesso, inoltre, di avanzare nuove proposte per l’inquadramentocronologico dei nostri esemplari prendendo avvio dal confronto conle fibule integre38 e con quella correttamente assemblata39. L’attribu-

della fibula correttamente riassemblatainv. 59932: fig. 4.6, fig. 6.17; staffa 59933a: fig. 4.8 a, fig. 6.2, erroneamente assem-blata alla fibula inv. 59933 b, e staffe inv.59937: fig. 4.10 a, fig. 6.1 e inv. 59942:fig. 4.9 a, fig. 6.6); coppia di grandi staf-fe a disco a contorno ellittico, con spira-le decentrata e barretta trasversale, deco-razione marginale molto estesa e analo-ghi motivi complessi nel campo (inv.59938: fig. 5.1 a, fig. 6.3 e inv. 59943: fig.5.2 a, fig. 6.4); coppia di grandi staffe adisco a contorno ellittico, con spirale de-centrata e barretta trasversale, decorazio-ne marginale molto estesa e analoghi mo-tivi complessi nel campo (inv. 59936: fig.4.3 a, fig. 6.10 e inv. 59941: fig. 4.4 a, fig.6.12); esemplare singolo con disco a con-torno ellittico, con spirale decentrata ebarretta trasversale, decorazione margi-nale molto estesa, bande trasversali e mo-tivi complessi nel campo (inv. 59940: fig.4.7 a, fig. 6.8). 35 Nell’ambito della sequenza cronologicadel Primo Ferro dell’Italia medio-tirrenicadefinita da Renato Peroni (1979; 1989, pp.393-426), è stato sottolineato (cfr. da ulti-mo Pacciarelli 1999, p. 57, in particolareper i gruppi villanoviani dell’Etruria meri-dionale) come nella fase 1B1 le staffe a di-sco siano sempre del tipo a spirale mentrenella successiva fase 1B2 divengano moltofrequenti quelle a disco laminare solido.36 Gastaldi 1998, pp. 52-54, fig. 35.37 Sugli aspetti tecnici collegati alla se-quenza cronologica delle staffe a disco,cfr. Formigli 2003, pp. 75-82.38 Si tratta dei seguenti esemplari: - fibu-la inv. 59934 (fig. 4.1, fig. 6.15), ad arcorivestito da dischi di bronzo di diametropressoché costante distanziati da una fa-scetta. Presenta una staffa a disco spira-liforme a contorno circolare, di dimen-sioni contenute, con spirale ampia e cen-trale; la decorazione, impressa a punzone

e incisa a bulino, è costituita da una stret-ta fascia marginale con motivi a zigzagimpressi alternati a motivi lineari incisi,mentre nel campo è una fila di nove “ro-sette” a punzone. Nell’ambito della se-quenza elaborata per Pontecagnano, ladecorazione di questa staffa, che a Vulciricorre anche su una fibula serpeggiantea occhio dalla Collezione Massimo (Fal-coni Amorelli 1968, n. 51), è priva di ri-scontri puntuali ma può essere collocatain una posizione intermedia tra la varietàpiù antica (Gastaldi 1998, pp. 52-53, fig.35.1-3,11) e quella più recente (Gastaldi1998, pp. 52-53, fig. 35.6-9,12-15) del si-stema decorativo delle staffe riferibile alperiodo IA. Se infatti per la sintassi com-plessiva è evidente il richiamo alla varietàrecenziore, l’assenza delle bande trasver-sali sembra costituire un elemento di ar-caicità; - fibula inv. 59935a (fig. 4.5, fig.6.16), di piccole dimensioni, con arco ri-vestito da dischi serrati e decrescenti di-stanziati da una rondella. Presenta unastaffa con barretta trasversale: il discospiraliforme è a contorno ellittico conspirale più stretta e decentrata che nell’e-semplare precedente; la decorazione, in-cisa, è costituita da un’ampia fascia dimotivi alternati limitata al margine ester-no del disco, con bande trasversali eriempitivi complessi nel campo. Questastaffa è attestata a Pontecagnano nel cor-so del periodo IB non evoluto: Gastaldi1998, pp. 53-54, fig. 35.15-22.39 Si tratta della fibula inv. 59932 (fig. 4.6,fig. 6.17), riassemblata correttamente al-la staffa di pertinenza: ad arco ingrossatodecorato da sottili costolature separateda tre noduli lisci presenta una staffa adisco spiraliforme a contorno circolarecon decorazione incisa e impressa, del ti-po con fascia marginale poco estesa, ban-de trasversali e riempitivi “a rosetta”, chetrova puntuale confronto nell’ambito

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zione proposta40 risulterebbe peraltro confermata dai primi risultatidelle analisi metallografiche del tipo X-Ray Fluorescence Spectrome-try, in fase di elaborazione definitiva41.

Tra le fibule del contesto, un posto di particolare rilievo è occu-pato dagli esemplari con arco rivestito da dischi metallici42, attestaticon ben cinque unità. Diffuse in un vasto areale43, che coincide so-stanzialmente con quello in cui è presente lo stile villanoviano, que-ste fibule, testimoniate in gran numero a Tarquinia44, così da indurrea ubicare in quel centro il luogo di produzione della foggia45, risulta-no tuttavia largamente documentate pure nella Campania meridiona-le, in particolare nelle necropoli di Sala Consilina46 e Pontecagnano47,necropoli cui rimandano, come già si è visto, anche altri confronti.

Le fibule di questa articolata famiglia tipologica si differenzianoper due caratteristiche fondamentali. Una caratteristica è relativa al-la configurazione dei dischi, che possono essere di diametro presso-

della varietà più recente del sistema de-corativo delle staffe riferibile all’orizzon-te IA di Pontecagnano: Gastaldi 1998,pp. 52-53, fig. 35. 6-9,12-15.40 Coppia di fibule con arco rivestito dadischi di bronzo distanziati: fibula inte-gra inv. 59934 (fig. 4.1, fig. 6.15) e fibu-la inv. 59933 (fig. 4.2b, fig. 6.14) constaffa inv. 59939 (fig. 4.2a, fig. 6.7); cop-pia di fibule con arco rivestito da dischidi bronzo serrati: fibula inv. 59935 b(fig. 4.4b, fig. 6.11) con staffa inv. 59941(fig. 4.4a, fig. 6.12) e fibula inv. 59935 c(fig. 4.3b, fig. 6.13) con staffa inv. 59936(fig. 4.3a, fig. 6.10); coppia di fibule adarco ingrossato decorato da sottili co-stolature separate da tre noduli lisci: fi-bula inv. 59931 (fig. 4.8b, fig. 6.18) constaffa 59933a (fig. 4.8a, fig. 6.2) erro-neamente assemblata alla fibula inv.59933b, e fibula inv. 59932 (fig. 4.6, fig.6.17) già assemblata con staffa pertinen-te; coppia di fibule ad arco ingrossatodecorato da sottili costolature separateda tre noduli lisci, di dimensioni minori:fibula inv. 59926 (fig. 4.10b, fig. 6.20)con staffa inv. 59937 (fig. 4.10a, fig. 6.1)e fibula inv. 59930 (fig. 4.9b, fig. 6.21)con staffa 59942 (fig. 4.9a, fig. 6.6); cop-pia di fibule ad arco ingrossato decora-to da sottili costolature separate da trenoduli con spigolo centrale e decorazio-ne a spina-pesce lisci: fibula inv. 59928(fig. 5.1b, fig. 6.9) con staffa inv. 59938

(fig. 5.1a, fig. 6.3) e fibula inv. 59929(fig. 5.2b, fig. 6.5) con staffa inv. 59943(fig. 5.2a, fig. 6.4); esemplari singoli: fi-bula integra con arco rivestito da dischidi bronzo serrati, inv. 59935a (fig. 4.5,fig. 6.16); fibula ad arco ingrossato de-corato da sottili costolature separate datre noduli con spigolo centrale inv.59927 (fig. 4.7b, fig. 6.19) con staffa inv.59940 (fig. 4.7a, fig. 6.8).41 Le analisi sono state effettuate dalprofessor David Gorge del Saint An-selm College (Manchester, NH) grazie aClaudio Bizzarri, che ringraziamo. Laserie completa delle analisi, insieme al-l’elaborazione statistica PCA ancora incorso di elaborazione sarà presentata inaltra sede.42 Per la famiglia tipologica, cfr. da ulti-mo Babbi 2003, pp. 59-61 con riferi-menti bibliografici.43 Sulla distribuzione, cfr. da ultimoBabbi 2003, p. 60, note 15-18 con riferi-menti, e Mandolesi 2005, n. 335, pp.403-404, nn. 84-85, pp. 205-207. Cfr.inoltre infra Appendice III.44 Bartoloni-Delpino 1975, p. 8, nota 22. 45 Bartoloni-Delpino 1975, p. 40.46 Sala Consilina: Kilian 1970, tipo M2i,pp. 152-153, 319, beil. 13:1.2; tipo M6f,pp. 169-170, 320.47 Pontecagnano: d’Agostino-Gastaldi1988, tipi 32B18, 32B19 32B20, pp.55-56.

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ché costante o di dimensioni decrescenti verso l’estremità dell’arco;l’altra è data dalla diversa conformazione degli elementi distanziato-ri, che possono essere costituiti da fascette di lamina avvolte intornoall’arco con estremità sovrapposte o da rondelle con i capi ribattuti.Alla conformazione degli elementi distanziatori è stata riconosciutauna valenza cronologica48, alla quale concorrono, come per tutte lefibule con staffa a disco, anche altri fattori, quali le dimensioni e gliavvolgimenti della molla49 e la conformazione e la decorazione dellestaffe50.

Riassumendo, nel corredo della Tomba dei Bronzetti sardi le fibu-le si articolano come di seguito:

- coppia di fibule ad arco rivestito da dischi metallici di diametropressoché costante (inv. 59934: fig. 4.1, fig. 6.15 e inv. 59933+59939:fig. 4.2 a-b, fig. 6.7,14), distanziati da una fascetta; staffa a disco spi-raliforme a contorno circolare con decorazione incisa e impressa deltipo con fascia marginale poco estesa e riempitivi “a rosetta”51: in en-trambi gli esemplari, che trovano confronto con fibule del periodo IAevoluto di Pontecagnano52, le staffe presentano fori per il fissaggiocon ribattini53.

- coppia di fibule ad arco rivestito da dischi metallici graduati eserrati, separati da rondelle a estremità ribattute (inv. 59935b+59941:fig. 4.4 a-b, fig. 6.11-12 e inv. 59935c+59936: fig. 4.3 a-b, fig.6.10,13); grande staffa a disco spiraliforme a contorno ellittico conbarretta trasversale e ampia fascia marginale interrotta da bande tra-sversali54: trovano confronto con esemplari del periodo IB iniziale diPontecagnano55.

- altra simile (inv. 59935 a: fig. 4.5, fig. 6.16) che differisce dallacoppia precedente per le minori dimensioni, ma di analogo inqua-dramento;

48 Considerando il criterio della disposi-zione dei dischi, a Pontecagnano il tipocon dischi distanziati (32B18) viene as-segnato alla fase IA (d’Agostino-Gastal-di 1988, fig. I, n. 18) e quello con dischiserrati (32B19) alla fase IB (d’Agostino-Gastaldi 1988, fig. M, n. 34). Per l’in-quadramento di queste fibule nell’ambi-to della sequenza cronologica elaborataper l’Etruria, sulla base dello stesso cri-terio tipologico, v. Pacciarelli 2001, p.64. Analogo criterio, su una base di dif-fusione più ampia, è stato seguito daBabbi 2003, p. 60, note 19-22.49 Babbi 2003, p. 59.50 Cfr. note 35-37.51 Per l’inquadramento cronologico del-la staffa, cfr. nota 38.

52 D’Agostino-Gastaldi 1988, fig. 1.18,p. 103, tipo 32B18 (con dischi distanzia-ti); Pacciarelli 2001, fig. 29.32. 53 E. Formigli osserva che la difficoltà dilavorare a martellatura il tratto del fer-maspilli con la staffa rendeva più prati-co realizzare due parti staccate da as-semblare successivamente con ribattini:Formigli 2003, p. 81.54 Nel campo sono croci gammate e altririempitivi complessi la cui comparsaviene ascritta alla fase Ib: Gastaldi 1998,p. 53; cfr. anche nota 38.55 D’Agostino-Gastaldi 1988, fig. M34,p. 55, tipo 32B19 (con dischi serrati),in part. T. 2056 (ivi, fig. 151.11-12), as-segnata al periodo 1B iniziale (ivi, p.177).

4. Vulci, necropoli di Cavalupo,Tomba dei Bronzetti sardi. 1: Fibula inv. 59934; 2a: staffainv. 59939, 2b: fibula inv. 59933b; 3a: staffa inv. 59936, 3b: fibulainv. 59935 c; 4a: staffa inv. 59941,4b: fibula inv. 59935 b; 5: fibulainv. 59935 a; 6: fibula inv. 59932;7a: staffa inv. 59940, 7b: fibulainv. 59927; 8a: staffa inv. 59933a, 8b: fibula inv. 59931; 9a: staffa inv. 59942, 9b: fibula inv. 59930; 10a: staffa inv. 59937, 10 b: fibula inv. 59926 (scala 1:2).

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- coppia di fibule ad arco ingrossato decorato da sottili costolatureseparate da tre noduli lisci56 (inv. 59931+59933 a: fig. 4.8 a-b, fig. 6.2,18e inv. 59932: fig. 4.6, fig. 6.17); staffa a disco spiraliforme a contornocircolare con decorazione incisa e impressa, del tipo con fascia margi-nale poco estesa, bande trasversali e riempitivi “a rosetta”57; mostranonotevoli affinità con esemplari del periodo IA evoluto di Pontecagna-no58 e, nell’ambito della sequenza dell’Etruria meridionale, sono rite-nute da Marco Pacciarelli assegnabili all’orizzonte definito “Le Rose”59.

- coppia di fibule (inv. 59926+59937: fig. 4.10 a-b, fig. 6.1,20 e inv.59930+59942: fig. 4.9 a-b, fig. 6.6,21) che differisce dalla precedenteper le minori dimensioni, ma di analogo inquadramento;

- fibula ad arco ingrossato decorato da sottili costolature separateda tre noduli con spigolo centrale60 (inv. 59927+59940: fig. 4.7 a-b, fig.6.8,19). Non trova confronti puntuali anche se esemplari con analoghinoduli sono attestati, ad esempio, a Pontecagnano nella fase IA evo-luta61 e a Terni nella fase definita IIA2-IIB162. La staffa, a disco spira-liforme a contorno ellittico con decorazione costituita da un’ampia fa-scia marginale interrotta da bande trasversali e arricchita da riempiti-vi complessi, è vicina a staffe del periodo IB di Pontecagnano63.

- coppia fibule ad arco ingrossato massiccio a sezione quadrango-lare decorato da costolature separate da tre noduli con spigolo cen-trale e decorazione a spina-pesce; staffa a disco spiraliforme a con-torno ellittico con decorazione marginale estesa eseguita a incisione,interrotta da bande trasversali e riempitivi complessi (inv.59928+59938: fig. 5.1 a-b, fig. 6.3,9) e inv. 59929+59943: fig. 5.2 a-b,fig. 6.4-5). Attestate in altri contesti non solo vulcenti64 queste fibuletrovano confronto in uno degli esemplari di Terni già richiamati65,seppure privo della decorazione a spina-pesce. Per conformazione edecorazione, la staffa si inquadra, in riferimento alla sequenza elabo-rata per Pontecagnano, nell’ambito del periodo IB66.

56 Queste fibule sono attestate a Vulci: siv., ad esempio Falconi Amorelli 1983, n.259, p. 174; Falconi Amorelli 1968, n. 54.57 Per l’inquadramento cronologico del-le staffe, cfr. nota 36.58 D’Agostino-Gastaldi 1988, fig. I19, p.103, tipo 32B13b.59 Pacciarelli 2001, p. 64.60 Si segnala come, nelle varie edizionidei materiali, le fibule con tre noduli aspigolo centrale non vengono solitamen-te distinte da quelle con noduli lisci.61 Si confrontino gli esemplari della tom-ba 676, a incinerazione (?) (Gastaldi1998, pp. 82-83, nn. 10-11; tav. 98.T676.10-11) inseriti, insieme ad altri con

noduli lisci nel tipo 32B13a, varietà 2,assegnata alla fase 1A (d’Agostino-Ga-staldi 1988, p. 54, fig. I6). 62 Leonelli 2003, esemplari fig. 41.15 e17, inseriti rispettivamente nelle varietàB e varietà C del tipo 25 (ivi, p. 214) as-segnate alla fase Terni IIA2-IIB1 (ivi, p.284, fig. 69).63 Gastaldi 1998, fig. 35.16-22.64 Cfr. ad esempio la coppia dalla ne-cropoli di Poggio Mengarelli, tomba 3a pozzo del 1/06/1973 e un esemplaresporadico da Tarquinia (Babbi 1997-98, p. 58).65 Leonelli 2003, esemplari fig. 41.17.66 Gastaldi 1998, fig. 35.16-22.

5. Vulci, necropoli di Cavalupo,Tomba dei Bronzetti sardi. 1a: Staffa inv. 59938, 1b: fibulainv. 59928; 2a: staffa inv. 59943,2b: fibula inv. 59929; 3: fibulainv. 59924; 4: fibula inv. 59923;5: fibula inv. 59925; 6: anello inv.59948; 7: anello inv. 59947; 8: anello inv. 59945; 9: anelloinv. 59949; 10: anello inv. 59946; 11: anello inv. 59951; 12: fermatrecce inv. 59952; 13: fermatrecce inv. 59954 a; 14: fermatrecce inv. 59953; 15: fermatrecce inv. 59954 b; 16: Elemento cilindrico dicollana inv. 59960; 17: elementodi collana inv. 59962; 18:elemento di collana inv. 59964;19: bottone inv. 59955; 20:bottone inv. 59956; 21: bottoneinv. 59957; 22: bottone inv.59958; 23: bottone inv. 59959; 24: fusaiola inv. 59944 a; 25: fusaiola inv. 59944 b; 26: pendaglio inv. 59922 c; 27: vaghi di pasta vitrea inv.59944 c-59944 o; 28: catenellainv. 59966; 29: rotella di fusoinv. 59922 b; 30: rotella di fusoinv. 59922 a; 31: statuettamaschile inv. 59917; 32: cestaminiaturistica inv. 59919; 33: scettro-sonaglio inv. 59918(scala 1:2).

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- coppia di fibule ad arco leggermente ingrossato e ritorto con staf-fa simmetrica, con torsione limitata alla porzione centrale dell’arco ca-ratterizzato da una piegatura al di sopra della staffa (inv. 59923-24: fig.5.3-4; fig. 6.22,24). Da un punto di vista cronologico, tali fibule, comela seguente, appaiono meno significative, risultando largamente diffu-se nell’Italia centro settentrionale in un ampio arco temporale67.

- fibula ad arco leggermente ingrossato e ritorto con staffa simme-trica, con torsione che si prolunga sino al piede della staffa (inv.59925: fig. 5.5, fig. 6.23), per la quale si propone lo stesso inquadra-mento della coppia precedente.

In conclusione, sebbene nel contesto si registri la presenza di fi-bule ascrivibili alla fase IA2, che potrebbero, al pari dei bronzetti sar-di, essere espressione di un voluto conservatorismo, i risultati dell’a-nalisi condotta inducono a collocare il momento di deposizione nel-la fase IB1 dell’età del ferro68.

Altri aspetti del corredo già ritenuti singolari, quali il numero ecce-zionale delle fibule, da sempre sottolineato69, come pure l’iterazione dioggetti peculiari del mondo femminile, quali le due fusaiole di impasto(inv. 59944 a-b: fig. 5.24-25, fig. 7.4-5) e le due rotelle di fuso di bronzo70

67 Cfr. Fugazzola Delpino, Pellegrini, c.s.68 L’estrema rarità dei contesti funerari ri-feribili alla sottofase A in Etruria meri-dionale, certamente imputabile in primoluogo a lacune della ricerca o ad altre cau-se (cfr. Pacciarelli 1999, p. 56), potrebbetuttavia trovare una valida motivazionenel processo di sviluppo sociale che ac-compagna la genesi dei centri protourba-ni. Come è stato ripetutamente sottoli-neato (Guidi 1999, pp. 44-45, con biblio-grafia precedente) sebbene non tutti glistudiosi concordino (ivi, con riferimenti),un fenomeno di così vaste proporzioninon si sarebbe potuto compiere senza lapianificazione e il controllo diretto daparte dei vecchi gruppi dominanti. Que-sti avrebbero conservato, almeno in unprimo tempo, i propri privilegi, fra i qua-li, forse, è da considerare anche l’accessoselettivo alla sepoltura formalizzata che,se pure apparentemente privo di prece-denti in Etruria meridionale, risulta inve-ce ben documentato nel Latium vetus du-rante la prima fase (Bietti Sestieri 1985, p.146). Lo sviluppo repentino dei sepolcre-ti, documentato a partire dagli inizi del-l’orizzonte avanzato della fase 1, potreb-be, in questa nuova prospettiva, essere lamanifestazione tangibile di un reale,

profondo mutamento, in senso almenoapparentemente egualitaristico, dellastruttura sociale delle comunità protour-bane, forse legato alla definitiva afferma-zione della proprietà privata della terra. 69 Cfr. in particolare Iaia 1999, p. 89.70 Per quanto riguarda le due rotelle dibronzo che, come è stato più volte sotto-lineato, sono ricollegabili al ciclo tessilee interpretabili come elementi di fuso(cfr. Leonelli 2003, p. 235, n. 146, nota81 e P. Poli, in Le ore e i giorni 2007, pp.180-181, n. 125), le analisi metallografi-che hanno evidenziato un’alta percen-tuale di stagno, che porta ad assimilarequesti oggetti alla classe dei “bronzi ar-gentati”. A partire dal Bronzo Finale nelcontinente europeo si osserva, in una se-rie di oggetti tra cui figurano le cd. “te-ste di spillone” a rotella e i pendagli rag-giati, entrambi allusivi al disco solare,l’aggiunta intenzionale di una percen-tuale di stagno maggiore di quanto stret-tamente necessario per la realizzazionedella fusione, che rendeva la lega menosoggetta al formarsi della patina nobili-tando, quindi, l’oggetto: cfr., ad esempioper l’area centrale tirrenica gli oggettidel ripostiglio di Coste del Marano. Suquesto aspetto: Turk 2001, p. 259 sgg.

6. Vulci, necropoli di Cavalupo,Tomba dei Bronzetti sardi. 1: staffa inv. 59937; 2: staffa inv. 59933 a; 3: staffa inv.59938; 4: staffa inv. 59943; 5: fibula inv. 59928; 6: staffa inv. 59942; 7: staffa inv. 59939;8: staffa inv. 59940; 9: fibula inv. 59929; 10: staffa inv. 59936;11: fibula inv. 59935 b; 12: staffa inv. 59941; 13: fibulainv. 59935 c; 14: fibula inv. 59933 b; 15: fibula inv.59934; 16: fibula inv. 59935 a;17: fibula inv. 59932; 18: fibulainv. 59931; 19: fibula inv. 59927;20: fibula inv. 59926; 21: fibulainv. 59930; 22: fibula inv. 59923;23: fibula inv. 59925; 24: fibulainv. 59924 (scala 1:2).

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(inv. 59922 a-b: fig. 5.29-30, fig. 7.1-2), di solito attestati singolarmente,ora meglio si colgono grazie al contributo determinante delle analisi an-tropologiche condotte sulle ossa combuste. Come abbiamo reso noto sindal 200771, l’esame dei resti ossei condotto da Rita Vargiu72 ha infatti evi-denziato la presenza nell’urna di due individui, cremati e deposti simul-taneamente: un’adulta di età compresa tra i 25 e 35 anni e un individuoinfantile di 8-10 anni73.

Attestata in modo inequivocabile dalla stessa temperatura di com-bustione dei resti, la deposizione simultanea in una stessa urna di unoo più adulti insieme a un infante, che ricorre con incidenza limitata innumerose necropoli tirreniche74 ed è spesso documentata solo dall’a-nalisi antropologica, è stata messa in relazione da Renato Peroni e daaltri studiosi75, al pari dei seppellimenti di coppia, con il sacrificio diuno dei defunti. Tale pratica funeraria tenderebbe a sottolineare da unlato un forte legame familiare tra gli individui deposti insieme e dal-l’altro l’implicita subordinazione sociale di quello non rappresentatoarcheologicamente. I risultati degli studi condotti sulla necropoli diVilla Bruschi Falgari, tuttavia, mutano almeno in parte questa pro-spettiva rendendo plausibile l’ipotesi di morti naturali succedutesi inun lasso di tempo non incompatibile con la deposizione simultanea.76

Nel caso della tomba vulcente, è del tutto probabile che parte delricchissimo corredo sia da attribuire al secondo individuo, che la ri-cordata iterazione delle fusaiole e delle rotelle induce a considerarepure di sesso femminile.

Problematico si è rivelato, tuttavia, il tentativo di distribuire le fi-bule tra i due individui, tentativo per il quale si aprono due strade.Infatti, ragionando esclusivamente su un criterio cronologico-nume-rico, all’individuo adulto potrebbero essere assegnate le fibule piùantiche, tutte attestate in coppia, per un totale di otto (inv. 59934: fig.4.1, fig. 6.15 e inv. 59933+59939: fig. 4.2 a-b, fig. 6.7,14; inv.59931+59933 a: fig. 4.8 a-b, fig. 6.2,18 e inv. 59932: fig. 4.6, fig. 6.17;inv. 59926+59937: fig. 4.10 a-b, fig. 6.1,20 e inv. 59930+59942: fig.4.9 a-b; fig. 6.6,21; inv. 59923-24: fig. 5.3-4; fig. 6.22,24) . All’indivi-duo giovanile andrebbero invece attribuiti gli esemplari più recenti,per un totale di sette (inv. 59935b+59941: fig. 4.4 a-b, fig. 6.11-12 einv. 59935c+59936: fig. 4.3 a-b, fig. 6.10,13; inv. 59928+59938: fig.5.1 a-b, fig. 6.3,9 e inv. 59929+59943: fig. 5.2 a-b, fig. 6.4-5; esemplarisingoli: inv. 59935 a: fig. 4.5, fig. 6.16; inv. 59927+59940: fig. 4.7 a-b,fig. 6.8,19; inv. 59925: fig. 5.5; fig. 6.23). Una tale distribuzione deglioggetti d’ornamento non contrasta, infatti, con quanto evidenziatodall’analisi dei corredi della necropoli di Villa Bruschi Falgari, che ha

71 Arancio et alii 2008, p. 330.72 Cfr. Appendice II.73 Su altre particolarità riscontrate dall’a-nalisi antropologica torneremo più avanti.

74 Trucco 2006, p. 97.75 Peroni 1981, pp. 300-303; Vanzetti1992, pp. 115-209; Iaia 1999, pp. 115-116.76 Trucco 2006, p. 99.

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mostrato come la complessità delle combinazioni non sia legata dinorma al sesso e all’età77 e, soprattutto, che i medesimi ruoli possonoessere riconosciuti tanto agli adulti quanto ai bambini “segnalandonedunque la trasmissione ereditaria”78.

Un secondo criterio potrebbe essere, d’altra parte, quello di asse-gnare all’individuo giovanile, in base al confronto con pratiche ritua-li recentemente analizzate in modo approfondito per l’area laziale79,la piccola fibula ad arco rivestito da dischi metallici graduati e serra-ti (inv. 59935 a: fig. 4.5, fig. 6.16) insieme alle altre due fibule costi-tuite da esemplari singoli (inv. 59927+59940: fig. 4.7 a-b, fig. 6.8,19;inv. 59925: fig. 5.5; fig. 6.23), ugualmente appartenenti all’orizzontecronologico più avanzato, secondo uno schema che ben si adatta aquanto noto per individui che non hanno ancora raggiunto la classed’età per contrarre matrimonio80.

Nulla di nuovo apportano i vaghi di collana di pasta vitrea (inv.59944 c-o: fig. 5.27, fig. 7.24,27-35,37-41), prodotti comunque rea-lizzati da maestranze specializzate e probabilmente importati.

Sicuramente non pertinente al contesto, come già avevamo pro-spettato81, è il cinturone in bronzo (inv. 59920: fig. 8A-B), peraltro ac-creditato nella bibliografia scientifica sulla base di una restituzionegrafica del tutto arbitraria82, come si evince già dalla foto pubblicatanel 196683. A favore della sua espunzione depongono non solo consi-derazioni di ordine cronologico, ma anche il dato oggettivo che di es-so non è alcuna menzione negli elenchi dei materiali redatti subitodopo la scoperta. Del tutto plausibile è che il suo inserimento fra glioggetti restituiti dalla tomba sia frutto di un’involontaria confusioneprobabilmente verificatasi in sede di restauro, ove il contesto fu concertezza inviato insieme altri gruppi di materiali recuperati nello stes-so torno di tempo a Vulci84. Si tratta in ogni caso di una testimonian-za di per sé stessa significativa. Nella decorazione, interamente rea-lizzata a bulino, l’esemplare ripete lo schema tripartito usuale per

77 Si v. in proposito la tomba 64, perti-nente a una bambina di età compresafra i 4 e gli 8 anni, il cui corredo era ca-ratterizzato da una ricca parure di og-getti di ornamento (Trucco et alii 2005,p. 162, figg. 5-6).78 Trucco 2006, p. 96.79 Bietti Sestieri 2008, p. 144.80 Bietti Sestieri 2008, pp. 142-147.81 Arancio et alii 2008.82 Falconi Amorelli 1966, fig. 4, n. 24.83 Falconi Amorelli 1966, tav. I. L’ogget-to, lacunoso e contorto, ma non espostoal fuoco, ha subito un intervento di re-stauro che ne ha ricollocato alcuni fram-

menti. È rimasta però lacunosa l’estre-mità opposta a quella con terminazionerettangolare, ricostruita graficamenteidentica a quella superstite.84 Archivio SBA-EM, pos. 6 Vulci, sen-za protocollo, senza data: “Elenco dimateriali di bronzo provenienti dallazona archeologica di Vulci consegnatialla signora Cacace per il restauro”con appunto manoscritto del Soprin-tendente Renato Bartoccini che, aven-do riscontrato qualche confusione,chiede a chi di dovere di redigere unnuovo elenco completo dei dati di pro-venienza.

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questa classe di oggetti. Nella parte centrale, la più ampia, campeg-giano nove spirali disposte su tre file e collegate da dodici fasce di li-nee incise ad “S”85, mentre la porzione conservata della zona lateralepresenta al centro il carro solare trainato da una coppia di uccelli e,all’estremità, una doppia coppia di uccelli. Quanto alla cronologia,essa ora meglio si definisce sulla base di puntuali confronti: il motivodel carro solare infatti trova stringenti analogie con il cinturone dellatomba Benacci 80186 di Bologna, ascritta alla fase IIA2 di quel centro,mentre l’assenza delle borchie a sbalzo è comune solo agli esemplaririnvenuti a Baldaria (VR)87, a Este, tomba Pelà 888 e a Fermo, Miseri-cordia, T. 12189, tutti peraltro decorati, come il nostro, esclusivamen-te a bulino e assegnati all’VIII sec. a.C. A questo stesso ambito cro-nologico sembra dunque riferibile anche il cinturone vulcente che of-fre così testimonianza dell’apertura di Vulci verso il comparto medio-adriatico e l’Italia nord-orientale.

Ad ambiti culturali diversi riconducono invece tre oggetti di bron-zo (fig. 5.31-33; fig. 7.44-46) rinvenuti all’interno del cinerario con“numerose fibule, perle vitree e spirali di bronzo”, com’è specificatonell’elenco redatto prima dell’intervento di restauro90. A questo grup-po di bronzi di manifattura sarda, oggi possiamo forse aggiungere al-tri due oggetti. Il primo sarebbe rappresentato dal probabile penda-glio deformato dal calore (inv. 59922 c; fig. 5.26, fig. 7.3), del qualeresta il solo occhiello di sospensione. In questo caso la manifatturasarda sembrerebbe avvalorata dai risultati delle analisi metallografi-che, che hanno evidenziato un’alta percentuale di stagno nella com-posizione della lega. Più articolato si presenta il quadro del secondooggetto preso in considerazione, che costituisce in ogni caso un ulte-riore elemento di conoscenza per gli scambi tra Sardegna ed Etruriatirrenica. Si tratta della catenella di bronzo (inv. 59966: fig. 5.28, fig.7.12), che si distingue per la particolare manifattura91. Una catenellacon le stesse caratteristiche è presente nella tomba I di Poggio del-l’Impiccato a Tarquinia in associazione con una pisside92, ma è atte-

85 Appare interessante, relativamente allasimbologia alla quale la complessa deco-razione può alludere, la tesi recentemen-te proposta dalla Kruta Poppi (2008, p.40, fig. 3) che ricollegandosi alla presen-za del carro solare collega gli altri segni auna simbologia calendariale identifican-do i mesi dell’anno nelle 12 fasce che col-legano le nove spirali e queste ultime aimesi di gestazione della donna.86 Montelius 1895-1910, tav. 74, 2; perl’attribuzione della sepoltura alla faseIIA2 di Bologna: Panichelli 1990, p. 308.87 Sporadico: Fogolari, Prosdocimi

1988, p. 66, fig. 65.88 Fogolari, Prosdocimi 1988, p. 41, fig.31; Kruta Poppi 2008, p. 40, fig. 3. InPeroni 1989, fig. 86.15, l’esemplare è as-segnato alla fase Este II C.89 Drago 2003, fig. 7C1.90 Cfr. supra, nota 84.91 La maglia è costituita da elementi ilcui corpo è conformato in due anellinidi verga bronzea a sezione circolareorientati ortogonalmente e ottenuti confusione a cera persa.92 M. Iozzo, in Civiltà degli Etruschi, p.57, n. 2.4.10.9; cfr. Delpino 2005, tav. II.

7. Vulci, necropoli di Cavalupo,Tomba dei Bronzetti sardi. 1: Rotella di fuso inv. 59922 a; 2: rotella di fuso inv. 59922 b; 3: pendaglio inv. 59922 c; 4: fusaiola inv. 59944 a; 5: fusaiola inv. 59944 b; 6: bottone inv. 59955; 7: bottone inv. 59956; 8: bottone inv. 59959; 9: bottone inv. 59957; 10: bottone inv. 59958; 11: elementi di collana inv. 59960-59965; 12: catenellainv. 59966; 13: catenella inv. 62947 c; 14: anellini e pendagli a catenella inv. 59921; 15: bottoni inv. 59922 d; 16: fermatrecceinv. 59953; 17: anello inv. 59946;18: anello inv. 59949; 19: fermatrecce inv. 59952; 20: anello inv. 59948 ; 21: anelloinv. 59951; 22: fermatrecce inv. 59954 a; 23: anello inv. 59950; 24: gruppo di vaghidi collana inv. 59944 m; 25:anello inv. 59945; 26: anello inv. 59947; 27: vago di collanainv. 59944 n; 28: vago di collanainv. 59944 d; 29: vago di collanainv. 59944 e; 30-31: coppia di vaghi di collana inv. 59944 c; 32-33: coppia di vaghi di collanainv. 59944 o; 34-35: coppia di vaghi di collana inv. 59944 i; 36: fermatrecce inv. 59954 b; 37: vago di collana inv. 59944 n;38: vago di collana inv. 59944 f;39: vago di collana inv. 59944 g;40: vago di collana inv. 59944 h;41: gruppo di vaghi di collanainv. 59944 l; 42: scodella a orlorientrante inv. 62947 a; 43: vasobiconico inv. 62947 b; 44: scettro-sonaglio inv. 59918; 45: cestaminiaturistica inv. 59919; 46: statuetta maschile inv.59917 (scala 1:2, ad eccezionedei nn. 13-15 e 42-45 ciascunocon scala metrica di riferimento).

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stata anche, con più esemplari, nel ripostiglio di S’Adde ‘e S’Ulumudi Usini, assegnato alla fase IA293 e ancora nel ripostiglio di Santa Ma-ria in Paulis94 e La Maddalena, Silanus95. Il ripostiglio conteneva an-che due fibule serpeggianti di produzione continentale96 e, pertanto,in mancanza di ulteriori elementi è difficile ipotizzare quale sia statala direzione degli scambi.

Quanto ai ben noti bronzetti, il loro significato sfugge ancora og-gi a una soddisfacente interpretazione nonostante le approfonditeanalisi di cui sono stati ripetutamente oggetto da parte degli speciali-sti97 e che ci dispensano da più specifiche considerazioni. Ci limitia-mo qui a rilevare come nell’ambito dell’associazione dei tre bronzet-ti, la presenza di quello a figura umana costituisca tuttora un’attesta-zione unica nei contesti funerari dell’Italia continentale, elementoche concorre a sottolineare il ruolo degli individui titolari della tom-ba, ora ulteriormente accreditato dai nuovi dati e da particolari del ri-tuale rilevati dal Paglieri al momento della scoperta. Abbiamo già de-scritto il particolare apprestamento di recente riconosciuto all’inter-no della custodia e posto a sostenere il cinerario che, adorno di col-lana, conteneva le ossa combuste di due individui: in merito va os-servato come la parte mobile (fig. 2E-G) poggiata su quello inferioreadombri la forma di una scodella-coperchio posta in opera con l’”im-boccatura” in alto, con una soluzione che richiama alla mente usi fu-nerari propri di deposizioni giovanili98. Ci sembra quindi possibilesupporre che tale singolare apparato sia stata realizzato con l’intentodi “dotare” anche l’individuo giovanile dell’urna cineraria sia pure suun piano meramente simbolico. Come ricorda il Paglieri99, inoltre, sulfondo della custodia fu rilevata la presenza di un consistente strato dicenere “frammista a centinaia … di minuscoli anelli di bronzo” (inv.59921: fig. 7.14-15), che lo scopritore rapportò “all’abito del defun-to”. Dal vaglio della cenere furono recuperati anche alcuni “torti-glioni” (inv. 59960-59965: figg. 5.16-18; 7.11) che, come gli altri og-getti d’oro, non appaiono sottoposti all’azione del fuoco. I materialirinvenuti all’esterno del cinerario sembrano dunque restituirci testi-monianza del rituale della vestizione dell’ossuario, circoscritto a com-plessi funerari pertinenti a individui di altissimo rango, nel quale l’ur-na viene deposta dopo essere stata avvolta da un tessuto spesso ador-no di applicazioni metalliche100, nel nostro caso gli ornamenti di cuifa menzione il Paglieri. I contenuti antropomorfi della deposizione

93 Etruschi e la Sardegna, p. 54, n. 16.94 Macnamara-Ridgway 1984, p. 2, n. 1,tav. I, fig. 195 Citato in Lo Schiavo 2009.96 Pacciarelli 2009.97 La letteratura sui bronzetti sardi dellatomba di Cavalupo è molto vasta. Si ve-

dano da ultimo Bernardini 2002 e LoSchiavo 2002, p. 59, nota 23 con biblio-grafia precedente.98 Trucco et alii 2002; 2006, pp. 96-97.99 Paglieri 1992, p. 123.100 Iaia 1999, p. 114; Mandolesi 2005, pp.47-48, nota 34; Delpino 2005; Trucco 2006.

8. Vulci, necropoli di Cavalupo,sporadico. A-B: Cinturone di bronzo a losanga inv. 59920(Archivio Sbaem: restituzionegrafica G. Pellegrini Raho; scala 1:2).

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evidenziati dalla collana (inv. 62947c: fig. 7.13), come pure dal tessu-to che avvolgeva il cinerario all’interno della monumentale custodialitica, così come la sua collocazione su una doppia base, sono ele-menti che accreditano un archetipo di ideologie funerarie attestate aVulci in età storica. Non sembra d’altra parte trattarsi di un episodioisolato poiché, malgrado la dispersione dei dati, possiamo ricordarela testimonianza offertaci dal biconico degli scavi c.d. Bendinelli101

rinvenuto in loc. Osteria-La Cantina ove ancora più evidente apparequella ricerca di contenuti antropomorfi che più tardi troverà neglisphyrelata polimaterici propri del nostro centro più compiuta docu-mentazione102.

Sempre nell’ambito del rituale, un diverso trattamento mostranogli oggetti rinvenuti all’interno del cinerario. Integri e non esposti alfuoco sono, con i bronzetti sardi, soltanto la fibula con arco rivesti-to da dischi distanziati (inv. 59934: fig. 4.1; fig. 6.15), l’altra con di-schi serrati, di dimensioni ridotte (inv. 59935 a: fig. 4.5, fig. 6.16) egli esemplari con arco ritorto (inv. 59923-59925; fig. 5.3-5; fig. 6.22-24). Rotte intenzionalmente alla staffa risultano tutte le altre fibule,fra le quali deformata dal fuoco appare solo la coppia con dischi ser-rati (inv. 59935 b-c: fig. 4.3b,4b). Più articolata la situazione dellestaffe, alcune delle quali (inv. 59932; fig. 4.6, fig. 6.17; 59936: fig. 4.3a, fig. 6.10; 59938: fig. 5.1a, fig. 6.3; 59943: fig. 5.2b, fig. 6.4) risul-tano esposte al fuoco, una intenzionalmente contorta (inv. 59939:fig. 4.2a, fig. 6.7), le altre invece risparmiate. Effetti del rogo si ri-scontrano anche sui vaghi di pasta vitrea (inv. 59944 f: fig. 5.27, fig.7.38), sulle rotelle di fuso (inv. 59922 a-b: fig. 5.29-30, fig. 7.1-2), sulpendente in bronzo di cui resta l’occhiello di sospensione (inv.59922 c: fig. 5.26, fig. 7.3) e sulle fusaiole (inv. 59944 a-b: fig. 5.24-25; fig. 7.4-5). Intatte invece le oreficerie (bottoni, inv. 59955-59959:fig. 5.19-23; fig. 7.6-10; fermatrecce, inv. 59952-59954 a: fig. 5.12-14;fig. 7.16,19,22; anelli in bronzo e oro, inv. 59945-59950: fig. 5.6-10;fig. 7.17,18,20,23,25,26; elementi di collana, inv. 59960-59965: fig.5.16-18; fig. 7.11), plausibilmente utilizzate, come già accennato,nella vestizione del cinerario103, al pari degli innumerevoli anellini,pendagli a catenella (inv. 59921: fig. 7.14) e bottoncini di bronzo(inv. 59922d: fig. 7.15) rinvenuti all’esterno.

Molto si è discusso su questo contesto e la maggior parte degli stu-diosi ha posto l’accento, in particolare, sulla provenienza allogena diquella che si riteneva l’unica titolare della tomba, una dama sarda an-data sposa a Vulci104. A questo riguardo, una risposta definitiva non ciappare francamente possibile. Possiamo solo ricordare che, come è

101 Falconi Amorelli 1983, p. 59, n. 23;figg. 16.23; 17.23.102 Per una sintesi, v. Moretti Sgubini2008, p. 104 sg.

103 Cfr. supra e nota 100.104 Torelli 1981, p. 58. Contra Bartoloni1989, p. 40, Bartoloni 1991, pp. 24-26;cfr. tuttavia Bartoloni 2007, pp. 15-16.

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stato più volte sottolineato105, le donne sono “le beneficiarie principa-li” di questi scambi dal momento che, nell’Etruria medio-tirrenica, lapresenza di oggetti di manifattura sarda è associata in larga prevalen-za a corredi femminili e, a Populonia, dove la percentuale di importa-zioni dalla Sardegna è più alta, tale associazione è totale. I dati sin quiesposti sul contesto, tuttavia, schiudono ora nuove prospettive: i con-fronti istituiti sia per quanto riguarda il repertorio ornamentale del va-so cinerario sia per la tipologia delle fibule più antiche fanno guarda-re in una diversa direzione, cioè verso quel comparto della Campaniameridionale del quale sono già stati posti in evidenza i precoci rap-porti con Tarquinia e Vulci106, comparto a sua volta aperto agli scam-bi con la Sardegna107, come documenta, fra l’altro, la presenza di unacesta di bronzo analoga a quella del corredo di Vulci rinvenuta in unatomba maschile di Pontecagnano ascritta alla fase IB finale108.

Appare dunque possibile che, nel nostro caso, i bronzi di manifat-tura sarda, conservati per più generazioni, se dobbiamo accogliere lacronologia a essi assegnata109, oltre ad assumere una valenza di esoti-ci beni di prestigio, al pari dei più tardi athyrmata delle tombe dellaseconda metà dell’VIII secolo, vengano a connotarsi come veri e pro-pri simboli di rango. A tale proposito ci sembra di cogliere un tenuefilo che lega i tre oggetti fra loro e che potrebbe alludere al ruolo ri-vestito dalla maggiore delle due defunte, forse connesso alla sfera ma-gico-religiosa. In linea con tale ipotesi appare lo scettro con i sona-gli110, con il quale peraltro ben si coniugherebbero la figuretta, forsedi sacerdote, e la cesta miniaturistica, che potrebbe aver contenutopreziose sostanze aromatiche111. Se è giusta tale chiave di lettura, insostanza il bronzo a figura umana assumerebbe una valenza simboli-ca analoga a quella già riconosciuta per più modeste e antiche testi-monianze di area laziale112.

Un cenno infine al contesto topografico della sepoltura, posta, se-condo il Bartoccini “a perpendicolo sulla Tomba François”113. Se po-che novità scaturiscono dalla rilettura del Giornale dei Lavori redat-

105 Cfr. ad esempio Bartoloni 1991, p. 27.106 Cfr. Gastaldi 1994. 107 Lo Schiavo 1994.108 Pontecagnano, T. 6107, a incinera-zione (Gastaldi 1994, p. 52, fig. 2.17; LoSchiavo 1994, p. 73, fig. 5.1; Gastaldi1998, p. 143, n. 6, fig. 81; tav. 125.6).109 La produzione dei bronzi figuratisardi viene collocata nel Bronzo Finale(cfr. Lo Schiavo 1994, p. 81) sebbene larecente edizione di alcuni contesti sem-bri indicarne una possibile prosecuzio-ne anche nella prima età del ferro (cfr.Depalmas 2009, c.s.).

110 Macnamara-Ridgway 1984.111 Per analoghe evidenze che caratteriz-zano il ruolo religioso nell’ambito dellafacies laziale, cfr. Bietti Sestieri 2008,pp. 149-151. 112 Sull’argomento, si v. Delpino 2006 eBabbi 2008.113 Bartoccini 1961, p. 280. La tomba in-sisteva nel terreno di proprietà Manfro-ni (F. 65, part. n. 11), cioè all’estremitàoccidentale del vasto pianoro di Cavalu-po che sovrasta in questo punto il co-stone sede della necropoli tardo classicaed ellenistica di Ponte Rotto.

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to da Sergio Paglieri, a lui siamo debitori di uno schizzo con la loca-lizzazione del rinvenimento realizzato al momento della scoperta(fig. 1C), ma messoci a disposizione solo di recente insieme ad altripreziosi appunti personali114. La tomba appare qui posizionata a unacerta distanza dal margine del pianoro, lungo il quale viene inveceindicata la presenza di una “fila di tombe a pozzetto”. Incrociandotali dati con la documentazione dello Gsell e con quanto registratoda un cultore locale115, si delinea il quadro di un consistente nucleosepolcrale della prima età del ferro ubicato a nord-ovest della Cuc-cumella, nucleo nell’ambito del quale la Tomba dei Bronzetti sardisi colloca in posizione centrale, trovando una qualche analogia, perrango dei defunti e qualità del corredo, con le tombe Gsell LXXXIIIe CXV, anch’esse con custodia litica e appartenute a personaggi fem-minili eminenti.

114 Desideriamo ringraziare il dottor Ser-gio Paglieri che con immutata passionecontinua a seguire le vicende di Vulci econ generosità ci ha fornito la documen-tazione di questo come di altri suoi scavi.

115 Si tratta di Francesco Marcoaldi, stu-dioso locale che per anni ha raccoltosulle necropoli di Vulci un’ingente mes-se di dati e testimonianze documentarie,purtoppo rimasti inediti.

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1. Custodia cilindro ovoide di tufo concoperchio. Inv. provv. 178: fig. 2A-G.Coperchio in due frammenti ricompo-nibili. Altezza complessiva m. 1,36; alt.custodia cm 83; alt. coperchio e cm 53.2. Vaso biconico monoansato di impasto.Inv. 62947 b; fig. 3A, fig. 7.43. L’ansa èmancante. Crinature sul corpo. Impastobruno-nerastro, lucidato a stecca. Deco-razione eseguita nella tecnica a lamellemetalliche applicate quasi del tutto scom-parsa. Alt. cm 29,3; diam. max. cm 29.3. Scodella monoansata a orlo rientran-te, di impasto. Inv. 62947 a; fig. 3B, fig.7.42. Usata come coperchio dell’ossua-rio. Impasto bruno-nerastro lucidato astecca. Decorazione eseguita nella tecni-ca a lamelle metalliche applicate quasidel tutto scomparsa. Presso l’orlo è unafila di forellini realizzati dopo la cottura.Alt. cm 12; diam. cm 24,5.4. Catenella di bronzo. Inv. 62947 c; fig.7.13. Costituita da un filo di bronzo av-volto a spirale così da formare una suc-cessione di occhielli, in ciascuno deiquali è inserito un anellino di bronzo,con elemento terminale forato per so-spensione. Lungh. complessiva cm 57.5. Statuetta maschile a figura intera, dibronzo. Inv. 59917; fig. 5.31, fig. 7.46.Bronzo fuso. Il personaggio indossa unalto copricapo conico, mentre della ca-pigliatura sono visibili due lunghe trec-ce. Sul volto sono enfatizzati alcuni det-tagli anatomici come gli occhi e il lungonaso. Con il braccio sinistro sostieneuno scudo (?) di forma articolata, conun’estremità ripiegata, mentre al polsodel braccio destro, che è proteso con lamano sollevata ed aperta nella posizionedell’orante, è legato un piccolissimo ce-sto. Indossa un paio di sandali a fascia,aperti davanti. La barretta orizzontale

che unisce i due piedi costituiva il pernoper il fissaggio alla tavola delle offerte.Alt. figura cm 10,7; alt. comprensiva del-la porzione restante del perno: cm 12,5. 6. Scettro-sonaglio, di bronzo. Inv.59918; fig. 5.33, fig. 7.44. Bronzo fuso.Piastra circolare con foro centrale perl’innesto dell’asta verticale; apofisi acinque elementi verticali di verga termi-nanti con anelli di sospensione raccor-dati da due barre trasversali. Privo del-l’asta centrale e delle bacchette-penda-glio. Alt. cm 3; diam. mass. cm 4.7. Cesta miniaturistica con coperchio,di bronzo. Inv. 59919; fig. 5.32, fig.7.45. Bronzo fuso. Cesta biconica costo-lata, fondo piatto, anse oblique a mani-glia. Coperchio con superficie piatta,battente interno e anse orizzontali a ma-niglia. Alt. cm 3,8; diam. mass. cm 3,6.8. Numerosissimi anellini di bronzo.Inv. 59921; fig. 7.14. Realizzati in sottileverga di bronzo, presentano un diame-tro variabile da cm 0,5 a cm 0,8; in al-cuni casi ammagliati.9. Numerosissimi pendagli a catenelladi bronzo. Inv. 59921; fig. 7.14. Glianelli, realizzati in sottile verga di bron-zo, presentano un diametro variabile dacm 0,7 a cm 1.10. Rotella di fuso in bronzo a otto rag-gi. Inv. 59922 a; fig. 5.30, fig. 7.1. Defor-mata dal calore. Diam. mass. cm 4; alt.cm 2.11. Parte centrale di rotella di fuso inbronzo. Inv. 59922 b; fig. 5.29, fig. 7.2.Deformata dal calore. Diam. mass. cm1,6; alt. cons. cm 1,7.12. Frammento di pendaglio di bronzo.Inv. 59922 c; fig. 5.26, fig. 7.3. Bronzofuso. Deformato dal calore, presenta unforo di sospensione. Alt. cons. cm 1,5;largh. mass. cons. cm 1,9.

Appendice ICatalogo dei materiali*

* A eccezione della custodia, che si con-serva nel Museo Archeologico di Vulci,i materiali della tomba sono esposti nelMuseo Nazionale Etrusco di Villa Giu-lia, Roma.

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13. Numerosissimi bottoncini di bron-zo. Inv. 59922 d; fig. 7.15. Bronzo fuso.A calotta con occhiello circolare di sot-tilissima verga; presentano un diametrovariabile da cm 0,5 a cm 0,8.14. Fibula ad arco ritorto, di bronzo.Inv. 59923; fig. 5.4, fig. 6.22. Staffa sim-metrica decorata da una fila di punzo-nature circolari. Molla a due avvolgi-menti. Lungh. cm 4,8.15. Fibula ad arco ritorto, di bronzo.Inv. 59924; fig. 5.3, fig. 6.24. Staffa sim-metrica decorata da una fila di punzo-nature circolari. Molla a due avvolgi-menti. Priva dell’ago; la staffa è scheg-giata. Lungh. cm 4,7.16. Fibula ad arco ritorto, di bronzo.Inv. 59925; fig. 5.5, fig. 6.23. Staffa sim-metrica decorata da una fila di punzo-nature circolari. Molla a due avvolgi-menti. Lungh. cm 4,6.17. Fibula ad arco ingrossato decoratoda sottili costolature separate da tre no-duli lisci con staffa a disco, di bronzo.Inv. 59926; fig. 4.10b, fig. 6.20. Privadella staffa e del raccordo all’arco. Lun-gh. cm 4,7; con ago cm 7,2.18. Fibula ad arco ingrossato decoratoda sottili costolature separate da tre no-duli con spigolo centrale e con staffa adisco, di bronzo. Inv. 59927; fig. 4.7b,fig. 6.19. Priva della staffa, del raccordoall’arco, della molla e dell’ago. Lungh.cm 4,7.19. Fibula ad arco ingrossato massiccioa sezione quadrangolare decorato dacostolature separate da tre noduli conspigolo centrale con ornato a spina-pe-sce e staffa a disco, di bronzo. Inv.59928; fig. 5.1b, fig. 6.9. Molla a due av-volgimenti. Priva della staffa, del rac-cordo all’arco e della punta dell’ago.Lungh. cm 6,3.20. Fibula ad arco ingrossato massiccioa sezione quadrangolare decorato dacostolature separate da tre noduli conspigolo centrale con ornato a spina-pe-sce e staffa a disco, di bronzo. Inv.59929; fig. 5.2b, fig. 6.8. Molla a due av-

volgimenti. Priva della staffa, del rac-cordo all’arco, della molla e dell’ago.Lungh. cm 6,3.21. Fibula ad arco ingrossato decoratoda sottili costolature separate da tre no-duli lisci con staffa a disco, di bronzo.Inv. 59930; fig. 4.9b, fig. 6.21. Molla atre avvolgimenti. Priva della staffa, delraccordo all’arco e della punta dell’ago.Deformata. Lungh. cm 4,6.22. Fibula ad arco ingrossato decoratoda sottili costolature separate da tre no-duli lisci con staffa a disco, di bronzo.Inv. 59931; fig. 4.8b, fig. 6.18. Priva del-la staffa, del raccordo all’arco, dellamolla e dell’ago. Lungh. cm 5,5.23. Fibula ad arco ingrossato decoratoda sottili costolature separate da tre no-duli lisci con staffa a disco, di bronzo.Inv. 59932; fig. 4.6, fig. 6.17. Molla adue avvolgimenti. Staffa a disco spira-liforme a contorno circolare, di dimen-sioni contenute, con spirale ampia ecentrale e decorazione, impressa a pun-zone e incisa a bulino, costituita da unastretta fascia marginale con motivi a zig-zag impressi alternati a motivi lineari in-cisi, interrotta da bande trasversali condue fasce di linee parallele incise cheracchiudono un motivo a zigzag impres-so, mentre nel campo è una fila di sei“rosette” a punzone. Ricomposta. Staf-fa leggermente deformata dal calore.Lungh. complessiva cm 10,8.24. Fibula ad arco rivestito da dischettidi bronzo di diametro pressoché costan-te, con elementi distanziatori cilindricicostituiti da fascette rettangolari a capisovrapposti; elemento terminale pressola molla configurato come i precedenti estaffa a disco, di bronzo. Inv. 59933 b;fig. 4.2b, fig. 6.14. I dischetti posti alledue estremità dell’arco sono ornati dauna fila di punzonature circolari. Mollaa due avvolgimenti. Priva della staffa, diparte del raccordo all’arco e della puntadell’ago. Lungh. cm 5,4.25. Staffa a disco spiraliforme pertinen-te a fibula, di bronzo. Inv. 59933 a; fig.

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4.8a, fig. 6.2. Contorno circolare, di-mensioni contenute, spirale ampia ecentrale. Decorazione, impressa a pun-zone e incisa a bulino, costituita da unastretta fascia marginale con motivi a zig-zag impressi alternati a motivi lineari in-cisi, interrotta da bande trasversali condue fasce di linee parallele incise cheracchiudono un motivo a zigzag impres-so, mentre nel campo è una fila di sei“rosette” a punzone. Resta anche partedel raccordo all’arco. Lungh. cm 4.26. Fibula ad arco rivestito da dischettidi bronzo di diametro pressoché co-stante, con elementi distanziatori cilin-drici costituiti da fascette rettangolari acapi sovrapposti; elemento terminalepresso la molla configurato come i pre-cedenti e staffa a disco, di bronzo. Inv.59934; fig. 4.1, fig. 6.15. I dischetti po-sti alle due estermità dell’arco sono or-nati da una fila di punzonature circola-ri. Molla a due avvolgimenti. Staffa a di-sco spiraliforme di lamina spessa a con-torno circolare, di dimensioni contenu-te, con spirale ampia e centrale e deco-razione, impressa a punzone e incisa abulino, costituita da una stretta fasciamarginale con motivi a zigzag impressialternati a motivi lineari incisi, mentrenel campo è una fila di nove “rosette” apunzone. La staffa è fissata all’arco me-diante due ribattini. Ago in frammenti,ricomposto. Lungh. cm 10.27. Fibula ad arco rivestito da dischettidi bronzo graduati, con elementi distan-ziatori costituiti da rondelle a capi ri-battuti, elemento terminale presso lastaffa costituito da un filo di bronzo av-volto a spirale e staffa a disco con bar-retta trasversale, di bronzo. Inv. 59935a; fig. 4.5, fig. 6.16. Staffa a contorno el-littico con spirale stretta e leggermentedecentrata e decorazione, incisa a buli-no, costituita da un’ampia fascia margi-nale con motivi a zigzag alternati agruppi di linee interrotta da bande tra-sversali con motivi a tratteggio obliquo.Nel campo sono quattro motivi com-

plessi, due svastiche e due croci di mal-ta, resi a incisione e campiti. La barret-ta trasversale è decorata da una doppialinea a zigzag, incisa. Staffa scheggiata.Lungh. cm 9,1.28. Fibula ad arco rivestito da dischettidi bronzo graduati, con elementi distan-ziatori costituiti da rondelle a capi ri-battuti, elemento terminale presso lastaffa costituito da un filo di bronzo av-volto a spirale e staffa a disco con bar-retta trasversale, di bronzo. Inv. 59935b; fig. 4.4b, fig. 6.11. Priva di parte del-l’arco, della staffa e dell’ago. Molla adue avvolgimenti. Deformata dal calore.Lungh. cm 4,5.29. Fibula ad arco rivestito da dischettidi bronzo graduati, con elementi distan-ziatori costituiti da rondelle a capi ri-battuti, elemento terminale presso lastaffa costituito da un filo di bronzo av-volto a spirale e staffa a disco con bar-retta trasversale, di bronzo. Inv. 59935c; fig. 4.3b, fig. 6.13. Priva della staffa,della molla e dell’ago. Deformata dalcalore. Lungh. cm 6,6.30. Grande staffa a disco spiraliforme,con barretta trasversale, pertinente a fi-bula, di bronzo. Inv. 59936; fig. 4.3a, fig.6.10. Contorno ellittico, spirale stretta eleggermente decentrata. Decorazione,incisa a bulino, costituita da un’ampiafascia marginale con motivi a zigzag al-ternati a gruppi di linee interrotta dabande trasversali con motivi a tratteggioobliquo. Nel campo sono quattro motivicomplessi, due svastiche e due quadraticon diagonali, resi a incisione e campiti.La barretta trasversale è decorata da unadoppia linea a zigzag, incisa. Il margineè lacunoso; la staffa è deformata dal ca-lore. Lungh. cons. cm 7,3.31. Staffa a disco spiraliforme pertinen-te a fibula, di bronzo. Inv. 59937; fig.4.10a, fig. 6.1. Contorno subcircolare,dimensioni contenute, spirale ampia ecentrale. Decorazione, impressa a pun-zone e incisa a bulino, costituita da unastretta fascia marginale con motivi a zig-

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zag impressi alternati a motivi lineari in-cisi interrotta da bande trasversali condue fasce di linee parallele incise cheracchiudono un motivo a zigzag impres-so. Nel campo è una fila di sei “rosette”a punzone. Il margine è scheggiato.Lungh. cm 4,3.32. Staffa a disco spiraliforme, con bar-retta trasversale, pertinente a fibula, dibronzo. Inv. 59938; fig. 5.1a, fig. 6.3.Contorno ellittico, spirale stretta e leg-germente decentrata, lamina sottile.Decorazione, incisa a bulino, costituitada un’ampia fascia marginale con moti-vi a zigzag alternati a gruppi di linee in-terrotta da bande trasversali con motivia tratteggio obliquo. Nel campo sonoquattro motivi complessi, due svastichee due quadrati con diagonali, resi a in-cisione e campiti. La barretta trasversa-le è decorata da una doppia linea a zig-zag, incisa. Il margine è lacunoso; lastaffa è deformata dal calore. Lungh.cons. cm 7.33. Staffa a disco spiraliforme pertinen-te a fibula, di bronzo. Inv. 59939; fig.4.2a, fig. 6.7. Contorno circolare, di-mensioni contenute, con spirale ampia ecentrale, lamina piuttosto spessa. Deco-razione, impressa a punzone e incisa abulino, costituita da una stretta fasciamarginale con motivi a zigzag impressialternati a motivi lineari incisi, mentrenel campo è una fila di nove “rosette” apunzone. Resta uno dei due fori per ilfissaggio all’arco mediante ribattini.Contorta, presenta scheggiature sulmargine. Lungh. cons. cm 4,6.34. Staffa a disco spiraliforme pertinen-te a fibula, di bronzo. Inv. 59940; fig.4.7a, fig. 6.8. Contorno ellittico, spiralestretta e leggermente decentrata, laminasottile. Decorazione, incisa a bulino, co-stituita da un’ampia fascia marginalecon motivi a zigzag alternati a gruppi dilinee interrotta da bande trasversali conmotivi a tratteggio obliquo. Nel camposono quattro motivi complessi, quadraticon diagonali, resi a incisione e campiti,

delimitati agli angoli da punti impressi apunzone. Il margine è molto lacunoso.Lungh. cons. cm 4,2.35. Grande staffa a disco spiraliformepertinente a fibula, di bronzo. Inv.59941; fig. 4.4a, fig. 6.12. Contorno el-littico, spirale stretta e leggermente de-centrata, lamina sottile. Decorazione,incisa a bulino, costituita da un’ampiafascia marginale con motivi a zigzag al-ternati a gruppi di linee interrotta dabande trasversali con motivi a tratteggioobliquo. Nel campo sono quattro moti-vi complessi, due svastiche e due qua-drati con diagonali, resi a incisione ecampiti, delimitati agli angoli da puntiimpressi a punzone. Il margine è moltolacunoso. Lungh. cons. cm 7,5.36. Staffa a disco spiraliforme pertinen-te a fibula, di bronzo. Inv. 59942; fig.4.9a, fig. 6.6. Contorno subcircolare, di-mensioni contenute, spirale ampia ecentrale. Decorazione, impressa a pun-zone e incisa a bulino, costituita da unastretta fascia marginale con motivi a zig-zag impressi alternati a motivi lineari in-cisi interrotta da bande trasversali condue fasce di linee parallele incise cheracchiudono un motivo a zigzag impres-so. Nel campo è una fila di sei “rosette”a punzone. Resta parte del raccordo al-l’arco. Il margine è scheggiato. Lungh.cm 4,5 (senza raccordo).37. Grande staffa a disco spiraliformepertinente a fibula, di bronzo. Inv.59943; fig. 5.2a, fig. 6.4. Contorno ellit-tico, spirale stretta e leggermente de-centrata, lamina sottile. Decorazione,incisa a bulino, costituita da un’ampiafascia marginale con motivi a zigzag al-ternati a gruppi di linee interrotta dabande trasversali con motivi a tratteggioobliquo. Nel campo sono quattro moti-vi complessi, due svastiche e due qua-drati, resi a incisione e campiti, delimi-tati agli angoli da punti impressi a pun-zone. Molto lacunosa e deformata dalcalore. Lungh. cons. cm 5,7.38. Fusaiola biconica, di impasto. Inv.

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59944 a; fig. 5.24, fig. 7.4. Superficiemarrone, lucidzata a stecca. Sul puntodi massima espansione sono quattro bu-gne simmetriche, profilate da incisionicircolari. Alt. cm 2; diam. mass. cm 2,3.39. Fusaiola biconica, di impasto. Inv.59944 b; fig. 5.25, fig. 7.5. Superficiemarrone lucidata a stecca. La faccia su-periore è decorata da fasce di linee oriz-zontali alternate a fasce con motivi an-golari. Alt. cm 2; diam. mass. cm 2,2.40. Coppia di vaghi di forma ovale, dipasta vitrea bianca e blu e bianca e ros-sa. Inv. 59944 c; fig. 5.27, fig. 7.30-31.Entrambi si presentano fessurati. Lun-gh. cm 1,4 e cm 1,3.41. Vago di forma globulare compressacon quattro bugne simmetriche sullamassima espansione, di pasta vitrea az-zurra e bianca. Inv. 59944 d; fig. 5.27,fig. 7.28. Superficie scheggiata ed incro-stata. Diam. mass. cm 1,5.42. Vago di forma approssimativamenteglobulare, di pasta vitrea di colore marro-ne brunastro. Inv. 59944 e; fig. 5.27, fig.7.29. Deformato. Diam. mass. cm 1,8.43. Vago di forma lenticolare a profiloconvesso, di pasta vitrea. Inv. 59944 f;fig. 5.27, fig. 7.28. Deformato dal calo-re. Lungh. cm 2,3.44. Vago di forma ovale, di pasta vitreabiancastra. Inv. 59944 g; fig. 5.27, fig.7.39. Deformato, superficie scheggiata.Alt. cm 1.45. Vago di forma lenticolare, di pastavitrea biancastra. Inv. 59944 h; fig. 5.27,fig. 7.40. Superficie leggermente scheg-giata. Diam. mass. cm 1,1.46. Coppia di vaghi di forma approssi-mativamente globulare, di pasta vitreaazzurra e bianca. Inv. 59944 i; fig. 5.27,fig. 7.34-35. Sulla superficie di entrambisono presenti abbondanti incrostazioni.Diam. cm 0,7 e cm 0,5.47. Ventuno vaghi di forma lenticolare,di pasta vitrea di colore marrone bruna-stro. Inv. 59944 l; fig. 5.27, fig. 7.41.Lungh. complessiva cm 6.48. Diciannove anellini di pasta vitrea di

colore marrone brunastro. Inv. 59944m; fig. 5.27, fig. 7.24. Sulla superficie dialcuni sono presenti incrostazioni. Lun-gh. complessiva cm 3,7.49. Coppia di vaghi biconici con profon-de scanalature verticali, di faïence verdechiaro. Inv. 59944 n; fig. 5.27, fig.7.27,37. Sulla superficie di entrambi so-no presenti scheggiature e incrostazioniterrose. Diam. mass. cm 1,9 e cm 1,8.50. Coppia di vaghi di forma globularecompressa, di pasta vitrea azzurra. Inv.59944 o; fig. 5.27, fig. 7.32-33. Sulla su-perficie di entrambi sono presenti ab-bondanti incrostazioni. Uno dei vaghimanca di circa la metà del corpo. Diam.mass. cm 1,6 e cm 1,5.51. Anello di bronzo e oro. Inv. 59945;fig. 5.8, fig. 7.25. Formato da una cop-pia di anelli di verga di bronzo appaiatie rivestiti da un filo d’oro avvolto a spi-rale. Diam. mass. cm 1,6.52. Anello di bronzo e oro. Inv. 59946;fig. 5.10, fig. 7.17. Formato da un anellodi verga di bronzo rivestito da un filo d’o-ro avvolto a spirale. Diam. mass. cm 1,4.53. Anello di bronzo e oro. Inv. 59947;fig. 5.7, fig. 7.26. Formato da un anello diverga di bronzo rivestito da un filo d’oroavvolto a spirale. Diam. mass. cm 1,3.54. Anello di bronzo e oro. Inv. 59948;fig. 5.6, fig. 7.20. Formato da un anellodi verga di bronzo rivestito da un filod’oro avvolto a spirale. Privo di partedel filo d’oro di rivestimento. Diam.mass. cm 1,2.55. Anello di bronzo e oro. Inv. 59949;fig. 5.9, fig. 7.18. Formato da un anello diverga di bronzo rivestito da un filo d’oroavvolto a spirale. Diam. mass. cm 1,2.56. Anello di bronzo e oro. Inv. 59950;fig. 7.23. Formato da un anello di vergadi bronzo rivestito da un filo d’oro av-volto a spirale. Privo di parte dell’animadi bronzo; il rivestimento di filo d’ororisulta allentato. Diam. mass. cm 1,2.57. Anello di bronzo e rame. Inv. 59951;fig. 5.11, fig. 7.21. Formato da un anel-lo di verga di bronzo rivestito da un filo

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di rame avvolto a spirale. Diam. mass.cm 1,3.58. Fermatrecce d’oro. Inv. 59952; fig.5.12, fig. 7.19. Spirale a quattro avvol-gimenti con estremità ripiegate. Diam.mass. cm 1,7.59. Fermatrecce d’oro. Inv. 59953; fig.5.14, fig. 7.16. Spirale a quattro avvolgi-menti con estremità ripiegate. Diam.mass. cm 2.60. Fermatrecce d’oro. Inv. 59954 a; fig.5.13, fig. 7.22. Spirale a quattro avvolgi-menti con estremità ripiegate. Diam.mass. cm 1,5.61. Fermatrecce di rame. Inv. 59954 b;fig. 5.15, fig. 7.36. Spirale a quattro (?)avvolgimenti. In frammenti e mancantedelle estremità. Diam. mass. cm 1,5.62. Bottone di lamina d’oro. Inv. 59955;fig. 5.19, fig. 7.6. Di forma conica, pre-senta un occhiello circolare di sottilissi-ma verga rivestita di filo avvolto a spira-le; la superficie è ornata da file di puntiimpressi a punzone che definiscono uncerchio suddiviso in cinque settori. Ilmargine presenta qualche scheggiatura.Diam. mass. cm 1,4. 63. Bottone di lamina d’oro. Inv. 59956;fig. 5.20, fig. 7.7. Di forma conica, pre-senta un occhiello circolare di sottilissi-ma verga rivestita di filo avvolto a spira-le; la superficie è ornata da file di puntiimpressi a punzone che definiscono uncerchio suddiviso in cinque settori. Ilmargine presenta qualche scheggiatura.Diam. mass. cm 1,4. 64. Bottone di lamina d’oro. Inv. 59957;fig. 5.21, fig. 7.9. Di forma troncoconi-ca con faccia superiore a profilo conves-so, presenta un occhiello rettangolare dilamina. Diam. mass. cm 0,9. 65. Bottone di lamina d’oro. Inv. 59958;fig. 5.22, fig. 7.10. Di forma troncoconi-ca con faccia superiore a profilo conves-so, presenta un occhiello rettangolare dilamina. Il margine presenta qualchescheggiatura. Diam. mass. cm 0,9. 66. Bottone di lamina d’oro. Inv. 59959;fig. 5.23, fig. 7.8. Di forma troncoconi-

ca con faccia superiore a profilo conves-so, presenta un occhiello rettangolare dilamina. Diam. mass. cm 0,6. 67. Elemento cilindrico di collana a se-zione poligonale, di filo d’oro avvolto aspirale. Inv. 59960; fig. 5.16, fig. 7.11.68. Filo a sezione piano-convessa. Lun-gh. cm 4; diam. mass. cm 0,9.69. Elemento cilindrico di collana a se-zione poligonale, di filo d’oro avvolto aspirale. Inv. 59961; fig. 5.16, 7.11. Filo asezione piano-convessa. Lungh. cm 4;diam. mass. cm 0,9.70. Elemento cilindrico di collana, di fi-lo d’oro avvolto a spirale. Inv. 59962;fig. 5.17, fig. 7.11. Filo a sezione a se-zione piano-convessa. Lungh. cm 3;diam. mass. cm 0,35.71. Elemento cilindrico di collana, di fi-lo d’oro avvolto a spirale. Inv. 59963;fig. 5.17, fig. 7.11. Filo a sezione a se-zione piano-convessa. Lungh. cm 3;diam. mass. cm 0,35.72. Elemento cilindrico di collana, di fi-lo d’oro avvolto a spirale. Inv. 59964;fig. 5.18, fig. 7.11. Filo a sezione a se-zione piano-convessa. Lungh. cm 0,7;diam. mass. cm 0,2.73. Elemento cilindrico di collana, di fi-lo d’oro avvolto a spirale. Inv. 59965;fig. 5.18, fig. 7.11. Filo a sezione a se-zione piano-convessa. Lungh. cm 0,7;diam. mass. cm 0,2.74. Catenella di bronzo. Inv. 59966; fig.5.28, fig. 7.12. Maglia costituita da ele-menti il cui corpo è conformato in dueanellini di verga bronzea a sezione cir-colare orientati ortogonalmente e otte-nuti con fusione a cera persa. Lungh.cons. cm 10,3.

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I resti scheletrici cremati rinvenuti nell’urna appartengono a due individui deno-minati: Individuo A e Individuo B.L’individuo A è una femmina di età alla morte compresa tra 25 e 35 anni, mentrel’individuo B è un infante di 8-10 anni.Entrambi gli individui sono ben rappresentati nei distretti scheletrici, ma il loro pe-so è sottostimato. Infatti il peso dei resti dell’individuo A è di 720 gr. e dell’indivi-duo B è di 95 gr. mentre la porzione scheletrica non attribuibile è pari a 450 gr. L’analisi della temperatura di combustione fornisce interessanti spunti di riflessione.Per quanto riguarda l’individuo A, la temperatura risulta differenziata nei vari di-stretti. Quella di maggiore intensità (600°-900° C) ha interessato le porzioni peri-metrali del corpo (cranio, arti superiori, mani, fibule, porzione distale delle tibie epiedi); una temperatura lievemente inferiore (500°-650° C) è stata riscontrata incorrispondenza del torace e delle ginocchia; la temperatura più bassa risulta a li-vello delle scapole, del bacino, del sacro e della testa dei femori. Da queste osser-vazioni si può ipotizzare che i punti di fuoco nella pira fossero distribuiti maggior-mente lungo il perimetro esterno dello spazio occupato dal corpo del defunto.L’individuo B presenta invece una temperatura di combustione piuttosto omoge-nea ed elevata (600°-900° C), ad eccezione del bacino che risulta essere stato espo-sto ad una temperatura più bassa (300°-500° C). Quindi, in questo caso la distri-buzione del calore era piuttosto uniforme tranne che per questa area.I risultati ottenuti mettono in evidenza una concordanza di temperature di com-bustione per l’area del bacino in entrambi gli individui. Quindi è verosimile che ilrogo fosse stato unico e che l’infante fosse stato deposto sopra l’individuo adulto.La presenza di una porzione molto delicata e fragile del bacino dell’individuo in-fantile, quale la sinfisi pubica, suggerisce che il suo bacino fosse stato protetto dalfuoco dal bacino dell’adulto. Le altre porzioni scheletriche dell’infante, probabil-mente esposte a temperature di 500°-650° C (quelle riscontrate nella porzione deltorace dell’individuo adulto), hanno subito maggiori modifiche strutturali e morfo-logiche a causa della loro minore robustezza e grado di mineralizzazione.

* Il presente lavoro è stato svolto nel-l’ambito del programma di ricerca avvia-to dalla Soprintendenza per i Beni Ar-

cheologici dell’Etruria Meridionale nel1997 sotto la direzione di Flavia Trucco.** Charun S.r.l., Roma.

Appendice IIAnalisi antropologica dei resti incinerati*Rita Vargiu**

Maria Letizia Arancio - Anna Maria Moretti Sgubini - Enrico Pellegrini

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Gruppo 1: arco rivestito da dischi metallici e staffa a discoN. esemplari Provenienza1 Bisenzio, sporadico (Jurgeit 1999, I, p. 581, n. 982, II, p. 271)1 Bologna, necropoli Benacci, T. 412, a incinerazione (Montelius

1895-1910, pl. 76, fig. 1; Panichelli 1990, p. 229, tav. 7.130; Babbi2003, p. 71, nota 18)

2 Bologna, necropoli di San Vitale, T. 133, a incinerazione (Pincelli-Morigi Govi 1975, tav. 97; Babbi 2003, p. 71, nota 18)

2 Bologna, necropoli di San Vitale, T. 596, a incinerazione (Pincelli-Morigi Govi 1975, tav. 247; Babbi 2003, p. 71, nota 18)

1 Bologna, necropoli di San Vitale, T. 730, a incinerazione (Pincelli-Morigi Govi 1975, tav. 290 Babbi 2003, p. 71, nota 18)

1 Bologna, necropoli di San Vitale, T. 759, a incinerazione (Pincelli-Morigi Govi 1975, tav. 306; Babbi 2003, p. 71, nota 18)

1 Bologna, ripostiglio di San Francesco (Gsell 1891, p. 285, nota 13;Zannoni 1907, tavv. XLI:31, XLIV:195; Montelius 1895-1910, pl.72, fig. 3; Babbi 2003, p. 71, nota 18)

1 Caggiano, sporadico (Kilian 1970, taf. 258.I.5)2 Campagnano di Roma, necropoli di Monte Sant’Angelo, T. IV,

a incinerazione (Barnabei et alii 1894, cc. 78, 365, tav. X.3)1 Cerveteri, necropoli del Sorbo, T. 145, a inumazione (Vighi 1955,

c. 150, n. 1; Pohl 1972, fig. 118.4; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8,nota 24; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

2 Cerveteri, necropoli del Sorbo, T. 233, a inumazione (Vighi 1955,c. 165, n. 4; Pohl 1972, fig. 48.5-6; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8,nota 24; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

2 Cerveteri, necropoli del Sorbo, T. 253, a incinerazione (Vighi 1955,c. 94, n. 9; Pohl 1972, fig. 53.11; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8,nota 24; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

2 Cerveteri, necropoli del Sorbo, T. 296, a inumazione (Vighi 1955,c. 176, n. 6; Pohl 1972, fig. 144.4-5; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8,nota 24; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

1 Cerveteri, necropoli di Madonna dei Canneti, sporadico inv. 16875(inedito)

1 Cerveteri, necropoli di Montetosto Alto, sporadico (inedito:Allumiere, Museo Civico A. Klitsche de la Grange)

1 Civitella del Tronto, loc. Piano d’Ischia, necropoli del Salino,sporadico (N. Lucentini, in Piceni 1999, pp. 192-193, n. 62)

2 Como, provincia (Ghirardini 1881, p. 358, con rif.; Gsell 1891, p. 285)

Appendice IIILista delle fibule con arco rivestito da dischi di bronzo***

Maria Letizia Arancio

*** In attesa di disporre di una docu-mentazione grafica e fotografica esausti-va delle fibule afferenti a questa famigliatipologica, condizione necessaria perelaborarne una corretta classificazione,si presenta in questa sede una lista perprovenienza degli esemplari noti generi-camente articolata, sulla base dellaconformazione del rivestimento dell’ar-

co (soli dischi o dischi alternati a seg-menti di ambra), in due grandi gruppi.Devo le notizie relative all'esemplaresporadico di Cerveteri, Montetosto Altoe a quelli, da contesto, di Tarquinia, Vil-la Bruschi rispettivamente a Francescodi Gennaro e a Flavia Trucco, che rin-grazio anche per i preziosi suggerimentie l’attenzione che mi hanno dedicato.

Corredi funerari femminili di rango a Vulci nella prima età del ferro: il caso della Tomba dei Bronzetti sardi

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1 Conca peligna, sporadico: Museo Archeologico Nazionale di Chieti (Delpino 1972, p. 365)

1 Fermo, necropoli in contrada Mossa, T. 10 del 1957, a incinerazione (Peroni 1992, fig. 7.9)

1 Loreto Aprutino, loc. Colle Fiorano, sporadico (R. Papi, in Piceni 1999, p. 193, n. 67)

2 Pontecagnano, T. 585, a incinerazione (Gastaldi 1994, fig. 1.T585.1-2)

1 Pontecagnano, T. 757, a inumazione (Gastaldi 1998, tav. 110.T757.7)

1 Pontecagnano, T. 899, a incinerazione (Gastaldi 1998, tav. 116.T899.8)

2 Pontecagnano, T. 2056, a incinerazione (D’Agostino-Gastaldi1988, fig. 151.T2056.11-12)

2 Pontecagnano, T. 2062, a incinerazione (Gastaldi 1998, tav. 119.T2062.4)

2 Pontecagnano, T. 2198, a incinerazione (Gastaldi 1994, fig. 1.T2198.1-2).

1 Populonia, necropoli di Piano delle Granate, T. a camera 3 (Minto1934, p. 401; Fedeli 1983, p. 370; Babbi 2003, p. 71, nota 17);

1 Populonia, necropoli di Poggio del Molino, T. a camera 1 (G. Parisi Presicce, in Etruria mineraria, p. 50, n. 29; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

1 Populonia, necropoli di Poggio del Molino, T. a camera 5(Bartoloni 1991, fig. 14)

1 Porto Sant’Elpidio, sporadico: Ancona, Museo ArcheologicoNazionale, inv. 6169 (N. Lucentini, in Piceni 1999, pp. 192-193, n. 62)

1 Provenienza sconosciuta, dall’Italia centrale (?): Ginevra,Collezione Ivor Svarc (Italy of Etruscans 1991, pp. 57-58, n. 43;Mandolesi 2005, p. 403).

1 Provenienza sconosciuta, dall’Italia centrale (?): Roma, collezioneCima Pesciotti (inedito: Archivio Sbaem, n. 295 elenco)

1 Provenienza sconosciuta, dall’Italia centrale: Museo GregorianoEtrusco (Ghirardini 1882, p. 141, n. 3; Gsell 1891, p. 285, nota 14;Mandolesi 2005, n. 335)

1 Provenienza sconosciuta, dall’Italia centrale: Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, collezione A. Castellani (inedito)

1 Provenienza sconosciuta, dall’Italia centrale: Stoccolma, Museo Nazionale (?) (Montelius 1895-1910, pl. 126, fig. 16)

1 Provenienza sconosciuta, dall’Italia: Copenhagen, Ny CarlsbergGlyptotek (?) (Montelius 1895-1910, pl. 1, fig. 9)

1 Recanati: Ancona, Museo Archeologico Nazionale, inv. 5986 (N. Lucentini, in Piceni 1999, pp. 192-193, n. 62)

2 Sala Consilina, necropoli NO, Sant’Antonio, T. 107, a incinerazione (Guarino-Romito 2006, figg. 1-7)

2 Sala Consilina, necropoli NO, Sant’Antonio, T. 6 (Kilian 1970, Taf. 242.I6a)

Maria Letizia Arancio - Anna Maria Moretti Sgubini - Enrico Pellegrini

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2 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 173, a incinerazione(Kilian 1970, taf. 43.II.1 a)

1 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 210, a incinerazione(Kilian 1970, taf. 54.I.2 b)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 219, a incinerazione(Kilian 1970, taf. 58.I.6 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 235, a incinerazione(Kilian 1970, taf. 65.I.8 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 246, a inumazione (Kilian 1970, taf. 71.4 a)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 255, a incinerazione(Kilian 1970, taf. 74.II.3 a)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 256, a inumazione (Kilian 1970, taf. 75.II.4 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 264, a inumazione (Kilian 1970, taf. 78.I.10 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 285, a incinerazione(Kilian 1970, taf. tav. 81.I.3 a)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 294, a inumazione (Kilian 1970, taf. 84.I.6 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 302, a inumazione (Kilian 1970, taf. 87.II.3 a)

1 Sala Consilina, necropoli SE, zona A, T. 345, a inumazione (Kilian 1970, taf. 96.III.3 a)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona B, T. 25, a incinerazione (Kilian 1970, taf. 116.II.4 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona B, T. 33, a incinerazione (Kilian 1970, taf. 117.II.2 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona D, T. 118, a inumazione (Kilian 1970, taf. 158.I.1 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona F, T. 30, a inumazione (Kilian 1970, taf. 192.I.11 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

1 Sala Consilina, necropoli SE, zona J, T. 27 a incinerazione (Kilian 1970, taf. 219.II.4 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona J, T. 29, a incinerazione (Kilian 1970, taf. 220.I.2 a; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

1 Sala Consilina, necropoli SE, zona J, T. 33, a incinerazione (Kilian 1970, taf. 16.1-2.7; Babbi 2003, p. 60, nota 15)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona J, T. 34, a incinerazione (Kilian 1970, taf. 221.I.1)

1 Sala Consilina, necropoli SE, zona L, T. 10, a inumazione (Kilian 1970, taf. 231.I.7 a)

2 Sala Consilina, necropoli SE, zona M, T. 15, a inumazione (Kilian 1964, beil. 17.A7a-b; Babbi 2003, p. 71, nota 15)

1 Sala Consilina, sporadico: Roma, Museo Preistorico ed Etnografico “L. Pigorini”, in esposizione

1 Suessula, sporadico (Kilian 1970, taf. 226.3)1 Tarquinia, necropoli delle Arcatelle (?) (Montelius 1895-1910,

pl. I, fig. 8 = pl. 276, fig. 1; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

Corredi funerari femminili di rango a Vulci nella prima età del ferro: il caso della Tomba dei Bronzetti sardi

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15 Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (Ghirardini 1881,p. 358, tav. 5, fig. 21; Gsell 1891, p. 285, nota 10; Montelius 1895-1910, pl. 276, fig. 9; Hencken 1968, pp. 406, 407, fig. 394;Bartoloni-Delpino 1975, p. 8, nota 22; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

1* Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (?), sporadico,Raccolta Comunale, s. inv. (inedito, Babbi 1997-1998, n. 255)

1* Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (?), sporadico,Raccolta Comunale, s.inv. (inedito, Babbi 1997-1998, n. 251)

1* Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (?), sporadico,Raccolta Comunale, inv. 866 (inedito, Babbi 1997-1998, n. 252)

1* Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (?), sporadico,Raccolta Comunale, inv. 866 (inedito, Babbi 1997-1998, n. 253)

1* Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (?), sporadico,Raccolta Comunale, inv. 819 (inedito, Babbi 1997-1998, n. 374)

1* Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (?), sporadico,Raccolta Comunale, s.inv. (inedito, Babbi 1997-1998, n. 1145)

1* Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (?), sporadico,Raccolta Comunale, inv. 820 (inedito, Babbi 1997-1998, n. 375, tav. 65, fig. 2)

1 Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (?), sporadico, RaccoltaComunale, inv. 866 (Babbi 1997-1998, n. 254; Babbi 2003, figg. 1-4)

1 Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (Ghirardini 1881,p. 358, tav. 5, fig. 22; Gsell 1891, p. 285, nota 10; Montelius 1895-1910, pl. 276, fig. 2; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

1 Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1882, T. “a pozzo conelmo fittile crestato”, a incinerazione (Hencken, p. 259; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8, nota 22; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

1 Tarquinia, necropoli di Poggio dell’Impiccato, T. 1, a incinerazione(Hencken 1968, p. 118, fig. 107g; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8, nota 23; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

1 Tarquinia, necropoli di Poggio dell’Impiccato, T. 27, a incinerazione (Hencken 1968, pp. 324-325; Bartoloni-Delpino1975, p. 8, nota 22; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

1 Tarquinia, necropoli di Selciatello, T. 28, a incinerazione (Hencken1968, p. 279; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8, nota 22; Babbi 2003, p. 71, nota 17);

2 (?) Tarquinia, necropoli di Selciatello, T. 51, a incinerazione (Hencken1968, p. 63 (pertinenti?); Bartoloni-Delpino 1975, p. 8, nota 22;Babbi 2003, p. 71, nota 17)

2 Tarquinia, necropoli di Villa Bruschi Falgari, T. 46, a inumazione (inedito)

2 Tarquinia, necropoli di Villa Bruschi Falgari, T. 82, a incinerazione (inedito)

1 Tarquinia, necropoli di Villa Bruschi Falgari, T. 87, a inumazione (inedito)

2 Tarquinia, necropoli di Villa Bruschi Falgari, T. 123, a incinerazione (inedito)

2 Tarquinia, necropoli di Villa Bruschi Falgari, T. 163, a incinerazione (inedito)

Maria Letizia Arancio - Anna Maria Moretti Sgubini - Enrico Pellegrini

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2 Tarquinia, necropoli di Villa Bruschi Falgari, T. 209, a incinerazione (inedito)

1 Tarquinia, necropoli Le Rose, T. 1, a incinerazione (Buranelli 1983,fig. 4.5)

2 Tarquinia, necropoli Le Rose, T. 61 (Moretti 1959, p. 130, figg. 18-19; Buranelli 1983, figg. 71.3, 72.4; Bartoloni-Delpino1975, p. 8, nota 22)

2 Terni, necropoli delle Acciaierie, T. 116, a inumazione (Stefani1914, pp. 42-43, fig. 35; Müller-Karpe 1959, tav. 43.B2.3; Leonelli2003, p. 154, fig. 44.13)

2 Terni, necropoli delle Acciaierie, T. VII a inumazione (Lanzi-Pasqui 1907, pp. 633-634)

2 Terni, necropoli delle Acciaierie, sporadici: Terni, PinacotecaComunale (Leonelli 2003, p. 193, nn. 154-155, con rif., fig. 44.11-12)

1 Valle della Vibrata, sporadico: Roma, Museo Preistorico edEtnografico “L. Pigorini” (?) (Ghirardini 1881, p. 358; Gsell 1891,p. 285, nota 13)

1 Veio, necropoli dei Quattro Fontanili, sporadico O 10 SO(Berardinetti 1986-1987, tav. 81a)

1 Veio, necropoli dei Quattro Fontanili, sporadico O 11 E(Berardinetti 1986-1987, tav. 84)

1 Veio, necropoli dei Quattro Fontanili, sporadico O 18 NE(Berardinetti 1986-1987, tav. 85)

1 Veio, necropoli dei Quattro Fontanili, sporadico P 12 1(Berardinetti 1986-1987, tav. 97a)

1 Veio, necropoli dei Quattro Fontanili, sporadico S 17 NE(Berardinetti 1986-1987, tav. 133g)

1 Veio, necropoli dei Quattro Fontanili, sporadico V 11 Q (NS 1967,p. 176, n. 8, fig. 55; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8, nota 21; Toms 1986, fig. 15C; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

2 Veio, necropoli di Grotta Gramiccia, T. 377, a inumazione(Bartoloni-Delpino 1975, p. 8, nota 21; Berardinetti-Drago 1997,fig. 13; Babbi 2003, p. 71, nota 17)Veio, necropoli di Valle La Fata, T. 21, a incinerazione (Stefani1929, p. 345 (sepolcro n. 17); Close-Brooks 1965, p. 58; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8 nota 21; Bartoloni-Delpino 1979, tav. 17.3-4;Babbi 2003, p. 71, nota 17)Veio, necropoli di Valle La Fata, T. 25, a incinerazione (Stefani1933, p. 423, fig. 2 (sepolcro n. 1); Close-Brooks 1965, p. 58;Bartoloni-Delpino 1975, p. 8 nota 21; Bartoloni-Delpino 1979, tav. 21.2; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

2 Verucchio, necropoli di Campo del Tesoro, T. 28, a incinerazione(Brizio 1894, p. 303, fig. 6, Tamburini Müller 2006, tav. 11.28.3-4)

2 Verucchio, necropoli di Campo del Tesoro, T. 40, a incinerazione(Brizio 1894, p. 304, Tamburini Müller 2006, tav. 14.40.5-6; Babbi2003, p. 71, nota 18)

2 Vetulonia, necropoli di Poggio alla Guardia, T. I del II saggio1884, a incinerazione (Falchi 1885, p. 406; Gsell 1891, p. 285, nota11; Cygielman 1994, fig. 14; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

Corredi funerari femminili di rango a Vulci nella prima età del ferro: il caso della Tomba dei Bronzetti sardi

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2 Vetulonia, necropoli di Poggio alla Guardia, T. VI del primocircolo di pietre interrotte, a incinerazione (Falchi 1887, p. 516c;Gsell 1891, p. 285, nota 11; Bartoloni-Delpino 1975, p. 10, nota25; Etrusker und Europa 1992 [in cui il complesso è pubblicatocome T. V], n. 20; Cygielman 1994, p. 261, nota 23; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

2 Vetulonia, necropoli di Poggio alla Guardia, T. VIII del primocircolo di pietre interrotte, a incinerazione (Falchi 1981, pp. 82-83;ciT. in Bartoloni-Delpino 1975, p. 10, nota 25)

X Vetulonia, numerosi esemplari al Museo di Grosseto (ciT. in Gsell1891, p. 285, nota 11)

1 Volterra, sporadico (?): Museo Civico (cit. in Gsell 1891, p. 285,nota 12)

2 Vulci, necropoli a nord-ovest della Cuccumella, T. 115 aincinerazione (Gsell 1891, pp. 223-224, nn. 7-8; 285; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8, nota 23; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

1 Vulci, necropoli a nord-ovest della Cuccumella, T. 124 aincinerazione (Gsell 1891, pp. 228, n. 2; 285; Bartoloni-Delpino1975, p. 8, nota 23; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

1 Vulci, necropoli di Osteria o di Cavalupo, Collezione Massimo(Falconi Amorelli 1968, n. 47; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

1 Vulci, necropoli di Cavalupo, T. Bronzetti sardi, a incinerazione(Falconi Amorelli 1966, fig. 2.14; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8,nota 23; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

2 Vulci, necropoli di Cavalupo, T. Bronzetti sardi, a incinerazione(Falconi Amorelli 1966, figg. 2.12; 4.13; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

2 Vulci, necropoli di Cavalupo, T. Bronzetti sardi, a incinerazione(Falconi Amorelli 1966, fig. 2.15-16; Bartoloni-Delpino 1975, p. 8, nota 23; Babbi 2003, p. 71, nota 17)

2 Vulci, necropoli di Poggio Mengarelli, recupero, inv. 84953+84956e inv. 84970 (inediti)

Gruppo 2: arco rivestito da dischi di bronzo alternati a segmenti d’ambra e staffa a discoN. esemplari Provenienza1 Bisenzio, necropoli di S. Bernardino, T. 31 a incinerazione

(Pasqui 1886, p. 187; Delpino 1977, p. 41, fig. 2:28b 1 Capua, da contesto (Johannowski 1989, p. 40)2 Pontecagnano, T. 508 b: d’Agostino-Gastaldi 1988, pp. 55-56,

tipo 32B20, tav. 191 Pontecagnano, T. 550: d’Agostino-Gastaldi 1988, pp. 55-56,

tipo 32B20, tav. 192 Pontecagnano, T. 639: d’Agostino-Gastaldi 1988, pp. 55-56,

tipo 32B20, tav. 191 Provenienza sconosciuta, dall’Italia centrale: British Museum,

ex collezione Hamilton (Bietti Sestieri 1986, p. 11, n. 42)1 Provenienza sconosciuta: Subiaco, Collezione Ceselli (Guidi 1980,

fig. 4, n. 3)

Maria Letizia Arancio - Anna Maria Moretti Sgubini - Enrico Pellegrini

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1 Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (?), sporadico,Raccolta Comunale, s. inv. (inedito: Babbi 1997-1998, n. 192)

1 Tarquinia, necropoli delle Arcatelle, scavi 1881 (?), sporadico,Raccolta Comunale, inv. 598 (inedito: Babbi 1997-1998, n. 647)

2 Tarquinia, necropoli di Poggio sopra Selciatello, T. 33, aincinerazione (Hencken 1968, fig. 147; Etruschi e la Sardegna 2008,fig. a p. 91.10-11)

1 Tarquinia, necropoli di Poggio sopra Selciatello, T. 166, a incinerazione (?) (Hencken 1968, fig. 64a);

2 Tarquinia, necropoli di Poggio sopra Selciatello, T. 202, a incinerazione (Hencken 1968, fig. 157; Etruschi e la Sardegna2008, fig. a p. 97, nn. 7-10)

2 Vulci, necropoli dell’Osteria-Casal di Lanza, senza provenienza(Mandolesi 2005, p. 205, nn. 83-84, una delle quali forse daidentificare con l’esemplare pubblicato in Montelius 1895-1910, pl. I, fig. 11)

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A. ZANNONI 1907La fonderia di Bologna, Bologna.

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A oltre mezzo secolo dalla scoperta nella necropoli di Cavalupo, il contributo chepuò offrire la Tomba dei Bronzetti sardi resta un punto di riferimento per gli stu-di sull’età del ferro di Vulci, e non solo. La rilettura dei contesti villanoviani pro-venienti dal grande centro protourbano, conservati per la maggior parte nei de-positi della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, co-me pure la revisione dei dati d’archivio e di quelli bibliografici, oggi notevolmen-te accresciuti, permette di avanzare nuove osservazioni su questo famoso contesto,come anche sui culti e sui rituali funerari relativi a sepolture femminili di rango.

Over half a century on from the discovery of the Cavalupo burial site, the contribu-tion that the Tomb of the Sardinian Bronze Figurines can give still remains a pointof reference for studies into Iron Age Vulci, and more. A reinterpretation of Vil-lanovan contexts from the large proto-urban center, most of which are kept in stor-age in the Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria meridionale (Super-intendence for Archaeological the Heritage of Southern Etruria), as well as a reviewof data from the archives and the now far more extensive bibliographic references,permit new observations on this famous assemblage, as well as on cult and funeraryritual for prestigious female burials.

Maria Letizia Arancio - Anna Maria Moretti Sgubini - Enrico Pellegrini

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Riassunto / Abstract

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Indice generale

Volume I

Prima sezioneL’alba dell’Etruria

Fenomeni di continuità e trasformazione nei secoli XII-VIII a.C.Nuccia Negroni Catacchio

La questione delle origini etrusche: dati archeologici e linguisticia confronto con i risultati di una recentissima indagine geneticaMaurizio Harari

Discussione

Astronomia e misura del tempo nella pre e protostoria d’EtruriaAdriano Gaspani

Comunità e territori nel Villanoviano evoluto dell’Etruria meridionaleCristiano Iaia - Alessandro Mandolesi

Breve contributo relativo ai processi di sviluppo verso l’urbanizzazione in ambiente mediotirrenicoGian Luigi Carancini

Etruria e Lazio

Processi di protourbanizzazione in aree interne alla sinistra del Tevere. Il caso dell’area ternanaRita Paola Guerzoni

Metallurgia e produzione ceramica al Trebbio (Sansepolcro, Arezzo) Nuovi dati archeometrici preliminari sulle attività produttive dell’alta Valtiberina durante l’età del ferroAndrea Ciacci - Adriana Moroni - Elisabetta Gliozzo - Isabella Memmi Turbanti - Azzurra Cherubini - Alberto Comini - Andrea Masi

L’area chiusina fra la fine del mondo terramaricolo e i nuovi assetti medio-tirrenici. Lo scavo di BagnoloCristina Balducci - Fulvia Lo Schiavo - Alessandro Zanini

Nuovi dati dallo scavo di Duna Feniglia (Orbetello, Gr)Laura Benedetti - Paola Capuzzo - Luca Fontana - Fabio Rossi

Corredi funerari femminili di rango a Vulci nella prima età del ferro: il caso della Tomba dei Bronzetti sardiLetizia Arancio - Anna Maria Moretti Sgubini - Enrico Pellegrini

Motivi decorativi e loro relazioni con le forme ceramiche del Bronzo Finale nella valle del fiume FioraMassimo Cardosa - Christian Metta

Recenti rinvenimenti del Bronzo Finale da Farnese (Vt)Nuccia Negroni Catacchio - Chiara Fizzotti

Condizioni di vita e stato di salute a Tarquinia (Vt) nella fase iniziale della prima età del ferro Rita Vargiu - Domenico Mancinelli - Robert R. Paine - Flavia Trucco

Continuità e trasformazione nel paesaggio protostorico cerite. Alcuni nuovi datiOrlando Cerasuolo

Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

Discussione

Alcuni dati sull’uso del territorio tra preistoria e protostoria nella media valle del torrente Arrone (Tuscania, Viterbo)Lucio Giuseppe Perego

La bassa valle del Tevere nel Primo FerroFormazione degli abitati e avvicendamento di assetti territorialiFrancesco di Gennaro - Angelo Amoroso

Il processo storico nel Lazio antico tra la tarda età del bronzo e la prima età del ferro: i protagonistiAnna De Santis - Olimpia Colacicchi - Maria Rita Giuliani - Barbara Santoro

Località Le Vignole, Maccarese (Fiumicino, Roma): risultati preliminari dello scavo protostoricoDaria Ruggeri - Monica Gala - Alessandra Facciolo - Maria Cristina Grossi - Cinzia Morelli - Maria Lucrezia Rinaldi - Sandra Sivilli - Elisa Carrisi - Daniela Citro- Francesca Romana De Castro

Nuovi rinvenimenti dalle “terre di Marino”Sepolture e aree funerarie del Bronzo FinaleMicaela Angle - Pamela Cerino - Agnese Livia Fischetti

Discussione

Per una revisione del popolamento in Romagna nell’età del bronzo finaleMaurizio Cattani - Vittorio Cavani - Bernardo Rondelli

Il sito di Monte Battaglia e il ruolo dei passi appenninici alla fine dell’età del bronzoMonica Miari

Dinamiche insediative nella tarda età del bronzo nell’Appennino bolognese. Nuove acquisizioniVittorio Cavani - Vanessa Poli

Nuove acquisizioni sul Villanoviano bolognese a quasi cento anni dalla scoperta della necropoli di San Vitale da parte di Gherardo Ghirardini Luigi Malnati - Caterina Cornelio - Davide Mengoli

Il lago Trasimeno tra Bronzo Medio e Primo Ferro: proposta per un’analisi dell’insediamentoMaria Cristina De Angelis

Nuovi rinvenimenti del Bronzo Finale sul colle Sant’Elia a SpoletoNicola Bruni

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Volume II

Aree di confronto

L’organizzazione del territorio in Polesine tra Bronzo Recente e prima età del ferro iniziale (XIII-IX sec. a.C.)Luciano Salzani - †Cecilia Colonna

L’Italia centrale adriatica tra il Bronzo Finale e la prima età del ferroMarco Ritrecina

L’occupazione della Campania meridionale nella tarda età del bronzo: fenomeni di continuità e discontinuità insediativaPaola Aurino

Le genti delle dune e del mare, le tribù delle colline: egemonia dei centri etruschi e ristrutturazione del mondo indigeno in Campania nella seconda metà dell’VIII secolo a.C.Alessandra Gobbi - †Gianni Bailo Modesti

Il cavaliere e la morte? Tombe con morsi di cavallo nella Campania protostoricaMarco Minoja

Aggiornamenti sulla fase IB di Capua. Elementi di continuità e trasformazione culturale desumibili da contesti funerari inediti in località CappucciniGian Luca Melandri

Le strutture abitative e di servizio dell’insediamento dell’età del ferro di Longola (Poggiomarino, Na)Claude Albore Livadie - Emilio Castaldo - Nicola Castaldo - Barbara Cesarano - Daniela Citro - Adriana d’Avella - Matteo delle Donne - Maria Teresa Pappalardo -Natascia Pizzano - Roberto Vannata

Il XII secolo a.C. nella Puglia settentrionale e in Molise: fenomeni di continuità e trasformazioneAlberto Cazzella - Cristiana Ruggini

Discussione

I Sardi nell’Italia tirrenica nel Bronzo Finale - Primo Ferro (riassunto)Anna Depalmas

Discussione

La céramique du Bronze Final dans le Sud de la Corse (XIIe-IXe siècle av. J.-C.)?:les assemblages récurrents de type «?Apazzu-Castidetta-Cucuruzzu?»Kewin Pêche-Quilichini

Seconda sezioneRicerche e scavi

Aggiornamenti e riflessioni sul problema del sale nella preistoria e nella protostoriaTomaso Di Fraia

Le armille tipo Zerba: un riesame della questioneSilvia Paltineri - Francesco Rubat Borel

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L’area di Gonfienti compresa tra il fiume Bisenzio e il torrente Marinella (Prato e Firenze): prime considerazioni sugli insediamenti dell’età del bronzo media e recente Paola Perazzi - Pasquino Pallecchi - Gabriella Poggesi - Lucia Pagnini - Cecilia Martini

L’applicazione della Tomografia Computerizzata (TC) al microscavo dei cinerari: il caso della necropoli villanoviana di PisaEmanuela Paribeni - Jasmine Bagnoli - Valentina Giuffra - Davide Giustini - Simona Minozzi - Davide Caramella - Gino Fornaciari

Nuove ricerche alla Grotta dei Santi (Monte Argentario, Grosseto) Adriana Moroni Lanfredini - Margherita Freguglia - Federico Bernardini - Giovanni Boschian - Carlo Cavanna - Jacopo Crezzini - Pamela Gambogi - Laura Longo - Lucio Milani - Fabio Parenti - Stefano Ricci

Discussione

Alcuni interventi di chirurgia cranica rinvenuti sui reperti ossei di recente recupero dalla grotta dello Scoglietto (Alberese, Gr)Filiberto Chilleri - Elsa Pacciani

Discussione

Pianetti di Sovana, Sorano (Grosseto): nuovi dati per la media età del bronzo nella valle del FioraGabriella Barbieri - Valentina Faudino - Enrico Di Nola - Anna Ferrarese Lupi - Fabrizio Diciotti - Luca Mario Nejrotti - Lara Arcangeli

Aspetti cronologici e primo inquadramento del villaggio sommerso di Sposetta nel lago di BraccianoIsabella Damiani - Patrizia Petitti - Flavia Trucco

Discussione

Alcuni corredi di età orientalizzante da Avella (Av)Elena Acampa

Elenco dei partecipanti

Elenco delle abbreviazioni

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PPE.Atti IX

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA

L’alba dell’EtruriaFenomeni di continuità e trasformazione

nei secoli XII-VIII a.C.

Ricerche e scavi

Da molti anni gli studiosi di Protostoria e gli Etruscologi focalizzano la loro attenzionesulle vicende e sulle trasformazioni avvenute in Etruria tra i secoli XII e VIII a.C.,un’epoca cruciale in cui si forma quella che nei secoli successivi sarà la Civiltà etruscaormai completamente sviluppata. Lo scopo del convegno è stato quello di indagare queste trasformazioni, i processi che le sottendono, e la spiegazione delle loro cause, sia dal punto di vista del territorio,sia da quello dello sviluppo sociale, culturale, ideologico.I dati archeologici ora a nostra disposizione, frutto di scavi e studi recenti permettono di rivisitare gli eventi di questo lungo periodo e di ricostruirli e leggerli in modo critico.Si sono prese in esame le continuità e le trasformazioni che avvengono nel tempo in situazioni particolarmente indicative: quali l’uso del territorio; gli insediamenti, le singole strutture abitative o di servizio, la programmazione degli spazi interni; la formazione di villaggi rurali e artigianali; i luoghi del culto, la concezione del sacro e l’ideologia funeraria; gli oggetti del quotidiano; l’organizzazione sociale e i corrispondenti indicatori; la concezione del potere e i simboli di status; la mentalità.Come sempre il tema ha riguardato l’Etruria in senso lato, ma per i necessari confronti sono stati accettati anche interventi relativi ad aree diverse, purché conproblematiche collegate. In qualche caso, strettamente legato all’Etruria, è stato anchepossibile analizzare elementi di epoca più recente, come esiti di situazioni protostoriche. La seconda sezione ha raccolto gli interventi relativi agli studi e alle scoperte pre e protostoriche effettuate in Etruria durante gli ultimi anni.

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volume I

CENTRO STUDI DI PREISTORIA E ARCHEOLOGIAMilano

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