SCIROEU de MILAN - Accademia del Dialetto Milanese

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Anno XIX – Numero 123 – Settembre/Ottobre 2017 – Registrazione del Tribunale di Milano N°789 del 24-12-1999 ACCADEMIA DEL DIALETTO MILANESE SCIROEU de MILAN www.sciroeu.it Artisti Artigiani in Milano Gabriella Donati, artista, vive e lavora a Milano. Nel suo studio, presso la fornace Curti, realizza pezzi frutto di sperimentazione. Utilizza argille raffinate e crea maioli- che con varie tecniche di lavorazione. VALORIZZARE LE LINGUE DIALETTALI Encomiabile senza dubbio l’iniziativa del- la Regione che con un bando ha promosso una serie di iniziative, derivanti da altrettan- ti progetti pervenuti e volti alla valorizza- zione delle lingue dialettali. Il bando, come ricorda l’assessore regionale alle Culture Cristina Cappellini, è teso “alla concreta attuazione della legge regionale di riordino della Cultura”. È un piacere poter disquisire di Cultura, soprattutto di questi tempi, considerando inoltre che si tratta di Cultura legata al no- stro modo di esprimere tutto ciò che fa parte della nostra vita, in lingua dialettale mene- ghina! Non vogliamo qui discutere sulle scelte che hanno informato i sette progetti che hanno potuto beneficiare, nel totale, dei 150.000 euro messi a disposizione dalla Regione. Ci permettiamo solo di dissentire sul dettato del bando che prevede l’assegnazione degli importi sino a esaurimento della somma, e non invece legati a una data di termine della presentazione dei progetti stessi. Ciò avreb- be determinato, credo un migliore giudizio di tutti i lavori proposti, senza penalizzare quelli non pervenuti per primi… Il Museo dei Martinitt e Stelline, quale capo- fila, in unione con la Famiglia Meneghina e la nostra Accademia ha elaborato un progetto che non ha potuto essere presentato, essendo ormai stata assegnata l’intera somma disponibile. Faremo tesoro di questa lezione, sperando che il prossimo bando possa vedere, se non accolto, almeno valutato il nostro lavoro, così come tutti quelli che avranno voluto dare un concreto segno di aiuto al mantenimento e alla valorizzazione del nòst bell dialett. Gianfranco Gandini

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Anno XIX – Numero 123 – Settembre/Ottobre 2017 – Registrazione del Tribunale di Milano N°789 del 24-12-1999

ACCADEMIA DEL DIALETTO MILANESE

SCIROEU de MILANwww.sciroeu.it

Artisti Artigiani in Milano

Gabriella Donati, artista, vive e lavora a Milano. Nel suo studio, presso la fornace Curti, realizza pezzi frutto di sperimentazione. Utilizza argille raffinate e crea maioli-che con varie tecniche di lavorazione.

VALORIZZARELE LINGUE DIALETTALI

Encomiabile senza dubbio l’iniziativa del-la Regione che con un bando ha promosso una serie di iniziative, derivanti da altrettan-ti progetti pervenuti e volti alla valorizza-zione delle lingue dialettali. Il bando, come ricorda l’assessore regionale alle Culture Cristina Cappellini, è teso “alla concreta attuazione della legge regionale di riordino della Cultura”. È un piacere poter disquisire di Cultura, soprattutto di questi tempi, considerando inoltre che si tratta di Cultura legata al no-stro modo di esprimere tutto ciò che fa parte della nostra vita, in lingua dialettale mene-ghina!Non vogliamo qui discutere sulle scelte che hanno informato i sette progetti che hanno potuto beneficiare, nel totale, dei 150.000 euro messi a disposizione dalla Regione. Ci permettiamo solo di dissentire sul dettato del bando che prevede l’assegnazione degli importi sino a esaurimento della somma, e non invece legati a una data di termine della presentazione dei progetti stessi. Ciò avreb-be determinato, credo un migliore giudizio di tutti i lavori proposti, senza penalizzare quelli non pervenuti per primi…Il Museo dei Martinitt e Stelline, quale capo-fila, in unione con la Famiglia Meneghina e la nostra Accademia ha elaborato un progetto che non ha potuto essere presentato, essendo ormai stata assegnata l’intera somma disponibile.Faremo tesoro di questa lezione, sperando che

il prossimo bando possa vedere, se non accolto, almeno valutato il nostro lavoro, così come tutti quelli che avranno voluto dare un concreto segno di aiuto al mantenimento e alla valorizzazione del nòst bell dialett.

Gianfranco Gandini

SOMMARIO

2 Sciroeu de Milan - Settember/Ottober 2017

EDITORIALEValorizzare le lingue dialettalidi Gianfranco Gandini

1

PROGRAMMI E SEGNALAZIONI 3

La favola della rana e dello scorpionedi Gianfranco Gandini

7

CUNTA SÙ di Ella TorrettaMusica immortal de Giuseppe Verdi

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LEGGIUU E SCOLTAA 17

SALUTE A MILANO di Filippo BianchiL’esame delle urine

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Giovanni Rajbertida “Letteratura dialettale milanese” di Claudio Beretta

22

MILAN... LA COGNOSSI? di Giorgio Moro ViscontiVia Mellerio, via Panzacchi e via Marradi

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VEDRINA DE LA BOTANICA a cura di Fior-ella Uva, frutto di Bacco

24

I Templari: gli inventori della dieta mediterraneadi Osmano Cifaldi

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FIRIFISS 27

Accademiadel Dialetto Milanese

Quote annue di adesione del 2017Soci Aderenti da € 35,00Soci Effettivi da € 52,00Soci Sostenitori da € 180,00

La quota può essere versata suBanca Popolare del Commercio e dell’Industria Iban IT54I0311101613000000003602Agenzia 33 – via Secchi 2 – Milanooppure: C/C Postale N°24579203“Accademia del Dialetto Milanese”

SCIROEU de MILANEdito dall’Accademia del Dialetto Milanese

Bimestrale fondato nel 1999Reg. Trib. di Milano N°789 del 24-12-99

Direttore: Gianfranco GandiniFax 02 8266463

www.sciroeu.itACCADEMIA DEL DIALETTO MILANESE

Sede c/o Circolo Filologico Milanese via Clerici, 10 – 20121 Milano

Tel. 3336995933 Fax 028266463C.F. 97206790152 NAT. GIUR. 12

Presidente onorario: Gino Toller Melzi

Consiglio DirettivoPresidente: Gianfranco GandiniVicepresidente: Mario ScuratiConsiglieri: Ella Torretta - Segretaria Paola Cavanna Alberico Contursi

Redazione:

Tullio Barbato,Filippo Bianchi,

Osmano Cifaldi, Fior-ella,Gianfranco Gandini,

Giorgio Moro ViscontiGino Toller Melzi, Ella Torretta,

Marialuisa Villa Vanetti

E-mail: [email protected]

Realizzazione e disegni di:Marialuisa Villa Vanetti

attenzione variazione IBAN

PROGRAMMI

Sciroeu de Milan - Settember/Ottober 2017 3

www.sciroeu.itè in rete la versione aggiornata anche per tablet e cellulari

RADIO MENEGHINARadio Meneghina, fondata da Tullio Barbato nel 1976, sta riposizionando la sua presenza sul territorio a Milano-centro in via Caffaro e in via Trasimeno. Trasmette interventi di Luca Barbato, Mario Censabella, Ada Lauzi, Enzo Ravioli, Roberto Carusi, Gianfranco Gandini, Roberto Marelli, Giuliano Fournier, Roye Lee, Piero Bianchi, Liliana Feldman, Ella Torretta, Pierluigi Amietta, Natale Comotti, Vincenzo Barbieri, Roberto Biscardini, Michaela Barbato, Lorenzo Barbato e le dirette delle partite di calcio casalinghe dell’Inter dallo stadio Meazza. Radio Meneghina è l’emittente che riserva il maggiore spazio alla produzione dialettale di canzoni, poesie, prose.

Manifestazion di amis:

Ella Torrettainizia dal 28-10-2017

le conversazioni“Freguj de milanes”

quindicinalmenteil giovedì alle 15.30

ed alle 16.30 “Scrivemm in milanes”

Humanitervia S. Barnaba, 48 - Milano

El Pontesell - Biblioteca Fra’ Cristoforo - via Fra’ Cristoforo 6 - Milano

XX Corso di Lingua e Cultura Milanesedal 25 settembre 2017 al 4 giugno 2018 tutti i Lunedì dalle 16.45 alle 19.00

Docenti: Paola Cavanna, Gianmaria Ferrari, Bianca Mancuso, Mario Torchio con la partecipazione di altri esperti. “Giornate riservate al poeta amico” e

“Giornate dedicate a canzoni di tradizione e cori”Informazioni telefoniche dalle 17.00 alle 19.00 - 02 89530231 - 02 88465806 - 02 26145172

Museo Martinitt e Stellinecorso Magenta 57 - per info e prenotazioni tel. 02 43006522

Inizio corsi 19 settembre - dalle 15.00 alle 16.30 “Grammatica e letteratura milanese” a cura di Gianfranco Gandini

2017: 3 - 17 ottobre / 7 - 21 novembre / 5 dicembre

APPONTAMENT E MANIFESTAZION:

Sabato 7 ottobre h. 15.30 Sciroeu di Poettapresso il Circolo Filologico Milanesevia Clerici 10

Sabato 11 novembre h. 15.30 Sciroeu di Poettapresso il Circolo Filologico Milanesevia Clerici 10

EL SALOTTIN

Se cicciaraSe scoltaSe impara

... con ADA LAUZI Circolo Filologico Milanesevia Clerici 10, 20121 Milano

Presentazione corsi: 30 settembre 2017 alle ore 15.00

4 Sciroeu de Milan - Settember/Ottober 2017

ACCADEMIA

Palazzo Sormani - Sala del Grechettovia Francesco Sforza, Milano

26 settembre 2017 - martedì - ore 18.00

Ella Torrettainvita

alla presentazione del libro La Montagna nel cuorecon la partecipazione del Dr. Alessandro Gerli

ingresso libero

Biblioteca Valvassore Peronivia Valvassore Peroni 56, Milano

18 ottobre 2017 - mercoledì - ore 18.00

Ella Torretta invita

alla presentazione del libro La Montagna nel cuore

ingresso libero

ELEZIONI A “EL PONTESELL”

Dopo 19 anni di proficuo impegno, il presidente de “El Pontesell”, Pietro Passera ha passato il testimone al nuovo presidente Franco Tessi, eletto per acclamazione.

L’assemblea si è espressa e ne è risultato un Consiglio così composto:

Franco Tessi PresidentePaola Cavanna VicepresidenteAlberico Contursi TesoriereDaniela Pizzigoni Segretaria

Salutiamo e ringraziamo per l’ottimo lavoro di questi anni, l’uscente presidentePlaudiamo e ci congratuliamo con Franco, augurandogli una gestione produttiva, ricca di molti e buoni risultati.

ACCADEMIA

MERAVIGLI EDIZIONI - PROGRAMMA DI SETTEMBRE 2017

Venerdì 8 Settembre - ore 20.45 - Salone dell’Oratorio “Sacro Cuore”Via IV Novembre - 26844 CAVACURTA (LO)La medievalista Ada Grossi presenta il suo romanzoCentoquarantanove anni. Gli occhi che guardarono la Sindone

Sabato 9 Settembre - ore 16.00 - Biblioteca comunale di BusseroAUDITORIUM - Via Gotifredo da Bussero, 1 - 20060 BUSSERO - Tel. 02 9503511 Conferenza di Luigi Barnaba Frigoli - La dinastia della Biscia: i Visconti tra storia e leggenda

Sabato 9 Settembre - ore 16.00 - Libreria FontevivaVia Fratelli Galliari, 10 - 24047 TREVIGLIO (BG) - Tel. 0363 43626Ada Grossi presenta Centoquarantanove anni. Gli occhi che guardarono la Sindone

Domenica 10 Settembre - ore 11.00 - Portici di via Matteotti - 24047 TREVIGLIO (BG) Il giornalista e scrittore Fabio Conti incontra i lettorie firma le copie del suo libro Lago Gerundo tra storia e leggenda Domenica 17 Settembre - ore 16.00 - Biblioteca comunale di Vaprio d’Adda AUDITORIUM via Vanvitelli, 42 - 20069 VAPRIO D’ADDA - tel. 02 90966946In collaborazione con l’Associazione Leonardo Fabio Conti presenta Lago Gerundo tra storia e leggenda

Venerdì 22 Settembre - ore 20.45 - Villa Tasca - Via San Vittore, 1 - 24041 BREMBATE (BG)Fabio Conti presenta il suo libro Lago Gerundo tra storia e leggenda

Sabato 23 Settembre - ore 16.00 - Museo Archeologico di Milano Sala Conferenze via Nirone, 7 - 20123 Milano - tel. (ArcheoBooks) 02 83439593 Tito Livraghi presenta il suo libro Il romanzo di Milano

Giovedì 28 Settembre - ore 21.00 - Sala civica Aldo Moro Viale Brianza, 4 - 20845 SOVICO (MB) - Tel. (Biblioteca Civica) 039 2075070 Conferenza di Luigi Barnaba Frigoli La dinastia della Biscia: i Visconti tra storia e leggenda

Venerdì 29 Settembre - ore 21.00 - Libreria Paoline Via Cavour, 34 - 26900 LODI - tel. 0371 423166 Ada Grossi presenta il suo romanzo Centoquarantanove anni. Gli occhi che guardarono la Sindone

Sabato 30 Settembre - ore 17.00 Libreria Temporibus Illis Via Benvenuto Garofalo, 20 - 20133 Milano - tel. 02 89055610 Tito Livraghi presenta il suo libro Il romanzo di Milano

Tutti gli incontri sono a ingresso libero

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6 Sciroeu de Milan - Settember/Ottober 2017

ACCADEMIA

Corriere della Sera

ACCADEMIA

On dì on scorpion el voreva traversà on stagn ma se sa che el scorpion l’è minga bon de noà.Intanta ch’el pensava come fà el ved ona rana che la noava bella tranquilla e ’l ghe dis:«Per piasè te me careghet sora la toa s’cena e te me pòrtet su l’altra sponda?»La rana l’ha guardaa on poo de travers e la gh’ha ri-spòst:«Te see matt?! Se te careghi sù la s’cena tì te me sga-gnet e mì moeuri!»«Ma nò, stá tranquilla, te se regòrdet nò che son minga bon de noà e che se te sgagni te moeuret ma moeuri anca mì perchè neghi?»La rana la gh’ha pensaa sù on poo e poeu, siccome l’era de coeur bon e vist che el ragionament el ghe pareva lògich, l’ha decis de portà el scorpion sù l’altra sponda.Sicchè l’ha caregaa sora la soa s’cena e la s’è missa a noà; ma quand hinn staa in mezz a l’acqua el scorpion l’ha sgagnada!«Sacranon! S’te fee?! Adess moeuri ma te moeuret anca tì! Ma te par d’avè faa on mestee lògich?»El scorpion, anlù stremii perchè el saveva de morì el gh’ha rispòst:«Segura, te gh’hee reson, l’è minga on’azion lògica che hoo faa ma on cunt l’è la reson e on cunt l’è la mia natura…»

La favola della rana e dello scorpioneliberamente tradotta da Gianfranco Gandini

Illustrazione ottocentesca di una variante: la tartaruga e lo scorpione.

L'origine e l'autore non sono noti. Varianti della fa-vola appaiono nell'Africa occidentale e nei racconti popolari europei. La storia è spesso attribuita a Eso-po, tuttavia nelle sue favole appaiono solo delle va-riazioni. Uno studio pubblicato nel 2011 indica una connessione tra la genesi della fiaba e la tradizione del Panchatantra, una raccolta di favole di animali risalenti all'India del III secolo a.C.

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Conclusion, ona quai vòlta se gh’ha de dagh a trà al coeur, e ona quai vòlta se gh’ha de scoltà el coo!

Meravigli e Circolo Filologico Milanese

Presentazione del nuovo libro realizzato in collaborazione con Circolo Filologico Milanese nell’ambito delle iniziativa per il 35° anniversario della sezione di Cultura Milanese

Sant Ambroeus Tra storia e leggenda

una gustosa antologia di leggende e poesie legate alla figura del Santo patrono della città di Milano

sabato 28 ottobre ore 15.30

con proiezione di immagini e reading

Circolo Filologico Milanese - Sala Libertyvia Clerici 10 - Milano

ingresso libero fino a esaurimento posti

CUNTA SÙ

Musica immortal de Giuseppe Verdidi Ella Torretta

a cura di Ella Torretta

Ona musica dolza inonda ona piazza e compar la fi-gura d’on gran musicista Giuseppe Verdi ch’el va a spass cont i man dedree che tegnen sù el pastran. El vòlta i spall a Milan, perchè el guarda vers la soa città Busseto. El nòster Peppin, l’è ricordaa dai Milanes quand ve-den in piazza Buonarroti la soa statua, òpera de En-rico Butti. L’è stada missa denanz de la Cà de Ripòs per Musicista, da lù medesim fondada in del 1889. Monument inauguraa in del 1913 in occasion del centenari de la soa vegnuda in de sto mond. Sul basament on altoriliev el rappresenta: “la Melo-dia, la serenità Bucolica, la Tragedia dell’odio e del dolore e l’Amor patrio”. Quand l’era piscinin i sò de cà ò i amis el ciamaven Giuseppe Fortunino.A Busseto el sò papà Carlo Verdi el gh’aveva on’o-steria con la vendita anca de ròba de mangià. La mamma la lavorava in d’ona filanda. El nass a Roncole in del 1813.Da fiolin intanta ch’el faseva el cereghett sù l’altar de la gesa de Busseto e el serviva messa l’era ciappaa a scoltà la musica de l’òrghen, l’ha stravaccaa sù l’al-tar l’amolin cont el vin de Messa. El pret el gh’ha slongaa on calcion inscì violent che lù de repetton el gh’ha vosaa ona maledizion rivada a segn cont ona saetta, dòpo on poo de mes.El se trasferiss da Roncole a Busseto a des ann e per podè frequentà el Ginnasi el tappascia a pee e anca senza scarp per minga consumai, quand ògni dome-nega el va a Busseto per sonà l’òrghen a la Messa.El comincia la soa carriera come organista, ma istess temp el compòn anca musica sacra.El scior Barezzi, fornidor de liquor in de l’osteria del pader e President de la Società Filarmonica, el diven-ta el sò “mecenate”. Capii el sò talent el mett a disposizion del giovin Peppin el “pianoforte” de cà soa per fall studià, poeu, d’accòrd con la famiglia, le invida a trasferiss a cà soa anca per dà lezion de piano e de canto a la tosa Margherita. A quattòrdes ann Verdi l’è consideraa el pussee bravo pianista de Busseto e domà on ann dòpo el compòn ona sinfonia per el “Barbiere di Siviglia” di Rossini, con success e meraviglia de tucc.Anca se l’è ciamaa per esibiss in serad musicai, el

capiss ch’ el dev studià e grazie pròppi a l’interes-sament del scior Barezzi el riva a Milan in del 1825 per studià al Conservatòri, ma el ven scartaa perchè el gh’ha el passapòrt del “Ducato di Parma” e per sto motiv consideraa on forestee, poeu el gh’ha quat-tr’ann pussee per l’ammission al Conservatòri.El ciappa lezion de privatista dal Maester Vincenzo Lavigna, second “cembalo” a la Scala e professor de “solfeggio”, semper sponsorizzaa dal Barezzi. L’im-para a scriv musica e per studià el noleggia spartii, che ie pòrta adree quand dal loggion el perd mai ona rappresentazion a la Scala. El torna a Busseto e el sposa Margherita Barezzi el 4/5/1836, che la ghe consiglia de trasferiss a Milan per vess present a la rappresentazion a la Scala de “Oberto, Conte di Bonifacio”, spartii pubblicaa da la “Casa Ricordi”. Pietro Massini el ghe da de mett in musica on com-poniment poetich de Antonio Piazza e el 16 de set-tember del 1836, dòpo on ann de lavorà, Verdi el ghe scriv che l’ha finii e el ghe consegna el spartii, però domà in del 1839 l’òpera la ven rappresentada a la Scala. I spos vann a stà de cà in via Santa Marta 3398 a Milan.El padron de cà l’è el Professor Giuseppe Seletti, clarinettista e insegnant de grammatica al “Ginnasio Comunale Santa Marta di Milano”. La famiglia poeu la se trasferiss in contrada San Si-mone 3072, incoeu via Cesare Correnti, per la nasci-ta de la prima tosa Virginia in del 1838, che la moeur el 6/2/1839, on mes dòpo la nascita del fradell Icilio. Riva la primavera del 1839 e Giuseppe Verdi el va a trovà in cà soa la cantant Giuseppina Strepponi per scambià dò paròll de circostanza. La cantant la resta folgorada dai melodii che Verdi el ghe sòna al piano.L’impresari de la Scala Bartolomeo Merelli l’accetta de mett in cartellon l’òpera “Oberto, Conte di Boni-facio” in autunn come da consili de la cantant.I sògn del composidor adasi adasi par che se realiz-zen e tusscòss lusiss denanz ai sò oeugg, i palazz di sciori milanes, i vedrinn di bottegh, i strad illuminaa come mai l’aveva constataa prima quand el passava in Galleria ò per la “Corsia dei Servi”, preoccupaa per la mancanza de mezzi e de conoscenz che podes-sen portà al success i sò musich.

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Continua a pag. 10

Purtròpp ona tragedia riva a portall a la disperazion quand el 22 de ottober del 1839 moeur anca el sò fiolin Icilio.La situazion econòmica de la famiglia Verdi l’è pròppi disperada tant ch’el Verdi el va dal sò impre-sari Merelli a cercagh on anticip sul contratt firmaa per i composizion de trè òper de rappresentà a la Sca-la ò al Teater de Vienna.El contratt el prevedeva on compens de “4000 lire austriache” per duu ann, oltra al 50% de util sù la vendita di spartii stampaa da la Casa Ricordi.El Merelli el ghe dis ch’el po’ minga anticipà danee.La miee Margherita, senza di nient al marì, la pòrta al Mont de Pietà i sò “gioielli di famiglia” per podè pagà el fitt.El 18 de giugn del 1840 Margherita la moeur per ona malattia fulminant e senza la possibilità de cur. La ven seppellida in del cimiteri de San Giovann insema ai sò duu fioeu Virginia e Icilio. Verdi l’è on òmm distrutt perchè l’ha perduu duu fioeu e dòpo domà quattr’ann de matrimòni la soa Ghitta, inscì la ciamava in confidenza.El dì dòpo el funeral insema al suocero Barezzi, el torna a Busseto per cercà in solitudin la pas interior e confòrt anca se el Merelli el cerca de convincell a tornà a Milan per presentà a la Scala “Un giorno di regno”. L’òpera l’è ona delusion per i sever critich e la mancada accoglienza favorevol del pubblich.De noeuv a Milan el cambia cà, per-chè adess la soa vita l’è piena de ri-còrd, de delusion, de tristezza, el se rintana in d’ona stanzetta già ar-redada a la mej in “Corsia dei Servi” con l’unich ricòrd de la vita passada el “pianoforte” che el suocero l’aveva daa a la soa tosa Margherita come regal de matrimòni. El va in gir per Milan pòch volentera, el mangia de spess a l’osteria San Romano in “Via Durini”, el luma de sbiess i bei vedrinn di negòzzi in “Galleria De Cristoforis” e semper pussee delus, el decid ch’el se dedicherà a l’insegnament ò a la direzion de spar-

tii musicai, ma mai pù a composizion de òper.L’è scoraggiaa, avvilii, deperlù e quand el Merelli el ghe propòn de musicà on librett di Temistocle Solera, el refuda decis. Merelli l’insist e le prega almen de leg el copion, poeu el deciderà.Verdi in del silenzi de la soa stanza le trà sul tavol con malagrazia e el spartii el se derva pròppi in la pagina dove gh’è scritt…”va pensiero su l’ali dora-te…”Sti paròll se stampen e martellen in la soa ment per on para d’or tant ch’el leva sù de bòtt dal lett e el se mett a leg tutti i pagin... voeuna, dò, trè vòlt che se inciòden in del sò cô come on’ossession.A la mattina bonora quand el se presenta a l’impre-sari el ghe conferma che tutt quell che gh’è scritt sul librett “è bellissimo!”Merelli el torna de noeuv a propòn de musical fin che ’l Verdi l’accetta. Nass el “Nabucco”, òpera ch’ el voeur mett in cartel-lon a la Scala fra on ann, ma Verdi el voeur presental a primavera, sicur del success, anca se la prospettiva de mett in scena l’òpera saria quella de doprà scen e costum vegg per mancanza de danee.Verdi el se mett subit a lavorà. El partecipa ai proeuv e la scena cont i coristi l’è inscì apprezzada che tutti canten; sia i orchestrai che el personal de scena se fermen per scoltà sta melodia che la tocca el coeur e l’anima.

Verdi el decid de pagà de persona i coristi che hinn i personagg pussee important de tutta l’òpera con la presenza de la soprano Giuseppina Strepponi, in de la part di Abigaille.

CUNTA SÙ

Continua da pag. 9 - Musica immortal de Giuseppe Verdi

Per la prima a la Scala del “Nabucco” el 9-3-1842 tutti i appassionaa d’òpera hinn present in ògni ordin de pòst e se infiammen quand senten il “Va pensiero, coro degli schiavi”, cantaa dal còro con tanta pas-sion. Se capiss che tutti òdien la dominazion che la sottomett i s’ciav, come del rest el pòpol milanes l’è stuff de l’oppression di Tognitt. El “Nabucco” el ven rappresentaa per ben cinquantasett vòlt in cartellon a la Scala. Dòpo el success del “Nabucco” Verdi el capiss che finalment tusscòss l’è cambiaa, perchè el sent che tutti hann capii quanto var la soa musica. Per i strad i garzon ziffolen el “Va pensiero…”, in di vedrinn di negòzzi del centro de Milan vegnen miss in evidenza spartii e riferiment a la soa composizion. Quand el passa in Galleria tutti el saluden con gran scappellad e i sciorett de Milan el rimiren con simpa-tia e largh sorris. El Merelli, amministrador del Teater a la Scala el ghe affida la composizion d’on òpera per l’inizi de la prossima stagion cont on contratt dove lù el po’ scriv la cifra del compens ch’el voeur. Ghe par minga vera sta propòsta e el se mett a leg pussee d’ona vòlta el contratt in bianch poeu, consi-gliaa da Giuseppina Strepponi, el ghe mett l’impòrt pari a quell che dann a Vincenzo Bellini per l’òpera “Norma”.Merelli el fa nanca ona piega, el firma el contratt cont el compens indicaa. Ormai l’è diventaa famos e fiòc-chen i invid a riceviment, a banchett in di salòtt de la bòna società milanesa.El frequenta el salòtt de la Contessa Clara Maffei dove el conoss Carlo Tenca e Alessandro Manzoni e quell de la Giuseppina Appiani, amisa de Donizetti e Bel-lini.Lù, òmm de campagna dal caratter on po’ ombros, el cambia vela, l’è on personagg dispòst a fà esperienza per coltivà relazion artistich con chi condivid i sò idei e aspirazion.In del 1842 a Bologna el va a fà visita a Gioacchino Rossini, già famos, apprezzaa e consideraa da Verdi on modell imprenditorial e artistich.La celebrità la contagia tutti e el sò nòmm el diventa de “moda”, in di negòzzi venden cappei, sciarp, sciall “alla Verdi”, perfina in di ristorant serven menù con sals, piatt de carna e dessert “alla Verdi”.Adess in considerazion de la soa posizion el cambia cà. El se trasferiss in d’on appartament in “Contrada

di Andegari”, dove el se mett a compòn “I Lombardi a la Prima Crociata”, cont ona sequenza de critich per la “censura ecclesiale”.Lù a sti critich el voeur minga sottostà e el 11 de feb-brar del 1843, dòpo on mes de gran fregg e de nev che quatta tutti i strad, i tecc, i piazz de Milan, come ògni tant ghe pias smiccià dal gran finestron del sò appar-tament, se tira sù el sipari per la prima de l’òpera “I Lombardi” cont el debutt de la “soprano Emilia Frez-zolini”, da la vos cont on tecnica impeccabil, bella, semper allegra e considerada important interpret di òper del nòster Peppin.Sta òpera la ven replicada per vintisett vòlt e a la rap-presentazion del 20 de marz la cunta la presenza in scena anca di famos ballerin Taglioni e Cerrito.Gran success anca per i spettacol in di teater de Vien-na, Parma, Udine, Senigallia e Venezia.El se mett a compòn l’ “Azira” che la ven rappresen-tada a Napoli: òpera che l’è criticada da giornalista anca se ben considerada ed apprezzada dal pubblich present.Adess la soa carriera l’è tempestada de success in suc-cess in diversi teater: “L’ Ernani” e “I due Foscari” a Venezia, al San Carlo de Napoli, al teater Argentina de Roma con l’ “Azira”, con tanta tanta musica che la conferma la soa passion semper cobbiada a la presenza del sò amor, la cantant Giuseppina Strepponi che per stà vesin a lù la bandòna la carriera de cantant lirica.Ona ventada de gioventù la riva in famiglia con la presenza d’on giovin de vintitrì ann, raccomandaa da Antonio Barezzi, ex suocero.El se ciama Muzio Emanuele, sciavattin, ch’el studia musica, ma che l’ha dovuu dismett per dà ona man a la soa modesta famiglia. El riva da Zibello, paesin ve-sin a Busseto e el ven ciappaa sòtta l’ala de Giuseppe Verdi che le considera el sò alliev pussee promettent, l’è bon de fass vorè ben e el diventa el sò caroeu, con-fident, assistent artistich che le compagnerà per quasi tutta la vita.Verdi adess l’è el padron de la melonera, el lavora sen-za trovà period de ripòs che ie ciama “anni di galera”.Cont el librettista e amis Francesco Maria Piave el se lassa andà a baraccad sfrenaa. De spess el sta minga ben per el mal de stomegh, in-fiammazion a la gola, raffreddor. Quand el va foeura el se quatta la gola cont ona sciarpa bianca comprada in d’on negòzzi del centro de Milan, sciarpa che la

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sarà rappresentada in diversi quader con la figura del maester. Per la presentazion a la Scala el di de San Steven del 1844 de “I lombardi“ Verdi per contestà Merelli, ch’el voeur risparmià sù tusscòss, el se presenta minga a la prima, poeu el va a Vienna per l’ “Ernani” dove el gh’ha on gran success.Da la fin del 1844 el diventa impresari de sè medesim, el cura i sò impegn, el scerniss con parsimonia i òper de musicà, el cura la scenografia, i copioni minga domà per quell che se riferiss a la musica.Semper a la fin del 1844 el compòn la “Giovanna d’Arco” e el pubbli-ch de la Scala el voraria esternà al maester l’entusiasmo con la soa presenza sul palchscenich, ma lù l’è minga present. Quest’òpera la gh’ha on gran success tant che per tutta la stagion la ven replicada quatter vòlt a la settimana.Siccome el Merelli el pensa domà a fà danee con la rappresentazion di sò composizion e el considera pòch la soa musica, Verdi el se stu-fiss de sta situazion e el decid de lassà la Scala e a malincoeur anca Milan.El torna de noeuv a Milan con so-sta a Busseto, ma chi el troeuva on ambient provincial pien de ciaccer per la separazion dal marì Andrea de la Contessa Maffei e la soa re-lazion con Carlo Tenca, poeu maldicenz anca per lù ch’el viv con la Strepponi, già mamma de duu fioeu. Riva on’altra òpera “I Due Foscari”, che va in scena a la Scala, ma el success l’è rivòlt domà a l’interpre-tazion del Cantant, on Bass, anca se l’òpera l’è ap-prezzada da on gran personagg, on Zar de passagg a Milan, òpera che se replica diversi vòlt a la Scala.Verdi el ricev propòst da on editor frances, da on alter ingles, ma lù el voeur minga slontanass da la soa Mi-lan e el refuda.Semm rivaa al 1846 e anca se la soa salud la scan-chigna, l’è a Venezia poeu a Milan, dove va in scena l’òpera “Attila” cont on bon success.El dottor el ghe consiglia de ciappass on period de ripòs almen de ses mes. Verdi el rispetta el consili e l’accetta de passeggià come on turista in Corsia del

Giardin, intorna al Dòmm, el va in carròzza cont i sciori che fann a gara per aveghel insema.Come da suggeriment del dottor, el va a Recoaro per bev l’acqua anca se l’è minga tròpp convint di pro-prietà terapeutich de sta cura.Tornaa a Milan el comincia a scriv la musica per el “Macbeth”, ma prima el decid de leg quell che l’ha scritt Shakespeare per podè capì el dramma original, el se trasferiss a Firenze dove el 14 de marz del 1847 el ven rappresentaa con on strepitos success come el

conferma el sò caroeu Muzio che, scartaa vantaggios offert de collaborazion, el resta sem-per a soa disposizion.Insema vann a Londra con so-sta a Paris per l’allestiment de “I Masnadieri” in scena el 22 de luj del 1847 a la presenza de la Regina Vittoria e tutt la nobiltà inglesa.Sia la critica che el pubblich decreten success a l’òpera, anca se la Regina Vittoria la scriv sul sò diutel che...”la musica è assai scadente e ba-nale”!Verdi el frequenta nò i salòtt ingles, i banchett e tutti i oc-casion dove vorarien la soa presenza domà per reson ar-tistich.Ogni tant l’è present in del palch del teater a lù riservaa

da l’impresari Lumley per tutta la durada de la soa permanenza a Londra.El torna a Paris cont sòtt sella on contratt per des ann. Considerada la situazion politica che se usma a Mi-lan e la presenza de Giuseppina Strepponi che l’inse-gna a Paris, el va innanz e indree tra Paris, Busseto e Sant’Agata dove l’ha compraa ona bella cà de campa-gna, senza desmentegass de passà i mes pussee fregg a l’Albergo Croce di Malta, Palazz Sauli e Palazz Doria a Genova e chi el ricev anca la cittadinanza onoraria.Quand a Milan se scadena la rivòlta contra i Tognitt, Verdi l’è a Paris, informaa da l’andament de la rivolu-zion dal Muzio che come sò agent e corrispondent el ghe ten i contatt cont i editor.

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Continua da pag. 11 - Musica immortal de Guseppe Verdi

Verdi el voraria tornà a Milan, ma consapevol de la soa pòca resistenza fisica, el decid de restà a Paris per mett insema l’opera “Il Corsaro” destinada al “Teatro grande di Trieste”.Verdi per partecipà e dimostrà el sò sentiment pa-triottich a Mazzini, che l’aveva conossuu a Londra, el compòn on “Canto patriottico” dal titol “Suona la tromba”.In d’on rion tranquill de Paris, el scriv “la Battaglia di Legnano” per la prima al Teater Apollo de Roma del 27/1/1849 e Verdi el resta sbalordii da la presenza del pubblich entusiasta con bander, naster tricolor in ògni canton.Semper al Teater Apollo a Roma in del 1853, Verdi l’è present a la prima rappresentazion de “Il Trovato-re” cont on poo de variazion al copion, perché el dev eliminà i scen con ges, convent, zingher e dònn con la modifica di paròll, come mett al pòst de “miserere” - “pietade.”A Milan, la soa città, ghe pias passeggià in “Galleria De Cristoforis”, passà serad in la pasticceria “Cova” e frequentà i salòtt riservaa per incontrà vegg amis sin-cer, andà a fà passeggiad foeura Pòrta sia in treno che in carròzza.Quand l’ha finii de compòn “La Traviata” el se ritira tra Sant’ Agata e Genova e l’òpera la va in scena el 6 de marz del 1853 a Venezia, ma stavòlta l’è “un fia-sco”. El se domanda de chi sia la colpa… fòrsi de la “soprano Fanny Salvini Donatelli”, ona Violetta on po’ tròpp in carna per interpretà el personagg d’ona malada che poeu la moeur.La presenza de Verdi e de la Strepponi a Busseto l’ è ancamò causa de critich sul sò comportament fami-gliar, anca se la gent le acclama come simbol contra l’invasion di Tognitt che per i strad leggen depertutt “Viva Verdi”, che voeur di “Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia”.In Agost del 1859 Verdi el sposa Giu-seppina Strepponi, in gran segretezza.La cerimònia l’è celebrada in Savoia a Collonge Sous Saleve, territòri piemontes con “rito cattoli-co” officiaa da l’abbaa Mermillod, Prevòst de la Gesa Notre Dame e come testimòni vegnen nomi-naa el campanatt e el brumista che i ha portaa fin lì in carròzza.Tornen a Busseto e el matrimoni el resta on segret per des ann fin’ al 1868.Verdi el ven nominaa rappresentant de Busseto e

per portà i risultaa del Plebiscito al Re, el va a To-rin passand per Milan con l’acclamazion de la fòlla che le riconoss, minga domà per i sò composizion de òper, ma anca per el sò amor per la Nazion.Con l’Unità d’Italia el ven nominaa deputaa, ma dòpo la prima legisladura in del 1865 el lassa la pol-tròna de deputaa. A Sant’Agata l’è content de vess consideraa vun de lor ò, per mej dì, on paisan. Con la soa sposa Giusep-pina el cura el giardin, la campagna, el va a caccia.La musica le ciama ancamò e de noeuv el compòn in del 1855 “I Vespri siciliani”, in del 1857 “Simon Boccanegra”, in del 1859 “Aroldo” e “Un ballo in maschera, in del 1861 “la Forza del Destino”.El ricev da San Pietroburgo on contratt per la rap-presentazion di sò òper in di teater imperial. Inse-ma a Giuseppina in del november del 1862 lassen la tranquillità de la campagna de Sant’Agata e vann in Russia, on poo preoccupaa per la temperadura e el fregg che trovarann tant che fann fodraa de pellizza pastran, vestii e cappei de pel.

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Verdi e la miee se porten anca apress ona scòrta de aliment come salamm, formagg, ravioeu e Jam-bon de San Second, bottili de vin “Bordeaux” e de “Champagne”. Tra el 1870 e 1880 a la Scala vegnen rappresentaa ona vintena de òper de Giuseppe Verdi.In de la gesa de San Mar-ch per el primm anniversari de la mòrt de Alessandro Manzoni venn presentada la “Messa da Requiem” el 22 de magg del 1874.Milan l’è in del sò coeur e el se stabiliss in l’appar-tament n. 105 al “Grand Hotel et de Milan”, in Via Manzon, vun di pussee bei alberghi de Milan a duu pass de la Scala, che prima del 1867 l’era ciamaa “Al-bergo di Milano”, diventaa famos minga domà per el bon gust de l’arredament, ma per i personagg che hann passaa dì e nòtt in di “Suite” ò stanz de rappre-sentanza. El pussee important l’è senza dubbi el nòster Peppin, che lì el fissa la soa residenza milanesa.Dal poggioeu del sò appartament che da su la Via Manzon, el po’ saludà la soa cara amisa, Contessa Clara Maffei, che la sta in del palazz in faccia, in via Bigli. Ogni tant la conversazion la se slonga per commentà i condizion fisich, el temp ò criticà l’ul-tim spettacol a la Scala. Ghe pias l’appartament de la “Suite 105”, con dò stanz, voeuna per el dì, dove a la spinetta el compòn musich d’òpera, romanz e l’altra per la nòtt cont el lett a balducchin e scrivania de gran fattura. El gh’ha on appartament luminos, con spazi grand assee per mett anca on Pianoforte, minga domà la Spinetta!Ancamò incoeu se conserva l’arredament da lù scerniì: comò, ciffon, lett, poltronett, cadregh, tavol de diver-si misur e stil, arredament salvaa dai bombardament del 1945. Chi el viv riverii e servii con la soa sposa Giuseppina present ormai a ògni manifestazion, in di palch di teater, ai banchett dove hinn invidaa.

De soa iniziativa in sto appartament el tra insema “la Messa da Requiem” per el Manzoni, anca se l’ha vist domà ona vòlta, Messa che ven replicada in del 1879 a la Scala cont el sòlit success strepitos.Finii i gran battiman el se ritira in del sò appartament al “Grand Hotel”, ma el sent che in via Manzon riven

i nòt del Nabucco.Giuseppina la va a la finestra e la convinc el maester a presentass per ricev i battiman e la gran ovazi-on de la gent che l’impieniss la strada, insema a l’orchestra de la Filarmonica de la Scala diretta dal Maester Franco Faccio. Ona vera dimostrazion de simpa-tia e gran dedizion popolar a la soa persona.Piazza de la Scala la se impieniss de gent fina da la mattina, per i strad de Milan i organett sònen domà melodii del maester.Per interessament de Muzio, diventaa on important direttor d’or-chestra in diversi città, l’ egittòlogh August Mariett el propòn a Verdi de compòn on’òpera da rappre-sentà al Cairo con soggett egizian.L’òpera “Aida” la va in scena el

24/12/1871 al Cairo, diretta dal contrabbassista Gio-vanni Bottesini con gran success e replicada a la Scala el 8 de febbrar del 1872. El teater l’è sberlusent de lus e de gioiei sui vestii de sera o al còll di damm present. La soa carròzza a la fin del spettacol la ven strusada da la fòlla in deliri e se senten per i strad fin ’a l’alba tutti che vosen: “Viva Verdi”!Milan l’è on’anima sola cont el composidor, perchè l’è consideraa pussee de qualsiasi alter personagg mi-lanes celebraa e osannaa.Anca se l’impresari el voraria che el maester el se mettess a compòn on’altra opera, Verdi el se rintana a Sant’Agata con la miee e el se dedica al giardinagg e a la caccia.El fa costruì a sò spes on ospedal a Villanova, el cura l’allestiment, el scerniss l’arredament, la biancheria e anca l’assunzion del personal de l’Ospedal.Per on para d’ann el se occupa di fittavol per migliorà i condizion de vita, adess che l’è padron de terren e campagn coltivaa.

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Artigiani Artisti in Milano.

Artista ceramista, vive e lavora a Milano. Nel suo studio, presso la fornace Curti, realizza pezzi frut-to di sperimentazione. Utilizza argille raffinate e crea maioliche con varie tecniche di lavorazione. Nell'ambito del sociale, la sua lunga esperienza le ha permesso di avviare laboratori, in varie zone del-la città. A questi laboratori hanno partecipato persone di varie età che hanno sviluppato la loro creatività lavorando l'argilla. Per loro questi erano anche momenti di socializzazio-ne e relax.

Gabriella racconta: “Quando vado in studio, so quando arrivo ma non quando uscirò, per-ché si viene presi dall'atmosfera e ci si di-mentica del tempo che passa.Il bello della creta è che, parti con un'idea e poi man mano che metti le mani "in pasta", nasce qualcos'altro che ti ispira.Spesso ti chiedi, magari mentre in auto aspet-ti il verde del semaforo, "che succede se pro-vo a fare questo... o a fare quello...?"

Una volta ho comprato del carbone, l'ho sbri-ciolato e impastato nella creta, ho realizzato un vaso che, una volta cotto, aveva dei buchi

e nel fondo di ognuno si vedeva luccicare.Cuocendo, la parte legnosa del carbone, era bru-ciata ed era rimasta la parte ferrosa che luccicava, un bell'effetto.A proposito di cotture, uno dei momenti che mi piac-ciono di più è quando apro il forno.C'è sempre l'attesa... sarà tutto integro? Ci sarà qualche crepa?... e poi quando apri, la sorpresa di vedere tutto perfetto.Dopo tanti anni ancora provo emozione.

Molti dei pezzi sarebbero già belli così in prima cot-tura, cioè in biscotto.Altri invece rendono di più dipinti e rivestiti di cri-

Gabriella Donati

stallina. Cotti una seconda volta diven-tano pezzi in "maiolica".Qualche volta la cristallina risulta so-vrapposta; si nota in controluce ma per chi se ne intende questo rivela che è sta-ta messa a mano, quindi ha più valore in quanto artigianale. Ovviamente ogni pezzo è unico perché non vengono utilizzati stampi.

Quando lavori con l'argilla sai che ci sarà sempre qualcosa di nuovo, ti chie-derai: "E se provo...?" Insomma il tuo cervello sarà sempre stimolato e atti-vo.”

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Per la soa attività artistica in del 1874 el ven nominaa “Senatore a Vita”.In del 1889 per el 50° anniversari de la prima rappre-sentazion de “Oberto” a la Scala, Ricordi l’organizza diversi manifestazion e el scriv a Verdi che saria indi-spensabil la soa presenza a Milan. Verdi l’è minga de l’istess parer e el resta in la soa tegnuda de Sant’Agata.Arrigo Boito el ghe presenta el librett per on’òpera di-versa dai sòlit argoment seri e drammatich.Verdi, dòpo avè leggiuu el test, el decid de comincià a lavorà a la composizion del “Falstaff” ch’el ven rap-presentaa a la Scala in del 1893.In del 1890 Verdi el compra on terren foeura de Pòrta Magenta e el fa costruì on fabbricaa per ospità arti-sta deslippaa, bandonaa, restaa deperlor; ona cà dove sarann ospitaa tutti i musicisti ò cantant quand rivarà l’ora de ritirass dal palchscenich, dòpo ona vita spen-duda e consacrada a la musica. L’è del 1899 “l’Atto costitutivo” per la “Fondazione della Casa di Riposo per musicisti” ed inaugurada in del 1902, su progett de Camillo Boito, da lù conside-rada la soa òpera pussee importanta e la pussee bella. El 14 de november 1897 moeur Giuseppina Strepponi e lù el se troeuva desolaa per la perdita de la dònna de la soa vita, anca s’el cerca consolazion in la musica.El resta imbalordii da la moderni-tà de la città de Milan e el riess minga a adattass ai cambiament de la metropoli.La soa passion per la cusina la ven esaudida dai coeugh del ristorant del “Grand Hotel “ dove ormai el viv e el fa onor ai menù che ghe presenten.Al “Grand Hotel”, insema a Boi-to e Ricordi, el festeggia cont on brindisi el 1° de l’ann del 1900 intanta ch’el se gòd, quasi in soli-tudin la soa meritada tranquillità. El 21 de gennar del 1901 el se sent mal.La notizia spantegada in città, la raduna sòtt ai finester del “Grand Hotel” ona moltitudin de gent, giornalista e cittadin che voeuren avegh notizi di sò condizion fisich.Per minga disturbà la soa agonia, i strad intorna al

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“Grand Hotel” vegnen sparpajaa de paja per fà min-ga frecass quand passen i carròzz anca se vann a pass d’òmm.El 27 de gennar del 1901 el nòster personagg, senza pù avè ciappaa conoscenza, el sara i oeugg per semper e cala el sipari sù la soa vita tribulada, ma resta per semper viv el ricòrd d’on òmm che l’ha conquistaa el coeur de tutti i milanes cont ona musica che resterà immortal.El lassa ona bòna eredità al “Monte di Pietà di Busse-to” per i pòver de Sant’Agata, per i parent e perfina per la sorella de la Strepponi.El paes de Roncole in sò onor, el ven ciamaa Roncole -Verdi. Come da sò testament el funeral l’è senza musica.El carr el sfila tra ona fòlla silenziosa che la se inge-noggia al sò passagg per rend ancamò e, per l’ultima vòlta, on deferent ringraziament a chi l’ha savuu rend indimenticabil per l’eternità la melodia di sò òper, on personagg cont ona carriera prodigiosa che l’ha mai desmentegaa la soa gran dedizion al nòster Milan.

LEGGIUU E SCOLTAA“Sciroeu di poetta” ospita, così come ci sono pervenute le composizioni, “lette e ascoltate”, noi le pubblichiamo, correggendo qualche palese refuso, convinti di stimolare la volontà

di chi sente spontaneo il desiderio di esprimersi, interloquendo con la musa, in dialetto milanese e con l’augurio che queste pagine possano scoprire nuovi talenti.

DAL SES AL NOEUV DE MAGG (1898)

El mes de la Madòna, el mes de maggsòtta i oeugg de la nòstra Madonninain quatter dì de scempi e grand oltraggel Macellar de Milan l’ha faa tonina

d’on pòpol affamaa, dònn e pattanòmen e vegg che vosa, cerca pan

Bava Beccaris, besinfi d’arroganzal’ha caregaa i fusil de pròpria manl’ha sparaa adòss e l’ha coppaa speranzade quèi diseredaa, senza on doman

bordegaa de miseria e de sconfòrtdove anca viv l’è on poo come vess mòrt

Con la benevolenza del “Rè bon”e ’na medaja, regòrd de la soa impresagrazie a quell foeuj de congratulazionper vess rivaa a sparà financh in gesa

el Fiorenz el se sent tant lusingaach’el slonga l’oeugg cain fin al Senaa

Ma sora el coo coronaa del savojard girava on nivolon de negra arliaTutt riva a taj e Monscia l’è el traguard:gh’è ’l Gaetan, col foeugh de l’anarchia

e foeugh per foeugh, i cunt pareggia inscì:con quatter colp, on colp per ògni dì

Del regòrd doloros de tant sconquassdel pòpol milanes ch’el sa combatte contra i munzion doeuva anch i sassgh’è restaa ’na canzon che cunta el fatt

Paròll antigh, che moeuven emozionche se canta sòtt vos, cont el magon

Paola Cavanna

Alle grida strazianti e dolentidi una folla che pan domandava,il feroce monarchico Bavagli affamati col piombo sfamò…

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LEGGIUU E SCOLTAA

NIENT SE ME CONSIDERI, TANT SE ME CONFRONTI

Fòrsi mì dovaria ragionà pussee sù ’sta frasprima de vèss inscì impazienta.Frenà quèlla gran fòrza che gh’hoo dent e riservà i mè sfòrz per di alter moment! Basta domà vardass indree per rendes cunt che gh’è semper on quaivun che sta pegg de tì.Imparà a considerass on ciccin pusseesenza vantass, l’è fòrsi, quèll che ghe voeurper vèss miglior e rivà a la veggèzzacont on poo de savièzza.La strada l’è anmò longa,chissà se la mia vita in sù ’sta tèrrala sarà assee?(o ghe ne vorarann almen dò… o fòrsi trè)

Micaela Baciocchi

ON FIOR PRESONEE

Che fior meraviglios gh’hoo chì denanz,el guardi… son striaa di sò color,voraria catall, tegnil visinper sentinn anmò pussee el sò profumm.

Come on lament me par ’dess de sentì:“Te vedet nò” el me dis, “son presoneed’on gran garbuj de ramm… de mila spinn.”Che sien cent o mila in di spinn

semm denter tucc, semm tucc compagn de tìma te desgarbiaroo de ’sti ragner e sòtt i ragg de sô, i carezz del vent,liber poeu te saree tutta la vita.

Alarico Zeni

MAMA, TE SE RICÒRDET

Mama, te se ricòrdeti bèi temp de quand seri ona tosettae mì e tìandavom a spass insèma?Mì cattavi i margarittTì te me cuntavet stòri meravigliosel ciel l’era serène l’orizzont pitturaade ròsa tènerGiugavom in del praa,cicciaravom,godevi la giòia del tò sorrisQuand i campann sonaveni primm or de la serate me portavet a cà.Saludavi la bella giornadae gh’avevi in di oeuggtutt’i gioeugh che avevom faa mì e tì.Infanzia… stagion passadama tì te see chì, mamacome allora, vesin a mì…Voraria brasciatt sù, mama.Te mandi on basinmama dolza…

Maria Grazia Messa

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LEGGIUU E SCOLTAA

ON DÌ IN CAMPAGNA Quand la mia mama, de tosetta,l’andava a trovà i parenta la cassina Molinett de Vermezz,la sfogava tutta la soa vivezza.La se rampegava a pee biòttsù la pianta de figh col rìs’c de borlà denter in del Tesinell, perchè i bròcch se slongaven sù l’acquae lee l’era minga bòna de noà.Poeu l’andava in mezz al melgon,a dà de mangià ai gainn, ai bèstie alter e quand, on poo per invidia,i cusin taccaven la sòlita lienda:“Milanesa mangia verza,mangia stoppa, và te coppa” e via cantando, lee la ciappava carrett e cavall e… via ’m’el vent per la campagna.“Vardee ’sta milanesa, la gh’ha pagurananca del diavol” la ghe vosava adree la zia Peppina che la restava lì col batticoeur.Quand la tornava indree,i bèi pomèi ross,l’era giamò rivada l’orade inviass vers cà.“S’ciao, se vedom”A dì el vera, soo nòcon quanto piesède part di parent,perchè la scompaginavatutt el sò trann trann.Quand la me cuntava sù ’sti ròbb, la mia mama la se infolarmava e...ghe vegneva la faccia de barlicch!

Anna Maria Radice

EL CAGNOEU

On cagnoeu sperluscentdò oregg pendolentel sgambetta lughiima ’l sa nò doe andà. El luma quèi che passa el fa dondà el coin a l’è la soa manéra de saludà la gent.Passa de lì on barbonsù i spall el sò fagòttscerniss on bell cantonse setta giò tranquill. El cagnoeu ’l ghe ronza intorna on’usmadina ai pee le varda speranzos el se comeda arent.El barbon ’l ruga in del sacchin mezz a cent scartòzzel raffa ’na michettael tacca a sgandollà! El cagnoeu nasa curios el tira sù ’l crappin coi oeucc pien de speranza el fa ’na boiadina.El barbon ghe da on’oggiadaghe slonga lì on tocchellinséma ’dess motignene hinn content in duu! Ormai se dann del tì hinn diventaa amis sicur starann insèma fina al “Paradis”!!

Mario Scurati

Sciroeu de Milan - Settember/Ottober 2017 19

LEGGIUU E SCOLTAA

EL CANTONN DEL SONETT

Volentieri pubblichiamo questo sonetto, scritto dall’Abate Carlo Alfonso Pellizzoni (1734 -1818) e segnalatoci da Edo Bossi. Il sonetto non ha bi-sogno di commenti, essendo piuttosto chiaro il suo contenuto. Ovviamente il sonetto è stato tra-scritto con la grafia originale del suo tempo.

A vun ch’el voeur fà el poètta, e l’è minga in cas de podèll fà. Per corregg el sonètt che m’hii mandaa,in grazia che no gh’è ne drizz ne invèrs,no gh’è che de mudà quattòrdes vèrs,per fa pù prèst, a div la verità. Se mì v’el correggèss, sont obbligaaa andà a confessam subet del temp pèrs:ghe voeur on tir de pènna per travèrs,e mètt giust come nanch l’avèssev faa. Orsù, lassee fa vèrs a chi sa fai;diversament ve farii rid adree,e farii ona figura de somai. El par nanca de cred che no sappieeEl provèrbi ch’el san fin i bagai,quèll che dis. “Offellee faà el tò mestee!”

PIAZZA DEL DOMM E I SÒ MERCANT

Semm chì in piazza del Dòmm,el Dòmm l’è semper bellmeno mal almen lù l’è semper quell. In sù la gran piazza se sent ona babella de parlà e me par de vess pù a cà.Passen gent vestii de trasandaacont i calzon strasciaae cappellitt sul coo schisciaa. Gh’hinn i guili, i statov in sul bell Dòmm… e lor se varden in gir de chì e de là ch’el par sappien nò indove vardà.Sù la strada per parì la Madonninagh’è ona dòna piturada tutta d'òre inscì bardada la faa sù on tesòr. L’è tutt on tribuleri de mestee gh’hinn financa i saltimbanch che fatiga per ciappà on quai franch!El par che Milan l’abbia faa ona bugadain d’ona specie de Disneyland trasformadae la soa bella piazza usada e abusada. Ma torna e te la sentet, l'anima de Milan, perchè tutta questa impression la vola via ’pèna te vee denter in Galleria.Adess gh’è l’eccellenza de la modernitàgh’hinn pù i negòzzi car ai milanesvecc, bèi, ma pien de spes. I noeuv mostren inventiva e originalità metten insèma art e progettazion cont el condiment d'ona gran passionsenza perd la memòria stòricach’ha faa granda la cittàs’hinn rinnovaa cont abilità.

Marialuisa Corti Crippa La curiosità del “telefono senza fili” alla Loggia dei Mercanti.

Per provare bisogna essere in due, si va sotto il loggiato, disponendosi su due colonne della Loggia dei Mercan-

ti poste obliquamente che presentano dei fori, parlate vicino al buco e scoprirete che la persona posizionata nella colonna opposta sen-tirà le vostre parole. Pare che sia stato uno strata-gemma voluto dai vari com-mercianti per comunicare e scambiarsi informazioni fra loro.

20 Sciroeu de Milan - Settember/Ottober 2017

SALUTE A MILANOa cura di Filippo Bianchi

L’esame delle urinedi Filippo Bianchi

Continua a pag. 23

Come tutti sanno, l’urina è il liquido prodotto dai reni, i due organi posti simmetricamente nell’addome dietro all’intestino, il cui compito è filtrare il sangue per depurarlo dalle scorie prodotte dal metabolismo. Tramite l’urina quindi si eliminano dall’organismo i prodotti di scarto e l’eccesso di acqua o di sostanze che vi sono disciolte. Nonostante l’esame delle urine sia uno degli esami più vecchi in ambito medico (ha origine addirittura nel Medioevo!), esso risulta anco-ra oggi molto utile per valutare lo stato di salute di un paziente. Certamente è il principale esame da pre-scrivere in una persona in cui si sospetti una malattia dell'apparato urinario (dai reni alla vescica), ma risulta utile anche in numerose altre situazioni patologiche, come ad esempio il diabete o le malattie del fegato. L’esame urine, quello “standard”, comprende sia l’e-same chimico - fisico sia l’esame microscopico del sedimento. Per questo esame è sufficiente, in genere, un campione di 10 ml di urina. L’esame delle urine si prescrive di solito come esame di controllo dello stato generale di salute; lo si richiede anche in preparazio-ne di un intervento chirurgico, per valutare l’idonei-tà sportiva di un atleta e per il controllo periodico di alcune classi di lavoratori. L’analisi delle urine viene prescritto dal medico anche in condizioni particolari quali: dolori addominali, bruciori o dolori quando si urina; in caso di urine schiumose e rossastre e per con-trollare l’evoluzione di malattie e l’efficacia di parti-colari farmaci.Affinchè questo esame sia attendibile, occorre effet-tuare la raccolta con alcuni importanti accorgimenti. Se si deve effettuare solo l’analisi delle urine, prima di raccogliere il campione si può mangiare o bere normalmente, mentre se il test è eseguito insieme ad altri esami del sangue, potrebbe essere richiesto di ef-fettuare l’analisi a digiuno. È anche consigliabile, se non indicato dal medico, di non praticare un’intensa attività fisica il giorno prima del test. L’urina può es-sere raccolta nel laboratorio o nello studio medico in cui viene effettuato il test, oppure direttamente a casa, se si raggiunge il laboratorio in breve tempo. Gene-ralmente il test viene eseguito sulla seconda urina del mattino, dopo aver vuotato la vescica appena svegli. Si raccoglie l’urina in un contenitore che può essere o no sterile, secondo il tipo di analisi da eseguire. Pri-ma di riempire il contenitore, si comincia a urinare nel

water, s’interrompe il flusso per un attimo e quindi si riprende a urinare, ma questa volta nel contenitore (si raccoglie in tal modo il “mitto intermedio” di urina).Vediamo ora come viene effettuato l’esame dal per-sonale medico. Il primo passo è l’analisi visiva, che descrive il colore, il grado di limpidezza e l’odore dell’urina. Ad esempio un colore rossastro può indica-re la presenza di sangue, oppure l’uso di alcuni farma-ci, cibi o la presenza di pigmenti come la bilirubina. Urine torbide possono indicare un’infezione delle vie urinarie in corso.Con l’esame chimico si studiano dal punto di vista quantitativo le sostanze presenti nelle urine: il peso specifico indica la capacità del rene di concentrare le urine, per cui valori sotto la norma possono essere un indice di alterata funzione renale. La presenza di proteine può indicare un danno renale, mentre la pre-senza di glucosio pone il sospetto di diabete mellito. Anche il riscontro di chetoni può essere indicativo di diabete mellito o è la conseguenza del digiuno pro-lungato. Altre sostanze riscontrabili nelle urine sono la bilirubina, la cui presenza è indicativa di malattie del sangue o del fegato, e i nitriti che, essendo il prodot-to dell’attività batterica, sono un indizio d’infezione delle vie urinarie. La presenza di sangue nelle urine è sempre un campanello d’allarme, e richiede sempre altre indagini diagnostiche. Può essere indicativo di varie patologie, dalle glomerulonefriti, alla calcolosi fino ai tumori renali, per cui è consigliabile consultare il proprio medico per un’opportuna diagnosi.Infine abbiamo l’esame del sedimento urinario: le urine sono centrifugate e poi osservate al microscopio: tra le sostanze evidenziabili possiamo avere cristalli, composti chimici insolubili dovuti al processo di con-centrazione delle urine, frequenti nei casi di calcolosi renale. Questi devono essere differenziati dai cilindri, aggregati costituiti da proteine e cellule del sangue, spesso indice di un danno renale, e pertanto richiedo-no ulteriori indagini. Trovare batteri significa che è in corso un’infezione delle vie urinarie, così come il ri-scontro di globuli bianchi. Diverso invece è il reperire globuli rossi, che possono essere la spia di diverse condizioni cliniche, da glo-merulonefriti a calcolosi a tumori renali, e sono quindi sempre meritevoli di attenzione da parte del medico.Non bisogna infine dimenticare che l’esame delle uri-ne viene effettuato come test antidoping e/o antidroga:

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ACCADEMIAda “LETTERATURA DIALETTALE MILANESE” di Claudio Beretta

Giovanni Rajberti

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Dalla letteratura dialettale Milanese di Claudio Beretta

Giovanni Rajberti, medico e poeta al tempo delle Cinque Giornate di Milano, lo ritroviamo anche interprete della interessante traduzione di un poemetto sull’Ars poetica di Quinto Orazio Flacco (65-9 a. C.).Rajberti ricompone di fatto il lavoro di Orazio fornendo allo stesso un assetto più organico attraverso la sestina in endecasillabi, strofa questa che consente di affrontare il tema in quartina a rima alternata, per terminare nel distico a rima baciata.Continua quindi in questo numero, e nei prossimi sino al termine del poemetto, l’ottimo lavoro di Rajberti che riteniamo rappresenti una lezione di tutto rilievo e, nel contempo, una fonte di studio nell’approfondimento della prosodia, per quanti scrivono in lingua dialettale.Teniamo peraltro a precisare che lo scritto è proposto, ovviamente, nella sua forma originale quindi avulso dalle attuali regole grammaticali che nel tempo si sono evolute.

Ne fee, come quel di ciall bona memoria,ch’el comenzava on bolettin de guerra:attent, obej, che vuj cuntà on istoriade fa strassecolà e ’l ciel e la terra.Cosse succed con tante smargiassad?Ven via de serviziaj per cannonad.

Sentì mo Omér, che senza dav la soja,vuij cuntà, el dis, la vitta d’on soldaa,che dopo avè juttà el falò de Troja,l’è staa in gir senza aveghen volontaa.E lì el pareggia, senza tant presumm,minga fumm senza rost, rost senza fumm.

E bisogna sentì, che frattarej!Robb de fa restà lì con tant de oggiatter,e di pover moròs cambiaa in porscej,e di Serenn che canten de Tajatter,e da quel brutto bircio d’on Magnanche mangiava de zenna i Cristian.

Ne ’l toeu i coss della rava, e della favacommenzand fina dal peccaa de Adamm;ma el corr lisc come on oli, e se la cavavegnend subet al fatt senza seccamm:e i robb, che se capiss de chissesia,je dà per sottintes, e ’l tocca via.

Quand poeu el se accorg a press a pocch che on temmal’è ruvid, dur, de no possè domall,el taja su senza perd tant de flemma:e fina quand el dà d’intend di ball,van tant correlativ de capp a fond,che hin i pu car bosardarij del mond.

Tanti ai primm vers prometten maremagna,e poeu me van a poncignagh adreecent tassej d’Arlecchin, che descompagna:la gesetta, el boschett, el busseree,el fontanin, l’arcobalena, el foeugh,tutt bej coss, ma tutt coss foeura de loeugh.

Sarii fors bravi a pitturà di piant:e inscì? per quest s’ha de casciaghi dentin d’on quader d’on pover navigant,che creppa in alto mar? ma gh’è talent?Vorii fa biella, e reussiss boccaa:unitaa, i mee fioeu, semplicitaa!

Supponemm che in del studi del Marchesighe fuss, per moeud d’esempi, on giovinottch’el fass onc,e perucch bej per despresi:ma se in del tutt insemma el var nagott,nol merita, ch’el nomm de lavorant,e l’è dent come on Bougher, no gh’è sant.

ACCADEMIAMILAN... LA COGNOSSI? a cura di Giorgio Moro Visconti

Via Mellerio, Via Panzacchi e Via Marradidi Giorgio Moro Visconti

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Sono tre vie molto corte tra Via Carducci e Via De Togni in zona Magenta, dedicate alla fine del ‘800 nell’area dove c’era il Convento maschile di San Gerolamo (fondato dal Duca di Milano Giangaleazzo Visconti nel 1401 e soppresso da Napoleone nel 1798). Le citia-mo perché sono dedicate a tre singolari per-sonaggi. La via Giacomo Mellerio ricorda lo statista (così dice l’insegna stradale) e filan-tropo, nato e morto a Milano (1777-1847). Statista significa una persona che ha avuto una profonda esperienza tecnica e pratica dell’arte di governare uno Stato (come per esempio Cavour). Un uomo in vista durante il periodo della costitu-zione della Repubblica Cisalpina, del Regno Italico e della Restaurazione. Giacomo Mellerio, rimasto orfano, fu allevato dallo zio Giambattista. Ebbe incarichi pubblici, tra cui la vicepresidenza del Governo di Milano nel 1815 e l’anno successivo quella di Consigliere Intimo dell’Imperatore Francesco I d’Austria. Poi la carica di Gran Cancelliere del Regno Lombardo-Vene to . Condirettore dei Luo-ghi Pii Elemosinieri di Milano. Nell’enciclo-pedia Treccani sulla Storia di Milano, nella colonna dell’indice, sono indicati vari pun-ti in cui è citato questo Mellerio, per esempio nel volume XIV a p. 200, come abbonato della pubbli-cazione “L’amico Cattolico”, fondata nel gennaio 1841 con carattere eminentemente religioso (sa-ranno straniere le questioni che avessero sembiante di novità pericolose di partito, e che sogliono irri-tare gli animi senza farli migliori, e contristare la carità senza essere profittevoli alla causa del vero). Spirito libero e indipendente aveva deplorato la de-cadenza di Milano dopo la fine dell’età sforzesca. Vedovo, gli morirono i quattro figli, lasciò in testa-mento oltre due milioni di lire all’Ospedale Mag-giore e altri istituti di carità, oltre che un contributo per la fusione in bronzo per delle valve della porta

centrale del Duomo (1847). La via a lui dedicata nel terzo decennio del 1900 si chiamava via Privata Car-ducci: una contiguità che prosegue. Altra via parallela è quella dedica-ta a Giovanni Marradi (Livorno, 1852-1922) poeta e autore di liriche celebranti le bellezze d’Italia, scris-se Rapsodie Garibaldine, Ballate moderne e Fantasie Marine. La terza via ricorda Enrico Panzacchi

(Ozzano, Bologna 1840 - Bologna 1904), profes-sore di storia dell’arte all’Università di Bologna, fu amico di Giosuè Carducci e le sue poesie furono raccolte nel 1908 da Giovanni Pa-scoli. Direttore del giornale Il Capitan Fracassa, giornale letterario e satiri-co (1880-1890), scrisse, tra l’altro, novelle intitola-te I miei racconti (1889).

Nelle tre brevi vie non ci sono negozi. La Parrocchia è quella di San Vittore, ma la chiesa non parrocchiale più vicina nella confinante via De Togni 12 è quella di San Giuseppe, dove si celebra una Messa prefestiva alle ore 16. È annessa all’omonimo Ospedale.

Giacomo Mellerio

Enrico Panzacchi

Giovanni Marradi

Continua da pag. 21 - L’esame delle urine

molte sostanze dopanti e stupefacenti vengono elimi-nate tramite i reni e di conseguenza è possibile veri-ficare l’assunzione di questi da parte dell’esaminato.Concludendo, l’analisi delle urine è un esame poco costoso, di semplicissimo utilizzo, ma utile per moni-torare la propria salute, per cui è opportuno fare test regolari per curare i disturbi in tempo o semplicemen-te per accertarsi che vada tutto bene.

Uva, frutto di Baccodi Fior-ella

VEDRINA DE LA BOTANICAa cura di Fior-ella

Continua a pag. 25

ventilato ed all’ombra. La qualità di “uva apirene” è quella priva di semi.La Vitis vinifera, considerato albero cosmico, ap-partiene alla famiglia delle VitaceeLa vite, stimata come pianta sacra, si credeva dona-ta all’uomo da Dionisio, Dio dell’ebbrezza, è con-siderata albero della conoscenza come scienza del bene e del male per la presenza del vino che risulta essere l’incorporazione della luce, della sapienza e della purezza.Il mito di Dionisio fu ripreso dai Romani che lo riferirono a Bacco, Dio del vino.La mitologia greca racconta che la nascita di Dio-nisio aveva fatto ingelosire la moglie di Zeus, Era la quale aveva inviato nella grotta, dove era nato, due Titani che, sorpreso Dionisio che osservava in uno specchio la sua immagine, lo uccisero e dalle ceneri del suo corpo crebbe la sacra vite, mentre dal sangue sorse l’albero del melograno. Oresteo - nome che deriva da Orione, la stella di Sirio che splende per 50 giorni da metà luglio a settembre - detto uomo delle montagne, cacciatore selvaggio in Etolia, da il segnale della vendemmia, perché Sirio fa maturare i frutti nel vigneto e la luce pura della piena estate si spande nell’aria.In Asia minore ed anche presso i Sumeri la vite originariamente era chiamata la “Madre del vino - Madre Vite o Erba della vita”.

Pianta rampicante perenne, originaria dalla zona del Mar Nero, coltivata fino a 1500 metri in terreni soleggiati in tutto il mondo specialmente nei pae-si del bacino mediterraneo, ma anche in America, preferisce climi caldi o temperati, teme il gelo, la brina e la pioggia prolungata.Il fusto vecchio si presenta legnoso, rugoso e no-doso. Tralcio giovane liscio con cirri o viticci con cui si aggrappa ai sostegni.Sui nodi dei rami giovani, detti tralci, sono inserite le foglie ed opposte a queste si trovano i viticci e le infiorescenze, formate da fiori piccoli, verdastri riuniti in pannocchie. Foglie con picciolo più o meno lungo con lama den-tata divisa in tre o cinque lobi, caduche a fine sta-gione vegetativa. Le foglie si usano fresche o con-servate in sacchetti ed essiccate al sole.I filari di piante selezionate, detti barbatelle, si in-terrano. Le radici sono fittonanti.La cura dell’Uva risulta efficace contro la stitichez-za, obesità, gotta e forme catarrali. Si inizia con mezzo kg. di uva al giorno fino a 3 kg per un mese senza però ingerire la buccia degli acini o i semi. L’infuso con le foglie è usato come collirio per l’in-fiammazione agli occhi. (gr. 25 in 500 gr. di acqua bollente).La coltivazione della vite richiede cure particolari come la potatura al termine dei ogni stagione ed il trattamento del fogliame con il ramato per evitare l’insorgere di malattie.I frutti sono acini di forma sferica di vario formato e colore giallo, violaceo riuniti a formare grappoli da consumare in tavola, scegliendo varietà zucche-rine. Vi sono numerose specie del genere Vitis: europea, vinifera, americane, rupestris, riparia ecc.L’uva da vino o da tavola che, conservata con il gra-spo verde, permette di avere anche d’inverno gusto-si grappoli di uva fresca e turgida (questo si ottiene immergendo il grappolo in un recipiente con acqua ed un pezzetto di carbone di legna).Per ottenere l’uva passa o l’uvetta con graspo secco si devono disporre i grappoli su un graticcio coper-to di paglia secca e lasciarli fino a quando l’uva è appassita oppure porre i grappoli appesi in luogo

24 Sciroeu de Milan - Settember/Ottober 2017

ACCADEMIA

I Templari: gli inventori della dieta mediterraneaA quei tempi vivevano fino a 70 anni contro i 35 del popolinodi Osmano CifaldiQuando viene fatto sfoggio dei mantelli bianchi, su cui sono cucite croci rosse a otto punte si può pensa-re ad innocue manie di persone in vena di rinverdire epopee cavalleresche del lontano passato. Eppure die-tro queste ostentazioni esiste una storia sorprendente durata quasi due secoli che vale la pena di scoprire se non altro fissando l’interesse legato a qualche aspetto di un’epopea storica di tutto rispetto.Parlo dell’Ordine guerriero-monastico dei Templari (1118 - 1314) che attrasse persino Wagner confezio-nando un’opera grandiosa, il Parsifal, che faceva ap-punto dei Templari i custodi del santo Graal, il calice di cristallo (?) in cui venne raccolto il sangue di Gesù uscito dalla ferita di lancia nel suo costato quando era sulla croce. Persino Napoleone fu affascinato da que-sti cavalieri e ne incoraggiò la conoscenza più appro-fondita per fare maggiore luce sulla fine dell’Ordine che fu sciolto da papa Clemente V con la complicità del re francese Filippo IV. La bolla relativa “Vox in excelso” colpì senza pietà i Templari dopo 196 anni di vita. S. Bernardo, l’edificatore dell’Abbazia mila-nese di Chiaravalle, fu pure il propugnatoe della pri-ma crociata (1096) nonchè l’ispiratore dell’Ordine dei Templari; da lui sappiamo alcune informazioni sulle abitudini di questi monaci “armati e non ornati”.Avevano una scarsa cura dell’aspetto esteriore, i ca-pelli venivano portati corti, al contrario la barba era lunga ed incolta e l’igiene personale era trascurata. Era proibito ricevere e scrivere lettere, possedere in-dividualmente denaro, evitare giochi da tavola ed in particolare quello dei dadi. Anche se i Templari pare siano stati gli inventori del gioco del biliardo e quello degli scacchi.I monaci del Tempio erano tenuti ad osservare una severa sobrietà a tavola. Seguendo un rituale ebraico, prima dei pasti si sciacquavano le mani, mettendosi poi a tavola seguendo rigide regole alimentari codifi-cate peraltro dallo stesso S. Bernardo di Clairveaux. La carne veniva consumata raramente e con mode-razione. Pesce e formaggi in piccola quantità, molti legumi, verdure e frutta, una consistente razione di pane, niente grassi animali, solo un poco di olio d’oli-va. Insomma ne più e ne meno che la “dieta mediter-ranea ante litteram”. Ovvero quel regime alimentare riconosciuto dall’ONU come patrimonio immateriale

dell’umanità.In tempi ove i contadini e la maggioranza delle popo-lazioni vivevano stentatamente di pane, legumi, frutta e verdure, i ricchi, i nobili e l’alto clero facevano lar-go uso di carni di selvaggina, i Templari con la loro parca dieta riuscivano ad allungare la vita fino a 70 anni contro la media di meno 40 delle classi sociali inferiori.L’Ordine dei Templari proibiva tassativamente la cac-cia degli animali e la loro uccisione per cibarsi. Mentre incoraggiavano l’allevamento del pesce in vasca, di cui furono gli antesignani. Una curiosità, la polpa di aloe, conosciuta per le sue proprietà antiset-tiche, utile nei territori con climi desertici, era molto consumata dai monaci crociati.L’avventura dei Templari è una storia di eroi, di santi, di esaltati, di Fede, d’eroismo, di luci e tenebre. Ma è pure una storia affascinante che palpitò tra le fessure dei regolamenti, abitudini, e “invenzioni” di vita quo-tidiana per mantenere la Storia sui binari delle certez-ze rifuggendo dal mito.

Sciroeu de Milan - Settember/Ottober 2017 25

In oriente Erodoto ricorda che gli arabi adoravano Orotalt, Dio dei grappoli d’uva.Si dice che Noè uscito dall’arca piantò un vigneto, ne bevve il succo d’uva e s’inebriò al punto di cade-re addormentato.Vite e grano furono da Gesù Cristo scelti per indi-care la Vita Nuova che era venuto a portare.A conclusione propongo un proverbio milanese che afferma: - Mi pienti la vigna e i alter la gòden = io pianto la vite e gli altri la godranno.

Continua da pag. 24 - Uva, frutto di Bacco

ACCADEMIA

26 Sciroeu de Milan - Settember/Ottober 2017

Progetto - creare e divulgare cultura attraverso la memoria collettivaRiproponiamo la stessa pagina del numero prece-dente per ricordare l’iniziativa promossa dalla Dot-toressa Cristina Cenedella, Direttrice del Museo Martinitt e Stelline, progetto che vede coinvolta e partecipe l’Accademia del Dialetto Milanese.L’evolversi dei lavori non sarà visibile in ogni nume-ro del Sciroeu, stante la complessità e le caratteristi-che temporali dei lavori stessi, ma ci sembra dove-roso continuare a pubblicizzarne l’esistenza affinché ciascun socio dell’Accademia ne sia consapevole.

Progetto - Creare e Divulgare cultura attraverso la memoria collettiva

Obiettivo generale - Accrescere la “cittadinanza culturale”

Nella società italiana contemporanea il consumo cul-turale è al di sotto delle medie europee. Il progetto vuole porsi come una possibile risposta a questa situazione e innalzare il livello di “attivi-smo culturale e di partecipazione”. L’idea alla base è che le Istituzioni Culturali, quali nella fattispecie archivi, musei, associazioni, fondazioni e scuole, possano giocare un ruolo chiave nel contrastare tali dinamiche rendendo più partecipate le loro atti-vità e proponendosi nei rispettivi territori come luoghi di aggregazione e di scambio. Le parole chiave di questo progetto sono: PARTECIPA-ZIONE, PLURALISMO E FRUIZIONE.

Il progetto intende raccogliere le testimonian-ze orali, documentarie e fotografiche di chi ha vissuto un preciso periodo storico nella Milano metropolitana: ossia il lavoro e il mondo del la-voro nel periodo della ricostruzione e della fase di profonda industrializzazione cittadina (1945-1980). Il risultato, attraverso la raccolta coordinata

delle testimonianze orali di coloro che hanno vis-suto nella seconda metà del Novecento, porterà alla realizzazione di docufilm, di laboratori didattici da proporre negli anni scolastici a venire, di un portale web, attraverso il quale ultimo si accompagnerà l’u-tente nella lettura dei documenti di archivio, nell’a-scolto di testimonianze e nella visione di fotografie d’epoca e deidocufilm prodotti. Sono previsti, inol-tre, incontri aperti a tutta la cittadinanza, per la pro-mozione delle iniziativa e la proposta di partecipa-zione attiva al progetto stesso.

Obiettivo specifico – Salvaguardare la memoria generazionale. Stimolare la partecipazione alla vita culturale di due segmenti della società: vec-chia e nuova generazione. Diffondere la cultura delle fonti, scritte e orali.I segmenti della società a cui si rivolge sono la vec-chia e la nuova generazione, di cui il progetto pre-vede una partecipazione attiva.

FirifissMi feci tante domande che andai a vivere sulla riva del mare e gettai in acqua le risposte per non litigare con nessuno.

Pablo Neruda

Chi più alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna.

Walter Bonatti

Fai che il tuo cuore sia come un lago. Con una superficie calma e silenziosa. E una profondità colma di gentilezza.

Lao Tzu

Ne l’aria fluttua e s’accende quasi il fantasma d’un april defun-to. Settembre

Gabriele D’Annunzio

Ağaç ardındaki yele göre salınır.L’albero ondeggia a seconda del vento che ha alle spalle.

(Proverbio turco)

Raffaele De Francesco Lavora e dipinge a Milano, dove come professione principale si occupa di ricerca scientifica nel campo biomedico. Da sem-pre appassionato di arte e di pittura, ha iniziato la sua attività di pittore nel 2008 dedicandosi interamente alla pittura in-

formale. La pittura rappresenta così per Raffaele un mezzo di conoscenza della realtà complemen-tare a quello scien-tifico. Nei lavori più recenti Raffaele, abbandonando i territori con-sueti dell’Action Painting, contamina elementi provenienti da differenti orizzonti per dare forma ad un linguaggio inedi-to, rarefatto, elegante e sottilmente evocativo: piccoli cerchi, quadrati e rettangoli mutuati dall’ Astrazione Geometrica, brandelli di tela di juta che potrebbero essere stati strappati da quadri di Burri, pezzi di cartone ondulato e ritagliato da Arte Povera o Robert Rauschemberg, parole sovrascritte col normografo… il tutto composto con equilibrio ed armonia.

SCIROEU de MILAN

“Artigiani Artisti in Milano”sarà il tema del 2017 per le pagine centrali, la copertina e l’ultima pagina.

Per creare le sue opere l’artista utilizza argille raffinate bianche o rosse, ossidi, engobbi, smalti, cristalline trasparenti e colorate e con varie tec-niche di lavorazione, sperimentando accostamenti e sovrapposizioni.